GdN giovedì 26 gennaio 2006 L A P O S TA I 15

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La sciocca strategia
Risponde Francesco Landolfo degli eufemismi La foto storica
C
he la Repubblica italiana sia
fondata sul lavoro, caro dottor

Napoli e la sua decadenza

Landolfo è comprensibile, seb-
bene il lavoro scarseggi; ma mi è più
difficile capire perché debba fondar-
si pure sugli eufemismi. Tanto più

D
opo le festività trascorse da alcune settimane,
caro dottor Landolfo, dobbiamo fare i conti
con i proclami di questo sindaco che non se
ne vuole andare. Una volta parla di squadra da ri-
confermare, un’altra di squadra da rigenerare, un’al-
tra che vuole parlare con la gente e con i responsa-
bili delle professioni, ma secondo me avrebbe fatto
meglio a concorrere per il Senato. Intanto stia ad
ascoltare qualche suo amico che dalle colonne dei
giornali invitano donna Rosetta a puntare sul nuo-
vo. Eppure nel priodo festivo il cuore è stato gonfio
di gioia perché il sindaco aveva detto che se ne an-
dava. Non si ricandidava. Se pensava che qualcuno
piangesse s’è sbagliata. E se ci sono state lacrime, era-
no o di coccodrillo o di gioia. Tant’è che il dibattito
è durato lo spazio di una edizione di giornali. È già
finito perché i partiti stanno tirando fuori i candidati
al ruolo di guida della città. L’ hanno già sostituito,
i partiti. E, grazie al “Roma”, ho letto già tanti nomi
che veramente non saprei chi scegliere anche se so
che questi primi fatti sono di fatto già bruciati. Quel-
lo vero, mi sono detto, il candidato importante, com’è
in uso nella politica nostrana, verrà fuori al momento
giusto. Avessi dovuto decidere io lo avrei voluto na-
poletano, magari anche grasso, che spesso è sintomo
di bontà ma anche di voracità, e Napoli ha bisogno
di uno che voglia tutto per i napoletani, perché non
ciano la loro comparsa in pieno giorno bloccando tut-
to e tutti, contenitori degni di tal nome, che venga-
no lavati ad ogni prelievo, raccolta differenziata. Ac-
qua: erogazione uguale e continua per tutti, interru-
zioni preavvertite e che durino il minimo indispen-
sabile, una rete che non perda l’acqua che paghiamo
cara e amara, che sia veramente potabile e non co-
me quello che ora sa di petrolio. Luce: le strade so-
no per lo più mal illuminate, favoriscono cadute ed
altri incidenti di percorrenza, di notte anche la luce
diventa criminale, meno ce n’è meglio è per chi de-
linque. Strade: troppe sono al limite della percorri-
bilità, molte piene di buche, affossamenti vari che
le pozzanghere nascondono alla meglio ma che di-
ventano trappole per tutti: pedoni e automobilisti; i
marciapiedi se ci sono versano in cattive condizio-
ni, se non ci sono bisogna lottare per conquistare spa-
zi alle automobili e motorette. Semafori: vigili, quel-
li che funzionano non sono presidiati e quelli che
non funzionano andrebbero presidiati sempre, via
Duomo coi suoi ingorghi provenienti da via Foria in-
segna (solo per fare un esempio; ma non è là che abi-
ta il sindaco o mi sbaglio?). Verde pubblico: giardi-
nieri, il verde è bistrattato, abbandonato, violentato.
Metrò: sporche le vetture, insicure le carrozze, allo
sbando i viaggiatori, di notte, ma che dico, a tutte le
ore: altro che Bronx. La fatiscenza della maggior par-
che si tratta di una strategia sciocca,
in quanto ci illudiamo di rendere, a
forza di eufemismi, questa società più
“umana” e democratica. Ecco alcuni
esempi che mi vengono in mente (ma
ce ne sono molti altri). Il carcere è so-
lo una “casa circondariale”, e poiché
spiccare un mandati di cattura nei ri-
guardi di un delinquente potrebbe of-
fendere la sua dignità, diciamo che si
tratta solo di un provvedimento di
“custodia cautelare”.Il drogato? No,
è solo un “tossicodipendente”, anzi
un tossico. Chiamare cameriera la
donna che fa le pulizie in casa altrui
è mortificante: meglio definirla “col- NAPOLI, LA CITTà CHE SI MUOVEVA CON IL CARRETTO.
laboratrice domestica” o con l'orribi-
le neologismo di “badante” se accu- Ipotizzare un carretto trainato da due cavalli e un asinello in
disce un anziano. (A proposito, caro questo periodo sarebbe una fantasia romantica. Ma così ci si
Landolfo, dove sono finite le gover- muoveva con grande serenità nella Napoli antica.
nanti?). Senza parlare di lavori che,
solo apparentemente, sono più umi-
li ma non meno utili, come quello del
netturbino (del quale avvertiamo la
Principio mutualistico Gestione dell’acqua,
mancanza soltanto quando la cate-
goria sciopera): oggi il netturbino è un
distorto dagli eventi un problema antico
“operatore ecologico”. E non ag-

hanno più nulla. Quelli magri sono compressi, in-
troversi, cupi, ambiziosi ma nullafacenti e magari an-
che un po’ cattivelli e vigliacchi. No, lo avrei volu-
to intelligente, attivo, osservatore e ascoltatore, at-
tento alle cose che servono per far funzionare una
città. E allegro, perché la napoletanità è allegria. Ma
anche sanguigno, furibondo e vendicativo se le co-
se non funzionano. E in questa città di cose che non
funzionano ce ne sono in quantità industriale. Sarà
bene che ne elenchi almeno qualcuna altrimenti lei
potrebbe pensare che ho parlato a vanvera. Dunque:
la circolazione degli autoveicoli per le strade di Na-
poli. Che sta per: vigili, sosta, parcheggi, prezzo dei
parcheggi. La circolazione degli autobus, filobus e
tram che sta per: vigili, strade a loro riservate, poli-
ziotti, sicurezza dei viaggiatori e personale viag-
giante, biglietti con prezzi adeguati alle tasche di tut-
ti, fermate di sosta con praline elettroniche veritie-
re. I rifiuti: vigili, orari controllati, spazzini che pu-
liscano sul serio le strade, automezzi che non fac-
te dell’edilizia abitativa: estendere i benefici del pro-
getto Sirena (per il ripristino degli edifici cittadini)
a tutti e non solo ai raccomandati (figli di, parenti di,
ecc.). Con questi primi passi il popolo accetterà il
sindaco meglio di un re. E lui sarà come un re se farà
queste prime cose. Poi c’è il resto, ma a quello dovrà
pensarci anche un po’ la sua giunta. Mi sono detto:
poi è arrivata la smentita. Lei ha deciso di restare. A
questo punto la risposta a lei che forse ne aveva già
pronta un’altra, in caso di rinuncia. Ottimista? No,
napoletano.
Igino Pezzullo
Napoli
I giochi politici sono davvero tanti. Questo, d’altra
parte, è il periodo adatto. Napoli può analizzarla
dai giornali. Oltre a tutte quelle problematiche lei
ha evidenziato c’è anche la recrudescenza di una
violenza minorile che fa paura. E neppure san Gen-
naro riesce a metterci una pezza.
giungo altri esempi perché in que-
sto momento sfuggono alla mia
mente! Non mi sfugge, però, l’ama-
ra conclusione che desidero ap-
porre alla presente missiva. Che co-
sa spera la società italiana, così ba-
cata e corrotta, ipocrita e trasgres-
siva, affidandosi agli eufemismi?
Non è con essi, infatti, che si eviterà
di confondere libertà e libertinag-
gio, i doveri con i diritti, la laicità
dello Stato con il laicismo, le vitti-
me con i carnefici!
Aniello Schettino
Cava dei Tirreni
È triste dover constatare le esattez-
ze delle sue osservazioni. Ma gli spi-
riti liberi, mi creda, anche andan-
do controcorrente, non si pieghe-
ranno.
A S
l di là delle indagini sulla
“scalata” Unipol a Bnl che
stanno conducendo le Procu-
re di Milano, Roma e Perugia, compito
del governo in questi ultimi giorni di
Legislatura è quello di un rapido «in-
tervento legislativo per prendere atto
che il principio mutualistico si è
deformato nel corso del tempo fino a
diventare un elemento distorsivo
della concorrenza», come affermato
dall’on. Pietro Armani di An, econo-
mista e presidente della Commissio-
ne ambiente della Camera e già vice
presidente dell'Iri. Il professore affer-
ma, tra l'altro, che «quelle con milio-
ni di soci e miliardi di fatturato de-
vono trasformarsi in società ad azio-
nariato diffuso e quotarsi in borsa».
Raoul Chiummariello
Roma
i fa tanto chiasso, egregio
Landolfo, su chi debba gesti-
re le risorse dell’acqua: una
società privata o una mista con il
pubblico. Personalmente ho sem-
pre pagato le bollette, anche quel-
le salatissime. Ma una scelta del
genere evidenzia come l’apparato
burocratico-amministrativo degli
enti locali vada smantellato perché
non riesce a far quadrare i conti.
L’acqua, giustamente, è un bene
pubblico e non va sprecata. Ma ci
sanno dire gli amministratori cosa
abbiano fatto sino ad oggi per tu-
telare questo bene pubblico?
Luigi D’Amelio
Napoli
Troppo poco. Se oggi sono costretti
ad arrendersi.

NATURA SANITÀ di A N T O N I O D E S I M O N E

Il pomodoro
e i suoi segreti La corretta alimentazione di bambini e ragazzi
L
e buone abitudini si acquisi- cora più grave nei bambini e nei ra- cessarie quantità sufficienti e bilan-
GIANPALO NECCO
scono da piccoli. Ciò vale, in gazzi di quanto già non lo sia negli ciate di proteine, vitamine e sali mi-

U
n podo-
modoro
al giorno
può neutralizza-
re il male deri-
vante dalle siga-
rette. I ricercato-
ri della Juntendo
University, in
Giappone, come
ha riportato la
rivista Le Science, hanno confrontato
le reazioni di due gruppi di topi espo-
sti al fumo di sigaretta. Il polmone di
questi roditori è estremamente sensi-
bile al fumo e di solito sviluppa molto
rapidamente sintomi di enfisema. E
proprio questo è avvenuto nel gruppo
di controllo, alimentato con una dieta
standard. Nei topi ai quali al posto del-
la normale razione d’acqua veniva som-
ministrato succo di pomodoro diluito
al 50 per cento non si è invece eviden-
ziato lo sviluppo di quella patologia re-
spiratoria. Secondo Kuniaki Seyama,
che ha diretto la ricerca, l’effetto pro-
tettivo potrebbe essere legato alla pre-
senza nel succo di elevati livelli di li-
copene, un potente anti-ossidante il cui
consumo, appena lo scorso anno, era
stato indicato dalla Food and Drug Ad-
ministration (FDA) statunitense come
in grado di ridurre l’incidenza del can-
cro alla prostata nell’uomo. Kuniaki
Seyama tuttavia avverte che i risultati
dello studio – di prossima pubblica-
zione sul numero di febbraio dell’
American Journal of Physiology-Lung
Cellular and Molecular Physiology -
non possono essere considerati imme-
diatamente validi anche nell’uomo e
che, per poterlo verificare, saranno ne-
cessari ulteriori ricerche.
particolare, per l‚alimentazio-
ne. Attualmente, invece, errori ali-
mentari e sedentarietà sono pur-
troppo frequenti tra bambini e ra-
gazzi, mentre sono proprio gli anni
della crescita quelli nei quali è mag-
giormente necessario che la dieta sia
equilibrata e corretta. Questo pro-
blema aumenta notevolmente il ri-
schio di carenze di nutrienti essen-
ziali durante lo sviluppo dell’orga-
nismo e di obesità e malattie dege-
nerative nel prosieguo della vita.
Al riguardo, il consiglio del pe-
diatra di fiducia è assolutamente ne-
cessario. Si tratta, infatti, di valuta-
re in modo appropriato e periodico
l‚accrescimento corporeo come pu-
re l’eventuale sovrappeso o, all’op-
posto, il sottopeso, secondo le più
aggiornate acquisizioni scientifiche
della specifica branca medica che
studia la crescita, l’auxologia. Biso-
gna, poi, regolare e sorvegliare ade-
guatamente la dieta di bambini e ra-
gazzi, ponendo attenzione a moti-
varli psicologicamente, altrimenti
anche la migliore prescrizione ri-
schia di rimanere lettera morta e di
risultare del tutto inefficace.
In termini semplici, una prima
considerazione può essere quella
che i tre pasti nei quali è abitual-
mente suddivisa l’alimentazione de-
gli adulti non sono sufficienti a for-
nire tutta la quantità di calorie e nu-
trienti necessari negli anni dell’ac-
crescimento. È ovvio, infatti, che il
fabbisogno nutrizionale, rapportato
al peso corporeo, è maggiore quan-
do l‚organismo è in fase di crescita.
Quindi, saltare la prima colazione
o ridurla a poca cosa è un errore an-
adulti. Inoltre, è necessario aggiun-
gere ai tre pasti principali due me-
rende, la prima a metà mattino e l‚al-
tra nel pomeriggio, ciascuna almeno
a due ore di distanza dal successivo
pasto. È assolutamente essenziale
che queste merende siano ben cali-
brate, in modo da non far giungere
il bambino o il ragazzo né troppo af-
famato né troppo sazio al pasto prin-
cipale successivo. Servono anche a
evitare un disordinato e incontrol-
lato mangiucchiare suscitato dalla
fame e dall’attesa del pasto. Le me-
rende devono fornire tra il 5% e il
7% della quota calorica giornaliera.
Hanno, insomma, il ruolo di una sor-
ta di ricarica energetica. È in questa
ottica, appunto, che il commercio ha
sviluppato specifici prodotti, le me-
rendine, che hanno un contenuto tra
le 120 e le 200 calorie e che si pre-
sentano sotto forma di monoporzio-
ni. Questi prodotti commerciali pos-
sono costituire anche un primo ed
elementare passo di educazione ali-
mentare, abituando a leggere le eti-
chette nutrizionali e a misurare le
quantità di cibo in termini di por-
zioni standardizzate, secondo le
moderne tendenze della dietologia.
Ciò significa, ad esempio, che sono
sostanzialmente equivalenti e pos-
sono, quindi, essere scambiate tra lo-
ro una merendina o un panino pic-
colo oppure una porzione di tre o
quattro biscotti. Ancora migliori, co-
me merenda, sono una porzione di
frutta fresca o un frullato oppure uno
yogurt. Infatti, rispetto alle prece-
denti, sono equivalenti come calorie
ma superiori come contenuto di vi-
tamine e sali minerali.
Uno degli errori alimentari più fre-
quenti, tra bambini e ragazzi, è il fos-
silizzarsi in una monotona e ristret-
ta varietà di cibi, che priva l’organi-
smo di taluni nutrienti essenziali ed
eccede in prodotti forse stuzzicanti
ma di insufficiente valore nutrizio-
nale. Ad esempio, è frequente che la
dieta sia povera di frutta e verdura
e, in generale, di cibi freschi e che
sia, al contrario, sovrabbondante di
alimenti artificiali, dolci, salati o ric-
chi di grassi saturi come pure di be-
vande gassate o contenenti zucche-
ro e caffeina. Bisogna, invece, inco-
raggiare bambini e ragazzi ad ali-
mentarsi con una varietà quanto più
ampia possibile di cibi. Infatti, l’or-
ganismo necessita sia di energia sia
di elementi strutturali che concor-
rano alla crescita. Sono, quindi, ne-
nerali. Purtroppo, i diversi nutrien-
ti non sono presenti allo stesso mo-
do nei vari alimenti. Quindi, l’uni-
co rimedio è compensare queste dif-
ferenze con una dieta ampia e varia,
pena il lento e progressivo instau-
rarsi di carenze più o meno gravi.
Infine, bambini e ragazzi vanno
abituati a godere dei pasti, sebbene
ciò stia diventando raro e difficile
nel mondo moderno. Bisogna, dun-
que, evitare che consumino i pasti
principali e le merende mentre so-
no indaffarati a studiare, a leggere,
a giocare o a guardare la televisione.
I pasti devono, invece, essere mo-
menti di pausa durante i quali si de-
dica tempo e attenzione al cibo, ai
suoi sapori, odori e colori e a ciò che,
per millenni, è stata la convivialità
o, in famiglia, il riunirsi intorno al
desco. Ciò permette anche di inse-
gnare loro a mangiare in maniera
corretta, cosa che dal punto di vista
medico vuol dire masticare bene e a
sufficienza le vivande.
In conclusione, l’alimentazione di
bambini e ragazzi va ripartita in cin-
que pasti quotidiani, assicurando lo-
ro una dieta che sia varia ed equili-
brata, che preferisca gli alimenti fre-
schi, che sia ricca in frutta e verdu-
re, con il loro contenuto di fibre e vi-
tamine, e che preveda quantità suf-
ficienti di carne, di prodotti della pe-
sca e di latte e derivati, senza risul-
tare eccessiva come quantità di
grassi saturi. Le abitudini, salubri o
erronee, acquisite in famiglia du-
rante l‚infanzia saranno, con ogni
probabilità, quelle che poi caratte-
rizzeranno tutto il prosieguo della
vita.