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OPERA DELLA PRIMARZIALE PISANA (O.P.

A)
1)Profilo dell'ente
L'Opera della Primaziale Pisana l'istituzione nata per sovrintendere ai lavori della costruzione dei monumenti della Piazza del Duomo, che occuparono e caratterizzarono tutta l'et comunale a Pisa. Come attestano le due famose epigrafi sulla facciata del Duomo, nel 1064 furono posate le prime pietre del Duomo stesso e vennero effettuate le spedizioni vittoriose contro le coste sicule e il porto di Palermo; e al tempo del vescovo Guido (morto nel 1076) fu innalzato il nuovo tempio. Fra il 1077 e il 1120, durante i lavori di edificazione del Duomo, l'Opera della Primaziale Pisana non aveva ancora una sua identit istituzionale. Il termine cominci ad essere usato nell'ultimo decennio del secolo XI, al tempo di Daiberto, arcivescovo di Pisa dal 1092, e stava ad indicare proprio i lavori di costruzione del monumento. L'assunzione da parte del Comune dell'autorit di dirigere una parte almeno di questi lavori, avvenne molto pi tardi, cio nei primi anni del XIII secolo: infatti nel 1201/1202 per la prima volta l'Operaio (l'amministratore dell'Opera) fu nominato dal podest anzich dall'arcivescovo; e nel 1207 una sentenza arbitrale sanc la legittimit di tale procedura.

Attualmente l'Opera della Primaziale Pisana soggetta, in quanto "fabbriceria", alla Legge Concordataria del 1929, in base alla quale retta da un Consiglio di Amministrazione composto da sette membri, nominati ogni tre anni con decreto del Ministro dell'Interno, i quali provvedono ad eleggere nel proprio seno il Presidente. Dal 1987 il complesso monumentale della Piazza del Duomo di Pisa stato riconosciuto dall'UNESCO "Patrimonio Mondiale dell'Umanit". Dal 1999 l'Opera della Primaziale Pisana si configura giuridicamente come Organizzazione non a fini di lucro (ONLUS), regolata da un proprio Statuto che definisce tra i suoi fini istituzionali la "tutela, promozione e valorizzazione del suo patrimonio artistico".

STATUTO

Articolo 1

L'Opera della Primaziale Pisana, Fabbriceria della Cattedrale di Pisa, con sede in Piazza del Duomo n17, dotata di personalit giuridica per possesso di stato attestato dal Ministro dell'Interno in data 24 novembre 1987. Essa persegue esclusivamente finalit di solidariet sociale nei seguenti settori di attivit:

a) nella custodia, tutela, conservazione e manutenzione, nonch nella promozione dell'immagine e valorizzazione, senza ingerenza nei servizi di Culto, della Cattedrale, del Battistero, del Campanile, del Campo Santo monumentale, dell'Episcopio, della chiesa di San Ranierino, dei Musei e degli altri beni di sua pertinenza, soggetti al vincolo di cui alla Legge 1 Giugno 1939 n. 1089, provvedendo in particolare modo: 1) alla amministrazione, alla manutenzione, alla conservazione e al restauro dei beni patrimoniali ed avventizi a quanto sopra destinati; 2) all'acquisto e alla manutenzione degli arredi, suppellettili ed impianti necessari alla chiesa, alla sacrestia annessa e agli altri monumenti, e ad ogni altra spesa connessa o strumentale allo svolgimento delle predette attivit che gravi per Statuto sul bilancio dell'Opera.

b) nella promozione della conoscenza della storia e dell'arte, in ogni sua forma e manifestazione culturale, che abbia riferimento al complesso monumentale e agli altri beni di sua pertinenza.

c) all'amministrazione, alle spese e alla manutenzione dei beni patrimoniali che eventualmente venissero destinati alle spese di ufficiatura e di Culto gravanti per Statuto sul bilancio dell'Opera, e non rientranti tra i beni soggetti al vincolo della Legge n. 1089/ 1939, nonch all'erogazione delle relative rendite;

d) a destinare inoltre alle spese di ufficiatura e di Culto il 5% delle rendite annuali con destinazione indeterminata o mista. Le rendite, come sopra, destinate a spese di ufficiatura e di Culto sono iscritte nel bilancio dell'Opera tra le partite di giro e vengono annualmente versate all'Ordinario Diocesano. L'Opera rappresentata dall'Operaio-Presidente.

Articolo 2

L'Opera provvede allo svolgimento delle attivit istituzionali di cui all'Articolo 1 con i seguenti mezzi finanziari: titoli di Stato e di enti pubblici italiani ed europei, obbligazioni e fondi di investimento obbligazionari italiani ed europei; canoni di livello e di censi e proventi di alienazioni di beni; rendite del debito pubblico; rendite del patrimonio immobiliare; proventi per tasse d'ingresso ai monumenti e ad ogni altro luogo ove, eventualmente, il pubblico sia ammesso a pagamento; contributi a carico dello Stato; contributi volontari dello Stato, di altri Enti e di privati, elargizioni e donazioni a qualsiasi titolo provenienti all'Opera; diritti di riproduzione sotto qualsiasi forma del patrimonio amministrato dall'Opera; altre entrate eventuali e diverse.

Articolo 3

L'Opera amministrata dalla Deputazione (Consiglio di Amministrazione) composta da sette membri scelti tra concittadini di specchiata moralit, di ottima condotta e professanti la religione cattolica; essi sono nominati per un triennio, due dall'Ordinario Diocesano, e cinque dal Ministro degli Interni, sentito l'Ordinario Diocesano. A nomina avvenuta, l'Operaio-Presidente, nel rispetto della tradizione dei rapporti con la comunit pisana, ne d comunicazione al Sindaco della citt. Non pu essere nominato componente della Deputazione chi abbia rapporti d'interesse, proprio o del coniuge o dei parenti o affini sino al quarto grado, con l'Opera della Primaziale. Non possono essere contemporaneamente componenti della stessa Deputazione coniugi o parenti o affini entro il terzo grado. Qualora uno dei membri della Deputazione in carica venga a decadere per dimissioni o morte o incapacit all'esercizio delle sue funzioni, l'Autorit che lo aveva nominato, provveder alla nomina del successore, che rester in carica per la residua parte del mandato del predecessore.

Articolo 4

L'Operaio-Presidente in carica all'atto della nomina della nuova Deputazione, entro venti giorni dalla data di ricezione della comunicazione dell'avvenuta nomina, la convoca perch proceda all'elezione del nuovo Operaio-Presidente. L'Operaio-Presidente eletto dalla Deputazione dell'Opera nel suo seno, a scrutinio segreto, in apposita seduta. L'elezione dell'Operaio-Presidente non valida se non fatta con l'intervento di almeno cinque Deputati in carica ed a maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto. Qualora la prima convocazione sia andata deserta per mancanza del numero legale, oppure nessun candidato abbia ottenuto la maggioranza assoluta, l'elezione rinviata ad altra adunanza, eventualmente anche straordinaria, da tenersi entro il termine di otto giorni, nella quale si procede a nuova votazione, sempre che siano presenti almeno cinque Deputati in carica. Qualora scada infruttuosamente il termine stabilito di venti giorni, la Deputazione convocata d'ufficio dal Prefetto. Copia del verbale relativo all'elezione dell'Operaio-Presidente trasmesso entro il termine di otto giorni, al Prefetto che ne curer l'inoltro al Ministro dell'Interno per il decreto di nomina dell'eletto. Appena pervenuta comunicazione del decreto di nomina, l'Operaio-Presidente convoca la Deputazione per il suo insediamento e per il passaggio delle consegne, informandone l'Ordinario Diocesano ed il Prefetto.

Articolo 5

L'Operaio-Presidente ed i componenti della Deputazione durano in carica tre anni e possono essere confermati. Tale loro carica puramente onorifica ed essi prestano la loro opera a titolo gratuito. E' ammesso nei loro confronti il rimborso delle spese sostenute in ragione della carica.

Articolo 6

La Deputazione convocata dall'Operaio-Presidente per deliberare su questioni riguardanti i compiti istituzionali dell'Opera della Primaziale tutte le volte che lo reputi necessario o quando la convocazione sia richiesta dalla maggioranza dei componenti; la convocazione dovr essere fatta con preavviso di almeno cinque giorni, salvo casi di urgenza e salvo la presenza di tutti i componenti. - Le adunanze della Deputazione sono valide se sono presenti almeno quattro componenti, compreso l'Operaio-Presidente. - Le deliberazioni della Deputazione regolarmente convocata sono adottate a maggioranza di voti. In caso di parit di voti prevale il voto del Presidente. - In caso di assenza o impedimento dell'Operaio-Presidente ne fa le veci il Deputato anziano. L'anzianit desunta dalla data della prima nomina e, a parit di data di nomina, dall'et. - I componenti della Deputazione che, senza giustificato motivo, non partecipano alle adunanze per tre volte consecutive decadono dalla carica e devono essere sostituiti. - Alle adunanze della Deputazione assiste anche il Segretario dell'Opera che incaricato di redigere i relativi verbali. - I verbali sono firmati dall'Operaio-Presidente e dal Segretario.

Articolo 7

L'Operaio-Presidente eletto a scrutinio segreto dalla Deputazione nel suo seno nella sua prima riunione. Egli il rappresentante legale dell'Opera della Primaziale; a lui spettano le competenze e gli onori che per antica tradizione e per Statuto spettano a questa plurisecolare magistratura. L'Operaio-Presidente convoca la Deputazione in seduta ordinaria e straordinaria; sottopone all'approvazione della Deputazione, il Bilancio Preventivo dell'anno successivo e lo trasmette al Prefetto entro il 30 Novembre dell'anno in corso; sottopone inoltre all'approvazione della Deputazione il Conto Consuntivo, che trasmette poi al Prefetto entro il termine del 31 Marzo di ciascun anno; esegue le deliberazioni della Deputazione ed eroga le spese ordinarie iscritte in Bilancio e le altre alle quali sia espressamente autorizzato dalla Deputazione; in caso di urgenza, adotta i provvedimenti necessari e ne riferisce per la ratifica alla Deputazione nella prima adunanza utile; promuove le azioni a tutela dei diritti relativi ai beni amministrati dall'Opera.

Articolo 8

La Deputazione dell'Opera convocata in riunione ordinaria e straordinaria dall'Operaio-Presidente; riunita in seduta ordinaria: approva a maggioranza, il conto consuntivo e il bilancio preventivo, che poi l'Operaio Presidente trasmette al Prefetto. Qualora il Prefetto abbia formulato delle osservazioni riguardanti il Bilancio Preventivo o quello Consuntivo, la Deputazione riesaminer i provvedimenti alla stregua delle osservazioni stesse e deliberer eventuali rettifiche ed integrazioni; delibera i provvedimenti di spesa ordinari e straordinari relativi alle opere e alle spese di cui all'articolo 1 di questo Statuto; delibera le azioni di tutela dei diritti dell'Opera; ratifica i provvedimenti d'urgenza decisi dall'Operaio-Presidente; delibera lo storno di fondi da un conto all'altro del bilancio; delibera in merito all'accettazione di lasciti o donazioni o depositi in custodia; delibera sull'alienazione di beni e sull'assunzione di mutui o obbligazioni; delibera per quanto attiene la realizzazione delle attivit istituzionali e connesse diverse da quelle previste dalla legge n. 460/1997 (art.15) circa le forme d'impiego delle rendite dell'Opera della Primaziale.

Articolo 9

Il Segretario dell'Opera: sovraintende al buon andamento dei servizi amministrativi ed personalmente responsabile della tenuta dei registri e della regolarit dei conti; cura la riscossione delle rendite, l'annotazione nei registri delle entrate e delle spese, la compilazione dell'inventario dei mobili ed immobili, e la conservazione dell'archivio; provvede ai pagamenti secondo gli impegni assunti con formali provvedimenti dell'Amministrazione; sovraintende e provvede, dando le opportune disposizioni, al regolare adempimento delle deliberazioni prese dalla Deputazione e ai servizi di vigilanza e cassa, in osservanza di quanto stabilito dall'apposito Regolamento; redige i verbali della adunanze della Deputazione e li sottoscrive insieme con l'Operaio-Presidente.

Articolo 10

Lo stato giuridico, il trattamento economico e di quiescenza del personale dipendente dell'Opera sono disciplinati da apposito Regolamento che comprende le norme sull'organizzazione dei servizi.

Articolo 11

L'esercizio economico finanziario ha durata annuale e coincide con l'anno solare. Il servizio di tesoreria o di cassa disimpegnato, sulla base di speciale convenzione, da un Istituto di credito di notoria solidit scelto dalla Deputazione. Il Segretario, con le modalit indicate nel regolamento, dovr versare con tempestivit nel conto corrente aperto presso l'Istituto Bancario che disimpegna il servizio di tesoreria, o di cassa l'importo delle riscossioni fatte sotto qualsiasi titolo per conto dell'Opera. Gli ordinativi di pagamento e d'incasso sono firmati dal Responsabile della Ragioneria, dal Segretario e dall'Operaio-Presidente. Per lo svolgimento delle attivit istituzionali e di quelle ad esse connesse, rientranti nella disciplina di cui alla legge 4 dicembre 1997 n. 460, viene redatta una contabilit separata rispetto alle altre attivit svolte dall'ente non rientranti in tale disciplina. Gli adempimenti contabili sono assolti con la tenuta del Giornale e del Libro degli Inventari tenuti ai sensi degli articoli 2216 e 2217 del Codice Civile. Il Bilancio di Previsione e il Conto Consuntivo sono redatti con lo schema e i contenuti di detta contabilit.

Articolo 12

La Deputazione compie gli atti eccedenti l'ordinaria amministrazione sentito l'Ordinario Diocesano.

Articolo 13

E' fatto divieto alla Deputazione e all'Operaio-Presidente di distribuire, anche in modo indiretto, utili ed avanzi di gestione dell'Opera, nonch fondi, riserve o capitale durante la vita dell'organizzazione, il tutto nei limiti di legge. Gli utili e gli avanzi di gestione derivanti dalle attivit istituzionali o di quelle ad esse direttamente connesse, di cui alla legge 4 dicembre 1997 n.460, dovranno essere impiegati obbligatoriamente per la realizzazione di dette attivit.

Articolo 14

Per quanto attiene la realizzazione delle attivit istituzionali e connesse, diverse da quelle previste dalla predetta legge n.460/1997, la Deputazione impiega le rendite dell'Opera nelle seguenti forme : in titoli di Stato o di Enti pubblici italiani o europei, obbligazioni italiane ed europee, fondi di investimento obbligazionario; in acquisto di beni immobili, previe le prescritte autorizzazioni; in depositi fruttiferi presso Casse postali o Istituti di Credito.

Articolo 15

I beni mobili e immobili di propriet o amministrati dall'Opera sono elencati in appositi inventari in duplice esemplare che devono essere tenuti costantemente aggiornati.

Articolo 16

Le opere d'arte di propriet dell'Opera e registrate negli inventari in nessun caso e ad alcun titolo possono formare oggetto di alienazione. La Deputazione, in casi particolari pu consentire che opere d'arte, cimeli e documenti di propriet dell'Opera siano temporaneamente depositate presso Musei nazionali o diocesani o presso mostre nazionali o internazionali stabilendo all'uopo le opportune garanzie. L'Opera, inoltre, pu disporre che gli oggetti ed arredi che servono o serviranno al Culto, siano esposti nella Cattedrale o nel Museo dell'Opera, sotto la custodia e la responsabilit di personale appositamente incaricato.

Articolo 17

Per i lavori da eseguire alle fabbriche monumentali e per quelli che abbiano rilevanza sotto il profilo artistico si dovranno osservare le norme sulla tutela e conservazione delle opere monumentali e dei beni di interesse artistico o storico secondo le vigenti disposizioni di Legge. La Deputazione ogni qualvolta lo ritenga necessario, con incarico di natura professionale e, se necessario, con rapporto di lavoro subordinato, potr avvalersi di uno o pi professionisti qualificati particolarmente esperti, sia per lo studio di particolari progetti che per la direzione dei lavori di manutenzione e di restauro dei monumenti, nonch per consulenze storiche artistiche.

Articolo 18

Il personale addetto ai servizi di Culto dovr essere assunto per chiamata diretta nominativa, con deliberazione della Deputazione, su conforme indicazione del Rev.mo Capitolo della Chiesa Primaziale Pisana, sentito l'Ordinario Diocesano.

Articolo 19

Al servizio musicale e corale provvedono la Cappella Musicale e la "Schola Cantorum" alle quali sovraintende un maestro di musica direttore, nominato d'intesa con l'Ordinario Diocesano, confermato anno per anno con le mansioni e il trattamento stabilito nel Regolamento Organico del personale. Le spese relative gravano sul bilancio dell'Opera.

Articolo 20

L'Opera pu provvedere, secondo tradizione, e nei limiti e forme da essa derivanti, all'erogazione all'Ordinario Diocesano di contributi annuali per le necessit del Culto.

Articolo 21

In caso di soppressione dell'Opera, per qualunque causa, il patrimonio sar devoluto ad un Ente Ecclesiastico, sentito l'Ordinario Diocesano e l'organismo di controllo, di cui all'articolo 3 comma 190 della legge 23 Dicembre 1996 n.662.

Articolo 22

Per quanto non previsto dal presente Statuto si osservano le norme della legge 20 Maggio 1985 n.222 e del D.P.R. 13 Febbraio 1987 n.33 e le disposizioni ivi richiamate.

Articolo 23

Il presente Statuto, che sostituisce quello approvato con decreto del Ministro dell'Interno del 11 Luglio 1989, entra in vigore dopo l'approvazione del Ministero dell'Interno.

2)I MONUMENTI:

a)La Piazza dei Miracoli


Con straordinaria efficacia l'espressione Piazza dei Miracoli, coniata da Gabriele D'Annunzio (1863-1938), sintetizza lo stupore e l'ammirazione che da secoli coglie chi, attraversando il varco della cinta muraria o sboccando obliquamente da via S. Maria, abbraccia in un sol colpo d'occhio il candore dei monumenti sopra il verde smagliante del tappeto erboso.

Colpisce anche il singolare isolamento del complesso: il grande spazio ove s'innalzano gli edifici sacri si trova infatti ai margini dell'abitato urbano, nell'angolo nordoccidentale, in posizione quasi superba ed appartata rispetto agli affanni quotidiani della citt. Ma un'attenta lettura storica e il contributo di scoperte archeologiche recenti restituiscono alla Cattedrale tutta la sua centralit, fondata sull'originaria scelta del sito e conservata attraverso i secoli come cuore della vita religiosa e civile di Pisa.

Per percepirla, necessario porsi nella dimensione marittima che fin dall'epoca etrusca fece grande la citt, situata in una felice posizione geografica che la poneva al centro di una rete di percorsi marittimi, fluviali e terrestri, con un retroterra capace di offrire un'ampia gamma di prodotti non solo agricoli ma anche legname e materiale lapideo per costruzioni, favorendo in tal modo l'impianto di significative strutture manifatturiere.

Un fiume oggi scomparso - l'Auser - lambiva allora l'area della Piazza, scorrendo lungo il margine settentrionale e piegando poi verso Sud per andare a gettarsi in Arno; e nell'Auser, a poche centinaia di metri da qui, nei pressi dell'odierna stazione di Pisa-San Rossore, era impiantato un porto fluviale che funzion per un millennio, dall'et etrusca a quella tardoromana, tornato alla luce dopo un lunghissimo oblio sul finire del XX secolo. proprio riscoprendo questo assetto pi antico che l'ubicazione della Cattedrale perde la sua apparente marginalit, per assumere un significato nuovo e pi pieno: alla luce delle modalit della cristianizzazione di Pisa, che studi recenti indicano proveniente dal mare, il sito acquista infatti un'inedita centralit, oggi non pi percepibile, se correlato con il vicino impianto portuale fluviale rimasto attivo fino al V secolo d.C.

Fu questo dunque il luogo scelto come sede della Chiesa pisana fin dalle sue origini, concordemente ritenute anteriori alla pace costantiniana del 313. Ma i pi antichi edifici sacri furono nel corso del tempo smantellati e i monumenti che ammiriamo oggi risalgono ai secoli centrali del Medioevo, quando al massimo dello splendore, grazie alle vittoriose imprese sul mare Pisa affermava la propria supremazia in campo regionale e internazionale, arrivando a rivendicare per s il ruolo di 'nuova Roma'. Da tale smisurato orgoglio e consapevolezza nacque il progetto di ricostruire, in prossimit di una precedente Cattedrale riscoperta nel corso di recenti scavi archeologici, la nuova S. Maria fondata nel 1064, anno della vittoriosa impresa antisaracena di Palermo, il cui bottino fu in parte investito proprio nella sua costruzione. Il tempio di marmo bianco come la neve cos lo defin l'autore dell'iscrizione funebre per il suo architetto, Buschetto rappresentava l'intera comunit civile e religiosa; e doveva rispecchiarne, agli occhi del mondo, fama e potenza: in facciata furono apposte epigrafi che celebravano le principali imprese marinare; sui fianchi s'inserirono pezzi di reimpiego provenienti da monumenti di et romana per sottolineare la grandezza di Pisa come 'altra Roma'; il paramento venne ornato riccamente di elementi decorativi, tra cui spiccano le losanghe policrome di derivazione araba; sul culmine del tetto, infine, fu collocato il magnifico grifone bronzeo di fabbricazione islamica ora nel Museo dell'Opera (al suo posto una copia), forse proveniente dalla Spagna e con ogni probabilit giunto a Pisa col bottino di qualche spedizione militare.

Di fronte alla Cattedrale, in asse con la sua facciata, fu costruito il Battistero, fondato nel 1152 su progetto di Diotisalvi: un edificio che secondo gli ultimi studi risulta fortemente impregnato di ricordi del Santo Sepolcro di Gerusalemme, riproponendo cos il tema degli influssi e delle relazioni tra l'architettura pisana e l'Oriente. Alla

costruzione dell'edificio, destinato ad ospitare il fonte presso il quale i Pisani entravano a far parte del popolo cristiano, partecip coralmente l'intera citt: il cronista coevo Bernardo Maragone narra che una delle otto colonne provenienti dall'Elba e dalla Sardegna, messe in opera all'interno nel 1163, fu innalzata dagli abitanti della zona di Porta Aurea.

La pianta circolare del Battistero fu ripresa nel 1173 dall'anonimo progettista del Campanile (Bonanno Pisano? o ancora magister Diotisalvi?). Opera inusuale nella sua rotondit che richiama le curve delle vicine absidi della Cattedrale, accomunato agli altri edifici della Piazza dal ricorrere di colonne e archetti, poco dopo la fondazione il pi celebre monumento cittadino fu colpito dal 'male oscuro' che l'ha reso famoso in tutto il mondo, manifestando i gravi problemi statici risolti dopo oltre ottocento anni di trepidazione dai lavori di consolidamento condotti nell'ultimo decennio del secolo appena terminato.

Con la torre campanaria il complesso della Cattedrale risultava completo; ma nel Duecento, mentre i lavori proseguivano e gli edifici si arricchivano di magnifiche opere d'arte, due nuovi fabbricati andarono a definire lo spazio della Piazza come lo si vede oggi, entrambi nati per iniziativa del grande arcivescovo di Pisa Federico Visconti. A Sud venne eretto lo Spedale Nuovo, imposto alla citt nel 1257 da papa Alessandro IV come segno dell'avvenuta riconciliazione con la Sede apostolica dopo una crisi durata pi di un quindicennio, ove ricevevano assistenza pellegrini, poveri e malati: il grande edificio che attualmente ospita il Museo delle Sinopie, nel quale ci troviamo.

Di fronte ad esso si avvi, nel 1277, la costruzione di un nuovo cimitero ove concentrare le tombe fino ad allora sparse intorno al Duomo. il progetto sfociato nella realizzazione del Camposanto, straordinario chiostro quadrangolare che, con la sua facciata marmorea, conclude a Nord la Piazza dei Miracoli, concepito per la sepoltura dei morti come pure per l'ammaestramento dei vivi, invitati a riflettere sulla vita terrena ed eterna dal grandioso ciclo di affreschi del quale si conservano in questo Museo i disegni preparatori, le 'sinopie'.

A)1)

La Piazza nel corso dei secoli


SEC. XI-XII - Inizia il processo di formazione della piazza con la fondazione della nuova Cattedrale nel luogo dove sorgeva quella paleocristiana col suo Battistero. Lo spazio sacro, costeggiato dal fiume Auser -poi scomparso- ancora esterno alle mura. Il nuovo tempio fu realizzato tra il 1064 e il 1110 da Buscheto, paragonato al mitico architetto Dedalo nelliscrizione del suo sarcofago murato in facciata: a lui si deve l'impianto originario e l'ideazione del sistema decorativo esterno che sar motivo unificante degli edifici della piazza. La Cattedrale diviene cos il simbolo della potenza di Pisa proclamata, al culmine della sua fortuna nel Mediterraneo occidentale, "novella Roma". Per favorire un degno raccordo tra il Duomo e la citt si apre la Via Santa Maria che sfocia sull'area absidale ricca di tarsie e di marmi antichi, coronata dalla cupola ellittica e circondata da sarcofagi romani reimpiegati come tombe di pisani illustri.

Dalla met del XII secolo avvengono rilevanti trasformazioni: la Cattedrale, prolungata verso ovest di circa 16 metri, dotata di una nuova facciata a loggette; nel 1152 viene fondato il Battistero, firmato in un pilastro dell'interno da Diotisalvi, e nel 1173 il Campanile, rapidamente innalzato fino al terzo ordine. L'intero complesso inserito nel nuovo circuito murario eretto tra il 1154 e il 1158 e, con l'apertura della Porta del Leone, la piazza del Duomo diviene l'accesso privilegiato alla citt.

SEC. XIII-XIV - L'area assume la connotazione di una vera e propria piazza: i confini vengono definiti a sud con la costruzione dell'Ospedale Nuovo e la chiesa di Santa Chiara e, sul lato opposto, con la nuova sede dell'Opera, i suoi laboratori, le scuole di canto per i chierici e, dal 1277, con ilCamposanto monumentale, destinato ad accogliere le sepolture che avevano finito per occupare gran parte dello spazio intorno al Duomo fino alla Porta del Leone. Inizia la decorazione ad affresco del Camposanto che dar vita ad uno dei massimi cicli trecenteschi. Proseguono intanto i lavori agli altri edifici principali: al Battistero, completato con il loggiato adorno delle sculture di Nicola e Giovanni Pisano e concluso dalla cupola; al Campanile - la cui costruzione era stata interrotta a causa dei cedimenti del terreno che ne determinarono la pendenzache raggiunge il settimo ordine e riceve la sua cella campanaria.

SEC. XV-XVIII - Dopo la conquista di Pisa da parte di Firenze (1406) nuovi interventi, pur non provocando trasformazioni sostanziali dell'impianto medievale, testimoniano l'interesse del governo mediceo all'area della piazza: in Camposanto si completano la decorazione delle pareti e il loggiato interno, ma soprattutto inizia la costruzione del Palazzo Arcivescovile e la zona ad esso antistante definisce uno spazio destinato a configurarsi come un prolungamento della piazza del Duomo.

Sotto Cosimo I il ruolo centrale assunto da Pisa nella politica fiorentina si legge nella ridefinizione della piazza: nel 1562 l'apertura di Porta Nuova, su cui troneggia lo stemma mediceo, crea un asse funzionale alla realizzazione di un sistema prospettico che comprende i quattro monumenti medievali e, sullo sfondo, il Palazzo Arcivescovile, dotato ora di una nuova facciata. Intorno si stabiliscono vere e proprie quinte scenografiche: oltre al confine segnato dallo Spedale, ora rinnovato nel prospetto, e quello opposto del Camposanto, arricchito di una cappella chiusa da un'ampia cupola, nuovi edifici in stile rinascimentale recingono l'area intorno alla Torre. Il secolo si chiude con il disastroso incendio della Cattedrale (1595) che richieder un'ampia campagna di restauri.

SEC. XVII-XVIII - Tra Sei e Settecento la piazza rimane fedele all'impianto cinquecentesco e diviene una tappa obbligata per i viaggiatori del Grand Tour: ad accogliere visitatori e artisti viene costruita, in linea col transetto della Cattedrale, la fontana completata nel 1766 da un gruppo scultoreo, ma soprattutto si riorganizza la superficie calpestabile intorno agli edifici principali con l'apertura di regolari vialetti. Da questa attenzione alla monumentalit del complesso rimane esclusa l'area settentrionale, destinata a soddisfare esigenze pratiche e ad ospitare una nuova area cimiteriale, affiancata dalla Casa del becchino, e le abitazioni del Custode del Duomo e dei Campanai ai lati della Casa dell'Opera.

SEC. XIX Nel corso dell'Ottocento una serie di interventi volti al nostalgico recupero di un medioevo mitizzato dal rinato spirito patriottico, mirano a ricondurre la piazza al suo presunto assetto originario. Campagne di restauro operano integrazioni e rifacimenti in stile, mentre si abbattono tutti gli edifici che nei secoli si erano aggiunti ai monumenti medievali: l'intento di isolare le quattro insigni fabbriche ma anche di cancellare ogni traccia delle funzioni quotidiane dello spazio urbano che disturbano la percezione monumentale dell'insieme. Il Campanile ulteriormente esaltato nella sua meravigliosa pendenza dalla creazione nel 1865 della nuova Via Torelli che lo raggiunge dal retro creando un inedito asse visivo sulla piazza: la strada, ruotando attorno al Campanile fino a congiungersi a via Santa Maria, offre una sorprendente visuale ai viaggiatori provenienti da porta a Lucca. L'isolamento dei monumenti si accompagna alla creazione di un uniforme e livellato tappeto erboso.

SEC. XX Nel XX secolo l'assetto del complesso monumentale resta pressoch invariato: i bianchi marmi, isolati nell'ampio prato, sembrano riproporre il momento ideale della loro creazione e suggeriscono a D'Annunzio la definizione, entrata poi nell'uso corrente, di "prato dei Miracoli".

La seconda guerra mondiale provoca un grave danno alla piazza: il 27 luglio 1944 una granata colpisce il tetto del Camposanto causando un disastroso incendio e la celebre galleria di pittura del XIV e XV secolo rimane gravemente compromessa, richiedendo complessi e lunghi interventi di recupero e restauro.

Il secondo dopoguerra vede una graduale conversione della scenografia neo-medievale della piazza in un vero e proprio museo a cielo aperto. I monumenti, primo fra tutti la Torre, sono sottoposti a sempre pi accurati restauri, le antiche sedi dello Spedale e del Seminario vengono rispettivamente convertite nel Museo delle Sinopie (1979) e nel Museo dellOpera del Duomo (1986). Nonostante il solitario viaggiatore ottocentesco abbia ceduto il campo ai grandi numeri del turismo moderno, la piazza continua ad ispirare artisti e letterati che ne esaltano il fascino e latmosfera.

b) LA TORRE PENDENTE

L'architettura
Al di l della celeberrima pendenza, vera e propria sfida arditissima alle leggi della statica, il campanile del Duomo un edificio singolarissimo ed unico nel suo genere, sia per l'alto valore storico artistico delle sue forme, sia per la sua peculiare ubicazione nel contesto di quella vasta ed altrettanto singolare area nota come Piazza dei Miracoli . L'edificio occupa una posizione defilata rispetto alla Cattedrale, e sorge tra la zona absidale e la parte sud orientale del transetto di quest'ultima. Si tratta di una collocazione non usuale di norma, il campanile si erge infatti vicino alla facciata o lungo un fianco delle chiese - se pure non isolata, poich la si ritrova in alcuni complessi pisani ed altri

edifici italiani. In questo caso, essa acquista, tuttavia valore e spiegazione inediti in rapporto alla dislocazione delle altre emergenze monumentali nell'area della Piazza dei Miracoli. L'altezza elevata, ne faceva assumere anche la funzione di vero e proprio fulcro visivo: con la sua mole slanciata, il campanile risultava in realt ben visibile da ogni parte della piazza, e, probabilmente, anche dal fiume Arno, assumendo in tal modo sia la funzione di collegamento tra la citt e la piazza, ubicata in una zona decentrata del nucleo urbano, sia la funzione di faro, punto di riferimento e vedetta e, infine, di simbolo autorevole dell'orgoglio civico e religioso della comunit cittadina.

L'edificio L'edificio attuale, risultato di una lunga vicenda costruttiva ed oggetto nel corso dei secoli di numerose campagne di restauro, volte in primo luogo a contenere i pericoli di crollo sollevati dalla evidente pendenza, costituito da un corpo cilindrico di muratura, circondato da loggiati con archi e colonne che poggiano sul tronco di base e sono sormontati da una cella campanaria. Il corpo centrale della struttura composto da un cilindro cavo, costituito da un paramento esterno in conci sagomati in calcare di San Giuliano bianco e grigio, un paramento interno, anch'esso in pietra verrucana lavorata e, compresa fra questi, una zona anulare di muratura. All'interno di questa zona di muratura ricavata una scala elicoidale che, con 293 scalini, monta fino al sesto loggiato, dove il pozzo interno concluso da una volta con un occhio centrale per il passaggio della luce, consentendo l'accesso alla cella campanaria soprastante e, nei tratti intermedi inferiori, ai diversi loggiati. I sei loggiati impostati sul tronco di base, con questo e con la cella campanaria, suddividono la torre in otto segmenti, che vengono detti ordini. Quello inferiore animato da un giro di arcate cieche, impostate su semicolonne che includono sotto l'arco un compasso a losanga intarsiato di marmi policromi, contenente al centro una rosetta a rilievo. Il sodo murario interrotto dall'apertura di alcune strette finestre a monofora e, verso ovest, dall'unica porta di accesso: un vano rettangolare incorniciato da un architrave. Sopra l'architrave, un arco falcato con archivolto intagliato, posa su due capitelli in prosecuzione degli stipiti, formando una edicola contenete il busto di una Madonna con il Bambino di epoca trecentesca. Ai lati del portale, alcuni fregi figurati con decorazioni animali e mostruose, e con una singolare raffigurazione di navi (il Porto Pisano?), accompagnano l'epigrafe commemorativa della fondazione dell'edificio.

La pendenza Il problema della pendenza quello che pi di ogni altro ha affascinato ed incuriosito, nel corso del tempo, visitatori, appassionati d'arte e studiosi e che ha reso celeberrimo ovunque questo monumento. Tutto ci anche in virt del fatto che le stesse ragioni dellinclinazione dell'edificio serbano a tutt'oggi numerosi misteri. A lungo gli esperti si sono dibattuti, soprattutto nel secolo scorso, sulla questione se tale inclinazione fosse legata ai problemi statici posti dall'edificio durante la sua erezione: in altre parole, se la pendenza della torre, costituisse un effetto appositamente voluto dal suo costruttore o viceversa, fosse il frutto in un imprevedibile o comunque inevitabile progressivo cedimento del terreno. Nel corso di questo ultimo secolo, le misurazioni sempre pi accurate dell'edificio e le indagini condotte con mezzi diversi sul sottosuolo, unitamente alle indagini storiche e archivistiche, hanno consentito di approdare a qualche certezza, se pure non definitiva. Pare ormai certo che la torre sia stata inizialmente concepita come un edificio dritto e che il suo cedimento si sia tuttavia manifestato sin dalle fasi iniziali dei lavori. Lo sprofondamento fu da subito legato alle particolari caratteristiche morfologiche del terreno sottostante, composto da pi strati di materiali argillosi e di deposito, attraversati, a circa un metro di profondit, da falde d'acqua sotterranee. A tali conclusioni si giunge osservando, oltre alla composizione del terreno, le correzioni apportate ad ogni piano dell'edificio. Quello che pare certo, in base alle sporadiche notizie che possediamo, che, nel corso dei secoli, l'oscillazione dell'edificio sia stato minimo, avendo esso probabilmente trovato un proprio assestamento sul suolo. Tale situazione confermata dall'accurato rilevamento compiuto nel 1817 da due studiosi inglesi, Cresy e Taylor. Pochi anni pi tardi, nel 1838, dovette tuttavia verificarsi un evento che comport una brusca accelerazione del moto oscillatorio dell'edificio, riaprendo la necessit di risoluti interventi di tutela. A questa data fu infatti deciso, in base ad esigenze di natura storica ed estetica, di liberare la base del campanile dalla coltre di terra che la occultava da secoli. Tale intervento, che sort l'effetto di far perdere alla torre l'equilibrio acquisito, prevedeva anche lo smantellamento degli edifici e delle strutture che sorgevano vicino alla costruzione, e, soprattutto, il prosciugamento dell'acqua stagnante che perennemente circondava l'ingresso dell'edificio. Le successive misurazioni, documentarono un incremento di pendenza di circa 20 centrimetri: nei 267 anni intercorsi tra i rilievi di Giorgio Vasari del 1550 e quelli dei due inglesi, nel 1817, linclinazione era aumentata di soli cinque centimetri. L'accelerazione del movimento di pendenza dur alcuni anni dopo i lavori del 1838, per poi tornare a decrescere nella misura di circa un millimetro l'anno. Nel corso del XX secolo, il miglioramento delle conoscenze e delle strumentazioni tecniche, unitamente all'interessamento delle autorit governative e di tutela, hanno promosso studi, ricerche e persino interventi straordinari.

Le misure della Torre Il monumento alto 58,36 metri sul piano di fondazione, ed oltre 55 fuori terra. Il suo peso stato calcolato in 14.453 tonnellate, Il baricentro si trova 22,6 metri al di sopra del piano di fondazione. La fondazione ha un diametro esterno di 19,58 metri; il foro centrale di 4,5 metri. L'area della fondazione anulare dunque di 285 metri quadrati; la pressione media sul terreno di 497 kPa. Linclinazione attuale e di circa 5,5 e cio circa il 10%; il valore co rrispondente alla eccentricit sui carichi sul piano di fondazione di 2,3 metri.

B)1)

Il salvataggio della Torre


Quando, il 17 marzo 1989, la Torre Civica di Pavia croll inaspettatamente, l'allarme per il Campanile pisano crebbe di conseguenza. Il Ministero dei Lavori Pubblici incaric un Comitato tecnico-scientifico di esaminare il grado di sicurezza del monumento. Gli esperti raccomandarono, vista la situazione critica della struttura in superficie, di chiudere la Torre al pubblico. Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici accolse l invito e il 6 gennaio 1990 il Campanile del Duomo chiuse i battenti.

Il Comitato Alla fine del 1990 il Ministero per i Lavori Pubblici nomin un nuovo Comitato internazionale, con il compito di preparare un progetto di massima e un progetto esecutivo per il consolidamento e il restauro della Torre. Era stata ormai raggiunta la consapevolezza che solo un approccio globale e multidisciplinare poteva sperare di risolvere i problemi del monumento: lo mostra il fatto che gli undici componenti del Comitato erano ingegneri strutturisti e geotecnici, geologi, architetti e restauratori. Nel 1997 questo primo organismo fu trasformato, con qualche variazione nei partecipanti, nelComitato per la Salvaguardia della Torre di Pisa, costituito di quattordici membri italiani e stranieri e incaricato di portare a termine gli interventi gi iniziati. L'ottica multidisciplinare delle attivit del Comitato dimostrata dai numerosi studi preliminari che esso ha promosso prima di decidere qualsiasi intervento, e che riguardano sia l'ingegneria strutturale e geotecnica che la storia dell'arte e il restauro architettonico. Nel progettare le operazioni di consolidamento non si mai perduta di vista la necessit di rispettare laspetto della Torre, la sua struttura e i materiali che la compongono; si costantemente ricercato un equilibrio fra le esigenze della sicurezza strutturale e la conservazione della 'forma' del monumento, anche nelle sue stratificazioni storiche.

C) LA CATTEDRALE

L'edificio
"Sorge isolata da ogni parte la cattedrale, nel grande piano silenzioso e verde, chiuso dalle mura merlate della citt medioevale, che in quella solitudine elev mirabili monumenti della sua vita passata [] In quell'isolamento, la cattedrale candida, aperta alla vista da ogni parte, sembra mode llata e compiuta con un vasto e omogeneo atto creatore"

lo storico dell'arte Pietro Toesca coglie l'impressione di forza e d'armonia che il duomo trasmette. L'edificio frutto di una straordinaria sapienza umana sostenuta da una forte coscienza civica e da una fede religiosa capace di modellare una civilt. E una cattedrale non nasce per incanto, ma costituisce un punto d'arrivo, un approdo consapevole.

L'importanza assegnata dai Pisani alla costruzione della Cattedrale leggibile nelle epigrafi tuttora murate in facciata: la lapide del vescovo Guido, che ne inizi la costruzione, resa possibile dal favoloso bottino fornito ai Pisani dal saccheggio di Palermo del 1063, quella di Buschetto, il primo geniale architetto, in cui l'edificio definito "tempio di marmo bianco come la neve", e quella relativa alle imprese antisaracene di Reggio, Sardegna e Bona, in Africa.

Fondata nel 1064 e consacrata con grande solennit il 26 settembre del 1118, la costruzione della Cattedrale conobbe due fasi, legate rispettivamente agli architetti Buscheto, cui si deve l'impianto originario con corpo basilicale a cinque navate, transetto a tre navate e cupola sulla crociera, e Rainaldo, responsabile del prolungamento dell'edificio e della facciata. La costruzione fu definitivamente conclusa soltanto nell'ultimo quarto del XII secolo, quando, nel portale centrale, furono collocati i battenti

bronzei di Bonanno, andati perduti nel devastante incendio del 1595, a seguito del quale furono effettuate numerose sostituzioni di opere distrutte ed avviato un vasto programma decorativo.

Il Duomo presenta nel suo paramento esterno contrastate cromie bianco-nere, sia a zone sia a fasce, di matrice araba, ed un uso massiccio di materiali di reimpiego provenienti da monumenti d'et romana, allo scopo di sottolineare la grandezza della citt di Pisa, "altera Roma". Elementi decorativi quali losanghe, un grifone bronzeo di manifattura islamica sul culmine del tetto, ed altri "orientalismi", come la cupola a pianta ellittica, radicati nella cultura mediterranea della citt e dell'architetto, danno forma e colore ad un monumento straordinariamente nuovo ed antico al tempo stesso.

L'interno presenta la navata centrale delimitata da due file di colonne monolitiche in granito dellIsola dElba, fiancheggiata da quattro navatelle, spartite da colonnati di minori dimensioni, sopra le quali si estendono vasti matronei, coperti da volte a crociera e affacciati sulla navata centrale per mezzo di bifore e quadrifore. Copre la navata centrale un soffitto ligneo a cassettoni che ha sostituito, nel XVII secolo, le originarie capriate a vista.

Ricco e sontuoso l'apparato decorativo della Cattedrale pisana, il cui sviluppo legato ad una storia spesso tormentata, segnata da eventi talvolta calamitosi, che trovano il culmine nellincendio del 1595. Delle importanti commissioni che andarono a integrare larredo della Cattedrale nella prima met del Trecento restano cos la decorazione musiva dei catini absidali - in cui si deve a Cimabue la figura di San Giovanni Evangelista (1302 ca.), il nuovo pulpito (1302-1310) di Giovanni Pisano e lo smembrato monumento sepolcrale dellimperatore Arrigo VII (1315), un tempo al centro dellabside, sulle cui vicende costruttive si te ntato di far luce con il progetto Un monumento per l'Imperatore.

D) IL BATTISTERO

L'edificio
Lo storico dellarte Antonio Milone scrive: [] Il Battistero di certo il pi internazionale degli edifici medievali pisani. Il suo cantiere rappresenta a Pisa il fu lcro di una nuova sperimentazione. Nelle botteghe che vi si avvicendano, negli artisti che vi operano, nelle opere che vi vengono realizzate, ritroviamo gli apici della triangolazione culturale che caratterizza i periodi pi fecondi della produzione artistica medievale, tra Bisanzio, gli Arabi e l'Europa.

Il 15 agosto dell'anno pisano1153 (1152 secondo il calendario comune), giorno della festa patronale dedicata a Santa Maria Assunta, fu fondato il Battistero di San Giovanni. Non fu il primo edificio battesimale costruito a Pisa, resti di un pi antico battistero ottagonale, risalente al V-VI secolo, giacciono nel terreno sottostante il Camposanto Monumentale, dove furono rinvenuti nel 1936.

Il Battistero si configura come uno degli elementi cardine dellidea della piazza che maturava nel XII secolo a Pisa: quello che andava determinandosi era uno spazio atto a privilegiare la veduta frontale della facciata del Duomo, la cui assialit veniva ora sottolineata dalla realizzazione, sulla medesima linea, di un edificio significativo come il Battistero.

La ragione che port alla costruzione di un edificio tanto affascinante, quanto enigmatico fu certamente la volont di corredare il Duomo di un adeguato complemento: un Battistero che per posizione, ampiezza, materiale, stile si accordasse con ledificio, tanto imponente e caratterizzato, che gli preesisteva. Questi potrebbero esser e i termini in cui i rappresentanti del potere ecclesiastico e civile pisano, che allo scopo avevano creato un apposito organismo, l'"Opera ecclesiae Sancti Iohannis Baptiste", avevano espresso i loro desideri allarchitetto Deotisalvi, la cui figura rimane in ombra, difficilmente ricostruibile a causa della totale assenza di fonti scritte in proposito. Liscrizione Deotisalvi magister huius operis, Deotisalvi lautore di questopera, riportata su un pilastro del Battistero, dichiara la paternit delledificio.

Secondo la medesima fonte, nel 1163 si ordin che ciascuna famiglia della citt di Pisa, ogni primo giorno del mese, versasse un denaro per proseguire la costruzione. Ci mette in evidenza il contributo civico al monumento, dimostrato anche dalla messa in opera delle colonne con giornate di lavoro organizzate dai diversi quartieri della citt.

il pi grande battistero in Italia: la sua circonferenza misura 107,24 m., mentre la larghezza della muratura alla base due metri e 63 cm., per un'altezza di 54 metri e 86 centimetri. La cupola coperta da tegoli rossi verso il mare e da lastre di piombo verso levante.

Il grande cilindro cinto, come la Cattedrale, da arcate su colonne, e come questa costruito in marmo bianco listato di grigio. All interno otto colonne monolitiche che gareggiano in altezza con quelle della Cattedrale, alternate a quattro pilastri, delimitano uno spazio centrale occupato dal fonte battesimale ottagono di Guido da Como (1246) fiancheggiato dal Pulpito di Nicola Pisano (1260). Un matroneo, coperto da una volta anulare, si affaccia sul vano centrale con una serie di ampi archi a tuttotondo. Il sistema di copertura costituito da una doppia cupola, linterna a tronco di piramide dodecagonale, lesterna a calotta emisferica, sormontata a sua volta da un cupolino. proprio la particolare struttura architettonica della copertura fa si che il battistero pisano sia dotato di un'acustica eccezionale. Ogni 30 minuti possibile apprezzarla grazie alle intonazioni vocali del personale di sorveglianza.

D)1

Le fasi costruttive
L'intervento di Diotisalvi L'impianto attuale del Battistero risale, nelle linee essenziali, a Diotisalvi, che diresse la costruzione dell'edificio, dal 1152 al 1180 circa (secondo calendario comune), almeno fino alla sommit degli archi del primo ordine, comprese le colonne e i pilastri dell'interno, esclusi i capitelli. A lui risale presumibilmente anche l'ideazione della loggetta praticabile del secondo ordine, che riprende puntualmente quella della facciata della Cattedrale. Il suo progetto manteneva l'impronta civica e politica che aveva segnato la fondazione della Cattedrale: il tema delle guerre sante viveva nella forma stessa del Battistero che doveva evocare quella del Santo Sepolcro. Coerente con il linguaggio di Diotisalvi appare invece la decorazione del portale maggiore di forte impronta bizantina, generalmente collocato intorno all'anno 1200 per il confronto con opere datate eseguite dalla stessa maestranza. Il portale est del Battistero risulta essere quello pi ricco, in quanto ingresso principale dell'edificio, posto di fronte al portale maggiore del Duomo, colloquiando con esso stilisticamente.

Nicola e Giovanni Pisano Intorno alla met del XIII secolo si assiste a un rinnovato impulso ai lavori del Battistero, non solo segnalato dai caratteri stilistici, ma anche grazie ad un'iscrizione posta sul muro perimetrale del matroneo che recita: "anno domini MCCLXXVIII aedificata fuit de novo". Ci troviamo quindi nel mese di marzo dell'anno 1277 secondo il calendario comune (marzo 1278, secondo il calendario pisano) che ci indica la fine di una fase costruttiva. Questa ripresa dei lavori da mettere in relazione con l'autorevole figura dall'arcivescovo Federico Visconti, artefice in quegli anni della revoca dell'interdetto papale che si era abbattuto sulla citt compromessa per la manifesta adesione all'Impero. Al fonte battesimale e alla recinzione presbiteriale realizzati nel 1246 dal lombardo Guido Bigarelli fa seguito la ripresa dell'attivit edilizia con l'arrivo di Nicola Pisano che, assieme al figlio Giovanni, rinnover profondamente la struttura di Diotisalvi. Nicola infatti erige non solo il pulpito (1260), che si imporr immediatamente come modello per tale tipologia di arredo, ma corona gli archetti del loggiato esterno con una solenne teoria di busti, inseriti entro una complessa struttura a tabernacolo, a sua volta arricchita da figure, completata poi da suo figlio Giovanni. A quest'ultimo si deve probabilmente anche il secondo ordine, scandito da grandi aperture inquadrate da timpani.

La maestranza di Cellino di Nese La terza ed ultima fase della costruzione del Battistero vede impiegato Cellino di Nese, nominato Capomaestro nel 1361. Di importanza capitale per comprendere lo svolgersi dei fatti un atto del settembre 1360 con cui diversi maestri lapicidi, tra cui Cellino, si impegnano con il canonico Lupo Aliotti, economo dell'Opera di San Giovanni, a portare a compimento l'edificio. Incaricato di procurare marmi di Carrara "per erigere archi e finestre per la Chiesa di san Giovanni", Cellino stava infatti concludendo l'edificazione del muro esterno per passare al completamento del matroneo che si apre sul vano centrale e alla costruzione dell'ardita copertura a due cupole. Nel biennio 1384-1386, il Battistero doveva avere ormai assunto l'aspetto che oggi conosciamo; Antonio Veneziano ce lo raffigura infatti completo di cupola e cupolino in una delle Storie di San Ranieri affrescate nel vicino Camposanto Monumentale.

E)CAMPOSANTO MONUMENTALE

L'edificio
Luogo capitale dell'arte italiana e meta irrinunciabile gi nel Settecento per viaggiatori, artisti e letterati, il Camposanto di Pisa ha visto la sua fortuna appannarsi nel corso del XX secolo, spodestato dalla crescente popolarit della torre pendente e colpito da avverse vicende, cui i restauri di questi anni stanno finalmente ponendo rimedio.

Il Camposanto l'ultimo dei monumenti a sorgere sulla Piazza del Duomo e la sua lunga parete marmorea ne delimita il confine settentrionale definendola compiutamente. Viene fondato nel 1277 per accogliere i sarcofagi di epoca romana, fino a quel momento disseminati attorno alla Cattedrale e reimpiegati come sepolture dei pisani illustri. Nelle intenzioni dell'Arcivescovo Federico Visconti l'edificio doveva essere un luogo "ampio e decoroso, appartato e chiuso". Nasce cos una delle pi antiche architetture medievali cristiane destinate al culto dei morti.

Inizialmente i sarcofagi sono collocati nello spazio centrale scoperto che, secondo la tradizione, accoglie come un grande reliquiario la "terra santa" portata dalla Palestina al tempo della II crociata (1146). Sotto il pavimento dei corridoi laterali trovano invece posto pi umili sepolture.

Nel corso del Trecento, mentre la struttura prende forma, le pareti interne si animano di meravigliosi affreschi incentrati sul tema della Vita e della Morte, realizzati dai due grandi artisti dell'epoca quali Francesco Traini, Bonamico Buffalmacco, che sembrano mettere in scena le prediche declamate in citt dal domenicano Cavalca o le spaventose visioni della Commedia di Dante; quest'ultimo riferimento evidente soprattutto nel Trionfo della Morte e nel Giudizio Universale dipinti da Buffalmacco, noto anche come protagonista di alcune novelle del Boccaccio. Il ciclo procede nell'avanzato Trecento con le Storie dei Santi Pisani di Andrea Bonaiuti, Antonio Veneziano e Spinello Aretino e con Storie dell'Antico Testamento, iniziate da Taddeo Gaddi e Piero di Puccio e concluse alla met del Quattrocento dal fiorentino Benozzo Gozzoli lungo la parete settentrionale.

Dal Cinquecento il Camposanto accoglie i sepolcri dei pi prestigiosi docenti dell'Ateneo Pisano e dei membri della famiglia dei Medici, che allora dominavano la citt, cui alludono anche i personaggi delle scene bibliche affrescate sulle pareti brevi. Il monumento si avvia a diventare il Pantheon delle memorie locali: non solo delle persone e delle famiglie, ma anche del glorioso passato classico e medievale di Pisa. Comincia quindi a delinearsi la vocazione museale dell'edificio con l'inserimento nelle pareti di epigrafi romane e lo spostamento nei corridoi dei sarcofagi, considerati adesso preziosi documenti di storia ed arte.

Tale vocazione si afferma definitivamente agli inizi dell'Ottocento, quando il Camposanto diventa uno dei primi musei pubblici d'Europa. Negli stessi anni in cui per decreto napoleonico molte opere d'arte vengono sottratte agli enti religiosi e condotte in Francia, Carlo Lasinio, nominato Conservatore del Camposanto dalla regina d'Etruria Maria Luisa, raccoglie tra le pareti affrescate sculture e dipinti che si trovavano in chiese e conventi cittadini soppressi. A queste opere se ne aggiungono altre provenienti dalla Cattedrale e dal Battistero, insieme a reperti recuperati nei locali siti archeologici e sul mercato antiquario. Allo stesso tempo continuano ad essere eretti nei corridoi ribattezzati gallerie - monumenti celebrativi e funebri dedicati ai personaggi pisani pi importanti.

Il Camposanto si presenta quindi come luogo di celebrazione patriottica e insieme di meditazione sulla morte, intesa non solo come perdita privata ma anche sociale e politica che vede lo svanire delle glorie e delle civilt. Tale fascino melanconico e la singolare mescolanza di epoche e stili, dall'antichit all'et moderna, fa del monumento uno dei luoghi pi amati dai romantici, visitato, ammirato e studiato da artisti e letterati di tutta Europa.

Gli affreschi, la cui fama si diffonde soprattutto nell'Ottocento attraverso il moltiplicarsi di schizzi, disegni e incisioni, gi allora si trovano per in uno stato di vistoso degrado. Mentre intere porzioni di scene rovinano a terra, per tutto il secolo e persino nel seguente si susseguono analisi e sperimentazioni di restauro per tentare di arginare lo sfarinamento del colore e i distacchi dell'intonaco. La decadenza del Camposanto non dovuta per soltanto alle problematiche legate agli affreschi: le sculture e i dipinti che vi erano stati esposti da Lasinio ne escono per entrare in musei di pi moderna concezione; l'eccelsa statuaria funebre ottocentesca ne viene allontanata, nel tentativo di restituire all'edificio il presunto aspetto medievale.

Tuttavia il momento pi drammatico giunge durante la seconda guerra mondiale: il 27 luglio 1944 una granata provoca un terribile incendio, interrompendo con violenza le polemiche e i progetti sulla conservazione degli affreschi.

E)1) Il ciclo pittorico

Concepito come una chiesa, in cui la navata centrale scoperta racchiudeva come sacra reliquia la "terra santa" portata dalla Palestina al tempo della seconda crociata, il Camposanto viene edificato e per buona parte decorato nel Trecento, l'ultimo grande secolo di Pisa prima della sottomissione a Firenze.

Sulle pareti perimetrali si susseguono grandi scene affrescate destinate all'occhio del corpo e della mente in assonanza e associazione con i sermoni scritti e declamati dai pi celebri oratori del tempo, primi fra tutti i domenicani che tanta parte ebbero nel contesto religioso e culturale pisano.

La riflessione sulla Vita e la Morte Terrena ed Eterna sono qui affidate a prediche dipinte dai migliori artisti del momento, il pisano Francesco Traini e quel Buffalmacco amico del Boccaccio nonch personaggio di alcune sue spassose novelle. Entro la met del secolo si incarica Taddeo Gaddi, diretto allievo di Giotto, di proseguire il programma didascalico-moraleggiante con le vicende bibliche del profeta Giobbe, emblema della virt della pazienza dell'uomo giusto di fronte alla sventura e alla sofferenza. Il fedele poi chiamato alla meditazione ascetica attraverso i pi moderni exempla delle vite dei santi pisani - narrate per mano di un pittore caro ai domenicani, il fiorentino Andrea Buonaiuti, e di altri due tra i pi celebri artisti del momento, Antonio Veneziano e Spinello Aretino - e dalla rilettura delle storie veterotestamentarie, affidate al pennello di Piero di Puccio e completate nel '400 da Benozzo Gozzoli.

E)1)A)

La prima decorazione
Il grande edificio del Camposanto non sorse di getto quale oggi lo vediamo, ma fu eretto per cantieri successivi e dipinto nelle vaste pareti perimetrali via via che venivano innalzate. Collocata allo snodo della prima porzione edificata, l'angolo sud-est, la Crocifissione, gigantesco dossale d'altare commissionato probabilmente verso il 1332-33, raccordava le scene post mortem di Cristo, che la fiancheggiavano sulla stessa parete, con il vasto ciclo detto del Trionfo della Morte che si stendeva sulla parete Sud.

Canonicamente raffigurato in croce tra i due ladroni, a campeggiare sul corteo di soldati che si snoda a destra e sul gruppo delle donne dolenti che si stringe attorno alla Madre a sinistra, il Cristo offre infatti alla vista dei fedeli l'esempio del suo sacrificio. E al contempo, nelle scene a fianco, rafforza in loro, con l'esibizione delle stimmate, la paziente sopportazione proposta dalle allegorie del Trionfo e li rassicura, attraverso l'esempio della suaResurrezione e Ascensione, sull'esito finale della lotta contro le tentazioni della vita terrena. Una trama iconografica sottile e complessa, di cui stato riconosciuto responsabile il pisano Domenico Cavalca, autorevole domenicano protagonista della vita culturale del momento, le cui prediche fungono da glossa per recuperare il significato di queste figurazioni.

Controversa la vicenda attributiva di tutto il ciclo, a lungo ritenuto della seconda met del Trecento e assegnato variamente, in assenza di documentazione certa, a pittori fiorentini, bolognesi, senesi, pisani. Studi recenti, nel riportarlo alla prima met del secolo, ne hanno sottolineato l'impronta di consapevole dissidenza dal verbo giottesco, riconoscendolo a Buonamico di Martino detto Buffalmacco: ha cos finalmente acquisito un volto il nome reso celebre dalle novelle di Boccaccio e Sacchetti tanto per l'intelligenza beffarda quanto per le qualit di pittore. In lui la propensione ad un crudo realismo, l'espressivit della pittura duecentesca irrompono nelle scene pur spazialmente impostate alla maniera di Giotto, da cui proviene anche il frequente utilizzo di figure che si posizionano ai margini a indirizzare sapientemente lo sguardo dello spettatore verso l'episodio cruciale. La Crocifissione, diversa anche per tecnica di esecuzione, stata invece assegnata al pisano Francesco Traini. L'avvio della decorazione del Camposanto spetta dunque a quest'ultimo, diretto collaboratore di Simone Martini e di Lippo Memmi nei loro soggiorni pisani, ma evidentemente attento anche alle declinazioni che di Giovanni Pisano davano i suoi allievi nel cantiere della piazza del Duomo.

Elenco delle scene

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Crocifissione, Francesco Traini Resurrezione, Bonamico Buffalmacco Incredulit di San Tommaso, Bonamico Buffalmacco Ascensione, Bonamico Buffalmacco Trionfo della Morte, Bonamico Buffalmacco Giudizio Universale, Bonamico Buffalmacco Inferno, Bonamico Buffalmacco Storie dei Santi Padri, Bonamico Buffalmacco Vergine Assunta, Stefano da Firenze

E)1)B)

Storie di Giobbe
Nel programma didascalico-moraleggiante dei cicli pittorici del Camposanto Monumentale, l'inserimento delle vicende bibliche del profeta Giobbe riprende, amplificandolo, il tema del corretto uso della sofferenza come strumento di salvezza. Che tentare di fuggire il dolore anzich sopportarlo con pazienza fosse da ritenere un temibile peccato lo aveva infatti, in sintesi, gi annunciato il Trionfo della Morte, dove le anime di mendicanti, storpi e lebbrosi finiscono nelle grinfie dei diavoli proprio perch invocano la morte quale "vera medicina ultima cena", come recitava il cartiglio ad essi riferito, con evidente blasfemo accenno al sacrificio eucaristico.

E Giobbe per l'appunto un exemplum, anticipatore di Cristo, di come si devono sopportare le sventure che possono colpire anche l'uomo giusto: portando, come Cristo, la croce delle proprie tribolazioni.

Data la qualit pittorica il ciclo stato a lungo assegnato a Giotto nonostante le fonti quattrocentesche ne indicassero l'autore in Taddeo Gaddi, del resto uno dei suoi pi illustri discepoli. In effetti Taddeo appare qui fortemente debitore dei modi giotteschi, in particolare quelli dell'ultimo periodo fiorentino: del maestro egli complica le scelte cromatiche e le invenzioni narrative, accentuando l'attenzione per l'inquadramento in fondali architettonici e paesaggi organizzati spesso in campi lunghissimi. Di tale virtuosismo nel dipingere edifici e scorci di citt dava testimonianza gi un contemporaneo, il cronista Giovanni Villani, che paragonava Taddeo all'architetto greco Dinocrate.

Elenco delle scene

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Giobbe ricco elemosiniere, Taddeo Gaddi Francesco da Volterra Patto di Satana con Dio - Prime sventure di Giobbe, Taddeo Gaddi Rassegnazione di Giobbe, Taddeo Gaddi Altre sventure di Giobbe, Taddeo Gaddi Pazienza di Giobbe, Taddeo Gaddi Giobbe recupera i beni, Taddeo Gaddi

E)1)C)

Storie di Santi pisani


Storie di San Ranieri

Lungo il corridoio sud del Camposanto Monumentale, la zona intermedia tra il ciclo del Trionfo della Morte e quello con le Storie di Giobbe, fu destinata ad accogliere le storie di San Ranieri. La figura del ricco mercante pisano -morto nel 1160 e ben presto entrato nella venerazione cittadina- con la sua scelta di abbandonare la vita mondana per ritirarsi in Terrasanta, riproponeva attualizzandolo il modello della vita eremitica proposto nelle scene della Tebaide. L'impresa fu affidata al fiorentino Andrea Buonaiuti, assai noto in quegli anni a seguito della commissione ricevuta dai domenicani di Firenze per l'imponente decorazione del Cappellone degli Spagnoli in Santa Maria Novella. Pi che sulla organizzazione spaziale della narrazione il pittore si concentra sulla resa minuziosa dei dettagli naturalistici e sui costumi alla moda dei personaggi che tuttavia, privi di risalto plastico, stentano ad inserirsi nel contesto architettonico. Dopo la morte di Buonaiuti fu incaricato del completamento dei lavori Antonio Veneziano: con ben diverso dominio dello spazio, mutuato dalla lezione giottesca, l'artista dipinse il ritorno a Pisa del santo, la sua morte e i miracoli postumi, lasciando indimenticabili raffigurazioni dei monumenti della piazza del Duomo.

Storie dei Santi Efisio e Potito

A ribadire il primato della chiesa locale sulle diocesi della Sardegna, poco dopo la sottrazione dell'isola alla sfera politica pisana, l'Opera scelse di inserire, di seguito alle storie di San Ranieri, un ciclo di affreschi in onore dei due martiri sardi Efisio e Potito, le cui reliquie erano state traslate a Pisa dopo il definitivo riscatto della Sardegna dai saraceni nel 1088. La raffigurazione delle imprese militari di Efisio permetteva di alludere alle gloriose vittorie di Pisa contro gli infedeli, prima fra tutte quella riportata proprio in Sardegna nel 1016, celebrata anche in una delle epigrafi della facciata della Cattedrale. Non a caso le truppe del santo combattono sotto il vessillo pisano alle crociate: croce rossa in campo bianco. Il programma iconografico fu affidato a Spinello Aretino, che gi aveva dimostrato le sue qualit di narratore in numerosi cicli pittorici eseguiti in tutta la Toscana: nelle storie rimaste -le tre relative a San Potito erano gi quasi completamente perdute nell'Ottocento- si apprezza in effetti la capacit di piegare il linguaggio secondo il ritmo dell'azione, da stranianti fissit a vorticosi viluppi.

Elenco delle scene

Storie della Vita di San Ranieri 10 Conversione di San Ranieri, Andrea di Bonaiuto 11 San Ranieri in Terra Santa, Andrea di Bonaiuto 12 Tentazioni e miracoli di San Ranieri, Andrea di Bonaiuto 13 Ritorno a Pisa di San Ranieri, Antonio Veneziano 14 Morte e funerali di San Ranieri, Antonio Veneziano 15 Miracoli postumi di San Ranieri, Antonio Veneziano

Storie dei Santi Martiri Efisio e Potito 16 Sant'Efisio presentato a Diocleziano, Spinello Aretino 17 Combattimento di Sant'Efisio, Spinello Aretino 18 Martirio di Sant'Efisio, Spinello Aretino 19 Miracoli di San Potito, Spinello Aretino 20 Martirio di San Potito, Spinello Aretino 21 Traslazione dei corpi di Sant'Efisio e San Potito, Spinello Aretino

E)1)D)

Storie della Genesi

Alla fine del Trecento, mentre ancora si completava la decorazione pittorica della galleria meridionale del Camposanto, i lavori continuarono sulla parete opposta dove Piero di Puccio fu chiamato a dipingere le Storie della Genesi fino al Diluvio Universale e, al di sopra dell'ingresso della cappella Del Barbaresco, l'Incoronazione della Vergine, di cui in Camposanto esposta la sinopia in luogo dell'affresco quasi totalmente distrutto.

Artista versatile e celebratissimo dai contemporanei, destinatario di importanti incarichi, a lungo responsabile della decorazione del Duomo di Orvieto, sua citt natale, stato di recente riscoperto dalla critica che lo ha riconosciuto uno dei protagonisti della ripresa neo-giottesca che caratterizz la fine del Trecento, distinguendosi per l'insistenza sulla dilatata plasticit delle figure, per la curiosit con cui indugia su dettagli realistici, per la capacit di impaginare articolate narrazioni frammentandole in episodi collegati da equilibrismi prospettici.

L'opera pi nota dipinta da Piero di Puccio nel Camposanto pisano la Cosmografia. Nella scena a doppio registro campeggia la struttura circoncentrica dell'Universo sorretto dal Padre Eterno: secondo la concezione cosmologica tomistico-agostiniana ripresa da Dante nella Divina Commedia, al centro appare la Terra divisa in tre continenti; seguono l'acqua, l'aria e il fuoco, poi i pianeti, il cielo stellato con lo zodiaco, il cielo cristallino o "primo mobile" e le nove gerarchie angeliche.

Il significato della complessa iconografia in parte affidato all'idea di ordine e di armoniosa gerarchia trasmessa dall'immagine stessa, ma era anche reso manifesto dalle scritte in volgare sui cartigli impugnati dai padri della Chiesa ritratti nell'incorniciatura, ed approfondito nelle scritte latine, riservate agli occhi dei dotti, rette da San Tommaso e da Sant'Agostino che comparivano in basso: oggi questo imponente apparato didascalico rimane solo e comunque parzialmente - nella versione dipinta.

Elenco delle scene

28 29 30 31

Creazione del Mondo, Piero di Puccio Storie di Adamo ed Eva, Piero di Puccio Storie di Caino e Abele, Piero di Puccio Arca di No e Diluvio Universale, Piero di Puccio

E)1)E

Storie dell'Antico Testamento


Le Storie dell'Antico Testamento iniziate sulla parete nord da Piero di Puccio tra il 1389 e il 1391 rimasero a lungo incompiute: l'inizio del Quattrocento fu infatti per Pisa un momento di grande crisi, segnando la sua sconfitta contro Firenze e il conseguente passaggio sotto il dominio mediceo. Anche l'impegno dell'Opera del Duomo ne risent e fu solo dopo la met del secolo che riprese il progetto di decorazione dell'edificio proponendone il completamento ai pi grandi artisti del momento e scegliendo poi nel 1468 Benozzo Gozzoli.

Pittore di fama, Benozzo era ormai ben noto per importanti commissioni portate a termine a Firenze, Roma e in Umbria, prima come collaboratore di Beato Angelico, di cui era stato allievo, e poi in totale autonomia. Fu chiamato a Pisa certo anche per volere dellarcivescovo Filippo de' Medici, autorevole membro della famiglia per la quale l'artista aveva gi eseguito il famoso ciclo dell'Adorazione dei Magi nella cappella del palazzo fiorentino in Via Larga.

La collaborazione di Gozzoli con l'Opera dur fino al 1484. Di quella che Vasari definisce "impresa terribilissima" molte scene sono ora perdute, del tutto o parzialmente: gli affreschi hanno infatti subto un velocissimo degrado, dovuto in parte alla tecnica usata, in parte alle condizioni di esposizione ai venti e alle infiltrazioni della parete su cui Benozzo dipinse, quella settentrionale, sul cui esterno era stato per di pi addossato un ossario. Di fatto gi a partire dal XVI secolo si erano susseguiti sulle sue pitture numerosi interventi di restauro che non avevano per arginato il degrado che appariva inarrestabile agli inizi dell'Ottocento, quando si ritenne opportuno trarne delle copie. Continuarono tuttavia i tentativi per preservare il ciclo - compresi stacchi di alcune parti che comportarono la perdita della relativa sinopia - definitivamente vanificati dall'incendio del 1944, da cui non tutte le scene sono uscite comunque indenni.

Elenco delle scene

32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58

Vendemmia ed ebrezza di No Benozzo Gozzoli Maledizione di Cam Benozzo Gozzoli Costruzione della Torre di Babele Benozzo Gozzoli Adorazione dei Magi Benozzo Gozzoli Annunciazione Benozzo Gozzoli Abramo e gli adoratori di Belo Benozzo Gozzoli Partenza di Abramo e Lot Benozzo Gozzoli Abramo vittorioso degli Assiri Benozzo Gozzoli Storie di Agar e Abramo Benozzo Gozzoli Incendio di Sodoma Benozzo Gozzoli Storie di Isacco Benozzo Gozzoli Nozze di Isacco e Rebecca Benozzo Gozzoli Storie di Esa e Giacobbe Benozzo Gozzoli Sogno e nozze di Giacobbe Benozzo Gozzoli Incontro di Esa e Giacobbe - Ratto di Dina Benozzo Gozzoli Apostoli e Santi Benozzo Gozzoli Innocenza di Giuseppe Benozzo Gozzoli Giuseppe alla corte del faraone Benozzo Gozzoli Infanzia e giovinezza di Mos Benozzo Gozzoli Passaggio del Mar Rosso Benozzo Gozzoli Mos e le tavole della Legge Benozzo Gozzoli Storia di Cora, Dathan e Abiron Benozzo Gozzoli Verga di Aronne e serpente di bronzo Benozzo Gozzoli Morte di Aronne e Mos Benozzo Gozzoli Caduta di Gerico - David e Golia Benozzo Gozzoli Visita della Regina di Saba a Salomone Benozzo Gozzoli.

F) MUSEO DELLOPERA DEL DUOMO

L'edificio
Alle origini del Museo dell'Opera del Duomo, inaugurato nel 1986 nell'antico Seminario Vescovile, sta un progetto museografico iniziato diversi anni prima, inteso a rendere visibile e comprensibile lo sviluppo dell'arte pisana e in particolare della scultura medievale, nata nel secolare cantiere della piazza, i cui capolavori erano fino a quel momento dispersi in sedi diverse. Le pi prestigiose tra le sculture smontate dai monumenti durante i restauri cui furono sottoposti nel tempo - e in particolare durante quelli, radicali, dell'Ottocento - erano infatti confluite nel Museo Civico, poi divenuto Museo Nazionale di San Matteo; altre, riconosciute e studiate nel primo Novecento, erano andate nuovamente disperse nei magazzini dell'Opera a seguito degli eventi bellici; altre ancora, mescolate ad opere provenienti da altre parti della citt, si trovavano nel Camposanto monumentale, ultimo e ormai casuale residuo del singolare museo organizzatovi da Carlo Lasinio agli inizi dell'Ottocento, ben presto in gran parte smembrato.

Dopo un attento esame di ogni pezzo, si proceduto ad una ridefinizione delle sedi espositive, destinando al nuovo museo tutte le sculture di cui si fosse accertata l'originaria appartenenza agli edifici della piazza. Accanto ad esse hanno trovato posto il Tesoro del Duomo - argenti e paramenti sacri, codici liturgici - e una sintetica rassegna dei suoi arredi fissi, mentre una speciale sezione stata dedicata alle antichit egizie, etrusche e romane esposte nel primo Ottocento nelle gallerie del Camposanto.

Nato come residenza dei canonici del Duomo che vi risedettero dalla fine del XII secolo fino ai primi del Seicento, l'edificio risulta costituito da due corpi di fabbrica rettangolari, in laterizio, disposti ad 'elle' , che delimitano un chiostro, ancora leggibili nonostante gli adeguamenti richiesti dalla trasformazione in Seminario Diocesano, voluta dal vescovo Carlo Antonio Dal Pozzo (1582-1607). A lui si deve l'attuale facciata, di schietta impronta fiorentina, sul cui intonaco chiaro si stagliano, profilati in pietra serena, le finestre e i due portali simmetrici. Trasferitosi il seminario nel 1784, il palazzo pass in mani private: venduto all'erudito e collezionista darte Giovanni Rosini, ospit per un breve periodo l'Accademia Pisana di Belle Arti , per tornare ad un uso religioso nel 1887, quando divenne monastero femminile: le snaturanti modifiche che ne conseguirono sono state eliminate nell'ultimo restauro, avviatosi dopo che lOpera, nel 1979, acquist lo stabile per adibirlo a museo.

F)1) IL PERCORSO MUSEALE

Il percorso museale
Il piano terreno propone una lettura del complesso monumentale attraverso l'aiuto di modelli, epigrafi, calchi, ma soprattutto offrendo una visione ravvicinata delle sculture sottratte alla piazza durante i tanti restauri. Nella prima sala sono raccolte tarsie, bassorilievi, capitelli provenienti dalla facciata della Cattedrale, assieme a quanto resta dell'originario arredo del presbiterio e alle spoglie arabe, un capitello marmoreo e un grifo bronzeo, un tempo orgogliosamente esibiti sulla sommit dell'edificio: vi dialogano dunque le tre anime della prima arte pisana - islamica, bizantina e classica. L'ampio corridoio del chiostro e la sala angolare, tuttora decorata dei suoi primitivi affreschi, accolgono le sculture con cui Nicola e Giovanni Pisano avevano coronato il Battistero, seguite dai gruppi scultorei, ancora di mano di Giovanni, che impreziosivano le lunette dei portali di Cattedrale e Battistero. La scultura monumentale da interno rappresentata per il primo Trecento, dagli imponenti resti del sepolcro innalzato al centro dell'abside all'imperatore Arrigo VII, opera di Tino di Camaino cui si deve anche la singolare ancona in marmo dipinto gi all'altare di San Ranieri, unica testimonianza rimastaci di questa tipologia. Dalla zona presbiteriale della Cattedrale provengono anche i sepolcri vescovili scolpiti da Nino Pisano, l'ultimo dei grandi scultori pisani, e da Andrea Guardi, l'allievo di Donatello pi attivo in citt.

L'arredo liturgico Ampio spazio stato riservato all'esposizione del fastoso arredo liturgico medioevale, arricchito anche nei secoli successivi: le suppellettili da usare nei riti sacri, i paramenti da indossare, le cassette e i vasi per le reliquie erano composti dai materiali pi preziosi, come oro, argento, cristallo, pietre dure, gemme e perle, cui facevano riscontro le pergamene ricche di miniature. In un itinerario attraverso il variare delle liturgie si passa dai reliquiari in avorio e smalto alla piccola Madonna eburnea e al Crocifisso ligneo di Giovanni Pisano, agli exultet rotoli in pergamena che il celebrante faceva scorrere dal pulpito - al servito seicentesco del famoso orafo parigino Pierre Ballin, ai severi reliquari delle botteghe medicee, per finire con il calice di forme neo-gotiche donato nel 1839 da Luigi Filippo re di Francia. Dei fastosi tessuti medievali citati dalle fonti rimangono invece soltanto un piviale e un paliotto a ricamo del Trecento, mentre sono ben rappresentati i paramenti della Chiesa Riformata.

L'arredo fisso della Cattedrale Il rinnovato fervore religioso che a partire dal Quattrocento aveva modificato l'aspetto dellinterno della Cattedrale con nu ovi dipinti e sedili in legno intarsiato, stato cancellato dal devastante incendio che nel 1595 si abbatuto sulla Cattedrale. Quanto si era salvato fu in parte riutilizzato, pur allinterno di un diverso disegno complessivo, in parte, nostante fosse di eccelsa qualit, accantonato, come le tarsie delle Virt su cartoni di Botticelli, quelle del lombardo Cristoforo da Lendinara e le sofisticate prospettive del pisano Guido da Serravallino, oggi esposte nelle sale del Museo dellOpera. Il trasporto delle reliquie di San Guido (1752) del fiorentino Domenico Ferretti, gi parte della serie dei grandi dipinti che tappezzavano nel Settecento le pareti della navata centrale, oggi nel museo perch in pieno Ottocento si volle far posto ad unopera che meglio celebrasse le passate glorie della citt. Era invece inserito in uno spettacolare apparato effimero, innalzato per la festa della Titolare, il pannello sagomato con la Vergine eseguito dai fratelli Melani nei primi anni del Settecento.

Le sale del Camposanto A ricordare il glorioso momento in cui il Camposanto era divenuto uno dei primi musei pubblici europei, sono state qui ordinate le collezioni di antichit egizie, etrusche e romane che Carlo Lasinio (1759-1838), Conservatore del museo, aveva caparbiamente raccolto ed esposto. A lui si deve anche la riproduzione dell'intero ciclo di affreschi, che gi allora minacciavano rovina: le incisioni, pubblicate da Giovanni Rosini, contribuirono grandemente alla celebrit dell'edificio. Le incisioni in mostra appartengono ad una rara serie colorata a mano dal figlio Gian Paolo e alcuni esamplari di una seconda serie tirata a stampa nel 1832 in formato pi piccolo.

G) IL MUSEO DELLE SINOPIE

L'edificio che oggi ospita il Museo delle sinopie venne fondato nel 1257 come Spedale Nuovo di Santo Spirito detto anche di Papa Alessandro. Destinato ad accogliere i pellegrini, i poveri, i malati e i bambini abbandonati, il complesso fu posto, insieme alla chiesa di Santa Chiara, a definire il confine sud dell'area attorno al Duomo, al Campanile e al Battistero che cominciava ad assumere la connotazione di una vera e propria piazza. Sorto probabilmente nell'area di un preesistente spedale, il fabbricato, successivamente denominato anche Spedale della Misericordia e infine di Santa Chiara, fu progettato da Giovanni di Simone, il cui nome noto per aver condotto i lavori del primo cantiere del Camposanto Monumentale che dal 1277 verr a delimitare, insieme agli edifici della nuova sede dell'Opera, il lato opposto della piazza, lungo la via a nord della Cattedrale. L'architetto realizz in laterizio, dal 1257 al 1286, la chiesa e la grande aula rettangolare del Pellegrinaio degli infermi, chiusa in alto da imponenti capriate lignee e decorata all'interno a fingere un rivestimento marmoreo bicromo interrotto da nicchiette portaoggetti.

Durante il periodo mediceo quando, con l'apertura di Porta Nuova nel 1562, si avvia un processo di ridefinizione dello spazio della piazza, anche il prospetto dello Spedale viene ristrutturato secondo i canoni fiorentini del tardo Rinascimento, modificando le aperture con l'inserimento di nuove finestre e portali incorniciati in pietra serena. Dopo quasi sette secoli, ormai esaurita la funzione ospedaliera, la lineare e vasta struttura architettonica del Pellegrinaio ospita dal 1979 i grandi disegni preparatori - le sinopie - ritrovati al di sotto degli affreschi del Camposanto mentre erano in corso i primi restauri all'edificio gravemente danneggiato durante la seconda guerra mondiale.

L'allestimento, curato dagli architetti Gaetano Nencini e Giovanna Piancastelli, si articola in un sistema di strutture modulari metalliche disposte su pi livelli, collegate da scale e da una torre-ascensore che consentono la perfetta visione tanto delle opere quanto dell'edificio medievale, restaurato nel paramento, nelle decorazioni parietali e nella copertura lignea. Per poter offrire ai visitatori un primo orientamento sulla piazza, i suoi monumenti e i suoi musei, il percorso museale statO recentemente integrato con un'area destinata all'informazione e alla comunicazione, supportata anche dalle nuove tecnologie, sistemi multimediali e grafica 3D.

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Orari
DICEMBRE E GENNAIO

Torre Pendente 10.00 - 17.00 dal 23 dicembre al 6 gennaio 9.00 - 19.00 Cattedrale 10.00 - 12.45 / 14.00 - 17.00 dal 23 dicembre al 6 gennaio 10.00 - 18.00 Camposanto Battistero Museo Opera 10.00 - 17.00

Museo Sinopie dal 23 dicembre al 6 gennaio 9.00 - 18.00

Biglietterie 9.30 - 17.00 dal 23 dicembre al 6 gennaio 8.30 - 19.00

Servizi igienici 9.30 - 17.15 dal 23 dicembre al 6 gennaio 9.00 - 18.15

NOVEMBRE E FEBBRAIO

Torre Pendente 9.40 - 17.40 Cattedrale 10.00 - 12.45 / 14.00 - 17.00

Camposanto 10.00 - 17.00 Battistero Museo Opera Museo Sinopie

Biglietterie

9.15 - 17.45

Servizi igienici 9.15 - 17.45

MARZO

Torre Pendente 9.00 - 18.00 (dal 25 marzo 8.30 - 20.30) Cattedrale 10.00 - 18.00 (dal 25 marzo 10.00 - 20.00)

Camposanto 9.00 - 18.00 (dal 25 marzo 8.00 - 20.00) Battistero Museo Opera Museo Sinopie

Biglietterie

8.30 - 18.00 (dal 25 marzo 8.00 - 20.00)

Servizi igienici 9.00 - 17.45 (dal 25 marzo 9.00 - 19.45)

DA APRILE A SETTEMBRE

Torre Pendente 8.30 - 20.00 dal 17 giugno al 31 agosto 8.30 - 22.00 Cattedrale 10.00 - 20.00

Camposanto 8.00 - 20.00 dal 17 giugno al 31 agosto 8.00 - 22.00 Battistero 8.00 - 20.00 Museo Opera Museo Sinopie

Biglietterie 8.00 - 20.00 dal 17 giugno al 31 agosto 8.00 - 22.00

Servizi igienici 9.00 - 19.45 dal 17 giugno al 31 agosto 9.00 - 21.45

OTTOBRE

Torre Pendente 9.00 - 19.00 Cattedrale 10.00 - 19.00

Camposanto 9.00 - 19.00 Battistero Museo Opera Museo Sinopie

Biglietterie

8.30 - 19.00

Servizi igienici 9.00 - 18.45

L'ingresso ai monumenti e musei consentito fino a 30 minuti prima dell'orario di chiusura. Nei giorni festivi la cattedrale apre ai visitatori alle ore 13.00.

PIAZZA DEL DUOMO NEL COMPLESSO: INFO TURSTICHE

Benvenuto nella Piazza del Duomo

Il sito UNESCO 'Piazza del Duomo di Pisa' un unico percorso espositivo che si spiega sul verde del prato, nel luogo da sempre destinato al culto. Tutti gli edifici monumentali sono intimamente connessi fra di loro e ci narrano di una cultura millenaria di cui siamo eredi, descrivono un solo disegno, simbolo dell'allegoria cristiana, del dialogo fra cielo e terra, delineano uno stile, quello che nella Pisa marinara si formato grazie all'incontro di popoli, idee e linguaggi diversi. Il nostro compito quotidiano quello di garantire alla generazioni future la trasmissione delle bellezze raccolte nella Piazza del Duomo: per questo i proventi ricavati dalla vendita dei biglietti sono interamente devoluti alla conservazione e la salvaguardia di questo eccezionale patrimonio storico artistico. Grazie anche al tuo contributo.

Cosa posso visitare nella Piazza del Duomo?

4 edifici monumentali ed il loro ricco corredo scultoreo e pittorico

2 collezioni uniche al mondo

Scopri la Piazza del Duomo in 4 semplici passaggi:

1 valuta il tempo che hai a disposizione

2 considera che l'ingresso alla Cattedrale compreso nell'acquisto di un qualsiasi biglietto

3 ricorda che le tariffe esposte sono a persona

4 indica la tua scelta al personale alla cassa

TARIFFE:

Cattedrale: aperta alla visita turistica e lingresso gratuito. Per visitare solo la Cattedrale ritira alla cassa il tagliando di ingresso valido per un massimo di due persone. L'ingresso per la preghiera sempre consentito presso la Cappella del SS. Sacramento.

Camposanto: l'ingresso libero i giorni 1 e 2 novembre, in occasione delle festivit di Tutti i Santi e i Morti.

1 monumento/museo:

euro 5

2 monumenti/musei:

euro 7 (anzich 10 euro)

3 monumenti/musei: 4 monumenti/musei:

euro 8 (anzich 15 euro) euro 9 (anzich 20 euro)

A scelta fra Battistero, Camposanto Monumentale, Museo dell'Opera del Duomo, Museo delle Sinopie.

Torre:

euro 18

I biglietti per la Torre si possono acquistare online (da 20 giorni a 1 giorno prima della data prevista per la visita) o presso le biglietterie della Piazza del Duomo di Pisa.

Non possibile effettuare la prenotazione telefonica.

Lacquisto di uno di questi biglietti ti consente di visitare anche la Cattedrale

Le tariffe indicate sono a persona, per qualsiasi tipologia di biglietto

Per le famiglie:

Se nella tua famiglia ci sono bambini di et inferiore a 10 anni, per loro l'ingresso sempre gratuito, ad eccezione della Torre.

Se i tuoi bambini non hanno compiuto 8 anni, per la loro sicurezza non loro consentito l'ingresso alla torre.

SERVIZI ALL UTENZA:

Servizi all'utenza

Laboratorio Didattico: presso il Museo dell'Opera. Il servizio a pagamento e su prenotazione. Per maggiori informazioni clicca qui.

Area Multimediale: presso il Museo delle Sinopie disponibile una sezione audiovisivi, un sistema di visualizzazione 3D e approfondimenti culturali.

Audioguide: presso la Cattedrale, il Battistero ed il Camposanto. Il servizio a pagamento.

Guide Audio MP3: spiegazioni storico artistiche sulla Torre Pendente. il servizio gratuito e scaricabile dal sito dell'Opera della Primaziale Pisana cliccando qui.

Disabili: l'accessibilit ai monumenti garantita ove possibile. In caso di necessit, contattare il tel. 050 835011 oppure il personale in servizio in loco.

Servizi per non vedenti: presso le biglietterie sono disponibili brochure in braille ed a caratteri grandi per ipovedenti (in Italiano). Un plastico in scala per l'esplorazione tattile della Piazza collocato presso l'area informativa del Museo delle Sinopie. Su prenotazione possibile effettuare visite guidate con l'accompagnamento di nostro personale specializzato, per prenotare info(at)opapisa.it .

Servizio POS: le biglietterie sono dotate di POS per pagamenti Bancomat e Carta di Credito (Visa, Mastercard, Eurocard, Maestro).

Eco del Battistero: la particolare sonorit e l'effetto dell'eco vengono riprodotti ogni 30 minuti dal personale in servizio.

AVVERTENZE: In caso di interventi di restauro, di manutenzione straordinaria o di condizioni metereologiche avverse, possono verificarsi chiusure temporanee di alcuni monumenti. Ci scusiamo per il disagio eventualmente arrecato.

Il prato della Piazza del Duomo da considerare zona di rispetto; per facilitare il compito di manutenzione condotto dal nostro personale, aiuta a tutelarlo ed a mantenerlo integro. Nell'ampio spazio retrostante il Battistero consentito calpestare il prato, pur rispettando le basilari norme di comportamento. E' in tutti i casi vietato giocare al pallone o praticare qualsiasi altro sport (Ord. n.371 del 3/4/98).

Divieto assoluto di accesso alla piazza dalle ore 1.00 alle ore 07.00. E' di norma consentito il transito pedonale lungo Via del Duomo.

Per la visita alla Torre

La visita si svolge in gruppi con accompagnatore che dar le indicazioni sul percorso da seguire. Il tempo della visita di 30 minuti circa e non sara' possibile concedere proroghe; si raccomanda la massima puntualit perch il tempo a disposizione del gruppo limitato e l'inizio della visita dovr avvenire improrogabilmente all'ora indicata sul biglietto di ingresso.

Non consentito l'ingresso ai bambini che non abbiano compiuto gli 8 anni; obbligatorio tenere per mano i bambini tra gli 8 ed i 12 anni; i ragazzi minori di anni 18 potranno accedere solo se accompagnati da adulti responsabili. E' fatto divieto salire con borse e/o contenitori di ogni genere o forma che dovranno essere lasciati presso il punto di raccolta. E' consentito l'uso di macchine fotografiche e videocamere.

E' severamente proibito danneggiare le pietre della torre con chewing gums e scritte vandaliche. Gli eventuali abusi saranno segnalati e perseguiti dall'autorit competente. E' vietato uscire sui camminamenti esterni ai vari ordini. L'uscita al settimo e all'ottavo ordine (cella campanaria) consentita, ma comporta tassativamente l'obbligo di non sporgersi dalle balaustre di protezione ed fatto assoluto divieto di passare al di sotto delle campane e comunque di percuoterle con qualsiasi oggetto.

La visita della torre impone al visitatore un notevole impegno fisico che dovr essere soggettivamente valutato tenendo conto che la scala elicoidale composta da circa 300 scalini, pertanto la visita fortemente sconsigliata a persone con problemi cardiaci e in generale a chi non gode di buona salute. Laccesso alla cella campanaria e alla sommit della torre non di facile percorribilit in quanto obbliga a passaggi diffic oltosi e in esposizione: pertanto se ne sconsiglia la visita a persone che soffrono di vertigini e si raccomanda in ogni caso la massima cautela e il massimo ordine.

Attenzione ai gradini: pavimentazione scivolosa.

Non possibile effettuare la prenotazione telefonica.

ORARI MESSE

Ogni giorno feriale ore 8.00 - ore 9.30

Ogni domenica ordinaria ore 8.00 - ore 9.30 - ore 11.00: messa conventuale (con la presenza dei canonici) - ore 12.00 - ore 17.00 (ore 18.00 d'estate)

Solennit, feste, ricorrenze

1 Gennaio: S. Madre di Dio 8.00 - 9.30 - 11.00 - 12.00 - 17.00 (presieduta dall'Arcivescovo)

6 Gennaio: Epifania 8.00 - 9.30 - 11.00 - 12.00 - 17.00 (presieduta dall'Arcivescovo)

2 Febbraio: Candelora 17.30 (presieduta dall'Arcivescovo)

Domenica delle Palme : 8.00 - 9.30 - 10.45 Benedizione dell'ulivo in Battistero, Processione verso la Cattedrale - 11.00 Santa Messa della Passione (presieduta dall'Arcivescovo) - 12.30 - 17.00 (ora solare) oppure ore 18.00 (ora legale)

Triduo Pasquale Gioved Santo: 9.30 Santa Messa Pontificale, Benedizione degli oli - 18.00 Santa Messa nel ricordo della Cena del Signore (Lavanda dei piedi, Reposizione del Santissimo) 21.00-22.00 Adorazione comunitaria davanti al Santissimo Sacramento la Cattedrale restar aperta per l'Adorazione pastorale fino alle ore 23.00 del gioved santo e dalle ore 8.00 alle 18.00 del venerd Santo

Venerd Santo: 18.00 Liturgia della Passione del Signore - 21.00 Processione penitenziale cittadina dalla Chiesa del Carmine al Duomo Sabato Santo: 15.30 - 18.00 Confessioni - a partire dalle 21.30 Confessioni - 22.30 Solenne Veglia Pasquale

Domenica di Pasqua : 8.00 - 9.30 - 11.00 Santa Messa Pontificale (presieduta dall'Arcivescovo) - 12.30 - 17.00 (ora solare) oppure ore 18.00 (ora legale)

Ascensione : orario domenicale ordinario

Domenica di Pentecoste: 8.00 - 9.30 - 11.00 (presieduta dall'Arcivescovo) - 12.00 - 18.00

Domenica della SS. Trinit: orario domenicale ordinario

14 Giugno Corpus Domini: 8.00 - 9.30 - 11.00 - 12.00 - 18.00 (solenne S. Messa presieduta dall'Arcivescovo, che prosegue con la Processione Eucaristica)

14 15 16 Giugno: Triduo di S. Ranieri 8.00 S. Messa e Lodi con il popolo 18.00 S. Messa e Vespri con il popolo

17 Giugno: Solennit di S. Ranieri Processione introitale dal Battistero al Duomo con i Vescovi della Toscana 11.00 Solenne Concelebrazione presieduta dall'Arcivescovo di Firenze S.E. Mons. Giuseppe Betori 18.00 Vespri Solenni presieduti dall'Arcivescovo S.E. Mons. Giovanni Paolo Benotto

18 Giugno: Solenne processione di San Ranieri 21.00 Raduno allo scalo dei Renaioli

15 Agosto: Assunzione di Maria Vergine (Titolare della Cattedrale) 8.00 - 9.30 - 11.00 (presieduta dall'Arcivescovo); 12.00 - 18.00

22 Ottobre: I giorno del triduo della Madonna di Sotto gli Organi 17.00 S. Rosario meditato; ore 18.00 S. Messa

23 Ottobre: II giorno del triduo della Madonna di Sotto gli Organi 17.00 S. Rosario meditato; ore 18.00 S. Messa

24 Ottobre: III giorno del triduo della Madonna di Sotto gli Organi 17.00 S. Rosario meditato; ore 18.00 S. Messa

25 Ottobre: Festa della Madonna di Sotto gli Organi 17.00 Solenne concelebrazione con l'Arcivescovo

1 Novembre: Tutti i Santi 8.00 - 9.30 - 11.00 (presieduta dall'Arcivescovo) - 12.00 - 17.00

2 Novembre: Commemorazione dei defunti 8.00 - 10.30 (presieduta dall'Arcivescovo. Al termine, benedizione delle tombe nel Camposanto Monumentale e in Cattedrale)

8 Dicembre: Solennit dell'Immacolata orario domenicale ordinario

24 Dicembre: Vigilia del S. Natale 8.00 - 9.30 - 22.00 apertura della Cattedrale per le S. Confessioni - 24.00 (Messa solenne presieduta dall'Arcivescovo)

25 Dicembre: S. Natale 8.00 - 9.30 - 11.00 (Messa solenne e benedizione papale) - 12.00 - 17.00

31 Dicembre: Ultimo giorno dell'anno 8.00 - 9.30 - 17.00 S. Messa (presieduta dall'Arcivescovo) e Te Deum di ringraziamento

L'orario riportato soggetto a variazioni secondo necessit.

TARIFFE:

1)

SCUOLE

I gruppi scolastici, presentando lelenco degli alunni su carta intestata della scuola, hanno diritto a una tariffa agevolata e alla gratuit per un insegnante ogni dieci alunni paganti. Lacquisto dei biglietti per gruppi scolastici pu essere fatto esclusivamente in loco.

Cattedrale: aperta alla visita turistica e lingresso gratuito. Per visitare solo la Cattedrale ritira alla cassa il tagliando di ingresso valido per un massimo di due persone. L'ingresso per la preghiera sempre consentito presso la Cappella del SS. Sacramento

1 monumento/museo:

euro 3

2 monumenti/musei:

euro 4

3 monumenti/musei:

euro 5

4 monumenti/musei:

euro 6

A scelta fra Battistero, Camposanto Monumentale, Museo dell'Opera del Duomo, Museo delle Sinopie.

Torre:

euro 18

I biglietti per la Torre si possono acquistare online (con anticipo compreso fra 20 e 12 giorni) o presso le biglietterie della Piazza del Duomo di Pisa.

Non possibile effettuare la prenotazione telefonica.

Lacquisto di uno di questi biglietti ti consente di visitare anche la Cattedrale.

Le tariffe indicate sono a persona, per qualsiasi tipologia di biglietto.

2)

BIGLIETTO ONLINE

Scegli la sezione che fa per te tra

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- Alberghi.

Puoi acquistare on-line i biglietti d'ingresso per la torre pendente, i monumenti e i musei di Piazza del Duomo a Pisa, senza costi di prevendita.

Potrai accedere direttamente al monumento scelto, evitando la fila alla biglietteria.

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