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NOAM CHOMSKY La prospettiva biolinguistica 50 anni dopo Sito Web dellAccademia della Crusca - Aprile 2005

La prospettiva biolinguistica 50 anni dopo di Noam Chomsky La prospettiva biolinguistica, nella sua forma attuale, ha iniziato a delinearsi mezzo secolo fa, nelle discussioni a Harvard tra alcuni dottorandi fortemente influenzati sia dagli sviluppi in biologia e matematica dei primi anni dopo la seconda guerra mondiale sia dagli scritti di etologia che iniziavano a quel tempo a essere conosciuti negli Stati Uniti. Uno di questi era Eric Lenneberg, il cui seminale lavoro del 1967, Biological Foundations of Language [Basi biologiche del linguaggio] rimane uno dei documenti fondamentali del settore. A quel tempo era in atto un considerevole interscambio, comprendente seminari interdisciplinari e conferenze internazionali, che coinvolgevano principalmente la Fondazione Royaumont a Parigi e il MIT. Quella di pi vasta portata, nel 1974, fu intitolata, per la prima volta, biolinguistica. Molte delle questioni pi rilevanti discusse in quella sede sono ancora vitali ai giorni doggi. Una di queste questioni, sollevata ripetutamente come una delle domande fondamentali da porre da un punto di vista biologico, in che misura gli apparenti principi del linguaggio, inclusi alcuni che sono venuti alla luce solo recentemente, siano unicamente di questo sistema cognitivo o se invece simili disposizioni formali si trovino in altri domini percettivi e cognitivi negli esseri umani e in altri organismi. Una domanda ancor pi fondamentale dal punto di vista biologico a quanta parte del linguaggio si possa dare una spiegazione basata su principi, sia che elementi omologhi possano venire

Lezione tenuta da Noam Chomsky in occasione della cerimonia di assegnazione della laurea honoris causa conferitagli dallUniversit di Firenze il 16 aprile 2004. La versione in lingua inglese stata successivamente pubblicata sul numero 14 (2004) della rivista Quaderni del Dipartimento di Linguistica (Firenze).

NOAM CHOMSKY La prospettiva biolinguistica 50 anni dopo Sito Web dellAccademia della Crusca - Aprile 2005 trovati in altri domini od organismi oppure no. Lo sforzo di mettere a fuoco questi interrogativi e investigarli per quanto riguarda il linguaggio stato chiamato, in anni recenti, il programma minimalista, ma gli interrogativi nascono per qualsiasi sistema biologico, e sono indipendenti da convinzioni teoriche, sia in linguistica che in altri domini. Risposte a queste domande non sono fondamentali solo per capire la natura e il funzionamento degli organismi e dei loro sottosistemi, ma anche per la ricerca sulla loro crescita ed evoluzione. La prospettiva biolinguistica vede la lingua di una persona come uno stato di alcune componenti della mente, considerando mente nel senso degli scienziati del XVIII secolo, che riconoscevano che, dopo la demolizione da parte di Newton della filosofia meccanicistica, basata sul concetto intuitivo di mondo materiale, non rimane un problema mente-corpo coerente, e che possiamo solo considerare aspetti del mondo definiti mentali come il risultato di una struttura organica quale quella del cervello, come osserv lillustre filosofo-chimico Joseph Priestley. Il pensiero un piccolo tremore del cervello, not David Hume; e come Darwin comment un secolo pi tardi, non c motivo per ritenere il pensiero, che una piccola secrezione del cervello, pi meraviglioso della gravit, una propriet della materia. Le stesse questioni vengono ancora sollevate in forma molto simile. Sono state poste in maniera prominente alla fine della Decade del Cervello, che ha chiuso il millennio scorso. LAmerican Academy of Arts and Sciences ha pubblicato un volume per commemorare loccasione, fornendo un sunto dellattuale stato dellarte. Il tema principale stato formulato da un illustre neuroscienziato, Vernon Mountcastle: la tesi che le cose mentali, ovvero le menti stesse, sono propriet affioranti dei cervelli, [anche se] questi affioramenti non sono considerati irriducibili bens sono prodotti da principi

NOAM CHOMSKY La prospettiva biolinguistica 50 anni dopo Sito Web dellAccademia della Crusca - Aprile 2005 che controllano le interazioni tra eventi di livello inferiore principi che ancora non comprendiamo. La stessa tesi, che parafrasa puntualmente Priestley, stata proposta in anni recenti come unipotesi stupefacente della nuova biologia, unidea radicalmente nuova nella filosofia della mente, laudace affermazione che i fenomeni mentali sono interamente naturali e causati dalle attivit neurofisiologiche del cervello. Ma questo un fraintendimento. La tesi conseguenza del collasso di un qualsiasi concetto coerente di corpo o materiale nel XVII secolo, come stato presto riconosciuto. Tralasciando la terminologia, la tesi fondamentale rimane quella che stata chiamata la proposta di Locke: che Dio potrebbe aver scelto di aggiungere alla materia una facolt di pensiero, esattamente come ha aggiunto al movimento effetti che non possiamo in alcun modo concepire che il moto sia in grado di produrre. Della gamma di fenomeni che potrebbero venire in qualche modo considerati pertinenti al linguaggio, lapproccio biolinguistico concentra lattenzione su una componente della biologia umana che ha a che fare con luso e lacquisizione del linguaggio, come che il termine linguaggio venga interpretato. Chiamiamola facolt del linguaggio, adattando un termine tradizionale a un nuovo uso. Questa componente pi o meno allo stesso livello del sistema della visione dei mammiferi, del sistema di navigazione degli insetti e cos via. In molti di questi casi, le migliori teorie esplicative attribuiscono allorganismo sistemi computazionali e quello che viene chiamato, nelluso informale, lobbedire a delle regole per esempio, quando un recente testo sulla visione presenta il cosiddetto principio della rigidit come stato formulato 50 anni fa: se possibile, e altre regole lo autorizzano, interpreta i movimenti delle immagini come proiezioni in tre dimensioni di moti rigidi. In questo caso, studi pi recenti hanno fornito una sostanziale

NOAM CHOMSKY La prospettiva biolinguistica 50 anni dopo Sito Web dellAccademia della Crusca - Aprile 2005 comprensione delle computazioni mentali che sembrano essere coinvolte quando il sistema visivo segue queste regole ma, perfino in organismi molto semplici, questo normalmente non unimpresa semplice, e mettere in relazione computazioni mentali e analisi a livello cellulare in generale un obiettivo lontano. Adottando questa concezione, una lingua uno stato della facolt del linguaggio. La decisione di studiare il linguaggio come parte del mondo in questo senso era considerata fortemente controversa, e a tuttoggi lo . Unanalisi pi attenta mostrer, credo, che gli argomenti sollevati contro la legittimit dellapproccio hanno poca forza una tesi debole; e che i suoi assunti di base sono tacitamente adottati anche da coloro che lo rigettano strenuamente una tesi molto pi forte. Non mi addentrer in questo interessante capitolo della storia intellettuale contemporanea in questa sede, ma assumer semplicemente che aspetti cruciali del linguaggio possano essere studiati come parte del mondo naturale, adottando lapproccio biolinguistico che prese forma mezzo secolo fa, e che stato perseguito intensamente da allora, per molte strade differenti. La facolt del linguaggio una componente di quella che il co-fondatore della moderna teoria evolutiva, Albert Russel Wallace, chiam la natura intellettuale e morale delluomo: le capacit umane per limmaginazione creativa, il simbolismo, la matematica, linterpretazione e la registrazione di fenomeni naturali, intricate pratiche sociali e simili, un complesso di capacit che sembrano essersi cristallizzate in tempi relativamente recenti, forse poco pi di 50.000 anni fa, allinterno di un piccolo gruppo di progenitori dal quale discendiamo tutti un complesso che differenzia abbastanza nettamente gli

NOAM CHOMSKY La prospettiva biolinguistica 50 anni dopo Sito Web dellAccademia della Crusca - Aprile 2005 umani dagli altri animali, inclusi altri ominidi, a giudicare dalla documentazione archeologica. La natura della capacit umana, come la chiamano adesso alcuni studiosi, rimane un notevole mistero. Era uno degli elementi di una famosa controversia tra i due fondatori della teoria dellevoluzione, con Wallace che riteneva, contrariamente a Darwin, che levoluzione di queste facolt non potesse essere spiegata solamente in termini di variazione e selezione naturale, ma che necessitasse di qualche altra influenza, legge o causa, un qualche principio naturale accanto alla gravit, alla coesione e alle altre forze senza le quali luniverso materiale non potrebbe esistere. Anche se tali questioni sono ai giorni nostri formulate diversamente, esse non sono scomparse. Si assume comunemente che, quale che sia la capacit intellettuale umana, la facolt del linguaggio sia essenziale ad essa. Molti scienziati concordano con il paleoantropologo Ian Tattersall, che scrive di essere praticamente sicuro che fu linvenzione del linguaggio a essere levento improvviso ed emergente che fece da stimolo liberatorio per la comparsa della capacit umana nella cronaca dellevoluzione il grande balzo in avanti, come lo ha chiamato Jared Diamond, il risultato di un qualche evento genetico che rimodell il cervello, permettendo la nascita del linguaggio moderno, con la ricca sintassi che permette una moltitudine di modi per esprimere il pensiero, un prerequisito allo sviluppo sociale e ai rilevanti cambiamenti nel comportamento che sono evidenziati nella documentazione archeologica, e che generalmente sono ritenuti la causa scatenante della veloce migrazione dallAfrica, dove pare che umani, per altri versi moderni, fossero stanziati da 150.000 anni. La concezione simile a quella dei Cartesiani, ma pi forte: essi consideravano il normale uso del linguaggio come il pi chiaro indizio empirico che unaltra creatura avesse una mente simile alla nostra, ma non come indizio criteriale della mente e

NOAM CHOMSKY La prospettiva biolinguistica 50 anni dopo Sito Web dellAccademia della Crusca - Aprile 2005 dellorigine della capacit umana. Tattersall considera il linguaggio come virtualmente sinonimo con il pensiero simbolico. Se vogliamo elaborare tale affermazione, uno degli iniziatori dei simposi Royaumont-MIT, il premio Nobel Francois Jacob, osserv che il ruolo del linguaggio come sistema di comunicazione tra individui sarebbe sorto solo come effetto secondario. Alla conferenza del 1974 Salvador Luria, premio Nobel come Jacob, fu il pi strenuo sostenitore dellidea che i bisogni comunicativi non avessero fornito nessuna grande pressione selettiva per produrre un sistema come il linguaggio, con la sua cruciale connessione con la formazione del pensiero astratto o produttivo. La qualit del linguaggio che lo rende unico non sembra essere tanto il suo ruolo nel comunicare istruzioni per azioni o altre caratteristiche comuni della comunicazione animale, continua Jacob, quanto piuttosto il suo ruolo nel simbolizzare, evocare immagini cognitive, nel plasmare la nostra nozione di realt e produrre le nostre capacit di pensiero e di pianificazione, attraverso la sua propriet unica di permettere infinite combinazioni di simboli e quindi la creazione mentale di mondi possibili, idee che risalgono alla rivoluzione cognitiva del XVII secolo. Jacob sottoline anche la percezione comune che le risposte alle domande sullevoluzione nella maggior parte dei casi... difficilmente possono andare al di l di speculazioni pi o meno ragionevoli. Possiamo aggiungere unaltra intuizione della filosofia del XVII e XVIII secolo, con radici che risalgono fino allanalisi di Aristotele su quelle che pi tardi furono interpretate come entit mentali: che perfino i concetti pi elementari del linguaggio umano non sono in relazione con oggetti indipendenti dalla mente secondo una qualche relazione referenziale tra simboli e caratteristiche fisiche identificabili del mondo esterno, come sembra essere

NOAM CHOMSKY La prospettiva biolinguistica 50 anni dopo Sito Web dellAccademia della Crusca - Aprile 2005 universale nei sistemi di comunicazione animale. Sono piuttosto creazioni dei poteri conoscitivi che ci forniscono di mezzi ricchi per riferirci al mondo esterno da precise prospettive, ma sono individuati da operazioni mentali che non possono essere ridotte a una particolare natura che appartiene alla cosa di cui stiamo parlando, come Hume riassunse un secolo di interrogativi. Queste sono osservazioni critiche riguardanti la semantica elementare del linguaggio naturale, che suggeriscono che i suoi elementi pi primitivi siano correlati al mondo indipendente dalla mente nello stesso modo in cui lo sono gli elementi interni della fonologia, cio non da una relazione di tipo referenziale ma come parte di un tipo di concezione ed azione considerevolmente pi intricati. per ragioni come questa, anche se non afferrate chiaramente a quel tempo, che i primi lavori negli anni Cinquanta adottarono una specie di teoria duso del significato, in pratica nel senso di John Austin e del tardo Wittgenstein: il linguaggio era concepito come uno strumento complesso, messo in uso per vari scopi umani, che genera espressioni costruite con gli elementi fondamentali del linguaggio, ognuna di esse basicamente una struttura di istruzioni per luso. Se tutto questo va nella direzione giusta, allora sorgono almeno due problemi fondamentali quando consideriamo le origini della facolt del linguaggio e il suo ruolo nellimprovviso emergere delle capacit intellettuali umane: primo, la semantica essenziale degli elementi portatori del significato minimo, includendo i pi semplici di essi; e secondo, i principi che permettono illimitate combinazioni di simboli, organizzate gerarchicamente, che forniscono i mezzi per luso del linguaggio nei suoi molti aspetti. Allo stesso modo, la teoria centrale del linguaggio la Grammatica Universale, GU deve fornire in primo luogo un inventario strutturato di possibili oggetti lessicali che sono collegati o forse identici ai concetti che sono gli elementi dei poteri conoscitivi; in secondo luogo, deve fornire mezzi per costruire con tali oggetti

NOAM CHOMSKY La prospettiva biolinguistica 50 anni dopo Sito Web dellAccademia della Crusca - Aprile 2005 lessicali linfinita variet di strutture interne che fanno parte del pensiero, dellinterpretazione, della pianificazione e di altri atti mentali umani, e che vengono talvolta esternate: un processo secondario se le speculazioni appena passate in rassegna si dimostrassero esatte. Per quanto riguarda il primo problema, lapparato concettuale-lessicale apparentemente specifico alla specie umana, esistono studi approfonditi sui concetti relazionali collegati a strutture sintattiche e sugli oggetti parzialmente interni alla mente che sembrano giocare un ruolo cruciale (eventi, proposizioni ecc.). Ma c poco, oltre a osservazioni descrittive, sullapparato referenziale centrale che viene impiegato per parlare del mondo. Il secondo problema stato centrale alla ricerca linguistica per mezzo secolo, con una storia precedente in termini diversi molto lunga. Lapproccio biolinguistico ha adottato sin dallinizio il punto di vista che il neuroscienziato cognitivo R.G. Gallistel chiama la norma in neuroscienza oggi, cio la visione modulare dellapprendimento: la conclusione che in tutti gli animali lapprendimento basato su meccanismi specializzati, istinti di apprendere in modi specifici. Possiamo pensare a questi meccanismi come organi dentro il cervello, che raggiungono stati nei quali effettuano tipi specifici di computazioni. Eccetto che in ambienti estremamente ostili, essi cambiano stato sotto lo stimolo e leffetto plasmante di fattori esterni, in maniera pi o meno automatica, e in accordo con un disegno interno. Questo il processo dellapprendimento, anche se forse crescita potrebbe essere un termine pi appropriato, evitando le connotazioni fuorvianti del termine apprendimento. La visione modulare dellapprendimento ovviamente non comporta che le componenti del modulo siano uniche ad esso: a un qualche livello, tutti assumono che non lo siano la cellula, per esempio e la questione del livello di organizzazione al quale emergono propriet uniche rimane una domanda fondamentale da un punto di vista biologico, come lo era

NOAM CHOMSKY La prospettiva biolinguistica 50 anni dopo Sito Web dellAccademia della Crusca - Aprile 2005 alla conferenza del 1974. stato riconosciuto a partire dalle origini della biologia moderna che tali restrizioni entrano non solo nella crescita degli organismi ma anche nella loro evoluzione. In un classico studio contemporaneo, Maynard Smith e colleghi fanno risalire la versione post-darwiniana a Thomas Huxley, che rimase colpito dal fatto che sembrano esservi linee di modificazione predeterminate che portano la selezione naturale a produrre variet di un numero e tipo limitato per ogni specie. Essi passano in rassegna una serie di tali restrizioni nel mondo organico e descrivono come limitazioni nella variabilit fenotipica siano causate dalla struttura, dal carattere, dalla composizione e dalle dinamiche del sistema di sviluppo. Essi fecero notare che tali restrizioni nello sviluppo giocano senza dubbio un ruolo significativo nellevoluzione, anche se vi ancora poco accordo sulla loro importanza nel plasmare la storia dellevoluzione in comparazione con la selezione, la deriva e altri fattori simili. Allincirca allo stesso tempo, Jacob scrisse che le leggi che controllano lo sviluppo embrionale, quasi totalmente sconosciute, interagiscono con altri fattori fisici per limitare i possibili cambiamenti di strutture e funzioni, per citare una pubblicazione recente. I pi conosciuti tra coloro che hanno dedicato molto del loro lavoro a questi argomenti sono DArcy Thompson e Alan Turing, che assunsero una posizione molto forte sul ruolo centrale di tali fattori in biologia. In anni recenti, tali considerazioni sono state usate per spiegare per una vasta gamma di problemi dello sviluppo e dellevoluzione, dalla divisione cellulare nei batteri allottimizzazione della struttura e funzione delle reti corticali, e perfino alla proposta che gli organismi abbiano il migliore dei cervelli possibili, come affermato dal neuroscienziato computazionale Chris Cherniak. Tali problemi sono problemi di frontiera per la ricerca, ma la loro rilevanza indubbia.

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Assumendo che la facolt del linguaggio abbia le propriet generali di altri sistemi biologici, dovremmo, di conseguenza, cercare tre fattori che entrano nellevoluzione del linguaggio nellindividuo: (1) Fattori generici, apparentemente quasi uniformi per la specie, largomento della GU. La dotazione genetica interpreta parti dellambiente come esperienza linguistica, un compito non banale che il bambino svolge in maniera di riflesso, e determina il corso generale dello sviluppo della facolt del linguaggio verso le lingue raggiunte. (2) Lesperienza, che porta alla variazione, allinterno di un campo piuttosto ristretto, come nel caso di altri sottosistemi di capacit umane e dellorganismo in generale. (3) Principi non specifici della facolt del linguaggio. Il terzo fattore include principi di architettura strutturale che restringono gli esiti, includendo principi di computazione efficiente, che ci si aspetterebbe che fossero di particolare significativit per sistemi computazionali come lo il linguaggio, determinando il carattere generale dei linguaggi ottenibili. Allinterno dellapproccio strutturalista-comportamentista degli anni 50, gli analoghi pi vicini alla GU erano gli approcci procedurali sviluppati da Trubetzkoy, Harris e altri, progettati per determinare le unit linguistiche e i loro schemi in un corpus di dati linguistici. Nel migliore dei casi, questi non possono arrivare molto lontano. Perfino le unit elementari portatrici di significato, i morfemi, non hanno la caratteristica di perle su un filo

NOAM CHOMSKY La prospettiva biolinguistica 50 anni dopo Sito Web dellAccademia della Crusca - Aprile 2005 necessaria per approcci procedurali, ma sono connessi in maniera molto pi indiretta alla forma fonetica. La loro natura e le loro propriet sono fissate allinterno del pi astratto sistema computazionale che determina lillimitata serie di espressioni. I primi approcci alla grammatica generativa assumevano quindi che la dotazione genetica fornisse un formato per sistemi di regole e un metodo per selezionare la sua realizzazione ottimale di esso, avendo fornito dei dati di esperienza. Proposte specifiche furono fatte allora e negli anni a seguire. In principio, esse fornivano una possibile soluzione al problema dellacquisizione del linguaggio, ma implicavano calcoli astronomici, per cui non affrontavano seriamente le questioni. Le preoccupazioni maggiori in quegli anni erano abbastanza diverse, e lo sono tuttora. Pu essere difficile crederlo oggi, ma 50 anni fa era comunemente ritenuto che la tecnologia di base della descrizione linguistica fosse a disposizione, e che la variazione linguistica fosse cos libera che non si sarebbe potuto scoprire niente che avesse grande generalit. Appena furono fatti degli sforzi per fornire delle descrizioni relativamente esplicite delle propriet delle lingue, divenne immediatamente ovvio quanto poco fosse conosciuto, in ogni settore. Ogni proposta specifica fruttava unabbondanza di smentite, richiedendo sistemi di regole complessi e variati per ottenere unapprossimazione fortemente limitata alladeguatezza descrittiva. Questo poneva un grave dilemma, poich le considerazioni pi elementari portavano alla conclusione che la GU dovesse imporre confini ristretti agli esiti possibili, in modo da spiegare lacquisizione del linguaggio, il cosiddetto problema delladeguatezza esplicativa. Fu imboccato un buon numero di strade per cercare di risolvere questa tensione. Quella che ebbe pi successo si rivel il tentativo di formulare dei

NOAM CHOMSKY La prospettiva biolinguistica 50 anni dopo Sito Web dellAccademia della Crusca - Aprile 2005 principi generali, attribuiti alla GU ovvero la dotazione genetica lasciando un residuo piuttosto ridotto di fenomeni che risulterebbe in qualche modo dallesperienza. Questi approcci ebbero un poco di successo, ma al tempo della conferenza del 1974 le tensioni di fondo rimasero irrisolte. Nel volgere di un paio di anni il paesaggio cambi in maniera considerevole. In parte questo fu il risultato di una vasta gamma di materiali nuovi provenienti da studi molto pi approfonditi che in precedenza e che riguardavano una variet molto pi ampia di lingue, gran parte di essi riconducibili al lavoro di Richard Kayne e delle sue lezioni in Europa, che ispirarono unapprofondita ricerca nelle lingue romanze e germaniche e pi tardi in altre, che portarono anche a molte feconde idee sui principi della GU. Circa 25 anni fa, molto di questo lavoro si cristallizz in un approccio radicalmente differente alla GU, lapproccio Principi e Parametri (P&P), che per la prima volta offr la speranza di superare la tensione tra adeguatezza descrittiva ed esplicativa. Questo approccio cercava di eliminare completamente la teoria basata sullidea di formato e, con essa, la concezione tradizionale di regole e costruzioni che era stata ripresa quasi nella sua totalit dalla grammatica generativa. Da questo punto di vista, era un distacco molto pi radicale dalla ricca tradizione di 2500 anni di quanto lo fosse stata la prima grammatica generativa. Il nuovo approccio P&P port a unesplosione di ricerche in lingue dalle tipologie pi varie, portando a nuovi problemi precedentemente non presi in considerazione, talvolta a risposte, e al rafforzamento di discipline confinanti che si occupavano di acquisizione e di elaborazione, con i loro interrogativi principali ora riformulati in termini di fissazione di parametri allinterno di un sistema fissato di principi della GU. Nessuno che abbia familiarit con larea di studio ha minimamente illusione che gli orizzonti della ricerca siano non a portata di mano, ma neanche visibili.

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Labbandono della teoria del formato ha avuto anche un impatto significativo sul programma biolinguistico. Se, come stato ipotizzato, lacquisizione questione di una selezione tra opzioni rese disponibili dal formato fornito dalla GU, allora tale formato devessere ricco e altamente articolato, permettendo relativamente poche opzioni; altrimenti, ladeguatezza descrittiva fuori portata. La miglior teoria del linguaggio devessere molto insoddisfacente da altri punti di vista, con un complesso apparato di condizioni specifiche sul linguaggio umano, che restringono realizzazioni possibili. La questione biologica fondamentale della spiegazione basata su principi poteva appena venire contemplata e, di conseguenza, le prospettive di una ricerca approfondita sullevoluzione della lingua erano oscure; evidentemente, pi le condizioni specifiche del linguaggio sono intricate e variate, meno c speranza di una spiegazione ragionevole delle origini evolutive della GU. Questi sono tra gli interrogativi che vennero sollevati al simposio del 1974 e in altri dello stesso periodo, ma furono abbandonati come problemi in apparenza irresolubili. Lapproccio P&P offriva prospettive di risolvere anche queste tensioni. Nella misura in cui questo approccio si dimostra valido, lacquisizione questione di fissazione di parametri, e di conseguenza totalmente separata dal rimanente formato per la grammatica: i principi della GU. Non sussiste pi una barriera concettuale alla speranza che la GU possa essere ridotta a una forma molto pi semplice, e che le propriet di base dei sistemi computazionali del linguaggio abbiano una spiegazione basata su dei principi invece che essere stabilite in termini di un formato altamente restrittivo, specifico per il linguaggio, per le grammatiche. Ritornando ai tre fattori della progettazione linguistica, ladozione dellapproccio P&P supera una difficile barriera concettuale nello spostare il fardello della spiegazione dal fattore (1), fattore genetico, al fattore

NOAM CHOMSKY La prospettiva biolinguistica 50 anni dopo Sito Web dellAccademia della Crusca - Aprile 2005 (3), principi indipendenti dal linguaggio quali elaborazione dei dati,

architettura strutturale ed efficienza computazionale, fornendo perci qualche risposta alle domande fondamentali della biologia del linguaggio, della sua natura e del suo uso, e forse perfino della sua evoluzione. Superate le barriere concettuali imposte dalla teoria del formato, possiamo considerare seriamente la possibilit che il mezzo per generare espressioni strutturate possano essere riducibili a principi indipendenti dal linguaggio, che ci siano o meno elementi omologhi in altri domini e organismi. Possiamo, in breve, cercare di mettere a fuoco linterrogativo di cosa costituisca una spiegazione basata su principi per le propriet del linguaggio, e rivolgerci a una delle domande pi fondamentali della biologia del linguaggio: fino a che punto il linguaggio si avvicina a una soluzione ottimale alle condizioni che deve soddisfare per essere affatto usabile, data unarchitettura strutturale extralinguistica? Queste condizioni ci riportano alla caratterizzazione tradizionale del linguaggio sin da Aristotele come un sistema che collega suono e significato. Con la nostra terminologia, le espressioni generate da una lingua devono soddisfare due condizioni di interfaccia: quelle imposte dal sistema senso-motorio e dal sistema concettuale-intenzionale che rientra nella capacit intellettuale umana e rilevante per la variet degli atti linguistici. Possiamo considerare una spiegazione delle propriet del linguaggio come basata su principi nella misura in cui essa possa essere ridotta a propriet dei sistemi di interfaccia e a considerazioni generali di efficienza computazionale e cos via. Indipendentemente, i sistemi di interfaccia possono essere studiati da soli, includendo lo studio comparativo che fruttuosamente in corso. E lo stesso vero dei principi di computazione efficiente, applicati al linguaggio in lavori recenti da molti studiosi con risultati importanti. In una variet di modi,

NOAM CHOMSKY La prospettiva biolinguistica 50 anni dopo Sito Web dellAccademia della Crusca - Aprile 2005 poi, possibile sia chiarificare sia indicare alcuni dei problemi di base della biologia del linguaggio. A questo punto dovremmo passare a una discussione pi tecnica di quanto sia possibile in questa sede, ma un paio di osservazioni informali possono aiutare per lo meno a tracciare uno schizzo del panorama generale. Un fatto elementare della facolt del linguaggio che si tratta di un sistema di discreta infinit, raro nel mondo organico. Un qualsiasi sistema di questo tipo basato su unoperazione primitiva che prende oggetti gi costruiti, e costruisce con essi un oggetto nuovo: nel caso pi semplice, linsieme che li contiene. Si chiami quelloperazione Unisci [Merge]. O Unisci o qualcosa di equivalente sono un requisito minimo. Con Unisci a disposizione, abbiamo istantaneamente un sistema illimitato di espressioni strutturate gerarchicamente. Il resoconto pi semplice del Grande Balzo in Avanti nellevoluzione degli umani sarebbe che il cervello fu rimodellato, forse da una qualche piccola mutazione, rendendo disponibile loperazione Unisci, stabilendo nello stesso tempo una parte essenziale della base per ci che viene trovato in quel cruciale momento dellevoluzione umana, almeno in linea di principio; collegare i punti un problema tuttaltro che banale. Esistono speculazioni a proposito dellevoluzione del linguaggio che postulano un processo molto pi complicato: prima una mutazione che permettesse espressioni di due unit, poi pi grosse, e finalmente il Grande Balzo che produsse Unisci. Forse i primi passi ebbero davvero luogo, ma una speculazione pi economica dice che non fu cos, e che il Grande Balzo fu davvero subitaneo, in un singolo individuo, che fu istantaneamente dotato di capacit intellettuali largamente superiori a quelle degli altri, che furono trasmesse ai discendenti e arrivarono a predominare. Questa, nel migliore dei casi, una ragionevole supposizione,

NOAM CHOMSKY La prospettiva biolinguistica 50 anni dopo Sito Web dellAccademia della Crusca - Aprile 2005 come lo sono tutte le speculazioni a proposito di tali argomenti, ma pi o meno la pi semplice immaginabile, e non in contraddizione con qualsiasi elemento conosciuto o plausibilmente congetturata. difficile vedere quale descrizione dellevoluzione umana possa non assumere almeno questo, in una forma o unaltra. Considerazioni elementari di efficienza computazionale predicono che la soluzione ottimale al compito di collegare suono e significato non stabilisca livelli interni di descrizione ma solo livelli di interfaccia. Per ottenere tale risultato dovremmo mostrare che i livelli postulati in praticamente tutti i lavori precedenti non sono necessari, specificamente la struttura profonda, la struttura di superficie e la forma logica, e i loro vari derivati tecnici. Un risultato ancora pi forte sarebbe che questi sistemi interni non siano solo non necessari, ma letteralmente informulabili. Unaltra condizione naturale, che rivendica generalit extralinguistica, che le operazioni che formano espressioni complesse siano non pi che un riordinamento degli oggetti ai quali si applicano, senza modificarli internamente attraverso la cancellazione o linserzione di nuovi elementi. Ci ridurrebbe drasticamente il carico computazionale: ci che stato costruito una volta pu essere dimenticato in computazioni successive, visto che non verr pi cambiato. Questa una delle intuizioni fondamentali dietro la nozione di computazione ciclica. Gli approcci esistenti violavano estesamente questa condizione, con ricorso a espedienti che modificavano oggetti gi generati e aggiungevano nuovi elementi. Un altro compito determinare se tutta questa tecnologia sia eliminabile a favore di una spiegazione basata su principi. Altri interrogativi sorgono a proposito della variet di operazioni e nozioni specifiche che sembrano avere una motivazione non basata su principi; e a

NOAM CHOMSKY La prospettiva biolinguistica 50 anni dopo Sito Web dellAccademia della Crusca - Aprile 2005 proposito di molti principi che sono difficili perfino da formulare tranne che in termini specifici alla facolt del linguaggio. La domanda generale : quanto avanti possiamo progredire nel mostrare che tutta quella tecnologia specifica del linguaggio riducibile a spiegazioni basate su principi, isolando cos le propriet centrali che sono essenziali alla facolt del linguaggio, un problema basilare della biologia del linguaggio? Esiste ora unestesa letteratura che esplora problemi del tipo appena menzionato, e io credo che sia corretto dire che ci sia stato un considerevole progresso nel muoversi verso una spiegazione basata su principi. ancora pi chiaro che questi sforzi hanno soddisfatto un requisito primario per un programma di ricerca ragionevole: stimolare indagini in grado di superare alcuni vecchi problemi portandone contemporaneamente alla luce ancora pi rapidamente di nuovi, precedentemente non riconosciuti e quasi per niente formulati, e arricchendo considerevolmente le sfide empiriche di adeguatezza descrittiva ed esplicativa che devono venire affrontate. La ricerca per una spiegazione basata su principi di fronte a prove che intimidiscono. Possiamo formulare gli obiettivi con ragionevole chiarezza ma, come sempre, non c un modo sensato di speculare su quanto ci si possa avvicinare ad essi; ovvero fino a che punto gli stati della facolt del linguaggio siano attribuibili a principi generali, che forse valgono perfino in generale per gli organismi. Con ogni passo in direzione di questo risultato, otteniamo una comprensione pi chiara delle propriet centrali che sono specifiche alla facolt del linguaggio, lasciando ancora molti problemi irrisolti, che sono stati sollevati per centinaia di anni, su come propriet definite mentali siano in relazione con la struttura organica del cervello, problemi lontani dallessere risolti perfino in riferimento agli insetti, e con caratteristiche uniche e profondamente

NOAM CHOMSKY La prospettiva biolinguistica 50 anni dopo Sito Web dellAccademia della Crusca - Aprile 2005 misteriose quando consideriamo le capacit umane e le sue origini evolutive. (Traduzione a cura di Vera Gheno e Federico Damonte)

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