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P. ARDENTI, C. CIAPONI, L. FRANCHIOLI, S.

PAPIRI - Simulazione idraulica delle reti di distribuzione idrica in condizioni di pressione insufficiente in uno o pi nodi

SIMULAZIONE IDRAULICA DELLE RETI DI DISTRIBUZIONE IDRICA IN CONDIZIONI DI PRESSIONE INSUFFICIENTE IN UNO O PI NODI
Paolo ARDENTI , Carlo CIAPONI , Luigi FRANCHIOLI , Sergio PAPIRI

Parole Chiave: reti di distribuzione idrica, verifica idraulica, pressure-driven analysis

SOMMARIO La memoria affronta il problema della verifica idraulica delle reti di distribuzione idrica nei casi in cui in uno o pi nodi della rete le pressioni siano insufficienti a garantire unerogazione corrispondente alla domanda. Dopo aver richiamato e commentato i diversi approcci proposti in letteratura, viene presentata una procedura iterativa atta a quantificare le portate effettivamente erogate dai nodi, in modo che siano congruenti (sulla base di appropriate relazioni di legame) con i relativi carichi piezometrici. I risultati della metodologia iterativa, applicata a due casi di studio, sono confrontati con quelli ottenuti con altre procedure proposte in letteratura.

1. INTRODUZIONE Da ormai alcuni anni, sempre pi riconosciuta la necessit che gli approcci convenzionalmente adottati per il calcolo delle reti di distribuzione idrica siano integrati con nuovi strumenti concettuali ed operativi atti a quantificare in modo pi completo le prestazioni del sistema, anche con riferimento ad aspetti funzionali diversi da quelli usualmente considerati. Fra questi, particolare rilievo assume il concetto di affidabilit sulla cui definizione e applicazione ai sistemi idrici si sviluppata, a partire dagli anni 80, una vasta letteratura. Fra i diversi approcci proposti, particolarmente convincenti sono quelli che definiscono laffidabilit di un sistema di distribuzione idrica come la probabilit che il sistema di distribuzione soddisfi, per una durata prefissata, le richieste idriche (in termini di volumi e
Dipartimento di Ingegneria Idraulica e Ambientale, Universit degli Studi di Pavia, Via Ferrata 1 27100, Pavia.

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portate) con le pressioni necessarie. Questa definizione ormai condivisa da molti autori e si presta ad essere implementata operativamente in indicatori di prestazione che, con diversi livelli di complessit, basano la loro quantificazione sul rapporto fra la portata effettivamente distribuita dal sistema (nelle diverse configurazioni di lavoro e condizioni di domanda che esso pu assumere nellarco di tempo per il quale lanalisi effettuata) e la portata richiesta (domanda). Per il calcolo corretto degli indici di affidabilit secondo limpostazione sopra indicata, occorre per disporre di metodologie in grado di valutare leffettiva portata erogata nei casi in cui la pressione in uno o pi nodi risulti inferiore a quella necessaria per lerogazione della portata richiesta. A tal fine, va ricordato che la quasi totalit dei modelli di calcolo attualmente utilizzati per la verifica idraulica delle reti fissa a priori la portata Qj (dato del problema) erogata in ogni nodo (identificato con lindice j), assumendola pari alla portata richiesta Qrj, con lipotesi implicita che il carico piezometrico Hj (incognita del problema) sia sufficiente a soddisfarla. Questi modelli, indicati in letteratura con la sigla DDA (Demand-Driven Analysis), danno risultati corretti solo nel caso in cui la verifica idraulica della rete sia positiva, ovvero nel caso in cui, per ogni nodo, il carico piezometrico Hj risulti maggiore o uguale al valore Hrj richiesto per soddisfare la domanda. Se invece il calcolo mette in evidenza lesistenza di nodi critici per i quali Hj < Hrj, i risultati forniti dal modello non sono corretti, giacch le portate Qj assegnate come erogate dai nodi critici non sono compatibili con i valori dei carichi Hj risultanti dal calcolo. Lapproccio convenzionale di tipo DDA stato fino ad ora ritenuto soddisfacente in quanto lo scopo del calcolo di verifica idraulica sempre stato quello di validare il dimensionamento della rete e di evidenziare, in caso di verifica negativa, la necessit di interventi correttivi. Lesigenza di calcolare, ai fini della valutazione degli indici di affidabilit, lerogazione effettiva anche nelle situazioni di pressione insufficiente richiede invece un approccio diverso, indicato in letteratura con la sigla PDA (Pressure-Driven Analysis), atto a identificare la soluzione che soddisfi non solo le consuete equazioni del moto e di continuit, ma anche le equazioni Qj=f(Hj) che in ogni nodo mettono in relazione la portata erogata e il carico effettivamente disponibile. Su questo nuovo approccio, la letteratura non ha presentato fino ad ora molti lavori, anche se a partire dagli anni pi recenti linteresse per largomento sembra essere crescente. Questa nota presenta unanalisi comparata di alcuni diversi approcci PDA proposti in letteratura, valutandone le prestazioni con riferimento a due casi di studio.

2. LEGAME FRA PORTATA EROGATA E PRESSIONE La definizione del legame, per ogni nodo della rete, fra la portata erogata Qj e laltezza piezometrica hj (a sua volta direttamente legata al carico piezometrico Hj) rappresenta una questione molto complessa. Questo legame dipende, infatti, da molteplici fattori, fra i quali particolarmente importanti sono la configurazione e le dimensioni della rete secondaria alimentata

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dal nodo, nonch la distribuzione spaziale (in senso planimetrico ed altimetrico) degli apparecchi erogatori. La valutazione di questi elementi, che peraltro possono presentare una grande variabilit per i diversi nodi, richiederebbe uninformazione di dettaglio che non praticamente mai disponibile nellambito delle normali attivit diagnostiche sulle reti. Ne consegue che il legame Qj = f (Hj) pu essere introdotto nei calcoli di verifica idraulica solo attraverso schemi molto generali, necessariamente grossolani. In genere, la portata effettivamente erogata viene definita, in funzione della portata richiesta Qrj, attraverso la relazione: Qj = j Qrj (1)

nella quale j assume valori compresi fra zero e uno, in relazione al valore della pressione. Lo schema pi diffuso fissa per il carico piezometrico due valori di soglia: - Hminj = valore del carico piezometrico al di sotto del quale lerogazione nulla; questo valore pu essere assunto pari a alla quota zj del piano di campagna o pari a 23 m al di sopra di essa; - Hrj = valore del carico piezometrico richiesto per soddisfare la domanda Qrj e assume le seguenti relazioni:

j = 1 j = 0
0 < j < 1

per Hj Hrj per Hj Hminj per Hminj < Hj < Hrj

(2) (3) (4)

Per la definizione dei valori di j secondo la (4), sono state proposte in letteratura diverse espressioni. La pi nota ed utilizzata quella proposta da Wagner et al. (1988) basata sulla seguente relazione fra il carico piezometrico Hj e la portata erogata Qj (Chandapillai, 1991): Hj = Hminj + Kj Qj (5)

nella quale Kj un coefficiente di resistenza idraulica caratteristico del sistema alimentato dal nodo e un esponente di resistenza idraulica, generalmente assunto pari a 2 (Gupta e Bhave, 1996) anche se il suo valore dovrebbe essere calibrato per ogni nodo. Il valore di Kj pu essere ricavato dalla (5) imponendo che Qj = Qrj per Hj = Hrj. Con questa assunzione, attraverso semplici passaggi matematici, si riconosce che:

j =

H j H min j Hr j H min j

1/

per Hminj < Hj < Hrj

(6)

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La (6), associata alla (2) e alla (3) costituisce una funzione di legame Qj = f (Hj) caratterizzata da due punti angolosi (per Hj = Hminj e per Hj = Hrj), in corrispondenza dei quali la funzione non derivabile. Per superare questa difficolt, che pu compromettere lutilizzo delle relazioni di legame Q=f(H) nellambito di procedure di calcolo dove la derivabilit richiesta, stata proposta (Fujiwara e Ganesharajan, 1993; Fujiwara e Li, 1998) la seguente relazione:

j =

( H j H min j )2 ( 3 Hr j 2 H j H min j ) ( Hr j H min j )3

per Hminj < Hj < Hrj

(7)

Al fine di disporre di una relazione sempre continua con le sue derivate prime, stata anche proposta (Tucciarelli et al., 1999) la seguente espressione sinusoidale:

j = sen 2

(H j zj ) 2( Hr j z j )

per zj < Hj Hrj

(8)

In Fig.1, le tre relazioni di legame Q=f(H) sopra indicate sono confrontate assumendo z = 0, Hmin = 5m e Hr = 30 m. Si osserva che landamento della curva di Wagner, che ha una base fisica anche se estremamente semplificata, piuttosto diverso da quello delle altre due curve la cui forma, caratterizzata da un punto di flesso, stata determinata da esigenze puramente matematiche.
1 0,9 Wagner et al. (=2) 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 0 5 10 15 20 25 30 Tucciarelli et al. Fujiwara et al.

Q/Qr

Hmin = 5 m

Hr = 30 m

Figura 1 - Confronto fra le pi comuni equazioni di legame Q/H proposte in letteratura

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Si osserva anche che le due curve d Fujiwara et al. e di Tucciarelli et al. tendono a sovrapporsi al tendere di Hmin a z. Nel caso esaminato, gli scostamenti fra la curva di Wagner et al. e la curva di Fujiwara et al. sono rilevanti e raggiungono valori massimi dellordine del 80%.

3. DIVERSI APPROCCI PRESSURE-DRIVEN ALLANALISI DELLE RETI IDRICHE Per lanalisi delle reti di distribuzione idrica secondo limpostazione Pressure-Driven sono stati proposti in letteratura diversi approcci che sono nel seguito sinteticamente descritti. 3.1 METODI SEMPLIFICATI Rientrano nella categoria dei metodi semplificati quelli strutturati in due fasi di calcolo, la prima delle quali consiste in una verifica idraulica di tipo convenzionale effettuata secondo lapproccio DDA imponendo Qj = Qrj, mentre la seconda, limitata ai nodi per i quali la prima fase evidenzia che Hj < Hrj , consiste nel ricalcolare le portate Qj sulla base della piezometria ricavata nella prima fase. Fra questi metodi, piuttosto noto quello proposto da Tanymboh et al. (2001), basato sul valore del carico nel nodo di alimentazione della rete (Source Head Method). Con questo metodo, il valore di Hj (calcolato con una verifica idraulica di tipo convenzionale imponendo Qj = Qrj) usato, nei nodi critici (con Hj < Hrj), per valutare la perdita di carico che si avrebbe a partire dal nodo di alimentazione della rete in condizioni di domanda pienamente soddisfatta. In ogni nodo critico, la riduzione della portata effettivamente erogata rispetto a quella richiesta viene quindi calcolata sulla base dei valori del carico effettivamente disponibile nel punto di alimentazione e del carico che sarebbe necessario per soddisfare la domanda nel nodo stesso. Il metodo presuppone che il legame, espresso da una relazione analoga alla (5), fra la portata erogata nel nodo di calcolo e il carico nel punto di alimentazione (legame identificato nellipotesi di piena soddisfazione della domanda) si mantenga inalterato anche quando la portata viene ridotta per pressione insufficiente. Ci potrebbe essere concettualmente corretto se nel sistema di condotte che alimenta il nodo di calcolo tutte le altre portate circolanti che sono connesse con le erogazioni degli altri nodi rimanessero invariate nelle due condizioni esaminate. In realt, poich in genere il ricalcolo delle portate interessa pi nodi e determina alterazioni significative nella configurazione delle portate circolanti, il presupposto del metodo non corretto e gli errori sono tanto pi rilevanti, quanto pi grave e generalizzata la situazione di carenza pressoria. Inoltre, la procedura pu essere applicata solo quando la rete alimentata da un unico nodo.

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3.2 METODI CHE SIMULANO COME NODI-SERBATOIO I NODI CON PRESSIONE INSUFFICIENTE Gi a partire dai primi anni 80 stato proposto (Bhave, 1981) un metodo di verifica idraulica di tipo PDA con unarticolazione piuttosto complessa, nellambito della quale i nodi con pressione insufficiente per garantire la portata assegnata sono simulati come nodi-serbatoio a carico costante e a portata incognita. Il metodo, consistente in una procedura iterativa che ad ogni passo esegue un calcolo di tipo DDA, classifica i nodi, sulla base di un unico valore di soglia Hj*, in supercritici (Hj > Hj*), critici (Hj = Hj*) e subcritici (Hj < Hj*). Al passo corrente del procedimento iterativo, i nodi risultati critici o subcritici al passo precedente con Qj > 0, sono schematizzati come nodi-serbatoio a carico costante (Hj = Hj*) e a portata incognita. In questi nodi, la portata effettivamente erogata viene quindi calcolata, senza tenere conto di alcun legame Qj = f (Hj), pari a quella che la rete in grado di fornire con Hj = Hj* (si pone inoltre Qj = 0 se risulta Qj < 0, cio se Qj diretta dal nodoserbatoio alla rete, mentre si pone Qj = Qrj se Qj > Qrj ). Lidea di schematizzare come nodi-serbatoio (a carico fissato e a portata incognita) i nodierogazione che da unanalisi DDA risultino caratterizzati da pressione insufficiente stata poi ripresa, anche se con formulazioni differenti, da Ozger e Mays (2003) e da Todini (2003). In particolare, Todini propone una procedura molto semplice che, a seguito di una prima verifica idraulica convenzionale di tipo DDA, ripete il calcolo di verifica fissando Hj = Hj* in tutti i nodi nei quali dal primo calcolo risulti Hj Hj*. Le portate Qj risultanti da questo secondo calcolo sono assunte come effettivamente erogate, purch non maggiori di Qrj (se Qj > Qrj si assume Qj = Qrj) e non negative (se Qj < 0 si assume Qj = 0). I metodi sopra richiamati si basano sul presupposto che, nei nodi con pressione insufficiente a garantire la domanda, lutenza preleva tutta la portata che la rete in grado di fornire indipendentemente da qualsiasi relazione di legame Q=f(H). In realt, questo presupposto pare piuttosto discutibile e presenta qualche aspetto critico legato alla scelta del valore di Hj*. Infatti, se Hj* viene assunto prossimo a Hrj (o coincidente con esso), la portata di calcolo Qj potrebbe risultare pi piccola rispetto a quella che lutenza pu prelevare con il carico fissato; in questa situazione, il sistema tende a riequilibrarsi con un abbassamento del carico al nodo e un aumento della portata fornita dalla rete, determinando una situazione reale diversa rispetto alla soluzione calcolata, sia per quanto riguarda la piezometria che per quanto riguarda la configurazione delle portate erogate e circolanti nella rete. Per contro, se Hj* viene assunto prossimo a zj (o coincidente con esso), la portata di calcolo potrebbe risultare pi grande rispetto a quella che lutenza pu prelevare con il carico fissato; anche in questa situazione, poich il carico troppo basso non consente lerogazione della portata resa disponibile dalla rete, il sistema deve riequilibrasi aumentando il carico al nodo e diminuendo la portata fornita dalla rete. Anche in questo caso, quindi, il calcolo porta a risultati non realistici. Per quanto riguarda la scelta di Hj* lorientamento degli autori sopra citati diverso: Bhave definisce Hj* coincidente con Hminj, ovvero con il carico al di sotto del quale lerogazione assolutamente insoddisfacente o nulla, mentre Ozger e Mays attribuiscono ad Hj* il significato di Hrj, ovvero del carico necessario per garantire unerogazione che soddisfi pienamente la domanda.

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Todini (2003), pur non esprimendosi esplicitamente sulla questione, nellesempio applicativo fissa H* = zj.
3.3 METODI CHE RISOLVONO LINTERO SISTEMA DI EQUAZIONI Il modello matematico del funzionamento di una rete di distribuzione idrica secondo lapproccio PDA costituito, come si gi detto, dal consueto sistema formato dalle equazioni di continuit per i nodi e del moto per i lati, al quale si aggiungono le equazioni di legame Qj=f(Hj) in numero pari al numero dei nodi-erogazione. Poich il numero delle equazioni aggiunte al sistema convenzionale coincide con il numero delle nuove incognite Qj, questo sistema, al pari di quello convenzionale, esprime un problema determinato che ammette ununica soluzione. Solo di recente si cercato di trovare un algoritmo in grado di risolvere numericamente questo sistema di equazioni. Todini (2003) ha riformulato il problema della verifica idraulica con approccio PDA seguendo la formulazione del Global Gradient Algorithm (GGA) data a suo tempo per il calcolo di tipo convenzionale (Todini e Pilati, 1988; Todini, 1999). Formulazione analoghe sono state recentemente presentate da Cheung et al. (2005) e da Giustolisi et al. (2007). Tuttavia, lapproccio numerico al sistema, completo delle equazioni di legame Q=f(H), non pare ancora sufficientemente sperimentato, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti relativi alla convergenza che potrebbe essere resa problematica dalla discontinuit e non derivabilit delle relazioni di legame Q=f(H). Va peraltro ricordato che, gi da tempo, il pacchetto software EPANET-2 (Rossman, 2000) consente la simulazione dellerogazione attraverso dispositivi (emitters), introdotti soprattutto per la simulazione delle perdite idriche, per i quali la portata in uscita legata alla pressione dalla relazione:

Q =C (H z)
nella quale:

(9)

Q = portata erogata = esponente che, in assenza di altre indicazioni, pu essere assunto pari a 0,5 C = coefficiente di efflusso Ipotizzando che i nodi-erogazione funzionino come emitters e imponendo che Qj = Qrj quando Hj - zj = Hrj - zj, si ottiene:
Cj = Qr j ( Hr j z j )
(10)

che, sostituita nella (9), porta alla seguente relazione:

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Hj zj Q j = Qr j Hr j z j

(11)

La (11) quantifica la portata effettivamente erogata al nodo come frazione della portata richiesta in funzione del deficit di pressione rispetto al valore di esercizio richiesto; essa presenta una struttura analoga a quella della (6), con la quale coincide se nella (6) si assume Hminj = zj e =1/. Il pacchetto software EPANET-2, per, non contempla per la (9) un limite superiore di pressione oltre il quale la portata erogata si mantiene costante e quindi la semplice sostituzione dei nodi-erogazione con gli emitters porterebbe a calcolare, per i nodi con Hj > Hrj, valori di erogazione superiori alla domanda. Tuttavia, la possibilit offerta da EPANET-2 di simulare il funzionamento idraulico di una rete inserendo anche gli emitters, consente di effettuare la verifica idraulica secondo lapproccio PDA, con una procedura approssimata consistente nei seguenti passi: 1. si verifica la rete con un calcolo convenzionale di tipo DDA, imponendo che la domanda sia completamente soddisfatta in tutti i nodi e calcolando i conseguenti carichi piezometrici; 2. in tutti i nodi per i quali, al passo precedente, risulta Hj < Hrj si pone uguale a zero la portata assegnata in uscita e si posiziona un emitter, con un coefficiente Cj calcolato con la (10); 3. si esegue la verifica del sistema cos modificato e sulla base delle portate Qej erogate dagli emitters si definiscono le portate erogate ai nodi con le seguenti regole: se 0 Qej Qrj Qj = Qej ; se Qej > Qrj Qj = Qrj ; se Qej < 0 Qj = 0. Poich il secondo calcolo che simula la rete con linserimento degli emitters caratterizzato da minori portate circolanti e da conseguenti minori perdite di carico rispetto al primo calcolo, i nodi che risultano non critici nel primo calcolo rimangono tali anche nel secondo. I risultati della procedura sono quindi corretti e congruenti con tutte le equazioni imposte, salvo nel caso in cui le portate in uscita dagli emitters debbano essere corrette in quanto maggiori della portata richiesta o inferiori a zero. Il grado di approssimazione del risultato finale dipende quindi dallentit di queste correzioni. Volendo eliminare questo errore, possibile iterare la procedura sopra indicata ripetendo il calcolo di verifica dopo aver eliminato gli emitters nei nodi dove le portate sono state corrette in quanto maggiori della portata richiesta o inferiori a zero e dopo aver assegnato alle portate erogate in questi nodi i valori corretti (Qj = Qrj oppure Qj = 0).

4. PROCEDURA ITERATIVA ACCOPPIATA AD UNA VERIFICA IDRAULICA DI TIPO CONVENZIONALE La necessit, al fine di valutare il grado di approssimazione delle diverse metodologie sopra descritte, di disporre di un metodo che garantisca risultati sicuramente corretti e le complessit

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insite nellimplementazione di metodi numerici atti a risolvere lintero sistema di equazioni formato dalle equazioni di continuit e del moto integrate dalle equazioni di legame Q=f(H) hanno spinto chi scrive alla messa a punto di una procedura di calcolo basata sulluso, per la simulazione idraulica della rete, dei ben collaudati ed efficaci risolutori impostati secondo la logica DDA. La procedura, di tipo iterativo, nel seguito identificata con la sigla UNIPV, consiste nei seguenti passi: 1. Si impone che in ogni nodo le portate erogate coincidano con le portate richieste (Qj = Qrj). 2. Si verifica la rete con un calcolo convenzionale di tipo DDA e si ottengono i carichi piezometrici Hj. 3. Sulla base dei carichi piezometrici ottenuti al passo precedente, si calcolano le portate Qcj con essi compatibili, utilizzando le relazioni di legame (2), (3) e (6). Per ogni nodo si valuta la differenza (lindice I sta ad indicare literazione corrente):

Q j = Qc Ij Q I j
4.

(12)

Per ogni nodo, si corregge la portata erogata, posta a base del calcolo di verifica, con la relazione:
+1 QI = QI j j + p Q j

(13)

nella quale Qj va assunta con il segno derivante dalla (12) e p rappresenta un coefficiente di peso della correzione (0 < p 1). Con la nuova configurazione delle portate erogate si ritorna al punto 2. 5. La procedura si arresta quando per ogni nodo il valore della correzione (12) scende sotto un valore prefissato (ad esempio 1% di Qrj). E immediato riconoscere che al termine della procedura, la soluzione trovata non solo rispetta le equazioni idrauliche di continuit e del moto (ci garantito dal fatto che la soluzione ottenuta da un solutore DDA a convergenza assicurata), ma rispetta anche le equazioni di legame Qj=f(Hj) ai nodi e ci garantito dal valore nullo o prossimo a zero che Qj assume, per tutti i nodi, al termine della procedura. Per quanto riguarda la scelta del valore da assegnare al coefficiente di peso della correzione p, le prove numeriche effettuate hanno evidenziato che valori molto piccoli rendono la convergenza molto regolare, ma lenta; per contro, valori di p elevati in genere accelerano la convergenza, ma possono anche indurre oscillazioni che rendono problematico il raggiungimento del risultato. Nei calcoli esemplificativi presentati in questa nota, stato adottato un valore di p pari a 0,2.

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5. APPLICAZIONE DEI METODI DESCRITTI I metodi sopra descritti sono stati applicati alle due reti rappresentate in figura 2, prese rispettivamente da Khomsi et al. (1996) e da Todini (2003). I diametri dei lati, tutti di lunghezza pari a 1000 m, sono indicati nelle tabelle 1 e 2. Per tutti i lati di entrambe le reti, le caratteristiche di resistenza idraulica sono definite da un coefficiente C della formula di Hazen- Williams pari a 130. I valori di zj e di Qrj sono indicati nelle tabelle 3 e 4. I carichi iniziali in corrispondenza dei nodi di alimentazione sono pari rispettivamente a 200 m e a 140 m.

Figura 2 - Schemi delle reti n 1 e n 2 Tabella 1 Rete n 1: diametri dei lati


TRONCO Diametro [mm] 1 250 2 250 3 100 4 200 5 200 6 300 7 150 8 150

Tabella 2 Rete n 2: diametri dei lati


TRONCO Diametro [mm] TRONCO Diametro [mm] 1 400 9 150 2 500 10 250 3 200 11 150 4 300 12 150 5 200 13 200 6 200 14 150 7 300 8 150 -

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Il funzionamento della rete n 1 stato simulato in condizioni di fallanza meccanica, ipotizzando lesclusione per fuori servizio del tronco n 6. La rete n 2 presenta invece uninsufficienza idraulica essendo sottodimensionata rispetto alle portate richieste. Per il legame Q=f(H) sono state adottate le relazioni (5) e (6) e (9), assumendo: - per la rete n 1: Hminj = zj + 5 m; Hrj = zj + 20 m - per la rete n 2: Hminj = zj ; Hrj = zj + 15 m Per il metodo del carico alla sorgente (Tanymboh et al. 2001) che richiede di fissare un unico valore di Hmin uguale per tutti i nodi, si adottato il valore ottenuto sommando 5 m alla quota geometrica pi bassa e quindi: - per la rete n 1: Hminj = 153 m - per la rete n 2: Hminj = 70 m In congruenza con le rispettive proposte, per il metodo di Bhave (1981) stato assunto Hj*= Hminj, per il metodo di Ozger e Mays (2003) stato assunto Hj*= Hrj mentre per il metodo di Todini (2003) stato assunto Hj*= zj. I risultati ottenuti sono riassunti nelle tabelle 3 e 4. Lesame dei risultati porta innanzitutto a riconoscere che i valori dei carichi piezometrici ottenuti con la procedura PDA, oltre ad essere del tutto incongruenti con le portate erogate, corrispondono, in alcuni nodi, a depressioni prive di significato fisico. Il metodo semplificato cos detto del carico alla sorgente (Tanymboh et al., 2001), pur basando il calcolo delle portate erogate sulla piezometria senza significato fisico derivata dalla procedura DDA, porta a valori di Qj non del tutto insensati. Tuttavia, un ulteriore calcolo di verifica DDA (i cui risultati non sono qui riportati per ragioni di spazio), effettuato attribuendo alle portate erogate ai nodi i valori ottenuti con la procedura semplificata, porta a trovare valori delle pressioni che per alcuni nodi si mantengono su valori negativi privi di significato fisico e che, in generale, non hanno alcun legame ragionevole con le portate erogate. Il metodo semplificato basato sul carico alla sorgente, fra tutti i metodi provati, quello che d i maggiori valori totali di portata erogata. Fra i metodi che fanno uso delle relazioni di legame Qj=f(Hj), il metodo EPANET-emitters d risultati molto vicini alla soluzione individuata con la procedura UNIPV che rappresenta, a meno di piccole approssimazioni, la soluzione esatta. Unulteriore applicazione di EPANET effettuata dopo aver eliminato gli emitters nei nodi dove le portate sono state corrette in quanto maggiori della portata richiesta o inferiori a zero e dopo aver assegnato alle portate erogate in questi nodi i valori corretti (Qj = Qrj oppure Qj = 0), porta a risultati del tutto sovrapponibili a quelli ottenuti con la procedura UNIPV. Soluzioni significativamente diverse si ottengono, invece, con i metodi che simulano i nodi critici come nodi-serbatoio a carico fissato e a portata incognita e che non tengono conto delle relazione di legame Qj = f (Hj). Il risultato di questi metodi dipende essenzialmente dal valore di soglia Hj* che viene adottato. Tanto pi Hj* basso (al limite coincidente con zj), quanto pi grande il valore della portata con la quale la rete in grado di alimentare i nodi critici, portata che per lutenza potrebbe essere nellimpossibilit di prelevare per via delle pressioni troppo basse. Cos,

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ad esempio, lapplicazione del metodo di Todini (2003) con Hj* = zj porta a valutare la portata erogata in alcuni nodi critici (nodi 3, 4 e 5 della rete n 1 e nodi 5 e 6 della rete n 2) pari alla portata richiesta, pur con pressione nulla. Per contro, lapplicazione dellanalogo metodo di Ozger e Mays (2003) con Hj* = Hrj porta a valutare la portata erogata in alcuni nodi (nodo 5 della rete n1 e nodo 7 della rete n 2) molto ridotta rispetto alla richiesta, pur con un carico pari a quello ritenuto sufficiente a garantire la domanda. Si osserva anche che, assumendo lo stesso valore di Hj* (rete n 2), il metodo di Todini (2003) porta a trovare valori delle portate erogate praticamente identici a quelli ottenuti con il metodo di Bhave (1981) caratterizzato da modalit applicative molto pi articolate e complesse.

Tabella 3 Risultati ottenuti con diverse procedure (rete test n 1)


DD A Metodo del carico alla sorgente Tanimboh (2001) H [m]
2 3 4 5 6 Totali 158 158 148 155 174 20 30 40 30 30 150 166,90 155,52 117,65 121,34 122,83

Metodi con nodi - serbatoio

z Nodo [m]

Qr [l/s]

Bhave (1981) H [m]


180,87 173,93 155,01 160,00 164,12

Ozger (2003) H [m]


186,2 8 181,3 2 169,3 2 175,0 0 177,2 3

Todini (2003) H [m]


174,8 2 158,0 0 148,0 0 155,0 0 174,0 0

Procedura EPANET emitters

Procedura iterativa UNIPV

Q [l/s]
20,00 27,86 30,22 22,22 20,25 120,55

Q [l/s]
20,00 30,00 40,00 21,59 0,00 111,59

Q [l/s]
20,00 30,00 40,00 3,24 0,00 93,24

Q [l/s]
20,00 30,00 40,00 30,00 0,00 120,0 0

H [m]
183,49 177,64 163,52 167,54 172,48

Q [l/s]
20,00 29,74 35,22 23,76 0,00 108,72

H [m]
183,46 177,53 163,40 166,89 170,15

Q [l/s]
20,00 29,52 33,28 20,30 0,06 103,16

Tabella 4 Risultati ottenuti con diverse procedure (rete test n 2)


DD A Metodo del carico alla sorgente Tanimboh (2001) H [m]
2 3 4 5 6 7 8 Totali 80 90 70 80 90 90 100 16,67 16,67 33,34 250,0 0 250,0 0 166,6 7 83,34 816,6 9 125,54 130,01 95,58 66,60 73,64 59,59 57,79

Metodi con nodi - serbatoio

Nod o

z [m]

Qr [l/s]

Bhave (1981) H [m]


130,01 132,75 110,68 88,48 91,44 90,00 90,46

Ozger (2003) H [m]


132,2 8 134,5 2 118,0 4 98,35 105,0 0 105,0 0 104,2 8

Todini (2003) H [m]


129,3 1 132,2 9 109,5 9 80,00 90,00 90,00 100,0 0

Procedura EPANET emitters

Procedura iterativa UNIPV

Q [l/s]
16,67 16,67 33,34 229,04 225,08 139,16 65,82 725,78

Q [l/s]
16,67 16,67 33,34 250,00 250,00 112,86 0,00 679,54

Q [l/s]
16,67 16,67 33,34 250,0 0 250,0 0 113,0 1 0,00 679,6 9

Q [l/s]
16,67 16,67 33,34 250,0 0 250,0 0 113,0 1 0,00 679,6 9

H [m]
131,20 133,92 114,13 94,66 100,86 96,49 99,71

Q [l/s]
16,67 16,67 33,34 247,11 212,71 109,65 0,00 636,15

H [m]
131,15 133,86 113,97 94,39 100,38 96,20 98,01

Q [l/s]
16,67 16,67 33,34 245,03 208,15 107,25 0,09 627,20

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P. ARDENTI, C. CIAPONI, L. FRANCHIOLI, S. PAPIRI - Simulazione idraulica delle reti di distribuzione idrica in condizioni di pressione insufficiente in uno o pi nodi

6. CONCLUSIONI Una realistica analisi delle prestazioni idrauliche delle reti di distribuzione idrica in condizioni di fallanza richiede necessariamente ladozione di un approccio atto a tenere conto che lerogazione ai nodi dipende dalla pressione (approccio di tipo PDA). La strada maestra dellapproccio PDA sembra essere quella di risolvere lintero sistema formato dalle equazioni di continuit e del moto, integrate dalle equazioni di legame Qj = f (Hj). Tuttavia, allo stato attuale, i metodi numerici per la soluzione di questo sistema non sono ancora sufficientemente sperimentati, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti relativi alla loro convergenza che potrebbe essere resa problematica dalla particolare struttura formale delle relazioni di legame Qj = f (Hj). Stante la disponibilit e diffusione di collaudati ed efficaci pacchetti software basati sullanalisi DDA, diversi autori si sono orientati verso procedure di calcolo che, pur impostate secondo una logica PDA, possano utilizzare i solutori idraulici convenzionali di tipo DDA gi disponibili. Fra queste procedure, meritano di essere citate, anche per lautorevolezza degli autori che le hanno proposte, quelle che simulano i nodi critici come nodi-serbatoio a carico fissato e a portata incognita. Come gi detto, queste procedure non tengono conto delle relazioni di legame Q=f(H) e ci viene giustificato con il fatto che nei nodi con pressione insufficiente a garantire la domanda lutenza preleva tutta la portata che la rete in grado di fornire indipendentemente da qualsiasi legame Q=f(H), le cui formulazioni di letteratura, peraltro, hanno una base fisica molto incerta. I calcoli esemplificativi illustrati in questa nota mostrano per che queste procedure, proprio perch non tengono conto dei vincoli di legame fra la portata erogata e il carico disponibile al nodo, portano a risultati non sempre verosimili. Pi affidabili sembrano, invece, altre procedure che, avvalendosi di solutori idraulici gi consolidati, includono i vincoli di legame Qj=f(Hj) ai nodi. Fra queste procedure, particolarmente interessante quella che utilizza in modo opportuno lopzione offerta dal pacchetto software EPANET-2 di schematizzare lerogazione attraverso particolari dispositivi (emitters) la cui portata in uscita legata alla pressione da una legge imposta. Nella memoria anche presentata una nuova procedura che, seppure con un processo iterativo a convergenza piuttosto lenta, garantisce il raggiungimento di una soluzione che rispetta sia le equazioni idrauliche di continuit e del moto, sia le equazioni di legame Qj = f (Hj) ai nodi. I risultati dei calcoli evidenziano che la procedura EPANET-emitters, che ha il pregio di essere molto semplice, porta a risultati praticamente sovrapponibili a quelli ottenuti con la procedura iterativa sopra citata che fornisce, a meno di piccole approssimazioni, la soluzione esatta. I risultati evidenziano anche che queste due procedure, pur basate su equazioni di legame Qj=f(Hj) dal significato fisico piuttosto labile, portano a soluzioni pi verosimili di quelle ottenute simulando i nodi critici come nodi-serbatoio a carico fissato e a portata incognita.

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ACQUA E CITT - II CONVEGNO NAZIONALE DI IDRAULICA URBANA Chia (CA), 25-28 settembre 2007

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P. ARDENTI, C. CIAPONI, L. FRANCHIOLI, S. PAPIRI - Simulazione idraulica delle reti di distribuzione idrica in condizioni di pressione insufficiente in uno o pi nodi

Todini E. & Pilati S., A gradient algorithm for the analysis of pipe networks. In Coulbeck B. and Choun-Hou O. (eds) Computer Application in Water Supply, Vol I System Analysis and Simulation, John Wiley & Sons, London, pp. 1-20, 1988 Todini E., A unifying view on the different looped pipe network analysis algorithms. In Powell R. and Hindi K.S. (eds) Computing and control for the water industry. Research Studies Press Ltd, pp. 63-80, 1999 Todini E. A more realistic approach to the Extended Period Simulation of Water Distribution Networks, Proc., 2003, Advances in Water Supply Management CCWI Conference, London, 2003. Tucciarelli T., Criminisi A., Termini D., Leak analysis in pipeline system by means of optimal valve regulation, Journal of Hydraulic Engineering, Vol. 125, No. 3, pp. 277-285, 1999 Ringraziamenti. Questo lavoro stato svolto nellambito del Progetto PRIN 2005 Indicatori di prestazione a supporto delle decisioni per la pianificazione, progettazione e gestione dei sistemi acquedottistici.

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