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Avvenire 07/30/2014 Page : A12

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Minoranze nel mirino
soprattutto in Medio
Oriente per
il Dipartimento di Stato
Nella lista nera anche
Myanmar, Cina, Eritrea,
Iran e Corea del Nord
Protesta dei cristiani a Hong Kong (Ap)
Rapporto Usa. Un annus horribilis per la libert di religione
ELEMA MOLINARI
NEWYORK
n annus horribilis per le minoranze cristiane nel
mondo, in particolare in Medio Oriente, dove la
presenza di cristiani sta diventando lombra di se stes-
sa. Un nuovo rapporto del Dipartimento di Stato Usa
sulla libert religiosa non esita a definire il 2013 il perio-
do peggiore a memoria duomo per le comunit reli-
giose nel mondo, in particolare quelle cristiane. E il do-
cumento stato redatto prima della recente esplosione
di violenza nei territori palestinesi. In Siria, si legge, nel
2011 i cristiani ammontavano al 10% della popolazio-
ne. Dopo tre anni di guerra, sono meno dell8. Centi-
naia di migliaia di persone sono scappate dal Paese nel
disperato tentativo di fuggire alle violenze perpetrate dal
governo e dai gruppi di estremisti, scrive il dipartimento
di Stato americano, rilevando che solo nella citt di Homs
la popolazione scesa da 160mila a poco pi di mille.
Il rapporto evidenzia anche che sono stati pi di un mi-
lione gli sfollati nella Repubblica Centrafricana lo scor-
so anno. Ma sono milioni le persone che nel 2013 sono
state costrette ad abbandonare le loro case a causa del
loro credo. Nelle zone di conflitto, infatti, gli sfollamen-
ti di massa sono diventata una norma pericolosa. A-
busi, discriminazioni e violenze per motivi di fede sono
in aumento anche in Cina dove la persecuzione dei cir-
ca 50 milioni di cristiani porta frequentemente ad arre-
sti e condanne ai lavori forzati.
I Paesi nella lista nera Usa sono: Myanmar, Cina, Eritrea,
Iran, Corea del Nord, Arabia Saudita, Sudan, Turkmeni-
stan e lUzbekistan. Questi Paesi preoccupano per vio-
lazioni e discriminazioni tollerate o portate avanti dagli
stessi governi che in molti casi non indagano i crimini
contro membri di comunit religiose di minoranza.
RIPRODUZIONE RISERVATA
U
CAMILLE EID
bambini non pagano il prezzo della
guerra solo a Gaza. In Iraq sono oltre
150 i piccoli morti per mancanza di
assistenza medica e scarsit di cibo tra il
milione di profughi che hanno lasciato lo
scorso mese le loro case nel nord del Pae-
se davanti alloffensiva dei jihadisti. Lo af-
ferma un membro dellAlta commissio-
ne per i diritti umani di Baghdad, Ma-
srur Aswad. Nella sua relazione annuale
presentata allinizio del mese, il rappre-
sentante speciale delle Nazioni Unite per
i bambini e i conflitti armati gi evocava
la situazione estremamente volatile e
pericolosa per i bambini provocata dal-
lavanzata dellIsis, e di segnalazioni in-
quietanti di reclutamento e di altre gra-
vi violazioni contro i bambini che ri-
chiedono un intervento immediato.
Intanto, il deputato Alessandro Pagano
(Nuovo Centrodestra) ha chiesto ieri al
governo italiano di attivare, come ha fat-
to la Francia, i necessari canali politici
e diplomatici per offrire aiuto e sostegno
ai cristiani minacciati dai fondamenta-
listi dellIsis. Interrogato sulla disponi-
bilit francese di accogliere rifugiati ira-
cheni, il cardinale Philippe Barbarin ha
sottolineato dallIraq dove si trova in u-
na visita di solidariet che tutta la gen-
te ne parlava ieri alla cattedrale di Erbil.
allo stesso tempo ha aggiunto il por-
porato qualcosa di positivo da parte
della Francia, di generoso, e di difficile
perch aggraver lesodo.
Alcune centinaia di cristiani hanno dato
vita invece ieri a una manifestazione a
Dohuk, nel Kurdistan iracheno, per pro-
testare contro la loro espulsione dalla zo-
I
na di Mosul. Siamo qui per chiedere al-
la comunit internazionale di mettere fi-
ne a questa ingiustizia, ha detto Farid
Yacub, portavoce del Movimento assiro
democratico, che ha promosso il raduno.
Yacub ha inoltre sollecitato il governo fe-
derale iracheno e quello della regione au-
tonoma curda a fornire la necessaria as-
sistenza ai profughi e ad approvare una
legge che protegga le propriet lasciate
dai cristiani fuggiti. Si confermano in-
tanto le informazioni di stampa sulla de-
cisione di alcune compagnie aeree di non
sorvolare pi lIraq per motivi di sicu-
rezza dopo labbattimento del Boaing in
Ucraina. La sicurezza dei nostri passeg-
geri e dei nostri equipaggi ha riferito
un portavoce di Air France-Klm la no-
stra priorit. Abbiamo dunque fermato il
sorvolo dellIraq da venerd scorso. Fi-
no alla settimana scorsa, il provvedi-
mento riguardava solo alcune zone del
Paese. Ma da venerd il gruppo franco-
olandese lo ha esteso allintero spazio ae-
reo iracheno.
Nei territori del Califfato proseguono
per anche le misure di talebanizzazio-
ne. Secondo una fonte di Mosul, i jiha-
disti stanno costringendo la popolazio-
ne a usare gli abiti tradizionali pachista-
ni, confiscando tutti gli altri capi di ve-
stiario in vendita. LIsis avrebbe organiz-
zato squadre incaricate di fare irruzione
nei negozi e appropriarsi dei vestiti in e-
sposizione. Delle auto avrebbero circo-
lato per le strade della citt diffondendo,
attraverso gli altoparlanti, lordine per la
popolazione locale di vestire esclusiva-
mente alla pachistana.
invece una vera e propria agenzia ma-
trimoniale quella che lIsis ha aperto ad
al-Bab, vicino ad Aleppo in Siria. I gesto-
ri invitano donne vergini o vedove in-
tenzionate a sposare un jihadista a in-
viare nome e indirizzo, cos i combat-
tenti dello Stato islamico andranno a
bussare alla loro porta e chiederanno uf-
ficialmente di sposarle.
RIPRODUZIONE RISERVATA IL FUGA. Bimbi iracheni sfollati da Mosul nel campo di Khazir vicino Erbil in Kurdistan (Ansa)
La persecuzione
Sfollati vivono in condizioni
terribili. Continua la
talebanizzazione: ordine
di vestire alla pachistana e
caccia alle mogli per i jihadisti
Iraq, 150 bambini profughi
morti per loffensiva dellIsis
Costretti a fuggire dopo lavvento del Califfato
Cristiani protestano vicino a Mosul per le espulsioni
Mercoled
30 Luglio 2014 12
M O N D O
Argentina. Sequestrato e liberato
il padre del calciatore Tevez
Otto ore di dramma per lattaccante della Juve
Pagato un riscatto di 36mila euro ai rapitori
LORENZO GALLIANI
BUENOS AIRES
tto ore di terrore, tra richieste di riscatto e quella
vita nelle mani della criminalit. Quando avvisa-
no Carlos Tevez, lattaccante della Juventus lascia
il ritiro e cerca di raggiungere al pi presto lArgentina:
Segundo Tevez, padre adottivo, stato sequestrato. Sta-
va guidando lauto, di prima mattina, quando tre uomi-
ni gli hanno sbarrato la strada facendolo poi finire nel
nulla.
Prima che arrivi la notizia della liberazione si parla del
pagamento di un riscatto di 400mila pesos, circa 36mila
euro gli investigatori cercano di tenere sotto controllo
le principali vie che collegano Buenos Aires alla provin-
cia. Circola la voce smentita dopo diverso tempo del
ritrovamento dellauto usata per il rapimento a Villa De-
voto, un quartiere residenziale a tre quarti dora dal cen-
tro della capitale. Quello che si intuisce nei primi mo-
menti, e che sembra invece avere pi fondamento, che
i rapinatori non sapevano di avere tra le mani il padre di
un campione: una volta capito, decidono di alzare la po-
sta, chiamando un altro familiare. Liberato, attorno alle
13,40 locali, avrebbe preso un taxi verso la casa di un a-
mico, nella zona ovest di Buenos Aires.
stato pagato un riscatto, perch questo il protocollo
che si segue nei casi di sequestro estorsivo: la priorit
proteggere la vita del rapito, ha
detto il segretario alla Sicurezza
del governo argentino, Sergio
Berni, precisando che Segundo
Tevez in perfetto stato di salu-
te, anche se sconvolto da quello
che gli toccato vivere. Sta be-
ne, ha confermato Gustavo Ga-
lasso, avvocato della famiglia, che
inutilmente ha chiesto ai giorna-
listi di non fare le dirette tv da-
vanti alla porta di casa. I cronisti
avrebbero atteso anche Carlos
Tevez. Il campione della Juventus, che aveva gi fissato
un volo intercontinentale per Buenos Aires in partenza
alle 19,30, non invece partito, una volta appreso della
liberazione del padre adottivo.
Un campione amato in Argentina, anche pi di Leo Mes-
si, lApache chiamato cos perch cresciuto nel bar-
rio di Ejercito de Los Andes, dove la criminalit di casa
al punto da essere soprannominato Fuerte Apache. Nel
museo del Boca Juniors, accanto al mitico stadio La Bom-
bonera ha uno spazio riservato a lui: i quattro anni in pri-
ma squadra sono bastati per creare un legame daffetto
con la hinchada, la tifoseria. Amato anche, e soprattut-
to, perch lottatore, in campo come nella vita. Aveva ap-
pena sei mesi quando la madre lo
abbandon. Dopo cinque anni,
rimase anche senza padre, ucci-
so in una sparatoria: fu cos affi-
dato allo zio Segundo Tevez.
Il rapimento di Segundo Tevez ha
riportato alla mente altri seque-
stri di parenti di assi del calcio ar-
gentino: da Cristian Riquelme,
fratello di Juan Roman (altra stel-
la del Boca), a Jorge Milito, padre
di Diego (ex Inter) e Gabriel (per
alcuni anni difensore del Barcel-
lona). In entrambi i casi, la liberazione arriv dopo diverse
ore.
Mentre due settimane fa Javier Zanetti, vice presidente
dellInter e storico capitano nerazzurro e della naziona-
le, stato minacciato di morte e costretto a cedere lau-
to a un gruppo di giovani armati.
RIPRODUZIONE RISERVATA
O
Carlos Tevez con il padre adottivo Segundo
Il giocatore stava partendo
per Buenos Aires quando in Italia
arrivata la notizia della liberazione
del genitore adottivo Segundo
Forse i criminali non sapevano
chi fosse realmente il prigioniero

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