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DIARIO
DI
n uno dei miei pi lontani ricordi c mia madre, allora appena quarantenne, che insegue gridando come unossessa due uomini tarchiati con indosso ununiforme blu, lungo il sentiero che si allontanava dalla nostra porta dingresso. Gli uomini mi sembravano inverosimilmente corpulenti, la loro repentina fuga da una donna di mezza et un po improbabile. Erano stati chiamati da un vicino di casa particolarmente rispettoso della legge, che aveva notato un numero sospetto di bambini Kaffir arrivare alla nostra casa con regolarit, ogni giorno. Trovatisi di fronte a una donna bianca impertinente, che rifiutava di sentirsi in soggezione davanti a loro, non avevano saputo che altro fare anche se i loro superiori avrebbero ben presto escogitato un mezzo efficace per porre fine alla sua trasgressione. I bambini Kaffir, alla cui presenza in un quartiere bianco il vicinato si opponeva cos tenacemente, erano miei amici, giovani scolari del kindergarten di tutte le razze messo su da mia madre per i figli dei lavoratori neri della citt. Liniziativa era illegale, e alla fine fu fatta chiudere. Ci nonostante essa mi consent di usufruire di un privilegio pressoch unico tra i bambini bianchi: la possibilit di crescere, giocare e conoscere bambini di ogni colore. Il Preservation of Good Morals Act, approvato nellagosto 1980 (allincirca nel periodo in cui io, a due anni e mezzo det, fui testimone dellestromissione dal nostro giardino di quei robusti poliziotti), avall la segregazione razziale imposta dalle leggi di apartheid vigenti. I sudafricani erano separati a ogni livello sociale possibile, in ogni possibile contesto di vita dal lavoro allistruzione, dai trasporti alle residenze private: la gente di colore non poteva viaggiare a bordo degli autobus dei bianchi. Non poteva possedere una casa nelle aree dei bianchi (e per altro neppure entrare in quei quartieri senza uno speciale permesso). I bambini di colore non potevano frequentare le eccellenti scuole statali destinate ai bambini bianchi. Il kindergarten abusivo di mia madre fu chiuso quando compii quattro anni, nello stesso anno in cui lInternal Security Act e il National Security Act divennero leggi. Tali normative regolavano non soltanto linterdizione di talune pubblicazioni, ma altres linterdizione di alcuni esseri umani. Le clausole previste da tali leggi non erano poi molto dissimili da quelle del Patriot Act approvato di recente negli Stati Uniti, e cos poco sinceramente denominato: chi sospettato di attivit terroristiche pu essere recluso a tempo indeterminato, in isolamento, senza processo e senza rappresentanza legale.
APARTHEID
RICHARD MASON
Essendo figlio di dissidenti politici, io ho conosciuto le procedure del regime di apartheid meglio di quanto non abbiano potuto fare molti altri bianchi. Grazie alle attivit di mia madre, che diresse la campagna elettorale di Helen Suzman (parlamentare anti-apartheid e candidata al Premio Nobel per la Pace), la mia famiglia era costantemente vessata. Quando uscivamo ci pedinavano. Le nostre conversazioni a telefono erano registrate. Nel bel mezzo della notte il nostro telefono squillava e dei perfetti sconosciuti apostrofavano i miei genitori, definendoli amanti dei Kaffir, e avvertendoli che i loro bambini avevano i giorni contati. Dopo che il kindergarten di mia madre fu fatto chiudere, non rividi pi i miei compagni di scuola neri. Senza alcun dubbio alcuni di loro andarono a unirsi alle sommosse che inneggiavano alla disintegrazione del regime di apartheid. Avendo rifiutato listruzione al di sotto di standard accettabili offerta loro dallo Stato, bruciarono le loro scuole, inducendo i bianchi disinformati a concludere che i neri, molto semplicemente, non volevano essere istruiti. Mentre oggi scrivo queste cose, ora che si avvicina il decimo anniversario della democrazia sudafricana, sembra quasi un miracolo che il Sudafrica non abbia imboccato la spirale che conduce alla guerra civile. Lesempio ispirato di personaggi come Nelson Mandela e Desmond Tutu ha evitato il bagno di sangue e ha infuso speranza alla nazione. Da dieci anni siamo liberi, e la nostra eguaglianza di esseri umani gelosamente tutelata dalla legge ed garantita da una delle pi illuminate Costituzioni del mondo. Il clima politico della mia infanzia la reclusione senza processo, la censura della stampa, gli episodi quotidiani di ineffabile violenza sembra ormai soltanto un brutto sogno, un incubo particolarmente tenebroso e macabro. Il 14 aprile 2004 tutti i sudafricani hanno potuto votare nella terza libera tornata elettorale del paese. Lo ha fatto pi del 76% della popolazione avente diritto. C da rallegrarsene? Sicuramente. Ma nel suo complesso il quadro della situazione un poco pi preoccupante. La democrazia si basa su un sistema multipartitico e richiede unopposizione in grado di tenere a
Sudafrica,nascitadiunademocrazia
NADINE GORDIMER
CHE cos lapartheid? Dipende da chi risponde. Se lo chiedete a un membro del governo sudafricano, vi dir che lo sviluppo separato e parallelo di bianchi e neri. Se lo chiedete a un comune cittadino bianco che appoggia quella politica, vi dir che lo strumento per conservare il Sudafrica bianco. Se lo chiedete a un nero be, potrebbe darvi una qualsiasi delle tante risposte che emergono dagli aspetti dellapartheid con cui si scontrato quel giorno, poich per lui non si tratta n di un concetto ideologico n di una politica, bens di un contesto entro il quale tutta la sua vita - lo studio, il lavoro, lamore rigorosamente confinata. Tutte queste cose, grandi e piccole, e molte altre Se volete sapere come vivono gli africani donne e uomini neri in Sudafrica, otterrete in cambio della vostra curiosit una descrizione dellapartheid nei fatti, perch nella vita di un nero, in tutta la sua vita, il rifiuto da parte del bianco ha sempre lultima parola.
APARTHEID.
bada un esecutivo avido di potere. Linquietante realt che il Sudafrica, pur avendo indubbiamente fatto passi avanti, resta tuttora uno Stato unipartitico. Thabo Mbeki, il presidente che a chiare lettere (e tragicamente) ha dichiarato che lHiv non provoca lAids, stato eletto con il 70% dei voti, mentre Alleanza Democratica (il suo rivale pi forte) ha raggiunto a stento il 14%. Dal 1994, anno in cui andato al potere il partito di Mbeki, lAnc, la Costituzione ha rappresentato la pi efficace misura cautelare contro il governo di un solo partito. Quando il governo di Mbeki and per le lunghe nel prendere una posizione in materia di faramaci anti-retrovirali, fu la Corte Costituzionale a imporgli di rivedere immediatamente la sua politica, nonostante quel ritardo si sia rivelato fatale per migliaia di persone, essendo pari al 20% la percentuale stimata di sudafricani oggi positivi allHiv. La schiacciante maggioranza di Mbeki alle elezioni di questo mese gli concede un effettivo potere di veto sulla Costituzione, e la verit che dovrebbe far riflettere che lombra dellapartheid tuttora aleggia sulla vita di molti sudafricani. I bambini che frequentavano il kindergarten abusivo di mia madre sono cresciuti in un paese sullorlo della guerra civile, in una societ lacerata dalla violenza e dallodio razziale. Hanno ricevuto unistruzione discontinua, e ora si chiedono per che cosa abbiano lottato, visto che le migliori scuole della nazione continuano a essere affollate da bambini bianchi e che il presidente scialacqua le vitali risorse del paese in quisquilie varie, come jet privati. Nel 1999, con i proventi di Anime alla deriva ho istituito la Kay Mason Foundation per fornire borse di studio ai bambini delle comunit svantaggiate. Lesempio di Desmond Tutu mi ha insegnato infatti che i singoli individui possono cambiare il mondo, e volevo offrire ad altri la possibilit di farlo, aiutandoli per quanto possibile. Sotto il suo patronato, la Fondazione ha prosperato: attualmente sono trenta i bambini che ricevono leccellente istruzione che meritano. Saremmo stolti a perdere di vista il nostro obiettivo nelle celebrazioni per la nuova democrazia sudafricana. Se la libert deve poter prosperare in questo paese, occorre che vi sia un elettorato colto, in grado di valutare con attenzione i propri leader e di decidere da solo. La battaglia per assicurare a tutti unistruzione di qualit appena agli inizi. Traduzione di Anna Bissanti Oggi tutti possono cambiare per sempre la vita di un bambino e spianare la strada al futuro di un paese. Per scoprire come, visitate il sito www. kaymasonfoundation. org.
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DIARIO
LE TAPPE PRINCIPALI
LE LEGGI RAZZIALI 1950 Con le prime leggi razziali proibito sposarsi tra persone di razze diverse e sono imposte zone residenziali separate. Ai bianchi, il 14% della popolazione, assegnato l87% della terra
SHARPVILLE 1960 A Sharpville la polizia spara sulla folla che protesta. I morti sono 69. Viene proclamato lo stato demergenza. Nel 1961 lAnc messo fuori legge e nel 1962 Nelson Mandela imprigionato
EMBARGO 1963-1974 Il Consiglio di Sicurezza Onu invita le nazioni ad applicare volontariamente lembargo sulla vendita di armi al Sudafrica. Lembargo reso vincolante nel 1974
I LIBRI
GEORGE M. FREDICKSON Breve storia del razzismo, Donzelli 2002 NELSON MANDELA Lungo cammino verso la libert. Autobiografia 1994 (ultima ed. 2004) MARCELLO FLORES Verit senza vendetta. Come il Sudafrica ha affrontato i crimini dellapartheid manifestolibri 1999 ASHWIN DESAI Noi siamo i poveri. Lotte comunitarie nel nuovo apartheid, Derive Approdi 2003 DESMOND TUTU Non c futuro senza perdono, Feltrinelli 2001 FRANCESCO MALGAROLI Le stagioni del Sudafrica, Sonda 2000 ANDR BRINK Unarida stagione bianca, Sperling Paperback 2001 J.D. FAGE Storia dellAfrica, SEI 1995 B. LUGAN Storia del Sud Africa, Garzanti 1989 HOSEA JAFFE La trappola coloniale oggi. Sudafrica, Israele, il mondo, Jaka Book 2003
a storia non prodiga di miracoli e quelle rare volte che davvero li elargisce, nessuno disposto a crederci. Cos accadde allalba del 27 aprile 1994. Tutti i profeti di sventura del mondo mediatico si erano dati convegno a Johannesburg. La Cnn aveva mandato colui che era ancora, a quel tempo, il principe dei suoi inviati di guerra, Peter Arnett. E lui si era attrezzato con la parabola sul tetto dellalbergo, come aveva fatto a Bagdad nei mitici giorni della guerra del Golfo, tre anni prima. Forse si aspettava qualcosa di simile. Era comunque comune sentire che il voto sudafricano, il primo voto a suffragio universale nella storia di quel paese, si sarebbe risolto in un bagno di sangue. Fu invece una giornata radiosa e una grandiosa festa democratica. Come fedeli di una stessa religione, sacerdoti di un comune mistero, in silenzio e disciplina, a chilometri, a milioni, i neri di tutto il Sudafrica si misero in coda davanti ai seggi elettorali. Un popolo eletto, che vedeva sorgere infine laurora della grande traversata dalla schiavit alla libert. Anime che vedevano esaudita la preghiera di generazioni, la pazienza, la passione, la sofferenza e la morte di tante migliaia di loro. Cittadini del mondo, perfettamente pronti da tempo, che aspettavano solo il momento in cui il loro diritto sarebbe stato riconosciuto. Maestri di tacita dignit, per tutti i razzisti convinti che la democrazia non roba da neri. Il senso di quella giornata fu soprattutto ideale. Lo spettacolo di maturit politica offerto dagli elettori sudafricani serv ad affermare un principio. Il principio secondo il quale la democrazia un valore universale. Nei mesi e negli anni che avevano preceduto quello storico 27 aprile, intellettuali e politologi dalle impeccabili credenziali liberal si erano affannati a spiegare che il Sudafrica avrebbe dovuto fare eccezione. Il concetto un uomo, un voto l non si sarebbe potuto applicare. Avrebbe significato una nuova oppressione, il dominio razziale della maggioranza nera sulla minoranza bianca. Il desiderio di rivalsa avrebbe avuto la meglio sulle migliori delle intenzioni. I neri avrebbe restituito con gli interessi ai bianchi sudafricani i decenni di iniquit e di sopraffazione che avevano dovuto patire. Soprattutto, si sarebbero divisi tra di loro e il Sudafrica sarebbe precipitato in una guerra tribale. Gli zulu non avrebbero mai accettato il predominio dei xhosa. Guru e soloni della scienza politica consigliavano perci una specie di cantonizzazione su base razziale o tribale, analoga a quella che veniva proposta in quegli stessi anni con lo stesso grado di insuccesso per la Bosnia-Erzegovina in guerra. Sono passati dieci anni e due elezioni, ciascuna delle quali ha fatto meno storia della precedente. Il Sudafrica oggi, nellanno di grazia 2004 e nel continente delle
CONFLITTO
Se le tensioni inter-etniche non si risolsero in bagni di sangue lo si deve alla grandezza dellAfrican National Congress e al suo leader Mandela
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dittature, una democrazia tranquilla. Nessuna di quelle profezie di sventura si avverata. I problemi sono infiniti, ma chi non ne ha? Chi non ne ha, in Africa? Se torniamo a quella fine aprile 94, dobbiamo aggiungere che la miopia dellOccidente sulle vicende africane ebbe in quelle stesse ore unaltra, devastante, sconvolgente conferma. In Sudafrica tutti gridavano a un massacro che non ci fu. Poco pi a nord, in Ruanda, stava invece raggiungendo il parossismo lecatombe dei tutsi ruandesi. L accadde esattamente il contrario: quello che si andava preparando era stato documentato, denunciato, preannunciato.
Ma nessuno intervenne. Chi aveva il potere di intervenire ed impedire le stragi Gli Stati Uniti, la Francia, il Consiglio di sicurezza dellOnu non fece nulla. Sapevano, e non agirono. Anche noi giornalisti rifiutammo di distogliere lo sguardo dalla festa sudafricana per interessarci piuttosto a quei cadaveri che i grandi fiumi ruandesi, il Nyabarongo e lAkagera, trascinavano via a migliaia nelle loro acque limacciose verso limmensit del lago Vittoria. Il Sudafrica gioiva, il Ruanda moriva, e dieci anni dopo i due ricordi non possono andare luno senza laltro. Giovi almeno lorrore ruandese ad esaltare retrospettivamente
la grandezza dei dirigenti del Sudafrica del dopo-apartheid, i quali seppero evitare al proprio paese unanaloga deriva di sangue. Il rischio, infatti, cera e la profezia non era inverosimile. La voglia di ripagare i bianchi per il male che avevano inflitto era grande. Le tensioni inter-etniche erano accesissime e in effetti nel KwaZulu-Natal era in corso un feroce scontro politico a forte connotazione tribale, che causava centinaia di morti. (Si sapeva allora, e si dimostrato ampiamente poi, che la guerra per bande del Natal era aizzata e fomentata dal morente regime dellapartheid). Se tutto questo non degener, se il bagno di sangue non ci fu, lo si deve a molte buone ragioni ma ad una soprattutto: la grandezza del gruppo dirigente dellAfrican National Congress e in particolare del suo leader, Nelson Mandela. Oggi Mandela un meraviglioso vecchio sorridente, che va a votare appoggiato al bastone e sorretto da mani sollecite. E da tempo in pensione, dopo il primo mandato presidenziale. E unicona pop di richiamo globale, ama farsi ritrarre con Bono Vox e Naomi Campbell. Ma prima di tutto questo egli stato uno statista di statura mondiale, forse il pi grande del secolo nel quale nato e uno dei massimi di tutti i tempi. Nessuno quanto lui ha saputo elevarsi al di sopra della propria storia e delle proprie tentazioni, tendere la mano a nemici feroci, predicare e praticare la riconciliazione, ricostruire moralmente un paese. Viva Nelson Mandela, davvero. Il Sudafrica del secondo decennio si presenta pur sempre come
CAMPAGNA ELETTORALE
Manifesti per Mandela presidente nella campagna elettorale del 1994
un paese pieno di incognite. LAfrican National Congress ha superato in queste ultime elezioni la fatidica soglia dei due terzi dei seggi parlamentari, che gli consente di modificare a piacimento la Costituzione. Potr, se vorr, farsi regime: il rischio presente. LAids resta una terribile emergenza nazionale, che continua a falcidiare la generazione di mezzo, mietendo decine di migliaia di vite. La guerra razziale non c stata ma lemorragia dei bianchi frustrati, insoddisfatti, spesso marginalizzati nelle professioni e nel business continua. La storia, insomma, non finita ma nessuno s mai illuso che lo fosse.
DORIS LESSING
Gli orrori del posto venivano occultati, come sempre succede, perch ci che la maggior parte dei visitatori vede la dolcezza della vita per i bianchi
Sorriso africano 1992
RYSZARD KAPUSCINSKI
Chi ha scritto sull apartheid ne ha sempre parlato come di un sistema ideato e vigente in Sudafrica. Ma molto pi universale e diffuso
Ebano 1998
Quello che sognava tanti anni fa si realizzato davvero? Le cose che io sognavo erano apparentemente semplici, la libert di parola e di espressione, luguaglianza tra bianchi e neri, stessa scuola e stessa educazione per tutti, e molto di questo sta accadendo davvero. Certo non tutto quello che avevamo immaginato gi vero, la maggior parte della nostra gente sa che abbiamo che ancora molta strada da fare. Ma il nostro governo guarda alla gente, pensa al popolo e i ragazzi crescono liberi, hanno la possibilit di studiare, molti di quelli che prima non avevano una casa o un lavoro oggi lhanno. Non ci nascondiamo, comunque, dietro alle cose che vanno bene: nel nostro paese non c abbastanza lavoro, non siamo riusciti a fare tutto quello che pensavamo fosse possibile e soprattutto abbiamo un problema che sembra quasi insormontabile, quello della povert. Lei sempre stata in prima linea nelle bat-
DIARIO
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SOWETO 1976 A giugno, nel sobborgo di Soweto a sud di Johannesburg, la giovent nera si rivolta contro lapartheid. E il soprassalto della coscienza nera. La repressione spaventosa, pi di cento le vittime
MANDELA 1990 L11 febbraio il presidente in carica F. W. De Klerk libera dal carcere Nelson Mandela (72 anni) e avvia un dialogo con lopposizione nera per smantellare progressivamente lapartheid
ELEZIONI 1994 Nel 1992 un referendum abolisce definitivamente il regime dellapartheid. Il 27 aprile 1994 libere elezioni con diritto di voto anche per i neri danno la vittoria all Anc. Nelson Mandela eletto presidente
I FILM
UNARIDA STAGIONE BIANCA Sudafrica 1976: la presa di coscienza di un professionista bianco che sar ucciso per aver deciso di far luce sullomicidio del giardiniere Di Euzhan Palcy 1988 GRIDO DI LIBERT Nel Sudafrica degli anni Settanta Biko, giovane leader dellopposizio ne nera, diventa amico di un bianco che si batte contro lapartheid Di Richard Attenborough 1987 UN MONDO A PARTE La tredicenne Molly si sente trascurata dai genitori, militanti contro lapartheid. Quando la madre finisce in prigione prende coscienza del valore del loro impegno Di Chris Menges 1988 LA FORZA DEL SINGOLO Sudafrica 1930: rimasto orfano, un ragazzino inglese chiamato P.K. viene mandato in un collegio di afrikaner filonazisti, dove subisce continue umiliazioni, fino a quando un anziano amico del nonno non lo manda a lezioni di boxe da un ex carcerato di colore Di John G. Avildsen 1992
Nel Sudafrica dellapartheid gli schiavi negri divennero ben presto lunica parte dellintera popolazione che lavorasse sul serio
Ci di cui presto si rendono conto, lui e sua madre, che a Citt del Capo persone di classi diverse frequentano scuole diverse