Le Operette Morali sono 24 brevi scritti, progettati dall'autore fin dal 1820. Per lo pi scritte sotto forma di dialoghi tra personaggi reali o immaginari, le Operette sono la descrizione concreta della vita e la dimostrazione che essa ignobile e misera. Temi ricorrenti: la condizione umana, la morte, il destino, la vana ricerca della felicit Dopo la stagione delle canzoni e degli idilli, inizia un periodo di silenzio poetico Non scrive pi poesia, si dedica alla prosa filosofica/di pensiero che ha luogo nelle Operette morali Dialogo della Natura e di un islandese la pi famosa delle operette Segna il passaggio da un pessimismo sensistico - esistenziale a un pessimismo radicalmente materialistico e cosmico Nelle operette precedenti linfelicit era stata fatta derivare da cause psicologiche (laspirazione ad un piacere infinito e limpossibilit di raggiungerlo), QUI linfelicit viene collegata da mali esterni, fisici a cui luomo non in grado di fuggire o Lislandese, portavoce di Leopardi, ne fa un elenco puntiglioso o Leopardi approda ad un materialismo assoluto e un pessimismo cosmico che abbraccia TUTTI gli esseri La sofferenza la legge stessa delluniverso Il dialogo si conclude con la domanda: anche serve questa vita in felicissima delluniverso? o Una domanda che non ha risposta Due diverse concezioni della natura o ISLANDESE: Natura intesa come entit malvagia che perseguita deliberatamente le sue creature o NATURA: obbietta la convizione dellislandese, fa il male senza accorgersene, in obbedienza a leggi oggettive
A Silvia Situazione lasciata nel vado e nellindeterminato: ci che unisce Silvia e Leopardi la condizione giovanile, le sue sperane e i suoi sogni, poi dalla loro delusione La figura femminile priva di indicazioni concrete o Questa estrema sobriet pu riferirsi alla tradizione petrarchesca per cui si insiste minuziosamente su alcuni particolari fisici. Ambientazione vaga, il mondo esterno appare come rarefatto Filtri o Fisico, la finestra o Dellimmaginazione o Della memoria o Letterario o Filosofico A Silvia si chiude con limmagine della fredda morte, ma per lintero componimento il poeta evoca le immagini di vita e gioia, quasi come protesta contro la forza maligna della morte che le ha negate alluomo Parole vaghe, sintassi piana e limpida, metrica dalla modulazione molto piana e segreta musicalit
Canto notturno di un pastore errante dellAsia La canzone, che si articola in sei strofe di ineguale lunghezza, si configura difatti come un dialogo fra un pastore e la luna. Spazio e tempo indefiniti, carattere universale e simbolico dellincontro o Pastore: genere umano, si rivolge alla Luna con tono pacato, incalzante e malinconico o Luna: Natura, forza bella e terribile che affascina e spaventa il poeta, non risponde al pastore Vengono analizzate analogie e differenze della situazione del pastore e di quella della luna o Entrambi si alzano, percorrono la loro strada sempre identica a s stessa e infine si riposano o Sono due vite ugualmente prive di senso Nella seconda strofa, il pastore si rende conto che lui a differenza della Luna mortale Nella quarta strofa il pastore speranzoso che la Luna, proprio per questa sua privilegiata condizione ultramondana, possa fornirgli le risposte alle sue domande pi urgenti: o Che cosa sia la vita, quale sia il suo scopo essendo essa necessariamente finita, quale sia la ragione prima di tutte le cose o Ma la Luna, essendo natura: distante, incomprensibile, indifferente alluomo! Nella quinta il pastore osserva il suo gregge e pensa che, non essendo questo cosciente, possa vivere in apparente tranquillit la propria esistenza Questa tesi viene ribaltata nell'ultima strofa: Leopardi ammette come, probabilmente, in qualunque forma si nasca (Luna, gregge o uomo) la vita sia ugualmente funesta.