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1/16/2014

Start up, Polimi: in Italia si investe sette volte meno che in Francia

GIOVED 16 GENNAIO 2014


EuniniziativadelCorrieredelleComunicazioniDirettore:GildoCampesato Partner: Responsabileeditoriale:AlessandroLongo

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Startup,Polimi:inItaliasiinvestesettevoltemenocheinFrancia
GliOsservatoridelPolitecnicodiMilanocalcolano20milionidieuroinvestitiinnuoveaziendeinnovativeda gennaioasettembre2012,controi27milionidituttoil2011.Troppopocorispettoalrestodelmondo industrializzato.SviluppoeconomicoconfidanelnuovodecretoCrescita2.0
Nei primi nove mesi del 2012 ci sono state 29 operazioni di investimento in startup, per 20 milioni di euro. In linea con il 2011 (27 milioni di euro l'intero l'anno. Sono i dati dell'ultimo osservatorio del Politecnico di Milano, appena pubblicato, che cos, si conferma il quadro negativo: l' ItaliasiinvesteinstartupunsettimorispettoallaFrancia,unquintorispettoalla GermaniaealRegnoUnitoelametrispettoaipaesidelnord (Svezia, Finlandia e Norvegia) con PIL molto inferiori a quello italiano. In testa nel mondo sono Usa e Israele. Nel2012,afarladapadronepergliinvestimentistartuplICT,conunpesodicircail50%sultotale (negli Stati Uniti si arriva al 60%). Ecco le stime dell'osservatorio:

nel 2011 le operazioni di investimento in startup ICT in Italia sono state 44 (il 41%, stato fatto da incubatori, il 39% da Venture Capital) per circa 27 milioni di euro. I primi 9mesidel2012 hanno confermato questo trend: 29operazionipercirca20milionidieuro. Quasiil50%delleoperazionifattesonorelativealcompartoMobile (20 investimenti su 44 nel 2011 e 13 investimenti su 29 nei primi 9 mesi del 2012), mercato nel quale l'Italia ricopre una posizione di leadership a livello internazionale (con una penetrazione degli smartphone e della banda larga mobile molto elevata). In sintesi, il comparto ICT e Mobile in particolare dimostra una dinamicit estremamente interessante e la presenza di alcuni casi virtuosi che stanno registrando una forte attenzione a livello internazionale.
Le startup, infatti, contribuiscono alla crescita economica di un paese sia in manieradiretta che attraversolinnovazione con la quale contribuiscono al miglioramento della produttivit, dellinnovativit e della competitivit delle imprese tradizionali, potenziandone le performance. Ma per riuscire ad avviare il nostro paese inerziale nella direzione giusta, occorre creare un ecosistema in grado di generare un circolo virtuoso tra le sue diverse componenti: sistema formativo/universitario, sistema di comunicazione/media, sistema finanziario, sistema politico afferma AndreaRangone,CoordinatoredegliOsservatoridella SchoolofManagementdelPolitecnicodiMilano. Intanto, senza pretendere di fornire soluzioni semplici a problemi complessi, penso si possa cominciare dalla creazione di distrettidistartup, cio concentrazioni territoriali di nuove imprese che consentano di creare quelle dinamiche di cross-fertilizzazione, contaminazione culturale e scambio di conoscenze che sono state alla base del successo dei nostri distretti industriali e, quindi, del nostro boom economico del secolo scorso. Sullabasediunacriticatrasposizionedialcunericercheinternazionali,lOsservatoriosullestartupdelPolitecnicodiMilanostimachesevenissero immessinellenuoveimprese300milionidieuroperinvestimentiseedsipotrebbeavere,entroundecennio,unimpattosulPILdicirca3miliardidieuro (pariallo0,2%circa). Il ministero allo Sviluppo economicoprecisacheconilCrescita2.0orala normativa italiana come quella degli altri Paesi. Forse; anche se bisogna vedere se arriveranno davvero gli incentivi finanziari promessi. Gliespertisonoinbilicotrasperanzaescetticismo.

18 Ottobre 2012 TAG: polimi, studi

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