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La Giornata

* * * * * *
In Italia Nel mondo
Roma. OttimismoaRomasullaleggeelet-
torale, ma con giudizio. Telefonate e incon-
tri ristretti, procede il dialogo nella mag-
gioranza (e forse anche con il Polo). Doma-
ni vertice di maggioranza con Giuliano
Amato, ministroper leRiforme. Al di ldel-
le alchimie tecniche, questi sono gli ultimi
giorni utili per mettere a punto una riforma
elettorale che, sia pure su base maggiorita-
ria (suquesto nessuno discute), salvaguardi
e addirittura rafforzi quellanima propor-
zionalistica che - in un paese dove nessun
partito riesce a superare il 20 per cento dei
consensi - ancoraforteeradicatanel mon-
do politico. Per farlo bisogna agire, metten-
do insieme un consenso il pi vasto possi-
bile, prima che la Corte costituzionale, il 20
gennaio prossimo, si pronunci sullammis-
sibilit del quesito referendario che vuole
abolire la quota proporzionale del 25 per
cento dei seggi prevista dal Mattarellumog-
gi in vigore. Se si andasse al voto popolare,
il verdetto sarebbe scontato, e una volta
pronunciatodifficilmenteil Parlamentopo-
trebbe snaturarlo.
Ci si riuscir? E
presto per dirlo, ma
intanto ieri la pro-
posta discussa mar-
ted dal ministro
per le Riforme Giu-
liano Amato con i
capifila Ds e Ppi,
Cesare Salvi e Leo-
poldo Elia, ha ini-
ziato a raccogliere
consensi, soprattut-
to dalle formazioni
minori della mag-
gioranza. Il capo-
gruppo dei senatori
Verdi, Maurizio Pie-
roni, ne rivendica apertamente la pater-
nit: Fui io, al vertice di maggioranza del
22 dicembre scorso, ad avanzare lipotesi
di passare al secondo turno solo in quei
collegi in cui nessun candidato riuscito
a superare il 40 per cento dei consensi,
per rimuovere limpasse che inchiodava i
Ds al doppio turno di collegio, che avvan-
taggia i partiti pi grossi, e le forze minori
del centrosinistra (ma anche Forza Italia)
al doppio turno di coalizione. Questa me-
diazione, spiega Pieroni, garantisce ai
partiti pi piccoli che gli accordi sui col-
legi si fanno prima delle elezioni, e non
dopo il primo turno come preferirebbero
i Ds, mantenendo in pi una quota pro-
porzionale. Lipotesi di abbassare la soglia
delezione al primo turno (addirittura al 35
per cento) contenuta anche in un recen-
te saggio di due politologi di area sociali-
sta, Luciano Cafagna e Luciano Pellicani,
in passato tra i collaboratori di Amato. Su
questo primo canovaccio arrivano aper-
ture dallUdr come dai cossuttiani (Inte-
ressante, ma niente soglia di sbarramento
per laccesso alla quota proporzionale,
dice Marco Rizzo). Esoprattutto i segnali
positivi del Ppi, che nel precedente verti-
ce di maggioranza del 22 dicembre si era
duramente scontrato con la Quercia per il
sostegno di Walter Veltroni al referendum.
La rivincita dei cespugli
E una proposta che obbliga i Ds a non
andare da soli ma a coalizzarsi fin dal pri-
mo turno, sintetizza il popolare Lapo Pi-
stelli, che ammette: In questo modo, del
doppio turno di collegio sostenuto da Bot-
teghe Oscure resterebbe solo il nome: nel
merito ci si avvicina molto al modello di
coalizione. Ancora pi esplicito Piero-
ni: I Ds cos salvano la faccia, ma i partiti
minori assumono unruolo determinante.
Il capofila referendario di Forza Italia,
Peppino Calderisi, dice la stessa cosa ma
rovesciando il senso: Il potere di ricatto
dei cespugli ne uscirebbe enormemente
rafforzato. Non credo proprio che i Demo-
cratici di sinistra possano accettare una
soluzione di questo genere solo per evita-
re unreferendumche una consistente par-
te di loro ha sostenuto. Ma il dalemiano
Antonio Soda, senza sbilanciarsi troppo
(Nono conosco a fondo la proposta, ma mi
pare buono il tentativo di mediare tra le
due ipotesi di doppio turno), smentisce
che esista una penalizzazione dei partiti
maggiori: Che la soglia di elezione al pri-
mo turno sia al 50 o al 40 per cento, non
cambia molto visto che nessun partito ita-
liano, da solo, ingrado di superarla, e si
spinge a ipotizzare la possibilit di rag-
giungere in breve un accordo di maggio-
ranza esteso anche al Polo, perch queste
regole bisogna scriverle insieme. Mentre
An, schierata sul referendum, tace, da
Forza Italia (dove una tendenza filopro-
porzionalista esiste, ed sembrata a volte
prendere corpo anche nelle parole del suo
leader) arriva lentusiastico plauso di
Gianni Baget Bozzo al tentativo di Amato.
E gli autorevoli editoriali antireferendari
del Giornale (ieri una bordata micidiale di
Antonio Socci) sono la spia del clima dif-
fuso in quellarea, e di cento ripensamen-
ti in corso.
GIULIANO AMATO
Londra. Si fa presto a dire che la Gran
Bretagna sta alla finestra a guardare con
scetticismo (o forse con invidia) il decollo
della moneta unica europea. Il problema
che gli inglesi hanno combattuto per secoli
e vinto due guerre mondiali sostanzial-
mente per impedire che la Germania con-
quistasse con le armi ci che ora sta per ot-
tenere con la moneta: il dominio dellEuro-
pa. Gli anglosassoni ammirano, ma senza fi-
darsi, i cugini della foresta tedeschi, che
conil loroidealismocontrastanoil piratesco
pragmatismo dei cugini del mare, gli in-
glesi. In pi, nel Settecento le colonie ame-
ricane furono perse per la forza di un solo
principio, no taxation without representa-
tion; gli inglesi se ne ricordano e ora ten-
dono ad applicare lo stesso punto di vista
nei confronti di una Banca europea consi-
derata fuori dal controllo popolare. Questa
almenolafilosofiapoliticacorrentenei di-
scorsi dei pub. Maanchei politici ei funzio-
nari del Foreign Office, in Inghilterra, fre-
quentano i pub.
Questo secolo ha visto Londra impigliata
in un doppio garbu-
glio europeo, ben
sintetizzato da Win-
ston Churchill quan-
do affermava che la
Gran Bretagna
con lEuropa, ma
non ne parte.
Unambivalenza la
cui necessit stata
recentementerimes-
sa in discussione da
storici revisionisti
come Niall Fergu-
son e Alan Clarke,
specialmente ora
che il nuovo asse
franco-tedesco definitivamente consolida-
to. Il problemagli inglesi si sentonoscon-
fitti se entrano in Euroland, e sconfitti se
stanno fuori. Geopoliticamente Londra ri-
mane perennemente incerta se la Manica
siapilargaonodellAtlanticoepreferisce
raccordare la sua politica estera su quella
americana. Economicamente, poi, leviden-
za dice che pi del 50%dei commerci ingle-
si viaggia lontano dal Vecchio continente.
Mentre solo il 10%dei prodotti dei partner
europei esce dalle frontiere di Euroland.
ConradBlack, il proprietariocanadesedi
Daily eSunday Telegraph, i giornali conser-
vatori per eccellenza, credechelaGranBre-
tagnapotrebbedi conseguenzaeconmiglior
profittounirsi al Naftanordamericano. Lau-
straliano-americano Rupert Murdoch con
i suoi Sun, Times, Sunday Times e la tv
BskyB conduce invece una dura battaglia
contro liperregolata Europa, che ritiene bi-
sognosa di cure thatcheriane. Ventanni di
diffidenzaantieuropeahannoavutoi loroef-
fetti sullelettorato, ma la propaganda at-
tecchitasuunterrenogifertile. Primopae-
se a uscire dal secondo dopoguerra con il
boomdei suoi anni 50, lInghilterra si sente
quindici anni avanti nel processodi deregu-
lation e riforme del welfare, in pi si trova
in un differente ciclo economico rispetto al
continente: nel RegnoUnitostainiziandoun
periodo recessivo.
Il progetto di Tony Blair e Gordon Brown
di entrare nelleuro quando i due cicli an-
dranno allunisono. Comunque vada, la pri-
ma questione per loro sar il referendum
sulladesione alla moneta unica. Lopposi-
zione dei media della coppia Murdoch-
Black render la vittoria del s pi difficile
per Blair che non trionfare alle prossime
elezioni. Anche contando sulle arti delleu-
rofiloPeter Mandelson, cheverrrecupera-
to alla bisogna dopo lo scivolone che lo ha
costretto ad abbandonare il governo.
Al referendumin ordine sparso
Il referendumsar un voto trasversale e
creerpidi unastranaalleanzanel mondo
politico. I liberal-democrat sonosempresta-
ti europeisti. WilliamHague, segretario dei
tory, hachiestodi aspettare10 anni primadi
discutere lingresso, ma per il suo rivale in-
terno, Michael Portillo, ladatagiustasem-
plicementemai, poichleuroporterine-
vitabilmenteallanascitadi unEuropafede-
rale. LaCityequalchetorydi rilievo(Clarke,
Heseltine, Howe) accentuano per le loro
posizioni pro-euroegisi parladi unnuovo
Partito conservatore, spostato su posizioni
europeiste. Infine, qualchevecchiolaburista
crede che la Banca europea potr esercita-
re un effettivo e utile controllo sulle politi-
che sociali.
Gli inglesi sonopirati opportunisti, ehan-
no locchio dei marinai per il mutare del
vento. Il metodo di Blair quello di creare
le condizioni politiche per i cambiamenti, e
poi darelideadi limitarsi ainterpretareci
chelamaggioranzadellanazionevuole. Ora
cerca di far crescere la consapevolezza che
il nuovo sia meglio del vecchio. Intanto
aspetta di vedere quale dei due funzioner
meglio. Molti inglesi lapensanounpo come
Giorgio VI nel giugno del 1940, allo scoppio
della guerra: Mi sento molto meglio, ora
che siamo tornati sul nostro terreno.
ROMANOPRODI NONSCAMBIERA
LULIVOPERLEUROPA. Lex premier
ha detto che non accetterebbe mai la
candidaturaallapresidenzadellaCom-
missione europea se gli venisse propo-
stacomecontentino per lasuarinun-
cia al progetto ulivista che, peraltro,
non ritiene incompabile con lincarico
in Europa.
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Vuitton entra nel capitale Gucci. Il
gruppofrancesehaacquistatounaquo-
ta superiore al 5%delle azioni del mar-
chio italiano.
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Aumenti Telecom, lAntitrust valuter
lalegittimitdel rincarosulletariffeda
telefono fisso a cellulare. La richiesta
di verifica stata avanzata dal presi-
dente della commissione Trasporti e
Telecomunicazioni del Senato, Claudio
Petruccioli.
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Riprendono gli sbarchi di clandestini
sulle coste pugliesi. Ventinove kosovari
sono stati rintracciati vicino a Lecce.
Larcivescovo di Palermo, Salvatore De
Giorgi, ha rivolto un appello per il ri-
spettodel doveredi accoglienzanei con-
fronti degli immigrati.
La Corte costituzionale ha sancito il
diritto degli extracomunitari invalidi a
essere iscritti nelle liste dei disoccupati.
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E ovvio che Ocalan rischi il processo
se resta inItalia, dichiara il suo legale,
il parlamentare Verde, Luigi Saraceni,
riferendosi alle recenti dichiarazioni di
MassimoDAlema. Ma, aggiunge: Mi au-
guro che il premier abbia voluto dire
checonsiderataleeventualitsoloinca-
so di condanna del leader curdo.
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Una banda di extracomunitari uccide
un immigrato in un agguato allinterno
di un bar a Brescia.
A Lissone, nel milanese, un ubriaco
ha assassinato il titolare di un bar che
gli aveva chiesto di uscire dal locale. E
morto ledicolante aggredito luned nel
suo chiosco di Milano.
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Assassinata un indiana a Palermo. La
donna, incintadi ottomesi, statasgoz-
zata nella sua abitazione nel centro sto-
rico della citt.
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Omicidio Geraci, riconosciuto il killer.
Il figlio del sindacalista assassinato a
Caccamo in ottobre sicuro che Filip-
po Lo Coco, trovato morto un mese fa,
sia luomo che aveva intravisto mentre
sparava al padre.
Strage di Vittoria, uno dei fermati
sarebbe pronto a collaborare.
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Norme penali specifiche per i minori.
LaCortecostituzionalechiedecheven-
ga differenziata la legislazione che di-
sciplina lesecuzione delle sentenze.
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La corruzione ancora molto forte.
Lo dichiara il procuratore aggiunto di
Milano, GerardoDAmbrosio, che, per,
denuncia la difficolt nel perseguire i
reati poich nessuno pi disposto a
collaborare.
INIZIA AL SENATO IL PROCESSO
DI IMPEACHMENT A CLINTON. Due
i capi daccusa: spergiuro e intralcio al-
la giustizia. Lo ha annunciato il capo-
gruppo repubblicano, Trent Lott, dopo
una riunione con il democratico Tom
Daschle e il presidente della Corte Su-
prema, WilliamRehnquist.
Il repubblicano Dennis Hastert il
nuovo speaker della Camera.
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Euro in calo sul dollaro. La moneta
europea stata scambiata a 1,1743.
In rialzo le Borse internazionali.
Francoforte guadagna il 3,41%, Parigi
il 2,24%, Londrail 3,2%. Aperturaposi-
tiva per Wall Street.
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Turchia, YalimErez ha rinunciato al-
lincarico di formare il nuovo governo.
CatturataaIstanbul lex guardiadel
corpo di Ocalan.
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Iraq, Mosca chiede un riesame della
no-fly zone. LOnu respinge la richiesta
di Baghdad di sostituire gli operatori
umanitari americani e britannici.
Per lopposizione irachena Baghdad
starebbe preparando attacchi terroristi-
ci contro Kuwait e Arabia Saudita.
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Appello allUe del ministro israeliano
Ariel Sharonperchintervengaafavore
della pace inMedio Oriente.
Gli israeliani uccidono a Hebron un
palestinese. Il ministro dellAnp alla
Cooperazione Shaat ribadisce che loSta-
to della Palestina nascer il 4 maggio.
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Israele, ufficiale la candidatura a
premier dellexcapodi Statomaggiore,
Amnon Lipkin-Shahak.
Raid aereo israeliano nella valle li-
banese della Bekaa, a est di Beirut.
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Ue, Jacques Santer respinge le accuse
di irregolaritdi bilancioechiedelafi-
ducia del Parlamento europeo.
Il budget americano 99 si chiuder
conunsurplus di 76 miliardi di dollari.
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Fidel Castro denunciato in Francia
per traffico di droga.
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Belgrado si oppone alle indagini del
Tribunale dellAia sui crimini di guer-
ra nel Kosovo.
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Sierra Leone, si combatte a Freetown,
a fuoco alcuni palazzi del potere. Per il
governo la situazione sotto control-
lo. La Nigeria pronta a inviare truppe
asostegnodei militari chedifendonola
capitale dallassedio dei ribelli del
Fronte unito rivoluzionario.
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Angola, attacco dellUnita al mercato
di Melanje. Decine i morti e i feriti.
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Cinquecento civili uccisi dai ribelli
congolesi nellex Zaire.
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Wojtyla consacra nove vescovi. Ladio-
cesi di Rumbek (Sudan), la nunziatura
del Pakistan e il Rwanda affidate a tre
italiani.
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Parte il campionato di basket ameri-
cano. Lassociazione proprietari e i sin-
dacati giocatori Nba hanno raggiunto
un accordo.
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Il principe Edward si sposer in esta-
te. Lo annuncia BuckinghamPalace.
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E morto Michel Petrucciani, pianista
jazz francese.
Il non disturbate il manovratore con cui
Massimo DAlema ha provato a mettere ordi-
ne nelle polemiche italiane in merito alla
candidatura di Romano Prodi alla presiden-
za della Commissione europea servito,
quantomeno, a ricordare che la questione, a
livello internazionale, di competenza del
presidente del Consiglio. Sar il tavolo dei
premier europei, infatti, a decidere chi sar
il successore di Jacques Santer. Essenziale
dunque scrutare le posizioni delle diploma-
zie dei vari partner per capire quali siano le
reali euro-chance di Prodi. E lo scenario at-
tuale richiede prudenza. I problemi maggio-
ri, si ampiamente detto, vengono da Bonn,
risolutaper unacandidaturatedesca, quanto
menocomebasenegoziale: Oskar Lafontaine
o, in subordine, Rudolf Scharping. Parigi ta-
ce, nonostante Roma abbia maturato nellul-
timo anno proprio nei suoi confronti il mag-
gior numero di crediti (dalla battaglia, persa,
per laBce, allanominadel presidentedel Co-
mitato economico finanziario che va a Jean
Lemierre). Dopo Jacques Delors e Santer si
esclude un candidato francofono, e mentre
lEliseo ha fornito qualche segnale favorevo-
le a Prodi (molto benigni gli auguri di Natale
fatti al nostro ex premier da Jacques Chirac),
il Quai dOrsay impegnato soprattutto a ve-
rificaresesianotramontatelacandidaturadi
FelipeGonzlez edi altri spagnoli: il segreta-
rio generale della Nato Javier Solana o Car-
los Westendorp. Molto dipender anche dal-
lappoggio interno di Jos Mara Aznar. Chi,
in ambiente riservato, aveva detto di apprez-
zare una scelta italiana era Tony Blair: ma il
candidato in questione era Giuliano Amato.
I leader socialisti europei nongradiscono, in
sostanza, la scelta di un democristiano. E il
problema di Prodi proprio lambigua posi-
zione politica. E quindi nelle mani di DAle-
maladifficileoperadi convincimentodei col-
leghi, e loccasione pi adatta sar il vertice
eurosocialistachesi terraMilanodal primo
al 5 marzoprossimo. Di fronteaunaimpasse,
il titolaredi PalazzoChigi potrvalutarescel-
te di ripiego, dal Signor Pesc alla presidenza
Bei. Qualoranonvi sialaquadraturasperata,
potrebberoriaffiorarecandidaturedi media-
zione, e piprecisamente scandinave (lo sve-
deseCarl Bildt). Defilataeattendista, intutto
ci, viene segnalata la posizione di Lamberto
Dini, forse anche per le voci che lo vorrebbe-
ro, a novembre, in corsa per il segretariato
della Nato: un italiano pensabile solo se la
Commissione europea finir a qualcun altro.
AbdullahOcalanora rischia il processoin
Italia se non decider in fretta di andarsene
conlesuegambe. Lultimorevirement di DA-
lema segnala unulteriore riduzione di cabo-
taggio delle prospettive del governo italiano
sul caso di Apo. Naufragati i grandi sogni di
corti internazionali, tramontati i pipedestri
tentativi di spedire il leader del Pkk in Esto-
nia o Lituania, ora si prova con qualche vaga
minaccia a convincerlo a togliere il disturbo.
Cos la posizione di Apo diventa sempre pi
forte e semidefinitiva: in attesa che la giusti-
zia ordinaria faccia il suo corso, il marziano
resta allInfernetto.
PIOGGIADI CRITICHESULLACDUper la
caduta di stile in tema di immigrati
La campagna di raccolta firme contro la
riforma del diritto di cittadinanza avanzata
dal governo, annunciata luned dalla Cdu,
stata accolta negativamente dai commenta-
tori dei principali giornali, compresalacon-
servatrice Frankfurter Allgemeine, e viene
vista pi che altro come un evidente segno
della profonda crisi di visione politica e di
ideali in cui versano i cristiano-democrati-
ci orfani di Helmut Kohl. Stupisce anzitutto
il ricorso a unsimile clamoroso strumento
del tutto insolito in una Germania che ha
ancora brutti ricordi della democrazia di-
retta e che non trova precedenti nella sto-
ria di un partito da sempre contrario (ad
esempio) allistituzione del referendumfe-
derale, di cui peraltro si discute in Parla-
mento proprio in questi giorni. Liniziativa
si presta facilmente, inoltre, ad accuse di
populismo e di strumentalizzazione dema-
gogicadi unargomentodelicatocomelana-
turalizzazione degli immigrati turchi della
terza generazione (che sono di fatto i prin-
cipali fruitori della riforma), che presenta
anche importanti risvolti internazionali.
Non per niente i liberali e alcuni esponen-
ti di spicco della Cdu si sono dissociati. An-
cheper i toni chehausatoinquesti tregior-
ni, il gloriosopartitochegifudi Adenauer
e di Kohl, si ritrova cos associato a imba-
razzanti compagni di strada, i gruppi di
estrema destra come la Dvu e i Republika-
ner, che chiaramente sostengono con entu-
siasmo questa petizione popolare. Ma ci
che sorprende maggiormente il mondo po-
litico e la maggioranza dei commentatori
il motivo vero che ha spinto il segretario
della Cdu Wolfgang Schuble a una simile
caduta di stile, come lha definita la Ber-
liner Zeitung. Il timore, cio, di farsi sfuggi-
re dalle mani la guida dellopposizione nel
paese a scapito dei cristiano-sociali bavare-
si. Lultraconservatore premier della Bavie-
ra Edmund Stoiber aveva infatti annuncia-
to la raccolta firme gi due mesi fa, pochi
giorni dopo linsediamento dellesecutivo
guidato da Gerhard Schroeder. Avendo tro-
vato unresponso molto positivo nei sondag-
gi, liniziativa della Csu, inizialmente snob-
bata dai cristiano-democratici, rischiava di
diventare il principale terreno di scontro
con il governo rosso-verde, con la Cdu sem-
plice spettatore. Ora tuttavia, limpressione
che Schuble abbia ceduto o addirittura
rincorra Stoiber, ancora pi forte.
CONLARIFORMAQUATTRO MILIONI di
persone avranno il doppio passaporto
La rivoluzionaria riforma proposta dalla
coalizione rosso-verde, che verr presenta-
ta ufficialmente la settimana prossima per
essere varata entro questestate, estende le
maglie della legge in materia di naturaliz-
zazione e di doppia cittadinanza. Il governo
intenderebbe infatti ridurre da 15 a 8 anni
il tempo necessario per la naturalizzazione,
e fatto pi importante non sar pi ri-
chiesta la previa rinuncia del passaporto
del paese dorigine. Questultimo, in parti-
colare, stato finora il principale ostacolo
allacquisto del passaporto tedesco per mi-
lioni di immigrati che vivono da generazio-
ni in Germania ma che per svariati motivi
non vogliono rinunciare alla propria citta-
dinanza originaria, impedendo cos la tra-
smissione della nazionalit tedesca ai pro-
pri figli e nipoti nati e cresciuti nella patria
di Goethe (i cosiddetti immigrati della terza
generazione). Se passasse la riforma, si cal-
cola, quattro milioni di stranieri, dei 7,3 mi-
lioni attualmente stabilmente residenti e
cherappresentanoil 9%di unapopolazione
di 82 milioni, diventerebbero subito cittadi-
ni tedeschi a pieno titolo (compreso natu-
ralmente il diritto di voto).
GERMANIASCETTICASULLEURO, ma ot-
timista sul rispetto dei vincoli europei
Nasce leuro, gli Undici sorridono, ma il
cancelliere tedesco Gerhard Schroeder
smorzagli entusiasmi, affermandochenon
il caso di ballare per strada. Scetticismo
o diffidenza a parte, i tedeschi ci tengono a
dimostrare di essere a posto coni vincoli di
bilancio imposti dallUnione monetaria eu-
ropea e giurano che tutto in ordine per
centrare gli obiettivi prefissati. Il ministero
delle Finanze, che proprio ieri ha conse-
gnato il piano di stabilit alla Commissione
europea, hadichiaratodi prevedereunadi-
scesadel deficit all1%circadel prodottoin-
terno lordo nel 2002 (contro l1,5%previsto
nel 99), mentre il debito caler sotto il 60%.
Unruolo speciale, inoltre, viene assegna-
to alla lotta contro la disoccupazione. I nu-
meri non si fermano qui. Secondo il re-
sponsabiledelleFinanze, Oskar Lafontaine,
non c ragione di abbassare la previsione
di una crescita del 2%delleconomia tede-
sca questanno. Non c bisogno di correg-
gere ogni mese previsioni gi riviste - ha
spiegato lesponente della Spd - Il dato
gi stato definito tenendo conto di una pro-
spettivapideboleper leesportazioni. Do-
po le oscillanti stime dei sei principali isti-
tuti di ricerca(compresetral1,4%eil 2,8%),
a dare ragione al governo di Bonn ci pensa
il centro di ricerca Deutschen Wirtschaft,
che per il 99 prevede un incremento non
superiore al 2%. C ottimismo anche sul fu-
turo. Inuno studio sullandamento delleco-
nomia nel medio termine, il ministero pre-
vede per i prossimi quattro anni una cre-
scita media del 2,5%.
TONY BLAIR
IL FOGLIO
ANNO IV NUMERO 5 DIRETTORE GIULIANO FERRARA GIOVED 7 GENNAIO 1999 - L.1500
REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: LARGO CORSIA DEI SERVI 3 - 20122 - MILANO
quotidiano
TEL 02/771295.1 - SPED. ABB. POST. - 45%- ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - FIL. MILANO
Questo numero stato chiuso in redazione alle 19,45
FARNESINA
Euro
La moneta unica riduce i costi di transa-
zione nellambito dEurolandia, ma implica
pi lavoro per i bancari. I paesi della mo-
neta unica hanno deciso, infatti, che il si-
stemaTarget di transazioni interbancarie
avr solo due giorni di chiusura lanno: Na-
taleeCapodanno. Target (Trans-european
automated real time gross settlement ex-
press transfer) il sistemadi pagamentoeu-
ropeo tra banche che permette trasferi-
menti transfrontalieri lostessogiornointut-
ta Eurolandia. Nelle altre festivit naziona-
li o religiose previste nei paesi della mone-
ta unica, le Banche centrali dovranno tene-
reunnucleodi personaleinfunzioneanche
quando tutti gli altri saranno in vacanza in
quanto, ha precisato un portavoce della
Banca centrale europea: Target funziona
solo se tutti vi partecipano attivamente. Ci
si aspetta che le banche commerciali e i
mercati finanziari di Eurolandia decide-
ranno di seguire la nuova prassi delle Ban-
che centrali nazionali e chiuderanno, quin-
di, solo il primo gennaio e il 25 dicembre di
ogni anno. La Bce ha pure annunciato une-
spansionedel proprioorganico: nel 1999 150
nuove posizioni verranno aggiunte alle 570
esistenti nella sua sede di Francoforte.
Granparte dei nuovi posti saranno per per-
sonale amministrativo e per traduttori, non
per specialisti di economia e finanza.
Le chance italiane alla
prova degli umori europei
Piccolo cabotaggio del governo per
Ocalan: il marziano resta a Roma
Prodi in pole position
Rivoltacivile controlademagogia
Cdusugli immigrati
Gli auguri economici di Bonn
Taccuino tedesco
OGGI NEL FOGLIO QUOTIDIANO
QUIRINALE,
PREPARARSI ADALEMA?
IL GOVERNO GIRA A VUOTO: il
premier ha pi che altro laria del
candidato, curalimmagineetrascu-
ra la sostanza (editoriale pagina tre)
EUROSCETTICI senza pi ascolto,
maancoraconidee. Liberisti, nazio-
nalisti eprimatisti dellapolitica, chi
critica la moneta unica (pagina tre)
NELFELTRINO, rubrica quoti-
dianadi VittorioFeltri, ormai
in Italia scioperano tutti
tranne (pagina quattro)

Londra alla finestra delleuro


Il wait and see di Blair
e gli eterni dubbi inglesi
sui cugini della foresta
Perch il premier nonse la sente ancora
di sfidare leuroscetticismo di Murdoch
La City, i tory e i cicli economici sfasati
La vocazione atlantica
Il doppio turno della Befana
Ultime ore (e manovre)
per salvare almeno
un po di proporzionale
Escamotage di un senatore verde mette
daccordo tanti non-referendari
Si va al secondo turno, ma solo se...
Unesca per Berlusconi
RONINdi John Frankenheimer, con Robert
De Niro, Jonathan Pryce, Jean Reno, Nata-
sha McElhone, StellanSkarsgard, SkippSud-
dith, Michael Lonsdale
Mai nessunohapresopisul serioleteo-
rie di Alfred Hitchcock sul Mac Guffin:
quella cosa che inunfilmtutti si affannano
a cercare (come la bottiglia di champagne
alluranio in Notorius) senza che lo spet-
tatore sappia bene il perch. Semplice-
mente, si fida, e si limita a godersi lazione
e la suspence. JohnFrankenheimer, il regi-
sta di Sette giorni a maggio e dellUomo
di Alcatraz, applica la lezione alla lettera,
costruendoil suofilmattornoaunavaliget-
ta che continuamente passa di mano inma-
no, senza spendere neanche una parola sul
prezioso contenuto. Non solo: la situazione
raddoppia e sfiora il delirio per il fatto che
neanche gli agenti segreti sanno cosa dia-
volo ci sia nella ventiquattrore (armi letali,
microchip, progetti?) equindi devonofidar-
si di chi li ha arruolati e pagati. Il comman-
do internazionale, composto di cinque uo-
mini e una donna, studia il colpo in uno
scantinato di Parigi: le riunioni e il bistrot
conpassaggiosegretosonounacontinuaci-
tazionedai classici del genere. Il climada
dopo Guerra fredda, quando le spie ri-
schiarono di trovarsi senza datori di lavoro
su cui poter contare, le alleanze divennero
incerte, e ognuno giocava per s. Lo sugge-
risceancheil titolodellapellicola, Ronin.
Era questo infatti il nome che, dice la leg-
genda, i samurai giapponesi assumevano
quando il loro signore veniva ucciso. Cadu-
ti indisgrazia, avevano due scelte: vendersi
al miglior offerente o diventare banditi in
proprio. Gli inseguimenti da soli valgono il
prezzo del biglietto. Il primo ambientato
nelle stradine di Nizza, il secondo (contro-
mano, con ben due macchine, a 150 allora)
nel tunnel dellAlmachefufataleallaprin-
cipessa Diana. Ottanta automobili distrutte
durante le riprese, e divieto assoluto di ef-
fetti al computer: Frankenheimer amagira-
re alla vecchia maniera.
SHAKESPEARE INCRISI DI ISPIRAZIO-
NESI CURACONLAMORE
Con un buon titolo si gi a met dello-
pera. Oalmeno cos dicono gli scrittori otti-
misti. Non azzeccare il titolo giusto, crea
guai anche ai pi prolifici. Forse per que-
sto, sul tavolino di un giovanotto rampante
di nome William Shakespeare, giace da
tempo un manoscritto intitolato Romeo e
Ethel - La figlia del pirata. Dovrebbe esse-
re una commedia, ma lo scrittore si bloc-
cato: colpito dal crampo che assale davanti
al foglio bianco, non riesce pi a scrivere
neanche una riga. Nel teatro elisabettiano,
dovesi macinavanodrammi aripetizione(e
in cui la quantit andava di pari passo con
la qualit) non ci poteva essere per un
drammaturgo problema peggiore. Da que-
sto spunto, prende il via Shakespeare in
Love uscito in dicembre negli Stati Uniti,
giusto in tempo per ritagliarsi un posticino
tra i candidati allOscar. Ed tra i favoriti,
perchlideabellaeil registapiuttostota-
lentoso. Si chiamaJohnMadden, ehaal suo
attivo Mrs Brown. Sotto il titolo misterio-
so si cela la regina Vittoria, che era in lutto
per la morte del marito Alberto, ucciso dal
tifo, efuconsolatadaunrudescudieroscoz-
zese. Lui le fece tornare il sorriso, e il Par-
lamento inglese non vot per labolizione
dellamonarchia. Dacinqueanni almenolo
Shakespeare innamorato cercava uno sce-
neggiatore allaltezza della situazione. Fin-
ch si fatto avanti Tom Stoppard, che si
era allenato con Rosencrantz e Guilde-
stern sono morti. Per la verit, quel film
prometteva pi che mantenere. Ma questo
secondo falso shakespeariano, a detta del
regista e degli attori (che hanno fatto a bot-
te per guadagnarsi ruoli principali e parti-
cine), gli riuscito benissimo. Pur di lavo-
rare nel film, Judy Dench ha fatto sapere
che si sarebbe accontentata di far capolino
da una porta. E invece ha avuto la parte di
Elisabetta, con la faccia coperta di biacca
masenzadenti. Rupert Everett inveceCh-
ristopher Marlowe, pugnalato a morte in
una rissa da taverna dopo aver dato alla-
mico qualche consiglio. Il film ambienta-
to nel 1593, mentre impazzava la guerra tra
due impresari teatrali. Poich alle donne
era vietato calcare le scene, la bella Viola
de Lesseps si traveste da uomo: nascosta
dietrounpaiodi baffi, incontraShakespea-
re e lo fa innamorare. Diventer (dopo mol-
ti equivoci) la sua Giulietta, gli curer il
crampodelloscrivano, egli suggerirlesce-
ne pidivertenti della Dodicesima notte.
AGwynethPaltrowriescequestoealtro. Jo-
seph Fiennes Shakespeare. Prima di se-
dersi a tavolino, celebra un complicato ri-
tuale: fa un giro su se stesso e sputa in un
angolo. Le muse vanno intrattenute, e a es-
sere superstiziosi non si sbaglia mai.
ANNO IV NUMERO 5 - PAG 2 IL FOGLIO QUOTIDIANO GIOVED 7 GENNAIO 1999
Conbuona pace dei ministri che da due
anni e mezzo tentano di governarlo, il mer-
cato dellopera lirica non buonista. Pur-
troppo - come ripeteva Luigi Einaudi - si
vendica sempre. A Roma, al suono di set-
tanta miliardi lanno di sovvenzioni pub-
bliche e prezzi per le poltrone sino a due-
centotrenta mila lire, langue il Teatro del-
lOpera ufficiale, quel Costanzone - dal
nome del Cavalier Costanzi che lo costru
e don alla Roma umbertin-palazzinara -
ormai sempre pi vicino, musicalmente
parlando, al Bottegone.
Invece, lopera alternativa pullula.
Nelle settimane tra lultimo scorcio del
1998 e il primo del 1999, alla Chiesa Val-
dese di Piazza Cavour (curiosa imitazione
in sedicesimo del Sacre Coeur parigino),
viene data una Tosca (quattordici repli-
che) conorchestra, solisti, scene e costumi;
per il primo atto (SantAndrea della Valle),
visto che siamo in Chiesa, la scena na-
ture; per il secondo (lo studio del Barone
Scarpia a Palazzo Farnese) basta una scri-
vania e, per il terzo (gli spalti di Castel
SantAngelo), una gigantografia. Super via
Nazionale, nei pressi della Kochiana piaz-
za Esedra (oggi della Repubblica), quasi a
sfidare il Costanzone, nella neobizanti-
neggiante Chiesa Anglicana di St.Pauls
within the Walls, si alternano Rigoletto
e Traviata (venti repliche): cast anglo-
sassone, dcor essenziale, accompagna-
mento solo al pianoforte.
DRAMA T I S PERS ONAE
S I GNOR DI RET T ORE
In un teatro convenzionale, lo sbarazzi-
no Flaiano in quel di Santo Stefano del
Cacco, inscena una deliziosa mini - Tra-
viata di settantacinque minuti; lo spetta-
colo, curato da Gianna Volpi (anima squi-
sitissima dei Festival dei Due Mondi), ha
interpreti giovani e appassionati (come si
addice a Traviata), costumi preziosi di
Santuzza Cal, scene efficaci di RubinFlay
ed una vera (piccola) orchestra professio-
nista.
Per febbraio, la lirica alternativa an-
nuncia uncolpo basso: lOpera di Cracovia
(sic!) presenta una spettacolare Aida (in
cartellone in maggio al Costanzone) al
Teatro Olimpico (con danze e forse anche
elefanti nel tutto compreso) per ben die-
ci repliche. I prezzi vanno dalle venti mila
lire nelle rappresentazioni, per cos dire,
protestant-ecclesiali, alle ottanta mila per
le poltronissime del Teatro Olimpico.
Signor direttore, parafrasando ancora
una volta il fraseggio del Maestro Giusep-
pe Sinopoli, sarebbe devastatamente stu-
pido raffrontare lo spessore e la qualit
di questa opera alternativa con lofferta
che ci si deve aspettare da enti e fonda-
zioni liriche sussidiate da Pantalone. Tut-
tavia, il fenomeno porta a due riflessioni e
a una proposta. Inprimo luogo, esso dimo-
stra che la domanda c: un pubblico gio-
vane a cui questanno (riducendo da tren-
ta a venticinque anni let a cui si possono
avere biglietti ridotti) laccesso al Co-
stanzone interdetto, conil rischio che il
Teatro finisca come il Bolsoj (aperto, di
fatto, solo alla nomenklatura). Lofferta
rappresenta anche unimportante palestra
per le nuove generazioni di cantanti, or-
chestrali, registi, scenografi (e via discor-
rendo).
Chi scrive ricorda le bellezze di un
Mondo della Luna di Haydn messo in
scena alla Indiana School of Music, di una
Bohme di Puccini alla School of Music
della Catholic University di Washington, di
unEuropa riconosciuta off-Broadway di
quel Salieri su cui tanto si pettegolato,
nonch tante cose prelibate (anche e so-
prattutto contemporanee) a Klagenfrt e in
quel Teatro lirico sperimentale di Spoleto
che unCostanzone nondevastatamente
stupido dovrebbe accarezzare portando-
ne a Roma gli spettacoli migliori.
In secondo luogo, un ragionamento pu-
ramente economico. Avinash Dixit, una
delle migliori menti del Massachusetts in-
stitute of technology, teorizza che oltre un
certo livello la sovvenzione e la mano pub-
blica fanno diventare tanto alti i costi po-
litici di transazione da porre chi li riceve
fuori non solo dal mercato, ma anche dal
mondo. Chi le scrive, signor direttore, ha
testato questa ipotesi sul Mezzogiorno in
un saggio noiosetto apparso su una rivista
tecnica solo per economisti; nonsarebbe il
caso che Marco Causi, brillante e simpati-
co consigliere economico del leader dei
La corruzione spirituale, cio morire senza il conforto del barocco
Agira. Il nodo crudo della corruzione
spirituale del padre, Margherita A.V., no-
bile torinese per parte di madre, siciliana
di sangue villalbese per parte maschile, lo
trova esercitando la sua memoria in quel
frangente molto a modino dello stare a ta-
vola. Precisamente quando infamiglia, con
ospiti fintamente trasandati asserragliati
dalla posateria, cera la nonna che imman-
cabilmente flautava parliamo in france-
se?, e il molto stimato genitore allora, chi-
mico consulente della Bayer farmaceutici,
cinguettava nella lingua di Voltaire senza
mai lasciar cadere una goccia della parla-
ta lenta e inesorabile di Calogero Vizzini, il
suo - diciamo cos - antenato pi rappre-
sentativo.
Innamorata del padre, Margherita ne
ama lombra e le tenebre, non sopporta
perci la maschera di luce, nontanto la fin-
zione garbata della vita nuova, ma lim-
possibilit di mercanteggiare quella diver-
sit. Ma se solo ci fossero veramente om-
bre e tenebre, dice. Lui solo un onesto
agiato professionista su cui non ricade col-
pa, lei stata una bambina rapita dalle
suggestioni. Quando le sue compagne di
scuola figlie di immigrati cafoni si vergo-
gnavano moltiplicando le possibilit di di-
re mica, lei sbruffoncellava proclaman-
dosi di Villalba. La madre stessa lasse-
condava, molto probabilmente perch gra-
ta alla giovinezza, felice al ricordo di quei
parenti acquisiti che si trascinavano zitti e
austeri nella mezzaluce di pomeriggi son-
tuosi nelle campagne alle spalle di Maria-
nopoli.
Per Margherita che nacque rocambole-
scamente in una clinica di Bellinzona in
un mese freddissimo del 1971 (anticipan-
do di unmese), la doppia radice di sangue
e suolo non mai stata un equivoco del-
lemancipazione sociale, avendo i suoi,
precedentemente riunito nel matrimonio il
ricchissimo patrimonio di - sono parole sue
- nobilt e mafia. Ed infatti una fusione
straordinaria di caratteri, lapsus, istinti,
pensieri, sospetti per una ragazza come
lei, poliglotta e laureata a pieni voti in In-
gegneria e gi destinata alla carriera acca-
demica a Toronto, una ragazza come lei che
nessuna littorina dei binari morti pu pi
vantare di avere come viaggiante. Dunque
un bagaglio di selvaggiume per lei, affa-
scinante come un maschio - gi manne-
quin per passatempo e per far contenta la
mamma e Giorgio Armani, che fuunloro vi-
cino di dammuso a Pantelleria - per lei che
i maglioni se li trascina ancora a met del
palmo della mano e i capelli sono spaghet-
ti di sofisticata sobriet.
Un bagaglio da Santa Barbara dei Bri-
ganti per lei che parla piano piano e guar-
da guarda con distratto indugio lasciando
cadere tutti i suoi sguardi dove capita, in
quei particolari dove lei che iconcina del-
la modernit, lalbagia insulare della cam-
minata dritta (come unfuso) scombina la
compostezza continentale e nonsi capisce
mai se la fatica del silenzio appartiene al-
lantenato rappresentativo o - sono parole
ancora sue - alla malinconia della corru-
zione spirituale, il deperimento borghese.
Perch oggi che lei se ne ritorna al lavoro,
la vacanza di Natale nella casa con lin-
gresso dalla scalinata a ferro di cavallo, la
villa di campagna dove si amministrava la
morte e la vita diventata rudere, e la vil-
leggiatura finita chiudendo un bilancio
senza ricreazione della memoria.
Suo padre che corrotto spiritualmen-
te si guarda bene da certi viaggetti da
Nuovo Cinema Paradiso. Alei sembra-
to tutto sommato una contemplazione del-
Cinema
Agenti segreti allascuola
di Hitchcocke lanevrosi dafoglio
biancodel grandeWilliam lombelico. Anzi: una parentesi tristissima
senza neppure linfluenza. Una pausa nep-
pure etnica per come qualche sua ami-
chetta addestrata da Dolce & Gabbana e
perci culturalmente sprovveduta, po-
trebbe definirla. Siccome poeticamente
abita luomo, la disabitazione uno strazio,
una inutile visitazione dei sepolcri. Solo la
tomba di Don Calogero riesce a fare la sua
bella figura. Quando hanno sparato a Vitto-
ria, citt dove la Mafia non ha mai messo
un dito, Margherita che dellistinto il fu-
retto pi elegante, ha suggerito al suo ami-
co giornalista arrivato in visita di cortesia
dallo zio che unimportante magistrato, di
fare unservizio sul morire senza il confor-
to del Barocco.
Non ci sono pi le pietre bianche, n le
maschere di pietra lavica sui portoni. Le la-
pidi al cimitero sono di orribile marmo con
le iscrizioni inottone e i masculi nonsanno
pi come si apparecchia un funerale. Le
campane della chiesa suonavano a morto
da unregistratore. E la secolarizzazione di
donCal. Lultimo tramonto di giorno 4 gen-
naio aveva il riverbero della polvere. Unin-
terminabile addio le ha sfinito i ricordi.
P.B.
democratici di sinistra Walter Veltroni
(nonch specialista proprio di economia
della cultura), non conduca una verifica
econometrica sul Costanzone (anche al
fine di evitare il collasso finale di que-
stultimo)?
Ora la proposta. Lopera alternativa
romana ha spesso luogo in templi prote-
stanti, dove, weberianamente parlando, al-
berga lo spirito del capitalismo. Per il non
pi tanto lontano Giubileo perch non en-
tra in questo mercato anche la Chiesa cat-
tolica? Soprattutto se il Costanzone at-
tua la minaccia di iniziare la prossima
stagione conil veteromarxismo di Asce-
sa e caduta della citt di Mahagonny del
triste duo Brecht-Weill, San Pietro in Vin-
coli potrebbe rispondere con il Mos in
Egitto del gioviale bonvivant Gioacchino
Rossini, un cattolico liberal-conservatore
che si intendeva, oltre che di musica, di
buona cucina, di belle donne e di pensio-
ni (vi and a 40 anni a spese dellerario
francese).
Inquel di SanPietro inVincoli, alla sce-
na del Mos rossiniano ha gi badato
Michelangelo. Al coro penseremo tutti noi.
Guardando dallalto del Monte Oppio il
Costanzone, intoneremo, imploranti:
Dal tuo stellato soglio / Signor, ti volgi a
noi / piet de figli tuoi / del popol tuo
piet. Traverseremo - ne sono certo - il
mar Rosso della scena lirica romana.
Giuseppe Pennisi
Lottimo Enrico Mentana si prestato,
per beneficenza, in questi giorni, alla pub-
blicit, partecipando a uno spot televisivo
nel qualeinvitagli spettatori acomprareIl
ritratto di Dorian Gray, da lui definito il
pi famoso romanzo di Oscar Wilde. Di-
spiace per il direttore del Tg5, ma, avendo
Wilde scritto un solo romanzo (celeberri-
mo), questo nonpu essere indicato come il
pi famoso, perch non comparabile in
alcun modo con altri, che semplicemente
non esistono.
Aproposito di tv e di letteratura, lottimo
PatrizioRoversi conduceal marted serasu
Raitre - con assoluto garbo e molto spirito -
la trasmissione Per unpugno di libri. Pur
apprezzando decisamente presentatore e
programma, dobbiamo rilevare che Rover-
si, purtroppo, ha, come quasi tutti, la ten-
denzaapronunciarei nomi degli scrittori di
lingua tedesca che gli occorre di citare co-
me se fossero inglesi. Cos, per esempio,
marted 15 dicembre, hachiamatoMaicol
il tedesco Michael Ende e Piter laustria-
co Peter Handke. Le pronunce esatte sono
Micael e Peter. Peccato.
Passando ai quotidiani, il Corriere della
Sera ha inaugurato il 1999 dedicando molte
pagine alleuro. In una di queste, il 2 gen-
naio, si poteva leggere un interessante arti-
colo di Tommaso Padoa Schioppa. Tra le fo-
tografie proposte a illustrazione del testo,
una bellissima immagine della prorompen-
te attrice Silvana Mangano, interprete del
famoso Riso amaro. Peccato che la relati-
va didascalia iniziasse con queste parole:
Quegli anni Cinquanta: una procace Silva-
na Mangano protagonista di Riso ama-
ro. Per lastoria, infatti, il bel filmdi Giu-
seppe De Santis del 1949 e non si vede, di
conseguenza, come possa essere preso a
simbolo degli anni Cinquanta.
Sempre il Corriere - stavolta, luned 4
gennaio - pubblica un divertente profilo
(opera di Elisabetta Rosaspina) del nuovo
governatore dello Stato americano del Min-
nesota, Jesse Ventura, ex combattente in
Vietnam, ex attore ed ex lottatore profes-
sionista approdato da indipendente (anche
se, in parte, sostenuto dal ReformParty di
Ross Perot) alloscrannodel Campidogliodi
Saint Paul.
Parlando degli avversari sconfitti a no-
vembre da Ventura - ripetiamo, indipen-
dente - purtroppo Elisabetta Rosaspina af-
ferma che si trattava di inappuntabili con-
correnti del Partito democratico, NormCo-
leman, e di quello repubblicano, Hubert
Humphrey II, figliodellindimenticatoexvi-
cepresidente. Al contrario - naturalmen-
te, considerato che il vice di Lyndon John-
son sconfitto, poi, da Richard Nixon nel
1968 per la Casa Bianca era democratico e
che unpassaggio di undiscendente nelle fi-
le avversarie sarebbe unvero tradimento
- lHumphrey battuto da Ventura era demo-
cratico mentre Coleman, ovviamente, re-
pubblicano. Ma, a parte questo, lHubert
Humphrey di cui parla Elisabetta Rosaspi-
na non il secondo a portare quel nome,
bens il terzo, ed nipote e non figlio del
primo.
Stavolta, abbiamo loccasione per guar-
dare anche in casa nostra. Ecco, infatti,
unamichevole osservazione a proposito di
quanto riportato nella rubrica Vite paral-
lele sabato 19 dicembre, proprio sul Fo-
glio, dallignoto autore del coccodrillo
dedicato ad Archie Moore. Il grandissimo
pugile di cui si parla, per il vero, non fu
campione mondiale dei Massimi leggeri,
come affermato nel pezzo, ma dei medio
massimi. Daltra parte, dei massimi legge-
ri non avrebbe in alcun modo potuto es-
serlo soprattutto perch la categoria di pe-
so inquestione fuistituita nel 1979 (e il pri-
mo campione fuMarvinCamel) e cio mol-
ti anni dopo il ritiro del pur leggero Ar-
chie.
Mauro della Porta Raffo
A modest proposal per attraversare il mar Rosso della lirica romana
Il nuovo sindaco di Pisa era
fino a poco tempo fa assesso-
re della Regione toscana, e in
questa veste aveva visitato con assiduit
il carcere pisano, e contribuito efficace-
mente a iniziative socialmente preziose.
Ora, diventato sindaco, non ha pi dirit-
to di accesso al carcere del suo comune.
Mi pare che ci sia in questa legge, che
rende il carcere invisibile al governo cit-
tadino (e viceversa) unincongruenza
strana. Possono visitare le galere i parla-
mentari europei, nazionali e regionali.
Noni sindaci: neanche ora che sono elet-
ti direttamente. Non si dovrebbe correg-
gere questa inversione del rapporto fra
centro e periferia? A me simpatico il
sindaco di Pisa, ma direi che il problema
vale anche per Milano, o per Napoli, e
Porto Azzurro.
PICCOLA POSTA
di Adriano Sofri
Avviso talebano.
Cerano una volta il vento, lac-
qua e lonore. Ogni volta che si
incontravano si facevano grandi feste e
unbel giorno fecero solenne promessa di
ritrovarsi sempre e comunque. Il vento
disse: Se non mi trovate sulla montagna
dove rincorro gli alberi e le nuvole, mi
troverete dappertutto perch io riposo
nellaria. Lacqua disse: Se non mi tro-
vate nei fiumi e nel mare chiamatemi e
arriver, goccia dopo goccia, dal cielo.
Lonore infine, serio serio, disse: Mi di-
spiace, amici cari, ma chi mi perde non
mi trovapi. Serriamoi ranghi, loradi
marciare.
IL RIEMPITIVO
di Pietrangelo Buttafuoco
New York. Non sono riusciti a dargli la
nomination per il Golden Globe? Allora
glielo fanno presentare. Di solito la ceri-
monia dellassegnazione dei premi della
Foreign Press Association di Hollywood
viene affidata ad americani visto che tra-
smessaindirettadallaNBC, maquestavol-
ta si far uno strappo e assieme a Jamie
Lee Curtis e a Peter Fonda (nota per Sette:
non morto, il figlio, quello di Easy Ri-
der, che non una marca di motociclette
anche se le motociclette centravano) si
esibir Bob Benigni, ovvero il figlio predi-
letto della Miramax. A rendere un po so-
spetta la scelta c il fatto che gli italiani
dellassociazione hanno per mesi cercato
disperatamentedi includereLavitabel-
la fra i premiandi, cercando di aggirare,
cancellare, nascondere e deglutire il rego-
lamento che non ammette i filmdellanno
precedente. Aspingerli era lamor patrio e
pure le punzecchiatine, chiamiamole cos,
dei fratelli Miramax. Hannodesistitoquan-
do hanno capito che poteva diventare uno
scandalo e cos, voil, ecco trovato il ripie-
go. Se Bob non potr stringere fra le mani
il prezioso Globe, almeno sar visto e am-
miratoviaetereecertamentetroveril mo-
do di baciare la tibia della Curtis o la pela-
ta di Peter Fonda.
La diretta tv e laffezione per i desideri
degli studios hanno fatto diventare poten-
te il premio istituito dagli 82 giornalisti
stranieri; guardano la cerimonia circa 24
milioni di persone, lanno scorso su6 Oscar
importanti 5 avevano vinto il Globe. La po-
tenza, forse per invidia, non corrisponde a
rispettabilit n ad autorevolezza. Un po
perch il numero troppo basso per esse-
re considerato incorruttibile, un po per la
qualit professionale e let media dei
membri, i poveretti sono oggetto di scherzi
continui sulle due coste. Che il giorno del-
la cerimonia non si trovano camerieri in
citt perch fanno i giurati, che una lette-
rina scritta a mano da Sharon Stone a
ognuno degli 82 le valse nel 95 il premio
per Casin, e chiss mai che ci aveva scrit-
to. Che la Columbia Tri Star invia cesti di
frutta esotica perch loro la trovano molto
chic, che per 365 giorni allanno tutta una
colazione, un pranzo, un viaggio in Cina e
uno a Parigi, una settimana a NewYork al
Four Seasons Hotel con mogli, mariti e fi-
gli al seguito, che i suddetti figli vanno in
giro ricoperti di lussuosi gadget
degli studios, trasformati, gli in-
nocenti, in pubblicit vivente.
La Miramax sarebbe speciali-
sta in viaggi di presentazione
del prodotto ambientati inisole
di sogno.
Beautiful? (13)
Anche Benigni al GoldenGlobe
Consegner il premio
che avrebbe preferito ricevere
OGGI Cielo poco nuvoloso al nord, con
nebbie persistenti sulle zone pianeg-
gianti. Tendenza al peggioramento nel
pomeriggiosul settoreoccidentale. Sere-
no al centro-sud e sulle isole. Tempera-
ture stazionarie.
DOMANI Al nord cielo coperto con lo-
cali piogge e nubi in aumento in serata.
Nuvoloso su Toscana e Umbria, incerto
sulle altre regioni del centro, con nuvo-
losit increscita suSardegna, Toscana e
Lazio. Sereno al sud, con tendenza al
peggioramento. Temperature in calo.
Il ritratto di Dorian Gray
imprecisioni di uno spot
Per Mentana il pi famoso romanzo
di Wilde. Che non ne ha scritti altri
Pignolerie
British, cio molto cattivi
Q
ualche settimana prima della riu-
nione delle Camere in seduta con-
giunta per scegliere il successore di
Oscar Luigi Scalfaro, cioil 20apriledel
99, il presidente del Consiglio compie
cinquantanni, let giusta per riflettere
eletlegaleper faredi mestiereil capo
dello Stato. E osservazione comune, a
Roma, cheil governodi MassimoDAle-
magiri avuoto. Lecosesi fanno, macon
la mano sinistra; e non una mossa del
capo del governo tende a consolidare
nel tempo la maggioranza, a darle
unimpronta e un destino comune. La
ragione del fenomeno sarebbe secondo
alcuni semplicissima: questo unmini-
stero di transizione a breve termine, il
cui scopo principale consolidare lim-
magine presidenziale del suo capo, in
vistadel rinnovodel Quirinale. DAlema
si limita suogni tema a mediare, rinvia-
re, annunciare, disposto anche ad an-
noiare pur di compiacere un po tutti; e
il suo staff scansa ogni problema politi-
cocomelapeste, tendeatroncare, sopi-
re, attutire, sdrammatizzare. La diplo-
mazia europea, il tentativo di recupera-
re terreno con il nostro maggiore allea-
to, la distensione sulla scuola con i cat-
tolici elincontroconil papa: per Palaz-
zo Chigi le questioni vere sono queste e
solo queste. Grazie anche al lavoro cer-
tosino, riservato e disincantato di Giu-
lianoAmato, picheungovernosembra
che DAlema presieda una Bicamerale.
Gi, quella commissione per le riforme
dal cui fallimento sono arrivate poi tut-
te le fortune per il leader postcomuni-
sta; quellacommissionechedimostr, al
suo nascere, come solo sul suo nome di
garante potesse confluire il voto di For-
zaItalia. Aura di garanzia e un qualche
appeal verso lopposizione: due classici
atout del candidato al Quirinale.
Mettetevi per un momento nei panni
del presidente del Consiglio. La stabi-
lit del suo potere come capo dellese-
cutivo una scommessa piena di azzar-
di. La maggioranza messa su con lo
sputo, il sospetto del tradimento e la
pratica del ribaltone sono unbattesimo
barbarico di cui si pagano le conse-
guenze. Il governo non ha goduto e non
poteva godere di una luna di miele con
lopinione pubblica, lo stato di grazia
finito prima di cominciare. I professio-
nisti della politica possono fare cose
egregie anche con materiali scadenti,
questo vero; ed vero che oggi DAle-
ma a capo di uno dei tredici governi
socialisti dEuropa, in una fase di ecce-
zionale interesse politico. Ma quanto
pu durare? Quale sar lo stato della
coalizione dopo le elezioni europee?
ChefinefarlalamoderatadellexUli-
vo, cos divisa e cos velenosamente in-
sidiata dalle sortite di Francesco Cossi-
ga? Lopposizione non ha ancora matu-
rato una tattica dellalternativa, ma le
leggi maggioritarie sono fatte apposta
per bocciare chi pi diviso: e la mag-
gioranza post Prodi non ha da questo
punto di vista n unit n carisma da
vendere. Per nonparlare delleuro-eco-
nomia: si prevedono una bassa crescita
eseri problemi per i vincoli del pattodi
stabilit. Nuova staffetta con un cattoli-
co e nuova accelerazione invista?
M
entre tra euro e dollaro i rapporti
appaionotranquilli, sonounpo tur-
bolenti quelli tra yen e dollaro: quasi
espressione di una guerriglia psicologi-
ca fra Giappone e Stati Uniti, con risvol-
ti non solo finanziari. Un segnale stato
dato conil rialzo del tasso dei titoli pub-
blici giapponesi generato dal deficit di
bilancio, previsto per il nuovo anno at-
torno al 10 per cento: quel rialzo poteva
essere contenuto, se la Banca centrale
nipponica avesse provveduto a compe-
rare parte dei titoli, immettendo liqui-
dit in uneconomia che ne ha bisogno.
Ma non successo. La spiegazione uffi-
ciale che il disavanzo genera una pos-
sibile, pur moderata, tendenza inflattiva
e, per conseguenza, necessario remu-
nerare di pile rendite pubbliche. Lau-
mento del tasso del debito pubblico ha
provocato, per, vendite di titoli del de-
bito federale americano da parte degli
operatori del Sol Levante. E, forse que-
statendenza, toccherancheWall Street.
Il viceministro delle Finanze giappo-
nese, Eisuke Sakakibara ha dichiarato
che landamento economico degli Stati
Uniti gli appare come una grande bol-
la. Equandoil prezzodelleazioni scen-
der, leconomia americana - ha sog-
giunto Sakakibara - andr inrecessione.
In ripicca, gli americani hanno notato
chehacominciatoasgonfiarsi labolla
che aveva artificiosamente rialzato i va-
lori dei titoli aredditofissogiapponesi a
lungotermine, mentreloyensalitonel
cambio conil dollaro del 3 per cento ge-
nerando anche una discesa dei corsi
azionari aTokyo, nellaprevisionedi una
perdita di competitivit dell'export. Lo
yen a quota pi alta gradito da Wa-
shington perch riduce lanomalo sur-
plus di commercio estero giapponese.
Non chiaro, invece, perch al Giappo-
ne piaccia cercare di drenare liquidit
dagli Stati Uniti con le prevedibili con-
seguenze, salvo che lintento sia, appun-
to, quello di una guerriglia con gli ame-
ricani per ritorsionealleaperturedi Bill
Clinton alla Cina e contro i continui at-
tacchi americani alle politiche finanzia-
rie e commerciali di Tokyo. Il ministro
della Giustizia giapponese Shozaburo
Nakamura, nel brindisi di Capodanno,
ha dichiarato che leconomia di merca-
to degli Stati Uniti ispirata a un tipo
peculiare di libert, che usa bombe ato-
miche e missili quando unaltra nazione
appare troppo competitiva. Poi ha ac-
cennato allesigenza di riarmo del Giap-
pone. In seguito si scusato per queste
affermazioni. Ma le tensioni restano.
L
a scena politica inglese ha dato vita
in questi giorni a un serial a fosche
tinte con delazioni, spiate, vendette tra-
sversali concluse con clamorose dimis-
sioni eimbarazzati commenti. Si trattadi
una guerra fratricida fra i due pi bril-
lanti esponenti del New Labour, ambe-
duesessantottini, ambeduecresciuti nel
partito: il premier Tony Blair e il Can-
cellieredelloscacchiereGordonBrown.
Luomo di Blair, il ministro Peter Man-
delson, stato costretto a lasciare il go-
verno a causa della rivelazione di un in-
gente prestito non dichiarato. Luomo di
Brown, Charlie Whelan, ha dovuto an-
darsenequandosi saputocheerastato
lui a far filtrare al quotidiano Guardian
leindiscrezioni cheavevanocondottoal-
la rovina il compagno di partito.
Dietro questo scontro senza esclusio-
nedi colpi si leggelatensionefraBrown,
pilegatoalletradizioni laburiste, vicino
ai sindacati emenoaBill Clinton, eBlair,
che si dimostra combattente politico du-
ro e deciso, lontano le mille miglia dal-
limmagine buonista che di lui accre-
ditava la leggenda veltroniana (almeno
prima delle bombe sullIraq). Dopo i pri-
mi giorni la sinistra laburista sembra
aver segnatopipunti: mail premier non
pare lasciarsi impressionare. Colpisce il
numero dei cadaveri lasciati a margine
dello scontro. Comunque la battaglia
campale lennesima dimostrazione di
comeunademocraziaparlamentarefun-
zionante non cancelli affatto le tensioni
politiche, e come queste si esprimano in
forme assai decise. Era gi accaduto an-
che fra i conservatori. Con un aspro con-
fronto interno si era arrivati addirittura
a licenziare Margaret Thatcher, leader
che aveva fatto vincere il partito per ol-
tre un decennio. In Italia si dissimulano
i complotti politici, si trova sempre un
giornalista-storico alla bruno Vespa che
vanti lassolutobuonismo di tutti i pro-
tagonisti. Il conflitto deve essere sempre
mascherato. Tutti segni che la politica (e
in parte il giornalismo) non funzionano
bene. BenaltramusicainGranBretagna:
elastampafalasuapartesenzanessuna
reticenza. Qualcunoosserva, poi, chelul-
tima vicenda nel NewLabour partico-
larmentesanguinosa. Daltrapartemolti
degli attori principali sono scozzesi, del-
la barbara patria di Macbeth.
EDITORIALI
ANNO IV NUMERO 5 - PAG 3 IL FOGLIO QUOTIDIANO GIOVED 7 GENNAIO 1999
Vento antiamericano su Tokyo
Quirinale, prepararsi a DAlema?
Roma. Bobo Craxi e Gianni De Michelis
candidati socialisti nelle liste dello Sdi? Nei
mesi scorsi il segretario del piccolo raggrup-
pamento socialista di centro sinistra, Enrico
Boselli (auguri, oggi il suocompleanno), vo-
leva costruire un accordo federativo con i
Verdi; la presentazione comune alle elezioni
friulane di giugno era stato unprimo passag-
gio. Fallita leffimera alleanza elettorale con
Rinnovamento italiano, allo Sdi era necessa-
rio trovare alleati meno improvvisati di Rin-
novamento, che consentissero di superare il
quoziente elettorale e di mantenere unauto-
nomia dallaggregazione a sinistra promossa
dai Ds. Socialisti e Verdi sembravano desti-
nati allalleanza. Ma le amministrative di no-
vembrehannointerrottoquel cammino: il ri-
sultatodel candidatodelloSdi aBrescia(pi
del 10%) e linsieme dei dati elettorali hanno
segnato una netta tendenza dellelettorato
tradizionale socialista a ritornare in misura
inaspettata sui propri simboli o almeno sui
propri amministratori. Cos, con il prossimo
voto europeo si ritiene realistico un traguar-
do del 4%dei voti. Ma la diaspora socialista
unaffermazione non tanto dello Sdi, ma del-
larea socialista, con un simbolo riconoscibi-
le; se poi laccordo fallisse chiaro che una
lista alternativa alla nostra avrebbe solo una
funzione di disturbo. Ma De Michelis si di-
chiara oggi ben lontano dallidea di correre
da solo, a livello personale, coni socialisti di
Boselli, e sembra intenzionato a giocare in-
vece la carta delle Europee per il battesimo
del Ps: Noi, da mesi, abbiamo lanciato una
sfida: raccogliere le 150 mila firme necessa-
rie a presentarci come lista autonoma per
Strasburgo. Traguardo difficile, ma raggiun-
gibile: inizieremo la raccolta tra dieci giorni
e contiamo di concluderla a met marzo (in
largo anticipo sui tempi tecnici); a quel pun-
to si apre la vera trattativa, noi abbiamo gi
pronteleliste(capilistaDeMichelis, Boniver,
Bobo Craxi e Nereo Laroni), ma faremo di
tutto per arrivare a unintesa, con pari di-
gnit, con i compagni dello Sdi. Se fallir, fi-
nir come a Roma: non ci sar una presenza
mia e di Bobo Craxi in liste altrui, si presen-
terovunqueil Ps. Manoncredochesarco-
s: lorizzonteeuropeopufavorirelaggrega-
zione elettorale dei socialisti italiani, nono-
stante le divergenze.
Il voto socialista alle amministrative, in-
tanto, non sfugge ai dirigenti di Forza Italia.
Nellultimo ufficio di presidenza Silvio Ber-
lusconi ha chiesto a Domenico Contestabile,
FrancoFrattini eadaltri dirigenti azzurri gi
militanti del Psi, di lavoraresul problema. La
prima iniziativa sar un convegno, venerd
prossimo ad Alessandria, sui valori laico-
riformisti e socialisti in Forza Italia. Sar
una prima occasione per elaborare una pro-
posta politica di Forza Italia indirizzata agli
elettori eanchealleorganizzazioni socialiste
- diceFrancoFrattini - conlobiettivodi spie-
gare che gli obiettivi che da sempre sono dei
socialisti non hanno in realt futuro sotto lo
scudo protettivo dellUlivo o del centrosini-
stra. ForzaItaliaunmovimentopostideolo-
gicoeoffreunalternativaai socialisti dal ve-
nir fagocitati da parte dei postcomunisti. Ve-
do avvicinarsi il momento in cui sar prati-
cabile una doppia tessera Forza Italia-socia-
listi. Anche i berlusconiani nel loro piccolo
sorganizzano.
non terminata. Quel 16 per cento dellelet-
toratochevotavaper Psi ePsdi si dividepre-
sumibilmentetraunagrossacomponenteche
vota Forza Italia, una pi contenuta che vota
per i Ds, lo Sdi di Enrico Boselli e Ottaviano
Del Turco e il Ps di Gianni De Michelis, Fa-
brizioCicchittoeMargheritaBoniver. Laleg-
ge elettorale europea dovrebbe spingere Sdi
e Ps a un accordo, ma non semplice. Bosel-
li non si fa mistero di un suo vagheggiamen-
to: presentare con lo Sdi De Michelis e Bobo
Craxi, dirigenti del Ps, ottenendo in cambio
la non presentazione della lista concorrente
del Ps: altri dirigenti di questa formazione,
come Fabrizio Cicchitto e Margherita Boni-
ver - prevedono quelli dello Sdi- troverebbe-
ro posto a titolo personale dentro le liste di
Forza Italia. Boselli si dice determinato ad
arrivare a questo risultato, anche se non na-
sconde le difficolt e ammette che la discus-
sione solo iniziata: Le elezioni le abbiamo
vintenoi, noni compagni del Ps. Il fattoche
chi corre alle elezioni nel nome del sociali-
smo non pu poi allearsi col Polo, come ha
fatto invece il Ps a Roma. Noi puntiamo su
che da settori del centrosinistra come mo-
stra un saggio pubblicato da Antonio Gam-
bino su Il Mulino nella primavera 1996.
Il terzo filone si oppone alleuro per mo-
tivi sottili, ma non per questo meno impor-
tanti: la concorrenza il sale di un sistema
economico, e non si capisce perch non
debba esistere anche una competizione tra
le monete in cui la pi forte (in termini di
affidabilit, di stabilit) prevalgasullealtre.
Nel disegno allestito a Maastricht al con-
trario si rafforza il monopolio nella gestio-
ne della moneta, nella creazione della li-
quidit affidandolo alla Banca centrale eu-
ropea e al Sistema europeo di banche cen-
trali (Sebc). In Italia, dove da decenni i li-
berali sonopochi ei liberisti si contanosul-
le dita di una mano, questa posizione veni-
va espressa da ultr delle libert come
BrunoLeoni (Lasovranitdel consumatore,
per i tipi dellaIdeazioneeditrice, 1997), vie-
ne richiamata oggi spesso da Sergio Ricos-
sa ed fatta propria da liberisti integrali
delle giovani generazioni come leconomi-
sta Giuseppina Gianfreda.
Il tentativo, fallito, del piano Werner
A livello internazionale, la convergenza
tra destra sociale e sinistra ex-post-neo-
qualcosa anti Europa delle monete ha
collegato un gruppo di molto improbabili
compagni di viaggio: da Bruno Mgret (ex
leader del Fronte nazionale) a Gerald
Epstein (docente a Cambridge).
La visione secondo cui la moneta do-
vrebbe essere il risultato dellunione euro-
pea (nonil mezzo per raggiungerla) permea
il pensiero economico anglosassone e ha
nel Continente il proprio caposcuola in
Maurice Allais. Le interpretazioni pi libe-
riste antieuro hanno una lunga tradizione
nei monetaristi liberisti americani e trova-
no espressione nel Vecchio continente nel-
le scuole guidate in Francia da Pascal Sa-
lin, in Germania da WilhelmHankle e nel
Regno Unito da TimCongdon.
Gli euroscettici di varie tendenze e colo-
ri hanno fatto sentire le loro voci nel corso
del cammino che ha portato alla moneta
unica. La nascita (e laccantonamento) del
Piano Werner, allinizio degli anni Set-
tanta, sono stati il loro primo banco di pro-
va: la fine ingloriosa del serpente moneta-
rio europeo del 73-76 (nato come stru-
mento provvisorio in attesa della realizza-
zione della moneta europea auspicata nel
Piano Werner) stata letta come la di-
mostrazione della correttezza dei paradig-
mi delleuroscetticismo. Nel 1978, il dibat-
tito (particolarmente acceso inItalia) sul Si-
stema monetario europeo (Sme) ha dato
modo agli euroscettici di alzare il tono: ri-
leggendo il discorso con cui Giorgio Napo-
litano illustrava, alla Camera, il voto con-
trario del Partito comunista italiano, si ri-
trovano le argomentazioni di tutti e tre i fi-
loni delleuroscetticismo (in quanto, per
rafforzare largomento, si prendevano a
prestito financo argomenti liberisti). La ra-
tifica del Trattato di Maastricht stata
unoccasione di rilancio delleuroscettici-
smo nei paesi dove si scelta la via del re-
ferendume del dibattito parlamentare ap-
profondito; quelli italiani lamentano di
non avere avuto neanche la possibilit di
farsi sentire poich le procedure di ratifica
sono state esaurite in due settimane.
Il 95-97 il periodo incui gli euroscettici
hanno parlato di pi: da un lato, si avvici-
navano le scadenze di Maastricht (e il qua-
dro appariva ingarbugliato); da unaltro lo
ha rivelato il governatore della Banca dIta-
lia Antonio Fazio in unintervista pubblica-
ta il 3 gennaio 1999 sullItalia si profilava
una crisi messicana, e la fuoriuscita del
paese (uno dei fondatori di quella che oggi
lUe) minacciava dinnescare reazioni a
catena. Sotto legida del Center for econo-
mic policy research(Cepr), il fior fiore degli
economisti europei Mathias Dewatripont,
Francesco Giavazzi, Jrgen von Hagen, Ian
Harden, Torsten Persson, Grard Roland,
Howard Rosenthal, Andr Sapir, Guido Ta-
bellini- tracciavano, in un documento co-
mune (Europa: lintegrazione flessibile, Il
Mulino 1996), alternative al percorso di
Maastricht: in Italia, il Cepr trovava come
suo grande sponsor lattuale ministro per le
Riforme Giuliano Amato. In Francia Jean
Paul Fitoussi, presidente dellOsservatorio
sulla congiuntura (adesso capo dei consi-
glieri economici del presidente del Consi-
glioLionel Jospin), delineavaunfuturoapo-
calitticoper unEuropachenonavessecam-
biatorotta(Ledbat interdit: monnaie, Eu-
rope, pauvret, edizione Arlas, 1995) e in
Bruxelles. Il silenzio imbarazzato degli
euroscettici ha caratterizzato il lancio della
moneta unica. E una nota che stata tanto
pi avvertita poich il contrappunto degli
euroscettici ha accompagnato il percorso
versolunionemonetaria. Nei giorni del lan-
cio sui mercati delleuro, i pochi che hanno
fatto sentire le proprie voci fuori dal coro
degli euroentusiasti, lo hanno fatto princi-
palmente reagendo a provocazioni altrui.
Ad esempio, in Italia, alla richiesta di
una giornalista della Rai che gli chiedeva
se, dopo il varo delleuro, non si sentisse
isolato, lex ministro degli Esteri Antonio
Martino ha detto di considerarsi in buona
compagnia, precisando: Quelladi mestes-
so. In Germania dubbi sulla tenuta della
moneta unica (e la convinzione di una rina-
scita del marco) sono stati espressi, sempre
in unintervista, dalleconomista Wilhelm
Hankle dellUniversit di Francoforte, noto
per i suoi studi sul sistema monetario del-
limpero romano (nel libro Ceasars Mo-
ney), nonch per avere promosso il ricorso
antieuro alla Corte suprema tedesca. In
Francia, Pascal Salin, professore decono-
mia monetaria a Paris-Dauphine e presi-
dente della Mont Plerin Society (lassocia-
zione liberale creata da Friederich von
Hayek), ha detto di essere ormai diventato
un eurorassegnato. La forza della politi-
ca imporr leuro, ma la moneta unica, di-
straendolaleadershipdellUnioneeuropea
dai problemi strutturali del continente,
marcher un lungo eurocrepuscolo. Per
lavariegatacompaginedi euroscettici del
mondo accademico americano (tra cui an-
che Alberto Alesina sino a circa un anno fa
consulente del Tesoro italiano) ha parlato,
Alan Blinder dellUniversit di Princeton
(ed ex vicepresidente della Federal Reser-
ve): Non tutteuro quel che luccica e
leconomia non obbedisce ai politici.
La perdita della sovranit
Sotto il profilo del pensiero economico e
politico, gli euroscettici possono essere
distinti in tre grandi filoni. Gli ultra-nazio-
nalisti, di destra e di sinistra, che vedono
nellUnione monetaria una perdita degli
strumenti a disposizione dei poteri pubbli-
ci per attuareil benesseredellacollettivit.
InItalia, il pirecente saggio di uno dei gu-
ru della destra sociale, Giano Accame,
(Il potere del denaro svuota le democra-
zie, edizione Settimo Sigillo, 1998) presen-
ta tesi convergenti con quelle degli edito-
riali di Liberazione, il quotidiano del parti-
to della Rifondazione comunista.
Appartengonoaunsecondofilonecoloro
che avrebbero auspicato una moneta unica
inquantofruttodellunioneeconomicae, se
possibile, politica, ma non come grimaldel-
lo per imporre la prima e gettare le pre-
messe della seconda. In Italia, nel centro-
destra questa tesi stata esposta anche di
recente (marzo 1997) in un dittico - due sag-
gi in un volumetto - pubblicati dagli econo-
misti Antonio Martino e Giuseppe Pennisi
nella Biblioteca della Rivista di studi poli-
tici internazionali. E unatesi condivisaan-
Euroscettici ormai senza pi ascolto, ma ancora con idee
Un Craxi e De Michelis candidati a Strasburgo: quale lista?
Le sconsolate considerazioni di Pascal Salin, presidente della Mont
Plerin Society. Quelle strane convergenze tra la destra sociale e la
sinistra pi estrema. Quando Napolitano e Amato, tanti anni fa, erano
meno entusiasti nei confronti dellunificazione monetaria
aggiunta minacciava di diramare alla stam-
pa un documento riservato sulle implica-
zioni occupazionali della strada per leuro
che, redatto per conto della Commissione
europea, questultima aveva chiuso in cas-
saforte a quattro mandate.
Da oltreoceano e da oltremanica, pullu-
lavano gli schemi alternativi a Maastricht.
Leffetto principale del clamore degli eu-
roscettici nel 1995-97 stato quello di
rafforzare il governo di Bonn nel dubbio
che, entrati nellamonetaunica, alcuni part-
ner avrebbero ripreso le vecchie abitudini
(alta spesa pubblica, forte propensione al-
linflazione) e, quindi, nella convinzione di
dare alleuro la corazza del patto di stabi-
lit (che rende perpetui i voti di Maa-
stricht).
Alcuni euroscettici tra quelli che pi
hanno parlato (e a volte gridato) sono ades-
so nelle stanze dei bottoni. Fitoussi ha un
ufficio al Palais Matignon, la presidenza
del Consiglio francese. Giuliano Amato
tornato al governo. Giorgio Napolitano al-
la guida degli ipereuropeisti dei Demo-
cratici di sinistra. In Germania, luomo for-
te del governo Schroeder il ministro del-
le Finanze Oskar Lafontaine, che ha con-
dotto per mano i socialdemocratici nella
lunga traversata del deserto, ponendosi in
antitesi alleuroentusiasmo del suo prede-
cessore (Helmut Schmidt) inquanto solo in
questo modo avrebbe avuto il supporto del-
la base sindacale e avrebbe potuto opporsi
rigorosamente alla politica (tutta pro-euro)
del cancelliere cristiano-democratico Hel-
mut Kohl.
La sconfitta dei governi moderati
Nonstata, per, sololanemesi storicaa
far s chemolti euroscettici (di tutti etrei fi-
loni) siano adesso alla guida dellultima fa-
sedi transizioneversolamonetaunica. I go-
verni europei che hanno abbracciato le te-
si degli euroentusiasti avevano non solo
ideali europeisti ma anche obiettivi che ri-
specchiavano un elettorato moderato e ri-
tenevano di potere raggiungere solo se uni-
ti: nel breveemediotermine, abbatterelin-
flazione; e nel lungo termine, frenare una
spesa sociale che, a ragione dellinvecchia-
mentodellapopolazione, minacciavadi toc-
care il 30%del pil. Il grimaldello delleuro
stato essenziale per attuare il primo pun-
to del programma e per avviare (dove pi
dove meno) il secondo. Ha, per, dato armi
(soprattutto unalta disoccupazione e una
maggioredispersionedi redditi ericchezza)
a quelle che negli anni in cui si traghettava
verso la moneta unica erano le opposizioni;
ha fatto loro vincere tornate elettorali, al-
linsegna di promesse di atterraggi morbi-
di, di dividendi e anche di riscadenza-
menti.
Oggi molti leader politici, euroscettici
fino a solo pochi anni fa, non hanno alter-
nativa che quella di portare gli spiriti ani-
mali della competizione e del mercato (es-
senziali a sostenere la moneta unica) in nu-
merosi paesi degli 11 della moneta unica.
Un compito pi difficile di quello dei loro
predecessori. Sanno che devono assolverlo
in silenzio.
LIBERISTI, TEORICI DEL PRIMATO DELLA POLITICA, ULTRANAZIONALISTI. LE TRE CATEGORIE DI CRITICI DELLA MONETA UNICA
7 GENNAIO1949
Dean Acheson segretario di Stato al po-
sto del generale George Marshall. La so-
stituzionedovutaalleprecariecondizio-
ni di salute del generale, che ha dato il
suo nome al piano di aiuti allEuropa.
Marshall ha bisogno di un lungo periodo
di riposo (il presidente Truman lo richia-
mer al governo nel 1950 affidandogli il
ministero della Difesa in coincidenza con
la crisi coreana). Avvocato, 56 anni, Ache-
son stato a lungo sottosegretario nelle
amministrazioni Roosevelt e Truman, pri-
ma al Tesoro e poi agli Esteri. La sua no-
mina non implica mutamenti nella linea
tracciatadal suoautorevolepredecessore.
Gli Stati Uniti continuano a dare la prio-
rit alla costituzione di un sistema difen-
sivo occidentale. Un progetto nel quale
rientra anche lItalia nonostante le obie-
zioni britanniche.
Tregua tra Egitto e Israele: la pesante
sconfitta militare spinge il governo del
Cairo a modificare il proprio atteggia-
mento di intransigenza nei confronti di
Israele, riconoscendonedefactolesisten-
za e rinunciando almeno temporanea-
mente al progetto panarabo di distrugger-
lo. Gli egiziani, scriveil giornalecairotaEl
Assam, sonostanchi di versaresangueper
gli altri. Lallusione alla Transgiordania,
che ha mire territoriali sulla Palestina.
5 0 ANNI FA
N
el 1856, Camillo Benso conte di Ca-
vour scriveva che lunit dItalia gli
appariva un obiettivo ridicolo, che poteva
passare per la testa solamente di un peri-
colosorivoluzionariocomeGiuseppeMaz-
zini. In seguito, immagin di cedere al Pa-
pa la Sardegna in cambio di Roma. Sped
armi e finanziamenti a sostegno di tentati-
vi rivoluzionari nellEuropa centrale, sca-
ricandone poi la responsabilit su Giu-
seppe Garibaldi. Formul pesanti giudizi
sulla vigliaccheria dei toscani, sulla go-
vernabilit di Napoli, sulloperato dellE-
roe dei due mondi e cos via.
Di tali bizzose umoralit non restava
traccianelledizionedellacorrispondenza
del primo ministro piemontese curata da
uno degli storici ufficiali del regno dIta-
lia, Nicomede Bianchi, il quale in priva-
to, dichiarava schiettamente che il compi-
to assegnatogli era in realt quello di fare
propaganda politica a vantaggio del parti-
to uscito vincitore dal Risorgimento. Bi-
sogner attendere il secondo dopoguerra
perch Federico Chabod e Ivanoe Bono-
mi, curatori della nuova edizione dellepi-
stolario, provvedanoacolmaretali lacune,
fornendo ai lettori unedizione finalmente
completa delle carte del Conte.
Esperto conoscitore del nostro Risorgi-
mento, ammiratore di Garibaldi, autore di
una biografia di Cavour dalla quale il pa-
dre dellunit esce conle ossa rotte, Denis
Mack Smithnonsi accontenta per di rac-
contare retroscena poco noti dellepoca
dellunificazione, ma si diverte ad affon-
dare il coltello nella piaga, denunciando
quelle piccinerie e dissimulazioni che
hanno accompagnato la storia dItalia fino
ai giorni nostri.
Descrive cos labitudine dei ministri
del re di trasferire documenti di Stato nei
propri archivi privati quando lasciavano
lincarico; le responsabilit di Pietro Ba-
doglio nella sconfitta di Caporetto, attri-
buita invece allincolpevole Luigi Cador-
na; le scoperte menzogne di Antonio Gio-
litti, che durante la guerra di Libia vanta-
va vittorie inesistenti, elogiando in pub-
blico quei generali di cui in privato la-
mentava lincapacit. Oancora, luso spre-
giudicato della propaganda da parte di
Benito Mussolini, e la sua facilit a la-
sciarsi convincere dalle menzogne di chi
gli stava intorno; le tormentate vicende
editoriali dei diari di eminenti personalit
della politica, da Giuseppe Bottai a Fran-
cescoCrispi aLuigi FedericoMenabreafi-
noallostessoCavour, chehadovutoaspet-
tare fino al 1991 per vedere unedizione fi-
lologicamente attendibile.
Brillante e pungente, anche se spesso
approssimativo, quandoscavanel passato,
lo storico inglese diventa invece pi pre-
vedibile quanto pi si avvicina al presen-
te, dove finisce per sposare senza riserve
la visione di Paul Ginsborg sullultimo
mezzo secolo: da Portella della Ginestra a
EnricoMattei, daGladioaMani pulitenon
c che ununica regia occulta, contro la
qualeleforzedel benestannocercandodi
fareluce. Nonmancanoneppurenellasua
requisitorialedimissioni di Giovanni Leo-
ne, senza far cenno per delle scuse che
ora gli ha rivolto chi allora ne volle lim-
peachment.
Vizio antico dunque, quello di piegare
la storia ai propri interessi: ma non certo
tipicamente italiano, come sembra trape-
lare qua e l dalle pagine dello storico in-
glese, al quale si potrebbe per esempio
domandare come mai una biografia che
racconta vizi e difetti di Winston Chur-
chill non riesca praticamente ad avere
circolazione; o perch non si possa sape-
re, a pi di mezzo secolo di distanza, cosa
contengano gli archivi inglesi sul caso di
Rudolf Hesse; o ancora perch chi cerchi
di chiarire le responsabilit di Londra
sulla restituzione a Giuseppe Stalin dei
prigionieri di guerra russi rischi una brut-
ta fine. Tutto il mondo paese, allora? Ma
in Inghilterra ci accade con pi stile, of
course.
LIBRI
Denis Mack Smith
LASTORIAMANIPOLATA
112 pp. Laterza, Lire 18.000
GITA A EUROLANDIA
ANNO IV NUMERO 5 - PAG 4 IL FOGLIO QUOTIDIANO GIOVED 7 GENNAIO 1999
OH GIORNATE DEL NOSTRO RISCAT-
TO... MILANO DALLA RESTAURAZIONE
ALLECINQUEGIORNATE al Museo di Mi-
lano e al Museo del Risorgimento di Milano
Abitava al Borgonuovo. A Milano era
giunta inesilio, come amante smessa del-
lo zar Nicola I (Paolo Mezzanotte, itinerari
sentimentali per le contrade di Milano,
Banca popolare di Milano). I contempora-
nei pi benevoli la definivano esuberante.
Era la contessa Giulia Samoyloff, vezzeggia-
ta dagli amanti con il nomignolo di Bulka.
Di lei si raccontava che una volta che il pa-
lazzoeraandatoinfiammedurantelafesta,
aveva intimato a un solerte pompiere di
provvedere a spegnere anche le sue fiam-
me. Di lei Raffaello Barbiera nel celebre
Salotto della Contessa Maffei, racconta
una elaborata gaffe. Una spia inform il go-
vernatore austriaco dellintenzione della
contessa di fare dipingere sul soffitto della
sua sala da ballo le imprese dellimperato-
re Napoleone dal pittore Giovanni De Min.
La contessa, temendo di perdere la pensio-
ne imperiale, neg che gli affreschi fossero
mai stati dipinti. La passione napoleonica
della frivola contessa non valse a procurar-
le le simpatie della buona societ. Ai primi
moti rivoluzionari lasciMilano: Nellesue
sale, nellaprile del 48, mentre si comme-
moravano solennemente i caduti delle Cin-
que Giornate, la romantica principessa Cri-
stina di Belgiojoso, accorsa da Napoli a ca-
po di una colonna di volontari (elegante-
mente vestiti alla Calabrese) entrava sven-
tolando il tricolore (Paolo Mezzanotte). A
Milano Giulia Samoylova ritorna in un ri-
tratto conservato a SanPietroburgo incui il
pittore russo Karl Brjullov la ritrae, com
giusto, nellistante in cui esce da un ballo.
IntornoallacontessaFerdinandoMazzocca
ricostruisce nella sezione Arte e rivoluzio-
ne lambiente artistico della Milano risor-
gimentale. Fino al 6 giugno.
ARIA DI PARIGI NELLA PITTURA ITA-
LIANA DEL SECONDO OTTOCENTO al
Museo civico Giovanni Fattori a Livorno
Questanno (1880), ci mostra alcune tele,
una delle quale, intitolata Madre e figlia,
rappresenta una vecchia mamma, con una
faccia da brava cameriera, che pettina la fi-
glia che, seduta in peignoir davanti alla fi-
nestra si guarda in uno specchio. Non
difficile riconoscere nella descrizione un
quadro celebre di Federico Zandomeneghi.
E forse pi difficile riconoscere lautore
della descrizione. E Joris Karl Huysmans,
che termina la sua nota sullEsposizione
degli indipendenti conunaffermazione im-
pegnativa: Con quellartista coscienzioso
che Zandomeneghi gli indipendenti han-
no fatto un acquisto prezioso. Il futuro di-
mostrer che Huysmans aveva ragione solo
inparte. Sar tutta larte francese a fare un
ottimo acquisto con Zandomeneghi. Anche
se Paul Signac, nella Gazette des
Beaux-Arts, affermer qualche anno dopo
che Zandomeneghi non era che un treme-
bondo seguace di Edgar Degas, incapace di
affermare la propria personalit. Zando-
meneghi un artista italiano, veneziano,
che si fatto francese. Altri italiani suoi
coetanei hanno scelto di lavorare in Fran-
cia. Giovanni Boldini da Ferrara diventa-
to uno dei ritrattisti pi ricercati dellalta
societ parigina, Giuseppe de Nittis, da
Barletta, morir a Saint-Germain-en-Laye,
dopo aver lasciato una galleria indimenti-
cabile di immagini istantanee parigine. Ma
pochi sono i pittori italiani che nel secondo
Ottocento si privano di almeno un rapido
soggiorno nella capitale francese. Le stra-
de ferrate, il fervore dellambiente artisti-
co e, perch no, la speranza di una vita pi
allegra, pi movimentata, attraggono molti
autori che dai pittori francesi, dagli im-
pressionisti, hanno molto da ricevere, ma
che hanno anche qualcosa da dare, una ric-
chezza di tradizioni da spendere. Da Anto-
nio Mancini a Carlo Pittara, da Filippo Car-
cano a Vittorio Corcos, da Telemaco Signo-
rini a Giovanni Fattori. La mostra di Livor-
no cuce gentildonne e scugnizzi, aspirazio-
ni aristocratiche e populismo, scene cam-
pagnole arcaiche e scene orientaliste di
maniera con il filo del viaggio a Parigi. So-
no 136 opere di grande qualit. Fino al 5
aprile.
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Dopo le mucche (quote
latte), sono scesi in piaz-
za anche i cavalli perch
lippica va male. Manca-
no i cani e i porci, poi in
questo paese tutti potranno dire di aver
scioperato. Tranne Cofferati.
IL FELTRINO
di Vittorio Feltri
Signor direttore - Adifferenza dellonorevole
Manconi, e a parte lattuale mania degli eufe-
mismi e delle metafore, non credo proprio che
spazzino o anche scopino siano brutte pa-
role italiane. Proprio adesso che si rivaluta la
spazzatura, termine gi spregiativo.
Al contrario, per i cittadini con buon senso
civico ed ecologico, normalmente chi spazza o
scopa le strade sar sempre pi lodevole di chi
sporca e imbratta: i cosiddetti zozzoni. E an-
che nel caso di sinonimi multiuso come sco-
patore e scopatrice, senza tante perifrasi chi
scopa benino gode di considerazioni sociali e
ambientali generalmente migliori di chi scopa
maluccio.
Ma piuttosto, in tema di sinonimi, sembra
preoccupante incontrare, in una vostra recen-
sione letteraria, un bar Florian. Da quando
caff e bar sarebbero intercambiabili? Parlare
di bar Greco a Roma o bar de Flore a Parigi o
bar Demel a Vienna o bar Quadri ancora a Ve-
nezia, non parrebbe una barbarie?
Alberto Arbasino
Anche il bar chantant o il bar crme si
potrebbero evocare, o il celebre produttore
arabo di luppolo Na Bir al Bar. Ma a Roma
c il bar della Pace, caro Maestro, luogo di
ozio perplesso per il romanzo curioso, di-
vertente e molto efficiente di un suo buon
epigono, MarcoFerrante(Mai allequattroe
mezzo, Fazi editore).
Signor direttore - Ciampi, che solleva trion-
fante Euro, ricordaDuce conspadaIslam. Con
eclisse Prodi superministro conquistato telepri-
mato cretineria. Purtroppo anche opposizione
messa male. S. B. dilettante, e Fini pi dotato
ha Veneziani che ricorda sempre quanto siano
cretini i fascisti anche post.
Paolo Roberto Rossi, Roma
Ah dotto (sia detto con molta simpatia),
ma nun sar n attacco de megalomania?
Signor direttore - Lungi da me il pensiero di
replicare aunarispostadatami dallelefantino,
ma questa mi scappa, e gliela scrivo pur se do-
vesse restare inter nos: se Berlusconi ha i cro-
mosomi dellantipolitico, come mai tra i suoi
consiglieri nonfigura, faccio per dire, uno come
Marco Pannella? Forse perch, nonostante tut-
to, sarebbe un alleato troppo idealisticamente
rompicoglioni?
Un vero antipolitico avrebbe ascoltato il no-
stro Marco quando nel 94, a ribaltone avvenu-
to, proponeva un fantastico escamotage come
le dimissioni di massa dei parlamentari del Po-
lo. Invece fu benedetto Lamberto Dini. Concor-
derei, casomai, sul definirlo un non politico,
caratteristica del quale il continuo complesso
di non essere sufficientemente politico, e di
comportarsi spesso, di conseguenza, pi politi-
camente di tutti. Tant che i veti di Mastella e
Buttiglione condussero alla rottura con il lea-
der radicale, scaricato in extremis persino dal-
lottimo Sgarbi. (Ene ricordate laragione? Pre-
tendeva, lo sciagurato mattacchione, che, inca-
so di vittoria elettorale, il primo atto del gover-
no fosse di abolire la quota proporzionale). Con
i politici senni di tutti i poi: ne valse la pena?
Massimiliano Parente, Grosseto
La mancata alleanza (ma c il caso di
Emma Bonino, e non poco; ci sono dei bei
quattrini, e non furono pochi) tra Berlusco-
ni e i riformatori di Pannella in effetti un
problema, non solo di storia recente della
politica italiana, non solo di amori e di biz-
zeedi rivalseedi capricci personali. E pro-
blema attuale. Con una vena riformatrice,
liberale e radicale, lopposizione sarebbe
pi convincente, perderebbe quel
che di destra polverosa e intabarra-
ta che la soffochicchia.
Divagazioni sul bar del Flore, su scopini e zozzoni, su Pannella e i polisti
Arte
Danze sfrenate e patriottiche
alla vigilia del Quarantotto
e una gita dobbligo a Parigi

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