Anda di halaman 1dari 7

u Nord). 2485.

Il re Carlo XII si trovava senza provvigioni, circondato da ogni parte dal nemico, in un paese lontano dalla sua base. Il suo magnifico esercito era ridot to a ventimila soldati male armati, peggio vestiti e mezzo morti dalle fatiche e dalla fame. Tuttavia il re era pi che mai coraggioso e pieno di speranze e di fi ducia in se stesso e nel suo esercito. _Avendo un ufficiale osato lamentarsi, eg li lo redargu vivamente cos: Come! Oseresti lamentarti? Ti dispiace di esser lontano da tua moglie? E che dir ai allora quando io ti porter tanto lontano che potrai ricevere notizie della Sve zia appena una volta ogni tre anni? (VOLTAIRE, Histoire de Charles XII). 2486. Il re, quando fu a Lipsia, concep il disegno di marciare contro la Russia. L'esercito era tuttavia stanco di tante guerre e desiderava ardentemente ritorna re a Stoccolma. Avendo il re detto al suo maresciallo d'alloggio di fargli un el enco di tutte le strade che congiungevano Lipsia alle varie capitali europee, il maresciallo, per fargli capire il desiderio di tutte le truppe, mise co me prima strada quella che da Lipsia conduce a Stoccolma. Il re, leggendo l'elen co, cap, e sorridendo disse: Ecco una strada che pel momento e per molto tempo ancora non ci servir. (Anecdote s du Nord). 2487. Il re Carlo di Svezia, mentre il suo esercito marciava contro la Russia, p recedeva i suoi di qualche giornata con un seguito di appena tre o quattro perso ne. Essendo coraggioso e imprudente, volle recarsi, con tale piccola scorta, a f ar visita a Dresda ad Augusto, gi re di Polonia, che egli aveva detronizzato. Imm aginate la sorpresa del re Augusto! Carlo lo tratt anche un po' duramente, come d a padrone a servo; ma Augusto era cos sbigottito di quella visita inaspettata, ch e non seppe approfittarne. Il giorno dopo, re Carlo se ne and, e solo allora Augu sto cap che si era lasciato scappare un'ottima occasione per prendere la sua rivi ncita. Adun in fretta un consiglio straordinario, di cui il re Carlo rise molto, dicendo: Il re Augusto delibera oggi quel che doveva fare ieri. (Anecdotes du Nord). 2488. Il re Carlo voleva che i suoi soldati fossero sottomessi a una ferrea disc iplina: tra l'altro era severamente proibito ai soldati, sotto pena di morte, di toccare i beni dei nemici e di far bottino nelle citt conquistate. Una volta fu preso un soldato, mentre aveva rubato un pollo a un contadino polacco, e fu cond annato a morte. Portato il reo davanti al re, costui lo redargu aspramente; ma il soldato rispose: Maest, se voi avete preso un regno intero all'elettore di Sassonia, vorrei sapere perch io non posso prendere un pollo a un contadino. Il re rise di quella pronta ed ardita risposta e fece grazia al condannato; ma n el tempo stesso fece dare una cospicua somma di denaro al contadino derubato, co me risarcimento del danno che il soldato gli aveva causato. (Anecdoctes du Nord) . 2489. Paykel, gentiluomo della Livonia, era stato fatto prigioniero e condannato a morte come ribelle al suo sovrano. Il re, sollecitato da pi parti, fu sempre i nflessibile e non volle fargli la grazia. Il prigioniero disse allora di voler c omunicare un segreto al re; e portato in sua presenza, gli confid che egli aveva trovato la pietra filosofale e che poteva fare dell'oro a sua volont. Si disse pr onto a far l'esperimento di quel che diceva. E infatti fattesi comprare alcune d roghe e mescolatele assieme, fabbric una certa quantit d'oro puro. La regina madre , che aveva assistito all'esperimento s'intromise allora per ottenere da suo fig lio la grazia del prigioniero; ma il re non volle saperne, dicendo: Non sar mai che io accordi per interesse quel che ho gi negato all'amicizia e alla piet. (Anecdotes du Nord). 2490. Durante una le truppe scarseggiavano di viveri, e specialmente il pane las ciava molto a desiderare. Un soldato os una volta mettersi sul passaggio del re e , come muta protesta, presentargli un pezzo di pane fatto di orzo e di avena e m ezzo muffito. Il re, senza dir nulla, lo prese, lo esamin, lo mangi tutto e finalm ente disse al soldato queste sole parole: Non buono, ma si pu mangiare. il soldato rimase molto pi confuso che se il re lo avesse fatto punire. (PANCKOUC

KE). 501 CARLO XII 2491. Il colonnello svedese Hagen credeva di fare un gran servizio al re e alla patria il giorno che arrest la principessa Lubomirski, intimamente legata coi nem ici della Svezia, tanto pi che questa principessa attraversava la Svezia per reca rsi a complottare in Germania contro re Carlo, e portava con s immense ricchezze che, probabilmente, dovevano servire a macchinazioni politiche. Appena re Carlo seppe di tale arresto, scrisse di suo pugno al colonnello: Io non faccio la guer ra alle donne; perci vi prego di rilasciare immediatamente la principessa, con tu tti i suoi tesori e le persone del suo seguito; e perch la principessa non abbia da fare altri brutti incontri, vi prego di scortarla sino alla frontiera . (PANCK OUCKE). 2492. Re Carlo and una mattina, per un affare molto importante, a conferire con u n suo ministro a casa sua. Il ministro era ancora a letto e fece attendere il re in anticamera. L c'era un soldato, il quale si mise a chiacchierare familiarment e col re che non conosceva. Dopo poco, entr il ministro e chiese scusa a Sua Maes t di averlo fatto attendere. Quando il soldato intese che il visitatore mattutino era nientemeno il re, si butt ai piedi del sovrano, domandando perdono di aver o sato parlare con lui. Nella confusione in cui il poveretto si trovava, disse: Perdono, sire, io vi avevo preso per un uomo. Il re, sorridendo, alz benevolmente da terra il soldato e gli rispose: Non c' niente di male, figlio mio, infatti niente rassomiglia tanto a un uomo qua nto un re. (Encyclopdie mthodique). 2493. Visitando un giorno il campo di battaglia di Lutzen, famoso per l vittoria e per la morte di Gustavo Adolfo, re Carlo esclam commosso: - Ho cercato fin qui di vivere come lui; Dio certo vorr accordarmi di morire altr ettanto gloriosamente. (Encyclopdie mthodique). 2494. Quasi tutti i principali ufficiali erano morti o gravemente feriti nell'as sedio di Stralsund. Il colonnello Reichel, sebbene stanco e sfinito per le gravi fatiche di quei giorni, era stato chiamato dal re per montar la guardia a un ba luardo, proprio nel momento che si era buttato sopra un banco per riposare un'or etta. Il poveretto si alz dunque assai di malumore, maledicendo l'o-. stinazione del re. Se non che re Carlo, che era poco lontano, nascosto dietro certe opere d i difesa, sent, corse verso il colonnello e gli disse: - Barone, avete ragione; voi siete stanchissimo, io invece ho riposato un'ora e mi sento adesso fresco di forze. Facciamo cos: voi dormite, e io monto la guardia in vece vostra. nonostante la resistenza del colonnello, re Carlo volle a ogni costo che egli do rmisse e mont lui la guardia in vece sua. (Ecyclopdie mthodique). 2495. Il re Carlo XII era molto alla buona. Una volta ricevette un ambasciatore, mentre era accampato in Sassonia, dinanzi alla sua tenda, a capo scoperto, sebb ene nevicasse fitto fitto. Quando s'accorse che la testa dell'ambasciatore era c operta di neve, gli disse: Vedo che la neve vi d fastidio; potremmo entrare dentro la tenda: che ve ne pare? - Era quello che pensavo da mezz'ora rispose l'ambasciatore. - E perch dunque non lo dicevate? riprese il re. - Non osavo, poi che Vostra Maest stava cos imperturbabile sotto la neve a testa n uda. Non dovete badare a me. Io ho lasciato a Stoccolma il mio berretto da notte, la mia parrucca, la mia veste da camera e le mie pantofole; e siccome non voglio co mprare questi oggetti, voglio farne a meno sino al mio ritorno in patria. (E. GU ERARD, Dictionnaire d'anecdotes). CARLO VII di Francia nato nel 1403 - morto nel 1461; re di Francia. 2496. Un giorno si present a Carlo VII, re di Francia, una ragazza, la quale chie deva giustizia contro un giovane che l'aveva violata. Il re fece chiamare il gio vane e lo condann a pagare alla ragazza la somma di cento fiorini d'oro. Mentre la ragazza se ne andava via tutta trionfante, il re diede ordine al giova ne di seguirla e di riprenderle la somma. Ma, per quanti sforzi costui facesse, non gli riusc, tanto valida era la resistenza della ragazza. Il re aveva mandato

dietro a loro i suoi gendarmi, con l'ordine di riportargli la ragazza. Quando l' ebbe in presenza le disse: Vedi? Se avessi difeso il tuo onore, come oggi hai difeso il denaro, non l'avres ti perduto. Ora, restituisci al giovane i cento fiorini, vattene e non tornar pi. (LA COMBE, Dictionnaire des anecdotes). 2497. Il re Carlo VII di Francia diceva: La verit! Questo l'unico bene che manca ai re. (Encyclopdiana). 2498. Durante i torbidi del regno di Carlo VII, il ministro La Hire era venuto a trovarlo, per parlar con lui di cose della massima importanza. Il re, invece di badargli, lo port a vedere i preparativi per una festa che doveva dare a Corte p ochi giorni dopo. Che ve ne pare? gli domand il re. Mi pare rispose il ministro che non si potrebbe in verit perdere un regno pi alleg ramente. (Encyclopdie nzthodique). CARLO VIII di Francia n. 1470 - m. 1498; re di Francia. 2499. Scendendo in Italia nel 1495, Carlo VIII disse: - Andiamo dove ci chiamano la gloria della guerra, la discordia dei popoli e gli aiuti degli amici. (CANT, Storia universale). 2500. Era molto donnaiolo. Tuttavia si racconta di lui un episodio che torna a s uo onore. Quando cal col suo esercito in Italia, per impossessarsi del regno di N apoli, doveva pernottare ad Asti. Qui i suoi cortigiani, conoscendo suoi gusti, gli fecero trovare nella sua camera una bellissima fanciulla che essi avevano co mprato dai suoi infami genitori. Questa povera innocente si gett ai piedi del re, supplicandolo con le lagrime agli occhi di voler salvare il suo onore. Il re ne fu impietosito, e fattala alzare volle sapere perch mai i suoi genitori l'avevan o ceduta per prezzo ai cortigiani; e avendo saputo che ci avevano fatto per la gr an miseria in cui si trovavano, re Carlo costitu una ricca dote alla ragazza perc h trovasse marito e la restitu intatta ai genitori. (Dictionnaire de l'Amour). 2501. Quando Carlo VIII re di Francia cal in Italia, si ferm a Firenze, per aver d ai Fiorentini il denaro che gli occorreva per la sua spedizione contro Napoli. C orsero delle trattative, ma Carlo. imponeva condizioni umilianti, approfittando del turbamento dei Fiorentini e della forza del suo esercito. E, siccome i Fiore ntini resistevano alle sue pretese, minacciosamente esclam: Far sonare le trombe! Allora Pier Capponi, uno dei magistrati di Firenze, stracciando i trattati che i l re aveva fatto scrivere ai suoi segretari per sottoporli alla firma dei Fioren tini, disse le memorabili parole: Sonate pure le vostre trombe, noi soneremo le nostre campane! Quell'atto di audacia spavent Carlo VIII, che, pensando vi fossero in citt truppe sufficienti per sostenerlo con le armi, abbandon la citt. (Encyclopdie mthodique). CARLO IX di Francia nato a San Germano nel 1550 - morto a Vincennes nel 1574; re di Francia, famoso per aver ordinato la strage dei Protestanti, nota sotto il nome di Notte di San Bartolomeo. 2502. L'origine dei pesci d'aprile sembra esser- dovuta al re Carlo IX, che, nel 1564, emise un'ordinanza con la quale si stabiliva che l'anno, il quale sin all ora era cominciato sempre il primo aprile, dovesse cominciare invece il primo ge nnaio. L'anno dopo, quando venne il primo aprile, molti burloni, fingendo di sba gliarsi e di credere che l'anno cominciasse ancora il primo aprile, mandarono ai loro amici delle strenne da burla e dei regali senza valore. (Manuel gnral, 13 ma ggio 1933). 2503. Era protettore dei letterati.. ma sino a un certo punto. Egli infatti dice va: I letterati e gli artisti vanno trattati come i cavalli di razza: bisogna nutrir li bene, pur che non ingrassino, altrimenti non avranno la snellezza necessaria per correre. (LAROUSSE). 2504. Fu sotto il regno di questo re che ebbe luogo la barbara Notte di San Bart olomeo con la strage degli Ugonotti. E sembra che il re abbia personalmente part ecipato alla strage, tirando con l'archibugio sui poveri Ugonotti dalla finestra

del palazzo reale. Il fatto che, quando fu sul letto di morte, volle accanto al suo capezzale la sua balia a cui voleva molto bene, e le disse: Ah! balia. mia, amica mia, quanto sangue! Quanti delitti! Perch ho dato ascolto a i cattivi consiglieri? Dio mi perdoner? Io non so, ma temo di esser dannato. (Dic tionnaire de l'Amour). 2505. Durante la strage degli Ugonotti, nella Notte di San Bartolomeo, il re da una finestra del Louvre si divertiva a sparare sui protestanti che fuggivano. Pi tardi volle vedere il cadavere dell'ammiraglio Coligny, vittima di quella strage ; e siccome qualcuno dei presenti si turava il naso per il puzzo che emanava dal cadavere, il re disse: No, no, il puzzo del nemico ucciso grato all'olfatto. (LAROUSSE). 2506. Carlo IX aveva come amante Maria Touchet. Quando il re se ne innamor, essa aveva gi un intrigo con De Monluc, e anche dopo che divenne l'amante del re, cont inu la sua relazione con lui. Il re, che era geloso, ne ebbe qualche sospetto, ma Maria Touchet negava, e il re non aveva prove sicure della sua infedelt per conf onderla. Un giorno, da un certo maneggio, ebbe il sospetto che De Monluc avesse dato alla donna un biglietto e che questa l'avesse messo nella sua borsetta. Mentre Maria Touchet e le altre dame di Corte erano a pranzo col re, questi diede ordine al capo della polizia di far entrare nella sala, vestendoli da gentiluomini, una dozzina dei ladri pi abili che fosse ro nelle prigioni, col compito di rubare con destrezza tutte le borsette delle s ignore. Il che essi eseguirono alla perfezione e senza che le signore se ne acco rgessero. Naturalmente la borsetta di Maria Touchet fu portata al re, che vi tro v dentro la lettera d'amore di De Monluc. Cos pot convincere la sua amante d'infede lt. Tuttavia, siccome le voleva bene, le perdon, col patto che rompesse ogni relaz ione con De Monluc. (Dictionnaire de l'Amour). 2507. In onore della sua amante Maria Touchet fece alcune poesie, e secondo l'us o del tempo, alcuni anagrammi galanti. Uno di questi era: toucher, aimer . (LAROU SSE). 2508. Carlo IX rest innamorato di Maria Touchet sino alla morte, e morendo le fec e dire che era molto addolorato per non aver fatto nulla per la sua fortuna. Mar ia Touchet non era affatto avida di ricchezze ed era una buona figliuola. Era an che bellissima, e pochi potevano restar insensibili alle sue grazie. Fu fatto su l suo nome un anagramma, che corrispondeva alla realt: Je charme tout (Affascino ogni persona). (Dictionnaire de l'Amour). CARLO X di Francia nato nel 1757 - morto nel 1836; re di Francia dal 1824, succedendo a Luigi XVIII , al 1830, quando cio fu cacciato dal trono e dalla Francia dalla rivoluzione. 2509. Da ragazzo, era molto biricchino. Un giorno scommise coi suoi fratelli, i futuri Luigi XVI e Luigi XVIII, che si sarebbe presentato al nonno re Luigi XV c ol cappello in testa. Infatti col cappello in testa and dinanzi al re e gli disse : Nonno, vero che questo cappello mi sta bene? Luigi XV lo guard attentamente e poi rispose: S, ti sta proprio bene! E allora, Sire, abbiate la bont di dirlo ai miei fratelli che pretendono che mi s ta male! La scommessa era vinta. (Les nouvelles littraires, 31 dicembre 1927). 2510. Infedele alla sua sposa, Maria Teresa di Savoia, s'era innamorato di una a ttrice a nome Duth. Suo fratello, il conte di Provenza, futuro re Luigi XVIII, di ceva a questo proposito: Mio fratello, avendo fatto un'indigestione di torta savoiarda, ricorso per rimed io a prender Du ... th. (Les nouvelles littraires, 31 dicembre 1927). 2511. Volendo andare un giorno nascostamente a Parigi per raggiungervi la sua am ante, l'attrice Duth, invece di partecipare a non so pi che cerimonia di Corte, pr ese come scusa di aver un terribile mal di testa;ma, invece di ritirarsi in came ra sua, come aveva detto, fece attaccar la carrozza e fil verso Parigi. Giunto al le porte della citt, sent sparare il cannone. Che cos'? Perch sparano? domand il principe alle guardie daziarie. - Signore, rispose una guardia il cannone annuncia, per ordine del re, l'ingress

o a Parigi del conte d'Artois! Vistosi scoperto, rinunci alla gita a Parigi e si fece riportare a Versaglia, dov e incontr il re Luigi XVI, che, sorridendo, gli disse: Vedo che vi passato il mal di testa. Sono o non sono un bravo medico, io? (Les n ouvelles littraires, 31 dicembre 1927). 2512. La moglie, stanca di dover sopportare le continue infedelt del principe, un bel giorno gli rese la pariglia e divenne l'amante di un gentiluomo, certo Desg ranges. Carlo, allora conte d'Artois, lo seppe; ma, ridendo cinicamente del suo infortunio, disse, riferendosi al suo rivale: Poveretto! Come lo compiango! (Les nouvelles littraires, 31 dicembre 1927). 2513. Carlo X, quand'era ancora semplice principe, amava molto giocare a whist; ma poi erano rimproveri, urli, verso i suoi compagni che, secondo lui, non gioca vano mai bene. Diventato re, giocava egualmente, ma non faceva pi rimproveri. Come vedete, diceva, da quando sono re non grido pi, perch farei loro troppo pena, ma non mi diverto pi come prima! (POUMIES, Souvenirs d'un mdecin). 2514. Carlo X aveva nominato suo primo ministro Polignac. A proposito di questa nomina, si racconta un gustoso aneddoto. Un barone della corte la riteneva noto opportuna. I suoi amici gli diedero sulla voce, rimproverandolo di giudicare sul semplice nome, su degli antecedenti, invece di attendere i fatti. Allora il bar one, per tutta risposta, invit i suoi amici a colazione per il giorno dopo e fece trovar loro un bizzarro apparato: la minestra venne servita in vasi da notte, i l vino in siringhe, l'acqua in pappagalli e padelle da malati. - Ebbene disse il barone, vedendo le brutte facce che facevano gli ospiti questi vasi sono tutti nuovi, escono ora dal mercante; quello che essi contengono quel che c' di pi squisito. Di che vi lamentate voi? Perch giudicate dalle apparenze? M a via, voi non avete torto: di queste cose, la sola apparenza disgusta. Dunque n on .avevo torto neanche io ieri. poi, rivolto ai domestici: Portate via tutte queste cose schifose e serviteci la colazione per davvero. (PO UMIES, Souvenirs d'un mdecin). 2515. Quando Salvandy fu sostituito come ministro da Polignac, Carlo X, nel cong edarlo, gli disse: - Salvandy, io non indietregger neppure di un passo. Voglia il cielo, Maest gli rispose Salvandy che non dobbiate indietreggiare di tu tta una frontiera. (E. GUERARD, Dictionnaire d'anecdotes). 2516. Tutte le domeniche, uscendo dalla cappella reale, il re Carlo X s'intratte neva a familiare conversazione coi cortigiani. Uno dei pi assidui era il vecchio marchese di Baizecourt, che tra l'altro era un po' sordo e quasi sempre molto di stratto. Il re gli domandava di solito notizie della sua tosse; ma un giorno, in vece della solita domanda, gli domand come stava la moglie. Baizecourt credette c he si trattasse ancora della tosse e rispose: Maest, di giorno la posso sopportare, ma di notte mi stanca molto. Immaginate le risate dei presenti. (LEON VALLE, La Sarabande). 3 2517. Durante il regno di Carlo X, la censura era particolarmentetirannica, e nu merosi erano i processi arbitrari per delitti di stampa. Il Figaro aveva pubblic ato: Ieri stato veduto il dottor Roux entrare alle Tuileries . Per questa breve n otizia di cronaca fu messo sotto processo per lesa maest. E il Pubblico Ministero sostenne l'accusa cos: Il signor Roux uno specialista di malattie degli occhi. Se entrato alle Tuilerie s, non pu essere che per curare il Re. Dunque il Figaro voleva dire che Carlo X c ieco o sta per diventarlo. con questa argomentazione, i giudici condannarono il direttore del giornale a un anno di prigione. (D'ARISTE, La vie et le monde du boulevard). 2518. Quando in Francia la Restaurazione volgeva ormai al termine, e il governo si trovava gi in gravi imbarazzi, il re Carlo X, passando un giorno in rivista le truppe ed essendo preso da una ventata di entusiasmo assolutista, disse al duca di Mortemart che gli era accanto: Con questi bravi soldati si potrebbe semplificar di molto l'arte di governare. Certo gli rispose il duca; ma Vostra Maest non dovrebbe scen- dere pi da cavallo;

e invece siete gi stanco. Questo vero concluse sorridendo il re. (MARMONT, Mmoires). CARLO ALBERTO nato nel 1798, morto nel 1849; re di Sardegna, padre di Vittorio Emanuele II. Mo r in esilio. 2519. L'l 1 marzo 1 821 improvvisamente tre colpi di cannone furono sparati dall a cittadella di Torino. Il conte di Saluzzo, Ministro della Guerra, si trovava i n quel momento col principe Carlo Alberto, al quale imprudentemente usc detto: La cittadella in mano dei ribelli! Siccome nessuno sapeva ancora il significato di quei tre misteriosi colpi di can none, il conte di Saluzzo esclam: Dunque voi sapevate gi che cosa doveva succedere! Il principe era infatti d'accordo coi ribelli. (MARGOTTI, La madre del Re Galant uomo). 2520. Appena Vittorio Emanuele I ebbe abdicato, Carlo Alberto nominato Reggente (nell'assenza del nuovo Re, Carlo Felice) si era affrettato il 14 marzo 1821 a c oncedere lo Statuto che riproduceva testualmente la costituzione spagnuola. Carl o Alberto l'annunzi dal balcone della Reggia. Che il movimento fosse stato preparato d'accordo tra Carlo Alberto e i ribelli s ta a provarlo il fatto che di questa costituzione, di cui il giorno prima nessun o ancora parlava, il 15 marzo si distribuirono ben ventimila esemplari a stampa. Le cose per furono fatte troppo in fretta e senza la dovuta ponderazione. Infatt i qualche ora appena dopo aver pubblicato lo Statuto, si dovettero sopprimere d' urgenza due articoli, uno dei quali nientemeno avrebbe escluso dalla successione al trono lo stesso Carlo Alberto, per devolvere la successione al duca di Moden a! (MARGOTTI, La madre del Re Galantuomo). 2521. Quando Carlo Alberto, reggente, aveva il 14 marzo 1821 data al Piemonte la Costituzione di Spagna, noto che il re Carlo Felice gl'intim da Modena di ritira rsi e di presentarsi al generale austriaco Bubna. Carlo Alberto esit, ma poi dovette obbedire. Quando al Bubna fu annunziata la visita di C arlo Alberto, il generale con dileggio sarcastico esclam a voce alta, tanto che a nche Carlo Alberto, potesse udirlo: - Ah, ecco il re d'Italia! (Nuova Antologia, 1898). 2522. Quando era giovane, Carlo Alberto, in una festa da ballo in casa della duc hessa di Clermont-Tonnerre, discorreva con la marchesa d'Azeglio, con quel tono assente e un po' sdegnoso che metteva una barriera fra gl'interlocutori e lui. Sfogliavano insieme un libro di araldica, e il giovane principe disse alla march esa: Sceglietemi un motto che mi si adatti. La marchesa indic col dito una figura che rappresentava un cavaliere in armatura di ferro con la visiera abbassata, col motto: Mi far conoscere . E il principe sorrise, soddisfatto che lo stimassero impenetrabile. (COSTA DE BEAUREGARD, Pages d'histoire). 2523. Il re Carlo Alberto stato chiamato l'italo Amleto, perch negli anni dal '31 al '48 non si riusciva a capire come la pensasse: i carbonari lo credevano trad itore, i reazionari lo credevano carbonaro. Egli covava nel segreto i suoi vasti disegni. A chi gli rimproverava il suo silenzio, rispondeva: Io sono minacciato dal pugnale dei carbonari e dal cioccolato dei Gesuiti. E non volle dir altro. (PIETRO ORSI, L'Italia moderna). 2524. Giacinto Collegno era stato ufficiale d'ordinanza e amico di Carlo Alberto , nel 1821. Quando questi venne meno all'impresa che nei giovanili anni avevano insieme vagheggiata, il Collegno si credette tradito e, dai colloqui che ebbe co n Carlo Alberto, usc fuori tale una disputa e cos fiera, che Carlo Alberto, tratta fuori una busta con due pistole, dicendo che non si poteva finirla altrimenti, propose tra loro un duello, da combattersi l, in quell'istante. Il Collegno, che non aveva perduto completamente le staffe, usc dalla stanza e poi emigr in Francia . (MINGHETTI, I miei ricordi). 2525. Carlo Alberto, un giorno, diede una commedia sua a un gentiluomo amico, co n preghiera di leggerla alle persone che andavano a conversazione da lui, ma sen za naturalmente rivelare il nome dell'autore. Il gentiluomo fece come il re gli

aveva detto. La mattina dopo, il re vide un generale e gli domand come avesse pas sato la serata. Ah, Maest! rispose annoiandomi mortalmente. S'immagini che sono stato a casa di Y . e questi mi ha letto una commedia... una commedia... che a dir brutta e noiosa farle complimento! Il re rise e tacque, ma qualche giorno dopo il generale ricevette dal re in dono un bastone, sul cui pomo d'argento era scritto: Al generale X., Carlo Alberto, poeta infelice . (MORANDI, Come fu educato Vittorio Emanuele III). 2526. La duchessa di Savoia, Maria Adelaide, sposina da poco tempo del giovane p rincipe Vittorio Emanuele, era stata presa da un'estrema curiosit di vedere le bo tteghe dei Portici del Po. Si rivolse pertanto alla regina, la quale le rispose che la cosa, data l'etichetta rigida di Corte, non era possibile e che ella non si arrischiava di condurvela. La duchessa prov allora di rivolgersi al re Carlo A lberto, che rifiut seccamente il permesso. Ma, siccome la principessa era incinta, l'affezionato marito ebbe paura che si trattass e di una voglia di gravidanza che bisognasse in tutti i modi soddisfare; perci, m algrado il divieto regio, la principessa, ben velata, ben incappucciata, se ne a nd con suo marito, la sera alle otto, a fare la sua passeggiatina sotto i Portici . Poveretti! Appena rientrarono, il Re mand a chiamare Vittorio Emanuele e lo mis e agli arresti: di che la giovane sposina pianse amaramente. (MARGOTTI, La madre del Re Galantuomo). 2527. Carlo Alberto ebbe vari amori, ma era glaciale e impenetrabile anche con l e donne. Egli stesso diceva di sNon sono sicuro di me n in politica n in amore! (MARGOTTI, La madre del Re Galantu omo). 2528. Ben che avesse per sposa un'arciduchessa d'Austria, Maria Teresa, e un'arc iduchessa d'Austria per nuora, Maria Adelaide, quando si parlava del matrimonio di un figlio del re Luigi Filippo di Francia con una figlia dell'arciduca Carlo d'Austria, disse che quel matrimonio non gli piaceva: Perch aggiunse le figlie d'Austria furono sempre di malaugurio ai paesi dove capi tarono. (MARGOTTI, La madre del Re Galantuomo). 2529. Il 2 maggio 1846 Carlo Alberto fece un atto che era evidentemente di ostil it contro l'Austria. Il ministro conte De La Tour se ne lament col re, dicendogli: Che far il Piemonte, se l'Austria, che finora c' stata amica, diventer nemica? Se il Piemonte rispose il re perder l'Austria, guadagner l'Italia; e allora l'Ital ia potr fare da s. (PIETRO ORSI, L'Italia moderna). 2530. Gi all'inizio della guerra del 1848 contro l'Austria, egli aveva il present imento che potesse costargli la corona. Diceva al suo servo favorito, che si chi amava Carlo: Carlo, mi servirai sempre? S, sire. Anche se non sar pi re? (NASSAU WILLIAM senior, L'Italia dopo il 1848). 2531. Durante la guerra del 1848, un giorno Vittorio Emanuele, allora semplice p rincipe ereditario, si era presentato a suo padre che stava in consiglio di guer ra col suo Stato Maggiore e l gli aveva fatto la proposta di non so che cambiamen to da apportare al piano di battaglia. Il principe fu trattato dal padre duramen te, con amare parole: Credete per caso d'esser diventato davvero un generale, perch ne indossate la div isa? Ma io vi far vedere che non siete nulla, GSPLIT:uPalazzi-Zanichelli 1.txtArchi vio GSplit&{5F9160D1-68ED-4692-9DC5-DA0556BA26AC}sm LcL4

Anda mungkin juga menyukai