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Le origini della lingua italiana Nell'VII secolo a.

C Roma aveva iniziato ad espandersi conquistando, nel corso di alcuni secoli, le varie regioni della Penisola italiana, abitate da popoli differenti sia per lingua che razza, unificandoli e dando cos l'avvio ad una letteratura latina che produsse grandi scrittori! "ucrezio, Cicerone, Virgilio, #razio e #vidio. $ualche secolo d. C % l'impero romano inizi& a decadere e nel territorio penetrarono popolazioni di razze diverse, prevalentemente di origine germanica che i romani chiamavano barbari. $uesto port& allo sfasciarsi dell'impero che si divise in diversi stati, alcuni di essi rimasero legati tra di loro, sia il fatto di parlare la stessa lingua, sia per il fatto di aver aderito al Cristianesimo. Nel '() d. C con la discesa in Italia dei "ongobardi essi riuscirono a conquistare una parte della Penisola. *i assistette a una divisione politica, amministrativa e linguistica. In questo periodo la cultura della Penisola italiana, sia a causa delle condizioni economiche che si erano notevolmente aggravate sia per le invasioni barbariche. +a una parte ci sono le persone colte, i cosiddetti chierici in grado di leggere e scrivere in latino, mentre i laici che erano incapaci di leggere e di scrivere, utilizzavano i dialetti che avevano un origine latina. Il latino classico e latino volgare Il termine volgare, ha un valore convenzionale, non indica un latino ''basso'' usato solo dalla parte delle persone povere della popolazione ,volgo-. $uesto latini era molto diverso dal latino classico insegnato nelle scuole e utilizzato con raffinatezza da filosofi e letterati. Il latino classico era la lingua colta, detta dalle scritture, il latino volgare era la lingua della comunicazione quotidiana. $uesta fu parlata nei tempi antichi dalla fondazione di Roma, fu parlato nella capitale, nelle zone periferiche dell'immenso impero, fu parlato dagli analfabeti e usato dagli intellettuali come Cesare e Virgilio. Tra latino e italiano: I primi documenti importanti "a frantumazione politica dell'Impero Romano non distrusse la letteratura latina, aggiunse elementi nuovi per trasformare sempre di pi. il sistema linguistico. /nche i longobardi furono veicolo di novit0 fin quando nel 112 Carlo 3agno li sconfisse, per rifondare l'Impero, volendo ricomporre l'unita politica religiosa, culturale ,ma una lingua non si impone-. Il Concilio di Rours )45 per coscienza dalla diversit0 della lingua del popolo, nell')26 Carlo il Calvo e "udovico il 7ermanico, successori di Carlo 3agno, giurarono davanti ai loro soldati ricevendone aiuto. Con i cosiddetti giuramenti di *tra8burgo abbiamo ''il primo documento romano non in latino aureo, non latino volgare ma semplicemente volgare, la lingua che il volgo parlava, che era nata dal latino diventava una lingua scritta. /nteriore ai giuramenti di *tra8burgo % l'indovinello veronese, uno dei primi esempi di volgare italiano. I placiti cassinesi sono testimonianza di documenti giurati preparati dai giudici con un linguaggio scritto complesso. 9ino al 6:: il latino rimarr0 la lingua ufficiale, il volgare si diffonder0 sempre di pi. ,grandi precursori furono +ante, Petrarca e 8occaccioLa poesia religiosa Il periodo storico che va dal 4662 presumibilmente % la data di composizione del ''Cantico delle creature'' di *an 9rancesco d'/ssisi, al 4564, anno in cui mor +ante. Nel ;III secolo, collegata la letteratura alla tendenza religiosa e didattica, che aveva fatto nascere le grandi opere dette ''*ummae'', vedono la luce anche alcuni componimenti in volgare veneto e lombardo, molto significativo in questo, danno importanza ai dialetti settentrionali veneto, lombardi come espressione letteraria. Contemporaneamente a questi componimenti dell'Italia settentrionale, nasce soprattutto in <mbria una lettura in versi a carattere religioso nei vari dialetti locali per lo pi. anonima. La letteratura religiosa Contemporaneamente ai componimenti dell'Italia settentrionale, un volgare veneto e lombardo, nasce soprattutto in <mbria una letteratura in versi a carattere religioso. =ra i pi. importanti generi della letteratura religiosa % la laude, componimento che canta le lodi dei santi. La laude =ra i pi. importanti generi della letteratura religiosa vi sono le laude, componimenti che cantavano le lodi dei *anti di Cruto e della 3adonna, che vengono spesso raccolte in manoscritti chiamati laudari ,raccolte di laude- per le confraternite. *i tratta spesso di laude scritte sotto forma di dialogo

con un carattere di dramma sacro che venivano recitate in ricorrenze religiose di una certa importanza con l'accompagnamento musicale. "e laude di questo periodo sono quasi tutte anonime e vengono soprattutto dalla =oscana, dall'<mbria, dalle 3arche e dall'/bruzzo e dell'Italia settentrionale e conservavano nella povert0 della loro struttura un carattere molto semplice e molto sincero. Vengono narrati episodi del Vangelo, i miracoli di 7es. e della vergine 3aria e la vita dei *anti. =ra le descrizioni meglio riuscite e piene di religioso e commosso sentimento vi % quella della Vergine che guarda incontemplabile il 8ambino 7es. e il pianto della 3adre ai piedi della Croce. "e opere a carattere religioso furono numerose in questo periodo ma quello che si contraddistinguono per il loro carattere poetico sono il ''Cantico di 9rate *ole'' di *an 9rancesco d'/ssisi e la ''"aude'' di da =odi. +a *an 9rancesco ci sono giunte alcune operette e un cantico scritto in volgare umbro conosciuto come il Cantico delle Creature o il Cantico del 9rate *ole, che pu& essere considerato il testo pi. antico della letteratura italiana. Il primo teste letteratura francescana *i deve ad un autore ignoto che da alcuni critici viene individuata in 7iovanni Porenti in un' opera scritta in forma di allegoria nel 4661 dal titolo le ''3istiche nozze di *an 9rancesco con 3adonna Povert0'' opera che influenz& sia le future biografie del santo, sia autori come 7iotto e +ante. La lirica popolare e giullaresca Nel ;II secolo fioriscono dai componimenti di carattere popolare che probabilmente servivano come accompagnamento alle danze durante le feste. *i tratta di poesie che trattano d'amore, di canti in forma dialogata tra madre e figlia che si deve sposare, di lamenti di giovinotte che vogliono un marito di contrasti tra moglie e marito, suocera e nuora. Il pi. antico tra i documenti di questa poesia giullaresca pu& essere considerata una cantilena toscana che risale all'inizio della 6> met0 del ;II secolo. La cultura religiosa 7li uomini medievali erano persuasi che ogni sapere discendeva da +io e fosse stato espresso nella sua parola rivelata, la 8ibbia! il libro sacro era considerato la prima e fondamentale fonte di ogni conoscenza e dottrina. "a religione cristiana plasmava ogni momento e ogni aspetto della vita medievale. I comportamenti raccomandati erano quelli dell'etica cristiana! l'onest0, la giustizia. Francesco D'Assisi Nato ad /ssisi nel 44)4 o 44)6, 9rancesco % figlio di Pietro di 8ernardone, un ricco mercante di stoffe. /l momento della nascita, il padre % in 9rancia per ragioni di commercio quando torna, muta il nome attribuito al bambino da 7iovanni a 9rancesco, in omaggio alla terra a cui si lega la sua fortuna. Partecipa nel 46:6?46:5 alla guerra tra /ssisi e Perugia e viene preso prigioniero. Nel 46:2 o 46:' parte al seguito del nobile 7ualtieri di 8rienne, giunto in armi dalla 9rancia per riconquistare i propri feudi in Puglia*! al momento della partenza, 9rancesco dona l'armatura a un cavaliere povero. Nel 46:' si reca, per penitenza, tra i lebbrosi. Nella chiesetta di *an +amiano ad /ssisi ode un invito di +io a ricostruire la sua chiesa! a tale scopo vende le stoffe paterne. +avanti al vescovo di /ssisi, il giovane rinuncia all'eredit0 spogliandosi nudo. *i dedica al restauro di alcune chiese, tra cui *an +amiano e *anta 3aria degli /ngeli ,o della Porzincola-, tuttavia comprende che il restauro cui % chiamato % ben pi. grande e riguarda l'intera comunit0 cattolica. Nel 46:) indossa l'umile saio e inizia a predicare la penitenza@ si uniscono a lui i primi compagni ,8ernardo, Pietro, Agidio e *ilvestro-, con i quali stabilisce una prima formula vitae ,regola-. Nel 464: si reca con loro a Roma da papa Innocenzo III, che approva verbalmente la sua regola di vita, interamente ricalcata sul Vangelo ,l'approvazione definitiva dell'ordine francescano giunger0 nel 4665 da papa #norio III-. Nel 4646 9rancesco viene raggiunto alla chiesetta della Porzincula da Chiara di /ssisi, che si stabilir0 a *an +amiano, fondando il primo monastero di clarisse francescane. Nel 464B dopo vari tentativi, 9rancesco si reca in =errasanta, raggiungendo l'esercito dei crociati. Viene accolto dal sultano d'Agitto che lo ascolta con benevolenza. Nell'ordine francescano sono ormai entrati migliaia di seguaci o frati minori. 9rancesco ne affida la guida ,4664- all'amico frate Alia, riservando a sC la sola direzione spirituale. Per l'ordine elabora, insieme all'amico Cesario di *pira, una regola apposita, gremita di richiami evangelici, la cui seconda e pi. sintetica stesura viene approvata da papa #norio III nel 4665. Il 6' dicembre di quell'anno 9rancesco celebra nell'eremo di 7reccio il

Natale con un presepio vivente. Nel 466', sul monte Verna, malato e sofferente per le privazioni, riceve sulla sua pelle le stigmate, i segni della passione di Cristo. *i spegne alla Porziuncola di /ssisi il 2 ottobre 466(. Viene dichiarato santo gi0 nel 466) da papa 7regorio I;. Cantico di frate Sole Il titolo tramandato dai manoscritti % in latino, "audes creaturarum ,"odi delle creature-, ma in altre fonti il componimento % tramandato come Cantico di frate *ole o anche Cantico delle creature. Il corpo del testo risale al 4662, mentre nel 466(, poco prima di morire, 9rancesco aggiunse gli undici versi conclusivi. Il Cantico era originariamente accompagnato da una melodia, purtroppo non giunta fino a noi@ poesia e musica, nell'intenzione dell'autore, dovevano unirsi nella lode di +io. /ltissimu, onnipotente, bon *ignore, tue so' e laude, la gloria e l'honore et onne benedizione. /d te solo, /ltissimo, se Donfano, et nullu homo ene dignu =e 3entovare. "audato sie, mi' *ignore, cum tucte le =ue creature, spetialmente messor lo frate *ole, lo qual % iorno, et allumini noi per lui. At ella % bellu e radiante cum grande splendore da =e, /ltissimo, porta significatione. "audato si, mi' *ignore, per sora "una e le stelle! in celu l'ai fornate clarite et pretiose et belle. "audato si, mi' *ignore, per frate Vento et per aere et nubilio et sereno et onne tempo, per lo quale a le =ue creature dai sustentamento. "audato si', mi' *ignore, per sor' /qua, la quale % multo utile et humile et pretiosa et casta. /ltissimo, onnipotente, buon *ignore, a te spettano le lodi, la gloria, l'onore e tutte le benedizioni. / te soltanto, /ltissimo, si confanno, e nessun uomo % degno di parlare di tC. *ia tu lodato, o mio *ignore, cos come ,siano lodate- tutte le sue creature, specialmente il signor fratello *ole, che % luce di giorno, e attraverso di lui ,tu- ci dai luce. Ad egli % bello e raggiante con vivissima luce di te o /ltissimo, ,il sole- costituisce un segno visibile. *ia tu lodato, o mio *ignore, per nostra sorella "una e per le stelle. *ia tu lodato o mio *ignore , per nostra sorella "una e per le stelle, in cielo le hai formate, luminose, preziose e belle. *ia tu lodato, o mio *ignore, per fratello Vento e per l'aria, le nubi, il cielo sereno e per ogni clima, con cui provvedi di cibo le tue creature. *ia tu lodato, o mio *ignore, per sorella /cqua, che % molto utile e umile e preziosa e pura. "audato si', mi' *ignore, per frate 9ocu, per lo quale ennalumini la nocte@

ed ello % bello et iocundo et robustoso et forte. "audato si', mi *ignore, per sora nostra matre =erra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. "audato si', mi' *ignore, per quelli De perdonano per lo =uo amore et sostengo infirmitate et tribulatione. 8eati quelli De 'l'sosterrano in pace, Da da =e, /ltissimo, sirano incoronati. "audato si', mi' *ignore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente po' sDappare! guai a?cquelli De morrano ne le peccata mortali@ beati quelli De trovar0 ne le =ue sanctissime voluntati, Da la morte secunda no 'l farr0 male. "audate et benedicete mi' *ignore et rengratiate e serviateli cum grande humilitiate. *ia tu lodato, o mio *ignore, per fratello 9uoco, grazie al quale ci rischiari la notte! ed egli % bello e felice ed energico e forte. *ia tu lodato,o mio *ignore, per nostra sorella madre =erra, che ci nutre e mantiene vivi, e produce diversi frutti, cos come ,produce- fiori colorati ed erba. *ia tu lodato, o mio *ignore, per coloro che perdonano in nome del tuo amore, e sopportano malattie e sofferenze. 8eati coloro che sopporteranno ,tutto- ci& con serenit0, perchC saranno premiati da te, /ltissimo. *ia tu lodato, o mio *ignore, per nostra sorella la morte del corpo, alla quale nessun uomo vivente pu& sottrarsi! guai a quelli che morrano in peccato mortale@ beati quelli che ,la morte- trover0 secondo la tua santissima volont0 ,cio% in grazia di +io-, perchC la morte dell'anima ,cio% la dannazione eterna- non li colpir0. "odate e benedite il mio *ignore e ringraziatelo e servitelo con grande umilt0.

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