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LA COGNIZIONE SOCIALE La cognizione sociale si occupa dello studio scientifico dei processi tramite i quali le persone acquisiscono informazioni

sullambiente, le interpretano, le immagazzinano in memoria e le recuperano da essa, per comprendere sia il proprio mondo sociale che loro stesse, ed organizzare di conseguenza i proprio comportamenti. Natura scientifica: ogni ipotesi devessere verificata e riproducibile, in modo da isolare processi generali che si ripresentino con sufficiente regolarit. Natura attiva del processo di acquisizione di informazioni: le persone esplorano il proprio ambiente e sinterrogano sulle sue caratteristiche, selezionano alcune informazioni e ci lavorano attribuendovi significati e valori personali. Tutto ci che proviene dallambiente viene interpretato in base alle conoscenze possedute, alle proprie esperienze passate e al proprio stato attuale. I risultati dei processi di raccolta informazioni e di elaborazione vengono depositati in memoria e arricchiscono il bagaglio di conoscenze ed esperienze che a sua volta guider i nuovi processi di acquisizione ed interpretazione delle nuove informazioni. Principi generali dei processi di elaborazione delle informazioni sociali Le persone hanno limitate abilit e capacit di elaborazione delle informazioni, quindi bisogna selezionare le informazioni in ingresso sintetizzando la maggior quantit di informazioni con il minimo sforzo. Processo di categorizzazione: vari esemplari vengono inseriti in uno Il bisogno di stesso insieme significativo in base ad elementi di similarit che li risparmiare accomunano, per arrivare a una definizione (approssimativa ma rapida) risorse cognitive dellambiente in cui ci si muove. Euristiche: processi di pensiero semplificati utilizzati per formulare giudizi in base a informazioni limitate, utili a ridurre il tempo e gli sforzi necessari a raggiungere una conclusione soddisfacente anche se non necessariamente la migliore in assoluto. Processi consapevoli (o controllati):iniziano con un atto di volont (intenzionalit), possono essere controllati durante lo sviluppo (possibilit di controllo), e lindividuo pu riportare verbalmente la gran parte dei passaggi compiuti (consapevolezza almeno parziale delle fasi intermedie e dellesito finale del processo). Condizione necessaria a un processo consapevole la disponibilit di sufficienti risorse cognitive, poich questi processi mentali sono molto dispendiosi e impegnano gran parte delle risorse attentive. I processi consapevoli sono seriali (vanno eseguiti in successione) e non Processi in parallelo (si ostacolano a vicenda). consapevoli e Processi inconsapevoli (o automatici): lazione ormai padroneggiata inconsapevoli fluisce senza un necessario controllo consapevole; questi processi prevedono un carico attentivo limitato e permettono lesecuzione contemporanea di altre operazioni (in parallelo). Le persone usano ripetutamente modalit automatiche di percezione degli altri individui, per esempio per identificarne le categorie sociali. Inoltre la capacit introspettiva rispetto ai propri processi mentali limitata: contemporaneamente ai processi consapevoli agiscono sempre anche processi inconsapevoli, pertanto non esistono processi controllati puri ma semplicemente pi o meno automatici.

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Legocentrismo dei processi di pensiero

La resistenza al cambiamento

Laccessibilit cronica

Il predominio del qui ed ora: laccessibilit temporanea

Ogni individuo osserva il mondo dalla propria prospettiva privilegiata e trova difficile relativizzarla; pertanto tende a ritenerla valida in assoluto. Illusione di trasparenza: la credenza erronea che gli altri capiscano immediatamente e con relativa facilit i nostri stati interni. Lindividuo tende a mettersi in una luce positiva ai propri occhi e a quelli altrui, per raggiungere o mantenere unelevata autostima; pertanto i processi di elaborazione della realt tendono a configurarla in modo da ottenere una autorappresentazione caratterizzata da attributi positivo, anche quando gli eventi suggeriscono lopposto. I processi e i contenuti di pensiero tendono ad essere alquanto impermeabili rispetto ad ogni tentativo di modificazione, nonostante vi siano indicazioni oggettive circa la loro erroneit o la necessit di cambiamenti. Inoltre i processi di pensiero esplorano il mondo cercando elementi che confermino le proprie aspettative, portando a una rigidit nel modo di rappresentarsi gli eventi (informazioni che mantengono la stabilit privilegiate rispetto a quelle che stimolano il cambiamento). Accessibilit: la facilit con cui determinati contenuti di pensiero si presentano alla mente. Le conoscenze facilmente recuperabili diventano in modo cronico la chiave privilegiata di interpretazione, anche al variare dei contesti. I contenuti pi accessibili formano il quadro di riferimento usato per dare senso alle novit e alle esperienze. I processi mentali sono fortemente influenzati dallo stato momentaneo dellindividuo, che tende ad amplificarne limportanza pi del dovuto. Le situazioni contingenti rendono alcuni contenuti mentali temporaneamente pi accessibili rispetto ad altri, e questi contenuti maggiormente accessibili esercitano limpatto maggiore sugli stati emotivi, i giudizi ed i comportamenti. Ci che predomina nel qui ed ora indirizza i processi mentali, e linterazione tra costrutti cronicamente e temporaneamente accessibili definisce le coordinate che danno un senso al mondo sociale individuale.

LA PERCEZIONE SOCIALE LA FORMAZIONE DI IMPRESSIONI Comprendere gli altri attraverso il comportamento non verbale Il comportamento non verbale un segnale attraverso cui possiamo inferire le qualit personali dellinterlocutore e cosa pensa di noi, secondo i codici particolari previsti da ogni diversa cultura (ad esempio, il contatto fisico in alcune culture gradito, in altre per nulla) e a seconda dei contesti in cui si realizza e delle modalit specifiche con cui viene eseguito. Attraverso il comportamento non verbale si possono inviare messaggi, ma bisogna prestare la massima attenzione nelleseguire tale comportamento per trasmettere il messaggio desiderato e non il suo opposto (es. contatto oculare). Il comportamento non verbale inoltre un importante segnale del ruolo sociale degli attori coinvolti per le maggiori libert consentite a chi ha lo status sociale maggiore. Le donne sembrano pi abili nel decodificare i comportamenti non verbali, nel cogliere le sfumature e nel comprendere i segnali non verbali: secondo alcuni questa asimmetria ha una
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causa evoluzionistica (accudimento della prole), secondo altri (Eagly, teoria del ruolo sociale) dipende dal fatto che le donne hanno rispetto agli uomini pi ruoli di servizio agli altri (casalinga, commessa, infermiera) e la lettura rapida e precisa dei segnali non verbali aiuta a svolgerli con efficacia; inoltre le persone con uno status sociale pi basso devono sviluppare una maggiore sensibilit nel comprendere gli stati interni, gli umori e i desideri di coloro che si collocano pi in alto nella scala sociale, e le donne sono state a lungo in una posizione subordinata rispetto agli uomini . I messaggi non verbali sono prevalentemente non consapevoli e spontanei, ma talvolta si cerca di controllarli per gestire in maniera strategica il rapporto con gli altri (fare buona impressione, o mentire). Controllare tutti i comportamenti non verbali risulta praticamente impossibile, tant che i comportamenti non verbali sono degli ottimi indicatori per individuare chi sta mentendo: mentire richiede un grande dispendio di energie cognitive per controllare consapevolmente il proprio comportamento verbale (evitare di contraddirsi o di fornire informazioni rivelatrici della verit), il che si traduce in una diminuzione del controllo del comportamento verbale, che diventa quindi massimamente rivelatore. La formazione di impressioni: due modelli a confronto Il formarsi di unimpressione un modello sequenziale dato dallacquisizione e dallaccumulo progressivo di informazioni. Due modelli spiegano come i vari elementi si integrano tra loro per creare unimpressione unitaria: I dati in ingresso hanno la priorit assoluta. Se una persona considerata intelligente e fredda, si recupera la Modello algebrico valenza di ognuno dei singoli tratti e si calcola la media algebrica dei (Anderson) singoli valori; il risultato finale costituisce il valore globale della persona. In questa prospettiva, la valutazione del tratto intelligente la stessa a prescindere da quali altri attributi costituiscono la persona. Le operazioni mentali eseguite sui dati in ingresso hanno la priorit assoluta; ogni singolo tratto non va interpretato solo per il suo significato, ma in relazione alle altre informazioni presenti. Cos il tratto intelligente se associato al tratto freddo produce limpressione di una persona calcolatrice, se associato al tratto caldo quella di una persona saggia. Modello Inoltre alcuni tratti centrali, pi generali e vaghi (es.: freddo/caldo), configurazionale hanno una particolare influenza nel modificare il significato degli altri (Asch), nato attributi che si accompagnano ad essi. allinterno della Effetti dellordine con cui le informazioni vengono acquisite. Psicologia della Effetto di priorit: le prime informazioni che riceviamo hanno il Gestalt. massimo impatto sulle impressioni che ci formiamo, perch creano lo sfondo interpretativo in base al quale si attribuisce significato alle successive informazioni, quindi hanno maggio peso nellinterpretazione finale; inoltre le prime informazioni vengono ricordate meglio. Gli effetti di priorit si realizzano non solo nella percezione di caratteristiche di personalit, ma rispetto alle competenze percepite. Il modello algebrico difficilmente riesce a rendere conto degli effetti dordine e degli effetti di priorit se non introducendo complessi corollari; pertanto attualmente il modello configurazionale gode di maggior credito anche se ladozione congiunta di entrambi i modelli pu aumentare le capacit di prevedere limpressione finale del soggetto percepente.

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Le prime impressioni sono dure a morire: leffetto persistenza I passaggi iniziali nel processo di formazione delle impressioni sono fondamentali per dare una fisionomia precisa allimpressione che si va formando: gli effetti di priorit rispecchiano la resistenza al cambiamento del sistema cognitivo. Studio di Ross, Lepper e Hubbard: ai partecipanti venivano fatte eseguire una serie di prove cui seguivano dei feedback positivi o negativi attribuiti in maniera casuale. Dopo aver rivelato che i feedback non fornivano informazioni sulla reale prestazione nel corso della prova veniva loro chiesto di autovalutarsi: pur sapendo che i feedback erano completamente falsi i partecipanti che durante la prova si erano formati limpressione di essere scarsamente capaci continuarono a ritenere di essere poco abili. Modificare le proprie impressioni un processo assai difficile, e anche di fronte ad elementi che ne indichino chiaramente linfondatezza si comunque alquanto restii ad abbandonarle. Le teorie implicite di personalit e laspetto fisico Le impressioni sugli altri vengono arricchite aggiungendo anche elementi di cui non siamo venuti direttamente a conoscenza, ma che si presume ben si accordino con i dati disponibili (sincero, quindi anche generoso e gioviale). Le teorie implicite di personalit sono teorie ingenue costruite nel corso dellesperienza che racchiudono le credenze su quali tratti di personalit si accordino tra loro e quali invece si combinino male: costituiscono delle mappe di riferimento che arricchiscono le nostre impressioni rendendole pi articolate con un minimo sforzo, risparmiando le limitate risorse cognitive che sarebbero necessarie per cercare ulteriori informazioni nellambiente, anche se ovviamente le inferenze cos prodotte non sempre si rivelano accurate. Similmente, anche laspetto fisico viene utilizzato come un indicatore delle caratteristiche di personalit, attraverso teorie ingenue su quali tratti di personalit si accordino a quali caratteristiche fisiche (bello, quindi anche simpatico e socievole; occhi grandi e mento piccolo, quindi onesto, ingenuo, incerto). Quindi a partire da informazioni limitate si colmano i vuoti di conoscenza ricorrendo alle proprie teorie ingenue, che prevedono co-occorrenze sistematiche tra diversi tratti di personalit o tra tratti di personalit e aspetto fisico. Alla ricerca di informazioni: il desiderio di confermare le proprie ipotesi Nel formarsi unimpressione, si ricercano attivamente le informazioni che potrebbero essere utili per i nostri obiettivi. Si pu procedere sia cercando conferme alle nostre ipotesi iniziali sia cercando evidenze empiriche che le smentiscano. Snyder e Swann: esperimento di indagine su introversione/estroversione. Hanno dimostrato che la ricerca di informazioni veniva svolta cercando conferma delle proprie ipotesi iniziali, contrariamente ai principi della ricerca scientifica secondo cui occorrerebbe procedere secondo strategie di disconferma piuttosto che di conferma. Si va alla ricerca in modo selettivo di ci che pu confermare le nostre credenze e aspettative, anche quando non ci sono motivi ragionevoli di ritenere che tali credenze e aspettative siano valide. Le profezie che si autoavverano Le persone interagiscono a livello sociale con un bagaglio di ipotesi e aspettative sullinterlocutore e con strategie di scoperta mirate a confermare le proprie ipotesi. Ma le ipotesi di partenza possono avere effetti ancora pi sottili, andando a modificare la realt percepita.

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Rosenthal e Jacobson: vollero verificare come le aspettative degli insegnanti incidano concretamente sullo sviluppo delle capacit degli studenti. Somministrarono dei test dintelligenza e segnalarono agli insegnanti alcuni studenti come particolarmente brillanti, mentre in realt erano stati selezionati a caso e non avevano alcuna dote in pi rispetto ai compagni. Durante lanno gli studiosi monitorarono le interazioni interne alla classe, e a fine anno somministrarono nuovamente dei test dintelligenza: gli studenti etichettati inizialmente come particolarmente dotati, alla fine dellanno ebbero effettivamente i punteggi pi elevati; la profezia iniziale si era tradotta in una modifica delle prestazioni degli studenti. Gli insegnanti riferirono di non aver avvantaggiato quegli studenti, ma lanalisi dei dati evidenzi che dedicavano loro maggiore attenzione, li incoraggiavano creando un clima emotivo favorevole, davano loro i compiti pi stimolanti, fornendo feedback pi articolati rispetto agli altri. In sostanza, a causa delle aspettative indotte dagli sperimentatori gli insegnanti adottarono comportamenti selettivamente pi favorevoli verso gli studenti sui quali nutrivano aspettative positive, incrementando cos le capacit e le prestazioni di quei privilegiati. Unaspettativa di simpatia sollecita nellinterlocutore un comportamento cordiale e amichevole, unaspettativa di antipatia innesca un iniziale comportamento diffidente e di distanza che induce linterlocutore a porsi sulla stessa linea di condotta. E un processo dinamico: le aspettative di un individuo predispongono comportamenti coerenti con le aspettative stesse, e gli specifici comportamenti eseguiti producono risposte appropriate nellinterlocutore, che a loro volta confermano lipotesi di partenza con cui linterazione aveva avuto inizio. Una lettiga non diventa una macchina sportiva se penso che lo sia, ma una persona pu diventare amichevole e socievole semplicemente perch io sono convinto che sia cos e mi comporto come se lo fosse. In molte occasioni inappropriato credere che una persona possegga una certa serie di stabili caratteristiche di personalit o di abilit, perch siamo almeno in parte artefici del modo in cui si comporta in nostra presenza. Il ruolo della similarit percepita nella formazione di impressioni e nel giudizio sociale Un elemento fondamentale per la qualit delle impressioni la similarit percepita con la persona su cui ci stiamo formando unimpressione: tutti gli indicatori che segnalano elementi comuni e condivisi predispongono in modo positivo nei confronti di quella persona. Byrne e Nelson hanno dimostrato che allaumentare del numero di atteggiamenti condivisi, i giudizi di piacevolezza e il gradi di attrazione reciproca crescono in modo lineare: sembra esserci una relazione di proporzionalit diretta tra similarit percepita e giudizi di piacevolezza. Nello sviluppo dei legami di amicizia appare molto importante non solo avere valori e atteggiamenti simili, ma anche trovarsi daccordo nel giudicare le altre persone: la similarit di vedute nel modo di valutare gli altri un potente collante nei rapporti di amicizia ed forse un elemento indispensabile per la loro nascita e continuit nel tempo; anche nelle relazioni di coppia, la similarit influisce sulla probabilit di formazione della relazione intima e sulla stabilit del rapporto. La similarit percepita non si basa solo sugli atteggiamenti verbali o sulle caratteristiche sociodemografiche, ma anche su indicatori pi sottili come i comportamenti non verbali. Effetto camaleonte: le persone tendono in modo spontaneo e non intenzionale ad imitare i comportamenti non verbali degli interlocutori (postura, gesti, inflessioni del linguaggio), il che pu costituire unefficace strategia per rendere pi fluide e gradevoli le interazioni, con soddisfazione reciproca di tutte le persone coinvolte. Talvolta leffetto camaleonte pu essere usato intenzionalmente per suscitare una buona impressione nellinterlocutore.

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La previsione degli atteggiamenti e dei comportamenti altrui: leffetto del falso consenso Effetto del falso consenso: la tendenza a sovrastimare la misura in cui i propri comportamenti, credenze ed atteggiamenti sono diffusi nella popolazione e condivisi dalle altre persone. E uneuristica di giudizio in cui in situazioni dincertezza si utilizzano le proprie opinioni personali per prevedere quelle altrui. Ross e collaboratori hanno dimostrato questo effetto chiedendo ad una serie di persone di formulare dei giudizi, e di seguito chiedendo di indicare quale potrebbe essere la risposta fornita da altre persone (esempio delluomo sandwich). In situazioni di incertezza, le persone utilizzano le proprie opinioni personali proiettandole negli altri, ma la spiegazione di questo fenomeno ancora controversa. Da un lato, condividiamo il nostro tempo e le nostre esperienze con persone simili a noi, con unimmagine del mondo simile alla nostra (esposizione selettiva) e questo pu condurre a sovrastimare la diffusione dei nostri atteggiamenti e visione del mondo. Dallaltro, ritenere che molti la pensino come noi pu rivelarsi rassicurante e confermarci la bont e laccuratezza delle nostre idee. Infine, il pensiero egocentrico e i propri comportamenti e credenze possono essere soggettivamente ritenuti pi veri e corretti semplicemente per il fatto stesso di appartenerci: pertanto si indotti a ritener che le altre persone non possano far altro che condividerli e accettarli. Crearsi illusioni circa i gruppi: la correlazione illusoria Correlazione illusoria: la tendenza a ritenere che due eventi siano tra loro associati anche quando nella realt una simile associazione non presente. Hamilton e Gifford: dati due gruppi e una serie di comportamenti positivi o negativi compiuti dai membri del gruppo, con lo stesso rapporto di comportamenti positivi e negativi allinterno del gruppo(es. 2/3 1/3), il gruppo con il minor numero di membri veniva percepito come maggiormente correlato a comportamenti negativi, anche se il rapporto tra comportamenti positivi e negativi era lo stesso. Il principio sottostante alla correlazione illusoria prevede che quando si verificano simultaneamente due eventi infrequenti, questa co-occorrenza viene subito notata e rimane ben impressa: quindi gli episodi con la combinazione di due elementi infrequenti risultano meglio codificati e sono in seguito maggiormente accessibili. I gruppi minoritari (es. immigrati) tendono in virt della correlazione illusoria ad essere associati a comportamenti negativi (infrequenti, e pertanto salienti) pi di quanto consentirebbero i dati. LE EURISTICHE NEL GIUDIZIO SOCIALE Euristiche: scorciatoie di pensiero attraverso le quali si cerca di formulare giudizi a partire da informazioni limitate. Leuristica della disponibilit Si basa sul recupero dalla memoria di specifici esempi in assenza di informazioni definite su un argomento: poich dipende dallaccessibilit delle informazioni in memoria, tutti gli esempi vividi e salienti sono pi facili da recuperare, e di conseguenza i relativi giudizi di probabilit possono risultare distorti. Es: studenti lavoratori, politico che stima i voti ottenibili dalle presenze ai comizi, cause di morte violenta o per malattia, lavori domestici per lui e per lei.

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Leuristica della disponibilit pu essere usata anche come strumento per il cambiamento personale: chiedere alle persone di immaginarsi in situazioni future pu facilitare la percezione che una simile situazione futura sia realizzabile, e aumentare quindi limpegno in quella direzione. Leuristica della rappresentativit Lemissione di un giudizio probabilistico in situazioni di incertezza, cio senza informazioni esaustive e altamente diagnostiche, privilegia la somiglianza con un caso tipico piuttosto che la probabilit di base, cio il fatto che nellinsieme generale alcuni eventi sono pi probabili di altri. Es. descrizione di personalit/bibliotecario/impiegato. C una sistematica non considerazione delle probabilit di base, e lelemento chiave che attrae lattenzione e guida i giudizi semplicemente la somiglianza con il caso tipico, senza considerare quanto sia effettivamente diffuso. Errore di congiunzione: la congiunzione di due eventi non pu essere pi probabile di ciascuno dei due preso singolarmente. Leuristica dellancoraggio e dellaccomodamento Nasce dalla scarsa capacit delle persone di liberarsi delle ancore di giudizio che vengono fornite loro: dato un punto di riferimento predefinito rispetto al quale valutare la propria posizione, e poi con successivi aggiustamenti (accomodamenti) raggiungere una decisione finale, dimostrato che il punto di riferimento iniziale influenza notevolmente le caratteristiche del giudizio finale che viene prodotto. Gli effetti di ancoraggio sono stati riscontrati in svariati ambiti di giudizi, e il fenomeno difficilmente eliminabile, anche in presenza di ricompense economiche. Esempi: la percentuali di paesi africani delle nazioni unite, i verdetti emessi dalle giurie a seconda che subito prima si sia preso come riferimento il massimo o il minimo della pena. Leuristica della simulazione: il pensiero controfattuale Pensiero controfattuale: linsieme delle riflessioni su come la vita avrebbe potuto essere se certi eventi non si fossero verificati, se certe decisioni non fossero state prese, eccetera; attraverso limmaginazione il passato viene smontato e il futuro ricostruito in un modo che si sarebbe potuto realizzare, ma non stato. Queste operazioni di simulazione mentale possono influenzare in maniera sostanziale il modo di interpretare gli eventi e le nostre risposte emozionali ad essi, e la facilit con cui degli esiti alternativi sono immaginabili da parte dellindividuo rende pi estreme le reazioni affettive provate. Questi fenomeni non si realizzano solo ripensando al passato ma anche immaginando il futuro, in cui ci si immagina come ci si sentir qualora prendessimo una decisione e gli eventi successivi ci dessero torto. Esempi: aereo perso per pochi minuti, secondi classificati alle olimpiadi, rivendere la schedina. LATTRIBUZIONE CAUSALE I comportamenti, verbali e non, presentano molti elementi di ambiguit. Non facile risalire in modo univoco a cosa si celi dietro un comportamento e lo abbia determinato: ci sono spiegazioni di un certo comportamento che rimandano a caratteristiche personali delle persone coinvolte, ritenendole quindi responsabili dellaccaduto; altre che rimandano alle caratteristiche della situazione, diminuendo la responsabilit delle persone implicate.
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Ci che risulta importante per lattribuzione causale in che misura i comportamenti vengono spiegati facendo riferimento a caratteristiche interne dellattore (cause disposizionali) o a caratteristiche esterne che rimandano alla situazione in cui il comportamento si realizza (cause situazionali).

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La teoria dellinferenza corrispondente di Jones e Davis Questa teoria cerca di comprendere quando un comportamento verr spiegato facendo riferimento ad attribuzioni disposizionali o situazionali: secondo gli autori, gli elementi analizzati per definire se un comportamento dovuto a cause disposizionali sono la volontariet dellazione (unazione involontaria non pu dipendere da caratteristiche interne dellattore per definizione), gli effetti non comuni (le differenze tra due opzioni, non le somiglianze, permettono di capire le motivazioni di una scelta), la desiderabilit sociale (fare qualcosa a dispetto della disapprovazione altrui, violando le norme e i principi di desiderabilit sociale, segnala una forte motivazione interna) e le aspettative (le attribuzioni interne sono pi probabili per i comportamenti che contrastano con le nostre aspettative). Il modello della covariazione di Kelley Gli individui valutano ogni comportamento secondo tre diverse dimensioni per definire le cause che lo hanno prodotto: la distintivit ( un comportamento comune, o straordinario?), la coerenza (quante altre volte si manifestato quel comportamento?) ed il consenso (quanti altri comportamenti simili possiamo trovare?), ognuna delle quali pu avere valori alti o bassi; da ogni possibile combinazione tra alti e bassi livelli di queste tre dimensioni nascono attribuzioni differenti, che possono coinvolgere principalmente le caratteristiche interne della persona o la situazione. Luomo come un essere razionale, una specie di scienziato ingenuo che esamina le covariazioni tra le dimensioni e ne trae le inferenze pi appropriate. Esempio dellamico che elogia una trattoria per averci mangiato bene. Il limite di questa teoria che non sempre le persone dispongono di tutte le informazioni su consenso, coerenza e distintivit, soprattutto quasi mai si hanno informazioni dettagliate ed affidabili su cosa pensano le altre persone; inoltre lesame simultaneo di tutte le dimensioni richiede lutilizzo di elevate quantit di risorse cognitive, per cui magari si ricorre a questo sistema quando si particolarmente motivati ma non nelle spontanee attribuzioni della vita quotidiana. Il modello di Weiner Questo modello valuta le conseguenze a cui pu portare il compiere determinate inferenze; particolarmente, valuta le spiegazioni che le persone forniscono in casi di successo e di fallimento, osservando che variando tre specifiche dimensioni varino anche le conseguenze per la persona che ha avuto successo o ha fallito. Le tre dimensioni critiche sono il locus dellattribuzione, interno o esterno, la stabilit dei fattori coinvolti, permanenti nel tempo o transitori, e la controllabilit o meno di questi fattori da parte della persona coinvolta. Unapplicazione di questo modello riguarda le strategie di mantenimento dellautostima: le persone con una bassa autostima spiegano i propri successi in termini di cause esterne non controllabili, e i propri insuccessi in termini di cause interne permanenti come capacit limitate che non permettono il raggiungimento di nessun successo. Esempio di spiegazione di un risultato positivo a un esame. Queste strategie attribuzionali diventano un meccanismo attraverso cui gli esiti negativi vengono usati per confermare limmagine negativa di s, e gli esiti positivi non riescono a scalfirla perch vengono spiegati in base a elementi esterni che non hanno a che fare con le doti personali. Facendo in modo che persone con una bassa autostima inizino a considerare anche le cause esterne che possono aver condotto agli insuccessi, ci si attendono miglioramenti nel modo di affrontare gli impegni della vita. Esperimento di Brockner e Guare del compito impossibile. Se il meccanismo delle attribuzioni di successi a cause esterne e degli insuccessi a cause interne viene spezzato, forzando il ricorso ad attribuzioni di tipo esterno, si riscontra un miglioramento

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delle prestazioni: non sono le capacit in assoluto a determinare la qualit delle prestazioni, ma anche il modo di percepirsi in relazione ad esse e le modalit con cui interpretiamo i successi o gli insuccessi del nostro passato. Lerrore fondamentale di attribuzione I dati delle ricerche sperimentali dimostrano che non si ricorre nella stessa misura ad attribuzioni disposizionali e situazionali, ma la tendenza sistematica di sottostimare la misura in cui i comportamenti derivano da cause situazionali e di sovrastimare la misura in cui tali comportamenti sono il riflesso di caratteristiche interne dellattore (errore fondamentale di attribuzione o errore di corrispondenza). Ross: con la simulazione di un gioco a quiz, ha dimostrato che vengono effettuate inferenze disposizionali ignorando la rilevanza che la specifica strutturazione della situazione pu aver avuto. Jones e Harris, lettura di un brano e inferenze sulle reali opinioni dellautore. Gilbert ha proposto un modello a due fasi per spiegare i processi attribuzionali: 1^ fase: Osservazione dei comportamenti ed inferenza spontanea di caratteristiche disposizionali, queste inferenze automatiche conducono sistematicamente allerrore fondamentale di attribuzione. 2^ fase: Processo aggiuntivo di correzione o aggiustamento, che integra anche le informazioni relative alle influenze situazionali. La seconda fase non sempre avviene, e non necessariamente riesce a prendere in considerazione adeguatamente tutte le effettive influenze situazionali, quindi non sempre si raggiunge un ottimale accomodamento. La costante ricerca dei presunti elementi disposizionali probabilmente svolge una funzione adattiva: spiegare i comportamenti passati di una persona (perch ha agito in un certo modo) pu essere utile per prevederne i comportamenti futuri. perci le attribuzioni disposizionali racchiudono la maggior capacit informativa: serve capire come una persona si comporter sempre, non come si comporter solo al verificarsi di determinate circostanze. Le attribuzioni disposizionali consentono di generalizzare le conclusioni a cui si giunti a partire dallosservazione di un singolo comportamento, e bench non sempre si rivelino corrette, costituiscono delle ipotesi di lavoro, delle aspettative sui probabili comportamenti da attendersi che permettono di affrontare le interazioni con sufficiente senso di controllo. La tendenza ad inferire caratteristiche disposizionali dai comportamenti estremamente forte nelle culture occidentali (individualiste) mentre si attenua in quelle orientali (collettiviste). La differenza attore-osservatore nei processi attribuzionali La tendenza ad inferire attribuzioni interne allattore piuttosto che esterne non si verifica quando si tratta di spiegare i propri personali comportamenti. Esperimento Si-No-Dipende dalla situazione. Le differenze attore-osservatore possono essere descritte come la tendenza sistematica a spiegare il comportamento altrui in termini di fattori disposizionali, e il proprio in termini di influenze situazionali. Una spiegazione di queste asimmetrie che losservatore indirizza la sua attenzione verso chi esegue il comportamento, cio lattore, che catalizzer i processi esplicativi dellosservatore; contrariamente, lattenzione dellattore ricolta verso lesterno perch egli non pu vedersi mentre realizza un comportamento, mentre massimamente attento alle caratteristiche della situazione e ai feedback ambientali. Studi di Storms, Taylor e Friske: percezione su un attore prevalente, o possibilit per lattore di rivedersi.

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Gli elementi che dominano il campo percettivo risultano altamente salienti, pertanto possono dominare anche il campo psicologico, determinando il modo in cui la realt viene soggettivamente interpretata. Un altro motivo sottostante alle asimmetrie tra attore e osservatore riguarda le conoscenze pregresse possedute dalle due figure. Lattore nel compiere le proprie attribuzioni pu basarsi su uno spettro di informazioni pi ampio, e sapere che certe inferenze disposizionali non risultano valide e applicabili, perch al variare delle situazioni variano anche i suoi comportamenti; cosa che losservatore, che vede lattore solo in una certa situazione, non pu sapere. Quanto sono accurate le attribuzioni formulate e le impressioni che ne derivano? Il modo in cui una persona percepisce se stessa differisce da come gli altri la percepiscono; la prima impressione cattura alcuni elementi ma il grado di imprecisione elevato; ci nonostante le persone ne sovrastimano laccuratezza. La qualit delle impressioni si perfeziona con laumentare della conoscenza diretta: gli amici intimi hanno rappresentazioni pi articolate e precise, ma comunque la autopercezione e la percezione degli amici rimane differente. Infine, ci sono anche ragioni motivazionali per cui si riscontrano differenze sostanziali tra le attribuzioni degli attori e degli osservatori. Queste ragioni si evidenziano quando i comportamenti sono marcatamente positivi o negativi: se sono positivi anche lattore tende a ricondurli a stabili caratteristiche interne (attribuzioni a proprio favore), perch questo consente di raggiungere o mantenere una positiva immagine di s. Esempio degli alunni e degli insegnanti: se gli alunni sono bravi merito degli insegnanti, altrimenti colpa degli alunni. I PROCESSI DI CATEGORIZZAZIONE E GLI SCHEMI NELLA PERCEZIONE SOCIALE. La categorizzazione: funzioni generali e conseguenze cognitive La funzione della categorizzazione di semplificare la complessit dellambiente: oggetti differenti vengono classificati allinterno del medesimo insieme, in modo da poter essere velocemente definiti e compresi in base a precedenti conoscenze. Le funzioni primarie dei processi di categorizzazione sono la semplificazione dellambiente e la possibilit di compiere rapide inferenze. Questo significa anche che gli specifici esemplari racchiusi allinterno di una determinata categoria vengono trattati in modo analogo, cio vengono considerati come elementi intercambiabili, privati delle proprie peculiarit individuali. In sostanza, le caratteristiche che differenziano i vari esemplari vengono messe in secondo piano e sottovalutate rispetto agli elementi condivisi che li rendono simili. Effetti di assimilazione intracategoriale: la differenza percepita tra gli stimoli appartenenti ad una stessa categoria viene ridotta rispetto a quanto non sia nella realt; si tende a percepire un grado di omogeneit interna alla categoria superiore a quanto i dati oggettivi suggeriscano. Effetti di differenziazione intercategoriale: la differenza esistente tra due categorie viene estremizzata e percepita come molto superiore di quanto non sia in realt. I modelli di categorizzazione Modello classico (Smith, Medin, Job, Rumiati): i tratti che definiscono una categoria sono singolarmente necessari e complessivamente sufficienti per poter includere un esemplare nella categoria. Quindi un insieme di caratteristiche deve essere obbligatoriamente presente affinch si verifichi linclusione categoriale, e basta che ne manchi una sola per causare lesclusione. Questo modello preciso da un punto di vista formale, ma non coglie le modalit con cui opera il nostri sistema cognitivo: per esempio, non tiene conto del fatto che alcuni esemplari sono pi rappresentativi della categoria rispetto ad altri, ritenendo che tutti gli esemplari, una volta inclusi, debbano essere considerati al pari di tutti gli altri.

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Modello probabilistico (Rosch): lappartenenza a una categoria un fatto di gradazione: le persone si formano unimmagine astratta di un membro della categoria che ne assomma in s le caratteristiche peculiari. Questa rappresentazione, definita prototipo, pu essere considerata il migliore esempio possibile della categoria, e lappartenenza ad una categoria viene decisa in base al grado di somiglianza col prototipo di quella categoria o ai gradi di differenza col prototipo di altre categorie; inoltre, il grado di somiglianza con il prototipo definisce quanto lesemplare sia tipico della categoria, o poco rappresentativo. Modello basato sugli esemplari (Smith, Zarate): quando abbiamo limitate conoscenze circa le caratteristiche di una categoria utilizziamo come elemento di confronto non un prototipo ma alcuni membri della categoria facilmente accessibili per mettere ordine e categorizzare le nuove informazioni provenienti dallambiente. La categorizzazione: processo controllato o automatico? La categorizzazione pu sicuramente essere un processo consapevole, ma i dati di ricerca sembrano indicare che possa avvenire anche in modo automatico. Studio del Chi ha detto cosa: gli errori di attribuzione avvengono comunque tra elementi della stessa razza. Nella percezione sociale ci sarebbe quindi uniniziale categorizzazione automatica e spontanea delle persone che incontriamo, che si incentra soprattutto sullappartenenza etnico-razziale, sullappartenenza di genere sessuale e sugli indicatori che segnalano la loro et; tutti i fattori che rendono saliente una determinata categoria aumentano le probabilit di utilizzo della stessa (v. effetto solo). Gli schemi: una definizione ed una classificazione Uno schema pu essere definito come un insieme organizzato di credenze e pensieri basato sulle precedenti esperienze: ad esempio, le teorie implicite di personalit, o gli stereotipi. Gli schemi sono quindi dei contenuti mentali che guidano lesplorazione dellambiente e influenzano lelaborazione, la codifica in memoria e linterpretazione delle informazioni raccolte. Principali tipologie di schemi Si riferiscono allinsieme di caratteristiche (attributi interni, elementi di abbigliamento, comportamenti, pose eccetera) che riteniamo siano associate ad alcuni profili tipici di persona secondo la teoria dei prototipi: ad esempio, lestroverso, il timido, lamico ideale eccetera. Rimandano allautopercezione, cio allimmagine che ognuno ha di se stesso: ciascuno si percepisce come caratterizzato da una serie di tratti di personalit, alcuni dei quali sono estremamente importanti per la propria s autodefinizione (es.: altruismo, la persona schematica lungo la dimensione dellaltruismo), altri decisamente meno (aschematica lungo quella dimensione). Racchiudono le aspettative associate al ruolo sociale occupato dalla persona oggetto di percezione: ogni ruolo sociale collegato a una serie di ruolo prescrizioni rispetto a come si dovrebbe essere per ricoprirlo. Questo particolarmente vero per i ruoli sociali acquisiti (es.: barman), non per i ruoli ascritti, cio biologicamente determinati (razza, sesso, et). Definiscono le sequenze comportamentali (script) pi adeguate in determinate circostanze: ogni situazione richiede comportamenti specifici, e con lesperienza queste sequenze comportamentali vengono apprese in eventi modo da poter essere eseguite spontaneamente senza doverci riflettere ogni volta: si strutturano cio dei repertori comportamentali che predispongono in maniera pronta ed efficace allazione.
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Schemi di persona

Schemi di

Schemi di

Schemi di

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Cosa rende attivi gli schemi? Il caso degli stereotipi Il nostro sistema cognitivo funziona in modo da recuperare automaticamente e senza sforzo tutte le conoscenze pi rilevanti depositate in memoria sulla categoria appena applicata. I concetto depositati in memoria vengono codificati sotto forma di complessi reticoli: i concetti vengono definiti nodi, e ci sono dei canali (link) che collegano tra loro concetti semanticamente legati; quando un nodo viene attivato, lattivazione si diffonde anche a tutti gli altri nodi collegati, privilegiando quelli con il pi forte legame associativo. Paradigma del priming semantico: presentazione di due stimoli. Il primo (prime) serve ad attivare un concetto (i partecipanti non devono fare nulla, lo sperimentatore deve verificare che sia stato recepito); dopo il secondo (target) i partecipanti devono compiere delle operazioni o formulare dei giudizi. La facilit con cui si riesce ad elaborare lo stimolo target tanto maggiore quanto pi esso semanticamente collegato al prime (es.:mucca-latte). I risultati mostrano che dalla definizione di una categoria vengono spontaneamente resi accessibili tutti i tratti stereotipici che si riferiscono ad essa. Wittenbrink e lesperimento del prime subliminale Bianchi-Neri. Cosa succede una volta che le conoscenze stereotipiche vengono attivate? Risposta: aumenta la probabilit che queste conoscenze vengano utilizzate. Devine: studio sulle conseguenze derivanti dallattivazione di una categoria sociale e delle connesse rappresentazioni stereotipiche. Presupposto: tutte le persone che vivono nel medesimo ambiente condividono i tratti stereotipicamente associati a determinati gruppi sociali, a prescindere dalle convinzioni e credenze personali; poich durante i processi di socializzazione non possibile evitare di venire esposti agli stereotipi, tutti apprendono quale sia limmagine stereotipica dei pi rilevanti gruppi sociali. Lipotesi della Devine (confermata dai dati empirici) che ogni volta che viene attivata una categoria la tendenza spontanea quella di usare le conoscenze ad essa associate, e che si pu sfuggire alla loro influenza solo attraverso un attento controllo consapevole. Studi recenti mostrano che sono soprattutto individui con elevato pregiudizio ad attivare automaticamente conoscenze stereotipiche, perch usano pi spesso giudizi stereotipici nella vita quotidiana, rafforzando il legame associativo tra pregiudizio e stereotipo. Quando invece i giudizi vengono emessi con la consapevolezza che potrebbero essere influenzati dagli stereotipi, le persone con un basso pregiudizio tendono ad esercitare un maggior controllo sulle risposte. Questo significa che le persone non sono sempre e necessariamente vittime di giudizi stereotipici: attraverso un attento controllo possibile depurare i propri giudizi e comportamenti. Gli stereotipi influenzano in vari modi i processi interpretativi anche in persone che si definiscono democratiche e ugualitarie. Gli schemi posseduti circa i gruppi sociali inducono a interpretare le situazioni in modo coerente con tali schemi, quindi si portati a costruirsi delle rappresentazioni mentali degli eventi che ben si accordino con i propri schemi. Es. dello spot sul criminale con la foto dellafroamericano. Gli effetti degli schemi sul ricordo Poich gli schemi sono di filtri interpretativi della realt, le informazioni che confermano gli schemi (quindi anche le nostre aspettative indotte dagli schemi) permettono una rapida comprensione della situazione, pertanto si particolarmente sensibili alle informazioni che sono in accordo con le nostre conoscenze pregresse.

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Studio di Bodenhausen e Lichtenstein sul ricordo di elementi a favore o a sfavore della colpevolezza di un imputato secondo la sua appartenenza etnica, e sullemissione di giudizi nei suoi confronti. In generale, lutilizzo di schemi di riferimento nella percezione sociale pu condurre ad un miglior ricordo per le informazioni coerenti con tali schemi. Daltro canto, informazioni altamente discrepanti rispetto ad uno schema, che rompono in modo brusco le aspettative indotte da uno schema, sono altamente salienti e spiccano rispetto ad uno sfondo con un carattere di regolarit. Hastie ha proposto un modello che lega la probabilit di ricordo di un evento al grado di coerenza/incoerenza rispetto allo schema: il ricordo altamente probabile quando levento fortemente inusuale o al contrario altamente tipico; invece le informazioni irrilevanti, che non si presentano come sistematiche rispetto allo schema o che non contengono elementi significativi tendono ad essere maggiormente ignorate e peggio ricordate. Poich le informazioni incoerenti con uno schema non si accordano con le aspettative, si dedica loro maggior tempo di elaborazione e una maggiore integrazione con le altre informazioni disponibili, per cercare di spiegare cosa sta succedendo e ristabilire ordine e prevedibilit negli eventi, col risultato di una buona codifica in memoria delle informazioni incoerenti. Questo processo per, abbastanza dispendioso per le risorse cognitive, fa s che qualora esse siano scarse e non vi siano particolari motivazioni le informazioni incoerenti vengano ricordate peggio di quelle coerenti. Il ruolo della motivazione e delle risorse cognitive nella percezione sociale La percezione sociale si realizza attraverso due momenti distinti: inizialmente vi lautomatica categorizzazione delle persone incontrate, e lautomatica attivazione delle conoscenze stereotipiche associate. Dopo questa fase, la persona pu fermarsi, limitandosi a una percezione sommaria legata alle pi evidenti appartenenze categoriali della persona percepita, oppure pu procedere cercando informazioni pi dettagliate sulla persona oggetto di percezione. La percezione sociale si colloca lungo un continuum con luso esclusivo di informazioni categoriali ad un estremo, e il pieno utilizzo di tutte le informazioni individuali disponibili dallaltro; a seconda delle risorse cognitive disponibili e del grado di motivazione dellindividuo unopzione avr il sopravvento sullaltra. Se la persona che abbiamo di fronte attrae il nostro interesse, per motivi personali o per aspetti contingenti (ad es. se dobbiamo rendere conto ad altri delle nostre impressioni, o se dobbiamo svolgere alcuni compiti con il nostro interlocutore), attiveremo il processo di acquisizione di informazioni necessarie a tratteggiare un profilo unico del nostro interlocutore, quale individuo specifico e diverso da qualunque altro. Inoltre necessario possedere le necessarie risorse cognitive: senza la necessaria energia mentale difficilmente si riesce a svincolarsi da percezioni unicamente basate sulle appartenenze categoriali dellindividuo percepito. Solo dalla combinazione di alti livelli di motivazione e risorse cognitive si creano le premesse per percepire le persone nella loro interezza e complessit. Pertanto ogni volta che la stanchezza si accumula, che le richieste ambientali diventano pressanti o che ci si trova in stati dumore particolarmente positivi o negativi, i giudizi stereotipici diventano pi probabili. Studio di Bodenhausen sui giudizi emessi in differenti momenti della giornata da persone con una personalit mattutina o una personalit serale. Lo stretto legame tra disponibilit limitata di risorse cognitive e ricorso a stereotipi ha evidenziato che gli stereotipi funzionano come delle euristiche di giudizio. Paradigma del doppio compito: potersi basare sui propri schemi stereotipici agevolava la formazione di impressioni e liberava risorse cognitive che potevano essere usate per il secondo compito richiesto.

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La categorizzazione come processo flessibile Gli obiettivi e gli stati interni dellindividuo contribuiscono fortemente a determinare quali saranno le dimensioni categoriali utilizzate nel percepire una determinata persona: ovviamente ogni persona appartiene contemporaneamente a varie categorie, ma solo alcune di essere saranno rilevanti nella percezione dellinterlocutore. Pertanto la valutazione finale sar profondamente differente a seconda delle appartenenze categoriali predominanti. Gli stati motivazionali dellindividuo influenzano quali categorie sociali vanno a dominare la percezione sociale, pertanto, nella percezione delle persone che ci circondano vengono selettivamente usare le loro appartenenze categoriali che consentono di massimizzare la positivit della propria autorappresentazione. Sinclair e Kunda, esperimento del medico bianco/medico nero, critica/elogio. Quando i pazienti venivano elogiati attivavano la categoria medico, quando venivano criticati la categoria nero. I dati di ricerca dimostrano che i processi di categorizzazione si realizzano il pi delle volte in modo automatico, ma anche che le motivazioni del soggetto possono influenzare questi processi, facendo prevalere (a seconda dei contesti e degli obiettivi) alcune appartenenze categoriali piuttosto di altre. Gli effetti automatici delle conoscenze sociali sui comportamenti Allattivazione di una rappresentazione categoriale anche alcune specifiche tendenze comportamentali possono essere attivate, in modo che proprio quei comportamenti saranno pi probabili in quel contesto: gli schemi hanno anche la funzione di indirizzare in modo rapido ed efficace verso comportamenti presumibilmente pi appropriati in ogni data situazione. Una volta che uno schema motorio viene attivato, aumenta anche la probabilit che vinca la competizione con altri schemi motori alternativi per il controllo del comportamento. Ovviamente lattivazione di uno schema motorio non conduce sempre ed inevitabilmente alla sua esecuzione, ma le tendenze preattivate, a parit di condizioni, sono privilegiate nel guidare la condotta dellindividuo. La soppressione degli stereotipi Diventa cruciale comprendere in quali condizioni e attraverso quali processi possibile tenere sotto controllo le reazioni impulsive e spontanee basate sugli stereotipi. Unelevata attenzione consapevole sulle proprie risposte una soluzione utile? Dal punto di vista soggettivo, si tratta di verificare continuamente se nei propri pensieri, parole e azioni abbiano fatto la loro comparsa elementi stereotipici indesiderati. Processo di monitoraggio Serve a controllare che i propri contenuti di pensiero corrispondano con lo stato desiderato; la scansione continua in modo ricorsivo finch non vengono rilevate anomalie, cio finche non si verifica la presenza di elementi indesiderati. Questo processo verifica anche lefficacia del processo operativo confrontando lo stato attuale del sistema con lo stato desiderato. E un processo automatico che comporta un minimo dispendio di energie cognitive. Si basa sulla preliminare attivazione dei contenuti indesiderati: ossia per trovare nei propri contenuti di pensiero quello che non si desidera bisogna avere ben chiaro cosa si vuole evitare.

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Processo operativo Serve a sostituire i contenuti indesiderati con altri maggiormente accettabili e compatibili con il proprio obiettivo, cio il desiderio di non utilizzare stereotipi. Richiede molte risorse cognitive per poter lavorare: un processo controllato che avviene sempre sotto uno stretto controllo consapevole. Pertanto altamente influenzato dagli elementi esterni (es. stanchezza, impegni contemporanei, disturbo ambientale) che possono interferire con la sua realizzazione. In alcune circostanze i tentativi di sopprimere i pensieri indesiderati sono efficaci (cio si pu non essere influenzati dagli stereotipi), ma quando il processo operativo per qualunque motivo si blocca si hanno degli effetti paradossali, cio si ottiene il risultato opposto rispetto alle proprie intenzioni: i contenuti che si volevano allontanare tornano in maniera ancora pi forte, dominando i flussi di pensiero dellindividuo. Questo succede perch se i processi di pensiero indesiderati, attivati col processo di monitoraggio, non vengono sostituiti con altri pi accettabili, trovano campo libero nella mente dellindividuo, portando al paradosso che liniziale desiderio di non utilizzo dello stereotipo porti a un iper-utilizzo dello stesso quando le condizioni ambientali rendono difficile lintervento del processo operativo. Unaltra situazione delicata data dal venire meno della motivazione a sopprimere certi contenuti mentali: anche qui si ha un iper-utilizzo di conoscenze stereotipiche quando venga a mancare la motivazione alla soppressione delle stesse. Gli stessi effetti ironici si riscontrano nei comportamenti: dopo aver emesso giudizi con listruzione di stare attenti a non usare stereotipi, si tende ad avere comportamenti successivi guidati in misura maggiore dallo stereotipo che non si era potuto utilizzare. Studio di Wegner sugli stereotipi sulle donne. Studio di Macrae sulla giornata di uno skinhead (x descrizione e x comportamento), e per lattivazione di parole collegate allo stereotipo da parte di chi aveva avuto istruzione di sopprimerlo. Questi risultati sono stati replicati e verificati, dimostrando come il tentativo di liberarsi di giudizi stereotipici e di sfuggire allinfluenza di conoscenze stereotipiche sia unimpresa complicata e dispendiosa, che richiede una continua vigilanza. Con sforzo si pu ridurre il livello di stereotipicit dei propri giudizi, ma bisogna essere consapevoli delle conseguenze paradossali e pericolose che possono verificarsi quando lo sforzo viene meno. PERCEPIRE, COMPRENDERE E GIUDICARE SE STESSI Rispondere alla domanda io chi sono? estremamente difficile per vari motivi: perch la quantit di conoscenze che abbiamo di noi stessi supera di moltissimo quella di qualunque altra persona, e pu essere difficile emettere giudizi riassuntivi; perch ogni autovalutazione reca con s risvolti di tipo affettivo e va gestita con estrema cautela; perch dire chi siamo significa fare i conti anche con chi eravamo; lautopercezione deve confrontarsi con delle pressioni esterne (chi secondo le persone significative dovremmo essere) e interne (chi vorremmo essere); quindi lautopercezione relativa anche agli obiettivi di realizzazione interni o esterni. Le fonti della conoscenza di s Il modo in cui percepiamo noi stessi varia nel corso della vita: durante linfanzia e la preadolescenza dominano le caratteristiche fisiche, con let adulta quelle psicologiche. Introspezione: gli adulti dedicano circa l8% dei loro pensieri a riflettere su se stessi, meno del tempo dedicato al lavoro o alle faccende domestiche. Questo accade per una serie di motivi, compreso il fatto che dallintrospezione pu derivare una percezione distorta di se stessi: ad

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esempio definire il proprio livello di autostima con lintrospezione porta ad una sorta di autoinganno, con lesagerazione di certe qualit. Osservazione dei nostri comportamenti: Teoria dellautopercezione di Bem: ogni volta che non c una chiara immagine di noi stessi lungo una data dimensione, i comportamenti che eseguiamo diventano particolarmente diagnostici. Effetto di sovragiustificazione: lintroduzione di incentivi esterni non va a rafforzare le motivazioni interne, ma tende a sostituirle prendendone il posto; le persone giustificano il loro comportamento focalizzandosi eccessivamente sulle cause esterne e ponendo in secondo piano le motivazioni interne al comportamento. Esempio dello studente universitario con incentivi economici che si chiede se ha scelto la facolt giusta. Confronto con gli altri: Teoria del confronto sociale di Festinger: la conoscenza in assoluto delle nostre caratteristiche non particolarmente informativa se non conosciamo le caratteristiche delle persone intorno a noi. Il confronto con gli altri diventa pi probabile quanto pi le persone si trovano in una situazione di incertezza riguardo loro stesse in una certa area della loro esistenza. Esempio dello studente che prende 24/30. Non tutti i confronti sociali hanno la stessa qualit informativa: lelemento che sembra determinante nella scelta delle persone con cui confrontarsi la similarit, quanto pi le persone vengono ritenute simili tanto pi il confronto risulter informativo circa le caratteristiche del S. Inoltre si cerca il confronto sociale verso lalto (cio con persone che abbiano qualit lievemente superiori) quando si desidera raggiungere un buon grado di accuratezza circa le proprie prestazioni e capacit; si cerca il confronto sociale verso il basso (cio con persone che abbiano qualit lievemente inferiori) quando si desidera giungere ad un innalzamento del S attraverso la ricerca di termini di confronto che permettano, almeno ai propri occhi, di apparire in una luce positiva (es. sportivi verso lalto, malati di cancro verso il basso). Il S come schema I contenuti dello schema di s, inteso come una generalizzazione delle proprie personali caratteristiche, variano notevolmente da individuo a individuo, ma sempre influenzano il modo in cui organizziamo le informazioni in memoria ed elaboriamo le nuove informazioni che acquisiamo dallambiente. Markus: studio su tre gruppi, due schematici su dimensioni opposte (dipendenti/indipendenti) il terzo aschematico. E emersa unelevata accessibilit dei contenuti coerenti con lo schema di s, e questi contenuti vengono elaborati con estrema facilit ed efficienza. Purtroppo questo vale anche quando lo schema di s viene organizzato intorno a dimensioni negative, per esempio nelle persone depresse riguardo la convinzione di valere poco, essere incapaci, eccetera; un simile schema di s porter a filtrare le informazioni ambientali coerenti con esso, e a recuperare dalla memoria episodi del proprio passato che confermano questa immagine. Ogni volta che alcune informazioni vengono elaborate in riferimento al S acquisiscono uno status particolare, vengono elaborate meglio, meglio codificate in memoria e meglio recuperate dal magazzino mnestico. Esempio: compiti di memorizzazione. Se il compito si basava su stimoli superficiali (es. caratteristiche fonologiche) la probabilit di ricordarli era abbastanza limitata; il ricordo aumentava se il compito prevedeva unanalisi semantica degli stimoli e diventava massimo quando il giudizio rimandava alla descrittivit o meno del S. Quando i giudizi riguardano il S, diventano particolarmente rilevanti per lindividuo, che opera unelaborazione estremamente accurata aumentando le probabilit di un successivo recupero delle informazioni (forte caratterizzazione egocentrica dei processi di pensiero).

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Gli schemi di s influenzano anche la ricerca di informazioni nellambiente: i bias1 di tipo confermativo nella scoperta delle caratteristiche dei nostri interlocutori; similmente, le caratteristiche personali guidano lesplorazione del nostro mondo sociale: si hanno strategie volte a confermare la similarit tra noi e gli altri lungo le dimensioni rilevanti per lautopercezione. La ricerca di informazioni sul S: le motivazioni di autoaccrescimento e di autoverifica Spesso possiamo cercare informazioni su cosa gli altri pensano di noi, col rischio di non essere apprezzati come avremmo desiderato, soprattutto lungo le dimensioni rispetto alle quali siamo consapevoli di essere carenti. Quindi, spinta da motivazioni di autoaccrescimento, la persona potr raccogliere informazioni unicamente in riferimento a domini in cui sa di essere apprezzata, ed evitando accuratamente quelli in cui sa di essere carente. Daltro lato, talvolta mostrare agli altri le nostre debolezze pu servire ad ottenere il loro supporto. Una motivazione fondamentale che regola lacquisizione di informazioni sul S il bisogno di autoverifica, cio il desiderio di mantenere una stabile immagine di s organizzata intorno alle proprie convinzioni personali, anche quelle negative. Studio di Swann e Read sui comportamenti di persone con elevata opinione di s o con immagine negativa attraverso questionari di verifica positivi o negativi. I risultati sperimentali dimostrano che la massima attenzione sempre dedicata alla descrizione coerente con limmagine di s piuttosto che alla descrizione che potrebbe recare i massimi benefici in termini di autoaccrescimento: pare che la motivazione allautoverifica sia pi forte della motivazione allautoaccrescimento. Inoltre c un particolare sforzo per ristabilire un accordo tra la percezione personale del S e la percezione del S da parte di persone esterne, anche quando questo pu significare un peggioramento nellimpressione suscitata negli altri. Studio di Swann e Read sui comportamenti di persone con elevata opinione di s o con immagine negativa attraverso interazioni con terzi ritenuti avere impressioni positive o negative. La motivazione allautoverifica deve conciliarsi con unefficace gestione dellimmagine di S in termini positivi, e non sempre questi obiettivi sono compatibili. Tipicamente, le persone cercano feedback dallambiente in modo prioritario rispetto a dimensioni positive del S, in modo che autoverifica e autoaccrescimento coincidono; solo quando non si possono evitare i punti di debolezza, la motivazione allautoverifica prende il sopravvento sulla motivazione allautoaccrescimento. Questi processi sono estremamente importanti anche nella ricerca degli amici o del partner, dato che la scelta ricade con maggiore probabilit su persone che permettono di mantenere unimmagine positiva di S e che mostrano di condividere lopinione che lindividuo ha di se stesso, ma nei casi in cui lautoaccrescimento non si verifichi diventa fondamentale almeno la soddisfazione della motivazione di autoverifica. Il S nel presente per ricostruire il proprio passato Il proprio passato viene costantemente rivisitato in funzione del presente: i ricordi non sono uno specchio fedele di come eravamo. Esempio degli innamorati: se il rapporto era migliorato anche il ricordo era migliore, se il rapporto era peggiorato altrettanto faceva il ricordo. Le credenze e le abitudini del presente funzionano da punto di riferimento nella percezione e ricostruzione del passato, assimilando il passato al presente per fornire unillusione di continuit. Se tuttavia la persona possiede una teoria del cambiamento secondo la quale si prevede di dover
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Influenze inconsce da parte di credenze e conoscenze attuali su ricordi preesistenti.


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cambiare nel corso del tempo, si ha una distorsione in senso opposto, cio la situazione passata viene allontanata da quella presente.

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I S possibili Le persone dedicano molto tempo a immaginare se stesse proiettate nel futuro, secondo aspirazioni e obiettivi che vanno a configurare ci che si vorrebbe diventare e ci che si ritiene di poter diventare: rappresentazioni del S non ancora acquisite, ma desiderate e ritenute probabili. I S possibili, queste componenti orientate al futuro, non sono dei semplici esercizi immaginativi, ma svolgono una funzione importante nelle strategie dazione dellindividuo, diventando una sorta di faro capace di orientare i progetti personali verso la loro realizzazione, soprattutto quando gli obiettivi sono definiti con maggior chiarezza. Il rendere saliente un S possibile positivo costituisce una forte spinta motivazionale in grado di aumentare e sostenere nel tempo i comportamenti che effettivamente possono aiutare a conseguire un tale S futuro. Talvolta i S possibili cui si aspira sono collocati lontano nel tempo e sono raggiungibili solo con un impegno continuativo assai prolungato: si pu allora intervenire con il completamento simbolico, la ricerca e lostentazione di simboli sostitutivi che segnalino a se stessi e agli altri la propria nuova identit in fase di costruzione (es.: boy scout). Similmente, quando dei S possibili negativi si impongono alla mente della persona, smorzano lo slancio con cui si affrontano le sfide quotidiane, accrescendo le probabilit che i futuri stati negativi si realizzino. Il modello di Higgins circa le discrepanze del S Una realistica previsione del S proiettato nel futuro non necessariamente coincide con il S che incarna i valori e gli ideali dellindividuo. Higgins definisce S ideale la componente che racchiude le aspirazioni pi profonde possedute dalla persona; S attuale la componente relativa al modo in cui le persone pensano a se stesse nel presente e alle caratteristiche che si attribuiscono, cio una componente che rimanda allautopercezione; S imperativo la componente che si struttura a partire dalle aspettative delle persone significative nei nostri confronti, rappresentando come si dovrebbe essere per soddisfare queste importanti aspettative esterne. Lelemento cruciale nel modello di Higgins che questi tre diversi parametri del S (S attuale, S ideale, S imperativo) non sono sempre coerenti tra loro, ma talvolta presentano evidenti elementi di discrepanza; in alcune circostanze questo pu essere un efficace stimolo al cambiamento, ma in altri casi la discrepanza (soprattutto tra S attuale e gli altri due) si presenta o viene vissuta come non risolvibile, con gravi conseguenze sul piano emotivo ed affettivo. La distanza tra S attuale e S ideale conduce a sensazioni di disagio, inadeguatezza e tristezza, arrivando fino alla chiusura in se stessi e alla depressione, forti differenze tra S attuale e S imperativo a stati di agitazione ed ansia. Tematiche indagate empiricamente chiedendo di elencare separatamente le caratteristiche definenti il S attuale, il S ideale e il S imperativo. Marcate discrepanze tra i vari aspetti del S implicano anche differenti modalit di fronteggiare gli eventi negativi della vita, sempre secondo le modalit S attuale/S ideale -> sensazioni di disagio, inadeguatezza e tristezza, S attuale/S imperativo-> stati di agitazione ed ansia. La sensazione di non veder soddisfatti dei propri standard interni o fissati da persone significative pu incidere fortemente sullumore e sulle risposte affettive, anche in relazione a quanto la persona si ferma a rifletter su di esse: pi i pensieri ripercorrono le discrepanze, pi queste diventano accessibili alla memoria, ripresentandosi alla mente con estrema facilit ed estremizzando le relative risposte emotive.

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Il S operante: la parte del S al lavoro Il S una rappresentazione complessa che al variare delle situazioni presenta componenti cronicamente accessibili, sempre al lavoro, ed altre che diventano attive in virt del contesto in cui ci si trova. Il S operante quella porzione di autorappresentazione attiva in un dato momento, che guida i processi di elaborazione mentre le altre componenti della percezione di S sono momentaneamente silenti ed esercitano minore influenza su processi di elaborazione. Il S operante una porzione della stabile rappresentazione di S attivata dalle richieste poste dallo specifico contesto dazione: la stessa persona, a seconda delle configurazioni del S selettivamente attivate al variare dei contesti, potr manifestare atteggiamenti e comportamenti anche molto diversificati tra loro, pi funzionali rispetto al contesto in cui ci si trova. Ci sono profonde differenze individuali in questa capacit di adeguamento: coloro che posseggono un S che si sviluppa lungo molteplici dimensioni possono mostrare unelevata variabilit nei comportamenti passando da una situazione allaltra, mentre le chi fortemente schematico lungo un numero limitato di dimensioni tendono a manifestare comportamenti altamente coerenti anche al variare dei contesti. La complessit del S il grado di complessit ed articolazione raggiunto dal S pu variare molto da persona a persona: ad un estremo c una rappresentazione di s organizzata attorno ad un numero limitato di elementi tutti strettamente interconnessi tra loro; allaltro estremo ci sono rappresentazioni del S altamente articolate, in cui sono presenti anche contenuti autonomi ed indipendenti gli uni dagli altri. Secondo il modello di Linville, unelevata complessit del S costituisce una sorta di protezione nei casi di fallimento in cui limmagine del S sia messa a rischio, mentre persone con una bassa complessit del S fallendo in una dimensione rischiano che gli eventi negativi siano vissuti con particolare intensit e che tocchino in modo pervasivo tutti gli aspetti dellimmagine di S. Linville e lo studio delle conseguenze delle esperienze negative a seconda dellindice di complessit del S. Ci sono inoltre indicazioni del fatto che coloro che posseggono una bassa autostima, cio che valutano il S in termini negativi piuttosto che positivi, tendono ad avere sia una minore complessit del S che una maggiore insicurezza quando devono autodescriversi. In generale, le persone con una bassa autostima appaiono piuttosto incerte circa la propria identit personale e le caratteristiche che le contraddistinguono, diventando pi soggette ai feedback provenienti dallesterno per rispondere al bisogno di comprendere se stesse. Una bassa autostima si associa con una scarsa fiducia nella capacit di conoscersi a fondo e di cogliere le qualit personali, pur essendo queste persone alquanto sicure quando devono giudicare gli altri, dal momento che il S non chiamato direttamente in causa. Gli effetti degli stereotipi sullautopercezione e sulle prestazioni personali In che misura, e con quali conseguenze, gli stereotipi associati alle proprie appartenenze categoriali vengono assimilati nella percezione di S e diventano una componente in grado di influenzare i comportamenti? Per i membri di gruppi stigmatizzati si presentano molto frequentemente situazioni di ambiguit attribuzionali in cui per queste persone difficile capire appieno quali sono le proprie capacit e caratteristiche, perch i feedback provenienti dallesterno (negativi o positivi) potrebbero essere sempre interpretati come una risposta alla propria appartenenza categoriale piuttosto che una sincera reazione.

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Minaccia dello stereotipo: lindividuo deve affrontare un compito complesso e contemporaneamente il timore di confermare con la propria prestazione lo stereotipo relativo al proprio gruppo, ossia vengono vissute in modo ansioso le occasioni in cui con il proprio comportamento c il rischio di confermare limmagine stereotipica associata al proprio gruppo, creando proprio per questo (con lansia e la paura) le condizioni affinch le prestazioni individuali peggiorino. Steele e Aronson e lo studio dei test dintelligenza degli afroamericani. Le prestazioni degli individui non sono unicamente il frutto delle loro stabili abilit, ma anche il risultato di come la situazione viene interpretata. Questi effetti sono generici e interessano probabilmente i membri di ogni gruppo rispetto al quale ci siano precisi e consolidati stereotipi. Le strategie autolesive Le strategie autolesive consistono nella ricerca di auto-impedimenti di due tipi: inventarsi o crearsi ostacoli che rendono meno probabile una buona prestazione, oppure evitare di impegnarsi adeguatamente in modo da facilitare un probabile fallimento. Lauto-impedimento perci pu essere utilizzato come spiegazione di un eventuale fallimento (attribuzione esterna), limitando cos i possibili danni allautostima e alla propria immagine sociale, e contemporaneamente rende un successo ancora pi eclatante, se ottenuto nonostante tali impedimenti. Unimmagine positiva di s risulta pi importante di una buona prestazione, quindi le strategie autolesive possono essere considerate un tentativo attivo anche se disfunzionale, di gestire la propria immagine di s, creando le situazioni affinch qualunque sia lesito venga salvaguardata la positivit di tale immagine. Lautoconsapevolezza Lautoconsapevolezza la focalizzazione della propria attenzione sul S, analizzandolo e procedendo ad aggiustare i propri comportamenti in modo che consentano di raggiungere gli obiettivi desiderati. Lautoconsapevolezza pubblica rimanda alla consapevolezza di vivere in un contesto sociale, quindi il S percepito come oggetto sociale immerso in una serie di relazioni e di obblighi sociali. Lautoconsapevolezza privata vede coinvolta la sfera pi initma dellindividuo, con i suoi valori, sentimenti ed opinioni. Lautoconsapevolezza pu portare a situazioni problematiche (es. lassunzione di alcolici per limitare o inibire lautoconsapevolezza) quando risulti evidente il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati. Studio di Hull e Young sullassunzione di alcolici dopo una situazione di fallimento. Lautoconsapevolezza influenza gli effetti prodotti dai comportamenti passati ma anche le prestazioni attuali e future (es.: aspettative altrui). Fino a che punto conosciamo noi stessi? Il caso dellautostima Generalmente lindagine della personalit veniva effettuata con tecniche di autovalutazione; cerano per due problemi di fondo: innanzitutto il controllo strategico del rispondente, che non necessariamente rispondeva in modo sincero; secondariamente, bisogna presupporre che il rispondente abbia una piena capacit introspettiva rispetto ai temi in oggetto. In sostanza queste tecniche presumono che il rispondente possa cogliere esattamente la propria situazione rispetto alla domanda posta. Dato che le persone cercando di trasmettere sistematicamente unimmagine positiva di s, particolarmente rilevante il problema del controllo strategico delle risposte, che possono essere selezionate al fine di mostrarsi in una luce positiva, particolarmente in condizioni in cui la

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persona oggetto di valutazione (es. un colloquio di lavoro); inoltre, anche le riflessioni circa se stessi e le proprie qualit possono non essere sincere: Paulhus ritiene che molte persone operino una sorta di autoinganno, costruendosi rappresentazioni del S eccessivamente e tendenziosamente positive e convincendosi della loro veridicit. Esistono per delle modalit indirette di misurazione dellautostima basate sullassociazione tra il S e costrutti maggiormente accessibili in modo automatico, sia positivi che negativi; la forza di questa associazione pu essere utilizzata come un indicatore indiretto dellautostima. Generalmente si rileva che il S viene spontaneamente associato a concetti positivi, anche se ci sono individui con discrepanze tra quanto dicono verbalmente e le risposte spontanee, segnalando forme di autoinganno: non possiedono veramente unautostima elevata, anche se ne sono convinti. In conseguenza di questa discrepanza, queste persone in situazioni di tipo valutativo si trovano maggiormente a disagio e in ansia rispetto a quelle con unautostima elevata; inoltre sono particolarmente propensi a usare strategie (per esempio autolesive) per proteggere la propria autostima, perch le minacce ad essa risultano essere particolarmente insidiose. Erronee credenze rispetto alla propria immagine possono essere associate a comportamenti disfunzionale pur di mantenere lillusione di una positiva immagine di s.

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