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Lo Zen

Zen un termine giapponese: esso la lettura giapponese dell'ideogramma cinese ch'an, che l'equivalente
della parola sanscrita dhyana, che significa meditazione ed una delle sei perfezioni (paramita) che
rendono possiile il conseguimento dell'illuminazione (odhi), zen significa dunque meditazione! "ssa si
compie stando seduti (za): donde la parola zazen che significa sedere in meditazione in una apposita
stanza che si trova in ogni monastero zen e che si chiama sendo (tanza #do$ della meditazione)!
%efinire lo zen in termini di sistema o struttura religiosa equivale a distruggerlo & o meglio a fraintenderlo
completamente, perch' ci( che non si pu( costruire non si pu( nemmeno distruggere! )on si pu(
comprendere lo zen collocandolo entro precisi limiti o conferendogli una fisionomia caratteristica o
lineamenti facilmente riconosciili in modo che, quando vediamo queste forme definite e peculiari, diciamo:
"ccolo* )on si comprende lo zen collocandolo in una particolare categoria, separato da ogni altra cosa: +
questo e non quello! ,ome dice -uzu.i, lo zen al di l/ del mondo degli opposti, un mondo fatto di
distinzioni intellettuali!!! un mondo spirituale di non&distinzione che comporta il raggiungimento di un punto
di vista assoluto
0l primo & e il pi1 difficile & prolema che si pone quello di capire che cos' lo zen! + facile conoscere
l'origine e tracciare le linee del suo sviluppo storico2 ma difficilissimo capirne la natura, perch', quando si
crede di averla afferrata, essa sfugge, come un'anguilla sfugge di mano al pescatore!
0ntanto per tentare di dare corpo a chi corpo non ha e non vuole avere, si potree affermare che lo zen
guardare con in propri occhi, ascoltare le proprie orecchie, senza mediazioni, senza compromessi, senza
giustificazioni per l3incomprensiilit/ degli atti di chi fa lo strano perch' pretende di collocarsi al di l/ del
ene e del male!
4cchi che guardano senza mediazioni o categorie da applicare come con tanta efficacia ci riporta il monaco
cristiano,5! 6erton, , attento conoscitore cristiano del 7uddismo e dello zen, nell3opera 8o zen e gli uccelli
rapaci, ricorrendo alla metafora dello specchio:
8a coscienza zen paragonata a uno specchio! 9n moderno scrittore zen dice: 8o specchio senza io e
senza mente! -e arriva un fiore riflette un fiore, se arriva un uccello riflette un uccello! 6ostra ello un
oggetto ello, rutto un oggetto rutto! :ivela ogni cosa com3! )on ha una mente discriminante, n'
coscienza di s'! -e arriva qualcosa lo specchio lo riflette2 se scompare, lo specchio lo lascia scomparire; e
non rimane alcuna traccia!
5ale non & attaccamento < lo stato di assenza mentale, o la funzione veramente liera di uno specchio < qui
paragonato alla pura e lucida saggezza del 7udda! (Zen.ei -hiayama, 4n Zazen =asan, >ioto, ?@AB, p!CD)
0l uddismo zen non un tipo di pensiero, e neppure un modo di pensare! Enzi, lo stailizzarsi nel non
pensiero, nell3assenza di pensiero articolato, nello spazio vuoto tra un pensiero e l3altro!
8o zen inizia quando ogni parola, anche il termine uddista, vista la sua inadeguatezza viene meno ed inizia
il presente, la vita, il tempo vivente!
8a realt/ viva non aisogna di alcuna definizione, il nostro intelletto il portatore di tale isogno!
)ell3illuminazione zen non di rilevante importanza vedere 7udda ma di essere 7udda, e che 7udda non
quello che le immagini del tempio ci avevano fatto credere: perch' non c3 pi1 nessuna immagine, e di
conseguenza nulla da vedere, nessuno che vede, e un vuoto nel quale nessuna immagine concepiile!
-e lecito pensare di poter concludere una analisi su quanto pi1 di indefiniile possa esservi quale lo zen,
si potree dire insieme a -han Fui che 0l vero vedere quando non c3 pi1 nulla da vedereG

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