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Letteratura italiana Einaudi

Inni sacri
di Alessandro Manzoni
Letteratura italiana Einaudi
ii
Edizione di riferimento:
Tutte le poesie 1812-1872, a cura di Gilberto Lonardi,
Marsilio Editori, Venezia 1987
Introduzione di Gilberto Lonardi
Commento e note di Paola Azzolini
Sommario
Il Natale 1
La Passione 13
La Risurrezione 22
La Pentecoste 33
Il Nome di Maria 51
Letteratura italiana Einaudi
iii
1 Letteratura italiana Einaudi
1. Qual masso: similitudine molto tormentata, come dimostra-
no gli abbozzi. Svolge il concetto dellumanit caduta e incapace di
riscatto senza laiuto divino (la Grazia). Per limmagine probabi-
le una rivisitazione di archetipi classici e cristiani. Il Bertoldi (1957)
ricorda Il. XIII, 175, nella traduzione del Monti, dove di Ettore che
semina strage nel campo greco si dice che pari a veloce Rovinoso
macigno che torrente Per gran pioggia cresciuto, da petrosa Rupe
divelse e spinse al basso; ei vola Precipite a gran salti, e si fa sotto
La selva risonar, n il corso allenta Finch giunto alla valle, ivi si
quieta Immobile, ove evidente certa consonanza linguistica. Ma
anche Aen. XII, 684, Ac veluti montis saxum de vertice praeceps
cum ruit avulsum vento ... Fertur in abruptum; e ancora linno In
dedicatione Ecclesiae, Alto ex Olimpi vertice summi Parenti filius
Ceu monti desectus lapis Terras in imas decidens. Il paragone si
estende per una campata strofica di quattordici versi, analogamen-
te, ma con altro effetto, meno logicamente articolato, il paragone
del secondo Coro dellAdelchi, 61-72.
2. erta montana: ripido pendio del monte. di lunga suggerisce
uno sguardo dal basso che misura limpossibilit della salita.
4. romorosa frana: negli abbozzi rovinosa; la frana in Virgilio
praeceps ruit (cfr. Aen. XII, 684-685).
5. scheggiato calle: una visione a posteriori del percorso del
masso che ha scheggiato la lunga via della caduta. In abbozzo
(Ghisalberti, 47): Per lo dirotto; Per lo squassato; Pel divo-
rato; Gi per lo smosso.
7. Batte ... e sta: la tronca preceduta dalla congiunzione segna
IL NATALE
Qual masso, che dal vertice
di lunga erta montana,
abbandonato a limpeto
di romorosa frana,
per lo scheggiato calle 5
precipitando a valle,
batte sul fondo e sta;
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
2
Letteratura italiana Einaudi
il definitivo silenzio, dopo il veloce minare dei versi precedenti;
Aen. XI, 771: Mole sua stat.
8. immobile: predicativo tuttaltro che ridondante, perch con
un forte contenuto verbale che ricompare anche nel secondo Coro
dellAdelchi, 19-20, e nel Cinque maggio, 1-2.
9. lenta: cfr. Risurrezione, 21, ma soprattutto, nellaccezione di
pesante, abbandonato, senza vita ecc. il secondo Coro dellAdelchi
3.
11. Fia che riveggia: apodosi di un periodo ipotetico della realt
con protasi Se una virtude amica. Significativamente ladunaton
si propone come realizzabile, attraverso lintervento della virtude
amica.
11-12. il sole de la sua cima antica: ricorda per contrasto il
lamento di Is. IX, 2, Populus qui ambulabat in tenebris, vidit
lucem magnam; habitantibus in regione umbrae mortis, lux orta est
eis e, come avvert Russo (1959), umanizza la condizione del
masso caduto, ormai pura metafora delluomo.
13. virtude amica: il vocabolo virtude ha una gamma di signifi-
cati complessa nel testo manzoniano delle liriche e delle tragedie,
che va da forza a grazia, potere vivificante, come nella Pentecoste
(1822), 101-102.
15-16. il misero Figliuol del fallo primo: lumanit derelitta,
l dove cadde, immobile
giace in sua lenta mole;
n per mutar di secoli, 10
fia che riveggia il sole
de la sua cima antica,
se una virtude amica
in alto nol trarr:
tal si giaceva il misero 15
figliuol del fallo primo,
dal d che una ineffabile
3 Letteratura italiana Einaudi
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
figlia del primo peccatore Adamo, con metonimia: per la causa
(Adamo), leffetto (il peccato).
18-19. a limo dogni malor gravollo: al fondo dogni sventura;
cfr. Is. LXIII, 3, ma linguisticamente ricorda, Inf. VI, 86, Diverse
colpe gi li grava al fondo. Questi due versi e i due successivi
riprendono esattamente lultima parte del paragone del masso.
20. il superbo collo: perch alzato dalla superbia delluomo
contro la mano del Signore (Venturi, 1877); per laggettivo super-
bo, cfr. Nome di Maria, 10; Risurrezione, 95; ecc.
22. nati allodio: da Paul., Ad Ephesios II, 3, et eramus natura
filii irae, ma il Tommaseo (1858): Pu intendersi non solo del-
lodio di Dio; ma dellodio, cio dellincapacit di amare veramen-
te Iddio, nella quale nasceva luomo corrotto.
24. Santo: Dio cos indicato nella Bibbia, anche nella
Pentecoste (1822), 64-65. inaccessibile: a cui luomo non poteva
giungere senza laiuto di una virtude amica. Lappellativo spe-
culare alla similitudine del masso, per cui la cima appunto inac-
cessibile.
29-30. Ecco ... Figlio: sono le parole di Is. IX, 6, Parvolus enim
ira promessa a limo
dogni malor gravollo,
onde il superbo collo 20
pi non potea levar.
Qual mai tra i nati a lodio,
qual era mai persona
che al Santo inaccessibile
potesse dir: perdona? 25
far novo patto eterno?
al vincitore inferno
la preda sua strappar?
Ecco ci nato un Parvolo,
ci fu largito un Figlio: 30
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
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Letteratura italiana Einaudi
natus est nobis et filius datus est nobis. Manzoni traduce letteral-
mente sottolineando appena il datus est/ci fu largito. Nelle Opere
Varie (1875-1855) [da ora in poi O. V.], pargolo al posto di parvo-
lo, con passaggio analogo al precedente, dal calco latino al termine
poetico e, in questo caso, disusato; altro sinonimo nella Pentecoste
(1822), 129, Spira dei nostri bamboli, ma gi usato nella
Risurrezione, 91.
31-32. Le avverse forze ... ciglio: limmagine di Giove reperi-
bile nella poesia classica (Il. I, 700; Aen. IX, 106; Metam. II, 849),
ma qui applicata a Ges Bambino.
35. Oltre lantico onor: Con brevit vigorosa significa che la
redenzione innalz luomo a stato anche pi onorevole dellantica
perduta innocenza (Venturi, 1877).
36-39. Da le magioni eterie ... si distende: cfr. Ioel. III, 18, et
fons de domo Domini egredietur et irrigabit torrentem spinarum;
eterie: nella stampa del 1822, eteree; borron: borrone accrescitivo
di borro esprime che in quel luogo, quando che sia, scorre acqua;
la quale idea alla voce burrone non annessa (Venturi, 1877).
40. Stillano mele i tronchi: la fonte di questa sintetica descrizio-
ne dellet delloro virgiliana (Ecl. IV, 30), ma anche Prudenzio,
De nativitate. Il verbo al presente indica il perenne riattualizzarsi
della Redenzione.
le avverse forze tremano
al mover del suo ciglio:
a luom la mano Ei porge,
che si ravviva, e sorge
oltre lantico onor. 35
Da le magioni eterie
sgorga una fonte, e scende;
e nel borron dei triboli
vivida si distende:
stillano mele i tronchi; 40
5 Letteratura italiana Einaudi
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
41-42. Ove ... fior: bronchi voce dantesca, per cespugli spino-
si. La bellezza del copriano cos assoluto, e del fior singolare, non
tale che un critico possa lodarla degnamente (Tommaseo, 1858).
43-44. O Figlio ... seco: nelle O.V., Manzoni cita il Salmo II,
ricordato nella prima messa del Natale e precisamente nellIntroito:
Filius meus es tu, ego hodie genui te. Leterno eterno seco: il
poliptoto sottolinea latemporalit del concetto teologico, come il
presente genera che traduce il perfetto aoristico genui.
45-46. Qual ... meco: si combina il ricordo di due espressioni
bibliche: Psal. XCII, 2, Parata sedes tua ex tunc: a saeculo tu es;
Is. LIII, 8, generationem eius quis enarrabit?.
47. Tu sei: cfr. Es. III, 14, Dixit Deus ad Moysen: Ego sum qui
sum.
47-48. del vasto empiro: cfr. Reg. III, VII, 27, coelum et coeli
coelorum te capere non possunt.
49. la tua parola il f: cos Psal. XXXII, 6, Verbo Domini coeli
firmati sunt.
51. creata argilla: negli abbozzi (Ghisalberti, 51-52) creata creta;
caduca creta. Manzoni insiste sulla docilit della materia informe;
analoga idea si esprime in un altro lessema ritornante nella lirica,
orma.
ove copriano i bronchi,
ivi germoglia il fior.
O Figlio, o Tu cui genera
lEterno eterno seco,
qual ti pu dir dei secoli: 45
Tu cominciasti meco?
Tu sei: del vasto empiro
non ti comprende il giro:
la tua parola il f.
E Tu degnasti assumere 50
questa creata argilla?
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
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Letteratura italiana Einaudi
52. qual grazia: la Grazia divina in opposizione ai meriti inesi-
stenti delluomo. Risuona qui un endecasillabo dantesco (Purg.
VII, 19). Non pare opportuno interpretare grazia come azione gra-
dita a Dio, come conferma una variante dellabbozzo: a divin con-
cedere Chi mai vorr por met? (Ghisalberti, 51).
53. sortillo: lo chiam in sorte; cfr. Dante, Par. XI, 109,
Quando a Colui che a tanto ben sortillo.
54-56. Se in suo consiglio ... egli : Se negli arcani giudizi di
Dio il perdono vince ogni demerito nostro, ben pu dirsi che la
piet di Lui infinita (Venturi, 1877).
57. Efrata: Bethlehem ebbe il nome di Efrata, moglie di Caleb,
dopo lingresso degli Ebrei nella Cananea.
58. Vaticinato ostello: luogo divinato dai profeti. Manzoni cita
nelle O.V., Mich. V, 2, Et tu, Bethlehem Efrata, parvulus es in mil-
libus Iuda: ex te mihi egredietur qui sit dominator in lsrael, et
egressus eius ab initio, a diebus aeternitatis.
59. ascese: Bethlehem era su di un colle; cos anche il racconto
del Vangelo di Luca che da qui in poi Manzoni segue da vicino.
60. La gloria dIsraello: la Chiesa dedica a Maria le espressioni
di lode rivolte nella Bibbia a Giuditta, liberatrice di Betulia (cfr.
Iud. XV, 10).
61. Grave di tal portato: incinta di tanto figlio; contamina due
espressioni dantesche, Par. XVI, 36, Sallevi di me ondera
qual merto suo, qual grazia
a tanto onor sortilla?
se in suo consiglio ascoso
vince il perdon, pietoso 55
immensamente Egli .
Oggi Egli nato: ad Efrata,
vaticinato ostello,
ascese unalma Vergine,
la gloria dIsraello, 60
grave di tal portato:
grave; Purg. XX, 22, Ove sponesti il tuo portato santo
(Bertoldi, 1957).
62. Da chi l promise: nelle O.V., Da cui; dalla Vergine che era
stata profetizzata madre di Cristo.
64. mira Madre: traduce lespressione delle litanie, Mater admi-
rabilis, evidenziando lallitterazione nellequivalenza dei due termi-
ni bisillabi.
66-67. E ne lumil ... il pose: traduce levangelico et pannis
eum involvit et reclinavit eum in praesepio citato da Manzoni
nelle O.V.
68. lador: nella liturgia di Maria si dice: quem genuit adora-
vit.
70. Che il puro sen le apr: ador il figlio divino che aveva schiu-
so il suo grembo di vergine; un concetto analogo a quello di
Dante, Par. XXXIII, 1, Vergine madre, figlia del tuo figlio. puro
sen complemento oggetto e non soggetto (insostenibile sintatti-
camente, oltre che logicamente) come volle la malintesa verecondia
di alcuni esegeti. Manzoni sfiora qui la controversa questione teo-
logica della verginit di Maria post partum, affermata dal Concilio
di Trento, pur non considerandola articolo di fede; cos recente-
mente fece il Concilio Vaticano secondo del 1964 (Warner, 1980).
7 Letteratura italiana Einaudi
da chi l promise nato,
dondera atteso usc.
La mira Madre in poveri
panni il Figliuol compose, 65
e ne lumil presepio
soavemente il pose;
e lador: beata!
innanzi al Dio prostrata,
che il puro sen le apr. 70
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
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Letteratura italiana Einaudi
71-91. Langiol del cielo ... La compagnia fedel: le tre strofe
derivano dal racconto di Luca (II, 8, 9, 13, 14) citato dal Manzoni
nelle O.V.: Et pastores erant in regione eadem vigilantes ... Et ecce
angelus Domini stetit iuxta illis, et claritas Dei circumfulsit illos ...
Et subito facta est cum angelo multitudo militiae coelestis laudan-
tium deum, et dicentium: Gloria in altissimis Deo... Labbozzo
seguiva pi da vicino il testo evangelico: Non lunge a veglia sta-
vano Del gregge lor pastori: A lor dinnanzi un Angelo Ristette e di
fulgori Li cinse: onde li prese Spavento; ma cortese LAngelo a lor
parl... Non paventate: altissima Nuova di gaudio io porto. Il
Salvator de gli uomini Fra voi questoggi sorto; Il Cristo, io dico:
andate, Ne la citt cercate: Questo segnal vi do: Entro un presepe
un bambolo Vedrete in panni involto: Egli S disse, e subito Gi
per lo ciel disciolto Daltri celesti un volo Che si libraro a stuolo
Intorno al messaggier (Ghisalberti, 52-54).
73-74. Non dei potenti ... vegliate porte: Argutamente il
Manzoni le chiama vegliate, quasi in contrapposizione ai veglian-
ti che Luca dice dei pastori (Venturi, 1877). In questo e nei versi
successivi vedeva De Sanctis (1965) i segni della eguaglianza rivo-
luzionaria, ribattezzata dallo spirito evangelico.
75. devoti: i semplici credettero per primi alla venuta di Cristo.
76. duro mondo: il mondo insensibile, inumano. Insieme alle
vegliate porte lespressione ricorda le dure, illustri porte della
Caduta di Parini.
77. subito: aggettivo, improvviso; cfr. Aen. I, 588, claraque in
luce refulsit.
LAngiol del cielo, a gli uomini
nunzio di tanta sorte,
non dei potenti volgesi
a le vegliate porte;
ma fra i pastor devoti, 75
al duro mondo ignoti,
subito in luce appar.
E intorno a lui, per lampia
78-79. lampia Notte: lenjambement dilata loscurit notturna
in cui brilla il volo degli angeli. a stuolo: a schiera.
80. Mille celesti: per un numero indeterminato; strinsero: il
verbo indica il raccogliersi insieme volando degli angeli fiammeg-
gianti. unimmagine anche della devozione popolare, oltre che
della pi diffusa rappresentazione pittorica del Natale.
83. Come si canta in cielo: scorcia, ma forse con scarsa efficacia,
la precisa traduzione evangelica, per altro anchessa un po piatta,
dellabbozzo: A Dio cantando gloria, E in terra pace al buono
(Ghisalberti, 54).
85. Lallegro inno: laggettivo ha il senso solenne del sostantivo
della stessa radice, usato da Dante, Par. XXVII, 7, O gioia, o inef-
fabile allegrezza; seguirono: seguitarono a cantare; lallegro inno:
complemento oggetto.
87. Fra le varcate nuvole: gli angeli e leco del loro canto scom-
paiono in alto, tra le nuvole gi attraversate e illuminate dal volo.
Quel varcate infatti un particolare visivo che richiama, ci pare, il
fiammeggiante volo. Nellabbozzo: Da le varcate; Su le varcate
e nelle O.V.: Tra le varcate. Evidentemente limmagine costrui-
sce la propria forma sintattica a fatica, quasi costretta dal valore
compiuto del participio passato che per altro, in questo uso, cio
di dare come compiuta unazione appena trascorsa o in atto, ben
manzoniano; vedi sopra scheggiato calle, ma anche erta infuocata
(secondo Coro dellAdelchi, 74); spregio sofferto (primo Coro
dellAdelchi, 11). Anche in questo caso si esprimono contempora-
neamente due azioni: il volo verso il firmamento degli angeli e il
lento scomparire delleco del loro canto.
9 Letteratura italiana Einaudi
notte calati a stuolo,
mille celesti strinsero 80
il fiammeggiante volo,
e accesi in dolce zelo,
come si canta in cielo
a Dio gloria cantar.
Lallegro inno seguirono, 85
tornando al firmamento;
fra le varcate nuvole
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
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Letteratura italiana Einaudi
92. Senza indugiar: festinantes, nel testo evangelico.
93. Lalbergo poveretto: sotto (97) in un presepe; cio la stalla,
dove Ges era nato.
95. Siccome a lor fu detto: come gli angeli avevano annunciato;
ma la frequenza del rammemorare le profezie, insieme a questo
annunzio dellevento contribuisce a cancellare il tempo, come
scansione di momenti successivi, cio il tempo come storia.
96. Videro: riprende, a inizio verso, il videro che sta alla fine del v.
94. Lanafora sottolinea lincredibilit dellevento: il Re nella stalla.
98. Vagire: retto da videro, efficace sinestesia. il Re del ciel: acco-
stato a vagire riprende con forza il sublime paradosso della povert
e umilt del Cristo.
99-100. Dormi o Fanciul ... celeste: la strofa inizia con landa-
mento di una ninna-nanna natalizia e prosegue con la strutturazio-
ne del contrasto tra il piccolo bambino e la sua potenza divina.
101. stridere: Verbo che ti fa sentire il sibilo dei venti e il fra-
allontanossi, e lento
il suon sacrato ascese,
fin che pi nulla intese 90
la compagnia fedel.
Senza indugiar, cercarono
lalbergo poveretto
quei fortunati, e videro,
siccome a lor fu detto, 95
videro in panni avvolto,
in un presepe accolto,
vagire il Re del Ciel.
Dormi, o Fanciul, non piangere;
dormi, o Fanciul celeste; 100
sovra il tuo capo stridere
gorio delle saette, accompagnatrici della tempesta (Venturi,
1877); cfr. Aen. I, 106, stridens aquilone procella.
102. tempeste: spesso inteso in senso translato, le passioni.
Pare pi giusto conservare la sua sostanziale indeterminatezza: il
tormentoso percorso terreno che il Dio fanciullo guida e governa.
Nella strofa si esprime, ma conservando la contraddizione implici-
ta nel bambino-dio, la duplice natura, inerme e potente, del Cristo
nelle sue due persone, divina e umana.
104-105. Come cavalli ... dinanzi a Te: il percorso delle varianti
piuttosto tormentato: Use il tuo pi lambire; Use nel d deli-
re; Use a la tua chiamata; Use qual guardia armata
(Ghisalberti, 55). Limmagine dei cavalli in guerra richiama Is. I,
24; Ioel, II, 2; Psal. XCVI, 4, ma Manzoni elabora in modo perso-
nale il tema biblico del Dio degli eserciti.
106-107. i popoli ... non sanno: il mondo ignora levento fonda-
mentale della sua vicenda terrena, lincarnazione e nascita del
Redentore. Cfr. Is. I, 3.
108-109. nobile retaggio: saranno tuo splendido possesso, ere-
dit del tuo sacrificio; cfr. Psal. II, 8.
111. nella polve: il termine biblico che indica labiezione.
Con questo valore anche nel Cinque maggio, 47, e nel Coro del
Carmagnola, 95. Negli abbozzi i versi dal 110 al 112 erano stati
11 Letteratura italiana Einaudi
non osin le tempeste,
use su lempia terra,
come cavalli in guerra,
correr dinanzi a Te. 105
Dormi, o Celeste: i popoli
chi nato sia non sanno;
ma il d verr che nobile
retaggio tuo saranno;
che in quellumil riposo, 110
che ne la polve ascoso
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
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Letteratura italiana Einaudi
diversamente tracciati: Tu rinnovelli i tempi Tu schiudi il ciel, tu
adempi Dei secoli il sospir (Ghisalberti, 56). Oltre al ricordo di un
verso della Risurrezione (40, il sospir del tempo antico), il con-
cetto, poi scomparso, quello delle due ere della storia umana,
divise dalla Redenzione, unico evento realmente storico in una pro-
spettiva cristiana (cfr. per questo concetto e il suo inverarsi nella
letteratura religiosa dal Medioevo in poi, gli studi di Auerbach,
1966).
112. conosceranno il re: Barberi Squarotti (1965) sottolinea la
pregnanza del valore ottativo di questo futuro, che segna linevita-
bile sottomissione alla regalit divina; cfr. Zach. IX, 9.
conosceranno il Re.
1. O tementi ... ventura: forse ispirato al senso di castigo inevi-
tabile che anima la cadenza iniziale del Dies irae. Ira nel senso di
castigo, vendetta, come anche nel Natale, 17-18. Il participio pre-
sente usato come sostantivo torna anche al v. 31 (volente) e poi pi
volte nella lirica.
2. Cheti e gravi: i due aggettivi bisillabi scandiscono il ritmo
cadenzato della processione del Venerd Santo. Il ritmo binario si
prolunga anche nel verso successivo.
4. improvviso: enallage, laggettivo per lavverbio.
5. di squilla il richiamo: il richiamo delle campane cessa il
Gioved Santo; esse vengono legate e saranno sciolte solo il gior-
no di Pasqua.
7-8.Qual ... altar: la Chiesa vedova del suo sposo, Cristo e gli
altari sono coperti da drappi scuri, come, appunto, le vesti vedovi-
li.
9. Cessan glinni...: il rito della messa del Venerd privo
dellIntroito, del Kyrie e degli inni, non si consacra il pane e il vino,
ma si consumano le specie consacrate il Gioved Santo. Ricorda la
liturgia del Venerd Santo che canta: Plange quasi virgo plebs mea
plangite ministri altaris, aspergite vos cinere. Qui misteri vale
cerimonie sacre.
13 Letteratura italiana Einaudi
LA PASSIONE
O tementi de lira ventura,
cheti e gravi oggi al tempio moviamo,
come gente che pensi a sventura,
che improvviso sintese annunziar.
Non saspetti di squilla il richiamo; 5
nol concede il mestissimo rito:
qual di donna che piange il marito,
la vesta del vedovo altar.
Cessan glinni e i misteri beati,
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
14
Letteratura italiana Einaudi
11. Sotto ... pani mutati: si compie il mistero della transustan-
ziazione, il pane si muta nel corpo di Cristo.
12. LOstia: la vittima; cfr. Johan. VI, 41: Ego sum panis vivus,
qui de coelo descendit.
13. un carme: nel silenzio della Chiesa, dove non risuonano pi
gli inni, si leva la lamentazione di Isaia, intento cio sprofondato
nella visione. Nelle O.V.. Manzoni cita il passo (Is. LIII, 2, 3, 4), da
cui trasse pi di un elemento alla costruzione delle strofe seguenti:
Et ascendet sicut virgultum coram eo, et sicut radix de terra
sitienti... Despectum et novissimum virorum, virum dolorum, et
scientem infirmitatem: et quasi absconditus vultus eius... et nos
putavimus eum quasi leprosum et percussum a Deo.
16. Gli affannava il fatidico cuor: il veggente, preda del Dio che
lo ispira, visto secondo immagini antiche, che, come qui, evoca-
no il tormento della possessione divina. Nelle O.V., cuor diventa
cor, correzione costante dopo la revisione del 1840 del romanzo.
17. Veggente di Giuda: profeta della trib di Giuda.
19-20. Come tallo da nuda Terra ... vital?: il testo di Is. LIII,
2, 3, 4; tallo quel che mettono le erbe prive di fusto, quando si
lasciano star sulla terra, e sono per far seme (Venturi, 1877).
fra cui scende, per mistica via, 10
sotto lombra de pani mutati,
lOstia viva di pace e damor.
Sode un carme: lintento Isaia
proffer questo sacro lamento,
in quel d che un divino spavento 15
gli affannava il fatidico cuor.
Di chi parli, o Veggente di Giuda?
chi costui, che dinanzi a lEterno,
spunter come tallo da nuda
terra, lunge da fonte vital? 20
21. fiacco pasciuto di scherno: ancora da Is. LIII, 3, ma vedi
abbozzi del Natale (Ghisalberti, 50) Svegliati, o fiacco; Coro del
Carmagnola, 127, ove sempre laggettivo sostantivato. Il resto del-
lespressione ritorna in Proclama di Rimini, 6: E da lor scissa la
pascean doffese. La fonte ancora biblica: Jer. III, 30, saturatur
opprobriis.
22. Che la faccia si copre dun velo: ancora Is. LIII, 3. Velo
espressione di ascendenza petrarchesca; cfr. Risurrezione, 81.
23. un percosso dal cielo: cfr. Is. LIII, 4, cit. e, per il ritorno dello
stesso lessema, Proclama di Rimini, 39, Il percussor percosse.
24. il novissimo dogni mortal:: ancor Is. LIII, 3, cit., lultimo dei
mortali, il pi disprezzato.
25. il Giusto: cos Zach. IX, 9.
26. facente: nota il participio presente in funzione aggettivale;
cfr. Act. VIII, 32.
27-28. di tutti ... vers: cfr. Is. LIII, 6: Et posuit Dominus in
eo iniquitatem omnium nostrum.
29. il predetto Sansone: Sansone che poggiando le braccia aper-
te alle colonne (quasi fosse crocifisso), fece crollare, sacrificando
anche la sua vita, il tempio sulle teste dei Filistei, figura del
Cristo venturo.
15 Letteratura italiana Einaudi
questo fiacco pasciuto di scherno,
che la faccia si copre dun velo,
come fosse un percorsso dal cielo,
il novissimo dogni mortal?
egli il Giusto che i vili han trafitto, 25
ma tacente, ma senza tenzone;
egli il Giusto; e di tutti il delitto
il Signor sul suo capo vers.
Egli il santo il predetto Sansone,
che morendo francheggia Israele; 30
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
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Letteratura italiana Einaudi
31-32. Un volente ... lasci: cos interpreta Frattini (1981):
Sansone non cedette la chioma, che racchiudeva la sua sterminata
potenza, di sua volont, ma per linsidia di un tradimento: quello
appunto di Dalila, la sposa infedele: Cristo invece don deliberata-
mente, con la vita, tutta la sua divina virt salvifica allumanit che,
gi prima e poi anche in avvenire, infedele per i suoi peccati a Dio,
fu dal Redentore fatta sua sposa nel vincolo di sangue del sublime
sacrificio del Golgota. Non sfugga tuttavia loscurit voluta della
contaminatio, allusiva, forse, alla concezione cristiana della figu-
ra, per cui vedi gli studi, gi citati, di Auerbach su Dante (1966).
33. cerchj divini: in Par. XXVII, 144: cerchi superni. Linno,
come di consueto, avvicina il linguaggio dantesco a quello biblico.
36. il funesto retaggio: la funesta eredit della colpa, cio la
morte. funesta deriva dal latino funus che ha in s lidea fonda-
mentale di morte.
37. Volle lonte: sottolinea la decisione spontanea, per cui Cristo
si offr al sacrificio. onte vale ingiurie e richiama gli schemi del v. 21.
39-40. E il terror ... il fallir: ricorda Paul., Ad Cor. II, V, 21.
Nota la sottolineatura vigorosa del termine fallir/fallire, nella ripre-
sa, alla fine del verso.
41. La repulsa ... sommesso: ricorda le parole di Ges nellorto
dei Getsemani, Prodicit in faciem suam orans, et dicens: Pater mi,
che volente a la sposa infedele
la fortissima chioma lasci.
Quei che siede sui cerchj divini,
e dAdamo si fece figliuolo;
n sdegn coi fratelli tapini 35
il funesto retaggio partir:
volle lonte, e ne lanima il duolo,
e le angosce di morte sentire,
e il terror che seconda il fallire,
ei che mai non conobbe il fallir. 40
La repulsa al suo prego sommesso,
si possibile est, transeat a me calix iste; veruntamen non sicut ego
volo, sed sicut tu (Matth. XXVI, 39) in cui era la sommessa pre-
ghiera di risparmiare la terribile prova, ma anche la sottomissione
al volere del Padre.
42. Labbandono del Padre: cfr. Matth. XXVII, 46.
43 Oh spavento!: lesclamazione richiama, sottolineandone il
ritorno alla vista delle sofferenze del Cristo, il divino spavento di
Isaia (15).
46. la notte delluomo omicida: con efficace translato, le tenebre
della colpa si allargano alla tenebra notturna, piena dei fantasmi del
rimorso.
47. Di quel sangue ... le grida: cfr. Matth. XXVII, 4: Peccavi
tradens sanguinem justum, detto da Giuda (citato da Manzoni
nelle O.V.). Nota acutamente il Momigliano (1936) la forza di quel
sol: inizia per Giuda la terribile ossessione del rimorso.
49. lo stuol dei beffardi: la folla che, sicura dellimpunit (baldo),
insult Cristo e lo derise (cfr. Mar. XIV, 65). Si torna su un motivo
gi accennato (21) che acquista un cospicuo spessore nella rievo-
cazione manzoniana, come gi laveva nel racconto evangelico.
51. intender: rivolgere.
52. Glincolpabili figli del ciel: gli angeli che sono senza peccato;
17 Letteratura italiana Einaudi
labbandono del Padre sostenne:
oh spavento! lorribile amplesso
dun amico spergiuro soffr.
Ma simile quellalma divenne 45
a la notte de luomo omicida:
di quel sangue sol ode le grida,
e saccorge che sangue trad.
Oh spavento! lo stuol dei beffardi
baldo insulta a quel volto divino, 50
ove intender non osan gli sguardi
glincolpabili figli del ciel.
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
18
Letteratura italiana Einaudi
lespressione in forte opposizione allo stuol dei beffardi.
53. lebro: nelle O.V., ebbro.
56. Del delitto ... crudel: losservazione psicologica coglie lo sca-
tenarsi degli impulsi aggressivi nella folla; vedi anche Promessi
Sposi, XIII, ove la descrizione dellassalto al forno durante il
tumulto di Milano.
57. tacito reo: anche nel Nome di Maria, 1, il silenzio circonda il
sacrificio e lumilt della creatura prescelta; Matth. 27, 14, dice del
Cristo di fronte a Pilato: et non respondit ei ad ullum verbum.
58. seggio profano: il tribunale di Pilato amministrava la giusti-
zia civile, tuttavia il senso dellespressione va oltre. Cristo infatti
viene giudicato da un tribunale che non poteva, come tribunale
umano, pronunciare sentenze sulluomo-Dio.
59. protervo Giudeo: arrogante e ostinato nella sua crudelt; ma
nota lassonanza di protervo con superbo (61).
60. come vittima ...: cfr. Jer. XI, 19.
62. deliro potente: Pilato.
Come lebro desidera il vino,
ne le offese quellodio sirrita;
e al maggior dei delitti glincita 55
del delitto la gioja crudel.
Ma chi fosse quel tacito reo,
che dinanzi al suo seggio profano
strascinava il protervo Giudeo,
come vittima innanzi a laltar, 60
non lo seppe il superbo Romano;
ma fe stima il deliro potente,
che giovasse col sangue innocente
la sua vil sicurtade comprar.
65. esecrato: per esecrando, maledetto. I Giudei dissero a Pilato:
sanguis eius super nos et super filios nostros (Matth. XXVII, 25).
67. I celesti ... volto: come in Dante, Par. XXVII, 35.
72. scosso ancor: qui il sangue rappresenta lidea del misfatto,
come un peso che saggrava sul capo (Tommaseo, 1858).
73. nefando: perch l su quel letto, cio la croce, si era consu-
mato il sacrilegio. Ha lo stesso valore del disonor del Golgota.
Anche Dante ha letto per tomba (Inf. X, 78).
74. fronte: sineddoche abbastanza diffusa per capo.
75. un altissimo grido: cfr. Matth. XXVII, 50: clamans voce
magna, emisit spiritum.
77. esultanti: il tripudio che si manifesta in atti esterni, come
nel latino exsulto. In efficace opposizione con il v. 65.
79. ardue vedette: dallalto dei cieli.
80. Quasi accenni: torna limmagine omerica (e montiana) come
19 Letteratura italiana Einaudi
Su nel cielo in sua doglia raccolto 65
giunse il suono dun prego esecrato:
i celesti copersero il volto:
dissi Iddio: Qual chiedete sar.
E quel Sangue dai padri imprecato
sulla misera prole ancor cade, 70
che mutata detade in etade,
scosso ancor dal suo capo non lha.
Ecco appena sul letto nefando
quellAfflitto depose la fronte,
e un altissimo grido levando, 75
il supremo sospiro mand:
gli uccisori esultanti in sul monte
di Dio lira gi grande minaccia;
gi da lardue vedette saffaccia,
quasi accenni: fra poco verr. 80
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
20
Letteratura italiana Einaudi
in Natale, 31-32, rinvigorita dalla grandiosit biblica dellira gi
grande.
82. ira tremenda: torna lira che il motivo profondo dellinno.
83. dei ciechi linsana parola: sono accostati nel verso due termi-
ni, ciechi/insana, che designano la follia e loscurit in cui si dibat-
te luomo. Insana parola riprende il prego esecrato (66).
86. mite lavacro: pioggia di purificazione, acqua battesimale, da
cui sia fatta monda lanima del peccatore; in opposizione alla piog-
gia di sangue di 69-70.
87. Tutti errammo: cfr. Is. LIII, 6: Omnes nos quasi oves erra-
vimus.
87-88. sacro Santo Sangue: nota la allitterazione, priva di attrat-
tive foniche, ma aspra e quasi gridata, chiusa com fra le due
espressioni, ugualmente omofone, errammo - error.
89. immota: una statua davanti allEterno direbbe Ungaretti;
ma si pensi anche al masso immobile del Natale. Linvocazione alla
Madre celeste segue nella stessa posizione, allinizio di verso e di
strofa, quella al Padre (81).
O gran Padre! per Lui che simmola,
taccia alfine quellira tremenda;
e de ciechi linsana parola
volgi in meglio, pietoso Signor.
S quel Sangue sovressi discenda; 85
ma sia pioggia di mite lavacro:
tutti errammo; di tutti quel sacro
santo Sangue cancelli lerror.
E tu, Madre, che immota vedesti
un tal Figlio morir su la croce, 90
91. o regina dei mesti: regina martyrum, consolatrix afflicto-
rum, nelle litanie.
93. il secolo atroce: non solo, genericamente, il mondo, la storia,
ma il terribile momento storico che Manzoni stava vivendo, insie-
me a tutti gli italiani, nei giorni della caduta di Bonaparte e del
Regno Italico.
94. buoni: corretto e toscanizzato in boni nelle O.V.
96. pegno: garanzia della promessa beatitudine dopo la morte.
21 Letteratura italiana Einaudi
per noi prega, o regina dei mesti,
che il possiamo in sua gloria veder;
che i dolori, onde il secolo atroce
fa dei boni pi tristo lesiglio,
misti al santo patir del tuo Figlio, 95
ci sien pegno deterno goder.
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
22
Letteratura italiana Einaudi
1-5 risorto ... in forza altrui: la strofa prima ha unelaborazio-
ne travagliata. Citiamo una delle fasi registrate nel ms. VS IX 3,
codice autografo degli Inni (Ghisalberti, 31): risorto: or come
tolta Fia la preda a luom robusto? Come salvo unaltra volta
Quei che preso in sasso angusto Giacque immoto in forza altrui?
Al v. 1 Manzoni traduce Is. XIXL, 24, Numquid tolletur a forti
praeda? Aut quod captum fuerit a robusto salvum esse poterit?,
che si legge in chiesa il Venerd santo secondo la liturgia ambrosia-
na. Nota che la forma definitiva abbandona il ricordo del profeta
per leco dantesca, Inf. XII, 38, Colui che la gran preda Lev a
Dite. Rimane, come espressione nata di getto, risorto, scandito
tre volte. Una in questo mistero lidea dominante: lucciso risor-
to. Questa idea doveva occupare subito lanimo del poeta; doveva
essere svolta in tutta la sua ammirabilit: e il poeta lo fa degna-
mente (Tommaseo, 1858).
3. atre porte: le porte tenebrose del regno dei morti. La locu-
zione liturgica porta Inferi, si fusa con il detto virgiliano, atri
janua Ditis (Aen. VI, 127).
4. unaltra volta: non intenderei: poich Cristo era sfuggito ad
altre insidie, ma piuttosto: di nuovo, dopo che pareva caduto defi-
nitivamente nelle mani dei nemici (Chini, 1933).
5. giacque: pi definitivo di cadde, anticipa il Cinque mag-
gio, 16, ed in diretta opposizione a risorto.
6-7. Io lo giuro ... il suscit: nota il Manzoni nelle O.V. che le-
spressione di San Paolo (Ad Galat. I, 1); io evidentemente tutta
la coralit dei fedeli nella chiesa; la prima persona usata con que-
sto valore collettivo nei Salmi.
LA RISURREZIONE
risorto: or come a morte
la sua preda fu ritolta?
come ha vinte latre porte,
come salvo unaltra volta
quei che giacque in forza altrui? 5
io lo giuro per Colui
che da morti il suscit,
9. sudario: il lenzuolo funebre; cfr. Matth. XXVII, 59.
10. risorto: per la terza volta si ripete il grido del celebrante
nella cerimonia pasquale, ricordato anche poi (78): Christus
Dominus resurrexit.
11. avello solitario: solitario perch abbandonato dal corpo di
Cristo e quindi vuoto (Momigliano, 1936). Le guardie giacevano
tramortite dopo il terremoto che segu la monte di Cristo (62):
forse in questo altro senso (solitario perch non custodito) recu-
perabile linterpretazione del Bertoldi (1957).
12. il coperchio rovesciato: limmagine tipica delle raffigurazio-
ni pittoriche della Risurrezione; si crea cos una suggestione figura-
tiva (non paesaggistica che sarebbe andare troppo oltre, come
vorrebbe il Goffis, 1965).
13. Come un fonte inebriato: forte riprende, dalla parte di
Cristo, la forza di 5. Lespressione deriva da Psalm. LXXVII, 65:
Et excitatus est tamquam donmiens dominus, tamquam potens
crapulatus a vino, citato da Manzoni nelle O.V.
15. riposato: dopo aver riposato. alla foresta: nella foresta; con
sottile coerenza, anche il risveglio del pellegrino (il cristiano pel-
legrino sulla terra) si compie nel luogo primigenio ed edenico che
la lh.
23 Letteratura italiana Einaudi
risorto: il capo santo
pi non posa nel sudario;
risorto: da lun canto 10
de lavello solitario
sta il coperchio rovesciato:
come un forte inebriato
il Signor si risvegli.
Come a mezzo del cammino, 15
riposato a la foresta,
si risente il pellegrino,
e si scote da la testa
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
24
Letteratura italiana Einaudi
19. una foglia inaridita: pi che una impossibile equivalenza tra
la leggerezza della foglia e il coperchio di pietra, limmagine evoca
la naturalezza del risveglio.
20. dipartita: esprime lo spontaneo distacco dal ramo.
21. lenta lenta: aggettivo molto manzoniano: molle, leggera; qui
esprime il volteggiare della foglia. Cfr. per una variante del signifi-
cato Il Natale, 9 in sua lenta mole; secondo Coro dellAdelchi, 3:
Lenta le palme; ma per tutta la questione stilistica vedi Branca,
1944-45.
22. il marmo inoperoso: il Momigliano (1936) intu il legame
espressivo col successivo Vigoroso, con cui rima. Laggettivo con-
serva nitida la sua origine verbale: che non si muove, quindi inerte
e senza forza (come contrario il foscoliano operosa dei Sepolcri, 19).
Continua cos la serie di opposizioni binarie tra morte e risveglio.
23. larca scavata: la tomba di Cristo, secondo il costume ebrai-
co, era formata da un vestibolo e da una camera mortuaria scavata
nella roccia; cos detto nei Vangeli, da cui deriva laggettivo sca-
vata: in monumento exciso (Luc. XXIII, 53); quod erat excisum
de petra (Marc. XV, 46); quod exciderat in petra (Matth..
XXVII, 60).
26. la squallida vallea: il Limbo.
27. Al Divino: la salma del Cristo, alla quale connesso, secon-
do la dottrina tomistica, lattributo della divinit (cfr. Pentecoste,
18).
una foglia inaridita,
che dal ramo dipartita, 20
lenta lenta vi rist;
tale il marmo inoperoso,
che premea larca scavata,
gitt via quel Vigoroso,
quando lanima tornata 25
da la squallida vallea,
25 Letteratura italiana Einaudi
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
28. io son con te: lanima si riunisce al corpo nella resurrezione
di entrambi. Qui come in altri luoghi Manzoni si preoccupa di uni-
ficare la verit teologica con la inventivit mitica e simbolica del
racconto evangelico. Ma vedi anche la suggestione di un testo litur-
gico, ambrosiano e romano: Exsurrexi et adhuc sum tecum
(Psalm. CXXXVIII, 18), col quale inizia lIntroito della messa la
domenica di Pasqua.
30. Fra i sopiti dIsraele: i padri dellAntico Testamento, immer-
si nel sonno dellattesa nel Limbo e risvegliati da Cristo alla secon-
da vita. Il tema del sonno e del risveglio si allarga gradatamente.
31. le porte ha schiuse: le porte del Limbo.
32. lEmanuele: significa Dio con noi in ebraico, e cio Dio
soccorritore (Matth. I, 23).
33. sopiti in aspettando: si ripete sopiti che ricorda il dormientes
dellEcclesiaste (XXIV, 45) e ribadisce lo stato di sospensione e do-
blio delle anime del Limbo. Lanafora, abbastanza frequente in
Manzoni, tipica anche dello stile innologico, ma qui e negli altri
Inni appare determinata anche dal metro, che come laria del melo-
dramma unisce alla variet dei versi brevi e degli schemi di rime,
una rigorosa periodizzazione, fondata sulla simmetria e literazione
(Gavazzeni, 1981).
35. desso: dal latino id ipsum, latteso Redentore. Secondo la
Chiesa i patriarchi, destati dalla parola di Dio, lo accolsero cla-
mantes et dicentes: Advenisti, Redemptor noster.
al Divino che tacea:
sorgi, disse, io son con Te.
Che parola si diffuse
tra i sopiti dIsraele! 30
il Signor le porte ha schiuse!
il Signor, lEmmanuele!
o sopiti in aspettando,
finito il vostro bando:
Egli desso, il Redentor. 35
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
26
Letteratura italiana Einaudi
36-37. Pria ... sarebbe asceso: interrogativa retorica; nessun
mortale poteva salire in cielo prima che Cristo ne avesse riaperto le
porte.
38. muto inferno: cfr. Inf. V, 28, dove il loco dogni luce muto
il Limbo.
40. Il sospir del tempo antico: il desiderato da secoli; Agg. II, 8.
Et veniet desideratus cunctis gentibus.
41. linimico: adversarius vester diabulus (Petr., Ep. I, 8).
42. Il promesso Vincitor: Cristo vincitore promesso dai profeti
delle forze del male. Si chiude qui il canto di gioia per la vittoria di
Cristo sulla monte e sullInferno e si passa al ricordo degli avveni-
menti secondo lAntico (43-56) e il Nuovo Testamento (57-70).
43. Ai mirabili Veggenti: i Profeti, detti mirabili per la loro capa-
cit di leggere il futuro come se fosse gi avvenuto. La funzione del
Sabato Santo infatti comprende la lettura delle profezie. Il Bindoni
(1912) cita un passo di SantAgostino, De Civ. Dei XVII, 18:
Tamquam praeterita narrabantur, quae futura prophetabantur;
quoniam quae ventura erant iam in praedestinatione et praescien-
tia Dei velut facta erant.
45-46. Come il padre ... gi furo: i commentatori sottolineano
lintimit del quadretto familiare. Limmagine persiste nel Coro del
Carmagnola, 49-50, e anche in Marzo 1821, 100-101.
Pria di Lui nel regno eterno
che mortal sarebbe asceso?
a rapirvi al muto inferno,
vecchi padri, Egli disceso:
il sospir del tempo antico, 40
il terror de linimico,
il promesso Vincitor.
Ai mirabili Veggenti,
che narrarono il futuro,
come il padre ai figli intenti 45
narra i casi che gi furo,
27 Letteratura italiana Einaudi
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
47. sommo Sole: lallitterazione sottolinea limmagine, consueta
nella Bibbia, di Dio come sole; cfr. Malach. IV, 2.
50. Quando ... quando: lanafora scandisce la costante e quasi
ritmica ripetizione degli annunci della redenzione. Aggeo visse nel
VI sec. a.C.; Isaia nellVIII sec. a.C. e a lui si ispira direttamente
Manzoni nel Natale e nella Passione.
51. Mallevaro: garantirono, poich parlavano per ispirazione
divina.
53. assorto in suo pensiero: come intenti (45), indica la mistica
assenza dal mondo provocata dalla visione divina.
54. Lesse i giorni numerati: le settanta settimane composte
danni, dopo le quali Daniele pose la venuta di Cristo. Manzoni cita
nelle O.V: Ab exitu sermonis, ut iterum aedificetur Ierusalem,
usque ad Christum ducem, hebdomades septem, et hebdomades
sexaginta duae erunt... Et post hebdomades sexaginta duas occide-
tur Christus, et non erit eius populus qui eum negaturus est, (Dan.
IX, 25, 26).
55-56. de gli anni ... si ricord: come prima (43-44), si ripete
lossimoro del ricordare ci che non ancora avvenuto.
57. Era lalba ecc.: Manzoni riport in nota nelle O.V. il passo
del Vangelo di Matteo da cui derivano molto fedelmente questa e
si mostr quel sommo Sole
che, parlando in lor parole,
a la terra Iddio giur;
quando Aggeo, quando Isaia 50
mallevaro al mondo intero
che il Bramato un d verria;
quando assorto in suo pensiero
lesse i giorni numerati,
e de gli anni ancor non nati 55
Daniel si ricord.
Era lalba, e molli il viso,
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
28
Letteratura italiana Einaudi
la strofa successiva: Vespere autem sabbati, quae lucescit in prima
sabbati, venit Maria Magdalene et altera Maria videre sepulchrum.
Et ecce terraemotus factus est magnus. Angelus enim Domini
descendit de caelo: et accedens revolvit lapidem, et sedebat super
eum. Erat autem aspectus eius sicut fulgur, et vestimentum eius
sicut nix. Prae timore autem eius exterriti sunt custodes, et facti
sunt velut mortui. Respondens autem angelus dixit mulieribus...
Non est hic; surrexit enim (Matth. XXVIII, 1-6). molli il viso:
accusativo di relazione, col volto bagnato di lacrime; la costruzione
sintattica abbastanza frequente nel Manzoni, cfr. il secondo Coro
dellAdelchi, 1-3 Sparsa le trecce; Lenta le palme. Era lalba:
era preceduto nellabbozzo, a segnare lintenzione letterale, da un
Era il vespro, evidentemente fuori luogo, perch sono le prime ore
del giorno successivo.
58. laltre donne: quelle venute con Ges dalla Galilea.
60-61. tutta ... la pendice: il monte di Sion, su cui siede
Gerusalemme, fu scosso da un terremoto alla morte di Cristo, com-
mosse latinismo semantico: si scosse tutto, profondamente.
62. la scolta: i soldati messi a guardia del sepolcro, perch i
discepoli non trafugassero il corpo. insultatrice: perch si beffava
della promessa risurrezione e prima aveva insultato Cristo.
64. Un estranio giovinetto: langelo straniero perch estraneo
alla terna. Momigliano (1936): Estranio forma nana, e in questo
consiste quasi tutta la forza suggestiva della parola; sostituite unal-
tra forma dello stesso vocabolo, e leffetto perduto. In realt
langelo quello che oggi, con vocabolo latineggiante, si chiame-
rebbe un alieno.
Maddalena e laltre donne
fean lamento in su lUcciso;
ecco tutta di Sionne 60
si commosse la pendice,
e la scolta insultatrice
di spavento tramort.
Un estranio giovinetto
si pos sul monumento: 65
29 Letteratura italiana Einaudi
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
66-67. Era ... vestimento: rispetto al testo evangelico, citato
sopra, la frase diviene pi rapida per leliminazione del flesso logi-
co- sintattico sicut: come.
68. la mesta: Maria Maddalena; cfr. Johan. XX, 13.
69. quel cortese: langelo si appropria di una sfumatura cavalle-
resca, che spiacque a tutti gli interpreti, ma non va dimenticato che
la trascrizione evangelica manzoniana si gioca tra fedelt e anacro-
nismo letterario, come del resto rivela la scelta del metro cantabile
e settecentesco.
71. Via coi pallj disadorni: inizia la rievocazione liturgica delle-
vento. pallj: i paramenti del sacerdote e quelli che rivestono gli alta-
ri nella settimana che precede la Pasqua. Propriamente la veste
greca; in O.V., palli.
74-75. Sacerdote ... ai grandi ministeri: continua la rievocazione
del rito del Sabato Santo, quando dopo la benedizione del cero
pasquale, i celebranti depongono i paramenti rossi e indossano i
bianchi per celebrare la messa (i grandi ministeri).
76. doppieri: i sei doppieri dellaltare maggiore o candelieri a
due o pi braccia, che vengono benedetti col cero pasquale.
era folgore laspetto,
era neve il vestimento:
a la mesta che l richiese
di risposta quel cortese:
risorto; non qui. 70
Via co palii disadorni
lo squallor della viola:
loro usato a splender torni:
sacerdote, in bianca stola,
esci ai grandi ministeri, 75
fra la luce dei doppieri,
il Risorto ad annunziar.
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
30
Letteratura italiana Einaudi
78. un grido: il grido di vittoria dellAntifona pasquale:
Regina coeli, laetare, Quia quiem meruisti portare Resurrexit
sicut dixit: Ora pro nobis Deum che Manzoni riprende nei versi
successivi e riporta in nota nelle O.V. Quasi tutti gli interpreti sot-
tolineano la fiacchezza letteraria della versione manzoniana, tra i
primi il Carducci.
79. alma: come Donna/Domina epiteto latino, di cui forse qui
ricompare il valore originale, presente nella lingua ecclesiastica,
che d vita; cfr. Natale, 59, unalma Vergine e anche Aprile
1814, 74 lalma fidanza.
80. cui fosti nido: cfr. Purg. XX, 131, Pria che Latona in lei
[Delo] facesse il nido A partorir.
81. il nostro velo: il corpo; velo per corpo fu usato da Petrarca,
Rer. vulg. frag. CCCII, 11, E l giuso rimasto il mio bel velo.
82. il disse: spiace ai pi quel il; forma ormai entrata nella
lingua viva, e che nello stesso Niccolini, studiosissimo di questa e
fiorentino, non di rado si trova: cos il Venturi (1877).
85. O fratelli: un grido affettuoso, che richiama la rapidit di
passaggi tipica di tutto linno.
87. convito: simbolo ed espressione del convito di grazia al
quale i giusti son chiamati (Bindoni, 1912). Ricorda Paul., Ad
Corinthios V, 7-8, che si legge durante la messa pasquale.
Da laltar si mosse un grido:
godi, o Donna alma del cielo,
godi; il Dio cui fosti nido 80
a vestirsi il nostro velo,
risorto, come il disse:
per noi prega: Egli prescrisse,
che sia legge il tuo pregar.
O fratelli, il santo rito 85
sol di gaudio oggi ragiona;
oggi giorno di convito;
oggi esulta ogni persona:
31 Letteratura italiana Einaudi
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
89. Non madre: litote per: ogni madre ansiosa....
90. spoglia: veste, ornamento, ma con unidea di caducit, che al
vocabolo si accompagna nelluso manzoniano (cfr. Cinque Maggio,
3).
91. bamboli: cfr. Pentecoste, 129-30: voce invero di uso non
molto familiare (Venturi, 1877).
92. frugal: sobrio e senza raffinatezze.
94-95. il tesor ... imbandigioni: il superfluo sottratto alle tavole
dei ricchi; per laggettivo superbo e le sue connotazioni negli Inni,
vedi anche Il Nome di Maria, 10.
96. scorra amico: dice lanimo delicato e compassionevole che
deve accompagnarsi alla carit. Cfr. Promessi Sposi XXIV, 414;
Pentecoste, 125-128.
98. pi ridente: il desco luogo di intima e affettuosa gioia.
100. tripudj inverecondi: gozzoviglie prive di dignit, con una
precisa allusione pagana nel sostantivo tripudj.
non madre che sia schiva
de la spoglia pi festiva 90
i suoi bamboli vestir.
Sia frugal del ricco il pasto;
ogni mensa abbia i suoi doni;
e il tesor negato al fasto
di superbe imbandigioni, 95
scorra amico a lumil tetto,
faccia il desco poveretto
pi ridente oggi apparir.
Lunge il grido e la tempesta
de tripudj inverecondi: 100
lallegrezza non questa
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
32
Letteratura italiana Einaudi
102. i giusti: espressione biblica, le anime virtuose.
103. Ma pacata...: cfr. Promessi Sposi XXXVI, 638,
Ringraziate il cielo che vha condotti a questo stato, non per
mezzo dellallegrezze turbolente e passeggere, ma co travagli e tra
le miserie, per disporvi a una allegrezza raccolta e tranquilla.
108-110. Ma ... de lerrore: nelle O.V.: Ma che fia di
chi rubello Torse, ahi stolto! i passi erranti Nel sentier che a morte
guida?. La stesura del 1815 conserva un senso pi diretto e, direi,
meno lavorato. Notava il Venturi (1877) limpropriet di sentiero,
via angusta, mentre larga la strada della perdizione. Proprio que-
sto precipitare verso labisso, qui evidente nellaggettivo alacri e
nella locuzione, pi usuale, strada de lerrore.
111. Chi saffida nel Signore: nelle O.V.: Nel Signor chi si
confida. Anche per questo verso sar da notare linversione che
distanzia, col filtro della figura retorica, loriginario tema della spe-
ranza.
di che i giusti son giocondi;
ma pacata in suo contegno,
ma celeste, come segno
de la gioja che verr. 105
Oh beati! a lor pi bello
spunta il sol de giorni sacri;
ma che fia di chi rubello
torse, ahi stolto! i passi alacri
ne la strada de lerrore? 110
Chi saffida nel Signor
col Signor risorger.
33 Letteratura italiana Einaudi
1. Madre dei Santi: lecclesia sanctorum, madre di quanti otten-
gono la grazia attraverso i sacramenti che essa amministra, anche
perch ogni cristiano militante, potenziando in s i doni dello
Spirito, pu conquistare la gloria della santit. Questa interpreta-
zione confortata dal passo di Paul, Ad Colossenses I, 12 (Curto,
1953).
2. immagine della citt superna: immagine della Gerusalemme
celeste (Paul., Ad Hebraeos XII, 22).
3. Del Sangue incorruttibile: il sangue di Cristo nel quale si
transustanzia il vino della messa; cos il sacrificio divino si perpetua
fino alla fine dei secoli.
4. Conservatrice eterna: custode eterna, come ci che essa
custodisce, cio il frutto della redenzione. Cfr. Matth. XXVIII, 20,
Ecce ego vobiscum sum omnibus diebus usque ad consumatio-
nem seculi che la promessa di Cristo agli apostoli. Nellabbozzo
del 1819, una variante suona Custode e testimonio Dellalleanza
eterna (Firpo, 34) che leco di un testo scritturale di Paul, Ad
Hebraeos XIII, 20, in sanguine testamenti aeterni ricordato da
Bossuet nel primo sermone per il giorno di Pentecoste: ... le sang
du Sauveur nous avait rconcilis notre grand Dieu par une
alliance perptuelle (Busetto, 1920).
6. Soffri, combatti e preghi: cfr. Cinque Maggio, 16. La triplice
sequenza verbale , per altro, presente nel secondo sermone di
Pentecoste di Bossuet, en prchant, en souffrant, en mourant
(Accame Bobbio, 1963), ma Manzoni significativamente varia il
mourant, poich la Chiesa eterna (4) e accoglie la dimensione atti-
va ed eroica del combatti.
LA PENTECOSTE
1
Madre de Santi; immagine
della citt superna;
del Sangue incorruttibile
conservatrice eterna;
tu che, da tanti secoli, 5
soffri, combatti e preghi;
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
34
Letteratura italiana Einaudi
7. Che le tue tende spieghi: limmagine quella dellaccampa-
mento militare; la Chiesa vista come Chiesa militante, dei soldati
di Cristo.
8. Dallun allaltro mar: non pare opportuno considerare,
come fa il Ghisalberti, Dallun errore di stampa per Dalluno; il
verso gi presente nellabbozzo del 1819, migra nel Cinque Maggio
(30). Nelle O.V. Manzoni annota la fonte biblica: Psal. LXXI, 8,
Et dominabitur a mari usque ad mare.
9. Campo di quei che sperano: cfr. Bossuet nel terzo sermone di
Pentecoste champ de bataille; quindi campo di battaglia per
coloro che sperano nella salvezza eterna. Bertoldi (1957) ricorda
Par. XXV, 82-84, Lamore ondio avvampo Ancor verla virt che
mi seguette Infin la palma e a luscir del campo..., ove S. Jacopo
parla appunto della virt della speranza. Nota anche il richiamo
alla stessa virt nel finale, Brilla nel guardo errante Di chi speran-
do muor.
10. Chiesa del Dio vivente: Dio sempre vivo nelleucaristia,
secondo lespressione di Paul, Ad Timotheum I, III, 15, e Ad
Hebraeos IX, 14.
11. qual angolo: luogo appartato, nascosto (cfr. 31). Infatti gli
apostoli si chiusero nel cenacolo situato a sud di Gerusalemme, sul
monte Sion (Act. II, 1). Anche Bossuet, nel secondo sermone di
Pentecoste, parla di coin du monde e di resserre (Busetto,
1920). Qual angolo in evidente antitesi con la serie precedente
connotata dalla vastit.
13. il tuo Re: re bench imprigionato e tratto a morte, quindi in
forte antitesi con ci che segue. dai perfidi: cfr. Passione 49-56.
che le tue tende spieghi
dallun allaltro mar;
2
campo di quei che sperano,
Chiesa del Dio vivente; 10
doveri mai? qual angolo
ti raccogliea nascente,
quando il tuo Re, dai perfidi
35 Letteratura italiana Einaudi
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
Aggettivo sostantivato suggerito dalla liturgia del venerd santo,
che prevedeva una preghiera anche pro perfidisjudaeis. Lepite-
to stato abrogato da Giovanni XXIII (Nigro, 1978).
14. sul colle: sul Golgota.
16. Del suo sublime altar: il Manzoni in O.V., annota: Altare de
terra facietis mihi (Ex. XX, 24); cfr. anche Cinque Maggio, 100-
101.
17-18. dalle tenebre La diva spoglia: lopposizione tra tenebre e
diva (cio divina e luminosa) spoglia un approdo dellelaborazio-
ne della stesura del 1819: E quando chiuso il tepido Fonte di sua
ferita; Quando dallurna tacita La diva salma uscita; Quando
deposto il lurido Squallor della ferita (Firpo, 36); finch sparisce
la concretezza della notazione divagante, perch legata al tema
della sofferenza (la ferita) e si ristabilisce netta, la polarit tenebre-
luce, morte-vita.
19. Mise il potente anelito: il primo respiro del risorto squarcia
e disperde gli ostacoli terreni: cfr. Risurrezione, 13-14 e 15-25, in
cui gi evidente il senso di una potenza irresistibile.
21-22. in man recandosi Il prezzo del perdono: cfr. Paul., Ad
Hebraeos, 14, Sanguis Christi qui per Spiritum sanctum semeti-
psum obtulit immaculatum Deo (Curto, 1953). Anche Bossuet,
Sur le mystre de lAscension de N.S. Jsus Christ, nest ce pas l,
mes Frres, porter vraiment devant la face de Dieu le sang de la vic-
time innocente qui a t immol pour notre salut? (Busetto,
1920). Anche il prezzo del perdono espressione di origine scrittu-
tratto a morir sul colle,
imporpor le zolle 15
del suo sublime altar?
3
e allor che dalle tenebre
la diva spoglia uscita,
mise il potente anelito
della seconda vita? 20
e quando, in man recandosi
il prezzo del perdono,
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
36
Letteratura italiana Einaudi
rale; si ricordi Paul, Ad Corinthios I, VI, 20, Empti enim estis pre-
tio magno. Forse non estranea la suggestione figurativa della
rappresentazione tradizionale dellAscensione, quando Cristo, col
piede levato, le insegne del sacrificio e della regalit sale al cielo. E
infatti nella stesura del 1819 E quando in sulla polvere Levando il
pi sacrato (Firpo, 36).
23. Da questa polve al trono: anche questa antitesi, netta nel
fronteggiarsi dei due sostantivi, si rinvigorisce nellelaborazione.
Cfr. Pentecoste (1819): E dalla redenta polvere; Dalla terrena
polvere Levossi al ciel... (Firpo, 36). Si ricordi anche Cinque mag-
gio, 47-48, e Natale, 111-112.
25. Compagna del suo gemito: gli apostoli accompagnarono
Ges nelle varie tappe della sua passione e soffrirono con Lui.
26. Conscia dei suoi misteri: consapevoli di ci che era stabilito
avvenisse e cio del trionfo di Cristo; cfr. Marc. IV, 11: Vobis
datum est nosse mysterium regni Dei.
27-28. della sua vittoria Figlia immortal: la chiesa frutto della
vittoria di Cristo sulla morte e sul male ed immortale come il suo
sacrificio che dura per tutti i secoli. Si moltiplicano le indicazioni
di quella tacitazione della storia (Contini, 1970) che un altro
dei frutti dellelaborazione.
29. In tuo terror sol vigile: desta solo per il terrore dei nemici.
30. Sol nelloblio secura: sicura solo se dimenticata, ignorata.
da questa polve al trono
del Genitor sal;
4
compagna del suo gemito, 25
conscia de suoi misteri,
tu della sua vittoria
figlia immortal, doveri?
in tuo terror sol vigile,
sol nellobblo secura, 30
37 Letteratura italiana Einaudi
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
32. Fino a quel sacro d: il giorno della Pentecoste, cio il
cinquantesimo dopo la Resurrezione, nel quale lo Spirito Santo
scese sugli Apostoli nel cenacolo.
33-34. lo Spirito Rinnovator: cfr. Psal CIII, 30, Emittes spiri-
tum tuum, et creabuntur, et renovabis faciem terrae. Manzoni
trasferisce il verbo biblico al deverbale in posizione predicativa.
35. E linconsunta fiaccola: la fiaccola, che non pu spegnersi,
della fede. Limmagine era gi nella Pentecoste del 1817, ma con
valore restrittivo, ad indicare la legge mosaica (Firpo, 14). Nota
luso del participio passato che, al posto dellaggettivo pi consue-
to inconsumabile, indica sia il passato, sia la resistenza di questa
fiamma di fede nel presente e nel futuro in una sorta di corto cir-
cuito temporale. Luso frequente nello stile lirico manzoniano
(cfr. Lonardi, 1965).
37. segnal dei popoli: nella stesura del 1819, Quando segnal dei
poveri, subito per corretto per la versione pi onnicomprensiva
(e meno polemicamente democratica-evangelica). In questa prima
frase affiora il ricordo di Bossuet, Sermon pour la dimanche de la
Septuagesima, ove la chiesta detta ville des pauvres.
38. Ti colloc sul monte: limmagine che metaforizza il ruolo
dominante di guida della Chiesa, deriva da un cospicuo materiale
biblico; si citano Matth. v, 14, Non potest civitas abscondi super
montem posita (ricordato da Manzoni nelle O.V.); Mich. IV, 1, Is
XLIX, 6. Ma anche nelle Osservazioni sulla Morale Cattolica (1819,
302): Stanco e smarrito luomo si rifuggir alla citt posta sul
monte, ed essa non gli dar asilo?.
stavi in riposte mura,
fino a quel sacro d,
5
quando su te lo Spirito
rinnovator discese,
e linconsunta fiaccola 35
nella tua destra accese;
quando, segnal dei popoli,
ti colloc sul monte;
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
38
Letteratura italiana Einaudi
39-40. il fonte Della parola apr: dalle labbra degli apostoli
sgorg come da una fonte, la parola divina. Cfr. Joan. XIV, 26.
41-48. Come la luce ... lud: il paragone della luce evidenzia li-
dea che gli apostoli parlavano il loro linguaggio, ma furono intesi
da chi li ascoltava nelle diverse lingue che erano loro proprie. Cfr.
Act. II, ...audiebat unusquisque lingua sua illos loquentes; e
ancora Act. II, 11. Lelaborazione, particolarmente travagliata,
passa per uno spunto poi trascurato: Tal nellalpestre Elvezia
Talor sarresta il vago Pastor, laddove il Rodano Esce dal freddo
lago; e poi Tal dellalpestre Elvezia Fuor delloscuro seno Sgorga
il Tesino, il Rodano E quel superbo Reno (Firpo, 37-38), in cui
sembra di poter sorprendere la freschezza di una sensazione diret-
ta (Contini, 1970). La forma definitiva scandisce la stessa positura
sintattica (probabilmente convogliata dallidentit del metro) del
secondo Coro dellAdelchi, 73-79, Ma come il sol che reduce ...
ascende ... e con la vampa Ratto cos...; piove: lunica soprav-
vivenza metaforica del paragone iniziale delle acque, ma forse c
anche il lontano antecedente dellUrania, 34, La cortese vital
pioggia di luce (Accame Bobbio, 1963). si riposa: in antitesi con
suscito, strettamente correlato, a sua volta, con rison, come vani
con molteplice. Le due arcate fondamentali si articolano in una
serie di elementi corrispondenti. Non per mera curiosit, si noti
che si riposa recupera, in identica sede, una met del settenario
pariniano dellEducazione, 3-4. E molle si riposa Sopra i gigli di
pria, nellidentico senso di diffondersi, adagiarsi. Un rilievo orto-
grafico: nel 1817 e 1819 Manzoni scrive varj e cos nella copia auto-
grafa del 1822; nelledizione Ferrario vani, nelle O.V., vari
(Battaglia, 1971).
46. La voce dello Spiro: Spiro per Spirito frequente in Dante,
per esempio Par. XIV, 76.
e ne tuoi labbri il fonte
della parola apr. 40
6
Come la luce rapida
piove di cosa in cosa,
e i color varii suscita
dovunque si riposa;
tal rison moltiplice 45
la voce dello Spiro:
39 Letteratura italiana Einaudi
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
47. LArabo, il Parto, il Siro: la serie ternaria esprime, per
campioni, luniversalit dei popoli e sintetizza il pi lungo elenco
di Act. II, 9, 10, 11. Nella stesura del 1819 la seconda parte del
paragone : Tal la parola al fervido Spirital soffio accesa In cento
suoni intesa Dalle tue labbra usc (Firpo, 38).
49-50. Adorator ... sparso per ogni lido: nellabbozzo del 1819:
Uomo che innanzi agli idoli Chini la fronte al suolo; poi compa-
re la lezione che spiacque al Tommaseo per quello sparso concor-
dato ad un singolare e che invece doveva piacere al Manzoni pro-
prio per la presenza del participio sintetico e generalizzante. Il sin-
golare abbastanza frequente nel linguaggio lirico per indicare ci
che tipico: cfr. Nome di Maria, 46, 48. Anche nella Pentecoste vi
una accorta variazione di singolare e plurale: 66, La schiava; 114,
dellinfelice; 118, del violento; 121, il povero; 132, Alle donzelle;
133, alle ascose vergini, ecc. e larticolo che precede sottolinea il
carattere di universalit della rassegna (Barberi Squarotti, 1965).
51. a Solima: a Gerusalemme, cio Hyerosolima.
52. quel santo grido: la voce di v. 46.
53. Stanca del vile ossequio: per la pregnanza di stanca cfr.
Cinque Maggio, 103, dalle stanche ceneri. Lidolatria vista come
il principio di tutte le altre servit spirituali (cfr. Osservazioni sulla
Morale Cattolica, 1819, III).
54. a Lui: nellabbozzo del 1819 il pronome antonomastico, con
tutta la sua efficacia e solennit, arriva dopo una serie di tentativi
di circostanziarlo; Colui che spinge il fulmine Per linfiammata
lArabo, il Parto, il Siro
il suo sermon lud.
7
Adorator deglidoli,
sparso per ogni lido, 50
volgi lo sguardo a Solima,
odi quel santo grido:
stanca del vile ossequio,
la terra a LUI ritorni:
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
40
Letteratura italiana Einaudi
via, Che ai mari il turbo invia, E la rugiada al fior; Che sul romi-
to stelo Fa germogliare il fior (Firpo, 39). Lo spunto del fiore soli-
tario viene poi sviluppato ai vv. 105-112. Al Manzoni ultraset-
tantenne piacque conservare questo frammento e lo strascrisse per
Donna Teresa, con la precisa variante di aerea via: Odi: Colui che
al fulmine Segna laerea via; Che ai mari il turbo invia, E la rugia-
da al fior (Firpo, 76).
55. che aprite i giorni: le spose destinate a procreare i figli che
vivranno nella nuova et, migliore e pi felice, perch vivificata dal
messaggio di amore dello Spirito. La renovatio si annuncia ancora
con levocazione della luce (i giorni), come prima col paragone
della luce, il miracolo della favella degli apostoli.
57-58. il subito Balzar del pondo ascoso: cfr. Parini, Alla Musa,
91-92, E tosto il renderai dal grembo ascoso Padre beato. Il
ricordo pariniano migra e si dissocia, unendosi ad altri lessemi:
pondo ascoso e grembo doloroso. Sparisce la metonimia atte-
nuativa di grembo ascoso, per un pi severo e misterioso sguardo
sulla sacralit della nascita. Nella stesura del 1819, Voi cui nel sen
gi palpita Il caro pondo ascoso (Firpo, 40).
59. Vicine a sciogliere: il verbo suggerisce per analogia laprirsi
del grembo materno; anche nel Natale, 70, Che il puro sen le
apr. Ma per luso analogico del verbo cfr. Lonardi, 1965. Nella
stesura del 1819 Spose cui lore appressano Dei guai promessi ad
Eva con un minaccioso riferimento biblico. Poi il dolore del parto
si lega alla gioia del subito balzar Del pondo ascoso.
61. Alla bugiarda pronuba: Giunone Lucina, protettrice delle
partorienti.
e voi che aprite i giorni 55
di pi felice et,
8
spose che desta il subito
balzar del pondo ascoso,
voi gi vicine a sciogliere
il grembo doloroso; 60
alla bugiarda pronuba
non sollevate il canto:
41 Letteratura italiana Einaudi
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
63. al Santo: cfr. Natale, 24; Passione, 29, ove lo stesso appel-
lativo di Dio. Per il concetto cfr. Nome di Maria 15, serbati alla-
mor.
65-66. Perch ... ancor sospira?: nella stesura del 1819, Ride
lancella al tenero Frutto del suo dolore (Firpo 40); prevale in
seguito lintensa immagine del dolore non ancora redento dalla
speranza cristiana.
68. Invidiando mira: il gerundio accostato al verbo reggente
rinvigorisce il semantema dei due termini (cio il vedere), sugge-
rendo un balenare di sguardi pieno di rancore.
69. al regno i miseri: ritorna lantitesi generativa dellinno,
dalla polvere al trono. Cfr. Psal. XXIX, 12 e CXII, 6.
71. a tutti i figli dEva: cfr. Paul., Ad Galatos III, 26-28, Omnes
enim filii Dei estis per fidem, quae est in Christo Jesu... non est ser-
vus neque liber, non est masculus neque femina: omnes enim vos
unum estis in Christo Jesu.
73-80. Nova franchigia ... che rapir non pu: nella stesura del
1819: Dalle infeconde lacrime Una speranza nata Che sugli
cresce serbato al Santo
quel che nel sen vi sta.
9
Perch, baciando i pargoli, 65
la schiava ancor sospira?
e il sen che nutre i liberi
invidiando mira?
non sa che al regno i miseri
seco il Signor solleva? 70
che a tutti i figli dEva
nel suo dolor pens?
10
Nova franchigia annunziano
i cieli, e genti nove;
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
42
Letteratura italiana Einaudi
erbosi tumuli Siede pensosa e guata. E alzando il dito al vigile
Pensiero un calle accenna Che limmortal sua penna Tutto varcar
non pu (Firpo, 64) e cfr. nota al v. 90 ss. del Cinque Maggio. Nova
franchigia: cfr. Passione, 30, Che morendo francheggia Israele; il
termine indica quasi tecnicamente la liberazione dalla schiavit.
74. genti nove: si ricorda di solito la virgiliana nova progenies di
Egl. IV, 5-7, Magnus ab integro saeculorum nascitur ordo. Iam
rediit et Virgo, redeunt Saturnia regna; Iam nova progenies coelo
demittitur ah alto, ma evidente linterferenza di un passo di
Paul., Ad Corinthios II, V, 17, Si qua ergo in Christo, nova crea-
tura, vetera transierunt: ecce facta sunt omnia nova, e anche Ad
Galatos VI, 15, nova creatura.
77-79. Nova ... pace: il forte iperbato isola laggettivo qui scan-
dito per la quarta volta nella strofa e sempre a inizio e fine verso
(non senza la ripresa in rima di prove); ai terrori immobile: cfr. Paul.
Ad Corinthios I, XV, 58, Itaque, fratres mei dilecti, stabiles estote
et immobiles; nei Promessi Sposi XXV, 441, Federigo a Don
Abbondio: lamore intrepido con significativo spostamento
dalla pace allamore ispirato da essa. pace: cfr. Joan. XIV, 27, ma
negli Essais di Nicole, della pace donata da Cristo, si dice: paix
bien diffrente de celle du monde; paix qui consiste dans la rcon-
ciliation avec Dieu... (Busetto, 1920).
81. O Spirto!: inizia la solenne invocazione allo Spirito Santo,
come nella Sequenza della messa di Pentecoste, che converr ricor-
dare per le suggestioni che certo ne vennero al Manzoni, specie in
questa parte dellinno: Veni sancte Spiritus et mitte coelitus lucis
tuae radium. Veni pater pauperum, veni dator munerum, veni
lumen cordium. Consolator optime, dulcis hospes animae, dulce
nove conquiste, e gloria 75
vinta in pi belle prove;
nova, ai terrori immobile
e alle lusinghe infide,
pace, che il mondo irride,
ma che rapir non pu. 80
11
O Spirto! supplichevoli
ai tuoi solenni altari;
43 Letteratura italiana Einaudi
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
refrigerium. In labore requies, in aestu temperies, in fletu solatium.
O lux beatissima reple cordis intima tuorum fidelium. Sine tuo
numine nihil est in homine, nihil est innoxium. Lava quod est sor-
didum, riga quod est aridum, sana quod est saucium. Flecte quod
est rigidum, fove quod est frigidum, rege quod est devium Da tuis
fidelibus, in te confidentibus sacrum septenarium. Da virtutis
meritum, da salutis exitum, da perenne gaudium.
83-84. Soli ... vaghi in deserti mari: laggettivo regge i segmenti
binari in posizione rilevata, come poi sparsi (87) e, in O.V., uni (88).
Si noti inospite, forma negativa dellaggettivo ospito/e, gi presente
nel Trionfo della Libert I, 110.
85-86. DallAnde algenti ... allirta Haiti: il modulo espressivo
quello del Cinque Maggio, 25-26, e qui indica limmensit del
mondo umano redento dallo Spirito, prima alluso non per nomi
geografici, ma per serie etnologiche (47). Nellabbozzo del 1819 la
realt storica si imponeva alla pura suggestione dello spazio: Oh
vieni ancora! oh fervido Spira nei nostri seni Odi o pietoso i canti-
ci Che ti ripeton: vieni. A te la fredda Vistola, A te risuona il
Tebro, A te la Senna e lEbro E il Sannon mesto a te...; Te salva-
tor larmigero Padre di tutti il bellico Coltivator dHaiti Fido agli
eterni riti Canta disciolto il pi; Te sanguinose invocano In que-
sto d le sponde Che le vermiglie cingono E le pacificonde (Firpo,
64-65). Manzoni cos evocava, attraverso i nomi fluviali, le lotte per
lindipendenza della Polonia, dellItalia e dellIrlanda (Fortini,
1973). Linvocazione allo Spirito era anche invocazione alla libert
dei popoli: Dio sostiene i ribelli di Haiti, come i patrioti lombardi
e piemontesi. Nella stesura definitiva, con la tacitazione della sto-
ria, gli appellativi geografici riconquistano il loro valore di segni di
una spazialit totalizzante e lontana; cos gli attributi tornano a un
generico valore descrittivo (irta, per esempio) e le coppie oppositi-
ve si dislocano come segnali del freddo Nord e dei paesi del sole.
Ibernia: antico nome dellIrlanda.
87. Sparsi per tutti i liti: cfr. 50; la persistenza espressiva il sin-
tomo della persistenza del tema dellunit dei fedeli, in antitesi al
soli per selve inospite;
vaghi in deserti mari;
dallAnde algenti al Libano, 85
dIbernia allirta Haiti,
sparsi per tutti i liti,
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
44
Letteratura italiana Einaudi
loro essere fisicamente dispersi in ogni parte della terra. Cfr. anche
la variante, in O.V., di 88, Uni per Te di cor, ove torna, forse pro-
prio per ribadire lantitesi, quellaggettivo sostantivato uni, causa
non secondaria dello scherzoso malessere del Manzoni, a proposi-
to del verso 34 del Proclama di Rimini (cfr. nota ad locum).
90. discendi ancona: la traduzione dellinizio della Sequenza,
cit.; mentre ancora allude al perpetuo rinnovarsi della grazia che lo
Spirito dispensa.
91-92. Ai tuoi cultor ... a chi tignora: lantitesi abbraccia anco-
ra tutto il mondo umano, diviso tra fedeli e infedeli e si noti la-
nafora in chiasmo, di propizio che equilibra simmetricamente
lespressione.
93. ricrea: cfr. v. 34.
93-94. rianima i cor nel dubbio estinti: una nuova antitesi
richiama la cellula fondamentale dellinno, lopposizione vita-
morte. Ma su una serie di antitesi costruita la sequenza di
Pentecoste, cit.; i cor: sintetizza i due appellativi mentes/pectora del-
linno Veni Creator Spiritus, .. .Mentes tuorum visita Imple super-
na gratia Quae tu creasti pectora.
95-96. E sia ... Il vincitor merc: cfr. Par. XX, 99. La formula-
zione paradossale ricorre quando si vuol sottolineare il capovolgi-
mento dei valori, anche logici, delluomo nella prospettiva della
fede. Analoga infatti lespressione dantesca su un altro problema
teologico, a far vendetta corse De la vendetta del peccato antico
(Par. VI, 92-93). Infatti nella Morale Cattolica (1819), 268, da
molti paradossi risulta un sistema evidente. Nelle O.V. il v. 96
ma dun cor solo in Te,
noi timploriam! Placabile
spirto discendi ancora, 90
ai tuoi cultor propizio,
propizio a chi tignora;
scendi e ricrea: rianima
i cor nel dubbio estinti:
e sia divina ai vinti 95
il Vincitor merc.
45 Letteratura italiana Einaudi
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
muta in Mercede il vincitor. Nota anche il movimento allitteran-
te: divine vinti Vincitor.
97. Discendi Amor: discendi come Amore, quindi Amor
predicativo. Nota la rimalmezzo col precedente Vincitor.
98. Lire superbe attuta: spegni lira superba. attutare vivo nel
toscano in senso quasi figurato; stutare in certi dialetti per smorza-
re (Tommaseo-Bellini).
99-100. il memore Ultimo d: lenjambement e la cesura dopo d
rallentano il ritmo, sottolineando lintensit semantica di memore,
in cui si compendia in un punto (ed effetto dellintensit verbale
dellaggettivo) il percorso dellintera esistenza.
101-102. I doni tuoi ... la tua virtude: la grazia divina elargita
dallo Spirito nutra e confermi i tuoi doni. La similitudine successi-
va del sole e del fiore, spiega questa invocazione. Nota il valore,
fortemente legato alletimo verbale, di benefica ripreso poi da altor
(112). Nella stesura del 1819 tu poi Coltiva i doni tuoi, Caro
fecondo Amor; Tu i doni tuoi coltiva Negli infecondi cor, con
le migrazioni di fecondo/infecondi e coltiva che conquistano il pre-
sagio del paragone successivo solo nel translato, coltiva nutro;
fecondo benefica.
103-104. Siccome il sol ... il fior: la similitudine prosegue nella
strofa successiva con unelaborazione tormentata, ma questi due
versi efficacissimi sono nati di getto, gi nella stesura del 1819.
pigro: restio a schiudersi, ma laggettivo, antropomorfico, fonde
senso metaforico e senso reale, dice lanima restia e laprirsi del
seme e prelude al lento di 105.
13
Discendi Amor; negli animi
lire superbe attuta:
dona i pensier, che il memore
ultimo d non muta: 100
i doni tuoi benefica
nutra la tua virtude:
siccome il sol che schiude
dal pigro germe il fior;
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
46
Letteratura italiana Einaudi
105. lento: aggettivo virgiliano, che nel Manzoni connota
labbandono e la flessibilit vegetale anche delle creature umane
(cfr. secondo Coro dellAdelchi, Lenta le palme) e vedi quanto
osserva Branca (1944-1945).
105-106. umili Erbe: anche umile recupera il suo valore etimo-
logico e visualizza lo stelo del fiore piegato verso terra.
107-108. N sorger ... sciolto: gi nel 1819 lorganizzazione
sintattica del paragone ben chiara nella sua struttura ipotetica.
Allinterno, il movimento quasi vorticoso delle varianti rafforza la
antitesi fra lento-umile, che suggerisce il piegarsi verso terra, e la
spinta opposta del rizzarsi della corolla (sorger, sciolto). Per que-
sto movimento appunto, lecito laccostamento a Inf. II, 127-129.
Ma per la persistenza dellimmagine del fiore, rivelatrice forse di
una valenza profonda cfr. il secondo Coro di Adelchi, 61 ss. in
particolare la coincidenza lessicale Che verdi ancor risorgono, e
i Promessi Sposi XXXIV, 597, come il fiore gi rigoglioso sullo
stelo cade insieme col fiorellino ancora in boccia...; poi il tardo
Ognissanti, 17 ss. A questo proposito vedi anche la nota al Nome di
Maria, 33-36. lembo: vocabolo botanico che designa il bordo
superiore della corolla, che si apre nella fioritura, ma qui si lega
anche al suo uso in Dante e Petrarca (e altri), dove indica lestre-
mit della veste, velo ecc. In questa suggestiva contaminazione di
aree semantiche, probabile labbia usato il Manzoni, letterato e
georgofilo.
109. fuso: il participio un esito della stesura definitiva e
riorganizza imperiosamente il materiale del 1819: Se lalmo sol nol
visita Nel mite aer sereno, Se non gli nutre in seno La vita che gli
di. (Firpo, 66) e del 1822: Se lalmo sol nol visita Fuso nellaer
mite (Firpo, 89). nelletere: la forma pi rara sostituisce il primiti-
vo aer, con una scelta abbastanza consueta nel Manzoni. Ma poco
sotto vedi aura; cfr. anche una variante della seconda strofa (1819):
E quando poi delletere Pei ceruli sentieri (Firpo, 36).
14
che lento poi su le umili 105
erbe morr non colto,
n sorger coi fulgidi
color del lembro sciolto,
se fuso a lui nelletere
47 Letteratura italiana Einaudi
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
111-112. dator ... altor: altor latinismo da alo, colui che nutre
e richiama, in rima, il precedente dator, con ripetizione martellan-
te del suffisso deverbale.
113. Noi timploriam: riprende in anafora il v. 89.
113-114. nei languidi Pensier dellinfelice: i pensieri sfiduciati di
chi soffre, ma languidi serba unultima eco del lento morire del
fiore.
115. alito: il soffio divino.
117-118. Scendi bufera ... del violento: bufera lesito di un per-
corso accidentato e lacunoso, di varianti del testo del 1822:
Turbine al cor che; Spiravi un turbamento; Spira un terror
divino. Per limmagine di Dio che guida le tempeste, cfr. Natale,
101-105. Allorigine della bufera divina che scompiglia i pensieri
gonfi dira, leco di Psal. LXXXII, 16. Tutta la strofa battuta dal
soffio dello Spirito, nel martellare della serie semantica, di alito,
aura, bufera, spira, che tende a strutturarsi nellantitesi benefico-
punitivo.
119. uno sgomento: il punto darrivo dellultima elaborazio-
ne, in correlazione a bufera: lanima del violento sbigottita dal sof-
fio divino.
non torner quel mite 110
lume, dator di vite,
e infaticato altor.
15
Noi timploriam! Nei languidi
pensier dellinfelice,
scendi piacevol alito, 115
aura consolatrice:
scendi bufera ai tumidi
pensier del violento;
vi spira uno sgomento
che insegni la piet. 120
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
48
Letteratura italiana Einaudi
122. Al ciel, ch suo, le ciglia: Beati pauperes quia vestrum est
regnum Dei (Luc. VI, 20), annota il Manzoni nelle O.V. Nella
Sequenza di Pentecoste lo Spirito invocato come pater pau-
perum.
123. Volga i lamenti in giubilo: in una variante Goda nel suo
rammarico; poi si consolida lantitesi, cui approda spesso il trava-
glio elaborativo.
124. A Cui somiglia: a Cristo che imita nella sofferenza o nella
povert.
125. Cui fu donato in copia: il ricco cui la ricchezza stata data
in custodia, perch ne faccia buon uso. Nella strofa quattro versi
sono dedicati al povero e quattro al ricco, con la consueta simme-
tria.
126-127. Doni ... con quel tacer pudico: cfr. Risurrezione, 91-8, e
Morale Cattolica (1819), 403, Perci Ges Cristo, dove appunto
d il motivo dellelemosina, comanda lazione non solo ma il segre-
to, e togliendo la sanzione umana dellamore della lode, vi sostitui-
sce quella della vita futura: Il tuo Padre, che vede nel segreto, te
ne dar egli la ricompensa (trad. di Matth. VI, 4).
129. Spira dei nostri bamboli: ancora, e questa volta nel verbo,
il soffio vivificante dello Spirito. bamboli: indica i bambini in tene-
ra et, ancora lattanti (Tommaseo-Bellini); cfr. Risurrezione, 91.
16
Per Te sollevi il povero
al ciel, ch suo, le ciglia;
volga i lamenti in giubilo
pensando a Cui somiglia:
cui fu donato in copia 125
doni con volto amico,
con quel tacer pudico,
che accetto il don ti fa.
17
Spira dei nostri bamboli
49 Letteratura italiana Einaudi
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
131-132. Spargi ... Alle donzelle in viso: le schiere degli inno-
centi, puri e fedeli a Dio, si dispongono in serie di versi sintattica-
mente uniti due a due. Il rossore virginale richiama i lievi pensier
virginei di Ermengarda (secondo Coro di Adelchi, 103).
133. alle ascose vergini: le suore, lontane e separate dal mondo.
134. Le pure gioje ascose: laggettivo ribadisce, nel suo ritorno
alla fine del verso, il cerchio di segretezza di queste gioie, dono
divino.
136. il verecondo amor: la virt della pudicizia, per cui resta
anche nelle spose un animo virginale come nella dedica
dellAdelchi a Enrichetta Blondel.
137. Tempra: guida e modera.
138. Il confidente ingegno: lindole animosa (ingegno latini-
smo semantico).
139. il viril proposito: la decisione delluomo adulto: siamo
infatti nella parte virile e attiva dellenumerazione, mentre la
strofa precedente era quella delle esistenze innocenti e indifese dei
bambini e delle dorme.
141-142. Adorna ... di liete voglie sante: cfr. Coro del
nellineffabil riso; 130
spargi la casta porpora
alle donzelle in viso;
manda alle ascose vergini
le pure gioje ascose;
consacra delle spose 135
il verecondo amor.
18
Tempra dei baldi giovani
il confidente ingegno;
reggi il viril proposito
ad infallibil segno; 140
adorna le canizie
50
Letteratura italiana Einaudi
Carmagnola, 37-38 i vegliardi che ai casti pensieri Della tomba
gi schiudon la mente.
143-144. Brilla ... di chi sperando muor: il verbo reggente ,
forse, un ricordo pariniano, Leducazione, 5-6, Brillano le pupille
Di vivaci scintille; Linnesto del vaiolo, 1-2, qual raggio Brilla di
speme su le audaci antenne? con il verbo nella stessa positura, a
inizio del verso. errante: cfr. Aen. IV, 691, Oculisque errantibus
alto Quaesivit coeio. sperando: cfr. nota al v. 91-92 del Cinque
Maggio.
di lieto voglie sante;
brilla nel guardo errante
di chi sperando muor.
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
51 Letteratura italiana Einaudi
1. tacita: lincipit dellinno, iniziato il 6 novembre 1812 e fati-
cosamente rielaborato, era diverso. Trascriviamo qui le tre strofe
iniziali poi rifiutate, escludendo alcune delle varianti a margine
registrate dalledizione Ghisalberti, cui pure ci rifacciamo (39):
Cara a molti fidanza il patrio suolo E il d supremo oltre passar col
grido: Ma di mille valenti appena un solo Vince il cimento infido.
Questa cura superba ardea quei grandi Figli di Roma ad imperar
nudrita Che diero in cambio de la fama i blandi Ozi e la dolce vita.
E quando oltre tantalpe e tanta in pria Onda intentata in mille
terre dome Pi che mai bello risuonar sudia Di quei prestanti il
nome. L dove si interrompe la strofe terza della versione inizia-
le, a completare il periodo, era quello che poi divenne linizio del-
linno: Tacita.... A proposito di questo secondo incipit va ricor-
dato Luc. I, 39-49. Il tacita manzoniano ricrea la concentrazione
dellattesa di qualcosa di indeterminato, come il successivo non so
qual pendice, in verit non preciso neanche nel testo evangelico
(in montana, in civitatem Juda).
2. fabbro: cos detto Giuseppe in Matth. XIII, 55. la sposa:
nota liperbato; il sostantivo da legare a tacita.
3. Salia: lanafora eleva ulteriormente la tonalit in crescendo
di questo inizio. non vista: come tacita, richiama lidea che il nome
di questa donna oscura, che saliva silenziosa, e saliva non guardata
da alcuno, avrebbe riempito di s il mondo (Venturi, 1877).
magion felice: la dimora di Elisabetta, felice perch in attesa del
figlio.
4. pregnante annosa: Elisabetta, bench gi in et avanzata, era
in attesa di un figliuolo. Cfr. Luc. II, 5, dove si dice che Giuseppe
si rec da Nazareth a Bethlehem cum Maria desponsata sibi uxore
praegnante.
IL NOME DI MARIA
Tacita un giorno a non so qual pendice
salia dun fabbro nazaren la sposa;
salia non vista a la magion felice
duna pregnante annosa;
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
52
Letteratura italiana Einaudi
5. in: con, secondo lelegante locuzione di Tasso, Lib. I, 4:
Queste mie carte in lieta fronte accogli, ma anche Purg. XXIX,
131 e Par. XV, 133.
5-6. reverenti accoglienze: generalizza levangelico Benedicta
tu inter mulieres, et benedictus fructus ventris tui. Et unde hoc
mihi ut veniat mater Domini mei ad me? (Luc. I, 42-43).
7. Dio lodando: Magnificat anima mea Dominum (Luc. I,
46). sclam: per esclam, voce arcaica.
7-8. tutte le genti ... beata: anche qui Manzoni abbrevia e atte-
nua il testo di Luc. I, 48, ecce enim ex hoc beatam esse dicent
omnes generationes.
9. Deh!: lesclamazione d il via alla tonalit di sermone sacro
propria di tutto il resto dellinno.
9-10. con che scherno let superba: cfr. labbozzo dellinci-
pit, cit. 1 e Passione, 61, il superbo Romano, dove torna lagget-
tivo superbo a connotare tutte le ambizioni terrene; cos anche
Risurrezione, 95.
11-12. deglintenti umani ... Antiveder bugiardo!: quanto si
inganna la mente umana, quando pretende di indovinare il futuro!
intenti: vale intendimenti, progetti rivolti al futuro, desideri; il
vocabolo di uso dantesco; cfr. Purg. III, 12.
e detto salve a lei, che in reverenti 5
accoglienze onor linaspettata,
Dio lodando sclam: tutte le genti
mi chiameran beata.
Deh! con che scherno udito avria i lontani
presagi allor let superba! Oh tardo 10
nostro consiglio! oh de glintenti umani
antiveder bugiardo!
noi testimoni che a la tua parola
53 Letteratura italiana Einaudi
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
14. obbediente: i secoli si piegano alla volont di Dio, espressa
dalle parole della Vergine. immagine grandiosa, simile, in germe,
a quella del Cinque Maggio, 49-52.
15. serbati allamor: noi destinati a nascere sotto la legge di gra-
zia e amore portata da Cristo.
17. attenne: ademp. Ei solo: Dio che sceglie a suo tramite
Maria.
18. Lalta promessa ... sudia: cfr. Luc. I, 48, richiama la parola
(13) e i lontani presagi (9-10).
19. in cor la ti pose: inversione, te la ispir. solenne: santo e
venerabile. Inizia qui lelogio del nome della Vergine.
21. suona: nelle O.V., sona, toscanizzazione.
22. che sagguagli ad esso: questo verso e il successivo sono vici-
ni a Petrarca, Rer. vulg. frag. CCCLXVI, 53-55, Vergine, sola al
mondo senza esempio ... Cui n prima fu simil, n seconda.
25. et scortese: il contrario di cortese, vale rozza, incivile, ma
obbediente lavvenir rispose,
noi serbati a lamor, nati a la scola 15
de le celesti cose,
noi sappiamo, o Maria, chEi solo attenne
lalta promessa che da Te sudia,
Ei che in cor la ti pose: a noi solenne
il nome tuo, Maria. 20
A noi Madre di Dio quel nome suona:
salve beata: che sagguagli ad esso
qual fu mai nome di mortal persona,
o che li vegna appresso?
salve beata: in quale et scortese 25
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
54
Letteratura italiana Einaudi
vocabolo chiaramente connotato dalla sua origine letteraria (cfr.
Risurrezione, 69).
26. Quel s caro ... si tacque?: quale delle et cristiane non
dedic il suo culto a Maria? Laggettivo caro introduce una tonalit
affettuosa, fondamentale anche nel resto dellinno.
27. In qual ... lapprese: la continuit della fede, anche in Maria,
si lega alla continuit delle generazioni. E unimmagine frequente
nella lirica, cfr. Risurrezione, 45. Ma anche lodio si trasmette dalla
voce dei padri alle generazioni future, cfr. Coro del Carmagnola, 50-
52.
28-29. Quai monti ... invocar: Questa determinazione spaziale
studiatamente simmetrica a quella temporale del v. 25 (Busetto,
1935).
29. La terra antica: le tre parti del mondo che solo gli antichi
conobbero (Venturi, 1877).
31. divin: Divinare esprime lopera della mente che disvela
una verit nascosta, e la svela quasi per ispirazione (Venturi,
1877). Il Genovese Cristoforo Colombo; cfr. Parini, Linnesto del
vaiolo, 1, O Genovese; nutrica: educa al tuo culto, cos nutricare
diverso da nutrire.
33-36. In che lande ... le benedette soglie: la strofe subisce due
quel s caro a ridir nome si tacque?
in qual dal padre il figlio non lapprese?
quai monti mai, quali acque
non ludiro invocar? La terra antica
non porta sola i templi tuoi, ma quella 30
che il Genovese divin, nutrica
i tuoi cultori anchella.
In che lande selvagge, oltre quai mari
di s barbaro nome fior si coglie,
che non conosca de tuoi miti altari 35
le benedette soglie?
55 Letteratura italiana Einaudi
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
fondamentali passaggi nella elaborazione: 1: Non di fior,
credio, tanto selvaggia Famiglia ornai che delle pinte foglie Ornato
ancor de lare tue non aggia Le benedette soglie; 2: Qual fami-
glia di fiori in s selvaggia Landa a lontano sol tinge le foglie Che
ornato ancor... (Ghisalberti, 42). Ma vedi questa stessa immagine
ripresa in Ognissanti, 18-24.
41. Te quando sorge: inizia qui, secondo gli interpreti, la parte
pi bella dellinno, che riscopre, in questa e nelle due strofe suc-
cessive, il tema della speranza e della preghiera che si affida alla
Vergine. Il v. 41 e i due seguenti hanno un andamento a scansione
rallentata, quasi senza elisioni: il ritmo lento delle campane
dellAngelus che tre volte al giorno invitano i fedeli a ripetere la
salutazione angelica; cfr. Verg., Georg. IV, 105: Te, dulcis coniunx,
te solo in litore secum Te veniente die, te decadente canebat.
43. bronzo: metonimia, la campana.
45. veglia bruna: i terrori indeterminati che tengono desto il fan-
ciullo nelloscurit notturna.
47. ingrossa ... la fortuna: la burrasca, il fortunale aumenta.
Osserva il Tommaseo (1858), in pi di un luogo pedante chiosato-
re del testo: La fortuna non ingrossa: fortuna della stessa burra-
sca, n della burrasca si direbbe ingrossare. Nellinsieme, il nitido
ex-voto suggerisce limmagine delle onde del mare che si innalza-
no per la burrasca, cio fortuna una metonimia; cfr. Trionfo della
libert, 153, Una calma che annunzia la fortuna.
o Vergine, o Signora, o Tuttasanta,
che bei nomi ti serba ogni loquela!
pi dun popol superbo esser si vanta
in tua gentil tutela. 40
Te quando sorge, e quando cade il die,
e quando il sole a mezzo corso il parte,
saluta il bronzo che le turbe pie
invita ad onorarte.
Ne le paure de la veglia bruna, 45
Te noma il fanciulletto; a Te tremante,
quando ingrossa ruggendo la fortuna,
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
56
Letteratura italiana Einaudi
49. La femminetta: il diminutivo, al consueto valore affettuoso,
associa leco di un uso petrarchesco (vecchiarella, vecchiarello,
ecc.). sen regale: nel cuore misericordioso e pieno di regale dignit
della Vergine. E, come stato notato, in diretta opposizione a spre-
giata lagrima.
51-52. immortale Alma: cfr. Morale Cattolica (1819), VII, la
religione che ci ha resi difficili nellaccordare il titolo di umano e di
giusto; dessa che ci ha rivelato che nel dolore dunanima immor-
tale v qualcosa di ineffabile; dessa che ci ha istruiti a riguardare
e rispettare in ogni uomo il pensiero di Dio e il prezzo della
Redenzione. gli affanni espone: Fa veder la femminetta che rac-
conta a Maria i suoi affanni; e le femminette dallingenua fede,
fanno proprio cos, come se Maria fosse una sublime amica, e non
si accontentano della preghiera che uguale per tutti
(Momigliano, 1936).
53. le querele: dice i lamenti insistenti e reiterati con una sfuma-
tura che richiama la qualit mediocre di queste espressioni di dolo-
re: sono i lamenti dei poveri. In chiasmo, a imi e grandi corrispon-
dono preghi e querele.
54. deglimi: dei poveri, di chi sta in basso. Laggettivo sostanti-
vato anche in Parini, La caduta, 55-56, Abbracciando le porte
De glimi che comandano ai potenti.
55-56. crudele Discernimento: il mondo, guidato dalla super-
bia, distingue fra i dolori dei grandi e quelli degli umili.
ricorre il navigante.
La femminetta nel tuo sen regale
la sua spregiata lagrima depone, 50
e a te, beata, de la sua immortale
alma gli affanni espone;
a Te, che i preghi ascolti e le querele
non come suole il mondo, n deglimi
e dei grandi il dolor col suo crudele 55
discernimento estimi.
57 Letteratura italiana Einaudi
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
58. dobblianza: nelle O.V. oblianza, dimenticanza.
59-60. tanto Secol: singolare per il plurale, tanti secoli.
64. come di fresco evento: come se fosse appena accaduto.
Manzoni coglie il presente assoluto del rito, sempre attualizzante e
quindi senza tempo (cfr. Natale, 57). Ma le opinioni dei critici sulla
validit dellespressione e del concetto furono discordanti: piacque
al Tommaseo (1858), dispiacque al Momigliano (1936).
65. dogni laudato: la Madonna fu superiore ad ogni creatura
terrena degna di esaltazione.
67. porre in cima: porre in alto, sopra a tutti gli uomini; ripren-
de il concetto precedente, sottolineandolo attraverso la rima
(prima: cima).
68. Questa fanciulla ebrea: ribadisce il motivo della umilt, che
era allinizio dellinno.
69. O prole dIsraello...: inizia linvocazione a Dio, perch anche
il popolo ebreo si unisca alle genti di tutto il mondo nelladorazio-
ne a Maria. E il tema degli esclusi dalla Grazia che gi era risuona-
to nel finale della Risurrezione.
Tu pur, beata, un d provasti il pianto:
n il d verr che dobblianza il copra:
anco ogni giorno se ne parla; e tanto
secol vi corse sopra. 60
Anco ogni giorno se ne parla e plora
in mille parti: dogni tuo contento
teco la terra si rallegra ancora,
come di fresco evento.
Tanto dogni laudato esser la prima 65
di Dio la Madre ancor quaggi dovea,
tanto piacque al Signor di porre in cima
questa fanciulla ebrea.
O prole dIsraello, o ne lestremo
Alessandro Manzoni - Inni Sacri
58
Letteratura italiana Einaudi
70. da s lunga ira contrita: stritolata dalla lunga ira divina. Cfr.
Passione, 69-72. Nota la simmetria rispetto al precedente Ne le-
strema caduta, anche nella persistenza dellinversione.
72. Di vostra gente uscita: nelle O.V., Di vostra fede uscita.
73. il ceppo suo: Maria era della stirpe di Davide, stirpe regale
da cui i profeti avevano annunciato che sarebbe nato il Redentore.
74. il pensier de vostri antiqui Vati: ad essa era rivolta la spe-
ranza profetica degli antichi, quando vaticinarono che una vergine
avrebbe partorito un figlio salvatore del suo popolo e vincitore
dellInferno. Nota che Vati riportato al suo significato primario,
cio profeti (cfr. Tommaseo-Bellini).
75-76. i verginal trofei sovra linferno alzati: la Vergine era
destinata a schiacciare il serpe, cio il demonio; cfr. Gen. III, 15 e
Is. VII, 14, citati da Manzoni nelledizione delle O.V.. Liconologia
della Vergine vittoriosa quella della Immacolata Concezione.
77-80. Deh! alfin nosco ... in campo: nelle O.V.. si leggono, al
posto di questa strofa finale, le seguenti: Deh! a Lei volgete final-
mente i preghi Chella vi salvi, Ella che salva i suoi; E non sia gente
n trib che neghi Lieta cantar con noi: Salve, o degnata del secon-
do nome, o Rosa, o Stella ai periglianti scampo, Inclita come il sol,
terribil come Oste schierata in campo. nosco: voce arcaica, con
noi.
78. de gli afflitti scampo: cfr. le litanie consolatrix afflictorum.
caduta, o da s lunga ira contrita, 70
non Costei che in onor tanto avemo
di vostra gente uscita?
non Davidde il ceppo suo? con Lei
era il pensier de vostri antiqui Vati,
quando annunziaro i verginal trofei 75
sopra linferno alzati.
Deh! alfin nosco invocato il suo gran nome,
79-80. Inclita come il sol ... in campo: sono le parole del
Canticum canticorum, VI, 9: Electa ut sol, terribilis ut castrorum
acies ordinata, citato da Manzoni nelle O.V.
59 Letteratura italiana Einaudi
salve, dicendo, o de gli afflitti scampo,
inclita come il sol, terribil come
oste schierata in campo. 80
Alessandro Manzoni - Inni Sacri

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