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Io direi che se il problema è, oltre che politico, anche


culturale e artistico (e in questo caso lo è) la partecipazione
dell'artista è indispensabile. Non ha colore l'arte, ma anche la
libertà di parola, di pensiero e di espressione non hanno colore
quindi se si ritiene che questi diritti siano violati (come io
purtroppo credo) potrebbe... (e dico potrebbe perchè ogni artista è
libero, se è veramente libero, di fare quello che gli pare)...
potrebbe partecipare ad una manifestazione politica... Rimane sempre
il teorema che ho esposto altre volte: In italia il problema
culturale è solo dell'artista disoccupato o è di tutti, anche dei
divi, o giù di lì? -
Io credo che il nostro amico prima deve chiedersi se lui è un artista
libero, poi decifrare se il momento storico richiede per la cultura e
l'arte un intervento attivo, quindi rispondere alla mia domanda. A
questo punto svanirà come d'incanto il problema di essere un attore
di destra o di sinistra...
Roberto parafante

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…Sono pienamente d’accordo, nel mio piccolo, con ciò che tu, Benedetta, (scusa il “

tu”.. ma in questi casi il “tu” serve ad unire le forze in modo più diretto e genuino..) dici in modo chiaro e
sentito! Le hai ben dette anche per molti di noi! Grazie,

Roberta Bartoletti

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Penso che il

pluralismo non è di sinistra o di desta, è solo democrazia

enrico de bernart

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… volevo ricordare all' attore, che non esiste destra o sinistra quando una nazione sta perdendo la sua
identità culturale (e posti di lavoro) quando un governo effettua dei tagli in bilancio alle spese culturali.
Volevo ricordare altresì che anche ai tempi del Governo di centrosinistra (Prodi) abbiamo portato avanti
battaglie, in egual misura, contro i tagli che allora venivano effettuati nei confronti della Cultura Italiana. La
Cultura non conosce posizioni e privilegi ne di destra ne di sinistra, la Cultura non è un oggetto in mano al
potere politico, la Cultura è un elemento universale che aiuta i popoli a scambiarsi conoscenze e intelletto…

Cordialmente
Maurizio Gianandrea
Presidente Accademia della luce

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… mi scoccia moltissimo trovarmi accanto a tanti (!!!) colleghi (attori, registi e via dicendo) che al riparo del
"culturame" di sinistra si autopromuovono uomini o operatori di cultura, coinvolgendo nelle loro richieste
(spesso solo di quattrini) tantissimi giovani animati (loro sì) da grandi aspettative molto ma molto più
meritevoli di occasioni per sperimentarsi nel nostro difficile mondo. Difficile perchè è difficile definirsi artisti,
interpreti del mondo che bene o male ci circonda senza vergognarsi un po’ o almeno senza sentirsi
inadeguati al compito. Comunque resta il fatto che parlare, che porsi qualche domanda, non fa mai male e fa
bene ricordarlo a quel mondo di colleghi-attori, ciechi e muti, che non vedranno mai la luce della
conoscenza se non saranno contagiati da quel morbo salutare che è il dubbio.

Sergio Fantoni.

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Caro collega

ho sempre pensato che fare teatro fosse "comunicare",avere un rapporto


con il pubblico,trasmettere emozioni

idee, dell'autore del regista di noi attori. Quindi anche


l'interpretazione più personale diventando pubblica

inevitabilmente diventa politica per cosa esprimiamo e per come la


esprimiamo:si può essere d'accordo o meno

naturalmente.

A proposito della tua lettera: io al contrario di te scenderei in


piazza contro il governo Berlusconi ogni giorno

e non solo contro i tagli al Fus ma per qualunque cosa questo governo
ha fatto nella sua già troppo lunga e

disastrosa vita e per cosa si accinge a fare : vedi scuola, vedi leggi
fatte ad hoc, vedi intimidazioni verso la
magistratura, vedi minacce ed insulti ai giornalisti, vedi
lottizzazioni,vedi respingimenti, vedi bugie.....e mi fermo

qua.

Allora caro collega scendo in piazza non solo per i tagli al Fus ma
soprattutto perché mi indigna come questo

governo agisce e prima che come attrice scendo in piazza e voglio


esserci anch'io come una persona

qualsiasi.una persona come tante,di destra o di sinistra,a cui non


piacciono gli abusi, la cattiva politica , la

malafede la cialtroneria,l'arroganza,la volgarità e soprattutto il


cattivo governo che sono costretta a subire.

nunzia greco

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Collega-attore… voglio solo farti notare che il tuo messaggio è fortemente politico. Quanti anni hai?Anche se
mi spaventa,non poco, per il tuo e nostro futuro ,mi auguro che tu sia giovanissimo. Se così non fosse mi
domando dove e come hai vissuto fino ad ora.
A quali manifestazioni della destra (per par condicio-brutto termine estremamente politicizzato-)dovremmo
partecipare?
Family-day?
Contro gli immigrati?
Contro i giudici e magistrati?
Per i tagli al FUS e ad altro?
A favore delle purghe berlusconiane?
Contro le libertà d'informazione?(Mi chiedo che lavoro tu faccia)
A favore dei rapporti tra mafia e politica?
A favore del "lodo alfano"?
A favore di tutte le "leggi ad personam"?
A favore della secessione della padania?
A favore dei raccomandati?
A favore delle Escort presidenziali?
Ect Ect Ect Ect Ect...................
Scusami sarai sicuramente un attore ma non un mio collega !
Salutissimi.
Franco Trevisi

**…mi sembra che ci sia poco da dire al nostro amico attore che non vuole
fare la manifestazione di "sinistra" , ma sarebbe disposto a farne una di destra
per par condicio.
Ognuno pensi e faccia ciò che reputa più coerente con la propria etica e il
proprio pensiero.
Io, che sono attrice e regista, invece, reagisco malissimo all'idea che una
manifestazione, così importante per la libera circolazione delle idee e delle
opinioni, venga annullata, seppure per la morte di poveri soldati avvenuta a
Kabul.
Sono convinta che sia una scelta "laico-bigotta" (passatemi il neologismo), di
quelle che troppo spesso la cosiddetta sinistra, continua a fare. Penso, come
cittadina impegnata nel mondo della cultura, che il perbenismo di cui si è
rivestita la sinistra e la paura che dimostra del giudizio politico degli
"avversari" , produce un ultimo insopportabile motivo di confusione e
disorientamento. Io non solo avrei fatto la manifestazione, ma, forte di
migliaia di presenze, avrei spinto più in là la protesta, magari urlando la
disastrosa condizione in cui ci troviamo noi e tanti altre migliaia di persone
precarie. Avrei urlato la rabbia che mi è nata quando ho letto la proposta di
legge per la sicurezza in cui si vuole tappare la bocca agli artisti di strada.
Si sa, la libertà di parola è fortemente legata alla condizione sociale che
permetta, o no,di pensare e di parlare anzichè occupare la mente con
soluzioni di sopravvivenza.
Comunque, dato che questa manifestazione è stata spostata non si sa a
quando, sposteremo anche l'incazzatura e, poi, anche le idee e, poi, i
pensieri.... Può stare tranquillo il nostro amico bi partisan, molto presto
finiremo per non mischiarci con la politica.
Luisa Stagni

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…Per fortuna esistono altri paesi, come la Francia (che è governata dalla destra e che è ormai un
paese di destra da circa un ventennio perché la popolazione vota molto a destra), dove persino
durante la formazione, sia al liceo che nelle Accademie di arte drammatica nazionali, si insegna ai
ragazzi quanto e come il ruolo dell'artista si fondi in primis sul suo essere cittadino, sulla sua
educazione civica e sulla sua educazione a rivendicare i propri diritti sia come artista che come
lavoratore.
Questo fa sì che intere generazioni di lavoratori dello spettacolo da quarant'anni a oggi, siano capaci
di rivendicare il proprio ruolo sociale sia come interpreti che come cittadini sia come elettori.
Perché l'arte è un mestiere, è un valore sociale e quindi politico.
Altrimenti andate a fare i servi dei registi potenti o peggio della televisione. E crediate di essere
attori. E magari siatelo anche.
Buon pro vi faccia.

Valentina Fago (Parigi)

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…non sono propriamente un attore, ma un critico musicale e un autore teatrale. Agli attori che si dannano in
perfetta solitudine (in Italia è proprio il caso di dirlo!) sulle tavole dei teatri, da sempre misconosciuti, dalla
Politica e, peggio, dalla “Cultura” italiane (lo scandalo dei letteratucoli nostrani per il Nobel a Dario Fo!), ho
rubato il mestiere tre o quattro volte... Ricordo al “collega attore” che già nella sua Etica a Nicomaco
Aristotele nega che possa esistere qualsiasi azione compiuta da qualsiasi cittadino che non abbia per il solo
fatti di “agire” un significato e un influsso politico. Anche il non intervenire, porsi al di fuori della mischia, che
già per Aristotele, e ancora prima per il suo maestro Platone, è il modo peggiore di fare politica: illudersi cioè
di non farla, e perciò stesso legittimare le ingiustizie perpetrate dalla parte peggiore della società alla quale,
piaccia o no, volenti o nolenti, si appartiene. Non agire è già una forma di agire: in linguaggio banale si
direbbe “lavarsene le mani come Pilato”. Ho citato così antichi e autorevoli pareri per ricordare all’attore che
il problema da lui posto non è nuovo, e che da almeno 2500 anni la soluzione da lui suggerita è da tutti
considereta non tanto la peggiore, ma quella politicamente più scorretta.
I guai di questo paese, a mio avviso, nascono proprio perché troppi “si lavano le mani”. Non è piacevole
ricordare che gli italiani non hanno mai portato a termine una rivoluzione e che si sono liberati di una
dittatura solo con l’intervento di truppe straniere, nel secolo XIX i francesi di Napoleone, nel 1943-45, per
l’arrivo delle truppe americane. La Resistenza è stata importante, ma senza gli americani avrebbe perso. E
non ha pur troppo coinvolto che una minoranza degli italiani: gli altri sono rimasti a guardare. Rileggete per
favore i romanzi di Cesare Pavese, soprattutto La casa in collina.
Che fare? Eh sì! “Che fare?”
Be’, francamente i dati oggettivi del degrado democratico è così evidente che scendere in piazza per
difendere la libertà di stampa, mi sembra proprio il minimo.
Grazie della pazienza di essere arrivati alla fine di questa mia (disperata?) lettera di un italiano che ogni
volta che rientra in Italia da qualche altro paese si sente precipitato in un inferno che non crede di meritare
(ormai perfino rientrando dalla disastrata Argentina e dalla problematica Grecia).

Dino Villatico

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caro collega-attore di destra,

noi lavoratori dello spettacolo manifestiamo per difendere i nostri diritti sia di fronte ad un governo di centro
sinistra che di fronte ad un governo di centro destra. Entriamo nel merito della rivendicazione e analizziamo
a nostro avviso gli errori commessi dal governo di turno e suggeriamo soluzioni.
I tagli apportati allo spettacolo - più del 30% - sono un danno enorme per la produzione e di conseguenza
per l'occupazione.
Battersi per far capire a chi ci governa (sia di destra che di sinistra) che il FUS fondo unico dello spettacolo
deve essere incrementato come investimento e non come finanziamento passivo è dovere di ogni lavoratore
dello spettacolo comunque la pensi.
Caro collega-attore dici che vorresti fare per par condicio una manifestazione di destra. FALLA!!!!!!!!
Sarei curioso di conoscere il tema di questa manifestazione e le argomentazioni che ne seguirebbero.
se poi vuoi affrontare il tema della cultura-spettacolo , sappi che chi ti parla non è e non sarà mai per gli
scambi di voto,
per le clientele e per l'esaltazione di amatoriali veline o escort che si affacciano al mondo dello spettacolo
dopo avere passato una notte brava con autorevoli personaggi che dovrebbero guidare il paese dandone il
buon esempio.
penso che la professionalità sia l'elemento di riferimento per un paese civile.
Infine , voglio farti riflettere sul fatto che riducendo gli investimenti aumentiamo l'ignoranza del cittadino .
non voglio pensare che chi governa voglia renderci più ignoranti per poter imporre la cultura della testa e
della schiena bassa.
caro collega-attore,
unisciti a noi che lottiamo anche per te e collabora alla soluzione dei diritti dei lavoratori dello spettacolo
molto spesso usati come giullari del potere.

salvatore gioncardi

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Ho ripreso la mail sul mio blog…
http://paesaniniland.blogspot.com/2009/09/brunetta-e-il-cinema-italiano.html

Un timido tentativo di fare un ragionamento approfondito su una posizione diffusa ma insostenibile (e un po’
ridicola francamente…)

Alessandro P.

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Prendere una posizione per la salvaguardia della cultura in Italia diventa automaticamente una posizione
politica! Da quando io sono al mondo e sono tanti anni ormai è stata sempre una sola parte a difendere
questa capacità umana! L'altra ha sempre cercato di affossarla per addormentare le menti! Guarda oggi le
nostre televisioni e a chi sono in mano e quanta sottocultura crea. La posizione dell'attore è poi come
quella del poeta che tramanda nel tempo le varie vicende di tutti i tempi che a sua volta verranno riprese in
futuro da altri. Questo fa parte del nostro vivere, dell' alimentare le nostre menti dando una giusta
collocazione alle cose! Sono anni che sono dell'ambiente e ho lavorato con autori di destra e di sinistra e ho
sempre notato che chi ha in progetto di fare film o progetti di contenuto, ha sempre avuto bastoni tra le ruote
e grosse difficoltà arrivando al primo ciak spesso estremamente stressato. Fare un film di cassetta è stato
sempre molto più semplice, anzi auspicato dai vari poteri. Ecco la funzione del FUS, aiutare senza
pretendere lauti incassi , che pur ci potrebbero essere, i film e le rappresentazioni teatrali di più difficile
rappresentazione. Perché sono proprio queste quelle più osteggiate da certe posizioni politiche , ecco
perchè poi la politica entra! E poi cè ancora, un altro problema, quello della vita comune, la vita di tutti i
giorni, far l'attore, il regista addirittura il tecnico è un modo di essere, una filosofia di vita, fatta magari da
quando si è giovani e questo comporta evoluzioni, aggiornamenti, impegno quasi tutti i giorni, per poter poi
dare conoscenza agli altri. Questo non è assolutamente tutelato come in altri paesi, per noi disoccupazione
significa impossibilità di poter continuare e poter vivere!

Un semplice capo elettricista!


Massimo Millozzi

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…l'attore in quanto tale è un artista e non dovrebbe avere appartenenze, ma mi rendo conto che la società
e il momento politico difficile e complesso ci obbliga a delle scelte .

Rosa Ferraiolo
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Concordo pienamente con quanto scritto da Benedetta. Il nostro amico attore mi sembra abbia le idee un
po' confuse rispetto al concetto di politica e di partecipazione alla "res publica", da parte di ogni singolo
cittadino.

Vorrei aggiungere invece una considerazione riguardo la battaglia sul FUS.


Nel caso le nostre istanze dovessero ottenere gli esiti desiderati, mi piacerebbe che, con la stessa energia e
attenzione, si ridiscutessero i criteri con cui i fondi debbano essere ripartiti. La trasparenza e tracciabilità di
ogni singola sovvenzione e gli esiti, i risultati, le verifiche doverose affinché le risorse investite generino
attività artistiche e culturali sempre nuove e non costituiscano invece, come è risultato fino ad oggi, una
sorta di vitalizi garantiti a strutture tanto elefantiache quanto obsolete, con settori artistici
sproporzionatamente sovvenzionati a discapito di altri a cui sono destinate le briciole, anch'esse, a loro
volta, iniquamente ripartite.

Fabio Bianchini

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…Presumo che il collega
si riferisca alla manifestazione per la libertà di informazione. E allora:

1) Credo che gli artisti tutti, operando nel campo della comunicazione
e della libera espressione individuale, debbano preoccuparsi di qualsiasi
tentativo, sia pur infinitesimale, di censura o inibizione da parte di qualsiasi potere.
A maggior ragione in una democrazia, dove manifestare e partecipare è un dovere;
innanzitutto, verso se stessi; verso la propria dignità di artista.

2)
Se l'arte, gli artisti e quindi gli attori vengono considerati (dall'artista stesso!)
al di sopra, al di fuori, estranei agli accadimenti sociali, politici o anche "quotidiani"
allora vuol dire che manca, nella formazione di quell'artista, qualche lettura
fondamentale. Se il collega è intorno i trent'anni, forse, può avere qualche
giustificazione. Altrimenti deve fare quelle letture. Deve comprendere che l'artista,
in quanto uomo, individuo sociale ed essere pensante non può ritenersi fuori da alcunché,
è solo una pia illusione.

3)
Giustamente, come tu dici, Benedetta, non esiste, per noi artisti
(ma direi, per noi individui sociali) questo, come dire, stupidello e surrettizio
concetto di par condicio e/o bipartisan. Ma più che argomentarlo io, semplice
individuo pensante, vorrei lasciare la parola, e il finale, a William Shakespeare.
Intanto, calorosamente, vi saluto,

Vittorio Viviani
DALL'AMLETO DI SHAKESPEARE

Dice Amleto:
Gli attori sono il resoconto e la cronaca essenziale dell’epoca.
E meglio sarebbe avere un cattivo epitaffio da morto,
piuttosto che averli contro da vivo. (1601)
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…sentirsi chiedere da qualcuno cosa si pensa di qualcos'altro è molto raro per me che faccio l'attrice
da molti anni in questo paese, poichè qui si pensa che gli attori non siano creature "pensanti" ma
solo strumento di "divertimento". Fatta questa premessa, forse banale per qualcuno, io sono stata
presente ad alcune manifestazioni di piazza contro i tagli al F.U.S. Da un lato ne vado fiera e anzi
sono perfettamente d'accordo con la sig.ra Buccellato in merito al ruolo politico dell'attore e
dell'artista in generale, ma la cosa che mi ha lasciato sinceramente perplessa durante queste
manifestazioni è stato vedervi partecipare alcuni "personaggi" della "cultura" che con il loro agire in
nome di essa e dello spettacolo, hanno affondato le loro mani nei fondi pubblici , si sono costruiti
una ricca e inattaccabile posizione nel panorama italiano e si sono innestati nei gangli del potere
(inutile negarlo) politico, sia di destra che di sinistra, al solo scopo di aumentare il loro potere
personale e quindi il loro personale "diritto" di accedere a tali fondi, producendo cose faraonice,
magari per un monologo. E' chiaro che le manifestazioni di protesta sono e debbono essere aperte a
tutti, ma è anche chiaro che solo adesso che il governo Berlusconi sta facendo scempio della
cultura, ad alcuni sia venuto in mente di cavalcare questa protesta secondo me perchè ora si sentono
veramente minacciati nel loro potere. Ci sono persone "degne" di protestare in piazza e altre meno,
ma tutte ne hanno il diritto, ovviamente. Io credo che il F.U.S. sia stato creato anche per incentivare
l'occupazione, ma quando vedo che le produzioni di compagnie che vi accedono sono formate da
uno, o due o tre attori al massimo, la perplessità mi assale. anche qui bisognerebbe fare pulizia e
riesaminare tutto ciò che finora è avvenuto, perchè il collasso della nostra società è anche colpa di
quelli che hanno taciuto,di sinistra o di destra, per timore o per convenienza, o per tutt'e due, o
semplicemente perchè denunciare significava e significa venire esclusi dal mondo del lavoro nello
spettacolo. Non nego che anch'io ho un po' paura che questa mia lettera venga resa pubblica e
danneggi ulteriormente il mio già affannoso cammino artistico, e quindi politico, che sto compiendo
da trent'anni, conto perciò sulla vostra discrezione.
Detto questo, aspetto la prossima manifestazione e vi ringrazio per la combattività

lettera firmata

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…e poi ci stupiamo se l'Italia è scesa così in basso....Questo Paese non è una Società Civile. Non ha
coscienza civica. Ho sento molto, troppo disinteresse nei confronti di una battaglia cui tutti siamo
chiamati. La libertà di stampa e di informazione è alla base della democrazia. Forse chi ti ha scritto
non conosce l'articolo 21 della Costituzione italiana? " L"indifferenza è il peso morto della Storia"
ha scritto Gramsci . E' vero. E quanta indifferenza intorno.... Smettiamola poi con queste
distinzioni-destra-sinistra...La democrazia è democrazia. Vogliamo vivere in una democrazia?
Vogliamo finalmente partecipare?
…Da parte mia ho firmato appelli e partecipato alle manifestazioni ogni volta che mi sembrava
necessario: contro i tagli alla cultura, alla scuola, contro il pacchetto sicurezza.... Sarò di nuovo in
piazza con Federazione Nazionale della per proclamare il mio diritto ad informare ed essere
informata. Senza paura di espormi.
Grazie
Antonella Appiano

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…C'è qualcuno che impedisce a un cittadino di andare a una manifestazione di destra? Appena
la destra organizzerà una manifestazione ci vada! Se la manifestazione fosse sui tagli al Fus ci vada a
maggior ragione!
Io non sarò con lui, ma va beh...
Ora però... perchè la destra non organizza tali manifestazioni?

Vittorio Amandola

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…Prima che Attore si è certamente donne-uomini cittadini di questo paese e questo ci obbliga a
condividere molte cose, come lavoratori di uno specifico settore, in questo caso culturale ( spettacolo certo,
ma anche scuola università informazione….) credo ci riguardino profondamente quelle che sono le direttive
e le decisioni del governo italiano , che sia di destra o di sinistra o di centro, e credo anche sia nostro
dovere partecipare attivamente e far valere la nostra esperienza , la nostra reale condizione, e quando
necessario il nostro dissenso ….che ultimamente è molto stimolato!!! E se politica tornasse ad avere il suo
giusto valore sarebbe semplicemente etica di un popolo …non vedo la sconvenienza quindi , in una
associazione come la nostra, ad occuparcene!!

SILVIA LUZZI

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…E' chiaro che ognuno la pensa come vuole, ma , come diceva Gramsci, non si
può essere cittadini senza essere anche partigiani. Tanto più in quanto
attori. Facendo questo mestiere, credo si abbia il dovere morale di
denunciare le anomalie della nostra democrazia. Al punto in cui siamo non è
neanche più questione di stare a destra o a sinistra ; la libertà di stampa è
come l'acqua : senza colore e universalmente necessaria.
Non so se la manifestazione ( quella promossa dalla FNSI n.d.r.) sia
politicizzata a sinistra, come riferisce il collega nella sua mail, so solo che a
"Voci Nel Deserto" è stato chiesto, per la scelta dei testi da recitare in
quella occasione, di tener conto di una pluralità politica che sarà presente in
piazza e quindi di non spingere l'acceleratore su riferimenti antigovernativi.

Caterina Corsi

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… più in soldoni, direi che la destra schifa la cultura ed accetta l'intrattenimento (vieni avanti cretino!)
perciò bisognerebbe chiedersi se lavoriamo per la cultura, o per l'intrattenimento.

Roberto Nobile

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…non mi pare che da destra siano venute da molti anni a questa parte proposte concrete
per la categoria; quando ci sono stati interventi per lo spettacolo (vedi Carlucci), sono stati
alquanto discutibili. Lo affermo (non sono un attore, ma lavoro in area artistica godendo -
o soffrendo - di una pensione Enpals) da osservatore del fenomeno, non iscritto ad alcun
partito né sindacato. E ancora, la riflessione viene da uno che è fortemente critico, specie
negli ultimi tempi, verso l'azione (o inazione?) della sinistra.
Manifestare contro quanto sta avvenendo è difendere la libertà d'espressione non solo
nell'area dell'informazione e dello spettacolo, ma anche in altre aree espressive, dalle arti
visive alla letteratura al web..

armando adolgiso

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Devo dire che il contraddittorio che si è aperto con quest'ultima e-mail mi lascia un po' perplesso...

Non è la prima volta che le proteste contro i tagli al FUS trovano detrattori... io per primo (ancor prima
delle polemiche scatenate dalla lettera di Baricco) posi il problema dei fondi pubblici allo spettacolo
chiedendo se non fosse meglio eliminarli totalmente piuttosto che farli gestire male.
Anche io… ho pensato che in passato non c'è stata una così massiccia PARTECIPAZIONE (mannaggia la
cavallina me scappa sempre sta parolina!) contro i tagli al FUS che di anno in anno sono andati sommandosi
(anche da parte di governi di centro sinistra!), ed il punto è proprio questo: prescindendo dall'appartenenza
politica di ognuno, che comunque si rispecchia nel modo di vivere e far cultura personali, anelo a trovare un
referente di CATEGORIA che non sia politicizzato.

Ovvero che mi frega se voti per il PD, il PDL (d’altronde ormai la differenza sta solo in una lettera a mio
modo di vedere sigh) o per il caro vecchio Partito dell'Amore (rimembranze degli anni '80!)!?!?

E' giusto che si scenda in piazza contro la volontà di soffocare la libertà d'espressione, contro la tendenza ad
impoverire le risorse per lo sviluppo della cultura e contro chi sta facendo di tutto per "rincoglionire"
l'opinione pubblica.

Sarà poi cura dei singoli farsi un'idea delle responsabilità e potrà, all'interno della propria cabina elettorale,
porre fine al malgoverno, se crede ci sia stato.

Facciamo politica, agiamo pubblicamente ma non diventiamo bandiere di schieramente. Un attore è di


destra o di sinistra... come tutti... ma alle manifestazioni io partecipo da professionista, sia che siano contro
il governo Berlusconi, che (come ce ne sarebbe stato bisogno in passato) contro governi di centro sinistra

Fabrizio Mineo

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Il taglio al FUS…è stato un atto politico bello e buono. Se non avessimo manifestato probabilmente il
reintegro (in parte) ce lo saremmo scordato. La protesta non è di sinistra o destra, tant'è che molti deputati
erano presenti alla manifestazione. Era solo un atto contro un governo che ritiene il FUS dei soldi buttati al
vento e non un volano per arricchire economicamente e culturalmente la nostra nazione, un po' come è
accaduto per i giornalisti e la libertà di stampa.

Dino Signorile

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…temo che il soggetto non sia l'unico, almeno l'ha scritto, baci

Carlo Cartier

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Credo che l'importante sia reagire a qualcuno che ci imbavaglia, che non ci permette di
lavorare, sia esso di sinistra o di destra. Credo anche che il solo fatto di vivere sia far politica e
chiunque, nel suo piccolo, può farla, sia un attore o no.

Stefanella Marrama

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Se la destra facesse manifestazioni
per il riconoscimento delle coppie di fatto
contro l'incitamento dello Stato Vaticano a disobbedire alle leggi che non gli piacciono
per la libertà di scelta dell'individuo sulla propria vita e la propria morte
per lo "ius soli" contro il razzista "ius sanguinis"
per il riconoscimento del diritto di voto amministrativo per gli immigrati in regola
per il superamento di una legge lettorale che affida a un pugno di oligarchi di partito la
composizione del Parlamento e per la restituzione agli elettori di questo diritto ...
non avrei alcuna difficoltà a partecipare alle loro manifestazioni.

Luciano Roffi – Roma


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…l'attore e' politico. Fare
teatro e' un'azione politica sempre. Purtroppo non sempre i colleghi
sembrano esserne consapevoli.
Gloria sapio

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…ho deciso di spendere quel grammo di vita per risponderti, giusto uno, perché gli altri mi servono
per cercare di trovare lavoro.
Mi permetto di intervenire solo sulla parola "collega" che noto che tu usi volentieri.
Quali colleghi?...
Per essere colleghi sarebbe necessario che noi appartenessimo ad una medesima categoria, e qual'è
questa categoria? Come si fa a parlare di diritti dei lavoratori, quando all'interno di questo grande
gruppo di lavoratori c'è chi guadagna 61,00 € e chi ne guadagna 3000,00 € … nello stesso giorno e
forse anche nello stesso spettacolo?...

Sono convinto, ed è per questo che non ho mai speso un grammo di vita per confrontarmi con la
vostra nobilissima battaglia, che, nonostante il mio animo sia totalmente anti Berlusconiano, i tagli
al Fus e la condotta fascista nei confronti della cultura di questo governo, non rappresentino in
alcun modo la radice dei nostri problemi. E' evidente che sono pericolosi e preoccupanti e che
condurranno la nostra cultura nei bassifondi della demenzialità, costringendo i pochi audaci che
resteranno alla "Resistenza", ma sono convinto che i veri responsabili di questo "mortifero
presente" siano certamente i direttori dei nostri teatri stabili, i presidenti dei nostri circuiti, i nostri
produttori, che conducendo un politica mafiosa di scambi e mazzette ha costretto il mercato ad
un'implosione fatale escludendo ormai definitivamente la gente, la massa, gli esseri umani da ogni
contatto con l'arte drammatica.
Questo è l'unico rimprovero che mi sento di fare a Baricco: perché non hai fatto i nomi? Tu che
puoi. Noi non possiamo.
Io non posso.
Credo che l'unica lotta sia denunciare i ladri, gli "scambisti". Il teatro italiano è un teatro di
scambisti: "Io ti do' questa mediocrità confezionata nel peggior modo, poiché non so fare altrimenti,
e poi perché dovrei farla meglio, e tu dammi la tua, passeremo il tempo a parlarne male
reciprocamente"…
Così il mercato muore e le piccole compagnie, che non possono far altro che pensare alla qualità,
poiché non hanno proprio nessun'altra occupazione, non scambiano, ma attenzione, non solo si
scambiano spettacoli con spettacoli, ma anche spettacoli con recensioni o premi o favori di altro
genere.

E qui interviene il terzo vertice di questo dannato meccanismo: i critici.


E subito sappiamo di cosa e di chi stiamo parlando.
Quanto la critica ha determinato in questi venti/trent'anni il nostro mercato, quanti registi che hanno
contribuito in maniera determinante ad allontanare oceani di pubblico dai teatri, soltanto perché
venivano e vengono sostenuti da una determinata persona. Che è poi la stessa che determina la
nascita o la morte di un attore o ancor di più di un autore, molto molto spesso ben al di là del suo
effettivo talento…
…Personalmente ho assistito a più di una reazione di stizza da noia mortale a teatro ed erano tutte
condivisibili, e questo non può essere giustificato dallo strapotere della televisione, ma solo dalla
miopia dei nostri produttori, dalla viltà dei direttori dei nostri teatri e dalla bassezza dei direttori dei
nostri circuiti.

Io non posso fare i nomi, perché per ora non voglio smettere di lavorare, ma mi pare evidente che
una lotta che vuole ristabilire la qualità e la bellezza al vertice dei valori della nostra cultura, deve
necessariamente tentare di farli e contemplare questi tre argomenti, o meglio queste tre vergogne
all'interno del proprio manifesto:
1 - l'esagerato compenso di molti "colleghi", tra i quali quello della signora Melato, rappresenta
soltanto un simbolo, un compenso senza senso e senza effettivo reale ritorno (infatti alcuni nostri
colleghi inglesi certamente più famosi della signora Melato percepiscono compensi ben inferiori);
2 - lo scambio degli spettacoli, che impedisce così che la qualità possa avere un mercato;
3 - la vergognosa condotta, lo strapotere incontrollabile e il basso livello della nostra critica in tutti
questi anni.

Proprio ieri ho sentito dire che Emma Dante raccoglie firme per cacciare a calci nel culo il signor
Carriglio fuori dal Teatro Stabile di Palermo… Certo lei se lo può permettere. Io no. Ma questa è
una lotta che mi piace e vorrei tanto che chi se lo può permettere seguisse il suo esempio e parlo a
tutti quei miei coetanei o meno che, per casi fortuiti o per talento se lo potrebbero permettere e
invece perpetuano gli stessi schemi di sempre, talvolta peggiorandoli e caricandoli di violenza.

Ciò nonostante è molto importante tutto quello che fate, ed è evidente che se ci saranno delle
vittorie, ne gioverò anch'io senza aver fatto nulla.
Per questo vi ringrazio.

P.S. Nonostante mi sia sforzato di non fare nomi, mi sono reso conto che li ho fatti e quelli che non
ho fatto sono stati ritratti in modo molto riconoscibile, per ovvie ragioni quindi decido di non
firmare e di mandare questa mail da un diverso indirizzo di posta.
Questo è il paese nel quale viviamo e questo è l’ambiente di lavoro nel quale tentiamo di fare arte.
Se avessi scritto una lettera contro Berlusconi non avrei avuto nessun timore a firmarla, ma dopo
aver riletto quello che ho scritto, non ho la minima intenzione di suicidare le poche speranze che mi
sono rimaste nei confronti della mia arte. C’è da riflettere.

**
…concordo con la risposta al collega-attore, anche se la manifestazione mi sembra non fosse contro il
governo, ma contro una legge specifica voluta dal governo, dunque tutt'altro che una generica azione di
"sinistra" contro Berlusconi, doverosa per tutti coloto che ritengono che l'informazione libera ed onesta sia
un diritto imprescindibile in qualunque stato democratico, aldilà del colore politico.

Marinella Anaclerio

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…non e' pensabile oggi che non si esprimano le proprie idee e la propria
indignazione,manifestandole pubblicamente,per paura di chissà quale danno futuro !

LOREDANA MARTINEZ
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…politica e partiti non sono la stessa cosa, esistono partiti di destra, di sinistra, di centro, di sopra e di sotto,
ai partiti si può aderire spesso solo per motivi di comodo, si sbaglia il collega a pensare che la " cultura" sia
solo di sinistra oggi molta " cultura" si è spostata a destra, perchè paga di più, così come mi ricordo non
troppi anni fa era conveniente essere di sinistra. Io personalmente non credo che questa sia una strada per
"fare" cultura, è una strada per far carriera, così come da sempre corteggiare il potere serve a far carriera;
come attore, se vuoi, ma anche come militare, come medico, come avvocato, etc. La Cultura, ecco quella
dovrebbe essere un'altra cosa, dovrebbe essere intelligenza, civiltà, rispetto...In questo senso nessuno
penso e tantomeno un uomo di cultura possa esimersi dal dovere di vivere politicamente la sua esistenza, al
contrario di quanto si sente dire oggi, chi lo sa perchè un professore non dovrebbe occuparsi di politica,
come se fosse possibile raccontare la storia della cultura evulsa dalla storia della civiltà che è politica, lo
stesso dicasi dei magistrati dei medici degli attori etc. ma forse il problema sta proprio in questa confusione,
quello che vorremmo è togliere a chi appartiene ad un partito diverso la possibilità di esprimersi.Ma allora
stiamo parlando di un problema di potere, che può in qualche maniera riguardare la politica ma non credo
assolutamente la cultura. Noi attori davvero dovremmo riflettere su queste cose, è difficile sbagliare tanto da
ridursi nella condizione in cui oggi ci ritroviamo come categoria intendo dire ( a volte penso che stiamo
peggio degli extracomunitari )possibile che davvero abbiamo sempre fatto cose sbagliate? oppure abbiamo
solo fatto troppo poco?( e allora perchè non organizzi un'altra manifestazione per esprimere tu i tuoi valori e i
tuoi convincimenti lasciando agli altri la possibilità di esprimere i loro?) . Ecco forse potremmo cominciare ad
occuparci di politica invece che solo delle nostre carriere.

Calogero Buttà

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…personalmente sono profondamente di sinistra, ma aldilà della mia convinzione politica ritengo
che si faccia politica anche quando si butta la spazzatura o si fa la spesa, figurarsi quando si fa
cultura.

Paola Migneco

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…quando sento enunciare argomentazioni di questo tenore (io non faccio politica!!!!!) sarei
tentato di chiedere all'interlocutore se la sua affermazione è dettata da bonomia,
semplicismo, ingenuità (difetti scusabili e quasi simpatici) o piuttosto da conformismo,
ignoranza, opportunismo e grettezza piccolo borghese (difetti un pò meno scusabili e
certamente non simpatici!) ,perché non è possibile che persone mature e responsabili (
come suppongo fosse quel collega) ci ammanniscano giustificazioni che, se non ricadono
nel primoordine di difetti, ricadono certamente nel secondo.
Auspico che nelle prossime occasioni che si presenteranno si ribadisca a
piena voce che la "apolitìa" non esiste, e che raccomandare a un soggetto (attore
o altro) di non fare poltica è come raccomandare a un medico nello svolgimento
delle sue funzioni di non occuparsi, per carità, di medicina!!!!!

Lamberto Consani

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Mi confermo sempre di piu' nell'idea che anche il teatro, ormai, rispecchi il nulla che siamo: paese
senza piu' morale, popolo senza piu' cultura, collettività senza piu' identità, che ama il nulla e si
specchia gaudente nella propria inesistenza. Mi tornano alla mente le parole di Kierkegaard, cosi'
profetiche: "State attenti, la nave è ormai in mano al cuoco di bordo, e le parole che trasmette
il megafono del comandante non riguardano piu' la rotta, ma quel che si mangerà domani."

Marco Parodi

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…sono un regista-sceneggiatore-autore, cosa ne penso, penso che le manifestazioni con
giuste cause vadano sempre fatte, quindi sono totalmente d'accordo con le
manifestazioni…
carlocotti

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…Io appartengo a quel gruppo di attori che in
genere non sono fisicamente presenti alle manifestazioni, ma credo di
portare avanti la stessa battaglia di civiltà continuando strenuamente a
ideare e proporre teatro.
Tra l'altro lavoro in una regione che in questo momento sta
attraversando un momento di grossa difficoltà a causa del recente
terremoto che ci ha colpiti, ma nonostante questo, dopo i primi momenti
passati a leccarci le ferite, abbiamo cercato subito di riorganizzarci…
Naturalmente "riorganizzarci" per noi non ha significato riprendere
immediatamente a recitare (non avendo più - tra l'altro - neanche un
luogo deputato, dato che il teatro che ci ospitava è crollato)...
riorganizzarci ha significato innanzitutto parlare con la gente,
rimettere in piedi quella rete di relazioni che avevamo con il pubblico
che ci seguiva, con gli studenti che ci ospitavano nelle loro scuole,
con i loro insegnanti che nella maggioranza dei casi (a dispetto di
quello che ne può pensare Brunetta o la Gelmini), sono persone
innamorate del loro lavoro e convinte che il teatro sia un momento
importantissimo nella formazione di quelli che chiamano "i nostri
ragazzi "... e nell'elenco ci metto anche gli amministratori
locali, che lamentano (come tutti noi) la cronica mancanza di fondi, ma
che sono convinti che il momento di aggregazione (e perché no, di
riflessione) che si crea attorno a un evento artistico, sia un elemento
fondamentale per la tenuta sociale delle comunità (più o meno piccole)
che si trovano a governare.

Due piccole riflessioni a margine:


1) Gli amministratori locali mi sembrano mediamente più sensibili
rispetto ai loro omologhi nazionali (forse dovremmo cercare di far leva
su di loro, per coinvolgerli nella nostra protesta?...)
2) Il gradimento del pubblico, fino al 6 aprile scorso, lo misuravo con
l'applausometro alla fine delle nostre rappresentazioni... da pochi mesi
mi sono accorto che forse c'è di più, e che forse si è un po' persa
la volontà di intercettare gli umori della gente…
'E il caso che ci facciamo anche noi un breve esame di coscienza?

… Nell'assoluto rispetto delle opinioni di tutti, io credo che prima


ancora che attori, noi siamo cittadini. In quanto tali, siamo tenuti
tutti a dare una risposta a quelli che noi riteniamo arbitrii del
potere! Decidere dall'alto di annullare qualunque trasmissione
potenzialmente concorrente, per dare spazio alla consegna delle prime
case ai terremotati, risulta essere operazione retorica e vuota
propaganda... questo non lo dico io, ma lo dicono i dati di ascolto
della trasmissione!...

Tra l'altro ho sentito persone presenti alla cerimonia, che mi hanno


riferito le seguenti cose:
l'unica casetta ad avere il prato davanti, era quella dalla quale il
nostro premier ha parlato... le altre nisba!...
gli applausi uditi in televisione venivano da altoparlanti, non
c'era nessuno dei presenti che applaudiva...
gli striscioni di protesta sono stati opportunamente confiscati
dalla polizia mezz'ora prima che il nostro Premier arrivasse in loco...

Protestare contro queste cose non è né di destra né di sinistra... Si va


in piazza e chi vuole condividere la protesta (sia esso di Destra o di
Sinistra) è il benvenuto!

Stamattina ho visto un video nel quale Berlusconi era ospite di un nuovo canale
generalista (di cui naturalmente è proprietario al 25%) della
televisione marocchina...
Era strano sentire il nostro Premier parlare di televisione (da noi non
lo fa mai!)...
Si è complimentato per il palinsesto, che si rivolgeva a conservatori e
democratici, vecchi e giovani, grandi e piccoli... poi ha aggiunto:
"Ricordate che la televisione entra nelle case e deve accontentare
tutti... Questo nuovo canale ha la responsabilità di indirizzare i gusti
delle persone, soprattutto dei giovani, che vanno sottratti
all'ideologia del fondamentalismo islamico per essere definitivamente
convertiti alla democrazia e al libero mercato!"…

Giuseppe Bisogno

**
…Sono Incazzato...e sono stupito dall 'ingenuità del collega, la politica fa parte
della nostra vita, quando pensi .....(SE PENSI) ed esprimi un opinione, fai
politica. Comunque sono molto preoccupato per le sorti nel nostro paese.
Foschi scenari all’ orrizzonte........ma non dobbiamo mollare.
VIGILARE........SEMPRE. RESISTERE . Grazie !
paolo lorimer
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…mi è difficile pensare ad attori , cioè persone colte sensibili intelligenti , "di destra". In Italia la tradizione
di destra non mi piace per nulla.

ornella cogliolo

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Bisognerebbe capire perchè uno fa l'attore...

Io lo faccio per esprimere un punto di vista, per nutrirlo, strutturarlo, fortificarlo e condividerlo.
Per me già solo vivere è fare politica, perchè da cosa leggo, da come mi pongo verso gli altri, verso il lavoro,
assumo una posizione. Mi identifico con certi valori piuttosto che altri..
e ci sono temi che non riguardano che lavoro fai, di che partito sei.. ma in che mondo vuoi vivere... io spero
che questo migliori e se per attestarlo devo anche scendere in piazza, beh... sono disposta a farlo!

Ilaria Di Luca

**
…mi pare che il collega faccia parte di quella numerosa accolita di gente dello spettacolo che non
vuole prendere posizione neppure quando si è con l'acqua alla gola come in questo momento. Forse
sarebbe bene ricordargli che anche all'epoca dei governi Prodi ci sono stati tagli al FUS e
conseguenti tentativi di manifestazioni, alle quali neanche in quel caso il collega avrà partecipato
per non sporcarsi di politica. Continuando così, lui si sentirà sempre più "pulito ed equidistante", e
la politica culturale italiana sempre più nella m...
Vorrei anche fargli notare che purtroppo non ricordo negli ultimi trent'anni una proposta di legge,
una modifica del Contratto Nazionale, una manifestazione in favore della cultura, dello spettacolo e
della libertà di informazione, proposte dalla destra. Evidentemente hanno sempre pensato che non
ce ne fosse bisogno... ed eccoci qui!
Lottare per la libertà di informazione e per la cultura non è nè di destra, nè di sinistra. Significa
lottare per la dignità della nostra vita culturale e del nostro mestiere.

Paolo Serra

**
Sono d'accordo con la Signora Buccellato tranne su un punto: ci sono
anche attori che non si sentono nè di destra nè di questa sinistra,
che cercano di sottrarsi allo schema bipartisan e che decidono di
protestare in maniera trasversale, giudicando i contenuti non la loro
provenienza. Contrariamente a quanto sostiene il collega che ha
scritto dei pensieri in libertà, forse senza accorgersi della gravità,
ritengo sia giunta l'ora per gli attori italiani di passare ad un
ruolo attivo nella società, propositivo, dobbiamo cioè "essere" nella
società invece di "non essere alcunchè!"

Ferdinando Maddaloni

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"La libertà non può mai essere barattata" disse una volta Sandro Pertini che per rimanere fedele a questa
alta frase pagò molto di persona, come spero sia noto a quel collega che ha scritto. Mai come in questi tristi
momenti abbiamo tutti bisogno di ritornare a figure nobili e incorrotte come Lui: quando un ministro della
Repubblica (Brunetta) chiede di cancellare totalmente il FUS perchè dato "a un culturame parassitario
vissuto di risorse pubbliche che sputa sentenze contro il proprio Paese, che ti spiega che questa Italia fa
schifo.... solo che loro non hanno mai lavorato per avere un'Italia migliore". Praticamente siamo tornati alla
fine dei bui anni 40, quando Scelba nel 1949 usò quella orribile e sprezzante definizione: "culturame"...
Mai ai tempi della "famigerata" Prima Repubblica si era scesi così in basso...

In quale paese del mondo un capo del governo possiede un impero mediatico di tale potenza e vastità? Un
importante intelettuale americano come Luttwak, più a destra di Bush, ha affermato anni addietro che mai
e poi mai in America questo sarebbe accaduto, perchè sarebbe inteso come un vero pericolo per la
democrazia. Questo disse un uomo di destra.
… benissimo fanno i registi, gli attori, i vari operatori teatrali e musicali, i giornalisti e altri ancora a
manifestare e a far sentire forte e chiara la nostra voce.
Il momento è grave: di Libertà si parla e bastano poche iniziative per portarla alla minuscola.
…Allora "Resistere, resistere, resistere" appunto perchè "La libertà non può mai essere barattata".

Carlo Manfio

**
…Chissà, forse qualcuno pensa che sia importante difendere solo i propri diritti personali, ma, parafrasando
Brecht, quando avranno preso tutti gli altri chi ci sarà a difendermi?

Stefania Tuzi, architetto

**
Al solito, gli attori sono e dimostrano di essere "ANIMALI DA CORTILE" e la loro ignoranza e
miopia merita la fine che stanno facendo.. che amarezza.. ci sono vari modi di servire il potere ed il
qualunquismo è sempre stato un ottimo salvacondotto per i potenti a farsi i fatti nostri per noi.
Quello che non capisce il collega, né i tanti altri completamente ignari, è che nella NON
PARTECIPAZIONE e nella FUGA DALLA PRESA DI POSIZIONI NETTE E CHIARE , non
necessariamente conflittuali, risiede il motivo della oscura sorte che ci tocca. Che dire di altro, ho
dato un'occhiata al programma dei teatri.. tutti spettacoli con due attori, recital della Melato in cui
lei si racconta... ma chi cazzo se ne frega? questa generazione di padri e madri UBU ha distrutto
con la propria vorace cupidigia e malattia di protagonismo tutto il teatro italiano, già da quando
prendevano di paga giornaliera, da soli, più dell'intero foglio paga di compagnie di 20 attori. E si
professano pure di sinistra! ora stanno ancora arraffando le ultime briciole prima di abbandonare la
nave che affonda. Non hanno creato giovani, li hanno depredati di talento ed energia fino a che
servivano senza creare e favorire la crescita di nuovi talenti e lasciandoci soli sparuti e disgregati.
In più il connaturato servilismo degli attori, pronti a portare a pisciare il cagnolino del capocomico e
a rispondere sempre si alla domanda "TU GUIDI?" ci porta, oggi, a non esistere più come
categoria! quindi non mi stupisce affatto il commento del "collega?" di che? in cosa siamo mai stati
collegati noi attori? questa malattia parte da lontano.. gli ultimi attori che ho visto, degni di tale
nome e responsabilità civile, sono quelli che fermavano uno spettacolo per preservare il diritto
dell'ultimo scritturato, ed ero bambino, tra quegli attori c'era mio padre. Oggi boh… grazie
Benedetta di non mollare mai

Antonio Carli

**
… il teatro - quindi tutti noi attori, dai tempi di Eschilo
- siamo entità politiche… Ma non ha tutti i torti l'attore che vi scrive
nel percepire una politicizzazione "a sinistra" anche nelle manifestazioni
contro i tagli del Fus: ed è inevitabile che sia così. Ci saranno anche "attori
di destra", come tu dici, ma da Visconti a Vladimir Luxuria la stragrande
maggioranza dei teatranti è stata ed è schierata a sinistra, chi lo smentisce è
o un ingenuo o un ipocrita. E non è difficile capirne il perché, stante
l'investimento storico di Togliatti e poi il colpo di coda del '68. Pertanto il
problema di una egemonia della Sinistra, nel teatro italiano e non soltanto,
esiste, e come se esiste! Allora, se si vuole prendere il "toro per le corna" è
assolutamente necessario agire in una maniera nuova, creando una LARGA E GRANDE
INTESA fra tutte le forze politche, perché possano riconoscere in maniera
completamente diversa la Cultura. Non è utopia, è la sola maniera per venirne
fuori: e in tal senso denunciando anzitutto le oligarchie che purtroppo proprio
la Sinistra ha sostenuto e sponsorizzato nel tempo. E' un discorso lungo,
difficile e delicato, ma va affrontato in questa maniera.

Franco Ricordi

**
…La libertà di stampa è un bene troppo prezioso per lasciarsi andare a bizantinismi e sofismi.
Qui non c'è da essere bipartisan (o cerchiobottisti). C'è da stare da una parte sola. Quella giusta.

Germano Mazzocchetti

**
…credo che in tutta questa ammucchiata di persone che manifestano senza neanche sapere cosa sia il Fus
o cosa sia un borderò, ci sia bisogno di qualche parola meno generalizzata e più rispondente alle cose come
(da 50 anni) stanno. Già negli anni 90 avevo alzato la voce su questi argomenti, e il risultato è stato che, pur
avendo una carriera molto ben avviata, ebbi un netto rallentamento, in quanto "scomodo". Da allora ho
deciso di non parlare più (tanto non credo che serva!) ma di "fare" (questa sì che è una manifestazione
politica!). Quindi ti prego di omettere il mio nome in calce alla lettera, se la pubblicherai, anche a costo di non
pubblicarla… Premettendo che tagliare sulla cultura è e resta una scellerata cosa, trovo tuttavia ridicolo e
inutile tutto questo fermento (di facciata) sui tagli al fus. Il problema (che sinceramente trovo irrisolvibile data
la mentalità feudale del nostro paese) è che i soldi del fus sono dati, da sempre, solo per vie "altre" dalla
cultura…il fus è inquinato da sovvenzioni a compagnie fittizie o che (dietro il facile fregio di "ricerca") fanno
(quando li fanno) spettacoli di assai dubbio valore culturale e teatrale. L'elenco dei contributi evidenzia da
sempre compagnie misteriose che (anche con borderò falsi) presentano progetti che magari vivono
reiterandosi quasi in segreto, in spazi sconosciuti, con personale di dubbia preparazione e con risultati
incomprensibili. E trovo assai disonesto che le compagnie "grandi", quelle che dai tagli hanno un serio
problema, mandino avanti per la protesta i giovani come teste di ariete, approfittando della disperazione
tipica dei nostri colleghi. Specie giovani, che sperano così di accodarsi a un gran baccano per cogliere
qualche briciola di scrittura al minimo sindacale. Sì perchè la Signora Melato non rivede minimanente il suo
cachet, mentre i suoi colleghi di compagnia subiscono clamorosi abbassamenti di paghe "perchè ci sono i
tagli"… Destra e sinistra non hanno mai fatto NIENTE per aggiustare la situazione, perchè è un ulteriore
modo di accaparrarsi potere. Lasciare tutto così permette di continuare ad avere il proprio zoccolo di
sostenitori, dando a quei pochi (raccomandati) l'illusione di essere protetti… Circuiti, stabili e compagnie
ufficiali continuano ad esercitare un monopolio blindato della nostra scena teatrale, arroccati sulle loro
posizioni e NON fanno entrare nessuno perchè dovrebbero togliere spazio a qualcun altro "protetto". .. il fus
andrebbe azzerato e bisognerebbe inventarne uno nuovo, su base tecnico-artistica e non "solo" artistica,
visto che l'"artistico" è ipocritamente soggettivo. Ovviamente bisognerebbe rivedere tutta la defiscalizzazione
del settore, che così è impercorribile, ma anche questa è pura filosofia, per la nostra (diventata) mediocre
Italia di spettacolo. Ma nel mucchio di una protesta generalista, spiegare come stanno le cose davvero è
molto rischioso e anche un po' patetico e noioso, quindi si dice solo che Berlusconi è un ignorante che taglia
sulla cultura, e chi (ignorante pure lui!) non gli andrebbe contro? I dettagli, che però sono importantissimi,
non si dicono. Si attacca a testa bassa senza (far) sapere e soprattutto senza una realistica strategia di
attacco. E in questa marmellata, chi guadagna? SOLO le grandi compagnie che così possono continuare ad
esercitare il loro monopolio e a sottopagare i loro attori. Credo che una protesta del "Fare" sia molto più
impattiva: se tutti i manifestanti si mettessero in gioco "facendo" spettacoli NON SOVVENZIONATI e
dichiarandolo, si capirebbe quali sono le effettive potenzialità di una categoria.
… Se il governo re-integrerà i tagli, chi se ne gioverà? Non certo le compagnie che arrancano ignorate dal
Fus, ma le solite compagnie che hanno già circuiti, cachet stellari e programmazioni a 4 anni! Oppure le
troppe (praticamente la metà delle sovvenzioni) compagnie fantasma che con i noti trucchi vanno avanti da
30 anni.Ecco il mio parere (molto in sintesi), ed ecco perchè sono tra i pochi che tacciono e non
manifestano…

(lettera firmata)

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