(1838-1916)
Secondo Cohen, fu mal interpretato come un riduzionista e un soggettivista radicale. Oggi invece subisce una profonda rivalutazione.
sopravvivenza biologico-evolutiva, entra in gioco come fattore di rilevante importanza il caso. Questultimo non implica passivit delluomo o fatalismo, ma capacit di registrare le novit e disvelarne gli elementi positivi.
Compito della scienza ricercare ci che costante nei fenomeni naturali, gli elementi di questi, il modo del loro rapporto e la loro reciproca dipendenza. Mediante la descrizione chiara e completa la scienza cerc di rendere inutile il ricorso a nuove esperienze, di risparmiare esperienze. Una volta che si conosca la dipendenza reciproca di due fenomeni, losservazione di uno rende superflua quella dellaltro che co-determinato e predeterminato dal primo. Anche nella descrizione pu essere risparmiato lavoro, usando metodi che permettono di descrivere in una sola volta e nel modo pi breve ve il maggior numero di fatti. [...] Tutta la scienza ha lo scopo di sostituire, ossia di economizzare esperienze mediante la riproduzione e l'anticipazione di fatti nel pensiero. Queste riproduzioni sono pi maneggevoli dell'esperienza diretta e per certi rispetti la sostituiscono. Non occorrono riflessioni molto profonde per rendersi conto che la funzione economica della scienza coincide con la sua stessa essenza. necessario avere idee chiare su questo argomento, se si vuol evitare ogni forma di misticismo. La comunicazione del sapere attraverso linsegnamento trasmette all'allievo l'esperienza compiuta da altri, gli permette cio di risparmiare esperienze. Conoscenze sperimentali di intere generazioni diventano possesso di quelle successive per mezzo di scritti conservati nelle biblioteche. Anche il linguaggio, che il mezzo della comunicazione, uno strumento economico. E. Mach, La meccanica nel suo sviluppo storico-critico, trad. di A. DElia, Boringhieri4
Mach soggettivista?
Daltra parte dicendo che il mondo non un dato reale, ma un insieme di elementi/sensazioni, non si vuol dare una visione del mondo, ma semplicemente dotarsi di una serie di proposizioni valide per tutti i domini delle scienze naturali (dalla psicologia alla fisica). Quindi solo stando allinterno della prospettiva olistica della scienza che Mach porta innanzi, si pu comprendere la portata di tale posizione, che non metafisica ma appunto funzionale al libero sviluppo della scienza. In questa prospettiva un fenomeno meccanico non mai a s stante, ma sempre correlato e condizionato dai fenomeni fisiologici (mente-cervello).
1. Non esistono fenomeni puramente meccanici. Quando delle masse si comunicano accelerazioni reciproche, in apparenza vi solo un fenomeno di moto, ma in realt a questo moto sono legate variazioni termiche, magnetiche ed elettriche che, nella misura in cui si producono, modificano quel fenomeno. Inversamente condizioni termiche, magnetiche, elettriche e chimiche possono determinare un movimento. I fenomeni puramente meccanici sono dunque astrazioni, compiute consapevolmente o no, allo scopo di semplificazione. Lo stesso si pu dire per tutte le altre classi di fenomeni fisici. Volendo parlare con precisione, ogni fenomeno appartiene a tutti i domini della fisica, che sono distinti l'uno dall'altro per ragioni convenzionali, per ragioni fisiologiche o anche per ragioni storiche. 2. La concezione secondo cui la meccanica il fondamento di tutte le altre parti della fisica, e perci tutti i fenomeni fisici debbono essere spiegati meccanicamente, per noi un pregiudizio. La 4 tratto da Reale Antiseri, storia della Filosofia, La Scuola, vol. 3, p. 371
conoscenza pi antica in ordine di tempo deve necessariamente restare il fondamento dell'intelligibilit di ci che scoperto pi tardi. Concezioni del tutto nuove si affermano man mano che si va allargando la sfera dei fenomeni conosciuti e catalogati. Almeno per ora non ci possibile stabilire sei fenomeni meccanici costituiscano la natura pi profonda delle cose o ne siano invece l'aspetto pi superficiale. Forse i fenomeni sono tutti di uguale profondit. Del resto nella stessa meccanica nessuno considera il principio pi antico, quello della leva, come il fondamento di tutte le altre leggi. La concezione meccanicistica della natura ci appare come un'ipotesi storicamente comprensibile, giustificabile, forse anche temporaneamente utile, ma del tutto artificiosa. Per restare fedeli al metodo che ha condotto gli scienziati pi illustri, Galileo, Newton, S. Carnot, Faraday, . R. Mayer, alle loro grandi scoperte, dobbiamo limitarci all'espressione del fattuale, senza costruire ipotesi su ci che sta al di la di questo, e non pu essere conosciuto e verificato. Noi dobbiamo semplicemente accertare la relazione reale dei moti delle masse, le variazioni di temperatura, le variazioni di valore della funzione potenziale, le variazioni chimiche, e non immaginare sotto questi elementi niente altro che propriet o caratteri fisici conoscibili direttamente o indirettamente mediante l'osservazione. [...] E. Mach, La meccanica nel suo sviluppo storico critico, pp. 484-4855
senso qualitativo e quantitativo, se le pareti del vaso divenissero sempre pi massicce, fino a uno spessore di qualche miglio. Di fronte te a noi sta quell'unico fatto; il nostro compito di metterlo d'accordo con gli altri fatti che gi conosciamo, non con le nostre ' arbitrarie fantasticherie. Esaminando i principi scoperti da Galileo, Newton si rese subito conto del grande valore che la legge d'inerzia, semplice e precisa, poteva avere per un'esposizione deduttiva della meccanica, e non rinunci a servirsene. Egli per non poteva accettare questa legge nella sua forma ingenua, cio riferita alla terra supposta in quiete. Infatti per Newton la rotazione della terra era un fatto non pi discutibile: fuor d'ogni dubbio la terra ruota. La felice scoperta di Galileo poteva valere solo approssimativamente per piccoli spazi e tempi brevi, per i quali non si prende in considerazione la rotazione della terra. Le leggi newtoniane sul moto dei pianeti restano conformi alla legge d'inerzia anche se questi moti sono riferiti al cielo delle stelle fisse. Nel quinto corollario dei Principia Newton stabil un sistema di riferimento universalmente valido. Immagin un sistema istantaneo di coordinate, fissato alla superficie terrestre, fermo nello spazio senza alcuna rotazione rispetto al cielo delle stelle fisse, per il quale valida la legge d'inerzia. Attribu inoltre a questo sistema senza pregiudicarne l'applicabilit - una qualunque posizione iniziale e una traslazione uniforme rispetto al sistema istantaneo terrestre prescelto. [...] In questo modo Newton ha dato un preciso significato alla sua generalizzazione ipotetica della legge d'inerzia galileiana. Constatiamo ancora una volta che il riferimento a uno spazio assoluto non per nulla necessario. Anche nel caso qui esaminato, come in ogni altro, il sistema di riferimento relativo. Newton/ton, malgrado una cena propensione all'assoluto metafisico, si lasci sempre guidare dalla prudenza dello scienziato. [...] Dire che una cosa A muta con il tempo significa semplicemente dire che gli stati di una cosa A dipendono dagli stati di un'altra cosa B. Le oscillazioni di un pendolo avvengono nel tempo, in quanto la sua escursione dipende dalla posizione della terra. Dato per che non necessario prendere in considerazione questa dipendenza, e possiamo riferire il pendolo a qualsiasi altra cosa (i cui stati naturalmente dipendono dalla posizione della terra), si crea l'impressione errata che tutte queste cose siano inessenziali. S, nell'osservazione del moto pendolare possiamo astrarre da tutti i corpi esterni e scoprire che a ciascuna posizione del pendolo corrispondono nostre sensazioni e pensieri diversi. Il tempo ci appare allora come qualcosa a s stante, dallo scorrere del quale dipende la posizione del pendolo, mentre i corpi che prima avevamo liberamente preso per riferimento sembrano perdere ogni importanza. Ma non dobbiamo dimenticare che tutte le cose sono in dipendenza reciproca e che noi stessi, con i nostri pensieri, siamo solo una pane della natura. Non siamo in grado di misurare i mutamenti delle cose rapportandoli al tempo. Al contrario il tempo un'astrazione, alla quale arriviamo proprio attraverso la constatazione del mutamento, grazie al fatto che per la dipendenza reciproca delle cose non siamo costretti a servirci di una determinata misura. Chiamiamo uniforme quel moto, nel quale incrementi uguali di spazio corrispondono a incrementi uguali di spazio in un moto di riferimento (la rotazione della terra). Un moto pu essere uniforme solo in rapporto a un altro, Il problema se un moto sia uniforme in s privo di significato. Allo stesso modo non si pu parlare di "tempo assoluto" ( indipendente da ogni mutamento). Infatti questo tempo assoluto non pu essere commisurato ad alcun moto, e perci non ha valore n pratico n scientifico. Nessuno pu pretendere di sapere alcunch al riguardo di esso. dunque un inutile concetto "metafisico". E. Mach, La meccanica nel suo sviluppo storico critico, pp. 484-485)8
Aspetti critici
Interessanti due polemiche che vedono Mach protagonista seppure secondo ruoli diversi. La prima innescata contro di lui da Lenin, che contesta lempirio-criticismo ritenendolo un idealismo berkeleiano e considerandolo lesivo di una visione materialistica del mondo quale quella su cui si basa il marxismo rivoluzionario. La seconda trova Mach come propugnatore di una critica allatomismo, qualora questo fosse individuato come una sorta di base oggettiva esterna su cui interpretare tutti i fenomeni. Mach infatti non intuisce il valore delle nuove teorie scientifiche che rivoluzioneranno il panorama della fisica del Novecento. La sua preoccupazione in sostanza che si venissero a creare nuovi presupposti rigidi, tali da frenare la evoluzione della scienza. E per indubbio il peso che il pensiero di Mach ebbe nei confronti del giovane Einstein (per sua stessa affermazione) nel lavoro di questultimo volto al superamento della distinzione tra le due nozioni di spazio e di tempo. Le critiche machiane ai presupposti prima ritenuti inamovibili delle
8 tratto da M. Cantelli, D. Rossi, Ernst Mach e la crisi della fisica classica, Cedam 1995, pp. 43-44.
nozioni della fisica classica, sono elemento fondamentale per la nascita della dottrina della relativit.