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Fortunato Depero
Fortunato Depero
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Fortunato Depero (Fondo, 30 marzo 1892 Rovereto, 29
novembre 1960) stato un pittore, scultore e pubblicitario austriaco
naturalizzato italiano.
Indice
1 Biografia
1.1 Il viaggio Da Rovereto a Roma
1.2 Teatro d'avanguardia e Casa d'arte
1.3 Gli anni venti e la pubblicit
1.4 Da Rovereto a New York
1.5 Il Fascismo
1.6 Gli ultimi anni vissuti
2 Le Tecniche
3 Critiche e commenti riguardo a Depero
4 Note
5 Bibliografia
6 Voci correlate
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni
Biografia
Il viaggio Da Rovereto a Roma
Nato nel 1892 a Fondo
[1]
, nella Val di Non, ancora giovanissimo Depero si trasferisce a Rovereto (allepoca
entrambe le cittadine erano territorio dell'Impero austro-ungarico). Qui studia alla Scuola reale elisabettina, un
istituto darte frequentato da molti artisti che in seguito diventeranno protagonisti del panorama culturale italiano
del Novecento.
[2]
Per la citt di Rovereto sono anni difficili quelli, perch anche se sotto dominio austriaco, vi sono molti
movimenti irredentisti che ne vorrebbero lannessione allItalia. Nel 1908 tenta l'iscrizione allaccademia delle
belle arti di Vienna, ma viene respinto,
[2]
cos nel 1910 va a lavorare a Torino come decoratore allesposizione
internazionale. Al suo ritorno a Rovereto lavora da un marmista, occupandosi di lapidi funebri. Depero molto
attratto dalla scultura, che caratterizzer le sue opere future. In particolare questa sua passione per le arti
plastiche la si ritrover nella pittura, "prepotentemente" volumetrica e solidificata. Non solo, ma a tal proposito
forse opportuno ricordare che all'inizio Depero si presentava come scultore.
[2]
Alla libreria Giovannini espone due volte alcune sue opere, nel 1911 e nel 1913. Sempre nel 1913 pubblica il
suo primo libro, "Spezzature", un insieme di poesie e pensieri accompagnati da disegni. Nel dicembre del 1913
rimane colpito dalla mostra di Umberto Boccioni a Roma, dove conosce molti dei suoi idoli, tra cui Giacomo
Balla e Filippo Tommaso Marinetti.
[2]
Tramite il gallerista Sprovieri riesce a esporre, sempre a Roma,
all'"Esposizione Libera Futurista Internazionale" nella primavera del 1914,
[3]
dove si confronter con nomi
prestigiosi.
Cont rollo di aut orit VIAF: 14782093 (ht t p://viaf.org/viaf/14782093) LCCN: n82233163 (ht t p://id.loc.gov/aut horit ies/names/n82233163)
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In prima fila: Depero, Marinetti e
Cangiullo nei loro panciotti futuristi.
Fotografia scattata il 14 gennaio 1924,
in occasione della replica dello
spettacolo della Compagnia del Nuovo
Teatro Futurista a Torino.
In seguito torna in Trentino per allestire una mostra a Trento, ma gli
viene comunicato lo scoppio della Prima guerra mondiale, perci si
trasferisce a Roma.
[2]
Diventa allievo di Giacomo Balla e riesce a
entrare nella cerchia del primo gruppo futurista.
[2]
Nel 1915 assieme
a Balla scrive un manifesto divenuto poi fondamentale: "Ricostruzione
futurista dell'universo". Qui Balla e Depero si autoproclamano
astrattisti futuristi e inneggiano ad un universo gioioso, coloratissimo
e luminosissimo.
[4]
Da un lato l'adesione di Depero al Futurismo non fu incondizionata.
Ad esempio assunse fin dal principio una posizione critica nei
confronti della volont di Boccioni di "rifare la storia". Fu invece molto
pi vicino alle concezioni del suo maestro Balla, considerandolo il
pioniere di una ricerca approfondita sulla genesi e la struttura
funzionale della forma.
[5]
Tale ricerca verr poi portata avanti da
Depero in maniera molto discreta all'interno del gruppo futurista,
individuando e chiarendo analiticamente la relazione tra Futurismo e
altre correnti artistiche che non fossero (ovviamente) il Cubismo, in
particolare il Dadaismo di Marcel Duchamp.
[5]
Da un altro lato, paradossalmente, Depero fu pi Futurista degli stessi
Futuristi.
[2]
Convenzionalmente si tende a definire Depero come "un
pittore del secondo Futurismo". Il termine di "secondo Futurismo" fu
introdotto da Enrico Crispolti alla fine degli anni cinquanta: il "primo
Futurismo" era il "Futurismo eroico", ovvero il nucleo storico del 1909-1916, il secondo Futurismo era quello
successivo, ovvero quello di Depero. Lo spartiacque era rappresentato dalla data della morte durante la Prima
Guerra mondiale di Umberto Boccioni, di Antonio Sant'Elia e di Carlo Erba.
[2]
In verit, per, questa divisione
stata utilizzata da molti critici e storici dell'arte per una contrapposizione pi ideologica che non stilistica: al
primo futurismo appartenevano artisti di estrazione anarchica e socialista; al secondo futurismo appartenevano,
invece, artisti fascisti e filo-fascisti. Eppure, al di l di questo, vi stata anche un'effettiva differenza
nell'approccio al Futurismo rispetto a quanto professato nei propri manifesti: se il primo Futurismo si proponeva
di portare l'Arte nella vita, di fatto rimase chiuso dentro gallerie e musei (fatta eccezione per le "Serate
futuriste") e si limit ad esprimersi tramite arti regine quali la pittura e la scultura. Il secondo Futurismo, invece,
proprio a partire dalla "Ricostruzione futurista dell'universo" di Balla e Depero, entr veramente nella vita
quotidiana della gente, e lo fece grazie alla pubblicit, all'arredamento, agli allestimenti teatrali, alla moda,
all'architettura, all'arte postale, e via dicendo.
[2]
Sempre nel 1915 Depero partecipa a movimenti irredentisti e parte per il fronte. Per si ammala, e viene quindi
riformato.
[2]
Teatro d'avanguardia e Casa d'arte
Rientrato dalla guerra si prepara per una mostra del 1916. Le opere di Depero, seppur influenzate da Giacomo
Balla, danno maggior rilievo alla pulsione plastica. Inizia inoltre a comporre canzoni "rumoriste" e poesie
"onomalinguistiche".
[2]
Nel 1916 Umberto Boccioni scrive di Depero sulla rivista "Gli Avvenimenti".
A fine anno conosce l'impresario dei famosi "pidocchi amari", Sergej Diaghilev, che ne visita lo studio assieme
al pittore Michail Fedorovi Larionov e al coreografo e ballerino Lonide Massine e lo incarica di realizzare
scene e costumi per "Il canto dell'usignolo", su musiche di Stravinsky, che per non saranno mai realizzati
[2]
perch Depero deve anche aiutare Picasso con i costumi di "Parade".
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Nel 1917 incontra il poeta svizzero Gilbert Clavel, con il quale stringe un rapporto d'amicizia e di lavoro. Ospite
della sua villa-torre a Capri, per Clavel Depero illustra un suo libro ("Un istituto per suicidi") con disegni a
met tra Futurismo ed Espressionismo. In seguito assieme a Clavel realizza il Teatro Plastico, cio recitato da
marionette, chiamato "Balli Plastici".
[2]
Lo spettacolo, pur andando in scena al Teatro dei Piccoli, a Roma (15
aprile 1918), sar un'opera davanguardia, sia per l'innovazione dell'eliminazione degli attori-ballerini, sia per le
musiche d'avanguardia composta da Bla Bartk, Gian Francesco Malipiero ed altri.
Sempre durante il soggiorno a Capri crea i suoi primi "arazzi" futuristi, in realt mosaici di stoffe colorate. Sono,
questi, il primo esempio della trasmigrazione delle sue invenzioni teatrali. I suoi automi e pupazzi diverranno,
infatti, un leitmotiv, non solo sulle stoffe ma anche nei suoi dipinti, e tale motivo dominante andr a delineare
quello che oggi possibile definire come "stile Depero".
[2]
Dopo l'esperienza teatrale Depero non rientrer pi nella via sperimentale ancora seguita da Balla, ma cambier
traiettoria rispetto alle formulazioni, sovente utopiche, proposte dalla "Ricostruzione futurista dell'universo". La
Ricostruzione prevedeva il superamento della pittura e della scultura per ridisegnare e riplasmare in maniera
futuristica ogni ambito del vivere umano. Tuttavia per Depero, persona pragmatica, questo programma era
attuabile solo a patto che si prendessero in considerazione possibilit applicative reali e mercato. Non era
possibile una Ricostruzione se si rimaneva ancora una volta chiusi in gallerie e musei o ci si limitava ad esercizi
sperimentali. Per far arrivare l'idea futurista nella vita quotidiana delle persone era necessario servirsi delle arti
applicate. Ed proprio a partire da questa convinzione che nasceranno in Italia, a partire dal 1918, le cosiddette
"Case d'Arte futuriste": a Roma quelle di Enrico Prampolini, di Carlo Ludovico Bragaglia, di Roberto Melli; a
Bologna quella di Tato; a Palermo quella di Pippo Rizzo. E a Rovereto quella di Depero, che per vedr la luce
in ritardo rispetto alle altre a causa dei vari impegni dell'artista.
[2]
Dopo un soggiorno a Viareggio nel 1918, Depero espone a Milano nel 1919, alla Galleria Moretti, dove Filippo
Tommaso Marinetti raduna il meglio del Futurismo del dopoguerra per rilanciare il movimento.
E dopo tanto tempo Depero fa ritorno anche a Rovereto, trovandola distrutta dalla guerra. Qui, nel 1919, vi
fonda la propria Casa d'arte Futurista,
[3]
dove produrr manifesti pubblicitari, mobili e altro che servir per
arredare la casa moderna. Depero tuttavia attento a cimentarsi nella progettazione di oggetti che abbiano una
reale utilit, oltre che caratterizzati esteticamente. Uno dei grandi problemi delle case d'arte futuriste, infatti, era
che spesso uscivano da questi luoghi oggetti s d'avaguardia ma inutilizzabili.
[2]
Sempre in questo periodo crea quadri di atmosfera metafisica, che dimostrano, ancora una volta, come Depero
si attenesse pi agli ideali futuristi che non allo stile del movimento.
[2]
Gli anni venti e la pubblicit
L'arte dell'avvenire sar potentemente pubblicitaria.
(Fortunato Depero, Manifesto dell'arte pubblicitaria, 1932)
Al 1920 risalgono i pi importanti incarichi di Depero per Umberto Notari, direttore dell'Ambrosiano e
dell'agenzia pubblicitaria "Le 3 I": una serie di manifesti e due grandi arazzi. Nel 1921 a Milano espone a una
mostra personale, che in seguito verr spostata a Roma, dove inizia gli allestimenti per il "Cabaret del
diavolo". Nel 1922 la volta del "Winter Club" di Torino, esposizione per pubblicizzare la quale usa per la
prima volta il lancio di volantini dall'aereo dell'amico-futurista Fedele Azari. A Rovereto, sempre nel 1922,
avvengono due veglie futuriste, dove viene tutta ridecorata la casa darte, che apparir poi nella rivista
"Rovente".
Nel 1923 prende parte alla I Biennale delle arti decorative dell'ISIA di Monza. Nel 1924 a Milano mette in
scena il balletto meccanico "Anihccam del 3000", replicato in venti altre citt italiane. in questo periodo che
realizza i famosi Panciotti futuristi, indossati dai principali esponenti del movimento.
[4]
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Fortunato Depero, nel 1922, in
occasione del lancio di volantini per
reclamizzare l'esposizione di Torino
La bottiglia di Campari Soda, disegnata
da Depero nel 1932
Nel 1925 partecipa con Balla e Prampolini, in una sala dedicata al
Futurismo, all'Esposizione internazionale di arti decorative e industriali
moderne di Parigi.
[6]
Quest'esposizione assai importante per
Depero, perch gli d l'opportunit di conoscere molti esponenti che
gli faranno tentare la carta americana. Dopo una personale a Parigi,
espone infatti a New York (dove ospite per un breve periodo del
pittore italiano Lucillo Grassi), a Boston e a Chicago. Infine a
Venezia, alla Biennale del 1926, dove espone il dipinto "Squisito al
selz" dedicato al commendator Campari. Episodio quest'ultimo che
segner l'inizio di un sodalizio professionale con la nota ditta di liquori.
[6]
Il 1927 un anno cruciale per Depero. Pubblica per i tipi della
Dinamo-Azari di Milano la monografia "Depero futurista", meglio
nota col nome di "Libro bullonato", per celebrare quattordici anni di
militanza nel Futurismo. Si tratta in generale di un'evoluzione della
tipografia futurista avviata da Marinetti una ventina d'anni prima, ma in
particolare del primo esempio di libro-oggetto.
[6]
Il volume
caratterizzato da un'impaginazione assai varia, con scritte allineate in
molteplici modi e con pagine di differente grammatura e colore. Il
tutto tenuto insieme grazie a due grossi bulloni meccanici.
[6]
Depero
poi presente alla III Mostra Internazionale di Arte Decorativa di
Monza col Padiglione Tipografico (o Padiglione del Libro) per gli
editori Bestetti-Tumminelli e Treves.
[6]
Partecipa inoltre alla
Quadriennale di Torino, alla rassegna di Futuristi a Milano e allestisce
una mostra personale a Messina.
Tra il 1924 e il 1928 Depero lavora con molte ditte, fra cui la Alberti
(produttrice del Liquore Strega), la Schering (Veramon) e la gi citata
Campari realizzando per questultima centinaia di proposte
pubblicitarie. opportuno precisare che il rapporto che ebbe Depero
con la rclame fu particolare. Se in generale la pubblicit era vista di
buon occhio dai Futuristi, e anzi, considerata arte nuova del mondo
moderno, Depero in particolare fu quello a sostenerla con maggior
impegno fino a diventare il pi autorevole cartellonista pubblicitario tra
i Futuristi.
[6]
Non solo, ma qualche anno pi tardi trover il modo di
condensare il suo punto di vista in proposito nel "Manifesto dell'arte pubblicitaria".
Da Rovereto a New York
Nel 1928, sollecitato dalle esperienze trionfali descritte dai colleghi, Depero si trasferisce a New York con la
moglie Rosetta. Qui, ospite di un amico, lavora senza sosta nella speranza di riuscire a farsi una buona clientela.
Tenta di esportare in territorio americano l'idea della Casa d'arte futurista di Rovereto (che a New York
prender il nome di Depero's Futurist House).
[6]
Tiene mostre di pittura, realizza pubblicit, progetta
ambientazioni di ristoranti, crea scenografie costumi e coreografie per il teatro, disegna copertine di riviste. Pi in
generale porta avanti un'attivit poliedrica che perfettamente in linea con quanto teorizzato fin dai tempi della
stesura del manifesto per la "Ricostruzione futurista dell'universo".
[6]
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All'inizio del 1929, anno del crollo di Wall Street, Depero allestisce la sua prima personale di pittura alla
Guarino Gallery of Contemporary Italian Art. Il catalogo rigorosamente impaginato secondo i criteri adottati
anche da altri esponenti delle avanguardie: testo privo di punteggiatura e scritto usando solo le minuscole.
[6]
Pi
remunerativi sono tuttavia i lavori per il teatro, ma ancor di pi per la pubblicit. Depero a New York ha
l'occasione di reincontrare un amico di vecchia data, Massine, che gli presenta Leon Leonidoff, direttore
artistico del "Roxy Theatre". E con tale teatro avvier poi una collaborazione. Gli vengono commissionate
copertine per importanti riviste quali "Vanity Fair", "Vogue", "Sparks", "The New Auto Atlas", "The New
Yorker", "Dance Magazine" e "Movie Makers", e ha l'opportunit di realizzare rclame per ditte quali ad
esempio i grandi magazzini Macy's. Progetta inoltre la ristrutturazione di due ristoranti: l'Enrico & Paglieri e lo
Zucca. Nell'Ottobre del 1929 allestisce una mostra di lavori pubblicitari presso l'"Advertising Club". Grazie a
questa iniziativa viene cooptato dalla BBDO, una delle pi importanti agenzie pubblicitarie del mondo, per
realizzare la campagna dell'American Lead Pencil Company.
[6]
Da un punto di vista prettamente stilistico, sia sul versante della grafica pubblicitaria sia sul versante della
realizzazione delle copertine, Depero rimane sostanzialmente fedele al suo metodo di continua rivisitazione
iconografica di idee gi ampiamente collaudate in patria. I personaggi delle sue opere sono quasi sempre
pupazzi, provenienti dal mondo del teatro. La composizione grafica delle pagine quasi sempre affidata ad un
certo diagonalismo, espediente questo in grado di conferire dinamicit alla composizione stessa. La figura
geometrica per eccellenza il parallelepipedo. Luci e colori sono giocati su forti contrasti, con una predilezione
nell'uso del bianco, del nero, e del rosso per rafforzare i valori bitonali.
[6]
A fronte di un'attenta costruzione
figurativa, manca tuttavia in Depero una cura della parte scritta, sebbene questo tipo di approccio alla grafica
fosse affine a quello del costruttivismo russo.
[6]
E pi in generale non possibile considerare Depero un
innovatore della grafica del suo tempo, come lo fu ad esempio Cassandre. Ma indubbio che il suo approccio
aggressivo, il suo segno forte e la sua iconografia influenzeranno una certa parte della grafica pubblicitaria
successiva.
[6]
In ogni caso l'esperienza americana rappresenter un vantaggio rispetto ad altri suoi colleghi, che mai si mossero
dall'Italia, in quello che si pu definire un processo di "sprovincializzazione".
[6]
Il Fascismo
Lasciata l'America in piena recessione economica, Depero rientra in Italia nel 1930 ed espone col gruppo
futurista alla I quadriennale Nazionale d'Arte a Roma. Si trova per alle prese con un nuovo corso del
Futurismo: l'Aeropittura. Gi l'anno precedente ne aveva sottoscritto il manifesto pi per fedelt nei confronti di
Marinetti che non per una reale convinzione. Depero era una persona "coi piedi per terra", e per nulla
affascinato da aeroplani e nuvole (e il volo del 1922 con Azari fu strumentale: serviva per fare rclame).
[2]
Non
solo, ma adesso il suo punto d'osservazione era paradossalmente pi alto di quello raggiungibile con gli aeroplani
futuristi: era stato nella citt di New York e aveva toccato con mano "quel" futuro solo vagheggiato e teorizzato
dai Futuristi italiani. Edifici che sfioravano il cielo, grovigli di strade, vie sopraelevate e sotterranee: gi tutto fatto.
Purtroppo la sensazione che questa esperienza lascia in Depero non quella della qualit "solare" e positiva
della vita sognata dai Futuristi, quanto piuttosto quella di una sorta di "babele brulicante di cavallette". E sar
proprio questa disillusione che condurr Depero, negli anni a venire, a rifugiarsi sempre di pi nella concretezza
e nei sani valori della natura.
[2]
Ma questo cambiamento di rotta tuttavia ravvisabile subito sia sul piano
stilistico sia su quello tematico: progressivo abbandono dei colori caldi e della diagonalit a vantaggio dei colori
freddi e dell'ortogonalit; progressivo abbandono di folletti e marionette a vantaggio di motivi e personaggi tratti
dal folklore italico.
[2]
Nei primi anni trenta Depero lavora per vari giornali: "L'Illustrazione Italiana", "Il Secolo Illustrato", "Lo
Sera".
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Nel 1931 pubblica il "Manifesto dellarte pubblicitaria" Futurista,
[2]
gi in bozze a New York nel 1929.
Secondo Depero l'immagine pubblicitaria doveva essere veloce, sintetica, fascinatrice, con grandi campiture di
colore a tinte piatte, per cos poter aumentare la dinamicit della comunicazione.
[4]
Nel 1932 espone prima in una sala personale alla XVIII Biennale di Venezia, e poi alla V Triennale di Milano.
[2]
A Rovereto pubblica una rivista della quale usciranno solo cinque numeri nel 1933: "Dinamo Futurista". In
seguito, nel 1934, le "Liriche Radiofoniche",
[2]
che declamer anche all'EIAR (la Rai di allora). Nel 1933
partecipa alla Mostra di Plastica Murale di Genova e nel 1936 di nuovo alla Biennale di Venezia.
Di qui si ritira sempre di pi nel Trentino. Le partecipazioni alle attivit ufficiali (aero)futuriste si fanno sempre pi
rare: ci comporta da un lato una sua progressiva emarginazione dal movimento, ma dall'altro a trasformarlo in
una figura quasi leggendaria. Molti saranno i Futuristi di "terza generazione" ad andare in "pellegrinaggio" a
Rovereto, per rendergli omaggio o per coinvolgerlo in qualche iniziativa.
[2]
In ogni caso il suo isolamento lo
porter lontano anche da un'importante fonte d'introito: la pubblicit. Pubblicit che, per inciso, in quegli anni si
stava evolvendo in direzioni non pi adatte ai coloratissimi folletti deperiani.
[2]
I principali committenti di Depero
divengono quindi corporazioni, segreterie di partito, grandi alberghi, amministrazioni pubbliche, industrie locali.
Le opere richieste sono eminentemente didascaliche, propagandistiche, decorative.
[2]
Verso la seconda met degli anni trenta, a causa dell'austerit dovuta alla politica autarchica, viene coinvolto nel
rilancio del Buxus, un materiale economico a base di cellulosa atto a sostituire il legno delle impiallacciature,
brevettato e prodotto dalle Cartiere Bosso. Grazie a questo lavoro riesce a ritrovare la propria vena creativa,
realizzando tutta una serie di oggetti con tale materiale.
[2]
Nel 1940 pubblica la sua "Autobiografia". Nel 1942 realizza un grande mosaico per l'E42 di Roma,
[2]
mentre
nel 1943 con "A Passo Romano", cerca di dimostrare il suo allineamento sostanziale con la parte pi dinamica
del Fascismo anche per ottenerne lavori e commesse. Poi, con l'inizio dei bombardamenti aerei sulle citt, si
ritira nel suo eremo montano, a Serrada di Folgaria, cessando definitivamente l'esperienza della Casa d'arte
futurista di Rovereto.
[2]
Finita la guerra, nel tentativo di giustificarsi di fronte al nuovo ordine dello stato italiano per quel libro
apertamente fascista, afferma che loro, i Futuristi, credevano fermamente che il Fascismo avrebbe concretizzato
il trionfo del Futurismo, e che, lui, aveva anche bisogno di mangiare.
Nel 1947, in parte sponsorizzato dalle Cartiere Bosso, ritenta la carta dell'America, ma la trova ostile al
Futurismo perch ritenuto larte del Fascismo.
[2]
Nel 1949 torna quindi in Italia e, sebbene disilluso e ormai
sessantenne, non intenzionato a fermarsi: partecipa prima ad una mostra a Milano e poi ad una a Venezia.
Gli ultimi anni vissuti
Durante gli anni cinquanta (1949-1959) Depero aderisce al progetto della collezione Verzocchi sul tema del
lavoro, inviando, oltre ad un autoritratto, l'opera "Tornio e telaio". La collezione Verzocchi attualmente
conservata presso la Pinacoteca Civica di Forl.
Nel 1951 lancia il suo manifesto sull'Arte nucleare. Tra il 1953 e il 1956 allestisce, arreda e decora la sala del
consiglio della Provincia autonoma di Trento.
[2]
Nel frattempo (1955) entra in polemica con la Biennale di
Venezia, accusata di censurare lui ed il Futurismo dopo il 1916 (anno della morte di Boccioni), pubblicando un
libello ("Antibiennale") dove contesta ed anticipa quelle che saranno le tendenze della critica sul Futurismo di l
a molti anni.
Nel 1957 inizia ad allestire, a Rovereto, la Galleria Museo Depero dedicata alle proprie opere. Verr inaugurata
due anni dopo, nel 1959.
[2]
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Fortunato Depero muore a Rovereto il 29 novembre del 1960.
Nel 1965 gli viene dedicata una retrospettiva nell'ambito della IX Quadriennale di Roma. A partire dai
primissimi anni settanta ha inizio la sua rivalutazione, ma solo negli ultimi anni, anche a seguito della rimozione di
molti pregiudizi sul cosiddetto "secondo Futurismo" (considerato filo-fascista e minore rispetto al primo
Futurismo
[2]
), il valore complessivo della sua opera stato compreso.
Il 17 gennaio 2009, dopo un restauro, la Casa d'Arte Futurista Depero ha riaperto come sede museale del Mart
di Rovereto. Al suo interno sono conservate alcune delle opere maggiori di Fortunato Depero. Casa d'Arte
Futurista Depero anche sede espositiva per mostre temporanee dedicate ad artisti del Novecento che sono
stati influenzati dalla ricerca artistica di Depero, come Tullio Crali o Alessandro Mendini.
L'archivio di Depero, costituito da scritti autografi, corrispondenza, bozzetti, fotografie e ritagli stampa,
conservato presso l'Archivio del '900 del Mart.
Le Tecniche
Depero dipingeva dapprima schizzi realizzati in seguito con materiali poveri (fili metallici, vetri, cartoni, carte
veline) che racchiudono il sogno di un'opera d' arte totale, capace di inglobare tutti i linguaggi della ricerca
artistica, dalla pittura alla scultura, alla musica, all'architettura. Realizzati con meccanismi capaci di farli muovere,
i complessi plastici muovono dalle teorie espresse nel manifesto Ricostruzione futurista dell'universo, poi si
immerge nella moda e inizia a usare tessuti stampati delloptical art, basati su reticolo geometrici bianchi e neri ,
o della pop art , dai colori sgargianti per produrre i suoi Panciotti
Critiche e commenti riguardo a Depero
Anonimo: Se provi a dividere a met limmagine che trovi qui a lato [Ciz Ciz quaglia; di Depero] ti
accorgi che le due parti ottenute non corrispondono, le forme e i colori, infatti, sono disposti in modo
asimmetrico, cio irregolare, e la loro collocazione non condizionata da assi di riferimento. Una
composizione asimmetrica appare pi stabile e libera di una simmetrica perch, mancando la ripetizione
ordinata degli elementi, essa sembra trasmettere una sensazione di variet e di dinamismo.
Anonimo: Nellopera *Balli plastici* di Fortunato Depero, i ballerini che danzano, indossano questi
costumi rigidi, si muovevano come automi, con gli effetti sorprendenti suggeriti dal manifesto.
Anonimo: Nella costruzione di Pinocchietto di Depero, anche i personaggi delle fiabe assumono forme
meccaniche.
Anonimo: Nellopera *La casa del mago* di Depero, lartista usa i manichini come personaggi di questa
sua rappresentazione dedicata alla creativit.
Monografia: Ilaria Riccioni, Depero. La reinvenzione della realt, Chieti, Solfanelli, 2006
Note
1. ^ Simonetta Nicolini, Fortunato Depero (http://www.treccani.it/enciclopedia/fortunato-depero_(Dizionario-
Biografico)/), Dizionario Biografico Treccani. URL consultato il 27-1-2014. Secondo alcune fonti nato nel
comune confinante di Malosco, ad es.: Malosco (http://www.comune.malosco.tn.it/turismo/index.asp),
29/7/2014 Fortunato Depero - Wikipedia
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Comune di Malosco. URL consultato il 27-1-2014.
2. ^
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Maurizio Scudiero. Fortunato Depero
attraverso il Futurismo. Opere 1913-1958 (catalogo della mostra). Firenze, Galleria Poggiali & Forconi, 1998.
3. ^
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Giorgio Fioravanti. Il dizionario del grafico. Bologna, Zanichelli, 1993. ISBN 88-08-14116-0.
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Carlo Bertelli, Giuliano Briganti e Antonio Giuliano (a cura di). Storia dell'Arte Italiana (volume quarto).
Milano, Electa-Bruno Mondadori, 1992. ISBN 88-424-4525-8.
5. ^
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Giulio Carlo Argan. L'arte moderna. Dall'Illuminismo ai movimenti contemporanei. Firenze, Sansoni
Editore, 1970. Pagina 311. ISBN 88-383-0806-3.
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Daniele Baroni e Maurizio Vitta. Storia del design grafico. Milano, Longanesi, 2003.
ISBN 978-88-304-2011-3.
Bibliografia
A cura di Bruno Di Marino, Marco Meneguzzo, Andrea La Porta, Lo sguardo espanso. Cinema
d'artista italiano 1912-2012, Silvana Editoriale, 2012
Voci correlate
Museo Depero
MART - Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
Collezione Verzocchi
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