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IL PIEDE

LE OSSA
Il piede un segmento distale delle estremit inferiori. considerato una struttura tridimensionale
con funzioni di organo di moto e di senso. Il piede una specie di radar sensorio: raccoglie gli
stimoli ambientali che lo circondano. Il suo scheletro sostanzialmente somigliante a quello della
mano, ma le dimensioni sono inversamente proporzionali, lo possiamo dividere in tre parti di facile
identicazione: tarso, metatarso e falangi.
In una persona normale, che non abbia avuto traumi o particolari deformazioni, lasse longitudinale
forma un angolo retto con quello della gamba. La supercie dorsale rivolta verso lalto mentre
quella plantare verso il basso. Il tarso e il metatarso sono articolati tra di loro in maniera da creare
una concavit nella regione plantare centrale; questa poggia su un piano orizzontale con la parte
posteriore.

La posizione orizzontale del piede, la sua struttura, il considerevole volume delle ossa del tarso e
specialmente di quelle posteriori sulle quali grava per mezzo della gamba il peso del corpo, sono in
rapporto con la funzione del piede che lorgano di sostegno e di locomozione.
Lo scarso sviluppo dello scheletro delle dita dipende dal fatto che, nella nostra civilt, il piede,
costretto in torturanti involucri chiamati scarpe, ha cessato di essere ci che era per i nostri antenati,
un organo anche di prensione, funzione non completamente perduta soprattutto nei paesi pi caldi
dove ancora non si portano scarpe.
Per una pi facile identicazione delle varie parti delle ossa specichiamo il signicato di alcuni
nomi che troveremo in seguito: le episi sono le parti estreme delle ossa, le episi prossimali sono
le estremit pi vicine al corpo, le distali quelle pi relativamente distanti. Le diasi sono il corpo
centrale delle ossa.
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Le ossa del piede sono sostanzialmente di origine cartilaginea. Le ossa metatarsali vengono
classicate nel gruppo delle ossa lunghe, le tarsali come ossa corte, le falangi sono da considerarsi
come ossa lunghe in miniatura.
Il piede si compone di ventisei ossa, un numero abbastanza elevato per una supercie cos piccola e
per un numero di movimenti relativamente limitati. Il tarso delladulto, situato dietro i metatarsi, si
compone di sette ossa: il calcagno e lastragalo sono le pi voluminose.
Il calcagno il primo osso che poggia quando camminiamo, quindi deve sostenere oltre al nostro
peso anche la relativa spinta di appoggio. il pi grosso, posto sotto lastragalo ed la parte pi
sporgente della porzione posteriore del piede. La sua estremit anteriore si articola con il cuboide.
Lastragalo quello posto pi superiormente, si sovrappone al calcagno, e si articola con le ossa
della gamba ed situato dietro i cuneiformi al lato mediale del piede anteriormente; in una
posizione centrale c lo scafoide, chiamato anche navicolare.
Lastragalo losso chiave del piede, perch ci permette la maggior parte dei movimenti, se si
rompesse, il piede diverrebbe un tuttuno con la gamba.
Pi distalmente troviamo una la di ossa che dal lato tibiale verso il bulare (bula o perone)
identichiamo come primo, secondo e terzo cuneiforme, pi il cuboide.
I cuneiformi si articolano posteriormente con lo scafoide e anteriormente con le prime tre ossa
metatarsali e prendono il nome dalla loro caratteristica forma; la supercie pi ampia rivolta verso
la visione dorsale, la punta verso quella plantare. Il primo il maggiore come dimensione, seguono
rispettivamente il terzo e il secondo.
Losso cuboide, a forma irregolare di cubo, con le sue faccette divise da creste, tocca cinque ossa: si
articola con il terzo cuneiforme con la faccia mediale, mentre con la parte posteriore una faccetta si
articola con losso scafoide. La faccia anteriore divisa in due da una cresta che ne permette
larticolazione con il quarto e il quinto metatarso; la faccia posteriore, vagamente quadrangolare,
incurvata a sella e si articola con la faccia cuboidea del calcagno.
Il metatarso composto di cinque ossa, che appartengono per la loro struttura al gruppo delle ossa
lunghe. Le denominiamo da uno a cinque partendo dal lato tibiale verso quello bulare.
Il primo metatarso il pi corto di tutti e anche il pi grosso, si articola con il primo cuneiforme con
la faccia prossimale, lateralmente con il secondo metatarso e distalmente con la prima falange.
Il secondo metatarso il pi lungo e il pi sottile dei cinque, sincastra con la faccia prossimale tra i
cuneiformi e con le faccette laterali tra il primo e il terzo metatarso.
Il terzo metatarso si articola con il terzo cuneiforme con la faccetta posteriore e con il secondo e il
quarto metatarso lateralmente, posteriormente.
Il quarto metatarso si articola posteriormente con il cuboide e lateralmente con il terzo e il quinto
metatarso.
Il quinto osso metatarsale si articola posteriormente con il cuboide, medialmente ha una faccetta che
si articola con il quarto metatarso, prolungandosi lateralmente crea una sporgenza molto evidente
che viene denominata tuberosit del quinto osso metatarsale.
Le falangi sono quattordici come per la mano, tre per ogni dito a eccezione del primo che ne ha due.
Vengono denite prima, seconda e terza falange ovvero falange, falangina e falangetta. Nel quarto e
nel quinto dito la seconda e la terza falange raggiungono delle dimensioni veramente minime.
Non di rado possiamo trovare delle persone con un numero di dita superiore alla norma, fenomeno
che viene denominato polidattilia.
Quando, al contrario, le dita sono solo quattro, il pi delle volte dovuto alla fusione o non
diversicazione a livello fetaledel secondo e terzo diro, ci che viene denominato oligodattilia.
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Nel piede, come anche nella mano, si formano delle escrescenze cartilaginee che nel periodo della
pubert si solidicheranno per diventare ossa e che vengono denominate ossa sesamoidi. Le
troviamo quasi sempre in numero di due, grandi come piselli, in una posizione mediale e laterale al
livello dellarticolazione metatarso-falangea dellalluce; possono trovarsi anche nelle articolazioni
metatarso-falangee del secondo e quinto dito e nellarticolazione interfalangea dellalluce; non le
troveremo mai nelle articolazioni metatarso-falangee del terzo e quarto dito.
La funzione delle ossa sesamoidi di mantenere distanziati i tendini dellasse articolare per
aumentarne la tensione. Oltre alla divisione tarso, metatarso e falangi, che corrisponde a una
divisione trasversale del piede, ne abbiamo una longitudinale che divide il piede in astragalico e
calcaneare.

Piede calcaneare
Il piede calcaneare composto da dieci ossa ed costituito dal quarto e quinto metatarso con le
relative falangi. Questi due metatarsi si articolano a loro volta con il cuboide e questultimo con la
porzione distale del calcagno da cui prende il nome di piede calcaneare. Questa porzione di piede
determinante per lappoggio laterale dei metatarsi e in particolar modo della cresta esterna e della
tuberosit del quinto metatarso. il calcagno che, come un cuneo situato sotto larticolazione tibio-
astragalica, ci permette di assumere la posizione eretta, quindi il calcagno diventa fondamentale per
lassunzione di questa postura.
Piede astragalico
Il piede astragalico costituito da sedici ossa, occupa la porzione mediale del piede e prende nome
dallastragalo, osso fondamentale per la maggior parte dei movimenti del piede. Nella porzione
anteriore dellastragalo situato il navicolare, con il quale si articolano i tre cuneiformi e i primi tre
metatarsi; conseguentemente troviamo le otto falangi delle prime tre dita.
Il piede astragalico ci d il senso della direzione: in caso di parestesie, che interessino le prime tre
dita e in particolar modo lalluce, inciamperemmo anche su una supercie completamente liscia.
Queste prime tre dita possiamo denirle come un radar podalico.
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LE ARTICOLAZIONI
Le articolazioni sono costituite minimo da due ossa contigue tra di loro, contenute in una capsula
periostea e da legamenti tendinosi. Qui di seguito sono nominate le articolazioni e i legamenti pi
importanti e determinanti per la deambulazione, in quanto non scopo di questo libro fare una
trattazione di siologia articolare, per la quale rimandiamo il lettore a testi specici.
Il piede si muove per mezzo di tredici articolazioni. Le tre principali, governate dai movimenti in
relazione allastragalo, vengono denite complesso periastragalico.
A) Larticolazione tibio-peroneo-astragalica costituita dal movimento generato dalla tibia, dal
perone e dallastragalo.
B) Larticolazione astragalica-inferiore-posteriore data dal movimento astragalo-calcagno.
C) Larticolazione astragalica-inferiore-anteriore generata dal movimento astragalo-scafoide.
Altre articolazioni sono: larticolazione di Chopart o medio-tarsica, che si divide in articolazione
astragalica-inferiore-anteriore gi menzionata e articolazione calcaneo-cuboidea.
Larticolazione tarso-anteriore governa i limitati movimenti dellarticolazione scafoido-cuneiformi
anteriormente, larticolazione scafoido-cuboidea e le articolazioni intercuneiformi lateralmente.
Larticolazione di Lisfranc (tarso-metatarsica) permette il movimento dei cinque metatarsi con i
cuneiformi e il cuboide. Pi anteriormente abbiamo le articolazioni interfalangee.
I LEGAMENTI
Le articolazioni del piede sono tenute insieme dai legamenti, di cui i raggruppamenti superciali pi
importanti sono:
Dorsalmente
- leg. trasverso della gamba
- leg. crociato della gamba
Medialmente
- leg. laciniato
-lateralmente
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- retinaculum superius dei muscoli peronieri
- retinaculum inferius dei muscoli peronieri
I legamenti profondi sono:
Plantarmente
- leg. metatarso trasverso profondo con i legamenti
Collaterali e della guaina tendinea
- leg. metatarsei plantari
- leg. tarso-metatarsei plantari
- leg. scafo-cuneiforme plantari
- leg. scafo-cuboide plantare
- leg. calcaneo-scafoideo plantare
- leg. calcaneo-cuboideo plantare
- leg. plantare lungo
- leg. profondi mediali
Per esempio, una lesione traumatica con il piede in pronosupinazione procura la rottura del
legamento mediale. Una violenta supinazione del piede comporta la rottura del legamento peroneo-
astragalico.





I MUSCOLI
I muscoli principali della gamba e del piede sono qui di seguito enunciati in raggruppamenti
nominali e antagonisti dallarea prossimale verso la distale, in maniera tale da permetterne una
rapida memorizzazione e identicazione:
1) Soleo
2) Gastrocnemio
3) Tibiale anteriore
4) Tibiale posteriore
5) Peroniero lungo
6) Peroniero breve
7) Flessore lungo delle dita
8) Flessore breve delle dita
9) Flessore lungo dellalluce
10) Flessore breve dellalluce
11) Flessore lungo del quinto dito
12) Flessore breve del quinto dito
13) Estensore lungo delle dita
14) Estensore breve dellalluce
15) Adduttore dellalluce
16) Abduttore dellalluce
17) Abduttore del quinto dito
18) Plantare
19) Quadrato della pianta
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20) Lombricali
21) Infraossei

MOVIMENTI DEL PIEDE
PIEDE IN ADDUZIONE: lavampiede si avvicina allasse mediale.
PIEDE IN ABDUZIONE: lavampiede si allontana dallasse mediale.
PIEDE IN SUPINAZIONE: la parte plantare guarda allinterno e la parte dorsale allesterno.
PIEDE IN PRONAZIONE: la parte plantare guarda allesterno e la parte dorsale allinterno.
PIEDE IN ESTENSIONE: lavampiede si allontana dallasse tibiale.
PIEDE IN FLESSIONE: lavampiede si avvicina allasse tibiale.


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ANATOMIA FUNZIONALE DELLARTO INFERIORE

Articolazione dellanca
Larticolazione coxofemorale assume notevole importanza, sia nei confronti della
statica corporea, sia nella dinamica della marcia e della corsa. La pelvi appoggia
bilateralmente sulle teste femorali; la funzionalit dellappoggio legata
direttamente al perfetto centraggio dellarticolazione, ossia a unesatta geometria
architettonica dei capi articolari. Come tutte le enartrosi, la coxofemorale
unarticolazione molto mobile, sebbene in misura minore rispetto alla
scapolomerale. Larticolazione dellanca opera infatti principalmente a sostegno
del tronco, durante i movimenti della deambulazione.
I movimenti del femore sono:
a)- di estensione e essione su un asse trasversale.
Lasse trasversale del movimento di essoestensione sora lapice del
grande trocantere e attraversa linserzione laterale del legamento rotondo. Quando
il ginocchio esso a meno di 90o, lampiezza dellescursione essoria
corrisponde ad un angolo di 120o; lestensione assai pi limitata e corrisponde ad
un angolo di circa 15o. Il movimento di estensione arrestato dai legamenti
ileofemorale e pubofemorale.
b)- di abduzione e adduzione su un asse anteroposteriore.
Dei movimenti di abduzione e adduzione il primo pi ampio e riveste
importanza maggiore. Lescursione totale di questo movimento di circa 80o ed
massima con lanca in lieve essione e rotazione esterna; il legamento rotondo vale
a limitare soprattutto il movimento di adduzione
c)- di rotazione interna ed esterna su un asse verticale.
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Il movimento di rotazione si svolge intorno ad un asse che passa per il centro della testa del
femore raggiungendo il punto centrale dellepisi inferiore, tra icondili. Lescursione totale di
questo movimento in stazione eretta corrisponde a 50-60o; maggiore quando lanca in
atteggiamento di essione. La rotazione interna e quella esterna sono arrestate rispettivamente dai
legamenti ischiofemorale e ileofemorale.
Pu inoltre, anche essere compiuto un movimento composito di circunduzione.




Articolazione del ginocchio
Dovremmo innanzitutto ricordare che, a ginocchio esteso, lasse del femore forma con lasse
della gamba un angolo aperto lateralmente di 175o (valgismo siologico del ginocchio).
Larticolazione del ginocchio svolge movimenti di:
1)- esso-estensione;
il suo movimento principale quello di essoestensione, secondo un asse trasversale che passa per i
condili femorali. Lescursione da unestensione massima ad una essione massima, ottenuta con le
sole forze muscolari, si aggira sui 120-140o ed condizionata dalla posizione dellanca. Se la
essione viene forzata tramite lapplicazione di forze esterne si possono guadagnare ancora circa
30o. Durante il movimento di essione i condili femorali ruotano e scivolano contemporaneamente
sulla supercie tibiale anzi, inizialmente, ruotano quasi esclusivamente mentre alla ne della
essione quasi esclusivamente scivolano. Fra i due condili lesterno quello che ruota di pi.
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2)- rotazione;
Sono inoltre possibili modesti movimenti di rotazione, secondo un asse verticale e di inclinazione
laterale; questi movimenti sono possibili unicamente a ginocchio esso. Nel movimento di
rotazione, va in primo luogo ricordata la rotazione esterna automatica; durante lestensione la
gamba ruota automaticamente allesterno di circa 20o. Inoltre, passivamente, possibile, a
ginocchio esso a 90o, indurre una rotazione interna massima di 30-35o e una rotazione esterna
massima di 40-45o. I movimenti di rotazione sono limitati dai legamenti crociati, dai collaterali e
dai menischi. Nel ginocchio in estensione, i legamenti crociati si oppongono alla rotazione interna; i
legamenti collaterali e i menischi, specialmente quello laterale, limitano lextrarotazione.

Articolazione tibiotarsica
Larticolazione tibiotarsica ha innanzitutto il ruolo di scaricare il peso del corpo sulle arcate
plantari. La stabilit dellequilibrio che, in altre articolazioni, mantenuta in primo luogo da
resistenze legamentose, necessita quindi del continuo impegno dei muscoli gastrocnemio e soleo.#
Nellarticolazione sono possibili movimenti di:
- essoestensione intorno ad un asse trasversale tracciato tra i due malleoli; il movimento realizza
una essione dorsale di 20o e una essione plantare o estensione di 30o. Nellarticolazione
tibioastragalica sono completamente bloccati# i movimenti di altra natura essendo lastragalo
fermato nella pinza tibiobulare con laiuto di un robusto complesso legamentoso. La pinza pu
modicamente allargarsi o restringersi grazie allelasticit dellarticolazione tibiobulare; cos essa si
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adatta al volume dincastro dellastragalo che ruota nella pinza stessa durante i movimenti
articolari. Eventuali violenti spostamenti passivi rotatori e trasversali dellastragalo provocano la
rottura della giunzione broelastica tibiobulare, la rottura dei legamenti collaterali, oppure la
fratura dei malleoli.

Articolazioni del piede
Il piede, come gli altri segmenti dellarto inferiore, svolge compiti sia statici che dinamici.#

Gli appoggi del piede
Nella stazione eretta, il piede poggia sul suolo con tre punti scheletrici e cio:#
1. un appoggio anterointerno che corrisponde alla testa del 10 osso metatarsale e alle
sue ossa sesamoidi;
2. un appoggio anteroesterno che corrisponde alla testa del 40 e 50 metatarsale;#
3. un appoggio posteriore , sulla tuberosit posteriore del calcagno.#

Gli archi plantari
Da questo appoggio posteriore, il pi caricato, allappoggio anteroesterno, il meno caricato, decorre
un arco plantare laterale quasi parallelo al piano del terreno; dallo stesso appoggio posteriore a
quello anterointerno decorre un arco plantare mediale molto pi scavato. Cooperano a mantenere gli
archi plantari formazioni legamentose e muscolari; tutti gli archi per, tendono ad appiattirsi in
quanto, sia il sostegno broso sia quello muscolare, sono spesso insufcienti di fronte ai carichi
gravitazionali.
Nel piede sono possibili movimenti:
a) Di inversione (adduzione, supinazione e modica essione)
b) Di eversione (abduzione, pronazione e modica estensione).
Le articolazioni metatarsofalangee e interefalangee intervengono nella essoestensione delle dita.
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Nei movimenti del passo e della corsa, gli archi plantari subiscono importanti modicazioni.
Nella marcia:
1. nel primo tempo di appoggio del piede sul tallone, non si ha variazione alcuna;
2. nel secondo tempo di appoggio totale del piede, la volta si appiana sotto il carico
gravitazionale;
3. nel terzo tempo mentre si solleva il tallone e si sposta lappoggio sullavampiede, la volta
plantare viene schiacciata dal peso del corpo.
Bibliograa:
Cremaschi D. (1991) - Fisiologia generale, principi. Edi - Ermes, Milano. pp.621 - 642.






I MUSCOLI DELLARTO INFERIORE
Presentazione
Per quanto riguarda i muscoli dellarto inferiore, prenderemo in
considerazione solo i gruppi muscolari della parte libera dellarto
inferiore.# Tralasceremo per questo la descrizione dei muscoli
dellanca e verranno presi quindi in considerazione:
i muscoli della coscia,
i muscoli della gamba,
i muscoli del piede.
Muscoli della coscia
I muscoli della coscia si distinguono in:
anteriori,
mediali,
posteriori.
Muscoli anteriori della coscia
Sono:
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Muscolo tensore della fascia lata. un fusiforme che si trova supercialmente, nella regione
superolaterale della coscia. Origina dallestremit anteriore del labbro esterno della cresta iliaca,
dalla spina iliaca anteriore superiore e dalla sottostante incisura, dalla faccia superciale del
muscolo medio gluteo e dalla fascia che lo ricopre. I suoi fasci si dirigono in basso, proseguono in
un lungo tendine che percorre tutta la coscia, per inserirsi poi al condilo laterale della tibia. Nel suo
tragitto, il tendine dinserzione si fonde con la fascia femorale o fascia lata, formando la benderella
o tratto ileotibiale.
Il ventre muscolare posto lateralmente al sartorio e davanti al muscolo medio gluteo; in supercie
esso in rapporto con lo strato sottocutaneo, profondamente con i muscoli medio gluteo e vasto
laterale. Con la sua azione tende la fascia lata e abduce la coscia; essendo un muscolo biarticolare
ha anche unazione di estensione della gamba sulla coscia.
Muscolo sartorio. Occupa una posizione superciale e si presenta come un muscolo allungato e
nastriforme, che attraversa obliquamente la faccia anteriore della coscia, dallalto in basso e
dallesterno allinterno. Origina dalla spina iliaca anteriore superiore e dalla parte pi alta
dellincisura sottostante e, attraversata la faccia anteriore della coscia, giunge in basso, sul lato
mediale del ginocchio, dove termina inserendosi allestremit superiore della faccia mediale della
tensore della fascia lata,
sartorio,
quadricipite femorale (g. 13).

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tibia. Linserzione avviene tramite un tendine slargato che prende il nome di zampa doca. La sua
faccia anteriore superciale; con quella profonda esso incrocia il retto del femore e lileopsoas.
Incrociando il muscolo adduttore lungo, chiude in basso il triangolo femorale (di Scarpa). Prima di
raggiungere la regione del ginocchio il sartorio ricopre il canale degli adduttori.
Il triangolo femorale (di Scarpa), situato nella regione anterosuperiore della coscia, limitato in alto
dal legamento inguinale, lateralmente dal muscolo sartorio e medialmente dal muscolo adduttore
lungo. Al triangolo corrisponde una fossa piramidale, con la base rivolta verso lalto, in cui
decorrono il nervo e i vasi femorali e sono contenuti i linfonodi inguinali profondi.
Il canale degli adduttori un tragitto muscolomembranoso situato nella parte inferomediale della
coscia, d passaggio ai vasi femorali. Esso formato dal muscolo grande adduttore medialmente e
dal vasto mediale lateralmente.
Il muscolo sartorio con la sua azione, ette la gamba sulla coscia e la coscia sul bacino, abduce e
ruota allesterno la coscia.
Muscolo quadricipite femorale. il pi voluminoso muscolo della regione anteriore della coscia e
risulta formato da quattro capi:
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che si raccolgono in un unico tendine terminale.
Il retto del femore origina dalla spina iliaca anteriore inferiore con un tendine diretto e dalla
porzione pi alta del contorno dellacetabolo nonch dalla capsula dellarticolazione coxofemorale
con un tendine riesso.
Il vasto mediale origina dal labbro mediale della linea aspra e dalla linea rugosa che unisce questa
al collo del femore.

Il vasto laterale origina dalla faccia laterale e dal margine anteriore del grande trocantere, dalla
met superiore del labbro laterale della linea aspra del femore e dal suo ramo che va al grande
trocantere.
Il vasto intermedio, posto profondamente tra il vasto laterale e quello mediale, origina dal labbro
laterale della linea aspra e dai 3/4 superiori delle facce anteriore e laterale del femore.
I quattro capi convergono in basso, mantenendo per la loro individualit. A livello del ginocchio si
raccolgono in un tendine apparentemente unico, ma formato in realt dalla sovrapposizione di tre
lamine.

La lamina superciale la continuazione del retto del femore,
La lamina intermedia appartiene ai vasti mediale e laterale,#
La lamina profonda al vasto intermedio.

A livello della patella, la maggior parte delle bre tendinee trova linserzione ossea; alcune bre,
pi superciali, passano davanti alla patella, incrociandosi, e formano la cosiddetta espansione del
quadricipite che va a ssarsi al margine inferiore dellarticolazione della tibia. Le bre che si sono
interrotte in corrispondenza della patella, continuano al di sotto di essa nel legamento patellare, che
prende inserzione alla tuberosit della tibia. Ai lati del legamento patellare, lespansione del
quadricipite rinforzata da due benderelle brose che si portano dalla patella ai condili della tibia,
le ali o retinacoli della patella. I fasci pi profondi del vasto intermedio prendono inserzione,
inferiormente, sulle pareti della borsa sinoviale sovrapatellare e costituiscono il muscolo articolare
del ginocchio.
Il muscolo quadricipite femorale contraendosi estende la gamba e, con il retto femorale, partecipa
alla essione della coscia nonch, a ginocchio esso, alla essione del bacino sulla coscia.
il retto del femore,
il vasto mediale,
il vasto laterale,
il vasto intermedio,

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Muscoli mediali della coscia (g. 14).
Sono:
Muscolo gracile. Appiattito e nastriforme, occupa il lato mediale della coscia. Origina dalla faccia
anteriore della branca ischiopubica, nei pressi della sinsi, donde si porta verticalmente per inserirsi
nella parte superiore della faccia mediale della tibia. Il suo tendine concorre a formare la zampa
doca. Supercialmente il muscolo gracile ricoperto dalla fascia femorale mentre, profondamente,
corrisponde ai muscoli adduttori grande e lungo, al condilo mediale del femore e al condilo mediale
della tibia. Il muscolo gracile, con la sua azione adduce la coscia, ette e ruota medialmente la
gamba.
Muscolo pettineo. situato nella parte superomediale della coscia. Origina dal tubercolo pubico,
dalla faccia anteriore del ramo superiore del pube, dalla cresta pettinea, dal legamento
pubofemorale e dalla fascia che lo ricopre. I suoi fasci si dirigono lateralmente e in basso per
il muscolo gracile,
il muscolo pettineo
i muscoli adduttori: lungo, breve e grande.

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inserirsi sulla linea pettinea del femore. Supercialmente il pettineo, rivestito dalla
fascia pettinea, corrisponde al triangolo femorale; profondamente in rapporto con
la capsula dellarticolazione coxofemorale e con i muscoli adduttore breve e
otturatorio esterno. Il pettineo adduce, ette e ruota allesterno la coscia.
Muscolo adduttore lungo. un muscolo piatto di forma triangolare. Origina dalla
faccia anteriore del ramo superiore del pube; i suoi fasci si portano in basso, in dietro e lateralmente
e vanno ad inserirsi al terzo medio del ramo mediale della linea aspra del femore. La sua faccia
superciale rivestita dalla fascia femorale e ,in basso, in rapporto con il sartorio e il vasto
mediale. Profondamente corrisponde agli adduttori breve e grande. Adduce e ruota allesterno la
coscia.
Muscolo adduttore breve. Di forma triangolare, posto profondamente alladduttore lungo e
supercialmente al grande adduttore. Origina dalla porzione mediale della faccia anteriore del ramo
superiore del pube e dalla porzione superiore della faccia anteriore della branca ischiopubica. Si
porta in basso, in dietro e lateralmente per inserirsi al terzo superiore del labbro mediale della linea
aspra del femore. Adduce e ruota allesterno la coscia.
Muscolo grande adduttore. Situato pi profondamente rispetto agli adduttori lungo e breve, un
muscolo piatto e triangolare, il cui apice volge verso lischio e la cui base occupa tutta laltezza
della linea aspra del femore. Origina dalla faccia anteriore della branca ischiopubica e dalla
tuberosit ischiatica. Si dirige in dietro, in basso e lateralmente e, giunto al margine posteriore del
femore, termina inserendosi sul labbro mediale della linea aspra, no allaltezza del tubercolo del
grande adduttore, che si trova al di sopra dellepicondilo mediale. La porzione superiore del
muscolo grande adduttore, viene anche descritta come muscolo adduttore minimo. La supercie
anteriore del muscolo in rapporto con gli adduttori lungo e breve e con il sartorio; inferiormente
delimita, insieme al vasto mediale, il canale degli adduttori. La faccia posteriore corrisponde ai
muscoli bicipite, semitendinoso e semimembranoso. Contraendosi, adduce e ruota allinterno la
coscia.


Muscoli posteriori della coscia (g. 15).
Sono:
il muscolo bicipite femorale,
il semitendinoso,
il semimembranoso.

Muscolo bicipite femorale. Occupa le regioni posteriore e laterale della coscia e origina con due
capi.Il capo lungo nasce dalla parte superiore della tuberosit ischiatica;il capo breve dal terzo
medio del labbro laterale della linea aspra del femore e dal setto intermuscolare laterale. I due capi
convergono in un tendine comune che va ad inserirsi sulla testa della bula e sul condilo laterale
della tibia. Posteriormente in rapporto in alto con il grande gluteo e quindi con la fascia femorale;
anteriormente corrisponde ai muscoli grande adduttore, semimembranoso e vasto laterale. In basso
costituisce il limite superoesterno della fossa poplitea. Agisce ettendo la gamba ed estendendo la
coscia. Ha inoltre unazione di extrarotazione della gamba.
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Muscolo semitendinoso. un muscolo situato supercialmente nella parte posteromediale della
coscia; carnoso nella porzione superiore, tendineo in quella inferiore. Origina in alto dalla
tuberosit ischiatica e discende verticalmente no alla parte media della coscia, dove continua in un
lungo tendine che concorre alla costituzione della zampa doca, inserendosi nella parte superiore
della faccia mediale della tibia. Posteriormente in rapporto, in alto, con il muscolo grande gluteo e
quindi con la fascia femorale; anteriormente corrisponde ai muscoli grande adduttore e
semimembranoso. Insieme al tendine del muscolo semimembranoso costituisce il limite
superointerno della fossa poplitea. Agisce ettendo e ruotando allinterno la gamba ed estendendo
la coscia

Muscolo semimembranoso. Situato profondamente al semitendinoso, cos detto perch
costituito, nel suo terzo superiore, da una larga lamina tendinea. Origina in alto dalla tuberosit
ischiatica, scende verticalmente no allaltezza dellinterlinea articolare del ginocchio, dove il suo
tendine si divide in tre fasci, di cui uno discendente va a terminare sulla parte posteriore del condilo
mediale della tibia, uno ricorrente risale verso il condilo laterale del femore formando legamento
popliteo obliquo dellarticolazione del ginocchio, e uno anteriore, o tendine riesso, termina sulla
parte anteriore del condilo mediale della tibia. Supercialmente, il muscolo semimembranoso
corrisponde ai muscoli grande gluteo, semitendinoso e al capo lungo del bicipite; anteriormente in
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rapporto con i muscoli quadrato del femore e grande adduttore. Ha le stesse azioni del muscolo
semitendinoso.
La fascia della coscia, o fascia femorale o fascia lata. Riveste a guisa di manicotto i muscoli
superciali della coscia. In alto la fascia si ssa in avanti al legamento inguinale, al corpo del pube
e alla branca ischiopubica, in dietro e lateralmente continua senza interruzione con la fascia glutea,
in basso si ssa sulla bula, sui due condili della tibia, sulla faccia anteriore della patella e continua
poi nella fascia della gamba. particolare la situazione dei muscoli sartorio e tensore della fascia
lata, i quali sono compresi in uno sdoppiamento della fascia lata.

Muscoli della gamba
I muscoli della gamba si suddividono in:

Muscoli anteriori della gamba (g. 16).
Sono:
gruppo anteriore,
gruppo laterale,
gruppo posteriore.

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Si trovano in una loggia delimitata dalla membrana interossea della gamba e dai margini anteriori
della tibia e della bula.
Muscolo tibiale anteriore. il pi mediale dei quattro muscoli anteriori. Origina dal condilo
laterale e dalla met superiore della faccia laterale della tibia, dalla porzione superomediale della
membrana interossea della gamba, dalla fascia crurale che avvolge tutti i muscoli della gamba e dal
vicino setto intermuscolare. I suoi fasci si portano verticalmente in basso e, giunti nella porzione
inferiore della gamba, continuano nel tendine dinserzione; questo si dirige medialmente e va a
ssarsi al tubercolo del 10 cuneiforme e alla base del 10 osso metatarsale. Il muscolo tibiale
anteriore, nella gamba, ha rapporto supercialmente con la fascia crurale, profondamente con la
membrana interossea; medialmente applicato contro la tibia e lateralmente ha i muscoli estensori
delle dita e dellalluce. Nel piede, il tendine dinserzione passa sotto ai retinacoli dei muscoli
estensori che lo separano dalla cute, sormonta larticolazione tibiotarsica e discende medialmente
allarteria dorsale del piede.
Flette dorsalmente, adduce e ruota medialmente il piede.
Muscolo estensore lungo delle dita. Si trova lateralmente al tibiale anteriore. Origina dal condilo
laterale della tibia, dalla testa e dai 2/3 superiori della faccia mediale della bula, dalla porzione
laterale della membrana interossea, dalla fascia crurale e dai setti intermuscolari circostanti. I fasci
muscolari volgono in basso e continuano con un robusto tendine che, passato sotto ai retinacoli dei
muscoli estensori, si divide in quattro tendini secondari. Ciascuno di essi, destinato a ognuna delle
quattro ultime dita, si suddivide, a livello dellarticolazione metatarsofalangea, in tre linguette di cui
quella intermedia termina sulla faccia dorsale della base della 2a falange, mentre quella laterale e
quella mediale si riuniscono per ssarsi alla base della 3a falange. Nella gamba il muscolo
corrisponde supercialmente alla fascia crurale e profondamente alla membrana interossea e alla
bula; lateralmente afancato dai muscoli peronieri e medialmente dai muscoli tibiale anteriore ed
estensore lungo dellalluce. Nel piede i tendini sono separati dalla cute mediante la fascia dorsale
superciale e, profondamente, sono in rapporto con il muscolo estensore breve delle dita.
Contraendosi, estende le ultime quattro dita e contribuisce alla essione dorsale, allabduzione e
alla rotazione esterna del piede.
Muscolo estensore lungo dellalluce. Origina dal terzo medio della faccia mediale della bula e
dalla corrispondente porzione della membrana interossea. Si porta in basso, proseguendo nel
tendine dinserzione a livello del terzo inferiore della gamba. Questo tendine passa sotto ai
retinacoli e va ad inserirsi alla faccia dorsale della 1a falange e alla base della 2a falange dellalluce.
Nella sua parte superiore il muscolo occupa una posizione profonda, tra il tibiale anteriore e
lestensore lungo delle dita. Nella parte inferiore della gamba si fa superciale ed ricoperto dalla
fascia crurale. Nel piede il tendine dinserzione ricoperto dalla fascia dorsale e passa
sullastragalo, sullo scafoide, sul 10 cuneiforme e sul 10 osso metatarsale. Estende lalluce e
partecipa ai movimenti di essione dorsale e di adduzione del piede.
Muscolo peroniero anteriore. Occupa la parte inferolaterale della regione anteriore della gamba ed
posto lateralmente al muscolo estensore lungo delle dita con il quale fuso. Origina dal terzo
inferiore della faccia mediale della bula e dalla corrispondente porzione della membrana
interossea. Il suo tendine passa al di sotto dei retinacoli dei muscoli estensori e si inserisce alla
supercie dorsale della base del 50 osso metatarsale. Il muscolo peroniero anteriore, nella gamba,
in rapporto anteriormente con la fascia crurale, posteriormente con la bula, lateralmente con il
lestensore lungo dellalluce
l estensore lungo delle dita.
il peroniero anteriore

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muscolo peroniero breve e medialmente con lestensore lungo delle dita. Il suo tendine dinserzione
decorre, nel piede, al di sopra del muscolo estensore breve delle dita. Flette dorsalmente, abduce e
ruota esternamente il piede.
Muscoli laterali della gamba
Sono:
Muscolo peroniero lungo. il pi superciale e il pi lungo dei due. Origina dalla porzione
anterolaterale della testa della bula, dal terzo superiore della faccia e del margine laterale dello
stesso osso, nonch dal condilo lateraledella tibia, dalla fascia crurale e dai circostanti setti
intermuscolari. I fasci muscolari si portano verticalmente in basso; continuano in un lungo tendine
dinserzione che passa dietro al malleolo laterale, lo circonda da dietro in avanti, attraversa in
direzione anteromediale la faccia plantare del piede e va a terminare sulla tuberosit del 10 osso
metatarsale, sul 10 cuneiforme e sulla base del 20 metatarsale.
il muscolo peroniero lungo
il muscolo peroniero breve.

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Nella gamba in rapporto anteriormente con i muscoli estensore lungo delle dita e peroniero
anteriore; posteriormente corrisponde al soleo e al essore lungo dellalluce. Nel collo del piede
ricopre il peroniero breve, con il quale contenuto in una guaina brosa (retinacoli dei muscoli
peronieri) nella quale i tendini possono scorrere grazie alla presenza di una guaina mucosa. Con la
sua azione il muscolo peroniero lungo ette plantarmente, abduce e ruota allesterno il piede.
Agisce anche sulla volta plantare accentuandone la curvatura.
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Muscolo peroniero breve. Occupa una posizione pi profonda rispetto al precedente. Origina dal
terzo medio della faccia laterale della bula nonch dai circostanti setti intermuscolari. I fasci
decorrono verticali in basso, continuando in un tendine che passa dietro al malleolo laterale, lo
circonda in basso e in avanti e va a ssarsi alla parte dorsale della base del 50 osso metatarsale.
ricoperto dal peroniero lungo e medialmente in rapporto con la bula. Contraendosi,abduce e
ruota allesterno il piede.
Muscoli posteriori della gamba
Sono disposti in un piano superciale e in un piano profondo.
Nello strato superciale si trovano: (g. 17).
Nello strato profondo sono situati: (g. 18).
Muscolo tricipite della sura. formato da due muscoli:
che in basso, convergono in un unico grosso tendine dinserzione, il tendine calcaneale (detto di
Achille).
Il muscolo gastrocnemio formato da due ventri muscolari, i gemelli della gamba. Di essi, il
laterale origina dallepicondilo laterale del femore, dal piano popliteo e dalla porzione posteriore
della capsula articolare del ginocchio; il mediale si stacca dallepicondilo mediale, dal dal piano
popliteo e dalla corrispondente porzione della capsula articolare del ginocchio.
Il muscolo soleo, situato profondamente ai due gemelli, origina dalla parte superiore della testa,
dalla faccia dorsale dal margine laterale della bula, dalla linea obliqua e dal terzo medio e dal
margine mediale della tibia, da unarcata brosa tesa fra la testa della bula e la linea obliqua della
tibia, larcata del muscolo soleo.
I tre capi muscolari si uniscono nel tendine calcaneale che si inserisce sul terzo medio della faccia
posteriore del calcagno. A livello del ginocchio, il margine mediale del gemello laterale e il margine
laterale del gemello mediale sono separati da uno spazio angolare aperto in alto e rappresentano i
limiti inferiori della fossa poplitea. Il gemello laterale incrociato dal tendine del muscolo bicipite;
il gemello mediale corrisonde ai muscoli semimembranoso e semitendinoso. Profondamente i due
gemelli sono a contatto con la capsula articolare. Pi in basso i gemelli sono in rapporto
supercialmente con la fascia crurale, con il sottocutaneo e quindi con la cute, profondamente con il
muscolo soleo. Il soleo corrisponde posteriormente al muscolo gastrocnemio e al plantare;
anteriormente in rapporto con i muscoli essore lungo dellalluce, fessore lungo delle dita e tibiale
posteriore. Il tendine calcaneale corrisponde supercialmente alla cute, mentre risulta separato
anteriormente dallarticolazione tibiotarsica mediante un piano adiposo e dalla faccia posteriore del
calcagno mediante una borsa mucosa. Il muscolo tricipite della sura contraendosi, ette
il muscolo tricipite della sura,
il muscolo plantare

muscolo popliteo,
essore lungo delle dita,
essore lungo dellalluce
e tibiale posteriore

il gastrocnemio
il soleo

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plantarmente il piede e lo ruota allinterno; concorre, con il gastrocnemio, alla essione della gamba
sulla coscia. Facendo perno sullavampiede, il tricipite estende la gamba sul piede (muscolo
antigravitario).
Muscolo plantare. un piccolo muscolo posto profondamente al gemello laterale, sulla faccia
posteriore dellarticolazione del ginocchio. Origina dal ramo laterale della linea aspra del femore e
capsula articolare del ginocchio. Il breve corpo muscolare seguito da un tendine lungo e sottile
che decorre tra il gastrocnemio e il soleo inizialmente e quindi sul margine mediale del tendine
calcaneale, per terminare sulla faccia mediale del calcagno. Ha unazione simile a quella del
tricipite della sura, anche se meno potente.
Muscolo popliteo. un muscolo appiattito, posto sotto al plantare e ai gemelli. Origina dalla faccia
esterna del condilo laterale del femore e dalla corrispondente porzione della capsula articolare del
ginocchio. Si inserisce sul labbro superiore della linea obliqua e sulla faccia posteriore della tibia, al
di sopra di tale linea. in rapporto anteriormente con il condilo laterale del femore, con
larticolazione del ginocchio e con la parte alta della faccia posteriore della tibia; posteriormente gli
si pongono i muscoli plantare e gastrocnemio. Il muscolo popliteo con la sua azione ette e ruota
allinterno la gamba.
Muscolo essore lungo delle dita. il pi mediale dei muscoli dello strato profondo. Origina dalla
linea obliqua e dal terzo medio della faccia posteriore della tibia e dai circostanti setti
intermuscolari. I fasci muscolari si portano in basso e, in corrispondenza del terzo inferiore della
gamba, proseguono in un lungo tendine. Questo circonda in dietro il malleolo mediale e scorre nella
doccia calcaneale mediale, mantenuto nella sua sede dal retinacolo dei muscoli essori. Attraversa
quindi la regione plantare del piede obliquamente in avanti e lateralmente, incrocia il tendine del
muscolo essore lungo dellalluce e inne si divide nei quattro tendini terminali che si ssano alla
base della 3a falange delle ultime quattro dita. Il muscolo essore lungo delle dita in rapporto
anteriormente con la tibia e con il muscolo tibiale posteriore, posteriormente con il muscolo soleo.
Nella pianta del piede il tendine dinserzione decorre tra labduttore dellalluce e il essore breve
delle dita. Il muscolo essore lungo delle dita ette le ultime quattro dita e concorre alla essione
plantare del piede.
Muscolo essore lungo dellalluce. il pi laterale dei muscoli dello strato profondo. Origina dai
2/3 inferiori della faccia posteriore e del margine laterale della bula, dalla membrana interossea e
dai setti intermuscolari circostanti. I fasci si portano in basso e niscono su un lungo tendine che,
passato sotto al malleolo mediale, decorre dapprima in un solco della faccia posteriore
dellastragalo e quindi della faccia mediale del calcagno. Giunto nella regione plantare, il tendine
dinserzione si porta in avanti e medialmente, incrocia il tendine del muscolo essore lungo delle
dita e va a ssarsi alla base della falange distale dellalluce. Allincrocio tra i tendini del muscolo
essore lungo delle dita e del muscolo essore lungo dellalluce si trova una lacinia brosa di
connessione;pertanto la contrazione del muscolo essore lungo dellalluce determina una essione
delle altre quattro dita. Con la sua azione, ette lalluce e concorre alla essione delle altre quattro
dita e alla essione plantare del piede.
Muscolo tibiale posteriore. situato profondamente rispetto ai due muscoli essori lunghi delle
dita e dellalluce. Origina dal labbro inferiore della linea obliqua e dalla faccia posteriore della tibia,
dalla parte superiore della membrana interossea, dalla faccia mediale della bula e dai setti
intermuscolari circostanti. Continua quindi in un tendine dinserzione che, passato dietro al
malleolo tibiale, va a terminare sul tubercolo dello scafoide, sulla supercie plantare dei tre
cuneiformi e dellestremit prossimale del 20, 30 e 40 osso metatarsale. in rapporto anteriormente
con le facce posteriori della tibia e della bula e corrisponde alla membrana interossea;
posteriormente ricoperto dai muscoli soleo, essore lungo delle dita e essore lungo dellalluce.
Agisce ettendo plantarmente il piede e pertecipa ai movimenti di adduzione e di rotazione interna
del piede; accentua anche la curvatura della volta plantare.
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La fascia della gamba o fascia crurale avvolge in supercie i muscoli della gamba, manca soltanto
in corrispondenza della faccia mediale della tibia.

La fascia crurale continua in alto con la fascia lata e prende inserzione sullestremit prossimale
della tibia, sulla testa della bula e sulla rotula. In basso continua con la fascia del piede e prende
parte alla costituzione dei retinacoli dei muscoli estensori, peronieri e essori. Dalla sua supercie
interna si distaccano due setti intermuscolari che terminano luno sul margine anteriore e laltro sul
margine laterale della bula. La gamba viene cos divisa in tre logge che accolgono i muscoli
anteriori, laterali e posteriori. I tendini dinserzione di alcuni muscoli della coscia (bicipite, gracile,
sartorio e semitendinoso) inviano fasci allestremit superiore della fascia crurale sulla quale
possono cos esercitare una tensione.
I tendini che dalla gamba si portano al piede si inettono in corrispondenza del collo del piede,
formando un angolo che, in posizione di riposo del piede stesso, si aggira sui 1000 -1100.
A livello dellarticolazione tibiotarsica si trovano dispositivi legamentosi di contenzione dei tendini
che prendono il nome di retinacoli. Si distinguono retinacoli dei muscoli estensori, dei muscoli
peronieri e dei muscoli essori.
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Muscoli del piede
Si distinguono in:
dorsali
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Questi ultimi, a loro volta, occupano le regioni mediale, intermedia e laterale della pianta del piede.
Muscoli dorsali del piede
La regione dorsale contiene un solo muscolo, lestensore breve delle dita o pedidio.
Muscolo estensore breve delle dita (pedidio).
un muscolo piatto che origina dalla faccia superiore e laterale del calcagno, si porta in avanti e
medialmente per suddividersi in quattro capi muscolari ciascuno dei quali termina con un tendine
proprio. Quello del 10 dito si inserisce alla base della falange prossimale dellalluce; gli altri tre si
fondono con i tendini dellestensore lungo delle dita destinati al 20 , 30 e 40 dito. Contraendosi
estende le prime quattro dita.
Muscoli plantari mediali
La regione comprende tre muscoli:
Muscolo abduttore dellalluce. il pi superciale e il pi lungo dei muscoli della regione
mediale. Origina dal processo mediale della tuberosit del calcagno, dal retinacolo dei muscoli
essori, dalla facciaprofonda della fascia plantare e dal setto intermuscolare che lo separa dal
muscolo essore breve delle dita; si insersce sulla porzione laterale della base della falange
prossimale dellalluce. Abduce e ette lalluce.
Muscolo essore breve dellalluce. Origina dalla faccia plantare dei tre cuneiformi nonch dal
legamento calcaneocuboideo plantare. Il muscolo si porta in avanti e si divide in due fasci di cui
uno mediale va ad unirsi al tendine del muscolo abduttore e uno laterale raggiunge il capo obliquo
delladduttore. Contraendosi ette lalluce.
Muscolo adduttore dellalluce. il pi profondo dei muscoli plantari mediali. Origina con un
capo obliquo e un capo trasverso. Il capo obliquo sorge dal cuboide, dal 30 cuneiforme, dalla base
del 20, del 30 e 40 metatarsale, dal legamento plantare lungo e si porta in avanti e medialmente. Il
capo traverso origina dalla 3a, 4a e 5a articolazione metatarsofalangea e continua medialmente. Le
inserziooni sono indipendenti per i due capi. Il tendine del capo obliquo si fonde con il tendine del
fascio laterale del muscolo essore breve dellalluce raggiungendo la base della 1a falange; il
tendine del capo trasverso si unisce al tendine del muscolo essore lungo dellalluce. Contraendosi
ette e adduce lalluce.

Muscoli plantari laterali
Sono:
plantari.
labduttore dellalluce,
il essore breve dellalluce.
ladduttore dellalluce.

muscolo abduttore del 50 dito,


essore breve del 50 dito,
opponente del 50 dito.

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Muscolo abduttore del 50 dito. il pi superciale della regione. Origina dal processo laterale
della tuberosit del calcagno, dalla fascia plantare e dal setto intermuscolare che lo separa dal
essore breve delle dita. Di qui i fasci si portano in avanti, seguendo il margine laterale del piede e
vanno a terminare su un tendine che prende inserzione alla tuberosit del 50 osso metatarsale e alla
base della falange prossimale del 50 dito. Con la sua azione ette e abduce il 50 dito.
Muscolo essore breve del 50 dito. Occupa una posizione profonda rispetto al precedente. Nasce
dalla base del 50 metatarsale e dal legamento plantare lungo; si porta in avanti e si inserisce alla
base della 1a falange del 50 dito e sulla corrispondente articolazione metatarsofalangea.
Contraendosi ette il 50 dito.
Muscolo opponente del 50 dito. Si trova medialmente al precedente con il quale parzialmente
unito; origina dal legamento plantare lungo e termina sul margine laterale del 50 osso metatarsale.
Con la sua azione ette e adduce il 50 dito.

Muscoli plantari intermedi
Sono:
Muscolo essore breve delle dita. il pi superciale della regione. Origina dal processo mediale
della tuberosit calcaneale, dalla fascia plantare e dai circostanti setti intermusclari. Le sue bre si
portano in avanti e, giunte circa a met del piede, si dividono in quattro fasci muscolari cui seguono
altrettanti tendini. Ciascuno di essi termina con due linguette sul margine laterale e su quello
mediale della faccia plantare della 2a falange delle ultime quattro dita. Agisce ettendo la 2a
falange delle ultime quattro dita.
Muscolo quadrato della pianta. Origina mediante due capi, laterale e mediale. Il primo nasce dalla
faccia inferiore del calcagno, in prossimit del processo laterale della tuberosit calcaneale, il
secondo dalla faccia mediale del calcagno. Idue capi convergono e si fondono in una lamina che va
ad inserirsi sul tendine del muscolo essore lungo delle dita. La sua azione coopera con quella del
muscolo essore lungo delle dita.
Muscoli lombricali. Sono in numero di quattro; ciascuno di essi nasce dai tendini contigui del
muscolo essore lungo delle dita, con leccezione del 10, il pi mediale, che origina esclusivamente
dal margine mediale del tendine destinato al 20 dito. Dallorigine, essi si portano in avanti e
terminano sul lato mediale dellestremit prossimale della 1a falange delle ultime quattro dita e sui
tendini del muscolo estensore lungo delle dita. I muscoli lombricali ettono la 1a falange ed
estendono la 2a e la 3a delle ultime quattro dita.

Muscoli interossei del piede
Sono sette muscoli distinti in:
il muscolo essore breve delle dita,
il muscolo quadrato della pianta del piede,
i quattro muscoli lombricali,
i sette muscoli interossei.

tre plantari
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Questi occupano gli spazi intermetatarsali.
I tre muscoli interossei plantari occupano il 20 , il 30 e il 40 spazio intermetatarsale. Originano dalla
faccia mediale del 30, 40 e 50 osso metatarsale. Si portano in avanti e vanno a terminare sulla
porzione mediale della base della falange prossimale del dito corrispondente. Con la loro azione
ettono la 1a falange ed estendono le restanti due falangi del 30, 40 e 50 dito.
I quattro muscoli interossei dorsali occupano la parte dorsale dei quattro spazi intermatatarsali.
Originano dalle facce affrontate delle ossa metatarsali e si inseriscono alla base delle falangi
prossimali. Il 10 e il 20 muscolo terminano rispettivamente sui lati mediale e laterale della falange
prossimale del 20 dito; il 30 e il 40 vanno alla faccia laterale della falange prossimale del dito
corrispondente. Contraendosi ettono la 1a falange ed estendono le altre due falangi del 20, 30 e 40
dito; allontanano il 30 e 40 dito dal 20.
Bibliograa

quattro dorsali;
Alberghina L., Tonini F. (2002) - Biologia. Volume b: Dallevoluzione biologica allevoluzione culturale
delluomo. Arnoldo Mondadori Scuola, Milano. pp. 622 - 628.
Cremaschi D. (1991) - Fisiologia generale, principi. Edi - Ermes, Milano. pp.621 - 642.
Curtis H., N. S. Barnes (2003) - Invito alla biologia. Zanichelli, Bologna. pp.337 - 346 e pp. 477 - 481.
Voet D. Voet J.G. (1993) - Biochimica. Zanichelli, Bologna. pp. 1290 - 1302.

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