END Milano

Giornalino dell'Équipes Notre Dame - Settore di Milano

Anno 17° n° 2 - Maggio 1998

Paolo e Laura lasciano, dopo tre anni, la guida del Settore: un grazie per il servizio prestato

END = Fine di un servizio

Quasi con sorpresa ci troviamo alla fine del nostro periodo di anni, iniziando un esame di coscienza a nome del movimento
responsabili di Settore, e nella fase del bilancio e dei saluti. (almeno nella realtà del nostro settore).
Ma più che saluti di rito, vorremmo cogliere l’occasione per Abbiamo dato, se ricordate, tanta importanza all’ascolto
condividere alcune riflessioni suscitate dalla lettera pastorale della Parola di Dio (che consideriamo sempre il punto di
“Tre racconti dello spirito” che insieme a tutte le coppie del partenza di ogni iniziativa, ed il modo di vivificare la nostra vita
settore - era il tema della serata dell’Équipe di formazione - quotidiana) in vari incontri e giornate di Settore. E’ stato per noi
abbiamo cercato di leggere alla luce del nostro servizio nel un modo di vivere il dono dello Spirito: l’Intelligenza.
movimento END. Abbiamo tentato di allargare la responsabilità dei servizi a
Ci ha innanzitutto colpito l’im- tante coppie diverse, perché rite-
magine dell’amico importuno e l’ab- niamo che in questo modo, non
biamo considerata davvero azzec- Un gran sorriso e pronti nell’amare, solo si arricchisce la coppia che
cata al nostro caso. Il Cardinale l’ha ligure lui d’origin, lei bustocca, svolge un servizio, ma anche si
riferita alle comunità, noi la inter- lento l'un, e pur parco, nel parlare, permette a tutta l’équipe di essere
pretiamo riferendola alla nostra cop- torrente in piena, l'altra, s'apre bocca. più coinvolta, avendo una maggio-
pia. re conoscenza del movimento. E’
Dobbiamo confessarvelo: quan- Guida tre anni son stati del Settore, una grande intuizione la regola
do hanno cominciato a proporci negli incontri ci davano istruzioni: della rotazione dei servizi!
questo incarico, di motivazioni per partiva sempre lui, ch’è un sognatore, Questa attenzione va riferita non
dire di NO ne avevamo da vendere, lei poi facea, precisa, correzioni. solo alla struttura organizzativa del
ma sostanzialmente era la nostra movimento, ma anche al modo in
resistenza ad essere scomodati. Se pria timor avean, ricorderete, cui ogni coppia interpreta la pro-
Ci sentivamo stretti nel tempo a con sommo slancio han svolto la missione pria appartenenza alle END. Infat-
disposizione, e carenti di spazio ti come le coppie, assumendo a
e ci han guidato a nuove ed alte mete.
(per fare posto al monumentale ar- rotazione un servizio nelle END,
chivio del settore organizzato dal contribuiscono ad arricchire il mo-
Mi venga or dritto al cuore un coccolone vimento, così nell’ambito più ge-
geniale Parolini), e soprattutto privi
di risorse spirituali e della visione di se indovinar chi siano non saprete: neralizzato della Chiesa, tanti mo-
quello che doveva essere un settore facil,... son Paolo e Laura Casalone! vimenti ci aiutano, ognuno coi pro-
END. pri specifici carismi, a percorrere il
Ma evidentemente lo Spirito ci cammino di fede, e raggiungere la
ha aiutato: quello che all’inizio appariva come una condizione comune Meta.
problematica si è trasformato in... tante occasioni arricchenti Ci sembra che questo, insieme alla libera determinazione in
per la crescita e l’intesa della nostra coppia, accanto (siamo coppia di una Regola di vita, corrisponda all’invito della lettera
persone umane) ad alcuni momenti di tensione per delle cose pastorale di valorizzare il dono del Consiglio.
banalissime (per esempio: “Ma dove sarà andata a finire quella Continuando nell’esame di coscienza ci pare che gli appro-
lettera di Équipe Italia da fotocopiare per le coppie pilota?”, fondimenti del tema di Studio, proposti dal nostro metodo, ci
ecc.)... tanti incontri con persone eccezionali che molti di voi aiutino a conoscere il dono della Scienza. Come movimento,
hanno pure conosciuto (i Simonis, don Colzani, i Gallino di d’altra parte, ci riconosciamo poveri nel valorizzare altri doni
Genova, e tanti altri)... il piacere di un lavoro di gruppo con tutte dello Spirito e confidiamo che possano essere sempre più
le coppie che hanno collaborato, le coppie che hanno fatto i riccamente profusi, nel cammino che ci resta da percorrere.
pilotaggi, i consiglieri spirituali e l’équipe di settore a cui va Vi abbracciamo, contenti di essere sempre parte del movi-
riconosciuto ogni merito per l’ideazione e l’organizzazione mento come “soldati” semplici e di sapere che lasciamo il posto
delle attività. di generali a Paolo e Lidia Avesani.
Vorremmo ora valutare il cammino percorso in questi tre Paolo e Laura Casalone
2 - Maggio 1998 END milano

... Sia fatta la tua volontà...

Carissimi, tocca proprio a noi!
Ci stavamo accingendo a scrivere un articoletto di commiato
dagli affezionatissimi lettori del nostro giornalino, con le scuse
per tutte le intemperanze di Paolo, quando è suonato il telefono:
erano i Casalone... Non saremo più i redattori del giornalino ma
peggio... Ci dovrete sopportare ancora! La cronaca dei fatti e la
loro "esegesi" sono nella pagina accanto.
Che dire? Ci siamo interrogati a lungo, abbiamo cercato di
capire i motivi che hanno spinto tanti di voi ad indicarci come
responsabili di Settore per il prossimo triennio.
Dall'esame di coscienza è venuto fuori non dico "il vuoto
cosmico", ma certamente "un'atmosfera molto rarefatta". Quan-
to siamo indietro nel cammino nel movimento! Quanto è ancora
lontana la Carta! Quanto siamo ancora una coppia cristiana
"normale"!
Ma proprio questo è l'anno dello Spirito: allora abbiamo fatto
un atto di fede, non avendo trovato "scuse valide" per dire di no,
se non la nostra povertà spirituale. Ed abbiamo accettato, sicuri
che lo Spirito Santo ci colmerà di doni, sopperirà alle nostre
lacune, ci darà la "vita nuova" necessaria per compiere cristia-
namente il servizio.
Ora ci aspetta un'estate di intensa preparazione, di "ritiro pre-
campionato", come si direbbe in gergo calcistico.
Ma siamo convinti che la bellezza del Cristianesimo sia anche
nell'estrema rapidità con cui è possibile una conversione profon-
da: a San Paolo sono bastati pochi secondi (ed un bel volo dal
cavallo) per capire, per decidere, per ripartire, ed ai massimi
livelli. E' la metanoia, in greco il ribaltamento, il sotto-sopra dei La foto non vuole essere un atto di narcisismo: credia-
propri valori, delle proprie priorità, delle proprie attese. mo possa servire invece, per "guardarci in faccia", alle
Sulla strada così bene indicata da Padre Caffarel, cercheremo tante coppie del Settore che ancora non conosciamo,
di diventare coppia di preghiera: oggi è preghiera distratta, con l'augurio di colmare presto questa lacuna.
ritagliata a fatica in un "quotidiano" da ventesimo secolo,
intrecciato di impegni di lavoro, di impegno politico, di volon-
tariato, di insegnamento del catechismo sì, ma anche di televi-
sione, di hobbies, di "doveri borghesi"...
E dovremo diventare più "poveri", più essenziali: abbiamo
passato entrambi la metà del nostro cammino. Il tempo si fa
Ultima ora
breve, le scelte di fondo, la nostra piena adesione al Cristo, alla Biagio e Marina Savarè, dell'équipe Milano
sua Parola, non possono essere più rinviate. 10, saranno la Coppia Referente per la Cultura
Oggi la Provvidenza ci propone un cammino, un impegno che (già Coppia Corrispondenti Lettera) per il pros-
ci aiuteranno senz'altro a convertirci. simo triennio. A loro sarà pure affidata la reda-
Allora, scherzi e battute a parte, grazie a tutti voi che ci avete zione del nostro giornalino.
chiesto di essere per tre anni i pastori di questo piccolo gregge, A Biagio e Marina, da parte di tutti, un grazie
il Settore di Milano. di cuore e l'augurio di proficuo lavoro.
Il tempo straordinario che incombe, con il passaggio del Biagio e Marina Savarè
millennio ed il giubileo, renderà poi questa avventura ancora più
Via Ippolito Nievo 28/1 - 20145 MILANO
stimolante ed arricchente.
Ed il sospetto che ci sia stato lo zampino dello Spirito Santo, Tel. 02-48007432 (segr.) Fax. 02-43980432
durante il ritiro del 27 marzo e dintorni, si fa sempre più
tangibile.
Sotto tutti allora a pregare ed a studiare.
Su questo numero trovate la relazione tenuta dai Volpini a
Frascati: sarà il testo guida per "i compiti delle vacanze" del
1998.
Tornato al Padre
Con la vostra preghiera, aiutateci ad aiutarvi: vostri Siamo tutti vicini col pensiero e con la preghiera
Paolo e Lidia Avesani a Mauro e Teresa Ferro dell’équipe Pavia 2 per
la scomparsa del papà di Mauro.
P.S. Avevamo già scritto il nostro articolo quando abbiamo
ricevuto quello dei Casalone: che conforto nel constatare che Vogliamo pregare anche per tutti gli altri defunti
abbiamo gli stessi loro timori di tre anni fa! E che stimolo a vicini agli amici END.
cercare di fare come loro!
END milano
Il conclave di marzo
Con un vago ricordo delle Idi: marzo da 2000 anni il mese delle congiure...
Luglio è vicino e per tutto il Settore
oscuro serpeggia un grande terrore:
sono alla caccia i due Casalone
di chi rilevi la loro funzione.
Quindi se a sera il telefono squilla
ad ogni coppietta il cuore fibrilla,
e per chi risponde è un colpo di stilo
se son Paolo e Laura a capo del filo.
Son tutti schisci, si fanno piccini,
neanche essi fosser di quei ragazzini
che hanno carente la preparazione,
nel mentre incombe l’interrogazione.
Se vien messa alle strette, ogni coppietta
sa tirar fuori la scusa perfetta:
“Noi siamo giovani, siamo sposini,
ancora i figlioli abbiamo piccini.”
“Noi siamo invece sin troppo vecchietti,
e poi abbiamo nipoti diletti
che ci tocca spesso d’accompagnare:
i figli sposati abbiam d’aiutare.”
“Con noi che ancor siamo di mezza età,
no, non insistete, per carità,
ché abbiamo ragazzi ancora studenti
e pur genitori ormai senescenti.”
Qui una parentesi ci tocca aprire
per due bei casi che faran stupire.
Da qualche mese, i due cari Farotto
in giro vanno col sesto “fagotto”.
Essi hanno deciso di perpetuare
quel ch’ebbe Eduardo ad immortalare,
il caso patetico e non poco strano,
sì, quel di Filomena Marturano.
Pur con l’anticipo d’un bell’annetto,
c’è un’altra coppia, con simil progetto:
seguon distante, ben più d’una spanna,
i due Savarè colla lor Giovanna.
Gira e rigira, con sommo sconcerto,
sì grande problema è ancor ben aperto
quando per marzo l’intero Settore
si trova a pregar lo Spirto d’Amore.
A Monza, dalle Misericordine,
con allusioni, sorrisi e moine,
Biagio ed Alberto si muovono tali,
quali di Curia due gran Cardinali.
Maggio 1998 - 3
E la giornata diventa un conclave:
niente più “ciao”, lor dicono “Ave”,
e per rinforzo, nel dare le mani,
a tutti aggiungon “Possiate esser sani!”
Fuori da Messa i due Casalone
a tutti chiedon di scriver l’opzione,
su dei foglietti quadrati e verdini:
chi debban mai essere i due tapini,
che, nominati da un plebiscito,
dietro non possan nascondersi al dito!
E in tutti risuonan quei detti strani,
quel doppio saluto, l’Ave col sani...
Da Biagio ed Alberto così convinti,
con bei sorrisi sui volti dipinti,
lo Spirito Santo avendo pregato,
i cari équipiers ci han proprio fregato:
a noi toccherà guidare il Settore,
ma loro ubbidir dovran con fervore.
Avran per tre anni una vita da cani
sotto la guida di noi due Avesani.
Or, che non poco ci siamo sfogati,
a tutti diciamo che siamo onorati
di questa corale designazione
e di succeder ai due Casalone.
Siam quasi nuovi pel Movimento
certo c’è in noi un po’ di sgomento,
ch’esser dovremo gli organizzatori
ma, soprattutto, fratelli maggiori.
Sappiam però che saremo aiutati
e nel cammino ben accompagnati
dalla preghiera e dall’intercessione
che tutti farete in ogni occasione.
E per finire a Biagio e ad Alberto
diciamo di cuore ed a viso aperto:
‘sta vostra scusante è invero meschina,
mettere al mondo una bella bambina;
e poi in eterno non potrà durare,
le vostre mogli vi faran calmare.
Ricordo a ‘sto punto, da cuoco esperto,
come ben fredda, ne son proprio certo,
con grande calma, e senza mai fretta,
vada servita, sempre, la vendetta.
Quindi, cari équipiers nostri diletti,
sappiate: chi la fa, di poi, l’aspetti.
4 - Maggio 1998 END milano

UNA PREGHIERA INSIEME

Pubblichiamo su ogni numero del giornalino una preghiera che riteniamo significa-
tiva: riportata da un giornale o recitata in comunità o durante una veglia o ad un ritiro
ci può aver fatto pensare e meditare e quindi vogliamo proporla a tutti.
Per questo vi invitiamo a farci pervenire quelle preghiere che volete condividere con
gli altri, saranno sicuramente pubblicate.

"O Signore della vita, che chiamandomi alla maternità volesti

farmi partecipe della tua potenza e del tuo amore, io ti prego per
i miei figlioli.
Tu pure li ami, ma di un amore più grande, più potente, più puro
del mio. Tu hai per loro silenziose parole, e forse soavi, a me
sconosciute: tu sei con loro ogni ora e ne senti la mente e il cuore.
A te dunque, o Signore, affido la loro inesperta e insidiata
giovinezza.
Sii per loro la via, la verità e la vita, l'amico vero che non tradisce
nell'ora del dolore: fa che essi credano, perché la vita senza fede
è una morte disperata, fa che siano puri perché senza purezza
non c'è amore ma egoismo dei sensi , fa che crescano nel mondo
onesti, laboriosi, sani ed amati come ce n'è bisogno.
Rendimi esempio di virtù ai miei figli e loro esempio nelle
difficoltà della vita.
Dona efficacia alla mia parola e forza costante alla mia azione.
Consola tu le pene segrete del mio cuore e conduci, infine, le
loro anime dal combattimento terreno alla gloria eterna, così che
unita con loro possa cantare la tua misericordia, o Signore".
Natale 1967
Mamma Mimia
Mimia Rho Bertola (8 agosto 1912 - 23 giugno 1992)
END milano Maggio 1998 - 5

12-13 settembre 1998 Ritiro Spirituale di Settore:

LARISCOPERTADEL
PROGETTO DI DIO
SUL NOSTRO AMORE
ALLA LUCE DELLO
SPIRITO SANTO
Predicatore: Padre Giuseppe
Oltolina

Programma
Sabato 9,30 Saluto - Lodi
10,00 I Meditazione: IL PROGETTO DI DIO SULLA COPPIA
11,45 Santa Messa
12,30 Angelus - Pranzo
15,00 II Meditazione: LO SPIRITO SANTO CHIARISCE IL SENSO DEL
NOSTRO ESSERE COPPIA
18,45 Primi Vespri con preghiera condivisa
19,30 Cena
21,00 Veglia: VIENI SPIRITO SANTO
Domenica 8,00 Lodi
8,30 Colazione in silenzio
9,00 III Meditazione: I DONI DELLO SPIRITO SANTO CI AIUTANO A
VIVERE LA VITA DI COPPIA - Dovere di sedersi e verifica della
regola di vita
11,30 Santa Messa
12,30 Angelus - Pranzo in silenzio
15,00 Équipes miste
16.00 Secondi Vespri - Commiato

Centro di spiritualità - Padri Somaschi

Somasca di Vercurago - Lecco - Tel. 0341-421154
Prenotazioni entro il 15 giugno 1998 alle coppie di collegamento
Quota circa L. 200.000 a coppia - Portare la Bibbia
6 - Maggio 1998
Le E.N.D. all'alba del terzo millennio
La verifica della Carta nell'anno dedicato allo Spirito in preparazione al Giubileo
Relazione di Carlo e Maria Carla Volpini all'incontro con i Responsabili di Settore
In cammino
Siamo di nuovo qui insieme, ad un appuntamento che
si rinnova ogni anno e che sembra essere diventato
tradizione, ci dà quasi sicurezza il pensare alle cose che
si ripetono, che hanno un loro ripresentarsi fisso... eppure
ogni anno quante novità e quante trasformazioni... a
cominciare da noi che siamo qui in questa veste per la
prima volta, con i timori e le
ansie che accompagnano
ogni prima volta, ma anche "Lo Spirito del Signore riem-
con tutta la gioia e il senso di
speranza di ogni cosa che pie l’universo e abbraccian-
comincia...
Non solo appuntamento
do ogni cosa, conosce ogni
tradizionale quindi e non
solo novità... piuttosto con-
voce " (Sap. 1, 7)
tinuità nel rinnovamento,
piccoli segni, anche noi insieme a voi, di tutta un’epoca
che si muove nella trasformazione.
Ci crea ansia forse questo senso di provvisorietà, questi
anni che ci attendono e dai quali chissà cosa attendiamo,
un Giubileo a cui vorremmo dare pieno e vero significato,
un millennio che sta per finire..., ci crea forse timore il
non saper bene dove stiamo andando, ci crea forse
disorientamento il non ritrovare i punti certi di riferimen-
to, il sapere che stiamo pensando e facendo cose che altri
raccoglieranno e forse butteranno via... Ma anche per noi
è accaduta la stessa cosa: c’è chi ha arato prima di noi, chi
ha seminato, e non sempre gli stessi hanno raccolto... è
necessario comunque che la semina continui sempre
perché la terra possa dare i suoi frutti.
Al di là quindi di ogni timore o incertezza è necessario
in ogni caso salire sul treno della vita perché è in gioco
tutto: il senso del nostro vivere e il senso del nostro
credere.
“Bisogna“ partire, “bisogna“ muoversi, non restare
fermi... bisogna partire se non vogliamo vivere semplice-
mente raccogliendo ciò che gli altri hanno lasciato a
terra, ciò che non serve, ciò che è stato superato, messo da
parte, scartato, rifiutato..., l’immondizia che si lascia a
terra quando una moltitudine si mette in cammino...
Certo quando si parte le aspettative sono diverse: c’è
chi vorrebbe prendere l’aereo e arrivare subito e c’è chi
preferisce la bicicletta e procedere lentamente... ma in
ogni caso è poi necessario fare i conti con tutti gli
imprevisti: le perturbazioni atmosferiche, i venti contra-
ri, il caldo soffocante, la caduta massi che ostruisce anche
il semplice andare a piedi... è necessario fare i conti con
i nostri limiti, le nostre stanchezze, le nostre aspettative
deluse, i nostri possibili fallimenti... ogni partenza deve
prima o poi fare i conti con la difficoltà, con la crisi... ma
questo non deve spaventarci perché difficoltà e crisi
END milano
appartengono ai viventi e solo chi è morto non conosce
crisi o difficoltà... “Maestro, abbiamo faticato tutta la
notte senza prendere nulla... pure, sulla Tua parola
caleremo le reti!“ (Lc. 5,5)
E allora con coraggio e con gioia affrontiamo, anche
noi sulla Parola, questa nuova partenza che ci si presenta
oggi, mettiamoci in movimento, viviamo da viventi,
crediamo da viventi, diven-
tiamo fede vivente e diamo
vita intorno a noi, a comin-
ciare proprio dal nostro
Movimento al quale siamo
chiamati, che abbiamo scel-
to, nel quale oggi ci siamo
impegnati a svolgere il ser-
vizio di Responsabili di Set-
tore, ma del quale forse trop-
pe volte dimentichiamo che è nato proprio come Movi-
mento e come tale ci impegna ad un esodo continuo.
I 50 anni della Carta
L’occasione che ci si offre non potrebbe essere miglio-
re: i 50 anni della Carta, appuntamento che evoca cele-
brazioni, raduni, festeggiamenti... ma corriamo il grosso
rischio di tradire il Movimento se non saremo capaci di
guardare oltre, di non accontentarci del pur comprensi-
bile senso di gioia nell’incontrarci e nel provare compia-
cimento per il cammino percorso, se la festa non sarà per
tutti noi e per ognuno di noi occasione di ricerca di nuovi
spazi, di apertura a nuovi orizzonti.
La Carta è lì: 1947 poche coppie e un sacerdote intorno
ad un tavolo nell’impegno di fissare i valori intorno a cui
poter crescere nel sacramento del matrimonio e nella
ricerca di Dio.
Sullo sfondo il loro tempo e la loro storia.
La Carta è qui: 1997. Tante coppie e tanti sacerdoti
presenti in tutte le parti del mondo a confrontarsi su quei
valori per cercare ancora di crescere nel sacramento del
matrimonio e nella ricerca di Dio.
Sullo sfondo il nostro tempo e la nostra storia.
E tra noi e loro, continuità e novità: 50 anni di
cammino.
50 anni di cammino che portiamo dentro con le cose
che abbiamo imparato, con le idee che abbiamo maturato,
con le storie degli uomini che abbiamo condiviso...
Ma tutto ciò non basta per festeggiare davvero questo
evento: dobbiamo raccogliere il passato e farlo vivere nel
presente.
Le virtù teologali
Se l’END è prima di tutto movimento di formazione
cristiana, dobbiamo comprendere con San Paolo le cose
END milano
che contano: fede, amore, speranza (1 Cor. 13,13).
Tre parole che portano l’uomo fuori di sè, che lo
spingono ad andare oltre.
La fede è un andare fuori di sè, dal proprio peccato di
superbia e di arroganza per muoversi verso Dio. L’amore
è un andare fuori di sè, dal proprio egoismo e narcisismo
per muoversi verso il prossimo, incontro agli altri. La
speranza è un andare fuori di sè, è un allontanarsi dallo
sterile rimpianto del passato per andare incontro a tutte
le attese del futuro.
Non è più una questione di scelta individuale: fare
movimento, essere movimento è una esigenza della fede.
Dobbiamo prendere quel treno della Vita e della Storia
per non perdere il Dio vivo che viaggia su quel treno! (P.
Casaldiliga)
Io sono la Via, seguimi
Partire, allora, ricomin- "Riceverete su di voi la forza
ciare, riprendere il cammi-
no, andare... non possiamo dello Spirito Santo, allora di-
farne a meno. Dio stesso si
propone a noi come cammi- venterete miei testimoni in
no: “Io sono la via” (Gv.
14,6). tutto il mondo" (Atti 1, 8)
Una via è un percorso da
intraprendere, non un fermarsi in attesa. La sola attesa
concessa è quella dei compagni di viaggio più stanchi,
più deboli, più in difficoltà...
“Io sono la via...” quando si dice via si pensa a percorsi
già tracciati ma anche a percorsi mai pensati, da inven-
tare, da provare... E c’è qualcuno che li inventa, che li
prova... e altri dopo li ribattono, li ripercorrono, ne
inventano altri... quanto infinite sono le vie e i percorsi di
Dio..
“Io sono la via...” una strada aperta, infinita, scono-
sciuta... e Tommaso, come noi, non sa dove andare:
“Signore, noi non sappiamo dove vai, come facciamo a
sapere la strada?” Il desiderio, la voce di tutti noi; dove
andiamo, dicci cosa dobbiamo fare, dacci le giuste indi-
cazioni, dacci la mappa... La tentazione di non rischiare,
la pigrizia di non cercare, la voglia di procedere al sicuro,
di star seduti...
“Seguimi...” un’invito, una risposta, forse un ordine,
una voce per ognuno di noi... ”seguimi!”
L’invito è rivolto ad ogni uomo ed in ogni momento
storico: ai discepoli, al padre Caffarel e alle poche coppie
che cinquant’anni fa si chiedevano dove andare, su quale
strada incamminarsi, quale sentiero percorrere, a tutti
noi uomini di questi tempi che affannati e disorientati
andiamo cercando strade più sicure, ad ognuno di noi che
è qui oggi per cercare di dare un orientamento al proprio
servizio... ”seguimi...” E intanto Cristo ha camminato
nella storia dell’umanità, ha percorso strade infinite
facendosi compagno di viaggio negli itinerari più diffici-
li, più lieti, più oscuri, più dolorosi, più belli dell’uomo...
Cristo è la via sempre percorribile che porta all’incontro
col Padre ma non è una via del cielo, è una via della terra
che porta al cielo...
Possiamo noi semplicemente ripetere strade già battu-
te? Possiamo noi pigramente voltarci indietro per trovare
Maggio 1998 - 7
sentieri già percorsi? O non dobbiamo invece cercare i
compagni di viaggio dell’oggi, i sentieri dell’oggi e
trovare Cristo su questa via?
Possiamo noi restare seduti se Cristo dice “seguimi,
percorrendo me troverai la strada, io sono la via..”?
Si tratta allora non solo di ribattere la strada già
percorsa perché forse là non troveremmo Lui come
compagno di viaggio, Lui che è sempre avanti a noi, si
tratta di non ripetere i riti, si tratta di non avvicinarci da
soli , si tratta di non lasciare soli gli altri nell’impegno di
cercare...
La Carta oggi
La Carta si offre ancora oggi a noi con i suoi punti di
riferimento, con le sue regole, con i suoi “obblighi”:
erano punti di arrivo per le
coppie di allora e strumenti
di lavoro della loro forma-
zione adeguati e risponden-
ti alle esigenze del loro tem-
po storico; sono punti di
riferimento, regole, impe-
gni anche per noi oggi ma
dobbiamo rivestirli dei va-
lori del nostro tempo, dob-
biamo dare loro la vita di oggi, dobbiamo metterli oggi
sulla via di Cristo se non vogliamo rischiare di creare una
distanza troppo grande tra noi e il Maestro che ci è sempre
davanti. Cristo infatti è nello spazio del “non ancora”
ed è lì che dobbiamo raggiungerlo...
Il dovere di sedersi
Può l’impegno del dovere di sedersi configurarsi come
semplice dialogo fra coniugi? Ciò aveva un suo valore
innovativo cinquant’anni fa quando l’uomo e la donna
all’interno della famiglia ricoprivano ruoli fissi e precisi
e già un semplice scambio comunicativo più profondo
poteva apparire un passo in più; certamente oggi con tutta
la trasformazione avvenuta nella relazione uomo-donna
e con tutta la consapevolezza che studi di scienze umane
ci hanno dato, abbiamo conseguito un’altra dimensione
del dialogo: sappiamo infatti che è la libertà che fonda
la possibilità del dialogo, e allora quale rapporto nel
dovere di sedersi tra libertà e coniugalità?
Essere cristiani ed équipiers oggi
E che valore deve assumere oggi l’impegno all’ospita-
lità e all’accoglienza? Alla porta non bussa soltanto il
vicino di casa, il parente invadente, il collega antipatico,
l’équipier da ospitare, magari non conosciuto ma comun-
que sempre in qualche modo... ”garantito”... Ben diversi
sono oggi i fratelli che bussano alle porte della nostra
casa, che percorrono le strade della nostra città, che
chiedono di condividere spazi vitali e pane quotidiano..
E quali coppie in particolare chiedono di poter essere
accompagna e guidate in un itinerario di ricerca coniuga-
le? A chi possiamo dare l’annuncio della lieta novella
dell’amore che cresce e si fa forte nella vita matrimonia-
le? A chi possiamo dire che l’esperienza del matrimonio è
8 - Maggio 1998
un’avventura che dura tutta una vita e che ci fa nuovi ogni
giorno?
A chi possiamo raccontare del Dio con noi?
Tanti chiedono, cercano e attendono. Con chi possiamo
noi condividere la ricerca e il cammino? Che significa oggi
impegno nell’accoglienza? E che dire della compartecipa-
zione vissuta una volta prevalentemente come verifica
degli impegni assunti? Oggi sappiamo che la comparteci-
pazione è forse il momento più alto della riunione e proprio
per questo forse anche il più difficile: è il momento della
verifica personale e di coppia nel proprio i cammino di fede,
è la verifica della misura della nostra coerenza nel confronto
con la Parola, è il momento del rendersi conto a che punto
della Via siamo. Cristo che è Lui stesso via quanto é
distante dal luogo dove ci troviamo noi? E quella Parola che
ci interpella, quale eco trova nel nostro pensare e quale
risposta nel nostro agire?
Il vero ascolto e il vero confronto con la Parola non può
certo esaurire la sua forza nel metterci di fronte a noi stessi,
anzi forse è da quel punto che inizia il suo espandersi
perché “ogni qualvolta la Parola di Dio viene ascoltata essa
non solo parla di speranza, ma è una speranza che prende
carne e sangue nella nostra vita e nelle nostre parole.“
(Padre Radcliffe, Il Regno, 5/1996)
E’ quindi una Parola che diventa vita e parola nostra per
gli altri, che ci pone in relazione con gli altri, che ci mette di
fronte agli altri.
L’annuncio e il sevizio
E se l’END si presenta come movimento di formazione,
non può tale cammino di formazione non diventare annun-
cio.
Formarsi, prepararsi è certamente lavorare su se stessi
ma per poi aprirsi agli altri, per gli altri, con gli altri, E se tutti
nel Movimento sono chiamati come cristiani e come équi-
piers a questo impegno personale di approfondimento, chi
è stato chiamato ad un servizio deve sentire in modo ancora
più forte questa responsabilità della formazione propria e
di coloro per i quali si è impegnato a dare il proprio tempo,
la propria attenzione, il proprio ascolto...
Oggi siamo qui come Responsabili di Settore e sappiamo
che dietro di noi ci sono le innumerevoli coppie che fanno
parte di ognuno dei vostri settori: non sono solo un
numero di coppie, sono prima di tutto un numero piccolo
o grande di persone che si sono affidate a voi per una parte
della loro vita spirituale e quotidiana, che attendono da voi
qualcosa in più che faccia loro comprendere dove orientare
il loro cammino... Certo rimane prioritaria per loro, come per
voi, per ognuno di noi, la libertà della formazione e del
cammino personale. Questo ci permette di pensare che una
vita di settore piatta o stimolante, ricca di sollecitazioni o
ripetitiva, di spessore spirituale o superficiale, un sevizio
veramente vissuto o solamente gestito sia davvero la
stessa cosa?
E’ impegnativo davvero il sì che abbiamo detto nei
servizi che svolgiamo e non davvero per le cose da fare, per
le giornate da organizzare, per le telefonate e le lettere o i
viaggi... E' impegnativo perché il nostro sì non é stato ad
un’associazione ma ad un Movimento che dobbiamo con-
tinuare a far camminare, non è stato un sì a dei numeri
astratti di “associati” ma a delle persone, a delle coppie che
sentono l’esigenza di una ricerca di senso della loro vita
coniugale, coppie che, fortemente presenti nel quotidiano
END milano
con i problemi del lavoro, dei figli, della famiglia, sentono
di poter e dover fare spazio anche ad un approfondimen-
to della vita interiore e spirituale e alla luce di questo
riportare le loro scelte nella vita sociale.
Come rispondere a tutto ciò? Come dare significato al
nostro servizio, al nostro sì? ...
La Bibbia e il giornale
Con la Bibbia e con il giornale in mano direbbe un
nostro amico... La Bibbia, la Parola in cui per prima cosa
radicare la nostra parola e il giornale, simbolica immagine
che ci richiama ad essere sempre presenti nella storia
dell’umanità che si riflette nella storia di ogni uomo. La
Bibbia non è solo un testo religioso e tantomeno cultu-
rale, la Bibbia “é ciò attraverso cui si diventa”. La lettura
personale ma anche comunitaria permette questo capire,
questo crescere, questo diventare.
La Parola di Dio deve certo servire per alzare lo sguar-
do, per innalzare le menti e i cuori, ma poi su questa Parola
bisogna profondamente radicarsi, avvitarsi, come il
viticchio attorno al tralcio di vite, come una vite nel
legno, per poi avvitarla e radicarla profondamente alla
realtà dell’uomo.
Ciò che resta poi da fare è semplicemente espandersi,
in lunghezza ed in larghezza come la croce che, profon-
damente radicata e avvitata alla terra, allarga le sue
braccia verso gli uomini e verso il cielo.
Ma da voi si attende anche l’indicazione di un sentiero
da percorrere insieme per un tempo stabilito, quello del
vostro servizio, quello dell’anno da vivere... non potete
voi per primi procedere a tentoni, disorientati e disorien-
tanti...
Formarsi per poi aprirsi agli altri, per gli altri, con gli
altri...
Aprirsi nel servizio
Aprirsi agli altri dal vostro posto di osservazione
significa accorgersi delle esigenze e dei bisogni che gli
altri e per prime le coppie avvertono e cercare di avviare
percorsi di ricerca e di approfondimento.
Ecco secondo noi il senso del servizio: interiorizzare
la Parola, espandere la vita, condividere il quotidiano.
Tutta l’essenza dell’uomo si realizza infatti quando l’io
si scopre a dire “tu”,:se uno dice tu non ci è più estraneo.
Allora si capisce cosa è Dio.
Aprirsi per gli altri, da Responsabili di Settore, signi-
fica mettere da parte i propri obiettivi, magari stabiliti
sulla carta ed in astratto, per fare del servizio un tentativo
di risposta agli obiettivi reali delle coppie, dimenticare
il proprio programma costruito in teoria per cercare di
dare vita a proposte concrete e adeguate ai veri bisogni
che più o meno chiaramente sono avvertiti dalle coppie
di oggi.
Aprirsi con gli altri significa non lasciarsi prendere
dalla tentazione di fare da soli, dalla presunzione di
comprendere da soli, dall’ostinazione del decidere da
soli, ma, pur nella chiarezza del senso della vostra re-
sponsabilità, saper coinvolgere e lasciarsi coinvolgere
dalla presenza significativa di altre coppie (in modo
particolare quelle che con voi formano l’équipe di Setto-
re).
Ecco secondo noi le modalità del servizio:
- conoscere le persone e la realtà
END milano
- individuare i bisogni
- progettare le possibili risposte
- organizzare sul piano concreto giornate, incontri..
- verificare i risultati
- essere pronti a rielaborare e ripartire
Programmare e progettare
Progettare diventa quindi momento forte della vita e
soprattutto della Riunione di Settore. E se in questi anni
abbiamo dedicato tanto tempo all’approfondimento del
significato del progetto di Dio su di noi e sulla nostra
coppia, ora dobbiamo diventare capaci di spostare la
riflessione anche sul nostro servizio, dobbiamo imparare a
dare una dimensione progettuale al nostro impegno per-
ché davvero si realizzi un cammino e a tal fine far accompa-
gnare tale obiettivo dagli elementi di ricerca, di analisi, di
preghiera, di ascolto, di condivisione della e nella respon-
sabilità, di verifica.... di tutti quei fattori insomma che fanno
parte intrinseca della elaborazione di un progetto.
Non solo un programma allora, come forse tutti faccia-
mo ad inizio d’anno, ma un progetto.
Programmare significa pianificare, prefissare, prestabili-
re...
Progettare significa creare, ideare, immaginare ma anche
studiare, architettare, maturare.
E ancora: programma viene dal greco e ha il significato
originale di “avviso pubblico”, progettare viene dal latino
pro-iectare e cioè gettare in avanti.
Una bella differenza davvero tra programma e progetto!
Un programma può essere freddo, sulla carta, stabilito a
priori..., un progetto non può che essere dinamico, vitale,
vivo...
La Carta è attuale, non un reperto storico
Sempre con la Bibbia e con il giornale in mano perché il
Dio di cui vogliamo essere testimoni sia un Dio della storia
e nella storia.
La Carta con i suoi punti di riferimento e i suoi valori deve
assumere oggi per noi il significato di una nuova partenza,
di un nuovo sentiero da aprire e da percorrere: è nostro
dovere precipuo di cristiani, prima ancora che di équipiers,
ascoltare, capire , interpretare, far vivere le parole per far
vivere la Parola.
Noi possiamo assumere nei confronti della Carta due
Maggio 1998 - 9
atteggiamenti fondamentali: il primo definibile storicizzante
e il secondo attualizzante.
Nel primo caso ci limiteremmo a fissare i valori contenuti
in essa nel tempo e nel contesto storico in cui è stata
elaborata, ne faremmo un pezzo da museo delle cere...
sarebbe un impegno conoscitivo ma forse poco utile per i
bisogni di oggi.
Se invece riuscissimo a porci di fronte a quei valori
chiedendoci in modo serio quale significato attuale rive-
stono, come parlano a noi uomini e coppie di oggi, quale
risposta possono offrire alle coppie desiderose di un
cammino, questo significherebbe davvero festeggiare la
Carta, dando ad essa nuova vita.
Memoria e profezia
Forse è proprio questo il problema ma anche il fine di
questa festa dei 50 anni della Carta: fare memoria e fare
profezia, lavorare su quanto già ci è stato dato ed avere
capacità progettuale per il Movimento nella storia di oggi.
Non è del resto cosa nuova la consapevolezza di una
dimensione storica nella teologia e nella vita della Chiesa,
quindi una necessità storica della nostra fede nel senso che
se la fede non si pone solo come “garante “ della salvezza
ma come forza volta a realizzare il regno nella storia degli
uomini, allora ne consegue che deve avere in sè e deve
essere energia vitale e promotrice del divenire della storia,
deve farsi progetto storico di liberazione e promozione dei
valori dell’uomo.
Lo Spirito
“...E’ dovere di tutto il popolo di Dio (...) con l’aiuto dello
Spirito Santo, di ascoltare attentamente, capire e interpre-
tare i vari modi di parlare del nostro tempo (...) perché la
Verità rivelata sia capita sempre più a fondo, sia meglio
compresa e possa essere presentata nella forma più adat-
ta...”
Con l’aiuto dello Spirito Santo: questa è la mappa che
cerchiamo per non essere incerti nel mondo, questa è la
chiave che ci viene offerta per aprire nuovi spazi.
E’ lo Spirito che può animare la Carta e darle vita, è
attraverso lo Spirito che le leggi, le regole, gli impegni della
Carta trovano la dimensione del presente.
Don Mazzolari ricordava che le regole osservate per se
stesse costituiscono l’oppio delle coscienze... ancora più
10 - Maggio 1998
duramente diceva che una legge, una regola non animata
dallo Spirito ci taglia fuori dalla strada, ci fa assenti e
l’assente non è mai un eroe nè un uomo...
Nell’anno in cui tutta la Chiesa riflette sullo Spirito in
preparazione al giubileo, a noi impegnati nel Movimento e
in modo ancora più specifico impegnati nel servizio di
Responsabili di Settore spetta il compito di cercare, di
mettersi sulla via e di trovare le leggi , le regole, gli impegni
che permettano allo Spirito di passare, di farsi largo tra gli
uomini... perché prima di tutto il nostro è un servizio allo
Spirito e non alla Legge!
Stiamo attenti però a non ripetere l’errore del cercare
subito gli inquadramenti, le sicurezze, di cercare le leggi
dello Spirito: lo Spirito più di ogni altra cosa è libertà.
Lo Spirito è vento, lo Spirito è fuoco. Splendide metafore
della libertà e dell’amore dello Spirito!
Il vento puoi sentirlo... ti tocca, ti accarezza, ti sfiora, ti
colpisce e ti schiaffeggia ma non lo puoi prendere, fermare,
imprigionare... neanche dentro di te. Se il vento lo fermi e
lo imprigioni non è più vento... “Venne dal cielo un rombo,
come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa
dove si trovavano...” (At 2,2). Lo Spirito è vento che arriva
gagliardo e ci riempie ma forse troppe volte ci trova impau-
riti o stanchi o incapaci di accorgerci che il Signore ci sta
passando vicino.. . Il vento dello Spirito è libertà e libertà
è una lingua che tutti comprendono...
Il fuoco segno e metafora dell’amore... un fuoco terreno
brucia, consuma, distrugge.... il fuoco di Dio è fiamma che
arde per l’eternità, ricevere lo Spirito significa essere toc-
cati dal fuoco dell’amore di Dio: anche l’amore è una lingua
che tutti comprendono!
Lasciar parlare la lingua dello Spirito nel nostro servizio,
lasciar parlare la lingua dello Spirito di fronte alla Carta
significa lasciare che vento e fuoco, libertà e amore guidino
la nostra ricerca.
“Lo Spirito del Signore riempie l’universo e abbrac-
ciando ogni cosa, conosce ogni voce.” (Sap. 1,7)
Il Padre, il Figlio e... lo Spirito Santo
Nella ricerca teologica e ancor più nei nostri poveri
tentativi di comprendere la Parola, ciò che rimane più
difficile è proprio la conoscenza di cosa è Spirito, la defini-
zione dello Spirito. Ci sembra che sia qualcosa di diverso
dal Padre e dal Figlio, eppure Dio non ha fatto distinzioni:
Egli si presenta a noi come Padre, Figlio e Spirito. Ci sembra
di poter in qualche modo e per qualche barlume afferrare la
presenza del Padre e del Figlio ma lo Spirito ci appare
sempre inconoscibile e inafferrabile... è come il vento e
come il fuoco!
Dobbiamo però riflettere insieme su questo: possiamo
forse noi conoscere e definire Dio? Può la conoscenza
dell’uomo conseguire la conoscenza di Dio? Certamente
no e infatti noi diciamo che solo per frammenti, e mai
completi, arriviamo a conoscere Dio che vive nella storia.
Eppure sentiamo più raggiungibili il Padre e il Figlio,
sicuramente perché applichiamo con più facilità le nostre
categorie della conoscenza alle figure del Padre e del
Figlio... il Padre ama, ascolta, esaudisce, il Figlio poi ha
assunto natura di uomo e opera, agisce, parla, incontra e
va incontro, è triste o si rallegra, vive e muore come uomo,
da uomo...
Ci sembra poter definire il Padre e il Figlio e ci sembra così
di avvicinarci alla loro conoscenza... lo Spirito invece è
END milano
quanto ci rimane più difficile da comprendere: quali cate-
gorie abbiamo per parlare di Lui? E’ inconoscibile e inaffer-
rabile. Allo stesso modo però di quanto sino inconoscibili
e inafferrabili il Padre e il Figlio, perché é Dio l’inconoscibile
e l’inafferrabile per l’uomo!
Ugualmente però lo Spirito, come il Padre e come il Figlio,
è avvicinabile per barlumi, per frammenti perché sempre di
Dio si tratta, anche lo Spirito è una modalità del Suo Essere
come sono modalità dell’essere Dio il rivelarsi come Padre
e come Figlio.
E come cerchiamo Dio nella storia degli uomini, così
possiamo trovare anche lo Spirito se ancora cerchiamo
nella storia dell’uomo e tra le storie degli uomini.
Lo Spirito si rivela come voce dell’universo, come fonte
di vita, come forza dirompente: è lo Spirito che permette la
comprensione tra chi parla lingue diverse (Atti 2,4).
Lo Spirito è ciò che fa l’unità nella diversità... anzi fa
parlare lingue diverse ma tutte annunciano le grandi cose
che Dio ha fatto e tutti comprendono.
Forse è proprio per questo che ci rimane difficile avvici-
narci alla conoscenza dello Spirito: lo Spirito parla la lingua
dei diversi, lo Spirito é la diversità e questa è una categoria
che anche sul piano umano ci rimane difficile applicare e
vivere...
Lo Spirito riempie l’universo... è presente in ogni luogo,
soffia dove vuole, il creato è il luogo dello Spirito, l’univer-
so intero è lo spazio dello Spirito e non questa o quella
Chiesa, questo o quel popolo, questo o quel Movimento,
questo o quell’uomo...
Lo Spirito abbraccia ogni cosa: il Dio che si fa Spirito dà
vita ad ogni cosa e ogni cosa parla di Lui... San Francesco
raccomandava ai suoi confratelli di raccogliere ogni cosa
lasciata per terra e a chi perplesso gli chiedeva la ragione
di ciò, rispondeva “perché ogni cosa della terra porta inciso
il nome di Dio”.
Lo Spirito conosce ogni voce... lo Spirito che si fa Parola
di Dio nelle voci degli uomini, si pone anche come ascolto,
nel silenzio della fede ma anche nel rumore della vita perché
può apparire assurdo ma la sola possibilità che abbiamo di
realizzare un vero ascolto, di conoscere ogni voce è quella
di stare tra le voci, di partecipare alla vita , di essere nella
storia degli uomini per poi essere capaci di andare oltre, di
trascendere, di ascoltare la voce di Dio.
L’END e lo Spirito
Lo Spirito del Signore riempie l’universo e abbraccian-
do ogni cosa, conosce ogni voce.. dove l’END, i nostri
settori, noi in prima persona, dove andiamo cercando lo
Spirito di Dio? cosa abbracciamo? quali voci ascoltiamo?
E’ bene allora che pur mantenendo forte il senso della
nostra specificità che ci offre il dono di una chiara identità,
quella della vocazione al sacramento del matrimonio e
quella di un Movimento impegnato fortemente nello svi-
luppo di questa vocazione, diventiamo però capaci anche
di sguardi più ampi che abbraccino più cose e che ascoltino
più voci.
Ma il nostro compito non si esaurisce in questo lavoro
sia pure infinito e misterioso della ricerca, l’andare incontro
allo Spirito ne implica poi la testimonianza.
Quando Gesù stava per lasciare i suoi dice loro: “Rice-
verete su di voi la forza dello Spirito Santo, (...) allora
diventerete miei testimoni in tutto il mondo...” (Atti 1,8)
Non basta cercare, non basta lasciarci guidare dallo
END milano
Spirito, dobbiamo poi con l’energia di vita che infonde in
noi, essere capaci di essere testimoni.
Fermiamoci un poco su queste ultime parole di Gesù sulla
terra. “Riceverete su di voi la forza dello Spirito” vuol dire
che il Signore conosce le nostre difficoltà, i nostri limiti, le
nostre stanchezze, le nostre incertezze ma lo Spirito è forza,
è energia, è nutrimento, è vita, è ciò di cui abbiamo bisogno
per andare avanti senza timori, senza paure, senza il desi-
derio di mettere barriere, chiusure, delimitazioni, steccati ai
nostri percorsi perché lo Spirito ci dà l’orientamento, ci
indica la strada, è con noi sulla via...
Guardiamo allora alla Carta, al Servizio, al Movimento
con gli occhi dello Spirito, con la forza dello Spirito, con la
fiducia nello Spirito per essere capaci di cogliere nella
Carta, nel Servizio, nel Movimento
il “nuovo” che ci attende, per esse-
re capaci di portare il nuovo “a
chi” ci attende...
“Allora diventerete miei testi-
moni”: diventerete... non da soli
ma insieme, non in solitudine ma in
condivisione, non nell’individua-
lità ma nella collegialità... ”diven-
terete”: il valore dell’ascolto reci-
proco, del confronto comune, del-
la responsabilità condivisa...
“Miei”: qui è davvero assolutista il
Signore, l’invito, il richiamo, l’ordi-
ne è a lasciar cadere ogni tentazio-
ne di far passare le parole degli
uomini utilizzando la Parola di Dio,
di far passare le idee degli uomini
come pensieri di Dio, di far passare
le scelte degli uomini come volontà
di Dio. Nessuno spazio per la ten-
tazione di leggere la Carta solo con
i nostri occhi di uomini, di svolgere
il Servizio secondo i nostri interes-
si , di portare il Movimento secon-
do la nostra ottica. E’ della Sua
Parola, della Sua Buona Novella,
della Sua Opera che dobbiamo es-
sere testimoni.
I testimoni
“Testimoni”... per essere testi-
moni sono necessarie sicuramente
due cose: avere avuto esperienza
diretta di ciò che diciamo ed essere
credibili. Un testimone non è chia-
mato a dire ciò che altri hanno detto, fatto, visto ma ciò che
lui, in prima persona, ha visto, ha detto, ha fatto.. Essere
testimoni di Dio significa allora avere esperienza diretta di
Dio, esserci incontrati con Lui nella preghiera, nella condi-
visione della gioia e della sofferenza con altri uomini,
nell’amore profondo che sentiamo per il nostro uomo e per
la nostra donna e che è immagine e segno dell’amore di Dio.
Come in altro modo potremmo essere testimoni?
Di che dovremmo dire, fare testimonianza, quale credibi-
lità avrebbero le nostre parole agli altri dell’amore di Dio per
gli uomini se non saremo capaci di amare noi per primi ogni
uomo?
Come parlare agli altri del costante venirci incontro di Dio
se non ci saremo noi per primi impegnati nella costante
Maggio 1998 - 11
ricerca di Lui?
Come parlare agli altri di un Dio che si fa servo degli
uomini, che dà acqua e pane a chi ha fame e sete, che
asciuga lacrime, che lava i piedi se il nostro servizio avrà
solo i colori del potere?
Come parlare agli altri della presenza di Dio nella storia
di tutti i giorni se noi per primi non saremo capaci di
cercarLo e di trovarLo nel nostro quotidiano?
Essere testimoni: avere esperienza di Dio e giocare tutto
il nostro dire e il nostro fare sulla nostra credibilità di
persone.
L’universalità
“In tutto il mondo”... in verità Gesù dice prima “a Geru-
salemme”, poi dice “in tutta la regio-
ne della Giudea e della Samaria” e
alla fine dice “in tutto il mondo”
perché la Parola di Dio non può
avere confini, perché la Salvezza è
per tutti gli uomini, perché Dio o è
Dio di tutti gli uomini, o non è Dio!
“In tutto il mondo”... certo sareb-
be più semplice parlare solo con chi
è pronto ad ascoltarci, con chi ci è
più vicino, con chi capisce... è più
semplice parlare di Dio ai credenti,
parlare di sacramento del matrimo-
nio a chi ha già fatto una scelta in
questo senso, è più semplice parlare
con chi parla la nostra stessa lingua
ma lo Spirito, parlando la lingua
dell’amore e della libertà, ha fatto
comprendere uomini che parlavano
lingue diverse...
“In tutto il mondo” vale anche per
ogni tempo: ecco perché la Carta
deve passare oggi tra gli uomini e le
donne che cercano le strade del loro
amarsi coniugale e sacramentale,
tra gli uomini e le donne che chiedo-
no gli orientamenti per costruire il
loro matrimonio, tra gli uomini e le
donne che si interrogano e che ci
interrogano sui percorsi da fare in-
sieme per incontrare Dio.
La Carta deve essere vissuta
La Carta è il passato ma non deve
rimanere nel passato, e lo Spirito
può darle la vita dell’oggi.
Ramon Pannikar dice che tutta la tradizione se non si
espande come il profumo della Maddalena, si trasforma in
un tradimento come lo scandalo di Giuda.
Anche la Carta deve espandersi con i profumi e le voci
e le lingue di oggi... la Carta va ‘tradita” nel senso di affidata,
passata di mano in mano, di coppia in coppia, trasgredita
se vista dal passato, superata se vista dal futuro... posta
sulla via dell’oggi per incontrare Dio, animata dallo Spirito,
testimoniata da tutti noi.
“Lo Spirito del Signore riempie l’universo abbracciando
ogni cosa, conosce ogni voce... Riceverete la forza dello
Spirito Santo e sarete miei testimoni in tutto il mondo”.
Carlo e Maria Carla Volpini
Responsabili Superegione Ita
12 - Maggio 1998 END milano

Lo Spirito guida la coppia

Ritiro predicato da don Maurilio Frigerio
nella Giornata di Settore del 29 marzo 1998

Scegliamo di meditare diversi ambiti in cui lo Spirito compie

ICONA N° 2: LA DINAMICA PECCATO-
CONVERSIONE
la sua opera educativa ad una fede adulta e capace di rimettere
Proprio perché battezzati corriamo il rischio di non essere
in moto l’esperienza cristiana.
mai coscienti della nostra conversione. Nessuno chiamerà mai
La modalità che ci proponiamo è quella di dare indicazioni
un battezzato con l’appellativo di “convertito.”.Eppure que-
per una meditazione di coppia quale arricchimento e confronto
sta, in realtà, è la nostra vicenda quotidiana, se abbiamo il
sugli spumi di meditazione che offriremo.
coraggio di fare una lettura profonda di quando accade in noi.
Anche a questo proposito ci riferiamo alla Parola: “Io vi
ICONA N° 1: IL BATTESIMO battezzo con acqua per la conversione, ma colui che viene
A ben pensare lo Spirito Santo è continuamente indicato nel
dopo di me è più potente di me e io non sono degno neanche
cammino del cristiano non come una “persona” a sé stante,
di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.”
ma sempre in azione nella vita cristiana.
(Mt. 3. 11)
Il battesimo segna l’avvio concreto del cammino cristiano
Questa parola suscita in noi un atteggiamento interiore che
dell’iniziazione. Proprio mentre ci introduce a questo mistero
non vuole spaventarci e basta. Ci vuole invece condurre a
grande che ci racchiude nel seno della chiesa, la parola di Dio
cogliere una dinamica sempre presente nella vita del cristiano.
sottolinea l’opera dello Spirito: “ Gli rispose Gesù. ‘In verità,
In realtà le tre dimensioni del peccato, della conversione e della
in verità ti dico, se uno non rinasce da acqua e da Spirito, non
grazia si intersecano quotidianamente nella vita cristiana.
può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne
Questo fatto non ci deve meravigliare, ma ci deve indurre a
e quel che è nato dallo Spirito, è Spirito’.” (Gv. 3, 5-6).
ritenerci peccatori in continua conversione e ciò anche a
Questa parola, anche se un poco ermetica, per noi diviene
causa della santificazione continua operata dallo Spirito San-
illuminante. Si tratta di riflettere interiormente sulla capacità
to. Tale opera è allora di primaria importanza e come tale deve
generativa dello Spirito.
plasmare i nostri atteggiamenti interiori che dovranno essere
Lo Spirito è procreatore dei cristiani. E’ un’affermazione
ad esempio più pacificati e meno angosciati nei confronti di un
forte che non ci deve sfuggire mai.
Dio che salva costantemente i suoi figli dal dominio di tutto
Lo Spirito diviene alito di vita nuova e divina. La potenza ciò che è ultimamente male e perciò peccato. Dovremmo
di Dio è all’opera in pienezza nel battesimo quale irruzione della avvertire come urgente una traduzione vitale che ci rappresen-
vita di Dio in noi. La nostra creaturalità ne esce singolarmente
ti anche per gli altri come uomini e donne, come coppie di sposi,
rafforzata. Si tratta di cogliere in profondità che cosa significa in continua conversione. In tal modo sapremo non far diven-
che noi siamo “cristiani per grazia”, ossia per una iniziativa tare fonte di angoscia e di frustrazione fine a se stessa ed ogni
gratuita e proveniente di Dio che ci ha raggiunto per opera intoppo nel cammino di coppia. Anzi, proprio a partire da tali
dello Spirito Santo. intoppi, saremo capaci nella fede di intessere una preghiera a
Da turo ciò dovrebbe derivare un atteggiamento interiore: quello stesso Spirito che ci avvia a nuova conversione.
rendere grazie a Dio per ciò che lo Spirito ha operato di
“definitivo” in ciascuno di noi, apparteniamo a Cristo per
ICONA N° 3: IL SILENZIO SPIRITUALE
sempre.
Ogni silenzio dell’uomo ha una sua motivazione ultima, è
Questa riflessione attende una traduzione vitale che deve
atto umano, perciò pensato e sofferto nella sua progettazione
partire da un incontro di coppia che metta l’accento sul
e nella sua realizzazione. Pensiamo a quanti silenzi di coppia
battesimo quale dono dello Spirito.
END milano
sono, in realtà, molto eloquenti. Eppure esiste un silenzio
spirituale che fatichiamo a progettare insieme. Si tratta di un
silenzio provocatorio al massimo.
Anche a questo proposito la parola ci illumina: “Allora Gesù
fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal
diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta
notti, ebbe fame.” (Mt. 4, 1-2).
Saremmo tentati di cadere nello
sconcerto se pensassimo che la ten-
tazione sia opera dello stesso Spirito
Santo, invece qui si tratta di un ac-
compagnamento impegnativo, di un
padrinato che mette allo prova la
stessa potenza di Dio. Perché pensa-
re sempre ad uno Spirito nei momenti
della gioia e del trionfo interiore? Qui
lo Spirito accompagna Gesù nel mo-
mento della tentazione del potere,
dell’idolatria e di molte altre realtà
negative che dominano la scena del
mondo di ieri e di sempre. Gesù non
è solo, è accompagnato dallo Spirito.
L’atteggiamento interiore è in que-
sto caso una meta ardua da raggiun-
gere, profonda ma non per questo meno degna di essere
cercata e sospirata per un autentico cammino cristiano di
coppia. Immagino Gesù nel deserto silenzioso della tentazione
nuda e cruda, ma allo stesso tempo fiducioso nella presenza
eloquente dello Spirito che sostiene, che difende e consola.
Come proporci un risvolto vitale di tale certezza?
Probabilmente scegliendo di far tacere tutte le false sicurez-
ze che si annidano anche in una vita di coppia per privilegiare
l’eloquenza della preghiera, magari conquistata a fatica nel
deserto di un mondo che ci propone solo intrattenimenti
autocelebrativi capaci di esaltare elementi esteriori e mai
decisivi della nostra umanità.
ICONA N° 4: LA FORZA DELLO SPIRITO
ATTUALARICONCILIAZIONECONDIOEIL
PROSSIMO
Quanto ci mette in crisi il volto misericordioso di Dio? Molto
poco se non abbiamo il coraggio di farci illuminare da colui che
ci vuole avvolgere di un amore insperato, gratuito, provenien-
te ed universalmente valido. Un Dio siffatto ci pare poco
proponibile ed anche poco accettabile; un Dio scomodo.
Rischiamo di mandare in crisi un modello di amore umano, di
coppia, che è ancora basato sul dare e ricevere. Dobbiamo
invece, nei confronti di Dio, imparare ad essere un poco
Maggio 1998 - 13
“passivi”, a lasciarci amare, a mettere da parte la nostra
presunta intraprendenza sempre e comunque vincente.
C’è una parola a cui dobbiamo riferirci: “Disse ancora
questa parabola per alcuni che presumevano di essere giusti
e disprezzavano gli altri” (Lc. 18,9).
Si tratta dell’introduzione alla parabola del fariseo e del
pubblicano. Qui c’è in gioco il rapporto dell’uomo con Dio da
parte dell’uomo che si ritiene giusto, ed il rapporto con gli altri:
che sono evidentemente i peccatori, i non giusti. Noi rischiamo
di essere nella comunità cristiana in prima fila. Chiediamoci
quante volte diamo per scontato il nostro rapporto con Dio e
con i fratelli ed inoltre non dimentichiamoci mai che anche nella
vita di coppia ci si rapporta con Dio e con il fratello o sorella
che ti è accanto.
L’atteggiamento interiore a cui dobbiamo tendere è quello
di un’umiltà che si lascia edificare quotidianamente dallo
Spirito Santo. I nostri cuori molte volte assomigliano alle pietre
di un fiume: sono piene di asperità, di spigoli. Lo Spirito accetta
di smussare tutte le asperità, anche quelle più nascoste,
purché siamo interiormente convinti che il sacramento del
matrimonio opera permanentemente nella nostra vita di cop-
pia. Il “dovere di sedersi” è dare voce allo Spirito: si tratta della
traduzione vitale più consona a questo atteggiamento così
difficile da improvvisare.
E’ un cammino continuo, ma capace di unire interiormente
in un rinnovato rapporto con Dio ed uno sguardo decisamen-
te nuovo sul prossimo.
ICONA N° 5: LA MISSIONE SUGGERITA
DALLO SPIRITO
Riflettiamo ancora poco sul mandato battesimale affidatoci,
14 - Maggio 1998
ma a tale mandato dovremmo aggiungere quello che deriva dal
sacramento del matrimonio, siamo inviati a testimoniare con
l’amore coniugale lo stesso amore di Dio per i fratelli, a partire
dalla comunità familiare, dalla comunità ecclesiale e poter poi
raggiungere ogni uomo e donna che sono nel mondo.
La parola a questo riguardo è detta ai discepoli: “Andate
dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome
del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad
osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco io sono con voi
tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. (Mt. 28, 19-20)
Non possiamo rimanere solo stupefatti di questo comando
di Gesù. La nostra natura di uomini e donne capaci di portare
l’annuncio qualche volta ci fa inorgoglire e qualche altra volta
ci abbatte oltre misura di fronte al fallimento dell’annuncio che
non viene accolto se non addirittura rifiutato. C’è un atteggia-
mento interiore da coltivare che è la disposizione all’annuncio
che inizia col timore reverenziale di chi si affida allo Spirito di
Cristo, chiamato ad edificare la comunità dei credenti in lui. I
confini dell’annuncio non li stabiliamo noi né all’interno
dell’uomo, né all’esterno di esso. La missione nasce “dal di
dentro”, da una convinzione coltivata quotidianamente di
affidamento allo Spirito. Non è operazione facile, occorre
disporsi al rischio di aprire la porta di casa allo Spirito, le
richieste le farà lui, le disposizioni necessarie le susciterà lui.
Il risvolto nella vita di coppia non è sempre programmabile.
Occorrerà la perseveranza nella preghiera, nel dono quotidia-
no di sé all’altro, per intravedere nuovi spazi per la missione.
C’è una missione di coppia e di famiglia che stenta oggi ad
essere affermata. Non è il punto di partenza, ma piuttosto
quello di arrivo per chi ha scelto di confidare nella potenza di
Dio e perciò nel suo Spirito. La missione diviene forte stimolo
a camminare speditamente sulla via della santità coniugale che
deve essere avviata concretamente dai coniugi che quotidia-
namente mettono Dio e i fratelli al centro della loro esistenza.
ICONA N° 6: LA CAPACITA’ DI DISCERNI-
MENTO FRUTTO DELLO SPIRITO
Lo Spirito chiede di essere evidente in alcuni segni o frutti
che accompagnano il cammino di coppia. Ogni coppia é
chiamata ad operare tanti piccoli discernimenti quotidiani
nella vita familiare, sociale ed ecclesiale. Non possiamo con-
tinuare a ritenere che i cristiani si debbono fidare semplicisti-
camente del loro “buon senso”. Chi appartiene a Cristo ha
ricevuto il dono del discernimento profondo. Occorre saperci
umilmente preparare a discernere. Il discernimento nasce
anzitutto dall’affidarsi alla Parola letta e meditata alla luce dello
Spirito. La Parola di Dio possiede una “qualità” unica rispetto
alle altre “parole”.
Ascoltiamo: “Quando avete ascoltato da noi la parola di
Dio, l’avete accolta non come parola umana, com’é veramente,
quale parola di Dio, che agisce in voi che credete”. (1 Ts. 2, 13)
Del resto Gesù non ci ha insegnato tutto, ha lasciato
chiaramente questo compito alla Spirito: “Molte cose mi
restano da dirvi, ma non potete portarne il peso per ora.
Quando verrà lo Spirito di verità vi guiderà alla verità intera.”
(Gv. 16, 12-13)
Deve sorgere in noi un atteggiamento interiore di docilità
allo Spirito che giunge a noi attraverso la parola che diviene
rivelazione e discernimento nei confronti dell’agire. Imparare
a pregare la Parola significa agire, interiormente e spiritual-
mente, prima di cogliere il significato per la vita che questa
stessa parola addita e richiede. Non si tratta di un discernimen-
to che non coinvolge la vita, ma la sua radice ultima é nella
END milano
parola che chiede di venire incarnata nella modalità che lo
Spirito suggerisce. E’ un dialogo fecondo di coppia che
produce anzitutto un ricco discernimento sull’agire perché,
senza ascolto reciproco, non si riesce ad edificare sulla roccia
del vangelo. Una vita nuova può sorgere dopo che il soffio
dello Spirito ha dissipato ogni tenebra interiore ed esteriore.
Così lo Spirito scrive nei solchi della storia personale, di coppia
e delle nostre comunità cristiane.
ICONA DELLA FAMIGLIA
A partire dalla parabola del PADRE MISERICORDIOSO si
apre un nuovo orizzonte sull’agire di Dio. Un agire “sconsi-
derato” a prima vista. Un agire che edifica interiormente
persone incapaci di accogliere un padre siffatto, un Dio di
misericordia. Un Dio che castiga, che scaccia, che punisce
sembra un Dio più consono alle aspettative Dell’uomo. La
parabola ci mostra il padre che “lo vide e commosso gli corse
incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.” La parola è il verbo
che indica questa particolare commozione.
Si tratta di un atteggiamento inedito: non è il figlio a
commuoversi, ma il padre, non é il figlio a correre, ma il padre,
è il padre che lo abbraccia e lo bacia. La commozione é del tutto
particolare: essa indica l’aspetto materno della paternità di
Dio. Si tratta di un amore uterino e necessario, che lo rende
vulnerabile e sempre disponibile.
La paternità sottolinea l’aspetto libero dell’amore di Dio e
la maternità l’aspetto necessario. Ci sono in gioco due non-
figli, che debbono scoprire l’amore paterno e materno al tempo
stesso di Dio.
Da questa parola forte nascono a vita nuova i figli e
l’atteggiamento inatteso é la festa. La famiglia deve diventare
“luogo della festa e del perdono” mai disgiunti e separati.
L’uno esige l’altra. Il perdono (l’amore) e la festa vanno di pari
passo. L’atteggiamento interiore é il riconoscimento dei figli
che si volgono al Padre.
La traduzione vitale è una famiglia rigenerata da una nuova
rivelazione di Dio ed in particolare della sua gratuità. Si tratta
di una gratuità inesauribile che scaturisce dal sacrificio della
croce, che si rigenera continuamente per tutte le generazioni
nel sacrificio della croce. La fatica richiestaci é quella di
“volgerci al crocifisso”: l’icona dell’orrore tanto rifiutato dagli
uomini e tanto ostinatamente rivelato al mondo.
END milano
Il Vangelo in ottonari: per i più, e per i meno, piccini
GLI INDEMONIATI ED I PORCI
Or, avendo attraversato
il gran mare ormai calmato,
Gesù giunse sul terreno
ch’è chiamato Gadareno.
Fra le tombe tosto usciti,
due tipacci un po’ straniti,
ch’avean dentro Belzebù,
venner verso il buon Gesù.
Eran essi sì furiosi
ch’eran tutti timorosi
di passar per quella via
tanta in lor c’era pazzia.
Or avendol conosciuto
come Dio da lor temuto,
impauriti, trememondi,
quegli spiritacci immondi
cominciaro’ ad inveire:
“Cosa abbiamo da spartire,
noi creature dell’inferno,
con il figlio dell’Eterno?
Tu, incurante dei lamenti,
pria del tempo ci tormenti?”
Lì vicino, rosei, belli,
un bel branco di porcelli
era intento a pascolare
su una china in riva al mare.
Sessione Nazionale
Tema
Oltre il deserto guidati dallo Spirito;
lasciatevi riconciliare con Dio.
Estate
Sabato 22 agosto - Mercoledì 26 agosto '98
a Ciampino (Roma)
Costo L. 240.000 per persona:
gratis bambini fino a 3 anni, 50% da 3 a 12 anni
Caparra L. 50.000 a persona
Adesioni entro il 30 giugno 1998
Maggio 1998 - 15
“Se di qua vorrai scacciarci
ti preghiamo di mandarci
in quel branco di suini”
a lui chieser birichini.
“Fate pure, andate, orsù”
di rimando fe’ Gesù.
E, obbedienti al suo comando,
i due uomini lasciando,
i demon fer irruzione
dei maiali nel gruppone.
I porcel come impazziti,
dai demoni sì atterriti,
sotto chock d'adrenalina,
si lanciaron per la china
poi finedo ad affogare
tutti quanti in mezzo al mare.
I guardiani, spaventati
tosto corser trafelati
in città per raccontare
dei maiali morti in mare,
e pur degli indemoniati
dagli spiriti lasciati.
Or tutti ebbero timore
e gli chiesero il favore
la città lor di lasciare
e tornar di là del mare:
ben più degli indemoniati
gli importavan gli insaccati...
16 - Maggio 1998 END milano

LE NOSTRE RUBRICHE
L’angolo dei ghiottoni
Il "trifle" (la vera zuppa inglese)
Ingredienti di base per dodici perso-
ne: per il pan di Spagna 6 uova,
farina gr 180, zucchero gr 180. Per
la crema: 6 tuorli, latte l 1, zucchero
gr 200, fecola gr 30, burro gr 100.
Per guarnire: pesche sciroppate gr
500, panna montata gr 400.
Preparare il Pan di Spagna: separa-
re tuorli ed albumi, montare a neve
gli albumi con 1/3 dello zucchero fino a che siano ben
solidi. Montare i tuorli col restante zucchero fino a
sbiancarli. Amalgamare il tutto con delicatezza aggiun-
gendo la farina a spaglio. Cuocere a fuoco lento (120°C)
per un'ora o più. Provare la cottura con uno stecco.
Preparare la crema stemperando zucchero, tuorli e fecola
con un po' di latte. Far bollire il restante latte col burro:
aggiungere pian piano il latte bollente mescolando ener- Buon umore in pillole
gicamente. Se necessario completare la cottura della Dopo aver visto la magra raccolta nel vassoio delle
crema a fuoco lentissimo fino ad averla ben addensata. offerte, il parroco si volge ai suoi parrocchiani:
Tagliare a metà il pan di Spagna. Versare un po' di crema "Fratelli, oggi quando sono arrivato in chiesa ho
ancora calda in una coppa. Mettere un tondello di pan visto tutte quelle belle automobili parcheggiate sulla
di Spagna, bagnandolo con metà dello sciroppo delle piazza e mi sono chiesto: mio Dio, dove sono i poveri?
pesche. Mettere le pesche a tocchi ed annegarle colla Ora che ho visto le vostre offerte mi domando: mio Dio,
crema tenendone un po' da parte. Mettere il secondo dove sono i ricchi?"
tondello di pan di Spagna bagnandolo col restante
sciroppo. Aggiungere la crema restante.
Far raffreddare bene il tutto e lasciarlo poi in frigorifero.
Ricordiamo a tutti gli Équipiers che il nostro
Prima di servire guarnire la sommità colla panna monta- giornalino nasce da contributi spontanei, che gli
ta, magari con l'uso di una tasca per un bel decoro. articoli vengono impaginati in modo artigianale e
Lo chèf Lino Opeavasa che l’ordine in cui essi compaiono è solo casuale.
Ricordiamo invece che solo gli articoli firmati
“Equipe di Settore” esprimono la posizione del Set-
tore: tutti gli altri sono proposte che possono essere
PROGRAMMA oggetto di riflessione e confronto, nel rispetto di un
fraterno pluralismo
Paolo e Laura Casalone
ANNO 1997/98
Incontro con i Consigkieri Spirituali 22 giugno '98
ore 20,00 Monza - Casa Casalone Sommario
Ritiro Spirituale 12-13 settembre '98 Argomento Pag.
Somasca di Vercurago (LC)
END = Fine di un servizio - Paolo e Laura Casalone 1
Tema: La riscoperta del progetto di Dio sul nostro amore
... Sia fatta la tua volontà... - Paolo e Lidia Avesani 2
alla luce dello Spirito Santo
Il conclave di marzo - Paolo Avesani 3
Predicatore padre Giuseppe Oltolina
Una preghiera insieme 4
Siamo poi tutti invitati alla sessione estiva, a Ciampino Programma Ritiro Spirituale di Settore 5
(Roma) a fine agosto. Le END all'alba del terzo millennio- Volpini 6-11
Rinnoviamo l'invito a partecipare, a spese del Settore,ad Lo Spirito guida la coppia - don Maurilio Frigerio 12-14
almeno un Consigliere Spirituale. Gli indemoniati ed i porci 15
Lo stesso aiuto economico è disponibile per le coppie Le nostre rubriche 16
che ne avessero necessità.
Redazione: Paolo e Lidia Avesani - Monza 1