JbZ
COLLANA DI TESTI E DOCUMENTI PER LO STUDIO
DELLA PSICOLOGIA DEL PROFONDO
Alexander Lowen
LA
DEPRESSIONE
e il
CORPO
La base biologica
della fede e della realt
ROMA
`'JJ'
M CM LXX
Prefazione
: .::: :I.n:I.: : ./:: ::..: : .:n: : ::I
: I: n::: . :::I. n... n:I: I .:I.: .:I . :..
J: ..: .. :.. : ./: .:: : i :.:I: I:I : I .:
::I. I: .:I:I :. :.. : :n:: :: :..: : :
:I. . I. .:I:I: /:I: :I. :.:.. b .: ::
:: .:I .: .:.I: . I. ::.::I: :. :.. [I.I:
I:: :n:/: : n:I: ./: /:I: :II: I:/: LI/I:
I:/:.: I:I : ::I.: . I. ::.::I: : :.: I:I : .:
.. n. . I. .:I.:.:I: :. :.. : ...: b :::. I :.:
. :: I:I : .:I:I:I.. I: II:I.n:I: I:I : ...:
I:. :.. .. :t: I:I i I:/:.: : .:I:.: u
n..: n:I.:
N. . :.. I:I : :n:: ..: . :I: b::: : H.: ::
nI.: qI. .::I: .I: I:I : qI. .I: I/:.: /.: L.
.::I.. I: : .: :. II :n:: IB. .:::: :
.:I:.. I:. . n: I.:.n:I: . /:I: II: ::
/::::: .:I:.. II.I.I..:I: N. .:I . .:.:I: ...:.
.:I: : !:I:n:I :..:Io. . /...I: . .:nII: .:I/I
z:I: .: . :.. :I. ::::I.: : :I:: I.: II. /:I:
!:::: :. :. :.. :Ii n:. I:. :I .:
:Ii .:I..: .:n: . :::I. .: /.I. ::: `:..
. I:I I..::
V : II. :.. I.I:: I:. /. :I :::I. : ::: :
::.. .. :. .::: 1 I: ::: . I. I/I.. l
I. :::I.. :I: ::nI. . I: .::: [I.I: i I: .:::
nI:: .:. I: ::: .:n: :::I. I: n:I: :II I/I:
:: ::..: . .::: :I :: ..II. :n. ::I. n:I
.: I::I:I: .::I.. .. II. :::I. V:I.: .
n:I : I: N. qI:.:n.:I: I:I I:. .: ::I.. I..
II. :::I. .::. II .::: :I.: :: . II .::: n.:.:
8 Prefazione
Da questo punto di vista il concetto di malattia mentale un'illu
sione. Non c' disturbo mentale cbe non sia anche disturbo fsico.
La persona depressa depressa fsicamente oltre cbe mentalmente:
le due cose sono in realt una, ciascuna di esse un aspetto diverso
della personalit. La stessa cosa vera di ogni altra forma di cosid
detta malattia mentale. La convinzione che 11stia tutto nella testa"-: :
la grande illusione del nostro tempo, legata all'ignoranza della realt
fondamentale cbe la vita in tutte le sue varie manifestazioni un
fenomeno fsico.
Il termine appropriato per descrivere disturbi della personalit
malattia emozionale". Il termine emozione" implica la nozione di.
movimento e pertanto sottintende sia il dato fsico che quello men
tale. Il movimento ha luogo sul piano fsico, ma la relativa perce
zione avviene nella sfera mentale. Un disturbo emozionale coinvolge
entrambi i livelli della personalit. b poich lo spirito a muovere
la persona, anch'esso coinvolto in ogni conflitto emozionale. L'indi
viduo depresso sofre d'una depressione dello spirito.
Se vogliamo evitare l'illusione che stia .. solo nella testa",
dobbiamo riconoscere che la vera spiritualit ha una base fsica o
biologica. Analogamente dobbiamo distinguere tra fede e credenza.
La credenza (o convinzione) il risultato di un'attivit mentale, ma
la fede radicata nei profondi processi biologici del corpo. Non com
prenderemo la vera natura della fede se non studieremo questi proces
si negli uomini e nelle donne che ne sono forniti o che ne sono privi.
La persona depressa , come vedremo, una persona che ha perso la
propria fede. Come e perch l'abbia persa, sar l'argomento princi
pale d questo libro. Nel corso di quest'analisi arriveremo ad una
comprensione della base biologica del senso di realt e del senti
mento della fede. Non si esagerer a sottolineare l'importanza di
questo tipo d ricerca, poich la perdita della fede . il problema
essenziale dell'uomo modero.
* N.d.T. Si voluto tradurre il pi possibile alla lettera l'espressione collo
quiale americana, d recente acquisizione, "all is i your head", il cui significato
sarebbe i altre parole: " tutta una suggestione mentae".
l
Perch s1 diventa depressi
La depressione e firrealt
. ::::: : /:.. .: .:n: .: : :... .
::: :.. .:n: . :..:: :::.n:: :n.: :.:
..n:: : ::.. .: : .:n: q:. .
1
N.
..: : : :n.: :: ..: .:: !:n:: . .:n:
::: : .:n::.: . n.: :.: :: :::: : :i
::: .::.. .:: : .: ::. .: `:.:: .: :I
.:: :n.. . ::.. ..:: .: . . .:.:n.:
:..:: .:..:: : . c.: .:::: . C :. :n.:
q.:. .:/::: . In.:... :.: : :: .: .|:
. ::.: .:::.: L :. .:. ::1:::: : :. n::.
: : :: :n:. . . .:.. : .n:: .. : . :::
.::.: .:.:: ...n:: :n.: ::n: n:::
:.: : :: ::: ..: n:: : :t:: :n
:. :/:n: .::.: q: / .:n.' ' : ::
/:.: :: / /:.n:: :n. n:: . n.:.:..
:: /.. n. !::n: :.::. . :.::. . .'
:: :i .::. . /:: t:: :.. .: ::: n.:
. :n:: ::: :::: : :.n: :t /. :: ..
. q::n:.:: :: .:.:n:: :: N. .: .: ::
:...:.n:: . :...D: : .: .:..: :. :. :. :
::. . ::::: J .:: :.: :: !.:.n::
::: n.: .: ::. .: : ": ::: l. ::
:. .. :: ::::t ::: : .i .: . :: :..:
: ./:: :: /.: : : n:/n: ' .: . :..I
.:
.. :. :. : :i ::: :...: . /:. ::. Di q.:
qi.: ::/:. ..: ::: :... ..:: e ::: N.
: .. ::::
1
LEONARD CAMMER: Up from Depression (Risalire dalla depressione); New
Y ork, Simon & Schuster, 1969.
10 Perch si diventa depressi
Per comprendere questa diferenza paragoniamo una persona ad
un violino. Quando le corde sono accordate nel modo giusto, vibrano
ed emettono un suono. Allora uno pu suonard una melodia lieta o
triste, un canto funebre o un'ode alla gioia. Se le corde sono male
accordate, il risultato sar una cacofonia. Se sono flosce e senza
.
tono,
non si avr alcun suono. Lo strumento sar t'morto", incapace di
rispondere. Tale la condizione della persona depressa: essa inca
pace di rispondere.
.
L'incapacit di rispondere distingue lo stato depresso da ogni altra
condizione emozionale. Una persona scorata riacquister fede e spe
ranza allorch la situazione cambier. Una persona abbattuta si risai
lever allorch sar rimossa la causa di tale sua condizione. Una per-
sona triste s'illuminer alla prospettiva di un piacere. Ma nulla suscita
una risposta nella persona depressa: spesso una prospettiva di diverti
mento o di piacere serve solo ad approfondirne !a depressione.
In casi .gravi di depressione la mancanza di capacit di risposta al
mondo chiaramente evidente. La persona gravemente depressa pu
starsene a sedere su una sedia fssando lo sguardo su nulla in parti
colare per ore e ore. Pu starsene sdraiata nel letto buona parte
della giornata, incapace di trovare l'energia per avanzare nella cor
rente della vita. Ma la maggior parte dei casi non .
cosl grave. I
pazienti che ho curato dalla depressione non erano inabili a tal punto.
Erano generalmente in grado di continuare a dedicarsi alle loro occu
pazioni quotidiane. Avevano attivit lavorative che parevano control
lare in modo adeguato. Erano casalinghe e madri che svolgevano tutte
le attivit necessarie. All'osservatore casuale apparivano normali. Ma
si lamentavano tutte d'essere depresse, e chi viveva con loro e le
conosceva bene si rendeva conto della loro condizione.
Quello di Margaret un caso tipico.
Era giovane, aveva circa venticinque anni, ed era sposata, come lei
stessa diceva, a un uomo molto in gamba. Aveva un lavoro che tro
vava abbastanza interessante e del quale non aveva di che lagnarsi.
Di fatto non v'era nulla nella sua vita, che le dispiacesse, eppure
diceva di sofrire di depressione cronica. Non avrei detto, all'inizio,
che Margaret fosse depressa perch, quando venne nel mio studio,
sorrideva continuamente e parlava di se stessa con grande eccita
zione e con voce dal tono acuto. Chiunque l'avesse incontrata per la
prima volta, non avrebbe indovinato la natura del suo problema, a
meno che fosse abbastanza perspicace da comprendere che le sue ma
niere rano una maschera. Se l'aveste osservata attentamente o l'aveste
colta alla sprovvista avreste osservato che a volte diventava molto
quieta, e, mentre le svaniva il sorriso, il suo volto perdeva ogni
e
pressione.
Perch si diventa deprssi 11
Margaret sapeva d'essere depressa. Le era necessario uno sforzo
d volont anche solamente per alzarsi al mattino e andare a lavorare.
Senza di questo se ne sarebbe stata a letto a non far niente. E infatti,
in un priodo precedente della sua vita, c'erano stati dei momenti
in cui s'era sentita realmente immobilizzata. Ma questo non le succe
deva pi e nelle condizioni di Margaret, nel corso degli anni, v'era
stato un miglioramento generale. Ma c'era ancora qualcosa. che man
cava nella sua personalit. V'era in lei un vuoto interiore unito alla
mancanza di vero piacere. Margaret stava nascondendo a se stessa
qualcosa. Il suo sorriso, la volubilit e il modo di fare erano una
facciata che pretendeva di far credere al mondo che tutto in lei an
dasse bene. Quando era sola, la facciata crollava e Margaret avvertiva
lo stato di depressione in cui si trovava.
Nel corso della terapia, entr in contatto con un sentimento pro
fondo di tristezza. Si rese conto che sentiva di non avere il diritto
di esprimere la propria tristezza. Eppure, quando le lasciava libero
corso, piangeva e il pianto la faceva sempre sentire molto meglio.
Riuscl anche a provare la rabbia perch le era stato negato il diritto
di esprimere i propri sentimenti. Il poter percuotere il letto con le
gambe e con i pugni la rianimava e la sollevava nello spirito. Il vero
compito della terapia consisteva nell'aiutarla a trovare la causa della
propria tristezza e ad eliminare il bisogno della maschera di allegria.
E quando Margaret rientr in contatto con i propri sentimenti e im
par il modo per esprimerli direttamente, si allevi la depressione.
Nei capitoli che seguiranno descriver nei dettagli la cura della
depressione. Il aso di Margaret non stato presentato per mostrare
che la terapia della depressione semplice o che i risultati sono ra
pidi e skuri. Alcuni pazienti giungono a star bene, altri non reagi
scono alla cura. Ogni caso diverso, ogni persona unica, e ogni
personalit stata modellata da innumerevoli fattori. Ma indipen
dentemente dal fatto che il paziente risponda alla cura positivamente,
possiamo delineare alcune caratteristiche comuni in tutte le reazioni
di tipo depressivo. Vorrei proporre diversi altri casi.
David era un omosessuale vicino ai cinquant'anni, che aveva con
seguito un considerevole successo nella propria professione. Diceva
di essere depresso per aver perso molta della sua potenza sessuale.
Grazie al suo lavoro, al quale si dedicava con zelo, aveva molti co
noscenti, ma nessuna persona vicina o intimamente legata con la quale
dividere la propria vita. Era solitario, sembrava che avesse ogni ra
gione per essere depresso. Ma nella personalit di David si potevano
osservare elementi che suggerivano altre cause.
Il volto di David era una maschera; ma, al contrario di Margaret,
non faceva alcuno Sforzo per mobilitare la mimica espressiva. Era, di
12 Perch si diventa depressi
fatto, talmente congelato che aveva qualcosa di morto. La mascella
era rigida e gli conferiva un'aria truce, gli occhi erano spenti, e il
corpo aveva la rigidit di una tavola. Si lagnava di male alla schiena
e inoltre sofriva di angina. La respirazione era estremamente super
fdale e la voce sottile e piatta. Guardando David, mi domandavo
se non fosse pi morto che vivo.
.
Era altrettanto spento nell'espressione di qualsiasi sentimento. Anzi
non aveva molto sentimento. Dopo aver lavorato con lui a lungo,
aiutandolo a respirare pi profondamente e a sciogliere il corpo, riuscii
fnahnente a fargli venire una crisi e a farlo piangere allorch rispose
all'interesse che mostravo per lui. Ma successe una volta sola. David
era uno stoico. Malgrado il suo desiderio di star bene, non voleva
o non poteva rinunciare al suo stoicismo e a alla sua indiferenza
inconsci. A proposito di quest'atteggiamento, David ricord un inci
dente della sua infanzia che mi permise di chiarire il suo comporta
mento. La madre, alla quale era ancora attaccato, era diventata iste
rica. Piangeva e si lamentava. David si chiudeva i camera sua per
allontanarsi, ma lei veniva alla porta e ora esigeva e ora supplicava
che lui venisse fuori. Malgrado le preghiere della madre, David non
rispondeva. Si era chiuso in s e in un certo senso era rimasto chiuso
fno a quel giorno. David mi ricord la frase: "Stringi i denti e sop
porta", anche se nel suo caso era piuttosto: 1'Fai i truce e sopporta" .
2
Essendo chiuso in se stesso, David era sempre stato solitario e fno
a un certo punto perennemente depresso. Crescendo, divenne un po'
pi teso. La depressione, che si andava approfondendo senza sosta,
era i risultato diretto della perdita di sensazioni e sentimenti a cui
s'accompagnava una corrispondente riduzione di vitalit. Questa ri
duzione lentamente consum la sua potenza sessuale. Non era vero
che fosse divenuto un depresso a causa della perdita della potenza.
Piuttosto la sua potenza sessuale era svanita man mano che la vita
in lui si afevoliva perch le sue energie vitai erano depresse. Poteva
ancora farcela a tirare avanti, ma funzionava pi come una macchina
che come un essere umario. And persino regolarmente in palestra
per accertarsi che i suo corpo rimanesse in buone condizioni.
Tempo fa curai uno psicologo che venne in terapia apparentemente
per imparare la tecnica bio-energetica di approccio ai problemi emo
zionali.
1
George aveva molti problemi che discutemmo apertamente,
2 Nota del traduttore - Si rende cosl il senso delle espressioni usate in in
glese, mentre non possibile renderne il gioco di parole: "Grin and bear it"
("string i denti e sopporta") e "Grim and bear it" ('fai i truce e sopporta").
1
. A. LOWN: The language of the body, New York, Collier Boks, paperback,
1971 trad. it. Il li1guaggio del corpo; Feltrinelli, Milano.
Perch si diventa depressi 13
dato c
h
e venivano rivelati dall'espressione fisica del suo corpo. Tanto
per cominciare, assumeva spesso un'espressione idiota da clown che
mascherava la sua acuta intelligenza. D'altro canto, aveva il corpo
fasciato di muscoli malgrdo che non fosse mai stato un atleta e non
si fosse mai dedicato ad esercizi per lo sviluppo corporeo. La sua
muscolatura si era fatta tesa e ipertrofica a forza di costringere e di
tener dentro i suoi sentimenti.
Dopo che la terapia ebbe fatto considerevoli progressi, un giorno
osserv: usento di aver superata la mia depressione, sono sempre stato
in qualche modo depresso". Questa afermazione fu per me una sor
presa. Non aveva mai accennato al fatto di essere depresso, prima,
e, stranamente, non aveva preso in considerazione tale possibilit. Mai
si era lamentato di avere difcolt a recarsi al lavoro e sapevo che
aveva trovato notevole interesse e soddisfazione nella propria profes
sione. Sembrava, da molti punti di vista, uno che partecipasse atti
vamente alla vita. Agli occhi del mondo, quindi, era ritenuto normale.
Ma George era depresso nella sua vitalit emozionale, ossia nella
sua capacit di risposta emotiva. Era triste, il suo spirito non si sol
levava mai, si sentiva come incatenato, con un peso che Io tirava gi.
La sua depressione non era tanto grave da paralizzarlo, comunque
era depressione. Si tratta di una forma comune. Osservando le per
sone nel mio studio e fuori, sono giunto alla conclusione che : molto
comune. A molti manca quell'esaltazione interiore che aggiungerebbe
brio alla loro vita. Tirano avanti ma con una determinazione spesso
feroce e caratterizzata dalla rigidit delle macchine. L'inclemenza, la
rigidit e il grigiore della loro vita interiore sono chiaramente mani
festi nei corpi e direttamente riflessi nella vita.
Presenter un altro caso: quello d una donna gravemente depressa
che sofriva di tendenze suicide. Questa paziente, che chiamer Anne,
si era precedentemente sottopota alla terapia psicoanalitica per anni
e anni. Le tendenze suicide erano di origine recente e sembravano
scaturire dalla convinzione di essere fallita come donna. Ci unito al
fatto che si avvicinava alla quarantina e che non era mai stata spo
sata. Anne era una donna intelligente che aveva avuto successo tanto
nella carriera, quanto nelle iniziative creative da lei intraprese. Con
il crollo del morale, il lavoro le divenne difcile e la creativit diminul.
Numerosi altri fattori contribuirono al collasso, ma tutti erano in
relazione con il suo modo di sentire la femminilit e l'essere donna.
La prima volta che- incontrai Anne, si vedeva che era accasciata.
Aveva il corpo facco, i muscoli privi di tono, la pelle del volto
cascante, il colorito pallido. Le mancava l'energia necessaria per respi
rare a fondo e commentava costantemente: ''Tanto non serve a nien
te". Quando un paziente pronuncia queste parole, vuol dire m genere:
14 Perch si diventa depressi
"Tanto non serve a niente provare. Non ce la faccio". Ma ebbi l'im
pressione che Anne volesse dire: ''Tanto non serve a niente vivere.
Proprio non ce la faccio". Era talmente soprafatta da un senso d
fallimento personale che era efettivamente pronta a morire. Il suo
corpo rivelava la rassegnazione. Ma come era arrivata a quel punto?
E su cosa verteva la lotta?
La storia di Anne rivel che all'et di quattro anni le era capitato
qualcosa che aveva esercitato un'influenza decisiva sulla sua vita.
Per circa un anno e mezzo aveva mantenuto l'abitudine di stare a
guardare suo padre mentre orinava, toccandogli frequentemente il
pene e reggendolo in mano. Un giorno il padre si rivolse alla bam
bina dicendo: "Lasciami stare, sporcacciona". Ci si pu facilmente
immaginare l'umiliazione della bambina per essere stata respinta cos
improvvisamente. Si sent schiacciata e si ritir da qualsiasi contatto
fsico con il padre e con la madre. Ma di uguale signifcato il fatto
che si rivolt contro il suo stesso corpo e contro la propria sessualit.
Da adulta, Anne ebbe diverse relazioni lesbiche. Inoltre ebbe una
relazione di una certa durata con un uomo sposato. Nessuna di queste
relazioni fu soddisfacente per Anne che non si permetteva di desi
derare profondamente un'altra persona o di sentirne il bisogno. Era
stata ferita troppo malamente e il suo cu9re si era chiuso. Il suo modo
di vivere, allora, fu quello di donare se stessa, la propria intelligenza,
la propria creativit e il proprio seno. Tutta la sensualit di Anne
si era andata localizzando nei seni, che erano per lei la sola fonte
di piacere erotico, ma si neg anche questo. Circa un anno prima
che la vedessi, si era fatta fare la chirurgia plastica ai seni, con il
palese scopo di rassodarli e di renderli pi belli, ma, i realt, se si
considera la grave depressione che ne consegu, si pu mettere in
dubbio la motivazione conscia. Il risultato fu la completa perdita
della sensibilit nella zona dei seni.
Direi che la motivazione inconscia dell'operazione pu esser stata
il desiderio di eliminare tutta la sensibilit erotica dal corpo. Il suo
corpo, con i suoi desideri, era stato la causa prima del suo turba
mento e aveva continuato ad essere una fonte di frustrazione e di
insoddisfazione. La sua mente, d'altro canto, era pura, l'intelligenza
viva, il potenziale creativo straordinario. Che tentazione quella di
trascurare il corpo e di vivere nell'atmosfera pulita ed eterea della
psiche! Ma Anne non era una personalit schizoide o schizofrenica,
e questo grado di dissociazione le era impossibile. Poteva rendere
insensibile il proprio corpo, ma non poteva sfuggirgli.
L'interesse di Anne per il pene del padre era assolutamente inno
cente. Ci deve essere detto, penso, per comprendere Pefetto deva
stante di tale esperienza. Essa sorgeva da due fonti: l'una era la curio
Perch si diventa deprssi 15
sit naturale di tutti i bambini per l'organo genitale maschile, sim
bolo della vita procreativa; l'altra era uno spostamento dei simbo
lismo dal capezzolo e dal seno al pene. Un transfert del genere si veri'
fca quando l'oggetto primario non disponibile. La mancanza di una
relazione soddisfacente con la madre non solo costrinse Are ad ope
rare uno spostamento cos forte sul padre, ma fu di per s la causa
fondamentale che la predispose alla tendenza depressiva. (Il ruolo
della madre nel fenomeno depressivo verr pi ampiamente discusso
in seguito). Essendo stata respinta dal padre, Anne si senti negato il
diritto di trovare una gratifcazione erotica attraverso il tatto o il con
tatto con il corpo del padre. Ci, a sua volta, la port a negare la
possibilit di trovare piacere nel proprio corpo. Tale atteggiamento
la base della tendenza depressiva.
Ci che vi in comune in questi quattro casi e in tutte le reazioni
depressive la irrealt che pervade l'atteggiamento e il comportamento
della persona. Chi depresso, uomo o donna che sia, vive riferendosi
al passato con una corrispondente negazione del presente. Anne, per
esempio,- conservava il senso di essere stata respinta che aveva speri
mentato con il padre, attraverso il rifuto continuo del proprio corpo.
Cosl il passato veniva perpetuato e il trauma del passato veniva inevi
tabilmente rimesso in atto nel presente. Margaret continuava a negare
la propria tristezza, anche se non c'era una valida ragione, nella situa
zione presente, che giustifcasse questo comportamento. E David pro
vava nel continuo isolamento e nella solitudine la stessa soddisfazione
morbosa che aveva provato da bambino quando si era isolato dalla
madre es_igente. Naturalmente la persona depressa non si rende conto
di vivere nel passato, in quanto vive anche nel futuro, un futuro altret
tanto irreale d punto di vista del presente quanto lo fu il passato.
Allorch una persona ha subito una perdita o un trauma nell'infanzia
tale da minare il suo senso di sicurezza o d autoaccettazione, prqietta
nella propria immagine .del futuro l'esigenza di capovolgere l'esperienza
passata. Cosl, un individuo che si sentito respinto da bambino, si
rafgurer un futuro che gli assicuri accettazione e approvazione. Se
ha lottato contro un senso di impotenza da bambino, la sua mente
trover naturale compensare l'insulto subito dal proprio ego con un'im
magine di un futuro in cui egli sia potente e in grado di controllare
la situazione. La mente, nelle sue fantasie e nei suoi sogni ad occhi
aperti, tenta di capovolgere una realt sfavorevole e inaccettabile, crean
do immagini tali da esaltare l'individuo e gonfarne l'ego. Se una
parte notevole dell'energia di una persona si concentra su tali im
magini e sogni, l'individuo ne perde di vista l'origine nell'esperienza
infantile e sacrifca per realizzarli il presente. Queste immagini sono
mete irreali e la loro realizzazione un obiettivo irraggiungibile.
16 Perch si diventa depressi
Ognuno dei pa7ienti depressi di cui abbiamo parlato prima si era
assunto un impegno del genere nei confronti di un futuro irreale.
Margaret lo vedeva come un periodo di tempo nel quale non vi sarebbe
stata n tristezza, n dolore, n discordia. E avrebbe contribuito alla
realizzazione di questo futuro negando le proprie sensazioni di afli.
zione e di risentimento. Nell'immagine che David aveva di questo
futuro, egli si vedeva ammirato e amato per il proprio stoiciSmo,
ignorando completamente il fatto che un atteggiamento del genere
impedisce la comunicazione e di fatto porta all'isolamento. George
aveva un segreto, un'immagine per cosi dire "culturista" della po
tenza, incarnata nella muscolatura ipertrofca, ma ignorando che que
sti stessi muscoli lo incatenavano e lo legavano. E quando feci rile
vare ad Anne che respirava appena, mi rispose: "A che serve respi
rare?". Ma se non avesse respirato, naturalmente, non ci sarebbe
stato futuro n per la sua intelligenza n per la sua creativit. Il
suo sogno di un futuro nel quale il corpo veniva negato a favore
della mente era un sogno irrealizzabile.
Quanto poco realistico sia l'atteggiamento di una persona depressa
appare molto chiaramente dal grado della perdita di contatto della
persona stessa con il proprio corpo. Vi una mancanza di percezione
di s; l'individuo non si vede cosi come , dato che la sua mente
concentrata su un'immagine irreale. Non consapevole delle limi
tazioni imposte dalle proprie rigidit muscolari, eppure queste limi.
tazioni sono la causa della sua incapacit a realizzarsi come persona
nel presente. Non sente i disturbi che si frappongono al funziona
mento del proprio corpo, la motilit ridotta e la respirazione inibita,
in quanto si identifca con il proprio ego, con la propria volont e
con la propria immaginazione. La vita del corpo, che vita nel pre
sente, respinta come irrilevante, poich gli occhi sono rivolti a uno
scopo futuro che il solo ad avere un signifcato.
I perseguimento delilusione
La depressione difusa oggi perch molte persone perseguono
degli scopi irreali che non hanno alcuna relazione dietta con i loro
bisogni fondamentali di essere umani. Ogni persona ha bisogno di
amare, e ha bisogno di sentire che il suo amore accettato e in qual
che misura ricambiato. L'amore e l'afetto ci mettono in relazione
con i mondo e ci danno il senso di appartenere alla vita. Essere amati
importante solo in quanto facilita l'espressione attiva del nostro
stesso amore. Le persone non diventano depresse quando sono loro
ad amare. Attraverso l'amore ci si esprime e ci si afferma.
Perch si diventa depressi 17
L'espressione di s un altro bisogno fondamentale di tutti gli
esseri umani e di tutte le creature. Il bisogno di esprimere se stessi
sta alla base di tutte le attivit creative ed per noi fonte di sommo
piacere. Questo tema stato da me trattato in un libro precedente.4
importante qui riconoscere che nell'individuo depresso l'espres
sione di s gravemente limitata se non interamente bloccata. In
molte persone limitata a una piccola area della loro vita, general
mente relativa al lavoro ed agli afari, e, persino in quest'area de
nita, l'espressione di s ristretta se la persona lavora in modo coatto
o meccanico. Il s viene sperimentato nell'autoespressione, ed esso
1angue quando sono chiusi i canali della propria espressione.
Il s , fondamentalmente, un fenomeno corporeo, e l'espressione
di s signifca espressione del sentimento. Il sentimento pi profondo
l'amore, ma tutti i sentimenti fanno parte del s e possono essere
espressi in modo appropriato da una personalit sana. Di fatto la
gamma dei sentimenti che una persona pu esprimere determina l'am
piezza della sua personalit. noto che le persone depresse sono
tagliate fuori e che l'attivazione di qualsiasi sentimento come la tri
stezza o la rabbia, che possono essere espressi piangendo o colpendo
qualcosa, ha un efetto immediato e positivo sullo stato depressivo.
I canali attraverso i quali i sentimenti vengono espressi sono la voce,
il movimento del corpo, e gli occhi. Quando gli occhi sono insensibili,
quando la voce piatta e la motilit ridotta, questi canali sono
chiusi e la persona si trova in uno stato di depressione.
Un altro bisogno fondamentale di tutti gli esseri umani la libert.
Senza libert impossibile l'espressione di s. Ma non intendo par
lare semplicemente della libert politica, anche se l'aspetto politico
uno degli aspetti essenziali della libert. Uno ba bisogno di essere
libero in tutte le situazioni della vita: a casa, a scuola, sul posto di
lavoro, nelle relazioni sociali. Non la libert assoluta che si cerca,
ma la libert di esprimersi, di avere voce in capitolo nei propri afari.
Ogni societ umana impone determinate limitazioni alla libert indi
viduale nell'interesse della coesione sociale. Tali limitazioni possono
essere accettate, tuttavia, solo se non limitano indebitamente il diritto
dell'espressione di s.
Vi sono, tuttavia, delle prigioni interiori, oltre a quelle esteriori.
Queste sbarre interiori all'espressione di s sono talora pi potenti
delle leggi o delle energiche restrizioni che limitano la capacit di
autoespressione della persona. E, poich sono spesso inconsce o razio-
4 A. LOWEN: Pleasure: a Creative Approach to Li/e (Il Piacere: un approcio
creativo alla vita); New York, Coward-Mc Cann, 1970.
18 Perch si diventa depressi
nalizzate, la persona pi strettamente imprlgtonata da esse di quan
to non lo sarebbe se si trattasse di forze esteriori.
La persona depressa imprigionata dalle barriere inconsce dei vari
11Si
dovrebbe" e <<non si dovrebbe", che la isolano, la limitano, e
successivamente ne opprimono lo spirito. Vivendo all'interno di que
sta prigione, l'individuo d la stura a fantasie di libert, concepisce
degli schemi per la propria liberazione e sogna un mondo nel quale
la vita sar diversa. Questi sogni, come tutte le illusioni, servono
a sostenere lo spirito, ma impediscono anche alla persona di confron
tarsi realisticamente di fronte alle forze interiori che la legano. Prima
o poi l'illusione crolla, il sogno svanisce, il piano fallisce, ci si ritrova
di fronte alla propria realt. Quando accade questo, l'individuo di
viene depresso e si sente senza speranza.
Nel preseguimento delle nostre illusioni, ci creiamo degli scopi irrea
li: cio scopi il cui conseguimento eventuale riteniamo ci consenti
rebbe automaticamente di essere liberi e di riconquistare il diritto
all'autoespressione, e ci renderebbe capaci di amare. Ci che irreale
non lo scopo ma il compenso che supponiamo debba seguire al suo
conseguimento. Tra le mete che tanti di noi perseguono senza sOsta
ci sono la ricchezza, il successo e la fama. Nella nostra cultura vi
una mistica della ricchezza. Dividiamo le persone fra quelle che
<<hanno" e quelle che "non hanno". Pensiamo che i ricchi siano pri
vilegiati nel senso che hanno i mezzi per soddisfare i propri desideri
e pertanto di realizzarsi. Purtroppo per molte persone le cose non
vanno a questo modo. La depressione colpisce tanto i ricchi quanto
i poveri. Non c' denaro che possa date le soddisfazioni interiori che,
sole, rendono la vita degna di essere vissuta. Nella maggioranza dei
casi, la spinta al guadagno devia l'energia da attivit pi creative e
pi appropriate all'espressione di s, e ne consegue un impoverimento
dello spirito.
Il successo e la fama appartengono ad una classe leggermente di
versa. La spinta al successo e alla fama si basa sull'illusione che ne
risulter aumentata non solo la nostra autostima, ma anche la stima
da parte degli altri, facendoci cos ottenere l'accettazione e l'appro
vazione di cui ci sembra di aver bisogno. Ebbene s, successo e fama
aumentano la stima che abbiamo di noi stessi e aumentano il nostro
prestigio in seno alla comunit. Ma questi guadagni apparenti fanno
ben poco per l'interiorit della persona. Troppe persone arrivate al
successo si sono suicidate al vertice della loro realizzazione. Nessuno
ha trovato il vero amore attraverso la fama, e pochi hanno superato
con essa il senso di solitudine interiore. Per quanto nutrito possa
essere l'applauso e per quanto frenetica possa essere l'acclamazione
della folla, tutto ci non tocca il cuore. Anche se questi traguardi
Perch si diventa depressi
19
sono glorifcati in una societ di massa, la vera vita si vive ancora a
un livello molto personale.
Pertanto possiamo defnire meta irreale quella a cui sono collegate
aspettative irreali. Il vero obiettivo dietro la spinta a far denaro, al
successo o alla fama, raccettazione, la stima e l'espressione di se
stessi. Essere poveri, non aver avuto successo nella vita o restare sco
nosciuti equivale per molte persone a essere ''nessuno" e pertanto
a essere a un tempo indegni di essere amati e incapaci di amare. Ma
si illude chi pensa che ricchezza, successo o fama, possano cambiare
chi ''non nessuno)' in '(uno che qualcuno". La persona di successo
pu apparire "qualcuno') perch circondata dai segni esteriori del
l'importanza: vestiti, automobili, una bella casa, la celebrit. Pu pre
sentare l'immagine di ''uno che qualcuno", ma le immagini sono
fenomeni superficiali che spesso hanno scarsa relazione con la vita in
teriore. Di fatto, quando una persona deve proiettare l'immagine di
"essere qualcuno", ci significa che dentro di s non si sente "nessuno".
Tale sentimento deriva dalla dissociazione dell'ego dal corpo. La persona
che si identifica con ilsuo ego e nega l'importanza del corpo, in effetti,
non ha corpo. Il non sentire pi il proprio corpo che equivale a
non sentirsi ''nessuno", costringe una persona a sostituire alla realt
del corpo un'immagine basata sulla posizione sociale, politica o eco
nomica.
Se cerchiamo di conoscere la persona che sta dietro la facciata de
comportamento sociale, dobbiamo guardare il suo corpo, sentirne i
sentimenti, e comprenderne le relazioni. I suoi occhi ci diranno se
pu amare, il suo volto mostrer se sa esprimersi; e i suoi movimenti
riveleranno il grado della sua libert interiore. Quando siamo in con
tatto con un corpo vivo e vibrante, sentiamo immediatamente che
siamo in presenza di "uno che qualcuno" a prescindere dalla posi
zione sociale che occupa. E a prescindere da quello che ci stato
insegnato, la vita viene realmente vissuta al livello personale, nd
quale un corpo entra in relazione con un altro o con l'ambiente na
turale. Tutto il resto messa in scena, e, se confondiamo la messin
scena con il dramma della vita, siamo tra gli artigli dell'illusione.
Un fne irreale ha necessit di un modo di essere che venga appro
vato, per.ch dietro a tal fne vi la necessit dell'approvazione. Il
traguardo stato originariamente posto nell'nfarzia e l'approvazione
desiderata era quella dei genitori, successivamente trasferita ad altri.
Illustrer questo aspetto del problema con un'altra cartella clinica.
Ho curato una giovane donna che era venuta a consultarmi per
una grave reazione depressiva verifcatasi in seguito alla rottura del
suo matrimonio. Aveva scoperto che il marito aveva una relazione
sessuale con un'altra donna, e la cosa l'aveva profondamente colpita.
20 Perch si diventa depressi
Era moderna, rafnata, certamente consapevole del fatto che sono cose
che comunemente succedono. Inoltre, la relazione tra marito e moglie
non era priva di conflitti; il marito non guadagnava abbastanza de
naro e la mia paziente si ingegnava a rendere il focolare domestico
confortevole per il marito e per il loro bambino. Il matrimonio inol
tre non era esente da problemi sessuali. La mia paziente, Selma, non
aveva mai raggiunto l'orgasmo nel corso dell'atto sessuale.
La depressione di Selma derivava dal fatto di aver perso l'amore
del marito? di cile calcolare quanto amore esista fra due persone,
ma, lavorando con Selma, non avevo l'impressione che soffrisse per
la perdita subita. Si sentiva.sola, ma la solitudine non l 'equivalente
della depressione. Oltretutto aveva ancora il bambino e la casa di cui
occuparsi.
Selma era abbattuta perch non aveva previsto di poter essere
tradita e di essere cosl vulnerabile alla delusione. Sofriva di una vera
e propria perdita di stima di se stessa. Si era considerata superiore
al marito da molti punti di vista. Si riteneva pi intelligente, pi sen
sibile e pi realistica. Sentiva che il marito aveva bisogno di lei. Po
teva aiutarlo a ottenere successo e a realizzare le sue ambizioni. Si
vedeva come una sorta di forza ispiratrice, come la persona che diri
geva e gestiva gli afari del marito.
facile rendersi conto del perch Se1ma fosse rimasta cosl colpita,
dato che viveva con una simile idea di s. Non poteva concepire
che suo marito volgesse la propria attenzione ad un'altra donna, poi
ch vedeva se stessa come tutto quello che un uomo pu desiderare:
la moglie perfetta. Questa immagine piuttosto gonfata di s esplose
in seguito alla delusione provocata dal tradimento del marito. L'ego
di Selma croll e lei precipit nella depressione.
Lo scopo irreale che Selma stava perseguendo era una relazione
nella quale si sarebbe sentita completamente sicura perch l'altra per
sona non avrebbe neanche potuto segnarsi di stare senza di lei. Il bi
sogno di una tale assoluta sicurezza denota la presenza di una pro
fonda insicurezza personale, che emerse nel corso della cura. I suoi
genitori avevano divorziato quando era ancora giovane ed era stata
profondamente ferita dalla perdita del rapporto con il padre. Vi erano
state altre privazioni di carattere emotivo relative ai primi anni della
sua vita che avevano modellato la sua personalit, creando in lei la
necessit di un grado esorbitante di sicurezza. Ma Selma non se ne
rendeva conto e anzi aveva trasferito il tutto sul marito. Era lui che
aveva bisogno di sicurezza, diceva Selma, ed era lei che gli avrebbe
data questa sicurezza con una devozione totale agli interessi di lui.
Gli scopi irreali ai quali Selma aveva consacrato la propria energia
erano di essere una moglie e una madre perfetta e di ottenere con ci
Perch si diventa depressi 21
l'amore costante e incrollabile che le era stato negato quando era
bambina. Uno scopo era interiore, l'altro esterno, ma entrambi erano
irraggiungibili. Lo sforzo verso la perfezione riduce l'umanit di un
individuo e diviene auto-distruttivo. Pu ottenere soltanto lo scopo
di far apparire meno che perfetta un'altra persona. Nell'atteggiamento
di Selma nei confronti di suo marito possiamo rilevare una nota di
disprezzo e sospettare un'ostilit sotterranea. Esprimeva molti senti
menti amari e negativi nei suoi riguardi mentre cercava di uscire dal.
la depressione.
La ricerca di un amore incrollabile anch'essa autodistruttiva. Ci
che Selma voleva era qualcosa di pi dell'impegno di un marito a con
dividere la propria vita con una donna. Voleva che l'uomo fosse le
gato a lei dal bisogno e dall'ammirazione. Ma nessuno desidera essere
legato, perch si tratta di una limitazione della libert di un indivi
duo. Il marito di Selma pot reagire a questa inespressa richiesta
solo con un risentimento e una ribellione -latenti, che in seguito lo
condussero ad un'altra donna.
L'investimento di energia e lo sforzo che Selma aveva fatto tentan
do di conseguire i suoi fni irreali fu considerevole. Inizi prima del
l'adolescenza e _fin solo con il suo crollo. Quando la crisi venne, era
esausta: tanto fsicamente depauperata quanto psichicamente depres
sa. E la sua depressione pu essere considerata un modo usato dalla
natura per far cessare uno spreco insensato di energia e per darle i
tempo di riprendersi. Anche se di natura patologica, una reazione
depressiva anche un fenomeno di recupero. Il collasso come un
ritorno a uno stato infantile e, con il tempo, la maggior parte delle
persone guarisce spontaneamente.
Purtroppo, la guarigione non permanente. Appena l'energia ri
torna, la persona prima depressa rinnova i suoi sforzi per realizzare
il sogno. Talora questo rimbalzo dallo stato di depressione talmente
subitaneo e incontrollabile che la persona si solleva tanto in alto dal
suolo quanto prima era sprofondata in basso. Questi violenti sali
scendi di umore dalla depressione all'esaltazione e persino alla mania
fanno presagire una successiva reazione depressiva. L'esaltazione : do
vuta ad un'esagerata presunzione che tutto sar diverso questa volta,
allo stesso modo che un alcolista giura di avere bevuto l'tima
goccia. Non : mai cos. Finch nell'inconscio persiste un traguardo
irreale che dirige il comportamento, la depressione inevitabile.
Se la depressione : comune oggi, ci si deve al fatto che viviamo
la maggior parte della nostra vita nella irrealt, e che gran parte
della nostra energia dedicata al perseguimento di scopi irreali. Sia
mo come speculatori del mercato azionario che giocano in Borsa per
ottenere proftti cartacei che olo pocbi possono incassare per goder-
22 Perch si diventa depressi
seli davvero. Questo investimento in beni azionari che giacciono al
di fuori di noi esseri umani, gonfia indebitamente il loro valore reale.
Una casa pi vasta, un'automobile di modello --pi recente, un mag
gior numero di accessori e cosi via hanno un certo valore positivo, pos
sono, di fatto, dare un contributo al godimento della vita. Ma se con
sideriamo queste cose come la misura del nostro valore personale,
se ci attendiamo che possederle dia un senso di pienezza alle nostre
vite vuote, creiamo le premesse di un'inevitabile deflazione, che de
primer i nostro spirito. Questo sicuro come l
depressione che
nel campo del mercato azionario coglie Io speculatore nel momento
in cui si afevolisce la febbre del rialzo e il mercato crolla.
Andiamo incontro alla depressione quando per realizzarci ci rivol
giamo a fonti esterne alla nostra personalit. Se pensiamo che avere
tutti vantaggi materiali di cui dispone il nostro prossimo accrescer .
la nostra personalit, o ci far essere pi in pace con noi stessi o ci
consentir di esprimerci meglio, andremo incontro ad una triste de
lusione. Allorch si instaura la delusione, .diventiamo depressi. Poich
questo l'atteggiamento che oggi hanno molte persone, ritengo che
dobbiamo aspettarci un incremento nel fenomeno della depressione e
del suicidio.
La persona diretta dal'interno
Dal punto di vista della tendenza alla depressione, le persone pos
sono essere divise in due categorie: quelle dirette dall'esterno e quelle
dirette dall'interno. Non si tratta di categorie assolute ma semplice
mente di termini utili per descrivere atteggiamenti e comportamenti;
di fatto molti si trovano a met strada, per i pi mostrano una pre
ponderanza di una tendenza o dell'altra. Per ragioni che presto diver
ranno evidenti, la persona diretta dall'esterno vulnerabile alla de
pressione mentre la persona diretta dall'interno Io molto meno.
In linea di massima, la persona diretta dall'interno ha un senso
forte e profondo di s. Al contrario della persona diretta dall'esterno,
il suo comportamento e i suoi atteggiamenti non sono facilmente in
fluenzabili dagli schemi mutevoli dell'ambiente. La sua personalit
dotata di una stabilit e di un ordine interiori e poggia sul fonda
mento solido della coscienza e dell'accettazione di s. Sta in piedi da
s e sa bene dove si trova. Queste qualit mancano alla persona che
diretta dall'esterno. Quest'ultima rivela forti tendenze alla dipen
denza, poich ha bisogno di altre persone cui appoggiarsi emozional
mente. Poi, allorch vien meno il loro appoggio, questa persona si
sente depressa. Ha quello che si dice una struttura caratteriale "orale",
Perch si diventa depressi 23
il che signifca che i suoi bisogni infantili di sentirsi sostenuto, accet
tato e di fare esperienza del contatto e del calore del corpo non sono
stati soddisfatti. Sentendosi insoddisfatto, non ha ragione di aver f
ducia n in se stesso n nella vita.
Una delle diferenze esistenti tra le persone dirette dall'interno e
quelle dirette dall'esterno rappresentata da ci in cui la persona
ripone la propria fede. La persona diretta dall'interno la ripone in
se stessa. La persona diretta dall'esterno la ripone in altre persone
e cosi corre costantemente il rischio di esserne deluso. Cerca sempre
qualcosa al di fuori di s in cui credere: una persona, un sistema,
una credenza, una causa, o un'attivit. A livello conscio si identifca
molto con i propri interessi esteriori. A prima vista, potrebbe sem
brare un approccio positivo, ed esteriormente una persona del genere
sembra essere interessata e attiva. Ma fa le cose per gli altri, e le fa
con la inconscia attesa che gli altri riconoscano il suo valore e rispon
dano amandola, accettandola, e appoggiandola. La persona diretta dal
l'interno agisce e fa le cose per s. La sua identifcazione primaria
con se stessa in quanto persona e le sue attivit sono espressione
di ci che . Trova soddisfazione nel suo modo di reagire a mondo
anzich nella reazione del mondo nei suoi confronti. Quanto ai biso
gni insoddisfatti dell'infanzia, e tutti ne abbiamo, un tipo di persona
di questo genere non si attende di vederli ora soddisfatti da altri.
Sarebbe facile dividere le persone in dipendenti e indipendenti e
fare un1equazione tra la persona diretta dall'interno e la persona in
dipendente, analogamente a quanto ho fatto stabilendo un'equazione
tra la persona diretta dall'esterno e la persona dipendente. Ho evitato
questa classifcazione perch le apparenze talora portano fuori strada.
La persona diretta dali 'esterno spesso agisce in maniera molto indi
pendente. Spesso si presenta come una persona di cui si ha bisogno
e cos d l'impressione d'essere indipendente. Tale comportamento
una chiara indicazione che la psona diretta dall'esterno e pertanto
in realt dipendente dietro la facciata dell'autosufcienza. E, come
abbiamo visto, tale ruolo ha lo scopo di soddisfare bisogni relativi
alla propria condizione di dipendenza, mentre il soggetto li nascon
de a se stesso e agli altri. La persona che pu apertamente esprimere
i bisogni relativi alla propria condizione di dipendenza, non ha tante
probabilit di divenire depressa quante ne ha la persona che li na
sconde dietro un'apparenza di indipendenza.
Un'altra diferenza importante tra questi due tipi di personalit
sta nel modo in cui riconoscono i loro problemi e defniscono i loro
desideri. La persona diretta dall'interno conosce ci che vuole e lo
esprime concretamente. Pu dire, per esempio: ''Sento che sto afati
candomi troppo e ho bisogno di riposarmi", o pu osservare: "Il mio
24 Perch si diventa depressi
corpo troppo teso, il mio respiro troppo superfciale. Ho bisogno
di aprirmi". Parla personalmente da una posizione di consapevolezza
di s. La persona diretta dall'esterno non pu farlo; le sue richieste
sono di indole generale come i termini in cui vengono espresse: ad
esempio "Voglio l'amore" oppure Voglio essere felice". Questo stile
di espressione denota una mancanza di consapevolezza di s e di quel
saldo sentire che la renderebbe centrata in se stessa come lo la per
sona diretta dall'interno.
La direzione dall'intero data da un saldo modo di sentire che
consente una sola linea d'azione. Ci non signifca che la persona di
retta dall'interno sia dominata da un singolo sentimento e che pro
ceda in una sola direzione. Tale atteggiamento implicherebbe una
rigidit che cederebbe inevitabilmente allorch la persona non potes
se pi mantenere la tensione richiesta. In una persona sana i senti
menti cambiano costantemente. Uno pu essere arrabbiato, e poi amo
revole, triste, poi pieno di gioia. Ogni forte sentimento crea una nuova
direzione che la reazione personale dell'organismo all'ambiente. Tut
te le vere emozioni hanno questa qualit personale. Sono espressioni
dirette delle forze vitali nella persona.
La fede pu essere considerata un aspetto del sentire. Pi si sente
e pi forte la fede. Uno la fede non la sente. Ci che normalmente
si sente sono le diverse emozioni. Ma allorch si agisce in base ad
un'emozione o a un sentimento vigoroso, si agisce in base alla fede:
alla fede nella validit dei propri sentimenti, alla fde nel s.
La persona a cui manca la fede ha represso tutte le forti emozioni.
Le ha sostituite con una serie di credenze o illusioni al fne di gui
dare e dirigere il proprio comportamento. Potrebbe trattarsi, ad
esempio, di uno studente estremista il quale rhiene che la- violenza
sia il solo mezzo per rovesciare un sistema da lui considerato oppres
sivo. In nome di questa credenza egli probabilmente aduner notevoli
energie ed evocher qualcosa che avr l'apparenza di sentimenti ge
nuini. Ma i suoi sentimenti non sono personali. Non arrabbiato
per un insulto ricevuto personalmente. Non triste per una perdita
subita personalmente. Ha messo da parte i suoi sentimenti personali
a favore di ci che ritiene siano i bisogni degli altri. E con questa
stessa azione si rivela una persona diretta dall'esterno. Troppo spes
so queste persone diventano depresse quando la causa per la quale
combattono e sofrono subisce un rovescio.
Non sto polemizzando contro l'impegno nell'una o nell'altra causa.
Ma evidente che la nostra occupazione primaria deve essere il per
seguimento del nostro benessere. Se ogni individuo potesse fare da
s, se potesse prendersi cura dei propri bisogni, il mondo sarebbe 1ne
vitabilmente migliore. Tuttavia la persona diretta dall'interno non
Perch si diventa depressi 25
egoista. una persona centrata in se stessa, ed un reale interesse per
s la rende consapevole di dipendere dal benessere di tutte le altre
persone che fanno parte della comunit in cui vive. una persona
veramente umanitaria perch consapevole della propria umanit, del
fatto di essere una persona.
Il fatto di trasferire i nostri problemi ad altri e di pretendere che
vengano da essi risolti una caratteristica della persona diretta dal
l'esterno. , purtroppo, anche il segno caratteristico del nostro tem
po. Con dispiacere osserviamo l'erosione graduale del senso della re
sponsabilit personale. Senza volerlo, la psicanalisi ha purtroppo con
tribuito a questa situazione. Avendo mostrato in ogni analisi com
pleta che l'individuo non ha colpa delle sue difcolt e delle sue sven
ture, ha in tal modo indirettamente incoraggiato la tendenza opposta:
la tendenza da parte delle persone soferenti ad attribuire la colpa
di tutto alla societ. Se la societ in torto, sar sempre essa a dover
rimediare al problema. Poich la societ formata da tutti gli altri,
nessun individuo si sente personalmente responsabile.
La societ un'entit vaga, ad essa manca un potere reale. Ci
che accade che il peso di tutti i nostri mali personali e sociali viene
spostato sul governo. difcile concepire come il governo possa su
perare le nostre reazioni depressive, curare le nostre tendenze schi
zoidi, proteggerei contro l'ansia, e cos via. Allorch i singoli citta
dini trascurano la responsabilit che hanno personalmente di mante
nere pulita, ordinata e sicura la comunit, al governo diviene difcile
persino fornire i servizi essenziali. un'illusione credere che il go
verno non abbia che da intervenire con stanziamenti maggiori per
rimediare a tutti i nostri problemi sociali. Tali illusioni caratterizzano
le persone dirette dall'esterno.
Una combinazione di fede e di responsabilit personale al centro
di ogni sistema religioso. Se l'individUo non avesse assunta la respon
sabilit di sostenere i principi morali ed etici Che incarnano e vitaliz
zano le sue credenze religiose, la fee religiosa non avrebbe senso. La
fede e la credenza formano un tutto integrato quando entrambe fanno
parte della vita quotidiana di una persona. In coloro che sono in pos
sesso di questa lega, la tendenza alla depressione molto ridotta.
Tuttavia anche vero che molte persone che diventano depresse
hanno mostrato un certo grado di responsabilit personale simile alla
loro apparente indipendenza. Si sono sforzati di stare in piedi da s,
ma possiamo scommettere dalla depressione che ne seguita che la
fatica non era generosa e sincera. L'analisi rivela sempre in questi
casi che lo sforzo non stato fatto per il valore che esso pu avere,
ma come mezzo per ottenere approvazione ed accettazione. Questa
responsabilit simulata molto diferente dalla fede religiosa sincera
26 Perch si diventa depressi
secondo la quale ogni individuo maturo responsabile verso se stesso
e verso il suo Dio del grado di qualit della propria vita. Non si pu
fare a meno di essere impressionati dalla forza e dal coraggio delle
persone sinceramente religiose di fronte a grandi difcolt. T aie riso
lutezza oggi non comune.
Quando una persona diviene depressa, si ha una chiara indicazione
del fatto che non sta in piedi sulle sue gambe. un segno che manca
di fede in se stessa. Ha sacrifcato la propria indipendenza in cambio
della promessa di un soddisfacimento che le venisse da altri. Ha inve
stito le p
-
lutto, la separazione
incompleta e l'ego rimane legato all'oggetto perduto ed inibito nella
sua capacit di instaurare nuove relazioni.
.
Nel lutto la perdita nota e accettata; nella melanconia o ignota
o non riconosciuta. Perch avvenga cos nella melanconia, cosa
che rendeva perplesso Freud. Proporremo, comunque, una spiegazione
pi avanti. Il fatto che la perdita non viene ammessa. L'ego si iden
tifca con l'oggetto e lo incorpora. La persona continua a funzionare
come se Lt perdita non avesse avuto luogo e modifca il proprio com
portamento per evitare il riconoscimento relativo. Ci mi risult
evidente in maniera sensazionale in un caso che ebbi in cura alcuni
anni or sono. Il paziente, una donna che da "poco aveva superato la
trentina, soffriva di depressione e di emicrania. Sin dall'inizio del
nostro lavoro mi disse che suo padre era morto quando lei aveva
sette anni. Nel orso della terapia, divenne chiaro che questa perdita
era stata crudele, poich lei aveva trasferito sul padre il profondo de
siderio di amore, di accettazione e di sicurezza che la madre non le
aveva dato. Il progresso nella terapia era costante ma lento. :1algrado
i molti miglioramenti importanti, i suoi problemi rano ricorrenti.
Quando si fece chiaro che la paziente non era in grado di stabilire
un rapporto soddisfacente con un uomo, proposi l'interpretazione che
ei ancora fosse attaccata :ll'immagine del padre. Mi sorprese dicendo
che ntm ne aveva mai accettato la perdita. In questo era stata isti
gata dalla madre che continuava a dirle: "Tuo padre osserva ogni
mossa che fai. Sa tutto quello che fai " . Stava ancora cercando di gua
dagnarsi la sua approvazione. Dopo questa ammissione vi fu un pro
fondo cambiamento in meglio e non molto tempo pi tardi la sua
terapia giunse alla fne. S'era resa conto d'aver messo in opera un
forte transfert su di me come sostituto della
.
fgura paterna e che
stava cercando1 inoltre, di guadagnarsi la mia approvazione. Allora
sent questo sforzo come una lotta che desiderava abbandonare e si
rese conto che doveva perdere anche me per trovare se stessa. Quan
do fnalmente accett la realt che era sola e che doveva starsene in
piedi da sola, fu libera di essere se stessa.
La persona che piange un defunto esprime il proprio cordoglio;
piange, si lamenta, si arrabbia per la perdita, e pu persino sottoporsi
a violenze fsiche per esprimere e scaricare il suo dolore. Se ci non
accade, il dolore dev'essere represso per essere contenuto. La sua re
pressione si traduce in una riduzione di tutti gli aspetti vitali della
personalit di un individuo. La sua intera vita emotiva si impoverisce
perch la repressione di un sentimento qualsiasi agisce reprimendo
Il punto di vista psicanalitico sulla depressione 97
tuttl 1 sentimenti. Cos Freud osserv che ''Nel lutto i mondo di
viene povero e vuoto, nella melanconia l'ego stesso" a divenire po
vero e vuoto.
Ma, mentre vero che nella depressione l'ego gravemente sgon
fato, non considereremmo la depressione una reazione puramente psi
chica. Se lo facciamo, mettiamo a fuoco l'ego ad esclusione del corpo
e manchiamo. di renderei conto di come la depressione influenzi la
personalit nella sua totalit. La depressione una perdita di capa
cit di sentire, e Freud concluse nel suo articolo "La melanconia
consiste nel cordoglio per la perdita della libido" . Poich la libido
l'energia psichica della spinta sessuale, essa pu essere considerata
l'equivalente della sensazione sessuale e, pertanto, dell'eccitazione in
generale. Per dirlo in termini fisici, la persona melanconica esprime
il lutto per la perdita della propria vitalit. Chiunque sia in contatto
con una persona depressa si rende conto che questa lamenta costan
temente la perdita di sensazioni e sentimenti, d'interesse e di desi
derio. In efetti, la persona depressa ha soferto per la perdita di s,
e non solo per la perdita della stima di s. Prima di cercare di sco
prire come questa persona abbia perso la propria essenza, seguiamo
l'ulteriore sviluppo del pensiero analitico sull'argomento.
Uno dei primi analisti, Karl Abraham, con il suo studio dei pa
zienti maniaco-depressivi, ha messo in relazione la depressione nell'et
adulta con una "depressione primaria dell'infanzia". Riteneva che la
reazione depressiva nell'adulto fosse una riattivazione di un'esperien
za analoga avuta dalla persona nella sua infanzia. Questa depressione
infantile sorgeva da "esperienze sgradevoli nell'infanzia del paziente".
In seguito a ci il neonato o il bambino prova odio verso i genitori,
e l'odio diretto principalmente contro la madre. Poich questo de
ve essere represso, il paziente "indebolito e privato della propria
energia" . Cosi nella depressione non c' solo una perdita di amore,
ma anche la repressione della risposta istintiva a questa perdita.
Questo fenomeno, della depressione infantile, fu studiato a fondo
da Melanie Klein, che cur un bel numero di bambini piccolissimi.
La Klein ha postulato che ogni bambino, nel suo sviluppo normale,
passi attraverso due tipi di reazioni; il primo tipo, chiamato condi
zione schizo-paranoide, descrive l'atteggiamento del neonato nei ri
guardi della frustrazione subita da parte della madre. Il neonato con
sidera tale frustrazione una forma di persecuzione. La seconda, chia
mata condizione depressiva, si verifca allorch il bambino si forma
una coscienza e si sente colpevole dell'ira verso la madre. Melanie
Klein scrive: " L'oggetto di cui si celebra il lutto il seno materno
e tutto ci che seno e latte sono venuti a signifcare per la mente del
bambino: cio amore, bont e sicurezza. Tutte e tre queste fasi sono
98 I punto di vista psicanalitico sulla depressione
sentite dal bambino come perdute, e perdute in seguito all'incontro!
labile avidit nonch alle fantasie e agli impulsi distruttivi rivolti con
tro i seni della madre" .2
Vi una strana logica nel pensiero di Melanie Klein che vede l'osti
lit come primaria e la perdita come secondaria. Nella sequenza na
turale degli eventi, gli impulsi distruttivi del bambino come n gri
dare e il mordere, verrebbero visti come una reazione o alla frustra
zione o alla perdita del piacere al seno. E se ci portasse alla perdita
irreversibile del seno, sarebbe naturale per il bambino diventare de
presso. Ma tale sequenza - frustrazione, ira, perdita - non pu
essere considerata uno sviluppo normale tranne che in una cultura
che scoraggi l'alimentazione al seno o la limiti a tre, sei o nove mesi.
I neonati il cui accesso al seno materno regolato dal loro bisogno
e desiderio non sviluppano "avidit incontrollabile e fantasie ed im
pulsi distruttivi" verso questa
fonte di piacere. E se il seno dispo
nibile al bambino per circa tre anni, il che ritengo sia il periodo di
tempo necessario per soddisfare i bisogni orali del bambino, lo svez
zamento provoca un trauma molto piccolo, perch la perdita di que
sto piacere compensata da molti altri piaceri che il bambino pu
allora avere.
Non capiremo mai completamente la reazione depressiva se accet
tiamo come qualcosa di normale la frustrazione e la privazione infan
tile. certamente vero che nella nostra cultura, date le esagerate ri
chieste di tempo e di energia rivolte alla nadre, sono inevitabili delle
frustrazioni e delle privazioni infantili. Se questa situazione ha Ia pre
cedenza sui bisogni del bambino, il bambino che non si adegua di
viene un u mostro". Magari, in realt, pu trattarsi del bambino do
tato di pi energia e pertanto di maggiore combattivit, mentre un
bambino pi debole e placido che fa meno storie sarebbe considerato
pi normale. Secondo questa linea di pensiero, il rimedio alla de
pressione dovrebbe essere un migliore adattamento agli aspetti nega
tivi della vita di una persona, mentre ritengo che la sola cura della
depressione consista nell'allargare il signifcato della vita aumentando
il piacere della vi t a.
Ren Spitz ha studiato l'efetto diretto sul bambino della perdita
di contatto fisico con la madre. Ha osservato il comportamento dei
bambini separati dalle madri dopo i primi sei mesi di vita perch le
madri si trovavano in prigione. Nel primo mese di separazione i bam
bini facevano qualche s.orzo per riprendere contatto con una fgura
materna. Piangevano, gridavano, e si att_accavnno a chiunque fosse
" MELANIE KLEIN: "Mouring and Its Relations to Manie-Depressive States"
The International foural of Psychoanalysis, Vol. 21, Parte 2a (aprile 1956).
Il punto di vista psicanalitico sulla depressione 99
caldo. Allorch questi tentativi di ristabilire la linea vitale di con
tatto con il sentire si dimostravano inutili, gradualmente si ritira
vano. Dopo tre mesi di separazione, i loro volti divenivano rigidi,
il pianto era sostituito da piagnistei e, inoltre, diventavano letargici.
Se la separazione continuava, si ritiravano ancora di pi, rifutavano
qualsiasi contatto, e se ne stavano quieti nei loro Ietti.
Sia nel loro atteggiamento corporeo che nel loro comportamento,
questi neonati mostravano le stesse caratteristiche che si notano nella
depressione degli adul ti. In altre parole, sofrivano di quella che Spitz
defn "depressione anaclitica" per distinguerla dalla reazione depres
siva pi complicata degli adulti. Le osservazioni di Spitz sull'efetto
della separazione prematura dalla madre furono confermate da altri
studi su questo fenomeno. Il dott. John Bowlby osserv l'efetto
della separazione su neonati e bambini che avevano da sei a trenta
mesi d'et al momento in cui era avvenuta la separazione dalla madre. In
tutti i casi in cui la separazione era stata prolungata, il bambino era
entrato in una reazione depressiva caratterizzata da distacco, man
canza di reattivit e apatia.
Lo stesso tipo di comportamento stato osservato nelle scimmie
Rhesus separate dalle madri. E questo in via sperimentale al ''Regio
nal Primate Research Center" dell'Universit del Wisconsin. Quanto
segue una relazione dell'esperimento: "nell'esperimento analogo che
abbiamo fatto, abbiamo allevato scimmie con le loro madri, quindi
le abbiamo separate le une dalle altre. Le giovani scimmie seguivano
quasi in modo identico Io schema di comportamento dei bambini de
pressi del Bowlby. Dapprima protestarono, scorrazzando per le gabbie
in agitazione. Nel giro di quarantott'ore l'agitazione era cessata, si
acquietarono e si ritimrono negli angoli delle loro gabbie. La loro
disperazione continu senzu diminuire minimamente per tre setti
mane fnch furono riunite aiie loro madri'
' .
Nella depressione degli adulti " ci troviamo di fronte a tre quesiti:
primo, cbe cosa successo nella situazione presente del soggetto per
scatenare la reazione depressiva? Secondo, che cosa successo nel
passato per predisporre l'individuo alla depressione? E, terzo, qual
la relazione fra il presente e il passato?
Ho tentato di dare una risposta alla prima di queste domande nei
capitoli precedenti. Mi ripeter qui su questo argomento per desiderio
di continuit. Una reazione depressiva si verifica allorch un'illusione
crolla di fronte alla realt. L'avvenimento del passato che predispone
a ci la perdita di un oggetto d'amore. La perdita sempre l'amore
WILLIMI F. McKINNEY, ]R., S.J. SrsuoMI e H.F. HARLOW: "Studes in
Dcpression", Psychology Today (maggio 1971), p. 62.
10 Il punto di vista psicanalitico sulla depressione
della madre e talora anche la perdita dell'amore del padre. Ma come
le due cose siano in relazione non si spiega reahnente nel pensiero
analitico. L'afermazione di Freud che l'ego si identifcato con l'og
getto perduto una interpretazione psicologica che evita il problema
del meccanismo: cio del come. La risposta deve essere trovata a
livello biologico o corporeo.
Gl studi hanno mostrato che tanto i neonati della sPecie umana
quanto quell delle scimmie hanno bisogno del contatto fsico con il
corpo della madre per funzionare normalmente. Questo contatto
eccita il corpo del bambino, ne stimola la respirazione, e carica la
pelle e gli organi periferici di sensibilit. II contatto occhio - a -
occhio di tipo amorevole tra la madre e il bambino importante per
Io sviluppo della relazione visiva del bambino con il mondo. Essendo
in contatto con il corpo della madre, il bambino viene in contatto
con il proprio corpo e con la propria essenza corporea. In assenza
di questo contatto, l'energia del bambino viene ritirata dalla periferia
del suo corpo e dal mondo che Io circonda. La depressione infantile
che deriva dalla separazione non una reazione psicologica bensl
la conseguenza fsica diretta della perdita di questo contatto essen
ziale. L'efetto sul bambino della perdita dell'amore della madre
la perdita del pieno funzionamento del suo corpo o una perdita della
sua vitalit.
La stessa cosa accade ad un adulto che perde un importante ogget
to di amore, solo che il ritirarsi dal mondo e dalla periferia del corpo
soltanto temporaneo. II funzionamento normale del corpo troppo
ben stabilito perch si abbandonino quelle che Freud chiam "le sod.
disfazioni narcisistiche del vivere" . Il corpo reagisce dando espressio
ne al proprio "dolore nel cordoglio e pertanto recupera la propria vi
ralit. La realt informa la persona che altri oggetti d'amore sono
disponibili se riuscir a liberarsi dal suo attaccamento all'amore per
duto. Ma quanto poco di tutto ci disponibile ad un neonato' Pos
siamo forse aspettarci che un neonato scarichi il proprio dolore nel
cordoglio, nella speranza di trovare un'altra madre? Una canzone ca
lypso lo dice con autenticit: <<C' solo una madre nella mia vita
ma posso trovare sempre un'altra moglie".
Per un neonato l a perdita di una madre la perdita del suo mondo,
del s e, in defnitiva, della sua vita. Se il neonato dovesse soprav
vivere, sarebbe perch la perdita non stata defpitiva; c' stato
abbastanza
tinuo. Per
attutire il dolore, il bambino deve intorpidire il proprio corpo, ed
ecco perch molti nostri pazienti che sofrono di depressione cronica
hanno dei corpi relativamente devitalizzati.
Il punt di vista psicanalitico sulla depressione 111
L'intensit della rabbia .deve essere direttamente proporzionale
al dolore provato, che, a sua volta, direttamente proporzionale alla
quantit di piacere perduto. Cos un bambino che abbia avuto una
relazione soddisfacente con la propria madre reagir in maniera pi
violenta di un altro nel perderla. Ecco la ragione per cui i bambini
che sono stati allattati al seno tollerano meno frustrazioni dei bam
bini allattati con il biberon. l1algrado questo possa rappresentare un
problema per taluni genitori, io posso dire soltanto "pi potere a
loro" (ai piccoli) . Infatti, solo non accettando le frustrazioni e le se
parzioni il bambino acquista la salute emotiva necessaria per vivere
in questi tempi tormentati. Tutti i miei pazienti depressi hano cer
cato di adattarsi sd una privazione che non avrebbero dovuto patire,
e in ognuno dei casi l'adattamento era fallito in seguito.
Gli psicanalisti si sono anche resi contO che a monte della tendenza
depressiva c' un conflitto d'amore e d'odio per l'oggetto amato, che
sempre la madre ma freyuentemente anche il padre. Karl Abraham
riteneva che la paralisi della sensibilit nella persona depressa fosse
dovuta a sentimenti equivalenti d'amore e d'odio che bloccavano qual
siasi movimento. L'odio rimosso e rivolto all'interno contro di s,
e in tal modo viene a formare uno strato negativo sul sentimento
dell'amore, che quindi non pu essere espresso. Nel suicidio viene
agito l'odio verso di s, ma una tale azione contiene anche il desiderio
inconscio di distruggere la persona responsabile di questi sentimenti.
L'odio di un bambino per 1a madre deve essere visto come una
risposta naturale alla separazione, alla ripulsa, o alla revoca dell'amore.
Quando una madre revoca il proprio amore, sia che lo faccia delibe
ratamente, sia che lo faccia senza intenzione, lei, di fatto, ad essere
distruttiva nei confronti del bambino, poich il benessere emotivo di
quest'ultimo dipende quasi interamente dall'amore di lei. La prima
risposta del bambino a questa revoca di stizza o rabbia. lIa le madri
per lo pi ritengono che le loro azioni sorgano dalla necessit
cio da fattori che sono al di l del loro controllo - e reagiscono
ala stizza del bambino con minacce e punizioni. Sandor Lorand mo
str che uno dei fattori responsabili della depressione era 'Tatteggia
mento minaccioso, frustrante, punitivo della madre". " L'ostilit che
alcuni genitori, e specialmente alcune madri, esprimono nei confronti
dei loro piccoli, incredibile. Joseph Rheingold ha studiato i maltrat
tamenti ai quali alcuni bambini furono sottoposti e fu sbalordito dalla
misura in cui le madri sfogano sui loro bambini l'odio represso nei
confronti de li e loro madri. Egli scrive: "abbiamo a che fare sempli-
SANDOR LORAND: The Technique of Psychoanalytic Therapy (La tecnica
della terapia psiualitica), New York, Intcrnational University Press, 1946.
112 Il punto di vista psicanalitico sulla depressione
cemente con la trasmissione di distruttivit da una generazione a quel
la successiva; la bambina e la donna sono una stessa cosa, e ci che
vien fatto ad una bambina viene da lei a sua volta fatto alla propria
fglia" ' oppure a suo fglio, a seconda dei casi. Rheingold vede que
sta distruttivit come una reazione della madre alla paura di essere
donna. Tale paura le fa respingere la sua femminilit respingendo il
proprio bambino che ne costituisce la testimonianza. La repulsa avvie
ne malgrado le intenzioni coscienti di amare ed accettare il bambino.
La madre diventer apertamente ostile ogniqualvolta il bambino le
far una richiesta che non pu esaudire e che, pertanto, far sorgere
in lei un senso di colpa. Il suo pianto la pu spingere alla distra
zione e perfno a sentimenti omicidi: l'afermazione "potrei strango
lare quel bambino se non la smette di piangere" non infrequente.
Cos, oltre a tutti gli altri fattori che determinano la reazione de
.
pressiva, c' anche la paura da parte del bambino del potenziale di
struttivo della propria madre. Colei che ha dato la vita pu anche
riprendersela, e ogni neonato acutamente consapevole del fatto che
la sua sopravvivenza dipende dal mantenimento di un rapporto posi
tivo con la propria madre. Pertanto, nella misura in cui sente l'osti
lit della madre, reagir con dimostrazioni d'amore. Vi sar odio,
ma verr represso in quanto troppo minaccioso. la sola spiegazione
che posso dare di fronte alle molte osservazioni riguardo al fatto che
il bambino pi respinto e insultato in famiglia diventa da adulto il
pi devoto alla propria madre. Si tratta anche del bambino che si
sente pi indegno, pi
.
colpevole e pi pieno di odio per se stesso.
In ogni madre c' un seme d'amore che pu o germinare e forire
o restare sterile. In ogni neonato l'amore per la propria madre (visto
come desiderio d vicinanza) in piena foritura, per d fronte al
rifuto e all'ostilit quest'amore appassir. Ma non morir mai. Non
potr morire perch ci signifcherebbe anche la morte del bambino.
Pertanto non abbiamo a che fare con degli assoluti ma con delle
ambivalenze nelle quali la proporzione relativa d'amore e d'odio
una misura della quantit di piacere o di dolore presente nella rela
zione. In maniera analoga la stizza che sorge dalla perdita del piacere
nella madre mista di paura. E l'afizione associata alla perdita ha
venature di speranza. La perdita non mai sentita come qualcosa di
assoluto, il bambino sente che vi sempre la possibilit che la madre
ritorni in s e si renda conto di amarlo e che il piacere di lei biolo
gicamente legato al suo. Nessun bambino pu sopravvivere senza un
po' di fede nella natura umana.
` ]OSEPH C. RHEINGOLD: The Fear of Being a Woman (La paura d essere
donna), New York, Grne & Stranon, 1964.
I punto di vista psicanalitico sulla depressione 113
Inoltre, nessun bambino pu accettare una perdita che l'equi
valente della propria perdita ed esprimerne cordoglio. La sua salute
e la sua sopravvivenza richiedono che veda la propria madre in una
luce positiva. Ci pu essere fatto dissociando il comportamento chia
ramente distruttivo della madre dalla sua personalit per proiettarlo
su una "madre cattiva" . Pi tardi, quando la realt dimostra che
non vi sono due madri, il bambino assorbe in s l'aspetto negativo
della madre. Il bambino vede se stesso come il cattivo o il mostro
che per qualche capriccio del fato si comporta in modo da meritare
il dolore che ha provato. Si pu affermare come norma generale che
il bambino non amato si sente non amabile. Ma nessun bambino pu
mettere in relazione coscientemente questi due fatti. Il bambino
non pu comprendere il pazzesco stato di cose nel quale una madre
si volge contro il proprio fglio negandogli il piacere o procuran
dogli dolore. Il bambino pu solo dedurre che il torto dev'essere
addebitato a lui quindi lui che deve addossarsi la colpa.
Ogni persona depressa porta un enorme peso di senso di colpa.
Il mea culpa il ritorello costante del depresso. Si sente colpevole
perch depresso; non pu funzionare efcacemente, un peso per
gli altri e un guastafeste per il loro umore. Cosl sembra avere ogni
buona ragione per considerarsi colpevole. La sua depressione in
ultima analisi il segno del suo fallimento. Non si rende conto che
la sua depressione derivata dal suo senso di colpa quando il peso
relativo diventato troppo gravoso da portare. Sentendosi colpevole
della propria depressione, il depresso approfondisce ancor pi la buca
nella quale si trova e rende pi difcile la propria guarigione. Ma
ogni persona depressa cieca nei confronti della dinamica psicologica
della propria condizione e per liberarla occorre un intervento terapeutico.
Il circolo vizioso .pu essere rotto temporaneamente da urta forma
qualsiasi di psicoterapia. Se si considera una malattia la reazione de
pressiva, si elimina il mauhio del fallimento e si libera il paziente
dal suo superfciale senso di colpa nei confronti della depressione. L'in
teresse e l'incoraggiamento del terapeuta agiscono temporaneamente
come un sostituto della perdita d'afetto che ha minato la sua voglia
di vivere. Con questa nuova ancora di salvezza che lo tiene in comu
nicazione con il mondo, il paziente pu lentamente emergere dall'oscu
rit, tirandosi su in piena luce. Inoltre una terapia analitica ofre al
paziente la possibilit di prendere coscienza di alcune emozioni re
presse associate alle molte perdite patite nella vita. In queste perso
ne la perdita originaria sempre associata a successive delusioni amo
rose. Se la terapia efcace, metter verosimilmente il paziente in
grado di sperimentare la perdita originaria ed ora, da adulto, di sca
ricare nell'abreazione i proprio dolore con un cordoglio appropriato.
114 Il punto di vista psicanalitico sulla depressione
Il lutto appropriato
Nel capitolo precedente stato sottolineato che un bambino pic
colo reagisce alla perdita della propria madre con esplosioni di rabbia
violenta, con grida e pianto. La perdita non viene accettata tranquil-
lamente.
.
Presso i primitivi l'espressione del lutto per la morte di qualcuno
anch'essa qualcosa di violento. se l'oggetto d'amore importante,
la sua perdita non accettata senza una scenata d'ira e d protesta.
Elias Canetti8 cita un resoconto di una lamentazione funebre tra i
Boscimani dell'Australia centrale che rivela diversi aspetti insoliti.
Appena giunge a villaggio la notizia che sta morendo un uomo, gli
uomini e le donne accorrono al capezzale dell'uomo che sta morendo,
e si buttano su di lui formando un mucchio. Al tempo stesso riem
piono l'aria di alti lamenti e infliggono ferite ai propri corpi. Final
mente, quando la morte giunge a far cessare le soferenze di quel
l'uomo, si ritirano e continuano le proprie lamentazioni in un nuovo
locale. Il signifcato del mucchio per Canetti che gli aborigeni non
accettano la perdita, << egli appartiene ancora a loro; lo trattengono
.
fra loro".
L'automutilazione nel lutto ben nota fra i primitivi. Canetti la
vede come un'espressione di rabbia. ''Vi molta rabbia in questa
automutilazione, la rabbia per l'impotenza di fronte alla morte". Ta
lora la rabbia diretta all'esterno. Esther Warnel ha descritto la
reazione delle indigene alla perdita di una giovane morta di parto.
Uno dei ragazzi indigeni le disse: "poco prima cbe il sole sorga, le
donne della citt pronunceranno una maledizione contro gli uomini.
Se ne prendono uno, ci vorr poco che lo ammazzino di botte. Le
donne si vendicheranno perch stata una donna ad essere ferita e
a morire per via del bambino". La Warner continua: "le donne non
aspettarono fino all'alba per pronunciare la maledizione. Le sentimmo
presto battere alle porte con clave, urlando con voci rauche e dispe
rate di rabbia". La mattina seguente le donne erano sottomesse e
tranquille. <ILa loro furia per il dolore e la morte era stata espressa;
erano d nuovo pronte ad accettare la serie senza fne dei loro com
piti domestici".
Se non si prova rabbia per una perdita, non si pu provare vero
cordoglio e non vi sar un lutto appropriato. nella natura degli
8 ELIAS CANETTI: Crowds & Power, New York, Viking Prcss, 1963, pp. 103-7.
EsTHER WARNER: Seven Days to Lomaland, New York, Pyramid Pubbli
cations, 1967.
I punto di vista psicanalitico sulla depressione 115
esseri umani protestare il proprio dolore e non gi sofocare la pro
testa masochisticamente. Sembra dunque strano che la nostra cultura
ammiri talmente l'uomo che pu sopportare stoicamente una perdita
senza mostrare alcuna emozjone. Qual poi la gran virt nel respi
mere il sentimento? Un comportamento del genere pu rivelare che
l'ego di una persona domina e controlla il suo corpo, ma indica anche
che viene meno un qualche importante aspetto della sua umanit.
La persona depressa ha perso la capacit di protestare contro i
proprio destino. Curando questi pazienti ho trovato che non possono
dire uperch" con voce alta e convincente. L'incapacit facilmente
razionalizzata. ''A che serve dire perch? Niente cambier". vero,
nulla cambier esternamente. Ogni primitivo che si dedica alla lamen
tazione funebre, sa, ne sono certo, che i suoi lamenti e i suoi pianti
non riporteranno in vita i defunto. Il lutto non ha questo scopo.
l'espressione di un sentimento che consente alla vita di procedere.
Quando l'espressione inibita, il flusso della vita limitato. Ci
porter ad un'ulteriore repressione di sentimento e finalmente alla
morte da vivi. La depressione una morte vivente.
L'eziologia della depressione duplice: in primo luogo vi una
perdita significativa di piacere, subita da neonati e da bambini i re
lazione alla madre. Se possiamo accettare l'ipotesi che una piena gra
tifcazione orale richieda circa tre anni di allattamento soddisfacente,
facile capire perch si sia in genere tanto vulnerabili nei confronti
della depressione. In secondo luogo, si nega al bambino il diritto
di protestare per la privazione subita e si puniscono le sue epressioni
di rabbia. Il risultato una grave perdita nella capacit di proten
dersi e di lottare per ci che si vuole. Basta osservare il comporta
mento prono delle masse per rendersi conto che la tendenza alla de-
pressione endemica nella nostra cultura.
.
D'altro canto, le proteste di massa che sta"no diventando parte
integrante della nostra scena nazionale, sono una reazione contro la
docilit emotiva che ha imbrigliato l'uomo rendendolo schiav della
macchina industriale. In realt le due tendenze, quella alla depressio
ne e quella alla protesta, appartengono allo stesso quadro. Man
mano che il signifcato della vita viene sottoposto a costante erosione
da parte della perdita del piacere di vivere, le persone divengono
sempre pi depresse. Al tempo stesso si impegnano in proteste sem
pre pi frequenti e pi ampie sperando di trovare nell'azione sociale
il signifcato che sfugge loro a livello personale. Come sfogo momen
taneo, la partecipazione ad una protesta di massa serve ad impedire
di cadere nella depressione. Ma ci signifca che la persona, per esem
pio Io studente militante, costretta a vivere in uno stato di continua
protesta per evitare la depressione. Poich questo uno stile di vita
116 Il punto di vista psicanalitico sulla depressione
impossibile, possiamo prevedere che un sempre maggior numero di
persone diventeranno depresse e suicide.
Non sono contrario alla protesta sociale per una causa legittima.
Tuttavia i problema fondamentale la perdita del piacere. Moltis
simi protestatari non cercano di riacquistare la loro capacit di pro
vare piacere bens mirano ad acquisire potere. Se acquisteranno po
tere, scopriranno che non vale nulla ai fi del piacere. L'antitesi tra
i potere e il piacere trattata in modo completo nel libro Pleasure:
A Creative Approach T o Life (Il piacere: un approccio creativo alla
vita). Se non riescono a conseguire il loro scopo, e questa la cosa
pi probabile, poich le forze che modellano la situazione sociale sono
spesso fuori del controllo degli individui, si spalanca la strada che
conduce alla depressione.
Una protesta, per essere efcace per l'individuo, deve esprimere
i suo senso personale di perdita. Quando una persona chiede: "Per
ch questo succeSso a me?" vuoi dire che si rende conto di una
perdita personale. Quando i pazienti dicono '1perch" con sentimento,
spesso scoppiano in singhiozzi mentre un _ senso di perdita e di tri
stezza cala come un'onda su di loro. Ricordo un esempio da un
workshop bioenergetico per i residenti di Esalen a Big Sur in Cali
fornia. Una giovane donna aveva fatto gli esercizi di respirazione
descritti nel capitolo precedente. Quindi si stese su d un letto ed io
le chiesi di scaldare su letto e di gridare "perch? " . Cominci facil
mente, ma i breve fu posseduta
dal sentimento. I suoi colpi diven
nero pi forti, le sue grida pi alte, fnch improvvisamente scoppi
a piangere. Quando smise di piangere, si volse verso di me e mi
chiese: " Come faceva a sapere che era questo che volevo dire?". A
parte i fatto che io avevo una percezione intuitiva dei suoi bisogni,
potei soltanto darle questa risposta: " qualcosa che tutti vogliono
dire, ma alcuni non osano e altri non possono dire". Tutti abbiamo
patito perdite e violenze che le nostre menti possono accettare ma
che i nostri corpi non accettano. Il corpo non pu scaricare il pro
prio dolore se non per mezzo di una catarsi violenta.
Fra le molte tecniche usate per portare un paziente depresso al
punto in cui pu sentire la propria perdita come un'esperienza im
mediata e dare espressione alla rabbia ad essa associata vi un sem
plice esercizio che comporta l'impiego di un asciugamano arrotolato.
Il paziente prende l'asciugamano nelle mani e lo torce con tutta la
propria forza. E si fa cosl stando generalmente distesi su di un
letto. Quindi, con la mascella spinta in avanti e digrignando i denti1
il paziente grida: dammelo". Se non lascia la presa e gli strilli con
tinuano, le braccia del paziente cominceranno a scuotersi e il paziente
si accorger che sta comportandosi come se cercasse di strappare l'asciu-
Il punto di vista psicanalitico sulla depressione 117
gamano dalla mano di qualcuno. Questo stesso esercizio pu essere
fatto anche associandolo alle espressioni: ''accidenti a te", " ti odio",
"io ti ammazzo". Spesso si trasformano in esperienze emotive intense.
Ho detto nella sezione precedente che si supera la tei1denza depres
siva quando il paziente acquista la capacit di protendersi per rag
giungere il piacere. Ci comporta qualcosa di pi di un atteggiamento
psicologico. I muscoli dell a gola, la mascella e la bocca devono essere
rilassati se si vuole fare un movimento che abbia un signifcato. Le
braccia devono essere libere e non limitate da tensioni muscolari cro
niche. Queste tensioni si formano per la paura di esprimere la rabbia
e per la rabbia provocata da una perdita. Pertanto, finch furia e
rabbia non sono scaricate, i muscoli non sono liberi di aprire la per
sona all'amore.
La terapia bioenergetica non vuole aiutare il paziente ad adeguarsi
ad una perdita che ha menomato la sua vita. Lo aiuta invece piuttosto
a superare l'efetto della perdita subita restituendo a corpo il suo
naturale stato di grazia. Nel corso della terapia il paziente prover
di nuovo le privazioni e le soferenze della sua infanzia e della sua
giovinezza. A queste reagir con rabbia e dolore. Protester contro
le ingiustizie della propria vita. Ma acquister anche i coraggio e la
capacit di protendersi di nuovo alla vita senza paura del dolore che
pu accompagnare l'apertura di un essere all'amore.
Potrete chiedere: dove trover il coraggio di rischiare di essere
di nuovo ferito uno che stato ferito malamente quand'era bambino?
La mia risposta che Ja vita coraggiosa. Il coraggio di una persona
la misura della sua forza vitale. Sinch il corpo di una persona
congelato o chiuso nel dolore della propria perdita, la respirazione
limitata, la motilit diminuita e la forza vitale ridotta. Un'appropriata
espressione di cordoglio con tutto ci che essa comporta i mezzo
impiegato dalla natura per superare lo choc e per liberare lo spirito.
compito della terapia fornire al paziente la comprensione e i
mezzi necessari per portare a compimento la propria liberazione.
6
Inganno e auwinganno
Fare il gioco
La maggior parte dei pazienti che sofrono di depressione non hanno
fatto in realt l'esperienza della perdita della madre. Hanno sperimen
tato, piuttosto, disagi e conflitti nella relazione madrefglio, che,
tuttavia, nella mente del paziente, non vengono considerati come la
causa della sua malattia. Questi conflitti sono dati talmente per scon
tati nello svolgimento regolare dell'educazione del bambino che il pa
ziente non sente di esser stato privato del naturale amore materno.
Dobbiamo anche ricordare che la reaZione depressiva, nell'adulto,
separata dall'esperienza infantile o della fanciullezza a un pericolo abba
stanza lungo di comportamento apparentemente normale. Non si trat
tava per, di un sano funzionamento, come ho precedentemente messo
in rilievo, altrimenti il paziente non sarebbe diventato depresso. Ma
i paziente non si rende conto della diferenza tra un funzionamento
che appare normale ed un funzionamento sano, pi di quanto non sia
consapevole del nesso esistente tra la O\U malattia L gli avvenimenti
della sua infanzia.
Questa mancanza di consapevolezza porta a un'ingenuit che proM
pria dell'atteggiamento della persona depressa e costituisce la sua
predisposizio!e alla malattia. L'ingenuit deriva da una negazione inH
conscia dei fatti della vita ed in particolare dei fatti della propria
vita, delle proprie privazioni e delusioni. L'efetto della negazione
d lasciare Pindivduo aperto a delusioni analoghe nella vita adulta.
L'ingenuit non esclude che la persona mostri una certa astuzia nella
vita. Infatti, le due cose spesso vanno insieme, l'ingenuit in questi
casi si rivela nei settori in cui opera la negazione; mentre l'a_tuzia si
riscontra in altri settori della vita.
L'ingenuit non va confusa con l'innocenza. Una persona innocente
manca dell'esperien7a con cui giudicare atteggiamenti o azioni. L'inno
cente esposto al disinganno,
-
ma imparer presto dalla sua delusione.
Inganno e autoinganno 119
L'individuo ingenuo ha avuto l'esperienza di essere stato ferito da
una delusione ma ne nega il signifcato. Inoltre l'ingenuo si espone
alla delusione perch non in grado di riconoscerne la natura. L'in
genuit una forma di autoinganno a cui costretta a ricorrere una
persona che viene delusa e non pu o non si azzarda a riconoscere
la verit. In tale situazione si pu essere costretti a stare al gioco
perch non si hanno alternative. Ma, se si sta al gioco, si pu fnire
col pensare che quel gioco sia la vita, che le regole del gioco siano
le regole della vita e che il fatto di vincere o di perdere rappresenti
il signifcato della propria esistenza.
Il gioco che prendo in esame qui si chiama "Allevare il bambino
piccolo" . Alcuni lettori potranno risentirsi del fatto che io defnisca
un gioco un'impresa tanto seria. Tuttavia, la seriet con la quale
ci si impegna in un'attivit non un criterio per stabilire se si tratti
o meno di un gioco. La gente prende sul s'tio il gioco di una partta
se le poste sono elevate. Ci che rende l'allevamento del bambino
una partita la contesa che si stabilisce tra un genitore ed il bam
bino. In questa contesa il bambino lotta per preservare intatta la
propria natura animale, mentre i genitori combattono per civilizzarlo.
una partita senza esclusione di colpi.
Devo dire subito che non tutti i genitori fanno dell'allevamento
del bambino il gioco di una partita. Diventa una partita quando il
risultato viene giudicato in termini di vittoria o sconftta. L'obiettivo
di un tal gioco di allevare un bambino che sia accettabile social
mente. Nel mondo moderno questo risultato incerto: contiene un
elemento aleatorio. I genitori che giocano la partita ce la mettono
tutta sperando di giocare bene le loro carte" e di vincere. Sono i
palio delle poste che non hanno nulla a che fare con la situazione
reale. Vincere, per il genitore che gioca la partita, signifca conseguire
qualche vantaggio estraneo, qnalche compenso o applauso che sancir
la sua vittoria. O anche, nel caso in cui il genitore pensi che perdere
significherebbe abbassate h stima di s, egli considera il proces
so di allevamento del bambino come se fosse un gioco.
Il nome completo del tipo di gioco praticato dai genitori : " Com
allevare il bambino piccolo senza viziar lo". I premi in palio sem
brano elevati. Il genitore che riesce ad allevare un bambino, buono,
obbedie:Ote e bene educato, lodato e riconosciuto dagli amici, dagli
insegnanti ed altri rappresentanti della societ. Il genitore che non
riesce in questo considerato invece un debole, una persona senza
autorit persino a casa propria. "Tu ti lasci calpestare dal tuo bam
bino" : questa frase rivela il disprezzo per il povero genitore che, agli
occhi di molte persone, un poveraccio senza alcun potere. C' un
altro compenso, scttociuto e spesso non riconosciuto, che il genitore
120 Inganno e autoinganno
spera di conseguire: e cio che il bambino buono sia devoto al ge
nitore specialmente negli anni del declino. Che si senta obbligato a
occuparsi del genitore ove questo si ammali o abbia bisogno di as
sistenza.
Il gioco viene fatto con un neonato o un bambino completl:
mente all'oscuro all'inizio di quanto st1 succedendo. Tuttavia si tratta
di un gioco come gli altri, in cui il bambino deve essere battuto
strategicamente se si vuole ottenere il risultato desiderato. Il geni
tore presume, e in questo ha perfettamente ragione, che il bambino
opporr resistenza e che, con l'uso opportuno di premi e di puni
zioni.. la sua resistenza potr essere superata. I premi usati sono
l'approvazione, i giocattoli, le indulgenze e cos via. Le punizioni sono
le minacce di ritirare l'amore, la disapprovazione, le restrizioni, i ca
stighi e i maltrattamenti fsici.
Il genitore che usa queste tattiche non pensa che sta giocando una
partita. Per questo padre o questa madre i problemi sono reali e se
rissimi. Il bambino a cui si lasci fare ci che vuole, nella vita sar
un fallimento, un ribelle e uno spostato e il genitore che teme questa
eventualit sente di avere la responsabilit morale di impedirlo. Si
sente giustifcato nel suo atteggiamento e pu persino identifcarlo
con l'amore. Certamente resisterebbe a qualsiasi tentativo volto a
fargli capire ce in tal modo tradisce una mancanza d'amore per
il bambino. Alla stessa stregua, considererebbe il bambino obbediente
un bambino che ama e quello ribelle un bambino ostile.
Cimentandosi in questo gioco si d prova di mancanza di fede nella
natura umana e nel proprio bambino. Se crediamo che il bambino
sia intrinsecamente un mostro, un animale selvatico che deve essere
domato e frustato per marciare in riga, dobbiamo riporre la nostra
fducia nell'autorit e nella disciplina come nelle uniche forze in grado
d assicurare una vita ordinata. Se riteniamo che gli esseri umani siano
per loro natura avidi, egoisti, disonesti e distruttivi, potremo far
ricorso solo al potere poliziesco o a quello dell'esercito per control
larne il comportamento. Questi atteggiamenti possono apparire ecces
sivamente severi, ma possiamo essere indotti ad usarli se non abbia
mo fede nella vita. La fede implica la fducia nella propria natura
e, per estensione, la fducia nella natura degli altri. Una persona do
tata di fede confda di poter fare da s ci che giusto e ha fducia
che anche gli altri, compresi i propri bambini, possano fare altret
tanto. Una persona senza fede non ha fducia in nessuno.
Se un genitore non ha fducia nel proprio bambino, difcile ca
pire come il bambino possa sviluppare la fede in se stesso o nel suo
genitore. La relazione tra genitore e bambino degenera da un rapporto
d'amore e di rispetto reciproco in uno di conflitto e di tensione. Cia4
Inganno e autoinganno 121
scuno vede l'altro come un avversario, al quale, peraltro, legato.
Nascono risentimenti che alienano ulteriormente due persone i cui
interessi dovrebbero essere comuni. Un genitore vuole vedere il suo
bambino felice e soddisfatto e il bambino vuole che il genitore provi
piacere per la sua gioia. Questi sentimenti pervadono molte relazioni
genitorebambino che sono basate sull'amore e sulla fducia. Mancano
purtroppo nei rapporti in cui i genitori si cimentano in giochi con
gli atteggiamenti dei bambini.
Senza fede non c' vero amore. In assenza di fede, l'amore che i
genitori ofrono ai bambini condizionato dal comportamento di que
sti ultimi. L'amore condizionale, implicito nell'osservazione: "la mam
ma ti vuol bene quando sei un bravo bambino", non solo reca con
s la minaccia della perdita dell'amore, ma equivale davvero a una
repulsa del bambino. Difatti, la madre dice che non pu amare il
bambino cos com', ma solo se L quando abbandona le sue reazioni
spontanee e diviene sottomesso e obbediente. Poich i bambini sani
normalmente mostrano una certa caparbiet ed una certa intransi
gepza come componente di una consapevolezza crescente di s, tale
atteggiamento da parte della madre costituisce di fatto un riprendersi
l'amore. Ma ci sono molti casi in cui l'amore viene veramente ritirato
al bambino, quando una madre diventa fredda e ostile per piegare
l 'intransigenza del bambino. Si tratta d un gioco che non pu essere
fatto facilmente o alla leggera: sempre terribilmente serio.
L'osservazione quotidiana mostra che sono pochi i genitori che
non usano questi mezzi per mettere in linea i loro bambini - in linea
con il modo in cui essi stessi erano stati allevati - e sono pochi i
genitori che non giustificano le loro azioni con -le necessit della
vita. Un genitore non pu darla costantemente vinta al bambino. Un
genitore non pu consentire che un bambino governi la casa. I geni
tori sono anch'essi persone, con le loro necessit da soddisfare. Pur
troppo queste troppo spesso sembrano in conflitto con i bisogni o i
desideri del bambino, e in questo conflitto i bisogni del bambino
fniscono per ridursi ad un minimo. Allora, quando il bambino piange,
inquieto, o fa una scenata di collera, i genitori si sentono maltrat
tati reagiscono con ira e con ostilit.
I genitori che fanno questo gioco vedono sempre il problema
come una questione di principio, non di circostanza. t una questione
di principio il non consentire al bambino di averla vinta. Un bambino
pu sentire questo antagonismo e reagisce ad esso con un'eccessiva
aggressivit. Una volta che sono tracciate le linee del conflitto, il ti
sultato della lotta pu essere soltanto disastroso. Se i genitori cedono
per un senso di colpa o semplicemente per far star tranquillo il bam
bino, lo viziano. Sentendo la propria debolezza, cercheranno ei essere
122 Inganno e autoinganno
pi fermi alla prossima occasione. Ma il bambino, avendo imparato
che pu fare a modo suo creando disturbo, contrattaccher con rin
novato vigore. In queste situazioni, la battaglia non avr mai fne,
poich i genitori riusciranno talora a soprafare la resistenza del bam
bino e altre volte cederanno. Anche per il bambino il problema di
venta una questione di principio: per principio si opporr a qual
siasi richiesta dei genitori.
Un bambino che cresca in un ambiente del genere non si forma
mai una fede nella vita. Ha imparato che pu ottenere ci che vuole
contrapponendo a chi gli si oppone un'abilit strategica supc: riore e
gridando pi forte. Ma coloro che gli si oppongono sono le stesse
persone del cui amore ha bisogno e_ ,tra qnesti ci sono tutti coloro
con i quali desidera essere in intimit. Ha anche imparato come ma
nipolare le persone giocando sul loro senso di colpa ed user questa
tattica quando la sua prepotenza manchr lo scopo. Il carattere che
si forma partendo da queste esperienze, ha una forte venatura sado
masochista, che trasforma in sconftta ogni sforzo per conquistare
l'amore. Ogni sconftta fnir in una reazione depressiva dalla quale
l'individuo si risollever quando in lui torner la determinazione di
agire e vincere. Le reazioni depressive di questa personalit non sono
genetalmente cos gravi quanto quelle descritte nei due precedenti
capitoli
_
Hanno la caratteristica di essde intermittenti, mascherando
cos la natura cronica del problema.
La severit il solo modo per ottenere una disciplina efcace. Ma
ci si pu chiedere in quale misura sia necessaria la disciplina con i
bambini. Il concetto di disciplina come viene usato in questo conte
sto comporta la punizione se l'autorit del genitore viene sfdata.
Quando pensiamo alla disciplina come autodisciplina, questo conno
tato manca. C' un'importante differenza tra i due tipi di disciplina.
Lo studio di qualsiasi branca del sapere una disciplina perch chi
si dedica al suo studio si sottopone all'autorit del suo insegnante.
Diviene un discepolo: cio uno che seguir il maestro e imparer da
lui. Nia il discepolo non viene punito se sfda l'autorit del maestro.
Pu essere mandato via o semplicemente rimproverato. La punizione
dev'essere usata quando si cerca di addestrare un animale o una per
sona ad obbedire ai comandi. L'addestramento e l'apprendimento so
no due procedimenti molto diversi. Addestriamo anzich educare
quando non crediamo che ci che ofriamo si accordi alla natura dello
studente e che sia da lui desiderato.
Un bambino seguir naturalmente la strada segnata dai suoi geni
tori se questa una strada d'amore, d'accettazione e di piacere. Ri
spetter i loro valori e si identificher consapevolmente con essi. !la
afermer anche la propria individualit e chieder la libert di sco-
Inganno e autoinganno 123
prire da solo come stanno le cose. In questo modo imparer ci che
deve sapere della vita e crescer diventando una persona matura e
indipendente che pu stare in piedi da sola. La via che seguir non
sar molto diversa da quella dei genitori. Perch dovrebbe esserlo?
Dato che la via percorsa dai genitori
-
stata per lui una fonte di pia
cere, non ha alcun motivo di apportarvi dei cambiamenti radicali.
Questo il modo in cui funziona la fede.
Un bambino pu anche essere addestrato a seguire la via percorsa
dai genitori con una utile disciplina. Combinando opportunamente for
za e seduzione la sua personalit pu essere strutturata secondo il
modello voluto dai genitori. Naturalmente, se i premi sono insuf
cienti o la punizione troppo severa, il disegno pu fallire. Tuttavia,
ha spesso successo, e il bambino impara a giocare la partita. Sa quale
comportamento otterr l'approvazione dei genitori e quale invece far
loro dispiacere. Far dunque ogni sforzo consapevole per essere ci
che essi vogliano che lui sia. Inconsciamente, si risentir, nel pro
fondo, della mancanza di fducia in lui e di accettazione nei suoi con
fronti, ma questi risentimenti debbono rimanere inconsci se
.
deve
stare al gioco. Dovr reprimere ogni sentimento di ostilit o di ri
bellione.
Il bambino che impara a fare questo gioco, apparir integrato ad
un osservatore medio che sa solo osservare gli aspetti superfciali del
comportamento senza vedere la qualit della risposta corporea che
lo sostiene. Questi non si render conto se una persona ha una solida
base nelle gambe o nel corpo. Osserver solo che quel bambino o quel
giovane sembra star bene con i genitori e con le altre fgure autore
voli, che va bene a scuola e che non mette in discussione la direzione
della sua vita.
Questo bambino apparentemente ben integrato pu continuare per
anni a giocare la partita di essere e fare ci che ci si attende da lui.
La sua condotta otterr l'approvazione della maggioranza, ed egli con
sideter questa approvazione un segno d'amore. Ma presto o tardi,
un qualche avvenimento lo porter alla delusione. La partita improv
visamente perder signifcato, anche se lui probabilmente non se ne
accorger. Sentir che ha perso l'interesse e la motivazione per con
tinuare il gioco. Diventer depresso ma non ne conoscer la ragione.
Quest'sperienza piuttosto difusa illustrata dal caso di Marta.
La donna su di un piedistallo
La prima volta che incontrai Marta fu ad un seminario di forma
zione professionale in analisi bioenergetica. Era venuta con il marito,
124 Ingnno e autoinganno
che era uno psicologo clinico, per vedere che aiuto avrebbe potuto
ottenere da questo nuovo metodo. A questi seminari, destinati a pre
parare degli specialisti, i miei co!laboratori ed io spieghiamo la rela
zione esistente tra l'atteggiamento del corpo e la personalit. Met
tiaro in rilievo come una diagnosi di problemi di personalit possa
essere fatta partendo dal modo in cui una persona trattiene e muove
il proprio corpo. Poi facciamo fare ai partecipanti alcuni degli eser
cizi bioenergetici descritti nei captoli precedenti, per mostrar loro
come i loro problemi possano essere risolti scaricando le tensioni
muscolari croniche che sono la controparte fsica di tali problemi.
Ci che mi fece pil1 impressione nel corpo di Marta fu il suo por
tamento. Aveva tirato in su la parte superiore del corpo, come per
efetto di uno sforzo cosciente; le spalle erano sollevate, il torace
era alto e gonfo, mentre le zon.. addominali e pelviche del suo corpo
erano tese e anche esse tirate in su. Le gambe erano rigide V sottili,
e i loro muscoli talmente contratti che esse parevano degli stecchini.
Potevo percepire che non era dentro le proprie gambe e che queste
funzionavano come supporti meccanici. La parte inferiore (dalle anche
in gi} mi colp perch somigliava ad una sorta di piedistallo su cui
poggiava la parte superiore del corpo.
La figura, qui riprodott<l, i\lustr l'idea del piedistallo che pu essere
Inganno e autoinganno 125
data da un corpo umano. Si tratta, naturalmente, di una fgura sche
matica.
Quando feci osservare questo a Marta, ebbi l'efetto di toccare
una corda sensibile. Sentiva di essere sempre stata messa su di un
piedistallo, prima dai genitori e poi dal marito. Quest'ultimo lo con
ferm, afermando di aver idealizzato Marta come la moglie perfetta.
Entrambi furono molto impressionati dal fatto che io fossi in grado
di vedere tutto questo nel corpo di lei. Partecipando agli esercizi in
tesi ad approfondire la respirazione e a far acquistare 'grounding'
nelle gambe, Marta si rese conto che i suoi problemi avrebbero do
vuto essere trattati sia dal punto di vista fsico, sia dal punto d
vista psicologico.
La storia che Marta mi raccont, in occasione della nostra prima
seduta privata, fu che aveva funzionato bene come moglie e come
madre negli ultimi dieci anni. Poi era divenuta depressa e non riu
sciva pi a sbrigare le faccende domestiche. <Prima che ci accades
se", disse, '' ricordo che la gente diceva che sembravo sempre felice.
Fino ad allora mi sentivo sempre a1legr:, anche se avevo di tanto in
tanto sentimenti di avvilimento.
"Un giorno avvenne che quando mio marito torn a casa, io avevo
un problema nei confronti dei genitori. Volevo parlarglienc, ma
lui era tutto preGo dai suoi afari. C'eravamo accordati che l'uno sa
rebbe stato sempre disponibile per l'altro. Io stavo sempre ad ascol
tarlo mentre mi parlava delle sue difcolt; allora continuai a chie
dergli di starmi a sentire. Lui disse: 'Non voglio starti ad ascol
tare'. Io gli risposi che non potevo essere ci che lui voleva che io
foBsi. Dovevo essere me stessa. A questo, lui rispose: 'Dove mia
mCg;He? Tu non sei la moglie che conosco'.
" Fino a quel momento, mio marito mi aveva idealizzata, ritenendo
che fossi perfetta. Si sent tradito e io a mia volta mi sentii tradita.
Lui si artabbi, e cos cominciai a ritirarmi sempre di pi in me
stessa. Si sentiv<l deluso da me perch non mi prendevo piU cura
della casa. Non ero la persona responsabile che aveva ammirato. Io
ero arrabbiata e furiosa per i sentimenti cattivi che non riuscivo ad
esprimere. La mia depressione si approfond e mi sentii disperata.
La prima rottura ebb. luogo alctmi mesi or sono ad un altro semi
nario. Mio marito ed io fummo incoraggiati a litigare, e lo facemmo.
Dopo quella esperienza mi sentii liberata per un po' e questo f per
me un raggio di speranza".
Appariva evidente dal suo corpo che Marta non riusciva facilmente
a scendere dal piedistallo. Da un lato non aveva la sensazione di essere
in grado di stare in piedi da sola. D'altro lato, era consciamente im
pegnata nel ruolo che stava interpretando. Ci si fece evidente in se-
126 Inganno e autoinganno
guito a un incidente che capit poco dopo che avevamo cominciato
la terapia. Marta mi raccont quanto era accaduto.
" Ieri mi trovavo ad un seminario, e qUello che conduceva il gru p
po cominci a prendersela con me e a criticarmi senza ragione, al
meno per quello che potevo capire io. Cominciai a deprimermi. Mi
sentii ferita e sul punto di scoppiare a piangere, eppure non riuSdvo
ad arrabbiarmi. Nemmeno oggi posso arrabbiarmi pensandoci. Mi
resi conto che questo era ci che mia madre aveva fatto con me per
tutta la vita. Allo stesso seminario un'altra partecipante mi stava
mettendo su di un piedistallo. Mi indic pi volte come il suo ideale.
Ci mi irrit e mi rattrist, ma mi fece anche piacere. Compresi che
mi piaceva essere guardata, anche se sentivo che in realt non me lo
meritavo" .
Per liberare Marta dal suo piedistallo, il procedimento terapeutico
appropriato sarebbe stato quello di richiamare le sensazioni nella parM
te inferiore del corpo, che era relativamente immobilizzata come si
addice ad un piedistallo. Si poteva raggiungere questo scopo appro
fondendo la respirazione di Marta, gravemente bloccata a livello dia
frammatico, e facendo usare alla paziente le gambe in movimenti
espressivi come quello di sferrar calci per protestare contro quanto
le ra stato fatto. Sarebbe stato anche necessario che si rendesse
acutamente conto del trauma che aveva subito. Doveva sentire la per
dita di quella parte della sua personalit che era rappresentata dall'im
mobilit della parte inferiore del suo corpo e afrontare il dolore e
l'alllizione legati a tale perdita.
I disturbi della personalit sono caratterizzati non solo da una
certa perdita della funzione ma anche dalla perdita della consapevo
lezza associata alla funzione. Per esempio, una persona afetta da mio
pia non solo minorata sul piano visivo, ma si trova anche in dif
fcolt nel comprendere le relazioni. La funzione visiva e la funzione
percettiva non possono essere dissociate.
Marta presentava un altro aspetto di questo fenomeno. Essendo
su di un piedistallo, le mancava la capacit di reggersi in piedi, da
ci si pu dedurre che le sarebbe mancata la comprensione del pro
prio problema. Per la comprensione necessario che si possa sentire fino
nel centro vitale o nelle radici del proprio essere. Signifca conoscere
una cosa a partire da terra. D'altro canto, si pu avere una compren
sione intellettuale abbastanza profonda dei fattori psicologici colle
gati alla reazione depressiva sollevandosi al di sopra della situazione
e vedendola oggettivamente. Purtroppo conoscere una cosa con la
testa non la stessa cosa che conoscerla" con i visceri. .arta era
stata presa in questa scissione in due della sua personalit. Forse
Inganno e autoinganno 127
avrebbe potuto conoscere la ragione della sua depressione, ma non
era in gmdo di sentire sul piano emotiv' la propria condizione.
Per comprendere veramente il proprio problema, Marta avrebbe
dovuto entrare nella parte inferiore del suo corpo o mettersi in con
tatto .con essa. Se lo avesse fatto, avrebbe sperimentato o compreso
la propria natura auimale. Sarebbe entrata in contatto con le proprie
passioni, avrebbe sentito la propria sessualit, si sarebbe resa conto
della propria femminilit. Tutto ci era andato perduto per lei nel
momento in cui era stata messa su di un piedistallo. Divenne una
persona modelo (la bambina perfetta, la moglie perfetta e la madre
perfetta), ma fu costretta a sacrifcare la propria umanit e realt.
questo il prezzo elevato che si paga per acquisire la cosiddetta 'caccet
tabilit sociale" . Toan, che era stata costretta ad adottare il ruolo di
una statua, avev
represso una parte ancora maggiore di s nel co
siddetto processo di civilizzazione.
Nel secondo capitolo, ho messo in rilievo che la parte superiore del
corpo si identifica con la coscienza e con l'ego, e che la parte inferiore
si identifica con l'inconscio e con la sessualit. Nella mitologia1 il dia
framma paragonato alla superfcie della terra. Sotto il diaframma
ci sono le regioni sotterranee, l'abitacolo delle faze oscure, le pas
sioni che non sono completamente sottoposte al controllo razionale
della mente. I sentimenti della parte superime del corpo sono pi
vicini e pertanto pi soggetti all'autorit dell'ego. Queste idee mito
logiche o primitive possono sembrare strane al sofsticato pensiero
moderno, ma dobbiamo riconoscere che si basano su dati soggettivi:
cio sul sentimento e sulla percezione di s. Scartando tali dati, la
scienza ha favorito una spaccatura tra il pensiero e il sentimento, l'ego
e il corpo, l'uomo e la natura.
Una visione onnicomprensiva della vita richiede l'integrazione di
dati obiettivi e soggettivi, di fenomeni consci e inconsci, di cono
scenza e di comprensione. Una - terapia totale riguarda simultanea
mentre psiche e soma. Per abbracciare interamente l'individuo, procede
in due direzioni: da terra in su e dalla testa in gi: analisi dall'alto
e analisi dal basso, come dice Sandor Ferenczi. Guardiamo ora i fatti
della vita di Marta come sono venuti alla luce nella terapia.
Marta era figlia unica, e ci evoc agli occhi di sua madre lo spet
tro della bambina viziata. Sua madre spesso diceva che mai e poi mai
avrebbe accettato di avere una figlia viziata ed era orgogliosa del fatto
che Marta non lo fosse. _arta mi disse che sua madre metteva ben
ERICH NEUMANN: Tbe Origins and Hystory of Consciousness; Bollingen
Foundation, New York. Trad. it. Storia delle origini della coscienza, Astrolabio,
Roma.
128 Inganno e autoinganno
in chiaro che il suo amore e la sua approvazione erano condizionati
dal fatto che Marta fosse e si comportasse nel modo in cui voleva lei
e che non avrebbe tollerato alcun altro comportamento. Diversi ri
cordi della prima infanzia ci spiegano come fosse tradotto in realt
l'atteggiamento della madre. N1arta si ricordava quanto segue: " Il mio
ricordo pi antico riguarda una bambola alla quale era successo qual
cosa. La faccia era diventata molle e, quando cadeva nella sabbia,
questa ci restava attaccata. Mia madre butt via la bambola. Ricordo
la scena in cui piangevo perch la rivolevo indietro ma mia madre fu
inflessibile. Persino quando mia nonna si ofr di andare a reuperarla
tra le immondizie, mia madre non glielo permise.
"Un altro ricordo riguardava Io stesso una bambola che era stata
-mandata in una clinica per bambole quando si era rovinata la faccia.
Una volta restituita riparata, la bambola fu sistemata in cima al frigo
rifero e mi si disse che non avrei potuto prenderla sinch non avessi
mangiato le mie uova. Non riuscii a mangiare le uova e non mi ri
cordo di essere mai riuscita ad ottenere quella bambola. Mio padre
spalleggiava mia madre in questo. E lei credeva sempre di poter se
gretamente controllare mio padre. Ricordo di aver fatto la testarda
e di non aver pianto.
-
Questo ricordo successivo al primo".
Non si riesce a capire come una bambina possa essere viziata sem
plicemente risparmiandole il dolore di perdite di questo genere. Non
c'era nemmeno un vero problema fnch i genitori non l'ebbero creato
costringendo la bambina ad una posizione di sfda e di ribellione. Una
volta sollevato, per, il problema divenne una gara di volont con
trapposte. Prima era semplicemente una questione di quanto piacere
i genitori potessero permettersi di lasciare alla bambina e di quanto
dolore avrebbero dovuto necessariamente procurarle. A me sembra
che l prima considerazione di genitori che non siano nevrotici di
veder felice la loro bambina. Questo non stato per il punto di
vista della madre di Marta, che cominci a giocare la partita quando
Marta era ancora molto piccola.
Marta racconta una storia rivelatrice, che si riferisct all'epoca in
cui aveva soltanto due mesi: " Udii che loro due (la madre e la nonna)
mi avrebbero cullata e mi avrebbero dato il latte fnch non mi fossi
addormentata. Una volta, avevo allora due mesi, mia madre decise
di !asciarmi piangere fnch non ne potevo pi. Piansi per delle ore:
mia nonna stava impazzendo, ma mia madre si rifut di !asciarla
entrare nella mia stanza. Finalmente smisi di piangere e mia madre
disse: !Andiamo a vedere' . Aprirono la porta e videro. Ero ciano
tica. Avevo vomitato e stavo sofocando nel vomito. Mia madre dice
inoltre di avermi messo dell'olio amaro di aloe sulle dita per impe
dirmi di succhiarle o di mordermi le unghie, e ho sentito, sempre
Inganno e autoinganno 129
da lei, che usava fccarmi in bocca una cucchiaiata di focchi d'avena
per poi mettervi sopra il suo seno per chiudermi la bocca. Mia madre
queste storie le racconta con orgoglio".
I primi anni di vita di Marta furono pieni di conflitti e di tor
menti. Vomitava spesso da bambina e sofriva di mal di macchina.
Faceva scenate e capricci, gridava e si strappava i capelli. Mi disse:
" Ero considerata pazza. Se mi chiudevo nella mia stanza, mi punivano
portandomi via degli oggetti o facendomi saltare la cena. Mia madre
era semplicemente ben decisa a non avere bambini viziati in famiglia".
La madre di Marta cerc di controllare ogni aspetto della vita
di sua figlia, sempre con ia fssazione di farlo per il bene della bam
bina. Nessuna funzione escretoria della bimba sfuggiva alla sua atten
zione. " Appena andavo di corpo dovevo chiamare mia madre perch
venisse a vedere. Se non la chiamavo venivo sgridata. Ricordo un
clistere che mi fece quando avevo cinque o sei anni. Dovetti essere
tenuta ferma da tre adulti. Lottai, grafai e gridai. Mi sistemarono
di traverso sulle ginocchia di mio padre e mi fecero il clistere, ma
fu l'unico".
Qualche volta, dopo i sei anni di et, la resistenza di Marta nei
confronti dei genitori crollava. Il cambiamento coincise con l'inizio
del periodo di latenza, quando si ritira la marea della sessualit in
fantile. Aveva qualcosa a che fare con la sua inabilit nel risolvere
il conflitto edipico. Ricorse all'eliminazione delle sensazioni sessuali
(non delle sensazioni genitali) che aveva per suo padre, e cos immo
bilizz la parte inferiore del corpo. Un altro fattore della sua sotto
missione fu l'inizio della scuola, che introdusse Marta in un mondo
nuovo con esigenze nuove. Marta divenne una bambina obbediente;
quindi cerc di essere e di fare ci che i suoi genitori volevano. Fu,
per esempio, la prima della classe. "Se lo aspettavano da me", disse.
" Ricordo che avevo preso novantanove e mezzo su cento a un esame
della scuola media. Ebbene, mia madre disse che se ero in grado di
andar cos bene, avrei potuto benissimo arrivare anche a cento".
Si potrebbe pensare che, conoscendo questi traumi, Marta vi avreb
be reagito emotivamente e si sarebbe liberata dello stato depressivo.
Ma dobbiamo ricordare che era depressa perch la sua capacit di
reagire emotivamente era bloccata. Durante le prime sedute della te
rapia i nostri sforzi furono diretti alla mobilitazione del sentimento
per mezzo degli esercizi di respirazione, dell'induzione di vibrazioni
nelle gambe, del tirar calci, dello strillare "No", e cosl via. Bench
facesse del suo meglio, Marta progrediva molto lentamente. Una volta
ricorsi ad una sorta di terapia d'urto per scuoterla un po'. Essa con
sistva nel tambureggiare sulla parte superiore della sua schiena leg
germente, con i miei due pugni chiusi. La sua respirazione si fece
130 Inganno e autoinganno
spasmodica, ma non si verifc alcuna reaztone. Ripetei il tambureg
giamento e Marta proruppe in singhiozzi.
Dopo aver singhiozzato per un po', Marta si diresse verso il letto.
Diede dei calci nel letto e grid: "Perch". Sentiva: "Perch mi
avete ferito? Perch devo essere ferita?". Ma questa era la prima
volta che la voce di Marta si elevava fno a divenire un grido. Tut
tavia quando le chiesi di colpire i letto con una racchetta da tennis,
non riusd ad evocare alcun sentimento di rabbia per essere stata
ferita. Allora esercitai una certa pressione sui muscoli scaleni ante
riori ai due lati del collo. Marta cominci a gridare di nuovo e con
tinu anche dopo che ebbi smesso di premere. Disse di riuscire ad
avvertire i terrore nel proprio corpo, ma di essere staccata da esso
con la testa. Il terrore era tanto sconvolgente che non poteva permet
tersi di percepirlo soggettivamente. Tuttavia, alla fne della seduta,
si senti liberata e con un certo 'grounding'. Tutto il suo corpo era
in uno stato di vibrazione.
Nelle poche sedute successive, Marta si rese conto di un forte con
flitto tra la prospettiva di abbandonarsi o di lasciarsi andare che con
siderava come una sorta di intemperanza, e la prospettiva di fare ci
che si supponeva avrebbe dovuto fare e cio di tenersi su. Fu in
grado di mettere in relazione il sentimento di intemperanza con il
padre, che '' intemperante, si mette a letto per la pi piccola ma
lattia e si deprime. Mia madre" , diceva, "crede che non si debba
mai cedere. Poteva anche essere in punto di morte ma non c'era pe
ricolo che smettesse di lavorare" .
Feci osservare a Marta che la parte superiore del suo corpo rappre
sentava i valori della madre -controllo, successo e orgoglo -, men
tre la parte inferiore con il suo orientamento sessuale era da met
tersi in relazione al padre. Cosl come la madre di Marta segretamente
dominava il padre, l'ego di Marta, associato alla met superiore del
suo corpo, ne negava e controllava la sessualit.
Un'indicazione dell'intensit di questo conflitto pu essere ricavata
dalle seguenti osservazioni: "Ho la sensazione di voler arrendermi
ma temo che poi sarebbe fnita: dopo diventerei un vegetale. Ho bi
sogno di una scusa come quella di essere malata per stare a letto a
riposarmi, altrimenti mi sento colpevole. Ho paura di diventare caM
tatonica, se mi ritiro. Devo combattere quella tendenza". Il lasciar
perdere era riferito ai valori di sua madre. Non vedeva alcuna alter
nativa tra la tendenza aggressiva dell'ego di sua madre e la passivit
sessuale di suo padre.
Dopo queste sedute, Marta ridivent depressa. Disse: nMi sento
in uno stato di collasso. Tutto sembra un gran peso per me, ma non
ho alcuna scusa per scansare le faccende domestiche. Sento di essere
Inganno e autoinganno 131
in uno stato di sospensione della vivacit: senza pensieri. Posso sfor
Larmi ma deprimente". Marta era stanca fisicamente: i suo corpo
aveva bisogno di riposare, di recuperare la propria energia e la pro
pria forza. Molti pazienti, tuttavia, non vogliono accettare questo
realistico bisogno del corpo. Si attendono che la terapia liberi, come
per magia, una riserva intatta di energia. Non si rendono conto che
si sono sforzati attingendo alle riserve per anni e che la depressione
sopravvenuta, quando queste riserve si sono esaurite. Marta dove
va abbandonarsi al corpo se voleva star bene.
Nella seduta successiva riuscl ad avere delle vibrazioni nelle gambe
tramite la respirazione profonda. Allora, quando esercitai di nuovo
una pressione sui muscoli del collo, cominci a piangere e a gridare
Mamma". Le grida fnirono i un senso di frustrazione e di dispe
razione. " Non serve a niente", disse. La mamnia non verr mai.
Puoi gridare quanto ti pare ma non fa differenza. Anzi potrebbe
essere tutto alla rovescia. Starebbe via ancora di pi. Non voleva
avere una bambina viziata, anche se ero fglia unica. Mia madre usava
dire: 'Non bisogna dare ad un bambino una cosa solo perch la vuole.
I bambini le cose devono guadagnarsele' . Per quanto mi sforzi, non
mi sembra mai di ottenere ci che voglio" . Ci che voleva realmente
era l'amore e l'accettazione, che non si ottengono con uno sforzo.
Marta, poi, cominci a dire: Ti detesto" . Dicendo questo, osser
vava: "Dapprima ho provato terrore, ma poi si trasformato i un
sentimento di rabbia furiosa. Possiamo scommettere che Marta era
terrorizzata da sua madre ed era anche furiosa nei suoi confronti. Il
blocco di questi sentimenti faceva parte della sua predisposizione alla
depressione. Alcune sedute dopo, Marta disse: {Tutto i volere i
bottigliato dentro di me. Non sono capace di protendermi e di chie
dere o prendere. Mia madre diceva che non dovevo essere egoista
come un mio amico che voleva e chiedeva le cose. Ricevevo le cose
solo se me le meritavo.
{Il modo usato da mia madre per respingere consiste nel diven
tare calma e fredda come il ghiaccio, nel prendere le distanze. Ri
cordo che quando faceva cos mi spaventavo perch m chiedevo cosa
sarelbe successo. Una volta che, da piccola, volevo andar via di casa,
mia madre mi disse: {Va bene, ti aiuter a fare le valigie' . Io m
misi seduta su un gradino. Mi sentivo smarrita, come se ormai non
potessi pi tornare. (Se diventi una bambina stupida, non t vogliamo',
mi diceva mia madre" .
Per due mesi Marta lott contro un senso di inutilit. Non poteva
pi essere una fgura ideale - in efetti non voleva pi esserlo -
ma non riusciva nemmeno ad afermare i propri desideri. Lavoram
mo costantemente alla sua respirazione, allo scaldare, al percuotere
132 Inganno autoinganno
e allo strillare. Malgrado il senso di inutilit che provava, le forze
vitali del suo corpo venivano mobilitate per liberarla dal vicolo cieco
in cui si trovava.
" Per due settimane", disse Marta, ((mi sono sentita malissimo.
Ho avuto lo stomaco in disordine, diarrea e nausea. Poi mi venuto
il mal di gola e mi si congestionato il petto. Due giorni fa ho sen
tito una rabbia tremenda. Volevo grafare, torcere il collo a qual
cuno, mordere e cos via, ma non potevo abbandonarmi a questi atti.
Da qualche parte doveva pur andare a fnire, cos divenni depressa.
Mi sento gonfa e dolorante in tutto il corpo. Mi sento come in le
targa" . I sintomi :sici indicavano che il corpo di Marta stava comin
ciando a reagire, bench la testa fosse ancora distaccata.
Nelle sedute avevo osservato che la sua respirazione quando si tro
vava sul cavalletto era migliorata. L'onda respiratoria riusciva a scn
dere un poco nel ventre, provocando lievi vibrazioni involontarie del
bacino. Questo era l'inizio della sensibilit sessuale per distinguerla dalla
sensazioni genitali. Inoltre le si manifestavano vibrazioni pi pro
nunciate che interessavano le gambe. Durante una seduta s'accomod
per terra e disse: {(Ci che continua a passarmi per la testa : Non
voglio farlo".
Non voleva fare sforzi. Era stanca di sforzarsi. Questo era quanto
diceva la sua depressione nel linguaggio del corpo, ma lei non lo
sapeva, perch
profonde del
l'umanit. Ma il panico momentaneo, perch il bambino. presto si
sente sano e salvo tra le braccia del genitore. La liberazione dal pa
nico una sensazione di gioia. anche una conferma che la propria
fede giustifcata, e ci raforza il senso di fede. Immaginate le cata
strofche conseguenze che si verifcherebbero per il bambino se il pa
dre deliberatamente lo lasciasse cadere e farsi male!
Un gioco simile viene fatto in gruppi di incontro, e in quella sede
ha l'evidente scopo di insegnare a ciascuna persona a fdarsi degli
altri. A ciascun partecipante si chiede, a turno, di chiudere gli occhi
e di lasciarsi cadere indietro nella certezza che la persona dietro di
lui lo sorregger al momento della caduta. E cosl, avviene natural
ffielte, e molte persone si sentono rassicurate da tale esperienza. Ho,
per, i miei dubbi che questo gioco abbia un valore reale al fne di
promuovere la fede di una persona. I partecipanti sanno che saranno
sostenuti, poich la regola del gioco che nessuno dev'essere lasciato
cadere. I n questo esercizio la conoscenza precede l'avvenimento e cosl
toglie all'esercizio molto del suo valore di test della fede. Si impara
ad aver fede non nella sincerit delle altre persone ma nella regola
del gioco. Seguire le regole un modo abbastanza sicuro per evitare
di farsi del male; non , per, la via che conduce al piacere o alla
fede nella vita.
Gli psichiatri troverebbero pi facile accettare una parola come
fducia" per descrivere la relazione di una persona nei confronti di
un'altra in questi giochi anzich la parola "fede". Anche se le due
parole sono spesso usate come sinonimi intercambiabili, la parola
ufede" ha un'implicazione religiosa che non si collega al concetto di
fiducia. Per lo psichiatra medio questa implicazione religiosa sembra
introdurre un fattore mistico che non pu essere studiato o control
lato con mezzi obiettivi o spiegato con principi razionali, scientifci.
La riluttanza degli psichiatri a impiegare il termine pertanto com
prensibile. Ma questa riluttanza, che tanto evidente in Freud ed in
altri autori di psicanalisi, non dovrebbe impedirci di esaminare il ruolo
che la fede svolge nella vita degli uomini.
Se cerchiamo di comprendere la condizione umana dal punto di
vista dei concetti obiettivi, scientifci, trascuriamo un intero settore
dell'esperienza umana che, per il suo signifcato soggettivo, influenza
profondamente il comportamento umano. Il rapporto ua un uomo e
L fede
147
l'altro, tra l'uomo e il suo ambiente e tra l'uomo e l'universo appar4
tiene a questo settore. La religione si formata per i bisogno che
provava l'uomo di comprendere queste relazioni che non possiamo
permetterei di ignorare solo perch recano con s una connotazione
ai tipo religioso. Non dobbiamo avere paura delle connotazioni reli
giose, se non siamo vincolati ad accettare i principi di una fede reli
giosa specifca. Cercando di comprendere la relazione di un uomo con
se stesso e con il suo mondo non possiamo lasciare da parte i con
cetto della fede.
La fede appartiene a un ordine di esperienza dif erente da quello
del sapere. pi profonda del sapere, perch spesso lo precede come
base di azione e continuer ad influenzare il comportamento anche
quando il suo contenuto verr smentito dalla conoscenza oggettiva.
La preghiera un buon esempio di quello che voglio dire. Molte per
sone hanno pregato perch fnisse rapidamente la guerra i n Vietnam
o perch ritornasse sana e salva una persona amata o perch questa
guarisse da una malattia. Ora, la maggior parte delle persone che pre
gava in questo modo, sapeva che la preghiera non avrebbe avuto
l'efcacia di produrre l'efetto desiderato. Ma pur sapendo questo,
non desistevano perch la preghiera era l'espressione della loro fede.
Sentivano che tale
.
espressione aveva un effetto positivo e che con
essa riuscivano ad andare avanti meglio. Per pregare non neces
sario credere in una divinit onnipotente. Il potere della preghiera
consiste nella fede della persona che la pronuncia. Si detto che la
fede pu compiere miracoli. Vedremo che ci sono delle buone ragioni
a sostegno di questa credenza.
La preghiera non il solo modo per esprimere la fede. Un atto
d'amore un'espressione di fede, forse la pi sincera che si possa
dare. Nell'atto di amore, una persona apre il proprio cuore ad un'al
tra_ e al mondo. Tale azione, che riempie la persona di una gioia ine
sprimibile, la espone anche ad una ferita profonda. possibile, quin
di, solo se la persona ha fede nell'umanit comune dell'uomo e nella
comune natura di tutti gli esseri viventi. La persona che non ha
fede non pu amare e la persona che non pu amare non ha fede.
In realt, se esaminiamo le condizioni di vita, possiamo vedere che
la fede riguarda quasi tutte le nostre azioni quotidiane. Prendete i
caso di un agricoltore che coltiva la terra e semina le sementi. Non
ha alcuna certezza che ne verr un raccolto. Spesso un intero semi
nato va petduto. Egli opera sia in base alla fede che alla conoscenza,
e questo vale ancor pi per l'uomo primitivo la cui padronanza del
l'agricoltura era estremamente limitata. Si pu dire che la sua fede
fosse basata sull'esperienza, sull'esperienza personale, in aggiunta a
quella di altri agricoltori succedutisi nel corso dei secoli .. L'esperien-
148 L fede
za u fattore importante; pu aumentare o diminuire la fede. Non
penso, tuttavia, che possa spiegare la natura della fede a meno che
non si pensi che l'esperienza sia qualcosa che trascende resistenza
individuale.
Quando contempliamo la complessit della vita sociale e dell'inter
dipendenza delle persone, dobbiamo arrivare alla conclusione che l'or.
dine sociale sarebbe "mpossibile senza la fede. Una madre ha fede nel
fatto che il latte le sar consegnato alla porta, un lavoratore ha fede
che i denaro da lui guadagnato servir ad acquistare ci di cui ha
bisogno, un paziente ha fede che un dottore far del suo meglio per
curarlo. E, quando ci non accade, restiamo profondamente colpiti.
Gli esseri umani haro vissuto in comunit sociali per millenni, e da
questa lunga esperienza che riguarda la loro specie hanno ricavato la
fede nella collaborazione. Se verr a mancare questa fede, saremo nel
caos. Malgrado i tempi che corrono la maggior parte delle persone
ha dentro di s la fede che tutto si sistemer. Credo che sia questa
fede nell'ordinato procedere della vita a dare sostegno alle persone
nelle loro attivit quotidiane.
Senza una certa fede che gli sforzi di una persona. saranno com
pensati, verrebbe a mancare la motivazione per proiettarsi al di l di
se stessi. La necessit non un. incentivo sufciente. I miei pazienti
depressi sono soggetti alla stessa necessit di funzionare a cui sono
soggetti tutti gli altri, ma questa necessit non basta a smuoverli.
Han.. 'lO rinunciato; difatti hanno perso la loro fede e si sono rasse
gnati a morire.
L'intima connessione tra la perdita della fede e la morte diviene
chiara in situazioni di crisi. In questiorii di vita e di morte la forza
della fede di una persona pu essere il fattore decisivo che le con
sente di sopravvivere mentre un'altra muore. Una prova straordinaria
di fede ci forita dai campi di concentramento della Germania na
zista. A coloro che ne erano fuori sembrato un miracolo che qual
cuno sia riuscito a sopravvivere a quegli orrori. Eppure molti sono
sopravvissuti e tra questi Viktor Frankl, uno psichiatra austriaco. L'os
servazione dei deportati lo port alla conclusione che gli unici a so
pravvivere furono quelli per cui la vita aveva un signifcato. Quelli
cui mancava questa fede si arrendevano e morivano. Mancava loro
la volont di continuare a lottare di fronte alla tortura, alla crudelt,
al tradimento, alle privazioni e alla degradazine.
Quando lessi il libro di Frankl per la prima volta, pensai che la
sua spiegazione fosse insufciente. Si pu facilmente argomentare che
siano sopravvissuti i pi forti mentre sono morti i pi deboli. Erano
pi forti perch sentivano che la vita aveva un signifcato per loro o
trovavano che lo aveva perch erano forti? Ritengo ora che sia inutle
L fede 149
discutere su questo punto. Entrambe le posizioni sono valide. Le per
sone forti hanno fede e le persone che hanno fede sono forti. Que
sto binomio non pu essere scisso perch oguno dei due termini
il riflesso dell'altro. La fede di una persona un'espressione della sua
vitalit interiore come essere umano tanto quanto la sua vitalit
misura della sua fede nella vita. Entrambe dipendono dal modo di
operare dei processi biologici all'interno dell'organismo. Antoine de
SaintExupry ha descritto una situazione di crisi analoga i un suo
delizioso libro.'
Il suo aeroplano si era schiantato nel deserto durante un volo not
turno nel quale aveva perso la rotta. Lui e i suo meccanico si erano
sperduti e l'impatto con il suolo aveva distrutto quasi tutti i viveri
e le riserve d'acqua. Tra tutti e due avevano mezza pinta di vino,
una pinta di caf un po' d'uva e due arance. Per tre giorni esplo
rarono il deserto intorno all'aeroplano sperando che qualcuno venisse
a salvarli. Il quarto giorno, 1'sotto la sferza della sete", abbandonarono
l'aeroplano e si misero decisamente in cammino, sapendo che al mas
simo avrebbero potuto durare diciannove ore nel deserto senz'acqua.
Se ne andarono senza speranza e, di fatto, non c'era alcuna ragio
ne di sperare che sarebbero arrivati i soccorsi. Ma nei due giorni se
guenti, malgrado le ustioni provocate dal sole, percorsero centoventi
quattro miglia a piedi. Ci che li sosteneva, disse Saint-Exupry, era
il pensiero che i loro cari, a casa, sofrivano pi di loro. Per la mag
gior parte del tempo erano troppo storditi per sentire qualcosa, ma
una forza proveniente da una sorgente pi profonda di quanto essi
potessero misurare, li faceva procedere fno all'ultimo respiro e sin
ch avevano la forza di muovere ancora il passo. Descriverei questa
sorgente come la fede nella vita. Sinch questa fede persiste, non ci
si arrende. Leggendo la storia di Saint-Exupry, sentivo che questa
fede era una caratteristica di quell'uomo. E pervade il suo scritto.
Tanto nei confronti dell'individuo quanto in quelli della societ
la fede la forza che sostiene la vita e la mantiene in movimento
facendola avanzare ed elevarsi. dunque la forza che mette l'uomo
in relazione con il futuro. Quando si ha fede, si pu aver fducia
nel futuro, anche se in quel momento non sembra promettere che le
aspirazioni, le speranze o i sogni personali diventino realt. Per la
fede, tuttavia, non essenziale essere vincolata ad un futuro perso
naie. La storia piena di esempi di persone che hanno sacrifcato il
proprio futuro per dare sostegno alla fede. Ci sono persone che sono
morte piuttosto che abbandonare la fede. Ci pu indicare soltanto
che per esse non valeva la pena di sopravvivere senza la fede.
` ANTOINE 1 SAINT-EXUPRY: Volo di notte, Mondadori, Milano, 1965.
!50 La fede
Il potere contro la fede.
Come pu sembrare che la fede abbia un valore maggiore della
vita? Questa apparente contraddizione pu essere risolta solo se accet
tiamo l'idea che il problema non quello della vita individuale. Una
persona pu decidere di sacrifcare la propria vita per salvare altre
vite o per i bene dell'umanit. Se abbiamo fede, la vita in gene
rale che riteniamo preziosa. Per questo rispetto della vita faremo di
tutto per salvare un'esistenza individuale, comprendendo in tale ca
tegoria anche la vita animale. Se perdiamo il senso che tutq la vita
preziosa, perdiamo la nostra umanit col risultato inevitabile che
l'esistenza di ciascuno di noi si fa vuota e priva di signifcato.
Eppure in nome della fede (fede religiosa, nazionale o politica) ci
sono persone che hanno mosso guerra ad altri, che hanno distrutto
vite e violentato la natura. Un comportamento cosl singolare richie
de una spiegazione che dobbiamo cercare nella natura stessa della fede.
Il fatto che la fede ha un duplice aspetto: un aspetto conscio e un
altro inconscio. L'aspetto conscio concettualizzato in una serie di
credenze o in un dogma. L'aspetto inconscio un senso di fducia
o di fede nella vita che sta a monte del dogma, ed infonde in quel
l'immagine vitalit e signifcato. Inconsapevoli di questa relazione,
molti considerano il dogma alla stregua della sorgente stessa della
loro fede. Si sentono costretti a sostenere il dogma contro qualsiasi
messa in discussione della sua validit.
Tutti i dogmi hanno un carattere limitato, cio si formano in base
all'esperienza storica di un determinato popolo. Essi rappresentano un
tentativo da parte della mente indagatrice dell'uomo di dare un si
gnifcato alla propria esperienza e di strutturare contemporaneamente
l'esperienza futura delle persone in armonia con tale signifcato. Poi
ch lo sviluppo storico di tutti i popoli nella loro evoluzione dallo
stadio animale a quello umano della cultura, a qualsiasi livello essi
appartengano, ha seguito la stessa via (cio l'elaborazione del linguag
gio, l'uso del fuoco per la cottura degli alimenti, l'uso di strumenti
e armi e cos via), anche i loro dogmi, miti e credenze hanno molto
in comune. Vi sono anche molti punti di diversit che riflettono la
storia particolare di un determinato gruppo e del suo stadio di svi
luppo culturale. Purtroppo ogni popolo identifca la propria fede con
il proprio dogma particolare, spesso dando eccessiva_ importanza alle
diferenze. Coloro che hanno un dogma diverso sono considerati co
me esseri sprovvisti di una fede autentica e pertanto come esseri su
bumani. Tale modo di vedere pare giustifcare l'atteggiamento distrut
tivo che taluni hanno nei confronti di altri.
Ma le diferenze nel campo della fede, se possono essere usate co-
La fede !5!
me giustifcazione e razionalizzazione di guerre e conquiste, non ne
costituiscono a mio avviso il vero motivo. Questo dev'essere cercato
nella lotta per il potere. Poche persone si appoggiano alla fede come
ad esempio fa un animale. Ogni animale selvatico vive nella fede che
il giorno dopo gli porter il necessario per sopravvivere. Si addor
menta Ogni sera senza essere in ansia per il proprio futuro. Natural
mente un animale non sa che il futuro pu portare qualche calamit.
Vive soprattutto nel presente. La sua coscienza non abbraccia il pas
sato o il futuro tranne che in misura molto limitata. E anche la sua
fede non coscente, in quanto un'espressione della forza vitale.
Noi esseri umani, con la nostra consapevolezza del tempo, della mor
talit, dello stato di malattia e dell'insicurezza, non possiamo basarci
completamente sulla fede per assicurare la nostra sopravvivenza. Noi
dobbiamo fare le provviste per il futuro. Non sono per noi le parole
di Ges Cristo: i gigli del campo non lavorano eppure io provvedo
loro" Noi chiediamo la sicurezza che riteniamo possa essere trovata
nel potere. Pi potere abbiamo, pi ci sembra di sentirei sicuri.
Chi confida nel potere ha sempre l'inpressione di non averne abba
stanza per una sicurezza totale. E questo perch la sicurezza totale
non esiste. E li nostro potere sulla natura o sui nostri corpi certa
mente limitato. Hitler cerc di dominare il mondo per mezzo del po
tere e di creare un Terzo Reich che sarebbe durato mille anni. Il
suo sogno and in rovina nel giro di dodici anni. La fducia nel po
tere come garanzia di sicurezza un'illusione che mina la vera fede
nella vita e conduce inevitabilmente alla distruzione. A parte il fatto
che non si riesce mai ad avere abbastanza potere, c' anche la possi
bilit di perderlo. Al contrario della fede, il potere una forza im
personale e non fa parte dell'essere di una persona. Pu passare ad
un'altra persona o ad un'altra nazione. Siccome il potere concupito,
chi lo possiede oggetto di invidia. Se non altro, non pu riposare
tranquillo e sicuro, perch sa che altri stanno eternamente tramando
per toglierglielo di mano. Cos il potere crea una strana contraddi
zione: mentre sembra fornire un certo grado di sicurezza esterna crea
anche uno stato di insicurezza sia nell'interno dell'individuo, sia nei
suoi rapporti con gli altri.
Se si esamina il corso della storia umana, evidente che la linea
di sviluppo di un popolo o di una nazione va dalla fede al potere e
al declino. Prendete ad esempio il caso degli antichi Ebrei. Allorch
lasciarono l'Egitto erano un popolo povero e senza potere, ma ricco
di fede. Questa fede diede loro una forza che li sostenne durante le
migrazioni e le lotte con le triblt che incontravano nel deserto. Vo
levano il potere e la gloria di essere una nazione e la fede l mise
in grado di ottenere entrambi. Dopo che si furono stabiliti in Pale-
152 L fede
stina, la loro fu una storia di conflitti tra gli appelli della fede e la
bramosia del potere. Man mano che il potere aumentava, la fede su
biva una lenta erosione. Questionarono tra di loro e con i loro vicini
pi o meno potenti. Questi vicini erano egualmente assetati di po
tere. Era
inevitabile, pertanto, che prima o poi fossero soprafati da
un nuovo potere in ascesa basato su una fede pi giovane e pi forte.
La fne sorprendente della storia ebraica che, quando gli Ebrei
tornarono ad essere senza potere e furono dispersi sulla faccia della
terra, la loro fede prese rinnovato vigore e li sostenne ancora di fron
te a tutte le avversit per i successivi duemila anni.
La storia delle pi antiche popolazioni della Grecia non diversa.
Le citt-stato si svilupparono mosse dalla fede che i Greci avevano
in se stessi e nel loro destino: una fede chiaramente riflessa nella
loro mitologia e nelle leggende americhe. Crescendo, acquistarono un
potere che consenti loro di crescere ancor pi. Ma l dove la fede
unisce, il potere divide. La lotta per il potere tra le grandi citt di
Atene e Sparla, che segn la guerra del Peloponneso durata oltre
quaranta anni, distrusse
ESTHER WARNR: The Crossing Fee. Boston, Hougton Miflin Co., 1968.
L fede 163
bino essenziale per lo sviluppo della personalit del bambino. n
contatto corporeo riaferma la presenza tangibile della madre. Ofre
la sicurezza sulla quale il bambino pu costruire una relazione stabile
di tipo oggettivo. La tangibilit della madre che il bambino speri
menta allorch la tocca con le mani, con la bocca e con i corpo,
la "rassicurazione assoluta". Montagu osserva: persino la fede si basa
in ultima analisi in una credenza neila sostanza delle cose a venire o
degli eventi trascorsi"".' La pietra di paragone della fede di toccarla
con mano.
Sovrapposte a questa base biologica sono le concomitanti psicolo
giche della fede. le credenze specifche che sono retaggio delle perso
ne che hanno cercato di comprendere il loro destino umano. Esse sono
come i vestiti che indossiamo. Possono distinguere un gruppo di per
sone da un altro gruppo, ma non sono l'essenza delle persone. Pos
siamo facilmente perdere di vista l'essenza e pensare che persone d
pelle diversa e con credenze diverse e modi di fare diversi siano senza
dignit, senza grazia e senza fede. Lo facciamo quando abbiamo perso
di vista la base della nostra stessa fede, ritenendo erroneamente che
essa provenga da quanto ci stato insegnato e s.'identifchi con le
nostre credenze o convinzioni. Inoltre non ci rendiamo conto che
queste ultime possono diventare per noi strumenti d lotta per il po
tere sia personale che politico. Le credenze possono essere facilmente
manipolate per servire i desideri dell'ego.
Quando una convinzione non radicata nella vera fede, non pu
essere un credo autentico. Non una fola, la persona pu in realt
avere quella convinzione. In tal caso essa diviene un'illusione. Nei
capitoli precedenti ho oferto alcune illustrazioni delle illusioni a i
i miei pazienti depressi si sono aggrappati con tutto il potere delle
loro menti. Tuttavia i loro cuori non erano calati in queste credenze
e malgrado tutta l'aria calda (cio le parole) che era sofata nelle loro
bolle per mantenerle in aria, le bolle scoppiarono. Le illusioni crol
larono, come crolleranno tutte le illusioni, e i miei pazienti divennero
depressi.
Non si pu sbarazzare una persona dalle illusioni ofrendole in
cambio altre convinzioni. Anche queste a loro volta diventeranno illu
sioni se non saranno permeate di fede. Per fare un esempio tratto
dalla vita di tutti i giorni, basta osservare le reazioni del pubblico a
tutte le diete continuamente proposte. Ogni nuova dieta suscita un'on
data d'entusiasmo e di credulit che dura fnch arriva sulla scena
una nuova dieta. Quindi svanisce e la folla s'alza in piedi pronta a
ASHLEY MoNTAGU: Touching: The Human Significance of the Skin (Toc
care: il significato umano della pelle); New York, Columbia University Press, 1971.
16
L fede
saltare sul nuovo treno di passaggio. Finch l'entusiasmo dura, la
dieta sembra fare miracoli. strano che la gente non si renda conto
che i vero ingrediente miracoloso l'entusiasmo. Purtroppo tali entu
siasmi sono di breve durata come le ultime scintille d'un fuoco che
muore. Un entusiasmo coerente e durevole assume il carattere della
fede. E la fede pu fare miracoli perch la vita fa miracoli.
Il problema centrale, dunque, consiste nel veder come si possa re
stituire la fede perduta a un individuo o a un popolo. Non cosa
facile e non ho soluzioni pronte per l'uso. La fede non si pu predi
care. Sarebbe come predicare l'amore. Predicare l'amore fa grande ef
fetto ma solo uno stormire di foglie nel vento. Non si pu dare
fede a un'altra persona; si pu condividere la propria con un altro
nella speranza che la scintilia dia fuoco ad un'altra anima. E si pu,
da psichiatri, aiutare un'altra persona a recuperare la propria fede
scoprendo come questa persona l'abbia perduta. Ci, naturalmente,
quel che ho fatto con i miei pazienti depressi. Condividendo le mie
esperienze con voi spero di condividere anche la mia fede nella vitc1.
8
La perdita della fede
L'erosione dele nostre radici
Abbiamo fnora seguito due direttrici parallele di ricerca. La prima
si occupava del problema della depressione individuale in seguito alla
perdita del contatto amorevole con la madre e della conseguente inca
pacit da parte della persona di protendersi verso il mondo per otte
nere la soddisfazione dei propri bisogni. La seconda riguardava l'im
portanza della fede come forza di coesione e di promozione della vita
nella societ e mostrava che, in mancanza della fede, una societ giun
ge alla stagnazione. necessario ora far convergere queste due diret
trici di pensiero e mostrare che entrambi 'i fenomeni, quello perso
nale e quello sociale, riflettono l'azione delle stesse forze. Queste pos
sono essere indicate nella tecnologia, nel potere, nell'egoismo e nel
l'obbiettivit. Il loro efetto stato di alienare l'uomo dall'uomo,
dalla natura e dal proprio corpo: alienazione questa che comincia
nella primissima fase della vita nella relazione fra madre e bambino.
T orniamo ora al problema della depressione.
La depressione non un fenomeno nuovo nella storia umana. Freud,
come abbiamo accennato, ha studiato il problema della melanconia,
una forma grave di depressione, prima della fne del secolo. E pos
siamo esser certi che alcuni individui hanno soferto di depressione in
epoche trascorse. Le condizioni che predispongono un individuo alla
depressione non sono esclusive del nostro tempo. I bambini hanno
soferto della perdita dell'amore matero anche in passato, bench la
cosa fosse molto meno generalizzata. La ragione principale di questo
che un tempo tutti i bambini venivano alimentati al seno, e se un
bambino perdeva la madre, le possibilit di sopravvivere erano molto
limitate a meno che non si trovasse una balia o potesse subentrare
una nuova madre che allevasse il bambino come se fosse suo. Inoltre,
vi era maggior contatto corporeo tra la mamma e il bambino. I bam
bini venivano generalmente portati in giro dalle madri o, se la madre
166 L perdita della fede
era occupata, da una sorella maggiore. La sedia a dondolo e la culla
richiedevano un impegno pi attivo che non i lettino a sbarre o i
recinto per bambini.
Montagu sostiene la stessa opinione nel suo libro Touching: " i
metodi impersonali di allevamento dei bambini che sono in voga
negli Stati Uniti da lungo tempo, con la prematura rescissione del
!game che unisce madre e bambino, e con la separazione delle madri
e dei bambini attuata per mezzo dell'interposizione di bottiglie, co
pe
t
te, vestiti, carrozzine, lettini ed altri oggetti fsici produrr indi
vcn in grado di condurre vite solitarie e isolate nell'afollato mondo
urbano con i suoi valori materialistici e con l'attaccamento agli og
getti che gli proprio".' Purtroppo questi sistemi di allevamento
stanno diventando usuali in altri paesi che cercano di emulare lo stile
di vita americano.
Dobbiamo affrontare il fatto che vi stato un cambiamento radi
cale nelle pratiche di allevamento dei bambini nel corso dell'ultimo
secolo. L'aspetto pi importante di questo cambiamento il declino
della frequenza e della durata dell'allattamento al seno. Come risul
tato diretto di ci, il contatto di pelle tra . madre e bambino, che aveva
l'importante funzione di stimolare il sistema energetico del bambino,
stato ridotto quantitativamente. Sono andati perduti anche altri va
lori. L'allattamento al seno approfondisce la respirazione del bambi
no e aumenta il suo metabolismo. Soddisfa, inoltre, i bisogni erotici
orali del bambino dandogli un piacere profondamente sensuale che
si estende dalle labbra e dalla bocca all'intero corpo. Una madre che
allatti al seno deve essere presente per il bambino; non si tratta di
una funzione che possa essere afdata alle baby sitter o ad altre per
sone. Cosi, con questo semplice atto, una madre aferma la fede in
via di formazione del bambino nel mondo, che a questo stadio della
vita la madre, e la fede nelle proprie funzioni naturali.
Ecco cosa dice Erik H. Erikson a proposito dell'alimentazione al
seno: ((la bocca e il capezzolo sembrano essere i puri e semplici centri
di un'aura generale di calore e di reciprocit che vengono goduti e
contraccambiati con il rilassamento non solo di questi organi focali,
bensl da parte di entrambi gli organismi nel loro insieme; La reci
procit di rilassamento che si viene cosi a formare di primaria im
portanza per la prima esperienza di un altro essere amico" . Erikson
riconosce come me che l'allattamento al seno pu non dare quel pia
cere e quella soddisfazione assoluti che promette. uLa madre pu cer-
MoNTAGU: op. cit.
" ERICK H. ERIKSON: Childhood and Society
J
trad. it. Infanzia e societ) Ar
mando, Roma.
L perdita dela fede 167
care di forzare le cose spingendo i capezzolo nella bocca del bambino,
cambiando nervosamente le ore e le formule di allattamento, o non
essendo in grado di rilassarsi durante la fase iniziale, dolorosa, del
l'allattamento".' Ma il valore dell'alimentazione al seno lo porta a con
cludere che se spendiamo una frazione della nostra energia curativa
per destinarla all'azione preventiva" - cio a favorire l'alimentazione
al seno - possiamo evitare molta infelicit e molti problemi che na
scono dai disturbi emotivi.
Il problema fondamentale del rapporto tra la madre e il bambino
non l'allattamento al seno bens la fede e la fducia anche se le tre
cose sono in stretta relazione tra loro. Attraverso questo rapporto, il
bambino o acquista un senso fondamentale di fiducia nel proprio
mondo o deve lottare con i dubbi, le angosce e i sensi di colpa rela
tivi al suo diritto di ottenere ci che vuole o di cui ha bisogno.
implicito nel termine 110ttenere" il diritto di ricevere e i diritto di
protendersi per prendere. Quando una persona non sicura di avere
tale diritto, il suo modo di protendersi verso il mondo esitante,
limitato dalla cautela, e non rappresenta mai un impegno totale. L'ar
bivalenza pervade le' sue azioni; egli si protende e si tira indietro al
tempo stesso. Tale comportamento problematico per gli altri, per
ch non si pu rispondere pienamente ad un :.tteggiamento ambiva
lente. Purtroppo l'individuo non consapevole n della propria am
bivalenza n della propria mancanza di fducia. Il suo tirarsi indietro
si strutturato in tensioni muscolari croniche che da tempo sono di
venute schemi di movimento inconsci. La sua mente conscia sente
l'impulso di protendersi ma egli non avverte che sta limitando questo
impulso a livello corporeo.
Quando un bambino perde la fede nella madre per aver fatto l 'espe
rienza della sua scarsa disponibilit nei propri confronti, comincia a
perdere la fducia in se stesso. Comincia a non fdarsi pi delle pro
prie sensazioni, dei propri impulsi e del proprio corpo. Sentendo che
qualcosa fuori posto, non pu pi confdare nelle proprie funzioni
naturali per ottenere quel rapporto e quell'armonia con il proprio
mondo che gli assicurerebbero la soddisfazione permanente dei suoi
bisogni e dei suoi desideri. Ma questo quanto sembra volere la
nostra civilt occidentale, quando impone una regolazione artifciale
piuttosto rigorosa delle funzioni corporee del bambino nella prima
et. Di nuovo citer Erikson: 'Le classi dominanti nella civilt occi
dentale . . . sono state guidate dalla convinzione che la sistematica rego
!azione delle funzioni e degli impulsi nella prima infanzia la salva
guardia pi sicura afnch successivamente l'individuo funzioni eHca-
` Ibid.
168 L perdita dela fede
cemente nella societ. Inculcano l'implacabile metronomo della rou
tine nel neonato e nel bambino impressionabile per regolarne le prime
esperienze con il corpo e con l'ambiente fsico immediatamente circo
stante. Solo dopo questa socializzazione meccanica, il bambino inco
raggiato a crescere per divenire un individualista incallito. Egli _per
segue ambizioni, compie sforzi, ma rimane, in maniera compulsiva,
nell'ambito di carriere standardizzate che, con il progressivo compli
carsi dell'economia, tendono a sostituire responsabilit di ordine pi
generale. La specializzazione venutasi cos a formare ha portato la- ci
vilt occidentale alla padronanza delle macchine ma anche ad una sol
tostante tendenza nascosta all'infelicit senza limiti e al disorienta
mento individuale:'
L'atteggiamento occidentale nei confronti delle funzioni del corpo
nasce dall'atteggiamento dell'uomo occidentale nei confronti della vita
in generale e nei confronti del suo ambiente in particolare, e si svi
luppa parallelamente ad esso. Lo si pu meglio defnire come un atteg
giamento di domicilio e di controllo che si contrappone all'atteggia
mento di riverenza e di rispetto tipico dei popoli pi primitivi. E,
purtroppo, siamo riusciti a conseguire il dominio e il controllo perch
abbiamo il potere, in una misura che sarebbe apparsa inconcepibile
non solo ai primitivi ma persino ai rtostri avi appena duecento anni
or sono. Dico purtroppo perch gli efetti sull'individuo sono stati
men che desiderabili, mentre gli efetti sul nostro ambiente, come
stiamo cominciando a scoprire, sono stati disastrosi.
Il potere ci ha resi ciechi alle realt della nostra esistenza. Vediamo
il mondo come qualcosa di sottoposto al nostro volere e al nostro
sforzo cosciente, ignorando completamente il fatto che dipendiamo
da questa terra per il nostro benessere e per la nostra stessa esistenza.
E abbiamo adottato lo stesso atteggiamento nei confronti dei nostri
corpi. Consideriamo il corpo soggetto al volere e alla mente, igno
rando di nuovo la realt del fatto che volont e mente, per operare,
dipendono completamente dal funzionamento sano e naturale del cor
po. Quando crollano queste illusioni, come crollano nelle persone
depresse, l'impotenza della volont e la dipendenza dal corpo diven
tano una realt odiosa.
Il potere deriva dalla conoscenza, che sempre una comprensione
incompleta dell'ordine naturale. incompleta perch continuiamo ad
acquisire nuova conoscenza che necessariamente cambia e pu perfno
contraddire le nostre idee precedenti. In nessun campo questa verit
lapalissiana pi evidente quanto in quello delle teorie circa l'alle
vamento dei bambini. Ricordate l'epoca in cui era in voga il compor-
' Ibi.
L perdita dela fede 169
tamentismo, presso la precedente generazione, e i pediatri consiglia
vano alle madri di non prendere in braccio i bambini quando piange
vano per non viziarli? Ora sembra di moda il permissivismo, ma an
che questo concetto viene gi attaccato. Ctedo che possiamo prevedere
nuove formule per ogni generazione destinate a fronteggiare i proble
mi di quella precedente ma inadeguate alle difcolt impreviste che
inevitabilmente verranno da esse Lreate. Ricordate quando la tonsil
lectomia era prescritta di norma, esattamente come lo ora la circon
cisione per i maschietti? Vengono i brividi a pensare ai traumi che
una conoscenza incompleta pu con tanta facilit produrre special
mente quando lodata dalle autorit.
In pi di un'occasione mi stato chiesto di scrivere un libro su
come allevare il bambino. Quanto lusinghiera pensare che io ne
sappia qualcosa! Ma quanto sarei arrogante se lo credessi. Lavorando
con i miei pazienti, posso dire che cosa andato male nella loro vita.
Una visione retrospettiva pu essere conseguita da una mente indaga
trice, ma la previsione non nella sfera di competenza dell'uomo,
a meno che quest'ultimo non tenti di regolare e controllare il flusso
naturale delle forze della vita. Con questo stesso tentativo l'uomo
rischia di esercitare un'influenza negativa su di esse. D'altro canto
siamo per nostra natura in armonia con queste forze. Se non possiamo
predire il loro operato, possiamo almeno comprenderle e, con la fede,
assecondarle.
Nessuno pu comprendere bene un bambino guarito sua madre.
Prima della nascita egli stato parte del corpo di lei; stato nutrito
dal sangue di lei e soggetto alle correnti e alle cariche energetiche che
sono passate attraverso il corpo di lei. Cos sua madre pu compren
derlo altrettanto bene quanto comprende il proprio corpo. Non co
noscerlo ma comprenderlo. Pu avvertire le sue sensazioni in modo
cos acuto come le proprie. Il problema vero sorge, pertanto, quando
una madre non in contatto con il proprio corpo e con i dati del
proprio sentire. Questa situazione acquista un carattere tragico per
il bambino. Se una madre non presente a se stessa non pu essere
preSente per il bambino e nessuna conoscenza o informazione pu
porre rimedio a questa mancanza. Posso esprimere lo stesso concetto
in altre parole. Se una madre non ha fede nei prop!i sentimenti, non
avr fede nelle reazioni del proprio bambino. O, non avendo fede
in se stessa, non ha alcuna fede da trasmettere a suo figlio.
Dove si verifcata l'interruzione nella trasmissione della fede?
Da tempo immemorabile le donne allevano i bambini e la stirpe uma
na cresciuta ed ha prosperato. Stiamo ancora crescendo ma non pro
sperando. In passato il legame tra la madre e il bambino era imme
diato, corpo a corpo. Dare alla luce e allattare erano attivit sacre
170 La perdita detta fede
nel senso che avevano il - rispetto reverenziale di tutti. Compiendo tali
funzioni una donna soddisfaceva il proprio bisogno di rispondere ad
un altro essere e di sentirsi responsabile nei suoi confronti. Il suo
ego era solo in minima parte coinvolto in queste attivit; il suo corpo
sentiva cosa doveva esser fatto e la donna lo faceva. II suo amore
per il bambino "usciva" attraverso il latte. Una donna era vincolata
alla sua natura ma anche realizzata nel suo ambito. Quanto ci sia
vero mostrato in uno studio del dott. Niles Newton,5 professore
di psichiatria presso la Northwestern University Medica] School. "Le
donne che allattano al seno tendono anche ad essere sensibili in altre
aree sessuali. Sears e i suoi colleghi hanno trovato che le madri che
avevano allattato erano notevolmente pi tolleranti a proposito di
argomenti sessuali come la masturbazione e il gioco sessuale interin
dividuale. Masters e Johnson osservano che, per i_ primi tre mesi dopo
il parto, stato riscontrato un livello massimo di sollecitazione ses
suale tra le madri che allattano". Secondo il Dott. Newton, una "re
lazione madre-fglio senza un allattamento gradevole nella posizione
psicofisiologica simile a quella di un matrimonio senza un coito piace
vole" . Ci signifca che una donna non pu essere pienamente pre
sente" a se stessa se non anche pienamente "presente)) per il suo
piccolo.
I principali efetti nocivi della tecnGlogia del potere, dell'egoismo
e dell'oggettivit risiedono nel turbamento del normale rapporto madre
fglio. Quando queste forze entrano sulla scena sociale, le donne sono
indotte ad abbandonare l'allattamento. Un tempo solo le donne che
erano in posizioni sociali ed economiche elevate potevano far questo,
perch erano le sole a po
ona fuori del proprio corpo con l'oferta di eccitazione falsa: una
eccitazione, cio, che non ha alcuna prospettiva di scaricarsi nel pia
cere. Si pu valutare la gravit di questo turbamento dall'incapacit
della persona di starsene tranquillamente a sedere, a non far nulla
o di starsene da sola: in altre parole di stare in s. La gravit del
turbamento pu essere inoltre valutata dall'irrequietezza che porta
la gente ad un'attivit costante, a far continuamente qualcosa, e ad
180 L perdita dela fede
impegnarsi in progetti sempre nuovi. Ci mette la persona nella con
dizione di non aver pi tempo per se stessa e; per estensione, nem
meno per dei rapporti personali naturali. I mariti non hanno tempo
per le mogli, le madri non hanno tempo per i figli, e gli amici non
hanno tempo da passare gli uni con gli altri. tutto un fare e un
andare senza sosta che fa s che nella maggior parte dei casi non si
abbia neanche il tempo per respirare.
Una giornata passata a New York dar un'idea chiara di cosa in
tendo per sovreccitazione. La quantit di rumore, il ritmo del movi
mento, gl afollamenti sono quasi insopportabili. Per sopportare tut
to questo ci si deve desensibilizzare; si devono chiudere le orecchie
e gli occhi e troncare le sensazioni. Ma le zone suburbane sono dav
vero molto diverse? Il trafco altrettanto nocivo, il ritmo altret
tanto frettoloso. Inesorabilmente il fenomeno della sovreccitazione si
fa strada tra le pareti domestiche, tramite la radio e la televisione,
in seguito ai continui cambiamenti e 1miglioramenti', e a causa di una
miriade di cose - giocattoli, accessori, bevande imbottigliate, cibi
gi pronti - che vengono costantemente introdotti per variare la
routine giornaliera. Personalmente sono contrario alla pubblicit che
ritengo parzialmente responsabile di questo stato di. cose. noto
che la pubblicit mira ad incoraggiare o a creare bisogni" che spesso
non hanno alcuna relazione con i bisogni reali della persona. Ma la
colpa vera l'attribuisco ad una economia tecnologica che identifca i
presupposti di una vita felice nella disponibilit di cose materiali.
I bambini sono pi facilmente sovreccitati degli adulti perch la
loro sensibilit pi acuta e la loro capacit di tollerare le frustra
zioni minore. Cosl un bambino al quale si danno troppi giocattoli
ne chieder incessantemente di nuovi. Se gli si consente di guardare
la televisione, vorr starla a guardare di continuo. Se gi si permette
di star sveglio fno a tardi, sar difcile mandarlo a letto. Ma un
bambio sovreccitato anche dall'iperattivit e dall'inquietudine dei
suoi genitori. L stato eccessivamente caricato della madre si comu
nica al suo bambino. Purtroppo i genitori sembrano pensare che
quanta pi attivit un bambino sar incoraggiato a svolgere e quanto
pi imparer, tanto pi rapidamente crescer. L'intensit di questa
spinta inconscia ((verso l'alto", verso la testa, verso l'ego, e verso la
padronanza allarmante. Starsene gi", quieti, avendo il tempo per
sentire e pensare un modo di vivere quasi sconosciuto.
Tutti i pazienti depressi che ho curato erano persone che avevano
perso l'infanzia. Avevano rinunciato alla posizione lnfantile nel ten
tativo di sollevare i genitori dal peso di dover occuparsi di loro.
Erano cresciuti troppo alla svelta nel tentativo di soddisfare le aspet
tative connesse all'approvazione e all'accettazione. Erano divenuti o
L perdita dela fede 181
avevano tentato di divenire gente d'azione per poi trovarsi di fronte
al fatto che le loro imprese non avevano senso, perch erano state
ottenute a spese della loro esistenza; e allora, incapaci di esistere e
di agire, cadevano in una reazione depressiva.
La depressione verr a chi non ha fede nell'esistenza e deve com
pensare questa mancanza con l'azione. Ha poca importanza se l'azione
serve a soddisfare un'ambizione personale o a rimediare ad un'ingiu
stizia sociale. Cos l'uomo d'afari di successo vulnerabile nei con
fronti della depressione tanto quanto il militante che cerca di rove
sciare il sistema. Sono venuti tutti e due nel mio studio con le mede
sime lamentele. Non si tratta di vedere se uno accetti i sistema 1
si ribelli contro di esso. in ballo qualcosa di pi profondo di un
sistema. uno stile di vita nel quale l'individuo vede se stesso cme
parte di un ordine pi ampio e ricava la propria individualt da
questo senso di appartenenza e di partecipazione a quest'ordine pi
ampio. Ci in contrasto con un'individualit basata sull'ego e sulla
sua immagine che mette in eccessivo risalto l'Io a spese delle rela
zioni dell'individuo con le grandi forze della vita che hanno reso pos
sibile la sua esistenza e che continuano a sostenerla di fronte all'ava
rizia e all'avidit personali.
Se ho messo in rilievo l'importanza dell'alimentazione al seno, non
perch i fatto in se stesso determini il benessere futuro del bam
bino. Purtroppo non lo determina, anche se i benefci che ofre sono
molti. La donna che allatta il suo bambino per dovere, perverte la
relazione naturale. Il suo ego o uio" ostacoler il piacere del bam
bino. Il bambino sar troppo consapevole del volere di lei per essere
naturalmente e pienamente se stesso, il suo essere ne sar turbato.
Non l'atto di allattare al seno che cos signifcativo, ma ci che
esso implica. Se implica che la madre possa ricavare soddisfazione e
realizzazione nella sua funzione naturale in quanto donna, il lattante
potr provare la medesima soddisfazione nelle proprie funzioni. Se
ci signifca che una donna pu accettarsi come la madre animale che
dona se stessa e il proprio corpo al bambino, il bambino pu accet
tare la sua fondamentale natura animale. Ma se l'ego della madre non
le consente di riconoscere l'umanit che ha in comune con tutte le
donne o la propria natura mammifera che ha in comune con tutti i
mammiferi, ci le impedir di essere completamente presente per il
suo bambino e di dividere con lui la gioia che questa relazione intima
ofre. Qualunque soddisfazione possa ottenere nell'essere una buona
amministratrice, questa pi che annullata dalla perdita della soddi
sfazione interiore di essere donna.
182 L perdita delta fede
La morte di Dio
Quando un popolo crede e ha fede in Dio, il volere di Dio diviene
l'autorit suprema nella vita di tutti coloro che ne fanno parte, spe
cialmente in situazioni nelle quali il volere dell'uomo si rivela impo
tente. Ma, man mano che quel popolo acquista conoscenza e potere,
decinano i suo senso di fducia e di rispetto per la divinit. Situa
zioni che in passato esigevano l'intercessione divina, non la richie
dono pi. Per
.
esempio, mentre l'uomo primitivo usava la magia e il
sacrifcio per assicurare la fertilit dei campi, l'uomo modernq compie
un'analisi chimica del terreno e fa uso di fertilizzanti chimici per
ottenere lo stesso risultato. Analogamente l'uso della magia e della
preghiera per curare le malattie stato soppiantato da una medicina
basata sull'esame obiettivo e sulla ricerca empirica. Molte persone an
cora pregano ma poche credono che Dio intervenga direttamente negli
afari umani. Secondo un sottile modo di vedere la preghiera aiuta
la persona che prega a sentirsi meglio anche se ha poco o nessun
efetto sul corso degli eventi umani.
L'uomo moderno sembra non aver bisogno della fede in un dio.
Ha un livello di potenza che l'uomo non si era mai prima sognata.
Per dirla semplicemente in termini di cavalli vapore, ogni individuo
nei nostri paesi occidentali pu disprre di una quantit di potenza
quale pochi re avevano nei tempi passati. Il motore di un'automobile
media ha una capacit valutata di oltre duecento cavalli vapore. Se
a ci si aggiunge la potenza usata nelle barche a motore, negli aero
plani, negli elettrodomestici, nei frigoriferi, nelle lavatrici automati
che, negli impianti di riscaldamento, negli impianti di rafreddamento
dell'aria, negl apparecchi radio e televisivi e negli impianti di illu
minazione, la somma totale dell'energia disponibile per persona
enorme. Ma non solo la potenza energetica totale che ci interessa.
Sono aumentati anche gli usi per cui pu essere impiegata. In quasi
ogni settore della vita vi sono macchine che possono tradurre l'energia
in azione. L'uomo non ancora arrivato al punto di poter condurre
una vita fatta tutta di bottoni da premere, ma si avvia decisamente
in quella direzione.
Man mano che la potenza dell'uomo cre:,ccva_ quella di Dio Jcli
nava. Con la perdita della sua onnipotenza, la base razionale per la
credenza in Dio svanita. !ia solo persone che hanno bisogno di una
base razionale per la loro fede possono sbarazzarsi cos alla leggera
di Dio. La morte di Dio pertanto indica che siamo diventati troppo
razionali e troppo obiettivi per credere in una divina Provvidenza
che potrebbe proteggerei e confortarci. Se abbiamo bisogno di guida,
ci rivolgiamo agli psicologi di professione o leggiamo libri di psico-
L perdita dela fede 183
logia per scoprire le risposte alle nostre difcolt. Diamo per scon
tato che, se solo riusciamo ad ottenere le risposte giuste, potremo
applicarle alla nostra vita. Abbiamo riposto la nostra fducia nel po
tere razionale della mente dell'uomo, certi che essa abbia la capacit
di risolvere tutti i problemi dell'uomo. L'uomo moderno sembra ri
tenere che con una scienza e una potenza energetica adeguate possa
diventare onnipotente.
L'orgoglio prelude alla caduta e noi stiamo assistendo all'inizio della
caduta. Stiamo rendendoci conto che il potere ha due facce: un aspet
to distruttivo oltre ad un aspetto costruttivo. Ci rendiamo conto che
l'uomo non p alterare a volont il delicato equilibrio ecologico della
natura senza dover pagare un prezzo. Sembra che, pi energia pro
duciamo, pi materiali contaminanti mettiamo in circolazione. Ma
la potenza dell'energia la nostra ossessione perch crediamo di do
verne avere ancora di pi per poter controllare la polluzione. L'af
darsi alla potenza energetica pu creare una spirale verso il basso che
avr come suo esito .nale il disastro dell'umanit.
Se desideriamo capovolgere questo processo, dobbiamo per prima
cosa comprendere come mai l 'uomo venuto a trovarsi di fronte a
questo dilemma. A che punto ha perso la fede? E quando o come
giunto ad arrogarsi il diritto di controllare la vita? Sono grossi inter
rogativi ai quali purtroppo non posso nemmeno tentare di dare
una risposta in questa sede. Tuttavia vorrei trattare il tema del ruolo
che la psicanalisi ha avuto in questa storia. Non pu essere una pura
e semplice coincidenza che la psicanalisi sia sorta e forita durante il
periodo che ha visto diminuire la fede dell'uomo in Dio.
Dobbiamo cominciare con l'afermazione che la psicanalisi ha dato
uno dei contributi pi importanti alla nostra comprensione di ci che
l 'uomo. Ed la dimostrazione che Freud ci ha fornito di come
processi
.
inconsci contribuiscano ad influenzare e alterare il pensiero
cosciente. Egli ha inoltre messo a punto una tecnica per rendere consci
questi processi inconsci. Cosl la psicanalisi ci ha dato i mezzi per
vedere le forze che stanno dietro alla facciata della razionalizzazione
e del comportamento socialmente approvato. stata come l'apparec
chio ai raggi X della mente. Per mezzo della psicanalisi Freud ha
mostrato che l'organismo si sforza di raggiungere il piacere attraverso
la soddisfazione delle sue pulsioni istintuali e che quando queste ten
denze entrano in conflitto con la realt della situazione sociale, esse
vengono o represse o sublimate.
La repressione di un impulso porta ad un conflitto interno che
ostacola la personalit. L'impulso rivolto contro di s e l'energia
dell'impulso viene usata per bloccare la sua stessa espressione. Nella
sublimazione, invece, si suppone che l'energia dell'impulso sia inca-
18 L perdita dela fede
nalata in un sistema accettabile di scarica che non solo evita il con
fliro interno e quello esterno ma diviene anche un'espressione crea
tiva e favorisce il processo culturale. Freud si preoccupava soprat
tutto della pulsione sessuale. Chiam libido l'energia di questo im
pulso, e la concep dapprima come una forza fsica ma, nei suoi scritti
pi tardi, la descrisse come una forza psichica.
Freud riteneva fermamente che la cultura fosse impossibile senza
la sublimazione. Poich la gratifcazione di tutte le pulsioni istintuali,
pensava Freud, non avrebbe lasciato nulla da desiderare, non vi sa
rebbe stata motivazione alcuna per una crescita culturale. Si dice ge
neralmente che la necessit sia madre dell'invenzione. Se tutte le ne
cessit fossero rimosse, dunque, non vi sarebbe pi alcuna ragione di
inventare qualcosa. Quest'argomento valido, ma trascura il fatto
che la necessit inerente all'ordine naturale. II mondo non mai
stato esente da malattie e carestie, da catastrof naturali e dalla morte.
La gratifcazione istintuale dei bisogni orali e la soddisfazione ses
suale non eliminerebbero queste minacce alla nostra sicurezza. Lo svi
luppo culturale non dovrebbe essere visto, pertanto, come il risultato
della frustrazione e della sublimazione. Per Freud, "il progresso uma
no conduce necessariamente alla repressione e alla nevrosi. L'uomo
non pu avere ad un tempo felicit e progresso" .
9
Vi sono due ragioni fondamentali per le quali Freud accett l'ine
vitabilit del conflitto tra la gratifcazione istintuale e la cultura. Una
di esse che egli era legato alla base ideologica della propria societ.
Era, come sottolinea Fromm, un critico della societ . . . Ma era anche
profondamente radicato nei pregiudizi e nella flosofa del suo periodo
storico e della sua classe". Ritengo che Fromm abbia ragione nel
dire che Freud era " impeito dalla convinzione indiscutibile che la
sua societ, per quanto niente afatto soddisfacente, fosse la forma
defnitiva del progresso umano e non potesse essere migliorata in al
cun aspetto essenziale".
10
Tale atteggiamento da parte di Freud indica che egli era un uomo
di fede. Un uomo di fede non mette in discussione le radici della
propria fede. significativo che Freud non abbia mai analizzato se
riamente il suo rapporto con la madre. Come dice Fromm, "Freud
non poteva concepire che la donna potesse essere la causa principale
della paura. Ma l'osservazione clinica dimostra ampiamente che le
paure pi intense e patogene sono efettivamente in relazione alla f-
9 ERIC FROMM: The Crisis of Psychoanalysis, trad. it. La cri della psico
analisi, Mondadori, Milano.
M
Ibid.
L perdita dela fede 185
gura materna e che, al confronto, la paura del padre insignifcante"."
Ci non di meno la fede che Freud aveva in se stesso e nella sua
missione era la fonte della sua forza.
L'altra ragione fondamentale che spiega la posizione di Freud stava
nella sua dedizione alla ragione e alla razionalit. Questa, tuttavia,
non lo rese cieco di fronte agli aspetti irrazionali del comportamento
umano. La psicanalisi sosteneva di essere la scienza dell'irrazionale o
dell'inconscio poich riconosceva chiaramente che l'inconscio esercita
un'influenza determinante sulla consapevolezza e sul comportamento.
Ma Freud accett la tesi che vi un conflitto inconciliabile tra queste
due forze, la razionalit e l 'irrazionalit, cio gli aspetti consci e in
consci della condizione umana. E credeva altresl che fosse possibile
una soluzicrie di questo conflitto per mezzo della tecnica psicanali
tica, che mirava a portare alla coscienza l'inconscio. Se si potesse fare
cosl, l'uomo, con il potere della ragione e la forza del suo ego maturo,
'1si libererebbe dal dominio delle tensioni inconsce; invece di rimuo
verle pu negarle, cio pu diminuirne la forza e controllarle con la
sua volont"
_l2
In questa visione dell'uorrio si considera l'irrazionale solo nei suoi
aspetti negativi. Le pulsioni inconsce delle quali ci si deve liberare,
sono viste come impulsi immaturi, egoistici, distruttivi e ostili. Il mio
maestro, Wilhelm Reich, mise in rilievo che per Freud l'Es era la
scatola di Pandora dei sentimenti negativi. Tutti i terapeuti che la
vorano con i pazienti in maniera analitica possono confermare che
l'inconscio davvero pieno di impulsi negativi e ostili. Se non si po
tesse superare questo strato negativo, si potrebbe essere d'accordo
con Freud che l'unica soluzione quella di rendere consci tali impulsi
e sottoporli ad un volontario controllo. Il fallimento della tecnica
psicanalitica sta. nel fatto che non mai andata abbastanza a fondo.
Ha operato soltanto con la mente, ignorando il cuore e il corpo. Par
tendo dalla premessa che non bisogna fdarsi dell'Es, ha fnito col
dire: '' dove era l'Es, ci sar l'ego". Data la sua prevenzione nei ri
guardi d eli 'irrazionale, la psicanalisi non poteva giungere a nessun'altra
conclusione se non quella che il bambino una creatura amorale, pec
caminosa e perversa che dev'essere ammaestrata per diventare un es
sere educato.
Se la razionalit ha un valore positivo, all'irrazionale deve essere
assegnato un valore negativo. Se il ragionamento e la logica sono modi
di operare di tipo superiore, la reazione emotiva un modo inferiore.
Se il funzionamento mentale un modo superiore di .essere, il fun-
!I
lbid.
\J
Ibid.
186 La perdita della fede
zionamento corporeo un modo inferiore. Questi giudizi non sono
solo della psicanalisi, ma pervadono l'intera cultura occidentale. Basti
un esempio. Un bambino dice alla mamma: "non voglio mangiare la
verdura". Alcune madri probabilmente insisteranno, ma molte rispon
deranno chiedendo a loro volta: "perch non vuoi mangiare la ver
dura?" . Se il bambino risponde: "non mi va di mangiarla", pu
darsi che la mamma a sua volta replichi: "dimmi la ragione". Pare
che ahbiamo bisogno di ragioni per giustifcare il comportamento.
I sentimenti non sono ragioni e pertanto non possono essere consi
derati sufcienti a giustifcare le azioni di una persona. Ma poich la
motivazione dell'azione proprio quel che si sente, siamo costante
mente costretti a giustifcare i nostri sentimenti, il che signifca in
ultima analisi giustifcare il nostro diritto di esistere. La ragione pren
de la precedenza sul sentimento,
La prevenzione di Freqd nei confronti dell'irrazionale (mi si con
senta di chiamarlo il non razionale per eliminare quel tanto di nega
tivo che associato al termine irrazionale) si rivelata in modo evi
dente nella sua analisi della religione. In Il futuro di un'ilusione
Freud ha attaccato la validit delle credenze religiose. Ora Freud era
un logico e non gli fu difcile mostrare che i dogmi specifci della
religione mancavano di una base oggettiva. Osserv che " molte persone
sono state torturate dagli stessi dubbi che a suo parere non osavano
esprimere per paura o reprimevano per senso del dovere. Ma Freud
trascur il dato di fatto della fede che una condizione del sentire.
Una persona che ha fede non ne mette in discussione le radici perch
sa che se le sottoponesse
.
all'esame critico del proprio intelletto, ne
uscirebbe senza fede. La stessa cosa pu dirsi di qualsiasi sentimento.
Si pu analizzare ogni sentimento o sensazione fno al limite estremo,
ma quando lo si fa, si fnisce col restare senza sentimento e con una
vita priva di signifcato.
Mentre dobbiamo riconoscere gli importantissimi contributi della
psicanalisi alla comprensione della condizione umana, dovremmo ren
derei conto che la psicanalisi ha avuto anche degli efetti negativi su
tale condizione. Ha contribuito ad aumentare la spaccatura tra l'ego
e il corpo o tra la cultura e la natura, mettendo in rilievo l 'antago
nismo tra questi aspetti polari della vita e ignorando la loro sotto
stante unit. Inoltre, mettendo a fuoco quasi esclusivamente i pro
cessi psichici, tende a denigrare il ruolo dei fattori somatici nelle ma
lattie emotive. Cos la psicanalisi tende a favorire l'illusione che la
mente sia l'unico aspetto importante del funzionamento degli esseri
` S. FREUD: Die Zukunft einer lllusion, 1927, trad. it. Il futuro di ttn'it!tl
sione, Boringhieri, Torino.
La perdita dela fede !87
umani. In pratica ci porta a concentrarsi e immergersi nelle parole
e nelle immagini mentali e a farci assorbire da queste, trascurando
i modi di espressione non verbali. Non pu pertanto non fnire in un
sistema di intellettualizzazioni che hanno perso la loro connessione
essenziale con la natura animale dell'uomo.
Non
_
mia intenzione attaccare la psicanalisi. Ogni concezione va
lida pu essere male usata, e Freud non avrebbe approvato il cattivo
uso del suo metodo che stato qui sopra descritto. Voglio esprimere
l'opinione che la psicanalisi ha una fortissima prevenzione nei con
fronti del sentimento, del corpo e del concetto di fede. Il pregiudizio
di Freud verso la fede comprensibile se visto alla luce dell'abuso
che ne stato fatto da parte delle religioni organizzate. Cosl come
Freud si opponeva alle pretese della religione, facendo appello alla
ragione, la religione organizzata si opponeva alle scoperte della psica
nalisi con un appello alla fede. Il concetto della fede pu degenerare
facilmente in un vago misticismo che potrebbe distruggerne il vero
carattere e valore. Siccome la gente ha un disperato bisogno di fede,
le persone possono
.
essere indotte facilmente a rinunciare alla propria
individualit se si ofre loro un sistema di credenze in nome della fede.
Freud infne ripose la sua fducia nella scienza. Scrisse: "crediamo
che l'attivit scientifca possa scoprire sulla realt del mondo qualcosa
su cui basarci per aumentare il nostro potere e in armonia con la
quale possiamo regolare le nostre vite".
14
Poi Freud si pose la domanda se questa convinzione potesse essere
un'illusione e immediatamente diede la risposta che i successi della
scienza mostrano ch'essa illusione non . Sono d'accordo che non si
tratti di un'illusione. La scienza ci d veramente il potere e ci ofre
delle leggi per aiutarci a regolare le nostre vite. Ma la mia domanda
la seguente: le concezioni e il potere che la scienza ofre favori
scono necessariamente la felicit e il benessere dell'uomo? Non mi
sentirei certo di rispondere a questa domanda in senso afermativo.
Non necessario prendere poizione tra le argomentazioni della
religione e quelle della scienza. N le credenze religiose n quelle
scientifche combattono il problema fondamentale della depressione.
N un credo in Dio n un credo nella scienza impediranno a una
persona di diventare depressa quando si abbatte la carica energetica
del suo corpo per la perdita dalla capacit di sentire. E quando ci
accade, l'idea del credo perde il suo potere di tenerci su, perch la
forza di un'idea deriva dall'entit di 'afekt' (passione) o 'cathexis'
(carica) che vi si investe. Freud stesso aveva scoperto questo principio.
C' un altro pregiudizio in Freud da segnalare. Ed una visione
' Ibid.
188 L perdita detra fe
falsa della natura. Sulla natura Freud ha scritto: "essa ha un modo
particolarmente efcace di !imitarci: ci distrugge freddamente, cru
sinonimo della
legge della giungla - i forti sopravvivono mentre i deboli muoio
no - e altri ancora possono vederla sotto l'aspetto di una vita li
bera dalle pressioni di una societ competitiva. Anche se c' una certa
validit in ognuna di queste visioni del mondo, ci di cui ci occupia
mo qui la realt del S o il mondo interiore. Allorch diciamo che
una persona non ha contatto con la realt, vogliamo dire che non
in contatto con la realt della sua esistenza. Il migliore esempio lo
schizofrenico che vive in un mondo di fantasia e non consapevole
delle condizioni fsiche della propria esistenza.
Per ogni persona la realt basilare della propria esistenza il suo
corpo. attraverso il corpo che ha esperienza del mondo e risponde
ai suoi stiriloli. Se una persona non in contatto con il proprio corpo,
questa persona non in contatto nemmeno con la realt del mondo.
Questa la tesi che ho sviluppato nel libro The Betrayal of the Body.'
1
ALEXANDER LowEN: The Betrayal of the Body.
La realt 191
Citer un passo da quel libro: 1'se il corpo relativamente devitaliz
zato, le impressioni e le reazioni di una persona si afevoliscono. Un
corpo, quanto pi vivo, tanto pi vividamente percepisce la realt
e tanto pi attivamente reagisce ad essa. Abbiamo tutti constatato
personalmente che, quando c sentiamo particolarmente bene e parti
colarmente vitali, percepiamo il mondo in un modo pi netto. In
stati di depressione il mondo appare sbiadito".
Il primo passo nella cura della depressione quello di aiutare il
paziente a mettersi in contatto con la realt del proprio corpo. Il
grado della sua depressione indica la misura in cui egli ha perso la
consapevolezza di s come persona fsica. Da questo punto di vista
come un individuo schizoide, che tuttavia nega la realt del proprio
corpo, mentre invece la persona depressa la ignora. La realt della
vita alla quale non si pu sfuggire che la persona il corpo o il
corpo la persona. Allorch il corpo muore, muore la persona. Allor
ch il corpo diventa " morto", cio privo di sensazioni e sentimenti,
la persona cessa di esistere come individuo con una personalit def
nibile. Un'altra citazione da The Betrayal of tbe Body chiarir questo
punto: " il corpo che si scioglie d'amore, si congela di paura, trema
di rabbia e si protende in cerca di calore e di contatto. Staccate dal
copo queste parole sono immagini poetiche. Sperimentate nel corpo
hanno una realt che conferisce un signifcato all'esistenza. Se ba
sata sulla realt delle sensazioni corporee, un'identit ha sostanza e
struttura. Astratta da questa realt, l'identit un prodotto sociale,
uno scheletro senza carne".
Il problema della terapia che la persona che non in contatto
con il proprio corpo non sa di che cosa le si parli. Pu perfno fare
questa dichiarazione: ''che cosa ha a che fare il mio corpo con ci
che sento?". La dichiarazione assurda perch ci che quella per
sona sente il proprio corpo. Fuori del corpo non c' sentire. Come
pu una persona fare una dichiarazione del genere senza essere stata
condizionata a credere che il corpo sia solo un meccanismo che la
mantiene in vita .ma che i nessun modo la determina? Ma tale con
dizionamento fa parte della cultura occidentale ed radicato nell'etica
giudaico-cristiana, che considera il corpo peccaminoso, inferiore e pri
gione. dello spirito. La mente umana, quella meravigliosa facolt che
distingue l'uomo da tutti gli altri animali, considerata il vero segno
della natura umana, il criterio della sua umanit. Mentre l'uomo pri
mitivo adorava il corpo e le sue funzioni vitali come manifestazioni
di una forza divina, noi abbiamo dissociato questa forza dal corpo
e l'abbiamo investita nello spirito disincarnato che consideriamo divino.
` Ibid.
192 La realt
La denigrazione del corpo nella religione occidentale era un tenta
tivo di spiritualizzare l'uomo; di sollevarlo al di sopra della pura esi
stenza animale. E fnch l'uomo ha avuto un corpo vivo e si mante
nuto in contatto con esso attraverso le necessit fsiche della vita quo
tidiana, questo sforzo ha avuto un senso. Non ha pi senso nella si
tuazione in cui ci troviamo ora. L'eccessiva importanza attribuita alla
mente e allo spirito ha prodotto spiriti senza corpo e corpi senza spi
rito e disincantati. Il risultato fnale che la religione ha perso la
sua efcacia di baluardo della fede avendo scalzato le radici dell'uomo
nel suo corpo e nella sua natura animale.
Questo processo stato favorito da una posizione scientifca che ha
ignorato la validit dell'esperienza soggettiva a favore di un atteg
giamento obiettivo privo di emozioni nei confronti della vita. Trat
tando tutte le funzioni vitali come meccanismi meramente psico-chi
mici, tale concezione ha ridotto il corpo a un oggetto: uno dei molti
che la scienza ha cercato di controllare e manipolare. Qui, di nuovo,
l'obiettivo aveva un senso all'inizio, perch aumentava il potere del
l'uomo e il senso di dominio e aumentava in larga misura la sua si
curezza esterna. Ma questo valore stato perduto quando l'intero pro
cesso della vita si trovato di fronte al pericolo di trasformarsi in
un'operazione meccanica.
Ho a lungo considerato la psicanalisi come il grande sforzo fnale
per sottomettere e controllare la fondamentale natura animale del
l'uomo. La psicanalisi appartiene, pertanto, con la religione e con la
scienza, alla tradizione occidentale della superiorit della mente sulla
materia e dell'uomo sulla natura. Come gli altri tentativi compiuti
in questa direzione, ha avuto un senso all'inizio. L'uomo doveva
acquistare coscienza dei suoi processi mentali inconsci se voleva com
prendere il proprio comportamento. Ma come avrebbe poruto svilup
pare la comprensione necessaria se era ignorata la realt fondamentale
del suo essere, cio il funzionamento del suo corpo? Eppure stato
con la psicanalisi che questo difetto nell'approccio dell'uomo alla vita
stato riconosciuto. stato infatti uno psicanalista, Wilhelm Reich,
a scoprire il fatto ovvio che il carattere psicologico di un individuo
espresso dall'atteggiamento del suo corpo.
II portamento di una persona, il modo in cui questa si muove,
parla e irradia ci che sente, ci dice chi egli sia. Questo lo sappiamo
tutti istintivamente, lo sapevamo da bambini. Come siamo divenuti
tanto ciechi da non riconoscere questa verit? Tale cecit di fronte
all'ovviet poteva venire soltanto da un lungo condizionamento che
ci ha insegnato a credere che la persona si .identifca con la sua mente
e non con il suo corpo. Siamo stati condizionati a non avere fducia
nei nostri occhi o nei nostri sensi, perch essi portano alla mente solo
L reat 193
informazioni soggettive. Ma la persona che non crede ai propri sensi
non pu avere fede nelle proprie percezioni e nelle proprie reazioni.
E, naturalmente, non pu avere nessuna certezza della realt.
La resistenza a vedere il corpo come equivalente della persona
profondamente strutturata in molti. Non una resistenza facile da
superare perch poche persone sono pronte ad abbandonare l'illusione
che la mente dell'uomo, qualora abbia a disposizione un'adeguata
quantit di informazioni, sia onnipotente. Il caso seguente un'ulte
riore illustrazione dell'irrealt che pervade la condizione depressiva.
Tempo fa vidi un uomo tra i quaranta e i cinquant'anni che si la
gnava di una reazione depressiva iniziata un anno prima, circa sei
mesi dopo aver venduto la sua ditta ad una grande impresa per una
considerevole somma di denaro. La vendita era stata effettuata a con
dizione che lui stesso si occupasse dell'impresa per cinque anni dato
che era considerato molto bravo nel suo campo. Quella che avrebbe
potuto essere un'esemplare vicenda di successo nel lavoro si trasfor
m presto in una grande amarezza per il mio paziente che divenne
inquieto e cominci a crucciarsi di lavorare per un padrone. Si spa
zientiva con i suoi impiegati e cominciava a gridare e ad arrabbiarsi
con loro. Le scenate erano di breve durata e la sua gentilezza di fondo
presto ristabiliva la situazione. Ma l depressione si approfondiva co
stantemente. E allora rivel questa storia.
Dieci anni prima, poco prima che il suo matrimonio fallisse, aveva
avuto attacchi di vertigine e aveva provato qualche difcolt a cam
minare. Ne parlava come di una sorta d'agorafobia: di paura di stare
in spazi aperti. Questi attacchi lo portarono nello studio di uno psi
chiatra che per cinque anni lo sottopose alla psicanalisi con sedute
quattro o cinque volte alla settimana. Il risultato della cura fu che
riusd a fronteggiare in qualche modo le sue ansie e le sue fobie. Nel
corso della cura analitica acquist inoltre l'aggressivit che gli aveva
consentito di ottenere il successo negli afari. Aveva acquisito delle
verit importanti su se stesso, ma molti dei suoi problemi restavano
irrisolti. Sapeva che un problema importante per lui era i l bisogno
di avere il controllo su se stesso e sugli altri. Tuttavia la terapia
analitica gli fu di scarso aiuto per sbarazzarsi di questa necessit di
controllo. Ci era evidente nel suo funzionamento sessuale. Aveva
prima
h
isogno di una lunga bmiliarit con la sua partner sessuale
per poter essere erettivamente potente. Inoltre non poteva eiaculare
senza l'uso della fantasia. Non poteva lasciarsi andare o abbandonare
il proprio ego a una donna o alla propria sessualit.
Tenuto conto di questo fui sorpreso quando mi disse: "malgrado
tutti i miei problemi, mi godo la vita. Sono quasi sempre felice".
Allorch sottolineai l'assurdit della sua dichiarazione, lui la chiari
194 L realt
in questo modo: '1io faccio dei giochi e il gioco pi grosso consiste
nel superare la mia nevrosi con l'astuzia. Faccio anche il gioco di
essere felce, di avere successo, e di avere degli amici malgrado la mia
nevrosi". Non era altro che l'ammissione che si era illuso di essere
felice mentre era terribilmente infelice. Per esempio, avrebbe .sem
pre voluto diventare scrittore ma invece si era laureato in ingegneria.
Date le frustrazioni emotive della vita di questo paziente, non
forse naturale che fosse depresso? La risposta no. La reazione na
turale alla frustrazione la rabbia, ad una perdita la tristezza e
l'aflizione. Una reazione depressiva indica che la persona ha funzio
nato in base ad un 'illusione. certamente un'illusione credere che
uno possa vincere la propria nevrosi con l'astuzia. Tale atteggiamento
divide la personalit in una parte razionale, che perfettamente co
:dente, e in una parte irrazionale, che i comportamento nevrotico.
Tale divisione conduce all'illusione che la mente cosciente possa e
debba avere il controllo della personalit. Ogni volta che questo con
trollo viene meno, l'individuo si lascia prendere dal panico e diventa
depresso, il che accresce l'apparente bisogno di un maggiore control
lo. L'individuo in tal modo intrappolato in un circolo vizioso senza
via d'uscita.
Per rompere questo circolo vizioso, il paziente deve essere messo
in contatto con la sua realt: la realt della sua situazione vitale, la
realt dei suoi sentimenti, la realt del suo corpo. Queste tre realt
non possono essere separate l'una dall'altra. La persona che in con
tatto con i suoi sentimenti anche in contatto col suo corpo e con
la sua situazione di vita. Per la stessa logica, la persona che in con
tatto con il suo corpo in contatto con tutti gli aspetti della sua
realt. Mettersi in contatto , pertanto, il primo passo verso la libe
razione dalla depressione e verso l'acquisto della fede. La via pi im
mediata per conseguire questo obiettivo consiste nell'aiutare il pa
ziente ad entrare in contatto con il proprio corpo.
Il mio paziente era vagamente consapevole di avere delle tensioni
fsiche, ma non ne era in contatto con la gravit e con il grado in cui
esse immobj}izzavano i suoi movimenti e la facolt di sentire . Mentre
parlavamo insieme, osservavo che stava seduto afondato nella sedia
con la testa insaccata dentro le spalle. Sedeva "in se stesso" il che
signifca che era trattenuto in dentro e non si poteva aprire n poteva
manifestare i suoi sentimenti. Quando Io posi sul cavalletto a respi
rare
.
, notai che la sua respirazione era superfciale. Egli sentiva questa
come una posjzione di 'stress' estremo che lo spaventava. Per alle
viargli l'ansia, andai io stesso sul cavalletto e gli mo?trai che con
un po' di rilassamento, la respirazione si approfondiVa e si poteva
tollerare la tensione per un certo tempo senza
alcuna difcolt. La
L realt 195
mia dimostrazione gli allevi l'ansia ed egli riuscl a lasciarsi andare
un pachino di pi. In realt il mio paziente era sorpreso che io, pi
vecchio di lui, potessi fare quell'esercizio molto pi facilmente perch
si considerava piuttosto atletico, dato che era uno sciatore.
Mentre stava sdraiato sul letto, gli chiesi d tirar calci sul mate
rasso e dire di no. Diede espressione a questo atteggiamento debol
mente e in modo poco convincente. Ma mi disse: ((In ufcio faccio
presto ad arrabbiarmi e grido di continuo". Eppure non riusciva a
farlo nel mio studio dove sarebbe stato il caso che lo facesse per
sfogare i suoi sentimenti repressi. Molti sono vittime del malinteso
che le scenate isteriche siano forme valide d'espressione della pro
pria personalit. Esse sono, invece, esattamente l'opposto: perch i
dicano scarsa padronanza di s e l'incapacit di liberare le emozioni
se non dietro provocazione. Dopo questa spiegazione, il paziente fece
uno sforzo maggiore per mettere pit1 sentimento nei calci, nei colpi
e nelle grida.
Alla seduta successiva riferl un lieve miglioramento. Le angosce
erano diminuite e la depressione si era alleviata sensibilmente. Attri
buiva i miglioramenti al fatto d'aver scaricato la rabbia> perch rite
neva che la repressione della rabbia fosse responsabile della sua rea
zione depressiva. Ci era vero solo in parte. La repressione d qual
siasi sentimento si collega al1a repressione d ogni sentimento: d ti
stezza, di paura, d'amore e cos via. Bench il mio paziente fosse
maggiormente consapevole di imbrigliare la rabbia, in realt <<si tene
va dentro" tutti i suoi sentimenti. Il termine tenersi dentro" signi
fca che il meccanismo della depressione la chiusura d tutti gli
sbocchi: genitale, anale, e orale. In questi individui le maggiori aree
di tensione sono nei muscoli del collo e della gola e in quelli del ba
cino e dei glutei. Il mio paziente aveva il collo corto e grosso. I mu
scoli della parte posteriore del collo erano troppo sviluppati e grave
mente contratti. Una condizione analoga poteva essere riscontrata pal
pando i muscoli che circondano gli sbocchi inferiori.
L' atteggiamento caratteriale del " tener dentro" pu essere messo
a confronto con quello del "trattenere" . Nel secondo caso, le tensioni
principali sono nei muscoli lunghi del corpo, specialmente in quelli
lungo la colonna vertebrale. Questo schema di tensione produce una
rigidit dd corpo generalmente connessa ad una personalit pi com
pulsiva e aggressiva. Il " tener dentro" pi tipico della struttura
caratteriale masochista.3
ALEXANDER LoWEN: The Physical Dynamics of Character Structure e The
Language Of the Body (La dinamica fisica della struttura del carattere, e i
linguaggio del corpo).
196 L realt
Dopo diverse settimane d continui miglioramenti, la terapia fu in
terrotta per due settimane a causa di una mia assenza dalla citt.
Quando rividi il paziente, questi era depresso e angosciato. Lo avevo
messo in guardia circa l'inevitabilit della ricaduta. Durante questa
seduta, mentre lavorava sulla respirazione e sul movimento, gli venne
improvvisamente la nausea. Dapprima resistette all'idea di vomitare.
Quando sottolineai che questo era il modo usato dal suo corpo per
non tener dentro e per buttar fuori, acconsent a provarci. Bevve un
po' d'acqua e, usando il dito, vomit facilmente. L'esperienza Io
scosse, ma fu piacevolmente sorpreso di trovare che essa gli calmava
immediatamente le angosce. Cito questo incidente per introdurre l'idea
C
he il corpo, se gli si consente di tornare in vita, trover il suo modo
di sfogare le proprie tensioni.4
Questa seduta fu l'ultima. Perch non abbia continuato la t
_
erapi
non lo so. Posso solo immaginare che l'idea di liberare i sentlmenu
e le sensazioni lo abbia spaventato. Non era preparato ad accettare
il dolore e la fatica fisica necessari per liberarsi delle sue tensioni
muscolari. Scommetto che si aspettava da me che lo aiutassi ad acqui
sire un maggiore controllo sul corpo in modo da poter superare la
reazione depressiva con uno sforzo di volont. Tuttavia questo non
il modo di afrontare un problema depressivo, perch accresce il
senso di irrealt del paziente, dissociandolo ulteriormente dal pro
prio corpo.
Questa breve cartella clinica serve a dimostrare due punti fonda
mentali. In primo luogo, tutte le persone depresse mancano di con
tatto con la realt della loro vita. Penso che questa afermazione in
grado minore si possa estendere alla maggior parte della gente. In
secondo luogo, gli individui depressi non sono in contatto con i loro
corpi. Non sentono le tensioni muscolari che li bloccano e imprigio
nano. Se si sentono tesi, come accade a molti, lo attribuiscono alla si
tuazione immediata per cui si sentono impotenti cambiare. Allora
si rivolgono a una pillola o a una droga. Non si rendono conto di
quanta tensione si sia strutturata nei loro corpi \ come questa con
tribuisca alle loro angosce e al loro senso di impotenza.
Tra i miei pazienti depressi c'era una donna che si lamentava prin
cipalmente del fatto che il marito era insensibile nei suoi confronti.
Bench questa lamentela fosse abbastanza giustifcata, la donna non
si rendeva conto di quanto i suoi problemi contribuissero a creare
questa situazione. Le chiesi di protendersi con le braccia e di dire
" ti voglio". Non riuscl a dirlo, almeno non con sentimento. Voleva
4 Per il significato della nausea spontanea e per il ruolo che essa svolge nel
l'ambito della terapia, rimando al mio precedente volume: Pleamre.
L realt
197
farlo, almeno consciamente, ma la gola era troppo tesa e le spalle
troppo irrigidite per lasciar uscire il sentimento. Capl allora che non
riusciva a protendersi verso suo marito e che non poteva attribuire
esclusivamente a lui la colpa dei suoi problemi matrimoniali.
Desctiver un altro caso, quello di un giovane che con deci::cn.
e forza di volont era stato in grado di ottenere quasi tutte le cc- :
che desiderava. Per far ci aveva troncato in massima parte ognj CL
sentimento. Con la terapia riacquist un po' della capacit di espri
mersi; riusciva a piangere e a mobilitare la rabbia. Ma aveva un pro
blema che apparve chiaramente quando si protese in su con le mani
e disse: " dammelo" . Fece la domanda con forza e in risposta gli diedi
la mia mano, leggermente richiusa a pugno. Lui la prese, la tenne e
quindi si calm. Non sapeva che farne. La maggior parte dei pazienti
in questa situazione mi prende la mano e se la mette sul torace, sulle
guance o sulla bocca. Ripetemmo questa operazione con l'asciuga
mano arrotolato. Lo aferr con fermezza e lo tenne, ma non fu in
grado di procedere oltre. Quindi disse: "Non posso avere ci che
voglio. Posso anche attaccarmi in modo che non mi venga portato
via. la non posso possederlo. Non posso far sl che sia parte di me.
Non posso aprirmi e prenderlo dentro di me".
Per aiutare i miei pazienti a comprendere cosa vuol dire aprirsi,
descrivo il comportamento degli uccellini di una nidiata allorch la
madre arriva col cibo. Il becco dell'uccellino si spalanca; sembra che
si spalanchi addirittura di pi della largheiza del sacco del suo corpo.
uno spettacolo incantevole e l'ho schizzato nel disegno riprodotto
in questa pagina. Sono certo che tutti noi abbiamo visto una
scena del genere e siamo stati impressionati da quanto l'uccellino
apra la bocca e il corpo per ricevere le oferte della madre.
198 La realt
Un lattante si apre e si protende nello stesso modo per ricevere
i seno. Non solo la bocca che si apre ma anche la gola e tutto il
corpo, non solo le labbra e le mani che si protendono ma tutto
l'essere del bambino. Il fatto di aprirsi e di protendersi comincia con
un'ondata di eccitazione al centro del corpo che fluisce verso l'alto
attraverso i torace e all'infuori, attraverso le braccia, la gola, la boe
ca e gli occhi. Il sentimento che accompagna questo movimento pu
essere descritto come un protendersi dal profondo del cuore o un aprir
si che si estende ad includere il cuore. Il neonato si apre e si pro
tende con amore e cos pu prendere nel suo corpo l'amore che gli
oferto.
Aprire la personalit significa aprire il cuore di una persona in
modo che sia capace di esprimere e ricevere l'amore. Non si tratta
di una metafora ma di una realt fsica. Un cuore aperto quando
il sentimento o l'eccitazione che c' nel cuore pu scorrere libera*
mente nelle braccia o attraverso la gola e nella bocca e sulle labbra
e su fno agli occhi. Cos come gli impulsi defluiscono all'esterno
attraverso questi sentieri, le impressioni rifluiscono alPinterno lungo
gli stessi sentieri. Una persona aperta sente nel cuore l'afetto che
altri hanno per lei. Il sentimento sgorga dal cuore e scorre in s
e in gi nel corpo, verso la testa e anche verso i genitali 'e le gambe.
Una persona aperta aperta da ambedue i lati del corpo. La sua ses
sualit imbevuta d'amore per il partner e ogni passo che fa un
contatto amoroso con la terra.
Quando diCiamo di una persona che ha il cuore chiuso, vogliamo
dire che il suo cuore non si pu raggiungere. Se il cuore stesso do
vesse chiudersi, la persona morirebbe. Ma si possono tuttavia restrin
gere le vie d'accesso al cuore sia dall'alto che dal basso. E si pu tra
sformare la cassa toracica in una prigione con le tensioni muscolari
che rendono rigido e immobile il torace. Il torace rigido e gonfo
dice, nel linguaggio del corpo, "non lascer che tu ti avvicini al mio
cuore". Tale atteggiamento del corpo si forma in seguito ad una grave
delusione i un rapporto d'amore avuto in tenera et e precisamente
nella relazione del bambino con la propria madre. Reich ha descritto
tale tensione come un processo di formazione di un'armatura desti*
nata a proteggere la persona contro il pericolo di <ssere di nuovo fe.
rita. Serve anche ad attutire il dolore della ferita iniziale ed pertanto
una difesa contro il sentimento.
I miei pazienti sono bloccati nella loro capacit di aprirsi e di pro
rendersi completamente
-
e con naturalezza. Nella maggior parte di
loro trovo che il torace teso e rigido in forma di volta per proteg*
gere e salvaguardare il cuore. Quindi c' un anello di contrazione mu
scolare intorno alla radice del collo che restringe l'apertura della ca-
L reat 199
vlta toracica. In taluni il collo corto C spesso con forti muscoli che
strangolano efcacemente ogni impulso in uscita. In altri i collo
lungo e sottile, con muscoli tesi che comprimono in una morsa ogni
impulso. La mascella serrata per controllare l'accesso all'iterno o
l'uscita verso l'esterno. Le tensioni croniche della mascella non man
cano mai, L in alcuni casi la capacit di aprire la bocca drastica
mente ridotta. Persino le labbra si paralizzano e non sono in grado
di spostarsi in avanti, liberamente e con facilit. Spasticit muscolari
intorno alle spalle e alle scapole limitano efcacemente la portata
dell'estensione delle braccia.
Man mano che porto i miei pazienti in contatto con i loro corpi,
essi riescono a sentire le frustrazioni e le privazioni che hanno pro
dotto quelle tensioni. Ricordano il desiderio della madre che non c'era
e diventano consapevoli di come hanno represso il sentimento per
eliminare il dolore. Sentono come hanno sofocato il loro pianto quan
do hanno scoperto che produceva una reazione ostile nel genitore.
Hanno imparato le maniere di una cultura che crede nella frustra
zione. Hanno imparato a " tener rigido il labbro superiore", per resi
stere di fronte alla delusione, "mento in su, vecchio". Lo stare in
guardia era diventato per loro una seconda natura perch avevano da
tempo perso la fede nelle reazioni dei genitori. S'erano chiusi e ave
vano tenuto dentro di s o trattenuto i loro sentimenti. Avevano
smesso di protendersi perch sentivano che poi sarebbero stati feriti.
Infne, avevano accettato la norma che l'amore bisogna guadagnar
selo con le buone azioni. Questa norma riassume in se stessa un atteg
giamento in base al quale il bambino considetato un essere mac
chiato dal peccato (la dottrina del peccato originale) i cui diritti sono
un dono dei genitori a condizione che lui si adatti alle loro pretese.
Il bambino che si sottomette a quest'atteggiamento deve reprimere
la propria rabbia e la propria ostilit. Questa ulteriore repressione
aumenta ulteriormente lo stato -di chiusura.
La persona che non in contatto con il corpo non sa di essere
chiusa. Parler d'amore, far persino dei gesti d'amore, ma poich i
suo cuore non n nelle sue parole n nelle sue azioni, quei gesti
non riusciranno ad essere convincenti. Si rende conto dell'importanza
del1'3more e cosl cercher in modi indiretti di ottenere l'amore di cui
ha bisogno. Cercher di aiutare gli altri senza rendersi conto che sta
proiettando il proprio bisogno su di loro. Essendo tagliata fuori da
se stessa, imposter i proprio problema nel mondo esterno, al di fuori
di s. Ed per questo che ogni sforzo che fa per ottenere l'approva
zione (comportandosi bene, diventando ricca, "Ottenendo successo) si
dimostra privo di significato, poich non influenza la sua esistenza in
teriore. I :uccessi o ci che riesce a fare non hanno per lei altro va-
200 La realt
lore che quello relativo al suo ego. Continua a sentirsi frustrata senza
sapere perch. Essendo tagliata fuori, non toccata dalla sensibilit
degli altri nei suoi confronti, e ci la lascia con la sensazione che gli
altri non facciano abbastanza.
Quando una persona si mette in contatto con il proprio corpo, si
rende conto che le proprie restrizioni e limitazioni sono causate da
tensioni muscolari croniche. Ne vede l'origine, e percepisce gli impulsi
che esse bloccano. Con l'aiuto di un terapeuta competente pu libe
rare questi impulsi e diminuire o eliminare le tensioni. Passo per passo
riacquista l'abilit di aprirsi e di protendersi di cui era stata dotata
alla nascita. Questa capacit trasforma l'individuo da una persona fru
strata in una che pu partecipare emotivamente al dare e prendere
della vita. Prima non era capace n di dare n di ricevere amore ma
solo di fare, in sostituzione dell'esistere.
Questa capacit diviene la base di una nuova fede in se stessi e nei
propri sentimenti. Il fatto di mettersi in contatto con il corpo apre
la via ad un nuovo modo di comprendere se stessi che si trasforma
gradualmente in accettazione di s. Questo cambiamento avviene quan
do i mettersi in contatto porta ad essere in contatto. Vedremo che
l'amore essere in contatto. Ho defnito l'amore il desiderio di essere
vicin a qualcuno o a qualcosa.5 Il senso di amare come il senso del
tatto un senso intimo. Per toccare si dev'essere vicini e per essere
vicini si deve amare.
Essere in contatto
Non possiamo attenderci che le persone che non sono in contatto
con la realt, ivi compresa la realt dei loro corpi, siano degli adulti
responsabili. Non possono assumersi la responsabilit efettiva della
propria vita o delle proprie azioni, perch non sono in contatto con
le forze dinamiche che determinano il loro comportamento e le rela
tive risposte. In passato potevano adeguarsi agli schemi di condotta
in uso, con la certezza che, seguendoli, non sarebbero stati biasimati.
Ma in un mondo che non riconosce n accetta pi schemi formali di
relazione, la responsabilit di stabilire rapporti emozionali signifca
tivi pesa decisamente sull'individuo. una responsabilit che si pu
assolvere pienamente solo se si in contatto con se stessi.
Essere in contatto signifca essere consapevoli del proprio corpo,
della sua espressione, del suo stato di apertura e dei suoi schemi di
tensione. Quando si in contatto con la personalit corporea, non si
funziona unicamente sulla base di un 'immagine mentale che potrebbe
5
Vedasi Love and Orgasm, (Aore C Orgasmo).
La realt 201
corrispondere o meno a questa personalit. Essere in contatto signi
fca avere una certa comprensione delle esperienze che hanno model.
lato la propria personalit, particolarmente a livello somatico. Non
potr mai insistere abbastanza sul fatto che il corpo la pietra di
paragone della realt di una persona. La persona che pensa di cono
scersi ma non in contatto con il tipo e il signifcato delle proprie
risposte fsiche, opera in base a un'illusione. Scambia l'intenzione per
l'azione. In cuor suo vuole protendersi, ma l'impulso non pu scor
rere liberamente attraverso la sua armatura muscolare. L'azione esi
ta
l
lte, incerta e ambivalente e naturalmente essa evoca una risposta
altrettanto incerta ed ambivalente. Tale situazione potrebbe essere
molto frustrante e potrebbe perfno condurre a risentimenti qualora
l'individuo non si renda conto della propria difcolt. In tal caso po
trebbe dire: "voglio protendermi verso di te, ma sono stato ferito
tante volte che sono esitante e cauto nel farlo". Possiamo rispondere
senza esitare a questa afrmazione con la nostra simpatia e con il
nostro afetto.
Quando le tensioni del corpo sono pi gravi, il protendersi pu
trasformarsi in un atto crudele o sadico. Ho visto accadere questo
molte volte con i pazienti quando davo loro la mano. Dapprima la
prendevano con dolcezza, ma, via via che aumentavano le sensazioni,
le loro mani si trasformavano in artigli e la presa si raforzava come
se dovessero strapparmi il pugno dal braccio. In una situazione tera
peutica, ci permette di esplorare pi a fondo i sentimenti del pa
ziente, ma disastroso in una relazione amorosa. Possiamo compren
dere questo fenomeno allorch ci rendiamo conto che l'impulso d'amo
re si trasforma in rabbia quando va ad attivare i sentimenti negativi
bloccati nell'armatura muscolare. Ci mostrato schematicamente nel
seguente diagramma:
t.uc. ol. TURA cor
Q^~
202 La realt
sadica la combinazione di amore e rabbia, o furore, diretti alla
stessa persona; si tratta cio del bisogno di ferire quale espres
sione dell'amore. Contrariamente all'individuo ostile e pieno di odio,
il sadico ferisce la persona che ama. Reich riteneva che l'impulso
d'amore venisse lacerato nel passaggio attraverso la muscolatura_ con
tratta e che lo sforzo di unifcarlo Io trasformasse in un 'azione dura
e crudele. In una situazione del genere, una persona in contatto col
proprio corpo direbbe: "non riesco ad amare. Sono troppo pieno di
ostilit" invece di infliggere dolore alla persona amata.
Essere in contatto non solo il presupposto della responsabilit,
ma ne l'essenza stessa. L'adulto, al contrario del bambino, respon
sabile del proprio benessere. Non una responsabilit imposta dal
l'esterno ma una responsabilit inerente alla natura dell'individuo
adulto, uomo o bestia che sia. Eppure generalmente noto che molte
persone, specialmente quelle depresse, sono incapaci di assumersi que
sta responsabilit. Sono turbate da sensazioni di privazione prove
nienti dall'et infantile che indeboliscono l'autopadronanza e la fducia
in se stessi. Cercano approvazione e sembrano aver bisogno di soste
gno e di rassicurazione. II loro comportamento defnito immaturo
ed i rapporti sono caratterizzati dalla dipendenza. Sono individui di
retti dall'esterno perch non sono in contatto con i propri sentimenti
_ e i propri corpi.
Nel corso della terapia, spesso sento i pazienti esprimere i biso
gno che qualcuno si prenda cura di loro, il bisogno di essere amati.
Posso capire benissimo perch abbiano questi sentimenti dato che
i loro bisogni fondamentali non sono stati soddisfatti nei primi anni
di vita. Ma cosa si pu fare? Ho sottolineato prima che un terapeuta
non si pu prendere cura dei pazienti o amarli con la devozione che
i loro genitori avrebbero dovuto mostrare. Pu essere sensibile nei
loro confronti, sostenerli e comprenderli, ma non pu fare da madre
e padre ai suoi pazienti. Eppure c' della verit nel bisogno d'amore
che hanno i pazienti. Attraverso l'amore, cio, per mezzo di un
amore materno che si esprime nel prendere in braccio il bambino,
nel curarlo e nel rispondere alle sue richieste, egli acquisisce il senso
del proprio corpo e s'identifca con esso. In assenza d'amore il corpo
una fonte di dolore; il bisogno di contatto divent una brama tor
mentosa e il bambino respinge il proprio corpo cos come la madre
ha respinto il bimbo stesso. La conseguenza disastrosa della perdita
dell'amore materno la perdita del corpo. Persino in un adulto la
perdita di una persona profondamente amata ha un efetto di ottun
dimento sul corpo: i sentimenti, infatti, perdono di signifcato, i l
corpo diventa insensibile.
Ogni paziente ha bisogno di essere toccato e questo particohr-
La realt 203
mente vero nel caso dell'individuo , depresso. Toccandqlo, se ne su
scitano i sentimenti. Stando in contatto con lui, si esprime la propria
simpatia e umana comprensione. E toccandolo materialmente con ca
lore e sentimento, gli si comunica il proprio amore. Di tanto in tanto,
quando ne sorge il bisogno, pu essere necessario che il terapeuta
tenga il paziente abbracciato. Non lo terr stretto col sentimento di
una madre verso il bambino o con quello di un amante per la per
sona amata, ma con l'afetto che un essere umano pu provare per
un suo simile senza il timore di toccare e di amare. Il contatto fsico
tra il terapeuta e il paziente era tab nel procedimento psicanalitico
tradizionale. Lo scopo era di evitare che sorgessero sensazioni ses
suali tra l'analista e il paziente. Ma l'efetto era opposto. Il divieto
aCcentuava il transfert sessuale spingendolo in profondit e facendo
venire al paziente la paura di protendersi a toccare l'analista. Poich
questo proprio il problema del paziente e la ragione fondamentale
per la quale questi ha bisogno della terapia, il tab contro il con
tatto fsico menomava l'intervento terapeutico.
Per quanto sia importante essere toccati, pi importante ancora
essere in grado di toccare. Toccando entriamo in contatto. Toccan
domi, un paziente entra in contatto non soltanto con chi sono io ma
anche con chi lui. Pertanto suggerir al paziente di protendersi
alzando le braccia e di toccarmi la faccia con le mani. L'ansia che
suscita questa ptospettiva sorprendente. Alcuni pazienti mi toc
cheranno con le punte delle dita come se avessero paura di stabilire
un contatto pi completo. Altri mi passeranno le dita sulla faccia
come i bambini piccoli quando cercano di sentire il corpo umano.
E altri ancora mi spingeranno via la faccia come per difendersi da
qualsiasi vero contatto o toccamento reciproco. Queste reazioni mi
consentono di analizzare e di lavorare sulle angosce del paziente nei
confronti del toccare. Se non si fa cosl, come ci si pu aspettare che
egli sia in contatto con la vita?
Tuttavia della massima importanza, per il paziente, entrare 1
contatto con se stesso, non per mezzo dell'intervento di un'altra per
sona che lo renderebbe dipendente da essa, ma con mezzi propri e
partendo dalrinterno del proprio essere. E questo si ottiene facendo
fare al paziente i diversi tipi di l'espirazione e di esercizi espressivi
che abbiamo gi descritto. Dapprima egli scoprir quanto poco in
contatto con se stesso, ma questo un passo in avanti verso la rea
lizzazione del contatto. Quindi scoprir che l'entrare in contatto un
procedimento doloroso; suscita sensazioni e sentimenti che erano stati
repressi nel momento in cui erano diventati insopportabili. anche
fisicamente doloroso, perch l'aflusso del sangue, dell'energia e delle
204
La realt
sensazioni nei tessuti contratti spesso fa male. Con qualche rassicu
razione il paziente pu accettare questo dolore come un fatto positivo.
II dolore sparisce non appena i tessuti si rilassano e il paziente sco
prir alla fne che l'essere in contatto . l'essenza del piacere.
Finch non entra in contatto con il proprio corpo, una persona
legata alla perdita che ha prodotte tale stato. Ogni suo sforzo ba la
motivazione inconscia di capovolgere la situatione di perdita. Si far
delle illusioni per negare la fnalit della sua perdita, ma con la stessa
operazione impedir alla perdita di assumere il suo giusto posto nel
passato in mcdo da consentirgli di funzionare da adulto responsabile
nel presente. Un'illusione impedisce alla persona di tenersi in con
tatto con la realt e particolarmente con la realt presente del corpo
e in tal modo perpetua il senso di perdita. CredO che ci spieghi per
ch tante persone soffrono della paura di essere abbandonate o del
l'angoscia di star sole.
Se un terapeuta non pu dare al paziente l'amore che ha perduto
da bambino, pu aiutarlo a riacquistare il proprio corpo. Ci non
diminuisce il dolore; anzi questo potr temporaneamente diventate
pi vivo, ma non si tratta pi di un dolore che minaccia l'integrit
dell'individuo. Il paziente accetta la perdita e cos facendo, diviene
libero di vivere pienamente nel presente. Anzich cercare di rove
sciare la situazione di perdita ottenendO l'amore, egli dirige i suoi
sentimenti nel senso di essere amorevole o di dare amore. Questo
cambiamento di atteggiamento non dettato dalla ragione (d hanno
parlato dell'impor
t
anza di amare sin da quando eravamo bambini e
generalmente senza alcun risultato) ma dai bisogni stessi del corpo.
Un corpo cerca piacere e prova il massimo piacere nell'espressione
di s. Tra i vari canali dell'autoespressione, l'amore i pi signifi
cativo e il pi piacevole e gratifcante. Essere in contatto con il pro
prio corpo signifca essere in contatto col bisogno di amare.
Una paziente in terapia bioenergetica fece un'osservazione che tro
vai molto interessante. _Mi disse: "Mi avete dato qualcosa in cui cre
dere". Lo disse mentre usciva dallo studio, e quindi le chiesi se vo
leva pensarci e scrivermi le sue idee in proposit
O
. Vorrei citare alcune
delle osservazioni che mi invi in diverse lettere.
Nella prima lettura sciveva: " In Voi. In me, nel mio corpo (come
strumentd, la metafora che ho pensato). La mia rabbia, le mie la
crime, il mio dolore e gli altri sentimenti - amore, sessualit, di
vertimento, piacere - non possono essere <uditi' senza che aumenti
la percezione del mio corpo. Mozart sullo spartito, senza orchestra,
non esiste. Quindi credo nel corpo corporeo. Ma ho paura di essere
presente in esso, sulla terra senza una madre che mi ami e si prenda
cura di me. Quindi, ora, afronto la paura credendo che se lavoro sul
La realt 20'
m10 corpo, sar un giorno la buona madre di me stessa e non avr
pi paura".
La seconda lettera della paziente conteneva quanto segue: "Ho
fducia in questo genere di lavoro su me stessa con il mio corpo per
ch allevia il dolore. Non mi mai piaciuto lavorare sodo prima
d'ora a nessuna cosa. Sono portata a godere nel darci dentro a scri
vere poesie, a insegnare, a fare le faccende di casa eccetera. Ha cam
biato il mio atteggiamento nei confronti dal lavoro.
"Non guardo pi tanto agli uomini per assicurarmi dei confni del
mio corpo. Usavo i rapporti per scoprire attraverso qualcun altro che
mi toccasse che ero presente e viva. Ma le sensazioni morte torna
vano quando ero sola. Ora mi sembra di sentire il mio corpo in un
modo nuovo come se fossi una neonata. Ora mi sveglio al mattino
ed l la sensazione di giocherellare come una bambina nella culla:
l'impressione semplicemente di esistere nel mondo. Si tratta di una
sensazione nuova per me. una sensazione che sempre presente
quando ci penso. Forse ora mi sar possibile amare un uomo per i
miei sentimenti interni''.
Nella terza lettera, la paziente aggiungeva un'osservazione molto
significativa: ",Sento maggior convinzione, posso cogliere risposte pi
autentiche quando un altro essere umano si apre ed onesto. Sento
pi compassione per gli altri che stanno lavorando e lottando. Credo
nel mio contatto con loro; nella mia generale identit umana. Ci
mi d qualcosa in cui credere, a proposito del mio contatto, o meglio,
del mio contesto in un mondo di altri. Mi sento meno sola, meno
isolata. Sono pi umana" .
Ho sentito dire da tanti pazienti, una volta che entravano in con
tatto con il proprio corpo, che erano soliti fare il lavoro che non ave
vano fatto le loro madri. Sono impazienti e desiderosi di prendersi
la responsabilit del proprio benessere. Non si rivolgono agli altri
per ricavare un senso di vitalit o la percezione di se stessi. !la, cosa
ancora pi importante, questo nuovo senso di responsabilit non
limitato a s ma si estende al mondo.
La responsabilit , come osserv Fritz Perls, la capacit di rispon
dere con sentimento. Non l'equivalente del dovere o dell'obbligo,
poich ha un carattere spontaneo che direttamente collegato al grado
di vitalit o di apertura dell'organismo. una funzione somatica
perch richiede la facolt di sentire, e da questo punto di vista dife
risce dal dovere che una costruzione mentale indipendente da ci
che 5 sente e pu spesso ordinare ad una persona di agire contra
riamente ai propri sentimenti. Cos la responsabilit un attributo
della persona in quanto corpo: un corpo [in ingiese 'sorebody',
N.d.T.] al contrario della persona che non un corpo [in inglese
206 La realt
'nobody', ossia nessuno, N.d.T. ] . Essere qualcuno, (essere in contatto
con il corpo che si ), rende automaticamente l'individuo responsa
bile in quanto persona.
Nulla suscita di pi il sentimento della comune identit umana
quanto l'essere in contatto con il corpo. Il vederlo nella realt
sempre una esperienza eccezionale, e accade regolarmente nei semi
nari di formazione bioenergetica che i miei collaboratori ed io teniamo
per i professionisti in materia. Qu
e
sti seminari sono frequentati an
che da trenta o quaranta persone che vengono da diverse parti del
paese per apprendere le nostre idee e le nostre tecniche. Nello stadio
introduttivo si sente che sono estranei l'uno all'altro, ma, a partire
dalla riunione serale del primo giorno, il senso di estraneit gi
sparito. Viene sostituito da un senso di parentela, di appartenenza
e di calore reciproco che sembrano sorgere dal nulla.
Un seminario bioenergetico non un gruppo d'incontro. I parte
cipanti non sono l per venire a sapere l'uno dell'altro o per afron
tarsi vicendevolmente. Lo scopo del seminario di mettrli in con
tatto con se stessi: cio d metter li a confronto con se stessi a livello
corporeo. Vi sono esercizi di gruppo, ma si pone l'accento sulla spe
rimentazione da parte di ognuno del proprio corpo e sull'importante
attivit che si svolge su base individuale. Eppure mettendosi in con
tatto con se stessi come individui, i partecipanti si mettono anche in
contatto l'uno con l'altro come individui.
Ci che noi tutti abbiamo in comune in quanto esseri umani il
corpo umano. La nostra preparazione pu diferire e le nostre idee
possono essere in conflitto fra loro ma siamo tutti simili nel funzio
namento corporeo. Se rispettiamo i nostri corpi, rispettiamo il corpo
dell'altro. Se sentiamo ci che avviene nel nostro corpo, sentiamo an
che quanto avviene nel corpo dell'altra persona alla quale siamo vi
cini. Se siamo in contatto con i desideri e i bisogni dei nostri corpi,
conosciamo i bisogni i desideri altrui. E, di converso, se non siamo
in contatto con i nostri corpi, non siamo nemmeno in contatto con
la vita.
Un indice della misura in cui non siamo in contatto con la vita
pu essere la distruZione che abbiamo provocato nel nostro ambiente
naturale. Prendiamo il caso dell'inquinamento dell'atmosfera. in
corso da molti anni e l'abbiamo ignorato perch eravamo cosi intenti
a produrre che non avevamo il tempo di respirare. Una persona che
non cosciente di respirare non nemmeno consapevole dell'inqui
namento atmosferico: almeno sinch esso non si aggravi al punto da
impedire completamente la respirazione. Lo stesso pu essere detto
del fenomeno dello sradicamento dalle campagne, della sparizione del
la vita selvatica, dei rifuti sparsi dappertutto. Non essendo pi
_
in
La realt 207
contatto con i nostri corpi, abbiamo perso anche il contatto con l'am
biente naturale del corpo. Una mente sembra poter funzionare i
modo adeguato in un ufcio o in una biblioteca, ma un corpo ha bi
sogno di un ambiente naturale se vuol essere vivo e sensibile.
Senza il corpo non siamo nessuno, non abbiamo alcun corpo, e
non signifchiamo niente di pi che un numero per una civilt di
massa che ignora i valori umani. Siamo parte di un sistema di massa
eppure ci sentiamo soli e isolati. Non apparteniamo alla vita perch
apparteniamo al mondo delle macchine: un mondo morto. E non ci
sono parole che possano cambiare questa situazione, non c' denaro
che possa alterare la nostra condizione. Possiamo tornare alla vita
solo mettendoci in contatto con i nostri corpi. Quando lo facciamo,
scopriamo che esiste la fede nella vita e che il corpo dell'uomo il
corpo di Dio, ed qualcosa in cui credere.
10
La fede nella vita
L'animismo
Il solo aspetto positivo della crisi ecologica che l'uomo si trova ora
a dover afrontare la crescente consapevolezza che abbiamo della
interdipendenza di tutte le forme di vita. L'uomo sta cominciando a
rendersi conto che il delicato equilibrio naturale non pu essere ma
nomesso alla leggera. Questa presa di coscienza ha avuto un efetto
salutare su coloro che credevano nel potere e nel progresso e non
concepivano alcuna limitazione allo sfruttamento delle risorse della
terra da parte dell'uomo. Che vi siano dei limiti diventato ormai
chiaro, mentre la popolazione del mondo continua a crescere ad un
ritmo accelerato. Inoltre, si sta facendo sempre pi evidente che, pi
potere e pi progresso materiale si conseguono, pi l'uomo si avvi
cina alla possibilit di un disastro. Siamo pertanto costretti a rive
dere e riformulare la relazione dell'uomo con il mondo in cui vive.
L'uomo sar forse la specie dominante, ma pur sempre parte di un
ordine pi vasto dalla cui stabilit dipende la sua stessa esistenza.
La storia della relazione mutevole dell'uomo nei confronti del suo
mondo riflessa nelle credenze religiose. Non nelle intenzioni di
questo libro esaminarle in dettaglio. Ci che possiamo fare con
frontare tre posizioni per molti versi diferenti per trovare una base
per la fede. Queste tre posizioni possono essere in breve defnite nel
modo seguente: 1) animismo; 2) credenza in una divinit, singola
o multipla e 3) credenza nel potere di una mente razionale: cio nel
l'uomo come autorit suprema.
L'animismo, stando alla defnizione del dizionario, "la credenza
secondo cui tutti gli oggetti possiedono una vita o vitalit naturale
o sono dotati di anime che abitano al loro interno". Il termine
" usato per designare la forma di religione pi primitiva", cio quella
dell'uomo dell'ed della pietra. Io preferisco la parola " spirito" alla
parola " animn", perch i primitivi _Jrlano d spiriti. Si credeva che
La fede nella vita 209
questo spirito o forza risiedesse nella natura sia animata che inani
mata, in tutte le cose viventi cosl come nei sassi, negli utensili, nei
fumi, nelle montagne e nei luoghi. Un posto speciale in questa vi
sione delle cose era riservato agli spiriti dei morti, che erano consi
derati parte della comunit dei viventi. Esther Warner, nel suo pal
pitante _ e stupendo resoconto di vita africana, ha scritto: " una
credenza africana che sia compito dei defunti aumentare la forza vi
tale e il benessere dei vivi. Le persone decedute continuano a pren
der parte agli affari della trib. Anche i morti oltre ai vivi contri
buiscono a formare il corpo del popolo" .
1
L'importanza dell'animismo ai fni della nostra trattazione consiste
nel fatto che esso ha rappresentato un modo di vivere basato sulla
fede nella natura e sul rispetto di essa. Poich l'uomo dell'et della
pietra non aveva n i mezzi n il potere di controllare le forze na
turali, la sopravvivenza dipendeva dell'adattamento a tali forze. Si
raggiungeva questo scopo tramite l'identifcazione con i fenomeni na
turali; l'uomo primitivo si sentiva altrettanto parte delle forze natu
rali quanto queste lo erano della sua esistenza. Non poteva dunque agire
in modo distruttivo nei confronti della natura pi d quanto non po
tesse essere autodistruttiva. Se si attendeva che la natura gli fornisse
qualcosa, doveva rispettare l'integrit della natura ed evitare di far
violenza agli spiriti che risiedevano in tutti i fenomeni naturali. Per
esempio non poteva tagliare un albero senza fare un gesto per pia
carne lo spirito. Esther Warner ci parla di questa mentalit: ''Ci
spieg che dovevamo portare con noi del riso e del vino di palma in
modo da poter fare un sacrificio all'albero. Gli avremmo tolto la vita,
dovevamo quindi pregarlo di perdonarci e dirgli il perch ne avevamo
bisogno. La forza vitale dell'albero deve unirsi con la forza vitale del
Vecchio nel regno dei morti e l'albero doveva essere d'accardo a met
tersi nelle mie mani" .
Da tutti gli studi pi recenti apprendiamo che l'uomo dell'et della
pietra aveva raggiunto un adattamento mirabile con l'ambiente natu
rale e viveva in armonia con le forze naturali a cui era soggetto. Uno
di questi il resoconto scritto da Laurens Van Der Post sulla visita
da lui compiuta ai Boscimani africani, un popolo che vive ancora
un'esistenza del tipo di quella dell'et della pietra. Egli trov che
malgrado le loro precarie condizioni di vita erano un piacere e una
delizia da vedersi: sensibili, pieni di immaginazione e competenti.
Egli scrive in proposito: "si contenevano con un naturale senso d
1 Esn-JER WARNER: The Crossing fee.
1 Ibid.
210 L fede nela vita
disciplina e di proporzione e riuscivano ad adattarsi in modo curioso
alla dura realt del deserto".'
Il loro adattamento consisteva in una conoscenza intima del deser
to, in un'acuta sensibilit ai suoi segnali e umori, in un'identicazione
con la sua vita e in una vitalit ed esuberanza fsica sorprendenti.
Citer diversi commenti tratti dal suo libro. Ogni volta che aridavo
con loro, l'intelligenza, la diligenza e la velocit con la quale racco
glievano i frutti della terra non cessavano di stupirmi. Una fogliolina
quasi invisibile sul tappeto erboso, appena sopra la s
perfcie della
sabbia rossa, e che io non avrei potUto distinguere dalle molte altre,
era sufciente perch si mettessero abilmente a scavare con gli stecch
da scavo in legno ed estraessero dal suolo . . . carote selvatiche, patate,
porri, rape, patate dolci e carciof".4 E ancora: 11Etano dei botanici e
chimici naturali ed avevano una conoscenza incredibile delle piante
del deserto. Un bulbo foriva loro l'acido necessario a staccare il
pelo dalla pelle degli animali senza danno, un altro la ammorbidiva in
brevissimo tempo". ' Avevano la leggiadria degli animali selvatici. Nel
suo primo incoptro con un Boscimano allo stato selvaggio, Van Der
Post annota: " quindi egli s'allontan da noi nell'oscurit della sera,
cos agile nelle membra che avevo visto l'uguale solo nel maiale sel
vatico, la cui inesauribile capacit di movimento lo faceva correre per
la campagna come un'increspatura sull'acqua" .6
Il Boscimano era un cacciatore e un raccoglitore e cos dipendeva
completamente dalla provvidenza naturale. Eppure, senza la sicurez
za dell'agricoltura e dell'allevamento del bestiame, aveva una serenit
che purtroppo manca alla maggior parte delle persone civili. Non che
fosse libero da un profondo malessere o inquietudine quando c'era
la minaccia di siccit. Tuttavia, l'eventualit di una calamit non lo
faceva cadere in preda al panico n lo induceva ad agire in modo auto
distruttivo. Come Saint-Exupry allorch s'era perso nel deserto, il
boscimano era sostenuto da una profonda fede nella natura e in se
stesso. La calamit naturale e la morte erano cause di profonda af
flizione, ma poi la provvidenza L la vita erano occasioni di festeggia
menti e di gioia.
Quando la pioggia fnalmente arrivava dopo una lunga siccit, il
boscimano danzava. Danzava con un fervore che chiameremmo reli
gioso perch era ossessivo, ma era il fervore della vita che risorge
come un fume dopo il disgelo di primavera. Per prima cosa danza-
LAURENS VAN DER PosT: The Lost World of the Kalahari (Il mondo per-
duto di Kalahari), New York, Pyramid Publications, 1968.
4
Ibid.
' Ibid.
Ibid.
l fede nela vita 211
vano entrando a loro modo nella vita della loro amata antilope con
una mistica partecipazione alla sua esistenza" .7 Poi facevano la danza
sacra del fuoco, che continuava per tutta la notte fnch gli uomini
cadevano esausti. Cos nei loro corpi attraverso la musica e la danza
rinnovavano i loro spiriti e raforzavano la loro fede nel destino del
proprio popolo.
Sotto certi aspetti l'uomo dell'et della pietra era come un bambino.
Viveva dal punto di vista del suo corpo. Era immerso intensamente
nel presente ed era acutamente sensibile a tutte le sfumature del sen
tire. Il suo ego si identificava ancora con il corpo e con i sentimenti.
Non s'era ancora verifcata la dissociazione dell'ego dal corpo, che
caratterizza la condizione dell'uomo moderno e lo costringe ad essere
obiettivo nei confronti dei fenomeni naturali ivi compreso se stesso.
Il primitivo viveva a livello soggettivo pi o meno come fa un bam
bino. La soggettivit porta a credere negli spiriti e nella magia, cosa
che il complesso uomo moderno non pu n accettare n compren
dere. Egli considera infatti questo modo di pensare irrealistico. R
tiene che un atteggiamento obiettivo fondato sul distacco, che im
pieghi il pensiero logico e si basi sulla sperimentazione e sul controllo,
sia il solo approccio valido della realt.
forse l'obiettivit l'unico vero approccio della realt? Siamo for
se pi realistici noi dell'uomo dell'et della pietra? Un aspetto della
realt preclude necessariamente tutti gli altri aspetti? Essa era limi
tata per l'uomo dell'et della pietra perch questi non sapeva nulla
delle leggi di causa ed efetto che governano l'interazione degli og
getti materiali. analogamente limitata per noi quando ignoriamo
l'operato delle forze che non obbediscono a queste leggi. Le emo
zioni, per esempio, sono forze di questo tip. Ciascuno sa che i sen
timenti e gli umori sono contagiosi. Una persona depressa deprime
l'umore degli altri senza far nulla per produrre quest'efetto. In pre
senza di una persona felice, ci -sentiamo contenti. Si pu dire che
essa irradi buoni seiltimenti. Non si pu negare che siamo influenzati
dall'umore del nostro prossimo. Ho segnalato molti esempi di distac
co dalla realt ' riscontrati nei miei pazienti depressi. Ma non sono gli
unici. Troppi condividono la certezza che l'elevazione del livello ma
teriale del tenore di vita sia un rimedio adeguato all'infelicit per
sonale che tanto difusa. Per una mente primitiva l'accento che noi
poniamo sui beni materiali e sui valori materiali sarebbe da conside
rarsi avulso dalla realt.
Le culture dell'et della pietra furono gradualmente sostituite nelle
varie zone del mondo da civilt basate sull'uso del metallo per la
' Ibid.
212
L fede nela vita
fabbricazione degli strumenti e delle armi. L'uomo lentamente acquisl
un potere crescente sulla natura e sui suoi simili. Questo potere pro
dusse un cambiamento nel pensiero e nella relazione tra l'uomo e
il resto del mondo. Visto dal punto di vista dell'individuo, questo
cambiamento rappresentava una crescita: una crescita nel campo della
conoscenza, del controllo e dell'individualismo. La fase principale di
questa crescita ebbe luogo negli ultimi cinque-diecimila anni di storia
umana. la storia della civilt dai suoi inizi fino alla prima guerra mon
diale. anche la storia del sorgere delle grandi religioni del mondo.
L'aspetto pi significativo di questo cambiamento stato il pas
saggio graduale da un pensiero soggettivo a un pensiero oggettivo.
Per essere obiettivo, l'uomo dovette distaccarsi dall'ordine naturale.
Dovette innalzarsi al di sopra del livello della partecipazione mistica
a tutti gli eventi naturali e divenire un osservatore di quegli eventi.
Dalla posizione pi elevata raggiunta pot sviluppare i concetto e
la funzione della volont. Il concetto di volont estraneo al pen
siero animistico, secondo cui l'influenza dell'uomo sui fenomeni na
turali pu essere esercitata solo indirettamente attraverso il rito e la
magia. Il bisogno della magia diminu e spar mentre u
'
n processo na.
turale dopo l'altro fu ridotto a leggi accertabili di causa-effetto. Ma
in questo periodo l'uomo non era ancora arrivato al punto di sentirsi
padrone della terra. La sua volont non era suprema.
Pi l'uomo si staccava dalla natura e diventava la specie domi
nante sulla terra, e pi concentrava su di s il senso della spiritua
lit. Non la negava per s, ma negava ogni senso spirituale agli altri
aspetti
-
della natura. Il passaggio dall'animismo alla credenza in un
Dio unico e onnipotente avvenne gradualmente man mano che il mi
stero veniva allontanato da quegli aspetti della natura che preceden
temente avevano riempito l'uomo di timore reverenziale perch il
loro modo d operare gli era incomprensibile. I suoi primi dei e le
sue prime dee presero la forma di esseri umani e ne assunsero molte
delle loro funzioni, perch erano proiezioni dei suoi sentimenti spi
rituali. Poi, man mano che questi sentimenti divennero pi astratti
e pi strettamente collegati alla mente che al corpo, la sua immagine
di Dio assunse un carattere astratto.
Le grandi religioni del mondo occidentale che nacquero e si for
marono partendo da questo sviluppo, rafgurano un dio che si preoc
cupa principalmente delle vicende umane. In contrasto con l'animi
smo, che dotava tutti gli oggetti di uno spirito o anima, queste reli
gioni sostengono che solo l'uomo ha un'anima. Naturalmente ci cor
risponde all'unicit della posizione dell'uomo nel mondo. Si suppone
che l"uomo sia la pi grande creazione di Dio, letteralmente la sua
somma creatura. Malgrado si afermi che Dio si manifesta in tutti
L fede nella vita 213
gli altri aspetti della creazione, questi aspetti o creature derivano
il loro signifcato spirituale solo dalla loro relazione con l'uomo. Il
doppio ordine che emerge da questo punto di vista quello dello
spiritm1le contrapposto al materiale. Tutto ci cui viene negata la spi
ritualit diviene un ordine inferiore di cose, un ordine puramente
materiale senza diritti di alcun genere. Per es., nessuno oggi direbbe
una preghiera come oferta prima di tagliare un albero o d passare
il bulldozer su un pezzo di terra. Se la preghiera venisse pronunciata,
verrebbe rivolta a Dio per aver reso disponibile l'albero, ma non cer
tamente all'albero a cui viene tolta la vita.
Eppure la persona religiosa non insensibile a questa relazione nei
confronti del mondo. Poich il mondo una creazione d Dio, esso
si trova anche sotto l'ala di Dio. L'animismo non completamente
morto. Si trasformato nel culto del grande spirito che ancora per
vade tutte le cose. La persona religiosa sente una parentela con ogni
forma di vita, anche se ha perso la propria identifcazione con quella
vita. Essa pensa che lo spirito che la muove, muova anche il mondo,
facendolo per a vantaggio particolare dell'uomo. Poich Dio colui
che provvede, la persona religiosa ha fede, ma c' anche posto in
questo schema per l'intervento della volont dell'uomo. Ci mo
tivo di sfda per l'individuo; che fare quando la volont personale
entra in conflitto con la volont di Dio? Questo problema non sor
geva mai, per l'uomo dell'et della pietra. Per l'uomo religioso di
venne un banco di prova della sua spiritualit.
Le stesse forze che hanno scalzato l'animismo stanno ora scalzando
la religione e la credenza in Dio. Dal tempo della prima guerra mon
diale e in un certo senso in relazione ad essa, il potere e il sapere del
Puomo sono cresciuti enormemente. Ma nella stessa misura l'uomo
si fatto pi disto.ccato e lontano dall'ordine naturale. salito ad
altezze mai sognate nel campo del progresso tecnologico, ma le sue
radici in terra sono state altrettanto compromesse. Ha esaminato i
cieli e ha scoperto che Dio non c'era. Ha esaminato la propria mente
attraverso la psicanalisi e non ha trovato traccia della propria sup
posta spiritualit. Non gli mai venuto in mente di guardare i pro
prio corpo per trovarvi la spiritualit, poich i corpo da lungo tempo
era stato ridotto a oggetto materiale insieme con il resto dell'ordine
naturale Che cosa poteva concludere l 'uomo moderno se non che
Dio fosse morto? Era una conclusione che accettava volentieri, per
ch lo liberava dal conflitto delle volont. Ora la sua volont poteva
essere suprema.
Per breve tempo l'uomo moderno ha creduto di poter fare qual
siasi cosa la sua mente pensasse. Sentiamo ancora osservazioni come
questa: "l 'uomo ora ha il potere di fare qualsiasi cosa voglia purch
214 L fede nella vita
lo voglia". Presumibilmente ci signifca che l'uomo pu eliminare
tutta la sofferenza ma, purtroppo, il potere non fa distinzione tra i
bene e i male, e la volont vede soltanto il S. Se il giudizio su ci
che giusto e sbagliato o buono e cattivo sta all'uomo, allora per
ogni scopo pratico diventiamo soggetti al giudizio degli uomini che
dispongono del potere, perch il loro il solo che conti. L'uomo non
aveva mai osato assumersi la piena responsabilit di uel giudizio
prima d'ora. una responsabilit che solo gli ego pi arroganti si
sobbarcherebbero di buon grado. E, oggi, con la fabbricazione della
bomba all'idrogeno, con il potere che essa ha di distruggere ogni for
ma d vita, la responsabilit per l'esercizio di questo potere mag
giare d quanto la mente umana possa sostenere. Riponendo la no
stra fducia nella conoscenza e nel potere abbiamo tradito la nostra
fede. Stiamo cominciando a scoprire che non abbiamo una fede che
ci sostenga. Possiamo parlare d'amore, ma l'amore un sentimento
che appartiene al regno del corpo, e nel perseguire il potere e il con
trollo, abbiamo perso il contatto con i nostri corpi.
La libido e l'energia
La psicanalisi ha fnito per divenire un sistema di concetti meta
fsici. Non era cOminciata a quel modo. Freud era medico e la sua
preparazione fondamentale l'aveva avuta nel campo neurologico. Cos
aveva compiuto i suoi primi tentativi per comprendere il funziona
mento nevrotico nella prospettiva delle scienze fsiche. Quando, dopo
molti anni, abbandon alla fne questi sforzi, Io fece con riluttanza
rendendosi conto che un giorno la psicanalisi avrebbe dovuto essere
fondata sulla biologia. A tale impostazione si giunse alla fne con
l'opera di Wilhelm Reich, che prese le ipotesi iniziali di Freud come
punto di partenza per le proprie indagini.
Freud comprese ben presto che le turbe sessuali erano alla radice
di molti problemi che osservava come medico: la nevrastenia, le ne
vrosi da angoscia e le reazioni isteriche. Ad un certo punto della
sua carriera, Freud fu molto specifco circa il ruolo delle turbe della
sfera sessuale. Nel 1892, scriveva: "Non esiste nevrastenia o nevrosi
che non sia accompagnata da un turbamento della funzione sessuale" .8
L turbe che Freud menzionava erano l'inadeguato sollievo ottenuto
per mezzo della masturbazione (inibendo l'eiaculazione, per esempio),
il coito interrotto, e l'astinenza in situazioni di passione. Oviamente
8
Citato nel libro di ERNEST JoNES: The Li/e and Work of Sigmund Freud,
Vol. I, New York, Basic Books, 1953; trad. it. Vita e opere di Sigmund Freud,
Il Saggatore, Mano.
L
fede nella vita 2U
Freud credeva che l'insuccesso o l'incapacit di scaricare l'eccitazione
sessuale trasformasse in angoscia un tale evento.
Il quesito di come ci accadesse non trov mai risposta nella mente
di Fred. Freud consider l'eccitazione sessuale una risposta fsiolo
gica o chimica del corpo che in qualche modo veniva convertita i
una risposta libidica nell'apparato psichico. Freud rest confuso a
proposito della relazione fra corpo e mente. Consider corpo e mente
come due regni separati e distinti per i funzionamento e la natura
dei fenomeni ad essi connessi. La sua confusione i proposito evi
dente nella seguente afermazione: Il meccanismo della nevrosi da
angoscia va cercato nella deviazione dell'eccitazione sessuale soma
dca dal campo psichico, e nell'uso anormale che se ne fa" Ho stu
diato questa afermazione molte volte senza riuscire a capire cosa
volesse dire. Freud fnalmente abbandon l'idea di mettere in rela
zione l'attivit somatica e quella psichica e si limit quasi esclusiva
mente all'investigazione dei processi psichici. Eppure, leggendo la
biografa di Fred descritta da Ernest Jones, dalla quale sono prese
queste citazioni, evidente che Freud non aveva abbandonato la spe
ranza che un giorno si sarebbe potuto attuare questa corre
zione. Jones osserva: " In una lettera di un anno dopo egli [ Freud]
osserv altres che essendo l'angoscia una reazione agli ostacoli nella
respirazione - attivit questa che non ha un'elaborazione psichica -
essa poteva diventare l'espressione di qualsiasi accumulo di tensione"
_
`
0
N Freud n gli altri psicanalisti seguirono questa traccia, e rest a
W. Reich il compito di mostrare la connessione diretta tra la respira
zione limitata, l'inibizione sessuale e l'angoscia.
Freud apparteneva al XIX secolo e il suo pensiero rifletteva il punto
di vista che il corpo era un oggetto materiale funzionante secondo
leggi fsicochimiche. Considerava d'altro canto la mente l'aspetto spi
rituale dell'esistenza umana. Egli volle negare l'imputazione di spiri
tualit alla mente, eppure assegn a questa sfera il principio vitale
dell'essere umano: la libido. Il concetto di libido viene in genere def
nito come sinonimo di desiderio sessuale o concupiscenza. In senso
lato, pertanto, la libido descrive la forza che sta dietro ad ogni tenden
za al piacere. Secondo Jung " l'energia o forza motrice o pulsione
derivante dal bisogno primario onnicomprensivo di vivere". In altre
parole la forza che sta dietro allo spirito dell'uomo. mentale o
fsica?
Freud aveva defnito la libido come " quella forza con cui l'istinto
sessuale viene rappresentato nella mente" -
``
Ma in altro contesto egli
' Ibid.
` lbid.
I
`
Ibid.
216 La fede nella vita
l'ha descritta anche come "la forza con cui si esprime l'istinto ses
suale". Cos da un lato la libido vista come una forza puramente
mentale mentre dall'altro considerata una forza fsica. Tuttavia, Freud
non fu in grado di accettare l'idea di una forza fisica che potesse
essere non misurabile n oggettivabile. C'era in lui troppo dello scien
ziato oggettivo e cos fu costretto ad assumere la posizione metaf
sica di trattare tutti i fenomeni vitali, ivi inclusa la sessualit, in ter
mini astratti. interessante osservare che Freud respinse l'equazione
proposta da Jung tra libido e forza vitale in generale.
Non ci si pot liberare del problema dell'angoscia collocando la
libido nella mente. Rimaneva il problema delle " nevrosi attuali",
una serie di sintomi di angoscia che sembravano derivare diretta
mente da un funzionamento sessuale disturbato. Erano chiamate cos
per distinguerle dalle psiconevrosi nelle quali si poteva dimostrare
il ruolo importante svolto dai fattori psicbici. L'isterismo apparte
neva a quest'ultima classifcazione, la nevrastenia alla prima. Nel corso
di ulteriori indagini analitiche, si scopr che in ogni nevrosi esiste
vano fattori psichici.Questa scoperta forn agli psicanalisti una giusti
fcazione per ignorare il concetto delle nevrosi attuali, anche se non
abbandonarono mai apertamente I 'idea che esistessero due diverse ca
tegorie nosologiche. La conseguenza di questa posizione fu che l'an
goscia, manifestazione somatica, fu considerata come se fosse dovuta
esclusivamente a una turba psichica. La reazione somatica fu data per
scontata come fenomeno secondario.
Wilbelm Reich riprese in esame il problema delle nevrosi attuali
nel punto in cui Freud l'aveva abbandonato. Sapendo che l'angoscia
era un sintomo somatico, - Reich si rese conto che poteva essere pro
vocato solo da una disfunzione psichica, cio da qualche disturbo nel
la funzione sessuale a livello di corpo. Ci signifcava che in ogni ne
vrosi nella quale fosse presente l'angoscia, come avviene in tutte le
psiconevrosi, ci doveva essere anche qualche disturbo di carattere ses
suale. Cos l dove Freud e gli altri analisti avevano messo in rilievo
solo i fattori psichici della nevrosi, Reich mostr l'importanza del
dato somatico. Se l'eccitazione sessuale non verr completamente sca
ricata, per ragioni psichiche o d'altra natura, ci sar una " accumula
zione di tensione" e l'individuo prover angoscia. Ne seguiva logica
mente che se si produceva una scarica completa, non ci sarebbe po
tuto essere angoscia. Poich una nevrosi senza angoscia non ha alcun
signifcato, la nevrosi stessa sarebbe sparita di fronte alla soddisfa
zione sessuale.
Reich conferm quest'ipotesi sia nella sua attivit sui pazienti sia
osservando le persone. Gli individui che sperimentavano una soddi
sfazione orgastica completa non mostravano segni di comportamento
La fede nella vita 217
nevrotico, e i pazienti che giungevano a tale appagamento in seguito
all'analisi, perdevano tutti i segni della loro afezione nevrotica.
Reich scopr altres che solo i pazienti in grado di conservare que
sta capacit di scarica orgastica completa rimanevano liberi dai loro
disturbi nevrotici. Questa intuizione lo port a formulare il principio
che la funzione dell'orgasmo
12 quella di scaricare tutta l'energia o
l'eccitazione in eccesso dall'organismo e di conservare in tal modo la
salute emozionale prevenendo l'accumulazione delle tensioni.
Con questo principio, era stato possibile aprire la via di collega
mento
-
con il corpo. L'eccitazione sessuale a livello somatico non era
diversa dalla medesima eccitazione nel regno della psiche. Ogni con
flitto psichico aveva la sua controparte in un corrispondente disturbo
fsico ed era vero anche il relativo corollario. La mente e il corpo
dunque non sono entit separate bens due aspetti dell'essere di un
individuo. La loro relazione reciproca veniva espressa dal concetto di
identit ed antitesi psicosomatica. Erano entrambi carichi della stessa
eccitazione in maniera eguale, ma l'uno poteva influenzare l'altro. Ra
gioni di spazio non mi consentono di dedicarmi all'elaborazione del
pensiero, delle osservazioni e degli esperimenti che portarono Reich
a formulare questi importanti concetti da cui derivano tutte le idee
espresse nella prima parte di questo libro.
Essi ci portano anche ad un'altra conclusione molto importante e
cio che la libido ossia l'eccitazione sessuale non un fenomeno men
tale, bens una vera forza o energia fsica. Questa conclusione con
fortata da numerose osservazioni. In primo luogo, tutti sappiamo che
vi sono diverse intensit di eccitazione sessuale. Queste diferenze
non possono venir spiegate fsiologicamente ma solo partendo dal prin
cipio che rappresentano .ntit diferenti di carica libidica o catarsi
dell'apparato genitale. In secondo luogo, la carica libidica o energia
pu investire altri organi ed elevare il rispettivo livello di eccitazio
ne: le labbra, i capezzoli e persino l'ano. In seguito a tale eccitazione
questi organi acquistano una qualit erotica analoga a quella dei ge
nitali. In terzo luogo, qualsiasi dimmuzione del livello energetico del
l 'organismo quale si verifca nella depressione, riduce la carica libi
dica. In quarto luogo solo !eccitazione genitale conferisce all'idea
del sesso il relativo senso di tensione o di urgenza. Senza una carica
genitale. che l'accompagni, l'idea del sesso impotente.
Vista come una forza o energia fsica, la libido non pu essere li
mitata alla sessualit. Dev'essere concepita come una energia vitale
in generale, come Jung ipotizz. Essa disponibile per tutti i bisogni
` WILHELM REICH: The Function of the Orgasm. Trad. ir. La funzione del
l'orgasmo, Sugar, Milano.
218 La fede nella vita
dell'organismo: libidici o aggressivi, motori o sensati. La direzione,
e Io sbocco determinano la natura della pulsione e del sentimento.
Quando il flusso si dirige in alto verso l'estremit dell'organismo che
fmisce con la testa, esso generalmente conduce ad azioni la cui fun
zione di aumentare la carica energetica dell'organismo. Per e
s., le
braccia si protendono per tenere e prendere, la bocca si protende per
succhiare e ingoiare. Quando il flusso diretto verso il basso, esso
conduce ad attivit di scarica delle quali il sesso l'esempio migliore.u
Il corpo conserva un equilibrio tra energia in entrata ed energia
in uscita. Consumiamo energia nel movimento e la scarichiamo nel
sesso. La quantit disponibile per la scarica sessuale pari a quella
che eccede rispetto al fabbisogno del processo vitale. Secondo quanto
ha postulato Reich spetta all'orgasmo sessuale la funzione di scaricare
questa energia in eccesso, che nel suo percorso verso lo sbocco geni
tale viene sentita come eccitazione sessuale.14 La scarica totale di que
sta eccitazione o energia sentita come un orgasmo pieno che sod
disfa profondamente e d immenso piacere. Una scarica parziale, come
un'evacuazione intestinale parziale, non riesce a dare questo senso di
soddisfazione completa. L'eccitazione o energia non scaricata diviene
una forza disturbante nell'ambito del corpo. Non ha dove andare e
non ha alcun mezzo per uscire. Pu persino eccitare il cuore produ
cendo palpitazioni, o il ventre, producendo borborigmi. Questa nota
come ansia libera. anche la base dei sensi di colpa, poich la man
cata soddisfazione lascia l'individuo in uno stato di malessere che
si traduce nella sensazione di aver sbagliato o di colpevolezza.
Questo compendio dei problemi e delle riflessioni che hanno indiriz
zato Freud e Reich in opposte direzioni necessariamente incom
pleto. L'ho introdotto per gettare le fondamenta del concetto che il
corpo un sistema energetico. Mi si potrebbe chiedere quale prova
oggettiva io abbia di questa energia. Prima di rispondere a questa
domanda, mi si consenta dire che l'obiettivit non l'unico criterio
di realt. Vi una realt soggettiva basata sui sentimenti di ognuno,
e questa non dovrebbe essere ignorata o negata. Non mettiamo in
discussione la realt dell'amore anche se non lo si pu misurare ogget
tivamente. Sappiamo anche che n la fsiologia n la biochimica pos
sono spiegare questo sentimento. Analogamente, quando una persona
dice: "Mi sento a corto di energia", ci costituisce una realt valida
per quella persona, per quanto tale realt possa essere soggettiva.
La vita pu essere considerata un fenomeno eccitatorio. Non siamo
1
3 Una descrizione pi completa di queste direttrici si trova esposta nel mio
primo libro, The Physical Dynamics of Character Structure.
1+
WILHELM REICII: op. cit. Vedasi anche A. LowEN: Lave and Orgasm.
FIGURA A
L fede nela vita 219
220 La fede nela vita
FIGURA B
La fede nella vita 221
comuni pezzi di creta, ma una sostanza nella quale stato infuso lo
spirito o se volete che stata caricata di energia. Quando diventiamo
pi eccitati, il nostro livello energetico sale. Quando diveniamo de
pressi, cade. Se. ci eccitiamo molto, ci illuminiamo o emettiamo
luce e brilliamo. Questi fenomeni eccitatori come l'eccitazione ses
suale sono processi energetici. E la luminazione o lo splendore che
producono visibile. Io e molti altri l'abbiamo visto.
Vi un campo di energia intorno al corpo umano descritta in vario
modo come aura o alone. stata osservata e studiata da molte per
sone, particolarmente dal mio collaboratore Dott. John C. Pierrakos.
Citer alcune sue osservazioni a proposito del campo d energia. Egli
scrive: ''Le energie all'interno del corpo fluiscono anche al di fuori
di esso nella stessa maniera in cui un'onda di calore esce da un og
getto di metallo incandescente" .