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La stanza vuota: breve saggio sui poteri psichici

Non rendendosi conto di essere mossi da unenergia che non loro, certi sciocchi sono tutti affaccendati nella ricerca di poteri miracolosi. Queste pagliacciate sono come le vanterie di uno storpio che dica ai suoi amici: Se mi aiutate a reggermi, quei nemici fuggiranno davanti a me. Poich rendere silenziosa la mente la vera Liberazione, e i poteri magici non si possono ottenere senza che la mente agisca, come possono coloro la cui mente fissata su tali poteri accedere alla Beatitudine della Liberazione, che la cessazione di tutte le attivit della mente? (Supplemento alla Realt in quaranta stanze)

Cos il grande saggio Sri Ramana Maharshi, nel suo insegnamento basato sullAdvaita Vedanta, commenta la ricerca dei poteri psichici da parte degli Yogin e di tutti coloro che mirano a effettuare dei mutamenti alla realt utilizzando lo strumento addestrato e perfezionato della loro mente. I Siddhi o poteri spirituali (dalla radice sanscrita sidh, Compiere, Raggiungere) sono generalmente oggetto, in tutta la letteratura indiana, di una duplice interpretazione: studiati e approfonditi dagli studiosi dello Yoga, essi sono viceversa aborriti da tutti i saggi ortodossi; in alternativa, molti autori ne sconsigliano semplicemente lutilizzo, limitandosi ad affermare che non l la Vera Liberazione. Le parole del Maharshi non fanno eccezione ma, a nostro parere, meritano alcune considerazioni che forse serviranno a comprendere le contraddizioni, per quanto involontarie, che sussistono in fondo ad esse. Innanzitutto, gli sciocchi cui fa menzione lAutore sono certamente tali, se si fanno muovere da unenergia che non loro, ma tale energia (Shakti), prevede in realt, se ci basiamo sul Tantrismo, non soltanto unappropriazione, ma anche la capacit di padroneggiarla. Su tutti, lesempio pi lampante dato dal Tantra Kundalini, sul quale tanto stato scritto. Vediamo quindi che necessario fare da principio alcune importanti differenziazioni. In seguito, non ci limiteremo a definire la natura dei Siddhi nel panorama orientale, ma vedremo che anche nellOccidente moderno la ricerca dei poteri psichici ha fatto progredire lo studio delle Scienze Occulte in modo sorprendente. La ricerca dei Siddhi possibile in uno stato di Avidya o Ignoranza: ma quale ignoranza? Semplicemente quella della Maya che offusca la mente rendendola proiettata verso la realt soggettiva e oggettiva facendo s che essa oblii le illusioni che sussistono in entrambe. Il dilemma fondamentale nelle parole del Maharshi il seguente: poich i poteri psichici si possono ottenere soltanto attraverso lutilizzo della mente (altrimenti non sarebbero psichici), luomo che li utilizza non sar mai libero, poich la liberazione quella che si ottiene dalla cessazione dellattivit mentale. Qui per occorre fare una distinzione, che lAutore non compie, tra mente e pensiero: il pensiero discorsivo,
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vocale, deve essere certamente annullato affinch vi possa essere quella quiete che prelude al Samadhi, e molti Dhyana possono essere ottenuti nella mente silenziosa. Pertanto, il pensiero quello che deve essere reso innocuo: la mente silenziosa , nel vero senso della parola, lo stato di Liberazione. Abbiamo detto mente silenziosa non non-mente, proprio perch eliminare la mente sarebbe come amputarsi un braccio, essa deve essere soltanto liberata dal pensiero discorsivo affinch possa compiere il suo lavoro, nelle zone normalmente non accessibili del suo vasto mondo. E qui entra naturalmente in gioco la tecnica, cio la meditazione. la meditazione profonda a creare lo spazio e a eliminare il tempo (pensiero) dalla mente e a far s che essa possa compiere prodigi. Lazione di una mente silenziosa propriamente la non-azione che il Taoismo ha insegnato fin dai principi della sua stessa esistenza (Wei-Wu-Wei). Una mente agente in grado di appropriarsi dei Siddhi poich ha in s lo spazio per farli agire; una mente agente e silenziosa pu appropriarsi della Shakti riposta in tutto il Creato e utilizzarla, esteriorizzarla, per compiere qualsiasi tipo di miracolo. Poich agisce senza agire, questa mente non genera Karma e libera lutilizzatore dal ciclo delle trasmigrazioni. Ogni possibilit nello spazio ovvero nelletere (akasha) onnipervadente (poich, almeno metafisicamente, il silenzio contiene in s la possibilit della parola); vedremo in seguito quali nuovi significati ha assunto questo concetto nella Magia moderna influenzata dalla fisica quantistica. Si tratta di un sonno desto nel quale si diventa padroni e creatori dellenergia, la quale la fonte principiale di tutti i poteri psichici. Ogni azione possibile in qualsiasi piano di manifestazione per lo Yogin che sappia padroneggiare le Shakti che si rivelano costantemente intorno a lui. Nello yoga si distinguono tradizionalmente otto tipi di siddhi (anche se lo Yoga Sutra di Patajali, ne analizza 68), divisi in tre categorie: Siddhi della conoscenza: garima/prapti (onnipresenza) e prakamya (perfezione dei desideri). Siddhi del potere: isitva (supremazia sulla natura), vasitva (controllo delle forze naturali) e kama-avasayitva (completa soddisfazione). Siddhi del corpo: anima (diventare piccoli come un atomo), mahima (diventare infinitamente grandi), laghima (levitazione). Va da s che lorigine di questi poteri miracolosi prettamente sciamanica: luomo della medicina presente in tutte le culture primitive, doveva necessariamente essere in grado di praticare questi e altri esercizi, affinch potesse essere considerato un vero guaritore della sua comunit o clan. A ci si deve aggiungere lAscensione, non nel senso della levitazione, ma alle tre sfere in cui suddiviso luniverso, inferno, terra e cielo; ci avveniva attraverso una liana, un albero o via dicendo. Il potere sugli animali e lutilizzo del loro linguaggio, la supremazia sul fuoco, che portava lo sciamano nella condizione spirituale, poich gli spiriti, essendo incombustibili, erano eterni. Molte di queste sfumature si sono tramandate nelle culture pi complesse, come appunto quella indiana di cui lo Yoga rappresenta una vetta importante per questo studio. Patanjali e gli Yogi ortodossi, in accordo con le scritture sacre, i Veda, i Purana ecc. non danno eccessivo peso alla conquista dei Siddhi, considerandoli come del tutto opzionali al processo di Liberazione dellindividuo; abbiamo visto che lAdvaita
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Vedanta non fa eccezione, almeno fino al momento in cui rimane bloccato nellidentificazione della mente con il pensiero. Sappiamo per che lo Yoga contrappone alla mente inferiore un principio pi alto, Chitta, che governa la sostanza mentale e che alla base delle associazioni di idee e della memoria. Solo quando questi principi sono purificati avviene lelevazione verso Buddhi, intelletto superiore privo del senso dellio. Ciononostante, molti saggi vedantici tendevano a semplificare il concetto o, in alternativa, a complicarlo terribilmente. Il calore che contraddistingue il possessore dei Siddhi, in origine, era chiamato tapas e designava il fervore religioso; tuttavia, in seguito si cominci ad associarlo agli esperimenti psichici pi audaci. In alcune iniziazioni tibetane, ad esempio, il novizio doveva provare lefficacia dei suoi poteri asciugando, in una notte invernale, molti panni bagnati con il suo solo corpo nudo. Questo calore eminentemente sciamanico: ci che contraddistingue il Mago dagli altri membri della sua comunit e, almeno per quanto riguarda la religiosit panindiana, senzaltro segno distintivo di colui che padroneggia le Shakti. La risalita della forza ofidica Kundalini, lo ricordiamo, contrassegnata da un intenso calore nelle parti del corpo in cui si trova a scorrere, mentre le sezioni abbandonate cadono invece in una rigidit e in una freddezza cadaveriche. La Shakti che deve ricongiungersi alle fredde, sideree e addormentate altezze di Shiva nascosta in tutte le cose, cos come per alcuni Gnostici le particelle di Luce sfuggite allopera cosmogonica del Demiurgo potevano essere ritrovate nella materia grossolana e ricondotte al Padre nel Pleroma. Essendo in tutta la Creazione, la Shakti anche e soprattutto nel corpo umano, ecco perch bisogner attendere il Tantra per trovare un sistema che attesti il valore dei poteri sovrannaturali acquisibili attraverso le pi svariate tecniche. I poteri diventano non pi soltanto psichici ma corporei in toto; sar proprio questo particolare a pervenire, attraverso occulte vie, ai Maghi moderni dellOccidente, che lo metteranno in pratica per costruire i loro peculiari sistemi. Anche se essenzialmente si deve rintracciare lorigine dei Siddhi nella Tradizione Sciamanica, non si pu evitare di fare accenno alle parole dello stesso Buddha, il quale sembra descrivere, parlando dei poteri psichici, i Profeti che verranno dopo di lui, o quelli che lo precedettero. Il Bhikku, ricorda il Buddha, gode del potere meraviglioso sotto i suoi diversi modi: pur essendo uno, diventa molti; dopo essere diventato molti ritorna uno; diventa visibile o invisibile; attraversa senza trovare resistenza un muro, un terrapieno, una collina, come se fosse aria; penetra dallalto in basso attraverso la terra solida, come attraverso lacqua; cammina sullacqua senza affondare, come sulla terra ferma; viaggia nel cielo con le gambe incrociate e ripiegate sotto di s, come gli uccelli con le ali. Tocca e sente con la mano anche il sole e la luna, nonostante la loro potenza; raggiunge, restando nel proprio corpo anche il cielo di Brahma. Ritroviamo dunque con chiarezza quanto affermato sopra, sia per quanto riguarda la trance sciamanica propriamente detta, sia per le descrizioni di alcuni eventi particolari e molto noti di Ges Cristo, di Muhammad, ecc. Comunque, tutti gli eventi sovra descritti presuppongono una facolt imprescindibile, senza la quale n la potenza n i poteri da essa provocati potrebbero essere acquisiti: lo spazio. Lo spazio visto non soltanto in senso materiale-geografico,
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non soltanto nellaccezione cosmica di etere, ma soprattutto in senso interno. la dimensione interiore che deve essere esplorata e ripulita dai residui del condizionamento di cui il pensiero discorsivo il perfetto e lunico tramite. Ecco che allora la mente pu divenire in grado di compiere qualunque cosa. Lo stato non agente, la vacuit, pu durare un istante, alcune ore, o essere una qualit permanente della mente tenuta sotto il rigido controllo della volont. In senso quantistico, lo spazio assume una nuova caratteristica, ripresa poi come fonte dispirazione per lontogenesi stocastica della Chaos Magick: il costante, ininterrotto flusso informativo che emana dalla materia, da ogni oggetto o essere. Penetrando in tale flusso dinformazioni, il Mago in grado di leggere lombra del tempo ordinario, un fiume non-consequenziale, in cui passato e futuro sono visti, pi che come memorie e desideri (rispettivamente), accidenti continuamente ripresentabili e, per questo motivo, facilmente evocabili. Nel tempo umbratile, non distinto dallo spazio, il quale pu essere curvato a piacimento dalloperatore, questultimo pu, una volta fatto cessare il pensiero discorsivo con mantra, rituali o qualsivoglia altro metodo, effettuare mutamenti che hanno i loro effetti nella realt oggettiva. Giungiamo quindi a comprendere come i cosiddetti poteri psichici o Siddhi, cos spesso equivocati, a causa dellinfinita molteplicit metodologica orientale, assumano un significato pi coerente e infinitamente pi reale nel moderno occultismo occidentale. Da Aleister Crowley e Austin Osman Spare in poi, il potere psichico di alterazione della realt assume nuove connotazioni che spazzano via buona parte del simbolismo barocco della vecchia Magia occidentale; tuttavia, il rinnovamento va a ledere anche i sistemi yoghici orientali, cio inibitorio-meditativi, pur rimanendo connessi, nelle funzioni magico-orgasmiche, in particolare al Tantra, che pu essere considerato un nuovo paradigma per lOriente cos come la Chaos Magick lo stata per lOccidente. Il desiderio, che gioca un ruolo fondamentalmente negativo nei sistemi orientali, non pi un ostacolo da superare advaiticamente; esso diviene il mezzo per operare magicamente nel subconscio, modifiche ontologiche che andranno poi a palesarsi nella realt oggettiva, posto che la mente conscia non si frapponga in tale processo. La dicotomia muta da mente/pensiero a mente conscia e mente inconscia, nella quale gli atavismi possono operare e risalire per disfare il piano logico-consequenziale. certamente una questione prettamente terminologica. Lostacolo dunque il razionale-conscio (come lo era sempre stato, in parte, per evidenti motivi psicostorici, nel primitivo sciamanismo) e la pulsione irrazionaleinconscia, cos importante nelle avanguardie artistiche, diviene sia un serbatoio insondabile di atavismi che possibile risvegliare affinch operino dei Siddhi, sia una lampada (simbolo del S) che illumini con una nuova luce la realt oggettiva e le molteplici personalit o stati dellessere del soggetto percepente. In Spare lAdvaita pur sempre presente, almeno in forma teorica con il netineti (non questo, non quello) di identificazione certa del Vero S, con i concetti tra-gli-spazi e nella creazione di sunnyata mentale che favorisce il risorgere (anche materiale, nellambito dei Siddhi) degli atavismi, molto spesso teriomorfici, che potevano essere sigillati in forma geroglifica. La TCM (Teoria della Chaos Magick) taglia il cordone ombelicale con ogni soteriologia per quanto concerne il S e, partendo dallopera di Spare, si getta profondamente nellesperienza cosmico-mayica,
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giungendo a praticare la finzione-illusione con lutilizzo di qualsiasi credenza possa risultare utile a fini magici. Essa pertanto riscopre, in positivo, ci che gli ortodossi orientali stigmatizzavano negli Yogin che praticavano e ricercavano i Siddhi; attraverso il dualismo (che assumer poi nel Buddhismo e soprattutto nel Lamaismo forme da non sottovalutare) giunge a praticare ogni tipo di azione magica in un sistema cosmico che necessariamente duale, in ci dimostrando una certa quale umilt e una coerenza di cui il rigido Atman-Brahman era ovviamente privo per ragioni religiosoculturali. La cosiddetta Magia Ottarina, che molto deve alle speculazioni goethiane sui colori, riprese ed ampliate poi da Steiner e dallAntroposofia, appare congeniata in modo tale da operare il mutamento della realt a partire dalletere e lavorando sulla sua sinergia informatica con il corpo umano e con lEgo, che si traduce, quantisticamente, come abbiamo gi ricordato, con un flusso informativo procedente dalla materia. Letere pertanto assimilato ad un flusso temporale non-univoco o ombra del tempo ordinario, e attraverso la penetrazione in esso (in astrale, come nella trance estatica sciamanica) possibile creare un futuro alternativo che si realizza poi come incantesimo o atto magico una volta estrinsecato dalla mente conscia con un atto di volont dal mondo inconscio in cui stato sigillato. Qui incontriamo una sfumatura che non pu essere tralasciata: la decadenza nelle operazioni dei Maghi, degli Yogin e degli operatori magici in generale. noto che molte culture primitive tendono costantemente, nelle loro narrazioni cosmogoniche, alla reintegrazione in uno stato paradisiaco, in una beatitudine degli inizi, che con i loro atti rituali si sforzano costantemente di mettere nuovamente in pratica, per ritrovarsi in illo tempore, nellistante embrionale pre-cosmogonico di creazione. Gli sciamani, penetrando in trance nelle regioni pi rarefatte dello spirito e nei piani metafisici dellesistenza, non sono immuni dalla decadenza che segu latto di creazione: essi infatti, secondo molte culture, in illo tempore erano in grado di penetrare nei cieli in carne ed ossa. Pertanto, il Mago (del Caos, del Thelema ecc.), anche se in grado, purch debitamente avanzato nel suo percorso spirituale, di operare qualsiasi rito in astrale, cio con il solo potere immaginifico della mente (in stato di sunnyata, come abbiamo visto), oppure in trance, estasi, in-stasi o gnosi, non esente da tale decadenza, che potrebbe condurci finanche a discutere di cicli evolutivi passati e di razze umane ormai scomparse, in accordo con i sistemi teosofici e antroposofici. Egli elimina ogni orpello materiale-rituale: gli effetti del suo operare magico, sebbene questultimo sia avvenuto in uno spazio mentale molto spesso creato ad hoc, possono pur tuttavia avere un riscontro fisico nel mondo della realt oggettiva. In questultimo (per ora) revival della Magia anche il Teosofismo viene definitivamente sorpassato (lAntroposofismo rimane come concezione filosofica o nei campi applicativi pi strettamente pratici), nonostante uno degli obiettivi principali della Societ Teosofica fosse stato, per lappunto, linvestigazione delle facolt latenti nelluomo. Le loro metodologie per lacquisizione della chiaroveggenza appaiono ovviamente obsolete al Mago moderno, molto spesso a causa delleccessiva contaminazione terminologica e concettuale con i sistemi orientali di cui si sopra discusso. pur vero che un certo numero, in realt sempre pi esiguo, di personaggi rimane attratto dallausterit del tradizionalismo di cui quei sistemi si fecero
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portavoce, cos come da alcuni sistemi (cabalistici, alchemici ecc.) ormai considerati parte di un vecchio eone di cui tuttavia alcuni organismi abbastanza innovativi (come il Thelema) erano impregnati. In verit i poteri psichici, nellapparente illimitatezza della loro azione, possono trovare un ostacolo nellassenza di risonanza. Sembra ragionevolmente semplice, per un operatore magico, apporre modifiche sostanziali ed essenziali al tessuto del reale, essendo esso, nominalmente e formalmente, cos duale e illusorio; tuttavia, i risultati di tali azioni si riscontrano quasi sempre nel momento in cui la percezione della mente ricevente tanto spalancata quanto quella dellagente operante, o comunque si trova in un certo stato di comunione animica. Il problema della mancata comprensione degli effetti di un atto magico da parte di terzi ovviamente irrilevante per colui che lo compie ma, in una prospettiva pi ampia, inficia il serbatoio di riserve psichiche depurate che lumanit rappresenta nel suo insieme. Nelleventualit si tratti di un atto mirato a nuocere a una vittima, come molte tecniche insegnano fin dai primordi della stregoneria, esso richiede un notevole dispendio di energie. Forze che possono essere risparmiate nel caso il soggetto non sia relegato alla ragnatela didiosincrasie che contraddistingue la maggior parte degli esseri umani; questo il caso del cosiddetto duello magico che tante righe ha fatto scrivere. Tuttavia, latto magico (in negativo) per eccellenza appunto questo: aumentare lentropia in un sistema che funziona esclusivamente con un tasso entropico estremamente basso, come il corpo umano. Per tornare per al principio del nostro discorso, a Maharshi, alle sue affermazioni e allo spazio mentale nel quale i Siddhi possono operare (illusoriamente o realmente, secondo le interpretazioni), possiamo notare un punto di connessione con tutti i tipi di Magia conosciuti fin dai primordi dellinterazione realt soggettiva/oggettiva, per quanto siano stati esecrati dallortodossia, che aveva per solide basi culturali per giustificare la sua censura. abbastanza ovvio che la mente conscia debba cessare di operare (quindi Maharshi non pu definirla mente operante, ma deve essere nominata secondo terminologie pi che altro Taoistiche) per creare un vero potere psichico, altrimenti essa rimane un tuttuno con la limitata e condizionata realt soggettiva in cui ogni accidente distorto dalle costruzioni e dai meccanismi psicologici. Il Maharshi, come tutti i saggi pi ortodossi, ha quindi torto dal punto di vista delluniverso fenomenico, poich solo in esso pu avvenire un reale potere sulla materia, e nel quale attraverso lanalisi e lutilizzo della dualit illusoria si possono ottenere stati di alterazione trascendente, ma ha ragione dal punto di vista delluniverso trascendente-immanente (Brahman-Atman) esperito dallo Yogin come unico-senza-un-altro, in cui non pu esistere nulla da modificare, in quanto si esiste soltanto nella pura essenza della Realt Ultima e Assoluta. Il S un danzatore Il S limitato la scena I sensi sono gli spettatori La realizzazione della luminosit proviene dalla mente. Shiva Sutra, Terza Luce, 9-12
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