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www.allenatore.net - Magazine n.

09 Maggio 2004

FOCUS

A R T I C O L O 1
Maggio: il mese di
fuoco.
La presentazione del
palinsesto mensile.

A cura di Team Allenatore.net

A R T I C O L O 2
La corsa del
calciatore.
Come insegnare al
calciatore a correre
correttamente.

A cura di Emanuele Bruzzone

A R T I C O L O 3
Ottimizzare il
comportamento
della squadra
durante la
transizione
negativa.
Soluzioni tattiche
per impedire
allavversario di
ripartire
efficacemente.

A cura di Alessandro Giuliano

A R T I C O L O 4
La rifinitura:
esercitazioni e
principi per
sfruttare le
combinazioni.
Come, quando e
perch attaccare
con le combinazioni.

A cura di Marco Ceccomori

A R T I C O L O 5
La gestione psicologica
di tre situazioni
critiche: la comunica-
zione della formazione,
lintervallo, la
sostituzione.
Lallenatore deve saper
gestire correttamente il
gruppo anche nelle
situazioni ritenute, a
volte, marginali.

A cura di Roberto Bonacini

A R T I C O L O 6
Ottimizzare la
contrapposizione
tattica: affrontare il 4-
2-3-1.
Le soluzioni per mettere
in difficolt il sistema 4-
2-3-1.

A cura di Luca Prestigiacomo

A R T I C O L O 7
Allenare gli
addominali: istruzioni
per luso.
Come, quando e perch
allenare i muscoli
delladdome del
calciatore.

A cura di Giovanni Bonocore

A R T I C O L O 8
Come allenare il
portiere analizzando la
prestazione di gara.
La preparazione del n
1 attraverso lanalisi
della situazione di gara.

A cura di Claudio Rapacioli
A R T I C O L O 9
Come ottimizzare le
esercitazioni per
favorire
lapprendimento
dellatleta.
Limportanza della
struttura
dellesercitazione nel
processo di
apprendimento motorio
e tecnico.

A cura di Fausto Garcea

A R T I C O L O 1 0
Il programma didattico
per insegnare ai
giovanissimi il tiro in
porta.
Le esercitazioni da
proporre ai giovani.

A cura di Emanuele Aquilani
S
O
M
M
A
RI
O
EDIZIONI
WWW.ALLENATORE.NET
SEDE: Via E.Francalanci, 418 -
55050 Bozzano (LU)
Partita IVA: 01781660467,
C.C.I.A.A. Lucca, R.E.A.
170681, Reg. Imp. 21776
Tel: 0584 976585
Fax: 0584 977273

Alla realizzazione
del presente numero
hanno collaborato:
Bruzzone E., Garcea
F., Giuliano A., Ra-
pacioli C., Aquilani
E.,Prestigiacomo L.,
Ceccomori M., Bono-
core G., Bonacini R,.

WWW.ALLENATORE.NET -
MAGAZINE una pubblicazione
mensile edita da edizioni
www.allenatore.net ed iscritta nel
registro Periodici del Tribunale di
Lucca con il n.785 del 15/07/03
Direttore Responsabile: Fabrizio
Ferrari; Coordinatore tecnico:
Massimo Lucchesi
Luogo di stampa: Bozzano, via
Francalanci 418 (LU)
Provider-stampatore: I.NET SpA
(Web: www.inet.it) via Caldera
21/D - 20153 Milano

Maggio: il mese di fuoco.
A curadi TEAM www.allenatore.net
La presentazionedel palinsestodi Aprile.
Dopo il big-match di domenica 2 Maggio tra Milan e Roma, che sar decisivo ai fini scudetto, ecco che altre
straordinarie gare si succederanno nel corso di questo straordinario mese. Per restare in ambito nazionale come non
ricordare la sfida di ritorno, valevole per l assegnazione
della Coppa Italia, tra Juve e Lazio. Lippi e Mancini sono al
passo daddio e vogliono entrambi lasciare un segno
importante prima di lasciare. Ma soprattutto in Europa
che si giocano le sfide pi interessanti. Il Chelsea di
Claudio Ranieri deve a tutti i costi ribaltare lincredibile 1-3
subito dalla squadra di Prso e Morientes nel match di andata
della prima semifinale di Champions. Nellaltra gara,
allinsegna dellequilibrio, Deportivo e Porto si sfidano in
un derby incerto ed affascinante. Maggio inoltre il mese
delle finalissime di Coppa Uefa e soprattutto Champions
League e sempre in questo mese il Trap far sapere
allItalia intera se Baggio far o meno parte della spedizione
per Portogallo 2004.

In attesa di gustarci tutto ci che accadr in questa quattro settimane, veniamo a presentare il numero attualmente on
line. Ceccomori e Prestigiacomo continuano il filone intrapreso aggiungendo nuovi capitoli agli studi relativi a
rifinitura e contrapposizioni tattiche. Rapacioli ci illustra, in riferimento allallenamento del portiere, come
programmare lallenamento analizzando la prestazione di gara. Il prof.Bruzzone, nel suo articolo, analizza i vari tipi di
corsa del calciatore e fornisce suggerimenti ed esercitazioni per renderla pi coordinata ed ergonomia possibile.
Emanuele Aquilani si occupa in questo numero del tiro in porta fornendo idee e suggerimenti per programmare la
didattica con i giovanissimi. Alessandro Giuliano analizza invece la transizione negativa descrivendone alcuni possibili
sviluppi tattici. Il prof.Fausto Garcea ci illustra come ottimizzare le esercitazioni al fine di ottimizzare il processo di
apprendimento dellatleta. Roberto Bonacini tratta invece di psicologia attraverso lanalisi di tre situazioni critiche che
lallenatore deve affrontare nello svolgimento della propria attivit: la comunicazione della formazione, lintervallo, la
sostituzione. Per concludere il prof.Bonocore evidenzia principi ed esercitazioni per rendere e mantenere tonici i
muscoli addominali.

Prima di lasciarvi alla lettura del numero on line e doveroso ricordare tre interessantissimi convegni programmati
proprio questo mese. A Pisa il giorno dieci si terr un incontro dal tema Il Calcio Moderno. Ad Oggiono (Lecco)
luned 24 Maggio si svolger invece uno stage di aggiornamento dedicato ai preparatori dei portieri e sempre nel
medesimo giorno, a Milano, avr luogo latteso seminario Strategia ed organizzazione tattica di una squadra di calcio.
Per maggiori informazioni e delucidazioni vi invitiamo a sfogliare le brochure contenute nella sezione Corsi/Eventi.

Team www.allenatore.net
a ar rt t i ic co ol lo o
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N. 0 9 MA G G I O 2004
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

R R E E D D A A Z Z I I O O N N A A L L E E

La corsa del calciat ore: principi
ed esercizi per rendere coordinat i
ed ergonomici i diversi t ipi di
corsa ut ilizzat i dal calciat ore.
A curadel Prof. EMANUELE BRUZZONE
laureato in Scienze Motorie ed Allenatore di Base.
Comeinsegnareal calciatorea correrecorrettamente.
Durante una partita il contatto con la palla di ogni singolo giocatore, con piccole logiche differenze determinate
essenzialmente dal ruolo di competenza, pare sia limitato ad un paio di minuti, poco di pi, poco di meno. Come dire
che nellarco dei 90, per ben 87 - 88 latleta esprime le sue capacit attraverso comportamenti senza palla, che
evidentemente, in buona misura, vanno supportati, sotto laspetto atletico, con lazione della corsa.
Da questo dato statistico risulta indubitabile lenorme importanza del ruolo della corsa nel gioco del calcio; peraltro,
elemento strettamente vincolato alla positiva realizzazione di molte situazioni tattiche, in cui, il comportamento del
singolo, allinterno di una organizzazione collettiva, si concretizza utilmente proprio correndo con razionalit.

Il movimento del giocatore durante una gara, influendo cos pesantemente sul livello prestativo della stessa, induce ad
unanalisi dettagliata, premessa indispensabile nellidentificazione di mezzi allenanti appropriati:
una corsa, con connotati competitivi, soggetta ad una immediata suddivisione, subordinata alle condizioni, possiamo
dire ambientali, in cui agisce latleta.
Tale considerazione ci porta ad evidenziare la seguente classificazione:

sport non di situazione
sport di situazione.

Con il termine situazione, in pratica, si esprime la possibilit o meno di immaginare, per prepararle a livello del SNC, le
modalit di corsa per i successivi momenti della gara (vedi anticipazione).
Laddove la dinamica di corsa non preveda la necessit di elaborare opzioni, in un contesto povero di variabili, la
concentrazione dellatleta sar sostanzialmente focalizzata sugli aspetti biomeccanici, idonei alla esecuzione di gesti
funzionali ad un rendimento specifico, senza possibilit di variazioni, o quasi, nello sviluppo della gara.
Si parla, in questi casi, di sport non situazionali.
La corsa piana di velocit ne rappresenta un modello piuttosto esaustivo.
Ma anche nelle rincorse precedenti un salto, pur subentrando aspetti riconducibili alla preparazione allo stacco, la
modalit di spostamento devessere ampiamente preventivata, nei particolari.
a ar rt t i ic co ol lo o
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P P R R E E P P A A R R A A Z Z I I O O N N E E
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2
Per contro, in altre discipline, che si realizzano allinterno di ambiti costantemente mutevoli, per il movimento delle
varie componenti che ne fanno parte, si rende doverosa una differente valutazione.
Nei giochi sportivi, classico esempio di sport di situazione, nasce inevitabile lesigenza, quantomeno la possibilit, di
una revisione dei programmi motori pochi attimi prima prestabiliti (vedi adattamento/trasformazione).
Una traiettoria dellattrezzo imprevista, uno spostamento di avversari o compagni non esaminato od improvviso, ci
obbligano a dover riprogrammare il percorso motorio appena mentalmente disegnato.
In queste discipline, le cosiddette mappe di apprendimento motorio (MAM), e cio i percorsi neuromotori che si
realizzano attraverso labitudine a ricorrenti situazioni (soprattutto grazie allallenamento), assumono caratteristiche di
elasticit, appunto perch, potremmo dire, si abituano a dover rivedere in corsa i piani di trasmissione prescelti.
Nella categoria riconosciamo, tra gli altri, i cosiddetti giochi sportivi (calcio, basket, pallavolo, rugby ed altri),
intendendo con questo termine attivit collettive, di tipo agonistico, dove due squadre si fronteggiano, cercando di
realizzare punti e di subirne meno possibile. Per avere la meglio sullavversario, necessario utilizzare convenienti
strategie, allinterno di condizioni variabili, per la incessante dinamicit degli elementi che le costituiscono. Il tutto deve
inoltre sottostare ad una serie di regole, anchesse concorrenti a condizionare il comp ortamento dei partecipanti.
Se ne desume, nellindividuare i vari aspetti che intervengono, a costituire il quadro dinsieme dell atleta che li pratica,
un alto livello di complessit. Il percorso formativo deve prevedere attenzioni relativamente ad elementi di tipo atletico,
ma non di meno anche di tipo comportamentale, tecnico e tattico.
Limitatamente agli aspetti atletici, considerando specificatamente il gioco del calcio, possiamo sinteticamente
riassumere quanto segue:

il calcio uno sport di corsa
il calcio uno sport di situazione.

Con questi presupposti, evidentemente, accertiamo che, allinterno del rettangolo di gioco si corre, ma con modalit non
prevedibili.

I ritmi di corsa sono variabili, laddove particolari esigenze tecnico tattiche suggeriscono se scattare per brevi tratti alla
massima velocit, prendere una posizione con uno spostamento non massimale, o lanciarsi in uno spazio libero con un
allungo. Allinterno di queste sequenze, cos differenti, di corse, a completamento del quadro atletico - prestativo del
calciatore, vanno altres inserite pause, spesso con funzioni di recupero energetico.

Nel tentativo di riprodurre un modello funzionale, alle prime due caratteristiche (sport di corsa sport di situazione),
sopraccitate, ne aggiungiamo altre:

la corsa aciclica (varia il ritmo di corsa, in una sequenza di tratti alternati e con traiettoria ed angolazioni
differenti)
le distanze da ricoprire, per ogni tratto, sono variabili.

E palese che, nell
impostare un programma
di lavoro idoneo, non
possibile astenersi dal
considerare le tipicit
appena descritte.
Nel nostro lavoro, senza
dimenticare quanto peso
abbiano le componenti di
tipo bioenergetico che
intervengono durante
lincontro e che vanno
parimenti sollecitate, si
tenta di identificare quei
mezzi volti
particolarmente alla
ricerca del movimento, per
cos dire, economico.
DISTANZE DIFFERENTI
ANGOLAZIONI DIFFERENTI
RITMI DIFFERENTI
5 mt.
5 mt.
10 mt.
10 mt.
15 mt.
15 mt.
LA CORSA DEL CALCIATORE
LA CORSA DEL CALCIATORE
DISTANZE DIFFERENTI
ANGOLAZIONI DIFFERENTI
RITMI DIFFERENTI
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5 mt.
10 mt.
10 mt.
15 mt.
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LA CORSA DEL CALCIATORE
LA CORSA DEL CALCIATORE
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Incrementare gli aspetti coordinativi di una corsa specialis tica, oltre ad assolvere ottimamente alle esigenze particolari,
rende altres essenziali glinterventi muscolari, riducendo al minimo i dispendi energetici ed alzando conseguentemente
i livelli prestativi assoluti.

Sono riportate, di seguito, alcune considerazioni, pubblicate sul Nuovo calcio, numero 18 novembre 1992.
Larticolo, redatto peraltro dallautorevole Prof. Enrico Arcelli, offre uno schema, dal quale possibile estrarre
utilissimi elementi nella valutazione della corsa del calciatore, corredato altres dai possibili rimedi per correggere i vari
errori.

PROBLEMA ESERCITAZIONI ANNOTAZIONI
A
I passi sono troppo lunghi

Ripetizioni di scatti in cui si richiede
unalta frequenza di passi. Skip sul posto;
skip sul posto seguiti da partenza; corsa
in leggera discesa con frequenze elevate.
Spesso chi ha molte fibre lente o
incapacit a compiere gesti ciclici
ad alta frequenza tende a fare
passi lunghi in accelerazione in
accelerazione.
B Passi troppo corti (ritmo frenetico)
Balzi; esercizi pliometrici; esercizi di
rafforzamento dei gruppi muscolari che
intervengono nella spinte; traino;
spaccate.
Quasi inutile chiedere di fare
volontariamente partenze con
passo lungo
C
Il bacino sinnalza o si abbassa
eccessivamente
ad ogni passo.
Corsa a fianco di un muretto o di una
siepe (per autovalutare il volo); traino;
corsa in salita e in discesa.

D
Lappoggio dei piedi poco morbido (c una
frenata ad ogni passo)
Esercizi specifici per i piedi (mobilit
dellavampiede, camminate a rullo, saltelli
sul posto, ecc.); scatti in leggera discesa
cercando di avere la sensazione di
scorrere.

Spesso, in questi casi, i balzi
provocano traumi.

E I piedi non spingono.
Esercizi per il miglioramento della mobilit
delle caviglie; balzi con prevalenza di
quelli che fanno lavorare di pi i piedi;
esercizi pliometrici con ginocchia bloccate
(o quasi); traino in cui si richiede
limpegno dei piedi.
Di solito questo errore legato a
carenza di forza, ma talvolta
anche alla carenza di mobilit
delle caviglie.
F
Le ginocchia rimangono eccessivamente
piegate al termine di ogni spinta.
Balzi di tutti i tipi
Anche questo errore (come quello
indicato con E), di solito legato
alla carenza di forza.
G
I piedi si sollevano troppo dal suolo e/o le
ginocchia si alzano troppo.
Ripetizioni di scatti in cui si richiede di
tenere i piedi attaccati a terra,
eventualmente anche con piccoli carichi
alle caviglie.
Spesso questo errore si abbina ad
A e C.

H
Gli appoggi si incrociano o sono molto distanti
fra loro.
Corsa su una linea disegnata sul terreno
(per esempio la linea laterale del campo
di gioco); balzi con lo stesso sistema.
Controllare anche che le spinte
siano verso lavanti e che non ci
siano difetti a livello dei piedi o
delle ginocchia.
I
Gli arti superiori si muovono troppo poco e/o il
loro movimento sembra richiedere un impegno
eccessivo e/o le spalle sono alte e rigide.
Ginnastica di mobilit delle spalle.
Esercizi di simulazione del movimento
corretto (anche davanti allo specchio).
Skip con movimento esagerato.

L Il busto non si flette a sufficienza in avanti.
Traino; ripetizione di scatti in cui si
richiede di tenere il tronco in avanti
(anche in leggera discesa); ginnastica di
rafforzamento per gli addominali e i
dorsali.

M Il busto si torce su se stesso ad ogni passo.
Rafforzamento degli addominali e dei
dorsali. Esercizi per il movimento corretto
degli arti superiori (si veda I).
Questo errore di solito implica un
movimento scarso o errato degli
arti superiori.

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4
Ricordando nuovamente che lobiettivo dellarticolo ricerca prioritariamente gli aspetti coordinativi nella corsa del
calciatore, allinterno del modello specifico della disciplina, cerchiamo dindividuare una serie di mezzi appropriati nel
raggiungimento dello scopo:

MEZZI DI ALLENAMENTO
Corse veloci, 10/30 metri con diverse partenze
in piedi
seduti
accosciati
spalle allarrivo
proni
supini
altre
Corse a navetta, vai vieni


Slalom tra coni

in linea
in diagonale
stesse distanze
distanze diverse
Ogni forma di andatura specifica


skip alto
skip basso
skip alternato
skip laterale
skip allindietro
skip composto (es.1 tratto alto, 2 tratto basso)
altri skip
corsa laterale apri/chiudi
corsa laterale incrociata
corsa allindietro
corsa allindietro e scatto in avanti
corsa massima e decelerazione improvvisa
altre corse brevi
Andature ritmate da bastoncini disposti a terra


vicini tra loro e ad ugual distanza
a distanza maggiore, ma regolare
a diverse distanze (alcuni vicini, altri meno)
Percorsi con ostacoli


ostacoli bassi ed a distanze uguali fra loro
ostacoli bassi, ma a distanze diverse
ostacoli pi alti ad ugual distanza
ostacoli pi alti, ma a diverse distanze
ostacoli alti bassi ad ugual distanza fra loro
ostacoli alti bassi e a diverse distanze fra
loro.
Percorsi misti con differenti attrezzi disposti sul tracciato.


Percorsi in linea, che riprendono l e caratteristiche della corsa
del calciatore (vedi figura allinizio dellarticolo)


Percorsi misti con corsa specifica ed attrezzi in aggiunta, a
rendere pi complessa la prova.






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5
Attraverso questi mezzi, che peraltro rappresentano solo una quota parte delle possibili proposte, si migliorano quelle
capacit di analisi e di adattamento, allinterno di una situazione dinamica di gioco, che consentono di elevare il livello
prestativo.
Le capacit motorie maggiormente sollecitate sono quelle coordinative, strettamente correlate al SNC, allinterno di un
processo di percezione elaborazione e scelta, tradotto nella contrazione muscolare, in cui, la confidenza acquisita per
specifici schemi motori, riduce i tempi di latenza e migliora ladattamento e la possibilit di rivedere le soluzioni appena
selezionate.
Reazione motoria, anticipazione, adattamento/trasformazione, equilibrio dinamico, combinazione/accoppiamento sono
tutte capacit coordinative fortemente condizionate in questo senso.

Un ultima, ma non per importanza, considerazione va rivolta al fatto che le capacit coordinative trovano modo
dincrementarsi al meglio allinterno del periodo che va dai 6 ai 12 anni.
E questo infatti il momento in cui si realizza un importante incremento evolutivo del SNC, precedente a quella di
apparati ed organi (vedi pubert). Com noto esiste una intensa correlazione tra capacit coordinative e sistema
nervoso; e questo spiegherebbe la forte sensibilit a crescere sotto laspetto coordinativo da parte del bambino.
In questo tratto di attivit, non solo ovviamente in riferimento al calcio, gli addetti ai lavori hanno il dovere di dedicare
ampio spazio a questi elementi, consentendo lacquisizione di capacit difficilmente cos incrementabili nei successivi
periodi della vita di un atleta.



BIBLIOGRAFIA
- Prof.E.ARCELLI: articolo apparso su n 18 del Mensile Il Nuovo Calcio - Ed. Sport Italia


Ot t imizzare il comport ament o
della squadra durant e la
t ransizione negat iva.
A curadi ALESSANDRO GIULIANO
Soluzioni tatticheper impedireallavversariodi ripartireefficacemente.

Nel mese scorso stato trattato largomento della transazione positiva, ovvero il passaggio da una situazione difensiva
ad una offensiva attraverso unefficace ripartenza. In questo articolo andremo ad analizzare la situazione opposta ovvero
il comportamento del singolo elemento e della squadra durante il passaggio da una situazione offensiva con una
difensiva (fig.1).

Per capire nel minimo dettaglio il
passaggio da una situazione offensiva ad una
negativa bisogna analizzare la disposizione
della squadra in ogni singolo momento. I
dieci giocatori disposti sul campo devono
occupare sia in lunghezza che in ampiezza
tutta la superficie dello stesso in modo da
non creare degli spazi vuoti. In questa
maniera si pu analizzare il concetto di:
copertura efficace del campo quando
una squadra viene disposta sul terreno di
gioco in modo tale da non lasciare spazio
alla manovra avversaria.
Uno dei problemi pi diffusi della
transazione negativa quando insegnarla nel
settore giovanile. Bisogna dire, in primis,
che nelle categorie dove lapprendimento
della tecnica fondamentale la parte tattica
non deve quasi esistere in modo particolare
in quelle dei Piccoli amici e Pulcini. Nelle
successive si deve effettuare un insegnamento in progressione didattica per cui, occorre dare piccole informazioni volta
per volta in modo tale che lapprendimento si sviluppi in maniera costante.



a ar rt t i ic co ol lo o
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T T A A T T T T I I C C A A
TRANSAZIONE
POSITIVA
SITUAZIONE
OFFENSIVA
RECUPERO
DELLA PALLA
TRANSAZIONE
NEGATIVA
SITUAZIONE
DIFENSIVA
SITUAZIONE
OFFENSIVA
SITUAZIONE
DIFENSIVA
PERDITA
DELLA PALLA
TRANSAZIONE
POSITIVA
SITUAZIONE
OFFENSIVA
RECUPERO
DELLA PALLA
TRANSAZIONE
NEGATIVA
SITUAZIONE
DIFENSIVA
SITUAZIONE
OFFENSIVA
SITUAZIONE
DIFENSIVA
PERDITA
DELLA PALLA
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2


CATEGORIA PICCOLI AMICI nessun insegnamento
CATEGORIA PULCINI


reattivit
CATEGORIA ESORDIENTI copertura del campo
CATEGORIA GIOVANISSIMI pressing nella zona di perdita della palla


pressing + copertura degli spazi in tutta la zona del campo
CATEGORIA ALLIEVI accorciare la difesa
CATEGORIA JUNIORES quale metodo opportuno utilizzare nella transazione negativa



La transazione negativa si pu verificare in qualsiasi situazione del campo, per cui una squadra deve essere pronta ad
intervenire in ogni momento e in qualunque condizione. Si possono riepilogare in due situazioni particolari di fase della
transazione negativa:

Situazione di parit numerica;
Situazione di inferiorit numerica.

Nel primo caso, A palla al piede viene
fermato da B che riparte subito in modo da
cogliere di sorpresa la retroguardia. C stacca
nellimmediato e va a coprire sul portatore
di palla mentre la difesa disposta in
marcatura a uomo vista la situazione di
perfetta parit numerica. In questa situazione
lesatta copertura del campo non coglier
impreparata la retroguardia, nonostante la
perdita del possesso della sfera e la diretta
conseguenza del passaggio da una situazione
offensiva ad una difensiva (fig. 2).




Nel secondo caso, A passa la palla in
direzione di B che per viene anticipato da
C. La nuova situazione sul campo vede C in
possesso di palla con ampia libert di
visione del gioco e rispettivamente H, D, G
contro i due difensori F ed E. A e B vengono
considerati tagliati fuori dallazione in
quanto il primo troppo esterno per
recuperare ed il secondo aldil della linea
della palla. F salir orizzontalmente in modo
da mandare in fuorigioco G e nello stesso
tempo coprire su un eventuale passaggio a D
e per gioco-forza evitare che C effettui
unazione personale. E invece dovr coprire
su un eventuale passaggio di C nella zona
buia ovvero in direzione di H (fig. 3).
A
B
C
Fig.2
Fig.2
A
B
C
Fig.2
Fig.2
A
B
C
D
E
F
G
H
Fig.3
Fig.3
A
B
C
D
E
F
G
H
Fig.3
Fig.3
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3
La transazione negativa non viene solo localizzata nella particolarit di inferiorit o parit numerica ma in base alla zona
dove si verifica la perdita del possesso palla col susseguente tentativo di copertura degli spazi.


LA TRANSAZIONE NEGATIVA IN ZONA DATTACCO

Molte volte in campionato si cerca disperatamente di rimontare un risultato negativo alterando il modulo col
susseguente sbilanciamento della squadra in proiezione offensiva. Il rischio maggiore quello di non saper come
intervenire quando perdiamo il possesso della sfera e quindi evitare di cedere il lato alla squadra pronta per la
ripartenza. Qui sotto verranno riportate due esercitazioni tattiche su come ci si deve comportare quando si perde
possesso in zona dattacco.

Preambolo: Prima di analizzare la situazione che si verificata dopo lerrata trasmissione della sfera, ovvero quando si
passa da una situazione offensiva ad una difensiva, bisogna sottolineare che la squadra utilizza il metodo di pressing
nella zona dove stata persa la palla serrando gli spazi nelle immediate vicinanze. Queste tattiche sono il frutto degli
allenamenti provati durante il decorso di unintera stagione.

A in chiara proiezione offensiva, sbaglia
lultimo passaggio e si fa anticipare da B che
ha la possibilit di far ripartire la propria
squadra. Le due punte A ed E andranno a
pressare sui compagni di reparto di B e in
particolar modo A cercher di disturbare
uneventuale avanzata di B. D e C andranno
subito in anticipo sui diretti avversari in
modo da bloccare una trasmissione nelle
immediate vicinanze. F coprir sul lato
buio anticipando un passaggio a parabola
(essendo distante da B, F ha tutto il tempo
per capire se la palla arriver nella sua zona,
per cui ha la possibilit di anticipare il
diretto avversario). G, H e I invece
svolgeranno il compito di effettuare una
semplice marcatura, senza accorciare la
squadra, ma con lintento di temporeggiare
lazione in caso di ricezione della sfera ad
una punta (fig.4).

Preambolo: Prima di analizzare questa
esercitazione, bisogna notare che rispetto
allesercitazione precedente, la squadra sale
con tutta la difesa in modo da utilizzare la
tecnica del fuorigioco ma nello stesso tempo
esercita un pressing sui giocatori che si
trovano nelle immediate vicinanze della
palla. Il motivo per cui in questo caso
conviene effettuare il fuorigioco, nella
distanza tra D ed E in quanto D ha molto
spazio per cui molto pi semplice cercare
il lancio per le punte.

A dopo una corsa sulla fascia, effettua un
cross in direzione di B ma C di testa lo
anticipa effettuando unapertura per D. Su
questultimo, seppur in ritardo si dirige
incontro E. D ha il tempo di ragionare ed
A
B
C
D
E
F
G
H
I
Fig.4
Fig.4
A
B
C
D
E
F
G
H
I
Fig.4
Fig.4
A
B
C
D
E
F
G
H
I
Fig.5
Fig.5
A
B
C
D
E
F
G
H
I
Fig.5
Fig.5
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4
effettuare un passaggio lungo in direzione delle punte (la scelta sulla trasmissione della palla ad un compagno di reparto
impossibile in quanto la squadra avversaria ha stretto immediatamente le marcature nella zona attigua alla perdita
della sfera). Mentre D sta per lanciare lungo, la difesa composta da G, H ed I, sar salita in modo tale da mandare in
fuorigioco gli attaccanti. In questa circostanza il portiere deve stare almeno un paio di metri fuori dai pali in modo da
poter anticipare un eventuale passaggio in profondit nel caso in cui non dovesse scattare il fuorigioco (fig.5 a pagina
precedente).

LA TRANSAZIONE NEGATIVA A CENTROCAMPO

Come gi espresso in precedenza in base alla zona dove viene persa la palla dobbiamo comportarci di conseguenza.
Quando il passaggio da una situazione offensiva ad una difensiva nasce a centrocampo, bisogna cercare di chiudere gli
spazi attorno al portatore di palla in modo che non possa sfruttare linserimento laterale di un compagno. La differenza
rispetto alla zona di attacco che la copertura della superficie dove viene persa la palla deve essere effettuata anche alle
spalle del giocatore che in possesso della sfera (generalmente sono gli attaccanti ad avere questo compito).

Preambolo: In questa esercitazione la
variazione fondamentale rispetto alle
precedenti che il pressing viene portato
anche dalle punte per evitare un appoggio
del portatore di palla allindietro. Gli spazi
devono essere chiusi il prima possibile per
togliere la possibilit a colui che manovra
lazione di guadagnare metri ed
avvicinarsi allarea di rigore.

A nel tentativo di passare la sfera a B viene
anticipato da C che inizia lazione.
Nellimmediato F scala verso il centro per
evitare agli avversari profondit nella
manovra. Gli attaccanti E e D si dirigono in
copertura degli spazi per evitare un appoggio
allindietro. I difensori G, H e I salgono e
nello stesso tempo stringono le marcature in
modo da intervenire in anticipo su un
eventuale passaggio (fig. 6).

Preambolo: In questa situazione, il
centrocampista B, non appena entra in
possesso della sfera, si trova di fronte una
situazione di 5 Vs. 3. La squadra che ora si
trova a difendere (nera) in una situazione
di doppia inferiorit numerica.

A dopo essere saltato in A1, avr
limmediato compito di accompagnare il
possessore di palla B contro il compagno
centrale in modo da indurre il movimento di
E per fermare la situazione offensiva
riuscendo in un breve spazio a controllare 2
giocatori. Molto importante lo
spostamento di tutti i componenti della
squadra in quanto, una volta persa la palla,
devono coprire la zona di competenza. F e C
controlleranno su un eventuale
retropassaggio, G si posizioner in anticipo
A
B
C
D
E
F
G
H
I
Fig.6
Fig.6
A
B
C
D
E
F
G
H
I
Fig.6
Fig.6
A
B
C
D
E
A1
F
G
Fig.7
Fig.7
A
B
C
D
E
A1
F
G
Fig.7
Fig.7
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sullinserimento dellala sinistra, D effettuer la copertura nella zona centrale del campo mentre E dovr chiudere contro
il portatore di palla senza perdere docchio la marcatura.


LA TRANSAZIONE NEGATIVA IN ZONA DIFENSIVA

Questa la zona di maggior pericolo dove si pu subire una rete. Una volta perso il possesso della palla, la prima cosa
che una squadra deve realizzare mandare il giocatore pi vicino alla sfera a pressare in modo che lattaccante
avversario non vada allimmediata conclusione. Qui sotto verranno analizzate due situazioni, una con possesso
avversario su vie laterali e laltra in una situazione centrale.

Preambolo: In questa esercitazione il
movimento dei compagni che si trovano a
difendere deve essere rapido, non si potr
scalare ma semplicemente chiudere gli spazi
in modo tale che la palla non venga n
calciata in porta n passata al compagno pi
vicino.

A, difensore centrale, allarga la palla al
terzino di fascia B che, dopo averla
controllata, la perde nel contrasto con C.
Questultimo la guida in C1, A taglia in
obliquo in modo da stringere gli spazi col
portatore di palla e coprire su un eventuale
passaggio per il movimento di D in D1. F
marcher in anticipo E mentre G controller
linserimento largo di H. Molto importante
la copertura dei centrocampisti pronti a
sventare un retropassaggio di C1 (fig.8).


Preambolo: La differenza sostanziale
rispetto allesercitazione precedente che la
palla viene recuperata dagli avversari in
posizione centrale. La difesa deve chiudere
gli spazi e nello stesso tempo pu, se pur
pericolosamente, accorciare la squadra per
mandare in fuorigioco gli attaccanti.

A passa la palla a B ma C anticipa la
trasmissione della sfera, F ed E chiudono
immediatamente su C stringendo verso il
centro e nello stesso tempo accorciando la
squadra. D si posiziona in copertura su un
possibile passaggio laterale, G marcher la
loro ala sinistra mentre gli altri giocatori che
si trovano oltre la linea della palla si
limiteranno a coprire gli spazi per evitare un
retropassaggio (fig.9).

A
B C
D
E
C1
D1
F
G
H
Fig.8
Fig.8
A
B C
D
E
C1
D1
F
G
H
Fig.8
Fig.8
A
B
C
D
E
F
G
Fig.9
Fig.9
A
B
C
D
E
F
G
Fig.9
Fig.9

La rifinit ura: esercizi e principi per
sfrut t are le combinazioni .
A curadi MARCO CECCOMORI
Come, quandoeperchattaccarecon lecombinazioni.

Combinazioni: condizioni e t ipologie.

Come abbiamo gi visto nellarticolo del mese di marzo per combinazioni si devono intendere tutte quelle situazioni che
nascono da azioni a due giocatori che portano uno di questi a liberarsi per il tiro in porta.
Questa tecnica di rifinitura, vista la rapidit con cui deve essere effettuata affinch risulti efficace, utile contro difese
arroccate, con difese che marcano ad uomo e quando la linea difensiva avversaria si trova vicino alla propria porta.
Considerando il fatto che questa tecnica di rifinitura prevede un doppio passaggio tra due giocatori, non richiesta
unelaborata organizzazione tattica collettiva, ma determinante in maniera prioritaria la sensibilit e lintesa di gioco
di questi due calciatori, che si devono intendere come si suole dire ad occhi chiusi, effettuando la combinazione
correttamente e con i tempi giusti al fine di creare i presupposti per una produttiva conclusione.
I pi comuni tipi di combinazione sono:

Dai e vai (o triangolo),
Dai e segui,
Velo.

Nel primo tipo di combinazione, il possessore effettua un passaggio in direzione di un compagno che fa da muro e va a
ricevere il passaggio di ritorno, smarcandosi a destra o a sinistra con un cambio di velocit per eludere la marcatura del
diretto avversario.
In considerazione di queste caratteristiche, la corretta esecuzione del dai e vai presuppone una perfetta sintonia di
movimento tra i due giocatori in azione.
Il giocatore in possesso deve passare la palla al compagno che fa da muro, quando lavversario che lo sta contrastando
in posizione tale da non poter intervenire sulla palla ed, allo stesso tempo, pu essere superato dallo scatto fatto per
ricevere il passaggio di ritorno.
Il possessore di palla dovr, quindi, valutare non solo la posizione del proprio avversario diretto, ma anche che il
passaggio sia effettuato quando il compagno che fa da muro pronto a riceverlo senza che possa venire anticipato dal
marcatore diretto.
A tale scopo importante che il giocatore che esegue il passaggio di ritorno esegua un contromovimento lungo-corto
per disorientare il proprio avversario, al fine di prendere alcuni metri che gli permettano di eseguire correttamente la
giocata.
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Questa soluzione di gioco tende a sfruttare le caratteristiche principalmente di una punta che agisce da riferimento
offensivo che ha il compito di triangolare con i compagni (soprattutto i centrocampisti, ma anche gli altri attaccanti) che
sinseriscono negli spazi.
Questo giocatore solitamente una prima punta abile a giocare spalle alla porta, dotata di buon fisico per proteggere la
sfera e abile nel mandare al tiro con i tempi giusti i compagni, che sinseriscono dopo avergli passato la palla scegliendo
la soluzione di gioco pi opportuna.
In figura 1 evidenziato un dai e vai in cui
la punta centrale di un 4-3-3 favorisce
linserimento e la conclusione di un
centrocampista nello spazio creato dal
movimento ad allargarsi dellala.
Il dai e segui unazione simile a quella
appena descritta, con la sola differenza che il
possessore va a ricevere il passaggio di
ritorno fintando un movimento laterale ed
invece seguendo la direzione della palla.
Sono azioni solitamente effettuate
dallesterno verso il centro che hanno
lobiettivo di smarcare un giocatore al tiro
da posizione centrale.
In questi casi il possessore, subito dopo aver
passato la palla, effettua una finta di corpo in
modo da indurre lavversario diretto a
pensare che possa spostarsi sullesterno e
invece segue la direzione della palla appena
calciata.
Questa soluzione di gioco spesso utilizzata da attaccanti esterni (nel caso per esempio di un 4-3-3, di un 3-4-3 e di un
4-2-3-1) oppure da centrocampisti di fascia (nel caso di un 4-4-2) che, dopo aver servito il centravanti, seguono la palla
ricevendo il passaggio di ritorno centralmente.
In figura 2 lesterno dattacco di un 3-4-3
esegue un dai e segui con il centravanti
andando alla conclusione da posizione
centrale.
Sia nel caso del dai e vai che in quello del
dai e segui, importante che il giocatore che
esegue il primo passaggio scelga la
direzione corretta di questo.
In via generale auspicabile che la palla,
valutata la posizione del marcatore, sia
indirizzata verso il piede libero del ricevente
(e cio il piede pi lontano dallavversario
diretto), che preferibile che sia quello
interno al fine di rendere meno difficoltoso
il passaggio di ritorno.
Lampiezza dellapertura di questultimo
passaggio dipender sia dal posizionamento
dei giocatori che, nel caso del dai e vai,
dallo spazio sfruttabile alle spalle della
difesa.
Lultimo tipo di combinazione che prendiamo in esame il velo.
Questo tipo dazione si concretizza con una finta del giocatore cui indirizzata la palla, che ha lobiettivo di far
giungere la sfera ad un compagno che si trova in una posizione di campo pi favorevole.
Anche il velo, come i due tipi di combinazione visti in precedenza, presuppone una perfetta sintonia tra chi finta e chi va
a ricevere la palla fatta sfilare.
In figura 3 la punta pi vicina alla palla in un 4-4-2 esegue un velo a vantaggio della punta pi lontana che va alla
conclusione.
Come abbiamo gi detto, la combinazione una tecnica di rifinitura che vede la partecipazione di soli due giocatori.
Fig. 1 Fig. 1
1
2
3
Fig. 1 Fig. 1
1
2
3
Fig. 2 Fig. 2
1
2
3
Fig. 2 Fig. 2
1
2
3
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Lallenatore, nel valutare la capacit della
propria squadra nelleffettuare questa
soluzione di gioco offensiva, dovr accertare
la capacit di:

Muoversi con tempi omogenei,
Muoversi nella giusta direzione,
Effettuare gesti tecnicamente corretti.

Dopo aver analizzato correttamente tali
abilit, il mister dovr inserire nella
programmazione delle sedute dallenamento
esercitazioni che vadano a colmare le lacune
evidenziate al fine di dotare i propri
giocatori di quel bagaglio tecnico tattico
indispensabile per eseguire con produttivit
tutte le combinazioni sopra descritte.



Esercit azioni

Prenderemo ora in considerazione alcune esercitazioni utili per allenare
questimportante tecnica di rifinitura.
Partiremo da esercizi semplici che coinvolgono pochi giocatori per poi
arrivare ad inserire man mano sempre pi calciatori.

Esercitazione n 1

In un rettangolo di dimensioni variabili in base al numero dei giocatori,
la squadra viene divisa a coppie con un pallone (figura 4).
Le coppie si devono muovere liberamente nello spazio delimitato, con il
possessore che esegue ripetutamente delle combinazioni con il
compagno.
Dopo un minuto vengono invertiti i compiti dei giocatori.

Esercitazione n 2

Lesercizio simile al precedente.
In questo caso i giocatori vengono divisi in due squadre con pettorine di
colore diverso che si muovono in forma libera in uno spazio dalle
dimensioni variabili.
Ogni giocatore di una squadra in possesso di una palla e deve andare ad
eseguire delle combinazioni con un componente a libera scelta e ogni
volta diverso dellaltra squadra (figura 5)
Dopo un minuto vengono invertiti i compiti delle due squadre.

Esercitazione n 3

In un rettangolo di dimensioni variabili in base al numero dei giocatori, i
calciatori con un pallone a testa si muovono guidando palla in forma
libera.
Fuori da ogni lato del rettangolo si dispongono quattro giocatori senza
palla. I possessori devono alternativamente andare a combinare con le
sponde, sostituendosi a queste dopo ogni combinazione, cos da ruotare
continuamente i compiti tra i giocatori (figura 6).
Fig. 3 Fig. 3
1
2
Fig. 3 Fig. 3
1
2
Fig. 4 Fig. 4
Fig. 5 Fig. 5
Fig. 6 Fig. 6
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Esercitazione n 4

Nello spazio centrale di una met campo delimitata da due porte
palleggiano oppure guidano, in forma libera, ogni singolo giocatore in
possesso di una palla.
Due calciatori senza palla si dispongono fuori dal corridoio in direzione
delle due porte.
Le sponde chiamano i nomi dei compagni che devono combinare con
questi per poi andare alla conclusione.
Dopo il tiro sinvertono i ruoli tra i giocatori.
Si tratta di unesercitazione molto allenante anche per il tiro in porta
(figura 7).

Esercitazione n 5

Nello spazio centrale di una met campo delimitata da due porte si gioca
una partita tra due squadre che, per andare alla conclusione, devono
combinare con la sponda posta fuori dal corridoio.
Colui che effettua il tiro si va a sostituire poi con la sponda (figura 8).




Esercitazione n 6

In una met campo delimitata da due porte si gioca una partita tra due
squadre.
La realizzazione valida solo se viene ottenuta dopo una rifinitura
tramite combinazione (figura 9).









Fig. 7 Fig. 7
Fig. 8 Fig. 8
1
2
3
4
5
Fig. 9 Fig. 9
1
2
3
4

La gest ione psicologica di t re
sit uazioni crit iche: la
comunicazione della formazione,
lint ervallo, la sost it uzione.
A curadi ROBERTO BONACINI
Lallenatoredevesaper gestirecorrettamenteil gruppoanchenellesceltea volteritenute
ingiustamentemarginali.
Comunicare lundici t it olare.

Siamo nello spogliatoio. Ormai manca poco allinizio della gara. A seconda delle abitudini e delle regole di squadra si
parla, si scherza, a volte si ascolta della musica per darsi la carica o attenuare le tensioni pi forti. Ci si comincia a
preparare: i massaggi, le fasciature, la vestizione, la preparazione delle scarpe, alcuni riti scaramanticiLo spogliatoio
in fermento fino a quando
Ragazzi silenziocominciamo a pensare e a concentrarci sulla partita di oggiPer la gara odierna la formazione
che scende in campo
E cos il Mister emette un verdetto tanto atteso quanto temuto. In pochi attimi undici giocatori andranno in ca mpo, altri
si spartiranno i ruoli di riserve in panchina e sostenitori in tribuna. Sar palpabile la concentrazione che sale per coloro
che affrontano la gara e la concentrazione che scende per quelli che la gara al momento la guarderanno soltanto.
Avremo titolari veloci e precisi nel terminare la preparazione e panchinari lenti e amareggiati per il ruolo loro
assegnato. Il tutto prosegue durante il riscaldamento e si protrae fino allappello dove allo squillante nome pronunciato
da chi gioca si contrappone un flebile mugugno da parte di colui che avrebbe voluto pronunciare il suo nome assai
prima. Ormai ci siamoi giocatori si dispongono in campo, altri si dispongono in panchina e il Mister d gli ultimi
consigliINIZIA LA PARTITA.

Come detto in precedenza un momento molto atteso dai giocatori, momento nel quale viene deciso chi gioca, chi va in
panchina e chi va in tribuna, quello dellannuncio della formazione che andr in campo dove lallenatore sceglie il
destino dei calciatori per la gara da disputare.
E un momento questo che gli allenatori, in particolare quelli dei settori giovanili, pur essendo una prerogativa del loro
ruolo, non vorrebbero mai affrontare.





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La scelta della formazione pu dipendere da:

lo stato di forma fisica del giocatore
lo stato di forma psico-fisica del calciatore
lo stato di preparazione tecnico-tattico dellatleta
il tipo di modulo di gioco prescelto per limpegno agonistico
il tipo di strategia prescelta
limpegno quantitativo dimostrato in allenamento (numero di allenamenti svolti)
limpegno qualitativo dimostrato in allenamento (volont e voglia di fare)
presenza di atleti infortunati
presenza di atleti ammalati
turn over programmati in base agli impegni agonistici
comportamenti disciplinari individuali
comportamenti disciplinari di gruppo e collettivi
turn over programmati in base alla politica e agli obiettivi societari (politica del risultato o politica del tutti devono
giocare).

Riguardo a questultimo punto risulta evidente che se lobiettivo societario mira a raggiungere determinati traguardi,
lallenatore far giocare maggiormente quei ragazzi che possono permettergli di raggiungere determinati risultati.
Considerando questo, sarebbe pertanto opportuno che la societ si organizzasse in modo che i ragazzi che giocano meno
in una squadra possano rifarsi giocando anche in un'altra formazione (per esempio di un campionato minore) o ancora
che la societ si attivasse per organizzare tornei, nei quali dando priorit al gioco e al divertimento, questi ragazzi
possono trovare spazio.

A seconda delle abitudini del Mister la formazione pu essere comunicata alla squadra in occasioni diverse; alcuni
allenatori preferiscono farlo:

alla fine o allinizio dellultimo allenamento
altri durante il ritiro pre-partita
altri ancora nello spogliatoio nei momenti preparativi che precedono lincontro.

Considerando che comunicare la formazione in largo anticipo pu avere il vantaggio di responsabilizzare i titolari
chiedendo loro indirettamente, anche nei giorni precedenti la gara, costante impegno e massima applicazione, la
stragrande maggioranza degli allenatori preferiscono comunicare la formazione poco prima dellincontro in modo da:

mantenere la giusta carica in tutta la squadra cercando di prevenire cali di motivazione ed evitare che coloro che
solitamente giocano, sicuri del posto di titolari, si rilassino troppo scaricandosi della giusta tensione agonistica pre-
partita

tenere, come si usa dire, tutti sulla corda e concentrati fino allultimo in modo da evitare che gli esclusi si lascino
andare snobbando limpegno con un non corretto comportamento preparatorio alla gara

poter rimediare ad eventuali problemi che possono insorgere appena prima dellincontro come lassenza di un
giocatore che si ammala allultimo minuto oppure come lassenza di un giocatore, non al meglio della forma, che dopo
aver provato la condizione nella fase di riscaldamento deve suo malgrado rinunciare a scendere in campo

potere, non avendo le idee ancora ben chiare, usufruire fino a poco prima dellincontro di pi tempo possibile per
decidere il da farsi

potere, per motivi disciplinari o comportamentali, escludere anche allultimo momento giocatori che non stanno
alle regole a favore di altri compagni pi meritevoli.

Alcuni allenatori pensano anche che tenere comunque troppo in ansia i giocatori non faccia mai bene e spesso il campo
pu dimostrare come questo sistema sia negativo. Affermano infatti che creare situazioni di inutile incertezza non abbia
senso n per quei giocatori sicuri del posto n per quelli che sono in bilico tra il giocare e il non giocare. Questi ultimi al
contrario hanno pi bisogno di tranquillit e sicurezza e non di una sorta di tormento e incertezza che pu portare a
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scarsa concentrazione, speco di energia fisica dovuto alla tensione, mancanza di fiducia nei propri mezzi, tensione fra i
giocatori e quindi allinterno del collettivo, ostilit verso lallenatore.

Ci sono poi anche allenatori (pochi per fortuna) che comunicano la formazione in anticipo mediante un foglio appeso in
bacheca. Questa soluzione da ritenere la pi deleteria poich non ha ragioni costruttive e rivela oltre che una distanza
tra giocatori e allenatore anche insicurezza e incapacit di comunicare di questultimo. Il comunicare inoltre in questo
modo impedisce allallenatore di spiegare e motivare le proprie scelte aumentando gli scontenti. Un giocatore infatti pu
farsi lidea di essere escluso per uningiustizia, un altro pu non accettare di essere trattato come un numero.

In ogni caso, qualunque sia il momento in cui lallenatore decide di comunicare le sue scelte e le proprie intenzioni
sempre opportuno che adotti sistemi e regole chiare a tutti in modo da evitare che la delusione dellescluso possa essere
alimentata e diventare rabbia e sfiducia. E sempre preferibile quindi che il mister:

conosca caratterialmente i giocatori
sia costantemente attento a monitorare la situazione contingente
sia professionale
sia trasparente; non inventi teorie incomprensibili utilizzandole come pretesti e non commetta ingiustizie per
giustificare esclusioni
sia in grado sempre di fornire corrette motivazioni riguardo le scelte operate chiarendo i motivi di unesclusione;
eviti lerrore di non fornire le giuste spiegazioni atteggiandosi in modo da far capire che chi non fa parte dei titolari
difficilmente potr col tempo rientrare nella formazione tipo; eviti inoltre di far credere al panchinaro che un
eventuale rientro tra gli undici non dipende da proprie risorse ma da decisioni poco chiare prese da altri (favoritismi)
sia corretto (anche il fuoriclasse se non si allenato, se fuori forma o se ha trasgredito le regole, non gioca)
eviti lerrore di contraddirsi, annunciando una formazione e schierandone poi un'altra (se non per cause di forza
maggiore)
non dimentichi e accantoni i giocatori in panchina; non vada avanti quindi per abitudini, per cui adottando il
detto squadra che vince non si cambia, porti a scoraggiare e a sentire relegato in panchina qualunque giocatore
non dia illusione ad alcuni giocatori se sa di non poterle mantenere.

Limportante comunque non commettere ingiustizie trovando assurde colpe o espedienti per giustificare unesclusione
o ignorando regole di squadra stabilite insieme al gruppo. Non corretto per esempio perdonare un giocatore che serve
ma che non si presentato agli allenamenti quando stabilito a priori che chi salta un certo numero di allenamenti salta
anche la gara; non corretto continuare a far stare in campo un giocatore sportivamente indisciplinato quando a priori si
stabilito che simili comportamenti comportano la sostituzione.

I comportamenti riscontrati nei giocatori che vengono esclusi possono essere diversi:

alcuni giocatori, i pi maturi, accettano il ruolo imposto e continuano ad allenarsi anche con maggior impegno allo
scopo di voler conquistare spazio in squadra nellimminente futuro
alcuni non accettano la scelta e la subiscono come un torto avendo come conseguenza un calo della voglia e
dellimpegno sia in allenamento sia, quando chiamati, in gara
altri, i meno maturi, non capiscono le motivazione dellesclusione rimanendone delusi e perdendo fiducia nei propri
mezzi.

Commentando quanto esposto sopra ritengo che un buon allenatore debba essere in grado di coinvolgere i giocatori che
durante lanno risultino andare spesso in panchina in modo da tenerli sempre in tensione e motivati ed evitando di
perderli durante la stagione. Bisogna che sia chiaro fin dallinizio; la squadra deve essere ben consapevole che undici
componenti vanno in campo, sette vanno in panchina e gli altri seguono lincontro dalla tribuna. Il Mister deve chiarire
che i ruoli non sono assegnati in partenza e che tutti, per quanto possibile, possono giocare, invitandoli pertanto sempre
ad impegnarsi allo scopo di metterlo in difficolt nelle sue scelte pre-gara. Insomma lallenatore non deve danneggiare
lautostima di ogni atleta cercando invece, quando possibile, di aumentarla rendendo tutti consapevoli di valere, di
contare e di essere in grado di realizzare i propri e gli obiettivi collettivi. I giocatori, da parte loro, se maturi e
intelligenti, lavorando nel gruppo devono essere o diventare consapevoli delle proprie potenzialit, dei propri limiti e del
proprio valore calcistico rispetto ai compagni. Devono capire che a un certo punto necessaria una selezione rendendosi
conto se valgono il campo, la panchina o la tribuna. Fin verso i 10 anni, quando ogni bambino pu fare il gioco che gli
possibile, senza creare o subire scompensi, possibile mettere insieme giocatori con qualit e attitudini diverse, ma
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4 4
quando let sale ecco che inevitabilmente sorge il problema della selezione. Non formativo n utile mettere un
giocatore sempre nella condizione di gregario, come non giusto far giocare un ragazzo al posto di un altro dotato di
maggiori qualit.
Merita ricordare che se i ragazzi non hanno difetti di autovalutazione sono abbastanza obiettivi e autocritici rispetto agli
adulti e accettano anche la selezione senza vederla come una sconfitta o un declassamento. E chiaro che questo non
funziona quando gli adulti vogliono a tutti i costi creare un campione, non accettando che il ragazzo possa non riuscire
ad arrivare o convincono il giocatore che il non riuscire equivale ad un fallimento o ancora considerano i loro figli dei
campioni senza dargli la possibilit di conoscere i lori limiti sopravvalutandoli e facendo perdere loro la capacit di
valutarsi.


Gest ire il giovane che va in t ribuna.

Abbiamo visto in precedenza che, se la rosa di una squadra ampia, oltre agli undici giocatori che vanno in campo e
alla riserve che vanno in panchina, altri componenti del gruppo devono assistere allincontro dalla tribuna.

In questo caso i motivi della loro esclusione possono essere diversi:

scelta tecnica del Mister
problemi fisici o condizionali non ancora risolti
provvedimenti punitivi
squalifiche
eventuali problemi burocratici legati per esempio al tesseramento dei giocatori.

Lallenatore dopo essere stato bravo e corretto a chiarire ai ragazzi i motivi delle proprie scelte pu decidere se:

lasciare libera scelta ai ragazzi se presenziare o no alla partita
richiedere la presenza alla gara di tutto il gruppo.

Nel primo caso al vantaggio di lasciare per un sabato o una domenica i ragazzi liberi da impegni da poter eventualmente
dedicare alla famiglia, agli amici o allo studio, gli svantaggi sono:

dare ad alcuni la sensazione di essere fuori dal gruppo
dare ad alcuni la sensazione di scarsa considerazione da parte dellallenatore
poter favorire perdita di fiducia e autostima
poter rimanere lallenatore, allultimo minuto, senza il numero giusto di giocatori per problemi vari ed improvvisi
(linfluenza dinverno ecc.).

Nel secondo caso allo svantaggio di imporre ad un ragazzo eventualmente gi deluso e amareggiato una scelta non
gradita si contrappongono i seguenti vantaggi:

fare sentire tutti indispensabili allevento/gara
far capire e vivere limportanza del gruppo.

Nel richiedere la presenza alla partita di tutti, una soluzione ideale quella di trasformare la delusione e la sfiducia degli
esclusi in un momento positivo e costruttivo chiedendo a questi ultimi di partecipare ai preparativi della gara in modo
attivo:

preparazione tecnico-tattica alla gara allinterno dello spogliatoio
riscaldamento pre-partita insieme ai compagni
partecipare ai rituali di gruppo prima dellentrata in campo
continuare eventualmente ad allenarsi attraverso una breve seduta per colmare carenze tecniche o per recuperare
ritardi dal punto di vista della condizione fisica
seguire attivamente lincontro
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rientrare a fine gara nello spogliatoio insieme al resto della squadra indipendentemente dal risultato positivo o
negativo.

Con le categorie pi giovani una strategia educativa per trasformare un evento triste in unesperienza importante
potrebbe essere quello di responsabilizzare i ragazzi esclusi assegnando loro compiti importanti; per esempio
designandoli per lincontro come collaboratori del Mister con la facolt di dare consigli sullandamento della gara.
Comunicando poi al resto della squadra limp ortante lavoro svolto dai compagni, verranno valorizzati trasformandoli da
giocatori in tribuna a giocatori indispensabili per il buon andamento della presente e delle prossime gare.


La gest ione dellint ervallo.

E opportuno durante lintervallo tra il primo e il secondo tempo che tutta la squadra, titolari e riserve, sia richiamata
allinterno dello spogliatoio. E infatti inutile parlare di gruppo, di squadra e di collettivo, ribadendo sempre che tutti i
componenti sono importanti e indispensabili, e poi disattendere il tutto lasciando i giocatori non direttamente impegnati
nella gara soli sul campo a tirare in porta e a rimuginare sulla loro esclusione.
I giocatori che siedono in panchina devono quindi rientrare insieme ai compagni e trascorrere con loro la pausa tra il
primo e il secondo tempo in quanto:

sono componenti attivi del gruppo
devono essere partecipi dello spogliatoio
devono essere partecipi del risultato
devono essere partecipi del gioco
devono conoscere lanalisi che lallenatore fa riguardo alla prima frazione di gioco
devono conoscere le direttive tecnico-tattiche che il Mister richiede per i secondi 45 minuti.

Lallenatore eviti pertanto di lasciare giocatori sul campo poich negativo sia da un punto di vista formativo
(specialmente riguardo ai settori giovanili) sia da un punto di vista puramente tecnico-tattico (in particolare per le
categorie pi adulte).

La sost it uzione: un moment o crit ico.

Attraverso il cambio, colui che inizialmente stato relegato in panchina usufruisce della possibilit di poter entrare
sul terreno di gioco per dimostrare quanto vale. Mentre negli adulti si possono avvicendare tre giocatori, nei settori
giovanili, fino alla categoria Giovanissimi, i cambi consentiti sono tutti quelli a disposizione e addirittura dalla categoria
esordienti a scendere, le sostituzioni e quindi gli avvicendamenti dei giocatori (per fare giocare tutti) sono obbligatorie.
E nel momento della sostituzione che colui che siede in panchina allannuncio del suo nome si trasforma. Da assente,
indifferente alla partita, arrabbiato e in disaccordo con il Mister, ecco che adesso diventa alleato dellallenatore pronto
ad entrare in gara per dare tutto il possibile e intenzionato a dimostrare che la scelta ora operata giusta e la fiducia
accordatagli sar ben riposta.

Una sostituzione e quindi lentrata in campo di un giocatore dalla panchina pu dipendere:

da una scelta tecnica quando la lettura o landamento della partita consiglia al Mister un cambio di giocatori dello
stesso ruolo o un cambio di giocatori di ruoli diversi per modificare il sistema di gioco

da una scelta fisico-atletica quando un giocatore in evidente calo dal punto di vista condizionale

da una scelta medico-precauzionale per evitare il rischio o il peggioramento di un infortunio

da una scelta precauzionale per rischio di espulsione quando il tecnico si accorge che il proprio giocatore,
eventualmente anche gi ammonito, troppo nervoso e senza la tranquillit necessaria per proseguire positivamente la
partita

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da una scelta disciplinare-educativa nei confronti di colui che si reso protagonista di un comportamento scorretto
e antisportivo

per motivi di turnover con una staffetta tra giocatori programmata a priori; per esempio un giocatore gioca solo il
primo tempo in quanto reduce da un incontro ravvicinato precedentemente disputato, o in quanto il giorno successivo
potrebbe disputare un'altra gara essendo aggregato alla squadra maggiore

da obiettivi e da politica societaria; per esempio lallenatore di una societ che ha lobiettivo della vittoria,
individuata una formazione titolare, sar probabilmente portato ad effettuare meno sostituzioni o cambi rispetto
allallenatore di una societ che ha nei suoi obiettivi quello di far giocare allo stesso modo tutti i componenti del gruppo
indipendentemente dai risultati e dalla classifica finale.

Abbiamo poi alcune sostituzioni che, seppure sempre importanti per landamento della gara, sono poco simpatiche per il
giocatore che dalla panchina deve accettarle:

entrare in sostituzione di un compagno a pochi minuti dal termine per, antisportivamente, perdere tempo
entrare in sostituzione di un compagno a pochi minuti dal termine per cercare di rompere il ritmo e il forcing
avversario
entrare solo a risultato ampiamente acquisito
entrare solo a risultato ampiamente negativo al quale non vi pi possibilit di porre rimedio
entrare in campo per ricevere il cosiddetto contentino; ritengo negativo per il settore giovanile (chiaramente ogni
situazione va valutata singolarmente) far entrare un calciatore in determinate situazioni di gara dove palesemente
visibile, sia per le persone interessate (giocatore che entra e squadra) sia per quelle esterne (dirigenti, pubblico), che
trattasi di una sostituzione priva di valore per il singolo e per il collettivo.

Anche lo spirito e la concentrazione del giocatore che entra in campo pu essere pi o meno motivato a seconda che:

a. il cambio venga fatto per cambiare landamento della gara
b. il cambio venga effettuato per far fare esperienza ad un giovane inserito in una squadra maggiore
c. il cambio venga effettuato per sostituire un infortunato
d. il cambio venga effettuato per sostituire un compagno stanco
e. il cambio venga effettuato a risultato nettamente negativo
f. il cambio venga effettuato a risultato largamente positivo.

Spesso infatti latteggiamento e lo spirito con il quale un giocatore entra in campo dipende dal motivo per il quale
stato chiamato in causa. Tenuto presente che un giocatore deve sempre cercare di dare il massimo, sono probabilmente
diversi lentusiasmo e la voglia di fare in colui che entra in virt dei punti a) e b) da quelli di colui che entra in virt dei
punti c) e d). E ancora meno sono la voglia e lentusiasmo per chi entra in virt dei cambi e) e f).

Molto importanti durante una sostituzione alcuni aspetti che lallenatore deve sempre avere presenti:

istruire, motivare e incoraggiare il giocatore che entra; essere conciso dando poche ma chiare istruzioni, facendogli
presente di non voler strafare e di entrare in partita per aiutare la squadra a perseguire lobiettivo comune
continuare ad incoraggiare il nuovo entrato tollerando, nonostante limpegno, eventuali primi errori commessi, a
volte facili da compiere, entrando in campo a partita in corso
gratificare il giocatore che rimasto in campo con profitto
confortare il giocatore che non ha fornito una prestazione allaltezza della situazione
limitarsi a un breve e leggero rimprovero verso colui che esce per motivi disciplinari e antisportivi rimandando a
momenti pi opportuni un confronto chiarificatore ed eventuali sanzioni disciplinari
educare, senza costringere, i propri giocatori ad un saluto e ad un eventuale abbraccio tra colui che entra e colui che
esce quale incoraggiamento e carica per luno e ringraziamento e complimenti per laltro
insegnare e incoraggiare il saluto allavversario
insegnare e incoraggiare il saluto allarbitro.



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Colui che entra in campo, a seconda del tempo che ha a disposizione, deve cercare di prepararsi nel modo pi
opportuno. Pertanto se il tempo sufficiente deve:

prepararsi dal punto di vista fisico e quindi generalmente con corsa leggera, mobilitazione generale e specifica,
stretching generale e specifico, andature coordinative, tratti di corsa in velocit e con cambi di direzione; pu capitare
che la sostituzione, in seguito per esempio ad un improvviso infortunio, non lasci il tempo di effettuare un adeguato
riscaldamento al calciatore che deve entrare; indipendentemente dal fatto che questo accada nel primo o secondo tempo,
colui che entra a freddo deve, quando possibile, cautelarsi cercando di entrare in modo graduale nel vivo del match e
sfruttare eventuali pause e tempi morti dellincontro per svolgere brevi ma importanti esercizi di riscaldamento, che la
rapida entrata in campo non gli ha consentito di svolgere

prepararsi dal punto di vista tecnico-tattico riesaminando velocemente quanto osservato fino a quel momento sul
campo di gioco e ascoltando attentamente le istruzioni impartite dallallenatore

prepararsi psicologicamente attraverso la ricerca della giusta concentrazione e carica agonistica

predisporsi allinterazione con i compagni rapidamente per entrare il pi velocemente possibile nel vivo del gioco.

Abbiamo ancora un altro tipo di sostituzione, necessario per porre rimedio a una determinata situazione di gara, poco
gradita al giocatore che la deve subire. Parliamo infatti della sostituzione cui costretto lallenatore quando in seguito
allespulsione del proprio estremo difensore deve rimpiazzarlo con il secondo portiere rinunciando, omettendolo dalla
partita, ad uno degli altri compagni presenti sul campo. Quanto sopra vale anche quando viene espulso non solo il
numero uno, ma anche un qualsiasi altro giocatore che, a seconda dellandamento dellincontro, pu portare lallenatore
ad effettuare un cambio di giocatori alla scopo di riequilibrare la squadra. Se per esempio si vince e un nostro difensore
viene espulso pu capitare che lallenatore opti per togliere un giocatore offensivo sostituendolo con un comp agno pi
adatto alla difesa e allinterdizione. Oppure se per esempio si perde e un nostro attaccante viene espulso probabile che
il Mister decida di fare entrare un altro attaccante mettendolo al posto di un giocatore pi arretrato.

A volte il giocatore che esce, nonostante sappia di essere inserito in una squadra dove la sostituzione fa parte del gioco e
delle regole, pu non tollerare il cambio e atteggiarsi o assumere comportamenti maleducati ed egoistici:

frasi irriverenti e parolacce
gesti scurrili e plateali come togliersi la maglia e gli indumenti in segno di stizza
andare negli spogliatoi senza guardare e salutare nessuno
andare negli spogliatoi imprecando e prendendo a calci tutto quanto trova sulla sua strada
andare nello spogliatoio, fare la doccia e abbandonare il campo di gioco.

Al giocatore che adotta tali comportamenti va in tutti i modi insegnato:

a vivere in un gruppo
a portare rispetto per i compagni (la sostituzione consente infatti ad un compagno di poter giocare) (buon livello di
coesione della squadra)
a portare rispetto per la societ di appartenenza e per gli avversari
ad avere autocontrollo in previsione di tali situazioni di gara
a comprendere che a volte necessario qualche sacrificio individuale per il bene del collettivo (la sostituzione pu
essere decisiva per lesito finale della gara).

Resta inteso che questo non facile in quanto laccettare una sostituzione in modo leale e rispettoso non trova certo
sostegno da quanto dimostrano i giocatori professionisti i quali, emu lati nelle loro gesta e nei loro comportamenti dai
giocatori pi giovani, spesso sono i primi, davanti alle telecamere, ad essere protagonisti di atteggiamenti non sempre
educativi.


Ot t imizzare la cont rapposizione
t at t ica: affront are il 4-2-3-1.
A curadi LUCA PRESTIGIACOMO
Lepossibili soluzioni per metterein difficolt un avversariochegioca con il
4-2-3-1, in relazionealleesigenzedella partita.
In questo articolo verranno trattate le contrapposizioni ottimali al 4-2-3-1, modulo utilizzato da parecchie squadre
blasonate negli ultimi anni, prima fra tutte il Real Madrid. In particolare, si ipotizzer di dover affrontare una squadra
disposta con tale sistema di gioco nella duplice eventualit di essere in svantaggio e in vantaggio. In entrambi i casi, si
partir dal presupposto di essere in difficolt tattica e/o psicologica tale da essere addirittura costretti ad effettuare un
cambio di modulo. Questa scelta sar ovviamente basata sullo sfruttamento dei punti deboli del sistema rivale e
sullannullamento di quelli forti.

Analisi della sit uazione in chiave offensiva.

Partiamo dallanalisi della situazione che vede la nostra squadra in svantaggio ed in netta difficolt a creare occasioni da
goal. Per ribaltare il risultato, occorre quindi cambiare modulo di gioco, adottandone uno che ci consenta di sfruttare i
punti deboli del sistema di gioco rivale. Per effettuare questa scelta, indispensabile analizzare le caratteris tiche della
fase difensiva attuata da un 4-2-3-1.
In fase difensiva, il 4-2-3-1 tende a trasformarsi in un 4-4-2. Infatti, le due mezzepunte laterali solitamente scalano a
centrocampo, ai lati dei due mediani interni, in modo da non lasciarli soli ed in inferiorit numerica nei confronti della
seconda linea rivale. Questo avviene soprattutto se la squadra disposta col 4-2-3-1 ha un buon livello di organizzazione
tattica difensiva. Altrimenti, nel caso i due trequartisti esterni non fossero diligenti nel loro ruolo di copertura in fase di
non possesso, sarebbe facile per la squadra avversaria prendere in mano le redini del gioco attraverso un netto dominio
in mezzo al campo.
Per quanto riguarda invece il comportamento delle punte, questo dipende da come disposta in fase offensiva la
squadra rivale:
Se la squadra avversaria dispone di un centromediano metodista posto in maniera arretrata in fase offensiva, il
trequartista centrale rimane nella posizione di partenza in modo tale da opporvisi. Quindi, in questo caso, il modulo di
gioco diviene un 4-4-1-1. La punta avanzata cercher invece di infastidire i centrali difensivi avversari, anche se
probabilmente verr a trovarsi in inferiorit numerica nei loro confronti.
Se invece la squadra avversaria non dispone di un regista arretrato, il trequartista centrale andr ad affiancare la punta,
trasformando il modulo di gioco in un vero e proprio 4-4-2. In tal modo, i due giocatori avanzati potranno muovere un
efficace pressing ultraoffensivo nei confronti dei difensori centrali rivali.
Ad ogni modo, il punto debole di un 4-2-3-1 in fase di non possesso il momento della transizione dalla fase offensiva.
Se, quando perde palla, la squadra disposta col modulo in esame non rapida a far scalare a centrocampo le mezzepunte
esterne, la ripartenza dei rivali risulter parecchio agevolata, trovando ampi spazi ai lati dei mediani centrali.
a ar rt t i ic co ol lo o
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N. 0 9 MA G G I O 2004
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

T T A A T T T T I I C C A A
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Il modulo ideale per affrontare in fase offensiva una squadra disposta col 4-2-3-1 pu essere, a mio parere, il 4-2-3-1
stesso. Nellarticolo del mese di febbraio, concernente la contrapposizione al 4-4-2, si era effettuata una trattazione su
come affrontare tale modulo in fase dattacco: si era appunto ipotizzato di adottare il 4-2-3-1 come sistema di gioco
ottimale per questa situazione tattica. Lo stesso vale quindi in questo caso, tenendo presente che, come abbiamo visto, il
4-2-3-1 diviene un 4-4-2 in fase difensiva (dato che noi non disponiamo di un centromediano metodista, le punte rivali
si disporranno in linea, non ad asse).
Il 4-2-3-1 a mio avviso un modulo ideale per affrontare il 4-4-2 per i seguenti motivi:
Presenza del trequartista nella zona neutra fra seconda e terza linea rivale
Possibilit di avere due giocatori per fascia, in modo da mettere in difficolt lavversario in queste zone
Presenza di ben 4 giocatori avanzati, che garantiscono unalta gamma di movimenti offensivi

Vediamo quali sono le situazioni numeriche che si vengono a creare nelle varie zone del campo:

4 contro 2 dei nostri difensori nei confronti delle loro punte (2 contro 2 quando avanzano i terzini)
2 contro 4 dei nostri mediani nei confronti dei loro (4 contro 4 quando avanzano i terzini)
4 contro 4 in attacco
2 contro 2 su ciascuna fascia
2 contro 2 in mezzo al campo
2 contro 2 in mezzo alla difesa rivale (quando il nostro trequartista si inserisce in avanti)
2 contro 2 dei nostri difensori centrali nei confronti delle loro punte

In figura 1 si pu prendere visione della
contrapposizione tattica generale della nostra
squadra (ora disposta col 4-2-3-1) con quella
rivale (che ha trasformato, in fase difensiva, il
suo 4-2-3-1 in un 4-4-2).

Per quanto riguarda i movimenti specifici che
dovranno attuare i nostri giocatori per mettere
in difficolt il sistema difensivo avversario al
fine di ribaltare il risultato, si rimanda
allarticolo del mese di febbraio sopra citato.
In questa sede, occorre tuttavia sintetizzare in
maniera schematica quali devono essere
movimenti e schemi da attuare contro un 4-4-
2 utilizzando il 4-2-3-1:
I terzini devono salire a centrocampo, in
modo da mettere in difficolt il rivale sulle
corsie esterne. Le loro sovrapposizioni e i loro
sganciamenti sono di primaria importanza al
fine di scardinare un sistema difensivo chiuso,
tenendolo appunto impegnato sulle fasce. In
fig. 2 si nota la disposizione in campo della
nostra squadra in seguito allavanzata dei
terzini: i due centrali difensivi sono ora in una
situazione di 2:2 nei confronti delle punte
rivali, ma questo un rischio da assumere, se
si vuole raddrizzare il risultato della gara.
Il trequartista centrale, disposto ad asse
rispetto alla punta, obbligher un difensore
interno ad uscire per chiuderlo in zona neutra:
in tal modo si vengono a creare spazi centrali
che devono essere aggrediti dalle ali
attraverso tagli ad entrare.
Punta e trequartista devono interagire in
maniera continua, soprattutto attraverso
movimenti uno va-uno viene come quello
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rappresentato in fig.3. La punta viene incontro
al mediano in possesso di palla, mentre la
mezzapunta si fionda nello spazio creato dal
compagno. Immediata deve essere la sponda
della punta per il trequartista in inserimento.
Il trequartista deve, alloccorrenza, avanzare
affiancando la punta: in tal modo si viene a
creare un 2:2 nei confronti della coppia di
centrali difensivi avversari, da sfruttare
attraverso combinazioni strette.
Le ali hanno due alternative: la prima quella
di rimanere larghe, in modo da tenere occupati
i due terzini rivali lasciando sola la coppia di
centrali difensivi; la seconda quella di
posizionarsi ciascuna nellinterspazio tra il
terzino e il difensore centrale, rimanendo
pronte a tagliare verso la porta. Inoltre,
devono essere rapide ad aggredire gli spazi
che la punta cercher di creare.
In generale, deve esserci un ottimo
sincronismo nei movimenti dei 4 giocatori
avanzati (punta, mezzapunta e le due ali), al
fine di crearsi spazi vicendevolmente e di
mettere in crisi la difesa avversaria.

Nei casi in cui la transizione dalla fase
offensiva a quella difensiva da parte del rivale
schierato col 4-2-3-1 non sia veloce ed
efficace, occorre dare delle direttive alla
squadra. Quando appunto il rivale non riesce a
tramutare in tempo il suo schieramento in un
4-4-2, vi la presenza di ampie zone ai lati
della coppia di mediani centrali. In questo
caso, le nostre coppie di esterni devono essere
celeri nel muoversi nella maniera pi adeguata
per sfruttare tali spazi. I terzini sono infatti
chiamati ad inserirsi negli spazi vuoti ai lati
degli interni di centrocampo rivali. Una volta
ricevuta palla, il terzino obbligher lesterno
difensivo rivale a salire per chiuderlo, e ci
potrebbe lasciare smarcata la nostra ala
corrispondente (fig.4).
Come si pu notare, rimediare a questa
situazione sar arduo per la squadra rivale,
obbligata ad eseguire un rischioso movimento
a scalare dellintera linea difensiva. In
alternativa, lala posizionata nel lato forte
del campo ad arretrare al fine di aggredire lo
spazio vuoto a centrocampo. Cos facendo, il
terzino rivale sar costretto a seguirla: si verr
cos a creare uno spazio invitante, che deve
essere aggredito dal nostro esterno difensivo o
dal trequartista (fig.5) Se invece lala non
viene seguita dal terzino rivale, sar libera di
ricevere, girarsi e puntare la difesa: col terzino
in sovrapposizione, la situazione diventa di nuovo ardua per la compagine avversaria.
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Per quanto concerne le uscite difensive, i difensori centrali, per superare il pressing delle due punte rivali, dovranno
prevalentemente indirizzare il gioco verso i terzini. I nostri due mediani interni sono invece chiamati a una veloce ed
essenziale circolazione della palla da una parte allaltra del campo ed in verticale a favore dei 4 elementi avanzati.
Una volta persa la sfera, il nostro 4-2-3-1 deve ovviamente trasformarsi in un 4-4-2, attraverso la scalata delle due ali a
centrocampo ed il posizionamento in linea delle punte. Occorre poi fare in modo che la nostra transizione negativa dal
4-2-3-1 al 4-4-2 sia pi rapida ed efficace della loro transizione positiva dal 4-4-2 al 4-2-3-1.

Analisi della sit uazione in chiave di fensiva.

Affrontiamo ora la situazione che vede la nostra squadra in vantaggio ma in balia del forcing dellavversario disposto
col 4-2-3-1. Occorre, in tal caso, adottare un modulo di gioco che ci permetta di annullare o comunque limitare i punti di
forza del sistema di gioco avversario, in modo da evitare situazioni che possano rivelarsi ad alto rischio per noi.
Esaminando nello specifico la fase offensiva di un 4-2-3-1 notiamo che:

Vi la presenza di 4 giocatori avanzati che possono potenzialmente dar vita ad un alta gamma di movimenti e
schemi offensivi attraverso la loro interazione
Vi la presenza di ben tre giocatori posizionati sulla trequarti, che possono mettere in crisi il sistema difensivo
avversario dal punto di vista della loro gestione
I due terzini sono molto propensi ad avanzare, in modo da dare la possibilit di un agevole apertura del gioco ai due
mediani interni, oltre ovviamente ad accrescere il grado di pericolosit della squadra sulle fasce laterali.

In seguito a quanto detto, il sistema di gioco
ottimale per contrapporsi ad un 4-2-3-1 pu
essere il 4-3-3. Questo per i seguenti motivi:
Il centromediano metodista posizionato in
modo da controllare a dovere il trequartista
centrale avversario
I due terzini, opportunamente posizionati,
sono nelle condizioni di gestire le ali rivali
La coppia di centrali difensivi si viene a
trovare in superiorit numerica nei confronti
del centravanti della squadra opposta
I due interni di centrocampo si vengono ad
opporre ai due mediani centrali avversari
Le due ali, con un adeguato lavoro in fase
difensiva, garantiscono unadeguata
opposizione allavanzata dei terzini avversari
Come si pu notare in fig.6, il 4-3-3 si
contrappone in maniera perfetta al 4-2-3-1 in
ogni zona del terreno di gioco.
Vediamo ora quali sono le situazioni numeriche individuabili nelle varie zone del campo:

4 contro 3 dei nostri difensori nei confronti del tridente avversario
3 contro 3 a centrocampo
3 contro 4 dei nostri attaccanti nei confronti dei difensori rivali
2 contro 2 su ciascuna fascia
2 contro 1 dei centrali difensivi nei confronti del centravanti rivale
2 contro 1 dei loro centrali difensivi nei riguardi della nostra punta centrale

Per queste situazioni numeriche si considerato il trequartista rivale come facente parte del pacchetto di centrocampo.
Nei frangenti in cui la mezzapunta avversaria avanza fino a trovarsi in linea col centravanti, la situazione diventa per noi
quella di un 4 contro 4 in difesa e di un 3 contro 2 a centrocampo.
Nel dettaglio, occorre dare ai terzini delle indicazioni su come gestire le mezzepunte laterali avversarie. Queste ultime
talvolta agiscono da vere e proprie ali, andandosi ad allargare sulla fascia per poi scattare verso il fondo campo o verso
la porta. In questi casi, i terzini devono controllarli marcandoli secondo il principio dellanticipo, senza lasciare scoperte
le loro zone di competenze. Ma le mezzepunte esterne di un 4-2-3-1 il pi delle volte si verranno a trovare nella loro
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posizione di base, ossia sulla trequarti e
leggermente accentrati. In questo caso, i
terzini non devono marcarli da vicino, ma
devono rimanere in zona, pronti per ad
accorciare per chiuderle nel caso ricevessero
palla. Una volta che la mezzapunta laterale
abbia ricevuto la sfera, probabile che
avvenga la sovrapposizione del terzino
avversario corrispondente. Quando si verifica
questa situazione, deve avvenire un rapido
interscambio di marcature fra il nostro terzino
e la nostra ala, che deve essere stata diligente
nello scalare a centrocampo. Come
rappresentato in figura 7, il terzino lascia la
mezzapunta laterale avversaria, andandosi
cos ad occupare del laterale difensivo rivale
in sovrapposizione; la mezzapunta portatrice
di palla viene invece presa in consegna dalla
nostra ala in ripiegamento.
Come gi detto in precedenza, importante
che le nostre ali rimangano larghe in modo da
controllare i terzini rivali, stando pronte ad
aggredirli in pressing qualora ricevessero
palla. Quando la palla si trova invece in
possesso di un mediano rivale, le ali devono
scalare a centrocampo: per la precisione, il
modulo a questo punto diviene un 4-5-1
(fig.8). Le ali, quando si vengono a trovare
nella posizione di laterali di centrocampo,
sono chiamate a raddoppiare la marcatura
sulle mezzepunte rivali nel caso queste si
trovino in possesso palla, oppure ad eseguire
linterscambio di marcatura visto in
precedenza per ovviare alla sovrapposizione
del terzino avversario.
I due centrali difensivi si vengono a trovare in
superiorit numerica 2 contro 1 nei confronti
della punta centrale rivale. Di conseguenza, i
due dovranno scambiarsi la sua marcatura a
seconda della zona in cui si viene a trovare.
Tale marcatura dovr essere stretta, il
difensore centrale dovr seguire il centravanti
in ogni spostamento allinterno della sua zona,
mentre laltro centrale dovr rimanere in
copertura pronto alla chiusura se ve ne fosse
bisogno.
Il trequartista centrale della squadra opposta
deve essere invece gestito dal nostro
centromediano metodista, che lo deve seguire
nei suoi movimenti allinterno della zona
neutra fra la seconda e la terza linea.
Ovviamente, questa marcatura deve comunque
avvenire allinterno della zona di competenza
del centromediano metodista: infatti, quando il
trequartista si sposta in fascia, in mezzo al
campo o in attacco, dovr essere marcato dal
giocatore responsabile della zona in questione
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(fig.9 a pagina precedente). Quando il trequartista, come frequentemente accadr, si inserir in avanti posizionandosi in
linea col centravanti, dovr essere ovviamente un difensore centrale a prenderlo in consegna.
In mezzo al campo, i nostri due interni devono
attuare un pressing aggressivo sui due mediani
centrali rivali che, essendo presumibilmente
addetti allimpostazione della manovra
dattacco, sono da considerare delle
importanti fonti di gioco da annullare.
Per quanto riguarda infine il comportamento
del nostro centravanti, egli deve cercare di
infastidire come pu i difensori centrali
avversari: anche se in inferiorit numerica, un
pressing intelligente nei loro confronti pu
costringerli ad uscite difensive affrettate. Ad
esempio, il centravanti pu contrastare il
difensore centrale rivale in possesso di palla
non da posizione frontale ma trasversale, in
modo da rendergli difficoltoso, oltre al
passaggio in avanti, anche quello laterale per
il compagno di reparto (fig.10).
E inutile dire che il 4-3-3 poi un modulo
ottimale per attuare la ripartenza una volta riconquistata palla: lunico movimento da attuare nella transizione attiva
dalla fase difensiva a quella offensiva lavanzamento della ali dal centrocampo ai lati della punta centrale. Il tridente
consente infatti altissime possibilit di verticalizzare immediatamente il gioco, indirizzando la sfera negli spazi alle
spalle dei difensori rivali e in quelli da loro lasciati scoperti, sfruttando appunto gli scatti in profondit dei tre giocatori
offensivi, che devono avvenire con tempismo subito dopo la riconquista della sfera.




LUCA PRESTIGIACOMO E NATO A MILANO IL 07/06/1982.

STUDIOSO ED APPASSIONATO DEGLI ASPETTI TECNICO-TATTICI
DEL GIOCO DEL CALCIO, AUTORE DI DIVERSI CONTRIBUTI
APPARSI SU ALLENATORE.NET. HA SCRITTO IL LIBRO STRATEGIA
E TATTICA DI GARA.




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Allenare gli addominali: ist ruzioni
per luso.
A curadel Prof. GIOVANNI BONOCORE
Preparatore atletico professionista Empoli f.c. sett.giovanile Preparatore
Responsabile Laboratorio di Allenamento Centro Salus
Come, quandoeperchallenarei muscoli delladdomedel calciatore.

Limport anza degli Addominali

I muscoli addominali (mm.add.) hanno grande importanza perch fanno da scudo ad organi importanti (fegato, milza).
Quindi per uno sport di contatto come il calcio fondamentale avere uno scudo tonico.
Oltre a ci dobbiamo allenarli anche a scopo preventivo. Specie nei settori giovanili dove abbiamo ragazzini in fase di
crescita, gracili e con i classici atteggiamenti viziati di questo periodo.
E importante per che anche ladulto dedichi pi tempo a questi esercizi. Oggi tutti i calciatori adulti sono alla ricerca
costante di una performance massimale e per ottenerla si usano spesso mezzi di allenamento ai limiti del fisiologico.
Ecco che, per avere un training continuativo che dia gli sperati successi, il giocatore deve crearsi delle basi muscolari tali
da non cadere in infortuni , che pregiudicherebbero la crescita della propria performance.
Mal di schiena e pubalgia oggi sono le cause principali che fanno saltare allenamenti settimanali e partite domenicali.
Spesso una delle cause di tali infortuni pu essere un disequilibrio muscolare tra mm.add. e muscoli degli arti inferiori.
E comunque sempre importante curare con attenzione estrema tutti i muscoli che originano o si inseriscono sul bacino;
sono loro che con la loro forza, la loro rigidit-elasticit creano il bello e il cattivo tempo dellatleta. Anche gli
Addominali risiedono li.














I MMAGI NI CHE FANNO PENSARE AL GROSSO LAVORO ADDOMI NALE A CUI E SOTTOPOSTO I L CALCI ATORE
a ar rt t i ic co ol lo o
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N . 09 MA G G I O 2004
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

P P R R E E P P A A R R A A Z Z I I O O N N E E
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2
Quando farli

Nella stagione.
Si possono fare in qualsiasi momento dellanno. Per chi non pu disporre di in palestra consigliabile lavorare pi a
lungo nei periodi estivi, ma attenzione a non crearsi alibi: esistono anche gli spogliatoi che possono fungere da ottima
palestra !!

Nella Settimana
Gli darei pi spazio nella prima parte, quando il lavoro di preparazione fisica generale (PFG) risulta maggiore, ma non ci
sono controindicazioni per farli a fine settimana, magari in forma maggiormente esplosiva.

Nella seduta.
In qualsiasi momento della seduta si possono effettuare.
Li potremmo fare prima dellallenamento per avvantaggiarci e non togliere tempo ad altre esercitazioni tecniche-fisiche;
possono inoltre servire anche come coadiuvante del riscaldamento.
Durante lallenamento, per creare delle pause tra esercitazioni tecniche o fisiche.
Post seduta, per concludere lallenamento.

Come farli

Spesso, troppo spesso su qualsiasi campo assistiamo a forme poco corrette di esercitazioni per i muscoli addominali.
Il bacino durante lesecuzione deve essere in retroversione, con la schiena quindi ben appoggiata a terra. Ma per creare
questo presupposto dobbiamo aver presente il movimento di anteversione-retroversione del bacino.
Dobbiamo cercare di far lavorare solo i mm.add. e non altri gruppi muscolare insieme: vedi il classico esercizio di tirare
su il tronco con i piedi incastrati sotto un sostegno, venendo su oltre i 45.
E importante accompagnare i movimenti con la giusta respirazione: si espira durante la fase concentrica (salita), si inspira
durante la fase eccentrica (discesa).
Posso anche cambiare la velocit di esecuzione. Non penso sia giusto fare addominali alla stessa (lenta) velocit. Troppi
episodi ci sono in partita che mettono a dura prova i mm.add.
Va bene lavorare in forma lenta, esplosiva ed in isometria.

Quando uso i muscoli addominali ?

Durante il match sono molti gli episodi in cui i mm.add. vengono chiamati in causa e diversi i tipi di contrazione.
Si possono usare nei contrasti, nei corpo a corpo con lavversario, durante un repentino cambio di direzione, nelle frenate
e ripartenze, nel calciare in varie forme, nel colpire di testa.
Da qui potremmo valutare quali dei mm.add. entrano in azione e di conseguenza applicare i rispettivi esercizi. Per uno
studio accurato dei mm.add. dal punto di vista anatomico, rimando ai testi di anatomia specifici. (Consiglio : I muscoli
Kendall).

Alcuni esercizi

Addominali bassi: dalla posizione di partenza, con la schiena appoggiata a terra e con gli arti
inferiori piegati, si portano le ginocchia verso il petto.


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3
Addominali alti (alla parete): dalla posizione di partenza, con la schiena appoggiata a terra e con
gli arti inferiori appoggiati alla parete, si porta la testa ed il busto verso le ginocchia.




Addominali alti dalla posizione di partenza, con la schiena appoggiata a terra e con gli arti
inferiori piegati, si porta il busto verso le ginocchia.



Addominali obliqui (con lutilizzo di un supporto) dalla posizione di partenza, con la schiena
appoggiata a terra e con gli arti inferiori appoggiati su una panca, si porta in avanti il busto ruotando
verso destra e poi sinistra.







Come allenare il port iere
analizzando la prest azione di
gara.
A curadi CLAUDIO RAPACIOLI prep.portieri Sett. Giov. Brescia Calcio
La preparazionedel numero 1 attraversolanalisi della situazionedi gara.
PREMESSA
Prima di proseguire con ulteriori articoli sul ruolo del portiere, desidero questo mese, per una migliore visione
dinsieme, riepilogare tutte le componenti che intervengono nella prestazione del portiere, senza tralasciare quelle che
sono le basi strutturali che la compongono.
In qualsiasi sport nessuna programmazione di allenamento pu prescindere dalla prestazione anzi, deve cercare di
ricalcarla il pi possibile. Soprattutto nel calcio (sport di situazione per eccellenza), necessario cercare di proporre
esercitazioni che riproducano nelle loro componenti le varie fasi della gara in cui il portiere viene chiamato ad
intervenire.
Perci dobbiamo incominciare ad analizzare quelle che sono le variazioni tecnico-tattiche subite dal ruolo in questi
ultimi due decenni. Talvolta si vedono allenatori che propongono esercizi solo perch li avevano eseguiti loro stessi
magari 20-30 anni prima, ma senza sapere quali siano gli obiettivi. Queste esercitazioni, capita spesso, vengano ripetute
per tutta la stagione allinterno del microciclo settimanale, portando il portiere ad una assuefazione e ad un
appiattimento fisico e mentale.
Non bisogna per nemmeno incorrere nellerrore contrario, proponendo numerosi e a
volte fantasiosi esercizi per ogni seduta di allenamento, solo per il gusto di variare.
Questo pu comportare il rischio di impedire il corretto apprendimento dello scopo
primario dellesercitazione con il pericolo di creare confusione al portiere, soprattutto in
et giovanile. Secondo Hotz anche se lo scopo dellesercizio sempre il medesimo
prima di variare il mezzo bisogna assicurarsi che il portiere abbia ben appreso quello
precedente. Un semplice esempio potrebbe essere proporre unesercitazione di tuffo
partendo dalla stazione eretta, prima ancora che lo stesso abbia appreso tramite una
corretta progressione lesatto movimento di caduta. Per questo ritengo che sia
estremamente importante, prima di proporre unesercitazione, comprendere quale sia il
suo scopo e se pu essere adatta ed eseguibile dai portieri che si devono allenare, in
rapporto allet e alla categoria.
Il compito pi difficile per un preparatore dei portieri non quello di trovare
esercitazioni sempre diverse, ma di essere in grado mentre allena di guardare il
portiere per correggere anche il minimo errore.



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I I L L N N U U M M E E R R O O 1 1
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IL MODERNO PORTIERE DI CALCIO

Levoluzione che il gioco del calcio ha avuto in questi ultimi 15 anni ha portato nel ruolo del port iere un cambiamento
di compiti, con un sempre maggiore coinvolgimento nel giuoco della squadra. Anni fa il Numero 1 era solo il
guardiano della porta, stazionava sempre a pochi centimetri dalla riga, la sua unica preoccupazione era intercettare le
conclusioni verso la rete e successivamente, se possibile, rilanciare il pallone lontano con un bel rinvio di piede. Nel
calcio attuale, invece, il portiere viene chiamato a presidiare non solo la porta, ma tutta larea di rigore e in alcuni casi
anche la . Deve essere abile nellintercettare palloni calciati sempre
pi velocemente e con traiettorie ostiche, talvolta imprevedibili e di
difficile valutazione. Inoltre, con lintroduzione delle nuove regole sul
retropassaggio, dagli inizi degli anni 90 al portiere viene richiesto di
possedere una buona abilit con i piedi. Egli viene sempre pi
considerato, oltre che lultimo baluardo difensivo, il primo attaccante.
Tutto ci ha portato ad una specializzazione del ruolo; di conseguenza
anche la preparazione fisica e tecnica si evoluta differenziandosi
notevolmente da quella dei giocatori. Questo ha comportato
lintroduzione della figura dellallenatore dei portieri, il quale si occupa
per gli adulti sia della fase tecnica che fisica, mentre per i pi piccini
funge da istruttore tecnico e motorio-coordinativo. E soprattutto in
questa fase che il preparatore riveste un ruolo estremamente importante nella formazione del portiere.
Lo sviluppo delle capacit coordinative deve essere curato nellet sensibile con la massima attenzione. Solo cos al
portiere permesso di crearsi le basi che negli anni successivi gli permetteranno di apprendere con semplicit i gesti
tecnici del ruolo e utilizzarli in breve tempo con disinvoltura nelle varie situazioni di gioco.

LA PREPARAZIONE SPECIFICA

Finalmente in molte societ, anche di livello dilettantistico, stata introdotta, come detto, la figura dellallenatore dei
portieri, che oltre ai compiti sopra citati deve fornire un appoggio psicologico importantissimo ai propri atleti. Ritengo
che per questo motivo il ruolo possa essere ricoperto pi facilmente
da chi ha giocato in porta, in quanto ha la possibilit di portare
anche il proprio vissuto come contributo allallievo.
In passato il portiere veniva preparato dallallenatore della squadra
nei ritagli di tempo, oppure facendolo fermare al termine della
seduta eseguito con gli altri compagni. Ora preparato con sedute
specifiche, con progressioni di esercitazione mirate, le quali
permettono al portiere di migliorarsi e nel contempo divertirsi
maggiormente rispetto a prima. Questa specializzazione di
allenamento, pero, non deve andare a discapito della
partecipazione del portiere alla vita della squadra, della quale
parte importante, e indissolubile. Lestremo difensore deve vivere il
gruppo, essere presente per poter familiarizzare e conoscere il pi possibile i compagni; e per questo che, ove possibile,
e buona cosa cercare di organizzare gli allenamenti con una tempistica concomitante.
Per gli allenatori che non avessero a disposizione un preparatore dei portieri, ritengo sarebbe opportuno convocare i
Numeri 1 al campo 45 minuti prima dei compagni oppure almeno una volta alla settimana in un giorno diverso, cos
da sviluppare un programma specifico che non mancher di regalare soddisfazioni.

LA PRESTAZIONE DEL PORTIERE MODERNO

Come evidenziato da un bellissimo studio fatto da C.Filippi, ogni singolo intervento del portiere non ha una durata
superiore ai 3 secondi. Lo studio considera come start iniziale il momento in cui comincia a prepararsi per lintervento
difensivo, fino al termine del gesto tecnico eseguito.
Solo nel 1,2% dei casi, tra un intervento e laltro trascorrono meno di 10 secondi; gli intervalli significativi sono quelli
compresi tra i 10 e i 120 secondi e oltre i 180 secondi (vedi grafico a pagina seguente).

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Anche con lausilio di questo studio, possiamo affermare, una volta di pi, che il portiere durante la partita compie gesti
tecnici brevi di altissima intensit e con un ampio recupero tra una esecuzione e laltra, sollecitando il meccanismo
energetico anaerobico-alattacido.
Distribuzione % degli intervalli tra gesti tecnici
1,2
13,4
16,1
18,1
13
8,2
7,8
22,2
0
5
10
15
20
25
tempo in secondi
v
a
l
o
r
i

%
meno di 10" tra 10" e 30" tra 30" e 60" tra 60" e 90"
tra 90" e 100" tra 120" e 150" tra 150" e 180" oltre 180"


Questo evidenzia come una moderna seduta di allenamento, che ricalca la prestazione di gara, non debba pi prevedere
esercitazioni con un numero elevato di ripetizioni, poich vengono sollecitati meccanismi energetico-lattacidi, che
potrebbero risultare pericolosi per lincolumit del portiere con linsorgere della fatica e della poca lucidit. Perci uno
degli obiettivi delle esercitazioni deve essere la cura della qualit dellintervento in luogo di qualsiasi quantit.
Spesso si vedono portieri molto ben impostati dal lato tecnico, ma poco svegli in gara che faticano a riconoscere le
situazioni, hanno poca capacit di anticipazione e programmano il gesto motorio con qualche attimo di ritardo che
talvolta pu risultare fatale. Questo ritengo sia dovuto ad una poca abitudine allallenamento in situazione, non hanno
perci un vasto repertorio di esperienze vissute dalle quali leggerne una gi avvenuta e di conseguenza programmare
anticipatamente la scelta dellintervento tecnico.
Ritengo che una buona percentuale delle esercitazioni proposte, oltre ad avere un contenuto tecnico, debba essere
integrato con delle varianti situazionali.


COMPONENTI DELLA PRESTAZIONE DEL PORTIERE

Passiamo ora ad analizzare quali sono le componenti che vengono sintetizzate nella gara. Iniziamo ad considerare come
avviene la crescita del giovane portiere, valutando la sua maturazione sin dalla giovane et per arrivare a quella adulta.

LE COMPONENTI TECNICO-COORDINATIVE

Peculiare del ruolo e la preparazione tecnica-coordinativa che deve essere eseguita fin dai primi anni di pratica
sportiva. Come accennato, lapprendimento delle capacit coordinative di base specifiche molto importante ed
presupposto indispensabile per un efficace sviluppo tecnico futuro. Questo, porter con laffinamento della tecnica e con
linserimento della componente atletica, ad avere alla fine del percorso giovanile un portiere ABILE, EFFICACE E
SICURO.
Per i pi piccini, le esercitazioni devono sempre essere proposte sotto forma di gioco e spesso diverse, anche se
lobiettivo da raggiungere sar lo stesso, cos da stimolare sempre il giovane atleta a nuove scoperte e non abituarlo alla
solita decina di monotoni esercizi stagionali.
Con il grafico sotto riportato possiamo schematizzare quelle che sono le varie tappe della crescita e le qualit che un
portiere deve possedere.
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1-Talento, Predisposizione e doti naturali Fattori Ereditari dai genitori
+
/ Schemi posturali \ Vengono sviluppati
2 - Schemi motori di base aut autonomamente nei primi anni di
\ Capacit senso-percettive / vita del bambino
+
3 - Insegnamento Qualit dellinsegnamento
4 - Apprendimento Capacit di apprendimento
+
5 Capacit coordinative speciali Da sviluppare allinizio della pratica sportiva
6 Abilit tecniche Da sviluppare dopo i 10 anni
7 Capacit tattiche Da sviluppare dopo i 10-11 anni (Lettura Situazioni)
8 Capacit condizionali Da Da sviluppare dopo i 14-15 anni
9 Qualit psicologiche La testa, Volont, Spirito di Sacrificio, Continuit

=

Trova soluzioni tecnico tattiche adatte ad ogni
diversa situazione di gioco che si crea
durante ogni partita.




Analizziamo ora i vari punti.

1. I fattori genetici ereditari rivestono un ruolo molto importante, sia a livello fisico (struttura corporea), sia a
livello psicologico, sia delle qualit condizionali (composizione delle fibre muscolari).
2. Nei primi anni di vita il bambino sviluppa autonomamente quelli che sono gli schemi posturali e motori di
base, in abbinamento alle capacit senso percettive
3. La qualit dellinsegnamento che il giovane portiere riceve una componente molto importante. Lapprendere
in giovane et una multisportivit e negli anni immediatamente successivi concetti tecnici e tattici di qualit gli
permetteranno di essere facilitato nelle esperienze sportive future.
4. La capacit di apprendere, cio di modificare, correggere e assimilare i gesti motori in base alle indicazioni del
preparatore una qualit estremamente importante e che spesso trova una grossa base nella multisportivit
praticata in precedenza.
5. Lo sviluppo nelle fase di et sensibile, con lausilio del preparatore delle capacit coordinative speciali,
permette al nostro portiere di sviluppare capacit motorie che gli torneranno utili anche successivamente.
6. Linsegnamento e lapprendimento qualitativo della tecnica, abbinato ad una buona base coordinativa, sono
presupposti fondamentali per lo sviluppo futuro del portiere.
7. Siccome il calcio moderno non pi solo parare i tiri diretti verso la porta, il portiere gi dalla giovane et deve
essere abituato a saper leggere le situazioni, cos da poter riconoscere in anticipo le varie fasi del gioco e
iniziare a prevedere le intenzioni degli avversari.
8. Con la crescita fisica verranno introdotte le capacit condizionali che, se abbinate ad una buona
predisposizione, potranno rivelarsi molto importanti.
PORTI ERE DI CALCI O
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9. La volont di migliorarsi, lo spirito di sacrificio e la continuit in allenamento sono doti irrinunciabili per chi
desidera emergere a qualsiasi livello. Detto livello varia da soggetto a soggetto in base ai punti sopra
esposti..non per questo tutti devono essere portieri della nazionale.
10. IL PORTIERE, compatibilmente con il proprio livello, colui che riesce a trovare risposte tecnico tattiche
efficaci in ogni situazione che si presenta durante la gara.

Date per assodate le capacit senso percettive, gli schemi posturali e gli schemi motori di base che si sviluppano
autonomamente nei primi anni di vita del bambino, incominciamo ad analizzare quelle che sono le capacit coordinative
speciali che intervengono nel ruolo del portiere e che devono essere immediatamente curate nei primi anni di pratica
sportiva.

CAPACITA COORDINATIVE SPECIALI

Meinel dice che la coordinazione motoria lorganizzazione dei diversi progetti motori secondo uno scopo
precedentemente anticipato. Per quanto riguarda il giovane portiere le capacit coordinative speciali da sviluppare sono:

Capacit di anticipazione motoria
Lettura anticipata dei segnali degli avversari, della palla, dei compagni
Capacit di orientamento spazio-temporale
Valutazione e orientamento di se stessi in rapporto alla palla, porta, avversari, compagni.
Capacit di accoppiamento dei movimenti
Utilizzo di pi gesti e schemi motori contemporaneamente
Capacit di differenziazione muscolare
Selezionare solo la parte corporea interessata e la giusta intensit di forza per risolvere
favorevolmente la situazione
Capacit di reazione motoria
Rispondere velocemente a stimoli visivi, sonori, ecc.
Capacit di equilibrio statico-dinamico
Riuscire sia in posizione ferma che in movimento ad avere un equilibrio sempre ideale
Capacit di ritmizzazione
Essere capace di trovare ritmi diversi di esecuzione ed idonei al problema
Capacit di adattamento e trasformazione
Essere capaci di adattarsi ad una mutata situazione e reagire rapidamente nella maniera corretta
Coordinazione fine delle mani
Abilit di gestire la palla con le mani
Fantasia Motoria
Capacit di risolvere situazioni in modo creativo e personale.


COMPONENTI DELLA GARA

La prestazione del portiere durante la gara pu essere considerata suddivisa in 4 componenti: tattiche, tecniche, fisiche,
psicologiche.

TATTICHE
Ogni azione di gioco ha un suo svolgimento e la capacit di osservazione, lesperienza e lettura di ogni situazione che si
viene a creare, pu portare il portiere a prevedere, cio ad anticiparne lo sviluppo. Egli pu preparasi in anticipo
allintervento al quale sar chiamato ed a cui fornir sempre una risposta corretta senza mai farsi trovare impreparato.
Anche se questo pu sembrare prematuro, nel caso di portieri molto giovani, ritengo importante lo sviluppo di questa
componente, che li abitua a rimanere sempre concentrati.





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TATTICA OFFENSIVA

Quando il pallone in possesso del portiere o di un suo compagno si parla di tattica offensiva in quanto il portiere, a
seconda che sia o meno in possesso della palla, pu avere determinati compiti.

PALLA IN POSSESSO DEL PORTIERE
Quando il portiere in possesso di palla, assume il ruolo del primo attaccante. Deve saperla trasmettere ai
compagni sia con i piedi che con le mani, trovando soluzioni tattiche adeguate che permettano di
mantenerne il possesso, oppure fungere da variante tattica con rilanci che hanno lobiettivo di cercare
determinati compagni in possesso di particolari abilit tecniche.

PALLA IN POSSESSO DEI PROPRI COMPAGNI
In questo caso il portiere partecipa in maniera attiva alla gara, assumendo una posizione tattica tale da
fornire una pronta risposta diretta (con un intervento) o indiretta (organizzando al meglio la difesa) nel
caso di perdita del possesso della palla. Oppure pu fungere da appoggio ai compagni se lazione si svolge
nei pressi dellarea. Abituare il portiere a seguire sempre lo sviluppo del gioco lo aiuta a mantenere pi
facilmente la concentrazione.

TATTICA DIFENSIVA

Quando la palla in possesso della squadra avversaria (sia in situazione di palla in movimento che inattiva), si parla di
tattica difensiva. In questo caso il portiere assume un ruolo estremamente importante, sia in fase di organizzazione della
difesa (attraverso la comunicazione verbale con i compagni di reparto), sia in fase di posizionamento scegliendo una
soluzione in rapporto alla distanza della palla dalla porta e dalla dislocazione dei compagni e degli avversari, utilizzando
in questo caso una comunicazione non verbale.
In questa fase tattica possiamo individuare:

ORGANIZZAZIONE DELLA FASE DIFENSIVA
Momento di correzione tattica, tramite una chiara, breve, inequivocabile comunicazione con i compagni,
che possono essere sollecitati ad assumere la posizione pi corretta, cos da non farsi mai trovare
impreparati alle soluzioni avversarie. La fase non deve cominciare quando la palla nei pressi della zona
difensiva, ma nel momento in cui gli avversari incominciano lazione di attacco. Il portiere deve verificare
immediatamente la disposizione della propria difesa e del centrocampo e organizzare la fase difensiva con
gli uomini preordinati, o con loro sostituti nel caso vi fossero alcune zone scoperte.

OBIETTIVI DA DIFENDERE

DIFESA DELLO SPAZIO
Quando lavversario in possesso di palla a una distanza tale per cui un eventuale tiro in porta non
pu impensierire il portiere, questultimo deve aiutare i compagni della difesa posizionandosi per
poter intervenire nel caso di cross, lancio lungo o palla filtrante. Deve proporsi,
responsabilizzandosi con una posizione pi alta che permette di difendere lo spazio di campo
alle spalle della linea di difesa.

DIFESA DELLO SPAZIO E DELLA PORTA
Situazione con un avversario in possesso della palla in una zona abbastanza prossima alla porta,
dalla quale pu essere scoccato un tiro o essere giocato un pallone filtrante nello spazio. In questo
caso il portiere deve stare attento a difendere in via principale la porta, ma anche lo spazio
restante, soprattutto in caso di palla coperta. Lupatelli un esempio pratico eclatante di come ci
si deve comportare in questa fase.

DIFESA DELLA PORTA
Quando il pallone e lavversario che lo controlla sono in una zona dalla quale pu essere calciato
direttamente in porta. In questo caso il portiere, data la poca distanza che divide la sfera dalla rete,
ha come obiettivo principale difendere la propria porta dalla conclusione diretta.


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TECNICHE

Quando il portiere viene chiamato in causa e deve intervenire direttamente nello sviluppo dellazione, possiamo parlare
di tecnica specifica del portiere. Sotto ho riepilogato tutti gli interventi tecnici al quale un estremo difensore pu essere
chiamato.
Come per la tattica, possiamo dividere la tecnica in due gruppi: difensiva e offensiva, a seconda del possesso della palla.
Nel primo caso il portiere viene chiamato a collaborare e trasmettere palla ai propri compagni tramite rilanci effettuati
con le mani o con i piedi. Nel secondo caso viene chiamato a interrompere lazione avversaria e perci assume il ruolo
di ultimo difensore.
Incominciamo ad analizzare la tecnica difensiva.

TECNICA DIFENSIVA
Pu essere scomposta per un migliore comprensione in due momenti: la fase preparatoria (prima che la palla sia
calciata) e la fase esecutiva o intervento vero e proprio (dopo che la palla stata calciata)

PRIMA CHE VENGA CALCIATA LA PALLA (FASE DI ANTICIPAZIONE)
Prima che la palla venga indirizzata verso la porta, il portiere deve cercare di prepararsi nel modo migliore,
che gli consenta di fornire la risposta tecnica pi corretta.
Le componenti di questo momento sono:

POSTURE
Atteggiamento posturale assunto dal corpo che pu essere pi o meno alto in attesa che venga
effettuato il tiro. Dipende dalla distanza della palla dalla porta o della previsione di sviluppo
dellazione che il portiere esegue.
Pi la palla vicino al portiere, pi questo deve avere una postura raccolta, cio maggiormente
esplosiva. Quando invece difende lo spazio deve avere una postura pi elastica, che gli permetta
con maggiore facilit di trovare una corsa veloce.

SPOSTAMENTI
Il portiere deve essere in grado di spostarsi velocemente su tutti gli assi, (avanti, dietro, laterale,
diagonale). Il modo di muoversi per raggiungere la posizione corretta deve tenere conto dello
stato della palla, dei compagni e degli avversari.

POSIZIONE
Come visto per la componente tattica, a seconda dello stato della palla, dei compagni o degli
avversari, la posizione del portiere pu essere diversa.

DOPO CHE E STATA CALCIATA LA PALLA (FASE DI VALUTAZIONE)
Quando la palla stata colpita, il portiere viene chiamato a fornire una risposta tecnica allo scopo di
intercettare il pallone. I tipi di intervento possono essere cos suddivisi:

PRESA ALLA FIGURA
Quando la palla passa ad una distanza tale per cui il portiere, per intercettala, non deve
eseguire un tuffo, si parla di presa alla figura.
Per eseguirla in modo corretto, il suo corpo deve sempre essere posto dietro la palla, in
modo da fornire unulteriore barriera ad essa nel caso lintervento con le mani sia
eseguito in modo impreciso.



PRESA IN TUFFO
Quando il portiere, mantenendo la posizione eretta, valuta il pallone fuori dalla propria
portata deve proiettare il corpo verso la palla per intercettarla eseguendo la parata in
tuffo.


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RESPINTA O DEVIAZIONE
Questo tipo di intervento viene solitamente usato quando la potenza del tiro tale da non
permettere di bloccare il pallone, oppure in condizioni atmosferiche sfavorevoli. La
deviazione o respinta pu essere eseguita alla figura o in tuffo.
Si differenziano tra loro in quanto la deviazione tende a cambiare o a prolungare la
traiettoria della palla, mentre la respinta rimanda la palla nella stessa direzione dalla
quale proveniva.

USCITA BASSA
Lo sviluppo del gioco moderno ha portato il portiere a giocare pi alto dalla linea di
porta, coinvolgendolo maggiormente nella difesa dello spazio situato alle spalle della
linea difensiva. Gli viene richiesto di essere sempre pronto ad intervenire su palloni
filtranti o a contrastare lavversario che si presenta palla al piede puntando verso la porta
in situazione di 1 vs 1.


USCITA ALTA IN PRESA, IN DEVIAZIONE O IN RESPINTA
Labilit di intercettare palloni con traiettoria alta, diretti in anche in zone lontane dalla
porta, una qualit molto apprezzata e importante nel portiere moderno.
Lintervento su palla alta pu essere eseguito in presa oppure, in caso di condizioni
atmosferiche sfavorevoli o di disturbo da parte degli avversari, pu essere effettuato
deviando o respingendo la sfera.



TECNICA OFFENSIVA
Quando la palla in possesso del portiere a seguito di un intervento diretto, di un retropassaggio o di unazione di
ripresa del gioco, le azione tecniche richieste vengono definite offensive. Il port iere in questo caso non pi lultimo
baluardo difensivo, ma il primo attaccante.

I rilanci possono essere cos suddivisi:

RILANCI CON PIEDI
Permettono di trasmettere il pallone anche a distanze notevoli. Possono essere eseguiti con
palla in mano o a terra sia ferma che in movimento. Per una completa trattazione
dellargomento si vedano i numeri 7 ed 8 di questa rivista.



RILANCI CON LE MANI
Permettono una trasmissione pi precisa ma a distanze inferiori, solitamente non oltre la
met campo. Per il dettaglio dei gesti si veda il numero 6 di questa rivista.



FISICHE

Le qualit condizionali entrano in gioco solo dopo i 15-16 anni. Prima di allora ritengo sia superfluo esercitarle in modo
specifico, in quanto un allenamento tecnico ben strutturato pu prevedere il coinvolgimento intrinseco della forza e
della velocit, che sono le qualit condizionali maggiormente utilizzate dal portiere. Forza e velocit sono strettamente
correlate tra loro e soprattutto la seconda purtroppo poco allenabile, dipendendo tantissimo da fattori ereditari.
La forza viene classificata a seconda degli autori in diversi modi, che comunque sono tutti riconducibili alla velocit con
cui si riesce ad esprimere un gesto atletico a seconda che latleta sia fermo (esplosiva) o in movimento (elastica).
Si parla sempre e comunque di forza espressa dagli arti inferiori. Per quelli superiori invece importante la velocit.
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A causa della variet di interventi che il portiere esegue, e che richiedono doti acrobatiche e di agilit estrema, la
flessibilit unulteriore qualit che il portiere deve avere e deve curare con esercitazioni di mobilit dinamica e statica
(stretching).
La resistenza invece una qualit che il portiere non dovrebbe mai allenare in quanto, come visto precedentemente,
durante la partita non verr mai chiamato ad eseguire un numero di parate consecutive tali da arrivare ad una soglia di
stanchezza. Questa soglia pu essere pi facilmente riconducibile ad un fattore psicologico, che viene facilmente
superato con la continuit di prestazione. Infatti durante la gara il portiere spende tantissimo a livello attentivo,
organizzando la fase difensiva, leggendo le situazioni che si possono creare, e mantenendo per tantissimo tempo la
postura corretta a seconda dello sviluppo dellazione. In questo ultimo caso i muscoli passano parecchio tempo in
isometria, sia statica che dinamica. Anche se pu sembrare scorretto parlare di isometria dinamica, si pensi a quanto
tempo il N.1, mantenendo la postura, si sposta sullasse orizzontale del fronte della porta.
Per questo ritengo che la sua stanchezza a fine gara dovuta pi a fattori di legati alla fase di anticipazione piuttosto che
a quelli connessi alla fase di intervento vero e proprio (che molto spesso non superano i 2-3 minuti complessivi in tutto
larco della gara).

PSICOLOGICHE

Nella prestazione del portiere la componente psicologica estremamente importante. Il sentire la fiducia dei compagni,
dellallenatore e dellambiente esterno, sommato poi a tutta una serie di fattori personali, permettono al N.1 di essere
sempre concentrato sia in allenamento che in partita, rendendolo pi attento e pronto ad interpretare ogni situazione di
gioco.
Le caratteristiche del ruolo del portiere sono:

E lultimo baluardo a difesa della porta e staziona a poca distanza da essa con la conseguenza che in caso di errore
ha pochissime possibilit di rimediare
I tempi di esecuzione degli interventi hanno una durata ridottissima
La maggior parte degli interventi che esegue sono spesso imprevedibili ed hanno comunque una frequenza inferiore
a quella degli altri compagni di squadra
Il poter utilizzare le mani, avere una maglia con un colore diverso, limpartire ordini ai compagni lo rendono
protagonista differenziandolo da tutti gli altri compagni.

Questo evidenzia quanto importante sia la TESTA , cio la capacit di essere sempre concentrati in ogni attimo della
gara, avendo una continuit di attenzione e rendimento che infonde sicurezza a tutti i compagni. Ritengo che questa
qualit sia allenabile richiedendo durante le sedute di allenamento la massima attenzione e concentrazione ed
esigendo sempre lesecuzione delle esercitazioni, sia tecniche che situazionali specifiche o con la squadra, come se
fossero attimi di gara.
Inoltre la tranquillit e la serenit della sfera personale influisce in maniera importantissima
anche sul rendimento in campo. Spesso nei pi giovani si notano sbalzi umorali che
compromettono il rendimento durante lallenamento o la gara. Il preparatore deve entrare in
estrema sintonia con i propri portieri, cercando di ascoltarli per comprendere al meglio quelle
che sono le loro esigenze, il loro stile di vita e la loro situazione personale. Questo gli
permetter di comprendere e spesso anche anticipare comportamenti, cali di attenzione e
rendimento legati a fattori psicologici.
Come accennato precedentemente, il preparatore che stato portiere pu comprendere al meglio
gli stati danimo del suo allievo in tantissime e svariate situazioni: prima della gara importante,
dopo un errore, dopo una prestazione esaltante, cercando di aiutarlo a trovare il giusto equilibrio
psicologico che gli permetta di fornire, durante la stagione, un rendimento continuo riducendo al
minimo gli errori
Fondamentale diventa evitare sin dalla giovane et la paura di sbagliare, aiutando il giovane a vivere la gara come un
momento di puro divertimento e applicazione degli apprendimenti.
Gli errori commessi durante la gara, devono essere discussi nel primo allenamento successivo abituando il portiere ad
analizzare la prestazione con una serena critica sincera e costruttiva.
Dote estremamente importante lautostima, che non deve mai essere esternata, lo deve far sentire il miglior portiere
del momento ma che deve apprendere ancora tantissimo.
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Deve essere un leader in campo, quello che ordina deve essere eseguito, deve ottenere rispetto e ascolto dai compagni in
ogni situazione.


CONCLUSIONI

Ritengo infine che il preparatore dei portieri debba programmare il proprio lavoro in base allet e alla categoria dei
soggetti con cui si trova a lavorare, tenendo conto della situazioni psicologiche e fisiche che nellarco della stagione si
presenteranno di volta in volta.
Non deve avere paura di variare, talvolta anche in corsa, il proprio programma per le mutate esigenze e situazioni. Deve
sapersi confrontare sempre con i propri allievi prima di ogni allenamento, assicurandosi delle loro condizioni fisiche e
psicologiche cos poter aver il giusto ritorno del lavoro programmato.
La seduta deve avere come obiettivo la prestazione; deve essere un lavoro di qualit in grado di curare ogni minimo
particolare della gestualit, senza per impedire soluzioni personali nel caso in cui si dimostrino efficaci.



BIBLIOGRAFIA
- CLAUDIO FILIPPI: Lconosciamoli meglio Il Nuovo Calcio - ed. Correre
- ATTILIO DE MARIA: Portiere No Problem - ed. Nuova Prhomos
- ARTURO HOTZ: Lapprendimento qualitativo dei movimenti Ed.SSS Roma
- J.WEINECK: La prestazione fisica ottimale del calciatore Ed.Calzetti e Mariucci

Come ot t imizzare le esercit azioni
per favorire lapprendiment o
dellat let a.
A curadel Prof. Fausto Garcea
Docente di Calcio per la materia Teoria, tecnica e didattica degli Sport di
squadra presso luniversit di Scienze Motorie di Firenze.
Istruttore nel Settore Giovanile del PISA CALCIO.
Limportanza della struttura dellesercitazionenel processodi
apprendimentomotorioetecnico.
Il calcio uno sport di situazione:
questo il concetto base da cui si parte nella programmazione di una qualsiasi esercitazione sul campo.
Cercando di trasportare i principi generali delle teorie sullapprendimento motorio al nostro manto erboso, proviamo ad
analizzare quelle che sono le esercitazioni, il loro impiego e, soprattutto, come possono incidere sullapprendimento
motorio e tecnico.

Esercit azioni per blocchi

Spesso accade, in apparenza stranamente, che dopo mesi di allenamenti ci accorgiamo che i nostri giocatorini, mentre
al di fuori della gara, quando vengono proposte abilit tecniche varie, rispondono in maniera adeguata, in situazione di
gara non fanno altrettanto, dimenticando quasi ci che hanno appreso e mostrando risposte motorie e tecniche non
appropriate.
Magari lo stesso gesto, ad esempio lo stop di petto, viene ripetuto per decine di volte in una seduta dallenamento fino ad
eseguirlo abilmente, per poi passare allo stop di coscia e ripetere questo con altrettante ripetizioni e successo, ma poi in
una partitella 7 contro 7 in una situazione che poteva prevedere luno o laltro stop, questi vengono ignorati dallallievo o
eseguiti non abilmente.
Quante volte abbiamo detto: cavolo, per in allenamento lo fa bene!?!
E indubbio che un ruolo importante nella strutturazione delle proposte educative venga svolto non solo dal tempo
impiegato ma anche dalla qualit della seduta.
Le ripetizioni delle abilit motorie e tecniche possono essere strutturate in molti modi.
Lesempio fatto sopra quello dellesercitazione per blocchi, cio una sequenza di esercizi in cui si ripete pi volte lo
stesso compito.
Nelle scuole calcio, una metodologia molto utilizzata: ad esempio, listruttore lancia la palla e lallievo esegue uno stop
di petto (listruttore e lallievo ripetono la stessa cosa molte volte), oppure un giocatore alza la palla scavando con un
movimento del piede dal basso verso lalto per poi farla ricadere a terra, aspetta che la palla sia ferma per eseguire
nuovamente il gesto e cos via per un determinato periodo di tempo.
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La convinzione che sia utile il concentrare la propria attenzione ed i propri sforzi solo su un compito per poi passare ad
un altro successivo solo quando il primo sia stato analizzato, corretto, perfezionato, cio, assimilato.

Esercit azioni randomizzat e

Differente approccio metodologico persegue chi, al contrario, preferisce le esercitazioni randomizzate, quelle sequenze di
esercizi nelle quali si eseguono una variet di compiti diversi senza un ordine particolare, anzi lordine viene essere
sempre mutato (casuale, random appunto), evitando o riducendo al minimo le ripetizioni consecutive di ogni compito.
Molte ricerche hanno avvalorato la tesi di Shea e Morgan (1979), i quali, per primi hanno sostenuto che lapprendimento
con esercitazioni randomizzate notevolmente superiore a quello con esercitazioni per blocchi.
O meglio, questi studiosi hanno asserito che, malgrado la prestazione degli individui che si stanno esercitando in modo
randomizzato sia, durante lattivit in questione, qualitativamente inferiore alla prestazione degli individui impegnati in
esercitazioni per blocchi, quando poi gli stessi soggetti sono chiamati allesecuzione degli stessi movimenti in situazioni
successive e diverse (gara), avviene lesatto contrario.

Interferenza contestuale

Questa conclusione, che ha chiaramente messo in crisi una delle certezze degli allenatori negli ultimi anni, quella che si
chiama leffetto dellinterferenza contestuale: una performance iniziale pi scarsa durante lesercitazione (in questo caso
quella randomizzata) conduce a un apprendimento finale migliore.
Perch?
Due ipotesi: la prima, definita dellelaborazione.
Sinteticamente, si presuppone che durante le esercitazioni randomizzate i nostri giocatorini percepiscano le caratteristiche
individuali dei singoli compiti, con una pi significativa memorizzazione a lungo termine.
Il ricordo del gesto eseguito pi duraturo e pi facilmente estrapolabile dal proprio bagaglio nel momento in cui si
ripresenta loccasione: ad esempio se facciamo esercitare al tiro in porta, dopo controllo, difesa della palla e/o dribbling,
in diverse situazioni, perci con ordine dei gesti casuale, il tutto verr riprodotto in gara con pi facilit.
Al contrario, lattivit svolta per blocchi porta a evitare di effettuare confronti, permettendo allindividuo di eseguire i
compiti, automaticamente, in maniera separata luno dallaltra, e perci quando le situazioni sono poco conosciute, i gesti
gi sperimentati riaffiorano alla memoria con pi difficolt.
La seconda ipotesi quella definita della dimenticanza.
Secondo Lee e Margill (1985), i nostri allievi, a cui abbiamo deciso di proporre la forma randomizzata, passano da un
primo compito ad un successivo secondo compito in maniera rapida, inconscia, e quando devono svolgere il secondo, si
dimenticano quello precedente.
In seguito, nel momento in cui devono casualmente (random) tornare al primo compito, sono costretti a ripartire da zero,
ricostruendo il cosiddetto piano dazione.
Dato che i nostri giocatorini si trovano nellesigenza di dovere produrre in continuazione piani dazione adeguati a gesti
tecnici e movimenti sempre differenti, ecco che la performance risulta inizialmente scarsa, ma significatamente pi
appropriata alla situazione quando si tratter di rieseguire quel compito in momenti (durante la gara) successivi.

Abilit e cont est o t arget

Detto questo, introduciamo due concetti chiave da tenere ben presenti nello strutturare le nostre esercitazioni: labilit
target ed il contesto target.
L abilit target lobiettivo specifico che vogliamo raggiungere alla fine del nostro piccolo progetto educativo, sia esso
unesercitazione singola o un insieme di pi esercitazioni, ad esempio il tiro in porta con il dorso del piede meno abile.
Il contesto target rappresenta, appunto, lambiente in cui lindividuo deve essere capace di eseguire labilit in questione,
contesto che pu essere riferito alla gara in toto, ma anche ad una situazione particolare come un colpo di testa su calcio
dangolo a favore, battuto in maniera organizzata.
Concetti basilari in unottica di specificit dellapprendimento, poich le esperienze di esercitazione pi proficue sono
quelle attuate in condizioni il pi possibile ricalcanti le condizioni proprie dellabilit target che si vuole fare apprendere
e in contesti simili a quello target in cui si presuppone di applicare la stessa abilit.
In altre parole, bisogna, il pi possibile, cercare di ricreare situazioni simili a quelle della partita, prendendo in
considerazione la presenza o meno di avversari, compagni ed altro.
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Questo, ovviamente, avviene meno nelle esercitazioni per blocchi, dove non c variet di proposta e dove i modelli
ambientali sono fissi e prevedibili, mentre quelle randomizzate, per propria essenza strutturale, rispondono maggiormente
alle esigenze di cui sopra.

Esercit azioni cost ant i e variat e

Se, oltre ai compiti, prendiamo in considerazione altre varianti di una stessa abilit motoria, possiamo scegliere tra le
esercitazioni costanti le esercitazioni variate.
Queste ultime, a mio avviso, sono le pi proficue, anche con i pi giovani, in quanto il proporre, ad esempio,
unesercitazione di tipo variato in cui si deve dosare la forza nel passaggio al compagno a seconda della distanza, della
traiettoria da imprimere alla palla, della direzione di corsa del compagno, perci passaggi corti, medi o lunghi (lanci),
prepara molto di pi di una esercitazione costante, in cui labilit-target mantiene sempre le medesime varianti.
Evviva le sedute di allenamento varie, fantasiose, dove il target, lobiettivo specifico, non deve mai essere perso di vista,
ma perseguito tramite esercitazioni mai monotematiche, in cui le risposte del giocatorino siano necessariamente open
skill, abilit aperte, eseguite in ambienti dinamici, imprevedibili, e non closed skill, abilit chiuse, senza possibilit di
adattamento.
Senza dimenticare che la motivazione, come suol dirsi, non acqua.
Un individuo o un gruppo motivato apprende, un giocatore o un gruppo non motivato si annoia, non apprende e finisce
per dimenticare ci che aveva appreso: esercitazioni che non danno spazio alla fantasia ed al divertimento di esplorare,
sperimentare e ragionare sono demotivanti, quindi negative.

Conclusioni

Per concludere, faccio mio un concetto espresso da Bernsthein, fisiologo russo che, in quanto a studi sullapprendimento
non ha certo bisogno di presentazioni: Il processo di esercitazione diretto ad acquisire nuove abilit motorie, consiste nel
cercare e trovare gradualmente le soluzioni motorie ottimali per i problemi appropriati.
Perci, lesercitazione non consiste nellapplicare ripetutamente gli stessi modi di risolvere un dato problema motorio,
ma nel risolvere questo problema pi e pi volte.
Quindi, le esercitazioni per blocchi possono essere utili allinizio di un programma di apprendimento, motorio, tecnico o
tattico che sia, per soggetti meno esperti e abili (i primi esempi che mi vengono in mente sono gli approcci dei
piccolissimi delle scuole calcio o quando si propone una particolare situazione tattica ad un gruppo di giocatorini
delle fasce di et pi alte).
Mentre le esercitazioni randomizzate e variate, come gi detto, sono senzaltro pi idonee a gruppi di giocatori pi esperti
e, se istruiti bene, pi abili.
Comunque, le esercitazioni per blocchi e costanti non sono certamente da abbandonare: in fase di riscaldamento, in
particolari situazioni ambientali e/o psicologiche del giocatore o del gruppo, un ripasso dei gesti tecnici fondamentali
con esercizi dai compiti semplici e prestabiliti non pu che fare del bene.
Limportante, come al solito, la giusta miscela di tutto ci che si pu proporre, miscela che scaturisce esclusivamente
dalla competenza di chi propone.


Il programma didat t ico per
insegnare ai giovanissimi il t iro in
port a.
A curadi EMANUELE AQUILANI
Leesercitazioni per il tiro in porta, da proporrenel settoregiovanile.

LA TECNICA CALCISTICA

Il concetto di tecnica sportiva, sta a significare un procedimento, od un insieme di procedimenti motori ampiamente
automatizzati attraverso lesercizio, che permettono di praticare il pi razionalmente ed economicamente possibile un
determinato sport. La tecnica calcistica viene suddivisa in TECNICA FONDAMENTALE che riguarda il contatto
uomo palla, ed in TECNICA APPLICATA che prende in considerazione tutti quegli accorgimenti per mezzo dei
quali la tecnica fondamentale possa esprimersi nella forma pi redditizia in relazione allo sviluppo del gioco.

I FONDAMENTALI

Si intende lo studio vero e proprio del contatto uomo palla, a prescindere da qualsiasi fase dello sviluppo del gioco.
Per il perfezionamento del calciatore la tecnica applicata che possiede una sostanziale validit. La TECNICA
FONDAMENTALE la base del calcio, inutile se fine a se stessa, indispensabile per lo sviluppo ed il perfezionamento
di una buona tecnica applicata. Quello che andiamo ad analizzare :


CALCIARE IL PALLONE

Fondamentale del gioco del calcio che definisce la superficie anatomica dimpatto contro la palla. Il calcio dato al
pallone il gesto tecnico pi frequente ed importante, vero e proprio elemento base del gioco del calcio. Le parti del
piede che vengono usate per calciare sono:

linterno del piede (piatto):
si usa per calci che richiedono la massima precisione.
Rincorsa rettilinea rispetto alla direzione del pallone.
Piede di appoggio in linea con il pallone con la punta rivolta verso lobiettivo.
Piede calciante rivolto in fuori ad angolo retto rispetto al piede di appoggio.
La gamba calciante dopo aver colpito la palla prosegue la sua oscillazione in avanti accompagnando il pallone;
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linterno collo del piede:
adatto per passaggi corti, passaggi lunghi, trasversali ed in profondit, per palloni con effetto, per tiri in porta, ect.
Rincorsa obliqua rispetto alla direzione del pallone.
Piede calciante con la punta rivolta verso lesterno della palla.
Prosecuzione delloscillazione della gamba dopo il calcio.

lesterno collo del piede:
adatto per passaggi di media lunghezza con parabola ad effetto.
Rincorsa rettilinea corrispondente alla direzione del tiro, obliqua se si vuole calciare ad effetto.
Piede di appoggio in linea con il pallone a circa 35 centimetri dalla palla in modo da non ostacolare loscillazione
del piede calciante.
La punta del piede deve essere rivolta verso linterno, limpatto con la palla avviene sul margine esterno
dellallacciatura della scarpa.

il collo pieno del piede:
usato per calci lunghi o per tiri potenti.
Rincorsa rettilinea rispetto alla direzione di movimento della palla.
Piede di appoggio in linea con il pallone e molto vicino ad esso.
Piede calciante in massima distensione con la punta che sfiora il terreno.
Caviglia tesa e rigida al momento dellimpatto con la palla.
Il ginocchio della gamba calciante copre il pallone.
La gamba calciante prosegue loscillazione dopo il calcio.


Lanalisi del gesto tecnico non potr basarsi solo sulla superficie di impatto del piede ma dovr prendere in esame
elementi fondamentali per una efficace esecuzione quali:

avvicinamento alla traiettoria della palla (rincorsa): bisogner porre lattenzione ai passi di avvicinamento, al
pallone se fermo oppure in movimento e quindi alla sua traiettoria di arrivo e alla direzione di arrivo;
preparazione allimpatto contro la palla e posizionamento del piede dappoggio (equilibrio, concetto del
mirino): dovr far riferimento alla superficie dimpatto ed al punto di impatto oltre alla posizione del corpo e del capo
che determiner la direzione di uscita che potr essere frontale, verticale, laterale, diagonale e la sua traiettoria, tesa,
parabola, redenteect;
contatto piede palla (caricamento): bisogner curare il piede di appoggio e la distanza della palla che si
modificano a seconda dellobiettivo da raggiungere, oltre a valutare loscillazione posteriore dellarto calciante e la
rotazione del busto e dellanca dipendenti dalla tipologia del calcio;
fase della compensazione del ritorno in equilibrio con azione tattica successiva: si valuter il movimento
conclusivo dellarto calciante e il movimento del corpo che potr essere di corsa per il calcio di precisione oppure un
salto nel calcio di potenza.

Sotto laspetto tattico i calci possono essere suddivisi in: passaggi tiri in porta tiri liberatori deviazioniIn
questo articolo noi ci occuperemo del tiro in porta.


IL TIRO IN PORTA

E latto conclusivo di una azione offensiva, il momento pi esaltante del gioco. In considerazione del suo particolare
obiettivo, il gol, il tiro in porta deve avere due requisiti essenziali:

la precisione quando la distanza dalla porta poca il pallone deve essere indirizzato verso la stessa con precisione;
la potenza quando la distanza dalla porta notevole il pallone deve essere indirizzato verso la stessa con il massimo
della potenza.

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Ogni combinazione tattica, ogni elemento tecnico sarebbe inconcludente se alla fine del tutto non si arrivasse al tiro in
porta, condizione necessaria per ottenere il successo. Il tiro che viene scagliato verso la porta deve essere,
preferibilmente, radente al suolo e verso il palo pi lontano per creare difficolt al portiere nelleffettuare la parata. Pei
i portieri sono molto insidiosi anche i tiri al volo, che sono imprevedibili, perch avvengono senza prima aver
controllato il pallone. Il tiro in porta pur dovendo rispondere alle regole riguardanti il modo di calciare la palla, presenta
caratteristiche particolari. Il movimento preparatorio deve essere pi rapido e meno ampio di un calcio normale,
ovviamente per sorprendere il portiere e sarebbe pi efficace se abbinato ad una finta.
Realizzare una rete rappresenta il sogno di ogni bambino e quindi calciare in porta non dovr mai mancare negli
allenamenti. Fin dalle prime esperienze con il pallone bisogner proporre tale gesto affinch si dia libero sfogo
allimmaginazione ed allo stesso tempo si comincer a creare una mentalit offensiva finalizzata a realizzare una rete in
pi dellavversario rendendo entusiasmante lallenamento. Le motivazioni dei ragazzi verranno canalizzate e sfruttate
come rinforzo alle esercitazioni.


ESERCITAZIONI

Lobiettivo dominante di questo contributo il TIRO IN PORTA (tecnica applicata), ovviamente abbiamo il
coinvolgimento di diversi obiettivi secondari che sono per la tecnica di base il calciare; per le capacit coordinative
lequilibrio, la percezione del tempo e dello spazio; gli schemi motori di base coinvolti sono il colpire e il saltare; per
ultimo la tattica di squadra dove abbiamo la conquista di spazio e il possesso di palla finalizzato al tiro.

ESERCITAZIONI:

Esercizio n. 1: 5 vs 3 allinterno di un quadrato vi
sono posti dei coni (4) difesi da tre giocatori;
allesterno della figura cinque attaccanti fanno
possesso palla con il compito di colpire i coni
allinterno del quadrato (possesso palla finalizzato al
tiro di precisione).












Esercizio n. 2: in una met campo si dispongono
cinque coni, due squadre si affrontano 5 vs 5 con
lobiettivo di colpire i coni. Se il cono viene toccato
vale un punto, se viene abbattuto dalla palla vale due
punti (possesso palla finalizzato al tiro di precisione).










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Esercizio n. 3: partita bowling. Lobiettivo ab-
battere dei coni posti sulla linea di porta (possesso
palla finalizzato al tiro di precisione)
















Esercizio n. 4: 1 vs 1 + portiere al fine di creare una
situazione di gara per andare al tiro in porta.
















Esercizio n. 5: 1 vs 1 per il tiro in porta. I giocatori
partono dalla linea di fondo e dopo aver effettuato ,lo
slalom tra i birilli cercano di conquistare la palla.
Colui che giunge per primo sulla sfera diventa
attaccante ed ha come obiettivo il tiro in rete. Il
giocatore che giunge in ritardo ha il compito di
difendere.












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Esercizio n. 6: 1 vs 1 lattaccante deve guidare
velocemente la palla allinterno di un corridoio prima
di calciare in porta eludendo lazione del difensore
che parte da dietro.














Esercizio n. 7: 2 vs 2 gara a tempo dove le coppie
devono fare sia i difensori che gli attaccanti.
Obiettivo la ricerca del tiro dopo un uno-due.















Esercizio n. 8: Allinterno dellarea di rigore si deve
dare vita ad un 2 vs 2. Ogni coppia deve difendere
una porta mentre alcuni giocatori da fuori area
effettuano dei cross verso i loro compagni che hanno
lobiettivo di calciare la palla al volo.














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Esercizio n. 9: 3 vs 1 finalizzato al tiro i n porta.
Viene delimitato un corridoio in cui dovranno
avanzare due o tre attaccanti, contrastati da un
difensore, con lobiettivo di fare gol nel minor tempo
possibile.





















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LA FORMAZIONE DEL CALCIATORE di Gianni Leali Societ Stampa Sportiva
CALCIO TECNICA E TATTICA di Gianni Leali - Societ Stampa Sportiva
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