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Universit`a degli Studi di Ancona

Corso di Laurea in SS.FF.NN.


Corso di MATEMATICA (A.A. 2002/2003)
Docente: Prof. Piero MONTECCHIARI
Appunti di
ANALISI
Scritti dal tutore Dario GENOVESE
1
Prefazione
Per poter leggere i seguenti appunti lo studente deve aver ben chiaro il concetto di nu-
mero reale e di funzione reale di variabile reale (funzione da R in R ). Deve conscere
inoltre com`e strutturato linsieme dei numeri reali. Le parti di testo scritte in carattere
piccolo si riferiscono a spiegazioni e potranno non essere scritte in linguaggio matemati-
co formale. Servono solo a render chiaro quello che il simbolismo matematico pu`o far
sembrare pi` u complicato di quello che `e in realt`a. Un consiglio: poich`e questi appunti
sono molto sintetici per poterli capire a fondo `e necessario soermarsi e ragionare su
ogni passaggio. Come in qualsiasi altro testo di matematica `e necessario capire ogni
singolo passaggio per aver ben chiaro il senso di un intero ragionamento.
LIMITI
Denizioni di limite
Sia A R e sia f(x) una funzione da A in R. Sia inoltre c punto di accumulazione per
A. Sotto queste ipotesi si possono dare le seguenti denizioni:
1)Limite nito per x che tende ad un valore nito:
Si dice che l `e il limite per f(x) che tende a c di f(x) se, per ogni positivo, esiste
tale che, per ogni x A con 0 < |x c| < , si abbia |f(x) l| < . In simboli:
lim
xc
f(x) = l >0 t.c., xA t.c. 0 < |x c| < , |f(x) l| <
In pratica quando andiamo a calcolare un limite non siamo interessati a quello che succede alla funzione
f nel punto c. Anzi in tale punto la funzione potrebbe anche non essere denita, ci basta che c sia
punto di accumulazione per il dominio di f, ovvero che vicino a c la funzione esista. Ed `e proprio il
comportamento della funzione vicino a c quello che ci interessa. La denizione di limite pu`o essere
interpretata come tanto pi` u mi avvicino a c senza raggiungerlo, tanto pi` u la f si avvicina a l (senza
necessariamente raggiungerlo), ma non `e necessario che sia f(c) = l.
Nella denizione di limite si possono sostituire i valori c ed l con i simboli o ,
purch`e il dominio di f non sia limitato superiormente (o inferiormente a seconda dei
casi). Il simbolo pu`o indicare uno dei due senza un riferimento specico. Nelle
seguenti denizioni `e stato adottato il simbolo +, in quanto luso degli altri due porta
a denizioni analoghe.
2) Limite nito per x che tende ad un valore innito:
Si dice che l `e il limite per x che tende a + di f(x) se, per ogni positivo, esiste un
2
M tale che, per ogni x A con x > N, si abbia |f(x) l| < . In simboli:
lim
x+
f(x) = l >0 N t.c., xA t.c. |x| > M, |f(x) l| <
Con questo si intende dire che per quanto si possa scegliere piccolo, da un certo punto in poi (x > N)
la funzione si discosta da l non pi` u di
3)Limite innito per x che tende ad un valore nito:
Si dice che + `e il limite per x che tende a c di f(x) se, per ogni M, esiste un tale
che, per ogni x A con 0 < |x c| < , si abbia f(x) > M. In simboli:
lim
xc
f(x) = + M t.c., xA t.c. 0 < |x c| < , f(x) > M
Linterpretazione che si pu`o dare `e tanto pi` u mi avvicino a c tanto pi` u f(x) diventa grande
4)Limite innito per x che tende ad un valore innito:
Si dice che + `e il limite per x che tende a + di f(x) se, per ogni M, esiste un N
tale che, per ogni x A con x > N si abbia f(x) > M.In simboli:
lim
x+
f(x) = + M N t.c., xA t.c. x > N, f(x) > M
Questo signica che, comunque io scelga M, da un certo punto N (dipendente da M) in poi, f(x)
sar`a sempre pi` u grande di M.
Si pu`o anche denire il limite destro o sinistro se, invece di considerare un intorno
completo di c, si considera un intorno destro o sinistro. Si da a titolo di esempio la
seguente denizione (si osservi la dierenza con la prima denizione di limite):
lim
xc

f(x) = l >0 t.c., xA t.c. < xc < 0, |f(x)l| <


Limiti fondamentali
Si pu`o dimostrare che:
lim
x0
sin x
x
= 1
lim
x+
_
1 +
1
x
_
x
= e = 2, 7182818...
lim
x0
log
a
(x + 1)
x
= 1/ ln a
3
lim
x0
a
x
1
x
= ln a
Teoremi sui limiti
1)Teorema del confronto:
Se f(x) < g(x) < h(x) x, allora lim
xc
f(x) lim
xc
g(x) lim
xc
h(x), purch`e
questi tre limiti esistano.
Si noti che nella condizione c`e il simbolo <, mentre nella conseguenza c`e . Questo
teorema ha come caso particolare il teorema dei due carabinieri: se `e anche vero che
lim
xc
f(x) = lim
xc
h(x) = l, allora lim
xc
g(x) = l.
2)Teorema di unicit`a:
Se esiste lim
xc
f(x), tale limite `e unico.
3)Teorema della somma: (Il limite della somma `e uguale alla somma dei limiti)
Se lim
xc
f(x) = l
1
e lim
xc
g(x) = l
2
, allora lim
xc
(f(x) + g(x)) = l
1
+ l
2
4)Teorema del prodotto: (Il limite del prodotto `e uguale al prodotto dei limiti)
Se lim
xc
f(x) = l
1
e lim
xc
g(x) = l
2
, allora lim
xc
(f(x) g(x)) = l
1
l
2
.
5)Teorema del cambiamento di variabile
Se lim
xc
g(x) = l
1
e lim
xl
1
f(x) = l
2
, allora lim
xc
f(g(x)) = l
2
Uso del simbolo
I precedenti teoremi possono essere utilizzati, oltre che che con i normali numeri reali,
anche con i simboli o . Occorre per`o tenere presente che `e un simbolo, non
un numero. Se lo si vuole usare come numero e operare su di esso si deve procedere con
molta cautela. Luso di nelle varie operazioni pu`o essere suddiviso in due categorie,
delle quali si riportano alcuni esempi (a indica un numero reale).
1)Forme determinate:
a += + ;
a = ;
a = (se a = 0);
a
0
= (se a = 0);
a

= 0 ;
a
+
= + (se a > 1) a
+
= 0 (se 0 < a < 1) ;
4
ln += + ;
2)Forme indeterminate:
+ ;
1

;
0 ;
0
0
;

0
;
0
0
;
Nel caso che il limite si presenti in una delle forme di tipo 2, occorrer`a un indagine
pi` u approfondita per dimostrarne lesistenza e quindi calcolarlo.
Esercizi ed esempi
1)Vericare, sfruttando direttamente la denizione, che
lim
x2
1
(x 2)
2
= +
Occorre dimostrare che, comunque venga scelto M, esiste un t.c., per ogni x t.c.
0 < |x 2| < , si abbia f(x) > M. Risolvendo questultima disequazione si ottiene
1
(x 2)
2
> M,
cio`e
0 < |x 2| <
_
1
M
A questo punto basta scegliere =
_
1
M
, ed abbiamo cos` vericao la condizione di
limite.
2)Calcolare
lim
x
_
1 +
1
x
_
x
Operando un cambiamento di variabile (x) x si trasforma il limite dato in
lim
x+
_
1
1
x
_
x
=
5
= lim
x+
_
1
1
1
x
_
x
= lim
x+
_
x
x 1
_
x
= lim
x+
_
1 +
1
x 1
_
x1

_
1 +
1
x 1
_
Operando un nuovo cambiamento di variabili (x 1) x si ottiene
lim
x+
_
1 +
1
x
_
x
lim
x+
_
1 +
1
x
_
= e 1 = e
Si pu`o quindi dire che lim
x
_
1 +
1
x
_
x
= e senza distinzione di segno.
3)Calcolare
lim
x+

x
2
+ 3x + 1 x
Il limite si presenta nella forma indeterminata +. Si pu`o trasformare in
lim
x+
(

x
2
+ 3x + 1 x) (

x
2
+ 3x + 1 + x)

x
2
+ 3x + 1 + x
=
= lim
x+
x
2
+ 3x + 1 x
2
x
_
1 +
3
x
+
1
x
2
+ x
= lim
x+
3x (1 +
1
3x
)
x
__
1 +
3
x
+
1
x
2
+ 1
_ =
3
2
4)Calcolare
lim
x2
e
x
3
8
1
sin(2x 4)
Si trasforma il limite in
lim
x2
e
x
3
8
1
x
3
8
(x
3
8)
1
sin(2x4)
2x4
(2x 4)
=
lim
x2
e
x
3
8
1
x
3
8
lim
x2
sin(2x 4)
2x 4
lim
x2
x
3
8
2x 4
Si operano due cambiamenti di variabile: al numeratore del primo fattore (x
3
8) x,
al denominatore (2x 4) x, mentre nel secondo fattore si scompone (x
3
8) in
(x 2)(x
2
+ 2x + 4) ottenendo
lim
x0
e
x
1
x
lim
x0
sin x
x
lim
x2
x
2
+ 2x + 4
2
= 6
6
5)Calcolare
lim
x+

2x
2
+ 3

2x
Si pu`o trasformare in
lim
x+
_
2x
2
+ 3

2x
_ _
2x
2
+ 3 +

2x
_

2x
2
+ 3 +

2x
= lim
x+
3

2x
2
+ 3 +

2x
= 0
6)Calcolare
lim
x
3

x
3
+ 3x
2
+ 10

2x
2
+ 5x + 7
Elevando alla sesta potenza la frazione si perviene a:
lim
x

(x
3
+ 3x
2
+ 10)
2
(2x
2
+ 5x + 7)
3
Eseguendo i calcoli allinterno della radice si ottiene un rapporto tra due polinomi dello
stesso grado (il sesto) e facendo tendere x allinnito tale rapporto tende al rapporto dei
coecenti relativi al grado massimo. Il limite vale quindi
6
_
1
2
3
=

2
2
.
Si osservi che `e stato posto un meno prima della radice perch`e il polinomio al numeratore era un
polinomio che per x tendente a tendeva ad un valore negativo (), ed elevandolo al quadrato
si sarebbe persa questa sua caratteristica. Bisogna infatti considerare che lestrazione di radice quadra-
ta non `e loperazione inversa dellelevamento al quadrato: basta considerare ad esempio che

x
2
= x
se x `e positivo o nullo, ma

x
2
= x nel caso x sia negativo.
7)Calcolare
lim
x0
(tan x) ln(2x + 1)
x
2
Per poter usufruire dei limiti notevoli si trasforma il limite in
lim
x0
sin x
x
2
ln(2x + 1)
2x

1
cos x
= 2
8)Calcolare i seguenti due limiti:
lim
x+
(ln x)
2
ln x
; lim
x+
ln(x
2
)
ln x
7
Il primo limite si trasforma subito in lim
x+
ln x = +, mentre il secondo sfruttando le
propriet`a dei logaritmi, si trasforma in lim
x+
2 ln x
ln x
= 2
9)Calcolare
lim
x4
+
(x 4)
(x
2
16)
Si trasforma il limite in lim
x4
+
e
(x+4)(x4) ln(x4)
= (e
8
)
lim
x4
+
(x4) ln(x4)
.
A questo punto per il calcolo di lim
x4
+
(x4) ln(x4) si opera un cambiamento di variabili
1
(x 4)
x e il limite allesponente diventa lim
x+
ln
1
x
x
= lim
x+
ln x
x
= 0.
Il limite dato vale quindi 1.
CONTINUITA
Una funzione f(x) da A in R si dice continua nel punto x
0
A se
lim
xx
0
f(x) = f(x
0
)
La funzione f(x) si dice continua se `e continua in ogni punto appartenente ai punti
di accumulazione di A. Se lim
xx
0
f(x) = f(x
0
) la funzione si dice discontinua in x
0
. Si
possono presentare tre specie di discontinuit` a:
1)Discontinuit` a di prima specie, se esistono niti lim
xx
+
0
f(x) e lim
xx

0
f(x) se questi due
limiti sono uguali la discontinuit`a si dice eliminabile.
2)Discontinuit` a di seconda specie, se almeno uno dei suddetti limiti `e innito.
3)Di terza specie altrimenti.
Se x
0
non appartiene ad A, ma `e un punto di accumulazione per A ha senso parlare
di lim
xx
0
f(x), ma non ha senso parlare di continuit`a della funzione in x
0
in quanto
non si pu`o confrontare il limite con qualcosa che non esiste. Si parla perci`o di punti di
singolarit`a e la classicazione `e la stessa dei punti di continuit` a (prima, seconda e terza
specie).
Teoremi
Se f e g sono continue allora lo sono anche:
f + g;
f g;
f
g
;
8
f g (f composto g);
f
g
;
DERIVABILITA
Sia f(x) da A in R, se esiste
lim
h0
f(x
0
+ h) f(x)
h
la funzione si dice derivabile in x
0
. f(x) si dice derivabile se `e derivabile in ogni punto
di accumulazione del suo dominio. La funzione
f

(x) = lim
h0
f(x + h) f(x)
h
dicesi funzione derivata di f(x). La si pu`o anche indicare con Df(x) o con
d
dx
f(x). Si
pu`o dimostrare che una funzione derivabile `e anche continua, ma non `e vero il contrario.
Inoltre se lim
xx
+
0
f

(x) = lim
xx

0
f

(x) ed f(x) `e continua in x


0
, allora esiste anche f

(x
0
)
ed `e uguale a questi due limiti.
Derivate fondamentali
d
dx
sin x = cos x
d
dx
cos x = sin x
d
dx
k = 0;
d
dx
x
k
= kx
k1
d
dx
e
x
= e
x
d
dx
ln x = x
1
d
dx
tan x =
1
cos
2
x
= 1 + tan
2
x
d
dx
cot x =
1
sin x
= (1 + cot
2
x)
9
d
dx
arcsin x =
1

1 x
2
d
dx
arccos x =
1

1 x
2
d
dx
arctan x =
1
1 + x
2
Formule di derivazione
1)
d
dx
(f + g) = f

+ g

2)
d
dx
(f g) = f

g + f g

2)
d
dx
(f
1
f
2
...f
n
) = f

1
f
2
f
3
...f
n
+ f
1
f

2
f
3
...f
n
+ ... + f
1
f
2
...f

n
In pratica per derivare il prodotto di pi` u funzioni si fa la somma delle derivate di ogni funzione ciascuna
moltiplicata per le altre funzioni.
3)
d
dx
f
g
=
f

g g

f
g
2
4)Sia (x) la funzione inversa di f(x), ovvero f((x)) = (f(x)) = x. Si ha

(x) =
1
f

((x))
5)
d
dx
f(g(x)) = f

(g(x)) g

(x)
5)
d
dx
f
1
(f
2
(f
3
(...(f
n
(x))...))) = f

1
(f
2
(...(f
n
(x))...)) f

2
(...(f
n
(x)...)) f

3
(...f
n
(x))... f

n
(x)
Questa formula un po complicata sar`a resa pi` u chiara in seguito con degli esempi.
Esercizi ed esempi
1)Calcolare la derivata di

x + sin e
x
1 + x
Sfruttando le formule 3 e 5 si ottiene
(
1
2

x
+ e
x
cos e
x
)(1 + x)

x sin e
x
(1 + x)
2
2)Calcolare derivata prima e seconda di
sin(x
2
+ x)
Applicando la 5 si ottiene la derivata prima
cos(x
2
+ x) (2x + 1)
10
La derivata seconda si ottiene dalla 5 e dalla 2:
sin(x
2
+ x)(2x + 1)(2x + 1) + cos(x
2
+ x) 2 = sin(x
2
+ x)(2x + 1)
2
+ 2 cos(x
2
+ x)
3)Calcolare la derivata della funzione
arccot(x),
funzione inversa di cot x =
cos x
sin x
.
Posto nella formula 4: (x) = arccot(x) , f(x) = cot x , f

(x) = (1 +cot
2
x) si ottiene

(x) =
1
(1 + cot
2
(arccot x))
Poich`e, per denizione di funzione inversa, cot(arccot x) = x, la derivata cercata `e

(x) =
1
1 + x
2
4)Calcolare la derivata di
x
ln x
Sfruttando le propriet`a delle potenze si trasforma preliminarmente la funzione data nella
funzione e
(ln x)
2
.
Poi si applica la formula 5 ponendo:
f
1
(x) = e
x
f

1
(x) = e
x
f
2
(x) = x
2
f

2
(x) = 2x
f
3
(x) = ln x f

3
(x) =
1
x
Si deve calcolare la derivata di f
1
(f
2
(f
3
(x))), che `e
e
(ln x)
2
2(ln x)
1
x
= x
lnx
2(ln x)
1
x
5)Calcolare la derivata di
(sin x) (e
x
) x
2
(ln x)
Applicando la 2 si ottiene la seguente funzione derivata:
[cos x] (e
x
) x
2
(ln x) + (sin x) [e
x
] x
2
(ln x) + (sin x) (e
x
) [2x] (ln x) + (sin x) (e
x
) (x
2
)
_
1
x
_
=
= (sin x + cos x)x
2
e
x
ln x + ((1 + 2 ln x) sin x)xe
x
Nel primo passaggio in ogni addendo `e stato messo tra parentesi quadre il fattore che `e stato derivato,
mentre gli altri sono rimasti uguali.
6)Calcolare per quali valori di a e b la funzione
f(x) =
_
a + b ln(1 + x
2
) se x > 0
e
ax
+ bx se x 0
11
`e derivabile.
I due rami della funzione (divisi nel punto x = 0) sono di per s`e continui e derivabili in
quanto composizione di funzioni continue e derivabili. Calcoliamone quindi la derivata:
f

(x) =
_
_
_
2bx
x
2
+ 1
se x > 0
ae
ax
+ b se x < 0
Si osservi che il simbolo si `e trasformato in <. Infatti se una funzione `e denita in pi` u rami (sia
in maniera esplicita come in questo caso, sia in maniera implicita come in presenza di un modulo)
nel punto di divisione non si pu`o dire a priori che la funzione `e derivabile. Per poter aermare che
la funzione `e derivabile bisogna calcolare i limiti destro e sinistro della funzione in tale punto (quello
sinistro ottenuto con la legge di sinistra, quello destro con la legge di destra) e assicurarsi che tali limiti
coincidano: ci`o garantisce la continuit`a. Inoltre, per poter dire che la funzione, oltre che continua,
`e anche derivabile, devono coincidere i limiti destro e sinistro (calcolati con lo stesso criterio) della
funzione derivata. Sono proprio queste due veriche che lesercizio ci chiede di fare.
Si ha:
lim
x0
+
a + b ln(1 + x
2
) = a
lim
x0

e
a
x + bx = 1
lim
x0+
2bx
x
2
+ 1
= 0
lim
x0

ae
ax
+ b = a + b
Si ha quindi il sistema:
_
a = 1
a + b = 0
Da cui a = 1 e b = 1.
7)Trovare la formula di derivazione per una funzione potenza generica del tipo
y = f(x)
g(x)
ed applicarla per calcolare la derivata della funzione (sin x)
cos x
Si pone y = e
g(x) lnf(x)
, da cui y

= e
g(x) ln f(x)

d
dx
(g(x) ln f(x)) =
= f(x)
g(x)
(g

(x) ln f(x) + g(x)


f

(x)
f(x)
)
Posto f(x) = sin x e g(x) = cos x si ottiene
d
dx
(sin x)
cos x
= (sin x)
cos x
_
(sin x) ln sin x +
cos
2
x
sin x
_
12
8)Calcolare la derivata di
_
sin(e
x
2
+1
)
Posto nella formula 5:
f
1
(x) =

x f

1
(x) =
1
2

x
f
2
(x) = sin x f

2
(x) = cos x
f
3
(x) = e
x
f

3
(x) = e
x
f
4
(x) = x
2
+ 1 f

4
(x) = 2x
Si ottiene che la derivata `e
1
2
_
sin(e
x
2
+1
)
cos(e
x
2
+1
) e
x
2
+1
2x
9)Discutere lequazione
x
1
x
= k
al variare del parametro k R e con x > 0.
Posto y = x
1
x
= e
ln x
x
studiamo cosa succede ai bordi del suo dominio:
lim
x0
+
y = e

= 0
lim
x+
y = e
0
= 1
La funzione ha quindi lasintoto orizzontale y = 1
Studiamo la funzione y

= x
1
x
_

ln x
x
2
+
1
x
2
_
=
=
x
1
x
x
2
(1 ln x)
Il fattore
x
1
x
x
2
`e sempre positivo, quindi la derivata sar`a positiva per ln x < 1, cio`e per
0 < x < e e negativa per x > e. La funzione sar`a quindi crescente per 0 < x < e e
decrescente per x > e. Nel punto x = e, che corrisponde a y = e
1
e
1.44... si ha quindi
un massimo.
Le soluzioni di x
1
x
= k sono quindi:
Nessuna per k 0;
Una per 0 < k 1;
Due per 1 < k < e
1
e
Una per k = e
1
e
Nessuna per k > e
1
e
13
Teorema di De LHopital
Il teorema di De LHopital pu`o essere usato per la determinazione di forme indetermi-
nate del tipo
0
0
o

Sotto opportune ipotesi (si veda un qualsiasi testo di teoria) si ha:


1)Se lim
xc
f(x)
g(x)
`e della forma
0
0
o

allora tale limite `e uguale a lim


xc
f

(x)
g

(x)
2)Se lim
x
f(x)
g(x)
`e della forma
0
0
o

allora tale limite `e uguale a lim


x
f

(x)
g

(x)
Il teorema pu`o essere usato anche per il calcolo di altre forme indeterminate, ricon-
ducendosi ad una delle due forme
0
0
o

:
1)f(x) g(x) = 0 ; in questo caso si trasforma direttamente il prodotto in quoziente,
ricordando che linverso di un innito `e un innitesimo, e viceversa. Ci si riconduce
quindi ad una delle suddette formule.
2)f(x)
g(x)
= 0
0
; in questo caso si trasforma la funzione in e
g(x) ln f(x)
e ci si riconduce ad
una forma del tipo 0 . In maniera analoga si risolvono le forme del tipo
0
e 1

.
3)f(x) g(x) =
f

g
; in questo caso si tenta prima di risolvere il limite scrit-
to in questa maniera:
g
_

g
1
_
. Il limite deve quindi essere uguale a se la
quantit` a tra parentesi non `e uguale a 0, altrimenti il limite `e della forma 0 descritta
nel punto 1).
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