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NAZIONALISMO E RELIGIONE NEL CONGO ALL'INIZIO DEL 1700: LA SETTA DEGLI ANTONIANI

Author(s): Teobaldo Filesi


Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dellIstituto italiano per lAfrica
e lOriente, Anno 26, No. 4 (DICEMBRE 1971), pp. 463-508
Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)
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NAZIONALISMO RELIGIONE
NEL CONGO ALL'INIZIO DEL
1700:
LA SETTA DEGLI ANTONIANI
di Teobaldo Filesi
I motivi delle denominazione data alla stta
degli
antoniani.
L'argomento
ci sembra meriti una
qualche
attenzione sia
per
il
suo
significato
e il suo contenuto sia
per
la letteratura ehe intorno ad
esso si andata formando. Ma
prima
di affrontare
questi punti,
sar
opportuno
soermarsi sul nome assunto dall'eresia e da chi ne era
a
capo.
Perch la scelta del nome di S. Antonio da
parte
delia stta e
delia sua
profetessa?
P. Emilio da Cavaso in un
diligente
studio avente
appunto per
oggetto
il culto antoniano e l'omonima eresia nelPantico
regno
del
Congo
(62)
ci d una
risposta
esauriente a
questo interrogativo.
S. Antonio da
Padova,
nel suo fervoroso
disegno
di
predicazione
evanglica
tra i musulmani deirAfrica
settentrionale,
si era
portato
nel
1220 sulle coste del
Marocco,
dove le
precarie
condizioni di salute
gli
consentirono
per
solo una breve sosta. II suo nome sarebbe comun-
que gloriosamente
entrato alcuni secoli
dopo
in
quel
continente e avreb-
(62)
P. Emlio da
Cavaso,
Culto antoniano ne
gli
an tic hi
regni
del
Congo
ed
eresia deli' Antonianismo
1645-1834,
estratto dalla Rivista II Santo
, Padova,
anno
I,
fase.
1, gennaio-aprile 1961, pp.
40.
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464 TEOBALDO FILESI
be
guidato
e confortato
Topera
dei missionari ehe in
gran
numero si
dirigevano
verso il
golfo
di
Guinea,
il
Congo, PAngola
e il Mozam-
bico
per predicare
il Verbo di Cristo. I
Francescani,
i
Domenicani,
i
Gesuiti,
i Carmelitani e in
gnre
i
religiosi portoghesi
di
ogni
Ordine
ehe
operarono
nel
Congo
dalla fine dei XV secolo e ehe successiva-
mente estesero Ia loro
predicazione nelPAngola, divulgarono
molto il
culto di S. Antonio tra
quelle popolazioni pagane;
e ancor
pi
arden-
temente il culto fu
divulgato
con Pavvento in
quei regni,
a
partire
dal
1645,
dei
Cappuccini spagnoli
ed italiani.
Juan
de
Santiago
ehe faceva
parte
delia
prima spedizione
di
Cap-
puccini
ehe nel
maggio
dei 1645 aveva
appunto raggiunto
il
porto
di
Pinda,
alia foce dei
Congo,
ci racconta ehe P. Bonaventura da Nuoro
e P. Gennaro da
Nola,
entrati nella rstica chiesetta eretta sulla
piazza
del
villaggio
scorsero sulPaltare tre
immagini
sacre: una delPImma-
colata
Concezione,
una di S. Antonio e una di S. Francesco
C63). Questo
primo
commovente incontro dei
Cappuccini
con S. Antonio ricor-
dato anche da P. Giovanni Antonio Cavazzi da Montecuccolo con ac-
centi
pieni
di
genuno
incantamento
i64).
Poi
sempre
la stessa
spedizione
di missionari
Cappuccini proce-
dendo nella sua mareia verso il
capoluogo
delia
provncia
di
Soyo,
far
il secondo e non meno toccante incontro con S. Antonio. La
maggiore
chiesa delia vasta contrada era infatti dedicata
prprio
a
questo
Santo,
considerato
patrono
non solo delia
Banza,
cio del
capoluogo,
ma
di tutta la
regione
(65). Questa
chiesa costruita allora secondo la
fog-
(63) Juan
de
Santiago,
O.F.M.
Cap.,
Breve Relation de Io sucedido a doce
Relig.os Cap.os que
la Santa Sede
Apostlica
cnbi
por
Missionrios
Apostlicos
ai
Reyno
de
Congo ,
ecc
(Ms.
conservato nella Biblioteca del Palazzo Nazionale di
Madrid e
catalogato
come Ms. 772.
Trattasi,
in
realt,
d'una sintesi delia
pi ampia
relazione
compilata per Propaganda
Fide da P. Bonaventura d'Alessano).
Il rifer. al
fl. 55 del
cap.
6
(...una
devota
imagen
de vulto
grande
de la
purssima Concepcion
y
otra de S. Antonio de
Padua,
tambien de vulto...).
(64)
P.
Cavazzi, op. cit.,
libro
III,
.
23, . 322,. Sempre
P. Cavazzr
parlando
di
Soyo
alTinizio delia sua
opera (cit.,
Libro
I, p. 4)
scrive ehe nella
Capitale,
intitolata
pur
anche
Sogno,
la
piet
de' Fedeli ha eretto alcune
Chiese,
tr dlie
quali
sono in
grande venerazione,
una dedicata Nostra
Signora
dentro i recinti delia
Corte;
un'altra fuori de
medesimi,
dove si sotterrano i
Conti;
e la terza con titolo
di S. Antonio da Padoua
Ospizio
de Nostri... .
(65)
Antonio de
Teruel, O.F.M., Cap.,
Descri
paon
narrativa de la Mission era-
fica
de los Padres
Capuchinos y
sus
Progressos
en el
Reyno
de
Congo,
ecc. Di taie
descrizione scritta nel
1662-1663,
esistono due testi manoscritti nella Biblioteca Na-
zionale di Madrid: uno
completo (Ms. 3533)
e l'altro
(Ms. 3574)
ehe arriva fino
al
cap. XXIX).
Il nostro rifer. a
p. 16, cap.
V del Ms. 3533.
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NAZIONALISMO E RELIGIONE NEL CONGO ALl/lNIZIO DEL 1700 465
gia indgena
e con
gli ingredient! generalmente
usati dai nativi
per
le
proprie abitazioni,
sar
pi
tardi
ingrandita,
abbellita ed edificata in-
teramente in
legno.
Una chiesa dedicata a S. Antonio esisteva naturalmente a San
Salvador,
ed un'altra a Luanda. Nella Vita del
Congolese
Dom Pe-
dro II Afonso
(1622-1624)
Andr Cordeiro racconta come
questo
piissimo
sovrano
fosse,
alla sua
morte, seppellito
nella chiesa di S. An-
tonio in San
Salvador,
a fianco di lvaro
li66);
mentre nel
Rapporto
delia visita ad litnina
per
la diocesi di San Salvador del vescovo Fran-
cisco Soveral del
1631,
si
legge ehe,
oltre alia
cattedrale,
v'erano a
Luanda altre tre chiese: una dedicata alia Madonna del S.
Rosrio,
una
all'Immacolata Concezione e una terza a S. Antonio da Padova
(67).
Le testimonianze di altri missionari
Cappuccini
ehe
-
come P. An-
tonio Zucchelli da Gradisca e P. Lorenzo da Lucca
-
operarono
in
quella regione
e ci lasciarono relazioni
preziosissime
delle loro
pere-
grinazioni evangeliche,
tra la fine del XVII e Pinizio del XVIII
secolo,
ccntengono precisi
riferimenti alia chiesa di S. Antonio in
Soyo
e alle
cerimonie ehe vi si celebravano in onore del Santo
(68).
Del
resto,
come afferma
per
conoscenza diretta Io stesso P. Emilio
da Cavaso
(ehe
nel 1957 sost in
quelle contrade),
il culto di S. An-
tonio resta tuttora vivo tra
quelle genti.
L'antica Banza
-
egli
scrive
-
oggi
si trova
pi
nelPinterno ed conosciuta con il nome di Pn-
gala.
Presso le foci dello
Zaire,
nell'incurvatura delia
sponda sinistra,
si
sviluppata
Ia cittadina
(Vila)
di S. Antonio do Zaire
(69).
Ma la venerazione
per questo
Santo si ritrova un
po' dovunque
in tutto il
regno
dei
Congo
e nello stesso territrio delP
Angola;
e ci
(66) Cfr.,
L.
Jadin,
Relations sur le
Congo
et
l'Angola
tires des archives de la
Compagnie
de
Jsus, 1621-1631,
extrait du Bulletin de l'Institut
historique belge
de
Rome,
t.
XXXIX, 1968, pp.
333-454
(il
rif. a
p. 61).
(67) Lfr.,
L.
Jadin, ibidem, p.
103.
(68)
Cfr. P. Emlio da
Cavaso, op. cit., pp.
10-11. P. Lorenzo da Lucca nella
Let ter Annua del 1702 scritta a
Soyo
riferisce ehe il Io ottobre di
quelPanno,
in
occasione delia festa delia Madonna del
Rosrio,
fu condotta in
processione
la nuova
statua di S. Antonio da
Padova, portata
dai missionari da
Loanda,
ma fatta in Brasile.
La statua fu
posta
sull'altare
maggiore
tra la
pi grande gioia
dei
negri
in
quanto
la banza era dedicata al
Santo, patrono
di
quel principato (if. 75-76). (Soyo,
la
capitale
-
scrive P. Emilio da
Cavaso, p.
11
-
era chiamata "Banza di S.
Antonio",
ma la devozione al
Taumaturgo
era diffusa in tutto il territrio la cui
popolazione
conveniva
spesso
alla
capitale per
rendere
omaggio
al Patrono .
(69) Cfr.,
P. Emlio da
Cavaso, op. cit., p.
13.
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466 TEOBALDO FILESI
c da attribuire anche al fat to ehe i missionari
Cappuccini, sempre
im-
pegnati
a
percorrere
in
lungo
e in
largo
Pimmenso Paese
per
battez-
zare,
per comunicare, per
celebrare matrimoni e
per erigervi
missioni
ed
ospizi,
inculcavano
sempre
nelle menti e nel cuore di
quelle popo-
lazioni africane il culto di S. Antonio.
Sempre
lo stesso P. Emilio da Cavaso ci
narra,
con ricchezza di
particolari spesso
curiosi,
corne il nome del Santo di Padova fosse do-
vunque
diffuso e la sua
effigie oggetto
di culto fervente a Luanda come
a
Bengo
e a Kahenda corne a
Maupungo,
antica
capitale
del
regno
di
Ndongo,
e a Matamba
(70).
Nulla di strano
pertanto
ehe un culto tanto
popolare
in mezzo
a
genti
cui mancava la
presenza
continua dei missionari e
quindi
un
insegnamento
ed un
esempio
costanti,
finisse
per
essere facilmente in-
fluenzato ed
inquinato
dal
pervicace
substrato di
supers tizioni,
di riti
pagani,
di
interpretazioni
distorte,
di stati d'animo
emotivi, sempre
presenti
in
ogni
atto delia vita
quotidiana.
Letteratura ed
interpretazioni
dei movimento antoniano.
L'eresia antoniana resta
dunque
un
episdio
da non sottovalu-
tare sotto il
profilo storico-politico
e
religioso,
anche se la conoscenza
dei fatti ad essa riferibili rimasta
per
circa due secoli e mezzo con-
finata nel
segreto degli
Archivi,
e anche
se,
una volta
rivelata,
non ha
formato
oggetto
di
particolari
attenzioni da
parte degli
studiosi dlia
storia del
Congo
o,
in senso
pi lato, degli
studiosi di storia dlie
religioni,
o di
etnologia religiosa
o di
sociologia religiosa.
Basti ricordare ehe le due fonti basilari
oggi
esistenti
sull'argomento
-
e cio
quella
di P. Bernardo da Gallo e
quella
di P. Lorenzo da
Lucca
-
non sono state ancora mai
pubblicate
nel loro testo
originale
italiano. dobbiamo confessare ehe
prprio questo
stato il motivo
fondamentale ehe ci ha
spinto
a
riproporre
un tma noto essenzial-
mente
per Topera
acuta e
diligente
di due tra i
pi
autorevoli studiosi
dlia storia del
Congo: J.
Cuvelier e L.
Jadin.
Fu
appunto
Mons. Cuvelier ehe
per
la
prima
volta rendeva note
al
pubblico,
in una traduzione
francese,
le Relazioni o Lettere Annue
inviate da P. Lorenzo Franceschini da Lucca al suo Provinciale du-
rante le due missioni
compiute
nel
Congo
e nelP
Angola
tra il 1702 e
(70) Cfr.,
P. Emlio da
Cavaso, op. cit., pp.
15-24.
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NAZIONALISMO E RELIGIONE NEL CONGO ALL'iNIZIO DEL 1700 467
il
1717,
e conservate nell'Archivio dell'Ordine dei
Cappuccini
delia
Provinda di Toscana
(Convento
Montughi
di
Firenze).
La traduzione
del Cuvelier
appariva
nel 1953 a Bruxelles col titolo: Relations sur
le
Congo
du Pre Laurent de
Lucques
(1700-1717) (71).
In due delle
Relazioni o Lettere Annue
-
quella
del 1705 c
quella
del 1706
(ma
soprattutto
in
quest
'ultima)
-
il
coraggioso
missionrio narrava le
vicende relative alla
comparsa,
alla diffusione e alla drammatica con-
clusione dei movimento eretico
degli
Antoniani nel
Congo.
Si
poteva
venire cosi a
conoscenza, per
bocca d'uno
degli
stessi
protagonist!,
delia sconcertante vicenda ehe all'inizio del XVIII secolo aveva tur-
bato tanto
profondamente
la vita e le anime delle
popolazioni
con-
golesi.
Otto anni
pi
tardi Louis
Jadin
tornava in maniera
pi specifica
c
approfondita
sul tma dlia stta
degli
Antoniani e dlia sua straor-
dinaria
profetessa, riproponendo
i
passi
di P. Lorenzo da Lucca
gi
pubblicati
dal Cuvelier e
presentando per
la
prima
volta in
un'appro-
priata
traduzione critica in
lingua
francese la
dettagliata
Relazione di
P. Bernardo da Gallo conservata nelPArchivio di
Propaganda
Fide
(72)
e recante il titolo
Relazione delVultime Guerre civili del
Regno
di
Congo;
dlia
Battaglia
data dal R D. Pietro
Quarto;
e dlia vittori
da lui ottenuta contro i Rebelli. Corne anche del scisma nella Vede
pe'
via d'una
Donna,
ehe si
fingeva
S.
Antonio, felicemente superato
colla
morte di
quella
. La traduzione di L.
Jadin
era
pubblicata
nel 1961
col titolo: Le
Congo
et la secte des An ioniens. Restauration du
royaume
sous Pedro IV et la saint Antoine
congolaise (1694-1718).
Ci troviamo cosi dinanzi a dei documenti missionar ehe costitui-
scono un'autentica
rivelazione,
anche se la
pur
eccellente traduzione
dei due illustri studiosi
belgi
non
pu sempre
rendere il
sapore genuino
dei testi
originali
e il senso talvolta intraducibile di taluni vocaboli o di
taluni concetti o di taluni termini vernacolari.
L'argomento
dei culto antoniano nel
Congo
e dei suoi
sacrileghi
deviazionismi,
formera anche
oggetto,
airinizio del
1961,
del breve
ma attento studio di P. Emlio da
Cavaso,
il
quale
cercher tra Paltro
di dare una
interpretazione storico-religiosa
al fenmeno delPeresia an-
toniana. Va rilevato ehe a
quelPepoca
PAutore non era ancora a cono-
(71) L'opra
fu
pubblicata
nel Bulletin de Sances de l'Acadmie
Royale
des
Sciences Coloniales di
Bruxelles,
T.
XXXII,
fasc.
2, 1953, pp.
357.
(72)
Lirca la collocazione si veda la nota
(14).
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468 TEOBALDO FILESI
scenza della Relazione di P. Bernardo da
Gallo,
resa
nota,
come s'
detto, prprio
in
quello
stesso anno da L.
Jadin,
sieche il suo lavoro
si basa essenzialmente sulle Lettere Annue di P. Lorenzo da Lucca.
Successivamente
qualche
altro studioso
riprendeva
in forma
pi
o meno diffusa e con
impostazioni
di carattere critico o
semplicemente
informativo la vicenda del
profetismo
antoniano,
ravvisando in esso
una
spinta
nazionale se non nazionalista
,
e nella
figura
di Donna
Beatrice una sorta di eroina
popolare
destinata a rinverdire il mito di
Giovanna d'Arco.
Questi
Autori
-
dal Balandier
(73),
al Lanternari
(74),
al
Margarido (75),
al Randies
(76),
al Batskama
-
utilizzano le tradu-
zioni in
lingua
francese di Cuvelier e
Jadin
e non
gi
le fonti
originali
in
lingua
italiana. Le loro
interpretazioni
non si discostano sostanzial-
mente Puna dalPaltra anche se sono
presentate
con sfumature con
accentuazioni talvolta diverse.
La catica situazione
poltica
instauratasi nel
Congo dopo
il 1665
costituirebbe in altri termini
-
come s' osservato in
precedenza
-
il terreno atto a determinare o ad
incoraggiare
tentativi volti a ridare
al
Congo
un'autorit dinstica e
quindi
un'unit nazionale autnoma.
Il Randies arriva
perfino
a formulare
un'ipotesi
nella
quale
non
si sa se ammirare
pi
Pacutezza o la fantasia. La scelta dei nome di
Antonio
potrebbe,
secondo
questa ipotesi,
essere s ta ta non solo
ispi-
rata dal Santo di
Padova,
tanto venerato nel
Congo,
ma
potrebbe
aver
trovato una sua
precisa ragione
di carattere nazionalista-revanscista nella
reincarnazione delPardito e sfortunato sovrano
Congolese
ehe aveva
osato scendere in
campo aperto
contro i
portoghesi
in difesa delPin
tegrit
e
delPindipendenza
dei suo Paese. Donna Beatrice attribuen-
dosi
quello
stesso nome si sarebbe attribuita anche la funzione di ven-
dicatrice nei confronti dello straniero ehe aveva
provocato
la rovina del
Congo.
Ne devait-elle
pas,
en fait
-
osserver il Randies
-
incarner
D. Antonio
I,
tu
par
le
Portugais
la bataille
d'Ambuila,
et dernier
roi avant la chute du
royaume
dans Panarchie? La mort de Batrice
(73) Cfr.,
G.
Balandier, op. cit., pp.
260-268.
(74)
Cfr. V. Lanternari,
Movitnenti
religiosi
di libert e ai salvezza dei
popoli
oppressi, Milano, Feltrinelli, 1960, pp. 17-18; Idem, Syncrtismes, messianismes,
cit.
(vedasi
nota
37).
(75) Cfr.,
nota 1.
(76)
W.G.L. Randles,
L'ancien
royaume
du
Congo
des
origines
a la
fin
du 1
sicle, Parigi,
La
Haye,
Mouton &
Co.,
1968.
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NAZIONALISMO E RELIGIONE NEL CONGO ALl/lNIZIO DEL 1700
469
et sa rsurrection
n'apparaissent-elles pas
conformes aux
pratiques
tra-
ditionnelles africaines des
mdiums-prtres, permettant
la communica-
tion entre les anctres dfunts et les vivants?...
C1).
L'elemento
religioso
-
ma
religioso
in senso
Congolese
-
sem-
bra
prestarsi
validamente alla restaurazione dei
potere rgio;
esso deve
essere
per recepito
dal
popolo
attraverso un
linguaggio
e un rituale
africano,
e
quindi
al di fuori dei contesto e delPautorit dei missionari
europei
e del
Portogallo.
Per il Balandier come
per
il
Margarido scopo
di Donna Beatrice

quello
di
integrare
nei
quadri
tradizionali
gli
elementi
eterogenei
ehe non offendono la tradizione
, e,
nello stesso
tempo,
di rivalu-
tare,
dando ad essi un
significato nuovo, gli
elementi
religiosi
dlia
societ
Congolese.
Le caratteristiche esteriori dei fattori
eterogenei
ven-
gono conservate,
ma tutto
passa, per
cosi
dire,
attraverso il
vaglio
Con-
golese per
far
sparire
i residui estranei
(78).
La

teologia
tradizionale
bakongo poggia
essenzialmente
sugii
antenati e
sugli
nkisi cio
-
per
diria col Van
Wing
-
su
quegii
oggetti
artificiali nei
quali
uno
spirito
dominato da un uomo
(79);
lo
nkisi non
sarebbe,
in altre
parole,
ehe un
oggetto
abitato o influen-
zato da uno
spirito
e attraverso
questo
dotato d'un
potere
sovrumano
(lo spirito
essendo
rappresentato
dall'anima di un
defunto) i80).
(77) Cfr.,
W.G.L. Randles, op. cit., p.
158. Il Randies
ehe,
come s'
osservato,
si serve di una documentazione di seconda
mano,
non
sempre
ci sembra
colga
il
giusto
significato
di talune situazioni. Cosi
egli
afferma a un certo
punto
ehe P. Bernardo
da Gallo invitato dal Mani Vunda
(cio
da D. Manuel da Cruz
Barbosa, maggiordomo
di Pedro
IV)
a mettersi alia testa dei
popolo per guidarlo
verso la
capitale
si era
rifiutato
di aderire a
questa
sollecitazione
perche
Ia sua veste di missionrio non
gli
consentiva intromissioni tanto dirette nella sfera dei
potere temporale
e
politico.
In
questo
rifiuto il Randies sembra
quasi
vedere una mancanza di
coraggio,
un
pvido
atteggiamento
alia Ponzio Pilato. In realt P. Bernardo da Gallo sforzandosi di man-
tenere una
posizione
di neutralit tra i due
antagonisti (anche
se
per
lui il re
legittimo
Pedro
IV,
consacrato in San Salvador secondo il rito tradizionale
cristiano-congolese),
non fa altro ehe uniformarsi alle
precise
istruzioni
impartite
da
Propaganda
Fide ai
missionari
spediti
nelle comrade
pi
remote del mondo. In base a tali istruzioni
essi dovranno con
ogni
sacrifcio votarsi ai
compito precipuo
delia diffusione delia
Fede,
mantenendosi al di fuori e ai di
sopra d'ogni
affare e
d'ogni disputa
estranei
ai loro ministrio
apostlico.
Si sa
quanto
le circostanze rendessero difficile in
pratica
un tale
comportamento
e corne da
pi parti
si sia non di rado
rimproverato
aile
autorit ecclesiastiche in loco e ai missionari il loro intervento nelle vicende
politiche
dei
paesi
nei
quali
si trovavano ad
operare.
(78) Cfr.,
A.
Margarido, cit., p.
546.
(79) J.
van
wing,
Etudes
bakongo. oociologie-Keligion
et
Magie, Lovanio,
uesciee
de
Brouwer,
2"
ediz., 1959, p.
383.
(80) J.
van Wing,
ibidem.
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470
TEOBALDO FILESI
Gli nkisi forti
appaiono
destinati a cacciare
gli
nkisi
deboli; e,
con l'accettazione del
Cristianesimo, gli
nkisi cristiani riconosciuti
pi
efficaci
rimpiazzeranno appunto
alcuni antichi feticci . Si instaura
cosi un sincretismo
sempre
mutevole e vulnerabile
(81);
a fianco d'un
Cristianesimo mal radicato e
sempre traballante,
il
pluralismo religioso
tradizionale e i culti sincretici orientano la vita
religiosa
dei
Congo dopo
il XVI secolo
(82).
Sarebbe
lungo
e forse
inopportuno
entrare in
questa
sede nel m-
rito di alcune
interpretazioni socio-etnologiche
ehe
-
per
una
specie
di eccessivo dinamismo
interpretativo
-
sembrano
oggi
mal
soppor-
tare una
rigorosa
aderenza ai terreno scientifico e finiscono
per
debor-
dare in
quello
d'una
interpretazione poltica
di circostanza e
quindi
non
immune da
sospetto.
Ci sembra tuttavia di
poter
aderire alle conclusioni del
Marga-
rido
quando
afferma ehe i movimenti
profetici
e
messianici,
a
par-
tire
dall'antonianismo,
non sono una creazione
arbitraria,
n d'altra
parte possono
essere considerati o descritti come una
conseguenza
in
fondo inevitabile delia
presenza europea.
Certamente
gli europei
intro-
ducono numerosi elementi
nuovi, materiali, religiosi, giuridici,
ecc. Tut-
tavia
gli
elementi introdotti non si
ripercuotono
istantaneamente su
tutti i
piani
dlia societ invasa e
sottomessa;
la
penetrazione
lenta
ed obbedisce ad una
specie
di
setacciamento, per
cui i cambiamenti
avvengono
con un certo ritardo. Le societ locali non accettano alcun
elemento nuovo senza avervi introdotto il risultato di una rielabora-
zione
propria...
La
contiguit
delPelemento
religioso
e di
quello poli-
tico fa si ehe tutti
questi
movimenti sono costretti ad intervenire nel
quadro politico,
anche
quando
essi vorrebbero rifiutarvisi. La missione
di Donna Beatrice non soltanto
religiosa, oppure possiamo
dire ehe
essa
religiosa
in
quanto
fornisce una nuova concettualizzazione dei
potere...

(83).
In
questo
contesto Ia storia delia
religione
diventa
fatalmente Ia storia dlie evoluzioni
politiche
e sociali
(84).
(81)
La croce diventa
-
sotto il nome di
kuluzu,
evidente deformazione dei
portoghese cruz,
o di
ngubu
santu
-
uno dei feticci
(o nkisi) pi
accreditati.
(Cfr.,
G.
Balandier, op. cit., p. 259).
Vedasi
anche,
V.
Lanternari,
Movimenti re-
ligiosi, cit., p.
17.
(82) Cfr.,
G.
Balandier, op. cit., p.
260.
(83)
Cfr. A.
Margarido, cit., pp.
589-590.
(84)
Cfr. A.
Margarido,
wtdem.
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NAZIONALISMO E RELIGIONE NEL CONGO ALL'iNIZIO DEL 1700 471
Visto e
interpretato
secondo l'ottica del nostro
tempo,
il fen-
meno delPantonianismo
appare
suscettibile
-
per
la sua
rpida
e
spet-
tacolare difusione e le circostanze e
l'epoca
in cui ebbe a realizzarsi
-
di
provocare
reazioni ed emozioni di non trascurabile entit e si-
gnificato, soprattutto
in un'Africa
ehe,
mantenendo le sue radiei for-
temente abbarbicate nel
passato,

protesa per
verso un futuro nel
quale
i valori dlie sue nuove istituzioni
politiche,
dlie sue nuove
strutture
sociali,
delia sua
storia,
delia sua
cultura,
delia sua
religione,
risulteranno africanizzati di
quel
tanto ehe li render
rispondenti
alle
realt,
alle
aspettative
e alla
personalit
dlie sue
genti.
Nessuna
meraviglia
se
-
a distanza di oltre due secoli e mezzo
-
una voce si leva
oggi
dal
Congo
ad onorare Donna Beatrice come
eroina e santa delia sua nazione e dei suo
popolo
(85).
(85)
Si tratta dei
gi
citato
opuscolo
del
Congolese
R. Batskama ba Mampuya
ma
Ndwla,
Ndona
Beatrice,
ecc. Il lavoro non reca in realt alcun contributo nuovo
alla
singolare
vicenda e si basa esclusi vmente
-
ma non
sempre
correttamente
-
sul testo di P. Lorenzo da
Lucca, presentato
dal
Cuvelier,
mentre mostra di
ignorare
quasi
del tutto il testo di P. Bernardo da Gallo. L'Autore cerca in sostanza
-
con
mano
piuttosto
maldestra
-
di
appuntare
i suoi strali contro i missionari ehe con
i loro
abusi,
il loro cattivo
esempio
e la loro connivenza coi
conquistatori coloniali,
avrebbero nociuto alla causa dlia Chiesa nel
Congo
e tradito le attese tanto fervide
di
quelle popolazioni;
mentre cerca di
esaltare, per contro, l'ispirata
reazione di Donna
Beatrice, genuna
testimonianza di una fede nazionale meritevole d'essere solennemente
rivalutata e
consacrata,
attraverso la
beatificazione,
nel contesto
religioso
del nuovo
Congo.
L'idea dlia elevazione dlia
giovane patrizia Congolese agli
onori
dell'altare,
corne eroina dei Cristianesimo africano fu
suggerita
all'Autore dalla visita di Paolo VI
in Africa nel 1969. Nous avons choisi ce moment
particulirement unique pour
l'Afrique pour signaler
le cas de Ndona Nsimba Batrice l'attention de
l'Eglise
et
du
monde,
scriveva R. Batskama il 30
giugno 1969,
a conclusione dei suo lavoro.
L'opuscolo
era
poi
trasmesso il 21
luglio
dallo stesso Autore al Pontefice en
guise
de mbote
(cio
di
saluto)
en
prparation
et l'occasion de la visite
prochaine
de Sa Saintet en
Afrique
Centrale . Notre
enqute
sur Ndona Batrice
-
era
detto ancora nella lettera di trasmissione
-
n'a
pour
but
que
de
rappeler

l'Eglise
ce
cas,
afin
que,
en batifiant cette
fille,
suivant les normes en
usage,
elle
rcompense
d'une
part,
l'oeuvre
accomplie
dans ce
pays par
les Missionnaires de la
premire
heure et d'autre
part,
la foi sincre de nos Aeux dont
plus
d'un Souverain Pontife
rendit
tmoignage.
Les documents sur l'vnement et sur sa cause dont
Mgr. Cuvelier,
Ancien Vicaire
Apostolique
de Matadi n'a fait
que
traduire en
franais
ces relations
du Pre Laurent de
Lucques
d'o nous avons tir ce fait se trouvent d'ailleurs dans
les
Bibliothques
du Vatican
(sic!)
... Nous sommes convaincus
que
ces innombrables
frres de Ndona
Nsimba, Batrice-Marguerite qui
son actuellement
responsables
de
l'Eglise
du
Congo,
de cette
Eglise
et de ce
Congo pour l'indpendance desquels
elle
fut livre aux
flammes,
ne lui resteront
pas ingrats.
A l'heure o notre
pays
trime
pour
affermir son nationalisme
authentique,
en voil
qui
suscite des
mules,
en
voil une
que
nos nationalistes
authentiques peuvent adopter
comme
protectrice
cleste .
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472 TEOBALDO FILESI
L'accostamento con Giovanna
d'Arco,
azzardato sei anni fa dal
Balandier,
non
poteva
non
suggestionare
le menti di uomini ehe vi-
vono ed
operano
in un'area nella
qule
i fermenti
profetico-religiosi
e
messianici restano una delle
componenti pii
vivaci dei contesto sociale.
Come la Pulzella dOrleans aveva valorosamente e vittoriosamente
guidato
il
popolo
in armi contro
gli inglesi
ridonando la Corona ai suo
Re
e,
condannata
poi
ai
rogo
come rea di
stregoneria,
s'era immolata
col nome del
Signore
sulle
labbra,
cosi Donna Beatrice aveva ride-
stato nelle sue
genti
Pamore
per
la nazione
Congolese
restaurando il
regno
in San Salvador ed era
poi
morta tra le flamme col nome di
Ges sulla bocca.
Giovanna d'Arco era stata canonizzata circa
cinque
secoli
dopo
il suo
glorioso
sacrifcio;
Io stesso riconoscimento si chiede ora da
qual-
che
parte per
esaltare il sacrifcio delia
giovane patrizia Congolese.
La storia un coacervo di eventi non
sempre prevedibili
nelle
premesse
e talvolta
impensabili
o sconcertanti nelle conclusioni: Ia fi-
gura
di Donna Beatrice sembra
risorgere oggi
dalle brume del
passato
per interrogare
il
presente
attraverso i medium delP Africa indi-
pendente 86).
Teobaldo Filesi
(86)
II
poeta
e scrittore dlia Costa
d'Avorio,
Bernard
Dadi,
ha
ripreso
di rcente
la drammatica vicenda dlia
giovane profetessa Congolese,
trasferendola sul
piano
teatrale.
L'opra
ehe si intitola Batrice du
Congo
e ehe esalta il sacrifcio delia Giovanna
d'Arco africana stata
rappresentata
al Festival di
Avignone
del 1971.
Per le notizie
biografiche sull'Autore,
vedasi Africa
,
.
2, 1971, p.
157
e
per
i riassunti di tutto il lavoro in
inglese
e in francese il n.
3, 1971, pp.
301-303.
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DOCUMENTI*
S.O.R.C.G. vol.
576/2-22
marzo 1711
(291)
IN NOMINE DOMINI
Relazione delVultime Guerre civili del
Regno
di
Congo;
della
Battaglia
data
dal R D. Pietro
Quarto;
e della vittoria da lui ottenuta contro i Rebelli.
Come anche del scisma nella Fede
per
via d'una
donna,
ehe si
fingeva
S.
Antonio, felicemente superato
colla morte di
quella.
Mi ritrovavo nella missione del
Bengo,
non molto
lungi
dalla Citt
di
Loanda, quando
Tanno del
Sig(no)re
1701 hebbi
l'obb(edienz)a per
andar
a soccorrere la
Miss(ion)e
di Bamba
(*),
mandatami dal P.
Fran(ces)co
da
Pavia,
ch'allor'era
Prefetto,
e si ritrovava nel
Congo,
et ancorche
po-
tevo non
eseguirla: parte, perche
non mi trovavo con buona salute:
parte
perche
erano
gi
andati al nuovo Prefetto P. Luca da Caltanissetta i rica-
piti
della Prefeitura: volsi nondimeno sottomettermi
alPobb(edienz)a, po-
sponendo ogni
altro
rispetto,
ancorche
lecito,
e
giusto.
Postomi
dunque
nel
Camino:
doppo
haver
patito
mold incomodi nel
viaggio per
scarsezza di
(1)
Bamba o
Mbamba, granducato
del
Congo,
era una delle sei
province
del
regno,
situata a sud delle
province
di
Soyo
e di
Mpemba
e
compresa
tra i fiumi Ambriz
e
Loze;
essa affacciavasi sull'Adriatico a 7 30 di latitudine e 30 di
lungitudine. Filippo
Pigafetta
ce ne d la
prima
descrizionc diffusa nella sua Relatione del Reame di
Congo
et
delle circonvicine confrade
apparsa
a Roma nel 1591
(Libro I, pp. 25-26); egli pone ripe-
tutamente l'accento
sull'importanza
di
questa provncia
ehe definisce la
principale
del
regno
di
Congo,
& la
chiaue,
& lo
scudo,
& la
spada,
& la difesa di
lui,
& ehe fa frontiera
agli
aduersarii. Conciosia cosa ehe resista a tutte le ribellioni di
quelle parti,
& h valorose
genti,
ehe
sempre
stanno
pronte aU'armi, ritenendo,
i
nemici
d'Angola,
& sembre
bisognando
il Re di loro si vale
per qual
si
voglia
tur-
bamento dell'altre contrade.
Quando
necessrio
puote
raunare in
campo quattro
cento mila huomini da
guerra,
essendo la sesta
parte
solamente del
regno;
ma ben
la
migliore,
&
pi grande:
la Citt
principale
di
questa signoria giace
nel
piano,
ehe si
spande
infr il flume
Loze,
&
Ambrizze,
& chiamasi Panza
(= Banza)....
Una conferma
dell'importanza
della
provncia
di Bamba trovasi in varie Rela-
zioni o Descrizioni edite o indite dei secoli XVII e
XVIII,
da
quella
di P. Antonio
Cavazzi ai manoscritti conservati
negli
Archivi dellOrdine dei Frati Minori
Cappuccini
e in
quello
di
Propaganda
Fide
(al riguardo
si
veda,
tra
l'altro,
la relazione inviata
da P. Francesco da Pavia a
Propaganda, APF,
Scritture
Riferite
net
Congressi, Africa,
Angola, Congo, ecc,
vol.
3, 1693-1710,
ff. 264-272.
(*)
Si
riporta qui
una
prima
serie di documenti. Il
seguito comparir
nel
prossi-
mo numero.
4
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474
TEOBALDO FILESI
salute e
caricatori;
arrivai finalmente a Bamba:
dove, passati
otto dieici
giorni,
arrivorono
parimente
il P.
Fran(ces)co
da
Pavia,
ehe ritornava da
Sogno (2),
ed il P. Luca da
Caltanissetta,
ehe veniva dal
Chibango (3),
et ambidue andavano Loanda.
Nel mese di Gennaio dell'anno
seguente
1702 ricevei
pure
l'obb(edienz)a
mandatami dal nuovo Prefetto P. Luca da Caltanissetta
per
andar in com-
pagnia
del
P.Gio.M(ari)a
da Barletta situare duoi
ospizij nelPIngobella:
acci in
questo
modo si facilitasse Pentrata nel
regno
del
gran
Mucocco
(4),
(2) Sogno
o
Soyo
o
Sohio, principato
o
provncia
del
Congo, compreso
tra
il fiume Zaire o
Congo
a
nord,
l'Atlantico ad
ovest,
la
provncia
di Bamba a sud
e
quella
di Pemba ad est.
Qui
i
Portoghesi posero piede per
la
prima
volta nel
1482 stabilendo dei contatti con i nativi ehe
-
secondo lo stesso P. Bernardo da
Gallo
(APF,
Scritture
Original rijerite
nelle
Congre g. Gen.,
vol.
576,
2-22 marzo
1711,
fl.
329v)
-
condussero i sacerdoti alla citt
reggia
di Vunda dove il R
gl'accolse benignamente,
e restando
sorpreso
dal veder uomini si fatti: abbracci Ia
S.
Fede,
ma non volle esser il
primo
battezzarsi . Sulla
provncia
di
Sogno
si ve-
dano
anche,
F.
Pigafetta, op. cit.,
Libro
I, pp. 34-35;
P. Cavazzi,
op. cit.,
Libro
I,
pp.
3-4 nn. 6-7
(Questa
fu la Porta
per
cui ne'
Regni
del
Congo
s'introdusse il
Santo
Vangelo,
e colui ehe la
governava, primo
di tutti ricevendo il
Battesimo,
trasse
col suo
esempio
alia
sequela
di Christo non solamente i
Popoli,
ma l'istesso Re... .
(3)
II
Chibango

Quibango
o
Kibangu, asperit
montuosa a nord-est di San
Salvador,
costituiva una sicura fortezza naturale facilmente difendibile da
qual-
siasi attacco.
(4)
II
regno
del
gran
Mucocco o Micocco era situato a nord-est dell attuale
Stanley
Pool ed era delimitato dai fiumi
Congo,
Kasai e
Cuango.
P. Bernardo da Gallo
precisa
ehe nella carta
geogrfica (il gran Mucocco)
si chiama
Pombo,
confinante al
l'Impero
de
gl'Abissini,
Prte
Gianni,
ehe i
negri
di
Congo
chiamano
Nghia

(fl. 291).
Anche P. Cavazzi
{op. cit.,
Libro
III,
.
100, p. 390)
rievocando la
figura
c
Topera
di P. Bonaventura
d'Alessano, primo
Prefetto delia Missione dei
Cappuccini
nel
Congo,
scriver ehe
poste ch'egli
hebbe in buon sesto
quelle Missioni,
bramoso
d'inoltrarsi nella Provncia del
Micocco, per
di l
passare

gli
Abissini del Prsteianni
(sic!)
e scrittone il suo sentimento
Roma,
ottenne facolt di
portarvisi...
. L'idea
di
raggiungere l'impero
del Prte Gianni attraverso il
Congo
aveva de
sempre sug-
gestionato
le menti dei
Portoghesi;
in effetti si trattava di un
disegno piuttosto vago,
basato
sull'equivoco
creato dalle scarse conoscenze
geografiche
dlie
regioni
interne
delFAfrica.
Quanto
al
regno
cosidetto del Mucocco o Micocco si ricorder ehe ad
esso
potranno pervenire
nel 1701 i PP. Marcellino d'Atri e Luca da
Caltanissetta,
i
quali
ci hanno lasciato
preziose
testimonianze del loro
lungo
e
coraggioso aposto-
lato nel
Congo, quali:
Giornate
apostoliche faite
da me Fra Marcellino d'Atri Predicator
Cappuccino
nelle Messioni de
Regelt d'Angola
e
Congo
nella
Etipia inferiore parte
occi-
dentale
dell'Africa (un
Ms. di 672
fogli
conservato nell'Archivio dell'Ordine dei Ca-
puccini
delia Provncia
d'Abruzzo,
Convento di S. Chiara a
L'Aquila);
Relatione del
viaggio
e missione di
Congo fat
ta
per
me Fra Luca da
Caltanissetta,
ecc.
(un
Ms. di
208
pp.
conservato nella Biblioteca Comunale di Messina sotto la collocazione Ms.
35).
Di ambedue i
manoscritti,
inediti nella
lingua originale italiana,
ha curato la tradu-
zione in
lingua francese,
con corrimento
critico, Franois
Bontinck dell'Universit
Lovanium di Kinshasa.
L'opra
di Fra Luca da Caltanisetta stata
pubblicata
nel
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NAZIONALISMO E RELIGIONE NEL CONGO ALL'iNIZIO DEL 1700 475
ehe nella carta
geogrfica
si chiama Pombo
(5),
confinante
alPImpero
de
gP Abissini,
Prte
Gianni,
ehe i
negri
di
Congo
chiamano
Nghia.
Ci
po-
simo subbito nel camino
per
la sudetta
fondaz(ion)e (//.
291
v)
ma arrivati
nel
Chibango,
dove il R di
Congo
stava fortificato:
egli
non volse ehe
pas-
sassimo avanti e
volse,
ehe stassimo con lui. Richiamato
poi
il P. Barletta

Bamba;
io fui costretto a stare col
R, solo,
e solo stiedi in
quelle parti
piu
d'otto anni
per
scarsezza de
Missionarij ;
sofirendo
quello,
ehe Idio sa.
Desideravano i
Conghesi
vedersi una volta nella Citt loro
principale,
chiamata S. Salvatore destrutta
gi
da molti anni
per
le
guerre
de Portu-
ghesi. Desideravano, dico,
la
pace
del
regno
loro colla sua total restaura-
zione e col stabilimento della S.
Fede,
ehe molto vacillava in
quelle
foreste.
A
quest'effetto
trovai ehe il
R, per consiglio
del P.
Fran(ces)co
da
Pavia,
haveva mandato innanzi alcuni suoi vassalli
Principali
con moita
gente per
far coltivare
quel paese per
dove doveva
passare,
una
giornata
lontano da
S.
Salv(ator)e;
acci
poi, popolandosi
di nuovo la detta
Citt,
il
popolo
non havesse
prir
di fame.
Fr
questi
vassalli v'era il
Cap(ita)no
G(enera)le
D. Pietro Constantino
da
Sylva,
detto il
Chibenga
di
stirpe reggia,
la
figlia
della cui sorella l'haveva
pigliata
il R
per moglie
fine di
pace:
ancorche
poi,
mai hebbe communi-
cazione con ella
per paura
di
qualche
tradimento con
boccone,
bevanda
velenosa. V'era ancora il
Maggiorduomo,
e secretario di Stato D. Emma-
nuele da Cruz Barbosa. Il Marchese di Vunda
(6),
il
sargente Mag(gio)re
et
altri molti ehe
vigorose appressavano
la discesa del R dal Monte del Chi-
bango,
fine d'andar nella
reggia.
Ma
perche
il R non si fidava
molto;
anzi
per
alcuni mali
preludij
haveva
timor,
andava
procrastinando quanto
pi poteva.
Questo per
me f una
grande
e continua
inquietazione: Imperche
i
Vassalli
sopradetti
mi
colpavano (//. 292)
dicendo ehe
io,
stando col R
lo trattenevo: ansi non
persuadendogli
la
discesa,
corne
dovevo,
venivo ad
impedire
la restaurazione del
regno
loro. Per un'altra
parte,
se
parlavo, quelli
ehe stavano nel
Chibango
col
R; principal(men)te
i suoi
schiavi, parenti,
e
1970 col titolo di Diaire
Congolais
(1690-1701)
nella Collana della Predetta Univer-
sit Lovanium di
Kinshasa;
la traduzione
dell'opera
di Fra Marcellino d'Atri di
imminente
pubblicazione.
(5)
II nome di Pombo in effetti
reperibile
in alcune carte del XVII
secolo;
esso
figura,
ad
esempio,
in bella evidenza nella Delineazione
geogrfica
de
Regni
Congo Angola
curata dallAbbeville nel 1656.
(6)
II est certain
-
afferma
J. Cuvelier, (L'ancien royame
de
Congo, Bruxelles,
Descle de
Brouwer, 1946, p. 252)
-
d'aprs
les documents comme
d'aprs
la
tradition,
que
Nsaku ne Vunda avait le
privilge
d'tre le
principal
lecteur des
rois,
de le?
installer et de recevoir une sorte de tribut lors de leur
prise
de
possession
.
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476
TEOBALDO FILESI
sorelle,
dicevano ehe lo volevo far discendere:
acci,
uscito fuori della For-
tezza,
e
posto
nel
campo largo
della
valle,
fosse ammazzato da suoi nemici.
Siehe,
io nuovo in
quelle parti,
e solo: mi trovavo molto
imbarazzato,
con
poa
liberta di
poter
fare Pofficio
mio,
e
missionare,
come desideravo
(7).
L'anno
poi
1703 col consenso
pure
del
R,
andai
missionare,
dove
stavano i
sopradetti Vassalli,
e m'inoltrai insino alia Manca
(8),
dove sta-
vano alcuni
altri,
ehe d'Ambuli
(9)
sotto nome d'obbedir al
R,
erano andati
far coltivare
quel paese
ancor loro:
parte
de
quali
col
tempo
si mostro-
rono rebelli.
II D. Emmanuele da Cruz
Barbosa, per parte
de
gPaltri,
ehe non la-
sciavano
passar occasione,
senza
servirsene,
s'affatico di
persuadermi
ehe
par-
tissi dal
Chibango
lasciando il
R,
il
qule
vedendo ehe m'ero avanzato
verso la
corte,
sarebbe stato costretto ancor lui sollecitare la discesa dal
monte. Per facilitarmi
ci,
oltre alPaltre
rag(io)ni
mi diede
questa,
cio.
sicome i P.
Capuccini
erano stati
gPultimi
ad uscire da S. Salvatore
doppo
la sua
destruzzione,
cosi anche
conveniva, ehe,
essend'io
capuccino,
foss'il
primo
ad entrarvi nel
tempo
della sua restaurazione. Di
pi,
loro andavano
rialzare la S. Fede
Cristiana,
debilitata
pur troppo
in tant'anni di foresta.
Dunque
essend'io
sacerdote, miss(ionari)o
e loro Padre
sp(iritua)le,
dovevo
guidarli,
et andar'avanti colla croce. Le
raggioni
veramente non
parevano
tanto fuor di
propsito,
m
perche
cominciavo sentir
qualche
mal'odore di
ribellione dalla
parte
del
Chibenga,
non solo non ne feci caso: ma di
pi
mi f necessrio star con
prudenza,
et esser molto cautelato
per (//.
292
)
quello
ehe mi
poteva
succedere.
Vedendo non haver
potuto conseguir
Pimento con havermi dalla
parte
loro,
n
potevano
vedere la desiderata discesa dei
R,
infastiditi
gi d'aspet-
tar
tanto,
non so in ehe
modo,
n con
qual Inventore,
cominciorono com-
parire
mezzi
spropositati,
et
indegni,
essendo ehe.
Andando nel
luogo prprio
dove stava il
Chibenga
con
quelli
della sua
seguela,
trovai
ehe, doppo
alcuni
esercizij sp(iritua)li
costumati farsi la
sera,
cantavano fuor della Chiesa tr volte Pave
Maria,
e
poi gridavano
Mise-
ricrdia tr volte ad alta
voce, rispondendo quei
dlie case e dei
campl.
(7) Questo passo
testimonia efficacemente lo stato d'animo e la delicata situa-
zione nella
quale
P. Bernardo da Gallo
-
e
spesso
anche
gli
altri missionari
-
venivano a
trovarsi;
una situazione
ehe,
oltre
tutto,
li distraeva dalla normale attivit
missionaria o addirittura
impediva
loro di esercitarla mettendo
perfino
in
pericolo
le loro vite.
(8)
Manca era una localit situata a meta strada circa tra ban Salvador e il
monte
Chibango;
in essa aveva
appunto
stabilito il suo
campo
D. Pedro
Constantino,
il
Chibenga.
(9)
Ambuli o Ambcli era anch essa una localita non molto lontana da ban
Salvador.
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NAZIONALISMO E RELIGIONE NEL CONGO ALL'iNIZIO DEL 1700 477
Dimandai al
Chibenga
la causa di
quelle
nuove dimostrazioni. Mi ri-
spose,
ehe la Madonna haveva
parlato
ad una
donna,
e
gl'haveva
detto ehe
Gies Christo stava
sdegnato,
et ella tratteneva Tira del suo
Figliuolo:
con
questo per,
ehe il
popolo
dovesse dire
ogni giorno
la sera tr Ave Marie
in
quel modo,
e
poi gridar
misericrdia. Sorridendomi di tal
novit, dissi,
ehe volevo veder la detta donna.
Rispose
ch'era una donna sconosciuta dal
campo
e ne meno lui la
conosceva,
ne
sapeva
dov'ella si stasse. Considerando
poi
il costume de
negri
di nascondere
quanto possono

Bianchi,
non mi
pigliai
altro
incomodo,
non
parendomi poter
nascondersi
gran
male tra
quella gente
rozza sotto il cantar tre volte l'Ave
Maria,
e
gridar
Misericrdia:
supposto,
ehe
sospettavo qualche superstizione, gli
lasciai fare modo
loro
(10).
NelPistesso
tempo,
cominci
spargersi
nuova ehe un fanciullo haveva
detto
ancora,
ehe Dio stava
per castigare
i
Conghesi,
se con tutta
pressa
non andavano S. Salvatore. M'informai dell'et ciel fanciullo e trovai ch'era
adulto di sette
palmi,

gi
di
longhezza,
il
quale

per qualche insegnamen-
to
per qualche
bevanda atta far sollevar
gli spiriti,
s'haveva ci
sognato.
Vedendosi non essersi fatto il
colpo
colla
p(ri)ma
e
{fi. 293)
seconda
invenzione,
s'insist colla terza. L'anno
seguente
ehe f del
1704, doppo
la
Pascha volsi andar missionar un
poco
nelle valli e monti circonvicini: e
disceso dal Monte dei
Chibango
trovai alla falda di
quello
una vecchia
(n)
ehe
fingeva
ancor ella
essergli apparsa
la Madonna
piena
di sudore
per
la
fatica sostenuta in star
prostrata
a
pregar
il suo
Figliuolo
assai
sdegnato
contro
quelli
del
Chibango:
si anche
per
le loro
malvaggit,
si anche
perche
non volevano discendere dal Monte e
porsi
nel camino verso la Corte:
prin-
cipal(men)te
contro il R.
(10) Qui
ricorrono alcuni dei
giudizi negarivi espressi
in termini
pi
o meno
severi dai missionari nei confronti dei
negri,
e cio l'abitudine a trincerarsi dietro
il silenzio o la
menzogna (da interpretare per pi
corne una attitudine difensiva ehe
corne un naturale
malanimo),
la rozzezza
congnita
e
Tignoranza
ehe li
portava,
anche
quando
fossero
convertiti,
a ricaderc nei loro
vizi,
nelle loro
superstizioni
e nella
pratica
delia
magia,
delia
stregoneria
e di altri riti
pagani. Sull'argomento
dedicato
in
gnre largo spazio
nelle relazioni edite e indite dei missionari
Cappuccini
nel
Congo,
a cominciare naturalmente da
quella
di P. Cavazzi
{op. cit.,
Libro I e
II,
passim).
Documenti
specifci
sono delicati
poi all'argomento,
corne
quello
in
lingua
spagnola
di P. Bonaventura da Corella
(APF,
Scritture
Originali riferite
nelle Con-
gregaz. Gen.,
vol.
249,
ff.
336-344),
ridotto in italiano da P. Severino Vagnucci da
Cortona col titolo De i riti
gentilichi
o crmonie
diaboliche,
e
superstitioni
del
infelice
Regno
di
Congo (il
Ms. trovasi nell'Archivio dell'Ordine dei
Cappuccini
delia Provinda
di
Toscana,
Convento
Montughi
di
Firenze).
(11) Questa
vecchia sar indicata da P. Bernardo da Gallo e da P. Lorenzo da
Lucca con vari
nomi,
come
quello
di
Apollonia,
di
Maffuta,
di Fumaria e di Vec-
chio Simeone.
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478 TEOBALDO FILESI
Fr
gl'altri castighi, diceva,
ehe s'haveva
d'abbruggiare,
sobbissar il
monte,
se
presto
non si scendeva. Per
questo, soggiunse,
la Madonna mi
mandav' dire ch'andassi
predicando
i
sopradetti castighi per
tutto il
Monte;
corne anche il suo
rimedio, quaPera
la discesa dal
Monte,
e
per
far ci con
maggior
fervore e
frutto,
mi mostro una
pietra
trovata nel fiume Ambrice:
quale
diceva esser la testa di Christo tutta sformata
per
le coltellate dlie
malvaggit degPuomini,
e
per
le
zappate
dlie
donne,
ehe fatieavano ne
giorni
festivi.
Vedendo la
pazzia
di
questa donna, perche sospettavo
di
qualche
se-
creto
accordo,
non feci
altro,
ehe esortarla con dolci
parole
lasciar simili
sciocchezze,

ravvedersi,
non
parlarne pi,
e confessarsi: il ehe non fece.
Levatagli final(men)te
dalle mani la
pietra,
andai
proseguendo
la mia
missione.
Tornato
all'ospizio
il mese
d'Agosto,
trovai ehe la vecchia non solo
non si era
raveduta,
ma la cosa si era fatta
pubblica,
concorrendo ad ella
moita
gente,
e la
Reg(in)a
stessa. Si era cominciato
sparger
la fama ehe
la vecchia era santa
perche abbruggiava
fattucchierie con altre
superstizioni
e
faceva miracoli: tr
quali
haveva sanata una donna morduta nel
piede
da un
serpe;
e
questo,
solo col
segno
delia croce e col nome delia SS.
Trinit,
et
altre novit simili.
Udito ci ricorsi dal
R, pregandolo
ehe la facesse
(/?.
293
v)
prendere
e me la dasse nelle
mani,
fine di
fargli
una correzzione con
parole aspre,
giche
si era abusata dlie dolci. Il
R, doppo moltiplicate istanze,
finalmente
la fece
chiamare,
ma non voile darmela nelle mani. Voleva
egli
ehe io an-
dassi in sua
presenza posta
in
conseglio per udire,
et esaminare ci ehe diceva.
Questo
non mi
parve
bene. Prima
perche
corne mi ero
protestato gi
nel
perodo
dei mio
arrivo,
non volevo ehe il R s'intromettesse nelle cose
delia Chiesa e delia
Fede,
se non
per
modo di Adiutorio
(12).
2
perche
te-
mevo
qualche publica
mortificazione. 3
perche
da ehe andai dove stava il
Chibenga
ero tenuto
alquanto
in
sospetto,
et havevo ricevuto
perci
delle
mortificazioni et insolenze. 4
perche sospettavo
ehe la
sciocca,
e
supersti-
ziosa santit delia
vecchia,
non fosse
sua,
ma di
qualche
altra
persona
ehe
glie
l'havesse
imprestata per
nascondervi un
grosso tradimento, quale schiop-
pando
suo
tempo
in
publigo
dovesse
portar
seco la testa del R ehe molto
ne temeva. 5
perche
non havevo
pi speranza
d'averla nelle
mani,
doven-
(12)
Cio soltanto
per
dare il suo aiuto alla Chiesa e alla Fede.
Questa
distin-
zione tra sfera
spirituale
di
pertinenza
esclusiva delle
gerarchie
ecclesiastiche e dei
missionari e sfera
temporale
di
pertinenza
delPautorit
regia
e dei suoi
coaudiatori,
doveva considerarsi indubbiamente corretta e
legittima,
anche
se,
in
pratica,
aweniva
ehe, per l'imprevedibile piega degli avvenimenti,
si creassero delle interferenze in
contrasto con tale norma.
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NAZIONALISMO REL1GIONE NEL CONGO ALL'iNIZIO DEL 1700 479
dosi
pensare
ehe volevo
fargli gran male;
e cosi f
perche, restituitagli
dal
R la
liberta,
alcuni del
popolaccio
cominciarono
dire,
ehe la volevo se-
pellire
in un
fosso,
donde si era cavata la terra
per
fabrica delia chiesa et
ospizio. Siehe,
data la
negativa
al R di non voler andar'in sua
presenza,
e
data da lui la libert alla donna con dirmi
ehe,
se la volevo me l'andassi

pigliar'io,
non feci altro ehe raecomandar il
negozio
al
Sig(no)re.
La
dom(eni)ca seguente
venne il R alla messa: Io feci entrar
nelPospi-
zio con
conseglieri,
e lamentandomi molto di
lui, gli
feci veder la
pietra
ch'havevo levata dalle mani dlia
vecchia, facendogli
conoscere la lei san-
tit
sciocca;
ed lui
gli
mostrai
l'obligo
ehe teneva
d'aggiutarmi
col suo
reggio
braccio in
negozij
di Chiesa e di Fede.
Poi,
si
per questa
come
per
altre
raggioni, pigliai
l'occasione di serrar la
porta
dlia
Chiesa,
e dicendo
messa
secretamente,
mi
segregai
dal suo commercio e da
quello
del
popolo.
I
principali
de
quali (//. 294),
ancorche nelle occasioni
sempre
mi davano
raggione,
aderivano nondimeno al R
per
non esser tenuti in
sospetto
di tra-
ditori. Non mancavano
per
chi
gl'offerissero scopertamente
la testa in mia
difesa.
Stando le cose in
questo modo,
di l otto
giorni pi
o
meno,
un
negro,
ehe serviva le missioni mi
disse,
ehe cola v'era
comparsa
una
persona
chia-
mata S. Antonio,
eh, andate, (gli risposi)
andate
via,
e lasciatemi stare. I
conghesi
mi vedono
abbandonato; per
ci mi
vogliono
far morire di
pas-
sione,
e vanno cercando nuove invenzioni
per
farmi
pigliar
molstia. Anzi
(soggiunse
il
negro)
la novit
certa,
e dicono esser donna non
gi
vecchia
ma
giovane,
ehe fa
miracoli;
e donde
passata per
salire il
monte,
si sono
raddrizzati
gl'alberi torti,
e caduti. Adesso st nel
palazzo
dei R con-
fir(m)an(do)
contro di voi
(tutto)
ci ehe diceva la vecchia: affirmando ehe
siete un'invidioso e non volet ehe in
Congo
vi siano santi. Per
questo pre-
tendevate la vecchia nelle vostre mani
per castigaria.
Non volet la restaura-
zione del
regno;
e non vi basta l'animo di
porvi alPimpresa,
com'ella
far
(I3).
Ma
(tutto)
il suo
vigore
consiste in
persuadere
la discesa dal monte
e l'andata nella
Corte;
anche con
rigorosiss(im)e
minaccie. Ha voltata la
Salve
Reg(in)a
e la f cantare suo modo. Io vedo la
gente
ehe
passa
esser
intimorita. Il tale dice ehe sar forse un demnio mandato da Dio
per qual-
che
castigo.
Il
popolo
st
quasi
sollevato
(14) per
voler
discendere;
et il R
(13)
Fin dall'inizio si evidenzia
dunque l'ispirazione
nazionalista ehe la sedi-
cente S. Antonio conferisee ai suo movimento: i missionari
europei, infatti,
non solo
intendono fare un
monopolio
delia loro
religione
inibendo ai
congolesi
di elevarsi
agli
onori
dell'altare,
ma
impediscono
ehe il
Regno
del
Congo
si ricostituisca nella sua
unit e nella sua
capitale
tradizionale.
(14)
II
popolo
sta
quasi
sollevato da
interpreiare
nel senso ehe esso si
sta sollevando
per costringere
il re a scendere dal monte e
prendere
la via di San
Salvador.
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480 TEOBALDO FILESI
non sa
quel
ehe si fare. S ta
predicando
contro di
voi,
contro del
Papa,
e
moite altre cose contro la N.S. Fede
Catto(li)ca.
Vedendomi intricato in
questi laberinti,
non
saprei spiegare
l'afflizione
delPanimo
mio,
considerandomi
solo,
abbandonato da
superiori,
e
privo
d'ogni
soccorso
umano,
con
pericolo
di
perdersi
la Fede nel
Congo,
e di
vedervi l'ultima ruina di
quel povero regno,
senza
speranza
alcuna di
po-
tervi rimediare e tanto
pi m'affliggevo, quanto
ehe
parevami
haverne dat'io
la causa
per
non haver
posto
subito le mani al
ferro,
e
tagliato
i
primi
ram-
polli
colle radiei: ancorche
per
altra
(fl.
294
v) parte
mi
pareva
non haver
potuto.
Altro rimedio non havevo in
quest'occasione
se non ehe
piangere
e
porre
nelle mani di Dio la sua causa.
Cominciarono
comparire
di l
poco
i chiarori de favori divini: im-
perche, doppo quindeci giorni
in circa il R in Persona
accompagnato
da
suoi
conseglieri
venne chiedermi ehe
per piet aprissi
la
chiesa,
acci si
pregasse
Dio in
contingenze
s
pericolose.
Feci
aprir
la
chiesa,
ma feci del
sordo circa la falsa S. Antonio: si
per
mostrare ehe la
sprezzavo
e non ne
facevo
conto,
si anche
per significare
ehe non
potevo
confidare nel soccorso
dei suo
reggio
braccio.
Fr tanto la falsa S. Antonio ehe nella valle d'Ambrice stava colla vec-
chia, abbruggiando fattucchierie,
idoli ehe
gli portavano
e croci
insieme,
si-
come dal non havermi data il R la vecchia nelle mani
per riprenderla
si era
servita
delPimpunit veduta,
et haveva
pigliata
Poccasione di farsi
santa,
di
predicare, profetizzare
e minacciare suo
modo;
cosi ancora vedendo ehe
10 m'ero conciliato col R
per Papertura
dlia chiesa senza ehe di lei ne
parlassi, pigli
occasione di salir un'altra volta il
mo(n)te.
Il R
parte per
farmi cortesia in mostrarmi at to di
correspondenza,
parte perche
stava intimorito
pel bisbiglio
del
popolo,
causato dalla falsa
S.
(Antonio)
e
per
altri
rispetti,
me la mando
accompagnata
da suoi conse-
glieri
et
interprete maggiore,
e
perche
era
giorno
di
dom(eni)ca
ora
gi
di
missare,
dissi
conseglieri:
Ah! siete
gi pieni,
ansi
pur troppo
infastiditi dlie
superstiziose
e diaboliche
mensogne
del vostro
negro
S. An-
tonio?
Ringrazio
il R mio
Figlio
dlia buon'azzione
operata,
ma essendo
gi
Pora di dir messa non
posso trattenermi,
venite
dimani, dissi, ringrazio
11 R mio
Figlio, perche
con
questo
termine amoroso i sacerdoti costumano
chiamare in
quelle parti
non solo i
populari, gli
Marchesi e
Duchi,
ma
anche Pistesso
R,
chiamando loro
vicendevol(men)te
sacerdoti
(//. 295)
Padri
spirituali.
Il lunedi
dunque seguente,
ritornorono i
conseglieri
colla falsa S. An-
tonio,
la
q(ua)le
entrata dove stavo
aspettando
con
conseglieri,
ando in
drittura
(15)
avanti la statua dlia Madonna ehe stava di
rimpetto
alla
porta,
(15)
In drittura sta
per
direttamente .
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/ JtJnuttQ/fmni-.
'
ut a*At
/
lUeO;
am/uuJL
9e//atjHL
t-
-
Primo
foglio delia
relazione di P.
Bernardo da Gallo
sulla setta
degli Antoniani nel
Congo.
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Ultimo
foglio
delia relazione di P. Bernardo da Gallo con
disegno
dello stesso au tore
raffigurante
un Antoniano colla corona in testa .
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NAZIONALISMO E RELIGIONE NEL CONGO ALL'iNIZIO DEL 1700 481
dove
inginocchiatasi
batt fortemente colla fronte tr volte la terra e tratte-
nutasi
alquanto
in modo d'orare s'alzo sorridendo
scompostamente,
e fece
col
passeggio (16)
tr
circoli,
stando io nel mezzo.
Dimandai
Consiglieri
la causa et il
significato
di
quelPazzione.
Ri-
sposero
esser
segno d'allegrezza;
e ehe l'istesso haveva fatto al R.
Sog-
giunse l'Interprte,
ehe
pareva
corne
stolida, perche
era morta e
poi
resu-
scitata.
Bene, diss'io,
havete molto di
rag(ion)e posto
ehe non discorrete
molto bene
(17).
Confesso la verit ehe in vedere
quella donna,
e considerando ehe ca-
minava
sopra
le
punte
dlie dita de
piedi,
senza
punto
toccar la terra col
resto dlie
piante;
ehe muoveva i fianchi e tutto il
corpo
modo di
biscia;
ehe teneva il collo
teso,
come di
spiritata;
ch'haveva
gPocchi
corne di fuora:
ehe
final(men)te
il suo
parlare
era come di
frentica,
e
delirante;
di tal
modo ehe
poco
intendevo
quel
ehe
diceva,
e
(tu)tte
le sue azzioni
scomposte
e
malfatte,
non credevo assolutamente ehe fossero mere
simulazioni;
ma
ehe fosse anche indemoniata.
Cominciai ad
interrogaria
in
lingua
del
paese per
dar sodisfazzione
consiglieri
et al
R,
ch'
questo
fine
gl'haveva mandati,
e
prima
dimandai se
sapeva
ci ehe haveva adorato?
Rispose
ehe era la
madonna,
la
quale
stava
coperta
con un
panno,
et in
disparte
vi stavano le statue di S. Fran-
(ces)co
e di S.
Antonio,
ma Tuna
facil(men)te
si
poteva distinguere
dall'altra.
Quei
consiglieri
ad
ogni
modo
parendogli
ehe
sapeva
ci
per qualche
ma-
niera
straordinaria,
restorono
meravigliati.
Gli dimandai chi ella si fosse?
Rispose
esser S. Antonio venuto dal
cielo.
Bene, diss'io,
e ehe nuove
portadi (sic!)
di l su? Ditemi in cielo vi
sono de
negri
di
Congo
e se vi
(//.
295
v)
sono stanno cola su con color di
negro? Rispose
ehe su in cielo vi sono de
negri conghesi, piccioli battezzati,
e
grandi
ehe
qu gi
hanno osservata la
legge
di
Dio,
ma non hanno color di
negro
n biancho
perch
in cielo non v' colore veruno.
Siehe in Cielo vi sono de
conghesi
fanciulli
battezzati,
e
grandi
ehe
hanno osservata la
legge
divina?
gli replicai. Dunque
io e
gPaltri missionarij,
predicando
la Fede di
Christo,
la
legge
divina e Posservanza de dieici corn-
mandamenti,
cose necessarie
per
l'eterna
salute,
non
predichiamo bugie,
ma
verit?
Dunque
amministrando i Santi sacramenti dlia
Chiesa,
e
principal-
(men)te
il
Battesmo,
la
penitenza
e
matrimonio,
non
inganniamo
i
popoli?
Dunque
il S.
Papa
non
mensogniero, seduttore,
ne
tampoco
manda noi
(16)
Col
passeggio pu
intendersi o
passando
o a
passi
cio cam-
minando.
(17)
Si traita indubbiamente d'una battuta irnica di P. Bernado: considerato
ehe non
sapete quello
ehe dite
-
il senso delia battuta
-
vi si
pu
dare senz'altro
ragione (,
in altri
termini,
la
ragione
ehe si d
agli sciocchi).
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482
TEOBALDO FILESI
altri
per ingannare
e sollevare i
popoli
come voi
dite,
ma si bene
per
in-
segnarli,
istruirli e
porli
nella via dell'eterna salute.
Quando
ella si senti
rimproverarsi

questo
modo cominci
temere,

piangere,
e si scusava ehe non haveva detto cosa veruna contro di
me,
ne
contro del
Papa,
ma ehe erano tutte
falsit,
ehe contro di lei m'havevano
detto
per impedire
il servizio di Dio. Ansi ehe haveva
parlato
in mio favore
e del S.
Papa, insegnando
ehe il S.
Papa
il Vicrio di Christo in
terra,
ed io sacerdote mandato dalPistesso S.
Papa
nel
Congo per
esser loro Padre
sp(iritua)le
e
perci
meritavo
ogni
onore e riverenza.
In
questo
mentre
l'Interprte sopradetto
venuto con
consiglieri, per
nome d. Michel de
Castro,
vedendo ehe la donna
piangeva,
cominci a
quie-
taria,
ed accarezzarla col nome di
figlia, dicendogli
ehe
parlasse liberam(ent)e
e non temesse cosa veruna
perche
io non
gl'havevo
da far
male,
stando ella
sotto la loro
protezzione.
Quando viddi,
ehe
quelPindegno
la stava defendendo cominciai mon-
tar in
zelo,
et alzar la voce contro di
lui,
trattandolo da
maPuomo,
da in-
degno (//. 296),
da
eretico,
mentre non si
vergognava
trattar da
figlia
una
fattucchiara di marinda
(18),
e difender una
negra
ehe stava seminando zi-
zanie tr
quella povera cristianit,
con evidente
pericolo
di
perdersi
la
S.
Fede,
non considerando ehe lui si chiamava Maestro dlia Chiesa
(19),
per
la
quai rag(ion)e
fr
l'altro, sempre
doveva star da
parte
mia.
Mi
rispose
audacemente ehe non
poteva negare
esser
quella
sua
figlia,
imperoche
era delia sua
generazione,
ma ehe mai
gl'haveva
udito dire simili
parole.
Nella valle
delPAmbrice, soggiunsi,
non
abbruggiava
le croci
giun-
tam(en)te
con fattucchierie? Non voleva levare ancor
quella
dlia
piazza
reggia,
se il R Io
permetteva? Negate questo.
Si
(rispose
la falsa S. An-
(18)
N
ganga
marinda
era,
come dira
pi
oltre Io stesso P. Bernardo da
Gallo,
il nome delia sacerdotessa o
maga
o
guaritrice
d'una stta
pagana,
adoratrice di feticci
c
quindi
vincolata a riti e formule barbare.
Nganga
vuol dire in
lingua kikongo
facitore
,
cio colui ehe fa una certa cosa
;
a
quesio
vocabolo se ne unisce
abitualmente un altro ehe delnisce il
gnre
di lavoro ehe si fa. Cosi
nganga lufu

il
fabbro,
cio colui ehe usa la
forgia (lufu); nganga
buka il
guaritore,
cio colui ehe servendosi di erbe o di altri rimedi
produce
la
guarigione (cfr., J.
van
Wing, op. cit., pp. 419-420).
P. Cavazzi
(op. cit., passim)
si sofferma a
lungo
sulla
funzione di
questi
Ministri chiamati
volgarmente, Ganga
.

Nganga

-
annota P. Graziano Maria da
Leguzzano
nella traduzione
porto-
ghese dell'opera
di P. Cavazzi
(vol. I, p. 91)
-
vuol dire
persona
istruita o
maestro;
cosi i sacerdoti cattolici sono chiamati
nganga-a-Nzambi
cio i
sapienti
di Dio .
(19)
Maestro dlia Chiesa era
-
come
spiega
L.
Jadin (Le Congo
et la secte
des
Antoniens, cit., p. 90,
nota
2)
-
il nome attribuito
agli interpreti
ehe avevano
superato
il loro esame e ehe erano stati
quindi
abilitati a fare il catechismo. Il loro
compito
consisteva nel
preparare
i catecumenti al
battesimo,
nel tradurre i sermoni e
neirascoltare le confession! insieme ai missionari.
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NAZIONALISMO E RELIGIONE NEL CONGO ALL'iNIZIO DEL 1700 483
to(nio), incoraggiata
dal suo
difensore)

vero,
ma le croci dlia valle sta-
vano anche con
superstizioni.
Dissimulai e
seguitai
ad
interrogaria per
le-
varmela d'avanti vedendomi contrariato da chi non
credevo,
anzi da chi
speravo agiuto C20).
Dimandai: se era
donna,
corne
dunque
diceva esser S. Antonio? Ri-
spose
ehe Dio haveva mandato S.
Antonio, primognito
santo delia
relig(ion)e
di S.
Fran(ces)co
il
quale prima
se n'era andato nella testa d'una
donna,
ehe
stava a
Mugeto (2I),
e
perche quel popolo
nol volse
ricevere,
se ne
parti
et
ando nella testa d'un vecchio ehe stava
Sogno,
dove
perche
vi stava il
P.
Miss(ionari)o
lo volevano
bastonare;
e cosi
pure
se ne
fuggi.
Ando
poi
ad Ambul
22),
e successe l'istesso.
Final(men)te
ando in sua testa
per pre-
dicare al
Chibango,
e f ricevuto con
applauso
et
allegrezza.
Perci ella
pre-
dicava la
parola
di Dio
insegnando
il
popolo,
accelerando l'andata in
corte,
e confirmando tutto ci ehe la vecchia haveva detto.
Il
caso,
diceva
ella,
successe in
questo
modo. Stando inferma
morte,
nelPatto
delPagonia gli comparve
un frate vestito corne
capuccino,
il
quale
disse esser S. Antonio mandato da Dio in sua testa
per predicare
al
popolo,
et accelerare la restaurazione del
Regno,
minacciando
rigorosi castighi
(//.
296
v)

chiunque
contravenisse. Morta ehe
f, perche
invece delPanima
in sua testa v'era entrato Sant'Antonio senza
saper corne,
si senti ravivare
con
impulsi
d'alzarsi
sana,
e
libera, per
andar
predicare.
Alzossi
dunque
e chiamati
gli
suoi
parenti gli spieg
il comandamento divino d'andar
pre-
dicando, insegnando
i
popoli,
et accelerando l'andata in Corte. Per far ci
con
quella puntualit
ehe si doveva cominci
dispensare
tutto
quel poco
ehe
teneva,
renunciando alle cose del
mondo,
come fanno i
Missionarij Apo-
st(oli)ci.
Fatto
questo
sali
sopra
del monte e con tutta liberta faceva
l'obligo
suo,
come Dio
gl'haveva comandato,
e lo faceva con
profitto
non
poco.
Faticato di sentir simili
liggierezze
e
spropositi tali,
rimandai la donna
dissimulando il tutto
per
allora. Viddi
poi
dalla
porta dell'ospizio
ehe nella
piazza
della Chiesa vi era concorsa moita
gente per
vedere l'esito del trat-
tato:
parte
de
quali
si dolevano ehe si era data in
preda
la
pecora
al
lopo,
cio ehe la lor falsa S. Antonio era stata
consegnata
nelle mie
mani, perche
quando
mi udirono alzar la voce contro
l'Interprte,
ehe la
difendeva,
cre-
dettero ehe dovevo far
qualche
mala risoluzione contro la loro
povera
santa.
(20)

Agiuto
=
aiuto.
(21) Mugeto
o Musseto
(anche Mugieto
o
Mussieto)
era una localit della
pro-
vincia o marchesato di
Soyo,
situata
poco
a nord del
porto
di Ambrizete. La
pro-
vincia era allora
governata
da Antonio II Bareto
(1697-1708).
(22)
Ambul o
Bula, capitale
del
regno omonimo,
situata a nord dell'antico
regno
del
Congo
in territrio
oggi appartenente
al
Congo-Kisnhasa.
Nsimbantamba Pedro III
si era fatto
eleggere
re a
Congo
dia Lemba nel 1667 dando cosi inizio alla
stirpe
dei re d'Ambula o Bula. Sulle successive vicende vedasi L.
Jadin, op. precit., pp.
13-17.
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484
TEOBALDO FILESI
A sera delPistesso
giorno
andai dal R
per corrispondere
alia buona e
cortese azzione ehe m'haveva
fatta, per
confermarlo nella mia sentenza e
per
certificargli
ehe la donna non era altrimenti S.
Antonio,
come
quel popolaccio
scioccamente si credeva ma si bene una donna
malvagia, fattucchiara,
inde-
moniata ehe in
quel
modo andava
ingannando
la
povera gente
rozza et
igno-
rante. Cosa
per
da Dio
permessa, per
esser stato
troppo
duro
egli
et il
popolo
nel
prprio parre,
senza haver voluto valersi delle
ammonizioni,
consegli
et
esortazioni,
ehe tante volte havevano ricevute da
me,
e da
gPaltri missionarij
ehe con tante
fatiche,
et amorevolezza
gPhavevamo
(//. 297) assistito;
m
per
stasse
allegramente
e non temesse cosa veruna
perche
il tutto era rimediabile col favor di
Dio,
stando
egli
fermo nella
S. Fede et
aggiutandomi
col suo braccio in tutto ci ehe fosse stato neces-
srio;
et altre
parole
ehe Iddio benedetto
permise
in
quelPoccasione.
Doppo
ehe il R udi
t(u)tto
con
attenzione,
levatasi dalla testa Ia bar-
retta
gettolla
in seno dei Mani Banza suo
officiale,
ed
egli inginoechiatosi
con
suoi
consiglieri
avanti di me
(il
ehe non volevo
permettere
se lui non
m'obbligava
colla sua devozione
cristiana)
e
poste
le braccia nel mio seno in
modo d'abbracciarmi mi disse in
questo
modo.
Mio Padre
sp(iritua)le:
io non mi son creduto ehe una donna
doppo
esser stata di mala
vita, inquieta,
concubina di duoi huomini e
fattucchiara,
haveva da esser subbito santa senza far
penitenza
de suoi
peccati.
Ne meno
ho creduto
quello
ehe ha
detto, imperoche
com'
possibile
ehe il S.
Papa
Vicrio di Christo in
terra,
sia un falso? un
ingannatore,
e seduttor de
po-
poli?
Com'
possibile
ehe Pistesso S.
Papa,
mandi ministri
per
sedurre le
genti,
e farsi Padrone assoluto di
t(ut)to
il
mondo;
oltre alPesser Padre di
t(ut)ti?
Ed
possibile
ehe
voi,
mio Padre
sp(iritua)le
mi stiate
ingannando
col mio
popolo,
e sotto nome di
P(ad)re Sp(iritua)le
siate mio nemico? Dun-
que
Porazione non val
niente,
i sacramenti son
(tu)tti vani,
e fallaci le ceri-
monie sacre? Il Battesmo
inutile;
indarno il
matrimonio;
e la confessione
non serve se non
per
informar de secreti il Confessore?
Dunque per
servir
a Dio basta solo
Pintenzione,
senz'altr
'opere
esteriori?
Dunque
la Croce
ch' il
segno
del cristiano s 'ha da disfare? S'ha da
rinegar dunque
la S. Fede
ehe con tanto
amore,
e senza
spargere
una
gocciola
di
sangue,
riceverono i
miei antecessori? Oh
questo n,
mio
P(ad)re sp(iritua)le,
non
posso
crederlo,
n
volerlo,
n
permetterlo
in conto veruno.
M, povero
me,
ehe
gran popolo
porto
su le
spalle!
Povero
popolo!
le contradizzioni non sono
poche:
cir-
condato da
nemici,
molti mi
vogliono male,
altri stanno
sollevati,
et altri
procurano
d'haver la mia testa. Povero me
(//.
297
v)
ehe non so
quello
mi
fare, angustiato
da tutte le
parti.
A voi
dunque
ricorro mio
P(ad)re sp(iritua)le,
acci
preghiate
Iddio
per
me e
per
il
popolo
mio e mi raccomandiate al nostro P. S. Francesco
mio
particolar Avocato,
e Protettore. Voi siete il mio
amico,
il mio
padre,
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NAZIONALISMO E RELIGIONE NEL CONGO ALl/lNIZIO DEL 1700
485
il mio
avo,
il mio scudo e tutta la mia
speranza. Insegnatemi per
amor di
Dio,
instruitemi e
patrocinatemi
in
queste
calamitose
contingenze, perche
vi
prometto
ehe non mi
partir punto
da vos tri
consegli
e documenti.
Queste
ed altre simili
parole
mi disse essendo
egli natural(men)te gran par-
latore,
e si
lagnava
in
questo
modo
perche
oltre al
pericolo
delia
Fede,
cre-
deva ancor
egli
ehe la santit dlia donna non era sua ma
imprestatagli
da
qualche
altra
persona per
far'in lui
qualche colpo
ehe non
poteva riuscirgli
d'altra maniera.
Gli
risposi,
come di
sopra,
ehe stasse
allegramente,
confidasse nella mi-
sericrdia di
Dio,
e non si
partisse
da
quanto gli dicevo, perche
il
(tu)tto
final(men)te
s'haveva da
superare
col detto
favore;
e
cosi, presolo per
le
braccia lo feci
alzare,
et assettare nella sedia sua.
Mi
rallegrai
al sommo di
questi pietosi segni
e demostrazioni dei
R,
e ne diedi
grazie
Dio. Ad
ogni
modo considerando i costumi de
negri
de
quali
mio buon costare n'havevo
qualche prattica,
e
per
altre
circostanze,
non me ne fidavo molto. Gli dissi
per
ehe uno de
giorni seguenti
fosse ad
ascoltar
messa,
con intenzione di voler confutare
pubblicamente
nella chiesa
le
falsit,
e diaboliche
pazzie
delia falsa S.
Antonio, esaggerare sopra
la
pusil-
laminit e fiacchezza de
Conghesi
nella N. S.
Fede;
come anche confirmarli
in
quella.
Il
giorno seguente
venne il R alla
messa,
ma
perche
non venne con
quella quantit
di
popolo
ehe
desideravo,
mi si serro il
petto,
e non hebbi
cuore di
parlare.
GPaltri
seguenti giorni, perche
non
gPhavevo
dichiarata
l'intenzione di
confutare,
dubitando ehe
sapendolo (//. 298)
la donna dovesse
fugirsene,
mi mand a dire ehe vedessi
quello
ehe
volevo, perche
la donna
voleva
partire.
Gli
risposi
ehe in verun modo lo
permettesse,
ma ehe
aspet-
tasse almeno insin
dopo
la
dom(eni)ca.
ella
nondimeno, presaga
di
qualche
cosa,
mossa da timor se ne
fuggi
il sabbato.
Venuta la
dom(enic)a
il R non venne alla messa ma solo il
popolo.
Non havendo
dunque
altro rimedio
pratticai 23)
al
popolo per
far la detta
confutazione. Con
questo per
ehe
esaggerai sopra
la fiacchezza del
popolo
nella
fede,
Iodai ad
ogni modo,
e
magnificai
Ia costanza dei R. M'era
preciso
far cosi
perche
oltre alie demostrazioni antecedenti fatte con tanta
piet
m'era molto necessrio confirmado et assodarlo nella sentenza mia in s
urgente occasione,
e l'animai alPandata in Corte
(24) per
ristaurazione dei
regno,
e stabilimento delia Fede cattolica.
Passati alcuni
giorni doppo
Ia
partenza
delia falsa S.
Antonio,
il R
venne alia
messa,
e s lui come i suoi tutti havevano chi un
crocefissino,
chi
una crocettina di mtallo o di
legno
in fronte. Dimandai ai R ehe
signifi-
(23)
Pratticai nel senso di
predicai
.
(24)
Cio
Tincoraggiai
a tornare a San Salvador.
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486
TEOBALDO FILESI
cava
quella
novit e nuova demostrazione.
Rispose
non esser novit
quelle,
imperoche portavano
il
segno
delia croce in fronte
perche
erano cristiani e
professavano
nel cuore Ia Fede di Cristo. Altri
poi
mi dissero ehe
portavano
quelle
croci in fronte
perche
Ia falsa S. Antonio voleva far torre via la croce
ehe stava nella
piazza;
ma il R non volse
permetterlo,
et anche
perche
era
passato
un certo
giorno,
nel
quale
Pistessa falsa S. Antonio haveva
profe-
tizzato doversi
(tu)tti
sobbissare col monte.
Di l
poco
il
sopradetto
d. emmanuele da Cruz Barbosa mandommi a
dire ehe in
quelle parti
v'era
comparsa
una donna ehe si
spacciava per
S. Antonio
(era l'istessa) quale
fra
gPaltri
miracoli diceva
fare,
si vantava
ancora d'haver virt di far divenire fconde le donne
sterili; quali insegnava
non dover
pregar
altro santo se non ella solamente. Le donne ehe desi-
deravano far molti
figliuoli (//.
298
v),
non solo la
pregavano,
ma di
pi gli
cingevano
de
cordellini,
e fili nelle braccia e
piedi,
al modo ehe i
Portughesi
costumavano
cingere

legare per segno
di fiducia le statue di S.
Antonio,
quando vogliono qualche grazia.
Mi mando
dunque
dire il detto d. em-
manuele ci ehe lui doveva fare circa
quella
donna. Gli mandai una breve
risposta,
ehe se lui voleva
rinegar
la Fede
cristiana,
e Pistesso
Cristo,
ed in
conseguenza
Dio
medesimo,
adorando a demnio
per Dio,
altro far non do-
veva ehe
soggettarsi

quella
donna e credere le sue diaboliche
pazzie.
Udita da lui la mia
risposta
mando a chieder licenza al R
per tagliarli
la
testa. Il R
gli rispose
ehe
per
alPora la lasciasse andare dov'ella
voleva,
ehe
appresso
si sarebbe
parlato.
La fece
dunque passare
ed ella se n'ando ad Amla
(25)
per
ammuttinare
quelle genti
colle sue
profezie,
e minaccie de
castighi; accioche,
cosi
sollevate,
intimorite ed
ingannate, gli consegnassero
una certa
Borsa,
chiamata Sants-
simo
sacramento,
tanto da loro
stimata, quale
il R di
Congo
anticamente
(26)
portava
nel collo
appesa,
come
insegna regale;
et anche acci la
seguitassero
nella corte.
Questa
Borsa si chiama
santiss(im)o
sacramento
perche
come mi
disse un vecchio
conghese interprete
e buono
cristiano,
vi era dentro una
scedola scritta nella
quale
lettere d'oro stavano scritte
queste parole (sia
laudato il santssimo
sacramento)
havuta miraculosamente. Oltre di ci vi
sono le bolle
pontificie
nelle
quali
forse si contiene
qualche privileggio
dato
a i R di
Congo.
PuoPesser ancora ehe
quella parola (santssimo)
si rife-
risca al
Papa
cui
per
le bolle si
riferiva,
e
per
altro
modo,
e
poi
col
pro-
gresso
di
tempo,
restando i
negri sempre
via
ingrossati nelPignoranza
la-
(25)
Amla sta
per
Ambula o Bula
(vedasi precedente
nota
22).
(26)
Col termine anticamente 1J. bernardo da Oallo intendeva torse nterirsi
all'epoca
delia
prima evangelizzazione
dei
Congo,
sostenuta con toccante fervore dal
Manicongo
Alfonso I
per
circa 40 anni
(1506-1543).
Sulla Borsa detta del SS. Sacra-
mento vedasi la nota al nostro testo n. 39.
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NAZIONALISMO E RETTGONE NEL CONGO ALL'iNIZIO DEL 1700 487
sciando intatto il titolo o nome adiettivo
(santssimo)
e mutando il nome
sostantivo
(Papa)
in
(sacramento)
invece di dire
(santssimo Papa)
dicono
(santssimo sacramento)
sia come si
voglia,
di
questo
non ne s dare
(//. 299)
distinta relazione
perche
non ho veduta la tal Borsa.
Alla falsa S.
Antonio,
non
gli
riusci suo
modo, perche
il D. Gio: ac-
clamato
gi
R di
Congo
in
Ambul,
e
doppo impazzito, per quella
volta
mostro il
giudizio; imperche
non solo non
gli
diede ci ehe la falsa
preten-
deva,
ma di
pi
non la volse
ricevere,
anzi la mando a scacciar via con
minaccie,
et ella se ne
fuggi.
Ma
perche
in
quelle prime
abitazioni v'hebbe
Pintrata,
sollev colle
sue
pazzie
alcune
persone
aderenti del
Chibenga,
e ne
consegui Pimento;
perche minacciandogli
fr
g'altri castighi,
i
diluvij,
ne
quali
dovevano restar
allagati
se ostinati non
gPobbedivano,
occorse ehe fece una buona
pioggia,
e
la
piena passo
il solito limite. S'arresero
per ci,
et
accompagnandola
la
seguitorono
in S.
Salv(ator)e dove, posto
ehe il
Chibenga gli
soccorreva
qualche poco, patirono
ad
ogni
modo tanta fame
per
alcuni
mesi,
ehe
per
sostentarsi
mangiavano
de flori d'Alberi e
foglie;

poco

poco poi
si co-
minciorono sostentare delle loro
fatiche, somministrandogl'il
terreno bre-
vem(ent)e
il frutto delle loro culture.
La falsa S.
Ant(oni)o,
arrivata ehe
fu, S.
Salv(ator)e
fece il suo tu-
grio,
o
capanna
dietro le
muraglie
delia
gi catedrale,
dove anticamente
stava
Pepiscopio. Spargendo poi
Ia
voce,
ehe d'Ambul haveva
portato
seco
la detta
borsa,
mando dir al
R,
ehe
s'aecingesse
nel
Camino,
et andasse
alla Corte. Invi ancora
per
(tu)tte
le
Prov(inc)e
del
Regno
Ambasciatori
col titolo
d'Antonij piccioli;
acci colla falsa
predicazione
delia
sognata
re-
staurazine di
Congo,
de
miracoli, castighi
et altre
pazzie; aggiongendo
ehe
gi
alcuni
per
haver contravenuto
gPordini
et
inviti,
havevano
gi spe-
rimentato il suo
rigore;
riducessero in
questo
modo i
popoli
S.
Salv(ator)e.
Cosi
avenne, imperche,
chi andovvi
per
venerar Ia santa
pretesa
(27),
chi
per
veder Ia
ptria rinovata,
chi
per
salutar
gPamici; questi per
desiderio
di ricever miraculosamente la salute e
quelli per cupidit
di
regnare,
et
esser i
primi
ad
occupar
il
luogo;
S.
Salv(ator)e
venne ad esser in breve
po-
polato.
In
questo
modo
(//.
299
v)
fatta Ia falsa santa Ia restauratora
(reinan-
te
(?),
e
signora
di
Congo,
era come tale
acclamata,
stimata et adorata da
tutti. Io
per
il contrario ero tenuto da starloeco
(?),
covardo e d'animo vile
non havendomi bastato l'animo d'andar S.
Salv(ator)e,
convocar i
popoli
e
restaurar il
regno,
com'haveva fatto Ia lor falsa santa. Perci,
oltre
agl'altri
maltrattamenti,
e mortificazioni mi chiamavano
per disprezzo
Bernardello,
sacerdotello,
cio uomo di
poa
stima,
di
poco
momento,
e sacerdote da
non farsene conto.
(27)
La santa
pretesa

qui
da intendersi Ia
presunta
santa .
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488
TEOBALDO FILESI
Udito
dunque
dal Re ehe la falsa S.
Ant(oni)o
haveva
portato
d'Ambul
la
sopradetta borsa, spedi
alcuni suoi
privati per
andarsene ad informare e
certificarsi dlia verit.
Fratanto dove stava il R nel
Chibango,
si
gridava
con
segni
di
guerra
et
allegrezza,
e dove stava la
regina
si cantava la salve
Antoniana,
cio la
salve
reg(in)a
voltata in
pazze, superstiziose, ereticali,
idoltrait e blasfemali
parole,
corne somma molstia
mia,
e
cordoglio.
Una volta fr l'altre verso le due di
notte, posto
ehe
per
esser
alquanto
lontano non
potevo
sentir
specificatemente
le
parole,
cominciai tremare
da
capo

piedi per
non
poter pi
soffrire il rimbombo di tante biastemmie
onde risoluto di
pormi
in
pericolo
dlia
vita,
volevo andare dove si cantava
(tu)tto inquieto
e
sdegnato.
Ma i
negri
dlia
miss(ion)e
ehe si ritrovavano
meco si
posero inginocchioni,
e tenendomi le
gambe m'impedirono, pregan-
domi ch'havessi
pazienza, sopportassi,
e non mi mettessi in tanto
pericolo
di
notte,
cosi
imprudentemente
e senza
speranza
di
poter
rimediare in
quelPoc-
casione,
ma ehe
sperassi
in
Dio,
il
quale
fr breve haveva da consolarmi col
farmene vedere felicemente il fine.
Andorono i
privati
dei R S.
Salv(ator)e per
informarsi,
e fatta
ogni
diligenza
non videro cosa
veruna,
ma hebbero
per risposta
dalla falsa S. An-
tonio,
ehe se il R voleva veder la
Borsa,
Pandasse veder
egli
stesso in
persona
nella
Corte;
altramente no* haveva da
(//. 300) daria,
n
mandaria,
ne mostraria nessuno.
Vi ando
per compiacere
al
R,
il d. emmanuele da Cruz
Barbosa,
ac-
ci colla sua autorit
operasse
e vedesse
qualche
cosa. M
questo
non solo
non vidde cosa
veruna,
anzi di
pi
f maltrattato dalla falsa santa con
pa-
role
improprie
e
scomposte;
et
invergognato,
f necessitato
fugirsene; perche
altrimente i
parenti
e amici dei
Chibenga
fautori delia falsa santa
per pre-
tenzioni di
Stato,
lo volevano uccidere.
Questa
fu la causa ehe
quella
mal-
vaggia
donna havesse tanto
applauso
e fosse tenuta
per
S. Antonio: la
pre-
tenzione di
regnare;
e dov'entra simil
pretenzione
s'accieca
ogni
mente,
ancorche
savia;
corne
pur
tante volte
coll'esperienza
s' veduto.
La falsa S.
Ant(oni)o doppo questo, sparse
nuova ehe la Borsa stava
riposta,
e
guardata
da
gPAngioli
nel sito
delPospizio
nostro,
in tal
modo,
ehe nessuno
poteva vederla,
n
saperla,
n
tampoco
andar in detto
sito,
sotto
pena
di lasciarvi la vita. D.
emmanuele, per
sodisfare a chi intieramente non
credeva esser tutte
queste pazze invenzioni, falsit,
et
inganni,
vi mando
alcuni
uomini,
acci facessero
ogni diligenza per
entrar nelPistesso sito. An-
dorono costoro di notte in S.
Salv(ator)e
senza ehe nessuno se
n'accorgesse:
et entrati nel
luogo prefisso, cercarono,
e ricercarono da
pertutto,
e nulla
trovorono. Siehe senza ehe n meno se
n'accorgessero quegli
di S.
Salv(ator)e
ritornorono con non altro in
mano,
senon col
segno
solo dlia loro
andata,
e
diligenza
fatta
puntualmente.
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NAZIONALISMO E RELIGIONE NEL CONGO ALL'iNIZIO DEL 1700 489
Terminate
final(men)te (tu)tte queste diligenze
ancor ehe
superflue,
e
vane,
il d. emmanuele mando dire chiaramente ai
R,
ehe
quanto
si diceva
circa la
borsa,
era
(tu)tto falsit,
senza
punto
affatto di verit. Che
per egli
dovesse discendere in
ogni
modo dal monte del
Chibango,
e con
(tu)tta pres-
sa
(28), perche
altramente
facendo,
senza fallo veruno
perdeva
il
regno;
es-
sendo ehe la falsa S. Antonio vie
pi
stava
ingannando
e sollevando il
po-
polo, imperoche
si era
(//.
300
)
voltata dalla
parte
di
Kimpanzu,
di cui
stirpe
era il
Chibenga,
i fratelli del
quale,
e
parenti
stavano uniti nella
Corte;
gPAmbasciatori,

missionarij antoniani,
chiamati
Antonij piccioli,
erano an-
dati
per ogni parte,
fine
d'ingannar
i
popoli,
e
moltiplicar gente, egli
dun-
que
non doveva badar ad
altro,
ehe discender dal
monte,
se voleva
esser R.
Quando
il R udl colle
proprie
orecchie intuonarsi
quelPantifona
dal
messo dei suo Malilumbu
(29)
sia
maggior
duomo d.
emm(anuel)e,
non
burlo connatre volte haveva
fatto,
ma da dovero si
pos'all'ordine per
di-
scendere.
Preparandosi per
all'uso
loro, giche
era la fine di
(dice)mbre,
lasci terminare
quelPanno.
Fratanto, perche
le nuove de
sognati miracoli,
e
castighi
delia falsa
S.
Ant(oni)o
andavano volando da
per tutto;
ed chi haveva dato un ca-
stigo,
chi un
altro,
anche con farli convertir in
bestie, per
non
havergli
voluto
obb(edir)e.
Vedendo ehe nulla
facevo,
n col
piacevole
n col
rigoroso,
per
non haver 'altro
rimedio, pigliavo
il
negozio
burla. Mi lamentavo dun-
que
con
quei negri
ehe la loro
santa,
la
quale
haveva minacciato volermi far
andar in
pezzi per Paria,
haveva
gi
cominciato a farmi
sperimentare
il suo
sdegno rigoroso. Consegliavo poi
ironicamente ancor
loro,
ehe
gPobbedis-
sero in
(tu)tto,
e
per (tu)tto,
acci non
gli
succedesse il medesmo e
peggio.
Seguitando
alPistesso
modo, quando
vedevo il
R,
altri
sig(no)ri gli
salu-
tavo con una
risposta,
che facevo ad una esclamatoria
interrogazione,
ehe i
settarij
facevano in Iode delia lor
santa,
concernente alla sconcertata restaura-
zione di
Congo;
e dicevano cosi: se non era S. Antonio corne havevamo
da fare? A chi mi chiedeva confessione
gli rispondevo
ch'andasse chieder
licenza S.
Antonio, perche
non volevo confessare contro la lei
volont,
e discostarla acci mi mandasse
qualche
altro
castigo;
et altre simili burle.
(//. 301)
II R con altri si
scusavano, dicendo,
ehe non conoscevano
tal santa ne la credevano
per tale; sapevano
sibene essere donna
malvaggia;
e si
dichiaravano,
ehe loro erano cattolici. Io
per per maggiormente
irritarli
contro di
quella,
vie
pi
me ne
burlavo;
rispondendogli,
ehe non havevo
(28) Cio con tutta sollecitudine.
(Zy)
Malilumbu
(maggiordomo)
o Mani-Lumbo sarebbe stato il
Capo (o Mani)
del recinto reale
(lumbu)
e
quindi
colui che
presiedeva
al cerimoniale e ad altre
funzioni di Corte.
5
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490
TEOBALDO FILESI
da dar
sentenza,
se loro erano
cattolici,

n,
insino vederne l'ultimi
(stc')
fine,
il
qule veduto,
havevo da dire diffinitivamente
quello
ehe
erano,
ma
per
allora non
potevo
dirlo con verit certa.
Entrato l'anno 1705 andai missionare nel Ducato di Sundi il
prin-
cipio
del mese di
Gennaio; parte per
esser infastidito de tumulti delia falsa
S.
Antonio,
e
per
mostrare di non fame
conto; parte per
andar soccorrere
quelle povere
anime. * vero
per,
ehe il R m 'haveva fatto
intendere,
ch 'haveva da communicarmi un
negozio
di
gravi importanza qual'era
la
discesa dal
monte;
sebene
per
aleuni vari
rispetti
non mel'haveva
dichiarato;
ma, credendo,
ehe mi burlasse come haveva fatto altre
volte, parti]
contro
la volont sua.
Non f vana
questa
mia
risoluzione, perche
arrivato
Sundi,
di l
pochi giorni
v'arrivo anche l'Antonio
piccolo
mandato dalla falsa S. An-
t(oni)o:
il
quale per, per
ritrovarmi io
cola,
non f ricevuto. Anzi
quel
Duca di Sundi non volse vedere nmeno il suo
Cap(ita)no
G(enera)le
ehe
gPhaveva portata
la
nuova,
senza esser io il
primo
riceverlo. Lo ricevei
con una buona
riprensione,
e
poi
lo ricev anche il
Duca,
il
q(ua)le
col suo
Interprete,
e
secr(etar)io
d. Michle Laines de
Paqua,
et altri buoni cri-
stiani,
diedero
grazie
al
Sig(nor)e
d'essermi ritrovato l in
quelPoccasione.
Perche dicevano
loro,
ancorche conoscessero esser mere
falsit,
diaboliche
pazzie,
et
inganni
le cose delia falsa S.
Antonio,
ch'havevano udito esser
S.
Sal(vador)e,
ad
ogni
modo non havriano
potuto
ritenere la corrente del
popolo,
se io non mi ritrovavo l. Dicevano
per
altro bene
perche
il Du-
cato di
Sundi,
stava
quasi (tu)tto
dalla
parte
del
Chibenga,
se non
per
ade-
renze,
almeno
(//.
301
v) per
la casa
Chimpanzu,
da cui discendevano. In-
fatti donde era
passato
l'Antonio
piccolo
haveva
gi
il
popolo
cominciato
cadere;
corne
poi sperimentai
mie
spese.
Stando missionando
Sundi,
il R mi mando un corriere
pregandomi
ehe ritornassi
presto perch egli
era
gi
disceso dal monte del
Chibango,
e
si ritrovava in
campo. Risposi
ehe mi
rallegravo
dlia sua
discesa,
e ehe
volentieri havevo da ritornare
quanto prima.
Volsi
per
far la Pasca
Sundi;
e
poi, per
dar il
tempo
a
tempo,
andai missionare nel Ducato
d'Imbata
(30):
si
per
soccorrere
quelle anime,
si
per
vedere
quel
ehe si
passava, giche
nel Marchesato di
Pango (31)
non fui
ricevuto,
anzi fui co-
stretto
fuggirmene
di notte. Finita
poi,
overo data
per
finita la missione
(30)
Imbata
=
M'bata o
Bata,
ducato o
provncia
ad est di San Salvador
(cfr.,
L.
Jadin, op. cit., p.
22 e
passim).
Delia
provncia
di Bata si
trovano,
tra
l'altro,
descrizioni in Pigafetta
(op. cit.,
Libro
I, pp. 36-38)
e in P. Cavazzi
(op. cit.,
Libro
,
.
10, pp. 5-6).
(31) Pango

Mpangu,
marchesato a nord di San
Salvador,
tra Sundi e
Bata,
a
cavallo del fiume Inkisi. Di esso era stato titolare Antonio I
prima
di salire al trono.
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NAZIONALISMO RELIGIONE NEL CONGO ALL'iNIZIO DEL 1700 491
dove stava un
duca,
andai con
pace
dove stava Paltro
(erano
duoi alPora i
duchi
d'Imbata,
o
pretensori
di
quel Ducato;
uno de
quali giovane
morl
nel suo letto di l un mese in
circa, doppo
haverlo casato
(32); Paltro,
ch'haveva d'et circa
cinquant'anni
e
piu,
ehe non volle
casarsi,
f ammaz-
zato
per tradimento, quando
ando
per
investir
(33)
il
luogo
dove era stato
quelPaltro gi
morto. Morti
questi duoi,
ne saltarono fuora tr o
quattro,
Puno contro Paltro. La causa di
(tu)tti questi
imbarazzi si era la mancanza
del R in s.
Salv(ator)e.
Stando
dunque
col secondo
Duca,
il R mi mando
un'altro
messo, pregandomi
al modo di
prima,
ehe ritornassi
presto, perche
lui non haveva da muoversi senza di me. Ritornai
per
il mese
d'Agosto,
e
trovai ehe il
Chibenga
con suoi
fratelli,
e
parenti, per
non obbedire si erano
dichiarati rebelli
scopertamente.
Discese da
Chibango
il R 24 di
Feb(brai)o
del 1705. Ma
prima
di
porsi
al
camino,
visito la
Chiesa, pregando Dio,
e raccomandandosi alla Ma-
donna,
al P. S.
Fran(cesc)o
et S.
Antonio,
acci Io
difendessero,
e
proteg-
gessero
in si rdua
impresa.
L si
protesto
ehe non
partiva
dal
Chibango per
obbedire alia falsa S.
Ant(oni)o perche (//. 302)
non la conosceva
per
buona
donna;
ma solo scendeva
per
andare restaurare il
regno,
rialzare le Chiese
dirute,
e ristabilire la Fede di Giesi
Christo;
confidato
per
nel favore
divino,
e nella
protezione
delia
Madonna,
di S.
Fran(ces)co
e di S.
Antonio,
suoi
principal! avocati, prese
finalmente il crocefisso dalPaltare
per portarlo
seco. Fatte
queste pie
e
publiche demostrazioni,
nulla stimando Ia
pioggia,
si
pose
in
viaggio,
e caminando una buona
giornata,
arriv in un
luogo
fortificato
dalPacqua
et
alberi,
chiamato
Mulumbi,
donde erano
partiti gli
suoi vassalli detti nel
principio,
e l vi
piant
le
tende, aspettando
al-
Pob(edienz)a pii
d'un anno il
Chibenga
con suoi
fratelli;
m nessuno di
loro
comparve.
Affaticandosi il R
per
ridurre
alPob(edienz)a
il
Chibenga,
io ehe tenevo
Pospizio
fr
Puno,
e
Paltro,
ero tenuto in
sospetto
e
gelosia: perci
ambiduoi
m'accarezzavano con
parole buone,
e con
qualche regalo
dei
paese.
II Chi-
benga
sotto
specie d'amieizia,
e
piet m'inquietava
ch'andassi a S.
Salv(ador)e
per
soccorrere
quelle
anime colPamministrazione de
sacramenti, principal-
m(ent)e
e il
Battesmo,
et altri
esercizij
di
piet.
Havevo certo
gran compassione
di
quelle povere
anime.
Ma, posta
da
parte
la
proibizione
di
pormi
in
qualche
occasione di
pericolo,
et imba-
razzi de
Negri
fattami da
superiori,
in verun modo mi conveniva d'andarvi
per
moite
ragioni:
m
principalmente.
Prima
perche
il Re
poteva
far male
alPospizio,
e
questo importava poco. Secondo, perche
andando in S. Salv-
(32)
Casato nel senso di averlo unito in matrimonio.
(33)
Investire nel senso di attaccare.
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492
TEOBALDO FILESI
(ator)e
havevo da ostare
{M)
la lor falsa S. Antonio con
(tu)tte
le
forze,
e fuor di
tempo;
di
qu
haveva da nascere
qualche traggedia
fra
me,
la
falsa
santa,
e suoi
seguaci,
la
quale
non haveva da terminre senon in un
bisbiglio, (35)
e totale sconcertamento di
quel povero Regno. Terzo, perche
potevano
fare un'altro
R,
non mancandovi altro in S. Salvatore
per farlo,
senonche io
solo,
essendo ehe
(tu)tti gPaltri (//. 302v)
ministri necessari
per
tal funzione stavano
l;
et ancorche io m'havrei fatto
tagliar
la testa
pi
tosto ehe acconsentire in un
negozio
tanto
per(r)nicioso
alla
giustizia,
et alla
pace commune,
con
pregiudizio
anche immenso delia Fede Cattolica: ad
ogni
modo
potevano
farlo con
stratagemme ingannose;
senza ehe io me n'accor-
gessi,
se non
doppo
fatto.
Il R
ancora,
vedendo ehe trattavo col
Chibenga
suo
nemico,
oitre i
regali
del
paese
di
poo momento,
mi mandava il vino di
palma, coperto
con corone di
foglie
di
palma stessa;
onore ehe l non si f nessuno,
Mostravo di
gradire
il
vino,
ma non la
corona;
onde Io
pregavo
non man-
darmela
pi,
contentandomi solo delPonor del vino. Ma
perche seguitava
mandarmela
pi, magnificando quelPonore
ehe
pretendeva
farmi,
una
volta
gli risposi
ehe non era molto onore mandare un
regalo
di vino
coperto
con corone di
foglie,
o d'erbe
me,
ehe
speravo
nel favore divino e nella
clemenza del
Sig.
Santo
Papa dargli
e
porgli,

pure operare
ehe
per
altro
capuccino
corne me
gli
sia
posta
una corona d'oro in testa col scetro in
mano.
Parlo de
regali
et
onori, posto
ehe di
poo
momento,
et onori di
paglia;
ma nulla dico dlie
afflizzioni,
et altri malanni. Basta dire in una
parola
ehe stavo fr Pincudine et il
martello,
e se ora ero il
padre,
il
primo
con-
sigliere,
e Pintimo amico dei
R,
di l a
poco
andavano le
lingue
cattive,
dlie
quali (tu)tto
il mondo n'
pieno,
e
gli dicevano,
ehe
facevo,
ehe
dicevo,
e trattavo col
Chibenga
voltandomi dalla lui
parte.
E'
vero,
ehe trattavo col
Chibenga;
ma
questo
ero
obligato
farlo
per pi raggioni: prima perche
non trattando con lui venivo dichiararmi
suo
nemico,
e
questo,
oltre alPesser d'ammirazione
36)
e scandalo
(//. 303),
poteva
farmi
gran maie,
tanto
pi
ehe lui stava colla falsa S. Antonio. 2:
mi conveniva starmene
indifferente,
come
padre;
e non havendo
potuto pa-
cificarli tra di
loro,
non dovevo voltarmi contro Puno e difender
Paltro;
ma
pi
tosto
finger
di non
saper
le
raggioni principali
dlie loro
pretenzioni,
et
inimieizie;
e cosi lasciar ciascheduno nel suo
stato, giche
non
potevo
far altro.
(34)
Ostare dal latino obstare cio
opporsi
.
{35)

Bisbiglio
vuol
signihcare
in
questo
caso
sommossa, solievazione, protesta
.
(36)
Vale a dire oltre a destar
meravigha
.
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NAZIONALISMO E RELIGIONE NEL CONGO ALL'iNIZIO DEL 1700 493
N
questa corrispondenza
ehe col
Chibenga
tenevo era secreta. Ansi
spesse
volte m'ero dichiarato col
R,
et in
secreto,
et in
publigo,
ehe mi
conveniva d'haverla
per
sodisfare ai mio officio di missionrio
apost(oli)co,
e
d'Angelo
di
pace,
essendo anche
padre sp(iritua)le
d'ambiduoi dovevo
abbracciarli come miei
figliuoli spirituali.
N havevo
Pord(in)e
d'inoltrarmi
pi
avanti fr loro
negozij,
e
pretenzioni.
N
tampoco
il
Papa
m'haveva
mandato nel
Congo per
il
Chimpanzu
solo
(ch'era
la
parte
del
Chibenga)
n
per
il Chimulaza solo
(ehe
era la
parte
del
R),
ma
per (tu)tti gli
Con-
ghesi indifferentemente,
e senza
cargo (37)
assoluto di far la
pace
tr
preten-
sori del
regno.
L'assicuravo
per ehe, giche egli
havevo trovato esser
stato acclamato R di
Congo, per quanto
era da mia
parte,
insino alla
morte,
egli
e non altro haveva da esser R. e se
pure
i rebelli ne facevano
un'altro,
egli,
e non
quelPaltro
havevo da riconoscere
per
R.
Il
povero
R davasi molto
per
sodisfatto
queste
e
simiglianti
mie
raggioni;
ma
poi
venivano i seminatori di
zizanie,
ehe
per ogni parte
si
sforzavano di seminarle. Anche
quegli,
da
quali speravo,
ehe si seminasse
buon fromento.
Egli per,
mai si lamento di me
apertamente,
et in
partico-
lare: tanto
pi ehe, posto mangiava
il
pane
di
zizanie,
e
perci sospettava,
nol credeva
assolutamente; mentr'egli sapeva bene,
ehe
quando
scrivevo al
Chibenga,
lo stimulavo contro la falsa santa e
(//. 303v)
Pesortavo alPob-
b(edienz)a
sua. devo dire
per conclusione,
ehe Iddio
benedetto,
il
q(ua)le
permise,
ehe stassi l
solo,
abbandonato anche da
superiori,
e
privo d'ogni
umano soccorso
per spazio quasi
di nove
anni,
et anni
calamitosi, egli
stesso
mi
proteggeva,
e difendeva nelle occasioni.
Passato Panno del
1705,
vedendo il R ehe non vi era modo
per
ridurre
alPobb(edienz)a
il
Chibenga
con suoi
fratelli,
ansi vie
pi
s'andavano osti-
nando,
determino andar
pi avanti,
et avicinarsi un'altro
poco
S. Salv-
(ator)e.
Panno
dunque
del
1706,
il Giovedl Santo
paru
da
Mulumbi,
et il
sabbato
s(anto)
ando
piantar
le tende
sopra
il colle
d'Evululu,
una
giornata
lungi
da S.
Sal(vator)e.
L vi stiede tr anni
per
sforzarsi di ridurlo al-
Pobb(edienz)a, promettendogli
sicuro il
perdono,
e
protestandogli
ehe in
nssun modo voleva far
guerra imperche per
le
guerre
continue il
regno
loro stava
gi destrutto,
e destrutta anche la Fede. N i
Conghesi
volevano
pi imbarazzi, fatigati gi pur troppo
di stare come bestie ne
campi
e ne
boschi:
oltraggiati, assassinati, spogliati, venduti,
e trucidati i loro
parenti,
mogli
e
figliuoli per ogni parte.
Non si facesse
per
tanto
ingannare
dalla
falsa S. Antonio, ma si
ravedesse,
e
gli
andasse chieder la benedizzione
col
rendergli Pobb(edienz)a dovuta;
ehe
volentieri,
e di
(tu)tto
cuore
glie-
Phavrebbe data. Il
Chibenga per.
il contrario vie
pi
indurito con
suoi,
ansi da
suoi,
non solo non
obbediva,
ma se la rideva con
insolenza,
se ne
(37) Cargo
=
incarico.
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494
TEOBALDO FILESI
faceva scherno et
opprobriava (38)
il
R, instigandolo
al
sdegno,
et alla
guerra.
La falsa S. Antonio non cessava fratanto
d'ingannare quei
ehe stavano
S.
Salv(ator)e.
Sono
indegni
certo d'esser riferiti
gli
suoi
spropositi,
e
pazzie. gl'ho
relatati
pure
con mia
vergogna,
e
gli relato,
si
per
esser fedele
nella
promessa
e verdico nell'intiero ancorche succinto
racconto;
corne
anche, acciche,
colPocchio delia
compassione
veda chi
deve,
e
per
officio

obligato
vedere la misria
deplorabile
di
quelle povere genti prive
di
giudizio,
e di
discorso,
senza dottrina et altri aiuti
(//. 304) spirituali: questo
per
le loro misre
pazie {?),
e
per
la
gran scarsezza,
e mancanza
d'apostolici
missionarij
et altri minis tri
spirituali.
Poveri
figliuoli
delia chiesa Romana
dati in
preda
e
trapazzati
dalla fame e sete
spirituale.
La falsa S. Antonio
dunque
era donna
negra
di
Congo,
chiamata Chim-
pa vita,
e nel battesmo Beatrice.
Costei,
com'ella disse nella
privata
abiura-
zione,
ehe
poi
fece all'infelice fine di sua vita
(posto
ehe non fosse
degna
di
fede) quando
era
ragazza, spesse
volte
gli comparivano
duoi bambini
bianchi,
ehe con
rosarij
di vetro in
mano,
scherzavano con essalei. Si fece
doppo concubina,
sia
moglie
di contratto di duoi uomini
(credo per
successiva.te)
i
quali
non
potevano
vivere
quieti
con ella
per
esser
superba.
F anche
Nganga
marinda
(39), cio, sacerdotessa,
o medichessa d'una certa
superstizione,
fattucchieria chiamata
Marinda,

pure
demnio chiamato
con tal nome.
In occasione
poi,
ehe il R non volse darmi nelle mani la vecchia
accennata di
sopra per
nome
Apollonia,
ed alla
paesana Maffuta,
da
per
se,
sollevata da
qualche persona
si finse esser S.
Ant(oni)o
nel modo detto
di
sopra,
e
perche
forse haveva udito
qualche
sermone di S. Antonio in
portughese,
ehe stava nelle mani di
qualche bagattello i40) negro,
ehe
sapeva
leggere alquanto, per
farsi
largo
et essere
creduta,
cominci lodarlo con
molti e
superstiziosi propositi, comparandolo
con S.
Alessio,
ehe lasci la
moglie per
servir
Dio,
dando
per
S. Antonio
sempre
il
primato
nella
virt e nella fortuna al conversar ehe faceva col suo
compagno
S. Alessio.
Gli
spropositi,
ehe diceva
sopra questi
duoi santi non
gli s, perche quelli
ehe me li raccontavano non me li
sapevano
dichiarar
bene;
n loro
gl'inten-
devano,
et havevano
vergogna
e timor di
parlare.
(38) Opprobriava
certamente derivato da obbrobrio e deve
quindi
inten-
dersi
ingiuriava
.
(39)
Vedasi al
riguardo
la
precedente
nota 18. Marinda era
dunque
il nome
di una setta feticista dlia
quale
Donna Beatrice era sacerdotessa o ministro.
(40)

Bagattello

potrebbe
derivare da
bagattella
o
significare quindi
uomo
di
poo
conto .
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NAZIONALISMO E RELIGIONE NEL CONGO ALL'iNIZIO DEL 1700 495
Nell'istesso
tempo
cominci dire contro di me e confermando
(tu)tto
ci ch'haveva detto la
vecchia,
animava i
negri
star
allegramente, perche
ancor loro havevano
santi,
come noi
gPhabbiamo,
e non volevamo ehe
gl'havessero (//. 304v)
ancor loro. Disse contro il sommo
Pontefice,
contro
i sacramenti della
chiesa,
e non era arnica della
croce,
come
dissi,
ne
voleva,
ehe si
pregasse
altro santo ehe lei sola.
Mostravasi anche nemica de
vizij, superstizioni, fattucchierie,
et altre
cose
simili,
le
quali (tu)tte abbruggiava
insieme colle croci.
Queste
demo-
strazioni contro
gli vizij,
e
fattucchierie,
servirono
d'argomento
col
quale
i
negri argomentavano
esser santa.
Volto anche la salve
reg(ina)
in
spropositi tali,
ehe non s se devo chia-
marli diaboliche
pazzie,
overo esacrande biastemmie. Ne riferir alcune
parole
benche
indegne, disordinate,
e senza connessione veruna.
Salve voi
dite,
e non
sapete
il
perche.
Salve
recitate,
e non
sapete
il
perche.
Salve
bastonate,
e non
sapete
il
perche.
Iddio vuole
l'intenzione,
l'intenzione Iddio
piglia.
Nulla serve il
casamento,
l'intenzione Iddio
piglia.
Nulla serve il
battesmo,
l'intenzione Iddio
piglia.
Nulla serve la confessionc.
l'intenzione Dio
piglia.
Nulla serve
l'orazione,
l'intenzione Dio vuole. Nulla
servono
l'opere buone,
Pintenzione Iddio vuole. La Madre et il
figlio
nella
ponta
di
ginocchio.
Se non era S.
Antonio,
come havevano da fare? S. An-
tonio il
pietoso,
S. Antonio il rimedio
nostro,
S. Antonio il restaura-
tore del
regno
di
Congo,
S. Antonio il consolatore del
regno
del cielo.
S. Antonio lui la
porta
del cielo. S. Antonio tiene le chiavi del cielo. S. An-
tonio
sopra gl'Angioli,
e la
vergine
Maria. S. Antonio lui il secondo Dio...
et altri molti
spropositi
i
quali
non
gli
s.
Mi dissero
per
i
negri
ehe era assai
lunga
e mai si finiva di
cantare,
perche sempre
vie
pi
andava
crescendo;
ora dicendo con
sproposito,
et
or
per
altro.
Era
per
cosa ammirabile il veder la facilita
(//. 305)
con ehe i
negri
grandi
e
piccioli,
uomini e donne
l'imparorono,
e nell'istesso tuono col
quale
la cantava la diablica
santa,
l'andavano cantando
per
le
strade, per
le
campagne,
e
per ogni parte.
Volto di
pi
l'Ave
Maria,
ma dlie
parole
non me ne
ricordo, per questo
non ne
parlo.
La sollecitudine ch'haveva
sopra
la discesa del
R,
et andata in
Congo;
le false
profezie,
le minaccie
spropositate, gl'Antonij piccioli spediti per
(tu)tte
le
parti,
et altre cose
gi
restano dette. Dir alcuni
spropositi
di
quegli
ehe
faceva,
et
insegnava
in S.
Salv(ator)e,
dove con
ampla
ansi sfre-
nata
libert,
et intiera
impunit
s'avanzava
spropositare
senza
ritegno
veruno.
L
dunque
diceva ehe insino
quell'ora
non vi era R di
Congo:
ma,
uniti
(tu)tti gli pretensori
nella
chiesa, quello
cui nella
porta
se
gli
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496
TEOBALDO FILESI
metteva dalP
Angelo
la corona in
testa,
ch'haveva da venir dal
cielo, quello
haveva da esser il R di
Congo.
Perci
quei
delia casa
Chimpanzu
e Chi-
benga,
facevano a
gara per ossequiarla,
Ia
quale final(men)te
si dichiar
dalla
parte
loro voltando anche
gli
suoi
seguaci
a loro favore.
Diceva,
ehe Gies Christo
nacque
in S.
Salv(ator)e,
ehe era
Betlemme;
f battezzato
Sundi,
ehe era
Nazaret,
e si Gies Christo con la
Madonna,
come anche S.
Fran(ces)co
hebbero
l'origine
in
Congo,
di
stirpe
de
negri
(Parlo
pi chiaram(en)te
ancorche con orrore dlia
penna
istessa),
S. Fran-
(ce)sco nacque
dlia
stirpe
del Marchese di
Vunda,
e la Madonna Madre di
Gies
Christo,
hebbe
l'origine
da una
schiava,
o serva delia Marchesa
Nzimba
npanghi.
Insegnava
ehe
gPuomini
bianchi hebbero
origine
da una certa
pietra
bianca
molle,
chiamata fuma e
per
ci sono bianchi. I
negri
1'hebbero da
un'albero chiamato
musanda,
delia
scorza,
corteccia dei
quaPalbero eglino
ne fanno
corde,
e
panni
da
cuoprirsi,
e
vestirsi,
e
perci
sono
negri,
o dei
colore di detta scorza.
Da
questo (//. 305v) nacque
l'invenzione ehe fece di certe cose
quali
chiamava
corone,
fatte di scorza dell'istesso albero Musanda.
Quegli
ehe
portavano
in testa le dette corone erano i
pi segnalati amici,
e suoi
privati,
o fautori e
pi gravi, (41),
come il
Chibenga,
il
quale
1'haveva
maggior
di
(tu)tti gl'altri,
i suoi
fratelli,
et altri uomini
pi principali;
le donne non
le
tenevano,
ecceto lei. Faceva
portare queste
corone in
testa,
si
per segno
d'esser
antoniani,
si
perche sperassero
con tal
segno,
livrea o bandiera
ripor-
tar vittoria contro il
R,
chiamando ne
yari (42),
cio la
piet
dlia loro
falsa S.
Ant(oni)o,
e stabilirsi nel
regno:
anche
perche
senz'altro studio o
fatica,
havevano da diventar
dotti;
e chi haveva da esser
prte,
chi
frate,
e
chi vescovo. di
queste
corone ne faro un sbozzo nel fine delia
presente
relazione.
Voleva anche cominciar fare dlie
monache,
ma
perche gli
lei
compa-
gni, ministri, antonij piccoli,
et
angel
custodi andavano attorno aile ra-
gazze,
ehe haveva cominciato
congregare, quelle
lo dissero aile madri
loro,
e cosi il
negozio
si disfece.
Profetizzava,
ehe
quei tronchi,
donde s'erano
tagliati gl'alberi
in S.
Salv(ator)e per ripopolare
la
Citt,
restati colle radiei in
terra,
s'havevano
da convertir in
oro,
et
argento.
Che sotto le
pitre
vi erano anche mine
d'oro, argento, pitre preziose,
e vi stavano
riposte
altre
ricchezze,
corne
diversit di
panni, sete,
et altre cose rieche de bianchi.
(41)
Gravi sta
per important!.
(42) Questa parola
ehe vuol
signiheare
misericrdia si trova trasentta in
vari modi: P. Bernardo da Gallo scrive
Yari,
P. Lorenzo da Lucca
Sari,
Iari
,
Tari .
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NAZIONALISMO E RELIGIONE NEL CONGO ALl/lNIZIO DEL 1700 497
Per
fargli
credere ci nascostamente fece
sepellire denari,
cio certe
lumachine di mare
(43)
in diversi
luoghi
della destrutta
catedrale;
e
poi
publicamente assegnava
i
luoghi
de
nascondigli,
e faceva cavare le dette
lumachine,
acci vedessero ehe diceva la verit.
Quando
andava alla
chiesa,

per predicare

per
fare altri
esercizij
detti
spirituali,
cantando la salve
antoniana,
saliva
sopra
la
pradella
del-
Paltare: usciva
poi (//. 306) processionalmente
dalla
porta
della
sacrestia,
et arrivata avanti la sua
capanna,
s'accostava ad un
arbroretto,
ehe l
stava,
e
(tu)tti gli
basciavano i
piedi.
Quando mangiava, quei signori gli
tendevano le falde delle
cappe,
invece de
mantili,
mensali: e beato era
quello,
ehe
poteva mangiar qualche
boccone
datogli
di sua
mano,
metter in bocca
qualche fragmento,
ehe
gli
cadeva.
Quando poi beveva, per
sotto
coppa gli porgevano
le
mani;
e
cascando
qualche gocciola d'aequa,
vino di
palma per
arte o
per
accidente,
lo bevevano
per
devozione.
Le strade ehe conducevano alla sua
capanna,
insino alla
porta,
le
spaz-
zavano le donne
principali,
come la
moglie
del
Chibenga,
et altre
pi gravi.
I
poveri negri nati, cresciuti,
et invecchiati tra le
paglie,
boschi,
e
selve; pi
rozzi dell'istessa
rozzezza,
e
pi ignoranti
delPistessa
ignoranza,

segno ehe, quando
in S.
Salv(ator)e
viddero
quelle
chiese
dirute,
molti
non
sapevano
deeidere se fossero state fatte
per opra
umana,

pure
venute
dal
cielo,
vedendo i santi della loro
nazione,
e non
sapendo
ehe cosa si
fusse
santo;
subbito li
ricevettero,
e si
sottoposero
loro
insegnamenti.
Ne la falsa S. Antonio
parlo
nel
principio
tanto
scopertamente
ehe non
cuoprisse
le sue
menzogne
con
qualche velo,
almeno
trasparente,
atto
per
ad
impedir
la vista di
quei
miserabili, quali
havendo udito
pi
volte alla
sfugita
le verit
cristiane,
e non
intese,
credettero
poi,
ehe i
sogni,
le
chimre,
e diaboliche
pazzie
della lor
santa,
fossero
semplici verit,
ancorche
non intendesscro ci ehe si diceva. Ansi il
maggior colpo
f non
intenderia,
imperoche, parendogli
ehe dicesse cose
alte,
trascendenti alla corta
capacita
loro,
restavano ammirati delle lei
dottrine, minaccie,
e
profezie.
Altri dicevano: Che i Padri
missionarij predichino Pevangelio,
et inse-
gnino
noi moite cose della
Fede, questo
non
molto, perche
loro studiano
bene
(//. 306v)y
e
poi
non
predicano
se non
quello
ch'hanno
imparato.
Ma
ehe una donna
semplice
et
idiota,
senza studio veruno e senza esser venuta
ad
imparar
nella
chiesa, predichi
e dica
cose,
che ne meno si
possono
intendere,
se non in
parte, questo
ammirabile! Veramente S. Antonio
venuto dal cielo! Cosi
discorrevano,
fr
gPaltri, quegl'ignoranti
maestri
siano
Interpret! loro,
stimati da
quella gente,
come loro dottori.
(43)
Si tratta delle lumachelle di mare o zimbu o nzimbu
,
raccolte nel-
l'isoletta di Luanda e usate corne moneta corrente nel
Congo.
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498
TEOBALDO FILESI
Alla
rozzezza,
et
ignoranza
de
Negri;
all'amor dlia
propria nazione;
al
desiderio di veder ristaurata Ia
ptria destrutta;
alPambizione di
regnare;
alPesser io solo tra lor
tutti;
ed alle diaboliche sciocchezze delia falsa S. An-
tonio e
d'altri,
corne anche alPautorit
degli Interpreti
non molto miei
amanti,
per havergli
levato il lucro non necessitando de loro uff
ici), s'aggiunse
la
facilita di
quelle genti
alla
superstizione per
mancanza di
dottrina;
e chi
dato
qualche poco
alla
superstizione,
facilmente crede
ogni cosa;
come tal
volta si vede anche fr bianchi
giudiziosi,
e molto
pi
fr le
donnicciuole,
come s
per isperienza,
colla
quale potro
ben
provado.
Prego pertanto
Ia
piet
di
quelli,

quali capiteranno questi fogli,
ehe
non si scandalizzino di
quella povera gente
di
Congo
molto
ben'affetta,
et
inclinata alia nostra S. Fede: m
pi
tosto si muovano
compassione
delle
miserie loro: tanto
pi,
ehe come si
dira,
mostrarono alla fine esser veri
cattolici,
ancorche
ignoranti.
Non duro molto la felicita
sognata dagPAntoniani,
e la santit dlia
falsa S. Antonio:
imperche prima
di
compire
duoi anni
intieri,
diede ne
scogli degli infortunij,
e subito si disfece. Pultimo tracollo fu: ehe havendo
la falsa S. Antonio costume di morire
ogni venerdi,
andando in Cielo
desinar con
Dio,
e
patrocinar
la causa de
negri
suoi
seguaci, particolarmente
la firmezza dlia ristaurazione di
Congo,
e
dopo
resuscitava il
sabbato, gPoc-
corse un'irremediabile
infortnio,
il
quale

questo.
Gi dissi nel
principio, ehe, per
far bene l'ufficio suo
(//. 307) dispenso
quelle minuzie,
ch'haveva ad
esempio
de
missionarij;
adesso devo
dire,
ehe
ad
esempio degl'istessi missionarij,
voleva osservar
castit,
et esser tenuta
per
casta. M
perche
haveva un
compagno,
ehe si chiamava
Angelo
suo
custode,
due volte abort!
per
forza. Non
potendo
abortir Ia terza
volta, per
dar
qualche
rimedio e
cuoprir l'errore, giche
non
poteva disfarlo,
cominci
predicare,
ehe voleva andar in Cielo: con
questo per,
ehe non haveva da
ritornar di l cosi
presto,
com'era costumata: m
per patrocinar
Ia loro causa
con
dio,
e trattar bene
gli negozij loro, gPera
necessrio trattenersi cola su
molto
tempo.
Esortati
dunque
vivamente i suoi
seguaci
alia
pazienza
nelle
tribulazioni,
al
coraggio
et alPinvitta constanza nella sua Fede insino alia
morte;
Invece d'ascendere al
cielo,
discese dal monte di S.
Salv(ator)e
se-
cretamente
per fugirsene
altrove: andossene fr le
paglie,
e fieni
per
partorire,
e
partori
un
maschio,
ed eeco ehe di
quest'occasione
si servi la
Providenza divina
per porger
Pultimo rimedio ai tutto.
L'anno del 1706 il Duca di Bamba e Ia
Regina
vecchia di
Congo 44)
mandorono Ambasciatori ai
R,
i
quali passando per
Ia falda dei monte di
(44)
La
regina
vecchia dei
Congo
era Dona Anna de
Leo,
andata
sposa
ad
Afonso II Afonso
(1667-1669).
Sostenitrice del clan
Kimpanzu
sara
spesso
arbitra
nelle lotte dinastiche dei
Congo.
Ebbe vita molto
lunga
anche se resta difficile fissare
1'et esatta. La sua data di nascita indicata ai 1625 e
quella
di morte ai 1710
(secondo
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NAZIONALISMO E RELIGIONE NEL CONGO ALL'iNIZIO DEL 1700 499
Chibango
nel
principio
di
Maggio,
udirono una voce di
bambino,
ehe
pian-
geva,
e
perche
le
paglie
siano fieni
grossi, per
esser molto alti e folti
facevano rumore: acci non si nascondessero
quegli,
ehe
portavano
il bam-
bino,
mandorono avanti una
spia,
la
quale gli
trattenesse con
parole
insino
al loro arrivo. Arrivati ehe furono
gli Ambasciatori,
trovorono la falsa S. An-
tonio,
ehe stava dando il latte al
bambino, un'uomo,
et una
negrina piccola,
ehe serviva la falsa santa.
Dimandorono
dunque alPuomo,
chiamandolo col suo
sopranome, Barro,
perche
era
partito
da S. Salvatore?
poiche
havevano
inteso,
ehe stava cola
per Angelo
custode di S. Antonio: e
per
dove
andava,
e chi era
quella
donna,
ehe seco menava con
quel
bambino.
Rispose
l'uomo ehe dicevano il vero
essere lui
Pangelo
custode di
{307v)
S.
Ant(oni)o,
ma ehe allora andava
in altre
parti,
e
quella
donna ehe seco menava
quelPistessa
era S. Antonio.
So Antonio?
ripigliorono gPAmbasciatori.
S. Antonio fr le
paglie
e fieni?
S. Antonio col bambino imbraccio
dandogli
latte
per quietarlo
dal
pianto?
Dinne
pure
di chi
figlio quel
bambino? di S.
Antonio, rispose PAngelo
custode, di S.
Antonio, replicorono gPAmbasciatori,
ma se S.
Antonio,
come fa
figli?
Di
quando
in
qua
S. Antonio ehe
religioso
di S. Francesco
ha fatto
figli?
Dinne
dunque
Pha fatto forse con te?
No, rispose
lui. Ma come
va
questo,
dimandorono
quegli. A, a, rispose Pangelo
custode sono
questi,
secreti
divini,
ehe non si
possono,
n devono scrutinare. O
malvagio
ehe
sei,
conclusero
gl'Ambasciatori,
o
malvagio
ehe sei! sono
questi
secreti divini
ehe non
devono,
n
possono
scrutinarsi?
Ol,
colle
sciab(o)le alzate,
dissero
loro servitori
prendeteli presto ambidue,
e vedremo se sono
santi,
e le
malvaggit
loro sono
imperscrutabili
secreti di Dio. e cosi ben
ligati
li
condussero al R in Evlulu.
Quando
intesi trovarsi
presa
Ia falsa S. Antonio
colPangelo
suo custode
in
potere
del
R,
molto mi
rallegrai,
dando
perci grazie
Dio.
perche
me
stesso havevo determinato il
fine,
ehe
gli
conveniva
fare,
mandai ad avisare
ehe non li facessero morire di fame: m cos
presi
li
guardassero
bene insino
alPultima risoluzione. Continuando io ai solito mio
fratanto, dicendo,
ehe
non havevo da
dichiarare,
se il R con suoi erano
cattolici,

pure eretici,
se
non
doppo
haverne veduta la
sperienza
colPultimo fine.
In occasione
poi,
ehe la fine del mese di
maggio
arrivorono con mia
grande
consolazione il Padre Lorenzo da Lucca et il P. Gio: Paolo da Tivoli
nelPospizio,
dove
stavo,
fine ehe
gli aggiutassi per poter
andar rifar
Pospi-
zio,
uno in Encussu
(45),
et Paltro in Mucondo
per ord(in)e
del P. Prefetto:
Jadin).
P. Bernardo da Gallo
d,
come
vedremo,
una data diversa ed attribuisce alia
vecchia
regina
un'et
piuttosto
fantasiosa.
(45)
Delia fondazione
delFospizio
di Encussu
(o
Enchus o
Nkusu),,
a nord-est
di San
Salvador,
e di Mucondo
(o Mocondo),
a sud di San
Salvador, parla pi
difu-
samente P. Lorenzo da Lucca nella Lettera Annua del
1706,
scritta
prprio
da Nkusu.
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500 TEOBALDO FILESI
ancorche
poi
detti
ospizij (//. 308)
non hebbero
sussistenza,
conforme
gi
havevo detto an tecen temente detti Padri e scritto al P. Prefetto
istesso; per
trattarli con amore e carit
quel poco
di
tempo
ch'havevano da
riposarsi,
et
aspettar
Poccasione
oportuna pel
desiderato soccorso: volsi andare un
poco
fuora
per procurare alquanto
di
vitto,
mentr'in casa non havevo
provig-
gione alcuna, contentandomi,
come solo ehe
ero,
di vivere alia
giornata.
L'amore verso i detti
Padri,
et
allegrezza
ehe hebbi in
vederli,
fu assai
grande;
tanto
pi
ehe erano trascorsi molti anni ehe non havevo veduto
capuecini.
Mi
valsi di
quelPoccasione,
et andai dove stava il d. emmanuele da Cruz Bar-
bosa
per
trattar con esso lui il
negozio
de
prigionieri;
essendoche, egli doppo
il R haveva il
potere
di condannare alia
morte,
e liberare. Parlando
dunque
dei
negozio,
mi disse ehe il R haveva determinato mandare Ia falsa S. An-
tonio al Vescovo
d'Angola
in Loanda.
Questa
determinazione fatta dal R non mi
piacque
in modo
veruno,
perche, poste daparte
molte altre
particolarit. Prima, perche
Ia falsa S. An-
tonio con
gran
difficolt
poteva
esser condotta in
Loanda, perche gPAnto-
niani,
ehe
per ogni parte
tenevano le
spie,
anche in casa del
Re, facil(ment)e
potevano tagliar
il
Camino,
e
ripigliarsi impunemente
la loro
santa,
con as-
sassinare
quegli
ehe la conducevano. Ma dato ehe fosse arrivata in Loanda
dove
pur
vi sono molte
impunit
circa la
povera
Fede:
Monsig(nor)
Ve-
scovo haveva da trattenerla in
Loanda,
l'haveva da rimandar in
Congo,

Thaveva da mandar in esilio altrove. Se la mandava in esilio altrove ecco
ehe haveva da verificarsi
apresso
de
Conghesi
ci ehe ella haveva
predicato;
questo ,
ehe noi bianchi siamo
invidiosi,
e non
vogliamo
ehe loro habbiano
santi,
come noi
gPhabbiamo:
e
per
ci il
Mon(signo)r
Vescovo haveva man-
data la loro stimata
per
S.
Antonio,
non corne esiliata altrove dalla sua
ptria
in
pena
dlie sue
sciocchezze,
ma inviata
Portugallo
onorevolmente corne
santa. Se la tratteneva in Loanda
facil(men)te poteva fugirsene (//.
308v
) pel
suo
paese.
Se
final(men)te,
ancorche corretta la mandava nel
Congo,
haveva
da esser
quest'ultimo
errore
peggio
del
primo: perche provava,
e confermava
la santit sua colPesser andata nella
presenza
di
Mons(igno)r Vescovo,
se
era
doppo
ritornata
gloriosa
nel
Congo, approvata per
santa e ritenuta
per
tale da sua
Illu.ma,
con molte altre
mensogne,
e nulla haveva da
parlare
dalla
correzzione ricevuta
(s quello
ehe
dico).
In
questo
modo
gli
suoi
seguaci
havevano da
confermarsi,
e
moltiplicarsi
vie
pi.
N basta il
dire,
ehe le zizzanie delia falsa S. Antonio non
potevano
sussistere,
ne durar molto
tempo per
essere le sue
pazzie,
e diaboliche falsit
troppo scoperte; perche

questo,
oltre l'havervi
gi risposto
di
sopra,
dico
di
pi,
ehe anche i
popoli,
tr
quali
si
ritrovava,
erano
proporzionati
nella
capacita
del loro
intendimento,
e
giudizio

quella
delia maestra loro. Posto
dunque
esser coloro rozzi et
ignoranti,
non solo da
per loro,
ma di
pi
dalla
scarsezza e mancanza de suoi
ministri,
et altre loro
deplorabili
miserie,
non
erano cosl stabili e sussistenti nella
Fede,
ehe le
spropositate
dottrine dlia
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NAZIONALISMO E RELIGIONE NEL CONGO ALl/lNIZIO DEL 1700 501
falsa S. Antonio non
potessero
far il
colpo,
come
per isperienza
si vidde
haverlo fatto.
Ne in
quelle parti,
clima e
reggione
deirAfrica
mridionale,
ed
Etipia
inferiore vi erano necessarie Pastuzie di
Calvino, Lutero,
Ario
Giansenio,
e le oscenit secrete del Michel Molinos con
(tu)tta
l'infme corrente
degl'ere-
siarchi
moderni,
et antichi:
quali
in diverse
guise
lacerorono e lacerano ancor
adesso la veste inconsuntile della Chiesa di
Dio,
della
Sposa
di Christo.

pure questi insegnorono
et
insegnano dottrine,
facendo cose le
quali
non s come si fussero abracciate non da
ignoranti,
m da dotti
ancora,
non
da
gPimprudenti, rozzi,
et
inesperti,
m da huomini
prudenti,
nobili,
e
savij.
Dottrine
veramente,
o
per
dir
meglio,
oscenit
indegne
non solo d'esser
credute abbracciate
(//. 309) ,
e
poste
in
pratica,
m
indegne
ancora d'esser
udite,
e
nominate,
non ehe scritte.
Nulla dico di
quegli
uominoni,
ehe
per
il
giudizio, prudenza,
e
valore,
dominorono un mondo intiero.
pure questi
adorarono
per deit,
e tenevano
per
dei
gli
tronchi dlie
selve,
le
pitre, gl'ori,
e
gl'argenti, per
non dire altre
cose
pi
vili! Che diremo
dunque
de
gli negri
di
Congo, quali,
oltre
all'igno-
ranza, imprudenza,
e
rozzezza,
sono
conceputi,
nati, allevati,
e muoiono colle
superstizioni, per
non haver chi li soccorra?
Oltre di
questo.
Vedendosi in
quel povero regno
dominare
1'impunit
in materie di fede nella maniera
riferita,
come in altro modo vi
rgna put
troppo
con immenso
pregiudizio,
veramente
deplorabile,
vi sarebbe
spalan-
cata una
gran porta per
fare continuamente simili
pazzie,
senza timor
alcuno,

chiunque
havesse
voluto,
senza mai stabilirsi cola Ia fede
cattolica,
anzi
colla totale destruzione di
quella.
Provo ci
coll'isperienza, imperche. Impunito
il
giovane supposto
sognatore, comparve
la donna sconosciuta del
campo. Impunita
la donna
sconosciuta dei
campo,
venne Ia vecchia.
Impunita
Ia
vecchia,
salto fuori Ia
giovane
ehe si faceva chiamar S. Antonio di cui si
parla.
In
tempo,
ehe
questa
era
impunita,
e stava con liberta
totale,
il suo concubino si faceva
chiamare
Angelo custode,
e non contento di
questo,
si faceva chiamare anche
S.
Gio:, imperche
Gio: era il suo nome battesmale. Si fecero
doppo gPAn-
tonij piccioli,
i
quali, vagando per
diverse
provincie,
fecero forse
pi
male
colle loro false e mentite
nuove,
ehe Pistessa falsa S. Antonio. Per
questi
io
passai pericolo
fr
gPaltri luoghi,
Sundi. Il P.
Gio:M(ari)a
da
Barletta,
passo pericolo
in
Pompa 46).
In
Mugeto comparve
S.
Apollonia, per
Ia
quale
il P. Gabriele da
Bologna,
stiede
per
esser
abbruggiato.
II P. Lorenzo da
Lucca, passo pericolo
ancor lui col P. Gio.Paolo da
Tivoli, quando
si trova-
vano
presi
S.
Salv(ato)re,
come dir
apresso,
et altri simili
(//. 309v)
dia-
(46) Pompa
era una localit nella
provncia
o ducato di Bamba.
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502
TEOBALDO FILESI
bolici santi cominciavano
comparire
con disordini eccessivi:
quali
non si
rimediava;
senza dubbio in
quelle parti
la Fede cattolica si sarebbe affatto
destrutta. N occorreva
pi
ehe la sacra
Propaganda,
et il sommo Pontefice
si
pigliassero
incomodo nell'avenire di mandar
missionarij
ad
esporre
le
pro-
prie
vite
per
altro
fine,
se non
forse,
solo
per acquistar
la
palma
del
martrio,
et esser coronati col
prprio sangue.
Poste
dunque (tu)tte queste
considerazioni nella
povera
mente. Non
essendovi cola S.
Officio,
n chi con autorit
prpria
o
delegata potesse
rime-
diare ad una corrente si
grande
di tanti mali
presenti,
et imminenti:
acci,
mortificata si
sfrenata,
e
perniciosa
liberta nelPavenire si vivesse con
qualche
cautela e timor in
Congo:
Cosi
miserabile,
et
ignorante,
corne
sono, giudicai
bene in tal occasione ricorrere
aU'epicheia (47). Posposto dunque ogni timor,
e
pericolo,
anche di morte e d'esser fatto in
pezzi,
come con
giuramento
mi
f
annonziato,
ma non
conseguito: solo,
mi
posi
nella fronte il zelo del-
l'onor di
Dio,
delia fede di
Christo,
e delia Chiesa
Romana,
dichiarai d.
emmanuele il detto ricorso.
Egli,
ehe
per altro, sempre
si mostro contrario alla falsa S.
Antonio,
ed io
potevo fidarmene,
e
compromettermene; doppo
haver udito secrete-
mente
questa
mia
risoluzione,
mi
promise
voler esser dalla
parte mia,
assicu-
randomi,
ehe in
ogni
modo s'haveva da fare
(tu)tto
ci ehe io volevo.
Pigliai dunque
il
camino,
et andai missionando insin dove stava il R.
Arrivato cola e ricevuto con
segni straordinarij d'allegrezza,
e benevolenza ad
onta
degli antoniani,
il R fece condurre avanti di se la falsa S.
Antonio,
e
per
modo di scusarsi
gli
dimand. Se
egli
era stato
l'inventore,
et insinuatore
delia lei santit. se l'haveva
pi veduta, parlato
con essa
lei, doppo
havermela
mandata con i suoi
conseglieri, quando
stavamo
(//. 310) sopra
il monte del
Chibango.
se
egli
finalmente l'haveva mandata ad Ambula
per pigliar
la
borsa, opure
haveva trattato con essa lei alcun
negozio.
Ella
rispose negando
(tu)tte
le
proposizioni.
Disse
bensi,
ehe
quella
vir tu colla
quale
haveva
opera-
10 e
fatto,
ehe S. Salvatore fosse
ripopolato
di
nuovo, gliel'haveva
data Iddio:
la
perse poi per
li suoi
peccati, quali
Thavevano ridotta in
quel
stato. Voleva
11 R
interrogar
anche la
vecchia,
ehe stava
presa
ancor
lei;
m
perche
era
discaduta,
e tenuta
per pazza,
non si fece
parlare.
Me ne stiedi
poi
con
pretesto
di
missionare,
far la festa di S.
Pietro,
ehe
era
prossima,
ed
aspettai
il d. emmanuele
per
vedere l'ultima conclusione.
et il fine
preteso.
Arrivato
doppo
di l
pochi giorni
il detto d.
em(anuel)e
s'aggiunto
col resto del
conseglio reggio
in
presenza
dei R: senza ehe io
m'ingerisse pi
in cosa
veruna;
corne se non vi havessi havuto
parte
alcuna:
loro trattorono fr di
loro,
e sentenziorono morte di fuoeo contro la falsa
(47)
Cio
all'equa applicazione
dlia
legge.
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NAZIONALISMO E RELTGIONE NEL CONGO ALL'iNTZIO DEL 1700 503
S.
Antonio, PAngelo
suo
custode,
e contro la
Vecchia,
la
qule poi
si libero
col bambino.
Il
giorno doppo
la festa di S.
Pietro, perche
il P. Lorenzo da
Lucca,
et il P. Gio: Paolo da
Tivoli,
non avezzi stare fr
gl'imbarazzi,
e
guerre
di
Congo,
volendo
partire per paura
di
qualche soprasalto:
fui costretto
ritornar
alPospizio,
e
pregarli
ch'havessero
pazienza d'aspettare
il
tempo opor-
tuno. Persuasi ancora il P.
Lucca,
ehe non essendosi insin'allora veduti col
Re,
il
quale gPhaveva
mandati ricevere con
regali,
andasse meo
per
visi-
tarlo, giche
il P. Tivoli stava infermo con dolori: corne
anche,
acci si ritro-
vasse alla morte de condannati
per assistergli.
Concertato il
(tu)tto,
ando
meco il P.
Lucca,
il
quale
vedendosi la
prima
volta col
R,
s'abbracciorono
insieme con vive et amorose
espressioni
d'affetto.
La sera
poi
del sabbato il R fece dar
bando,
ehe
ogn'uomo portasse
una
legna per
ciascheduno in
piazza
il di
seguente
di
dom(eni)ca:
nel
quai giorno
la falsa S. Antonio si confesso et abiur
privatamente;
Pistesso fece PAn-
gelo
custode. Persuasi costoro Pabiurare
publicamente,
e lo volevano
(//. 310v)
fare di buona volont: ma il
R,
ehe
gi
stava
indegnato
con
aspetto terribile,
non volse
permetterlo, dicendo,
ehe ben si
*
sapeva
da
(tu)tti
esser
pazzie
e falsit diaboliche
(tu)tto ci,
ch'haveva
detto,
et inse-
gnato.
Raunato
dunque
il
popolo
Pistessa
dom(eni)ca,
ehe contavano 1 di
luglio
del 1706 e condotti
gli
condannati alla
piazza
in mezzo al
popolo;
comparve
il
Giudice, quale
lui stesso dichiar in
publigo
contro di loro la
sentenza d'esser
gettati
vivi alle fiamme:
spiegando
ancora Patrocit de delitti
contro la corona e la
fede, per
li
quali
si mostrava si
spaventevole rigore.
Il
P. Lucca fr
tanto,
et io stavamo
aspettando;
acci finito il discorso del Giu-
dice, potessimo agiutar
le anime di
quei poveri,
ehe stavano
per spirar
di
l
poco:
ma non ci fu
possibile
in modo
veruno; imperche.
Terminato il
discorso,
et andandosene il
Giudice, quei ministri,
e la
plebe,
s'aventorono
subito contro di
loro,
corne tanti
mastini;
e trascinandoli
per terra,
non
s,
come la
polvere,
il
dolore,
la
quantit
del
popolo,
et il stordimento de
gridi,
non
gPammazzassero prima
d'arrivare al
patibolo:
dove
pure
arrivati
pi
morti,
ehe
vivi, ligatt
ben
bene,
furono
gittati sopra
due cataste di
legna,
non
lungi
Puna
dalPaltra;
et accesovi il
fuoeo;
di l
poco,
cio
per spazio
d'un
credo,
resero
Panima,
uno col nome di Gies in
bocca,
e Paltro con
quello
dlia V.
Maria,
corne mi
dissero,
et in breve si ridussero in cenere.
La
povera
falsa S.
Antonio,
ehe era solita di
morire,
e
resuscitare, per
quella
volta
mori,
ma non resuscit
pi.
E
pure gli
suoi
seguaci
furono cosi
insolenti,
ehe
sparsero nuova,
ehe i
luoghi,
dove furono
abbruggiati gli
loro
santi,
si convertirono in duoi
profondi pozzi,
in ciascheduno de
quali
vi com-
pariva
una bellissima
Stella;
Puna dlie
quali
era Panima delia falsa S. An-
tonio,
e
Patra, quella delPAngelo
custode. Di notte
poi
andorono racco-
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504
TEOBALDO FILESI
gliere qualche fragmento (//. 311)
d'osso restato
per guardarlo
come
relquia,
dicevano di
pi,
ehe era morta la forma di S.
Antonio,
ma non S. Antonio
(Non
s
veramente,
ehe volevano dire con
questo).
Donde si
vede,
ehe
stavano
ostinati,
anche
doppo
haver veduto Pinfelicissimo fine delia lor
santa,
e l'infamissimo termine dlie lei
falsit,
e diaboliche
pazzie.
di
qu
si
puol
raccorre
quello
si
poteva seguire,
s'ella non
moriva,
ma in
Congo,
altrove
si conservava in
vita;
ancorche con
qualche
correzzione.
La mattina dei lunedi
seguente,
il R ehe la notte non haveva dormito:
parte per
il
giubilo
d'haver mostrato
segno
si memorabile in difensione dlia
nostra S. Fede:
parte per vigilare
contro
gPAntoniani
nemici: tutto
allegro,
et
animoso;
vestito al modo loro da soldato con
arco,
e f receia in
mano,
volse
ascoltar la messa del P.
Lucca,
senz'altre cerimonie
costumate,
e
poi
la mia:
finita la
quale, gli
feci un
sermoncino, incoraggiandolo alPimpresa
del
regno,
et al
progresso
delia Cattolica
Fede,
colla destruzzione
d'ogni eresia, super-
stizione,
et idolatria, licenziatici
doppo
da lui ritornammo
alPosp(izi)o.
Ma
perche
i Padri Lucca e Tivoli ritornorono alla loro
sentenza,
e
risoluzione di voler
partire:
e
per quanto gli
dissi e
pregai: per quanto
si
scusarono anche i caricatori di non
poter partire
cosi
presto,
e senza
pro-
viggione
alcuna
per viaggio
si
lungo.
Il Venerdi
seguente
volsero
partire
in
(tu)tti
modi, ed
ecco,
ehe il sabbato immediato furono assaliti nel camino
dagli
Antoniani. Credendo
costoro,
ehe
gli
Padri
portassero per
Loanda il
bambino,
fine d'allevarlo forse onorevolmente corne
figliuolo
de santi:
cominciorono sbravazzare
(?)
non solo contro de
Padri,
ma anche contro
de
caricatori, quali
se ne
fugirono per timor,
restando solo
gli pi semplici,
e
piccioli.
Gli
assalitori,
ehe
per segno
di lutto havevano
(tu)tti
il volto
imbrattato, piangendo
i loro
santi,
e cantando la Salve
antoniana,
caricorono
i
Padri,
e voltorono verso dove stava un
parente (//. 311v)
del
Chibenga.
Arrivati,
ehe furono la sera crescendo le minaccie di
ferro,
e fuoeo in ven-
detta de loro santi
abbruggiati,
ma in nulla toccando con
opre
i
Padri;
si
contentorono solo di
rubbargli quanto tenevano,
insino al
mantello,
e vende-
rono
quei negri,
ehe non erano
fugiti
lasciandone
uno,
o uno
per
ciaschedun
Padre.
Dil
pochi giorni
furono condotti S.
Salv(ador)e per
ord(in)e
del
Chibenga,
il
quale per
altro
gli
tratt bene
dandogli guardie per accompa-
gnarli, quando
uscivano di casa fine di vedere
quelle
chiese dirute. e se
in un'occasione non erano le
guardie, per
la
poco prattica
et
isperienza,
ch 'havevano i Padri di
quelle genti,
la cui
piaga
ricevuta
per
la morte de
santi loro era
per
anche fresca: havriano
patito qualche
mal'incontro. Non
s ehe
parola
disse il P. Lucca: forse voleva
riprendere
con
qualche asprezza
la cecit loro:
quando ecco,
ehe il
Figlio
di emmanuele da
Nobrega
48)
(48)
Manuel de
Nobrega,
marchese di Mbemba
Lovata,
aveva rotto nel 1699
o 1700 l'accordo
raggiunto
tra i vari
prtendent!
al
trono, grazie alTopera
di media-
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NAZIONALISMO E RELIGIONE NEL CONGO ALl/lNIZIO DEL 1700 505
dlia
reggia stirpe
di
Chimpanzu parte
del
Chibenga,
e
competitore
del
Duca di Bamba nel
Ducato,
alz la
sciab(o)la per dargli
su la
testa;
dal
ehe lo difesero le dette
guardie. Oprai doppo
col
Chibenga, quale sempre
melo mantenni amico
per
le
occasioni;
e feci ehe i Padri tornassero
alPospi-
zio: dove col favor di Dio ritornorono
salvi,
et liberi
d'ogni pericolo
la
sera forse de 10
d'Agosto: partirono doppo
suo
tempo pel
loro camino.
Or,
se stando viva la falsa S.
Anto(ni)o
non mancavano
soprasalti
di
guerra,
molto
pi
crebbero
doppo
la lei morte: e
spesse
volte i
negri per-
nottavano aile fores
te,
e ne
capi
dlie s
trade;
acci
comparendo gPantoniani
nemici,
col loro aviso s'havesse
tempo
da
fugire.
Una volta fr
Patre,
arriv
nelPospizio
una falsa
spia,
avisandoci ehe
quella
notte stassimo
alPerta,
perche
uno de Fratelli del
Chibenga
stava in camino
per
venirci ad assalir
di notte: onde
presente
anche il P.
Lorenzo,
e la
spia,
ehe
sospettavo
esser
(//. 312)
del R
mandata,
o da suoi
per seuoprir
Panimo
mio;
uscendo fuora
col crocefisso in
mano,
mi
protestai
voler
patir (tu)tto
da donde si
fosse,
anche la morte
per
amor delia
verit,
delia
giustizia,
e delia Fede di
Christo.
L'anno del 1707
y
il P. Colombano da
Bologna
Prefetto di
quelle
mis-
sioni si
parti per Congo:
ma non voleva arrivar
alPospizio,
dove
stavo, per
non mettersi fr imbarazzi de
negri. Io,
ehe mi trova vo
angus
tiato da
(tu)tte
le
bande,
feci
tanto,
ehe l'indussi ad arrivarci. Trattenutosi cola
pochissimi giorni,
sen'ando dal R
pel spazio
di
quindeci,
o venti
giorni.
Se
ne torno
doppo alPospizio
il martedi la sera
doppo Pascua,
e mi mando
in S.
Salv(ator)e,
ehe era uno dei fini
principali, per
i
quali desideravo,
ehe
arrivasse dove stavo.
La
dom(eni)ca
in Albis mi
posi
al camino verso S.
Salv(ator)e,
et
entrato fr
gPAntoniani, trovai,
ch'ancor nominavano con devozione la lor
gi santa,
e
quando giuravano,
dicevano: Ne
sari; cio, per
il
pietoso,

pietosa
S.
Antonio,
cantando di
pi
la Salve Antoniana. Arrivato
final(men)te
S.
Sal(vator)e,
m'affaticai con
(tu)tta
forza
per
far conoscere
gPantoniani
la misera
cecit,
in cui si trovavano sommersi. Stavano
quegli ostinati,
e si
difendevano
quanto potevano,
e chi mi trattava da
stregone,
chi da fattuc-
chiaro,
almeno da
spia,
e
guida
delPesercito dei R. Passati
final(men)te
otto
giorni,
restando loro
convinti,
e
persuasi,
abiurarono
publigamente
la
loro falsa santa
gittandomi
ne
piedi
le corone di
musanda,
e
poi gPassolsi
pubicamente (sic!)
dlie scommuniche.
Ma
vaglia
la
verit,
il
Chibenga
oltre alPhavermi ricevuto con
segni
d'amore, m'agiuto
molto nel
negozio:
e mostrandosi
invergognato,
e
pen-
zione delia vecchia
regina
Dona Anna de Leo. In base a taie accordo si riconosceva
corne
legittimo
re del
Congo
Pedro IV ehe avrebbe dovuto essere solennemente inco-
ronato il sabato santo. Ma Manuel de
Nobrega
attacc il duca di Bemba e le ostilit
ripresero
cos in tutto il
paese.
6
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506 TEOBALDO FILESI
tito dei suo
errore,
non solo mi diede da
calpestar
la corona
ch'haveva;
ma
di
pi,
non
potendo reggersi
in
piedi per
la sua
infermit,
si fece
portar
nella
piazza
vicina da
negri,
e sostentandosi
sopra
le loro
braccia, aspett,
ehe
doppo
il
(//. 312v)
sermone Passolvessi con
graltri.
Un certo d.
Daniele, figlio
d'un
gi
defunto R
pure
d.
Daniele, ripi-
gliatasi
la corona
doppo
havermela data
per calpestare,
e con
quella
in
mano disse cosl. Ol. Voi
(tu)tti sapete ehe,
stando io immerso nella
cecit,
seguitando gPinganni
delia falsa S.
Antonio, gli
volevo
bene, gli
tenevo
devozione,
e la difendevo. Voi
sapete,
ehe fui uno de suoi officiali
pi
fedeli.
Voi finalmente
sapete,
ehe fui il
primo

portar
la corona e mi chiamavo
fortunato. Adesso vi f
vedere, ehe, sgombrate
le tnbre dlia cecit mia
colla venuta dei sacerdote di Dio nostro
padre sp(iritua)le,
sono il
primo
ad
abiurare,
et il
primo

dargli
la
corona;
eccola
vedete,
se mia: e me la
gitt per calpestarla,
et
abbrugiarla
con le altre.
GPInterpreti
ancora
loro, gridando
ad alta voce
pregorono
il
popolo,
ehe,
sicome
gPhavemano seguitati
nella
cecit,
sottomettendosi aile diaboliche
pazzie
delia falsa S.
Antonio;
cosl
gli seguitassero
nel ravedimento colla
vera abiurazione.
Terminato
final(men)te
il
(tu)tto, per
divertirmi
alquanto,
andai ve-
dendo
quelle
fabriche dlie chiese
dirute,
e volsi anche vedere la casa
capanna
delia falsa S. Antonio.
Questa capanna
stava
ripartita
in tr
stanziole,
ma non
comparivano
se non ehe due colle
porte;
una di
qu,
e Patra di la. la
terza,
ehe stava nel mezzo non
compariva,
ne si
sapeva
perche
non haveva
segno
di
porta
veruna.
Parendomi,
ehe al difuora la
capanna
era
pi grande
di
quello
ehe al di dentro ricercavono
(?)
le due
stanziole, slargai
colle mani la
paglia
dei muro di
mezzo;
e trovai esservi
la terza
stanziola,
ehe
per inganno
non haveva Pentrata. In
questa
stanziola
di
mezzo, slargando
la
paglia,
o
poi
riaccomodandola di
nuovo,
entrando la
falsa
santa, quando fingeva
d'andar in cielo. In una dlie
(//. 313)
altre due
stanziole vi trovai
pezzetti
di
candele, un'imagine
in carta delia madonna con
quantit
di fili di
palma,
et un
luoghetto
in modo di
capannella,
dove dor-
miva nel suolo
per
far
penitenza.
Non volsi
abbruggiar
la detta
capanna
acci
(tu)tti
la
vedessero,
e conoscessero
pi scopertamente
la falsit delia loro
santa, e veramente restorno
meravigliati
di simili
inganni
e delia cecit loro.
Passati
poi
otto altri
giorni, doppo
haver fatto de
battesmi,
e fatto un
solo,
o duoi
casamenti,
et ascoltato dlie
confessioni,
me ne tornai con
allegrezza
alPospizio,
et il P. Prefetto si
pose
in camino
per
ritornar Loanda.
Quest'anno
stesso nel mese d'ottobre la
Reg(in)a,
ehe stava alla falda
del monte
Evlulu,
dove il Re haveva
piantato
il suo
campo,
se ne
fug
secretamente di
notte,
e se n'ando dal
Chibenga
in S. Salvatore.
L'anno del 1708 se ne
passo
in continui
rumori,
e
tumulti,
con scor-
rerie e rubbamenti tr
Puna,
e Patra
parte; perdendo per
molto
pi gli
rebelli. In
quest
'anno il
Chibenga
mando
guerra
con tradimento alla Pietra
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NAZIONALISMO E RELIGIONE NEL CONGO ALl/lNIZIO DEL 1700 507
d'Insundu
(49),
ma il tradimento casco
sopra
di lui
perdendo
Ia
guerra,
colla
quale pretendeva impadronirsi
di
quella
fortezza
per fugire
nell'occasione la
mano del R. In
quest'anno
stesso
gli sognini t50)
favorevoli del
Chibenga
uccisero il lor
Conte,
o sia
Prencipe,
facendone un'altro
rstico,
il
quale
se
ne mori
prima
deiranno. Adesso ve n'
un'altro,
e
dicono,
ehe sia buon
cristiano. costui f
interprete;
e
questo
ancora diede
segno
d'obbedire al R.
Tn
quest'anno pure
mor la
Reg(in)a
Vecchia di
Congo,
ehe
passava
cent'an-
ni d'et
(51).
L'anno
passato final(men)te
del
1709,
il R non
potendo pi
soffrire
Pinsolente
ostinazione,
et i continui
disprezzi
ehe
gli
faceva il
Chibenga
con
suoi
seguaci Rebelli,
si risolv di terminare una volta
gli
disordini contu-
maci.
Preparo
un'esercito di non
pi,
ehe 20 mila uomini in circa
per
dargli battaglia, giche
il rimedio si vedeva
disperato
in altro modo. Prima
(//. 313v) per
di
porsi
in camino
per
andar
battagliar
in S.
Sal(vato)re
volse,
ehe
gli
dassi la
benedizione,
ancorche vi fosse un cannico di Loanda
con un altro
prte,
e non molto
lungi
il Vicrio
G{enera)le; q(ues)ti
erano stati
mandati dal Vescovo
d'Angola
fine di
por
in
possesso
il R di
Congo, egli
per
non volse accettar
questo
favore: si
perche
haveva
gi pigliato possesso
in S.
Sal(vato)re, quando
era stato acclamato la
prima volta,
si anche
perche
aspettava
la corona dal Sommo Pontefice.
Andammo
dunque
alla Chiesa
(tu)tti quattro,
cio il
R,
i duoi
preti,
ed io: e fatto
alquanto
d'orazione avanti
l'altare,
alzatomi in
piedi, gli
diedi
la benedizzione col
crocefisso,
ch'havevo in mano. Glielo diedi
bagiare,
ed
egli
lo
prese
colla mano
per portarlo
seco. Havevo
ripugnanza
nel
prin-
cipio
di
darglielo, perche
non ne havevo
un'altro;
et in
quello
vi era l'in-
dulgenza.
Conobbe il R la
repugnanza onde, stringendolo pi
colle
mani,
lo volse in
(tu)tti modi, promettendomi
di restituirmelo
doppo
la
vittoria,
siehe
glielo diedi,
ed
egli sel'appese
al collo.
Usciti
doppo
dalla
Chiesa,
facendo
egli segno
di silenzio
all'esercito,
si
pose
in
ginocchioni
con
(tu)tti gli altri;
ed
io, ripigliato
il crocefisso in
mano,
e fatto un
sermoncino,
col
quale
esortai al
coraggio,
et al valore
gli
soldati:
avertendogli, ehe,
ottenuta la
vittoria,
non
gli
era
pi
lecito
prose-
guir
avanti
per trucidar,
e cattivare
gli fuggitivi
nemici: esortandoli
ancora,
ehe,
renunciando
ogni
sorte di
supers tizione,
confidassero
solam(en)te
nella
(49
Pietra d'Insundu o Pedra di Nsundo era un marchesato del
Congo.
(50) Sognini
=
abitanti di
Sogno
o
Soyo.
(51)
Secondo P. Bernardo da Gallo la
regina
Dona Anna sarebbe
dunque
morta
nel 1708 e non nel 1710 corne indicato da
Jadin,
e al momento delia
scomparsa
essa
passava
cent'anni d'et
;
il ehe constrasterebbe notevolmente con la data di
nascita del 1625. Evidentemente P. Bernardo deve aver fatto dei calcoli molto
approssi-
mativi o deve essere stato
suggestionato
dall'et veneranda ehe i
congolesi
attribui-
vano alla
regina (v.
nota
44).
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508
TEOBALDO FILESI
misericrdia
di(vi)na:
esortato ancora il R alla clemenza con dar
segno
di
ritirata subbito ottenuta la vittoria:
pregandolo
ricordarsi che non andava

distruggere,
ma ristaurare il suo
Regno,
e la Fede
cattolica;
diedi
final(men)te

(tu)tti
la benedizzione.
(//. 314)
Postosi
doppo
Pesercito in
camino,
io
accompagnai
il R circa
cinquanta passi,
et abbracciandolo colla destra Pandavo esortando calorosa-
mente al
coraggio,
alla clemenza et alla fiducia nella misericrdia divina.
Andato
egli
alla
guerra,
io me ne tornai
casa, pregando
instantemente
Iddio benedetto: non
per
l'utile
particolare
del R: ma
per
il bene commune
del
Regno,
e delia nostra santa Fede.
A'
quindeci dunque
di Febraio delPanno
passato
1709 il R D. Pietro
Quarto
diede
battaglia
suoi
rebelli,
e n'ottenne felicemente la desiderata
vittoria.
Tagliate poi
le
mani,
e testa al
Chibenga, caporione principale
de
rebelli:
pigli
nuovo
possesso,
e si lasci stare nella sua
reggia
Citt di S.
Sal(vato)re,
intitolandosi Ristauratore e difensore dlia S. Fede.
Mi dissero
doppo
i
negri,
ehe il R nelPatto del
combattere,
non
haveva altre armi in
mano,
senon il crocifisso. Che subito
doppo
la vittoria
diede
segno
di
ritirata,
com'io Phavevo esortato e
pregato.
Che
gl'Antoniani
non ancora estinti
affatto,
cantavano la salve antoniana colle corone dette
di
sopra,
e col nome di
pietosa
chiamavano la lor falsa S. Antonio. E
questo
lo
credo, perche
duoi fratelli del
Chibenga
con
un'altro,
stiedero
ostinati,
senza voler mai
abiurare,
ne vedermi
q(uan)do
andai S.
Salv(ator)e.
Mi
dissero,
che le
palle
de nemici
colpivano quei
dei
R,
ma non feri-
vano.
Questo
non
s,
se sia vero.
Quello
che viddi con
gPocchi
miei si
,
che
quando
andai
rallegrarmi
col
R,
viddi nelPosso dei suo occhio sini-
stro,
che vi haveva un
segno
di
ferita;
e
dimandato,
che cosa si fosse? mi
rispose,
che era stata una
palia
di
schioppo,
o
spingarda,
che Phaveva ferito
alquanto:
m senza
fargli gran
male se n'era cascata in terra. Se il R mi
disse Ia
verit; questo

certo, che,
naturalmente
parlando,
conforme ai mio
poo giudizio,
doveva senza fallo restar smascellato.
Final(men)te, (tu)tti
dissero,
che Ia vittoria ottenuta fi miracolosa
(//. 314v), perche
Pottennero
fuor dei
modo,
che credevano loro.
Basta,
Ia
fede,
ch'haveva il R mi
pareva
grande
e
(tu)tti
andavano
allegramente
sotto il nome di rialzar le chiese
dirute,
e di
ristaurar,
e stabilire Ia S. Fede di Christo.
Doppo final(men)te
essermi
rallegrato
col
R, gli
chiesi,
che mi resti-
tusse il
crocefisso,
conforme Ia
promessa
fattami di volermelo restituire
doppo
Ia vittoria ottenuta. Mi
rispose,
che haveva ottenuto Ia vittoria: m
gli fuggitivi
rebelli non havevano ancora
obbedito;
siehe col crocefisso
haveva ottenuta Ia
vittoria,
col crocefisso ancora voleva ridurre alPobb(e-
dienz)a
i
fuggitivi.
fui
dunque
costretto
lasciarglielo,
ed io me ne venni
senza crocefisso. II resto sia detto nel conto delia villicazione
missionale.
Roma nel Convento de
Cap(uci)ni
17
(otto)bre
1710.
{continua)
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