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Giovan Battista Guarini

Il Pastor fido
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Edizioni di riferimento
elettroniche
Liz, Letteratura Italiana Zanichelli
a stampa
G.Battista Guarini, Il Pastor fido, I, a cura di E. Bonora, Milano, Mursia, 1977
Design
Graphiti, Firenze
Impaginazione
Thsis, Firenze-Milano
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido
Sommario
Personaggi ....................................................... 5
Prologo ............................................................ 6
Atto primo ..................................................... 11
Scena prima .................................................... 11
Scena seconda ................................................. 19
Scena terza ...................................................... 27
Scena quarta ................................................... 31
Scena quinta ................................................... 38
Atto secondo.................................................. 45
Scena prima .................................................... 45
Scena seconda ................................................. 55
Scena terza ...................................................... 62
Scena quarta ................................................... 64
Scena quinta ................................................... 66
Scena sesta ...................................................... 74
Atto terzo ...................................................... 82
Scena prima .................................................... 82
Scena seconda ................................................. 84
Scena terza ...................................................... 88
Scena quarta ................................................... 98
Scena quinta ................................................. 100
Scena sesta .................................................... 108
Scena settima ................................................ 117
Scena ottava .................................................. 118
Scena nona .................................................... 122
Atto quarto .................................................. 126
Scena prima .................................................. 126
Scena seconda ............................................... 128
Scena terza .................................................... 135
Scena quarta ................................................. 143
Scena quinta ................................................. 145
Scena sesta .................................................... 153
Scena settima ................................................ 156
Scena ottava .................................................. 159
Scena nona .................................................... 164
Atto quinto .................................................. 174
Scena prima .................................................. 174
Scena seconda ............................................... 180
Scena terza .................................................... 186
Scena quarta ................................................. 189
Scena quinta ................................................. 194
Scena sesta .................................................... 205
Scena settima ................................................ 214
Scena ottava .................................................. 218
Scena nona .................................................... 223
Scena decima ................................................ 227
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido
Personaggi
Alfeo, fiume dArcadia;
Silvio, figlio di Montano;
Linco, vecchio, servo di Montano;
Mirtillo, amante di Amarilli;
Ergasto, compagno di Mirtillo;
Corisca, innamorata di Mirtillo;
Montano, padre di Silvio, sacerdote;
Titiro, padre di Amarilli;
Dameta, vecchio, servo di Montano;
Satiro, vecchio, amante gi di Corisca;
Dorinda, innamorata di Silvio;
Lupino, capraio, servo di Dorinda;
Amarilli, figlia di Titiro;
Nicandro, ministro maggiore del sacerdote;
Coridone, amante di Corisca;
Carino, vecchio, padre putativo di Mirtillo;
Uranio, vecchio, compagno di Carino;
Messo;
Tirenio, cieco, indovino;
Coro di pastori;
Coro di cacciatori;
Coro di ninfe;
Coro di sacerdoti.
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ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido
Prologo
Alfeo, fiume dArcadia
Alfeo Se per antica, e forse
da voi negletta e non creduta fama,
avete mai dinnamorato fiume
le maraviglie udite,
5 che, per seguir londa fugace e schiva
de lamata Aretusa,
corse (oh forza dAmor!), le pi profonde
viscere de la terra
e del mar penetrando,
10 l dove sotto alla gran mole etnea,
non so se fulminato o fulminante,
vibra il fiero gigante
contra l nemico ciel fiamme di sdegno,
quel son io: gi ludiste, or ne vedete
15 prova tal, cha voi stessi
fede negar non lice.
Ecco, lasciando il corso antico e noto,
per incognito mar londa incontrando
del re de fiumi altro,
20 qui sorgo, e lieto a riveder ne vegno
qual esser gi solea libera e bella,
or desolata e serva,
quellantica mia terra ondio derivo.
O cara genitrice! o dal tuo figlio
25 riconosciuta Arcadia!
Riconosci il tuo caro
e gi non men di te famoso Alfeo.
Queste son le contrade
s chiare un tempo, e queste son le selve
30 ove l prisco valor visse e moro.
In questo angolo sol del ferreo mondo
credio che ricovrasse il secol doro
quando fugga le scelerate genti.
Qui non veduta altrove
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Battista Guarini Il Pastor fido
35 libert moderata e senza invidia
fiorir si vede in dolce sicurezza
non custodita e n disarmata pace.
Cingea popolo inerme
un muro dinnocenza e di virtute,
40 assai pi impenetrabile di quello
che danimati sassi
canoro fabro a la gran Tebe eresse.
E, quando pi di guerre e di tumulti
arse la Grecia e gli altri suoi guerrieri
45 popoli arm lArcadia,
a questa sola fortunata parte,
a questo sacro asilo
strepito mai non giunse n damica
n di nemica tromba.
50 E sper tanto sol Tebe e Corinto
e Micene e Megara e Patra e Sparta
di trionfar del suo nemico, quanto
lebbe cara e guardolla
questa amica del ciel devota gente,
55 di cui fortunatissimo riparo
fr esse in terra, ella di lor nel cielo,
pugnando altri con larmi, ella co prieghi.
E, bench qui ciascuno
abito e nome pastorale avesse,
60 non fu per ciascuno
n di pensier n di costumi rozzo,
per chaltri fu vago
di spiar tra le stelle e gli elementi
di natura e del ciel gli alti segreti;
65 altri di seguir lorme
di fuggitiva fra;
altri con maggior gloria
datterrar orso o dassalir cignale.
Questi rapido al corso,
70 e quegli al duro cesto
fiero mostrossi ed a la lotta invitto;
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Battista Guarini Il Pastor fido
chi lanci dardo e chi fer di strale
il destinato segno;
chi daltra cosa ebbe vaghezza, come
75 ciascun suo piacer segue.
La maggior parte amica
fu de le sacre muse, amore e studio
beato un tempo, or infelice e vile.
Ma chi mi fa veder dopo tantanni
80 qui trasportata, dove
scende la Dora in Po, larcada terra?
Questa la chiostra pur, questo quel antro
dellantica Ericina;
e quel, che col sorge, pur il tempio
85 a la gran Cintia sacro. Or qual mappare
miracolo stupendo?
Che insolito valor, che virt nova
veggio di traspiantar popoli e terre?
O fanciulla reale,
90 det fanciulla e di saver gi donna,
virt del vostro aspetto,
valor del vostro sangue,
gran Caterina, or me navveggio, questa
di quel sublime e glorioso sangue
95 a la cui monarchia nascono i mondi;
questi s grandi effetti,
che sembran meraviglie,
opre son vostre usate, opre natie.
Come a quel sol, che doriente sorge,
100 tante cose leggiadre
produce il mondo, erbe, fior, frondi e tante
in cielo, in terra, in mare alme viventi,
cos al vostro possente, altro sole,
chusc dal grande e per voi chiaro occaso,
105 si veggon dogni clima
nascer province e regni,
e crescer palme e pullular trofei.
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ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido
A voi dunque minchino, altra figlia
di quel monarca, a cui
110 n anco quando annotta il sol tramonta,
sposa di quel gran duce,
al cui senno, al cui petto, a la cui destra
commise il ciel la cura
de litaliche mura.
115 Ma non bisogna pi dalpestre rupi
schermo o dorride balze:
stia pur la bella Italia
per voi sicura, e suo riparo, in vece
de le grandAlpi, una grandalma or sia.
120 Quel suo tanto di guerra
propugnacolo invitto
per voi fatto a le nemiche genti
quasi tempio di pace,
ove novella deit sadori.
125 Vivete pur, vivete
lungamente concordi, anime grandi,
ch da s glorioso e santo nodo
spera gran cose il mondo,
ed ha ben anco ove fondar sua speme,
130 se mira in Oriente
con tanti scettri il suo perduto impero,
campo sol di voi degno,
o magnanimo Carlo, e dai vestigi
dei grandavoli vostri ancora impresso.
135 Augusta questa terra,
augusti i vostri nomi, augusto il sangue;
i sembianti, i pensier, gli animi augusti:
saran ben anco augusti i parti e lopre.
Ma voi, mentre vannunzio
140 corone doro, e le prepara il Fato,
non isdegnate queste,
nelle piagge di Pindo
derbe e di fior conteste
per man di quelle vergini canore,
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ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido
145 che, mal grado di Morte, altrui dn vita,
picciole offerte s, ma per tali,
che, se con puro affetto il cor le dona,
anco il ciel non le sdegna; e, se dal vostro
serenissimo ciel daura cortese
150 qualche spirto non manca,
la cetra, che per voi
vezzosamente or canta
teneri amori e placidi imenei,
soner, fatta tromba, arme e trofei.
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ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
Atto primo
Scena prima Silvio, Linco
Silvio Ite, voi che chiudeste
lorribil fra, a dar lusato segno
de la futura caccia; ite svegliando
gli occhi col corno e con la voce i cri.
5 Se fu mai ne lArcadia
pastor, di Cintia e de suoi studi amico,
cui stimolasse il generoso petto
cura o gloria di selve,
oggi il mostri, e me segua
10 l dove in picciol giro,
ma largo campo al valor nostro, chiuso
quel terribil cinghiale,
quel mostro di natura e de le selve,
quel s vasto e s fro
15 e per le piaghe altrui
s noto abitator de lErimanto,
strage de le campagne
e terror dei bifolchi. Ite voi dunque,
e non sol precorrete,
20 ma provocate ancora
col rauco suon la sonnacchiosa Aurora.
Noi, Linco, andiam a venerar gli di.
Con pi sicura scorta
seguirem poi la destinata caccia.
25 Chi ben comincia, ha la met de lopra,
n si comincia ben se non dal cielo.
Linco Lodo ben, Silvio, il venerar gli di,
ma il dar noia a coloro,
che son ministri degli di, non lodo.
30 Tutti dormono ancora
i custodi del tempio, i quai non hanno
pi tempestivo o lucido orizzonte
de la cima del monte.
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Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
Silvio A te, che forse non se desto ancora,
35 par chogni cosa addormentata sia.
Linco O Silvio, Silvio! a che ti die natura
ne pi begli anni tuoi
fior di belt s delicato e vago,
se tu se tanto a calpestarlo intento?
40 Ch savessio cotesta tua s bella
e s fiorita guancia,
Addio, selve! direi;
e seguendo altre fre
e la vita passando in festa e n gioco,
45 farei la state a lombra e l verno al foco.
Silvio Cos fatti consigli
non mi desti mai pi: come se ora
tanto da te diverso?
Linco Altri tempi, altre cure.
50 Cos certo farei, se Silvio fussi.
Silvio Ed io, se fussi Linco.
Ma, perch Silvio sono,
oprar da Silvio e non da Linco i voglio.
Linco O garzon folle, a che cercar lontana
55 e perigliosa fra,
se lhai via pi dogni altra
e vicina e domestica e sicura?
Silvio Parli tu daddovero o pur vaneggi?
Linco Vaneggi tu, non io.
Silvio Ed cos vicina?
Linco Quanto tu di te stesso.
Silvio In qual selva sannida?
Linco La selva se tu, Silvio,
e la fra crudel, che vi sannida,
65 la tua feritate.
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Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
Silvio Come ben mavvisai che vaneggiavi!
Linco Una ninfa s bella e s gentile,
ma che dissi una ninfa? anzi una dea,
pi fresca e pi vezzosa
70 di mattutina rosa,
e pi molle e pi candida del cigno,
per cui non s degno
pastor oggi tra noi che non sospiri,
e non sospiri in vano,
75 a te solo dagli uomini e dal cielo
destinata si serba;
ed oggi tu, senza sospiri e pianti,
o troppo indegnamente
garzon avventuroso! aver la puoi
80 ne le tue braccia, e tu la fuggi, Silvio?
e tu la sprezzi? e non dir che l core
abbi di fra, anzi di ferro il petto?
Silvio Se l non aver amore crudeltate,
crudeltate virtute, e non mi pento
85 chella sia nel mio cor, ma me ne pregio,
poi che solo con questa ho vinto Amore,
fra di lei maggiore.
Linco E come vinto lhai
se nol provasti mai?
Silvio Nol provando lho vinto.
Linco Oh! suna sola
volta il provassi, o Silvio,
se sapessi una volta
qual grazia e ventura
95 lesser amato, il possedere amando
un riamante core,
so ben io che diresti!
Dolce vita amorosa,
perch s tardi nel mio cor venisti?
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Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
100 Lascia, lascia le selve,
folle garzon; lascia le fre, ed ama.
Silvio Linco, di pur, se sai:
mille ninfe darei per una fra
che da Melampo mio cacciata fosse.
105 Godasi queste gioie
chi nha di me pi gusto; io non le sento.
Linco E che sentirai tu, samor non senti,
sola cagion di ci che sente il mondo?
Ma credimi, fanciullo:
110 a tempo il sentirai,
che tempo non avrai.
Vuol una volta Amor ne cri nostri
mostrar quantegli vale.
Credi a me pur, che l provo:
115 non pena maggiore
che n vecchie membra il pizzicor damore,
ch mal si pu sanar quel che soffende,
quanto pi di sanarlo altri procura.
Se l giovinetto core Amor ti pugne,
120 Amor anco te lugne:
se col duol il tormenta,
con la speme il consola;
e sun tempo lancide, alfine il sana.
Ma se ti giugne in quella fredda etade,
125 ove il proprio difetto
pi che la colpa altrui spesso si piagne,
allora insopportabili e mortali
son le sue piaghe, allor le pene acerbe;
allora, se piet tu cerchi, male
130 se non la trovi; e, se la trovi, peggio.
Deh! non ti procacciar prima del tempo
i difetti del tempo;
ch, se tassale a la canuta etade
amoroso talento,
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
135 avrai doppio tormento,
e di quel che, potendo, non volesti,
e di quel che, volendo, non potrai.
Lascia, lascia le selve,
folle garzon; lascia le fre, ed ama.
Silvio Come vita non sia
se non quella che nutre
amorosa insanabile follia!
Linco Dimmi: se n questa s ridente e vaga
stagion che nfiora e rinnovella il mondo,
145 vedessi, in vece di fiorite piagge,
di verdi prati e di vestite selve,
starsi il pino e labete e il faggio e lorno
senza lusata lor frondosa chioma,
senzerbe i prati e senza fiori i poggi,
150 non diresti tu, Silvio: Il mondo langue,
la natura vien meno?. Or quellorrore
e quella maraviglia, che devresti
di novit s mostruosa avere,
abbila di te stesso. Il ciel nha dato
155 vita agli anni conforme, ed a letate
somiglianti costumi; e, come Amore
in canuti pensier si disconvene,
cos la giovent damor nemica
contrasta al ciel e la natura offende.
160 Mira dintorno, Silvio:
quanto il mondo ha di vago e di gentile,
opra dAmore. Amante il cielo, amante
la terra, amante il mare.
Quella, che l su miri innanzi a lalba
165 cos leggiadra stella,
ama damor anchella e del suo figlio
sente le fiamme, ed essa, che nnamora,
innamorata splende.
E questa forse lora
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Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
170 che le furtive sue dolcezze e l seno
del caro amante lassa.
Vedila pur come sfavilla e ride.
Amano per le selve
le mostruose fre; aman per londe
175 i veloci delfini e lorche gravi.
Quellaugellin, che canta
s dolcemente e lascivetto vola
or da labete al faggio
ed or dal faggio al mirto,
180 savesse umano spirto,
direbbe: Ardo damore, ardo damore.
Ma ben arde nel core
e parla in sua favella,
s che lintende il suo dolce desio.
185 Ed odi a punto, Silvio,
il suo dolce desio
che gli risponde: Ardo damore anchio.
Mugge in mandra larmento, e que muggiti
sono amorosi inviti.
190 Rugge il leone al bosco,
n quel ruggito dira:
cos damor sospira.
Alfine, ama ogni cosa,
se non tu, Silvio; e sar Silvio solo
195 in cielo, in terra, in mare
anima senza amore?
Deh! lascia omai le selve,
folle garzon; lascia le fre, ed ama.
Silvio A te dunque commessa
200 fu la mia verde et, perch damori
e di pensieri effeminati e molli
tu lavessi a nudrir? n ti sovviene
chi se tu, chi son io?
Linco Uomo sono, e mi pregio
205 desser umano; e teco, che se uomo,
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Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
o che pi tosto esser dovresti, parlo
di cosa umana; e, se di cotal nome
forse ti sdegni, guarda
che nel disumanarti
210 non divenghi una fra, anzi che un dio.
Silvio N s famoso mai n mai s forte
stato sarebbe il domator de mostri,
dal cui gran fonte il sangue mio deriva,
se non avesse pria domato Amore.
Linco Vedi, cieco fanciul, come vaneggi!
Dove saresti tu, dimmi, samante
stato non fosse il tuo famoso Alcide?
Anzi, se guerre vinse e mostri ancise,
gran parte Amor ve nebbe. Ancor non sai
220 che, per piacer ad Onfale, non pure
volle cangiar in femminili spoglie
del feroce leon lispido tergo,
ma, de la clava noderosa in vece,
trattare il fuso e la conocchia imbelle?
225 Cos de le fatiche e degli affanni
prendea ristoro, e nel bel sen di lei,
quasi in porto dAmor, solea ritrarsi,
ch sono i suoi sospir dolci respiri
de le passate noie e quasi acuti
230 stimoli al cor ne le future imprese.
E come il rozzo ed intrattabil ferro,
temprato con pi tenero metallo,
affina s, che sempre e pi resiste
e per uso pi nobile sadopra;
235 cos vigor indomito e feroce,
che nel proprio furor spesso si rompe,
se con le sue dolcezze Amor il tempra,
diviene a lopra generoso e forte.
Se desser dunque imitator tu brami
240 dErcole invitto e suo degno nipote,
poi che lasciar non vuoi le selve, almeno
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ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
segui le selve e non lasciar Amore,
un amor s legittimo e s degno,
com quel dAmarilli. Che se fuggi
245 Dorinda, i te ne scuso, anzi pur lodo,
cha te, vago donore, aver non lice
di furtivo desio lanimo caldo,
per non far torto a la tua cara sposa.
Silvio Che di tu, Linco? ancor non mia sposa.
Linco Da lei dunque la fede
non ricevesti tu solennemente?
Guarda, garzon superbo,
non irritar gli di.
Silvio Lumana libertate don del cielo,
255 che non fa forza a chi riceve forza.
Linco Anzi, se tu lascolti e ben lintendi,
a questo il ciel ti chiama,
il ciel cha le tue nozze
tante grazie promette e tanti onori.
Silvio Altro pensiero appunto
i sommi di non hanno! appunto questa
lalmo riposo lor cura molesta!
Linco, n questo amor n quel mi piace.
Cacciator, non amante, al mondo nacqui.
265 Tu, che seguisti Amor, torna al riposo.
Linco Tu derivi dal cielo,
crudo garzon? N di celeste seme
ti credio, n dumano;
e, se pur se dumano, io giurerei
che tu fussi pi tosto
col velen di Tisifone e dAletto
che col piacer di Venere concetto.
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Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
Scena seconda Mirtillo, Ergasto
Mirtillo Cruda Amarilli, che col nome ancora,
damar, ahi lasso! amaramente insegni;
Amarilli, del candido ligustro
pi candida e pi bella,
5 ma de lspido sordo
e pi sorda e pi fra e pi fugace;
poi che col dir toffendo,
i mi morr tacendo;
ma grideran per me le piagge e i monti
10 e questa selva, a cui
s spesso il tuo bel nome
di risonare insegno.
Per me piagnendo i fonti
e mormorando i venti,
15 diranno i miei lamenti;
parler nel mio volto
la pietate e l dolore;
e, se fia muta ognaltra cosa, al fine
parler il mio morire,
20 e ti dir la Morte il mio martre.
Ergasto Mirtillo, Amor fu sempre un fier tormento,
ma pi, quanto pi chiuso;
per chegli dal freno,
ond legata unamorosa lingua,
25 forza prende e savanza;
e pi fiero prigion, che non sciolto.
Gi non dovevi tu s lungamente
celarmi la cagion de la tua fiamma,
se la fiamma celar non mi potevi.
30 Quante volte lho detto: Arde Mirtillo,
ma in chiuso foco e si consuma e tace.
Mirtillo Offesi me per non offender lei,
cortese Ergasto, e sarei muto ancora;
ma la necessit mha fatto ardito.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
35 Odo una voce mormorar dintorno,
che per lorecchie mi ferisce il core,
de le vicine nozze dAmarilli.
Ma chi ne parla, ogni altra cosa tace,
ed io pi innanzi ricercar non oso,
40 s per non dar altrui di me sospetto,
come per non trovar quel che pavento.
So ben, Ergasto, e non minganna Amore,
cha la mia bassa e povera fortuna
sperar non lice in alcun tempo mai
45 che ninfa s leggiadra e s gentile,
e di sangue e di spirto e di sembiante
veramante divina, a me sia sposa.
Ben conosco il tenor de la mia stella;
nacqui solo a le fiamme, e l mio destino
50 darder mi feo, non di gioirne, degno.
Ma, poi chera ne fati chio dovessi
amar la morte e non la vita mia,
vorrei morir almen, s che la morte
da lei, che n cagion, gradita fosse,
55 n si sdegnasse a lultimo sospiro
di mostrarmi i begli occhi e dirmi: Muori!.
Vorrei, prima che passi a far beato
de le sue nozze altrui, chella mudisse
almen sola una volta. Or, se tu mami
60 ed hai di me pietate, in ci tadopra,
cortesissimo Ergasto, in ci maita.
Ergasto Giusto desio damante e di chi muore
lieve merc, ma faticosa impresa.
Misera lei, se risapesse il padre,
65 chella a prieghi furtivi avesse mai
inchinate lorecchie, o pur ne fosse
al sacerdote suocero accusata!
Per questo forse ella ti fugge, e forse
tama, ancor che nol mostri, ch la donna
70 nel desiar ben di noi pi frale,
ma nel celar il suo desio pi scaltra.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
E, se fosse pur ver chella tamasse,
che potrebbe altro far se non fuggirti?
Chi non pu dar aita, indarno ascolta,
75 e fugge con piet chi non sarresta
senzaltrui pena; ed sano consiglio
tosto lasciar quel che tener non puoi.
Mirtillo Oh, se ci fosse vero, o sio l credessi,
care mie pene e fortunati affanni!
80 Ma, se ti guardi il ciel, cortese Ergasto,
non mi tacer qual il pastor tra noi
felice tanto e de le stelle amico.
Ergasto Non conosci tu Silvio, unico figlio
di Montan, sacerdote di Diana,
85 s famoso pastore oggi e s ricco?
quel garzon s leggiadro? Quegli desso.
Mirtillo Fortunato fanciul, che l tuo destino
trovi maturo in cos acerba etate!
N te linvidio, no; ma piango il mio.
Ergasto E veramente invidiar nol di,
ch degno di piet pi che dinvidia.
Mirtillo E perch di piet?
Ergasto Perch non lama.
Mirtillo Ed vivo? ed ha core? e non cieco?
95 Bench, se dritto miro,
a lei per altro core
non rest fiamma pi, quando nel mio
spir da que begli occhi
tutte le fiamme sue, tutti gli amori.
100 Ma perch dar s preziosa gioia
a chi non la conosce? a chi la sprezza?
Ergasto Perch promette a queste nozze il cielo
la salute dArcadia. Non sai dunque
che qui si paga ognanno a la gran dea
105 de linnocente sangue duna ninfa
tributo miserabile e mortale?
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
Mirtillo Unqua pi non ludii: e ci m nuovo,
ch nuovo ancora abitator qui sono
e, come vuol Amore e l mio destino,
110 quasi pur sempre abitator de boschi.
Ma qual peccato il merit s grave?
Come tantira un cor celeste accoglie?
Ergasto Ti narrer de le miserie nostre
tutta da capo la dolente istoria,
115 che trar porria da queste dure querci
pianto e piet, non che dai petti umani.
In quella et che l sacerdozio santo
e la cura del tempio ancor non era
a sacerdote giovane contesa,
120 un nobile pastor chiamato Aminta,
sacerdote in quel tempo, am Lucrina,
ninfa leggiadra a maraviglia e bella,
ma senza fede a maraviglia e vana.
Grad costei gran tempo, o l mostr forse
125 con simulati e perfidi sembianti,
del giovane amoroso il puro affetto
e di false speranze anco nudrillo,
misero! mentre alcun rival non ebbe.
Ma, non s tosto (or vedi instabil donna!)
130 rustico pastorel lebbe guatata,
che i primi sguardi non sostenne, i primi
sospiri, e tutta al nuovo amor si diede,
prima che gelosia sentisse Aminta.
Misero Aminta, che da lei fu poscia
135 e sprezzato e fuggito s, chudirlo
n vederlo mai pi lempia non volle.
Se piagnesse il meschin, se sospirasse,
pensal tu, che per prova intendi amore.
Mirtillo Oim, questo l dolor chognaltro avanza.
Ergasto Ma, poi che dietro al cor perduto, ebbe anco
i sospiri perduti e le querele,
vlto, pregando, a la gran dea: Se mai
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
disse con puro cor, Cintia, se mai
con innocente man fiamma taccesi,
145 vendica tu la mia, sotto la fede
di bella ninfa e perfida tradita.
Ud del fido amante e del suo caro
sacerdote Diana i prieghi e l pianto,
tal che, ne la piet lira spirando,
150 fe lo sdegno pi fiero; ondella prese
larco possente e saett nel seno
de la misera Arcadia non veduti
strali ed inevitabili di morte.
Peran senza piet, senza soccorso
155 dogni sesso le genti e dogni etate;
vani erano i rimedi, il fuggir tardo;
inutil larte, e, prima che linfermo,
spesso ne lopra il medico cadea.
Rest solo una speme, in tanti mali,
160 del soccorso del cielo e sebbe tosto
al pi vicino oracolo ricorso,
da cui venne risposta assai ben chiara,
ma sopramodo orribile e funesta:
Che Cintia era sdegnata e che placarla
165 si sarebbe potuto, se Lucrina,
perfida ninfa, o vero altri per lei
di nostra gente, a la gran dea si fosse
per man dAminta in sacrificio offerta.
La qual, poi chebbe indarno pianto e ndarno
170 dal suo nuovo amator soccorso atteso,
fu con pompa solenne al sacro altare
vittima lagrimevole condotta,
dove, a que pi che la seguro in vano
gi tanto, ai pi de lamator tradito
175 le tremanti ginocchia alfin piegando,
dal giovane crudel morte attendea.
Strinse intrepido Aminta il sacro ferro
e parea ben che da laccesa labbia
spirasse ira e vendetta. Indi, a lei vlto,
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
180 disse con un sospir, nunzio di morte:
Da la miseria tua, Lucrina, mira
qual amante seguisti e qual lasciasti,
miral da questo colpo. E, cos detto,
fer se stesso e nel sen proprio immerse
185 tutto l ferro, ed esangue in braccio a lei,
vittima e sacerdote in un, cadeo.
A s fro spettacolo e s nuovo
instupid la misera donzella
tra viva e morta, e non ben certa ancora
190 desser dal ferro o dal dolor trafitta.
Ma, come prima ebbe la voce e l senso,
disse piagnendo: O fido, o forte Aminta,
o troppo tardi conosciuto amante,
che mhai data, morendo, e vita e morte,
195 se fu colpa il lasciarti, ecco lammendo
con lunir teco eternamente lalma.
E, questo detto, il ferro stesso, ancora
del caro sangue tiepido e vermiglio,
tratto dal morto e tardi amato petto,
200 il suo petto trafisse e sopra Aminta,
che morto ancor non era e sent forse
quel colpo, in braccio si lasci cadere.
Tal fine ebber gli amanti; a tal miseria
troppo amor e perfidia ambidue trasse.
Mirtillo O misero pastor, ma fortunato,
chebbe s largo e s famoso campo
di mostrar la sua fede e di far viva
piet ne laltrui cor con la sua morte!
Ma che segu de la cadente turba?
210 trov fine il suo mal? placossi Cintia?
Ergasto Lira sintiepid, ma non sestinse,
ch, dopo lanno, in quel medesmo tempo,
con ricaduta pi spietata e fiera
incrudel lo sdegno, onde, di nuovo
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
215 per consiglio a loracolo tornando,
si riport de la primiera assai
pi dura e lagrimevole risposta:
Che si sacrasse allora e poscia ognanno
vergine o donna a la sdegnata dea,
220 che l terzo lustro empiesse ed oltre al quarto
non savanzasse; e cos duna il sangue
lira spegnesse apparecchiata a molti.
Impose ancora a linfelice sesso
una molto severa e, se ben miri
225 la sua natura, inosservabil legge,
legge scritta col sangue: Che qualunque
donna o donzella abbia la f damore,
come che sia, contaminata o rotta,
saltri per lei non muore, a morte sia
230 irremissibilmente condannata.
A questa, dunque, s tremenda e grave
nostra calamit spera il buon padre
di trovar fin con le bramate nozze.
Per che dopo alquanto tempo, essendo
235 ricercato loracolo qual fine
prescritto avesse a nostri danni il cielo;
ci ne predisse in cotai voci appunto:
Non avr prima fin quel che voffende,
che duo semi del ciel congiunga Amore;
240 e di donna infedel lantico errore
lalta piet dun pastor fido ammende.
Or ne lArcadia tutta altri rampolli
di celesti radici oggi non sono,
che Silvio ed Amarillide, ch luna
245 vien del seme di Pan, laltro dAlcide;
n per nostra sciagura in altro tempo
sincontraron gi mai femmina e maschio,
comor, de le due schiatte; e per quinci
di sperar bene ha gran ragion Montano.
250 E, bench tutto quel che ci promette
la risposta fatale, ancor non segua,
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
pur questo l fondamento. Il resto poi
ha negli abissi suoi nascosto il Fato,
e sar parto un d di queste nozze.
Mirtillo Oh sfortunato e misero Mirtillo!
tanti fieri nemici,
tantarmi e tanta guerra
contra un cor moribondo?
Non bastava Amor solo,
260 se non sarmava a le mie pene il Fato?
Ergasto Mirtillo, il crudo Amore
si pasce ben, ma non si sazia mai,
di lagrime e dolore.
Andiamo. I ti prometto
265 di porre ogni mio ingegno
perch la bella ninfa oggi tascolti;
tu dtti pace intanto.
Non son, come a te pare,
questi sospiri ardenti
270 refrigerio del core;
ma son pi tosto impetuosi venti
che spiran ne lincendio e l fan maggiore
con turbini dAmore,
chapportan sempre ai miserelli amanti
foschi nembi di duol, piogge di pianti.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
Scena terza Corisca
Corsica Chi vide mai, chi mai ud pi strana
e pi folle e pi fra e pi importuna
passione amorosa? amore e odio
con s mirabil tempre in un cor misti,
5 che lun per laltro, e non so ben dir come,
e si strugge e savanza e nasce e muore.
Si miro a le bellezze di Mirtillo,
dal pi leggiadro al grazioso volto,
il vago portamento, il bel sembiante,
10 gli atti, i costumi e le parole e l guardo;
massale Amor con s possente foco,
chi ardo tutta, e par chognaltro affetto
da questo sol sia superato e vinto.
Ma, se poi penso a lostinato amore
15 chei porta ad altra donna, e che per lei
di me non cura, e sprezza, il vo pur dire,
la mia famosa e da millalme e mille
inchinata belt, bramata grazia,
lodio cos, cos labborro e schivo,
20 chimpossibil mi par chunqua per lui
mi saccendesse al cor fiamma amorosa.
Talor meco ragiono: Oh, si potessi
gioir del mio dolcissimo Mirtillo,
s che fosse mio tutto, e chaltra mai
25 nol potesse godere, oh pi dognaltra,
beata e felicissima Corisca!.
Ed in quel punto in me sorge un talento
verso di lui s dolce e s gentile,
che di seguirlo e di pregarlo ancora
30 e di scoprirgli il cor prendo consiglio.
Che pi? Cos mi stimola il desio,
che, se potessi, allor ladorerei.
Da laltra parte, i mi risento e dico:
Un ritroso? uno schifo? un che non degna?
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
35 un che pu daltra donna essere amante?
un chardisce mirarmi e non madora?
e dal mio volto si difende in guisa
che per amor non more? Ed io, che lui
devrei veder come molti altri i veggio,
40 supplice e lagrimoso ai piedi miei;
supplice e lagrimosa a piedi suoi
sosterr di cadere? Ah, non fia mai!.
Ed in questo pensier tantira accoglio
contra di lui, contra di me che volsi
45 a seguirlo il pensier, gli occhi a mirarlo,
che l nome di Mirtillo e lamor mio
odio pi che la morte, e lui vorrei
vedere il pi dolente, il pi infelice
pastor che viva; e, se potessi, allora
50 con le mie proprie man lanciderei.
Cos sdegno e desire, odio ed amore
mi fanno guerra, ed io, che stata sono
sempre fin qui di mille cor la fiamma,
di millalme il tormento, ardo e languisco,
55 e provo nel mio mal le pene altrui;
io che tantanni in cittadina schiera
di vezzosi, leggiadri e degni amanti
fui sempre insuperabile, schernendo
tante speranze lor, tanti desiri,
60 or da rustico amor, da vile amante,
da rozzo pastorel son presa e vinta.
Oh pi dognaltra misera Corisca,
che sarebbe di te, se sprovveduta
ti trovassi or damante? che faresti
65 per mitigar questamorosa rabbia?
Impari a le mie spese oggi ogni donna
a far conserva e cumulo damanti.
Saltro ben non avessi, altro trastullo
che lamor di Mirtillo, non sarei
70 ben fornita di vago? Oh mille volte
malconsigliata donna, che si lascia
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
ridurre in povert dun solo amore!
S sciocca mai non sar gi Corisca.
Che fede? che costanza? imaginate
75 favole de gelosi e nomi vani
per ingannar le semplici fanciulle.
La fede in cor di donna, se pur fede
in donna alcuna, chio nol so, si trova,
non bont, non virt, ma dura
80 necessit dAmor, misera legge
di fallita belt, chun sol gradisce,
perch gradita esser non pu da molti.
Bella donna e gentil, sollecitata
da numeroso stuol di degni amanti,
85 se dun solo contenta e gli altri sprezza,
o non donna o, s pur donna, sciocca.
Che val belt non vista? o, se pur vista,
non vagheggiata? e, se pur vagheggiata,
vagheggiata da un solo? E quanto sono
90 pi frequenti gli amanti e di pi pregi,
tanto ella desser gloriosa e rara
pegno nel mondo ha pi sicuro certo.
La gloria e lo splendor di bella donna
laver molti amanti. Cos fanno
95 ne le cittadi ancor le donne accorte,
e l fan pi le pi belle e le pi grandi.
Rifiutare un amante, appresso a loro,
peccato e sciocchezza, e quel, chun solo
far non pu, molti fanno: altri a servire,
100 altri a donare, altri ad altruso buono;
e spesso avvien che, nol sapendo, luno
scaccia la gelosia che laltro diede,
o la risveglia in tal che pria non lebbe.
Cos ne le citt vivon le donne
105 amorose e gentili, ovio col senno
e con lesempio gi di donna grande
larte di ben amar, fanciulla, appresi.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
Corisca mi dicea si vuole appunto
far degli amanti quel che delle vesti:
110 molti averne, un goderne, e cangiar spesso,
ch l lungo conversar genera noia,
e la noia disprezzo ed odio alfine.
N far peggio pu donna, che lasciarsi
svogliar lamante: fa pur chegli parta
115 fastidito da te, non di te mai.
E cos sempre ho fatto. Amo daverne
gran copia, e li trattengo, ed honne sempre
un per mano, un per occhio; ma di tutti
il migliore e l pi comodo nel seno;
120 e, quanto posso pi, nel cor nessuno.
Ma, non so come, a questa volta, ahi lassa!
v pur giunto Mirtillo, e mi tormenta
s, che a forza sospiro, e, quel ch peggio,
di me sospiro, e non inganno altrui,
125 e le membra al riposo e gli occhi al sonno
furando anchio, so desiar laurora,
felicissimo tempo degli amanti
poco tranquilli. Ed ecco, io vo per queste
ombrose selve anchio cercando lorme
130 de lodiato mio dolce desio.
Ma che farai, Corisca? il pregherai?
No, ch lodio non vuol, benchio l volessi.
Il fuggirai? n questo Amor consente,
bench far il devrei. Che far dunque?
135 Tenter prima le lusinghe e i prieghi,
e scoprir lamor, ma non lamante;
se ci non giova, adoprer linganno;
e, se questo non pu, far lo sdegno
vendetta memorabile. Mirtillo,
140 se non vorrai amor, proverai odio;
ed Amarilli tua far pentire
desser a me rivale, a te s cara;
e finalmente proverete entrambi
quel che pu sdegno in cor di donna amante.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
Scena quarta Titiro, Montano, Dameta
Titiro Vagliami il ver, Montano: i so che parlo
a chi di me pi intende. Oscuri sempre
sono assai pi gli oracoli di quello
chaltri si crede, e le parole loro
5 sono come il coltel, che, se tu l prendi
in quella parte ove per uso umano
la man sadatta, a chi ladopra buono;
ma chi l prende ove fere, spesso morte.
ChAmarillide mia, come argomenti,
10 sia per alto destin dal cielo eletta
a la salute universal dArcadia,
chi pi deve bramarlo e caro averlo
di me, che le son padre? Ma, si miro
a quel che nha loracolo predetto,
15 mal si confanno a la speranza i segni.
Sunir li deve Amor, come fia questo,
se fugge lun? comesser pn gli stami
damoroso ritegno odio e disprezzo?
Mal si contrasta quel chordina il cielo;
20 e, se pur si contrasta, chiaro segno
che non lordina il cielo, a cui, se pure
piacesse chAmarillide consorte
fosse di Silvio tuo, pi tosto amante
lui fatto avria che cacciator di fre.
Montano Non vedi tu com fanciullo? ancora
non ha fornito il diciottesimanno.
Ben sentir col tempo anchegli amore.
Titiro E l pu sentir di fra e non di ninfa?
Montano A giovinetto cor pi si conface.
30 Titiro E non amor, ch naturale affetto?
Montano Ma senza gli anni natural difetto.
Titiro Sempre e fiorisce alla stagion pi verde.
Montano Pu ben, forse, fiorir, ma senza frutto.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
Titiro Col fior, maturo ha sempre il frutto amore.
35 Qui non vennio n per garrir, Montano,
n per contender teco, ch n posso
n fare il debbo; ma son padre anchio
dunica e cara e, se mi lece dirlo,
meritevole figlia e, con tua pace,
40 da molti chiesta e desiata ancora.
Montano Titiro, ancor che queste nozze in cielo
non iscorgesse alto destn, le scorge
la fede in terra, e l violarla fra
un violar de la gran Cintia il nume
45 a cui fu data; e tu sai pur quantella
disdegnosa e contra noi sdegnata.
Ma, per quel chi ne sento e quanto puote
mente sacerdotal rapita al cielo
spiar l su di que consigli eterni,
50 per man del Fato questo nodo ordito;
e tutti sortiranno, abbi pur fede,
a suo tempo maturi anco i presagi.
Pi ti vo dir, ch questa notte in sogno
veduto ho cosa onde lantica speme
55 pi che mai nel mio cor si rinnovella.
Titiro Son i sogni alfin sogni. E che vedesti?
Montano Io credo ben chabbi memoria (e quale
s stupido tra noi choggi non labbia?)
di quella notte lagrimosa, quando
60 il tumido Ladon ruppe le sponde,
s che l dove avean gli augelli il nido,
notro i pesci, e in un medesmo corso
gli uomini e gli animali
e le mandre e gli armenti
65 trasse londa rapace.
In quella stessa notte
(oh dolente memoria!) il cor perdei,
anzi quel che del core
mera pi caro assai,
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3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
70 bambin tenero in fasce,
unico figlio allora, e da me sempre
e vivo e morto unicamente amato.
Rapillo il fier torrente
prima che noi potessimo, sepolti
75 nel terror, ne le tenebre e nel sonno,
provar di dargli alcun soccorso a tempo;
n pur la culla stessa, in cui giacea,
trovar potemmo, ed ho creduto sempre
che la culla e l bambin, cos comera,
80 una stessa voragine inghiottisse.
Titiro Che altro si pu credere? ben parmi
daver inteso ancora, e da te, forse,
di questa tua sciagura, veramente
sciagura memorabile ed acerba;
85 e puoi ben dir che di duo figli, luno
generasti a le selve e laltro a londe.
Montano Forse nel vivo il ciel pietoso ancora
ristorer la perdita del morto.
Sperar ben si d sempre. Or tu mascolta.
90 Era quellora a punto
che, tra la notte e l d, tenebre e lume
col fosco raggio ancor lalba confonde;
quandio, pur nel pensiero
di queste nozze avendo
95 vegghiata una gran parte della notte,
alfin lunga stanchezza
rec negli occhi miei placido sonno,
e con quel sonno vision s certa,
che di vegghiar dormendo
100 avrei potuto dire.
Sopra la riva del famoso Alfeo
seder pareami a lombra
dun platano frondoso,
e con lamo tentar ne londa i pesci,
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
105 ed uscire in quel punto
di mezzo l fiume un vecchio ignudo e grave,
tutto stillante il crin, stillante il mento,
e con ambe le mani
benignamente porgermi un bambino
110 ignudo e lagrimoso,
dicendo: Ecco l tuo figlio;
guarda che non lancidi;
e, questo detto, tuffarsi ne londe.
Indi tutto repente
115 di foschi nembi il ciel turbarsi intorno
e minacciarmi orribile procella,
tal chio per la paura
strinsi il bambino al seno,
gridando. Ah! dunque unora
120 mel dona e mel ritoglie?.
Ed in quel punto parve
che dognintorno il ciel si serenasse,
e cadesser nel fiume
fulmini inceneriti
125 ed archi e strali rotti a mille a mille;
indi tremasse il tronco
del platano e nuscisse,
formato in voce, spirito sottile
che, stridendo, dicesse in sua favella:
130 Montano, Arcadia tua sar ancor bella.
E cos m rimaso
nel cor, negli occhi e ne la mente impressa
limagine gentil di questo sogno,
chi lho sempre dinanzi;
135 e sopra tutto il volto
di quel cortese veglio,
che mi par di vederlo.
Per questo i men vena diritto al tempio,
quando tu mincontrasti,
140 per quivi far col sacrificio santo
de la mia vision laugurio certo.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
Titiro Son veramente i sogni
de le nostre speranze,
pi che de lavvenir, vane sembianze,
145 imagini del d guaste e corrotte
da lombra de la notte.
Montano Non sempre co sensi
lanima addormentata;
anzi tanto pi desta,
150 quanto men traviata
da le fallaci forme
del senso, allor che dorme.
Titiro Insomma, quel che sabbia il ciel disposto
de nostri figli, troppo incerto a noi;
155 ma certo ben che l tuo sen fugge e contra
la legge di natura amor non sente;
e che la mia fin qui lobbligo solo
ha de la data f, non la mercede.
N so gi dir se senta amor; so bene
160 cha molti il fa sentire,
n possibil mi par chella nol provi,
se l fa provar altrui.
Ben mi par di vederla
pi de lusato suo cangiata in vista,
165 ch ridente e festosa
gi tutta esser solea.
Ma linvaghir donzella
senza nozze a le nozze, grave offesa.
Come in vago giardin rosa gentile,
170 che ne le verdi sue tenere spoglie
pur dianzi era rinchiusa
e sotto lombra del notturno velo
incolta e sconosciuta
stava posando in sul materno stelo,
175 al subito apparir del primo raggio
che spunti in oriente,
si desta e si risente
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
e scopre al sol, che la vagheggia e mira,
il suo vermiglio ed odorato seno,
180 dovape, susurrando,
nei mattutini albori
vola suggendo i rugiadosi umori;
ma, sallor non si coglie,
s che del mezzod senta le fiamme,
185 cade al cader del sole
s scolorita in su la siepe ombrosa,
cha pena si pu dir: Questa fu rosa!
cos la verginella,
mentre cura materna
190 la custodisce e chiude,
chiude anchella il suo petto
a lamoroso affetto;
ma, se lascivo sguardo
di cupido amator vien che la miri,
195 e noda ella i sospiri,
gli apre subito il core
e nel tenero sen riceve amore;
e se vergogna il cela
o temenza laffrena,
200 la misera, tacendo,
per soverchio desio tutta si strugge.
Cos manca belt, se l foco dura,
e, perdendo stagion, perde ventura.
Montano Titiro, fa buon core;
205 non tavvilir ne le temenze umane,
ch bene inspira il cielo
quel cor che bene spera;
n pu giunger l s fiacca preghiera.
E, sognun d pregare
210 ove l bisogno sia
e sperar negli di,
quanto pi ci conviene
a chi da lor deriva!
Son pure i nostri figli
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
215 propagini celesti:
non spegner il suo seme
chi fa crescer laltrui.
Andiam, Titiro, andiamo
unitamente al tempio e sacreremo,
220 tu il capro a Pane ed io
ad Ercole il torello.
Chi feconda larmento,
feconder ben anche
colui che con larmento
225 feconda i sacri altari.
Tu va, fido Dameta:
scegli tosto un torello,
di quanti nabbia la feconda mandra
il pi morbido e bello;
230 e per la via del monte, assai pi breve,
fa chio labbia nel tempio, ovio tattendo.
Titiro E da la greggia mia, caro Dameta,
conduci un irco.
Dameta I far luno e laltro.
Titiro Questo sogno, Montano,
piaccia a lalta bont de sommi di
che fortunato sia quanto tu speri.
So ben io, so ben io
quantesser pu del tuo perduto figlio
la rimembranza a te felice augurio.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
Scena quinta Satto
Satto Come il gelo a le piante, ai fior larsura,
la grandine a le spiche, ai semi il verme,
le reti ai cervi ed agli augelli il visco,
cos nemico a luom fu sempre Amore.
5 E chi foco chiamollo, intese molto
la sua natura perfida e malvagia,
ch, se l foco si mira, oh come vago!
ma, se si tocca, oh come crudo! Il mondo
non ha di lui pi spaventevol mostro.
10 Come fra divora e come ferro
pugne e trapassa, e come vento vola;
e dove il piede imperioso ferma,
cede ogni forza, ogni poter d loco.
Non altramenti Amor: ch, se tu l miri
15 in duo begli occhi, in una treccia bionda,
oh come alletta e piace; oh come pare
che gioia spiri e pace altrui prometta!
Ma, se troppo taccosti e troppo il tenti,
s che serper cominci e forza acquisti,
20 non ha tigre lIrcania e non ha Libia
leon s fro e s pestifero angue,
che la sua ferit vinca o pareggi.
Crudo pi che linferno e che la morte,
nemico di piet, ministro dira,
25 finalmente Amor privo damore.
Ma che parlo di lui? perch lincolpo?
forse egli cagion di ci che l mondo,
amando no, ma vaneggiando, pecca?
O femminil perfidia, a te si rechi
30 la cagion pur dogni amorosa infamia;
da te sola deriva, e non da lui,
quanto ha di crudo e di malvagio Amore,
ch n sua natura placido e benigno,
teco ogni sua bont subito perde.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
35 Tutte le vie di penetrar nel seno
e di passar al cor tosto gli chiudi,
sol di fuor il lusinghi, e fai suo nido
e tua cura e tua pompa e tuo diletto
la scorza sol dun miniato volto.
40 N gi son lopre tue gradir con fede
la fede di chi tama, e con chi tama
contender ne lamare, ed in duo petti
stringer un core e n duo voleri unalma;
ma tinger doro uninsensata chioma,
45 e duna parte in mille nodi attorta,
infrascarne la fronte; indi con laltra,
tessuta in rete e n quelle frasche involta,
prender il cor di mille incauti amanti.
Oh come indegna e stomachevol cosa
50 il vederti talor con un pennello
pinger le guance ed occultar le mende
di natura e del tempo; e veder come
il livido pallor fai parer dostro,
le rughe appiani e l bruno imbianchi e togli
55 col difetto il difetto, anzi laccresci!
Spesso un filo incrocicchi, e lun de capi
co denti afferri, e con la man sinistra
laltro sostieni, e del corrente nodo
con la destra fai giro, e lapri e stringi
60 quasi radente forfice, e ladatti
su linegual lanuginosa fronte;
indi radi ogni piuma e svelli insieme
il malcrescente e temerario pelo
con tal dolor, ch penitenza il fallo.
65 Ma questo nulla, ancor che tanto: a lopre
sono i costumi somiglianti e i vezzi.
Qual cosa hai tu, che non sia tutta finta?
Sapri la bocca, menti; e se sospiri,
son mentiti i sospir; se movi gli occhi,
70 simulato il guardo. Insomma ognatto,
ogni sembiante, e ci che in te si vede
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
e ci che non si vede, o parli o pensi
o vadi o miri o pianga o rida o canti,
tutto menzogna. E questo ancora poco.
75 Ingannar pi chi pi si fida, e meno
amar chi pi n degno; odiar la fede
pi della morte assai: queste son larti
che fan s crudo e s perverso Amore.
Dunque dogni suo fallo tua la colpa,
80 anzi pur ella sol di chi ti crede.
Dunque la colpa mia, che ti credei,
malvagia e perfidissima Corisca,
qui per mio danno sol, credio, venuta
da le contrade scelerate dArgo,
85 ove lussuria fa lultima prova.
Ma s ben figni e s sagace e scorta
se nel celar altrui lopre e i pensieri,
che tra le pi pudiche oggi ten vai,
del nome indegno donestate altra.
90 Oh quanti affanni ho sostenuti, oh quante,
per questa cruda, indignit sofferte!
Ben me ne pento, anzi vergogno. Impara
da le mie pene, o malaccorto amante:
non far idolo un volto, ed a me credi:
95 donna adorata un nume de linferno.
Di s tutto presume e del suo volto
sovra te che linchini; e, quasi dea,
come cosa mortal ti sdegna e schiva,
ch desser tal per suo valor si vanta
100 qual tu per tua vilt la figni ed orni.
Che tanta servit? che tanti preghi,
tanti pianti e sospiri? Usin questarmi
le femmine e i fanciulli: i nostri petti
sien anche ne lamar virili e forti.
105 Un tempo anchio credei che, sospirando
e piangendo e pregando, in cor di donna
si potesse destar fiamma damore.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
Or me navveggio: errai; ch, sella il core
ha di duro macigno, indarno tenti
110 che per lagrima molle o lieve fiato
di sospir che l lusinghi, arda o sfaville,
se rigido focil nol batte o sferza.
Lascia, lascia le lagrime e i sospiri,
sacquisto far de la tua donna vuoi;
115 e sardi pur dinestinguibil foco,
nel centro del tuo cor quanto pi sai
chiudi laffetto; e poi, secondo il tempo,
fa quel chAmore e la natura insegna.
Per che la modestia nel sembiante
120 sol virt de la donna, e per seco
il trattar con modestia gran difetto;
ed ella, che s ben con altrui lusa,
seco usata, lha in odio, e vuol che n lei
la miri s, ma non ladopri il vago.
125 Con questa legge naturale e dritta,
se farai per mio senno, amerai sempre.
Me non vedr n prover Corisca
mai pi tenero amante, anzi pi tosto
fiero nemico, e sentir con armi
130 non di femmina pi, ma duom virile,
assalirsi e trafiggersi. Due volte
lho presa gi questa malvagia, e sempre
m, non so come, da le mani uscita;
ma, sella giunge anco la terza al varco,
135 ho ben pensato dafferrarla in guisa
che non potr fuggirmi. A punto suole
tra queste selve capitar sovente,
ed io vo pur, come sagace veltro,
fiutandola per tutto. Oh qual vendetta
140 ne vo far, se la prendo, e quale strazio!
Ben le far veder che talor anco
chi fu cieco, apre gli occhi, e che gran tempo
de le perfidie sue non si d vanto
femmina ingannatrice e senza fede.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
Coro Oh nel seno di Giove alta e possente
legge scritta, anzi nata,
la cui soave ed amorosa forza
verso quel ben che, non inteso, sente
ogni cosa creata,
150 gli animi inchina e la natura sforza!
N pur la frale scorza,
che l senso a pena vede, e nasce e more
al variar de lore;
ma i semi occulti e la cagion interna,
155 ch deterno valor, move e governa.
E, se gravido il mondo e tante belle
sue meraviglie forma;
e se per entro a quanto scalda il sole,
a lampia luna, a le titanie stelle,
160 vive spirto che nforma
col suo maschio valor limmensa mole;
sindi lumana prole
sorge, e le piante e gli animali han vita;
se la terra fiorita
165 o se canuta ha la rugosa fronte,
vien dal tuo vivo e sempiterno fonte.
N questo pur, ma ci che vaga spera
versa sopra i mortali,
onde qua gi di ria ventura o lieta
170 stella saddita, or mansueta or fra,
ondhan le vite frali
del nascer lora e del morir la meta;
ci che fa vaga o queta
ne suoi torbidi affetti umana voglia,
175 e par che doni e toglia
Fortuna, e l mondo vuol cha lei sascriva:
dallalto tuo valor tutto deriva.
O detto inevitabile e verace,
se pur tuo concetto
180 che dopo tanti affanni un d riposi
larcada terra ed abbia vita e pace;
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
se quel che nhai predetto
per bocca degli oracoli famosi,
de duo fatali sposi,
185 pur da te viene, e n quello eterno abisso
lhai stabilito e fisso;
e se la voce lor non bugiarda,
deh! chi leffetto al voler tuo ritarda?
Ecco, damore e di piet nemico,
190 garzon aspro e crudele,
che vien dal cielo e pur col ciel contende;
ecco poi chi combatte un cor pudico,
amante invan fedele,
che l tuo voler con le sue fiamme offende,
195 e quanto meno attende
piet del pianto e del servir mercede,
tantha pi foco e fede;
ed pur quella a lui fatal bellezza,
ch destinata a chi la fugge e sprezza.
200 Cos dunque in se stessa pur divisa
quelleterna possanza?
e cos lun destn con laltro giostra?
o, non ben forse ancor doma e conquisa,
folle umana speranza
205 di porre assedio a la superna chiostra,
rubella al ciel si mostra,
ed arma, quasi nuovi empi giganti,
amanti e non amanti?
Qui si pu tanto? e di stellato regno
210 trionferan duo ciechi, Amore e Sdegno?
Ma tu che stai sovra le stelle e l Fato,
e con saver divino
indi ne reggi, alto Motor del cielo,
mira, ti prego il nostro dubbio stato;
215 accorda col destino
Amor e Sdegno, e con paterno zelo
tempra la fiamma e l gelo:
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto primo
chi d goder, non fugga e non disami;
chi d fuggir, non ami.
220 Deh! fa che lempia e cieca voglia altrui
la promessa piet non tolga a nui.
Ma chi sa? forse quella,
che pare inevitabile sciagura,
sar lieta ventura.
Oh quanto poco umana mente sale,
ch non saffisa al sol vista mortale!
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
Atto secondo
Scena prima Ergasto, Mirtillo
Ergasto Oh quanti passi ho fatti! al fiume, al poggio,
al prato, al fonte, a la palestra, al corso
tho lungamente ricercato: alfine
qui pur ti trovo, e ne ringrazio il cielo.
Mirtillo Ondhai tu nuova, Ergasto,
degna di tanta fretta? hai vita o morte?
Ergasto Questa non ti darei, ben chio lavessi;
e quella spero dar, ben chio non labbia.
Ma tu non ti lasciar s fieramente
10 vincer al tuo dolor: vinci te stesso,
se vuoi vincer altrui; vivi, e respira
talvolta. Ma, per dirti la cagione
del mio venir a te s ratto, ascolta.
Conosci tu (ma chi non la conosce?)
15 la sorella dOrmino? di persona
anzi grande che no; di vista allegra,
di bionda chioma, e colorita alquanto.
Mirtillo Comha nome?
Ergasto Corisca.
Mirtillo I la conosco
troppo bene, e con lei alcuna volta
ho favellato ancora.
Ergasto Or sappi chella
da un tempo in qua, vedi ventura! fatta,
25 non so gi come o con che privilegio,
de la bella Amarillide compagna,
onde a lei tutto ho lamor tuo scoperto
segretamente e quel che da lei brami,
holle mostrato, ed ella prontamente
30 mha la sua fede in ci promessa e lopra.
Mirtillo Oh mille volte e mille,
se questo vero, e pi dognaltro amante
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
fortunato Mirtillo! Ma del modo
tha ella detto nulla?
Ergasto Appunto nulla,
e ti dir perch. Dice Corisca
che non pu ben deliberar del modo,
prima chalcuna cosa ella non sappia
de lamor tuo pi certa, ondella possa
40 meglio spiare e pi sicuramente
lanimo de la ninfa, e sappia come
reggersi, o con preghiere o con inganni,
quel che tentar, quel che lasciar sia buono.
Per questo solo i ti vena cercando
45 s ratto. E sar ben che tu da capo
tutta la storia del tuo amor mi narri.
Mirtillo Cos a punto far; ma sappi, Ergasto,
che questa rimembranza
(ah, troppo acerba a chi si vive amando
50 fuori dogni speranza)
quasi un agitar fiaccola al vento,
per cui, quanto lincendio
sempre savanza, tanto
a lagitata fiamma ella si strugge,
55 o scuoter pungentissima saetta
altamente confitta,
che, se senti di svellerla, maggiore
fai la piaga e l dolore.
Ben cosa ti dir, che chiaramente
60 far veder com fallace e vana
la speme degli amanti e come amore
la radice ha soave, il frutto amaro.
Ne la bella stagion che l d savanza
sovra la notte, or compie lanno a punto,
65 questa leggiadra pellegrina, questo
novo sol di beltade,
venne a far di sua vista,
quasi dunaltra primavera, adorno
il mio solo per lei leggiadro allora
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
70 e fortunato nido, Elide e Pisa,
condotta da la madre
in que solenni d che del gran Giove
i sacrifici e i giochi
si soglion celebrar, famosi tanto,
75 per farne a suoi begli occhi
spettacolo beato;
ma furon que begli occhi
spettacolo dAmore
dognaltro assai maggiore.
80 Ondio, che fin allor fiamma amorosa
non avea pi sentita,
oim! non cos tosto
mirato ebbi quel volto,
che di subito narsi,
85 e, senza far difesa al primo sguardo
che mi drizz negli occhi,
sentii correr nel seno
una bellezza imperiosa e dirmi:
Dammi il tuo cor, Mirtillo.
Ergasto Oh quanto pu ne petti nostri Amore!
n ben il pu saper se non chi l prova.
Mirtillo Mira ci che sa fare anco ne petti
pi semplici e pi molli Amore industre.
Io fo del mio pensiero una mia cara
95 sorella consapevole, compagna
de la mia cruda ninfa
que pochi d chElide lebbe e Pisa.
Da questa sola, come Amor minsegna,
fedel consiglio ed amoroso aiuto
100 nel mio bisogno i prendo.
Ella de le sue gonne femminili
vagamente madorna
e dinnestato crin cinge le tempie;
poi le ntreccia e le nfiora,
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
105 e larco e la faretra
al fianco mi sospende;
e minsegna a mentir parole e sguardi,
e sembianti nel volto, in cui non era
di lanugine ancora
110 pur un vestigio solo.
E, quando ora ne fue,
seco l mi condusse, ove solea
la bella ninfa diportarsi, e dove
trovammo alcune nobili e leggiadre
115 vergini di Megara,
e di sangue e damor, siccome intesi,
a la mia dea congiunte.
Tra queste ella si stava
s come suol tra le violette umli
120 nobilissima rosa;
e, poi che n quella guisa
state furono alquanto,
senzaltro far di pi diletto o cura,
levossi una donzella
125 di quelle di Megara, e cos disse:
Dunque in tempo di giochi
e di palme s chiare e s famose,
starem noi neghittose?
Dunque non abbiam noi
130 armi da far tra noi finte contese
cos ben come gli uomini? Sorelle,
se l mio consiglio di seguir vaggrada,
proviam oggi tra noi cos da scherzo
noi le nostrarmi, come
135 contra gli uomini, allor che ne fie tempo,
luserem da dovero.
Bacianne, e si contenda
tra noi di baci; e quella, che dogni altra
baciatrice pi scaltra,
140 li sapr dar pi saporiti e cari,
navr per sua vittoria
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
questa bella ghirlanda.
Risero tutte a la proposta e tutte
subito saccordro;
145 e si sfidavan molte, e molte ancora,
senza che dato lor fosse alcun segno,
facean guerra confusa.
Il che veggendo allor la megarese,
ordin prima la tenzone e poi
150 disse: De nostri baci
meritamente sia giudice quella
che la bocca ha pi bella.
Tutte concordemente
elesser la bellissima Amarilli;
155 ed ella, i suoi begli occhi
dolcemente chinando,
di modesto rossor tutta si tinse,
e mostr ben che non men bella dentro,
di quel che sia di fuori;
160 o fosse che l bel volto
avesse invidia a lonorata bocca
e sadornasse anchegli
de la purpurea sua pomposa vesta,
quasi volesse dir: Son bello anchio.
Ergasto Oh come a tempo ti cangiasti in ninfa,
avventuroso e quasi
de le dolcezze tue presago amante!
Mirtillo Gi si sedeva a lamoroso ufficio
la bellissima giudice, e, secondo
170 lordine e luso di Megara, andava
ciascheduna per sorte
a far de la sua bocca e de suoi baci
prova con quel bellissimo e divino
paragon di dolcezza,
175 quella bocca beata,
quella bocca gentil che pu ben dirsi
conca dIndo odorata
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
di perle orientali e pellegrine;
e la parte che chiude
180 ed apre il bel tesoro,
con dolcissimo ml purpura mista.
Cos potessio dirti, Ergasto mio,
lineffabil dolcezza
chi sentii nel baciarla!
185 Ma tu da questo prendine argomento,
che non la pu ridir la bocca stessa
che lha provata. Accogli pur insieme
quanthanno in s di dolce
o le canne di Cipro o i favi dIbla;
190 tutto nulla, rispetto
a la soavit chindi gustai.
Ergasto Oh furto avventuroso, oh dolci baci!
Mirtillo Dolci s, ma non grati,
perch mancava lor la miglior parte
195 de lintero diletto:
davagli Amor, non gli rendeva Amore.
Ergasto Ma dimmi: e come ti sentisti allora
che di baciar a te cadde la sorte?
Mirtillo Su queste labbra, Ergasto,
200 tutta sen venne allor lanima mia;
e la mia vita, chiusa
in cos breve spazio,
non era altro che un bacio,
onde restr le membra,
205 quasi senza vigor, tremanti e fioche.
E quando io fui vicino
al folgorante sguardo,
come quel che sapea
che pur inganno era quellatto e furto,
210 temei la maest di quel bel viso.
Ma, da un sereno suo vago sorriso
assicurato poi,
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
pur oltre mi sospinsi.
Amor si stava, Ergasto,
215 comape suol, ne le due fresche rose
di quelle labbra ascoso.
E mentre ella si stette
con la baciata bocca,
al baciar de la mia,
220 immobile e ristretta,
la dolcezza del ml sola gustai.
Ma, poi che mi sofferse anchella e porse
luna e laltra dolcissima sua rosa,
(fosse o sua gentilezza o mia ventura,
225 so ben che non fu Amore),
e sonr quelle labbra
e sincontrro i nostri baci (oh caro
e prezioso mio dolce tesoro,
tho perduto, e non moro?),
230 allora sentii de lamorosa pecchia
la spina pungentissima soave
passarmi il cor, che forse
mi fu renduto allora
per poterlo ferire.
235 Io, poi cha morte mi sentii ferito,
come suol disperato,
poco manc che lomicide labbra
non mordessi e segnassi;
ma mi ritenne, oim! laura adorata
240 che, quasi spirto danima divina,
risvegli la modestia
e quel furore estinse.
Ergasto O modestia, molestia
degli amanti importuna!
Mirtillo Gi fornito il su arringo avea ciascuna
e con sospension danimo grande
la sentenza attendea,
quando la leggiadrissima Amarilli,
giudicando i miei baci
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
250 pi di quelli dognaltra saporiti,
di propria man con quella
ghirlandetta gentil, che fu serbata
premio a la vincitrice, il crin mi cinse.
Ma, lasso! aprica piaggia
255 cos non arse mai sotto la rabbia
del can celeste allor che latra e morde,
come ardea il cor mio
tutto allor di dolcezza e di desio,
e pi che mai ne la vittoria vinto.
260 Pur mi riscossi tanto,
che la ghirlanda trattami di capo
a lei porsi, dicendo:
Questa a te si convien, questa a te tocca,
che festi i baci miei
265 dolci ne la tua bocca.
Ed ella, umanamente
presala, al suo bel crin ne feo corona;
e dunaltra, che prima
cingea le tempie a lei, cinse le mie.
270 Ed questa chio porto,
e porter fin al sepolcro sempre,
arida come vedi,
per la dolce memoria di quel giorno,
ma molto pi per segno
275 de la perduta mia morta speranza.
Ergasto Degno se di piet pi che dinvidia,
Mirtillo, anzi pur Tantalo novello,
ch nel gioco dAmor chi fa da scherzo,
tormenta da dovero. Troppe care
280 ti costr le tue gioie; e del tuo furto
e il piacer e l gastigo insieme avesti.
Ma saccorse ella mai di questo inganno?
Mirtillo Ci non so dirti, Ergasto.
So ben chella, in que giorni
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
285 chElide fu de la sua vista degno,
mi fu sempre cortese
di quel soave ed amoroso sguardo.
Ma il mio crudo destino
la nvol s repente,
290 che me ne avvidi appena; ondio, lasciando
quanto gi di pi caro aver solea,
tratto da la virt di quel bel guardo,
qui, dove il padre mio
dopo tantanni ancor, come t noto,
295 serba lantico suo povero albergo,
men venni, e vidi, ah misero! gi corso
e sempiterno occaso
quellamoroso mio giorno sereno,
che cominci da s beata aurora.
300 Al mio primo apparir, sbito sdegno
lampeggi nel bel viso;
poi chin gli occhi e gir il piede altrove.
Misero!, allor i dissi,
questi son ben de la mia morte i segni.
305 Avea sentita acerbamente intanto
la non prevista e sbita partita
il mio tenero padre,
e, dal dolore oppresso,
ne cadde infermo, assai vicino a morte;
310 ondio costretto fui
di ritornar a le paterne case.
Fu il mio ritorno, ahi lasso!
salute al padre, infermitate al figlio,
ch, damorosa febbre
315 ardendo, in pochi d languido venni.
E, da luscir che fe di Tauro il sole
fin a lentrar di Capricorno, sempre
in cotal guisa stetti;
e sarei certo ancora,
320 se non avesse il mio pietoso padre
opportuno consiglio
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
a loracolo chiesto, il qual rispose
che sol potea sanarmi il ciel dArcadia.
Cos tornaimi, Ergasto,
325 a riveder colei
che mi san del corpo,
(oh voce degli oracoli fallace!)
per farmi lalma eternamente inferma.
Ergasto Strano caso nel vero
330 tu mi narri, Mirtillo, e non pu dirsi
che di molta piet non ne sii degno.
Ma solo una salute
al disperato l disperar salute.
E tempo gi chio vada a far di quanto
335 mhai detto consapevole Corisca.
Tu vanne al fonte e l mattendi, dove
teco sar quanto pi tosto anchio.
Mirtillo Vanne felicemente! Il ciel ti dia
di cotesta piet quella mercede
che dar non ti possio cortese Ergasto.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
Scena seconda Dorinda, Lupino, Silvio
Dorinda O del mio bello e dispietato Silvio
cura e diletto, avventuroso e fido,
fossio s cara al tuo signor crudele,
come se tu Melampo! Egli, con quella
5 candida man cha me distringe il core,
te, dolcemente lusingando, nutre,
e teco il d, teco la notte alberga:
mentrio, che lamo tanto, invan sospiro,
e nvano il prego; e, quel che pi mi duole,
10 ti d s cari e s soavi baci,
chun sol che navessio, nandrei beata.
E, per pi non poter, ti bacio anchio,
fortunato Melampo. Or, se benigna
stella, forse, dAmore a me tinvia
15 perch lorme di lui mi scorga, andiamo
dove Amor me, te sol Natura inchina.
Ma non sentio tra queste selve un corno
sonar vicino?
Silvio Te Melampo, te!
Dorinda Se l desio non minganna, quella voce
del bellissimo Silvio, che l suo cane
chiama tra queste selve.
Silvio Te, Melampo,
te, te!
Dorinda Senzalcun fallo la sua voce.
Oh felice Dorinda! il ciel ti manda
quel ben che vai cercando. meglio chio
serbi il cane in disparte: io far forse
de lamor suo con questo mezzo acquisto.
30 Lupino!
Lupino Eccomi.
Dorinda Va con questo cane,
e ti nascondi in quella fratta. Intendi?
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
Lupino Intendo.
Dorinda E non uscir, sio non ti chiamo.
Lupino Tanto far.
Dorinda Va tosto,
Lupino E tu fa tosto,
ch, se venisse fame a questa bestia,
40 in un boccone non mi manicasse.
Dorinda Oh come se da poco! Su, va via!
Silvio Dove misero me! dove debbio
volger pi il piede a seguitarti, o caro,
o mio fido Melampo? Ho monte e piano
45 cercato indarno, e son gi molle e stanco.
Maladetta la fra che seguisti!
Ma ecco ninfa, che di lui novella
mi dar forse. Oh come male inciampo!
Questa colei che mi d sempre noia.
50 Pur soffrir mi bisogna. O bella ninfa,
dimmi: vedesti il mio fedel Melampo,
che test dietro ad una damma sciolsi?
Dorinda Io bella, Silvio? io bella?
Perch cos mi chiami,
55 crudel, se bella agli occhi tuoi non sono?
Silvio O bella o brutta, hai tu il mio can veduto?
A questo mi rispondi, o chio mi parto.
Dorinda Tu se pur aspro a chi tadora, Silvio!
Chi crederia che n s soave aspetto
60 fosse s crudo affetto?
Tu segui per le selve
e per gli alpestri monti
una fra fugace, e dietro lorme
dun veltro, oim! taffanni e ti consumi;
65 e me, che tamo s, fuggi e disprezzi.
Deh! non seguir damma fugace; segui,
segui amorosa e mansueta damma,
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
che, senza esser cacciata,
gi presa e legata.
Silvio Ninfa, qui venni a ricercar Melampo,
non a perder il tempo. Addio.
Dorinda Deh! Silvio
crudel, non mi fuggire,
chi ti dar del tuo Melampo nova.
Silvio Tu mi beffi, Dorinda?
Dorinda Silvio mio,
per quello amor che mi tha fatta ancella,
io so dove il tuo cane.
Nol lasciasti test dietro a una damma?
Silvio Lasciailo e ne perdei tosto la traccia.
Dorinda Or il cane e la damma in poter mio.
Silvio In tuo poter?
Dorinda In mio poter. Ti duole
desser tenuto a chi tadora, ingrato?
Silvio Cara Dorinda mia, dglimi tosto.
Dorinda Ve, mobile fanciullo, a che son giunta!
chuna fra ed un can mi ti fa cara.
Ma vedi, core mio, tu non gli avrai
senza mercede.
Silvio ben ragion: darotti.
(Vo schernirla, costei).
Dorinda Che mi darai?
Silvio Due belle poma dora, che laltrieri
la bellissima mia madre mi diede.
Dorinda A me poma non mancano; potrei
a te darne di quelle che son forse
pi saporite e belle, se i miei doni
tu non avessi a schivo.
Silvio E che vorresti?
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
100 un capro od una agnella? Ma il mio padre
non mi concede ancor tanta licenza.
Dorinda N di capro ho vaghezza n dagnella:
te solo, Silvio, e lamor tuo vorrei.
Silvio N altro vuoi che lamor mio?
Dorinda Non altro.
Silvio S s, tutto tel dono. Or dammi dunque,
cara ninfa, il mio cane e la mia damma.
Dorinda Oh se sapessi quanto
vale il tesor di che s largo sembri,
110 e rispondesse a la tua lingua il core!
Silvio Ascolta, bella ninfa. Tu mi vai
sempre di certo amor parlando, chio
non so quel che si sia. Tu vuoi chi tami,
e tamo quanto posso e quanto intendo.
115 Tu di chio son crudele, e non conosco
quel che sia crudelt, n so che farti.
Dorinda O misera Dorinda! ovhai tu poste
le tue speranze? onde soccorso attendi?
In belt che non sente ancor favilla
120 di quel foco dAmor, charde ognamante.
Amoroso fanciullo;
tu se pur a me foco, e tu non ardi;
e tu, che spiri amore, amor non senti.
Te, sotto umana forma
125 di bellissima madre,
partor lalma dea che Cipro onora;
tu hai gli strali e l foco:
ben sallo il petto mio ferito ed arso.
Giugni agli meri lali:
130 sarai novo Cupido,
se non chai ghiaccio il core,
n ti manca dAmore altro che amore.
Silvio Che cosa questo amore?
59
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
Dorinda Si miro il tuo bel viso,
135 amore un paradiso;
ma, si miro il mio core,
un infernal ardore.
Silvio Ninfa, non pi parole:
dammi il mio cane ormai!
Dorinda Dammi tu prima il pattuito amore.
Silvio Dato non te lho dunque? (Oim, che pena
il contentar costei!) Prendilo, fanne
ci che ti piace. Chi tel nega o vieta?
Che vuoi tu pi? che badi?
Dorinda (Tu perdi ne larena i semi e lopra,
sfortunata Dorinda!)
Silvio Che fai? che pensi? ancor mi tieni a bada?
Dorinda Non cos tosto avrai quel che tu brami,
che poi mi fuggirai, perfido Silvio.
Silvio No certo, bella ninfa.
Dorinda Dammi un pegno.
Silvio Che pegno vuoi?
Dorinda Ah, che non oso a dirlo!
Silvio Perch?
Dorinda Perchho vergogna.
Silvio E pur il chiedi!
Dorinda Vorrei senza parlar esser intesa.
Silvio Ti vergogni di dirlo e non avresti
vergogna di riceverlo?
Dorinda Se darlo
tu mi prometti, i tel dir.
Silvio Prometto,
ma vo che tu me l dica.
60
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
Dorinda Ah, non mintendi,
165 Silvio, mio ben! Tindenderei pur io,
sa me l dicessi tu.
Silvio Pi scaltra certo
se tu di me.
Dorinda Pi calda, Silvio, e meno
170 di te crudele io sono.
Silvio A dirti il vero,
io non son indovin: parla, se vuoi
esser intesa.
Dorinda Oh misera! Un di quelli
175 che ti d la tua madre.
Silvio Una guanciata?
Dorinda Una guanciata a chi tadora, Silvio?
Silvio Ma careggiar con queste ella sovente
mi suole.
Dorinda Ah! so ben io che non vero.
E talor non ti bacia?
Silvio N mi bacia,
n vuol chaltri mi baci.
Forse vorresti tu per pegno un bacio?
185 Tu non rispondi. Il tuo rossor taccusa.
Certo mi son apposto. I son contento;
ma dammi con la preda il can tu prima.
Dorinda Mel prometti tu, Silvio?
Silvio I tel prometto.
Dorinda E me lattenderai?
Silvio S, ti dichio.
Non mi dar pi tormento.
Dorinda Esci Lupino!
Lupino! ancor non odi?
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
Lupino Oh, se noioso!
Chi chiama? Oh, vengo, vengo! Io non dormiva,
no certo. Il can dormiva.
Dorinda Ecco il tuo cane,
Silvio, che pi di te cortese, in queste...
Silvio Oh, come son contento!
Dorinda ... in queste braccia,
che tanto sprezzi tu, venne a posarsi...
Silvio Oh dolcissimo mio fido Melampo!
Dorinda ... cari avendo i miei baci e i miei sospiri.
Silvio Baciar ti voglio mille volte e mille.
Ti se fatto alcun mal, forse, correndo?
Dorinda Avventuroso can! perch non posso
cangiar teco mia sorte? A che son giunta,
210 che fin dun can la gelosia maccora?
Ma tu, Lupin, tinvia verso la caccia;
ch fra poco i ti seguo.
Lupino Io vo, padrona.
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3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
Scena terza Silvio, Dorinda
Silvio Tu non hai alcun male. Al rimanente:
ov la damma che promessa mhai?
Dorinda La vuoi tu viva o morta?
Silvio Io non tintendo.
5 Comesser viva pu, se l can luccise?
Dorinda Ma se l can non luccise?
Silvio dunque viva?
Dorinda Viva.
Silvio Tanto pi cara e pi gradita
10 mi fia cotesta preda. E fu s destro
Melampo mio, che non lha guasta o tcca?
Dorinda Sol nel cor duna ferita punta.
Silvio Mi beffi tu, Dorinda, o pur vaneggi?
Comesser viva pu, nel cor ferita?
Dorinda Quella damma son io,
crudelissimo Silvio,
che, senza esser attesa,
son da te vinta e presa,
viva, se tu maccogli;
20 morta, se mi ti togli.
Silvio E questa quella damma e quella preda
che test mi dicevi?
Dorinda Questa e non altra. Oim! perch ti turbi?
Non t pi caro aver ninfa che fra?
Silvio N tho cara n tamo, anzi tho in odio,
brutta, vile, bugiarda ed importuna!
Dorinda questo il guiderdon, Silvio crudele?
questa la merc che tu mi di,
garzon ingrato? Abbi Melampo in dono,
30 e me con lui, ch tutto,
pur cha me torni, i ti rimetto, e solo
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3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
de tuoi begli occhi il sol non mi si nieghi.
Ti seguir, compagna
del tuo fido Melampo assai pi fida;
35 e, quando sarai stanco,
tasciugher la fronte,
e sovra questo fianco,
che per te mai non posa, avrai riposo.
Porter larmi, porter la preda;
40 e, se ti mancher mai fra al bosco,
saetterai Dorinda. In questo petto
larco tu sempre esercitar potrai:
ch, sol come vorrai,
il porter, tua serva,
45 il prover, tua preda,
e sar del tuo stral faretra e segno.
Ma con chi parlo? ahi, lassa!
teco, che non mascolti e via ten fuggi.
Ma fuggi pur: ti seguir Dorinda
50 nel crudo inferno ancor, salcun inferno
pi crudo aver possio
de la fierezza tua, del dolor mio.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
Scena quarta Corisca
Corsica Oh, come favorisce i miei disegni
Fortuna molto pi chio non sperai!
Non ha ragion di favorir colei
che, sonnacchiosa, il suo favor non chiede.
5 Ha ben ella gran forza, e non la chiama
possente dea senza ragione il mondo;
ma bisogna incontrarla e farle vezzi,
spianandole il sentiero. I neghittosi
saran di rado fortunati o mai.
10 Se non mavesse la mia industria fatta
compagna di colei, che potrebbe ora
giovarmi una s comoda e sicura
occasion di ben condurre a fine
il mio pensiero? Avria qualchaltra sciocca
15 la sua rival fuggita; e, segni aperti
de la sua gelosia portando in fronte,
di mal occhio guatata anco lavrebbe,
e mal avrebbe fatto, chassai meglio
da laperto nemico altri si guarda,
20 che non fa da locculto. Il cieco scoglio
quel chinganna i marinari ancora
pi saggi. Chi non sa finger lamico,
non fiero nemico. Oggi vedrassi
quel che sa far Corisca. Ma s sciocca
25 non son io gi, che lei non creda amante.
A qualcun altro il far creder forse,
che poco sappia; a me non gi, che sono
maestra di questarte. Una fanciulla
tenera e semplicetta, che pur ora
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
30 spunta fuor de la buccia, in cui pur dianzi
still le prime sue dolcezze Amore,
lungamente seguta e vagheggiata
da s leggiadro amante, e, quel ch peggio,
baciata e ribaciata, e star salda?
35 Pazzo ben chi sel crede; io gi nol credo.
Ma vedi il mio destn come maita.
Ecco a punto Amarilli. Ah, i vo far vista
di non vederla e ritirarmi alquanto.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
Scena quinta Amarilli, Corisca
Amarilli Care selve beate,
e voi solinghi e taciturni orrori,
di riposo e di pace alberghi veri;
oh, quanto volentieri
5 a rivedervi i torno! E se le stelle
mavesser dato in sorte
di viver a me stessa e di far vita
conforme a le mie voglie,
i gi co Campi Elisi,
10 fortunato giardin de semidi,
la vostrombra gentil non cangerei.
Ch, se ben dritto miro,
questi beni mortali
altro non son che mali.
15 Meno ha chi pi nabonda,
e posseduto pi che non possede:
ricchezze no, ma lacci
de laltrui libertate.
Che val ne pi verdi anni
20 titolo di bellezza
o fama donestate,
e n mortal sangue nobilt celeste;
tante grazie del cielo e de la terra:
qui larghi e lieti campi,
25 e l felici piagge,
fecondi paschi e pi fecondo armento,
se n tanti beni il cor non contento?
Felice pastorella,
cui cinge a pena il fianco
30 povera s, ma schietta
e candida gonnella,
ricca sol di se stessa
e de le grazie di natura adorna;
che n dolce povertade
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
35 n povert conosce n i disagi
de le ricchezze sente;
ma tutto quel possede,
per cui desio daver non la tormenta,
nuda s, ma contenta!
40 Co doni di natura
i doni di natura anco nudrca;
col latte il latte avviva;
e col dolce de lapi
condisce il ml de le natie dolcezze.
45 Quel fonte ondella beve,
quel solo anco la bagna e la consiglia;
paga lei, pago il mondo.
Per lei di nembi il ciel soscura indarno
e di grandine sarma,
50 ch la sua povert nulla paventa:
nuda s, ma contenta.
Sola una dolce e dognaffanno sgombra
cura le sta nel core:
pasce le verdi erbette
55 la greggia a lei commessa, ed ella pasce
de suo begli occhi il pastorello amante,
non qual le destinro
o gli uomini o le stelle,
ma qual le diede Amore.
60 E tra lombrose piante
dun favorito lor mirteto adorno,
vagheggiata, il vagheggia; n per lui
sente foco damor che non gli scopra;
ned ella scopre ardor chegli non senta:
65 nuda s, ma contenta.
Oh vera vita, che non sa che sia
morire innanzi morte!
Potessio pur cangiar teco mia sorte!
Ma vedi l Corisca. Il ciel ti guardi,
70 dolcissima Corisca.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
Corsica Chi mi chiama?
Oh, pi degli occhi miei, pi de la vita
a me cara Amarilli, e dove vai
cos soletta?
Amarilli In nessun altro loco,
se non dove mi trovi e dove meglio
capitar non potea, poi che te trovo.
Corsica Tu trovi chi da te non parte mai,
Amarilli mia dolce, e di te stava
80 pur or pensando e fra mio cor dicea:
Sio son lanima sua, come pu ella
star senza me s lungamente? e, n questo,
tu mi se sopraggiunta, anima mia.
Ma tu non ami pi la tua Corisca.
Amarilli E perch ci?
Corsica Come perch? tu l chiedi?
Oggi tu sposa...
Amarilli Io sposa?
Corsica S, tu sposa
90 ed a me nol palesi?
Amarilli E come posso
palesar quel che non m noto?
Corsica Ancora
tu tinfingi e mel neghi?
Amarilli Ancor mi beffi?
Corsica Anzi tu beffi me.
Amarilli Dunque maffermi
ci tu per vero?
Corsica Anzi tel giuro; e certo
100 non ne sai nulla tu?
Amarilli So che promessa
gi fui; ma non so gi che s vicine
sien le mie nozze. E tu da chi l sapesti?
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
Corsica Da mio fratello Ormino. Esso lha inteso,
105 dice, da molti; e non si parla daltro.
Par che tu te ne turbi. forse questa
novella da turbarsi?
Amarilli Gli un gran passo,
Corisca; e gi la madre mia mi disse
110 che quel d si rinasce.
Corsica A miglior vita
si rinasce per certo; e tu per questo
viver lieta dovresti. A che sospiri?
Lascia pur sospirar a quel meschino.
Amarilli Qual meschino?
Corsica Mirtillo, che trovossi
presente a ci che l mio fratel mi disse,
e poco men che di dolor nol vidi
morire. E certo e si moriva, sio
120 non lavessi soccorso, promettendo
di sturbar queste nozze; e, ben che questo
dicessi sol per suo conforto, io pure
sarei donna per farlo.
Amarilli E ti darebbe
125 lanimo di sturbarle?
Corsica E di che sorte!
Amarilli E come ci faresti?
Corsica Agevolmente,
pur che tu ti disponga e ci consenta.
Amarilli Se ci sperassi e la tua f mi dessi
di non lappalesar, ti scovrirei
un pensier che nel cor gran tempo ascondo.
Corsica Io palesarti mai? aprasi prima
la terra e per miracolo minghiotta.
Amarilli Sappi, Corisca mia, che, quandio penso
chi debbo ad un fanciullo esser soggetta,
che mha in odio e mi fugge e chaltra cura
70
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
non ha che i boschi, e chuna fra e un cane
stima pi che lamor di mille ninfe,
140 malcontenta ne vivo e poco meno
che disperata; ma non oso a dirlo,
s perch lonest non mel comporta,
s perch al padre mio nho di gi data
e, quel ch peggio, a la gran dea, la fede.
145 Che se per opra tua, ma per sempre
salva la fede mia, salva la vita
e la religion e lonestate,
troncar di questo a me s grave nodo
si potesser le fila, oggi saresti
150 tu ben la mia salute e la mia vita.
Corsica Se per questo sospiri, hai gran ragione.
Amarilli. Deh! quante volte il dissi:
Una cosa s bella a chi la sprezza?
S ricca gioia a chi non la conosce?.
155 Ma tu se troppo savia, a dirti il vero,
anzi pur troppo sciocca. E che non parli?
che non ti lasci intendere?
Amarilli Ho vergogna.
Corsica Hai un gran mal, sorella. I vorrei prima
160 aver la febbre, il fistolo, la rabbia.
Ma, credi a me, la perderai tu ancora,
sorella mia, s ben; basta una sola
volta che tu la superi e rinieghi.
Amarilli Vergogna, che n altrui stamp natura,
165 non si pu rinegar, ch, se tu tenti
di cacciarla dal cor, fugge nel volto.
Corsica O Amarilli mia, chi, troppo savia,
tace il suo male, alfin, da pazza, il grida.
Se questo tuo pensiero avessi prima
170 scoperto a me, saresti fuor dimpaccio.
Oggi vedrai quel che sa far Corisca.
Ne le pi sagge man, ne le pi fide
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3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
tu non potevi capitar. Ma, quando
sarai per opra mia gi liberata
175 dun cattivo marito, non vorrai tu
dun buon amante provvederti?
Amarilli A questo
penseremo a bellagio.
Corsica Veramente
180 non puoi mancare al tuo fedel Mirtillo.
E tu sai pur soggi pastor di lui,
n per valor, n per sincera fede,
n per belt, de lamor tuo pi degno.
E tu l lasci morire (ah troppo cruda!),
185 senza che dir ti possa, almeno: Io moro?.
Ascoltalo una volta.
Amarilli Oh quanto meglio
farebbe a darsi pace, e la radice
sveller di quel desio ch senza speme!
Corsica Dgli questo conforto anzi che moia.
Amarilli Sar piuttosto un raddoppiargli affanno.
Corsica Lascia di questo tu la cura a lui.
Amarilli E di me che sarebbe, se mai questo
si risapesse?
Corsica Oh quanto hai poco core!
Amarilli E poco sia, purcha bont mi vaglia.
Corsica Amarilli, se lecito ti fai
di mancarmi tu in questo, anchio ben posso
giustamente mancarti. Addio.
Amarilli Corisca,
non ti partir; ascolta.
Corsica Una parola
sola non udirei, se non prometti...
Amarilli Ti prometto dudirlo, ma con questo,
205 chad altro non mastringa...
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3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
Corsica Altro non chiede.
Amarilli ... e tu gli facci credere che nulla
saputo i nabbia...
Corsica Mostrer che tutto
210 abbia portato il caso.
Amarilli ... e chindi possa
partirmi a mio piacer, n mi contrasti...
Corsica Quando ti piacer, pur che lascolti.
Amarilli ... e brevemente si spedisca.
Corsica E questo
ancora si far.
Amarilli ... n mi saccosti
quanto lungo il mio dardo.
Corsica Oim, che pena
220 m oggi il riformar cotesta tua
semplicit! Fuor che la lingua, ognaltro
membro gli legher, s che sicura
star ne potrai: vuoi altro?
Amarilli Altro non voglio.
Corsica E quando il farai tu?
Amarilli Quando a te piace,
pur che tanto di tempo or mi conceda
chi torni a casa, ove di queste nozze
mi vo meglio informar.
Corsica Vanne, ma guarda
di farlo accortamente. Or odi quello
chio vo pensando: choggi sul meriggio
qui, sola, fra questombre e senzalcuna
de le tue ninfe tu ten venghi, dove
235 mi trover per questo effetto anchio.
Meco saran Nerine, Aglauro, Elisa,
e Fillide e Licori, tutte mie
non meno accorte e sagge che fedeli
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3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
e segrete compagne, ove, con loro
240 facendo tu, come sovente suoli,
il giuoco de la cieca, agevolmente
Mirtillo creder che non per lui,
ma per diporto tuo ci sii venuta.
Amarilli Questo mi piace assai; ma non vorrei
245 che quelle ninfe fossero presenti
a le parole di Mirtillo, sai?
Corsica Tindendo, e ben avvisi; e fie mia cura
che tu di questo alcun timor non aggia,
chio le far sparir quando fia tempo.
250 Vattene pur, e ti ricorda intanto
damar la tua fidissima Corisca.
Amarilli Se posto ho il cor ne le sue mani, a lei
star di farsi amar quanto le piace.
Corsica Parti chella stia salda? A questa rcca
255 maggior forza bisogna. Sa lassalto
de le parole mie pu far difesa,
a quelle di Mirtillo certamente
resister non potr. So ben anchio
quel che nel cor di tenera fanciulla
260 possano i prieghi di gradito amante.
Se ridur ci si lascia, a tal partito
la stringer ben io con questo giuoco,
che non lavr da giuoco. Ed io non solo
da le parole sue, voglia o non voglia,
265 potr spiar, ma penetrar ancora
fin ne linterne viscere il suo core.
Come questo abbia in mano e gi padrona
sia del segreto suo, far di lei
ci che vorr senza fatica alcuna,
270 e condurrolla a quel che bramo, in guisa
chella stessa, non chaltri, agevolmente
creder potr che labbia a ci condotta
il suo sfrenato amor, non larte mia.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
Scena sesta Corisca, Satto
Corsica Oim, son morta!
Satto Ed io son vivo.
Corsica Torna,
torna, Amarilli mia, ch presa sono.
Satto Amarilli non tode. Ah! questa volta
ti converr star salda.
Corsica Oim, le chiome!
Satto Tho pur s lungamente attesa al varco,
che ne la rete se caduta. E sai,
10 questo non il mantello; l crin, sorella.
Corsica A me, Satiro?
Satto A te. Non se tu quella
Corisca s famosa ed eccellente
maestra di menzogne, che mentite
15 parolette e speranze e finti sguardi
vendi a s caro prezzo? che tradito
mha in tanti modi e dileggiato sempre,
ingannatrice e pessima Corisca?
Corsica Corisca son ben io; ma non gi quella,
20 Satiro mio gentil, chagli occhi tuoi
un tempo fu s cara.
Satto Or son gentile,
s, scelerata; ma gentil non fui,
quando per Coridon tu mi lasciasti.
Corsica Te per altrui?
Satto Or odi meraviglia
e cosa nuova a lanimo sincero!
E quando larco a Lilla e l velo a Clori,
la veste a Dafne ed i coturni a Silvia
30 minducesti a rubar, perch l mio furto
fosse di quellamor poscia mercede,
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
cha me promesso, fu donato altrui;
e quando la bellissima ghirlanda,
che donata i tavea, donasti a Niso;
35 e quando, a la caverna, al bosco, al fonte
facendomi vegghiar le fredde notti,
mhai schernito e beffato, allor ti parvi
gentile, ah, scelerata? Or pagherai,
credimi, or pagherai di tutto il fio.
Corsica Tu mi strascini, oim! come si fussi
una giovenca.
Satto Tu l dicesti a punto.
Sctiti pur, se sai; gi non temio
che quinci or tu mi fugga: a questa presa
45 non ti varranno inganni. Unaltra volta
ten fuggisti, malvagia; ma se l capo
qui non mi lasci, indarno taffatichi
duscirmi oggi di man.
Corsica Deh! non negarmi
50 tanto di tempo almen, che teco i possa
dir mia ragion comodamente.
Satto Parla.
Corsica Come vuoi tu chio parli, essendo presa?
Lasciami.
Satto Chi ti lasci?
Corsica I ti prometto
la fede mia di non fuggir.
Satto Qual fede,
perfidissima femmina? ancor osi
60 parlar meco di fede? I vo condurti
ne la pi spaventevole caverna
di questo monte, ove non giunga mai
raggio di sol, non che vestigio umano.
Del resto non ti parlo; il sentirai.
65 Far con mio diletto e con tuo scorno
quello strazio di te, che meritasti.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
Corsica Puoi tu dunque, crudele, a questa chioma
che ti leg gi il core, a questo volto
che fu gi il tuo diletto, a questa un tempo
70 pi de la vita tua cara Corisca,
per cui giuravi che ti fra stato
anco dolce il morire, a questa puoi
soffrir di far oltraggio? Oh cielo! oh sorte!
In cui posio speranza? a cui debbio
75 creder mai pi, meschina?
Satto Ah, scelerata!
pensi ancor dingannarmi? ancor mi tenti
con le lusinghe tue, con le tue frodi?
Corsica Deh! Satiro gentil, non far pi strazio
80 di chi tadora. Oim! non se gi fra,
non hai gi il cor di marmo o di macigno.
Eccomi a piedi tuoi. Se mai toffesi,
idolo del mio cor, perdon ti cheggio.
Per queste nerborute e sovrumane
85 tue ginocchia chabbraccio, a cui minchino;
per quello amor che mi portasti un tempo;
per quella soavissima dolcezza
che trar solevi gi dagli occhi miei
che tue stelle chiamavi, or son duo fonti;
90 per queste amare lagrime, ti prego,
abbi piet di me, lasciami omai.
Satto (La perfida mha mosso; e, sio credessi
solo a laffetto, a f che sarei vinto!)
Ma insomma io non ti credo. Tu se troppo
95 malvagia e nganni pi chi pi si fida.
Sotto quellumilt, sotto que preghi
si nasconde Corisca: tu non puoi
esser da te diversa. Ancor contendi?
Corsica Oim il mio capo! Ah crudo! ancor un poco
100 ferma, ti prego; ed una sola grazia
non mi negar, almen.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
Satto Che grazia questa?
Corsica Che tu mascolti ancor un poco.
Satto Forse
105 ti pensi tu con parolette finte
e mendicate lagrime piegarmi?
Corsica Deh! Satiro cortese, e pur tu vuoi
far di me strazio?
Satto Il proverai. Vien pure.
Corsica Senza avermi piet?
Satto Senza pietate.
Corsica E n ci se tu ben fermo?
Satto In ci ben fermo.
Hai tu finito ancor questo incantesimo?
Corsica O villano indiscreto ed importuno,
mezzuomo e mezzo capra, e tutto bestia,
carogna fracidissima e difetto
di natura nefando, se tu credi
che Corisca non tami, il vero credi.
120 Che vuoi tu chami in te? quel tuo bel ceffo?
quella sucida barba? quellorecchie
caprigne? e quella putrida e bavosa
isdentata caverna?
Satto O scelerata!
125 a me questo?
Corsica A te questo.
Satto A me, ribalda?
Corsica A te caprone!
Satto Ed io con queste mani
130 non ti trarr cotesta tua canina
ed importuna lingua?
Corsica Se taccosti
e fossi tanto ardito...
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
Satto In tale stato
135 una vil femminuzza, in queste mani,
e non teme? e moltraggia? e mi dispregia?
Io ti far...
Corsica Che mi farai, villano?
Satto I ti manger viva.
Corsica E con qua denti,
se tu non gli hai?
Satto O ciel, come il comporti?
Ma sio non te ne pago.... Vien pur via.
Corsica Non vo venir.
Satto Non ci verrai, malvagia?
Corsica No, mal tuo grado; no.
Satto Tu ci verrai,
se mi credessi di lasciarci queste
braccia.
Corsica Non ci verr, se questo capo
di lasciarci credessi.
Satto Ors! veggiamo
chi di noi ha pi forte e pi tenace,
tu il collo, od io le braccia. Tu ci metti
155 le mani, n con questo anco potrai
difenderti, perversa.
Corsica Or il vedremo.
Satto S certo.
Corsica Tira ben. Satiro, addio;
160 ficcati il collo.
Satto Oim dolente! ahi lasso!
oim il capo! oim il fianco! oim la schiena!
oh che fiera caduta! A pena i posso
movermi e rilevarmene. E pur vero
165 chella fugga e qui rimanga il teschio?
Oh maraviglia inusitata! O ninfe,
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
o pastori, accorrete e rimirate
il magico stupor di chi sen fugge
e vive senza capo. Oh come lieve!
170 quanto ha poco cervello e come il sangue
fuor non ne spiccia! Ma che miro? o sciocco!
o mentecatto! Senza capo lei?
Senza capo se tu. Chi vide mai
uom di te pi schernito? Or mira sella
175 ha saputo fuggir, quando tu meglio
la pensavi tener. Perfida maga!
Non ti bastava aver mentito il core
e l volto e le parole e l riso e l guardo,
sanco il crin non mentivi? Ecco! poeti,
180 questo loro nativo e lambra pura
che pazzamente voi lodate. Omai
arrossite, insensati, e, ricantando,
vostro soggetto in quella vece sia
larte duna impurissima e malvagia
185 incantatrice, che i sepolcri spoglia
e, dai fracidi teschi il crin furando,
al suo lintesse e cos ben lasconde,
che vha fatto lodar quel che aborrire
dovevate assai pi che di Megera
190 le viperine e mostruose chiome.
Amanti, or non son questi i vostri nodi?
Mirate e vergognatevi, meschini.
E se, come voi dite, i vostri cri
son pur qui ritenuti, omai ciascuno
195 potr senza sospiri e senza pianto
ricoverar il suo. Ma che pi tardo
a publicar le sue vergogne? Certo
non fu mai s famosa n s chiara
la chioma ch l s con tante stelle
200 ornamento del ciel, come fie questa
per la mia lingua, e molto pi colei
che la portava, eternamente infame.
80
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
Coro Ah, ben fu di colei grave lerrore,
cagion del nostro male,
205 che le leggi santissime dAmore,
di f mancando, offese;
poscia chindi saccese
degli immortali di lira mortale,
che, per lagrime e sangue
210 di tante alme innocenti, ancor non langue.
Cos la F, dogni virt radice,
e dognalma ben nata unico fregio,
l su si tiene in pregio!
Cos di farci amanti, onde felice
215 si fa nostra natura,
leterno Amante ha cura!
Ciechi mortali, voi che tanta sete
di possedere avete,
lurna amata guardando
220 dun cadavero dr, quasi nudombra
che vada intorno al suo sepolcro errando;
qual amore o vaghezza
duna morta bellezza il cor vingombra?
Le ricchezze e i tesori
225 son insensati amori. Il vero e vivo
amor de lalma, lalma: ognaltro oggetto,
perch damare privo,
degno non de lamoroso affetto.
Lanima, perch sola riamante,
230 sola degna damor, degna damante.
Ben soave cosa
quel bacio che si prende
da una vermiglia e delicata rosa
di bella guancia. E pur chi l vero intende,
235 comintendete vui,
avventurosi amanti che l provate,
dir che quello morto bacio, a cui
la baciata belt bacio non rende.
Ma i colpi di due labbra innamorate,
81
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto secondo
240 quando a ferir si va bocca con bocca
e che in un punto scocca
Amor con soavissima vendetta
luna e laltra saetta,
son veri baci, ove con giuste voglie
245 tanto si dona altrui, quanto si toglie.
Baci pur bocca curiosa e scaltra
o seno o fronte o mano: unqua non fia
che parte alcuna in bella donna baci
che baciatrice sia,
250 se non la bocca, ove lunalma e laltra
corre e si bacia anchella, e con vivaci
spiriti pellegrini
d la vita al bel tesoro
de bacianti rubini,
255 s che parlan tra loro
gran cose in picciol suono,
e segreti dolcissimi che sono
a lor solo palesi, altrui celati.
Tal gioia amando prova, anzi tal vita,
alma con alma unita,
e son come damor baci baciati
gli incontri di duo cri amanti amati.
82
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Atto terzo
Scena prima Mirtillo
Mirtillo O primavera, giovent de lanno,
bella madre di fiori,
derbe novelle e di novelli amori,
tu torni ben, ma teco
5 non tornano i sereni
e fortunati d de le mie gioie;
tu torni ben, tu torni,
ma teco altro non torna
che del perduto mio caro tesoro
10 la rimembranza misera e dolente.
Tu quella se, tu quella
cheri pur dianzi s vezzosa e bella;
ma non son io gi quel chun tempo fui
s caro agli occhi altrui.
15 O dolcezze amarissime dAmore,
quanto pi duro perdervi, che mai
non vaver o provate o possedute!
Come saria lamar felice stato,
se l gi goduto ben non si perdesse;
20 o, quando egli si perde,
ogni memoria ancora
del dileguato ben si dileguasse!
Ma, se le mie speranze oggi non sono,
com lusato lor, di fragil vetro,
25 o se maggior del vero
non fa la speme il desiar soverchio,
qui pur vedr colei
ch l sol degli occhi miei;
e, saltri non minganna,
30 qui pur vedrolla al suon de miei sospiri
fermar il pi fugace.
Qui pur da le dolcezze
di quel bel volto avr soave cibo
nel suo lungo digiun lavida vista;
83
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
35 qui pur vedr quellempia
girar inverso me le luci altre,
se non dolci, almen fre,
e, se non carche damorosa gioia,
s crude almen, chi moia.
40 Oh lungamente sospirato invano
avventuroso d, se, dopo tanti
foschi giorni di pianti,
tu mi concedi, Amor, di veder oggi
ne begli occhi di lei
45 girar sereno il sol degli occhi miei!
Ma qui mandommi Ergasto, ove mi disse
chesser doveano insieme
Corisca e la bellissima Amarilli
per fare il gioco de la cieca; e pure
50 qui non veggio altra cieca
che la mia cieca voglia,
che va con laltrui scorta
cercando la sua luce, e non la trova.
O pur frapposto a le dolcezze mie
55 un qualche amaro intoppo
non abbia il mio destino invido e crudo?
Questa lunga dimora
di paura e daffanno il cor mingombra,
chun secolo agli amanti
60 per ognora che tardi, ogni momento,
quellaspettato ben che fa contento.
Ma chi sa? troppo tardi
son forsio giunto, e qui mavr Corisca,
forsanco, indarno lungamente atteso.
65 Fui pur anco sollecito a partirmi.
Oim! se questo vero, i vo morire.
84
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Scena seconda Amarilli, Mirtillo, Coro di ninfe, Corisca
Amarilli Ecco la cieca.
Mirtillo Eccola a punto. Ahi, vista!
Amarilli Or che si tarda?
Mirtillo Ahi, voce mha punto
5 e sanato in un punto!
Amarilli Ove ste? che fate? e tu, Lisetta,
che s bramavi il gioco de la cieca,
che badi? e tu, Corisca, ove se ita?
Mirtillo Or s che si pu dire
10 chAmor cieco ed ha bendati gli occhi.
Amarilli Ascoltatemi voi,
che l sentier mi scorgete e quinci e quindi
mi tenete per man: come fien giunte
laltre nostre compagne,
15 guidatemi lontan da queste piante,
ov maggior il vano, e quivi sola
lasciandomi nel mezzo,
ite con laltre in schiera e tutte insieme
fatemi cerchio, e sincominci il gioco.
Mirtillo Ma che sar di me? fin qui non veggio
qual mi possa venir da questo gioco
comodit che l mio desire adempia;
n so veder Corisca,
ch la mia tramontana. Il ciel maiti.
Amarilli Alfin ste venute. E che pensaste
di non far altro che bendarmi gli occhi?
Pazzerelle che ste! Or cominciamo.
Coro Cieco, Amor, non ti credio,
ma fai cieco il desio
30 di chi ti crede;
ch, shai pur poca vista, hai minor fede.
Cieco o no, mi tenti invano;
85
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
e per girti lontano
ecco mallargo;
35 che, cos cieco, ancor vedi pi dArgo.
Cos cieco mannodasti
e cieco mingannasti;
or che vo sciolto,
se ti credessi pi, sarei ben stolto.
40 Fuggi e scherza pur, se sai;
gi non fara tu mai
che n te mi fidi,
perch non sai scherzar se non ancidi.
Amarilli Ma voi giocate troppo largo e troppo
45 vi guardate da rischio:
fuggir bisogna, s, ma ferir prima.
Toccatemi, accostatevi, ch sempre
non ve nandrete sciolte.
Mirtillo O sommi di, che miro? o dove sono?
50 in cielo o in terra? O cieli,
i vostri eterni giri
han s dolce armonia? le vostre stelle
han s leggiadri aspetti?
Coro Ma tu pur, perfido cieco,
55 mi chiami a scherzar teco;
ed ecco scherzo
e col pi fuggo e con la man ti sferzo.
E corro e ti percoto,
e tu taggiri a vto.
60 Ti pungo ad ora ad ora:
n tu mi prendi ancora,
o cieco Amore,
perch libero ho il core.
Amarilli In buona f, Licori,
65 chi mi pensai daverti presa, e trovo
daver presa una pianta.
Sento ben che tu ridi.
86
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Mirtillo Deh, fossio quella pianta!
Or non veggio Corisca
70 tra quelle fratte ascosa? dessa certo;
e non so che maccenna,
che non intendo, e pur maccenna ancora.
Coro Sciolto cor fa pi fugace.
O lusinghier fallace,
75 ancor malletti
a tuo vezzi mentiti, a tuo diletti?
E pur di nuovo i riedo,
e giro e fuggo e fiedo
e torno; e non mi prendi
80 e sempre invan mattendi,
o cieco Amore,
perch libero ho il core.
Amarilli Oh! fusti svelta, maladetta pianta,
che pur anco ti prendo,
85 quantunque unaltra al brancolar mi sembri!
Forse chi non credei
daverti franca a questa volta, Elisa?
Mirtillo E pur anco non cessa
daccennarmi Corisca, e s sdegnosa,
90 che sembra minacciar. Vorrebbe forse
che mi mischiassi anchio tra quelle ninfe?
Amarilli Dunque giocar debbio
tuttoggi con le piante?
Corsica Bisogna pur che mal mio grado i parli
95 ed esca de la buca.
Prendila, dappochissimo: che badi?
chella ti corra in braccio?
o lsciati almen prendere. Su, dammi
cotesto dardo, e valle incontra, sciocco!
Mirtillo Oh come mal saccorda
lanimo col desio!
S poco ardisce il cor che tanto brama!
87
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Amarilli Per questa volta ancor tornisi al gioco,
ch son gi stanca e, per mia f, voi ste
105 troppo indiscrete a farmi correr tanto.
Coro Mira nume trionfante,
a cui d il mondo amante
empio tributo!
Eccol oggi deriso, eccol battuto.
110 S come ai rai del sole
cieca nottola suole,
cha mille augei dintorno
che le fan guerra e scorno,
ed ella picchia
115 col becco invano e serge e si rannicchia;
cos se tu beffato,
Amore, in ogni lato:
chi l tergo e chi le gote
ti stimola e percote;
120 e poco vale
perch stendi gli artigli o batti lale.
Gioco dolce ha pania amara;
e ben limpara
augel che vi sinvesca.
Non sa fuggir Amor, chi seco tresca.
88
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Scena terza Amarilli, Corisca, Mirtillo
Amarilli Aff tho colta, Aglauro!
Tu vuoi fuggir? tabbraccer s stretta...
Corsica (Certamente, se contra
non gliel avessi a limprovviso spinto
5 con s grandurto, i faticava in vano
per far chegli vi gisse.)
Amarilli Tu non parli: se dessa o non se dessa?
Corsica (Qui ripongo il suo dardo, e nel cespuglio
torno per osservar ci che ne segue.)
Amarilli Or ti conosco, s: tu se Corisca
che se s grande e senza chioma. A punto
altra che te non volevio, per darti
de le pugna a mio senno.
Or te questo e questaltro,
15 e questanco e poi questo. Ancor non parli?
Ma, se tu mi legasti, anco mi sciogli,
e fa tosto, cor mio,
chi vo poi darti il pi soave bacio,
chavessi mai. Che tardi?
20 par che la man ti tremi. Se s stanca?
Mettici i denti, se non puoi con lugna.
Oh quanto se melensa!
Ma lascia far a me, ch da me stessa
mi lever dimpaccio.
25 Or ve con quanti nodi
mi legasti tu stretta!
Se pu toccar a te lesser la cieca...
Son pur, ecco, sbendata. Oim! che veggio?
Lasciami, traditor! Oim! son morta!
Mirtillo Sta cheta, anima mia!
Amarilli Lasciami, dico,
lasciami! Cos dunque
si fa forza a le ninfe? Aglauro, Elisa!
89
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
ah, perfide! ove ste?
35 Lasciami, traditore!
Mirtillo Ecco ti lascio.
Amarilli Quest un inganno di Corisca. Or togli
quel che nhai guadagnato.
Mirtillo Dove fuggi, crudele?
40 Mira almen la mia morte. Ecco, mi passo
con questo dardo il petto.
Amarilli Oim! che fai?
Mirtillo Quel che forse ti pesa
chaltri faccia per te, ninfa crudele.
Amarilli Oim, son quasi morta!
Mirtillo E se questopra a la tua man si deve,
ecco l ferro, ecco l petto.
Amarilli Ben il meriteresti. E chi tha dato
cotanto ardir, presontuoso?
Mirtillo Amore.
Amarilli Amor non cagion datto villano.
Mirtillo Dunque in me credi amore,
poi che discreto fui, ch se prendesti
tu prima me, son io tanto men degno
55 desser da te di villania notato,
quanto, con s vezzosa
comodit desser ardito e quando
potei le leggi usar teco dAmore,
fui per s discreto,
60 che quasi mi scordai desser amante.
Amarilli Non mi rimproverar quel che fei cieca.
Mirtillo Ah, che tanto pi cieco
son io di te, quanto pi sono amante!
Amarilli Preghi e lusinghe, e non insidie e furti,
65 usa il discreto amante.
90
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Mirtillo Come selvaggia fra,
cacciata da la fame,
esce dal bosco e l peregrino assale,
tal io, ch sol de tuo begli occhi i vivo.
70 Poi che lamato cibo
o tua fierezza o mio destn mi nega,
sa, famelico amante,
uscendo oggi de boschi ovio soffersi
digiun misero e lungo,
75 quello scampo tentai per mia salute,
che mi dett necessit damore,
non incolpar gi me, ninfa crudele;
te sola pur incolpa,
ch, se co preghi sol, come dicesti,
80 sama discretamente, e con lusinghe,
e ci da me non aspettasti mai,
tu sola, tu mhai tolto,
con la durezza tua, con la tua fuga,
lesser discreto amante.
Amarilli Assai discreto amante esser potevi,
lasciando di seguir chi ti fuggiva.
Pur sai che nvan mi segui.
Che vi da me?
Mirtillo Chuna sola fiata
90 degni almen dascoltarmi, anzi chio moia.
Amarilli Buon per te che la grazia,
prima che labbi chiesta, hai ricevuta.
Vattene dunque.
Mirtillo Ah! ninfa,
95 quel che tho detto, a pena
una minuta stilla
de linfinito mar del pianto mio.
Deh! se non per pietate,
almen per tuo diletto ascolta, cruda,
100 di chi si vuol morir gli ultimi accenti.
91
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Amarilli Per levar te derrore a me dimpaccio,
son contenta dudirti;
ma ve! con queste leggi:
di poco, e tosto parti, e pi non torna.
Mirtillo In troppo picciol fascio,
crudelissima ninfa,
stringer tu mi comandi
quellimmenso desio, che, se con altro,
misurar si potesse
110 che con pensiero umano,
a pena il capira ci che capire
puote in pensiero umano.
Chi tami, e tami pi de la mia vita,
se tu nol sai, crudele,
115 chiedilo a queste selve,
che tel diranno, e tel diran con esse
le fre loro e i duri sterpi e i sassi
di questi alpestri monti,
chi ho s spesse volte
120 inteneriti al suon de miei lamenti.
Ma che bisogna far cotanta fede
de lamor mio, dov bellezza tanta?
Mira quante vaghezze ha l ciel sereno,
quante la terra, e tutte
125 raccogli in picciol giro; indi vedrai
lalta necessit de larder mio.
E come lacqua scende e l foco sale
per sua natura, e laria
vaga e posa la terra e l ciel saggira,
130 cos naturalmente a te sinchina,
come a suo bene, il mio pensiero, e corre
a le bellezze amate
con ogni affetto suo lanima mia.
E chi di traviarla
135 dal caro oggetto suo forse pensasse,
prima torcer porra
92
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
da lusato cammino e cielo e terra
ed acqua ed aria e foco,
e tutto trar da le sue sedi il mondo.
140 Ma, perch mi comandi
chio dica poco, ah cruda!
poco dir, sio dir sol chio moro;
e men far morendo,
sio miro a quel che del mio strazio brami.
145 Ma far quello, aim! che sol mavanza,
miseramente amando.
Ma, poi che sar morto, anima cruda,
avrai tu almen piet de le mie pene?
Deh! bella e cara e s soave un tempo
150 cagion del viver mio, mentre a Dio piacque,
volgi una volta, volgi
quelle stelle amorose,
come le vidi mai, cos tranquille
e piene di piet, prima chi moia,
155 ch l morir mi sia dolce.
E dritto ben che, se mi fro un tempo
dolci segni di vita, or sien di morte
que begli occhi amorosi;
e quel soave sguardo,
160 che mi scorse ad amare,
mi scorga anco a morire;
e chi fu lalba mia,
del mio cadente d lespero or sia.
Ma tu, pi che mai dura,
165 favilla di piet non senti ancora;
anzi tinaspri pi, quanto pi prego.
Cos senza parlar dunque mascolti?
A chi parlo, infelice? a un muto marmo?
Saltro non mi vuoi dir, dimmi almen: Mori!
170 e morir mi vedrai.
Questa ben, empio Amor, miseria estrema,
che s rigida ninfa
93
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
e del mio fin s vaga,
perch grazia di lei
175 non sia la morte mia, morte mi neghi,
n mi risponda, e larmi
duna sola sdegnosa e cruda voce
sdegni di proferire
al mio morir.
Amarilli Se dianzi tavessio
promesso di risponderti, s come
dascoltar ti promisi,
qualche giusta cagion di lamentarti
del mio silenzio avresti.
185 Tu mi chiami crudele, immaginando
che da la ferit rimproverata
agevole ti sia forse il ritrarmi
al suo contrario affetto;
n sai tu che lorecchie
190 cos non mi lusinga il suon di quelle
da me s poco meritate e molto
meno gradite lodi,
che mi di di belt, come mi giova
il sentirmi chiamar da te crudele.
195 Lesser cruda ad ognaltro,
gi nol nego, peccato;
a lamante, virtute;
ed vera onestate
quella che n bella donna
200 chiami tu feritate.
Ma sia, come tu vuoi, peccato e biasmo
lesser cruda a lamante: or quando mai
ti fu cruda Amarilli?
Forse allor che giustizia
205 stato sarebbe il non usar pietate?
E pur teco lusai
tanto, cha dura morte i ti sottrassi.
I dico allor che tu, fra nobil coro
di vergini pudiche,
94
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
210 libidinoso amante,
sotto abito mentito di donzella
ti mescolasti e, i puri scherzi altrui
contaminando, ardisti
mischiar tra finti ed innocenti baci
215 baci impuri e lascivi,
che la memoria ancor se ne vergogna.
Ma sallo il ciel, challor non ti conobbi,
e che poi, conosciuto,
sdegno nebbi, e serbai
220 da le lascivie tue lanimo intatto;
n lasciai che corresse
lamoroso veneno al cor pudico,
chalfin non violasti
se non la sommit di queste labbra.
225 Bocca baciata a forza,
se l bacio sputa, ogni vergogna ammorza.
Ma dimmi tu: qual frutto avresti allora
dal temerario tuo furto raccolto,
se tavessio scoperto a quelle ninfe?
230 Non fu sullEbro mai
s fieramente lacerato e morto
da le donne di Tracia il tracio Orfeo,
come stato da loro
saresti tu, se non ti dava aita
235 la piet di colei che cruda or chiami.
Ma non cruda gi quanto bisogna,
ch, se cotanto ardisci
quanto ti son crudele,
ch faresti tu poi,
240 se pietosa ti fussi?
Quella sana piet che dar potei,
quella tho dato. In altro modo vano
che tu la chiedi o speri,
ch pietate amorosa
245 mal si d per colei
che per s non la trova,
95
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
poi che lha data altrui.
Ama lonest mia, samante sei;
ama la mia salute, ama la vita.
250 Troppo lunge se tu da quel che brami.
Il proibisce il ciel, la terra il guarda
e l vendica la morte;
ma pi dognaltro e con pi saldo scudo
lonestate il difende,
255 ch sdegna alma bennata
pi fido guardatore
aver del proprio onore. Or datti pace
dunque, Mirtillo, e guerra
non far a me. Fuggi lontano e vivi,
260 se saggio se: chabbandonar la vita
per soverchio dolore,
non atto o pensiero
di magnanimo core;
ed vera virtute
265 il sapersi astener da quel che piace,
se quel che piace, offende.
Mirtillo Non in man di chi perde
lanima, il non morire.
Amarilli Chi sarma di virt, vince ogni affetto.
Mirtillo Virt non vince ove trionfa Amore.
Amarilli Chi non pu quel che vuol, quel che pu voglia.
Mirtillo Necessit damor legge non have.
Amarilli La lontananza ogni gran piaga salda.
Mirtillo Quel che nel cor si porta, invan si fugge.
Amarilli Scaccer vecchio amor novo desio.
Mirtillo S, sunaltra alma e un altro core avessi.
Amarilli Consuma il tempo finalmente amore.
Mirtillo Ma prima il crudo amor lalma consuma.
Amarilli Cos, dunque, il tuo mal non ha rimedio?
96
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Mirtillo Non ha rimedio alcun, se non la morte.
Amarilli La morte? Or tu mascolta e fa che legge
ti sian queste parole. Ancor chi sappia
che l morir degli amanti pi tosto uso
dinnamorata lingua che desio
285 danimo in ci deliberato e fermo,
pur se talento mai
e s strano e s folle a te venisse,
sappi che la tua morte
non men de la mia fama
290 che de la vita tua morte sarebbe.
Vivi dunque, se mami;
vattene, e da qui innanzi avr per chiaro
segno che tu sii saggio,
se con ogni tuo ingegno
295 ti guarderai di capitarmi innanti.
Mirtillo Oh sentenza crudele!
Come viver possio
senza la vita? o come
dar fin senza la morte al mio tormento?
Amarilli Ors! Mirtillo, tempo
che tu ten vada; e troppo lungamente
hai dimorato ancora.
Prtiti; e ti consola,
chinfinita la schiera
305 degli infelici amanti.
Vive ben altri in pianti
s come tu, Mirtillo. Ogni ferita
ha seco il suo dolore,
n se tu solo a lagrimar damore.
Mirtillo Misero infra gli amanti
gi solo non son io; ma son ben solo
miserabile esempio
e de vivi e de morti, non potendo
n viver n morire.
97
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Amarilli Ors! prtiti omai.
Mirtillo Ah! dolente partita!
ah, fin de la mia vita!
da te parto e non moro? E pur i provo
la pena de la morte
e sento nel partire
un vivace morire,
che d vita al dolore
per far che moia immortalmente il core.
98
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Scena quarta Amarilli
Amarilli O Mirtillo, Mirtillo, anima mia,
se vedessi qui dentro
come sta il cor di questa
che chiami crudelissima Amarilli,
5 so ben che tu di lei
quella piet, che da lei chiedi, avresti.
Oh anime in amor troppo infelici!
che giova a te, cor mio, lesser amato?
che giova a me laver s caro amante?
10 Perch, crudo destino,
ne disunisci tu, sAmor ne strigne?
e tu, perch ne strigni,
se ne parte il destin, perfido Amore?
Oh fortunate voi, fre selvagge,
15 a cui lalma natura
non die legge in amar se non damore!
Legge umana inumana,
che di per pena de lamar la morte!
Se l peccar s dolce
20 e l non peccar s necessario, oh troppo
imperfetta natura
che repugni a la legge!
oh! troppo dura legge
che la natura offendi!
25 Ma che? poco ama altrui chi l morir teme.
Piacesse pur al ciel, Mirtillo mio,
che sol pena al peccar fusse la morte!
Santissima Onest, che sola sei
dalma bennata inviolabil nume,
30 questamorosa voglia,
che svenata ho col ferro
del tuo santo rigor, qual innocente
vittima a te consacro.
E tu, Mirtillo, anima mia, perdona
99
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
35 a chi t cruda sol dove pietosa
esser non pu; perdona a questa, solo
nei detti e nel sembiante
rigida tua nemica, ma nel core
pietosissima amante;
40 e, se pur hai desio di vendicarti,
deh! qual vendetta aver puoi tu maggiore
del tuo proprio dolore?
Che se tu se l cor mio,
come se pur mal grado
45 del cielo e della terra,
qualor piagni e sospiri,
quelle lagrime tue sono il mio sangue,
que sospiri il mio spirto e quelle pene
e quel dolor, che senti,
50 son miei, non tuoi, tormenti.
100
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Scena quinta Corisca, Amarilli
Corsica Non tasconder gi pi, sorella mia.
Amarilli (Meschina me, son discoperta!)
Corsica Il tutto
ho troppo ben inteso. Or non mapposi?
5 non ti dissio chamavi? Or ne son certa.
E da me tu ti guardi? a me lascondi?
a me che tamo s? Non tarrossire,
non tarrossir, ch questo mal comune.
Amarilli Io son vinta, Corisca, e tel confesso.
Corsica Or che negar nol puoi, tu mel confessi.
Amarilli E ben mavveggio, ahi, lassa!
che troppo angusto vaso debil core
a traboccante amore.
Corsica O cruda al tuo Mirtillo,
15 e pi cruda a te stessa!
Amarilli Non fierezza quella
che nasce da pietate.
Corsica Aconito e cicuta
nascer da salutifera radice
20 non si vide gi mai.
Che differenza fai
da crudelt choffende,
a piet che non giova?
Amarilli Oim, Corisca!
Corsica Il sospirar, sorella,
debolezza e vanit di core,
e proprio de le femmine da poche.
Amarilli Non sarei pi crudele,
se n lui nudrissi amor senza speranza?
30 Il fuggirlo pur segno
chi ho compassione
del suo male e del mio.
101
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Corsica Perch senza speranza?
Amarilli Non sai tu che promessa a Silvio sono?
35 Non sai tu che la legge
condanna a morte ogni donzella chaggia
violata la fede?
Corsica O semplicetta! ed altro non tarresta?
Qual tra noi pi antica,
40 la legge di Diana o pur dAmore?
Questa ne nostri petti
nasce, Amarilli, e con let savanza;
n sapprende o sinsegna,
ma negli umani cuori,
45 senza maestro, la natura stessa
di propria man limprime;
e dovella comanda,
ubbidisce anco il ciel, non che la terra.
Amarilli E pur, se questa legge
50 mi togliesse la vita,
quella dAmor non mi darebbe aita.
Corsica Tu se troppo guardinga. Se cotali
fusser tutte le donne
e cotali rispetti avesser tutte,
55 buon tempo, addio! Soggette a questa pena
stimo le poche pratiche, Amarilli;
per quelle, che son sagge,
non fatta la legge.
Se tutte le colpevoli uccidesse,
60 credimi, senza donne
resterebbe il paese; e, se le sciocche
vinciampano, ben dritto
che l rubar sia vietato
a chi leggiadramente
65 non sa celare il furto,
chaltro alfin lonestate
non che unarte di parere onesta.
Creda ognun a suo modo: io cos credo.
102
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Amarilli Queste son vanit, Corisca mia.
70 Gran senno lasciar tosto
quel che non pu tenersi.
Corsica E chi tel vieta, sciocca?
Troppo breve la vita
da trapassarla con un solo amore;
75 troppo gli uomini avari,
o sia difetto o pur fierezza loro,
ci son de le lor grazie.
E sai? tanto siam care,
tanto gradite altrui, quanto siam fresche.
80 Levaci la belt, la giovinezza;
come alberghi di pecchie
restiamo, senza favi e senza mle,
negletti aridi tronchi.
Lascia gracchiar agli uomini, Amarilli,
85 per chessi non sanno
n sentono i disagi de le donne,
e troppo differente
da la condizion de luomo quella
de la misera donna.
90 Quanto pi invecchia, luomo
diventa pi perfetto,
e, se perde bellezza, acquista senno.
Ma in noi con la beltate
e con la giovent, da cui s spesso
95 il viril senno e la possanza vinta,
manca ogni nostro ben; n si pu dire
n pensar la pi sozza
cosa n la pi vil di donna vecchia.
Or, prima che tu giunga
100 a questa nostra universal miseria,
conosci i pregi tuoi.
Se t la vita destra,
non lusar a sinistra.
Che varrebbe al leone
103
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
105 la sua ferocit, se non lusasse?
Che gioverebbe a luomo,
lingegno suo, se non lusasse a tempo?
Cos noi la bellezza,
ch virt nostra, cos propria come
110 la forza del leone
e lingegno de luomo,
usiam mentre labbiamo.
Godiam, sorella mia,
godiam, ch l tempo vola e posson gli anni
115 ben ristorar i danni
de la passata lor fredda vecchiezza;
ma, sin noi giovinezza
una volta si perde,
mai pi non si rinverde.
120 Ed a canuto e livido sembiante
pu ben tornar amor, ma non amante.
Amarilli Tu, come credo, in questa guisa parli
per tentarmi, Corisca,
pi tosto che per dir quel che ne senti.
125 E per sii pur certa
che, se tu non mi mostri agevol modo,
e sopra tutto onesto,
di fuggir queste nozze,
ho fatto irrevocabile pensiero
130 di pi tosto morir che macchiar mai
lonest mia, Corisca.
Corsica (Non ho veduto mai la pi ostinata
femmina di costei.)
Poi che questo conchiudi, eccomi pronta.
135 Dimmi un poco, Amarilli:
credi tu forse che l tuo Silvio sia
tanto di fede amico
quanto tu donestate?
104
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Amarilli Tu mi farai ben ridere: di fede
140 amico Silvio? e come,
s nemico damore?
Corsica Silvio damor nemico? O semplicetta!
tu nol conosci. E sa far e tacere,
ti so dir io. Questanime s schife, eh?
145 non ti fidar di loro.
Non furto damor tanto sicuro
n di tanta finezza,
quanto quel che sasconde
sotto il vel donestate.
150 Ama dunque il tuo Silvio,
ma non gi te, sorella.
Amarilli E quale questa dea,
ch certo esser non pu donna mortale,
che lha damore acceso?
Corsica N dea n anco ninfa.
Amarilli Oh che mi narri!
Corsica Conosci tu la mia Lisetta?
Amarilli Quale
Lisetta tua? la pecoraia?
Corsica Quella.
Amarilli Di tu vero, Corisca?
Corsica Questa dessa,
questa lanima sua.
Amarilli Or vedi se lo schifo
165 s dun leggiadro amor ben provveduto!
Corsica E sai come ne spasima e ne muore?
Ogni giorno sinfinge
dire a la caccia...
Amarilli Ogni mattina a punto
170 sento su lalba il maladetto corno.
105
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Corsica ... e sul fitto meriggio,
mentre che gli altri sono
pi fervidi ne lopra, ed egli allotta
da compagni sinvola e vien soletto
175 per via non trita al mio giardino, ovella
tra le fessure duna siepe ombrosa,
che l giardin chiude, i suoi sospiri ardenti,
i suoi prieghi amorosi ascolta, e poi,
a me gli narra e ride. Or odi quello
180 che pensato ho di fare, anzi ho gi fatto,
per tuo servigio. Io credo ben che sappi
che la medesma legge, che comanda
a la donna il servar fede al suo sposo,
ha comandato ancor che, ritrovando
185 ella il suo sposo in atto di perfidia,
possa, mal grado de parenti suoi,
negar dessergli sposa, e daltro amante
onestamente provvedersi.
Amarilli Questo
190 so molto bene, ed anco alcuno esempio
veduto nho: Leucippe a Ligurino,
Egle a Licota, ed a Turingo Armilla,
trovati senza f, la data fede
ricoveraron tutte.
Corsica Or tu mascolta.
Lisetta mia, cos da me avvertita,
ha col fanciullo amante e poco cauto
desser in quello speco oggi con lei
ordine dato, ondegli l pi contento
200 garzon che viva, e sol nattende lora.
Quivi vo che tu l colga. I sar teco
per testimon del tutto, ch senzesso
vana sarebbe lopra, e cos sciolta
sarai senza periglio, e con tuo onore
205 e con onor del padre tuo, da questo
s noioso legame.
106
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Amarilli Oh quanto bene
hai pensato, Corisca! Or che ci resta?
Corsica Quel chora intenderai. Tu bene osserva
210 le mie parole. A mezzo de lo speco,
ch di forma assai lunga e poco larga,
su la man dritta, nel cavato sasso
una, non so ben dir se fatta sia
o per natura o per industria umana,
215 picciola cavernetta, dogni intorno
tutta vestita dedera tenace,
a cui d lume un picciolo pertugio
che dalto sapre, assai grato ricetto
ed a furti damor comodo molto.
220 Or tu, gli amanti prevenendo, quivi
fa che tascondi e l venir loro attendi.
Invier la mia Lisetta intanto;
poi, le vestigia di lontan seguendo
di Silvio, come pria sceso ne lantro
225 vedrollo, entrando anchio subitamente,
il prender perch non fugga, e nsieme
far (ch cos seco ho divisato)
con Lisetta grandissimi rumori,
a quali tosto accorrerai tu ancora
230 e, secondo il costume, esequirai
contra Silvio la legge; e poi nandremo
ambedue con Lisetta al sacerdote,
e cos il marital nodo sciorrai.
Amarilli Dinanzi al padre suo?
Corsica Che mporta questo?
Pensi tu che Montano il suo privato
comodo debbia al publico antiporre?
ed al sacro il profano?
Amarilli Or dunque, gli occhi
240 chiudendo, fedelissima mia scorta,
a te regger mi lascio.
107
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Corsica Ma non tardar; entra, ben mio.
Amarilli Vo prima
girmene al tempio a venerar gli di,
245 ch fortunato fin non pu sortire,
se non la scorge il ciel, mortale impresa.
Corsica Ogni loco, Amarilli, degno tempio
di ben devoto core.
Perderai troppo tempo.
Amarilli Non si pu perder tempo
nel far preghi a coloro
che comandano al tempo.
Corsica Vanne dunque, e vien tosto.
Or, sio non erro, a buon camin son vlta.
255 Mi turba sol questa tardanza. Pure
potrebbe anco giovarmi. Or mi bisogna
tesser novello inganno. A Coridone
amante mio creder far che seco
trovar mi voglia; e nel medesimantro
260 dopo Amarilli il mander, l dove
far venir per pi segreta strada
di Diana i ministri a prender lei,
la qual, come colpevole, a morire
sar senzalcun dubbio condennata.
265 Spenta la mia rivale, alcun contrasto
non avr pi per ispugnar Mirtillo,
che per lei m crudele. Eccol a punto.
Oh come a tempo! I vo tentarlo alquanto,
mentre Amarilli mi d tempo. Amore,
vien ne la lingua mia tutto e nel volto.
108
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Scena sesta Mirtillo, Corisca
Mirtillo Udite, lagrimosi
spirti dAverno, udite
nova sorte di pena e di tormento;
mirate crudo affetto
5 in sembiante pietoso:
la mia donna, crudel pi de linferno,
perchuna sola morte
non pu far sazia la sua fiera voglia
(e la mia vita quasi
10 una perpetua morte),
mi comanda chi viva,
perch la vita mia
di mille morti il d ricetto sia.
Corsica (Minfinger di non laver veduto).
15 Sento una voce querula e dolente
sonar dintorno, e non so dir di cui.
Oh! se tu, il mio Mirtillo?
Mirtillo Cos fossio nudombra e poca polve!
Corsica E ben, come ti senti
20 da poi che lungamente ragionasti
con lamata tua donna?
Mirtillo Come assetato infermo
che bram lungamente
il vietato licor, se mai vi giunge,
25 meschin! beve la morte,
e spegne anzi la vita che la sete;
tal io, gran tempo infermo
e damorosa sete arso e consunto,
in duo bramati fonti,
30 che stillan ghiaccio da lalpestre vena
dun indurato core,
ho bevuto il veleno;
e spento il viver mio
pi tosto che l desio.
109
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Corsica Tanto possente amore
quanto dai nostri cor forza riceve,
caro Mirtillo; e, come lorsa suole
con la lingua dar forma
a linforme suo parto,
40 che per s fra inutilmente nato,
cos lamante al semplice desire,
che nel suo nascimento
era infermo ed informe,
dando forma e vigore,
45 ne fa nascere amore.
Il qual prima, nascendo,
delicato e tenero bambino,
e, mentre tale in noi, sempre soave;
ma, se troppo savanza
50 divien aspro e crudele,
chalfin, Mirtillo, un invecchiato affetto
si fa pena e difetto.
Che, sin un sol pensiero
lanima, immaginando, si condensa
55 e troppo in lui saffisa,
lamor, chesser dovrebbe
pura gioia e dolcezza,
si fa malinconia
e, quel ch peggio, alfin morte o pazzia.
60 Per saggio quel core
che spesso cangia amore.
Mirtillo Prima che mai cangiar voglia o pensiero,
canger vita in morte,
per che la bellissima Amarilli,
65 cos com crudel, com spietata,
sola la vita mia,
n pu gi sostener corporea salma
pi dun cor, pi dunalma.
Corsica O misero pastore,
70 come sai mal usare
110
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
per lo suo dritto amore!
Amar chi modia e seguir chi mi fugge? Eh!
i mi morrei ben prima.
Mirtillo Come loro nel foco,
75 cos la fede nel dolor saffina,
Corisca mia, n pu senza fierezza
dimostrar sua possanza
amorosa invincibile costanza.
Questo solo mi resta,
80 fra tanti affanni miei, dolce conforto.
Arda pur sempre o mora
o languisca il cor mio,
a lui fien lievi pene
per s bella cagion pianti e sospiri,
85 strazio, pene, tormenti, esilio e morte,
pur che prima la vita,
che questa f, si scioglia,
chassai peggio di morte il cangiar voglia.
Corsica Oh bella impresa! Oh valoroso amante,
90 come ostinata fra,
come insensato scoglio,
rigido e pertinace!
Non la maggior peste
n l pi fero e mortifero veleno
95 a unanima amorosa, de la fede.
Infelice quel core
che si lascia ingannar da questa vana
fantasima derrore e de pi cari
amorosi diletti
100 turbatrice importuna!
Dimmi, povero amante:
con cotesta tua folle
virt de la costanza,
che cosa ami in colei che ti disprezza?
105 Ami tu la bellezza,
che non tua? la gioia che non hai?
111
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
la piet che sospiri?
la merc che non speri?
Altro non ami alfin, se dritto miri,
110 che l tuo mal, che l tuo duol, che la tua morte.
E se s forsennato,
chamar vuoi sempre, e non esser amato?
Deh! risorgi, Mirtillo;
riconosci te stesso.
115 Forse ti mancheran gli amori? forse
non troverai chi ti gradisca e pregi?
Mirtillo M pi dolce il penar per Amarilli,
che il gioir di millaltre;
e se gioir di lei
120 mi vieta il mio destino, oggi si moia
per me pure ogni gioia.
Viver io fortunato
per altra donna mai, per altro amore?
n, volendo, il potrei
125 n, potendo, il vorrei.
E, sesser pu che n alcun tempo mai
ci voglia il mio volere
o possa il mio potere,
prego il cielo ed Amor che tolto pria
130 ogni voler, ogni poter mi sia.
Corsica Oh core ammaliato!
Per una cruda, dunque,
tanto sprezzi te stesso?
Mirtillo Chi non spera piet, non teme affanno,
135 Corisca mia.
Corsica Non tingannar, Mirtillo,
ch forse da dovero
non credi ancor chella non tami e chella
da dovero ti sprezzi.
140 Se tu sapessi quello
che sovente di te meco ragiona!
112
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Mirtillo Tutti questi pur sono
amorosi trofei da la mia fede.
Trionfer con questa
145 del cielo e de la terra,
de la sua cruda voglia,
de le mie pene e de la dura sorte,
di fortuna, del mondo e de la morte.
Corsica (Che farebbe costui quando sapesse
150 desser da lei s grandemente amato?)
Oh qual compassione
tho io, Mirtillo, di cotesta tua
misera frenesia!
Dimmi: amasti tu mai
155 altra donna che questa?
Mirtillo Primo amor del cor mio
fu la bella Amarilli,
e la bella Amarilli
sar lultimo ancora.
Corsica Dunque, per quel chi veggia,
non provasti tu mai
se non crudele Amor, se non sdegnoso.
Deh, suna volta sola
il provassi soave
165 e cortese e gentile!
Provalo un poco, provalo; e vedrai
com dolce il gioire
per gratissima donna che tadori
quanto fai tu la tua
170 crudele ed amarissima Amarilli;
com soave cosa
tanto goder quanto ami,
tanto aver quanto brami;
sentir che la tua donna
175 ai tuoi caldi sospiri,
caldamente sospiri,
e dica poi: Ben mio,
113
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
quanto son, quanto miri,
tutto tuo. Sio son bella,
180 a te solo son bella; a te sadorna
questo viso, questoro e questo seno;
in questo petto mio
alberghi tu, caro mio cor, non io.
Ma questo un picciol rivo
185 rispetto a lampio mar de le dolcezze
che fa gustar Amore;
ma non le sa ben dir chi non le prova.
Mirtillo Oh mille volte fortunato e mille
chi nasce in tale stella!
Corsica Ascoltami, Mirtillo
(quasi musc di bocca: anima mia),
una ninfa gentile,
fra quante o spieghi al vento o n treccia annodi
chioma doro leggiadra,
195 degna de lamor tuo
come se tu del suo,
onor di queste selve,
amor di tutti i cori;
dai pi degni pastori
200 invan sollecitata, invan seguta,
te solo adora ed ama
pi de la vita sua, pi del suo core.
Se saggio se, Mirtillo,
tu non la sprezzerai.
205 Come lombra del corpo,
cos questa fia sempre
de lorme tue seguace;
al tuo detto, al tuo cenno
ubbidiente ancella, a tutte lore
210 de la notte e del d teco lavrai.
Deh! non lasciar, Mirtillo,
questa rara ventura.
Non piacere al mondo
114
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
pi soave di quel che non ti costa
215 n sospiri n pianto
n periglio n tempo.
Un comodo diletto,
una dolcezza a le tue voglie pronta,
a lappetito tuo sempre, al tuo gusto
220 apparecchiata, oim! non tesoro
che la possa pagar. Mirtillo, lascia,
lascia di pi fugace
la disperata traccia,
e chi ti cerca, abbraccia.
225 N di speranze vane
ti pascer, Mirtillo:
a te sta comandare.
Non molto lontan chi ti desia.
Se vuoi ora, ora sia.
Mirtillo Non il mio cor soggetto
damoroso diletto.
Corsica Proval sola una volta,
e poi torna al tuo solito tormento,
perch sappi almen dire
235 com fatto gioire.
Mirtillo Corrotto gusto ogni dolcezza aborre.
Corsica Fllo almen per dar vita
a chi del sol de tuo begli occhi vive.
Crudel! tu sai pur anco
240 che cosa povertate
e landar mendicando. Ah! se tu brami
per te stesso pietate,
non la negare altrui.
Mirtillo Che piet posso dare,
245 non la potendo avere?
Insomma io son fermato
di serbar fin chio viva
fede a colei chadoro, o cruda o pia
115
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
chella sia stata e sia.
Corsica Oh veramente cieco ed infelice,
oh stupido Mirtillo!
A chi serbi tu fede?
Non volea gi contaminarti e pena
giugner a la tua pena;
255 ma troppo se tradito,
ed io, che tamo, sofferir nol posso.
Credi tu chAmarilli
ti sia cruda per zelo
o di religione o donestate?
260 Folle se ben se l credi.
Occupata la stanza,
misero! ed a te tocca
pianger quandaltri ride.
Tu non parli? se muto?
Mirtillo Sta la mia vita in forse
tra l viver e l morire,
mentre sta in dubbio il core
se ci creda o non creda;
per son io cos stupido e muto.
Corsica Dunque tu non mel credi?
Mirtillo Sio tel credessi, certo
mi vedresti morire; e, segli vero,
i vo morire or ora.
Corsica Vivi, meschino, vivi;
275 srbati a la vendetta.
Mirtillo Ma non tel credo e so che non vero.
Corsica Ancor non credi, e pur cercando vai
chio dica quel che dascoltar ti duole.
Vedi tu l quellantro?
280 quello fido custode
de la f, de lonor de la tua donna.
Quivi di te si ride,
quivi con le tue pene
116
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
si condiscon le gioie
285 del fortunato tuo lieto rivale.
Quivi, per dirti in somma,
molto sovente suole
la tua fida Amarilli
a rozzo pastorel recarsi in braccio.
290 Or va, piagni e sospira; or serva fede:
tu nhai cotal mercede.
Mirtillo Oim! Corisca, dunque
il ver mi narri e pur convien che il creda?
Corsica Quanto pi vai cercando,
295 tanto peggio udirai
e peggio troverai.
Mirtillo E lhai veduto tu, Corisca? ahi lasso!
Corsica Non pur lho vedutio,
ma tu ancor il potrai
300 per te stesso vedere, ed oggi a punto,
choggi lordine dato, e questa lora.
Talch, se tu tascondi
tra qualcuna di queste
fratte vicine, la vedrai tu stesso
305 scender ne lantro ed indi a poco il vago.
Mirtillo S tosto ho da morir?
Corsica Vedila a punto,
che per la via del tempio
vien pian piano scendendo.
310 La vedi tu, Mirtillo?
e non ti par che mova
furtivo il pi, comha furtivo il core?
Or qui lattendi, e ne vedrai leffetto.
Ci rivedrem da poi.
Mirtillo Gi chio son s vicino
a chiarirmi del vero,
sospender con la credenza mia
e la vita e la morte.
117
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Scena settima Amarilli
Amarilli Non cominci mortale alcuna impresa
senza scorta divina. Assai confusa
e con incerto cor quinci partimmi
per gire al tempio, onde, merc del cielo,
5 e ben disposta e consolata i torno,
cha le preghiere mie pure e devote
m paruto sentir moversi dentro
un animoso spirito celeste
e rincorarmi e quasi dir: Che temi?
10 Va sicura, Amarilli. E cos voglio
sicuramente andar, ch l ciel mi guida.
Bella madre dAmore,
favorisci colei
che l tuo soccorso attende.
15 Donna del terzo giro,
se mai provasti di tuo figlio il foco,
abbi del mio pietate.
Scorgi, cortese dea,
con pi veloce e scaltro
20 il pastorello a cui la fede ho data.
E tu, cara spelonca,
s chiusamente nel tuo sen ricevi
questa serva dAmor, chin te fornire
possa ogni suo desire.
25 Ma che tardi, Amarilli?
Qui non chi mi vegga o chi mascolti.
Entra sicuramente.
O Mirtillo, Mirtillo,
se di trovarmi qui sognar potessi!
118
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Scena ottava Mirtillo
Mirtillo Ah pur troppo son desto e troppo miro!
Cos nato senzocchi
fossio piuttosto, o pi tosto non nato!
A che, fero destn, serbarmi in vita
5 per condurmi a vedere
spettacolo s crudo e s dolente?
O pi dogni infernale
anima tormentata,
tormentato Mirtillo,
10 non stare in dubbio, no; la tua credenza
non sospender gi pi; tu lhai veduta
con gli occhi proprio, e con gli orecchi udita.
La tua donna daltrui,
non per legge del mondo,
15 che la toglie ad ogni altro;
ma per legge dAmore,
che la toglie a te solo.
O crudele Amarilli,
dunque non ti bastava
20 di dar a questo misero la morte,
sanco non lo schernivi
con quella insidiosa ed incostante
bocca, che le dolcezze di Mirtillo
grad pur una volta?
25 Or lodiato nome,
che forse ti sovvenne
per tuo rimordimento,
non hai voluto a parte
de le dolcezze tue, de le tue gioie,
30 e l vomitasti fuore,
ninfa crudel, per non laver nel core.
Ma che tardi, Mirtillo?
Colei che ti d vita,
a te lha tolta e lha donata altrui;
119
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
35 e tu vivi, meschino? e tu non mori?
Mori, Mirtillo, mori
al tormento, al dolore,
comal tuo ben, comal gioir se morto.
Mori, morto Mirtillo:
40 hai finita la vita,
finisci anco il tormento.
Esci, misero amante,
di questa dura ed angosciosa morte,
che per maggior tuo mal ti tiene in vita.
45 Ma che? debbio morir senza vendetta?
Far prima morir chi mi d morte.
Tanto in me si sospenda
il desio di morire,
che giustamente abbia la vita tolta
50 a chi mha tolto ingiustamente il core.
Ceda il dolore a la vendetta, ceda
la pietate a lo sdegno
e la morte a la vita,
finchabbia con la vita
55 vendicato la morte.
Non beva questo ferro
del suo signor linvendicato sangue,
e questa man non sia
ministra di pietate
60 che non sia prima dira.
Ben ti far sentire,
chiunque se che del mio ben gioisci,
nel precipizio mio la tua ruina.
Mappiatter qui dentro
65 nel medesmo cespuglio, e, come prima
a la caverna avvicinar vedrollo,
improvviso assalendolo, nel fianco
il ferir con questo acuto dardo.
Ma non sar vilt ferir altrui
70 nascosamente? S. Sfidalo adunque
a singolar contesa, ove virtute
120
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
del tuo giusto dolor possa far fede.
No, che potrebbon di leggieri in questo
loco, a tutti s noto e s frequente,
75 accorrere i pastori ed impedirci,
e ricercar ancor, che peggio fra,
la cagion che mi move: e sio la nego,
malvagio, e sio la fingo, senza fede
ne sar riputato, e sio la scopro,
80 deterna infamia rimarr macchiato
de la mia donna il nome, in cui, ben chio
non ami quel che veggio, almen quellamo
che sempre volli e vorr fin chi viva
e che sperai e che veder devrei.
85 Moia dunque ladultero malvagio,
cha lei lonore, a me la vita invola!
Ma, se luccido qui, non sar il sangue
chiaro indizio del fatto? E che temio
la pena del morir, se morir bramo?
90 a lomicidio, alfin fatto palese,
scoprir la cagione; onde cadrai
nel medesmo periglio de linfamia
che pu venirne a questa ingrata. Or entra
ne la spelonca e qui lassali. buono,
95 questo mi piace. Entrer cheto cheto,
s chella non mi senta. E credo bene
che ne la pi segreta e chiusa parte,
come accenn di far ne detti suoi,
si sar ricovrata, ondio non voglio
100 penetrar molto a dentro. Una fessura
fatta nel sasso e di frondosi rami
tutta coperta, a man sinistra a punto
si trova a pi de lalta scesa: quivi
pi che si pu tacitamente entrando,
105 il tempo attender di dar effetto
a quel che bramo. Il mio nemico morto
a la nemica mia porter innanzi;
121
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
cos dambiduo lor far vendetta;
indi trapasser col ferro stesso
110 a me medesmo il petto, e tre saranno
gli estinti, duo dal ferro, una dal duolo.
Vedr questa crudele
de lamante gradito
non men che del tradito
115 tragedia miserabile e funesta;
e sar questo speco,
chesser dovea de le sue gioie albergo,
de lun e laltro amante,
e, quel che pi desio,
120 de le vergogne sue tomba e sepolcro.
Ma voi, orme gi tanto invan segute,
cos fido sentiero
voi mi segnate? a cos caro albergo
voi mi scorgete? e pur vinchino e seguo.
125 O Corisca, Corisca,
or s mhai detto il vero, or s ti credo.
122
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
Scena nona Satto
Satto Costui crede a Corisca? e segue lorme
di lei ne la spelonca dEricina?
Stupido ben chi non intende il resto.
Ma certo e ti bisogna aver gran pegno
5 de la sua fede in man, se tu le credi,
e stretta lei con pi tenaci nodi
che non ebbio quando nel crin la presi.
Ma nodi pi possenti in lei dei doni
certo avuto non hai. Questa malvagia,
10 nemica donestate, oggi a costui
s venduta al suo solito, e qui dentro
si paga il prezzo del mercato infame.
Ma forse cost gi ti mand il cielo
per tuo castigo e per vendetta mia.
15 Da le parole di costui si scorge
chegli non crede invano, e le vestigia,
che vedute ha di lei, son chiari indizi
chella gi ne lo speco. Or fa un bel colpo:
chiudi il foro dellantro con quel grave
20 e soprastante sasso, acci che quinci
sia lor negata di fuggir luscita.
Poi vanne, e l sacerdote e suoi ministri
per la strada del colle a pochi nota
conduci, e flla prendere, e, secondo
25 la legge e i suoi misfatti, alfin morire.
E so ben io che data a Coridone
ha la f maritale, il qual si tace
perch teme di me, che minacciato
lho molte volte. Oggi far ben io
30 chegli di due vendicher loltraggio.
Non vo perder pi tempo. Un sodo tronco
schianter da questelce... a punto questo
fia buono..., ondio potr pi prontamente
smover il sasso. Oh com grave! oh come
123
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
35 ben affisso! Qui bisogna il tronco
spinger di forza e penetrar s dentro,
che questa mole alquanto si divella.
Il consiglio fu buono. Anco si faccia
il medesmo di qua. Come sappoggia
40 tenacemente! pi dura limpresa
di quel che mi pensava. Ancor non posso
svellerlo, n per urto anco piegarlo.
Forse il mondo qui dentro? o pur mi manca
il solito vigor? Stelle perverse,
45 che machinate? il mover mal grado.
Maladetta Corisca e, quasi dissi,
quante femmine ha il mondo! O Pan Liceo,
o Pan che tutto se, che tutto puoi,
moviti a prieghi miei:
50 fosti amante ancor tu di cor protervo.
Vendica ne la perfida Corisca
i tuoi scherniti amori.
Cos virt del tuo gran nume il movo,
cos in virt del tuo gran nume e cade.
55 La mala volpe ne la tana chiusa;
or le si dar il foco, ovio vorrei
veder quante son femmine malvage
in un incendio solo arse e distrutte.
Coro Come se grande, Amore,
60 di natura miracolo e del mondo!
qual cor s rozzo o qual s fiera gente
il tuo valor non sente?
ma qual s scaltro ingegno e s profondo
il tuo valor intende?
65 Chi sa gli ardori che l tuo foco accende,
importuni e lascivi,
dir: Spirto mortal, tu regni e vivi
ne la corporea salma.
Ma chi sa poi come a virt lamante
70 si desti e come soglia
farsi al suo foco, ogni sfrenata voglia
124
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
subito spenta, pallido e tremante,
dir: Spirto immortale, hai tu ne lalma
il tuo solo e santissimo ricetto.
75 Raro mostro e mirabile, dumano
e di divino aspetto;
di veder cieco e di saver insano;
di senso e dintelletto,
di ragion e desio confuso affetto!
80 e tale, hai tu limpero
de la terra e del ciel cha te soggiace.
Ma (dirol con tua pace)
miracolo pi altro
ha di te il mondo e pi stupendo assai,
85 per che quanto fai
di maraviglia e di stupor tra noi,
tutto in virt di bella donna puoi.
O donna, o don del cielo,
anzi pur di Colui
90 che l tuo leggiadro velo
fe, dambo creator, pi bel di lui,
qual cosa non hai tu del ciel pi bella?
Ne la sua vasta fronte,
mostruoso ciclope, un occhio ei gira,
95 non di luce a chi l mira,
ma dalta cecit cagione e fonte.
Se sospira o favella,
comirato leon rugge e spaventa;
e non pi ciel, ma campo
100 di tempestosa ed orrida procella,
col fiero lampeggiar folgori avventa.
Tu col soave lampo
e con la vista angelica amorosa
di duo soli visibili e sereni,
105 lanima tempestosa
di chi ti mira, acqueti e rassereni.
E suono e moto e lume
125
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto terzo
e valor e bellezza e leggiadria
fan s dolce armonia nel tuo bel viso,
110 che l cielo invan presume
(se l cielo pur men bel del paradiso)
di pareggiarsi a te, cosa divina.
E ben ha gran ragione
quellaltro animale
115 chuomo sappella ed a cui pur sinchina
ogni cosa mortale,
se, mirando di te lalta cagione,
tinchina e cede; e, sei trionfa e regna,
non perch di scettro o di vittoria
120 sii tu di lui men degna,
ma per maggior tua gloria,
ch quanto il vinto di pi pregio, tanto
pi glorioso di chi vince il vanto.
Ma che la tua beltate
125 vinca con luomo ancor lumanitate,
oggi ne fa Mirtillo a chi nol crede
maravigliosa fede.
E mancava ben questo al tuo valore,
donna, di far senza speranza amore.
126
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
Atto quarto
Scena prima Corisca
Corsica Tanto in condur la semplicetta al varco
ebbi pur dianzi il cor fisso e la mente,
che di pensar non mi sovvenne mai
de la mia cara chioma, che rapita
5 mha quel brutto villano, e comio possa
ricoverarla. Oh, quanto mi fu grave
davermi a riscattar con s gran prezzo
e con s caro pegno! Ma fu forza
uscir di man de lindiscreta bestia,
10 che, quantunque egli sia pi dun coniglio
pusillanimo assai, mavria potuto
far nondimeno mille oltraggi e mille
fiere vergogne. Io lho schernito sempre,
e fin che sangue ha ne le vene avuto,
15 come sansuga lho succhiato. Or duolsi
che pi non lami, e di dolersi avrebbe
giusta cagion, se mai lavessi amato:
amar cosa inamabile non puossi.
Comerba che fu dianzi, a chi la colse
20 per uso salutifero, s cara,
poi che l succo n tratto, inutil resta
e come cosa fracida sabborre,
cos costui: poi che spremuto ho quanto
era di buono in lui, che far ne debbo
25 se non gettarne il fracidume al ciacco?
Or vo veder se Coridone sceso
ancor ne la spelonca. Oh, che fia questo?
Che novit veggio? son desta o sogno?
o son ebbra o traveggio? So pur certo
30 chera la bocca di questantro aperta,
guari non ha. Comora chiusa? e come
questa pietra s grave e tanto antica,
allo mprovviso ruinata a basso?
Non s gi scossa di tremuoto udita.
127
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
35 Sapessi almen se Coridon v chiuso
con Amarilli, ch del resto poi
poco mi curerei. Dovria pur egli
esser giunto oggimai, s buona pezza
che part, se ben Lisetta intesi.
40 Chi sa che non sia dentro e che Mirtillo
cos non gli abbia amendue chiusi? Amore
punto da sdegno il mondo anco potrebbe
scuoter, non chuna pietra. Se ci fosse,
gi non avria potuto far Mirtillo
45 pi secondo il mio cor, se nel suo core
fosse Corisca in vece dAmarilli.
Meglio sar che per la via del monte
mi conduca ne lantro e l ver nintenda.
128
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
Scena seconda Dorinda, Linco
Dorinda E conosciuta certo
tu non mavevi, Linco?
Linco Chi ti conoscerebbe
sotto queste s rozze, orride spoglie
5 per Dorinda gentile?
Sio fossi un fiero can, come son Linco,
mal grado tuo tavrei
troppo ben conosciuta.
Oh, che veggio? oh, che veggio?
Dorinda Un affetto damor tu vedi, Linco,
un effetto damare
misero e singolare.
Linco Una fanciulla, come tu, s molle
e tenerella ancora,
15 cheri pur dianzi, si pu dir, bambina;
e mi par che pur ieri
tavessi tra le braccia pargoletta,
e, le tenere piante
reggendo, tinsegnassi
20 a formar babbo e mamma,
quando ai servigi del tuo padre i stava;
tu che qual damma timida solevi,
prima chamor sentissi,
paventar dogni cosa
25 cha lo mprovviso si movesse; ognaura,
ognaugellin che ramo
scotesse, ogni lucertola che fuori
de la fratta corresse,
ogni tremante foglia
30 ti facea sbigottire;
or vai soletta errando
per montagne e per boschi,
n di fra hai paura n di veltro?
129
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
Dorinda Chi ferito damoroso strale,
35 daltra piaga non teme.
Linco Ben ha potuto in te, Dorinda, amore,
poi che di donna in uomo,
anzi di donna in lupo ti trasforma.
Dorinda Oh! se qui dentro, Linco,
40 scorger tu mi potessi,
vedresti un vivo lupo,
quasi agnella innocente
lanima divorarmi.
Linco E qual il lupo? Silvio?
Dorinda Ah! tu lhai detto.
Linco E tu, poi chegli lupo,
in lupa volentier ti se cangiata,
perch, se non lha mosso il viso umano,
il mova almen questo ferino, e tami.
50 Ma dimmi: ove trovasti
questi ruvidi panni?
Dorinda I ti dir. Mi mossi
stamani assai per tempo
verso l dove inteso avea che Silvio,
55 a pi de lErimanto,
nobilissima caccia
al fier cignale apparecchiata avea;
e, ne luscir de leliceto a punto,
quinci non molto lunge,
60 verso il rigagno che dal poggio scende,
trovai Melampo, il cane
del bellissimo Silvio, che la sete
quivi, come credio, savea gi tratta
e nel prato vicin posando stava.
65 Io, chogni cosa del mio Silvio ho cara,
e lombra ancor del suo bel corpo e lorma
del pi leggiadro, non che l can da lui
cotanto amato, inchino,
130
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
subitamente il presi;
70 ed ei, senza contrasto,
qual mansueto agnel meco ne venne.
E, mentre i vo pensando
di ricondurlo al suo signore e mio,
sperando far, con dono a lui s caro,
75 de la sua grazia acquisto,
eccolo a punto che vena diritto
cercandone i vestigi, e qui fermossi.
Caro Linco, non voglio
perder tempo in narrarti
80 minutamente quello
ch passato tra noi;
ma dir ben, per ispedirmi in breve,
che, dopo un lungo giro
di mentite promesse e di parole,
85 mi s involato il crudo,
pien dira e di disdegno,
col suo fido Melampo
e con la cara mia dolce mercede.
Linco Oh dispietato Silvio, oh garzon fiero!
90 E tu che festi allor? non ti sdegnasti
de la sua fellonia?
Dorinda Anzi, come sa punto
il foco del suo sdegno
fosse stato al mio cor foco amoroso,
95 crebbe per lira sua lincendio mio;
e, tuttavia seguendone i vestigi
e pur verso la caccia
linterrotto cammin continuando,
non molto lunge il mio Lupin raggiunsi,
100 che quinci poco prima
di me sera partito; onde mi venne
tosto pensier di travestirmi e n questi
abiti suoi servili
nascondermi s ben, che tra pastori
131
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
105 potessi per pastore esser tenuta
e seguir e mirar comodamente
il mio bel Silvio.
Linco E n sembianza di lupo
tu se ita a la caccia,
110 e than veduta i cani e quinci salva
se ritornata? Hai fatto assai, Dorinda.
Dorinda Non ti maravigliar, Linco, ch i cani
non potean far offesa
a chi del signor loro
115 destinata preda.
Quivi confusa infra la spessa turba
de vicini pastori,
cheran concorsi a la famosa caccia,
stavio fuor de le tende
120 spettatrice amorosa
via pi del cacciator che de la caccia.
A ciascun moto de la fra alpestre
palpitava il cor mio;
a ciascun atto del mio caro Silvio
125 correa subitamente
con ogni affetto suo lanima mia.
Ma il mio sommo diletto
turbava assai la paventosa vista
del terribil cignale
130 smisurato di forza e di grandezza.
Come rapido turbo
dimpetuosa e subita procella,
che tetti e piante e sassi e ci chincontra
in poco giro, in poco tempo atterra;
135 cos, a un solo rotar di quelle zanne
e spumose e sanguigne,
si vedean tutti insieme
cani uccisi, aste rotte, uomini offesi.
Quante volte bramai
132
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
140 di patteggiar con la rabbiosa fra
per la vita di Silvio il sangue mio!
Quante volte daccorrervi e di fare
con questo petto al suo buon petto scudo!
Quante volte dicea
145 fra me stessa: Perdona,
fiero cignal, perdona
al delicato sen del mio bel Silvio!.
Cos meco parlava,
sospirando e pregando,
150 quandegli di squamosa e dura scorza
il suo Melampo armato
contra la fra impetuoso spinse,
che pi superba ognora
savea fatta dintorno
155 di molti uccisi cani e di feriti
pastori orrida strage.
Linco, non potrei dirti
il valor di quel cane,
e ben ha gran ragion Silvio se lama.
160 Come irato leon che l fiero corno
de lindomito tauro
ora incontri, ora fugga;
una sola fiata
che nel tergo lafferri
165 con le robuste branche,
il ferma s chogni poter nemunge:
tale il forte Melampo,
fuggendo accortamente
gli spessi giri e le mortali rote
170 di quella fra mostruosa, alfine
lassann ne lorecchia,
e, dopo averla impetuosamente
prima crollata alquante volte e scossa,
ferma la tenne s, che potea farsi
175 nel vasto corpo suo, quantunque altrove
leggermente ferito,
133
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
di ferita mortal certo disegno.
Allor subitamente il mio bel Silvio,
invocando Diana:
180 Drizza tu questo colpo,
disse, cha te fo voto
di sacrar, santa dea, lorribil teschio.
E, n questo dir, da la faretra doro
tratto un rapido strale,
185 fin da lorecchia al ferro
tese larco possente,
e nel medesmo punto
rest piagato ove confina il collo
con lmero sinistro il fier cinghiale,
190 il qual subito cadde. I respirai,
vedendo Silvio mio fuor di periglio.
O fortunata fra,
degna duscir di vita
per quella man che nvola
195 s dolcemente il cor dai petti umani!
Linco Ma che sar di quella fra uccisa?
Dorinda Nol so, perch men venni,
per non esser veduta, innanzi a tutti;
ma creder che porteranno in breve,
200 secondo il voto del mio Silvio, il teschio
solennemente al tempio.
Linco E tu non vuoi uscir di questi panni?
Dorinda S voglio; ma Lupino
ebbe la veste mia con laltro arnese,
205 e disse daspettarmi
con essi al fonte, e non ve lho trovato.
Caro Linco, se mami,
va tu per queste selve
di lui cercando, ch non pu gi molto
134
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
210 esser lontano. Poser frattanto
l in quel cespuglio: il vedi? Ivi tattendo;
chio son da la stanchezza
vinta e dal sonno, e ritornar non voglio
con queste spoglie a casa.
Linco Io vo. Tu non partire
di l fin chio non torni.
135
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
Scena terza Coro, Ergasto
Coro Pastori, avete inteso
che l nostro semideo, figlio ben degno
del gran Montano e degno
discendente dAlcide,
5 oggi nha liberati
da la fra terribile, che tutta
infestava lArcadia;
e che gi si prepara
di scirne il voto al tempio.
10 Se grati esser vogliamo
di tanto beneficio,
andiamo tutti ad incontrarlo, e come
nostro liberatore
sia da noi onorato
15 con la lingua e col core.
E, ben che dalma valorosa e bella
lonor sia poco pregio, per quello
che si pu dar maggiore
a la virtute in terra.
Ergasto Oh sciagura dolente! oh caso amaro!
Oh piaga immedicabile e mortale!
Oh sempre acerbo e lagrimevol giorno!
Coro Qual voce odo dorror piena e di pianto?
Ergasto Stelle nemiche a la salute nostra,
25 cos la f schernite?
Cos il nostro sperar levaste in alto
perch poscia, cadendo,
con maggior pena il precipizio avesse?
Coro Questi mi par Ergasto, e certo desso.
Ergasto Ma perch il cielo accuso?
Te pur accusa, Ergasto;
tu solo avvicinasti
lsca pericolosa
al focile dAmor, tu il percotesti
136
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
35 e tu sol ne traesti
le faville, onde nato
lincendio inestinguibile e mortale.
Ma sallo il ciel, se da buon fin mi mossi
e se fu sol piet che mi cindusse.
40 Oh sfortunati amanti!
oh misera Amarilli!
oh Titiro infelice! oh orbo padre!
oh dolente Montano!
oh desolata Arcadia! oh noi meschini!
45 oh finalmente, misero e infelice
quantho veduto e veggio,
quanto parlo, quantodo e quanto penso!
Coro Oim! qual fia cotesto
s misero accidente,
50 che n s comprende ogni miseria nostra?
Andiam, pastori, andiamo
verso di lui, cha punto
egli ci vien incontra. Eterni numi,
ah! Non tempo ancora
55 di rallentar lo sdegno?
Dinne, Ergasto gentile:
qual fiero caso a lamentar ti mena?
Che piangi?
Ergasto Amici cari,
60 piango la mia, piango la vostra, piango
la ruina dArcadia.
Coro Oim! che narri?
Ergasto caduto il sostegno
dogni nostra speranza.
Coro Deh! parlaci pi chiaro.
Ergasto La figliuola di Titiro, quel solo
del suo ceppo cadente e del cadente
padre appoggio e rampollo;
quellunica speranza
137
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
70 de la nostra salute,
chal figlio di Montano era dal cielo
destinata e promessa
per liberar con le sue nozze Arcadia;
quella ninfa celeste,
75 quella saggia Amarilli,
quellesempio donore,
quel fior di castitate;
oim! quella... ah! mi scoppia
il core a dirlo!
Coro morta?
Ergasto No, ma sta per morire.
Coro Oim! che intendo?
Ergasto E nulla ancor intendi!
Peggio che more infame.
Coro Amarillide infame? e come, Ergasto?
Ergasto Trovata con ladultero. E se quinci
non partite s tosto,
la vedrete condurre
cattiva al tempio.
Coro O bella e singolare,
ma troppo malagevole virtute
del sesso femminile, o pudicizia,
come oggi se rara!
Dunque non si dir donna pudica
95 se non quella che mai
non fu sollecitata?
Oh secolo infelice!
Ergasto Veramente potrassi
con gran ragione avere
100 dognaltra donna lonest sospetta,
se disonesta lOnest si trova.
Coro Deh! cortese pastor, non ti sia grave
di raccontarci il tutto.
138
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
Ergasto Io vi dir. Stamane assai per tempo
105 venne, come sapete,
il sacerdote al tempio
con linfelice padre
de la misera ninfa,
da un medesmo pensier ambidue mossi,
110 dagevolar co prieghi
le nozze de lor figli,
da lor bramate tanto.
Per questo solo in un medesmo tempo
fr le vittime offerte
115 e fatto il sacrificio
solennemente e con s lieti auspci,
che non fr viste mai
n viscere pi belle
n fiamma pi sincera o men turbata;
120 onde, da questi segni
mosso, il cieco indovino:
Oggi disse a Montano
sar il tuo Silvio amante; e la tua figlia
oggi, Titiro, sposa.
125 Vanne tu tosto a preparar le nozze.
Oh insensate e vane
menti degli indovini! e tu di dentro
non men che di fuor cieco!
Sa Titiro lesequie
130 in vece de le nozze avessi detto,
ti potevi ben dir certo indovino.
Gi tutti consolati
erano i circostanti, e i vecchi padri
piangean di tenerezza,
135 e partito era gi Titiro, quando
furon nel tempio orribilmente uditi
di subito e veduti
sinistri augri e paventosi segni,
nunzi de lira sacra,
139
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
140 ai quali, oim! s repentini e fieri
sattonito e confuso
restasse ognun dopo s lieti augri,
pensatel voi, cari pastori. Intanto
serano i sacerdoti
145 nel sacrario maggior soli rinchiusi;
e mentre, essi di dentro e noi di fuori,
lagrimosi e divoti,
stavamo intenti a le preghiere sante,
ecco il malvagio Satiro, che chiede
150 con molta fretta e per instante caso
dal sacerdote udienza. E, perch questa
, come voi sapete,
mia cura, fui quellio, che lintrodussi.
Ed egli (ah, ben ha ceffo
155 da non portar altra novella!) disse:
Padri, sai vostri voti
non rispondon le vittime e gli incensi,
se sopra i vostri altari
splende fiamma non pura,
160 non vi maravigliate. Impuro ancora
quel che si commette
oggi contra la legge
ne lantro dEricina.
Una perfida ninfa
165 con ladultero infame ivi profana
a voi la legge, altrui la fede rompe.
Vengan meco i ministri:
mostrer lor di prenderli sul fatto
agevolmente il modo.
170 Allora (o mente umana,
come nel tuo destino
se tu stupida e cieca!)
respirarono alquanto
gli afflitti e buoni padri,
175 parendo lor che fosse
trovata la cagion che pria sospesi
140
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
gli ebbe a tener nel sacro ufficio infausto;
onde subitamente il sacerdote
al ministro maggior, Nicandro, impose
180 che sen gisse col Satiro e cattivi
conducesse ammendue gli amanti al tempio.
Ondegli, accompagnato
da tutto il nostro coro
de ministri minori,
185 per quella via che l Satiro avea mostra,
tenebrosa ed obliqua,
si condusse ne lantro.
La giovane infelice,
forse da lo splendor de le facelle
190 dimprovviso assalita e spaventata,
uscendo fuor duna riposta cava
ch nel mezzo de lantro,
si prov di fuggir, come credio,
verso cotesta uscita, che fu dianzi
195 dal Satiro malvagio,
come ci disse, chiusa.
Coro Ed egli, intanto, che facea?
Ergasto Partissi,
subito che l sentiero
200 ebbe scorto a Nicandro.
Non si pu dir fratelli,
quanto rimase ognuno
stupefatto ed attonito, vedendo
che quella era la figlia
205 di Titiro, la quale
non fu s tosto presa,
che subito vaccorse,
ma non saprei gi dirvi onde suscisse,
lanimoso Mirtillo,
210 e per ferir Nicandro,
il dardo ondera armato,
impetuoso spinse:
141
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
e se giungeva il ferro
l ve la mano il destin, Nicandro
215 oggi vivo non fra.
Ma in quel medesmo punto,
che drizz luno il colpo,
sarretr laltro. O fosse caso o fosse
avvedimento accorto,
220 sfugg il ferro mortale,
lasciando il petto, che die luogo, intatto;
e ne lirsuta spoglia
non pur fin quel periglioso colpo,
ma sintric, non so dir come, in modo
225 che, nol potendo ricovrar, Mirtillo
rest cattivo anchegli.
Coro E di lui che segu?
Ergasto Per altra via
nel condussero al tempio.
Coro E per far che?
Ergasto Per meglio trar da lui
di questo fatto il vero. E chi sa? forse
non merta impunit laver tentato
di por man ne ministri e ncontra loro
235 la maest sacerdotale offesa.
Avessi almen potuto
consolarlo, il meschino!
Coro E perch non potesti?
Ergasto Perch vieta la legge
240 ai ministri minori
di favellar co rei.
Per questo sol mi sono
dilungato dagli altri;
e per altro sentiero
245 mi vo condurre al tempio,
e con prieghi e con lagrime devote
chieder al ciel cha pi sereno stato
142
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
giri questa oscurissima procella.
Addio, cari pastori,
250 restate in pace, e voi co prieghi nostri
accompagnate i vostri.
Coro Cos farem, poi che per noi fornito
sar verso il buon Silvio il nostro a lui
cos devoto officio.
O di del sommo cielo,
deh! mostratevi ormai
con la piet, non col furore, eterni.
143
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
Scena quarta Corisca
Corsica Cingetemi dintorno,
o trionfanti allori,
le vincitrici e gloriose chiome.
Oggi felicemente
5 ho nel campo dAmor pugnato e vinto;
oggi il cielo e la terra,
e la natura e larte,
e la fortuna e l fato,
e gli amici e i nemici
10 han per me combattuto.
Anco il perverso Satiro, che tanto
mha pur in odio, hammi giovato, come
se parte anchegli in favorirmi avesse.
Quanto meglio dal caso
15 Mirtillo fu nella spelonca tratto,
che non fu Coridon dal mio consiglio,
per far pi verisimile e pi grave
la colpa dAmarilli! E, ben che seco
sia preso anco Mirtillo,
20 ci non importa: e fie ben anco sciolto,
ch solo de ladultera la pena.
Oh vittoria solenne, oh bel trionfo!
Drizzatemi un trofeo,
amorose menzogne:
25 voi ste in questa lingua, in questo petto
forze sopra natura onnipotenti.
Ma che tardi, Corisca?
Non tempo da starsi.
Allontnati pur, fin che la legge
30 contra la tua rivale oggi sadempia
per che del suo fallo
graver te per iscolpar se stessa,
e vorr forse il sacerdote, prima
che far altro di lei,
144
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
35 saper di ci per la tua lingua il vero.
Fuggi dunque, Corisca. A gran periglio
va per lingua mendace
chi non ha il pi fugace.
Masconder tra queste selve, e quivi
40 star fin che sia tempo
di venir a goder de le mie gioie.
Oh beata Corisca!
Chi vide mai pi fortunata impresa?
145
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
Scena quinta Nicandro, Amarilli
Nicandro Ben duro cor avrebbe, o non avrebbe
pi tosto cor n sentimento umano,
chi non avesse del tuo mal pietate,
misera ninfa, e non sentisse affanno
5 de la sciagura tua, tanto maggiore
quanto men la pens chi pi la intende;
che l veder sol cattiva una donzella,
venerabile in vista e di sembiante
celeste e degna a cui consagri il mondo,
10 per divina belt, vittime e tempi,
condur vittima al tempio, cosa certo
da non veder se non con occhi molli.
Ma chi sa poi di te, come se nata
ed a che fin se nata, e che se figlia
15 di Titiro e che nuora di Montano
esser dovevi, e chambidue pur sono
questi dArcadia i pi pregiati e chiari
non so se debbia dir pastori o padri;
e che tale e che tanta e s famosa
20 e s vaga donzella e s lontana
dal natural confin de la tua vita,
cos tappressi al rischio de la morte;
chi sa questo e non piange e non sen duole,
uomo non , ma fra in volto umano.
Amarilli Se la miseria mia fosse mia colpa,
Nicandro, e fosse, come credi, effetto
di malvagio pensiero,
siccome in vista par, dopra malvagia;
men grave assai mi fra
30 che di grave fallire
fosse pena il morire,
ch ben giusto sarebbe
che dovesse il mio sangue
lavar lanima immonda,
146
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
35 placar lira del cielo,
e dar suo dritto a la giustizia umana.
Cos pur i potrei
quetar lanima afflitta,
e, con un giusto sentimento interno
40 di meritata morte
mortificando i sensi,
avvezzarmi al morire,
e con tranquillo varco
passar forsanco a pi tranquilla vita.
45 Ma troppo, oim! Nicandro,
troppo mi pesa in s giovane etate,
in s alta fortuna,
il dover cos subito morire,
e morir innocente.
Nicandro Piacesse al ciel che gli uomini pi tosto
avesser contra te, ninfa, peccato,
che tu peccato incontra l cielo avessi,
chassai pi agevolmente oggi potremmo
ristorar te del violato nome,
55 che lui placar del violato nume.
Ma non so gi veder chi tabbia offesa,
se non te stessa tu, misera ninfa.
Dimmi: non se tu stata in loco chiuso
trovata con ladultero? e con lui
60 sola con solo? e non se tu promessa
al figlio di Montano? e tu per questo
non hai la fede marital tradita?
Come dunque innocente?
Amarilli E pur, in tanto
65 e s grave fallir, contra la legge
non ho peccato, ed innocente sono.
Nicandro Contra la legge di natura forse
non hai, ninfa, peccato: Ama, se piace;
ma ben hai tu peccato incontra quella
70 degli uomini e del cielo: Ama, se lice.
147
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
Amarilli Han peccato per me gli uomini e l cielo,
se pur ver che di l su derivi
ogni nostra ventura;
chaltri che l mio destino,
75 non pu voler che sia
il peccato daltrui, la pena mia.
Nicandro Ninfa, che parli? frena,
frena la lingua, da soverchio sdegno
trasportata l dove
80 mente devota a gran fatica sale.
Non incolpar le stelle,
ch noi soli a noi stessi
fabbri siam pur de le miserie nostre.
Amarilli Gi nel ciel non accuso
85 altro che l mio destino empio e crudele;
ma, pi del mio destino,
chi mha ingannata accuso.
Nicandro Dunque te sol, che tingannasti, accusa.
Amarilli Mingannai s, ma ne linganno altrui.
Nicandro Non si fa inganno a cui linganno caro.
Amarilli Dunque mhai tu per impudica tanto?
Nicandro Ci non so dirti: a lopra pure il chiedi.
Amarilli Spesso del cor segno fallace lopra.
Nicandro Pur lopra solo, e non il cor, si vede.
Amarilli Con gli occhi de la mente il cor si vede.
Nicandro Ma ciechi son, se non gli scorge il senso.
Amarilli Se ragion nol governa, ingiusto il senso.
Nicandro E ingiusta la ragion, se dubbio il fatto.
Amarilli Comunque sia, so ben che l core ho giusto.
Nicandro E chi ti trasse, altri che tu, ne lantro?
Amarilli La mia semplicitade e l creder troppo.
Nicandro Dunque a lamante lonest credesti?
148
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
Amarilli A lamica infedel, non a lamante.
Nicandro A qual amica? a lamorosa voglia?
Amarilli A la suora dOrmin, che mha tradita.
Nicandro Oh dolce con lamante esser tradita!
Amarilli Mirtillo entr, che nol seppio, ne lantro.
Nicandro Come dunque ventrasti? ed a qual fine?
Amarilli Basta che per Mirtillo io non ventrai.
Nicandro Convinta sei, saltra cagion non rechi.
Amarilli Chiedasi a lui de linnocenza mia.
Nicandro A lui che fu cagion de la tua colpa?
Amarilli Ella, che mi trad, fede ne faccia.
Nicandro E qual fede pu far chi non ha fede?
Amarilli Io giurer nel nome di Diana.
Nicandro Spergiurato pur troppo hai tu con lopre.
Ninfa, non ti lusingo e parlo chiaro,
perch poscia confusa al maggior uopo
non abbi a restar tu. Questi son sogni.
120 Onda di fiume torbido non lava,
n torto cor parla ben dritto; e, dove
il fatto accusa, ogni difesa offende.
Tu la tua castit guardar dovevi
pi de la luce assai degli occhi tuoi.
125 Che pur vaneggi? a che te stessa inganni?
Amarilli Cos dunque morire, oim! Nicandro,
cos morir debbio?
N sar chi mascolti o mi difenda?
Cos da tutti abbandonata e priva
130 dogni speranza? accompagnata solo
da unestrema, infelice
e funesta piet che non maita?
Nicandro Ninfa, queta il tuo core;
e se n peccar s poco saggia fusti,
149
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
135 mostra almen senno in sostener laffanno
de la fatal tua pena.
Drizza gli occhi nel cielo,
se derivi dal cielo.
Tutto quel, che cincontra
140 o di bene o di male,
sol di l su deriva, come fiume
nasce da fonte o da radice pianta;
e quanto qui par male,
dove ogni ben con molto male misto,
145 ben l su, dovogni ben sannida.
Sallo il gran Giove, a cui pensiero umano
non nascosto; sallo
il venerabil nume
di quella dea di cui ministro i sono,
150 quanto di te mincresca;
e, se tho col mio dir cos trafitta,
ho fatto come suol medica mano
pietosamente acerba,
che va con ferro o stilo
155 la latebre tentando
di profonda ferita,
ovella pi sospetta e pi mortale.
Qutati dunque omai,
n voler contrastar pi lungamente
160 a quel ch gi di te scritto nel cielo.
Amarilli Oh sentenza crudele,
ovunque ella sia scritta, o n cielo o n terra!
Ma in ciel gi non scritta
ch l su nota linnocenza mia.
165 Ma che mi val, se pur convien chi mora?
Ahi, questo pure il duro passo! ahi, questo
pur lamaro calice, Nicandro!
Deh! per quella piet che tu mi mostri,
non mi condur, ti prego,
170 s tosto al tempio. Aspetta ancora, aspetta.
150
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
Nicandro O ninfa, ninfa! a chi l morir grave,
ogni momento morte.
Che tardi tu il tuo male?
Altro mal non ha morte
175 che l pensar a morire.
E chi morir pur deve,
quanto pi tosto more,
tanto pi tosto al suo morir sinvola.
Amarilli Mi verr forse alcun soccorso intanto.
180 Padre mio, caro padre,
e tu ancor mabbandoni?
Padre dunica figlia,
cos morir mi lasci e non maiti?
Almen non mi negar gli ultimi baci.
185 Ferir pur duo petti un ferro solo;
verser pur la piaga
di tua figlia il tuo sangue.
Padre, un tempo s dolce e caro nome
chinvocar non soleva indarno mai,
190 cos le nozze fai
de la tua cara figlia?
Sposa il mattino e vittima la sera?
Nicandro Deh! non penar pi, ninfa.
A che tormenti indarno
195 e te stessa ed altrui?
tempo omai che ti conduca al tempio,
n l mio debito vuol che pi sindugi.
Amarilli Dunque addio, care selve;
care mie selve, addio!
200 Ricevete questi ultimi sospiri,
fin che, sciolta da ferro ingiusto e crudo,
torni la mia freddombra
a le vostrombre amate,
ch nel penoso inferno
205 non pu gir innocente,
n pu star tra beati
151
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
disperata e dolente.
O Mirtillo, Mirtillo!
ben fu misero il d che pria ti vidi
210 e l d che pria ti piacqui,
poi che la vita mia,
pi cara a te che la tua vita assai,
cos pur non dovea
per altro esser tua vita,
215 che per esser cagion de la mia morte.
Cos (chi l crederia?)
per te dannata more
colei che ti fu cruda
per viver innocente.
220 Oh, per me troppo ardente
e per te poco ardito! Era pur meglio
o peccar o fuggire.
In ogni modo, i moro, e senza colpa
e senza frutto e senza te, cor mio.
225 Mi moro, oim! Mirti...
Nicandro Certo ella more.
Oh meschina! accorrete,
sostenetela meco. Oh, fiero caso!
Nel nome di Mirtillo
230 ha finito il suo corso;
e lamor e l dolor ne la sua morte
ha prevenuto il ferro.
Oh misera donzella!
Pur vive ancora, e sento
235 al palpitante cor segni di vita.
Portiamla al fonte qui vicino. Forse
rivocheremo in lei
con londa fresca gli smarriti spirti.
Ma chi sa che non sia
152
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
240 opra di crudelt lesser pietoso
a chi muor di dolore
per non morir di ferro?
Comunque sia, pur si soccorra e quello
facciasi che conviene
a la piet presente,
ch del futuro sol presago l cielo.
153
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
Scena sesta Coro di cacciatori, Coro di pastori con Silvio
Cacciatori O fanciul glorioso,
vera stirpe dAlcide,
che fre gi s mostruose ancide!
Pastori O fanciul glorioso,
5 per cui de lErimanto
giace la fra superata e spenta,
che parea, viva, insuperabil tanto!
Ecco lorribil teschio
che, cos morto, par che morte spiri.
10 Questo l chiaro trofeo,
questa la nobilissima fatica
del nostro semideo.
Celebrate, pastori, il suo gran nome,
e questo d tra noi
15 sempre solenne sia, sempre festoso.
Cacciatori O fanciul glorioso,
vera stirpe dAlcide,
che fre gi s mostruose ancide!
Pastori O fanciul glorioso,
20 che sprezzi per altrui la propria vita,
questo l vero cammino
di poggiar a virtute;
per chinnanzi a lei
la fatica e l sudor poser gli di.
25 Chi vuol goder degli agi,
soffra prima i disagi;
n da riposo infruttuoso e vile,
che l faticar aborre,
ma da fatica, che virt precorre,
30 nasce il vero riposo.
Cacciatori O fanciul glorioso
vera stirpe dAlcide,
che fre gi s mostruose ancide!
154
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
Pastori O fanciul glorioso,
35 per cui le ricche piagge,
prive gi di cultura e di cultori,
han ricovrati i lor fecondi onori!
Va pur sicuro e prendi
omai, bifolco, il neghittoso aratro;
40 spargi il gravido seme
e l caro frutto in sua stagione attendi.
Fiero pi, fiero dente
non fie pi che tel tronchi o tel calpesti,
n sarai per sostegno
45 de la vita a te grave, altrui noioso.
Cacciatori O fanciul glorioso,
vera stirpe dAlcide,
che fre gi s mostruose ancide!
Pastori O fanciul glorioso,
50 come presago di tua gloria, il cielo
a la tua gloria arride. Era tal, forse,
il famoso cignale
che vivo Ercole vinse, e tal lavresti
forse ancor tu, segli di te non fosse
55 cos prima fatica,
come fu gi del tuo grandavo terza.
Ma con le fre scherza
la virtude giovinetta ancora,
per far de mostri in pi matura etate
60 strazio poi sanguinoso.
Cacciatori O fanciul glorioso,
vera stirpe dAlcide,
che fre gi s mostruose ancide!
Pastori O fanciul glorioso,
65 come il valor con la pietate accoppii!
Ecco, Cintia, ecco il voto
del tuo Silvio devoto.
Mira il capo superbo
che quinci e quindi in tuo disprezzo sarma
155
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
70 di curvo e bianco dente,
chemulo par de le tue corna altre.
Dunque, possente dea,
se tu drizzasti del garzon lo strale,
ben dssi a te di sua vittoria il pregio,
75 per te vittorioso.
Cacciatori O fanciul glorioso,
vera stirpe dAlcide,
che fre gi s mostruose ancide!
156
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
Scena settima Coridone
Coridone Son ben io stato infin a qui sospeso
nel prestar fede a quel che di Corisca
test mha detto il Satiro, temendo
non sua favola fosse a danno mio
5 cos da lui malignamente finta;
troppo dal ver parendomi lontano
che nel medesmo loco ovella meco
esser dovea (se non falso quello
che da sua parte mi rec Lisetta),
10 s repentinamente oggi sia stata
con ladultero clta. Ma, nel vero,
mi par gran segno e mi perturba assai
la bocca di questantro in quella guisa
chegli a punto mha detto e che si vede,
15 da s grave petron turata e chiusa.
O Corisca, Corisca! i tho sentita
troppo bene a la mano, chincappando
tu cos spesso, alfin ti conveniva
cader senza rilievo. Tanti inganni,
20 tante perfidie tue, tante menzogne
certo dovean di s mortal caduta
esser veri presagi a chi non fosse
stato privo di mente e damor cieco.
Buon per me, che tardai! Fu gran ventura
25 che l padre mio mi trattenesse (sciocco!),
quel che mi parve un fiero intoppo allora;
ch, se veniva al tempo che prescritto
da Lisetta mi fu, certo poteva
qualche strano incidente oggi incontrarmi.
30 Ma che far? debbiio, di sdegno armato,
ricorrer agli oltraggi? a le vendette?
No, ch troppo lonoro; anzi, se voglio
discorrer sanamente, caso degno
pi tosto di piet che di vendetta.
157
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
35 Avrai dunque piet di chi tinganna?
Ingannata ha se stessa, che, lasciando
un che con pura f lha sempre amata,
ad un vil pastorel s data in preda,
vagabondo e straniero, che domani
40 sar di lei pi perfido e bugiardo.
Che? debbio dunque vendicar loltraggio
che seco porta la vendetta, e lira
supera s, che fa piet lo sdegno?
Pur tha schernito, anzi onorato; ed io
45 ho ben onde pregiarmi, or che mi sprezza
femmina chal suo mal sempre sappiglia
e le leggi non sa n de lamare
n de lesser amata, e che l men degno
sempre gradisce e l pi gentile aborre.
50 Ma dimmi, Coridon: se non ti move
lo sdegno del disprezzo a vendicarti,
comesser pu che non ti muova almeno
il dolor de la perdita e del danno?
Non ho perduta lei, che mia non era;
55 ho ricovrato me, chera daltrui.
N il restar senza femmina s vana
e s pronta e s agile a cangiarsi,
perdita si pu dire. E finalmente
che cosa ho io perduto? una bellezza
60 senza onestate, un volto senza senno,
un petto senza core, un cor senzalma,
unalma senza fede, unombra vana,
una larva, un cadavero dAmore,
che doman sar fracido e putente.
65 E questa si d dir perdita? acquisto
molto ben caro e fortunato ancora.
Mancheranno le femmine, se manca
Corisca? mancheranno a Coridone
ninfe di lei pi degne e pi leggiadre?
70 Mancher ben a lei fedele amante
comera Coridon, di cui fu indegna.
158
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
Or, se volessi far quel che di lei
mha consigliato il Satiro, so certo
che, se la fede a me gi da lei data
75 oggi accusassi, i la farei morire.
Ma non ho gi s basso cor, che basti
mobilit di femmina a turbarlo.
Troppo felice ed onorata fra
la femminil perfidia, se con pena
80 di cor virile e con turbar la pace
e la felicit dalma bennata
savesse a vendicar. Oggi Corisca
per me non moia e per altrui si viva:
sar la vita sua vendetta mia.
85 Viva a linfamia sua, viva al suo drudo,
poi ch tal, chio non lodio ed ho pi tosto
piet di lei che gelosia di lui.
159
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
Scena ottava Silvio
Silvio O dea, che non se dea se non di gente
vana, oziosa e cieca,
che con impura mente
e con religion stolta e profana
5 ti sacra altari e tempii...
Ma che tempii dissio? pi tosto asili
dopre sozze e nefande,
per onestar la loro
empia disonestate
10 col titolo famoso
de la tua deitate.
E tu, sordida dea,
perch le tue vergogne
ne le vergogne altrui si veggan meno,
15 rallenti lor dogni lascivia il freno,
nemica di ragione,
macchinatrice sol dopre furtive,
corruttela de lalme,
calamit degli uomini e del mondo,
20 figlia del mar ben degna
e degnamente nata
di quel perfido mostro,
che con aura di speme allettatrice
prima lusinghi e poi
25 movi ne petti umani
tante fiere procelle
dimpetuosi e torbidi desiri,
di pianti e di sospiri,
che madre di tempeste e di furore
30 devria chiamarti il mondo,
e non madre dAmore:
ecco in quanta miseria
tu hai precipitati
que duo miseri amanti.
160
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
35 Or va tu, che ti vanti
desser onnipotente,
va tu, perfida dea; salva, se puoi,
la vita a quella ninfa,
che tu, con tue dolcezze
40 avvelenate, hai pur condotta a morte.
Oh per me fortunato
quel d che ti sacrai lanimo casto,
Cintia, mia sola dea,
santa mia deit, mio vero nume,
45 e cos nume in terra
de lanime pi belle,
come lume del cielo
pi bel de laltre stelle!
Quanto son pi lodevoli e sicuri
50 de cari amici tuoi lopre e gli studi,
che non son quei deglinfelici servi
di Venere impudica!
Uccidono i cignali i tuoi devoti;
ma i devoti di lei miseramente
55 son dai cignali uccisi.
O arco, mia possanza e mio diletto;
strali, invitte mie forze;
or venga in prova, venga
quella vana fantasima dAmore
60 con le sue armi effeminate; venga
al paragon di voi,
che ferite e pungete.
Ma che? troppo tonoro,
vil pargoletto imbelle;
65 e, perch tu mintenda,
ad alta voce il dico:
la ferza a gastigarti
sola mi basta. Basta.
Chi se tu che rispondi?
70 Eco, o pi tosto Amor, che cos dEco
imita il sno? Sono.
161
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
A punto i ti volea; ma dimmi: certo
se tu poi desso? Esso.
Il figlio di colei che per Adone
75 gi si miseramente ardea? Dea.
Come ti piace, su! di quella dea
concubina di Marte, che le stelle
di sua lascivia ammorba
e gli elementi? Menti.
80 Oh, quanto lieve il cinguettare al vento!
Vien fuori, vien; n star ascoso. Oso.
Ed io tho per vigliacco. Ma di lei
se leggittimo figlio
o pur bastardo? Ardo.
85 O buon! n figlio di Vulcan per questo
gi ti credio. Dio.
E dio di che? del core immondo? Mondo.
Gnaffe! de luniverso?
Quel terribil garzon, di chi ti sprezza
90 vindice s possente
e s severo? Vero.
E quali son le pene
cha tuoi rubelli e contumaci di
cotanto amare? Amare.
95 E di me, che ti sprezzo, che farai,
se l cor pi duro ho di diamante? Amante.
Amante me? se folle!
Quando sar che n questo cor pudico
amor alloggi? Oggi.
100 Dunque s tosto sinnamora? Ora.
E qual sar colei
che far potr choggi ladori? Dori.
Dorinda forse, o bambo,
vuoi dir in tua mozza favella? Ella.
105 Dorinda, chodio pi che lupo agnella?
Chi far forza in questo
al voler mio? Io.
162
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
E come? e con qualarmi? e con qual arco?
Forse col tuo? Col tuo.
110 Come col mio? vuoi dir quando lavrai
con la lascivia tua corrotto? Rotto.
E le mie armi rotte
mi faran guerra? e romperailo tu? Tu.
Oh, questo s mi fa veder affatto
115 che tu se ubbriaco.
Va, dormi! va! Ma dimmi:
dove fien queste maraviglie? qui? Qui.
O sciocco! ed io mi parto.
Vedi come se stato oggi indovino
120 pien di vino. Divino.
Ma veggio, o veder parmi,
col, posando in quel cespuglio, starsi
un non so che di bigio,
cha lupo sassomiglia.
125 Ben mi par desso, ed per certo il lupo.
Oh, come smisurato! Oh per me giorno
destinato a le prede! O dea cortese,
che favori son questi? in un d solo
trionfar di due fre?
130 Ma che tardo, mia dea?
Ecco, nel nome tuo questa saetta
scelgo per la pi rapida e pungente
di quante nabbia la faretra mia.
A te la raccomando:
135 levala tu, saettatrice eterna,
di man de la fortuna e ne la fra
col tuo nume infallibile la drizza,
a cui fo voto di sacrar la spoglia,
e nel tuo nome scocco.
140 Oh bellissimo colpo,
colpo caduto a punto
dove locchio e la man lha destinato!
Deh, avessi il mio dardo,
per ispedirlo a un tratto,
163
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
145 prima che mi sinvoli e si rinselvi!
Ma, non avendo altrarme,
il ferir con quelle de la terra.
Ben rari sono in questa chiostra i sassi,
cha pena un qui ne trovo.
150 Ma che vo io cercando
armi, sarmato sono?
Se questaltro quadrello
il va a ferir nel vivo... Oim! che veggio?
Oim! Silvio infelice,
155 oim! che hai tu fatto?
Hai ferito un pastor sotto la scorza
dun lupo. Oh fiero caso! oh caso acerbo,
da viver sempre misero e dolente!
E mi par di conoscerlo, il meschino;
160 e Linco seco, che l sostene e regge.
Oh funesta saetta! oh voto infausto!
E tu che la scorgesti,
e tu che lesaudisti,
nume di lei pi infausto e pi funesto!
165 Io dunque reo de laltrui sangue? io dunque
cagion de laltrui morte? io, che fui dianzi
per la salute altrui
s largo sprezzator de la mia vita,
sprezzator del mio sangue?
170 Va, getta larmi e senza gloria vivi,
profano cacciator, profano arciero!
Ma ecco lo infelice,
di te per men infelice assai.
164
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
Scena nona Linco, Silvio, Dorinda
Linco Reggiti, figlia mia;
reggiti tutta pur su queste braccia,
infelice Dorinda.
Silvio (Oim! Dorinda?
5 Son Morto.)
Dorinda O Linco, Linco,
o mio secondo padre!
Silvio ( Dorinda per certo. Ahi voce! ahi vista!)
Dorinda Ben era, Linco, il sostener Dorinda
10 ufficio a te fatale.
Accogliesti i singulti
primi del mio natale;
accorrai tu forsanco
gli ultimi de la morte,
15 e coteste tue braccia, che, pietose,
mi fr gi culla, or mi saran fertro.
Linco O figlia, a me pi cara
che se figlia mi fussi, io non ti posso
risponder, ch l dolore
20 ogni mio detto in lagrime dissolve.
Silvio (O terra, ch non tapri e non minghiotti?)
Dorinda Deh! ferma il passo e l pianto,
pietosissimo Linco,
ch lun cresce il dolor, laltro la piaga.
Silvio (Ahi! che dura mercede
ricevi del tuo amor, misera ninfa.)
Linco Fa buon animo, figlia,
ch la tua piaga non sar mortale.
Dorinda Ma Dorinda mortale
30 sar ben tosto morta.
Sapessi almen chi mha cos piagata!
165
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
Linco Curiam pur la ferita e non loffesa,
ch per vendetta mai non san piaga.
Silvio (Ma che fai qui? che tardi?
35 Soffrirai tu chella ti veggia? avrai
tanto cor, tanta fronte?
Fuggi la pena meritata, Silvio,
di quella vista ultrice;
fuggi il giusto coltel de la sua voce.
40 Ah! che non posso; e non so come o quale
necessit fatale
a forza mi ritegna e mi sospinga
pi verso quel che pi fuggir devrei.)
Dorinda Cos dunque debbio
45 morir senza saper chi mi d morte?
Linco Silvio tha dato morte.
Dorinda Silvio? oim! che ne sai?
Linco Riconosco il suo strale.
Dorinda Oh dolce uscir di vita,
50 se Silvio mha ferita!
Linco Eccolo a punto in atto
ed in sembiante tal, che da se stesso
par che saccusi. Or sia lodato il cielo,
Silvio, ch se pur ito
55 dimenandoti s per queste selve
con cotesto tuo arco
e cotesti tuoi strali onnipotenti,
chai fatto un colpo da maestro. Dimmi,
tu che vivi da Silvio e non da Linco:
60 questo colpo, che hai fatto s leggiadro,
forsegli da Linco o pur da Silvio?
O fanciul troppo savio,
avessi tu creduto
a questo pazzo vecchio!
65 Rispondimi, infelice:
qual vita fia la tua, se costei more?
166
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
So ben che tu dirai
cherrasti e di ferir credesti un lupo,
quasi non sia tua colpa il saettare
70 da fanciul vagabondo e non curante,
senza veder suomo saetti o fra.
Qual caprar, per tua vita, o qual bifolco
non vedest coperto
di cos fatte spoglie? Eh, Silvio, Silvio!
75 chi coglie acerbo il senno,
maturo sempre ha dignoranza il frutto.
Credi tu, garzon vano,
che questo caso a caso oggi ti sia
cos incontrato? Oh, come male avvisi!
80 Senza nume divin, questi accidenti
s mostruosi e novi
non avvengono agli uomini. Non vedi
che l cielo fastidito
di cotesto tuo tanto
85 fastoso, insopportabile disprezzo
damor, del mondo e dognaffetto umano?
Non piace ai sommi di
laver compagni in terra,
n piace lor ne la virtute ancora
90 tanta alterezza. Or tu se muto s,
cheri pur dianzi intollerabil tanto?
Dorinda Silvio, lascia dir Linco,
chegli non sa quale, in virt dAmore,
tu abbi signoria sovra Dorinda
95 e di vita e di morte.
Se tu mi saettasti,
quel ch tuo saettasti,
e feristi quel segno
ch proprio del tuo strale.
100 Quelle mani, a ferirmi,
han seguto lo stil de tuo begli occhi.
Ecco, Silvio, colei che n odio hai tanto,
167
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
eccola in quella guisa
che la volevi a punto.
105 Bramastila ferir: ferita lhai;
bramastila tua preda: eccola preda;
bramastila alfin morta: eccola a morte.
Che vuoi tu pi da lei? che ti pu dare
pi di questo Dorinda? Ah garzon crudo!
110 ah cor senza piet! Tu non credesti
la piaga che per te mi fece Amore:
puoi questa or tu negar de la tua mano?
Non hai creduto il sangue
chi versava dagli occhi:
115 crederai questo, che l mio fianco versa?
Ma, se con la piet non in te spenta
gentilezza e valor, che teco nacque,
non mi negar, ti prego,
anima cruda s, ma per bella,
120 non mi negar a lultimo sospiro
un tuo solo sospir. Beata morte,
se laddolcissi tu con questa sola
voce cortese e pia:
Va in pace, anima mia!
Silvio Dorinda, ah! dir mia se mia non sei
se non quando ti perdo e quando morte
da me ricevi, e mia non fosti allora
chi ti potei dar vita?
Pur mia dir, ch mia
130 sarai mal grado di mia dura sorte;
e, se mia non sarai con la tua vita,
sarai con la mia morte.
Tutto quel che n me vedi,
a vendicarti pronto.
135 Con questarmi tancisi,
e tu con queste ancor manciderai.
Ti fui crudele, ed io
altro da te che crudelt non bramo.
Ti disprezzai superbo:
168
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
140 ecco, piegando le ginocchia a terra,
riverente tadoro
e ti cheggio perdon, ma non gi vita.
Ecco gli strali e larco;
ma non ferir gi tu gli occhi o le mani,
145 colpevoli ministri
dinnocente voler; ferisci il petto,
ferisci questo mostro,
di pietate e damore aspro nemico;
ferisci questo cor che ti fu crudo:
150 eccoti il petto ignudo.
Dorinda Ferir quel petto, Silvio?
Non bisognava agli occhi miei scovrirlo,
savevi pur desio chio tel ferissi.
O bellissimo scoglio,
155 gi da londa e dal vento
de le lagrime mie, de miei sospiri
s spesso invan percosso,
pur ver che tu spiri
e che senti pietate? o pur minganno?
160 Ma sii tu pure o petto molle o marmo,
gi non vo che minganni
dun candido alabastro il bel sembiante,
come quel duna fra
oggi ingannato ha il tuo signore e mio.
165 Ferir io te? te pur ferisca Amore,
ch vendetta maggiore
non so bramar che di vederti amante.
Sia benedetto il d che da primarsi!
benedette le lagrime e i martri!
170 di voi lodar, non vendicar, mi voglio.
Ma tu, Silvio cortese,
che tinchini a colei
di cui tu signor sei,
deh! non istar in atto
175 di servo; o, se pur servo
di Dorinda esser vuoi,
169
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
ergiti ai cenni suoi.
Questo sia di tua fede il primo pegno;
il secondo, che vivi.
180 Sia pur di me quel che nel cielo scritto;
in te vivr il cor mio,
n, pur che vivi tu, morir possio.
E, se ngiusto ti par choggi impunita
resti la mia ferita,
185 chi la fe si punisca:
flla quellarco, e sol quellarco pra:
sovra quellomicida
cada la pena, ed egli sol sancida.
Linco Oh sentenza giustissima e cortese!
Silvio E cos fia. Tu dunque
la pena pagherai, legno funesto;
e, perch tu de laltrui vita il filo
mai pi non rompa, ecco te rompo e snervo
e, qual fosti a la selva,
195 ti rendo inutil tronco.
E voi, strali, di lui, che l fianco aperse
de la mia cara donna, e per natura
e per malvagit forse fratelli,
non rimarrete interi,
200 non pi strali o quadrella,
ma verghe invan pennute, invano armate,
ferri tarpati e disarmati vanni.
Ben mel dicesti, Amor, tra quelle frondi
in suon dEco indovina.
205 O nume, domator duomini e di,
gi nemico, or signore
di tutti i pensier miei;
se la tua gloria stimi
daver domato un cor superbo e duro,
210 difendimi, ti prego,
da lempio stral di Morte,
che con un colpo solo
170
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
ancider Dorinda e con Dorinda
Silvio, da te pur vinto:
215 cos Morte crudel, se costei more,
trionfer del trionfante Amore.
Linco Cos feriti ambiduo ste. Oh piaghe
e fortunate e care,
ma senza fine amare,
220 se questa di Dorinda oggi non sana!
Dunque andiamo a sanarla.
Dorinda Deh! Linco mio, non mi condur, ti prego,
con queste spoglie a le paterne case.
Silvio Tu dunque in altro albergo,
225 Dorinda, poserai che n quel di Silvio?
Certo ne le mie case,
o viva o morta, oggi sarai mia sposa;
e teco sar Silvio o vivo o morto.
Linco E come a tempo, or chAmarilli ha spento
230 e le nozze e la vita e lonestate!
O coppia benedetta! O sommi di,
date con una sola
salute a duo la vita.
Dorinda Silvio, come son lassa! A pena posso
235 reggermi, oim! su questo fianco offeso.
Silvio Sta di buon cor, cha questo
si trover rimedio. A noi sarai
tu cara soma e noi a te sostegno.
Linco, dammi la mano.
Linco Eccola pronta.
Silvio Tiella ben ferma, e del tuo braccio e mio
a lei si faccia seggio.
Tu, Dorinda, qui posa;
e quinci col tuo destro
245 braccio il collo di Linco, e quindi il mio
cingi col tuo sinistro; e s tadatta
171
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
soavemente che l ferito fianco
non se ne dolga.
Dorinda Ahi, punta
250 crudel che mi trafigge!
Silvio A tuo bellagio
accnciati, ben mio.
Dorinda Or mi par di star bene.
Silvio Linco, va col pi fermo.
Linco E tu col braccio
non vacillar ma va diritto e sodo,
ch ti bisogna, sai? Questo ben altro
trionfar che dun teschio.
Silvio Dimmi, Dorinda mia: come ti pugne
260 forte lo stral?
Dorinda Mi pugne, s, cor mio;
ma nelle braccia tue
lesser punta m caro e l morir dolce.
Coro Oh bella et de loro,
265 quandera cibo il latte
del pargoletto mondo e culla il bosco;
e i cari parti loro
godean le greggi intatte,
n temea il mondo ancor ferro n tosco!
270 Pensier torbido e fosco
allor non facea velo
al sol di luce eterna.
Or la ragion, che verna
tra le nubi del senso, ha chiuso il cielo,
275 ond che il peregrino
va laltrui terra, e l mar turbando il pino.
Quel suon fastoso e vano,
quellinutil soggetto
di lusinghe, di titoli e dinganno,
280 chonor dal volgo insano
indegnamente detto,
172
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
non era ancor degli animi tiranno.
Ma sostener affanno
per le vere dolcezze;
285 tra i boschi e tra le gregge
la fede aver per legge,
fu di quellalme, al ben oprar avvezze,
cura donor felice,
cui dettava Onest: Piaccia, se lice.
290 Allor tra prati e linfe
gli scherzi, e le carole,
di legittimo amor furon le faci.
Avean pastori e ninfe
il cor ne le parole;
295 dava lor Imeneo le gioie e i baci
pi dolci e pi tenaci.
Un sol godeva ignude
dAmor le vive rose;
furtivo amante ascose
300 le trov sempre, ed aspre voglie e crude,
o in antro o in selva o in lago,
ed era un nome sol marito e vago.
Secol rio, che velasti
co tuoi sozzi diletti
305 il bel de lalma, ed a nudrir la sete
dei desiri insegnasti
co sembianti ristretti,
sfrenando poi limpurit segrete!
Cos, qual tesa rete
310 tra fiori e fronde sparte,
celi pensier lascivi
con atti santi e schivi;
bont stimi il parer, la vita unarte;
n curi, e parti onore,
315 che furto sia, pur che sasconda, amore.
Ma tu, deh! spirti egregi
forma ne petti nostri,
173
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quarto
verace Onor, de le grandalme donno.
O regnator de regi,
320 deh! torna in questi chiostri,
che senza te beati esser non ponno.
Dstin dal mortal sonno
tuoi stimoli potenti
chi per indegna e bassa
325 voglia, seguir te lassa,
e lassa il pregio de lantiche genti.
Speriam, ch l mal fa tregua
talor, se speme in noi non si dilegua.
Speriam, ch l sol cadente anco rinasce,
e l ciel, quando men luce,
laspettato seren spesso nadduce.
174
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Atto quinto
Scena prima Uranio, Carino
Uranio Per tutto buona stanza, ovaltri goda,
ed ogni stanza al valentuomo patria.
Carino Gli vero, Uranio, e troppo ben per prova
tel so dir io, che le paterne case
5 giovinetto lasciando e daltro vago
che di pascer armenti o fender solco,
or qua or l peregrinando, al fine
torno canuto onde partii gi biondo.
Pur soave cosa, a chi del tutto
10 non privo di senso, il patrio nido,
ch die natura al nascimento umano
verso il caro paese, ovaltri nato,
un non so che di non inteso affetto,
che sempre vive e non invecchia mai.
15 Come la calamita, ancor che lunge
il sagace nocchier la porti, errando
or dove nasce, or dove more il sole,
quellocculta virtute, ondella mira
la tramontana sua, non perde mai;
20 cos chi va lontan da la sua patria,
bench molto saggiri e spesse volte
in peregrina terra ancor sannidi,
quel naturale amor sempre ritiene,
che pur linchina a le natie contrade.
25 O da me pi dognaltra amata e cara
pi dognaltra, gentil terra dArcadia,
che col pi tocco e con la mente inchino,
se ne confini tuoi, madre gentile,
fossio giunto a chiusi occhi, anco tavrei
30 troppo ben conosciuto, cos tosto
m corso per le vene un certo amico
consentimento incognito e latente,
s pien di tenerezza e di diletto,
che lha sentito in ogni fibra il sangue.
175
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
35 Tu dunque, Uranio mio, se del cammino
mi se stato compagno e del disagio,
ben ragion che nel gioire ancora
de le dolcezze mie tu maccompagni.
Uranio Del disagio compagno e non del frutto
40 stato ti son, ch tu se giunto omai
ne la tua terra, ove posar le stanche
membra potrai e pi la stanca mente;
ma io, che giungo peregrino, e tanto
dal mio povero albergo e da la mia
45 pi povera e smarrita famigliuola
dilungato mi son, teco traendo
per lunga via laffaticato fianco,
posso ben ristorar lafflitte membra,
ma non lafflitta mente, a quel pensando
50 che mho lasciato addietro e quanto ancora
daspro cammin per riposar mavanza.
N so qual altro in questa et canuta
mavesse, se non tu, dElide tratto,
senza saper de la cagion, che mosso
55 tabbia a condurmi in s rimota parte.
Carino Tu sai che l mio dolcissimo Mirtillo,
che l ciel mi die per figlio, infermo, venne
qui per sanarsi (e gi passati sono
duo mesi, e pi forsanco) il mio consiglio,
60 anzi quel de loracolo seguendo,
che sol potea sanarlo il ciel dArcadia.
Io, che veder lontan pegno s caro
lungamente non posso, a quella stessa
fatal voce ricorsi, a quella chiesi
65 del bramato ritorno anco consiglio.
La qual rispose in cotal guisa a punto:
Torna a lantica patria, ove felice
sarai col tuo dolcissimo Mirtillo,
per chivi a gran cose il ciel sortillo.
70 Ma fuor dArcadia il ci ridir non lice.
176
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Tu dunque, o fedelissimo compagno,
diletto Uranio mio, che meco a parte
dogni fortuna mia se stato sempre,
posa le membra pur, chavrai ben onde
75 posar anco la mente: ogni mia sorte,
sella pur fia come laddita il cielo,
sar teco comune. Indarno fra
di sua felicit lieto Carino,
se si dolesse Uranio.
Uranio Ogni fatica
che sia fatta per te, pur che taggradi,
sempre, Carino mio, seco ha il suo premio.
Ma qual fu la cagion che fe lasciarti,
se t s caro, il tuo natio paese?
Carino Musico spirto in giovanil vaghezza
dacquistar fama ov pi chiaro il grido,
chavido anchio di peregrina gloria,
sdegnai che sola mi lodasse e sola
mudisse Arcadia, la mia terra, quasi
90 del mio crescente stil termine angusto;
e col venni, ov s chiaro il nome
dElide e Pisa e fa s chiaro altrui.
Quivi il famoso Egon di lauro adorno
vidi, poi dostro e di virt pur sempre,
95 s che Febo sembrava, ondio, devoto,
al suo nome sacrai la cetra e l core.
E n quella parte, ove la gloria alberga,
ben mi dovea bastar desser omai
giunto a quel segno ovaspir il mio core,
100 se, come il ciel mi feo felice in terra,
cos conoscitor, cos custode
di mia felicit fatto mavesse.
Come poi per veder Argo e Micene
lasciassi Elide e Pisa, e quivi fussi
105 adorator di deit terrena,
con tutto quel che n servit soffersi,
177
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
troppo noiosa istoria a te ludirlo,
a me dolente il raccontarlo fra.
Ti dir sol che perdei lopra e l frutto.
110 Scrissi, piansi, cantai, arsi, gelai,
corsi, stetti, sostenni, or tristo or lieto,
or alto or basso, or vilipeso or caro,
e, come il ferro delfico, stromento
or dimpresa sublime, or dopra vile,
115 non temei risco e non schivai fatica.
Tutto fei, nulla fui. Per cangiar loco,
stato, vita, pensier, costumi e pelo,
mai non cangiai fortuna. Alfin conobbi
e sospirai la libert primiera,
120 e dopo tanti strazi, Argo lasciando
e le grandezze di miseria piene,
tornai di Pisa ai riposati alberghi,
dove, merc di provvidenza eterna,
del mio caro Mirtillo acquisto fei,
125 consolator dogni passata noia.
Uranio Oh mille volte fortunato e mille
chi sa por meta a suoi pensieri, in tanto
che, per vana speranza immoderata,
di moderato ben non perde il frutto!
Carino Ma chi creduto avria di venir meno
tra le grandezze e impoverir ne loro?
I mi pensai che ne reali alberghi
fossero tanto pi le genti umane,
quantesse han pi di tutto quel dovizia
135 ond lumanit s nobil fregio;
ma vi trovai tutto l contrario, Uranio.
Gente di nome e di parlar cortese,
ma dopre scarsa e di piet nemica;
gente placida in vista e mansueta,
140 ma pi del cupo mar tumida e fra;
gente sol dapparenza, in cui se miri
viso di carit, mente dinvidia
178
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
poi trovi, e n dritto sguardo animo bieco,
e minor fede allor che pi lusinga.
145 Quel, chaltrove virt, quivi difetto:
dir vero, oprar non torto, amar non finto,
piet sincera, inviolabil fede,
e di core e di man vita innocente,
stiman danimo vil, di basso ingegno,
150 sciocchezza e vanit degna di riso.
Lingannare, il mentir, la frode, il furto
e la rapina di piet vestita,
crescer col danno e precipizio altrui
e far a s de laltrui biasmo onore,
155 son le virt di quella gente infida.
Non merto, non valor, non riverenza,
n det n di grado n di legge,
non freno di vergogna, non rispetto
n damor n di sangue, non memoria
160 di ricevuto ben, n, finalmente,
cosa s venerabile e s santa
o s giusta esser pu, cha quella vasta
cupidigia donori, a quella ingorda
fame davere inviolabil sia.
165 Or io, chincauto e di lor arti ignaro
sempre mi vissi e portai scritto in fronte
il mio pensiero e disvelato il core,
tu puoi pensar sa non sospetti strali
dinvida gente fui scoperto segno.
Uranio Or chi dir desser felice in terra,
se tanto a la virt nce linvidia?
Carino Uranio mio, se da quel d, che meco
pass la musa mia dElide in Argo,
avessi avuto di cantar tantagio,
175 quanta cagion di lagrimar semprebbi,
con s sublime stil forse cantato
avrei del mio signor larmi e gli onori,
chor non avria de la meonia tromba
179
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
da invidiar Achille; e la mia patria,
180 madre di cigni sfortunati, andrebbe
gi per me cinta del secondo alloro.
Ma oggi fatta (oh secolo inumano!)
larte del poetar troppo infelice.
Lieto nido, sca dolce, aura cortese
185 bramano i cigni; e non si va in Parnaso
con le cure mordaci. E chi pur garre
sempre col suo destino e col disagio,
vien roco e perde il canto e la favella.
Ma tempo gi di ricercar Mirtillo.
190 Ben che s nuove e s cangiate i trovi,
da quel chesser solean, queste contrade,
ch n esse a pena i riconosco Arcadia,
con tutto ci vien lietamente, Uranio.
Scorta non manca a peregrin cha lingua.
Ma forse ben chal pi vicino ostello,
poi che se stanco, a riposar ti resti.
180
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Scena seconda Titiro, Messo
Titiro Che pianger di te prima, mia figlia,
la vita e lonestate?
Pianger lonestate,
ch di padre mortal se tu ben nata,
5 ma non di padre infame;
e nvece de la tua
pianger la mia vita, oggi serbata
a veder in te spenta
la vita e lonestate.
10 O Montano, Montano,
tu sol co tuoi fallaci
e mali intesi oracoli, e col tuo
dAmore e di mia figlia
disprezzator superbo, a cotal fine
15 lhai tu condotta. Ahi, quanto meno incerti
degli oracoli tuoi
son oggi stati i miei!
Chonest contramore
troppo frale schermo
20 in giovinetto core,
e donna scompagnata
sempre mal guardata.
Messo (Se non morto o se per laria i venti
non lhan portato, i devrei pur trovarlo.
25 Ma eccol, sio non erro,
quando meno il pensai).
O da me tardi e per te troppo a tempo,
vecchio padre infelice, alfin trovato,
che novelle tarreco!
Titiro Che rechi tu ne la tua lingua? Il ferro
che sven la mia figlia?
Messo Questo non gi, ma poco meno. E come
lhai tu per altra via s tosto inteso?
181
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Titiro Vive ella dunque?
Messo Vive, e n man di lei
sta il vivere e l morire.
Titiro Benedetto sii tu, che mhai da morte
tornato in vita! Or come non salva,
sa lei sta il non morire?
Messo Perch viver non vuole.
Titiro Viver non vuole? E qual follia linduce
a sprezzar s la vita?
Messo Laltrui morte,
E, se tu non la smovi,
45 ha cos fisso il suo pensiero in questo,
che spende ognaltro invan preghi e parole.
Titiro Or che si tarda? Andiamo.
Messo Frmati, ch le porte
del tempio ancor son chiuse.
50 Non sai tu che toccar la sacra soglia,
se non a pi sacerdotal, non lice
fin che non esca del sacrario adorna
la destinata vittima agli altari?
Titiro E sella desse intanto
55 al fiero suo proponimento effetto?
Messo Non pu, ch custodita.
Titiro In questo mezzo dunque
narrami il tutto, e senza velo omai
fa che l vero nintenda.
Messo Giunta dinanzi al sacerdote (ahi, vista
piena dorror!) la tua dolente figlia,
che trasse, non dir dai circostanti,
ma, per mia f, da le colonne ancora
del tempio stesso e da le dure pietre,
65 che senso aver parean, lagrime amare;
fu quasi in un sol punto
accusata, convinta e condennata.
182
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Titiro Misera figlia! E perch tanta fretta?
Messo Perch de la difesa eran gli indci
70 troppo maggiori; e certa
sua ninfa, chella in testimon recava
de linnocenza sua,
n quivi era presente, n fu mai
chi trovar la sapesse.
75 I fieri segni intanto
e gli accidenti mostruosi e pieni
di spavento e dorror, che son nel tempio,
non pativano indugio,
tanto pi gravi a noi quanto pi nuovi,
80 e pi mai non sentiti
dal d che minaccir lira celeste,
vendicatrice dei traditi amori
del sacerdote Aminta,
sola cagion dogni miseria nostra.
85 Suda sangue la dea, trema la terra,
e la caverna sacra
mugge tutta e risuona
dinsoliti ululati e di funesti
gemiti, e fiato s putente spira,
90 che da limmonde fauci
pi grave non credio lesali Averno.
Gi con lordine sacro,
per condur la tua figlia a cruda morte,
il sacerdote sinviava, quando,
95 vedendola Mirtillo (oh, che stupendo
caso udrai!), sofferse
di dar con la sua morte a lei la vita,
gridando ad alta voce:
Sciogliete quelle mani! (ah, lacci indegni!)
100 ed invece di lei, chesser dovea
vittima di Diana,
me traete agli altari,
vittima dAmarilli.
183
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Titiro Oh di fedele amante
105 e di cor generoso atto cortese!
Messo Or odi maraviglia.
Quella, che fu pur dianzi
s da la tma del morire oppressa,
fatta allor di repente
110 a le parole di Mirtillo invitta,
con intrepido cor cos rispose:
Pensi dunque, Mirtillo,
di dar col tuo morire
vita a chi di te vive?
115 O, miracolo ingiusto! Su, ministri,
su! che si tarda? omai
menatemi agli altari.
Ah, che tanta piet non volevio!.
soggiunse allor Mirtillo.
120 Torna cruda, Amarilli,
ch cotesta piet s dispietata
troppo di me la miglior parte offende.
A me tocca il morire. Anzi a me pure
rispondeva Amarilli, ch per legge
125 son condennata. E quivi
si contendea tra lor, come sa punto
fosse vita il morire, il viver morte.
Oh anime bennate, oh coppia degna
di sempiterni onori!
130 Oh vivi e morti gloriosi amanti!
Se tante lingue avessi e tante voci
quantocchi il cielo e quante arene il mare,
perderien tutte il suono e la favella
nel dir a pien le vostre lodi immense.
135 Figlia del cielo, eterna
e gloriosa donna,
che lopre de mortali al tempo involi,
accogli tu la bella istoria e scrivi
con lettre doro in solido diamante
140 lalta piet de luno e laltro amante.
184
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Titiro Ma qual fin ebbe poi
quella mortal contesa?
Messo Vinse Mirtillo (oh, che mirabil guerra,
dove del vivo ebbe vittoria il morto!),
145 per che l sacerdote
disse a la figlia tua: Qutati, ninfa,
ch campar per altrui
non pu chi per altrui sofferse a morte.
Cos la legge nostra a noi prescrive.
150 Poi comand che la donzella fosse
s ben guardata, che l dolore estremo
a disperato fin non la traesse.
In tale stato eran le cose, quando
di te mandommi a ricercar Montano.
Titiro Insomma egli pur vero:
senzodorati fiori
le rive e i poggi e senza verdi onori
vedrai le selve a la stagion novella,
prima che senza amor vaga donzella.
160 Ma, se qui dimoriam, come sapremo
lora di gir al tempio?
Messo Qui meglio assai che altrove,
ch questo a punto l loco, ovesser deve
il buon pastore in sacrificio offerto.
Titiro E perch no nel tempio?
Messo Perch si d la pena ove fu il fallo.
Titiro E perch no ne lantro,
se ne lantro fu il fallo?
Messo Perch a scoperto ciel sacrar si deve.
Titiro E onde hai tu questi misteri intesi?
Messo Dal ministro maggior. Cos dicegli
da lantico Tirenio aver inteso
che l fido Aminta e linfedel Lucrina
sacrificati fro.
185
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
175 Ma tempo di partire. Ecco che scende
la sacra pompa al piano.
Sar forse ben fatto
che per questaltra via
ce nandiam noi per la tua figlia al tempio.
186
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Scena terza Coro di pastori, Coro di sacerdoti, Montano, Mirtillo
Pastori O figlia del gran Giove,
o sorella del Sol, chal cieco mondo
splendi nel primo ciel, Febo secondo!
Sacerdoti Tu, che col tuo vitale
5 e temperato raggio
scemi lardor de la fraterna luce,
onde qua gi produce
felicemente poi lalma natura
tutti i suoi parti, e fa derbe e di piante,
10 duomini e danimai ricca e feconda
laria, la terra e londa;
deh! s come in altrui tempri larsura,
cos spegni in te lira
ondoggi Arcadia tua piagne e sospira.
Pastori O figlia del gran Giove,
o sorella del Sol, chal cieco mondo
splendi nel primo ciel, Febo secondo!
Montano Drizzate omai gli altari,
sacri ministri; e voi,
20 o devoti pastori, a la gran dea,
reiterando le canore voci,
invocate il suo nome.
Sacerdoti O figlia del gran Giove,
o sorella del Sol, chal cieco mondo
25 splendi nel primo ciel, Febo secondo!
Montano Traetevi in disparte,
pastori e servi miei, n qua venite,
se da la voce mia non ste mossi.
Giovane valoroso,
30 che, per dar vita altrui, vita abbandoni,
mori pur consolato.
Tu con un breve sospirar, che morte
187
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
sembra agli animi vili,
immortalmente al tuo morir tinvoli.
35 E, quando avr gi fatto
linvida et, dopo millanni e mille,
di tanti nomi altrui lusato scempio,
vivrai tu allor, di vera fede esempio.
Ma, perch vuol la legge
40 che taciturna vittima tu moia,
prima che pieghi le ginocchia a terra,
se cosa hai qui da dir, dilla, e poi taci.
Mirtillo Padre, ch padre di chiamarti, ancora
che morir debbia per tua man, mi giova,
45 lascio il corpo a la terra
e lo spirto a colei ch la mia vita.
Ma, savvien chella moia,
come di far minaccia, oim! qual parte
di me rester viva?
50 Oh, che dolce morir, quando sol meco
il mio mortal mora,
n bramava morir lanima mia!
Ma, se merta piet colui che more
per soverchia piet, padre cortese,
55 provvedi tu chella non moia, e chio
con questa speme a miglior vita i passi.
Paghisi il mio destn de la mia morte,
sfoghisi col mio strazio.
Ma, poi chio sar morto, ah! non mi tolga
60 chi viva almeno in lei
con lalma da le membra disunita,
se dunirmi con lei mi tolse in vita.
Montano (A gran pena le lagrime ritegno.
O nostra umanit, quanto se frale!)
65 Figlio, sta di buon cor, ch quanto brami
di far prometto. E ci per questo capo
ti giuro, e questa man ti do per pegno.
188
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Mirtillo Or consolato moro e consolato
a te vengo, Amarilli.
70 Ricevi il tuo Mirtillo,
del tuo fido pastor lanima prendi,
ch, ne lamato nome dAmarilli
terminando la vita e le parole,
qui piego a morte le ginocchia e taccio.
Montano Or non sindugi pi. Sacri ministri,
suscitate la fiamma,
con lodorato e liquido bitume,
e, spargendovi sopra incenso e mirra,
traetene vapor che n alto ascenda.
Pastori O figlia del gran Giove,
o sorella del Sol, chal cieco mondo
splendi nel primo ciel, Febo secondo!
189
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Scena quarta Carino, Montano, Nicandro, Mirtillo, Coro di pastori
Carino (Chi vide mai s rari abitatori
in s spessi abituri? Or, sio non erro,
eccone la cagione:
vlli qua tutti in un drappel ridotti.
5 Oh quanta turba, oh quanta!
Com ricca e solenne! veramente
qui si fa sacrificio.)
Montano Porgimi il vasel doro,
Nicandro, ov riposto
10 lalmo licor di Bacco.
Nicandro Eccotel pronto.
Montano Cos il sangue innocente
ammollisca il tuo petto, o santa dea,
come rammorbidisce
15 lincenerita ed arida favilla
questa dalmo licor cadente stilla.
Or tu riponi il vasel doro, e poscia
dammi il nappo dargento.
Nicandro Eccoti il nappo.
Montano Cos lira sia spenta
che dest nel tuo cor perfida ninfa,
come spegne la fiamma
questa cadente linfa.
Carino (Pur questo sacrificio,
25 n vittima ci veggio.)
Montano Or tutto preparato,
n manca altro che l fin. Dammi la scure.
Carino (Veggio forse, o minganno, un che nel tergo
ad uom si rassomiglia,
30 con le ginocchia a terra?
forse egli la vittima? Oh meschino!
Egli per certo, e gli tien gi la mano
190
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
il sacerdote in capo.
Infelice mia patria! ancor non hai
35 lira del ciel dopo tantanni estinta?)
Pastori O figlia del gran Giove,
o sorella del Sol, chal cieco mondo
splendi nel primo ciel, Febo secondo!
Montano Vindice dea, che la privata colpa
40 con publico flagello in noi punisci,
(cos ti piace, e forse
cos sta ne labisso
de limmutabil providenza eterna),
poi che limpuro sangue
45 de linfedel Lucrina in te non valse
a dissetar quella giustizia ardente
che del ben nostro ha sete,
bevi questo innocente
di volontaria vittima e damante
50 non men dAminta fido,
chal sacro altare in tua vendetta uccido.
Pastori O figlia del gran Giove,
o sorella del Sol, chal cieco mondo
splendi nel primo ciel, Febo secondo!
Montano (Deh, come di piet pur ora il petto
intenerir mi sento!
Che nsolito stupor mi lega i sensi!
Par che non osi il cor n la man possa
levar questa bipenne.)
Carino (Vorrei prima nel viso
veder quellinfelice e poi partirmi,
ch non posso mirar cosa s fiera.)
Montano (Chi sa che n faccia al sol, ben che tramonti,
non sia fallo il sacrar vittima umana,
65 e perci la fortezza
languisca in me de lanima e del corpo?)
Volgiti alquanto e gira
191
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
la moribonda faccia inverso il monte.
Cos sta ben.
Carino (Misero me! Che veggio?
Non quello il mio figlio?
il mio caro Mirtillo?)
Montano (Or posso...)
Carino ( troppo desso.)
Montano (... e l colpo libro.)
Carino Che fai, sacro ministro?
Montano E tu, uomo profano,
perch ritieni il sacro ferro ed osi
di por tu qui la temeraria mano?
Carino O Mirtillo, ben mio,
gi dabbracciarti in s dolente guisa...
Nicandro Va in malora, insolente e pazzo vecchio!
Carino ... non mi credevio mai.
Nicandro Scstati, dico,
85 ch con impura man toccar non lice
cosa sacra agli di.
Carino Caro agli di
son ben anchio, ch con la scorta loro
qui mi condussi.
Montano Cessa,
Nicandro. Udiamlo prima, e poi si parta.
Carino Deh! ministro cortese,
prima che sopra il capo
di quel garzon cada il tuo ferro, dimmi
95 perch more il meschino. Io te ne prego
per quella dea chadori.
Montano Per nume tal tu mi scongiuri, chempio
sarei se tel negassi.
Ma che timporta ci?
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3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Carino Pi che non credi.
Montano Perchegli stesso a volontaria morte
s per altrui donato.
Carino Dunque per altrui more?
Anchio morr per lui. Deh! per pietate,
105 drizza in vece di quello
a questo capo gi cadente il colpo.
Montano Amico, tu vaneggi.
Carino E perch a me si nega
quel cha lui si concede?
Montano Perch se forastiero.
Carino E sio non fussi?
Montano N fare anco il potresti,
ch campar per altrui
non pu chi per altrui sofferse a morte.
115 Ma dimmi: chi se tu, se pur vero
che non sii forestiero?
A labito tu certo
arcade non mi sembri.
Carino Arcade sono.
Montano In questa terra gi non mi sovviene
daverti io mai veduto.
Carino In questa terra nacqui, e son Carino,
padre di quel meschino.
Montano Padre tu di Mirtillo? oh come giugni
125 a te stesso ed a noi troppo importuno!
Scstati immantenente,
ch col paterno affetto
render potresti infruttuoso e vano
il sacrificio nostro.
Carino Ah, se tu fussi padre!
Montano Son padre, e padre ancor dunico figlio,
e pur tenero padre. Nondimeno,
193
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
se questo fosse del mio Silvio il capo,
gi non sarei men pronto
135 a far di lui quel che del tuo far deggio,
ch sacro manto indegnamente veste
chi, per publico ben, del suo privato
comodo non si spoglia.
Carino Lascia chi l baci almen prima che mora.
Montano E questo molto meno.
Carino O sangue mio, e tu ancor se s crudo,
che non rispondi al tuo dolente padre?
Mirtillo Deh! padre, omai tacqueta...
Montano Oh, noi meschini!
145 Contaminato l sacrificio, o di!
Mirtillo ... ch spender non potrei pi degnamente
la vita che mhai data.
Montano Troppo ben mavvisai
cha la paterne lagrime costui
150 romperebbe il silenzio.
Mirtillo Misero! qual errore
ho io commesso! oh come
la legge del tacer musc di mente?
Montano Ma che si tarda? Su, ministri, al tempio
155 rimenatelo tosto,
e ne la sacra cella unaltra volta
da lui si prenda il volontario voto.
Qui poscia ritornandolo, portate
con esso voi per sacrificio novo
160 novacqua, novo vino e novo foco.
Su, speditevi tosto,
ch gi sinchina il sole.
194
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Scena quinta Montano, Carino, Dameta
Montano Ma tu, vecchio importuno,
ringrazia pur il ciel che padre sei;
se ci non fosse, i ti farei (per questa
sacra testa tel giuro) oggi sentire
5 quel che pu lira in me, poi che s male
usi la sofferenza.
Sai tu forse chi sono?
Sai tu che qui con una sola verga
reggo lumane e le divine cose?
Carino Per domandar mercede
signoria non soffende.
Montano Troppo tho io sofferto, e tu per questo
se venuto insolente.
N sai tu che, se lira in giusto petto
15 lungamente si coce,
quanto pi tarda fu, tanto pi nce?
Carino Tempestoso furor non fu mai lira
in magnanimo petto,
ma un fiato sol di generoso affetto,
20 che, spirando ne lalma,
quandella pi con la ragione unita,
la desta e rende a le bellopre ardita.
Dunque, se grazia non impetro, almeno
fa che giustizia i trovi, e ci negarmi
25 per debito non puoi,
ch chi d legge altrui,
non da legge in ogni parte sciolto,
e quanto se maggiore
nel comandar, tanto pi dubbidire
30 se tenutanco a chi giustizia chiede.
Ed ecco i te la cheggio:
sa me far non la vuoi, flla a te stesso,
ch, Mirtillo uccidendo, ingiusto sei.
195
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Montano E come ingiusto son? Fa che tintenda.
Carino Non mi dicesti tu che qui non lice
sacrificar duomo straniero il sangue?
Montano Dissilo, e dissi quel che l ciel comanda.
Carino Pur quello forestier che sacrar vuoi.
Montano E come forestier? Non tuo figlio?
Carino Bastiti questo, e non cercar pi innanzi.
Montano Forse perch tra noi nol generasti?
Carino Spesso men sa chi troppo intender vuole.
Montano Ma qui sattende il sangue e non il loco.
Carino Perch nol generai, straniero il chiamo.
Montano Dunque tuo figlio, e tu nol generasti?
Carino E, se nol generai, non mio figlio.
Montano Non mi dicesti tu ch di te nato?
Carino Dissi ch figlio mio, non di me nato.
Montano Il soverchio dolor tha fatto insano.
Carino Non sentirei dolor, se fussi insano.
Montano Non puoi fuggir desser malvagio o stolto.
Carino Come pu star malvagit col vero?
Montano Come pu star in un figlio e non figlio?
Carino Pu star figlio damor, non di natura.
Montano Dunque, s figlio tuo, non straniero;
e se non , non hai ragione in lui.
Cos convinto se, padre o non padre.
Carino Sempre di verit non convinto
chi di parole vinto.
Montano Sempre convinta di colui la fede,
che nel suo favellar si contraddice.
Carino Ti torno a dir che tu fai opra ingiusta.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Montano Sopra questo mio capo
e sopra il capo di mio figlio cada
65 tutta questa ingiustizia.
Carino Tu te ne pentirai.
Montano Ti pentirai ben tu, se non mi lasci
fornir lufficio mio.
Carino In testimon ne chiamo uomini e di.
Montano Chiami tu forse i di, chhai disprezzati?
Carino E, poi che tu non modi,
odami cielo e terra,
odami la gran dea che qui sadora,
che Mirtillo straniero
75 e che non mio figlio, e che profani
il sacrificio santo.
Montano (Il ciel maiti
con questuomo importuno).
Chi dunque suo padre,
80 se non figlio tuo?
Carino Non tel so dire;
so ben che non son io.
Montano Vedi come vacilli?
egli del tuo sangue?
Carino N questo ancora.
Montano E perch figlio il chiami?
Carino Perch lho come figlio,
dal primo d chi lebbi,
per fin a questa et, sempre nudrito
90 ne le mie case e come figlio amato.
Montano Il comprasti? il rapisti? onde lavesti?
Carino In Elide lebbio, cortese dono
duomo straniero.
Montano E quelluomo straniero
95 donde lebbegli?
197
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Carino A lui lavea datio.
Montano Sdegno tu movi in un sol punto e riso.
Dunque avesti tu in dono
quel che donato avevi?
Carino Quel chera suo, gli diedi,
ed egli a me ne fe cortese dono.
Montano E tu, poi choggi a vaneggiar mi tiri,
onde avuto lavevi?
Carino In un cespuglio dodorato mirto
105 poco prima i laveva
ne la foce dAlfeo trovato a caso:
per questo solo il nominai Mirtillo.
Montano Oh, come ben favole fingi ed orni!
Han fre i vostri boschi?
Carino E di che sorte!
Montano Come nol divorro?
Carino Un rapido torrente
lavea portato in quel cespuglio e quivi
lasciatolo, nel seno
115 di picciola isoletta,
che dognintorno il difendea con londa.
Montano Tu certo ordisci ben menzogne e fole!
Ed era stata s pietosa londa,
che non lavea sommerso?
120 Son s discreti in tuo paese i fiumi,
che nudriscon glinfanti?
Carino Posava entruna culla; e questa, quasi
discreta navicella,
daltra soda materia,
125 che soglion ragunar sempre i torrenti,
accompagnata e cinta,
lavea portato in quel cespuglio a caso.
Montano Posava entruna culla?
198
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Carino Entruna culla.
Montano Bambino in fasce?
Carino E ben vezzoso ancora.
Montano E quando ha che fu questo?
Carino Fa tuo conto
che son passati gi diciannove anni
135 dal gran diluvio; e son tantanni a punto.
Montano (Oh qual mi sento orror vagar per lossa!)
Carino (Egli non sa che dire.
Oh superbo costume
de le grandalme! Oh pertinace ingegno,
140 che, vinto, anco non cede,
e pensa davanzar cos di senno
come di forze avanza!
Questi certo convinto, e se ne duole,
sio bene al malinteso
145 suo mormorar lintendo! e n qualche modo,
chavesse pur di verit sembianza,
coprir vorrebbe il fallo
de lostinata mente.)
Montano Ma che ragione in quel bambino avea
150 quelluom di cui tu parli? era suo figlio?
Carino Questo non ti so dir.
Montano N mai di lui
notizia avesti tu maggior di questa?
Carino Tanto a punto ne so. Vedi novelle!
Montano Conoscerestil tu?
Carino Sol chio l vedessi:
rozzo pastor a labito ed al viso,
di mezzana statura e di pel nero,
dispida barba e di setose ciglia.
Montano Venite a me, pastori e servi miei!
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3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Dameta Eccoci pronti.
Montano Or mira:
a qual di questi pi si rassomiglia,
luom di cui parli?
Carino A quel che teco parla.
Nol sol si rassomiglia,
ma quegli a punto desso;
e mi par quello stesso
chera ventanni gi, chun pelo solo
170 non ha canuto, ed io son tutto bianco.
Montano Tornatevi in disparte! E tu qui meco
resta, Dameta, e dimmi:
conosci tu costui?
Dameta Mi par di s, ma dove
175 gi non so dirti o come.
Carino Or io di tutto
ben ricordar farollo.
Montano A me tu prima
lascia favellar seco, e non tincresca
180 dallontanarti alquanto.
Carino E volentieri
fo quanto mi comandi.
Montano Or mi rispondi,
Dameta, e guarda ben di non mentire.
Carino (Che sar questo, oh di?)
Montano Tornando tu da ricercar, gi sono
ventanni, il mio bambin, che con la culla
rap il fiero torrente,
non mi dicesti tu che le contrade
190 tutte, che bagna Alfeo, cercate avevi
senzalcun frutto?
Dameta E perch ci mi chiedi?
200
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Montano Rispondi a questo pur: non mi dicesti
che ritrovato non lavevi?
Dameta Il dissi.
Montano Or che bambino quello,
challor donasti in Elide a colui
che qui tha conosciuto?
Dameta Or son ventanni,
200 e vuoi chun vecchio si ricordi tanto?
Montano Ed egli vecchio, e pur se ne ricorda.
Dameta Pi tosto egli vaneggia.
Montano Or il vedremo.
Dove se, peregrino?
Carino Eccomi.
Dameta (oh fossi
tanto sotterra!)
Montano Dimmi:
non questo il pastor che ti fe il dono?
Carino Questo per certo.
Dameta E di qual dono parli?
Carino Non ti ricordi tu, quando nel tempio
de lolimpico Giove, avendo quivi
da loracolo avuta
215 gi la risposta e stando
tu per partire, i mi ti feci incontro,
chiedendoti di quello
che ricercavi i segni, e tu li desti;
indi poi ti condussi
220 a le mie case, e quivi il tuo bambino
trovasti in culla e me ne festi il dono?
Dameta Che vuoi tu dir per questo?
Carino Or quel bambino,
challor tu mi donasti e chio poi sempre
201
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
225 ho come figlio appresso me nudrito,
l misero garzon cha questi altari
vittima destinato.
Dameta (Oh forza del destino!)
Montano Ancor tinfingi?
230 vero tutto ci chegli tha detto?
Dameta Cos morto fussio, com ben vero!
Montano Ci tavverr, sanco nel resto menti.
E qual cagion ti mosse
a donar quello altrui, che tuo non era?
Dameta Deh! non cercar pi innanzi,
padron! deh! non, per Dio! Bastiti questo.
Montano Pi sete or me ne viene.
Ancor mi tieni a bada? ancor non parli?
Morto, se tu sunaltra volta il chiedo.
Dameta Perch mavea loracolo predetto
che l trovato bambin correa periglio,
se mai tornava a le paterne case,
desser dal padre ucciso.
Carino E questo vero,
245 ch mi trovai presente.
Montano Oim, ch tutto
gi troppo manifesto! Il caso chiaro:
col sogno e col destn saccorda il fatto.
Carino Or che ti resta pi? vuoi tu chiarezza
250 di questa anco maggior?
Montano Troppo son chiaro:
troppo dicesti tu, troppo intesio.
Cercato avessio men, tu men saputo!
O Carino, Carino!
255 Come teco dolor cangio e fortuna!
Come gli affetti tuoi son fatti miei!
Questo mio figlio. O figlio
202
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
troppo infelice dinfelice padre!
figlio, da londe assai pi fieramente
260 salvato che rapito,
poi che cader per le paterne mani
dovevi ai sacri altari
e bagnar del tuo sangue il patrio suolo!
Carino Padre tu di Mirtillo? Oh maraviglia!
265 In che modo il perdesti?
Montano Rapito fu da quel diluvio orrendo,
che test mi dicevi. Oh caro pegno!
Tu fusti salvo allor che ti perdei;
ed or solo ti perdo,
270 perch trovato sei.
Carino O Provvidenza eterna,
con qual alto consiglio
tanti accidenti hai fin a qui sospesi,
per farli poi cader tutti in un punto!
275 Gran cosa hai tu concetta,
gravida se di mostruoso parto:
o gran bene o gran male
partorirai tu certo.
Montano Questo fu quel che mi predisse il sogno,
280 ingannevole sogno,
nel mal troppo verace,
nel ben troppo bugiardo.
Questa fu quella insolita pietate,
quellimprovviso orrore
285 che nel mover del ferro
sentii scorrer per lossa,
chabborriva natura un cos fiero,
per man del padre, abbominevol colpo.
Carino Ma che? Darai tu dunque
290 a s nefando sacrificio effetto?
Montano Non pu per altra man vittima umana
cader a questi altari.
203
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Carino Il padre al figlio
dar dunque la morte?
Montano Cos comanda a noi la nostra legge.
E qual sar di perdonarla altrui
carit s possente, se non volle
perdonar a se stesso il fido Aminta?
Carino O malvagio destino,
300 dove mhai tu condotto?
Montano A veder di duo padri
la soverchia piet fatta omicida:
la tua verso Mirtillo,
la mia verso gli di.
305 Tu credesti salvarlo
col negar desser padre, e lhai perduto;
io, cercando e credendo
duccider il tuo figlio,
il mio trovo, e luccido.
Carino Ecco lorribil mostro,
che partorisce il fato. Oh caso atroce!
O Mirtillo, mia vita! questo quello
che mha di te loracolo predetto?
Cos ne la mia terra
315 mi fai felice? o figlio,
figlio, di questo sventurato vecchio
gi sostegno e speranza, or pianto e morte!
Montano Lascia a me queste lagrime, Carino,
che piango il sangue mio.
320 Ah, perch sangue mio,
se lho da sparger io? Misero figlio!
perch ti generai? perch nascesti?
A te dunque la vita
salv londa pietosa,
325 perch te la togliesse il crudo padre?
Santi numi immortali,
senzil cui alto intendimento eterno
204
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
n pur in mar unonda
si move o in aria spirto o in terra fronda,
330 qual s grave peccato
ho contra voi commesso, ondio sia degno
di venir col mio seme in ira al cielo?
Ma, sho pur peccatio,
in che pecc il mio figlio?
335 Ch non perdoni a lui,
e con un soffio del tuo sdegno ardente
me, folgorando, non ancidi, o Giove?
Ma, se cessa il tuo strale,
non cesser il mio ferro.
340 Rinnover dAminta
il doloroso esempio,
e vedr prima il figlio estinto il padre,
che l padre uccida di sua mano il figlio.
Mori dunque, Montano! Oggi morire
345 a te tocca, a te giova.
Numi, non so sio dica
del cielo o dellinferno,
che col duolo agitate
la disperata mente,
350 ecco, il vostro furore,
poi che cos vi piace, ho gi concetto.
Non bramo altro che morte; altra vaghezza
non ho che del mio fine.
Un funesto desio duscir di vita
355 tutto mingombra e par che mi conforte.
A la morte! a la morte!
Carino O infelice vecchio!
come il lume maggiore
la minor luce abbaglia,
cos il dolor, che del tuo male i sento,
il mio dolore ha spento.
Certo se tu dogni piet ben degno.
205
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Scena sesta Tirenio, Montano, Carino
Tirenio Affrttati, mio figlio,
ma con sicuro passo,
s chi possa seguirti e non inciampi,
per questo dirupato e torto calle,
5 col pi cadente, e cieco.
Occhio se tu di lui, come son io
occhio de la tua mente.
E, quando sarai giunto
innanzi al sacerdote, ivi ti ferma.
Montano Ma non quel che col veggio il nostro
venerando Tirenio,
ch cieco in terra e tutto vede in cielo?
Qualche gran cosa il move,
ch da moltanni in qua non s veduto
15 fuor de la sacra cella.
Carino Piaccia a lalta bont de sommi di
che per te lieto ed opportuno giunga.
Montano Che novit veggio, padre Tirenio?
Tu fuor del tempio? ove ne vai? che porti?
Tirenio A te solo ne vengo,
e nuove cose porto e nuove cerco.
Montano Come teco non lordine sacro?
che tarda? ancor non torna
con la purgata vittima e col resto,
25 cha linterrotto sacrificio manca?
Tirenio Oh, quanto spesso giova
la cecit degli occhi al veder molto,
challor, non traviata
lanima ed in se stessa
30 tutta raccolta, suole
aprir nel cieco senso occhi linci!
Non bisogna, Montano,
206
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
passar s leggermente alcuni gravi
non aspettati casi,
35 che tra lopere umane han del divino.
Per che i sommi di
non conversano in terra
n favellan con gli uomini mortali,
ma tutto quel di grande o di stupendo,
40 chal cieco caso il cieco volgo ascrive,
altro non che favellar celeste.
Cos parlan tra noi gli eterni numi,
queste son le lor voci,
mute a lorecchie e risonanti al core
45 di chi le ntende. Oh, quattro volte e sei
fortunato colui che ben le ntende!
Stava gi per condur lordine sacro,
come tu comandasti, il buon Nicandro;
ma il ritennio per accidente nuovo
50 nel tempio occorso. Ed ben tal, che, mentre
vo con quello accoppiandolo, che quasi
in un medesmo tempo
oggi a te incontrato,
un non so che dinsolito e confuso
55 tra speranza e timor tutto mingombra,
che non intendo, e quanto men lintendo,
tanto maggior concetto,
o buono o rio, ne prendo.
Montano Quel, che tu non intendi,
60 troppo intendio miseramente e l provo.
Ma dimmi: a te, che puoi
penetrar del destn gli alti segreti,
cosa alcuna sasconde?
Tirenio Oh figlio, figlio!
65 Se volontario fosse
del profetico lume il divin uso,
saria don di natura e non del cielo.
Sento ben io ne lindigesta mente
207
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
che l ver masconde il fato
70 e si riserba alto segreto in seno.
Questa sola cagione a te mi mosse,
vago dintender meglio
chi colui che s scoperto padre,
se da Nicandro ho ben inteso il fatto,
75 di quel garzon ch destinato a morte.
Montano Troppo il conosci! Oh, quanto
ti dorr poi, Tirenio,
chei ti sia tanto noto e tanto caro!
Tirenio Lodo la tua piet, chumana cosa
80 laver degli afflitti
compassione, o figlio. Nondimeno
fa pur che seco i parli.
Montano Veggio ben or che l cielo
quanto aver gi solevi
85 di presaga virtute in te sospende.
Quel padre che tu chiedi
e con cui brami di parlar, son io.
Tirenio Tu padre di colui ch destinato
vittima a la gran dea?
Montano Son quel misero padre
di quel misero figlio.
Tirenio Di quel fido pastore
che, per dar vita altrui, sofferse a morte?
Montano Di quel che fa, morendo,
95 viver chi gli d morte,
morir chi gli die vita.
Tirenio E questo vero?
Montano Eccone il testimonio.
Carino Ci che tha detto vero.
Tirenio E chi se tu che parli?
208
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Carino Io son Carino,
padre fin qui di quel garzon creduto.
Tirenio Sarebbe questo mai quel tuo bambino
che ti rap il diluvio?
Montano Ah! tu lhai detto,
Tirenio.
Tirenio E tu per questo
ti chiami padre misero, Montano?
Oh cecit de le terrene menti!
110 In qual profonda notte,
in qual fosca caligine derrore
son le nostralme immerse,
quando tu non le illustri, o sommo Sole!
A che del saper vostro
115 insuperbite, o miseri mortali?
Questa parte di noi, che ntende e vede,
non nostra virt, ma vien dal cielo;
esso la d come a lui piace, e toglie.
O Montano, di mente assai pi cieco
120 che non son io di vista,
qual prestigio, qual dmone tabbaglia
s, che, segli pur vero
che quel nobil garzon sia di te nato,
non ti lasci veder choggi se pure
125 il pi felice padre,
il pi caro agli di di quanti al mondo
generasser mai figli?
Ecco lalto segreto
che mascondeva il fato!
130 Ecco il giorno felice,
con tanto nostro sangue
e tante nostre lagrime aspettato!
Ecco il beato fin de nostri affanni!
O Montano, ove se? torna in te stesso.
135 Come a te solo de la mente uscito
loracolo famoso?
209
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Il fortunato oracolo, nel core
di tutta Arcadia impresso?
Come, col lampeggiar choggi ti mostra
140 inaspettatamente il caro figlio,
non senti il tuon de la celeste voce?
Non avr prima fin quel che voffende
che duo semi del ciel congiunga Amore...
Scaturiscon dal core
145 lagrime di dolcezza in tanta copia,
chio non posso parlar. Non avr prima...
non avr prima fin quel che voffende,
che duo semi del ciel congiunga Amore,
e di donna infedel lantico errore
150 lalta piet dun pastor fido ammende.
Or dimmi tu, Montan: questo pastore,
di cui si parla e che dovea morire,
non seme del ciel, s di te nato?
non seme del cielo anco Amarilli?
155 e chi gli ha insieme avvinti altro che Amore?
Silvio fu dai parenti e fu per forza
con Amarilli in matrimonio stretto;
ed tanto lontan che gli strignesse
nodo amoroso, quanto
160 laver in odio da lamar lontano.
Ma, sesamini il resto, apertamente
vedrai che di Mirtillo ha solo inteso
la fatal voce. E qual si vide mai,
dopo il caso dAminta,
165 fede damor, che sagguagliasse a questa?
Chi ha voluto mai per la sua donna,
dopo il fedele Aminta,
morir, se non Mirtillo?
Questa lalta piet del pastor fido,
170 degna di cancellar lantico errore
de linfedele e misera Lucrina.
Con questatto mirabile e stupendo,
210
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
pi che col sangue umano,
lira del ciel si placa
175 e quel si rende a la giustizia eterna,
che gi le tolse il femminile oltraggio.
Questa fu la cagion che non s tosto
giunsegli al tempio a rinnovar il voto,
che cessr tutti i mostruosi segni:
180 non stilla pi dal simulacro eterno
sudor di sangue, e pi non trema il suolo,
n strepitosa pi n pi putente
la caverna sacra; anzi da lei
vien s dolce armonia, s grato odore,
185 che non lavrebbe pi soave il cielo,
se voce o spirto aver potesse il cielo.
O alta Provvidenza, o sommi di,
se le parole mie
fosser anime tutte,
190 e tutte al vostro onore
oggi le consacrassi, a le dovute
grazie non basterian di tanto dono.
Ma come posso, ecco le rendo, o santi
numi del ciel, con le ginocchia a terra
195 umilmente. Oh, quanto
vi son io debitor perchoggi vivo!
Ho di mia vita corsi
centanni gi, n seppi mai che fosse
viver, n mi fu mai
200 la cara vita, se non oggi, cara.
Oggi a viver comincio, oggi rinasco.
Ma che perdio con le parole il tempo,
che si de dar a lopre!
Ergimi, figlio, ch levar non posso
205 gi senza te queste cadenti membra.
Montano Unallegrezza ho nel mio cor, Tirenio,
con s stupenda maraviglia unita,
che son lieto, e nol sento,
211
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
n pu lalma confusa
210 mostrar di fuor la ritenuta gioia,
s tutti lega alto stupore i sensi.
Oh non veduto mai, n mai pi inteso
miracolo del cielo!
Oh grazia senza esempio!
215 Oh piet singolar de sommi di!
Oh fortunata Arcadia,
oh sovra quante il sol ne vede e scalda,
terra gradita al ciel, terra beata!
Cos il tuo ben m caro,
220 che l mio non sento, e del mio caro figlio,
che due volte ho perduto
e due volte trovato, e di me stesso,
che da un abisso di dolor trapasso
a un abisso di gioia,
225 mentre penso di te, non mi sovviene;
e si disperde il mio diletto, quasi
poca stilla insensibile confusa
ne lampio mar de le dolcezze tue.
Oh benedetto sogno,
230 sogno non gi, ma vision celeste!
Ecco chArcadia mia,
come dicesti tu, sar ancor bella.
Tirenio Ma che tardi, Montano?
Da noi pi non attende
235 vittima umana il cielo;
non pi tempo di vendetta e dira,
ma di grazia e damore. Oggi comanda
la nostra dea che, nvece
di sacrificio orribile e mortale,
240 si faccian liete e fortunate nozze.
Ma dimmi tu: quantha di vivo il giorno?
Montano Unora o poco pi.
Tirenio Cos vien sera?
Torniamo al tempio, e quivi immantinente
212
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
245 la figliuola di Titiro e l tuo figlio
si dian la fede maritale, e sposi
divengano, damanti; e lun conduca
laltra ben tosto a le paterne case,
dove convien, prima che l sol tramonti,
250 che sian congiunti i fortunati eroi.
Cos comanda il ciel. Tornami, figlio,
onde mhai tolto. E tu, Montan, mi segui!
Montano Ma guarda ben, Tirenio,
che, senza violar la santa legge,
255 non pu ella a Mirtillo
dar quella f, che fu gi data a Silvio.
Carino Ed a Silvio fie data
parimente la fede, ch Mirtillo
fin dal suo nascimento ebbe tal nome,
260 se dal tuo servo mi fu detto il vero;
ed egli si compiacque
chio l nomassi Mirtillo anzi che Silvio.
Montano Gli vero, or mi sovviene. E cotal nome
rinnovai nel secondo,
265 per consolar la perdita del primo.
Tirenio Il dubbio era importante. Or tu mi segui.
Montano Carino, andiamo al tempio. E da qui innanzi
duo padri avr Mirtillo. Oggi ha trovato
Montano un figlio ed un fratel Carino.
Carino Damor padre a Mirtillo, a te fratello;
di riverenza a lun servo ed a laltro
sar sempre Carino.
E, poi che verso me se tanto umano,
ardir di pregarti
275 che ti sia caro il mio compagno ancora,
senza cui non sarei caro a me stesso.
213
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Montano Fanne quel cha te piace.
Carino Eterni numi, oh come son diversi
quegli alti, inaccessibili sentieri,
onde scendono a noi le vostre grazie,
da que fallaci e torti,
onde i nostri pensier salgono al cielo!
214
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Scena settima Corisca, Linco
Corsica E cos, Linco, il dispietato Silvio,
quando men sel pens, divenne amante.
Ma che segu di lei?
Linco Noi la portammo
5 a le case di Silvio, ove la madre
con lagrime laccolse,
non so se di dolcezza o di dolore;
lieta, s, che l suo figlio
gi fosse amante e sposo, ma del caso
10 de la ninfa dolente. E di due nuore
suocera mal fornita,
luna morta piangea, laltra ferita.
Corsica Pur morta Amarilli?
Linco Dovea morir. Cos port la fama.
15 Per questo sol mi mossi inverso l tempio
a consolar Montano, che perduta
soggi ha una nuora, ecco ne trova unaltra.
Corsica Dunque Dorinda non morta?
Linco Morta?
20 Fossi s viva tu, fossi s lieta!
Corsica Non fu dunque mortal la sua ferita?
Linco A la piet di Silvio,
se morta fosse stata,
viva saria tornata.
Corsica E con qual arte
san s tosto?
Linco I ti dir da capo
tutta la cura, e maraviglie udrai.
Stavan dintorno a la ferita ninfa,
30 tutti con pronta mano
e con tremante core, uomini e donne;
ma chaltri la toccasse
215
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
non volle mai che Silvio suo, dicendo:
La man che mi fer, quella mi sani.
35 Cos soli restammo,
Silvio, la madre ed io,
duo col consiglio, un con la mano oprando.
Quellardito garzon, poi che levata
ebbe soavemente
40 dal nudo avorio ogni sanguigna spoglia,
tent di trar da la profonda piaga
la confitta saetta; ma, cedendo,
non so come, a la mano
linsidioso calamo, nascosto
45 tutto lasci ne le latbre il ferro.
Qui daddovero incomincir langosce.
Non fu possibil mai,
n con maestra mano
n con ferrigno rostro
50 n con altro argomento, indi spiantarlo.
Forse con altra assai pi larga piaga
la piaga aprendo, a le segrete vie
del ferro penetrar con altro ferro
si poteva o doveva;
55 ma troppo era pietosa e troppo amante
per s cruda piet la man di Silvio
(con s fieri stromenti
certo non sana i suo feriti Amore)
quantunque a la fanciulla innamorata
60 sembrasse che l dolor si raddolcisse
tra le mani di Silvio.
Il qual, perci nulla smarrito, disse:
Quinci uscirai ben tu, ferro malvagio,
e con pena minor che tu non credi.
65 Chi tha spinto qui dentro,
ben anco di trartene possente.
Ristorer con luso de la caccia
quel danno, che per luso
de la caccia patisco.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
70 Dunerba or mi sovviene,
ch molto nota a la silvestre capra
quandha lo stral nel saettato fianco;
(essa a noi la mostr, natura a lei),
n gran fatto lontana. Indi partissi;
75 e, nel colle vicin subitamente
coltone un fascio, a noi sen venne; e quivi
trattone succo, e misto
con seme di verbena e la radice
giuntavi del centauro, un molle empiastro
80 ne feo sopra la piaga.
Oh mirabil virt! cessa il dolore
subitamente e si ristagna il sangue;
e l ferro, indi a non molto,
senza fatica o pena
85 la man seguendo, ubbidiente nesce.
Torn il vigor ne la donzella, come
se non avesse mai piaga sofferta.
La qual per mortale
veramente non fu, per che, ntatto
90 quinci lalvo lasciando e quindi lossa,
nel muscoloso fianco
era sol penetrata.
Corsica Gran virt derba e via maggior ventura
di donzella mi narri.
Linco Quel che tra lor sia succeduto poi,
si pu pi tosto immaginar che dire.
Certo sana Dorinda, ed or si regge
s ben sul fianco, che di lui servirsi
ad ognuso ella pu. Con tutto questo,
100 credo, Corisca, e tu forsanco il credi,
che di pi duno stral ferita sia;
ma, come lhan trafitta arme diverse,
cos diverse ancor le piaghe sono.
Daltra fro il dolor, daltra soave;
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3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
105 luna saldando si fa sana, e laltra
quanto si salda men, tanto pi sana.
E quel fro garzon di saettare,
mentrera cacciator, fu cos vago,
che non perde costume; ed or, chegli ama,
110 di ferir anco ha brama.
Corsica O Linco, ancor se pure
quellamoroso Linco
che fosti sempre.
Linco O Corisca mia cara,
115 danimo Linco, e non di forze, sono;
e n questo vecchio tronco
, pi che fosse mai, verde il desio.
Corsica Or ch morta Amarilli,
mi resta di veder quel ch seguto
del mio caro Mirtillo.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Scena ottava Ergasto, Corisca
Ergasto Oh giorno pien di maraviglie! oh giorno
tutto amor, tutto grazie, e tutto gioia!
Oh terra avventurosa! Oh ciel cortese!
Corsica (Ma ecco Ergasto. Oh, come viene a tempo!)
Ergasto Oggi ogni cosa si rallegri. Terra,
cielo, aria, foco e l mondo tutto rida.
Passi il nostro gioire
anco fin ne linferno,
n oggi e sia luogo di pene eterno.
Corsica (Quanto lieto costui!)
Ergasto Selve beate,
se sospirando in flebili susurri
al nostro lamentar vi lamentaste,
gioite anco al gioire, e tante lingue
15 sciogliete quante frondi
scherzano al suon di queste
piene del gioir nostro aure ridenti.
Cantate le venture e le dolcezze
de duo beati amanti.
Corsica (Egli per certo
parla di Silvio e di Dorinda. Insomma,
viver bisogna. Tosto
il fonte de le lagrime si secca;
ma il fiume de la gioia abbonda sempre.
25 De la morta Amarilli,
ecco, pi non si parla; e sol sha cura
di goder con chi gode. Ed ben fatto.
Pur troppo pien di guai la vita umana.)
Ove si va s consolato, Ergasto?
30 a nozze forse?
Ergasto E tu lhai detto a punto.
Inteso hai tu lavventurosa sorte
219
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
de duo felici amanti? udisti mai
caso maggior, Corisca?
Corsica I lho da Linco
con molto mio piacer pur ora udito,
e quel dolor ho mitigato in parte,
che per la morte dAmarilli i sento.
Ergasto Morta Amarilli? e come? e di qual caso
40 parli tu ora, o pensi tu chio parli?
Corsica Di Dorinda e di Silvio.
Ergasto Che Dorinda? che Silvio?
Nulla dunque sai tu! La gioia mia
nasce da pi stupenda
45 e pi alta e pi nobile radice.
DAmarilli ti parlo e di Mirtillo,
coppia, di quante oggi ne scaldi Amore,
la pi contenta e lieta.
Corsica Non morta
50 dunque Amarilli?
Ergasto Come morta? viva
e lieta e bella e sposa.
Corsica Eh! tu mi beffi.
Ergasto Ti beffo? il vedrai tosto.
Corsica A morir dunque
condennata non fu?
Ergasto Fu condennata,
ma tosto anche assoluta.
Corsica Narri tu sogni, o pur sognando ascolto?
Ergasto Tosto la vedrai tu, se qui ti fermi,
col fortunato suo fedel Mirtillo
uscir dal tempio, ovora sono e data
shanno la f gi maritale; e verso
le case di Montano ir li vedrai
220
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
65 per cr di tante e di s lunghe loro
amorose fatiche il dolce frutto.
Oh, se vedessi lallegrezza immensa,
sudissi il suon de le gioiose voci,
Corisca! Gi dinnumerabil turba
70 tutto pieno il tempio; uomini e donne
quivi vedresti tu, vecchi e fanciulli,
sacri e profani in un confusi e misti
e poco men che per letizia insani.
Ognun con maraviglia
75 corre a veder la fortunata coppia;
ognun la riverisce, ognun labbraccia.
Chi loda la piet, chi la costanza,
chi le grazie del ciel, chi di natura.
Risuona il monte e l pian, le valli e i poggi
80 del pastor fido il glorioso nome.
Oh ventura damante
il divenir s tosto,
di povero pastore, un semideo.
Passar in un momento
85 da morte a vita, e le vicine esequie
cangiar con s lontane
e disperate nozze,
ancor che molto sia,
Corisca, per nulla.
90 Ma goder di colei per cui, morendo,
anco godeva, di colei che seco
volle s prontamente
concorrer di morir, non che damare;
correr in braccio di colei, per cui
95 dianzi s volentier correva a morte:
questa ventura tal, questa dolcezza,
chogni pensiero avanza.
E tu non ti rallegri? e tu non senti
per Amarilli tua quella letizia,
100 che sentio per Mirtillo?
221
3
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Corsica Anzi s pur, Ergasto:
mira come son lieta.
Ergasto Oh! se tu avessi
veduta la bellissima Amarilli,
105 quando la man per pegno de la fede
a Mirtillo ella porse,
e per pegno damor Mirtillo a lei
un dolce s, ma non inteso bacio,
non so se dir mi debbia o diede o tolse,
110 saresti certo di dolcezza morta.
Che purpura? che rose?
Ogni colore o di natura o darte
vincean le belle guance
che vergogna copriva
115 con vago scudo di belt sanguigna,
che forza di ferirle
al feritor giungeva.
Ed ella, in atto ritrosetta e schiva,
mostrava di fuggire
120 per incontrar pi dolcemente il colpo;
e lasci in dubbio se quel bacio fosse
o rapito o donato,
con s mirabil arte
fu conceduto e tolto. E quel soave
125 mostrarsene ritrosa,
era un no che voleva, un atto misto
di rapina e dacquisto;
un negar s cortese, che bramava
quel che, negando, dava;
130 un vietar chera invito
s dolce dassalire,
cha rapir, chi rapiva, era rapito;
un restare e fuggire
chaffrettava il rapire.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
135 Oh dolcissimo bacio!
Non posso pi, Corisca!
Vo diritto diritto
a trovarmi una sposa,
ch n s alte dolcezze
140 non si pu ben gioir, se non amando.
Corsica Se costui dice il vero,
questo quel d, Corisca,
che tutto perdi, o tutto acquisti, il senno.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Scena nona Coro di pastori, Corisca, Amarilli, Mirtillo
Pastori Vieni, santo Imeneo,
seconda i nostri voti e i nostri canti;
scorgi i beati amanti,
luno e laltro celeste semideo;
5 stringi il nodo fatal, santo Imeneo.
Corsica (Oim, ch troppo vero! E cotal frutto
da le tue vanit, misera, mieti!
Oh pensieri, oh desiri
non meno ingiusti che fallaci e vani!
10 Dunque duna innocente
ho bramata la morte
per adempir le mie sfrenate voglie?
S cruda fui? s cieca?
Chi mapre or gli occhi? Ah, misera! che veggio?
15 lorror del mio peccato,
che di felicit sembianza avea!)
Pastori Vieni, santo Imeneo,
seconda i nostri voti e i nostri canti;
scorgi i beati amanti,
20 luno e laltro celeste semideo;
stringi il nodo fatal, santo Imeneo.
Deh! mira, o pastor fido,
dopo lagrime tante
e dopo tanti affanni, ove se giunto.
25 Non questa colei, che tera tolta
da le leggi del cielo e de la terra?
dal tuo crudo destino?
da le sue caste voglie?
dal tuo povero stato?
30 da la sua data fede e da la morte?
Eccola tua, Mirtillo!
Quel volto amato tanto e que begli occhi
quel seno e quelle mani,
e quel tutto che miri ed odi e tocchi,
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
35 da te gi tanto sospirato invano,
sar ora mercede
de la tua invitta fede. E tu non parli?
Mirtillo Come parlar possio,
se non so desser vivo?
40 n so sio veggia o senta
quel che pur di vedere
e di sentir mi sembra?
Dica la mia dolcissima Amarilli,
per che tutta n lei
45 vive lanima mia, gli affetti miei.
Pastori Vieni, santo Imeneo,
seconda i nostri voti e i nostri canti;
scorgi i beati amanti,
luno e laltro celeste semideo;
50 stringi il nodo fatal, santo Imeneo.
Corsica (Ma che fate voi meco,
vaghezze insidiose e traditrici,
fregi del corpo vil, macchie de lalma?
Itene! Assai mavete
55 ingannata e schernita.
E, perch terra sete, itene a terra.
Damor lascivo un tempo arme vi fei;
or vi fo donest spoglie e trofei.)
Pastori Vieni, santo Imeneo,
60 seconda i nostri voti e i nostri canti;
scorgi i beati amanti,
luno e laltro celeste semideo;
stringi il nodo fatal, santo Imeneo.
Corsica (Ma che badi, Corisca?
65 Comodo tempo di trovar perdono.
Che fai? temi la pena?
Ardisci pur, ch pena
non puoi aver maggior de la tua colpa.)
Coppia beata e bella,
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
70 tanto del cielo e de la terra amica,
sal vostro altro fato oggi sinchina
ogni terrena forza,
ben ragion che vi sinchini ancora
colei che contra il vostro fato e voi
75 ha posto in opra ogni terrena forza.
Gi nol nego, Amarilli: anchio bramai
quel che bramasti tu; ma tu tel godi,
perch degna ne fusti.
Tu godi il pi leale
80 pastor che viva. E tu, Mirtillo, godi
la pi pudica ninfa
di quante nabbia, o mai navesse, il mondo.
Credetel pur a me, che cote fui
di fede a luno e donestate a laltra.
85 Ma tu, ninfa cortese,
prima che lira tua sopra me scenda,
mira nel volto del tuo caro sposo:
quivi del mio peccato
e del perdono tuo vedrai la forza.
90 In virt di s caro
amoroso tuo pegno,
a lamoroso fallo oggi perdona,
amorosa Amarilli. Ed ben dritto
choggi perdon de le sue colpe trovi
95 Amore in te, se le sue fiamme provi.
Amarilli Non solo i ti perdono,
Corisca, ma tho cara,
leffetto sol, non la cagion mirando,
ch l ferro e l foco, ancor che doglia apporti,
100 pur che risani, a chi fu sano caro.
Qualunque mi sii stata
oggi, amica o nemica,
basta a me, che l destino
tus per felicissimo stromento
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
105 dogni mia gioia. Avventurosi inganni!
tradimenti felici! E, se ti piace
desser lieta ancor tu, vientene, e godi
de le nostre allegrezze.
Corsica Assai lieta son io
110 del perdon ricevuto e del cor sano.
Mirtillo Ed io pur ti perdono
ogni offesa, Corisca, se non questa
troppo importuna tua lunga dimora.
Corsica Vivete lieti! addio!
Pastori Vieni, santo Imeneo,
seconda i nostri voti e i nostri canti;
scorgi i beati amanti,
luno e laltro celeste semideo;
stringi il nodo fatal, santo Imeneo.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Scena decima Mirtillo, Amarilli, Coro di pastori
Mirtillo Cos dunque son io
avvezzo di penar, che mi conviene
in mezzo de le gioie anco languire?
Assai non ci tardava
5 di questa pompa il neghittoso passo,
se tra pi non mi dava anco questaltro
intoppo di Corisca?
Amarilli Ben se tu frettoloso!
Mirtillo O mio tesoro,
10 ancor non son sicuro, ancor i tremo;
n sar certo mai di possederti,
perfin che ne le case
non se del padre mio, fatta mia donna.
Questi mi paion sogni,
15 a dirti il vero; e mi par dora in ora,
che l sonno mi si rompa,
e che tu mi tinvoli, anima mia.
Vorrei pur chaltra prova
mi fesse omai sentire
20 che l mio dolce vegghiar non dormire.
Pastori Vieni, santo Imeneo,
seconda i nostri voti e i nostri canti;
scorgi i beati amanti,
luno e laltro celeste semideo;
25 stringi il nodo fatal, santo Imeneo.
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Op. Grande biblioteca della letteratura italiana
ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli
Battista Guarini Il Pastor fido Atto quinto
Coro Oh fortunata coppia,
che pianto ha seminato e riso accoglie!
Con quante amare doglie
hai raddolciti tu gli affetti tuoi!
30 Quinci imparate voi,
o ciechi e troppo teneri mortali,
i sinceri diletti e i veri mali.
Non sana ogni gioia,
n mal ci che vannoia.
35 Quello vero gioire,
che nasce da virt dopo il soffrire.

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