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2 Marzo 2014 - VIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

2 Marzo 2014 - VIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno A


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Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura(Mc 16, 15). Se qualcuno si vergogner di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergogner di lui quando ritorner nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi (Lc 9, 26).

Disegno di Sergio Toppi

Non preoccupatevi del domani Ges ci invita a fare una scelta. Egli lo fa spesso con un vigore estremo. Noi ab b iamo capito b ene che il regno di Dio incompatib ile con il regno del denaro. In quel regno non si vende nulla. La vita gratuita, come laria, come lacqua (Is 55,1; Ap 21,6), lacqua soprattutto, senza la quale non c vita. E colui che ha ricevuto gratuitamente, deve dare gratuitamente (Mt 10,8). In questo regno, invece, tutto si compra. La prudenza raccomanda di essere previdenti e rapaci. Bisogna preparare lavvenire, poich incerto. Ma lavvenire ci sfugge. Esso appartiene a Dio. Fare la scelta del regno di Dio, scegliere di servire Dio escludendo ogni altro padrone, significa anche rimettersi a lui per lavvenire: avere fede in Dio, al punto di non preoccuparsi per lavvenire. la nostra ricchezza, il nostro tesoro (Mt 13,44). pi sicuro per noi che tutto loro del mondo. Avere delloro da parte un modo di assicurare il proprio avvenire. Ma un avvenire sulla terra, cio a b reve termine. Lavvenire di cui parliamo grande come leternit. Su questo avvenire non ab b iamo nessuna presa. Poco importa. Dio stesso se ne preoccupa per noi. Ges si incarica di prepararci un posto (Gv 14,2). Il nostro avvenire in b uone mani. sicuro. Perch farci tante preoccupazioni? Questo atto di fiducia, che Ges esige, anche una lezione di saggezza. Troppo spesso, con il pretesto di preparare lavvenire, noi non viviamo pi. Ges un maestro, non di noncuranza, ma di pacifica serenit.

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2 Marzo 2014 - VIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

+ Dal vangelo secondo Matteo (Mt 6,24-34) Non preoccupatevi del domani In quel tempo Ges disse ai suoi discepoli: Nessuno pu servire due padroni, perch o odier luno e amer laltro, oppure si affezioner alluno e disprezzer laltro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perci io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, n per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse pi del cibo e il corpo pi del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non sminano e non mietono, n raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse pi di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, pu allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perch vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste cos lerba del campo, che oggi c e domani si getta nel forno, non far molto di pi per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perch il domani si preoccuper di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena.

Dalla Parola del giorno Non preoccupatevi del domani. Anzitutto Non c' niente da fare, alla Parola non si sfugge. Se abbiamo ancora un briciolo di onest spirituale, dobbiamo ammettere che questo brano di Vangelo ci fotografa in pieno e ci mette a nudo. Ges conosce meglio di chiunque altro il nostro cuore e sa che certe cose abbiamo proprio bisogno di sentircele dire...Il verbo "preoccuparsi" fa un po' da ritornello a tutto questo brano, e spesso anche della nostra quotidianit... Esso sottolinea certamente una serie di atteggiamenti positivi, cio la laboriosit, l'attenzione, l'impegno; ma anche una serie di comportamenti che devono aver nulla a che fare con il discepolo di Ges: l'ansia, l'affanno e l'angoscia. Il discepolo vive nella fiducia del Padre; fa quello che deve fare, svolge con attenzione il suo lavoro, adempie ai suoi impegni, ma sa che tutto viene da Dio, che la sua mano che nutre gli uccelli del cielo e veste a festa i gigli del campo, provveder anche alla sua vita. Il discepolo vive nel mondo, ma senza affanno e senza il fiato corto di chi convinto che pu contare solo sulle sue forze. In gioco la radice stessa della fede: la fiducia nel Padre. Vorrei sottolineare che Ges non dice che le "cose" sono inutili o dannose, ma che non devono minacciare il primato di Dio nel nostro cuore. I beni sono utili, ma non vanno sopravvalutati. Il cibo e i vestiti sono indispensabili alla nostra vita, ma la preoccupazione per la loro gestione e il loro possesso, non deve incatenare tutte le nostre energie e intasare i nostri desideri. Ges chiarisce in quale direzione deve orientarsi il cuore dell'uomo: "Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia..." (v.33). C' un primato fondamentale nell'esistenza del discepolo, c' un fulcro ordinatore della vita che la chiave della felicit. Quando metti al primo posto la cosa pi importante, poi ci pu stare pure tutto il resto. Ma se quel posto vuoto, rimane vuoto anche il cuore. Se la vita si aggrappa a certezze illusorie si esposti ad ogni vento, si diventa fragili e inconcludenti. A lungo andare tutto perde di significato e di freschezza. Coraggio, cari amici, lasciamo che la Parola ci metta a nudo, ci scuota e ci provochi sulla nostra fede. La nostra vita nelle mani di Dio. Possiamo forse desiderare un posto migliore? Buona settimana don Rob erto Seregni

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2 Marzo 2014 - VIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

Piet o Dio, per tutte le volte che ho pensato che m'avevi abbandonato. Piet per tutte le volte che ho creduto che m'avevi dimenticato. Piet per tutte le volte che non ho confidato in te, non permettendoti d'essere per me rupe di difesa, la mia speranza, saldo rifugio. Piet per tutte le volte che non sono stato fedele, legando il cuore ad altre cose. Piet per tutte le volte che ho voluto servire te e le ricchezze, molti padroni! Piet per tutto l'affanno coltivato e sostenuto per mangiare e per vestirmi. Piet per tutte le volte che ho dubitato d'avere per te valore, che ti prendessi cura. Piet per tutte le volte che ho creduto di poter gestire la mia vita futura. Piet della mia poca fede, Signore. Potessi cercare prima il tuo regno! Per avere in sovrappi tutte l'altre cose. E non darmi pensiero che per l'oggi. Per il domani Dio provveder!

Viviamo tempi difficili, non soltanto per le questioni economiche, che comunque mettono a dura prova le nostre famiglie, ma soprattutto per la mancanza di speranza che sta travolgendo i giovani, esasperati dalla mancanza di futuro, storditi da un mondo che non li vuole se non per consumare e fare gli idioti. Ma proprio in questi momenti siamo chiamati a tirare fuori il meglio, ad andare all'essenziale. Con i piedi ben piantati in terra e con il cuore che vola alto, sopra i problemi, per guardarli da un'altra angolazione. Quella di Dio. ci che afferma l'inaudito messaggio del cristianesimo. Dio ed presente. Non un severo contabile che dall'alto della sua indifferenza ci lascia sguazzare nelle nostre tragicomiche vicissitudini. Dio si occupa di noi, sempre.

Noi partecipiamo dell'apostolato di Maria e di Ges Cristo "a quo accepimus gratiam et apostolatum - dal quale ab b iamo ricevuto la grazia dell'apostolato". (SP, dicembre 1950)

Disegno di Sergio Toppi

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Non fanno un favore al Signore, n alla Chiesa, quei cristiani che hanno un tempo di adagio-lamentoso, che vivono 3/6

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2 Marzo 2014 - VIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

Non fanno un favore al Signore, n alla Chiesa, quei cristiani che hanno un tempo di adagio-lamentoso, che vivono sempre cos, lamentandosi, di tutto, tristi Questo non lo stile del discepolo. SantAgostino dice ai cristiani: Vai, vai avanti, canta e cammina!. Con la gioia: quello lo stile del cristiano. Annunciare il Vangelo con gioia. E il Signore fa tutto. Invece, la troppa tristezza, questa troppa tristezza, anche lamarezza ci porta a vivere un cosiddetto cristianesimo senza Cristo: la Croce svuota i cristiani che sono davanti al Sepolcro piangendo, come la Maddalena, ma senza la gioia di aver trovato il Risorto. Santa Marta, 14 febbraio 2014

Sii aperto a tutto quello che incontri, ma segui la tua stella. Avventurati nel tempo, ma cerca il tuo ritmo personale. Plasma il mondo, ma non farti assorb ire dal mondo. Cerca il tuo vigore interiore che sta nella dedizione, non nell'io. Assumiti la responsab ilit e stimola le possib ilit di vita degli altri. Non perderti nel lavoro, ma quello che fai, fallo volentieri. Ama il presente e impara ad essere rilassato. Vivi i tuoi valori, ma non giudicare gli altri. Comb atti per i tuoi ob iettivi, ma cerca anche la pace. Sii b uono con te stesso e apri il tuo cuore agli altri. Affronta la tua paura, non negarla e trasformala in forza di vita. Godi del sole e accogli la pioggia: accetta le crisi come opportunit. Vivi il tuo ardente desiderio perch quello che c' non tutto. Accetta di essere finito, ma non dimenticare che sei infinitamente amato. Valorizza la tua unicit, ma ricordati che sei parte del Tutto

C'era una volta un passerotto beige e marrone che viveva la sua esistenza come una successione di ansie e di punti interrogativi. Era ancora nell'uovo e si tormentava: "Riuscir mai a rompere questo guscio cos duro? Non cascher dal nido? I miei genitori provvederanno a nutrirmi?". Questi timori passarono, ma altri lo assalirono mentre tremante sul ramo doveva spiccare il primo volo: "Le mie ali mi reggeranno? Mi spiaccicher al suolo? Chi mi riporter quass?". Naturalmente impar a volare, ma cominci a pigolare: "Trover una compagna? Potr costruire un nido?". Anche questo accadde, ma il passerotto si angosciava: "Le uova saranno protette? Potrebbe cadere un fulmine sull'albero e incenerire tutta la mia famiglia... E se verr il falco e divorer i miei piccoli? Riuscir a nutrirli?". Quando i piccoli si dimostrarono belli, sani e vispi e cominciarono a svolazzare qua e l, il passerotto si lagnava: "Troveranno cibo a sufficienza? Sfuggiranno al gatto e agli altri predatori?". Poi, un giorno, sotto l'albero si ferm il Maestro. Addit il passerotto ai discepoli e disse: "Guardate gli uccelli del cielo: essi non seminano, non mietono e non mettono il raccolto nei granai... eppure il Padre vostro che nei cieli li nutre!". Il passerotto beige e marrone improvvisamente si accorse che aveva avuto tutto... E non se n'era accorto."

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