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6 Aprile 2014 - V Domenica di Quaresima - Anno A

6 Aprile 2014 - V Domenica di Quaresima - Anno A


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Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura(Mc 16, 15). Se qualcuno si vergogner di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergogner di lui quando ritorner nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi (Lc 9, 26).

Disegno di Sergio Toppi

Io sono la risurrezione e la vita Il racconto della risurrezione di Lazzaro una delle storie di segni che racconta san Giovanni. Si tratta qui di
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presentare Ges, vincitore della morte. Il racconto culmina nella frase di Ges su se stesso: Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me non morr in eterno (vv. 25-26). Che Dio ab b ia il potere di vincere la morte, gi la convinzione dei racconti tardivi dellAntico Testamento. La visione che ha Ezechiele della risurrezione delle ossa secche - immagine del ristab ilimento di Israele dopo la catastrofe dellesilio b ab ilonese - presuppone questa fede (Ez 37,1-14). Nella sua Apocalisse, Isaia si aspetta che Dio sopprima la morte per sempre, che asciughi le lacrime su tutti i volti (Is 25,8). E, per concludere, il lib ro di Daniele prevede che i morti si risveglino - alcuni per la vita eterna, altri per lorrore eterno (Dn 12,2). Ma il nostro Vangelo va oltre questa speranza futura, perch vede gi date in Ges la risurrezione e la vita che sono cos attuali. Colui che crede in Ges ha gi una parte di questi doni della fine dei tempi. Egli possiede una vita senza fine che la morte fisica non pu distruggere. In Ges, rivelazione di Dio, la salvezza presente, e colui che associato a lui non pu pi essere consegnato alle potenze della morte.

+ Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 11,1-45) Io sono la risurrezione e la vita In quel tempo, un certo Lazzaro di Betnia, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciug i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Ges: Signore, ecco, colui che tu ami malato. Alludire questo, Ges disse: Questa malattia non porter alla morte, ma per la gloria di Dio, affinch per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato. Ges amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sent che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: Andiamo di nuovo in Giudea!. I discepoli gli dissero: Rabb, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?. Ges rispose: Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perch vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perch la luce non in lui. Disse queste cose e poi soggiunse loro: Lazzaro, il nostro amico, s addormentato; ma io vado a svegliarlo. Gli dissero allora i discepoli: Signore, se si addormentato, si salver. Ges aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Ges disse loro apertamente: Lazzaro morto e io sono contento per voi di non essere stato l, affinch voi crediate; ma andiamo da lui!. Allora Tommaso, chiamato Ddimo, disse agli
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altri discepoli: Andiamo anche noi a morire con lui!. Quando Ges arriv, trov Lazzaro che gi da quattro giorni era nel sepolcro. Betnia distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come ud che veniva Ges, gli and incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Ges: Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la conceder. Ges le disse: Tuo fratello risorger. Gli rispose Marta: So che risorger nella risurrezione dellultimo giorno. Ges le disse: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivr; chiunque vive e crede in me, non morir in eterno. Credi questo?. Gli rispose: S, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo. Dette queste parole, and a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: Il Maestro qui e ti chiama. Udito questo, ella si alz subito e and da lui. Ges non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora l dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro. Quando Maria giunse dove si trovava Ges, appena lo vide si gett ai suoi piedi dicendogli: Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!. Ges allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domand: Dove lo avete posto?. Gli dissero: Signore, vieni a vedere!. Ges scoppi in pianto. Dissero allora i Giudei: Guarda come lo amava!. Ma alcuni di loro dissero: Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far s che costui non morisse?. Allora Ges, ancora una volta commosso profondamente, si rec al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Ges: Togliete la pietra!. Gli rispose Marta, la sorella del morto: Signore, manda gi cattivo odore: l da quattro giorni. Le disse Ges: Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?. Tolsero dunque la pietra. Ges allora alz gli occhi e disse: Padre, ti rendo grazie perch mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma lho detto per la gente che mi sta attorno, perch credano che tu mi hai mandato. Detto questo, grid a gran voce: Lazzaro, vieni fuori!. Il morto usc, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Ges disse loro: Libertelo e lascitelo andare. Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ci che egli aveva compiuto, credettero in lui.

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Dalla Parola del giorno Ges scoppi in pianto Lazzaro, vieni fuori! Dopo il grande segno dell'illuminazione della scorsa settimana, Giovanni ci porta a contemplare l'ultimo dei sette segni del suo Vangelo. Con occhi nuovi, trasformati dalla Parola di Ges, possiamo guardare e capire il segno di Betania. Il racconto di questo prodigioso ritorno alla vita di Lazzaro molto animato; numerosi sono i personaggi che si muovono sulla scena. Al centro, come sempre, ci sta Ges. Tutta la scena ruota attorno a Lui, alla sua presenza e alle sue parole. L'amico Lazzaro morto e le sue sorelle nutrono un p di risentimento verso Ges: Dov'eri quando avevamo bisogno di te? Se fossi stato qui le cose sarebbero andate diversamente! Marta e Maria sono chiuse nelle loro attese e in questo atteggiamento quanto ci assomigliano! Anche noi vorremmo un Dio interventista: tu mandi un sms e subito il problema risolto, alzi bandiera bianca e lui l servizievole e premuroso a tirati fuori dai guai. Forse giunto il momento di uscire dall'infanzia della fede ed eliminare dal nostro immaginario religioso questo "dio" che ci tratta come dei poveri cucciolotti imbranati. Il Dio di Ges Cristo ci mette in un cammino autentico di fede adulta. Certo: come noi anche Marta e Maria vorrebbero un Dio che salva "dalla" morte, che toglie il peso della sofferenza e libera dalla paura. Ma Ges ci rivela un Dio che ci tratta da adulti salvandoci "nella" morte, condividendo con noi il peso della sofferenza e della paura. Qui ritorna il discorso di settimana scorsa: la fede non cambia i fatti o le cose, ma il nostro modo di leggerli. Il dolore rimane dolore, ma sai che non sei solo, che Lui con te. La salvezza donata da Ges prima di tutto la salvezza dalla disperazione della solitudine. Lui l' Emmanuele, il Dio con noi! La resurrezione di Lazzaro un' anticipazione della grande notizia della Pasqua: la morte sconfitta, non pi l'ultima parola sulla vita dell'uomo! come se Giovanni ci consegnasse una mappa per poter capire e decifrare il cammino che Ges si prepara a compiere. Lazzaro morir di nuovo, la sua resurrezione non come quella di Ges, ma il suo ritorno alla vita indica che la morte non pi padrona dell'uomo. Vorrei attirare la vostra attenzione su un ultimo particolare di questo racconto che spesso viene liquidato in fretta: il pianto di Ges. S, cari amici, Ges piange per il suo amico Lazzaro. Ho letto che grandi studiosi hanno dato moltissime interpretazioni a questo pianto, e io - che sono un prete di quartiere - mi fermo a quello che dice il Vangelo: Ges disse: "Dove l'avete posto? ". Gli dissero: "Signore, vieni a vedere! ". Ges scoppi in pianto. Dissero allora i Giudei: "Vedi come lo amava!". stupenda questa immagine: Ges arriva davanti al sepolcro del suo amico e piange. Dio non quell'essere imperturbabile, perfetto e asettico che spesso ci siamo immaginati. Dio non un cinico ingeniere che si preoccupa di far girare tutti gli ingranaggi dell'universo con scientifico distacco. Guardate Ges che piange davanti al sepolcro del suo amico e poi ditemi se ancora possibile pensare ad un Dio cos! Fratello che soffri scavato dal dolore, perch dopo quell'incidente tuo figlio non ha ancora riaperto gli occhi, devi sapere che Ges piange con te! Sorella che non ti dai pace perch vedi il tuo matrimonio andare dove mai avresti immaginato, devi sapere che Ges piange con te! Amici che non sapete pi cosa fare perch vostra figlia ha deciso di smettere di mangiare, dovete sapere che Ges piange con voi! A voi, fratelli e sorelle masticati dalla vita, Ges rivolge le stesse parole che scatenarono la speranza nel cuore di Marta e Maria: "Io sono la resurrezione e la vita". Allora coraggio! Rotoliamo via le pietre dai nostri sepolcri, liberiamo le nostre chiusure e facciamo prendere aria alla fede ammuffita che stancamente ci trasciniamo dietro. Ges ci chiama fuori dai nostri
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sepolcri per iniziare una vita nuova! Pronti? Buon cammino di Quaresima don Rob erto Seregni

Non resta, in questo ultimo scorcio di Quaresima, che rientrare in noi stessi, chiedere allo Spirito di Dio, di raddrizzare ci che storto e di aiutarci a vivere come Lui vuole: 'Piega ci che rigido, drizza ci che sviato. Dona ai tuoi fedeli, che solo in Te confidano, i Tuoi santi doni. Dona virt e premio, dona morte santa, dona gioia eterna'. Facciamo nostra la preghiera elaborata da Mons. A. Maggiolini, chiedendo a Dio di poter vivere con Lui la gioia di essere risorti: "Signore, non ho pretese da accampare, n meriti da far valere, perch tu mi conceda il tuo perdono. La tua misericordia soltanto grazia. Grazia che non si arresta davanti a nessuna colpa, davanti a rivolte o dimenticanze, davanti ad una vita aggrovigliata che ti fronteggia, deturpata e poi affondata nelle tenebre angoscianti, poggiata sul nulla. Non c' peccato che tu non possa rimettere. Le tue parole rendono il cuore puro e affidato a te, come nei giorni della verit. Fra me a tradirti e tu a perdonarmi, sar io il primo a desistere, ma tu vuoi avere - per grande grazia -l'ultima parola: "Ti sono rimessi tuoi peccati. Va' in pace e non peccare pi. Grazie, o Ges, per questo tuo gran Cuore. Amen."

Di fronte alla morte fisica e alle tante altre morti, il discorso del cristiano non di tipo consolatorio. Il Vangelo non ci dice: Rassegnati, tanto non puoi farci nulla. Ges si impegna per ogni sofferenza dell'uomo, compresa l'ultima e definitiva, la morte. Comanda a Lazzaro di risorgere per dirci che, con l'aiuto di Dio, non ci sono limiti nel nostro impegno contro la morte, contro tutte le morti. Di fronte alle quotidiane razioni di massacri e di violenze contro l'uomo che sfilano sul teleschermo, non possiamo assumere un atteggiamento distaccato, disimpegnato: Non posso farci nulla, ci pensino i governi, ci pensi l'Onu. Oggi purtroppo questo l'atteggiamento pi comune. La sofferenza e la morte
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degli altri diventano spettacolo televisivo, cronaca di giornale, forse una piccola commozione momentanea e niente pi. Togliete la pietra! possibile togliere la pietra della chiusura alla vita? Se solo comprendessimo che al chiuso si muore! Pi ti rintani nel tuo e pi ti privi della possibilit di vivere. Se vuoi respirare a pieni polmoni, togli la pietra... e vai incontro a chiunque. Meglio prendere schiaffi che morire asfissiati...

Io non esistevo: quanto ho, tutto ho ricevuto da Dio; e tutti i b eni che desidero potr trovarli in lui, unica fonte di ogni b ene (BM, p. 31).

Disegno di Sergio Toppi

Il Signore in cammino con il suo popolo. E perch camminava con il suo popolo, con tanta tenerezza? Per ammorb idire il nostro cuore. Esplicitamente lo dice, Lui: Io far del tuo cuore di pietra un cuore di carne. Ammorb idire il nostro cuore per ricevere quella promessa che aveva fatto nel Paradiso. Per un uomo entrato il peccato, per un altro uomo viene la salvezza. E questo cammino tanto lungo aiut tutti noi ad avere un cuore pi umano, pi vicino a Dio, non tanto superb o, non tanto sufficiente. La salvezza non si compra, non si vende: si regala. gratuita. Noi non possiamo salvarci da noi stessi: la salvezza un regalo, totalmente gratuito. Non si compra con il sangue n di tori n di capre: non si pu comprare. Soltanto, per entrare in noi questa salvezza chiede un cuore umile, un cuore docile, un cuore ob b ediente. Come quello di Maria. E, il modello di questo cammino di salvezza lo stesso Dio, suo figlio, che non stim un b ene irrinunciab ile, essere uguale a Dio. Paolo lo dice.
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Santa Marta, 25 marzo 2014

Chi guarda fuori sogna. Chi guarda dentro si sveglia. Carl Jung

Il pi vecchio si chiamava Frank e aveva vent'anni. Il pi giovane era Ted e ne aveva diciotto. Erano sempre insieme, amicissimi fin dalle elementari. Insieme decisero di arruolarsi nell'esercito. Partendo promisero a se stessi e ai genitori che avrebbero avuto cura l'uno dell'altro. Furono fortunati e finirono nello stesso battaglione. Quel battaglione fu mandato in guerra. Una guerra terribile tra le sabbie infuocate del deserto. Per qualche tempo Frank e Ted rimasero negli accampamenti protetti dall'aviazione. Poi una sera venne l'ordine di avanzare in territorio nemico. I soldati avanzarono per tutta la notte, sotto la minaccia di un fuoco infernale. Al mattino il battaglione si radun in un villaggio. Ma Ted non c'era. Frank lo cerc dappertutto, tra i feriti, fra i morti. Trov il suo nome nell'elenco dei dispersi. Si present al comandante. "Chiedo il permesso di andare a riprendere il mio amico", disse. " troppo pericoloso", rispose il comandante. "Ho gi perso il tuo amico. Perderei anche te. L fuori stanno sparando". Frank part ugualmente. Dopo alcune ore trov Ted ferito mortalmente. Se lo caric sulle spalle. Ma una scheggia lo colp. Si trascin ugualmente fin al campo. "Valeva la pena morire per salvare un morto?", gli grid il comandante. "S" sussurr, "perch prima di morire, Ted mi ha detto: Frank, sapevo che saresti venuto". Questo diremo a Dio in quel momento: "Sapevo che saresti venuto". Bruno Ferrero

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