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MERU ART*SCIENCE AWARD

I EDIZIONE

Invernomuto: The Celestial Path


GAMeC, 4 ottobre 24 novembre 2013
Sabato 5 ottobre 2013, ore 18:30 Spazio ParolaImmagine Cerimonia di premiazione e presentazione della Fondazione MERU - Fondazione Medolago-Ruggeri per la ricerca biomedica

Dal 4 ottobre al 24 novembre 2013 la GAMeC - Galleria dArte Moderna e Contemporanea di Bergamo lieta di presentare The Celestial Path di Invernomuto, progetto vincitore della prima edizione di MERU ART*SCIENCE AWARD - riconoscimento promosso in collaborazione con Fondazione MERU e con Associazione BergamoScienza - che premia e sostiene il lavoro di un artista e che intende sottolineare il legame tra arte e scienza. Nel mese di luglio 2013 la giuria, composta da Prof. Zaverio Ruggeri - Fondazione MERU; Alessandro Bettonagli - Associazione BergamoScienza e Giacinto Di Pietrantonio - Direttore GAMeC, pur apprezzando tutti i progetti presentati dai candidati per la qualit della ricerca artistica, ha scelto di premiare il progetto di Invernomuto per la particolare pertinenza con il tema del Premio. The Celestial Path un video monocanale che segue un doppio tracciato di ricerca: da un lato la figura di Emma Kunz e la scoperta della pietra curativa Aion A, dall'altro la teoria del multiverso, uno dei concetti pi radicali emersi nella fisica degli ultimi decenni. Emma Kunz - ricercatrice, naturopata, guaritrice, artista - ha vissuto gran parte della sua esistenza (1892-1963) nella Svizzera tedesca. Per tutta la sua vita ha lavorato col pendolo in ambito terapeutico e ha applicato questa tecnica alla creazione di disegni geometrici su carta millimetrata, nei quali linee e colori indicano specifici stati danimo e visioni che Kunz aveva del mondo e della natura; questa produzione pittorica ha acceso l'interesse della sfera dell'arte, prima con Harald Szeemann, poi attraverso musei e mostre di caratura internazionale come l'ultima edizione della Biennale di Venezia. Kunz, nel 1942, scopre le propriet curative di una pietra estratta in una grotta nei pressi di Wrenlos, in Svizzera, che lei stessa ha definito Aion A. La roccia viene estratta, pulita, raffinata e ridotta in finissima polvere a scopi terapeutici. La teoria del multiverso considera la possibilit di un insieme di universi coesistenti e alternativi al di fuori del nostro spaziotempo. Questa teoria viene spesso disegnata come un limite dellimmaginazione poich connessa alla fisica pi sperimentale, una direzione di pensiero intrigante, proprio per gli scenari di realt espansa e per la possibile ridefinizione del concetto di universo in toto; il passo tra realt e finzione diventa estremamente labile. The Celestial Path cerca di sondare ci che si cela nelle retrovie della nostra realt, una 'realt nascosta', creando un ponte tra il passato arcaico e spirituale di Emma Kunz e il presente proiettato al futuro delle pi recenti scoperte scientifiche. Il video combina tour virtuali all'interno della Emma Kunz Grotto e la voce narrante di Brian Greene, uno dei principali studiosi della teoria del multiverso.

Il progetto rientra nella programmazione della XI edizione di BergamoScienza, uno tra i pi importanti festival scientifici internazionali che questanno si svolge dal 5 al 20 ottobre. La cerimonia di premiazione e la presentazione della Fondazione MERU - Fondazione Medolago-Ruggeri per la ricerca biomedica si terr presso lo Spazio ParolaImmagine della GAMeC il 5 ottobre 2013, alle ore 18:30, nellambito della IX edizione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI. Lopera entrer a far parte della Collezione Permanente della GAMeC e degli archivi della Fondazione MERU e dellAssociazione BergamoScienza.

Note biografiche
Invernomuto nasce nel 2003 dallunione di Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi. Ponendo laccento sul collasso e la commistione di linguaggi, loperato del gruppo si concretizza in produzioni fuori formato come il progetto editoriale ffwd_mag, ricerca che si espande nella produzione di video, nella progettazione di live-media performance e nella curatela di eventi e progetti speciali. Invernomuto ha partecipato a mostre collettive e festival internazionali, tra cui Domus Circular (Milano, 2005), Netmage 07 (Bologna, 2007, per cui ha curato lart direction e il progetto Bissera), Invisible Miracles (Viafarini, Milano, 2007), Fair_Play (Lugano, 2008), Biennale Architettura 11 (Venezia, 2008, con Perspectives on Archive: Check-In Architecture), Hors Pistes 2009 (Centre Pompidou, Parigi, 2009), No Fun Fest (New York, 2009), Kubla Khan (Arte Contempo, Lisbona, 2009), Nothing But a Show (Castello Sforzesco, Milano, 2009), Ars artists residence show (Fondazione Pomodoro, Milano, 2010), Talenti Emergenti 2011 (CCC Strozzina, Firenze, 2011) e Terre Vulnerabili (Hangar Bicocca, Milano, 2011). Nel 2007 ha preso parte alla residenza promossa dalla Dena Foundation for Contemporary Art, Parigi e nel 2011 alla Mountain School of Arts, Los Angeles. Nel 2008 e 2009 ha presentato il progetto Village Oblivia a Raum (Bologna), Crisalide (Forl), Netmage 09 (Bologna) e LAP Lambretto Art Project (Milano); nel 2009 la performance Holedigger (Giardino dei Lauri, Perugia); nel 2011 Culiarsi (Primaluna, LC). Mostre personali: Whalesland (C/O careof, Milano, 2006), Teastas Mor (Galerie Patricia Dorfmann, Parigi, 2008), B.O.B. (Galleria Patricia Armocida, Milano, 2010), Dungeons and Dregs (Grimmuseum, Berlino, 2010) e Simone (Padiglione dArte Contemporanea, Ferrara, 2011). Nel 2012 esce la prima monografia di Invernomuto per Mousse Publishing, a cura di Xing; nel 2013 Invernomuto finalista alla nona edizione del Premio Furla (selezionati da Filipa Ramos e Elena Filipovic) e presenta il progetto Negus presso lIstituto Italiano di Cultura di Addis Abeba, Etiopia e alla diciottesima edizione di Milano Film Festival.

IL PREMIO MERU ART*SCIENCE AWARD Contemporanea di Bergamo, importante riconoscimento che lavoro di un artista invitato a discipline. - nato da una collaborazione tra la GAMeC - Galleria dArte Moderna e la Fondazione MERU e lAssociazione BergamoScienza - rappresenta un intende sottolineare il legame tra arte e scienza premiando e sostenendo il presentare un progetto che elabori una riflessione sul rapporto tra le due

Il regolamento prevede una partecipazione esclusivamente a invito: per ciascuna edizione 5 artisti - proposti da professionisti nel campo dellarte contemporanea - devono presentare unopera inedita concepita sulla base di un budget assegnato e di requisiti specifici. I lavori in concorso devono infatti essere legati alla mission della Fondazione MERU - Fondazione MedolagoRuggeri per la ricerca biomedica, organizzazione senza scopo di lucro che sviluppa ricerche scientifiche e biomediche nel campo della biologia vascolare. La Fondazione, con sede a Bergamo, promuove progetti di ricerca di rilevante interesse sociale strettamente connessi a temi quali la prevenzione, la diagnosi e la cura delle patologie che affliggono gli esseri umani e che causano sofferenze fisiche, psicologiche ed emotive.

I PARTECIPANTI ALLA PRIMA EDIZIONE Insieme a INVERNOMUTO, segnalato da Andrea Lissoni - Curatore presso lHangar Bicocca di Milano, la prima edizione di MERU ART*SCIENCE AWARD ha visto concorrere: ANNA FRANCESCHINI Segnalata da Cecilia Canziani e Ilaria Gianni - Condirettrici della Nomas Foundation di Roma NICK LAESSING Segnalato da Elena Volpato - Curatrice e conservatrice della GAM di Torino DIEGO MARCON Segnalato da Daniela Zangrando - Curatrice e direttrice della rivista LAllocco LUCA TREVISANI Segnalato da Luca Lo Pinto - Curatore e caporedattore di Nero Magazine

GAMeC Galleria dArte Moderna e Contemporanea di Bergamo Via San Tomaso, 53 - Bergamo Tel. + 39 035 270272 - www.gamec.it

PIERO CATTANEO. LA COSTRUZIONE DELLA FORMA. ITINERARI DI RICERCA TRA DISEGNO, PITTURA E SCULTURA
A cura di Marcella Cattaneo e Claudio Cerritelli 5 ottobre 10 novembre 2013 GAMeC, Spazio ParolaImmagine e Medagliere Inaugurazione: sabato 5 ottobre 2013, ore 12:00 Piazza Vecchia - Bergamo

Dal 5 ottobre al 10 novembre 2013 la GAMeC - Galleria dArte Moderna e Contemporanea di Bergamo lieta di ospitare una sezione della mostra Piero Cattaneo. La costruzione della forma. Itinerari di ricerca tra disegno, pittura e scultura, evento espositivo promosso dallAssociazione dedicata allo scultore che coinvolge tutta la citt di Bergamo nel decennale della sua scomparsa. La mostra ripercorre le tappe principali del lavoro dellartista per far emergere i tratti che lo hanno reso, insieme alla sue opere, uno dei pi significativi esponenti della storia artistica di Bergamo e protagonista della scultura lombarda e nazionale della seconda met del XX secolo. Le opere di Cattaneo testimoniano una ricerca formale tra le pi peculiari della seconda met del Novecento: partito da tratti naturalistici, il suo linguaggio divenuto sempre pi simbolico sino ad approdare, alla fine degli anni Sessanta, alle originali soluzioni plastiche che meglio contraddistinguono la sua fisionomia. Le opere dello scultore invaderanno la citt con una mostra "aperta" in un percorso a tappe fra interni ed esterni che coinvolge pi sedi espositive: la GAMeC, il Palazzo della Ragione, il Palazzo della Provincia, la Fondazione Adriano Bernareggi e la Scuola dellAccademia Carrara di Belle Arti. Citt Alta e Citt Bassa faranno da quinta scenografica alle opere di Piero Cattaneo in un interessante percorso a tappe tra interni ed esterni, per accogliere i diversi momenti creativi della sua ricerca artistica: dalla produzione plastica a quella pittorica, dalla grafica alla medaglistica. In mostra documenti privati e inediti illustrano sia la produzione desordio di Cattaneo ancora in bilico tra pittura, grafica e scultura, sia le grandi opere bronzee realizzate con la tecnica della fusione a cera persa, cos come gli interventi urbani e di carattere ambientale di grande impatto. La sezione ospitata alla GAMeC presenter per la prima volta al pubblico - allinterno dello Spazio ParolaImmagine - un percorso pittorico che, dai primi anni Cinquanta, si inoltra sino alle composizioni in pastiglia e acrilico degli anni Settanta. Un excursus da un linguaggio ancora figurativo e postcubista alle tavole materiche che gi si nutrono di quella ricerca formale propria dellartista: impronte di oggetti casuali formano nel gesso un tessuto linguistico formale in aperto dialogo con lopera bronzea. Il Medagliere del museo esporr per la prima volta la totalit della produzione dellartista in questo settore cos apprezzato dal collezionismo, un ambito in cui Cattaneo si distinto sin dagli inizi degli anni

Sessanta; in particolare, accanto alle numerose medaglie verranno esposti sia i modelli in plastilina e in gesso sia i disegni e gli schizzi preparatori, restituendo in tal modo la complessit del processo di realizzazione e la dimensione propriamente scultorea anche dellopera in piccolo e piccolissimo formato. In occasione della mostra e nellambito della XI edizione di BergamoScienza, lAssociazione Piero Cattaneo e i Servizi Educativi della GAMeC propongono agli alunni della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado Impronte di gusto, laboratori didattici ideati e condotti da Daniela Di Gennaro, Educatrice museale della GAMeC. Prendendo spunto dal complesso processo tecnico-artistico dello scultore - ricerca che si servita dellimpressione di oggetti nella duttile creta per giungere a realizzare la costruzione di tessuti plastici unici e carichi di rimandi formali - i partecipanti saranno coinvolti in divertenti esperimenti creativi, impareranno la tecnica del calco e manipoleranno la materia per godere sino in fondo delle sue infinite propriet. I ragazzi sfrutteranno tutti i loro sensi: olfatto, tatto, udito, vista e - dulcis in fundo gusto: una parte del manufatto, il calco in positivo effettuato dallartista in cera prima del processo della fusione a cera persa, verr infatti realizzato in cioccolato. Sar unesperienza memorabile da leccarsi i baffi! I laboratori si terranno dal 5 ottobre al 10 novembre 2013, ogni marted e gioved dalle 9:00 alle 11:00 presso lo Spazio ParolaImmagine della GAMeC. I laboratori sono accessibili e fruibili anche da alunni diversamente abili. Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie): Associazione Piero Cattaneo E-mail: info@pierocattaneo.it Tel. +39 366 8749848

Altre sedi della mostra Il suggestivo porticato di Palazzo della Ragione ospiter un allestimento di grande impatto visivo affidato allo studio darchitettura Giavarini: in un percorso allaperto saranno esposte le prime realizzazioni in bronzo di Cattaneo ottenute con il complesso processo della fusione a cera persa creando un sinfonia di rimandi stilistici di profondo fascino. Nel cortile interno dellottocentesco Palazzo della Provincia il porticato, segnato da colonne di granito bianco, ospiter in ogni campata una scultura in bronzo e acciaio inox di Piero Cattaneo: un nucleo scultoreo che riflette loperosit e lingegno del progresso umano. La Fondazione Adriano Bernareggi offre loccasione per riflettere sul rapporto singolare e autentico dellartista con la tematica sacra, soggetto con il quale Cattaneo si sempre confrontato nel tempo. Nello specifico, nel museo troveranno sede alcuni lavori particolarmente significativi eseguiti nei primi anni della sperimentazione stilistica e formale dellartista, con una variet sorprendente di materiali e di linguaggi gi di grande intensit plastica. Linterno della Scuola dellAccademia Carrara di Belle Arti accoglier una sezione dedicata allapprendistato accademico del giovane Cattaneo con una selezione di studi realizzati in quelle stesse aule sotto la direzione di Achille Funi nel 1947. La mostra propone inoltre tracciati guidati nel tessuto urbano alla scoperta di opere scultoree di natura ambientale e di difficile accessibilit: Concetto di liberalit, Credito Bergamasco; Urbana III, Borgo Palazzo; Opus pro Dino Sestini, SIAD; Altare Matris Domini, Chiesa del Monastero Matris Domini; Tabernacolo, Cappella della Fondazione Casa di Ricovero Santa Maria Ausiliatrice ONLUS. Nel Cimitero Civico, grande museo allaperto, saranno organizzate visite guidate ai numerosi e singolari interventi plastici del maestro.

La mostra supportata da un catalogo di taglio storiografico edito da Allemandi & C., Torino, che include testi di Marcella Cattaneo e Claudio Cerritelli, curatori della mostra, accanto a testi di M. Cristina Rodeschini (GAMeC); Don Giuliano Zanchi (Fondazione Bernareggi) e Vezio Carantani (Circolo Numismatico Bergamasco). Per la prima volta viene studiato e valorizzato il lavoro dellartista attraverso una raffinata e precisa ricognizione storico-artistica. La monografia arricchita da documenti privati e inediti e da una nuova campagna fotografica appositamente realizzata che propone lopera di Cattaneo attraverso unambientazione il pi possibile neutra e uniforme.

Note biografiche
Piero Cattaneo (1929-2003), scultore, pittore, illustratore e medaglista nasce a Bergamo nel 1929, dove frequenta i corsi alla Scuola di Belle Arti dellAccademia Carrara di Bergamo sotto la guida del maestro Achille Funi. Nel 1952 inaugura la sua prima personale alla Galleria della Rotonda di Bergamo diretta da Nino Zucchelli e, negli anni successivi, presente in mostre collettive nazionali. Nel 1957 aderisce, invitato, al Gruppo Bergamo costituito da affermati artisti di livello nazionale, rappresentandone la forza pi giovane. Con il Gruppo Bergamo partecipa alla celebre mostra alla Galleria San Fedele di Milano, esposizione che riscuote unanimi consensi. A partire dagli anni Sessanta, Cattaneo indirizza il proprio interesse verso la complessa tecnologia della fusione in bronzo, approntando un apposito forno per la realizzazione di bronzi a cera persa: nel 1967 arrivano i primi risultati, frutto di una tecnica totalmente rivista e di una oculata messa a punto dei procedimenti e dei materiali. Nel 1969 allestisce una importante mostra alla Galleria Cortina di Milano presentata da Franco Russoli. Negli anni successivi si succedono numerose sia le mostre personali sia le partecipazioni a mostre collettive. Nel 1982 esegue il monumentale affresco nella chiesa di Albegno Treviolo (Bergamo) dove realizza anche laltare, lambone e il fonte battesimale. A met degli anni Ottanta risalgono notevoli interventi a carattere pubblico e monumentale nella citt natale: dalla fontana Urbana III, al grande rilievo bronzeo (8 metri) e la scultura Opus pro Dino Sestini per la SIAD di Bergamo, fino a Espansione, bronzo commissionato dal Credito Bergamasco. Allet di 73 anni muore a Bergamo, lasciando testimonianza della sua lunga e significativa attivit attraverso numerose opere conservate presso collezioni private, istituzioni pubbliche e musei italiani. L'Associazione Piero Cattaneo, costituitasi ne 2010 come organismo senza fini di lucro, nasce con l'intento di promuovere la figura dello scultore Cattaneo la cui ricerca artistica si imposta nel panorama delle arti visive del XX secolo per un singolare e ricercato linguaggio di ascendenza informale. Divulgare la conoscenza dell'esperienza artistica dello scultore in relazione anche al contesto storico culturale in cui ha operato lo scopo principale dell'Associazione a lui intitolata.

PIERO CATTANEO. LA COSTRUZIONE DELLA FORMA. ITINERARI DI RICERCA TRA DISEGNO, PITTURA E SCULTURA

Ufficio Stampa mostra Adicorbetta E-mail: press@adicorbetta.org Tel. +39 02 89053149 skype: adicorbettapress facebook.twitter.pinterest.linkedin.youtube: adicorbetta www.adicorbetta.org

Ufficio Stampa GAMeC Manuela Blasi E-mail: manuela.blasi@gamec.it Tel. +39 035 270272

Orari di apertura marted venerd: ore 15:00-19:00 sabato e domenica: ore 10:00-13:00 / 15:00-19:00 Ingresso libero

GAMeC Galleria dArte Moderna e Contemporanea di Bergamo Via San Tomaso, 53 - Bergamo Tel. + 39 035 270272 www.gamec.it

Luciano Fabro Disegno In-Opera


A cura di Giacinto Di Pietrantonio In collaborazione con Silvia Fabro

4 ottobre 2013 - 6 gennaio 2014 Inaugurazione: 3 ottobre 2013, ore 18:30

Dal 4 ottobre 2013 al 6 gennaio 2014 la GAMeC - Galleria dArte Moderna e Contemporanea di Bergamo lieta di ospitare la mostra Luciano Fabro. Disegno In-Opera, che intende restituire la variet della produzione di disegni di Luciano Fabro. Realizzata in collaborazione con il Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno, che la ospiter dal 15 febbraio al 13 aprile 2014, lesposizione accoglie per la prima volta in Italia un ricco nucleo di disegni dellartista, tra i massimi esponenti del movimento Arte Povera: lavori che godono di unautonomia e di un grado di libert particolari anche rispetto la stessa disciplina e che si confermano parte integrante e irrinunciabile del corpus dellopera di Fabro. La mostra rappresenta infatti unoccasione inedita per scoprire un aspetto poco noto del lavoro di un artista fondamentale per la storia dellarte e della cultura a cavallo tra fine Novecento e inizio millennio. Il percorso espositivo accoglie circa 140 disegni che, come suggerisce il titolo della mostra, presentano tipologie e funzioni differenti: essi, infatti, non sono strettamente progettuali, ovvero preliminari alla realizzazione di opere, bens disegni intesi come pratica alla base del processo creativo che conduce alla genesi di unidea o come mezzo per trasmettere messaggi; disegni in cui esplicito il riferimento alla scultura e disegni come campo di indagine e di sperimentazione. E ancora disegni come forme aperture, buchi e fori - grazie alle quali Fabro indaga e attraversa lo spazio aperto da Lucio Fontana, che in quegli anni era punto di riferimento per gran parte dei giovani artisti. Lavori realizzati in pi di quarantanni che presentano segni autonomi, esercizi di segni che Fabro realizzava e regalava ad amici e parenti. E infatti proprio la generosit di Fabro a fornire una delle chiavi di lettura dei disegni in mostra, che in alcuni casi appartengono a privati che li hanno ricevuti in dono dallartista - come Cantare cantando (1994) e Concetto Spaziale. Descrizione (1967), che riporta sul retro buon 68. Luciano: un dono augurale per lanno nuovo. Sono opere che parlano di rapporti umani, di amicizia, di etica, di noi e dellaltro, perch - come afferma Giacinto Di Pietrantonio nel catalogo della mostra - in Fabro anche il privato appartiene alla sfera pubblica. Disegnare , per Fabro, un termine che spazia dalla parola allimmagine, al pensiero; liconografia e il percorso che egli traccia sempre nel suo operare. Molti dei disegni in mostra sono eseguiti su supporti eterogenei (dai cartoncini delle schede di catalogazione utilizzate in biblioteca ai fogli di carta millimetrata; dalla carta Fabriano alla carta paglia) e realizzati con tecniche e materiali diversi: disegni di solo testo, a sfondo etico, con frasi riportate in poesia accompagnate da una dedica o da poesiefilastrocca; disegni-collage come Autoritratto (1967), realizzato su carta caratterizzata da una fitta griglia al cui centro Fabro ha incollato una piccolissima foto del suo volto. Un viso per tre quarti in luce e per un quarto in ombra che ci guarda, un volto il cui occhio sinistro ci scruta, uniconografia interrogante.

Disegni che richiamano anche un certo cinetismo senza per presentare le caratteristiche di rapporto geometrico-matematico tipiche dellArte Programmata; disegni composti sia da pieni sia da vuoti, da peso e da leggerezza, da positivo e da negativo, da spazio e da non spazio, e, perci, ambivalenti. Nella ricerca di Fabro la dimensione ambientale riveste unimportanza fondamentale: lo spazio infatti concepito come campo dazione vivo, fatto di relazioni e necessarie conseguenze tra gli elementi presenti. Per questo, accanto ai disegni, sar presente in mostra una selezione di grandi opere - tra cui sculture e habitat - che dialogano con lo spazio, investigando lambiente e intervenendo sulla percezione. Opere come Struttura ortogonale (1964), costituita da una griglia tubolare in ottone in cui le barre trasversali sono tagliate a met al centro, o Passi. I miei passi hanno bucato il cielo. I miei passi hanno bucato la terra. Io sono zoppo (1994), uno striscione di 12 metri che riporta il titolo dellopera in ideogrammi giapponesi, definito dallartista [] un ritratto delle ambizioni delluomo contemporaneo e dei suoi risultati. In qualsiasi direzione abbia avanzato ha fatto delle buche, ha toppato, il suo avanzare civile molto zoppicante. []1 E ancora Svizzera Portafogli (2007) e i lavori della serie Computer che - seppur realizzati con materiali pesanti (ferro, acciaio, montanti per scaffalature metalliche, catene di ottone e alluminio) - trasmettono un forte senso di leggerezza. Sospensione e movimento sono infatti temi centrali per Fabro, che ritroviamo anche nei suoi disegni: dai punti dincrocio delle griglie di Habitat 1962, infatti, dipartono altrettanti peduncoli di ottone che richiamano i disegni Dindolo, dondolo (1995) presenti in mostra, nei quali lartista intende porre in relazione la linea retta e la linea curva con il suo sviluppo nello spazio alla ricerca di un segno che vi fluttui. Il catalogo della mostra - edito da Silvana Editoriale - include testi critici di curatori, storici dellarte e artisti che hanno avuto la fortuna di conoscere e lavorare con Luciano Fabro e le quattro lezioni sul disegno che lartista tenne durante gli anni di insegnamento presso lAccademia di Brera, che forniscono una chiave di lettura preziosa dei disegni e della sua opera in generale.

Note biografiche
Artista e teorico, Luciano Fabro uno dei massimi esponenti del movimento Arte Povera ed presente sulla scena artistica internazionale dallinizio degli anni Sessanta. Nato a Torino nel 1936, dopo aver completato i suoi studi classici in Friuli Venezia Giulia si trasferisce nel 1959 a Milano, dove conosce e frequenta, tra gli altri, Piero Manzoni ed Enrico Castellani e si interessa alla ricerca condotta da Lucio Fontana sullo spazio al di l della tela. Tiene la sua prima personale nel 1965 alla Galleria Vismara di Milano. Dal 1967 al 1969 prende parte al movimento Arte Povera, termine coniato da Germano Celant nel 1967 in relazione a un gruppo di artisti che condividevano un comune linguaggio, sebbene eterogeneo, in cui viene abolita ogni gerarchia espressiva e materica, e in cui la relazione con le situazioni sociali e culturali, nonch ambientali e contestuali, di basilare importanza. Nel 1968 inizia a realizzare le Italie, una serie di lavori che lartista porter avanti per tutta la sua lunga carriera e che di volta in volta ripropongono la sagoma geografica dellItalia eseguita con materiali diversi e collocata in allestimenti differenti. Tra le sue principali mostre personali ricordiamo quella al Padiglione dArte Contemporanea di Milano (1980), al Castello di Rivoli (1989), alla Fundaci Juan Mir di Barcellona (1990), al Museum of Modern Art di San Francisco (1992), al Centre Georges Pompidou di Parigi (1996) e alla Tate Gallery di Londra (1997). Espone pi volte alla Biennale di Venezia e a Documenta di Kassel. Muore il 22 giugno 2007 a Milano. A pochi mesi dalla scomparsa dellartista, il MADRE di Napoli gli dedica una personale.

Orari di apertura marted domenica: ore 10:00-19:00 gioved: ore 10:00-22:00 Biglietti Intero: 7,00 Ridotto 5,00 Il biglietto consente di visitare tutte le mostre in corso.

GAMeC Galleria dArte Moderna e Contemporanea di Bergamo Via San Tomaso, 53 - Bergamo Tel. + 39 035 270272 - www.gamec.it

Fabroniopera. Luciano Fabro, catalogo della mostra a cura di Bruno Cor, (Pistoia, Palazzo Fabroni, 17 dicembre 1994 11 febbario 1995), Edizioni Charta, Milano, 1994.
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David Maljkovi Sources in the Air


A cura di Alessandro Rabottini e Andrea Viliani 4 ottobre 2013 - 6 gennaio 2014 Inaugurazione: 3 ottobre 2013, ore 18:30
Una collaborazione tra Van Abbemuseum, Eindhoven BALTIC Centre for Contemporary Art, Gateshead GAMeC - Galleria dArte Moderna e Contemporanea, Bergamo

La GAMeC - Galleria dArte Moderna e Contemporanea di Bergamo presenta la prima mostra personale dedicata al lavoro dellartista croato David Maljkovi in unistituzione pubblica italiana. La mostra alla GAMeC - a cura di Alessandro Rabottini e di Andrea Viliani (invitato nel 2012 in qualit di cocuratore ospite) la terza e ultima tappa di un progetto che ha visto la collaborazione tra la GAMeC e altre due importanti istituzioni internazionali: il Van Abbemuseum di Eindhoven (Paesi Bassi) - dove Sources in the Air stata presentata nellautunno 2012 - e il BALTIC Centre for Contemporary Art di Gateshead (Gran Bretagna) che lha ospitata nella primavera 2013. Sources in the Air raccoglie unampia selezione di opere realizzate nel corso dellultimo decennio e, di volta in volta, interagisce con le condizioni specifiche dello spazio espositivo, mutando radicalmente assetto e selezione delle opere, in un dialogo sempre diverso tra opere esistenti, nuove produzioni site-specific e architettura di ciascun museo. David Maljkovi si affermato negli ultimi anni come uno degli artisti di maggior rilievo del panorama internazionale grazie a un corpus di opere con cui egli indaga leredit culturale, sociale e politica del suo Paese attraverso il confronto continuo tra passato, presente e futuro, interpretati come dimensioni ipotetiche e interconnesse della realt. Una materia che Maljkovi riordina liberamente per mettere in luce la tensione tra le utopie avanguardistiche della Jugoslavia di Tito e le potenzialit di rinnovamento disattese dalla recente storia nazionale, sospesa tra unidentit collettiva di Stato e un futuro dalla memoria culturale incerta. Per quanto tali radici culturali costituiscano il cuore della ricerca di Maljkovi, la pratica dellartista si distingue per la libert del linguaggio con cui egli conduce una riflessione dal carattere universale sui meccanismi della memoria collettiva, e per lattenzione scrupolosa alle strategie e ai meccanismi espositivi. Accanto a lavori come Monochromes (2013), Lost Pavillion (2008) e la serie Temporary Projections (2011), la vocazione retrospettiva della personale alla GAMeC affidata a una serie di collage fotografici che lartista ha creato per la mostra a Bergamo, nella quale immagini di lavori realizzati da Maljkovi nel corso della sua carriera sono sovrapposte, quasi condensate, per costruire una mappatura visiva e concettuale della sua pratica artistica. In questo modo lidea di mostra itinerante viene rielaborata criticamente. Le opere non sono semplicemente trasportate da un luogo allaltro: diventano invece dispositivi capaci di reagire sia allo spazio che al tempo. La capacit dellartista di riflettere sui meccanismi della visione, della riproduzione e della trasmissione delle immagini sovverte il concetto stesso di retrospettiva, ovvero la sua supposta rigidit e immodificabilit.

Il tema della rimozione collettiva - spesso presente nella produzione di Maljkovi, che comprende video, fotografie e installazioni - sviluppato nella serie Temporary Projections e nel lavoro Monochromes, in cui gli strumenti atti alla registrazione, alla riproduzione e alla conservazione della memoria - come proiettori di film e diapositive, apparecchiature fotografiche e cancelleria da archivio - sono presentati come strumenti muti, spesso utilizzati contro se stessi e in contraddizione con la loro funzione. In occasione della mostra alla GAMeC, David Maljkovi ha concepito uninstallazione per la presentazione di queste opere che, dominando le stanze dello Spazio Zero, ne modifica la percezione: un palcoscenico e una serie di strutture costituiranno la scenografia attraverso la quale i visitatori possono interpretare il percorso retrospettivo della mostra, intesa come una vera e propria messa in scena. Display for Massimo Minini uno dei pi recenti lavori realizzati dellartista: mai esposta in Italia, lopera presenta un carattere di riflessione retrospettiva attraverso lallestimento di tutti gli inviti prodotti in quarantanni di attivit dalla Galleria Massimo Minini di Brescia, che attualmente rappresenta lartista in Italia. In questo modo Maljkovi non rende soltanto omaggio a un protagonista estremamente significativo della storia dellarte contemporanea in Italia, ma crea un cortocircuito tra la storia passata di una galleria privata e il presente della sua mostra personale al museo, tra lo spazio pubblico dellistituzione e lo spazio privato della galleria, tra la memoria individuale e la sua trasmissione nella sfera sociale. Un catalogo - pubblicato da JRP I Ringier e prodotto da Van Abbemuseum, BALTIC e GAMeC - accompagna e documenta il progetto Sources in the Air. La pubblicazione, edita da Nick Aikens (Van Abbemuseum), include la documentazione delle opere realizzate da David Maljkovi negli ultimi dieci anni e costituisce la monografia pi completa sulla pratica dellartista mai realizzata finora. Contiene un testo di Anselm Franke e contributi critici di Charles Esche, Annie Fletcher, Alessandro Rabottini, Andrea Viliani e Alessandro Vincentelli.

La mostra parte di una serie in onore di Arturo Toffetti.

David Maljkovi (Rijeka, Croazia, 1973; vive e lavora a Zagabria) ha esposto nelle principali istituzioni pubbliche e private sia in Europa sia negli Stati Uniti, come il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofa di Madrid, il Kunstverein di Norimberga, il Kunstverein di Amburgo, il MoMA PS1 di New York, la Whitechapel Gallery di Londra, il CAPC - Musee dArt Contemporain di Bordeaux e ha partecipato alla Biennale di Bucarest del 2012, alla Biennale di So Paulo nel 2010 e alla Biennale di Berlino del 2008. Maljkovi ha inoltre preso parte a mostre collettive presso istituzioni internazionali quali il Centre Pompidou di Parigi, The Power Plant Contemporary Art Gallery di Toronto, il MUSEION di Bolzano, il WIELS Contemporary Art Centre di Bruxelles e il MACBA Museu dArt Contemporani di Barcellona.

Orari di apertura marted domenica: ore 10:00-19:00 gioved: ore 10:00-22:00 Biglietti Intero: 7,00 Ridotto 5,00 Il biglietto consente di visitare tutte le mostre in corso.

GAMeC Galleria dArte Moderna e Contemporanea di Bergamo Via San Tomaso, 53 - Bergamo Tel. + 39 035 270272 www.gamec.it

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