JOS MARIA MARIN, GUIDA SUPREMA DEL MONDIALE 2014, DA DEPUTATO AIUT I MILITARI A ELIMINARE IL GIORNALISTA VLADIMIR HERZOG. PER QUESTO CHI AMA O FUTEBOL ESIGE CHE VENGA ESPULSO
di SOLANGE CAVALCANTE
Nel 1975, Ivo Herzog aveva solo nove anni e la dittatura militare, 11. Ma tanto, quando si nasce sotto una dittatura, poco importa la monocromia dei carri armati e delle uniformi militari, specie se hai un pap vicino per insegnarti a giocare a pallone. E chiss, era forse proprio per il futuro dei figli Ivo e Andr, e per la moglie Clarice, che il giornalista Vladimir Herzog direttore del tg per lemittente pubblica Tv Cultura di San Paolo conduceva con discrezione la propria vita di iscritto al (proibito) Partito comunista brasiliano, senza che gli fosse mai passato per la testa di entrare in clandestinit, o impugnare le armi contro il regime. Era settembre quando Vlado, chiamato alla Tv Cultura per provare a recuperare la credibilit del giornalismo, oramai identificatosi con il regime, decise di conferire al tg unaria di dibattito libero e democratico. Perch no? In fondo il generale Ernesto Geisel, quarto presidente militare dal golpe del 1964,
aveva promesso di promuovere lapertura politica del regime. Herzog fin col credere che alla Censura federale non sarebbe importato se avesse mandato in onda notizie, come ad esempio quelle dal Vietnam. Anche perch, a quel punto, la guerra era ufficialmente finita. Ma purtroppo si sbagliava. Durante gli anni del regime, non contava ci che i generali dichiaravano pubblicamente, ma ci che lala dura del regime, con i suoi sostenitori civili, tramava nei sotterranei del potere. Fu a causa della pressione degli sponsor di un tg concorrente, legato a Tradizione, Famiglia e Propriet, e di agenti infiltrati dai golpisti nei giornali, nei sindacati, nelle imprese e nei partiti che cominciarono a spuntare ovunque manifestazioni di esagerata indignazione contro la cosiddetta linea comunista adottata da Herzog nella tv Viet-Cultura. La polizia politica aveva gi arrestato dozzine di giornalisti coinvolti nella lotta democratica e ora puntava gli occhi su Herzog.
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BRASILE 2014
Jos Maria Marin e la presidentessa Dilma Roussef allo stadio Man Garrincha di Brasilia (foto Rodrigo Stuckert/CBF). A sinistra, Vladimir Herzog a Brasilia negli anni 60. Sotto, la foto di Herzog diffusa dal regime dopo il suicidio. Intorno, le proteste sociali contro il Mondiale di calcio brasiliano
Fora Marin!. Lanfitrione ufficiale della Coppa di questanno accusato di essere il mandante politico dellassassinio del giornalista Vladimir Herzog. Ora 55mila firme ne chiedono la rimozione
La storia del giornalista Vladimir Herzog, trovato morto nei locali della polizia politica di San Paolo nel 1975, poteva chiudersi con la nota ufficiale dellEsercito, dove si dichiarava che il direttore del tg della Tv Cultura si era suicidato. Poteva concludersi con la foto diffusa dai militari, che scandalizz il Paese e trasform Herzog nel simbolo della lotta per la democrazia. Invece la storia di Vlado sembra nata per durare nel tempo. Nel marzo del 2013, lo Stato brasiliano ha rilasciato finalmente un nuovo attestato di morte alla famiglia, riconoscendo come causa mortis le lesioni e i maltrattamenti patiti durante linterrogatorio, nelle dipendenze dellEsercito. Vale a dire che Herzog stato "suicidato" a forza di torture. Ma non finita qui. Alla vigilia dei 50 anni dal golpe militare che ha sottomesso il Brasile per pi di ventanni (1964-1985), le grida lancinanti di Vlado continuano ad echeggiare, e al suo caso si aggiunge un nuovo capitolo connesso allimminente apertura in Brasile del Mondiale di calcio 2014. Ma cosa centri il futebol con lassassinio di Vladimir Herzog, ce lo racconta in unintervista esclusiva lingegnere navale Ivo Herzog, figlio 47enne del giornalista ucciso. Avete presentato una petizione alla Federazione Internazionale Calcio, lanno scorso. Qual il suo contenuto? Si tratta di una petizione che ha gi raccolto circa 55.000 firme, denunciando il coinvolgimento del
istigava la popolazione e i militari a perseguirlo, fino ad arrivare al punto di farlo eliminare. Conservo una copia della Gazzetta Ufficiale che riport il suo discorso, nel 1975. Un anno dopo Marin in un altro discorso tesseva le lodi di Sergio Fluery, che fu la mente organizzativa di tutto lo schema di sequestri e torture. Per Marin, un eroe che aveva reso servizi inestimabili alla popolazione. Abbiamo i nastri con le registrazioni, quindi non pu negare. La petizione chiede il suo allontanamento dalla Presidenza del Col. In Brasile la petizione stata gi consegnata ai presidenti dei 20 club di serie A, alle federazioni dei 27 stati brasiliani e alla Confederao Brasileira de Futebol (Cbf). A proposito, Marin anche il presidente della Cbf. la prima volta nella storia dei Mondiali che il presidente della Federazione nazionale anche a capo del Comitato organizzatore, incarico tradizionalmente occupato da un grande atleta del passato, come Platini in Francia, o Beckenbauer in Germania. Che risposta avete ottenuto? La Fifa mi ha scritto una lettera affermando che non tocca a loro investigare. Ha passato il caso al Comitato di Etica, ma questultimo non si mai espresso. Davvero non capisco la logica di questo comitato, che nel novembre scorso ha sospeso il difensore croato Josip Simunic, espellendolo dalla Coppa per avere fatto il saluto nazista, dopo il 2-0 della Croazia contro lIslanda. Questo stesso Comitato assume invece un comportamento
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Archiviata lutopia modernista che aveva creato dal nulla Brasilia, le dolci dissonanze bossanova di Joo Gilberto, i lampi originari del cinma nvo e lottimismo anche economico innescato dalla presidenza di Juscelino Kubitschek, nella notte tra il 31 marzo e il 1 aprile 1964 i carri armati liquidano anche leffimera imprevedibilit non allineata della presidenza Quadros-Goulart e fanno piombare il Brasile in un incubo che durer per i successivi ventanni e oltre. Un brutto film prodotto dalla Cia (lo stesso set verr poi utilizzato per i sequel dellOperazione Condor), registi i governatori degli stati pi importanti, cinque episodi starring il generale Castelo Branco, il generale da Costa e
Silva (67-69), il generale Mdici (68-74), il generale Geisel (74-79) e il generale de Oliveira Figueiredo (79-84). Tutti generali, e tutti presidenti. Tra le comparse i deputati degli unici due partiti ammessi in parlamento, soprattutto quelli di Arena, braccio politico della giunta militare, La circostanza aguzz lingegno di tanti poeti-musicisti, divi tropicalisti e agitatori culturali antropofagisti, che ingaggiarono furiosi dribbling per smarcarsi dalla censura; ma sicuro che avrebbero preferito un doping pi umano, per sciogliere lispirazione. Molti ci hanno rimesso la libert, qualcuno - come Vlado - la vita. La fama pi o meno sinistra di una dittatura dovrebbe prescindere dalla contabilit delle vittime. Quella brasiliana fu forse meno sanguinaria dia ltre, ma come controrivoluzione delle coscienze pesa ancora sulla memoria del Paese. Anche perch fu seguita da unamnistia-amnesia di massa, senza nessuna forma di verit e riconciliazione a sostegno. Tante rivincite, in termini di giustizia, ma nessuna vera vittoria.
GERENZA
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omertoso nei confronti di un personaggio che era la base politica del regime militare, e che appoggi lassassinio di mio padre. Ora Marin si prepara a ricevere le nazionali di calcio del mondo intero. Per noi una vergogna. Qual dunque il parametro della Fifa? Storicamente, il calcio stato sempre usato dai peggiori regimi e dalla peggiore politica. Fu cos in Argentina, nel 1978, e in Italia esiste oggi un esempio calzante di ci che intendo. In Brasile, quelli che non riuscirono ad adattarsi alla democrazia dopo la dittatura, occuparono i centri del potere sportivo. Non ho ancora ottenuto risposta dalle varie federazioni, n dai club brasiliani. proprio l che si rintanata questa scoria politica, luoghi privilegiati dove riescono ancora a mantenere il potere. Marin, per esempio, ebbe una vita politica solo durante la dittatura. Non teme di essere considerato un ostruzionista, come gli attivisti del movimento "No vai ter Copa" (La Coppa non sha da fare)? Protestare legittimo, e non vuol dire che non ci piaccia il calcio. Io stesso mi sono candidato per lavorare come volontario durante il Mondiale, poich lo trovo uno spettacolo meraviglioso. Il problema leredit violenta delle forze armate e della polizia. A seconda del colore della tua pelle, puoi essere perquisito, puoi essere arrestato o beccarti una pallottola. Se sei bianco, hai qualche chance in pi che la polizia sia perfino simpatica con te. Lo scandalo sono la corruzione, gli abusi, gli stadi da pi di un miliardo di reais luno, le 12 sedi mondiali...
Non ha senso uno stadio olimpico nel bel mezzo dellAmazzonia, coster una fortuna, ci faranno tre partite e basta. La gente indignata perch viene esclusa. Manca la sanit e listruzione pubblica. Il Brasile stato trasformato nel paradiso dei costruttori di stadi. Il popolo brasiliano ama il calcio, ma odia il modo in cui le cose si stanno facendo. I militari diffusero lo slogan, Revanscismo, no e con lamnistia del 1979 gli esiliati poterono tornare nel Paese e perfino recuperare i propri diritti civili, purch non fossero costituiti tribunali per appurare la tortura e lo stermino degli oppositori. Oggi lei potrebbe essere accusato di revanscismo. Non questione di revanscismo, di rivalsa una questione di giustizia. Le Commissioni per la Verit non sono mai revansciste. E poi, cos in fondo il revanscismo? conoscere la propria storia? far conoscere il passato di Marin? far sapere a tutti chi sta a capo del calcio brasiliano? Il problema che il Brasile ha limpunit scritta nella sua Storia. Prima, con gli ndios, che furono sterminati. Dopo, con i duecento anni di schiavit nera, e di lotte sociali per ottenerne labolizione. Tutto ci senza che nessuno sia mai stato condannato per le atrocit commesse. Il terzo ciclo di impunit si avuto con la dittatura militare. Nel 1979, ci imposero una legge di amnistia contorta, che lasci impuniti gli agenti dello Stato. Altri Paesi che vissero sotto un regime autoritario hanno potuto, alla fine, giudicare i
crimini e chi li commise. Fu cos col tribunale di Norimberga, e nella Commissione per la Verit in Sudafrica. In Brasile non mai avvenuto. Sappiamo molto bene chi sono le persone che uccisero Vladimir Herzog, ma non possiamo processarle nel sistema giuridico brasiliano non c pi modo che possano essere punite. Per questo stiamo promuovendo unazione verso la Corte Interamericana di Giustizia, dove prevediamo un parere favorevole alle nostre istanze. Come ha reagito Marin a queste accuse? Ha denunciato per diffamazione Juca Kfouri, uno dei principali giornalisti sportivi che ha scritto su questa storia. Ma ci che stiamo denunciando tutto tranne che diffamazione. Ci che accadde a mio padre fu lultimo atto di una campagna contro lemittente pubblica TV Cultura. Marin era, allepoca, un deputato gradito ai militari. Grazie a un suo intervento allAssemblea Legislativa dello Stato di San Paolo, mio padre ricevette dopo due settimane lintimazione a comparire di fronte alla polizia politica. Il giorno dopo era morto. questa la persona che abbiamo, nel 2014, al vertice dei Mondiali. Solo per darvi unidea, nelle cause che Marin sta muovendo contro il giornalista Kfouri e altri, la moneta di scambio , per lui, a buon mercato: infatti pu distribuire ingressi gratis per le partite a tutti coloro che stanno curando le questioni tecniche processuali. Cosa vorrebbe dire agli atleti, alle federazioni e allopinione
Questo Paese ha limpunit scritta nella sua Storia. Prima con gli ndios, sterminati. Poi con i 200 anni di schiavit nera. Infine con la dittatura militare
pubblica internazionale? Idealmente mi auguro che la Federazione italiana possa consegnare una lettera di richiesta chiarimenti, in appoggio al movimento Fora Marin, sollevando la questione della sua presidenza del Comitato organizzatore. Sarebbe bello che i Paesi e le Federazioni internazionali mostrassero pubblicamente la propria indignazione. Nel consegnare la petizione alla Fifa, ho usato una figura retorica abbastanza estrema per far capire la gravit della situazione. Ho dichiarato che avere Marin come anfitrione della Coppa come avere Hitler a capo di un evento simile in Germania. Non so cosa gli atleti potrebbero fare. La Fifa oppressiva, c il rischio di squalifiche in caso di manifestazioni di dissenso. La domanda : i giocatori italiani, o di qualunque altro Paese, vogliono stringere la mano a un fascista, a un antidemocratico coinvolto nellassassinio di un giornalista brasiliano? Il padrone di casa del Mondiale devessere una persona pi vicina possibile ai nostri valori. Marin a favore della violenza, confonde il pubblico con il privato, totalmente avulso dalla democrazia. Una persona pu anche essere contraria alla democrazia, ma non voglio essere costretto a stringergli la mano. I calciatori sono idoli, quando abbracciano una causa possono convincere le persone a riflettere e cambiare le cose. stato cos trentanni fa, con la Democrazia Corinthiana di Scrates, e pu essere cos ancora oggi.
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Sar presentato il 5 aprile il documentario Eccoli, realizzato da materiali degli anni 60 nellospedale psichiatrico di Gorizia
di SILVANA SILVESTRI
Un tassello che viene a integrare lesperienza basagliana degli anni Sessanta, un materiale prezioso riportato alla luce, compone il film documentario Eccoli a cura di Stefano Ricci realizzata con il montaggio di materiali inediti della Collezione Osbat Basaglia di propriet della Mediateca provinciale Ugo Casiraghi. Nel 58 Basaglia ottiene la libera docenza in psichiatria, ma lambiente accademico accoglie ostilmente le sue idee rivoluzionarie e lui decide di abbandonare linsegnamento universitario e nel 1961 si trasferisce a Gorizia dove diriger lospedale psichiatrico, dove cerca di mettere in atto le sue idee (per prima cosa, senza che appaia una frivolezza, costruir la pista da ballo che ancora oggi si pu vedere), avvia la prima esperienza anti-istituzionale trasferendo il modello della comunit terapeutica nellospedale. del 67 il suo Che cos la psichiatria? e del 68 Listituzione negata. Rapporto da un ospedale psichiatrico, quello di Gorizia appunto dove apre laboratori di musica e teatro. Lascer la citt nel 69 per Parma e poi Trieste. Ed eccoli infatti i protagonisti di una stagione unica e rivoluzionaria, una delle poche che emersa dal crogiolo di idee di quegli anni e a parte le poche altre che si sono potute affermare dopo quegli anni non hanno trovato gli interlocutori giusti per essere applicate in tutta la sua interezza. Da pellicole girate durante i laboratori di musicoterapia arrivano fino a noi piccoli brani di vita di persone che, disposte un un cerchio magico sembravano ritrovare un po alla volta il ritmo della vita. la musica stessa applicata a quei gesti a farci rendere conto dopo qualche sequenza che siamo entrati anche noi in quel cerchio a scandire il tempo con il suono che arriva come da lontano, ci vorremmo sforzare di legare
movimenti e sonoro, ma si frantumato il collegamento e la difficolt di collegare tutti i pezzi della percezione li sentiamo in prima persona, proprio come i protagonisti della scena. Complice del sortilegio anche il fatto che il sonoro originale andato perduto, sono le musiche del contrabbassista Giacomo Piermatti a sonorizzare la pellicola 16 millimetri girate da Giorgio Osbat allospedale psichiatrico provinciale di
Gorizia (e digitalizzati a cura del Laboratorio La Camera Ottica di Udine). Il crescendo di coinvolgimento di gruppo ha nel montaggio di Jacopo Quadri il fattore altrettanto sorprendente di composizione artistica in un crescendo di abilit acquisite: muovere le mani al suono della ritmica non sembra cos semplice o batterle in sincronia: ed eccoli chi diligente, chi abbandonato nella sua apatia, chi si sforza, chi guarda in
camera e poi tutti intorno alla grancassa con le bacchette o con le mani. Dopo il laboratorio degli uomini ecco quello delle donne che appaiono pi diligenti, pi obbedienti (e forse per quello sono state rinchiuse), ma anche pi avvezze al movimento e ai sorrisi. Un po alla volta compaiono i semplici strumenti musicali, il cimbalo, i tamburelli, il flauto, lo xilofono, il mandolino, perfino il popolare violino, fino a formare una vera e propria orchestra con il contributo di tutti. E poi tutti in assemblea tra le dimenticate nuvole di fumo, i giovani, gli anziani, le infermiere e Basaglia a confrontarsi tra di loro. E si organizza una festa per tutti con la musica dei 45 giri nella sala addobbata con festoni di carta, sulla famosa pista da ballo. Nel giardino dagli alberi spogli, compagni di passeggiate silenziose, si guarda la citt dalla recinzione di ferro. Ma ecco che compaiono infine i sorrisi al suono di uno strumento anomalo ma altrettanto ritmico, il martello, con cui si abbattono le reti che circondano la struttura: non c pi nessuna barriera tra il chiuso del manicomio e il resto della citt. Tra il 61 e il 69 non sono ancora gli anni di Trieste e a Gorizia Basaglia oltre alle sedute di
musicoterapia fa crollare un altro tab, mette fine un po alla volta alla netta separazione tra reparti maschili e femminili, come si vede nei laboratori, rende possibili quindi le assemblee autogestite dagli internati. E non bisogna dimenticare il fuoricampo: in quegli anni la stampa pi avanzata mostrava servizi con fotografiche inedite, gli orrori di alcuni altri manicomi, i letti di contenzione, labbandono, lo stato di morte civile in cui versavano quegli esseri rinchiusi e catatonici, mentre nel film appaiono evidenti i risultati della rivoluzione basagliana. Il film sar presentato il 5 aprile, accompagnato da una pubblicazione fotografica a cura di Stefano Ricci (ed. MamiVerlag) dove si pu ritrovare il lavoro di Basaglia in quegli anni, i tentativi di attivare la comunit terapeutica mutuata dall'intuizione di Maxwell Jones in Scozia, le nuove regole di organizzazione e di comunicazione, il rifiuto delle contenzioni fisiche e delle terapie di shock, le assemblee di reparto e plenarie, la vita comunitaria. Il documentario sar successivamente presentatato il 7 aprile a Trieste, Studio Tommaseo, il 31 maggio a Modena, Galleria D406 Arte Contemporanea, il 13 giugno a Bologna, Squadro Stamperia Galleria d'arte, il 30 settembre a Niort, Francia, Le 4me Mur e il 5 novembre a Mannheim, Germania, Zeitraumexit.
IL PROGRAMMA
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di STEFANO RICCI *
A sette anni e fino a quando ho cominciato a vivere disegnando, ho passato molto tempo con i matti. Lestate stavamo in una casa nelle Dolomiti, costruita da un piccolo gruppo di libertari che avevano conosciuto Franco Basaglia a Gorizia. Io non lo sapevo ancora, ma quello che stavamo facendo era la conseguenza di quello che Basaglia aveva immaginato e fatto: la chiusura dei manicomi, il ritorno dei matti nella comunit delle persone... A dodici anni ho passato un po di tempo con Vittorio. Era schizofrenico, alto quasi due metri, portava sempre un parka verde oliva, anche destate, con il cappuccio foderato di pelliccia bianca. Aveva la bocca grande e dei vecchi occhiali con la montatura nera, con le lenti molto spesse che gli facevano gli occhi grandi e acquosi, un po da pesce. Vittorio era lentissimo, per via del Roipnol e di altre medicine che servivano a calmare gli effetti collaterali degli psicofarmaci, cos oscillava molto lentamente, sembrava sempre sul punto di cadere, e invece no. cinema Visionario (ore 21) la copia restaurata di The Devils di Ken Russell con Vanessa Redgrave. La proiezione preceduta da un programma che comprende: Baci, Pugni, Sparatorie di Lucia Marcucci e Lamberto Pignotti (1966-67), Cartoons on the Job con Economia e sicurezza, (Italgas, 1929), Non pi un sogno (Fiat, 1932), Fiat in casa (Fiat, 1950), Le ali del nostro cielo di Paul Bianchi (Barilla, 1956), Noi e l'uovo di Paul Bianchi (Barilla, 1956), Tarantella di Pulcinella di Emanuele Luzzati, Giulio Gianini, Citto Maselli e Giulio Questi (Barilla, 1959), Le message di Jean-Michel Folon e Giulio Gianini (Olivetti, 1969), Olivetti - sistemi - Olivetti (Japan animazione ) Il giro del mondo in 80 giorni: Carosello lambretta (ideato e diretto da Giuli), break pubblicitari di Federico Fellini per Banco di Roma, Campari, Barilla. I porn studies presentano questanno in collaborazione con il Museo del cinema di Torino che li sta catalogando, Italian classic hard-core movie trailers (1980-1990). Nellambito del festival per ledizione Mimesis/Mediaeros esce Sguardo, corpo, violenza. Sade e il cinema, omaggio di Alberto Brodesco al marchese De Sade a 200 anni dalla morte. Al convegno internazionale su Larcheologia del cinema allUniversit di Udine fino al 4 aprile partecipano accademici europei, dal Canada e dagli Usa (fra gli altri Marc Vernet, Siegfried Zielinski e Thomas Elsaesser), Dal 5 all'11 aprile FilmForum Festival 2014 si sposter a Gorizia per ospitare l'annuale Spring School come sempre incentrata sul rapporto fra Cinema e arti visive contemporanee. Il tema At the borders of (film) history sar esplorato nel passato della storia del cinema e nel presente delle arti visive contemporanee durante i Workshops di Film Heritage e Visual Arts, per concentrarsi poi sul versante delle nuove tecnologie nel Workshop Post Cinema (dai videogiochi, al fumetto, ai social networks). Una cosa che facevamo molto spesso era scrivere delle lettere a una certa ragazza che Vittorio aveva conosciuto, non mi ricordo il nome. Discutevamo minuziosamente tutti i passagi romantici e disinvolti, poi Vittorio scriveva, e ci voleva del tempo. Eravamo cos concentrati che, a volte Vittorio si dimenticava di andare in bagno e quando gli veniva in mente si alzava ma a met strada si bloccava, si voltava molto piano per guardarmi, ma io lo sapevo gi, e lui apriva un sorriso larghissimo come una tenda, poi gli facevo la doccia. Pi tardi ho saputo che viveva in un istituto. Cera stata una battaglia di cuscini fra i matti, un cuscino era volato verso la finestra e Vittorio, che si trovava l vicino, si era allungato per prenderlo ed caduto dal terzo piano. Vittorio morto cercando di salvare un cuscino. Franco aveva i capelli, le sopraccilia e i peli del naso rossi arancio. Gli piaceva inventare continuamente delle ricette impossibili. Cominciava cos, con uninsalata o una pasta tradizionale con tutti gli ingredienti in ordine, ma a un certo punto si presentava un ospite indesiderato. Un cioccolatino boero al liquore di amarena. Mi diceva, immaginati se a questo punto trovi nei bolliti una liquerizia gigante, e l esplodeva
BIOGRAFIA
Quello che pi mi incanta in molti matti che ho conosciuto, credo sia questa loro capacit di inventarsi il linguaggio
matti che erano in camera con noi, e Cesare, con velocit quasi finta, ha lanciato sei bicchieri e sei piatti facendoli scoppiare contro il muro di fronte. Gli altri si erano spaventati molto, e anchio. Ma alla sera successo qualcosa, Cesare si sdraiato nel letto a castello e ha tirato fuori dalla tasca quella cosa che tutti abbiamo imparato a chiamare come la chiamava lui: larmonichina. Si infilato questa minuscola armonica tra i denti e le labbra, come una dentiera, lo ha fatto ogni sera, ha chiuso gli occhi e ha cominciato a dondolare la testa a destra e a sinistra, con questo suono dolcissimo a ondate, sempre pi lento fino a che si addormentava, passava qualche minuto, si risvegliava e dondolava ancora tre o quattro volte, il suono come un filo sottile lontanissimo e poi dormivamo tutti.
una risata da cappellaio matto, diventava completamente rosso con i capelli arancio, risata virale che investiva tutti quelli che lo circondavano, tutti morti dal ridere senza neanche sapere perch. Franco aveva una passione per lelettricit. Passavamo dei pomeriggi sotto i tralicci, a sentire il ronzio dellelettricit che passava nei cavi dellalta tensione. Poi tornavamo a casa, ridendo.
Cesare aveva il collo pi largo della testa e, anche se eravamo alti uguali e non era grasso, pesava almeno il doppio di me. Parlava poco, e non si capiva sempre cosa voleva dire esattamente. Teneva la gambe larghe, ben piantate, come un lottatore. Quando ci siamo incontrati per la prima volta da soli, Cesare mi ha voluto assaggiare. Ci siamo seduti a tavola con gli altri quattro
Con Elio mi sembra che ci siamo capiti subito. Era molto grosso, camminava come un orso, difatti aveva le clarck tutte sfondate. Dormiva pochissimo e andava in giro a cercare mozziconi nei portacenere. Un pomeriggio giocavamo a pallone con tutti gli altri volontari e i matti. Elio cercava i mozziconi a bordo campo, avevamo fatto di tutto per farlo giocare, poi la palla uscita lentamente, gli arrivata sulle Clark, lui lha fatta salire sul ginocchio e ha cominciato a
La foto a sinistra di Uliano Lucas (non fa parte del documentario di Stefano Ricci), le altre foto in pagina sono tratte dal documentario Eccoli. A destra un disegno di Stefano Ricci
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I LIBRI
In pagina un ritratto di Sarah Bernhardt, al centro unimmagine dellartista danese Olafur Eliasson legata a un progetto relativo all'Etiopia, dal titolo Little sun
di GIANCARLO MANCINI
ITALIANI A LONDRA Chi sono gli altri oggi in Italia? si sono chiesti i curatori del programma realizzato
presso lIstituto italiano di cultura di Londra dove si tiene la rassegna I Doc Italy. Queste opere possono ben rappresentare largomento: in apertura di manifestazione il 1 aprile Ossigeno il documentario di Piero Cannizzaro (definito il regista italiano pi eco-sostenibile per le sue recenti serie legate a cibo e spiritualit) che racconta lavventurosa e drammatica storia di Agrippino Costa brigatista che ha ritrovato una dimensione di vita attraverso larte, film realizzato nel corso di alcuni anni, accompagnato da una masterclass del regista. L8 aprile La mia classe il film di Daniele Gaglianone, il film con Valerio Mastandrea maestro di italiano in una classe di autentici emigranti che spezzano il consueto andamento del racconto con lautentico problema della mancanza del visto di soggiorno. Il 16 aprile in programma il racconto di cinquantanni di storie pi o meno celate di omosessualit nellItalia della repressione: Felice chi diverso di Giannni Amelio presentato al festival di Berlino. Il 29 si presenta 18 Jus soli, il diritto di essere italiani di Fred Kudjo Kuwornu dedicato agli italiani di seconda generazione.
capitato molte volte e ancor prima che un ex attore diventasse papa di interrogarsi sul rapporto tra larte recitativa e il sacerdote che officia la messa. Spesso anche laggettivazione per alcuni grandissimi divi del passato remoto finisce per gravitare attorno al sacerdotale, per attestare la custodia di qualcosa di sacro ed inavvicinabile, un fuoco e un mistero al medesimo tempo. Sicuramente tra le sacerdotesse della recitazione Sarah Bernardt occupa un posto eccezionale, eppure come apprendiamo da queste memorie appena pubblicate da Castelvecchi (La mia doppia vita, pp. 465, euro 25), si tratta di una vocazione scoperta proprio dopo la rinuncia forzata ai voti. La famiglia infatti si oppone fermamente al suo proposito, appena adolescente (era nata nel 1844, a Parigi), di diventare suora, e quando il suo carattere intemperante la pone in condizioni problematiche anche dentro al collegio ecco a qualcuno dei padrini, amici, sodali della famiglia (tra cui c anche Rossini) venire in mente qualcosa di sconosciuto alla giovane Sarah. Ovvero il Conservatorio. Prima c stata appena loccasione per salire sul palco in occasione di una recita scolastica in Tobia che riacquista la vista, una commedia di evidente argomento religioso scritta dalla madre Santa Teresa. Nessuno per, come rileva lei in queste memorie che arrivano fino al 1880, lanno della trionfale tourne negli Stati Uniti, si peritato di dirle quanta solitudine, una solitudine mai provata prima, lavrebbe accompagnata sul palcoscenico sin da quei fatali istanti in cui una voce avrebbe pronunciato il suo nome per linizio del provino. Ad ascoltarla ci sono dei veri e propri marpioni della scena, tra cui Beauvallet, il tonante attore tragico della Comdie franaise. Qualcuno sghignazza, continuano le interruzioni che ovviamente mettono in crisi la sua acerba capacit di concentrazione. Questo per non pregiudica la sua ammissione al Conservatorio e linizio di una carriera ineguagliabile. a quel punto, dice lei stessa, che inizia un momento nuovo della sua vita in cui per la prima volta inizia ad affermarsi la sua volont. Nata da una famiglia benestante della borghesia parigina, la Bernardt aveva iniziato cos il percorso che lavrebbe portata dopo appena qualche anno alla Comdie franaise e poi, a neanche 40 anni, nel 1880, lanno in cui terminano queste memorie, a viaggiare in tutto il mondo con la sua compagnia. Capricciosa, caratteriale, tonante, irascibile, incontrollabile nelle reazioni eppure cos dolce e attenta alla gentilezze delle persone. Da questo libro, oltre a un interessante ed intrigante ritratto inedito di tutto un milieu sociale durante quello che stato chiamato il Secondo Impero, c proprio al termine di questo una sorpresa inaspettata. Ovvero il vibrante, partecipe diario, verrebbe da dire giorno per giorno, della disastrosa guerra franco-prussiana, che cost alla Francia lAlsazia e la Lorena e un lungo, umiliante assedio di Parigi. La Bernardt segue questi fatti come aiutante
scrive lei stessa - strapp il velo leggero che offuscava ancora il mio avvenire, e sentii che ero destinata a diventare famosa. Fino a quel giorno ero rimasta la piccola fata degli studenti: divenni leletta del pubblico. Da un punto di vista tecnico poche cose la Bernardt lascia trasparire sui segreti dellarte recitativa, anche perch come scrive lei stessa dopo il Ruy Blas diventata a tutti gli effetti padrona della scena e non teme certo le intromissioni dellancor debole (la regia ancora non esiste) direttore di scena. Quello che si capisce la determinazione con cui praticamente sin dai primi passi della sua carriera dattrice la Bernardt sia consapevole della necessit di mostrarsi tanto forte come attrice quanto impenetrabile per un cronista dellepoca o per un curioso dei giorni nostri, che volesse capire come davvero si muove sulla scena. Da qui la ridondanza della sua prosa, piena di belletti e di piccoli moti danimo, in linea con i romanzi dappendice o con limmaginario della societ europea della seconda met dellOttocento. Sulla sua arte nulla la Bernardt lascia trasparire, tutto deve sembrare il pi possibile naturale, spontaneo, e siccome stiamo parlando di una inimitabile attrice, misterioso. Lei la sacerdotessa.
Come se allimprovviso le avessero prosciugato parte del cuore, amputato un arto, eroso un pezzo del cervello. Non sapeva di averli, eppure adesso la sensazione che si porta dietro quella immane di un vuoto. Quando Zaira ha lasciato lEtiopia, la terra dalla quale era venuta al mondo, era cos piccola che la sua memoria stava ancora giocando a impilare i primi mattoncini di ricordi. bastata una notte, un vento brutale di spari e di vetri frantumati, per spazzarli via in un lampo. Le hanno ucciso suo padre, gli zii, le hanno portato via il paese dorigine, la serenit dal volto di sua madre. Cos sono fuggite lontano - lacerate da traumi che certo necessiterebbero accoglienza e conforto, nonch lattenta empatia di cure post, da cui provare forse pian piano a intessere un nuovo filo di vita. Possibile trovare tutto questo in Italia? Se lo chiesta Enza Buono (gi autrice, tra gli altri, di Quella mattina a Noto, 2008), con La nostra ultima estate, Giulio Perrone Editore. Lossatura del romanzo, una appassionata variazione del Mother/Daughter Plot, infinita trama contemporanea delle madri e delle figlie, scrittrici e lettrici, ormai dopo secoli di significativa rimozione - sempre pi in luce, e qui tutta giocata grazie a una pregnante triangolazione con lamica e compagna di scuola, Marcella, che di fatto rappresenter per Zaira lunica oasi affettiva di scambio paritetico in Italia, precisamente a Bari (tra laltro citt dadozione dellautrice, siciliana dorigine). Scrivo a te che sei stata la mia unica vera amica, perch ho bisogno di rivolgermi a qualcuno per dimostrare a me stessa e agli altri che ho vissuto in questo paese, che esisto. Per Zaira dunque, migrante catapultata piccolissima in Italia, la scrittura, fin dalle prime note del romanzo, si manifesta come via daccesso alla coscienza di s, come graduale consapevolezza tattile della propria presenza nel mondo.
Scrivere un tastarsi nel buio prodotto dal non rispecchiamento, dallesclusione sociale, un gesto fisico di riappropriamento di s, ma al tempo stesso il luogo in cui lesperienza dellautrice e quella delle due donne da lei narrate Zaira, appunto, sempre in prima persona, e lamica occidentale, talora in prima talora in terza potranno cercarsi, sfiorarsi e a tratti vicendevolmente illuminarsi. Fermo restando che limpronta stilistica di Buono, un tocco pudico e rispettosamente partecipe, un impasto un po antico scevro da parole della contemporaneit e dunque temporalmente indefinito (siamo probabilmente nel decennio finale del secolo scorso, ma non ci sono tracce storicamente precise), pi che a rivelare, tender a sottrarre e a testimoniare semmai lesistenza di aree interiori reciprocamente inconoscibili, tanto di se stessa che delle sue personagge. A Marcella, Zaira, divenuta adulta e madre a sua volta, rivolger lunghe lettere-diario, scandagliando a ritroso la vastit teneramente simbiotica del rapporto con la madre, oltre la bolla cupa del lutto e il deprivante contesto italiano, in cui pi che lostilit aperta conosceranno lo stillicidio del
La piccola migrante africana sbarcata in Italia percepisce la sua presenza nel mondo attraverso la scrittura. Senza risposte n catarsi
Voleva diventare suora, ma la famiglia della borghesia parigina si oppose e divenne cos la pi grande interprete del secolo scorso, una avventurosa storia raccontata nelle sue memorie
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respingimento sotterraneo, la falsa coscienza di tante donne occidentali rispetto al lavoro di cura la madre si impiegher come colf - il linguaggio ancora tristemente ammorbato da stereotipi sul colore della pelle. (Nonch, tra i compagni di scuola delle due ragazze, rigurgiti del rimosso coloniale tra i due popoli: le donne negre e le loro terre come puttane destinate alla violenza del conquistatore maschio bianco). Contro tutto questo, a eccezione di Marcella e dei suoi di cui il romanzo segue il parallelo evolversi dei vissuti - saranno sole, e se sullEtiopia Zaira avr solo indizi sparuti (il sapore del karkad o i racconti dal Kbra Nagast), sar sua madre, con la sua presenza dignitosa e mai vittimistica, a incarnarla per lei. per questo che i suoi interrogativi sul padre (sa solo che era un oppositore del regime), tra soggezione e labirinti di non detto, si infrangeranno innanzi al mistero inaccessibile del dolore materno. Ed per questo che, a differenza di altre scritture di ricerca delle identit di matrice italo-africana per esempio di Gabriella Ghermandi - non ci saranno risposte n catarsi attraverso la ricostruzione letteraria della memoria etiope della protagonista. Come un vuoto, una dimenticanza del romanzo, ma soprattutto come voragine radiante. Allo stesso modo per Zaira non potr esserci differenziazione dalla madre, se non a causa della lacerante repentina malattia e della morte di lei. Allora, accolta da una comunit pugliese per giovani africani in difficolt, finir di forgiare la sua solitudine, forzatamente scoprendo le sue capacit di adattarsi a una autonomia precoce. In tutto questo travaglio Buono le sar accanto, filando per lei una scrittura vibrante e tesa, nutrita di amarezza e spietata disillusione, nonch irrorata della fertile reattivit dellinvettiva (alla maniera di Gayatri Spivak o di Susan Sontag: contro ogni occidentale tentativo di azzerare il tracciato individuale in una subalterna storia collettiva). Zaira continuer a studiare, conoscer lamore con un ragazzo della borghesia barese, presso la cui famiglia lavorer come istitutrice, e se la gravidanza la coglier impreparata e fragile, oggetto da espungere definitivamente, sapr mutare quellevento in una occasione per distanziarsi per sempre dal contesto. Andr altrove, prima ancora in Italia, poi grazie alla forza del suo lavoro agir un futuro completamente altro per lei e per il figlio. Pure non scorder mai il calore magnifico di quellultima estate, in tre con Marcella, sotto il sole consolante della Sicilia e quel mare che apriva il cuore di sua madre, come il lago Tana.
WARS DI GIANCARLO BOCCHI Rai Storia presenta oggi alle ore 22.15 in versione originale Wars film documentario di Giancarlo Bocchi che racconta le vicende, intrecciate da un comune destino, di tre persone in tre paesi in guerra da decenni, Afghanistan, Palestina e Somalia. I 5 conflitti che hanno devastato ininterrottamente dal 1979 ad oggi l'Afganistan hanno provocato la morte di pi di un milione di persone. Gli 11 conflitti in Palestina, dal 1916 ad oggi, hanno provocato pi di 200 mila vittime. Nei 10 conflitti che hanno dilaniato la Somalia dal 1963 ad oggi sono morte pi di 600 mila persone. Tre vite, tre paesi, i tre conflitti pi lunghi della storia contemporanea. Il film incentrato incentrato sulla vita di tre uomini che vivono la guerra quotidiana: un postino afgano mutilato da una mina quando era bambino che fa il postino per permettere ai fratelli di studiare, un soldato di ventura somalo che vive a Baidoa, la citt dei morti viventi, un pensionato ottantenne ex agente dei servizi segreti israeliani, considerato una leggenda. Premio Libero Bizzari come miglior produzione del 2010.
permettere per le proprie sale la libera circolazione ed interscambio tra personaggi come Sherlock Holmes e Marlowe, Poirot e Miss Marple, James Bond e il commissario Montalbano, Dracula e Frankenstein, Gandalf e Harry Potter, Sandokan e il Corsaro Nero, le donne amorose e profumate di Liala e le femmine frustate e sfumate di grigio, Bella e la bestia di Twilight, il Neuromante di Gibson e il replicante morente che ha visto cose che noi umani non avremmo mai potuto immaginare..., quello di riconoscere e accogliere e proporre i nuovi generi, spesso frutto di ibridazioni apparentemente frutto unicamente di calcolo commerciale ma che si sono sapute scavare un solco nel cuore di un pubblico affezionato. Paradigmatico il non-genere young adult - coltivato e sostenuto principalmente a partire dalle biblioteche statunitensi intenzionate a creare un anello di raccordo tra le sezioni e i programmi per ragazzi e quelli per adulti - adatto a una generazione che si fa adulta senza tuttavia abbandonare le passioni infantili (da Harry Potter ai videogame). Ma, mi sembra di poter affermare, c' anche un rovescio della medaglia - a ciascuno giudicare quanto piccolo o grande - che Rotondo non considera: fino a quando la narrativa di genere stata confinata in ghetti letterari, ha saputo esprimere con maggiore energia e vitalit la propria interpretazione del mondo. Pensiamo alla vitalit ed alla carica eversiva di correnti come il cyberpunk o lo splatterpunk, pensiamo alla carica sovversiva del noir delle origini. In qualche modo queste cariche sono anche l'effetto dell'incubazione in ambienti ristretti e conclusi, indubbiamente a loro modo anche soffocanti per gli autori. E infatti non troviamo pi la medesima perniciosit al quieto leggere nelle superstar della letteratura odierna. E se la sovversione che vogliamo, siamo costretti a cercarla ancor oggi nelle pieghe della letteratura, che non pi - solo - di genere ma che si nasconde nell'autopubblicazione o in progetti periferici e tangenziali alla letteratura dei festival e delle classifiche (e non posso non pensare, ad esempio, al fenomeno cross-mediale trans-nazionale Metro 2033, di cui c' in uscita il nuovo episodio italiano sempre a firma di Tullio Avoledo). la narrativa 2.0 con user generated content che le biblioteche odierne fanno molto pi fatica a gestire perch non si concretizza in materiale minore ma tangibile come succedeva per la pulp fiction ma si muove multiforme per le autostrade digitali per percorrere le quali, spesso anche per la miopia del legislatore, esse troppo spesso non hanno strumenti adeguati.
LA DEUTSCHE VITA
Il documentario La Deutsche Vita di Alessandro Cassigoli e Tania Masi in proiezione nelle sale berlinesi si muove in modo lineare e ironico su alcune vite di italiani a Berlino, vecchia generazione soprattutto, della nuova degli ultimi anni si vede poco e quindi si racconta poco. Dalla voce off, una voce in crisi del settimo anno e decisa a capire il suo rapporto oggi con questa citt, dalle storie e situazioni descritte, trapela una certa insofferenza naturale della vita dellesule, nonostante un paese dorigine che non ha dato quanto atteso. Le memorie sono quelle di chi arrivato 40 anni fa, anche come avventuriero, e di chi sta qui da non molto e si arrangia come pu perch a partire, da tempo, non sono pi solo i cosiddetti cervelli, le menti illuminate da 4 master ma anche gli altri che non compaiono in nessun articolo se non sono storie di successo. Ora che Berlino non pu essere pi descritta come un Eldorado, come ben sanno (ed evitano) gli autori di questo documentario, perch its too late, come cantava Bowie che qui ha vissuto, non si pu evitare uno sguardo sulla citt immersa in una rapida e fagocitante palingenesi. Il mito si ridimensionato, per forza di realt, ma non ha avuto vita facile avendo dovuto combattere con chi dal di dentro e dal di fuori la riteneva la Mecca del presente. Da uno schema trito per si salta allaltro, quello forse ancora pi ovvio: cibo, tanto cibo, nei ristoranti, nelle cucine private, cibo ovunque gi dalla locandina. E poi tanta gestualit appassionata che ci portiamo in valigia, che sia di cartone o trolley. Si racconta per clich forse anche reali, ma in nome di un presunto realismo si deve sacrificare la creativit della narrazione? Troppo semplice e troppo facile descriverci su toni culinari e sulle retoriche differenze tra tedeschi e italiani. Giocando sulla scena con lo stereotipo davvero si pensa di esorcizzarlo? La realt molto pi complessa e sebbene un documentario non possa essere rappresentativo di tutto, e un autore abbia il diritto di scegliere una chiave, anche leggera e comica, egli non pu permettersi di restare in superficie. C un posto nel film, un negozio di vinili di un italiano a Kreuzberg, che ora si sposter altrove, pur rimanendo nello stesso quartiere. La gentrificazione, si dice, questo fenomeno che quasi lidentit stessa berlinese, il suo sviluppo urbano post muro e che adesso accelera. La lavorazione del film ha avuto un processo lungo per questioni produttive, ma la citt tedesca veloce e se si vuole raccontarla non si pu prescindere da questo, altrimenti le storie diventano gi vecchie. Nel negozio, inoltre, si discute su chi viene a Berlino e perch e i clich continuano ad alimentarsi tra loro. Le esistenze sono tante e diverse, c anche chi torna a casa per motivi altrettanto diversi. Ci sono anche artisti, etichetta sempre disgraziatamente onnivora, che vivono del loro lavoro, modestamente, perch la capitale tedesca una volta scarnificata dalle sue illusioni di tutto sempre possibile qui resta in piedi e incassa un vantaggio almeno per ci che resta della sua economicit, in relazione ad altre citt europee, chiaramente. Le storie si possono rappresentare anche scavalcando il si sa che siamo cos anche se ci che si sa non una ricostruzione tecnicamente falsa. C molta malinconia e solitudine nei personaggi e un rapporto non sempre risolto con Berlino. Sarebbe stato bello dare un respiro maturo a questo. Perch non possiamo noi stessi raccontarci anche ai tedeschi al di l degli spaghetti? @NatashaCeci
Fernando Rotondo, gi maestro elementare, professore e preside di scuola media e docente di letteratura per l'infanzia all'Universit di Milano-Bicocca oltre che collaboratore di riviste come L'indice dei libri del mese, Biblioteche oggi, Liber, ecc., ha recentemente pubblicato un libro sui Percorsi di lettura nella collana Conoscere la biblioteca dell'Editrice Bibliografica. La collana si pone come strumento di agile divulgazione sui servizi bibliotecari rivolto sia a chi lavora nelle biblioteche e vuole trovare un compendio elementare su qualche aspetto professionale, sia soprattutto agli utenti, reali e auspicabilmente pure quelli potenziali, di un'istituzione culturale che in Italia, seppur funestata da tagli di fondi che penalizzano prima di tutto gli aspetti meno appariscenti, continua ad avere ambiti di eccellenza e di servizio ben al di l di quelli che normalmente ci si abituati ad attendere dalla pubblica amministrazione (ad esempio: quale altro ufficio, teoricamente anche pi vitale per la vita del cittadino, aperto in orario serale o festivo?). Al suo interno il volume di Rotondo si inserisce per ragionare di come, anche grazie all'opera democraticamente promotrice delle biblioteche, si sia, all'incirca dal secondo dopoguerra in avanti, operato un'opera di sdoganamento della narrativa di genere fino alla sua considerazione attuale, sia da parte della critica sia del mercato, alla pari di quello che prima veniva definito mainstream, la corrente principale della letteratura narrativa che non si piegava
pregiudizialmente al ricettario narrativo di questo o quel genere. E certo se pensiamo all'influenza che autori di genere come Philip Dick o Stephen King, John Ronald Ruel Tolkien o Jim Thompson, Danielle Steel o John Le Carr hanno avuto sull'immaginario contemporaneo non possiamo non concordare sul fatto che la cultura pulp e underground sia oggi quella mainstream. Pensiamo ai best-seller che ci assalgono in aggressive montagne in qualsiasi libreria: da Dan Brown a James Patterson, da Clive Cussler a Nicholas Sparks, si tratta comunque di opere che obbediscono - in maniera pi o meno fedele - a un ben preciso canone narrativo. Merito delle biblioteche stato indubbiamente quello di precocemente contribuire ad abbattere gli steccati tra questi vari canoni e
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Sono trascorsi pochi secondi dallinizio di Dark Souls II, che comincia con un breve e deprimente filmato alla fine del quale ci troveremo in una buia radura, vestiti di stracci e vittime di una maledizione che ci ha tolto vita, famiglia e umanit trasformandoci in dannati come quelli della poesia di T.S. Eliot, uomini vuoti con la testa piena di paglia invece che di pensieri e
emozioni. Solo pochi secondi e la dama con la falce che alberga nel gioco gi pronta a colpire. Muovo i primi passi tra lerba alta mentre in lontananza si scorge una casetta tetra. C un rumore animale tra gli steli. Sono alcune scimmiette deformi che saltellano e banchettano tra le ossa bianche di rari scheletri. Sembrano incuranti del mio passaggio e inoffensive. Potrei lasciarle in pace mentre percorro il sentiero verso il sinistro edificio. Ma la tentazione
forte e cos, a mani nude, le attacco. Basta sfiorarle con un floscio pugno che queste, tutte insieme, mi balzano addosso. In una frazione di secondo lo schermo diventa nero e compare vermiglia la scritta Sei Morto. C qualcosa di speciale nella prima morte in un gioco della serie Souls, saremo destinati a soccombere centinaia di volte, ma il primo Game Over una lezione di vita nellinferno virtuale inventato da From Software: mai tentare qualcosa a sproposito, mai pensare che non ci siano pericoli, mai giocare. Perch questi videogame sono trappole mortali concepite al solo fine di annientare il giocatore sprovveduto, distratto e pigro cos come quello pi smaliziato e presuntuoso. Bisogna affrontarli con umilt e gravit, solo cos, alla fine, dopo ore e ore di sacrifici, terrore e fatiche sar possibile vincere. Dark Souls II, appena uscito per Playstation 3 e XBox 360, uno di quei pochi videogiochi contemporanei in grado di astrarre dalla realt con la potenza di unallucinazione. Unopera darte che nelle decine di ore utili per completarla condizioner sogni e pensieri dando lillusione che il mondo di gioco sia una realt pi vicina alla nostra di quella di tante altre meravigliosi e riusciti
videogiochi. Per fortuna sono pochi i videogame che costringono a unimmersione cos totale, ma quando lo terminerete, se ci riuscite, vi lascer, insieme alla nostalgia, qualcosa di unico: il ricordo di unavventura grandiosa e oscura che ha richiesto dolore e solitudine ma ha concesso emozioni di trionfo che raro provare in un videogame, per quanto possa essere appassionante. Chi ha temuto che per ragioni commerciali questo sequel potesse essere meno impegnativo del suo predecessore e di Demons Souls pu stare tranquillo, poich la difficolt rimane leggendaria e impietosa sebbene non sia frustrante. La complessit pu talvolta sembrare insormontabile ma con la logica, la pazienza e il coraggio nessun ostacolo pu fermare il progresso di un giocatore motivato, inebriandolo dopo ogni vittoria con un senso di tripudio che ripaga liniziale sconforto. Un sentimento di esaltazione che ricorda quello che si pu provare dopo unimpresa agonistica o per lascesa di una vetta. Chi ritiene che sia unesagerazione allora non ha mai vissuto le gioie e i dolori di nessuno dei Souls. Si vaga in un mondo decaduto e sfiorito, abitato da pochi esseri inquieti e dolenti e da creature micidiali. Lintreccio vago e la trama appena suggerita, poich la storia la racconta il giocatore ed sempre soggettiva e unica. Ci sono tracce di un passato, o di molti passati, ma un mistero impenetrabile ammanta questo mondo di una nebbia ermetica e insondabile. Ci armiamo di spade, lance, archi e scudi o di diverse magie (meglio se impariamo a combattere in maniera elastica) e proseguiamo attraverso boschi su cui pende un cielo perennemente nuvoloso elettrificato dai tuoni, manieri di ferro affogati nella lava, cave marce drappeggiate da appiccicose ragnatele, gole sotterranee dove statue minimali sputano veleno, fogne supreme in cui cola ogni sporcizia, castelli immensi battuti dalla pioggia, foreste sepolte dalla bruma,
catacombe dove un peccato capitale osare accendere una luce, nidi di draghi su picchi impervi e paludi tossiche nelle cui acque sguazzano colossi abomine voli. Le ambientazioni sono monumentali e decadenti, spesso oscene e magnifiche nella loro sadica e insidiosa bellezza macilenta. Esplorazione e combattimento sono gli elementi ludici che regolano lo svolgimento di questa cupa e esaltante epopea in cui sbagliando si impara davvero. Le punizioni sono ovunque, soprattutto quando si comincia a pensare di stare diventando forti. I nemici comuni ci possono annientare in pochi colpi, se li sottovalutiamo, o una porta che potrebbe nascondere un tesoro cela invece un baratro. Bisogna essere sempre concentrati e mai osare troppo, soprattutto se non si vogliono perdere per sempre le anime lasciate dai nemici sconfitti, elemento preziosissimo che serve per salire di
Unopera darte elettronica in grado di astrarre dalla realt con la potenza di unallucinazione. D la sensazione che il mondo del gioco non sia solo frutto della pi potente fantasia
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A DESTRA ALCUNI FRAME DA DARK SOULS II, SOTTO IL REBOOT DELLA SAGA DI THIEF SVILUPPATO DA EIDOS MONTREAL
livello. Se state per aprire un forziere state sempre attenti che nei pressi non ci sia del sangue, perch in questo caso sono una trappola. Dark Souls II ci insegna a essere prudenti. La differenza fondamentale con il precedente capitolo consiste nel fatto che, una volta eliminati per una decina di volte consecutive i mostri che popolano le diverse aree, questi non compariranno pi. Se da un lato lestinzione definitiva dei mostri rende lesplorazione pi semplice e gratifica il giocatore con un senso di dominio sullorrore, dallaltra rende il gioco ancora pi complesso sotto laspetto della strategia perch impedisce di salire di livello, negando una fonte illimitata di anime. Le regioni del gioco si possono ripopolare di nemici usando un raro oggetto, ma questi saranno ancora pi cattivi. Ma il gioco nasconde molti segreti e se si prova a suonare la campana nel sottoscala della Cripta del Non Morto, poco prima dellantro in cui si trova il cavaliere Velsdatd, alcuni bianchi fantasmi incappucciati torneranno sempre, garantendo uninfinita fonte di anime. Per bisogna prima arrivarci e saperli affrontare... Lapice della difficolt di Dark Souls II sta negli scontri con i boss, alcuni dei quali richiederanno ore e ore di prove: laracniforme Freja, lorrenda Peccatrice Perduta, il putrescente Putrido, il malefico trio dei Guardiani della Bastiglia. Per battere alcuni di questi nemici bastano solo impegno e abilit, altri possibile sconfiggerli con lastuzia, come il titanico e apparentemente indistruttibile Re dei Giganti o il Carro del Boia. Talvolta, se si sa dove trovarla, Dark Souls II pu rivelare al giocatore una preziosissima gentilezza tra tanta crudelt. Non risuona quasi mai la musica e luniverso sonoro composto da suoni sconsolanti, inquietanti e terrificanti. Ma quando interviene la colonna sonora, scritta da Motoi Sakuraba di Star Ocean e Walkyrie Profile, essa diviene una preziosa alleata emotiva durante una battaglia sfiancante. Non bisogna cadere nel tranello di immaginare Dark Souls II come un gioco riservato a pochi appassionati, in realt questo cupo scrigno di prodigi un videogame puro, che ripristina la difficolt primeva di questarte novella e rappresenta una sfida il cui superamento un obiettivo sublime e categorico. Bisogna temere Dark Souls II senza esagerare, perch la paura offusca la ragione, anche se, come il giovane Skywalker secondo il suo mentore Yoda, il giocatore che si avventurer nelle sue terre malate e inospitali la avr, la avr. Ma scrisse il filosofo: ci che non ci uccide ci rende pi forti.
DLC sta per downloadable content ovvero contenuto aggiuntivo scaricabile per ampliare/prolungare l'esperienza di un videogioco. Un tempo cerano i mod, le modificazioni, effettuate prevalentemente da giocatori e fan che aggiungevano ai giochi preferiti livelli, personaggi, armi, ecc. Progressivamente da attivit ad appannaggio dei fan il modding diventato parte dello sfruttamento commerciale dei videogiochi: livelli aggiuntivi, magari esclusi dal gioco originale perch poco pertinenti, nuove auto o circuiti per ampliare il proprio garage, fino a vere e proprie total conversion (come ad esempio Blood Dragon, una conversione di Far Cry 3 che ci fa passare dall'isola tropicale del gioco originale ad un futuro come poteva essere immaginato negli anni '80), ecc., a volte gratuite, ma spesso a pagamento. il caso di Left Behind, DLC di The Last Of Us, sviluppato, come il gioco originale, da Naughty Dog. The Last Of Us, gioco celebrato in molti best of di fine anno s un gioco con gli zombie, ma di una profondit, sia tecnica sia emotiva (e, diciamolo, artistica) ben oltre analoghi concorrenti. In Left Behind gli sviluppatori hanno scelto di approfondire il carattere di Ellie, la co-protagonista, mostrandone contemporaneamente il lato pi consono all'ambiente - la capacit di affrontare nemici ed insidie - ma anche l'aspetto pi frivolo e scanzonato, da ragazzina che come la maggior parte delle sue coetanee interessata ai ragazzi e soprattutto alle amiche, desiderosa di aprirsi e confidarsi ma contemporaneamente paurosa che ci possa significare rendersi vulnerabile ed indifesa. Pi che la prima parte che si innesta naturalmente all'interno del gameplay e dello storyline originale, decisamente interessante la seconda che mette Ellie di fronte all'amica Riley, in una scorribanda notturna all'interno di un grande magazzino apparentemente vuoto. Ellie e Riley che scherzano, ballano, si fanno le foto assieme, si fanno regali, si confidano le rispettive paure. E la domanda : a chi destinato un gioco del genere? Non ai maschi, interessati pi al comparto tattico/bellico (in cui per altro eccelle l'originale The Last Of Us e che qui e l ha qualcosa da dire pure Left Behind), ma neppure alle femmine che normalmente non gradiscono particolarmente i giochi dove l'attivit bellica la faccia da padrone. Ma paradossalmente questo non un difetto, almeno da un punto di vista estetico: quasi imbarazzante, da maschio un po' ag, assistere ai battibecchi delle due ragazzine, tanto sono veri. E se la qualit del DLC indiscutibile e paragonabile all'opera originale, fatta salva la ben diversa durata, la domanda : perch proporla come DLC e non come parte sostanziale di The Last Of Us dato che - a differenza ad esempio di Blood Dragon con Far Cry 3 - non stravolge l'opera originaria ma anzi la approfondisce e la migliora?
Thief il reboot sviluppato da Eidos Montreal (gli stessi di Deus Ex: Human Revolution) e pubblicato da Square Enix (per PC, PS3 e 4, Xbox360 e One). Nonostante il titolo in s possa dir poco ai pi giovani, i tre titoli della saga sono stati un vero cult per gli appassionati di giochi stelth: Thief: The Dark Project, Thief II: The Metal Age e Thief: Deadly Shadows (i primi due sviluppati da Looking Glass rispettivamente nel 1998 e 2000 e il terzo da Ion Storm nel 2004). Nella lunga attesa il mondo immaginario della Citt, un mix tra steampunk e dark fantasy, stato oggetto di
un gran numero di mod e di fan art (romanzi e racconti, musica, video, ecc.) di cui si possono trovare esempi nel sito di fan art completamente dedicato alla saga: http://www.thief-thecircle.com/. Il nuovo Thief cerca contemporaneamente di gratificare i vecchi fan e di piacere a quelli nuovi. Probabilmente questo il principale motivo delle imperfezioni presenti nel titolo, imperfezioni tuttavia che, a loro modo, lo rendono per certi versi ancor pi interessante. Partiamo dalla eccessiva linearit. Il comodo puntatore fa venire alla mente la spassosa serie di machinima If Doom was done today di Chubzdoomer (presenti
su YouTube), dove l'autore mette in scena un Doom in cui non possibile esplorare liberamente, con l'obiettivo sempre segnalato e con continui consigli di stato come in uno degli ultimi Call of Duty. La Citt in cui ambientato Thief non particolarmente grande e la scelta dei percorsi da seguire non poi cos vasta anche se le missioni aggiuntive ampliano significativamente lo storyline anche perch ci sono tantissimi oggetti da rubare e collezionare. Il protagonista che impersoniamo, il re dei ladri Garrett, abile a scassinare serrature ed a muoversi in maniera furtiva, ma non eccelle nei combattimenti e pertanto
dovremo preferire l'evitare le guardie o il metterle fuori combattimento da lontano o di sorpresa, tenendo anche conto della scarsit di armi presenti che raramente si trovano in giro ma che vanno acquistate dagli appositi rivenditori (anche quando sarebbe logico trovare qualche freccia addosso ad un arciere abbattuto). Assolutamente impari il confronto diretto anche perch l'unica arma bianca a disposizione una sorta di bastone con artigli che serve principalmente per arrampicarsi sulle pareti. In compenso i soldati che ci troveremo di fronte seguono pattern di pattuglia molto limitati e non unesagerazione dire che a malapena vedono ad un palmo del loro naso. La Citt poi ha un'estetica che rimanda alle architetture del nord Europa del '600, con una doppia illuminazione, una normale a torce e lampade, ed un'altra simile a quella elettrica che si accende e spegne con appositi interruttori, ottenuta mediante la primeva, una sorta di pietra/sostanza magica che il Barone che governa sulla citt immagina utilizzare per una rivoluzione industriale. Ma c' anche un livello - forse il pi bello di tutto il gioco - in cui Thief si trasforma in una sorta di Silent Hill in prima persona quando Garrett deve esplorare un manicomio criminale sull'Isola di Moira con gli esterni e gli interni che rimandano piuttosto al cupo Ottocento/inizio Novecento che ha generato anche l'Arkham Asylum. Le armi a disposizione sono quelle gi presenti nei precedenti episodi: frecce normali, incendiarie, ad acqua per spegnere le torce, ecc. Garrett, eroe suo malgrado, ma sempre ben contento ogni volta che pu intascarsi il bottino, a fianco dell'amico Basso, dovr sconfiggere sia il Barone ed il suo pericoloso sgherro il Generale, sia Orion, il capo dei rivoltosi. E debellare la minaccia del morbo che, a partire dagli internati nella prigione di Moira oggetto degli esperimenti con la primeva, si sparso per la Citt. Garrett ora, come in Batman ed altri titoli, pu focalizzare la propria attenzione sugli oggetti rilevanti dell'ambiente che lo circonda (oggetti, porte, sporgenze a cui aggrapparsi, ma anche pericoli e trappole) e dispone di un sistema ruolistico di accrescimento del personaggio. Come in Splinter Cell, alla fine di ogni episodio otteniamo una valutazione sulle nostre performance anche in base al tipo di profilo - pi aggressivo o defilato - che abbiamo tenuto.
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SPORT
Quando il manifesto, Lotta Continua e Il Quotidiano dei lavoratori volevano unirsi per raccontare gli intrecci tra sport e politica
di PASQUALE COCCIA
Dallaalto verso il basso, le atrocit contro gli studenti messicani in Piazza delle Tre culture (Citt del Messico, 1968), il generale Videla che premia la nazionale di casa al termine del Mundial argentino (Buenos Aires, 1978) e la mobilitazione in occasione dellincontro di Coppa Davis di tennis Italia Cile (Roma, 1976)
Un settimanale sportivo da diffondere attraverso i tre quotidiani della sinistra radicale, il manifesto, Lotta Continua e il Quotidiano dei Lavoratori. Il nome era gi pronto, Piazza delle Tre Culture, a ricordo del massacro perpetrato sulla pelle degli studenti messicani una settimana prima delle olimpiadi di Citt del Messico del 1968. L'idea del settimanale matur dopo i risultati di alcune mobilitazioni politiche a seguito di avvenimenti sportivi di rilievo internazionale, avvenuti tra il 1972 e il 1978, a testimonianza del fatto che gli eventi sportivi sono parte integrante dei processi economici, politici e sociali. Tre avvenimenti in particolare avevano segnato quegli anni sul fronte politico-sportivo: l'assalto del gruppo palestinese Settembre Nero effettuato il 5 settembre al villaggio olimpico di Monaco di Baviera, in occasione delle Olimpiadi del 1972, che si concluse con il sequestro e la morte degli ostaggi, undici atleti israeliani. L'irruzione venne effettuata per ricordare il dramma del conflitto israelo-palestinese e la questione dei campi profughi. Si aggiungono la vasta mobilitazione che precedette la finale di Coppa Davis Italia-Cile nel 1976, la denuncia sulla fine dei desaparesidos e le mobilitazioni contro la giunta militare capeggiata dal generale Videla, in occasione dei mondiali disputatisi in Argentina nel 1978. L'idea di dar vita a un settimanale sportivo all'interno della sinistra radicale era maturata nel bel mezzo di quegli eventi, che caratterizzarono il fronte politico-sportivo degli anni Settanta del secolo scorso. La galassia italiana dei partiti, gruppuscoli, quotidiani, riviste, radio della sinistra extraparlamentare, raccolti sotto la sigla Nuova Sinistra, era notevole, ma lo sport ebbe sempre un ruolo di minoranza se non di totale trascuratezza. In Francia erano stati pi bravi, il quotidiano Rouge e ben sei riviste della sinistra radicale diffondevano contemporaneamente un inserto realizzato anche grazie alla collaborazione volontaria dei giornalisti sportivi di Libration, e qualche copia di quel tentativo di dare voce politica allo sport, era arrivata anche in Italia. Il titolo ironico L'pique, beffava con un sottile gioco di parole il pi diffuso e popolare quotidiano sportivo d'Oltralpe L'quipe, rispondente alla nostra Gazzetta dello Sport. In Italia, sull'intreccio sport e politica la Nuova Sinistra non si era spesa molto, vittima di un retaggio culturale che vedeva le manifestazioni sportive solo come oppio dei popoli, e dal
faticosamente porta avanti per un mondo nuovo mettendo in evidenza i legami tra politica dello sport e tutti gli altri piani su cui marcia il nostro nemico di classe. Gli effetti psicologici di massa dello spettacolo sportivo sono gli effetti di uno scopo culturale che non mira soltanto al rintontolimento delle teste dei lavoratori ma tende alla formazione di valori culturali di cui non conosciamo gli esiti reali scrivevano i promotori dell'iniziativa editoriale. Ad animare il progetto una riunione nazionale che si svolse a Roma a fine ottobre del 1976, presso l'associazione sportiva popolare Alessandrino, cui parteciparono alcuni lavoratori del Coni, i rappresentanti di varie radio democratiche, che trattavano lo sport nei loro programmi e i delegati di associazioni sportive provenienti da Milano, Portici, Brindisi, Genova, Napoli, Chieti, Lucca, Assisi, Prato e Firenze, nel corso della quale si discusse del progetto e della necessit di costituire un coordinamento nazionale di tutte le realt sportive di base e della necessit di creare una struttura di controinformazione e di un comitato permanente contro ogni rapporto sportivo con i paesi fascisti e razzisti. Nonostante la buone volont, una serie di fattori impedirono che l'idea di un settimanale politico-sportivo potesse vedere la luce. La crisi della sinistra extraparlamentare, compresi i rispettivi organi di stampa, fecero arenare il progetto. Oggi, per, i tempi per la pubblicazione di un settimanale portavoce della galassia sportiva di sinistra sono maturi, si tratta di unire le forze.
IDENTIT IN GIOCO
LANCILLOTTO E NAUSICAA
quale politicamente stare lontani il pi possibile, lasciando mano libera ai fascisti e ai democristiani, che occuparono tutto lo sport, dagli apparati organizzativi come il Coni alla radio e alla televisione di Stato, senza trascurare le pagine sportive dei quotidiani, cui si aggiungevano nel panorama dei media ben quattro quotidiani sportivi. Seppur a fatica, il tentativo di dare vita a un settimanale sportivo si fece strada: L'pique uscito come supplemento a sei riviste della Nuova Sinistra e al quotidiano Rouge... senza entrare nel merito o nella critica di questo esperimento dei compagni francesi, ci sembra giusto sottolineare che L'pique uscito unitario. La nostra proposta di vedere se ci sono le possibilit (noi pensiamo di s) di fare la stessa cosa in Italia scrivevano Daniele Barbieri della polisportiva Giovanni Castello ed Ely Peirot di Radio Citt Futura, sul quotidiano Lotta Continua nel settembre 1976, in un articolo intitolato Proposta di una rivista sullo sport. La buona volont dei propositori, animati dall'aiuto di altri compagni impegnati nel mondo dello sport, port all'uscita del numero zero di Piazza delle Tre Culture. Prendiamo coscienza di cosa significa lo sport, come inserire la pratica sportiva nella ricerca che la nuova sinistra Lo sport nel suo discorrere del corpo, dell'etica, della politica, dell'economia e dell'estetica in che rapporto si pone con la costruzione dell'identit? All'interrogativo risponde Lancillotto e Nausica, rivista di critica e storia dello sport , con un numero monografico: Sergio Giuntini analizza gli esempi di autodeterminazione attraverso lo sport della Catalogna, i Paesi Baschi e l'Irlanda, mentre Felice Fabrizio indaga sull'identit e l'appartenenza nello sport lombardo di inizio Novecento. Le diverse concezioni dello sport tra occidente e oriente sono oggetto del saggio di Giuseppe Sorgi, mentre Teresa Gonzales analizza il rapporto tra tifo e politica nella Spagna franchista. Eva Ogliotti parla del fenomeno Kansas City, un modo per ironizzare sulla propria fede calcistica, che ha avuto un grande successo tra i tifosi della Roma, mentre Marco Pasini racconta come un quartiere romano costruisce la sua identit attraverso la lotta per lo sport. (www.lancillottoenausica.it) (p.c.)
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I FILM
LO STATO DELLA FOLLIA
DI FRANCESCO CORDIO. CON LUIGI RIGONI. ITALIA 2013
SINTONIE
ricerca controllata tra documentario e finzione, cogliendone la tragicit ma anche i momenti di allegria. (c.pi.) CAPTAIN AMERICA IL SOLDATO DINVERNO
DI ANTHONY E JOE RUSSO,CON CHRIS EVANS, SEBASTIAN STAN. USA 2014
A CURA DI A CURA DI SILVANA SILVESTRI CON ANTONELLO CATACCHIO, ARIANNA DI GENOVA, GIULIA DAGNOLO VALLAN, MARCO GIUSTI, GIONA A. NAZZARO, CRISTINA PICCINO
IL FILM
I FRATELLI KARAMAZOV
DI PETR ZELENKA, CON IVAN TROJAN, MARTIN MUYSICKA, DAVID NOVOTNY, HRADEK HOLUB, IGOR CHMELA. REPUBBLICA CECA 2008
Il racconto in prima persona di un attore ex internato in un manicomio criminale. In Italia ne esistono sei, vi sono rinchiuse 1500 persone, istituzioni dimenticate dalla legge DEL 1978 che prevedeva la chiusura dei manicomi. Una commissione parlamentare dinchiesta ha fatto luce sullo stato di abbandono, degrado e non cura degli internati e ha fatto approvare una legge che ne prevede la chiusura. GHOST IN THE SHELL ARISE - BORDER 1: GHOST PAIN
un luogo che nonostante la movida resta assai misterioso. Interpretazioni corpose, sensuali. (s.s.) LIMPOSTORE
DI BART LAYTON, CON KEN APPLEDORN,CATHY DRESBACH, UK 2012
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Prequel del popolare anime di Masamune Shirow diretto da Mamoru Oshii, Ghost in the
shell. Nel futuro la straordinaria cyborg Motoko Kusanagi, ufficiale dell'unit militare segreta 501, finisce vittima di un micidiale attacco hacker in seguito ad un attentato dinamitardo. Inizia la caccia ai responsabili.
Il corpo del Capitano finito in ibernazione tra i ghiacci si ritrova a vivere in un mondo che non il suo iniettandovi per la sua instancabile carica di idealismo roosveltiano. Da sempre crocevia delle tensioni politiche intercettate dalla Marvel, Capitan America rappresenta il personaggio che meglio ha incarnato e vissuto le contraddizioni degli anni Sessanta (assieme allUomo ragno), uomo fuori dal tempo, condannato a uneterna giovinezza, legato al suo paese da un amore sovente tradito e per questo trattato da antiamericano. La sua complessit pari solo a quella di Superman. Qui si ritrovano non solo le teorie cospirazioniste del 9/11 ma anche la preoccupazione fortissima per lo stato di salute della democrazia statunitense. (g.a.n.)
Una storia folle e incredibile, avvincente come un thriller, sconvolgente quanto solo la realt in grado di essere. La storia comincia in Texas negli anni 90 quando un ragazzino svanisce nel nulla. Tre anni e mezzo dopo la notizia incredibile che sarebbe stato rintracciato in Spagna, sopravvissuto a rapimento, torture e violenza sessuale. La famiglia lo raggiunge in Spagna e lo accolgono felici anche se il palido ragazino ora ha pelle, capelli e occhi pi scuri. Infatti non proprio lui, ma un altro, un francese di origine algerina , vivace, creativo, millantatore. Siamo in ambito documentario e al paradosso che porta The imposter a una rappresentazione straordinaria di una di una storia impossibile. (a.ca.) JIMMY P.
DI ARNAUD DESPLECHIN, CON BENICIO DEL TORO, MATHIEU AMALRIC. FRANCIA 2013
12 ANNI SCHIAVO
DI STEVE MCQUEEN, CON CHIWETEL EJIOFOR, MICHAEL FASSBENDER, BRAD PITT. USA 2013
Dopo essere passata alla Sezione Investigativa Motoko Kusanagi, cyborg potenziato e abilissima hacker, inizia a reclutare i nuovi componenti della sua squadra, ad iniziare dallo specialista Batou. THE SPECIAL NEED
Enea ha trentanni, un lavoro e anche due amici, Carlo e Alex, decisi ad aiutarlo a fare lamore, imprigionato nellautismo. Documentario on the road, ma prima ancora potente indagine sentimentale, racconta la normalit della diversit. AMICI COME NOI
Solomon Northup, magnifico violinista african american nato libero nello stato di New York, amato e rispettato da tutti, rapito da due mercanti di uomini senza scrupoli, spogliato dei suoi documenti e venduto come schiavo. Siamo nel 1841, la sconfitta del sud schiavista ancora lontana. Solomon rimarr dodici anni nelle piantagioni di cotone tornando libero con l'aiuto di un bianco (Brad Pitt). Lidentit postcoloniale elemento centrale nell'opera di Steve McQueen. (c.pi.) IDA
DI PAWEL PAWLIKOWSKI, CON AGATA KULESZA, AGATA TRZEBUCHOWSKA. POLONIA DANIMARCA 2013
Quasi tutto concentrato sul rapporto tra analista e paziente, si svolge sullo sfondo dellAmerica alle prese con il trauma della guerra. Il paziente Benicio Del Toro (aveva interpretato un indiano malato di mente nel film di Sean Penn La promessa) Jimmy, lindiano reduce dalla seconda guerra mondiale conuna sindrome diagnosticata come schizofrenia,. Quai monosillabico, troneggia sullanalista Amalric che invece loquacissimo. Un indiano dei Piedi neri nevrotico e un ebreo rumeno specializzato in nativi americani. Il cinefilo Desplechin ha intrapreso questavventura americana in omaggio al suo amore per il western. Senza cadere nella trappola dellesotismo. (g.d.v.) LEI
Classico video tutto giocato sullambientazione per il cantautore tarantino, vincitore morale dellultimo Sanremo Giovani. Il luogo in questione una fonderia dove Rubino, seduto in gran parte al pianoforte a coda, si esibisce tra fuochi che ardono e scintille che generano a loro volta scie luminose animate, corredando graficamente le inquadrature. Il risultato naturalmente spettacolare, ma anche raffinato, sostenuto da unottima fotografia e da un montaggio incalzante che scandisce la ritmica sostenuta del brano. Qualche scorcio e situazione in pi avrebbe tuttavia giovato a Ora, che rischia di essere un po troppo ripetitivo. ALL I KNOW
Usa, 2013, 742, musica: Washed Out, regia: Daniel Kragh-Jacobsen, fonte: Mtv
Un film candidato allOscar nel 2008 come miglior film straniero, premio Fipresci a Karlovy Vary, immersione cinematografica sconvolgente che ci riporta allepoca del grande cinema del centro Europa. Zelenka utilizza la versione che allest in teatro Evald Schorm, uno dei nomi illustri della nova vlna, la nuova onda di cinema ceco, censurato, azzittito, dichiarato impresentabile politicamente e da quel momento (la normalizzazione dopo la Primavera) pot solo dedicarsi al teatro, pur con notevole successo ma internazionalmente messo ai margini. Una compagnia teatrale di Praga viaggia fino a Danzica per mettere in scena (in polacco) il testo teatrale in un festival davanguardia che si svolge nelle acciaierie di Nova Huta. Il regista fa incontrare con grande efficacia lo sberleffo e lunderstatement metropolitano praghese, la propensione al richiamo spirituale dei polacchi, una location come le acciaierie che nellimmaginario rappresenta ben pi che una fabbrica dismessa, ma il cuore stesso delle lotte a Danzica durate decenni. E ci proietta violentemente nel testo e nei personaggi di Dostoevskij che diventano tanto pi contemporanei in quanto proprio nel cuore dellEuropa si sono svolte tante tragedie fratricide, qui soltanto accennate dalla presenza di un operaio che in modo oscuro intuisce di avere a che fare con il dramma a cui assiste. (s.s.)
IL FESTIVAL
FUTURE FILM FESTIVAL
BOLOGNA, LUUMIRE, ODEON, GALLERIA E VARI ALTRI LUOGHI DELLA CITT 1 - 6 APRILE
Forti di un paio di stagioni alle Jene arrivano con il loro sgangherato ma divertente film desordio i due foggiani Pio e Amedeo, con il regista dei Due soliti idioti. Cercano di fuggire da Foggia e dai foggiani, dalla fidanzata e dagli strozzini, avventure che proseguiranno a Milano e ad Amsterdam. Come film certo zoppo, la sceneggiatura va da tutte le parti, ma linsieme gradevole, i soldi della produzione si vedono. Il film molto cafone, ma la commedia elegante girata a Lecce o a Roma molto meno in sintonia con il pubblico. (m.gi.) CHOC
Siamo nel 1962, il regime stalinista si intreccia a un cattolicesimo assoluto, al silenzio del rimosso, ai processi politici. Ida, una novizia, scopre di essere ebrea e di avere una zia magistrato del socialismo reale (la chiamavano Wanda la sanguinaria). Nello specchio di due femminilit agli antipodi, una religiosa, laltra atea, una arroccata alla fede laltra laltra al cinismo sembra di ripercorrere piuttosto il cinema polacco degli anni Sessanta riportandone nelle sue inquadrature atmosfere, volti, tempi interiori. un film postmoderno ma senza nostalgia che dellirriverenza e della scabrosit dei suoi riferimenti non prende nulla se non la forma. (c.pi.)
DI JHONNY HENDRIX HINESTROZA, CON KARENT HINESTROZA, ESTEBAN COPETE. COLOMBIA 2011
IN GRAZIA DI DIO
DI EDOARDO WINSPEARE, CON CELESTE CASCIARO, BARBARA DE MATTEIS. ITALIA 2014
Rgista dalla filmografia eccentrica che ha come fonti di ispirazione la solitudine, limpossibilit di comunicare con il resto del mondo, il potere dellimmaginazione (Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee, Nel paese delle creature selvagge). Theodore (Joaquin Phoenix) scrive bellissime lettere damore per conto terzi e la recente separazione dalla moglie lo ha lasciato in uno stato di depressa catatonia. Tutto cambia con larrivo sul mercato dellOs1 il primo sistema operativo dotato di intelligenza artificiale. Il suo personale si chiama Samantha, ha la voce di Scarlett Johansson (nel doppiaggio di Micaela Ramazzotti). (g.d.v.) IL SUPERSTITE
Inizia con un prologo parlato e continua sulla stessa falsa riga di un video amatoriale, handycam incerta passata di mano a turno in un gruppo di amici adolescenti on the road. La stessa musica di Ernest Green (meglio conosciuto con la sigla Washed Out) lascia affiorare di tanto in tanto i suoni ambientali. In alcuni momenti, tuttavia, per esempio quando i ragazzi incontrano delle loro coetanee, il clip diventa pi professionale, mantenendo la stessa freschezza. All I Know un lavoro fortemente autentico, con tratti onirici, sospeso tra home movie e una narrazione da film indie, fino al risvolto finale. Il singolo incluso nellalbum Paracosm. RIGHT HERE, RIGHT NOW
Uk, 1999, 340, musica: Fatboy Slim, regia: Hammer & Tongs, fonte: Youtube
il primo e pi importante evento in Italia dedicato alle tecnologie applicate allanimazione, al cinema, ai videogame e ai new media. Ogni anno, nel capoluogo emiliano, si danno appuntamento i pi importanti registi, direttori artistici e creativi, per presentare in anteprima i propri film. Due anche questanno le sezioni competitive del Festival: il Concorso Lungometraggi, cui parteciperanno 10 titoli e il Future Film Short riservato ai corti. Ledizione di questanno (la sedicesima) ha come tema Futuropolis Le citt del futuro che coinvolge tutta la citt. Per il quarto anno, inoltre, il FFF, sotto il patrocinio dellUniversit di Bologna, istituisce il Premio Franco La Polla, riservato alla critica cinematografica per giovani studiosi italiani. Tra gli altri eventi: incontro con Guido Manuli il 2 aprile, Masterclass Disney il 3 aprile, Carlos Saldanha regista di Rio 2 Missione Amazzonia, presentato in anteprima, incontra il pubblico il 4 aprile. Film in concorso e fuori concorso tra cui (nella foto) il magnifico Hayao Miyazaki di The Wind Rise. Tutto il programma su www.futurefilmfestival.org
LA RASSEGNA
IRISHFILMFESTA
ROMA, CASA DEL CINEMA FINO AL 30 MARZO
Poggia lintera struttura narrativa sulla protagonista, Choc, una guerriera che inventa ogni giorno la sua rivolta, che attraversa ogni giorno un mondo di miseria e di violenza (Karent Hinestroza, classe 1985). Ha due figli e un marito ubriacone che la picchia e le ruba i soldi per bere e giocare. Il suo nome deriva dalla regione in cui vive insieme agli altri afrocolombiani maltrattati, emarginati dal razzismo. Il regista che da l proviene, li racconta nel suo film desordio presentato alla Berlinale, persone che sembrano non avere accesso allimmaginario e lo fa con una storia che dichiara una
la crisi ha colpito anche il Salento, centinaia di piccole imprese hanno cessato la loro attivit: il regista racconta la storia di una di queste, una piccola azienda tessile chiude, il fratello se ne va a lavorare in Svizzera, la sorella Adele tenta di resistere, poi vende la casa e se ne va a vivere nella casa di campagna della madre con figlia e sorella minore, una scelta difficile, una dimensione di vita quasi dimenticata. Storia complessa, dai risvolti che vanno ben pi in profondit di quanto possa apparire, racconto della struttura sociale di
Esordio presentato alla Semaine de la critique a Cannes 2013, autentico tour de force formale, il film gioca con grande spregiudicatezza lindeterminazione dei piani del racconto secondo la lezione del documentario di creazione degli ultimi anni. Realizzato sulle coste dello Aberdeenshire un racconto di mare che richiama Conrad e Melville. Dopo aver perso il fratello in mare, Aaron deve subire il disprezzo della comunit di pescatori. (g.a.n.)
Youve come a long way baby (Devi camminare per una strada molto lunga ragazzo) la summa filosofica del grasso ragazzo magro, oltre ad essere titolo dellalbum e la frase che riassume il senso del clip di Right here, Right now, imperniato su un lungo (e virtuale) carrello laterale che segue levoluzione darwininana dalla forma vivente primigenia passando per lhomo-sapiens fino alla sua degenerazione odierna: dal ragazzo magro (slim) con look sessantottino fino al grasso (fat) divoratore di hamburger della opulenta societ americana che conosce solamente la cultura del junk-food e ha gettato alle ortiche quel po di cervello che ancora gli restava. Sulle note di questa sorta di trip-hop da ballare creato da Fatboy Slim (al secolo Norman Cook), il duo Hammer & Tongs progetta un video strabiliante, riuscendo a sintetizzare in tre minuti e mezzo ben trecentocinquanta milioni di anni.
La migliore produzione del cinema irlandese torna nella sua settima edizione a Irishfilmfesta fino al 30 marzo alla casa del Cinema di Roma, organizzato dallAssociazione Archimedia e diretto da Susanna Pellis. Il programma di oggi dalle ore 15.30: Bernadette Notes on a Political Journey di Lelia Doolan alla presenza della regista, omaggio a Peter OToole: incontro con lattrice Kate OToole, introduce Aine OHealy (Loyola Marymont University, L.A.), a seguire Run & Jump di Steph Green, Byzantium di Neil Jordan) introdotti da Mauro Gervasini, direttore di Film Tv. Domenica 30 giornata dedicata a Belfast con Volkswagen Joe di B. Deane alla presenza del protagonista Stuart Graham, suggerimenti di lettura: Eureka Street (R. McLiam Wilson) a cura di Simona Pellis, Made in Belfast di Paul Kennedy, Q&A con gli attori Ciarn McMenamin e Stuart Graham, lannuncio dei corti vincitori e il film di chiusura Good Vibrations di Glenn Leyburn, Lisa Barros DSa) sulla vita di Terri Hooley, figura fondamentale della scena punk di Belfast nel periodo dei Troubles, interpretato sullo schermo da Richard Dormer.
IL LIBRO
RING LARDNER
CI SONO SORRISI..., PASSIGLI EDITORE, PP. 175, EURO 14,50
MAGICO
Giornalista sportivo di grande notoriet, Ring Lardner esaur la sua breve vita tra il 1885 e il 1933, non senza essersi cimentato anche nella commedia, nel musical, in radio e nella produzione letteraria. Salinger ne amava molto la scrittura, commistione tra linguaggio popolare volutamente sgrammaticato e a volte inventato, che venne battezzato, non a caso, Ringlish. Nel libro sono lironia, lingenuit e un profondo senso umano a tratteggiare e colorare lAmerican Lyfe Style di quei tempi. Ben Collins, protagonista dellepisodio di apertura, un poliziotto tanto grande e grosso quanto tenero e indulgente con gli automobilisti colti in flagrante. La comparsa inaspettata di una ragazza a bordo di una Cadillac, lo illuder di poter trovare lamore. Una timidezza insormontabile e un animo bambino porteranno Ben ad essere, invece, ordinariamente infelice per sempre. Mr e Mrs Taylor sono i protagonisti di Anniversario, cocktail di sarcasmo e amarezza che suscita sorrisi. Feroce, spietato, cinico, quasi cinematografico, Una cena vede uno scapolo doro alle prese con due donne, ciascuna a modo suo orribile, durante una serata della Buona Societ. Otto frammenti di misura breve, che si piantano come schegge nella memoria del lettore (l.d.s.)
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Nel 1956 Calypso di Harry Belafonte divenne il primo album della storia a vendere pi di un milione di copie. L'artista afroamericano era riuscito a sedurre il grande pubblico con una musica esotica e sognante che portava la classe media bianca americana a immaginarsi sulle spiagge dei Caraibi. Nei quasi sessant'anni trascorsi da quel record il mercato discografico cambiato pi volte, crescendo a dismisura e attraversando diverse crisi. Oggi la diffusione degli mp3 e dell'ascolto della musica sul web hanno reso il consumo musicale sempre pi slegato da supporti fisici quali erano i dischi in vinile, le cassette o i cd. Il mercato si ristretto e oggi le classifiche di vendita, che una volta erano autorevoli e rispettate come i listini borsistici, sono scarsamente indicative della fama di un artista che si manifesta soprattutto nei concerti dal vivo o sulla visibilit in rete. Ma nonostante il business musicale abbia cambiato volto, la tanto attesa morte dell'album non si mai verificata. Anzi. 21 di Adele, uscito nel 2011, ha venduto in tutto il mondo pi di 26 milioni di copie, cifre che sembrerebbero appartenere a un'altra epoca. E anche i supporti tradizionali non sono scomparsi. Il disco in vinile che molti considerano un reperto archeologico in realt diventato un prodotto di lusso, ricercato da una nicchia sempre pi fedele di appassionati e collezionisti. Il 2013 ha segnato l'anno record per la vendita di 33 giri dal 1991 ad oggi. In Usa il mercato degli LP cresciuto del 33%: 6,1 milioni di pezzi venduti solo tra le nuove edizioni. La storia della musica anche la storia dell'evoluzione di un business e dei suoi prodotti pi di successo. Qual l'alchimia di un super-bestseller? Per scoprirlo forse vale la pena guardare ai dieci dischi pi venduti di tutti i tempi. Se la ricetta esiste, gli ingredienti sono senza dubbio in uno dei titoli che hanno saputo vendere milioni e milioni di copie a generazioni diverse di fan. Con due obbligatorie premesse: nella lista, a sorpresa, non compaiono i Beatles che hanno venduto pi album di qualsiasi altro artista mai esistito (pi di 500 milioni), ma dividendo il loro successo su pi titoli, inoltre il numero esatto di copie vendute una stima basata su certificazioni dell'industria e poi su supposizioni statistiche. Ma, secondo le fonti pi accreditate, il gotha, milione pi milione meno, questo In queste pagine: al centro uno scatto dal set del celeberrimo videoclip Thriller, di Michael Jackson girato da John Landis; qui sotto i Pink Floyd; a destra Olivia Newton-John e John Travolta in Grease; in basso gli AC/DC
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In principio fu Calypso di Harry Belafonte, primo disco a superare il milione di copie. Oggi, a distanza di sessantanni, il supporto fisico, cd o vinile, ha perso per sempre il suo fascino, soppiantato dal digitale
THE BODYGUARD: ORIGINAL SOUNDTRACK ALBUM
Trainata dalla clamorosa popolarit del film diretto da Mick Jackson con Kevin Costner e Whitney Houston del 1992, la colonna sonora di The Bodyguard, in gran parte interpretata dalla stessa Houston divenne, forse ben oltre i suoi meriti, un disco da 40 milioni di copie vendute nel mondo. Un commosso Costner ha raccontato la genesi del progetto, cinematografico e discografico, nel febbraio 2012 nel corso della sua elegia tenuta al funerale della Houston. Fu lui a insistere affinch la cantante facesse il suo debutto sul grande schermo. La sceneggiatura faceva la polvere da anni ed era stata scritta negli anni Settanta da Lawrence Kasdan che aveva pensato a uno strano connubio tra divi molto diversi come Steve McQueen e Diana Ross. Costner riusc a convincere produttori e distributori del potenziale di quell'idea anche se ai tempi c'era ancora qualcuno che storceva il naso per la storia d'amore interrazziale. Il disco viene di fatto ricordato per le canzoni della Houston che SATURDAY NIGHT FEVER: THE ORIGINAL MOVIE SOUNDTRACK per interpreta solo 6 dei 13 pezzi della raccolta e aveva La colonna sonora non solo di un film, ma di una generazione. La febbre del sabato sera fu e rimane lo fatto assai meglio nei suoi specchio di un'epoca che non ha smesso di affascinare. Dal 1977 a oggi ha venduto 38 milioni di copie, grazie precedenti album. Ma il a hit ormai diventati classici e in gran parte firmati dai Bee Gees. La band fino ad allora aveva avuto modesti singolo I Will Always Love You successi con album folk rock, si ritrov a diventare il simbolo di un genere di cui era neofita: la discomusic. Il fu un traino irresistibile. Era gruppo era sulle scene da vent'anni ed era in piena crisi creativa e accett la proposta del produttore Robert una cover di un brano di Dolly Stigwood di proporre alcune canzoni per il film. Con poche idee chiare sulla pellicola, i tre fratelli Gibbs Parton datato 1974 che la scrissero alcune canzoni in un weekend e le proposero al produttore che si dimostr entusiasta. Musica e film Houston reinvent fino a andarono a braccetto in quello che ricordato come uno dei primi esempi di cross-media marketing. Il riappropriarsene. La prima sodalizio tra cinema e dance pop fu trionfale. John Travolta, attore di fama televisiva, divenne una superstar e scelta - ha ricordato Costner i Bee Gees reinventarono la loro carriera. Negli Usa l'ellep rimase per sette mesi al primo posto della era stata per What Becomes of classifica e celebr l'apice dell'era della discomusic. Nel resto del mondo serv a diffondere una nuova moda. a Broken Heart, ma era gi Fu l'album pi venduto in Italia nel 1978. stata usata in un altro film poco prima. L'album and bene negli Usa (17 dischi di THEIR GREATEST HITS 1971-1975 (THE EAGLES) platino), ma trionf in tutto il resto del mondo vendendo Nel 1976 i losangelini Eagles decisero di condensare la loro breve milioni di copie in Giappone, carriera in un'antologia. Fu un buon investimento. A oggi l'album ha Sud Corea, Brasile, Canada, venduto 37 milioni di copie, 30 delle quali in patria dove il secondo Francia e Germania. album pi venduto di sempre e dove il gruppo ha venduto complessivamente 100 milioni di dischi. La band di Glenn Frey e Don Henley raccolse dieci titoli, otto dei quali erano entrati nella top 40 di Billboard e una canzone, Desperado, tratta dall'album del 1973, ma mai pubblicata come singolo. Il loro stile fra sound west coast, country e rock melodico ha fatto il resto. Questa compilation non contiene neppure il brano pi conosciuto della band, Hotel California, pubblicato successivamente e uscito come 45 giri nel febbraio del 1977.
Pubblicato nel novembre del 1971 il capolavoro della premiata ditta Page-Plant-Jones-Bonham arriv al primo posto in classifica solo in due paesi: la loro patria, l'Inghilterra, e il Canada. Negli Usa il disco fin solo al secondo posto. Il pubblico era stato un po' scottato dal precedente album della band che, caricato di grandi aspettative, era schizzato ai vertici delle chart, ma aveva fatto storcere il naso a molti. Con il quarto album della loro carriera i Led Zeppelin vennero accolti in maniera pi tiepida, ma alla fine trionfarono. Il successo dell'album, anche se non improvviso, fu travolgente. Negli States a oggi arrivato a vendere 23 milioni di copie. La grande fortuna di IV in parte dovuta alla scelta di non pubblicare il brano pi amato della raccolta, Stairway to Heaven, come singolo. Il pezzo, lungo pi di 8 minuti, si prestava poco al formato 45 giri e il gruppo decise di puntare come singoli su Black Dog e Rock and Roll. Chi voleva ascoltarsi Stairway to Heaven doveva comprarsi il 33 giri. In tutto il mondo dal 1971 ad oggi hanno fatto questa scelta circa 36 milioni di persone.
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RITMI
Il bluesman portoghese in tour in Italia. Nella sua musica prevale un mix di sonorit afroamericane e del suo paese. A questo punto mi manca un viaggio a New Orleans
INTERVISTA HA GI PUBBLICATO UN EP E IL CD, FAMILY TREE
Scott, chitarrista degli Sweet, storica band glam rock anni Settanta, e lutente austriaco Dietmar Huber. Questi, secondo il musicista di Block Buster! o The Ballroom Blitz, avrebbe venduto illegalmente uno dei tre cd del box The Legend Lives on: per Scott si trattava di un bootleg, una pubblicazione non ufficiale. Ragion per cui chiede a Huber di ritirare il cd da eBay e di versargli 2mila euro a titolo
di rimborso. Huber si rifiuta di bloccare lasta, Scott lo incalza e gli chiede 36mila euro sostenendo di essere il titolare del copyright e che Huber non poteva mettere in vendita il disco. Laustriaco si rivolge ai suoi avvocati e da l parte una battaglia legale durata cinque anni. Alla fine la corte di giustizia austriaca si espressa a favore di Huber sostenendo che nessun crimine
di GIANLUCA DIANA
Che storie. Quelle che sorprendono e che lasciano basiti. Che fanno accendere un lampo di adrenalina destando stupore. Quello che non c', recitava qualcuno. Ed a quel punto potete esserne sicuri, prima o poi si concretizza. L'ennesima narrazione in musica che ci strappa un poco il cuore ha un nome chiaro e semplice che rimane facilmente in memoria: Frankie Chavez. Distogliete le fantasie rivoluzionarie dalle terre venezuelane e fermatevi ben prima. Lo storyteller in oggetto giunge infatti dal Portogallo. Ad essere precisi dell'area suburbana di Lisbona, dove anni fa mosse i primi passi questo cantante e chitarrista dalla spiccata personalit bluesy. Il poco pi che trentenne Chavez un valente strumentista che piega la sua tecnica ad una spiccata attitudine alla melodia, complice una rara sensibilit, data forse dalla provenienza geografica. Il risultato di una carriera ancora giovane ma molto promettente, sono una manciata di canzoni racchiuse in due diversi lavori. Il primo del 2010, un ep intitolato con il suo nome, ne ha fatto apprezzare le possibilit. dell'anno successivo invece Family Tree, seconda uscita ma prima su lunga durata, che ne ha concretizzato le belle speranze iniziali. Ecco quindi che tra un sorso di ginja ed una girata sul mitico tram numero 28, il blues lusitano prende le forme sonore del bluesman Chavez, a cui appare scontato ma imprescindibile chiedere nel suo recente giro italico, se vi fosse una tradizione musicale afroamerican nella sua famiglia: Per nulla. Nessuno in casa nostra aveva avuto esperienze musicali. semplicemente successo che come molti bambini che frequentavano a scuola i corsi di musica, anche io sono andato a finirci
storica formazione rock portoghese in giro da oltre trent'anni, i Xutos & Pontaps, una specie di Rolling Stones delle nostre parti. Kal ha esperienza da vendere e oltre ad essere presente in alcune registrazioni di Family Tree, sar presente in tutto il prossimo disco. Eravamo gi assieme nel primo tour italiano del 2008, ci siam trovati benissimo. Lui ha iniziato a darmi il beat giusto, sia quando si tratta di brani pi morbidi, sia quando si tratta di spingere maggiormente. Tra una permanenza e l'altra in sala d'incisione, Chavez ha inanellato lunghi tour che gli han permesso di mettere in carniere esperienza da vendere: dai piccoli club alle condivisioni di palchi importanti assieme a Kaki King, Max Romeo, Morcheeba, Gentleman e James Hunter. Ecco quindi che cambiando gli addendi il risultato non muta: sia solista che in duo, piuttosto che con pieno organico, le registrazioni di Chavez mantengono un sottile ma riuscitissimo equilibrio che si muove sinuosamente tra groove e melodie. La riprova data sia da incisioni pi muscolari come Dreams o a Rebel, che da altre pi morbide e delicate come Family Tree, vera e propria ballad dove fa capolino anche un sax quasi latin-jazz: Quello che esce fuori dai miei dischi spero sia compreso per quello che . Sono un ragazzo portoghese che ha ascoltato musica anglofona e quella della sua terra. Tutto questo mi ha influenzato. Come dire, accaduto. Non c' un intento precostituito n cercato. Non c' nulla di standardizzato e di atipico, semplicemente tutto filtrato da una mia interpretazione personale. E cosa mi riserva il futuro, ancora non lo so. Per certo, un viaggio a New Orleans lo voglio fare, credo sia un posto molto interessante.
ON THE ROAD
Crimson ProjeKCt
I brani dei King Crimson riproposti da una formazione stellare, con, tra gli altri, Adrian Belew, Tony Levin e Pat Mastelotto: in pratica gli ultimi King Crimson senza il leader Robert Fripp. Chieti SABATO 29 MARZO (SUPERCINEMA) Milano LUNEDI' 31 MARZO (AUDITORIUM DI
MILANO)
Mm
I raffinati suoni tra folk e elettronica della band islandese. Roncade (Tv) GIOVEDI' 3 APRILE (NEW
AGE)
Roma MARTEDI' 1 APRILE (AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA) Firenze MERCOLEDI' 2 APRILE (VIPER)
Mogwai
La indie post rock band scozzese, tra le migliori espressioni della scena europea, per presentare l'album Rave Tapes. Bologna DOMENICA 30 MARZO (ESTRAGON) Milano LUNEDI' 31 MARZO (ALCATRAZ)
Thalia Zedek
Da anni sulla scena underground Usa. Torino SABATO 29 MARZO (BLAH BLAH)
Tuxedomoon
Tre date bolognesi per la band americana, tra le pi innovative tra la fine dei Settanta e i primi Ottanta. Bologna DA MERCOLEDI' 2 A VENERDI'
4 APRILE (DOM)
Kurt Vile
Una data per l'apprezzato cantautore di Filadelfia. In apertura Pall Jenkins dei Black Heart Procession. Milano GIOVEDI' 3 APRILE (BIKO)
Notwist
La band tedesca, dagli esordi hardcore punk alle sonorit elettroniche. Segrate (Mi) SABATO 5 APRILE
(MAGNOLIA)
Franz Ferdinand
Ritorna nel nostro paese, per una sola data, la band punk-funk scozzese. Assago (Mi) GIOVEDI' 3 APRILE
(MEDIOLANUM FORUM)
Aristocrats
Il rock strumentale del virtusistico trio. Perugia MARTEDI' 1 APRILE (AFTERLIFE) Teramo MERCOLEDI' 2 APRILE (ARTS
FACTORY)
Toy
Il gruppo inglese filrta con le sonorit dark wave anni Ottanta e la psichedelia
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stato commesso. Scott stato costretto a pagarsi non solo le sue spese legali ma anche quelle di Huber per un totale di quasi 60mila euro. Considerando che il cd si vende su eBay per poco pi di un euro si capisce cosa ha significato per Scott questa causa ma si capisce anche come la questione della pirateria continua ad ossessionare, spesso, a torto, il mondo del rock. DANIELE BRUSASCHETTO RAPIDA E INDOLORE (Bosco Inc) Le prime cento copie del cd fisico hanno una copertina destinata alla storia grafica: uno scarafaggio incollato, col vinavil, nel mezzo su fondo bianco. Gi nel packaging il cantautore industrial torinese conferma la propria vocazione oscura, quasi dark, con testi surreali spesso drammatici, mentre la musica dissolve la formula canzonettistica per addentarsi nei meandri del rock e del noise, con nove pezzi strascicati, svelando alla fine risultati artisticamente maturi e pertinenti nella consapevolezza di rifulgere la bella forma. (g.mic.) TOMMY CASTRO THE DEVIL YOU KNOW (Alligator/Ird) Il versante bianco del Chicago blues alla Joe Louis Walker lo suona Tommy Castro, che nel recente album The Devil You Know, si fa accompagnare da una nuova band, i Pain Killers. Nel disco una pletora di ospiti illustri, da Joe Bonamassa a Tab Benoit, e un'aria da rimpatriata british blues d'antan che conforta. (g.fe.) CLOUD NOTHINGS HERE & NOWHERE ELSE (Wichita-Coop/ Self) Dylan Baldi, titolare del marchio Cloud Nothings, dice di aver scritto le canzoni di questo terzo album in un momento di serenit, un momento in cui non aveva rabbia da esprimere. E il disco, rispetto al precedente, l'ottimo Attack on Memory, risulta effettivamente un pochino pi accomodante, ma il sound intorno a cui gira resta interessantissimo. Garage punk a tratti anche spigoloso ma mitigato da melodie piuttosto catchy. (r.pe.) DIAFRAMMA PRESO NEL VORTICE (Diaframma Records/ Self) Mentre si celebra il trentennale con una ristampa deluxe (lp + cd + live + inserto) di Siberia, debutto dell'elegante band fiorentina e disco seminale della new wave italiana, esce un nuovo lavoro a nome del gruppo, Preso nel vortice. L'ascolto, dopo un tale capolavoro ingiusto. Certo, l'ultimo di Federico Fiumani (unico componente rimasto della formazione originale) non un disco indispensabile, ma non mancano le partecipazioni di spessore (Max Collini degli Offlaga Disco Pax, Marcello Michelotti dei Neon ecc.), un appeal radiofonico e almeno un brano notevole: Infelicit. (j.da.)
ULTRASUONATI DA STEFANO CRIPPA JESSICA DAINESE GIANLUCA DIANA GUIDO FESTINESE GUIDO MICHELONE ROBERTO PECIOLA
JAZZ
INDIE POP
JAZZ/2
INDIE POP/2
Benvenuti in Polonia
Witam: Benvenuti, in polacco. I benvenuti nel nuovo cd di Francesco Bruno (Video Eikon) sono il trombettista Piotr Vojtasik ed il sassofonista Sylwester Ostrowsky. Dopo aver partecipato a una gran quantit di progetti in bilico tra jazz elettrico, letteratura, sonorizzazioni, teatro, il chitarrista offre qui ottimo jazz acustico. Con fraseggio e molto swing. Altra chitarra, quella di Pino Russo, in totale solitudine in Novecento (Splasc(H) Records) in un testa a testa con nomi che contano e scottano, nel jazz: Monk, Davis, Coltrane, una lite della modernit, tutt'ora. Con grazia, agilit e lavoro di scavo, oltre che coraggio, rilucono ancora una volta brani che hanno scandito la storia. Italian Guitars Trio (Monsosonoro) riunisce le forze dei chitarristi Maurizio Brunod, Nicola Cattaneo, Franco Cortellessa. Ospiti Ralph Towner e Walter Lupi, ed come aggiungere spezie a un impasto gi saporito. Un'affascinante indigestione di corde e intarsi di arpeggi, a sfiorare mille musiche acustiche, con qualche sprazzo elettrico, senza chiudersi a priori in nessuna. (Guido Festinese)
A CURA DI ROBERTO PECIOLA CON LUIGI ONORI SEGNALAZIONI: rpeciola@ilmanifesto.it EVENTUALI VARIAZIONI DI DATI E LUOGHI SONO INDIPENDENTI DALLA NOSTRA VOLONT
WhoMadeWho
Dance contemporanea, punk funk per il trio danese. Milano DOMENICA 30 MARZO (TUNNEL)
Laibach
Il rock industriale e il neo gothic in arrivo dalla Slovenia. Ciampino (Rm) MERCOLEDI' 2 APRILE
(ORION)
Elyas Khan
Il fondatore dei Gentlemen & Assassins e dei Nervous Cabaret in duo con Romain Vicente. Sarche di Calavino (Tn) SABATO
29 MARZO (HOTEL IDEAL)
inidipendente italiana e internazionale itineranti tra varie location romane. Questa settimana tocca a Brunori Sas, Twin Forks, Le Luci della Centrale Elettrica e Mm. Roma SABATO 29 MARZO E DA GIOVEDI'
3 A SABATO 5 APRILE (ATLANTICO LIVE, BLACKOUT, AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA)
Vuvuvultures
Da East London, dark electro pop. Perugia MERCOLEDI' 2 APRILE (110 CAFE') Firenze GIOVEDI' 3 APRILE (COMBO) Pordenone VENERDI' 4 APRILE (PNBOX) Bologna SABATO 5 APRILE (COVO)
divulgativo-didattiche. In scena il gruppo On Dog di Francesco Bigoni (P. Bittolo Bon, B. Scardino, M. Solorg, M. Lohr); incontri con Marco Boccitto (Appunti di Afronomia), Massimo Nunzi (Giocajazz!, consigliato dai 7 ai 13 anni), Luigi Onori (Il jazz e lAfrica). Roma SABATO 29 E DOMENICA 30 MARZO,
VENERDI' 4 E SABATO 5 APRILE (CASA DEL JAZZ)
Dal 24 aprile in libreria Stelle deboli, La storia di Sid Vicious e Nancy Spungen, di Daniele Paletta con prefazione di Massimo Cotto (Vololibero, pp. 128, euro 13). Lautore scrive di musica ed booking agent di artisti italiani e stranieri. La storia del rapporto tra il leader dei Sex Pistols e la sua compagna, finita con la morte mai chiarita di Nancy in una stanza del Chelsea Hotel di New York, viene trasposta in forma di romanzo. Senza mai perdere di vista la realt di due vite tormentate e del loro triste epilogo.
Mark Kozelek
Torna il leader dei Red House Painters e Sun Kill Moon. Roma VENERDI' 4 APRILE (CIRCOLO
DEGLI ARTISTI)
Crossroads
La storica rassegna itinerante Jazz e altro in Emilia Romagna ha in cartellone: Paolo Caruso & Franco Costantini, Antonello Salis & Hamid Drake (stasera, Cassero Teatro Comunale di Castel San Pietro Terme, Bo); Ada Montellanico Quartetto in un omaggio a Abbey Lincoln (domani, sempre al Cassero di Castel San Pietro Terme); Bill Frisell in Beautiful Dreamers (il 2 aprile, Teatro President di Piacenza); Paula Morelembaum Bossarenova Trio (il 3, La Tenda di Modena); Roberto Bartoli/Pasquale Mirra/Danilo Mineo Trio (il 4 al Teatro Comunale di Dozza, Bo); Daniele D'Agaro & Saverio Tasca in un tributo a Sean Bergin e Re-Union Trio (il 5, Teatro Comunale di Dozza, Bo). Comuni dell'Emilia Romagna
SABATO 29, DOMENICA 30 MARZO E DA MERCOLEDI' 2 A SABATO 5 APRILE (VARIE SEDI)
The Skatalites
Ska, rocksteady, reggae. La band ormai da cinquantanni sullonda musicale giamaicana. Marghera (Ve) SABATO 29 MARZO
(CS RIVOLTA) Parma DOMENICA 30 MARZO (MU)
Arcane Roots
Il trio inglese, tra Mars Volta, Tool e Rush. Udine MERCOLEDI' 2 APRILE (STUDIO 270) Roma GIOVEDI' 3 APRILE (PLANET)
Frankie Chavez
Il one-man band, nuovo fenomeno della scena blues portoghese. Mantova SABATO 29 MARZO (TOM) Bergamo DOMENICA 30 MARZO
(DA CONFERMARE) Bologna MARTEDI' 1 APRILE (BRAVO CAFE') Roma MERCOLEDI' 2 APRILE (CIRCOLO DEGLI ARTISTI) Torino GIOVEDI' 3 APRILE (MAISON MUSIQUE) Padova VENERDI' 4 APRILE (FISH MARKET) Livorno SABATO 5 APRILE (THE CAGE)
Sacri Cuori
Il post rock catartico del progetto di Antonio Gramentieri. Legnano (Mi) DOMENICA 30 MARZO
(IL CIRCOLONE)
Twin Forks
La nuova band del leader dei Dashboard Confessional, Chris Carrabba. Segrate (Mi) MERCOLEDI' 2 APRILE
(MAGNOLIA) Roma GIOVEDI' 3 APRILE (BLACKOUTAUSGANG) Firenze VENERDI' 4 APRILE (TENDER)
sgeir
Arriva il cantautore islandese, sulla scia di Bon Iver.
Rufus Wainwright
Il pop dautore di un figlio darte. Brescia VENERDI' 4 APRILE (TEATRO GRANDE)
Ausgang
La rassegna capitolina propone una serie di concerti dedicati alla scena
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DA RISCOPRIRE
HASIOR
di GIUSEPPE SEDIA
CRACOVIA
La retrospettiva Wladyslaw Hasior. European Rauschenberg? un lodevole tentativo di riportare in quota il grande artista polacco, dopo loblio nazionale in cui era caduto negli Novanta (mor nel 1999). Oltre un centinaio di opere saranno esposte al Mocak fino al prossimo 27 aprile a Cracovia per cancellare una volta e per tutte ogni tentativo di damnatio memoriae. Il dibattito pluridecennale sulla rimozione del monumento Iron Organ (1966) vandalizzato ripetutamente dopo il 1989 ha contribuito a creare il falso mito di Hasior artista di partito. Concepito come una pantagruelica scultura sonora destinata a essere suonata dal vento, lenorme organo di ferro installato installato a Czorsztyn, nella regione Podhale, non era certo unopera realizzata su commissione. Una targa commemorativa ai combattenti comunisti, aggiunta dai dirigenti locali, aveva cambiato i suoi connotati, trasformandolo in un monumento di propaganda. Il grande equivoco sulla figura di Hasior basato anche sul fuoco, elemento vivo e parte integrante delle sue sculture en plein air in cemento, che colano orizzontalmente nel suolo. Le lingue di fuoco che sormontano le sue figure non richiamano di certo le fiamme eterne dei monumenti socialisti: Nel 1960 ho estratto una forma scolpita dal terreno. Vi ho riconosciuto la figura di un San Sebastiano torturato. Ho deciso di accendere una fiamma sul suo petto, ha spiegato Hasior per raccontare la genesi degli uccelli di fuoco di Stettino e Koszalin e delle altre installazioni pirotecniche realizzate a Montevideo, Copenhagen e a Sdertlje, in Svezia. Un elemento che lartista origi-
nario di Nowy Sacz non abbandoner nemmeno negli ultimi anni di attivit, scarsamente documenti dalla mostra cracoviana. Nella performance Ecological Alarm (1991), infatti, Hasior d fuoco a un albero addobbato con delle mani di manichino. La scelta degli organizzatori sembra riflettere la scarsa fortuna dellopera di Hasior negli anni Ottanta e Novanta. Leclettismo della sua produzione tarda non ha, infatti, mai incontrato il favore della critica polacca. Sempre pi
isolato, in vecchiaia lartista di regime comprer un cane da guardia per sentirsi al sicuro dalle minacce anonime nella sua galleria Autorska, un singolare museostudio a Zakopane. Oltre a servire da alloggio, la galleria di autore, voluta dalla burocrazia locale nel 1985, era anche la sua isola felice. Dalla scelta nellallestimento delle proprie opere e della musica passando per lorganizzazione dei vernissage delle mostre di altri artisti, Hasior era il responsabile tout court del
proprio spazio espositivo. Il curatore della personale a lui dedicata, Jzef Chrobak, ha deliberatamente optato per una provocazione apparente nella scelta del titolo. Lopera di Hasior non mai stata nota oltreoceano. Inevitabile, dunque, che il suo nome non fosse tra quelli scelti per collettiva celebrativa The Art of Assemblage (1961) che si tenne al MoMA di New York. Certo che il terroir non quello di Rauschenberg. Ci si potrebbe arrampicare sugli specchi mettendo nello stesso calderone i due artisti in virt di un generico spirito del tempo che sembra aver guidato le sperimentazioni formali di entrambi. Dopotutto, i primi collage tridimensionali creati dallartista polacco, in perfetta solitudine, seguono appena di un paio di anni il celebrato letto rauschenberghiano che tutti conosciamo. Ma lassenza di una riflessione sulla civilt dei consumi nella produzione di Hasior resta un solco incolmabile, che separa nettamente la produzione dei due autori. Cresciuto in una realt in cui la circolazione dei beni era giocoforza limitata, Hasior ha pur sempre goduto di qualche privilegio negli anni della mala stabilizacja, piccola stabilizzazione gomulkiana. Il fatto che abbia girato lEuropa su due ruote in sella a una Jawa rossa 250, con qualche dollaro stropicciato nella scarpa, non sembra essere in contraddizione con la sua singolare spiritualit. Nella seconda met degli anni Sessanta, Hasior tagliava e cuciva i suoi primi stendardi. Ispirati alla coreografia processionale, tali gonfaloni venivano realizzati utilizzando gli stessi materiali dei suoi assemblage: pelliccia, ritagli di stampe religiose, posate, bambole di plastica e piccoli soprammobili. Veri e propri oggetti di scena, gli stendardi hasiora-
Una grande mostra a Cracovia riscatta lartista dallequivoco che lo voleva solo assoldato al regime. Dimenticato, minacciato in vita, il creatore del monumento Iron Organ torna a stupire con oltre cento opere
ni a volte bruciati in occasione di alcuni happening saranno poi anche utilizzati dallartista per organizzare nel 1973 una processione a Lacko, con laiuto della comunit locale. Attraverso i suoi collage tridimensionali, Hasior ha sempre rivendicato lintimit dellesperienza religiosa. La sua iconoclastia
testimoniata dal fatto che lartista non abbia mai potuto contare su una committenza ecclesiastica. Lartista ha saputo coniugare in modo unico kitsch e ungeheuer, cannibalizando lestetica del bibelot da salotto, che viene accostato in modo indedito al sacro. La sua iconosfera popolata da figurine di Cristo dal corpo tozzo in metallo, pezzi di pane, ninnoli, angeli meccanici dalle ali di aereo, schegge di vetro. Nellassemblage Zwiastowanie (1966), lepisodio dellannunciazione viene communicato attraverso un telefono incollato su tavola. A volte, la figura di Cristo viene messa in relazione con quella di Icaro che precipita dal cielo in picchiata come un bombardiere. In modo diverso dalla bestemmia, tavolta programmatica della generazione dellarte critica negli anni Novanta, lopera di Hasior sembra provocare il sacer nel ventesimo secolo soltanto per interrogarlo.