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La guerra tra le due Cristine e limpatto sullEuropa. Soprattutto sullItalia.

di Sergio Di Cori Modigliani

Sudamerica, media e diritti politici su un argomento sottaciuto. In Gran Bretagna gli hanno dato un nome preciso e ormai la seguono come se fosse una telenovela nella sezione geo politica: The Christines at war, la guerra delle Cristine, che sarebbe una fiction a puntate davvero impossibile non seguire. Ci siamo anche noi, dentro, naturalmente, e il nostro ruolo in questa telenovela non certo dalla parte dei buoni. La Storia ci ha messo nella situazione di dover interpretare il ruolo di quei personaggi che quando entrano in scena, dopo le prime due battute, ci spingono a dare una gomitata al nostro compagno di poltrona per commentare questo mi sa che fa una brutta fine. Non siamo certo gli eroi di questa fiction iperrealista. La nuova puntata (vera chicca per gourmet) si svolta in un sontuoso teatro internazionale: la East Coast degli Usa, tre giorni fa uno scambio di battute al fulmicotone tra la segretaria del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, dalla sede di Washington reduce da un incontro ufficiale con il ragionier vanesio la quale, infantilmente ha minacciato lArgentina usando di proposito una metafora calcistica per il momento sto mostrando a quella nazione il cartellino giallo; ma c una inderogabile scadenza che il 10 dicembre 2012. Superata quella data scatter automaticamente il cartellino rosso e lArgentina verr espulsa dal Fondo Monetario Internazionale. La presidente argentina si trovava in quel momento a un tiro di schioppo, stava a New York, al palazzo dellOnu. Da aggiungere che (gli sceneggiatori sono abili professionisti di mestiere) nellesatto momento in cui madame Christine minacciava la senora Cristina, la presidente stava parlando allassemblea dellOnu a Manhattan perorando la causa dellindipendenza del Sud America e chiarendo con gravi toni minacciosi ben coperti dalla consueta retorica diplomatica che il teatro internazionale geopolitico non pi quello degli anni70 e che la grande stagione dello schiavismo colonialista tramontata. Finito il suo intervento, i suoi segretari le hanno comunicato immediatamente lesternazione della sua omonima francese. E la presidente Kirchner ha dichiarato subito: LArgentina una grande nazione. Ma prima ancora una nazione grande. Abbiamo un vasto territorio baciato dalla fortuna naturale. Abbiamo risorse nostre, che ci consentiranno la salvaguardia della nostra autonomia e della nostra indipendenza. Ma soprattutto siamo un paese orgoglioso che ci tiene alla propria dignit. Vorr dire che staremo fuori. Chi non ha seguito tutte le puntate della telenovela (ci sono stati anche dei morti, come il giovane economista Ivan, in una storia che ho raccontato mesi fa) forse non pu seguire in maniera palpitante questo fronte bellico della Guerra Invisibile e potrebbe non capire di che cosa si tratta. Ha a che vedere con la Gran Bretagna, lItalia, la BCE e la loro relazionalit con il Sud America. Ma soprattutto ha a che vedere con lo scontro tra linterpretazione keynesiana e friedmaniana delleconomia e con lo scontro dichiarato

tra linterpretazione socialprogressista dellesistenza quotidiana e quella liberista conservatrice. Questo duello stato riportato, dibattuto e commentato in tutto loccidente. Neanche a dirlo, Italia esclusa. I servizi della, peraltro, brava Daniela Bottero, corrispondente della Rai di New York, parlavano del nuovo ipad5, di come a New York si vive lincipiente autunno, ammaliandoci con la descrizione variopinta della scelta di Mario Monti relativa a quali ristoranti andare, a quali club partecipare e a quali inviti aderire. In Gran Bretagna, invece, (il vero cuore del problema) a questa puntata hanno dato un risalto talmente forte che la BBC ha scelto di destinarle ben cinque piattaforme mediatiche diverse: televisione di stato, radio, sito on line, diretta streaming, lintera stampa cartacea mainstream. Per evitare di essere subissato dai consueti commenti della serie dacce sto link, in un post scriptum, in copia e incolla, trovate larticolo preso dal sito on line della BBC, sintetico ma esaustivo. Qual il contenzioso? Eccolo esposto in maniera molto semplice e sintetica: Il Fondo Monetario Internazionale sostiene che, sulla base dei propri dati a disposizione, linflazione in Argentina ha raggiunto la cifra del 30% in seguito alla irresponsabile azione di emissione di carta moneta da parte del Banco de la Nacin perch in Argentina stata scelta (il termine usato irresponsabile) la strada degli investimenti in infrastrutture, salvaguardia del territorio idrogeologico, salario minimo garantito, credito agevolato alle imprese, protezionismo (con aliquote altissime praticate a tutte le multinazionali che in Argentina producono ma non investono il loro profitto in attivit locali per favorire la occupazione) e aumento del proprio disavanzo di bilancio al fine di potenziare istruzione pubblica, ricerca scientifica e innovazione tecnologica. Uninflazione cos alta comporta il rischio di implosione del sistema economico e quindi il resto del mondo economico, per salvaguardarsi, deve prendere le distanze da un modello economico cos disastroso, definito ormai fuori controllo e quindi o lArgentina si adegua oppure viene espulsa. Una volta fuori, immediatamente verr chiesto il saldo di tutti i loro bonds, il pagamento di tutte le transazioni internazionali di merci, e lintero sistema finanziario del pianeta dichiarer inagibile ogni forma di finanziamento allArgentina, la quale, inoltre, dovr immediatamente abolire gli investimenti e lanciarsi in una poderosa manovra di austerit, rigore e stretta creditizia, pena la cancellazione dei contratti internazionali di importexport. Il governo della Repubblica Argentina, invece, sostiene che la propria inflazione intorno al 9%. E dichiara che i dati forniti dal Fondo Monetario Internazionale non sono dati veri, perch le aziende di rating che hanno fornito le informazioni sono agenzie private finanziate fatto questo noto da J.P.Morgan, Citibank e Societ Generale, che sono parte in causa e vogliono destabilizzare lintero Sud America per avere la possibilit di poterci speculare sopra. LArgentina, inoltre, ritiene che lFMI ha lanciato un sistema di punizione nei confronti delle nazioni dotate di un sistema finanziario economico centrale che vieta (come appunto nel caso dellArgentina) ogni attivit finanziaria speculativa sui derivati, perch gli investimenti finanziari sono consentiti solamente su titoli e aziende che producono merci reali. Come ultima considerazione, lArgentina ritiene che il Fondo Monetario Internazionale abbia come compito quello di monitorare la situazione economica delle nazioni senza dover mai intervenire sulla qualit delle politiche economiche nazionali e locali essendo il principio dellautodeterminazione dei popoli un valore riconosciuto dalla carta internazionale dellOnu in data 1948. Queste sono le due posizioni.

Poich non si tratta di JuventusRoma (forza capitano) dove il tifo lecito, ci che conta, in questo caso, comprendere di che si tratta. Ma soprattutto che cosa accade se vince una o laltra delle due Cristine. I rapporti di forza non sono affatto come istintivamente si pu credere, ovvero Davide contro Golia, perch c un piccolo paese, laggi nel polo sud, che conta poco o nulla, e da solo si messo contro i poteri forti. Questa la retorica perdente terzomondista che vive di ideologia e favole sentimentali. Si tratta di un poderoso braccio di ferro politico, che ci riguarda tutti. Italia in prima fila. (e vi spiegher pi avanti il perch). Chi vincer? Non lo so. Per so chi voglio che vinca. E so, con matematica certezza, che cosa accadr sia nelluno che nellaltro caso. Personalmente parlando (qui il mago che si esprime) penso che abbia molte pi chance lArgentina che il Fondo Monetario Internazionale. Il bello che lo pensano anche i britannici, altrimenti non avrebbero dato un cos ampio risalto alla vicenda. Christine Lagarde fa la voce grossa a Washington, insieme a Monti come partner, perch si sente sicura della vittoria, e a mio avviso sbaglia di grosso. La sua vittoria ha queste tre tappe: il 7 ottobre a Caracas (elezioni politiche in Venezuela, paese fondamentale per lintero occidente in questo momento); il 6 novembre in Usa (elezioni politiche presidenziali); il 15 novembre, data in cui la troika consegner il proprio rapporto sullo stato impietoso della Grecia; a quel punto la nazione ellenica verr protestata, spinta fuori dalleuro e surprise! invece del contagio, non accadr un bel nulla se non uno scossone della durata di 48 ore. Si mostrer e dimostrer, pertanto, che l euro funziona e regge ogni urto, la Grecia sprofonder nella miseria e nellincertezza (dimostrando che senza leuro non c salvezza) e leuro sorretta dal petrolio scontato del Venezuela, sorretta da Wall Street (che nei dieci giorni successivi alla vittoria di Romney sar andata alle stelle con enormi guadagni di tutto il sistema bancario europeo) finalmente si potr assestare e dare ordini al resto del mondo. Quantomeno alla parte occidentale. Questo ci che pensa la Lagarde. Ma quali armi ha lArgentina? Enormi, gigantesche. E le sta usando tutte. Vi racconto una delle armi usate nel recente passato (finito con successo venti giorni fa) relativa a una precedente lontana puntata della telenovela dal titolo La guerra dei limoni tra le due Crisitne con una successiva puntata dal titolo Coke is the real thing, baby!. Veniamo alla puntata dei limoni. Quando nel 2004 lArgentina, reduce dal suo fallimento, comincia a rimboccarsi le maniche per lauspicata ripresa, si avvale di diverse forme di consulenza economica, tra cui quella di un gruppo di scienziati tedeschi: per tradizione storica, i tedeschi sono di casa laggi. Arrivano gli agronomi verdi dalla Germania, portandosi appresso la nuova tecnologia ecologica, evoluta nel campo dellagricoltura. I tedeschi scoprono che i limoni argentini sono eccellenti. E varano un ingegnoso piano. Grazie al fatto di avere uno sterminato territorio a disposizione, il governo investe una massiccia quantit di denaro per lanciare un sistema di cooperative agricole occupando circa 150.000 ettari per produrre il pi vasto limoneto del pianeta. Per avere il frutto ci vogliono anni, ma la tecnologia aiuta. Finalmente, alla fine del 2009, ecco i succosi limoni. Vanno al mercato internazionale. La frutta risulta seconda, per qualit, soltanto ai limoni italiani (la pi pregiata specie in assoluto) con laggiunta del fatto che ha un prezzo di mercato inferiore

del 212% ai limoni siciliani, liguri, greci, turchi, spagnoli, provenzali. I pi grossi consumatori di limoni in Europa sono tedeschi e britannici, per via della loro alimentazione. Ai tedeschi servono per condire una loro insalata e i krauti di cui sono ghiotti e agli inglesi servono per spruzzare il loro piatto unico quotidiano, i celebri fish&chips, cartoccio composto da filetti di baccal e patate fritte che ben si accompagnano con la pinta di birra al pub, ogni sacro giorno alle ore 17.30. I tedeschi si avvalgono di forte sconto ma arriva anche la Coca Cola, il cui amministratore delegato, in persona, vola a Buenos Aires e firma un accordo commerciale della durata di 25 anni per avere i limoni con i quali compone la ricetta di ben 22 delle sue 30 bibite sparse in tutto il mondo. Lamministratore dichiara che il 93% dei propri limoni li prende in Argentina, il restante 7% dalla Florida. Poco tempo dopo, si passa alla soia. E arriva la Cina: contratto commerciale della durata di 50 anni; acquistano il 92% della produzione nazionale di soia (decine di migliaia di ettari coltivati sempre dai tedeschi) e 10 milioni di vacche. I bovini vengono allevati da produttori argentini nelle sterminate praterie daltura, macellati, squartati come piace ai cinesi, incartati, messi su giganteschi aerei frigoriferi e ogni giorno partono 50 giganteschi aerei da trasporto che portano a Pechino la carne necessaria per sfamare circa 250 milioni di cinesi. Arrivano anche i giapponesi che si prendono la produzione di acqua minerale di ben 122 ghiacciai del polo sud per un totale di 20 milioni di ettolitri al mese per 50 anni. I giapponesi bevono lacqua argentina ma non lo sanno. Tutto ci contribuisce a un aumento del PIL argentino dellordine di un +5% allanno e sar il trampolino di lancio della loro ripresa economica. Dai cinesi, lArgentina si fa pagare in dollari e BPT italiani; dai giapponesi in dollari e BPT tedeschi. Dai tedeschi e inglesi in euro. Ma nel 2010 la situazione geo politica cambia precipitosamente. DallUnione Europea partono chiare indicazioni di andare allattacco delle economie floride keynesiane. Per un fatto politico. La Gran Bretagna la prima ad adeguarsi. il primo atto del neoeletto David Cameron. Non appena insediatosi, scopre che i limoni argentini allimprovviso non rispettano i parametri sanitari internazionali. Di conseguenza, si rivolge per protesta allUnione Europea e Van Rompuy in persona denuncia laccordo chiedendo una penalizzazione per lArgentina, oltre a chiuderle laccesso alle esportazioni internazionali. Per un mese lArgentina protesta, soffre e si preoccupa. Dopodich si fanno venire in mente unottima idea. La Kirchner personalmente scrive una lettera al quartier generale della Coca Cola ad Atlanta dove spiega alla multinazionale che dal giorno dopo non beccano pi neppure un limone. Non solo. Avvalendosi della denuncia dellUnione Europea, confortata dalle dichiarazioni di origine stampate sulle bibite della Coca Cola, si appella allOMS chiedendo che vengano tolte dalla circolazione in tutto il continente europeo le 22 bibite che contengono limoni argentini perch prive dei dispositivi di salvaguardia sanitaria previsti dalle convenzioni europee vigenti, visto che lEuropa sostiene che i nostri limoni non vanno bene, si deduce che non possono andare bene neppure bibite composte con i nostri limoni. Per la Coca Cola si tratta di un danno di circa 25 miliardi di euro. Inizia un contenzioso durato ben 20 mesi, un braccio di ferro tra le due Cristine. Il finale della puntata noto. Il presidente della Coca Cola tranquillizza la Kirchner dicendole ghe pensi mi. E ci riesce. 10 per lArgentina. Fine della precedente puntata. Quella prossima, datata 13 dicembre 2012, non si sa come andr a finire. Ma si sa che cosa accadr se vince la Christine francese: 48 ore dopo, lArgentina, accettando lespulsione, protester il contratto con la Coca Cola, dir ai cinesi che staranno senza carne e senza soia; dir ai giapponesi che staranno senzacqua da bere; dir ai tedeschi che non avranno pi il petrolio con lo sconto. E tutta questa gente andr a chiedere

ragioni alla Christine a Parigi. LArgentina, quindi, avr come avvocati difensori la Coca Cola, la Cina, il Giappone, lindustria agricola tedesca. E lItalia? Automaticamente fallir la Telecom, e due giorni dopo la Enel annuncer che la propria fattura viene triplicata. Intesa San Paolo, Banco Popolare di Milano e Mediobanca subiranno in borsa un crollo di almeno il 40% del loro valore. Perch? Perch la Telecom unazienda decotta. Eppure i suoi bilanci sono buoni: vero. Ma il profitto (che la tiene a galla) lo prende da Telecom Brasile e da Telecom Argentina, nazioni nelle quali gestisce lintero sistema di telecomunicazioni digitali, terrestri e satellitari. Verranno subito nazionalizzate. Non solo. Verr anche nazionalizzata subito anche lEnel, che gestisce tutto il sistema dei servizi di erogazione di energia elettrica a Buenos Aires, in Bolivia, a Rio de Janeiro e che per la bilancia italiana fondamentale. Inoltre, verranno messi subito allincasso BPT italiani per un controvalore di 22 miliardi di euro, proprio alla vigilia di Natale. E se lItalia non ha da pagare, si arrangi. Che vada a farseli dare da Christine Lagarde. Per ridurla in sintesi, si tratta, in realt, di una lotta squisitamente politica. La telenovela sta tutta l. Non centra niente il business, n il commercio, n gli scambi. Proprio no. E tantomeno leconomia. Come ha detto con molta chiarezza la sudamericana Cristina Kirchner io pretendo che venga rispettata la mia dichiarazione politica. E si riferiva allo scontro micidiale a Montevideo lo scorso novembre (quando il giovane economista mor impiccato), nel corso del quale Christine Lagarde la minacci di sanzioni e isolamento se non cambiava politica economica. In quelloccasione la Kirchner disse: Preferisco avere uninflazione altissima e spropositata se so che la disoccupazione dal 34% scesa al 3,5%; che la povert diminuita del 55%; che il PIL viaggia di un +8% annuo; che la produttivit industriale aumentata del 300%; che c lavoro in Argentina, c mercato per tutti, e il mio popolo molto ma molto pi felice di prima, piuttosto che avere un inflazione del 3% come in Italia, dove c depressione, disperazione, avvilimento e lesistenza delle persone non conta pi. E questa unaffermazione politica. Di principio e sostanziale. Non lo ha ancora capito? Sembra che non lo abbia capito. Sembra che non lo abbiano capito neppure gli italiani. La crisi economica uno specchietto per le allodole. Si tratta di uno scontro micidiale politico tra due diverse modalit, totalmente contrapposte, di interpretare lesistenza. E in questo scontro, leconomia, lo spread, ecc, sono semplicemente uno strumento di minaccia e ricatto per far passare un disegno politico di espoliazione, espropriazione e schiavizzazione degli esseri umani in Europa. Altrimenti non si chiamerebbe Guerra Invisibile. Perch non si vede. Non certo un caso che la cupola mediatica, in Italia, abbia scelto di non acquistare i diritti per trasmettere le puntate della telenovela delle Due Cristine. Meglio che nessuno la veda. Ed meglio anche che nessuno sappia nulla dei limoni, dei verdi tedeschi, ma soprattutto che non venga n detto, n spiegato, n tantomeno mostrato, come se la

passano quelle nazioni che hanno avuto lardire e lardore di dire no allausterit, no alla sudditanza nei confronti dei colossi finanziari, ma soprattutto no ai diktat delle banche centrali. Mentre da noi Monti & co. officiano continue messe da requiem dellingegno, della creativit, del lavoro e della voglia e bisogno di imprendere della nazione, da qualche altra parte del mondo si balla il tango e la milonga, e ci si sente vivi. Sono molto pi poveri di noi, hanno molto meno di noi, sono molto meno ricchi di noi. Eppure, sono molto ma molto pi felici. Non questo, dopotutto, che conta nella vita dei popoli e delle nazioni? P.S.

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