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TEORIA DELLA POLITICA INTERNAZIONALE Kenneth Neal Waltz

I. Leggi e teorie
II. Le teorie riduzioniste
III. Approcci sistemici e teorie
IV. Teorie riduzioniste e teorie sistemiche
V. Le strutture poitiche
VI. !trutture "n"rchiche ed e#uii$rio di potenz"
VII. C"use struttur"i ed e%%etti economici
VIII. C"use struttur"i ed e%%etti miit"ri
I&. L" direzione degi "%%"ri intern"zion"i
I. Leggi e teorie
Leggi: dati empirici, di osservazione, descrittivi, risultati sperimentali che permangono
vera?
Teorie: processi speculativi introdotti per spiegare le leggi, che pertanto possono mutare sa
spiegare?
La capacit di previsione di una teoria dipende dal grado di conoscenza delle regolarit delle
leggi.
Modello: dato che la realt non corrisponde mai esattamente alla teoria, neppure il modello
che deriver da questultima le sar vicino. !n una prima accezione il modello rappresenta la
teoria, in una seconda descrive la realt sempli"icandola. #i$ un modello lontano dalla realt,
maggiore il suo grado di astrazione e sempli"icazione pi$ capace di spiegare la stessa.
Luso del metodo induttivo %Kant ed Einstein& centrale per descrivere la realt e "ormulare
leggi, inoltre per mettere alla prova dellesperienza le teorie. Ma le teorie descrivono le cause e
perci' non possono partire dallinduzione, ma (ens) dallisolamento cio iso"re un c"mpo
d'"zione per potero "%%ront"re r"zion"mente. Lutilit di questa sar valutata in (ase alla
possi(ilit di spiegazione e previsione. #erci' le teorie costruiscono una realt e non la realt.
Come n"sce un" teori"
* con cre"ti(it)
* per passare da spiegazioni di rapporti causali (asati solo sui "atti alla "ormulazione degli
stessi allinterno di una prospettiva teorica particolare si pu' procedere:
%+& con iso"mento %considerare solo azioni e interazioni di un numero ristretto di "attori e di
"orze assumendo ceteris paribus&,
%,& con "str"zione %trascurare alcuni elementi per concentrarsi su altri&,
%-& con "ggreg"zione %raggruppamento di elementi disparati secondo criteri di un piano
teorico&,
%.& con ide"izz"zione %agire come se "osse raggiunta la per"ezione o il limite sapendo che
nessuno dei due possi(ile&.
/e una teoria "ormata da a""ermazioni descrittive teoriche le seconde andranno oltre i "atti
spiegandoli, ma se per "ormarle ci serviremo del metodo deduttivo %da premesse costruisco
risultati logicamente necessari& avremo teorie certe ma non nuove, mentre se adotteremo il
metodo induttivo %da analisi della realt ne do una sua interpretazione& avremo risposte nuove
ma non certe. 0na teoria ha utilit proprio perch1 supera lapproccio induttivo*deduttivo con
un "orte elemento di creativit. #er nostra natura siamo propensi a vedere solo ci' che
cerchiamo e a cercare ci' che il nostro senso del perch1 delle cose ci "a ritenere signi"icativo.
2 questo punto si apre la questione metodologica, una teoria cam(ia il signi"icato dei termini e
deve "ornire le operazioni necessarie per indicare elementi e modalit di collegamento "ra i
termini, ovvero de((ono "ornire unidea di come "unzionano le cose, di quale struttura "acciano
parte gli aspetti studiati. Ma prima di procedere a "ormare indici di correlazione necessario
rispondere a tre domande:
a& loggetto di indagine permette limpiego del metodo analitico della "isica classica?
(& 3 possi(ile applicare la statistica come si "a con numerose varia(ili?
c& Loggetto di studio non consente n1 il metodo "isico n1 quello statistico e quindi (isogna
procedere con approccio sistemico?
4on un oggetto complesso e organizzato vi sar una risposta a""ermativa allultima domanda.
Itiner"rio metodoogico per (eri%ic"re un" teori"*
1) esporre la teoria da veri"icare5
2) dedurne ipotesi5
3) sottoporre le ipotesi a prove sperimentali e di osservazione5
4) nei punti , e - utilizzare le de"inizioni dei termini5
5) eliminare o limitare le varia(ili di distur(o non comprese nella teoria5
6) escogitare numerose prove di""icili e di diverso tipo5
7) se la teoria non supera una prova chiedersi se ri"iutarla interamente, se richiede ritocchi e
una nuova esposizione o se vada ristretto lam(ito delle sue pretese esplicative.
Mai ri"iutare la teoria "allita e ricordare che la sua credi(ilit strettamente legata alla diversit
e di""icolt delle prove a cui stata sottoposta. La maggiore di""icolt per 6altz consiste
nellenunciare le teorie con a((astanza precisione perch1 ne valga la pena veri"icarle. /e una
teoria generale pu' essere applicata in un panorama molto ampio non si pu' pretendere che
spieghi gli aspetti particolari e speci"ici. 0na teoria degna di veri"ica solo se logica, coerente e
verosimile.
/ar quindi necessario legare concetti teorici ad un numero ristretto di varia(ili per potere
trovare spiegazioni a cui si possano dedurre ipotesi poi veri"ica(ili.
II. Le teorie riduzioniste
7eorie riduzioniste: teoria della politica internazionale che si concentrano sulle cause a livello
nazionale.
7eorie sistemiche: teoria della politica internazionale che si concentrano sulle cause a livello
internazionale.
Le teorie riduzioniste si (asano sullo studio delle parti di un intero per giungere alla conoscenza
di questo ultimo. /pesso i riduzionisti utilizzano altre discipline per studiare un soggetto ed
impossi(ile a priori sta(ilire quale livello di riduzione sia su""iciente, perch1 questo verr
sta(ilito solo attraverso lesame del soggetto e losservazione dei risultati. !n molti hanno
cercato di spiegare la #! in termini di "attori psicologici e socio*psicologici, economici e politici
di livello internazionale. Ma tali teorie non politiche hanno pi$ volte dimostrato la loro "ragilit.
/eppur lincentivo concreto alla riduzione sia quindi de(ole spesso stata utilizzata la riduzione
da chi per esempio crede che azioni e decisioni nazionali siano alla (ase di avvenimenti
mondiali. 8ella pratica le decisioni nazionali sem(rano realmente le pi$ importanti e ci' unito
allincapacit delle teorie politico*internazionali di "ornire spiegazioni convincenti ha
rappresentato un adeguato incentivo verso il riduzionismo.
Teori" de'imperi"ismo di +o$son e Lenin
#er 6altz sicuramente il miglior sviluppo del riduzionismo, non solo "ornisce spiegazioni degli
eventi internazionali ma indica anche le condizioni nelle quali possa prevalere la pace "ino a
spingersi a delle previsioni. !noltre ha stimolato la nascita di contro*teorie che pretendono di
spiegare gli stessi "enomeni.
/e vero che le teorie contengono assunti teorici non empirici e che devono giusti"icare ci'
che sostengono, gli assunti di tale teoria saranno economici e non politici dato quel che
a((iamo detto delle teorie riduzioniste %non politiche&. Limperialismo dipende dalle condizioni:
+& che la teoria economica sia valida,
,& che le condizioni previste dalla teoria si veri"ichino nella maggior parte dei paesi imperialisti,
-& che tali paesi siano e""ettivamente imperialisti.
6altz parla di maggior parte dei paesi non perch1 voglia rendere pi$ semplice la prova di
veridicit della teoria ma perch1 le eccezioni non possono invalidare la teoria se possono
essere spiegate, ossia tale teoria pu' essere valida anche nel caso in cui tutti i paesi a
capitalismo avanzato non pratichino sempre limperialismo.
Imperi"ismo di +o$son ,-./01: come Malthus, anche egli anticipa 9e:nes mettendo in
discussione leconomia classica e la sua avversione allintervento pu((lico nelleconomia, anzi
ha superato Malthus in quanto ha "ornito le ragioni di una possi(ile insu""icienza della
domanda, sostenendo che le imprese possono trovarsi in equili(rio anche quando leconomia si
trova in disoccupazione. !n"atti ;o(son sosteneva che il ricco non sar mai cos) intelligenze da
spendere a((astanza per prevenire la sovrapproduzione in quanto la ricchezza concentrata
nelle mani di pochi. #erci' come per 9e:nes le dis"unzioni delleconomia sono causate da una
cattiva distri(uzione della ricchezza da correggere con lintervento dello stato. !l suo approccio
macroeconomico, come quello di 9e:nes. ! soggetti economici esposti a un pro"itto
decrescente e ad una sottoutilizzazione delle risorse in patria cercano di investire allestero ove
ci sono migliori opportunit trovandole spesso dove le risorse sono state meno utilizzate ossia i
paesi economicamente arretrati, insomma un paese economicamente sottosviluppato ha
carenza di capitali e ci' produce un pi$ alto premio. 2 ci' si aggiunge che i governi dei paesi
capitalisti sono spinti a sostenere le rivendicazioni dei propri cittadini per un miglior
trattamento nei paesi in cui operano e se ci' "atto da un paese verr presto posto in essere
da altri, perci' la spinta di investire allestero e la competizione hanno prodotto naturali ondate
imperialiste. Limperialismo perci' non altro che luso dellapparato di governo per interessi
privati solitamente capitalisti per assicurarsi guadagni allestero. /eppur non si negano altre
determinanti, quelle economiche sono le principali. <a qui limperialismo visto come causa
della maggioranza se non di tutte le guerre moderne %Las=:& in quanto nellottica imperialista
la ricchezza otteni(ile dalla guerra maggiore a quella otteni(ile in pace. /e((ene
limperialismo punti alla creazione di ricchezza le perdite per gli stati imperialisti sono maggiori
dei guadagni in quanto questi ultimi vanno in quantit rilevante agli investitori mentre le spese
sono sostenute dalla nazione intera, come disse >ames Mill limperialismo un vasto sistema di
assistenza a domicilio per le classi alte. /e poi adde(itiamo allimperialismo anche i costi di
guerra i costi eccedono ampiamente i guadagni. 2gli e""etti prodotti allinterno vanno aggiunti
quelli prodotti allestero, innanzitutto esportando capitale e =no?*ho? un imperialista permette
ai paesi arretrati di sviluppare le proprie risorse, con ci' questi paesi potranno poi essere
sempre pi$ competitivi %qui 6altz prevede la grande crescita economica cinese&.
<alla parte di Lenin vi sono solo due punti di di""erenza con ;o(son in quanto questultimo
stato per il leader (olscevico "onte di ispirazione. /e per ;o(son limperialismo poteva essere
eliminato con la redistri(uzione, Lenin credeva che i capitalisti non avre((ero mai permesso
tali politiche, perci' limperialismo non era pi$ un orientamento dei paesi capitalisti ma
diventava una politica di tutti i paesi capitalisti nella loro "ase monopolista.
!noltre mentre ;o(son credeva che la competizione "osse la causa dei con"litti tra paesi
imperialisti, nonch1 la causa di continui aumenti nelle spese in armamenti, ;o(son vedeva
comunque con orrore la possi(ilit che gli stati capitalisti cooperassero tra loro per s"ruttare
quelli arretrati, da par suo Lenin credeva che le intese di cooperazione non avre((ero mai
resistito nel tempo considerando il destino mutevole del capitalismo e le mutevoli opportunit
di investimenti esteri, per lui il capitalismo produceva inevita(ilmente imperialismo e questo
portava alla guerra tra imperialisti. /u questo concetto si svilupper poi lidea del c.d.
socialismo in un solo paese.
2 di""erenza di ;o(son, Lenin vedeva con "avore lo scontro "ra imperialisti perch1 questo
avre((e portato alla "ine del capitalismo inde(olendo i paesi avanzati a "avore delle aree
arretrate. @ui Lenin si inserisce nella tradizione marAista, in"atti per primi MarA ed Bngel
ricono((ero che il capitalismo portava con se la scomparsa delle di""erenze, perci' accanto
allinterpretazione ho(soniana dellimperialismo Lenin manteneva lottimismo marAiano nel
vedere nel capitalismo i semi di uno sviluppo positivo che avre((e portato alluni"ormit delle
condizioni di vita.
Mettendo alla prova la teoria economica dellimperialismo do((iamo per prima cosa
interrogarci sulla validit della teoria economica. !nnanzitutto si deve riconoscere che la spinta
agli investimenti esteri, che per i due autori proveniva dal sottoconsumo nazionale, non include
la necessit che per "are pro"itti "uori dal proprio paese sia necessario creare un impero, ossia
non sempre necessaria una conquista imperialista per garantirsi pro"itti cosa che dipende
invece dalle condizioni interne ed esterne. #erci' una teoria economica non pu' spiegare quali
siano le condizioni interne che determinano un comportamento esterno, ma pu' solo de"inire
lapparire o meno di certi surplus. #erci' tale teoria non supera la seconda e la terza prova
%vedi cap.!&. 2 ci' va aggiunto che la maggioranza dei paesi imperialisti che dovremo
considerare nellanalisi dovranno essere capitalisti e produrre surplus. #ossiamo dire che dal
+CDE in avanti alcuni stati imperialisti esportarono poco capitale nelle loro colonie e altri non
"urono produttori di surplus, come anche non "urono neppure capitalisti. Fli imperi di "ine GCEE
avevano tra loro una enorme diversit di condizioni esterne ed interne, per esempio: la F(
investiva met del proprio capitale nelle colonie e la maggior parte di questo negli 0sa e ci'
dovre((e essere sconcertante per chi segue la teoria economica dellimperialismo, la Hrancia
investiva nei propri territori e commerciava molto con loro, il Fiappone in 2sia e la Iussia in
2sia ed Buropa orientale "urono imperialisti ma non "urono n1 capitalisti n1 produttori di
surplus. 7ali di""erenze dovre((ero essere su""icienti a con"utare la teoria e per loro stessa
ammissione sia ;o(son che Lenin dichiaravano di volersi limitare a spiegare limperialismo in
capitalismo avanzato, perci' ci' porta a chiederci quali condizioni precedenti siano venute
meno e siano state rimpiazzate dal capitalismo nellottica dellimperialismo. Ma sicuramente
limperialismo "u tutto tranne che nuovo, la teoria economica dellimperialismo non "u altro che
una "acile e a""ascinante risposta al perch1 gli stati a capitalismo avanzato "urono
violentemente imperialisti e se consideriamo che gli stati importanti durante la stesura della
teoria di ;o(son erano capitalisti ci rendiamo conto che lesplosione dellattivit imperialista a
"ine GCEE non pu' che essere legata ai cam(iamenti economici e quindi tecnologici allinterno
dei paesi capitalisti. Ma questo argomento non coglie nel segno, anche se 6altz non ha
intenzione di negare il ruolo del capitalismo nellimperialismo. La critica di 6altz andr in"atti a
concentrarsi sulla riduzione ovvero sul considerare soltanto aspetti interni per spiegare
comportamenti esterni. 4onsiderando i - surplus della storia %popolazione, (eni, capitali&
do((iamo "are due considerazioni.
+& 0n paese imperialista deve produrre una o pi$ com(inazioni di tali surplus,
,& il modo in cui il surplus prodotto e la "orma di governo appaiono poco importanti. /e nella
storia gli imperialisti hanno avuto quindi diverse "orme di governo e diversi modi di produzione
di uno o pi$ di quei surplus, parlare di imperialismo capitalista assolutamente riduttivo,
sare((e meglio considerare un imperialismo di grande potenza. #erci' i paesi imperialisti sono
stati tali perch1 capaci di produrre in modo pi$ e""iciente tale surplus e quindi naturale che
nel momento storico del capitalismo il paese che sa produrre surplus di capitale in maniera pi$
e""iciente pu' controllare meglio gli altri. 4i' ci porta a spiegare semmai le condizioni per le
quali una potenza non diventa imperialista piuttosto che il contrario. !nsomma il "enomeno
pi$ vecchio e pi$ generale della teoria o""erta per spiegarlo, limperialismo di grande potenza
la "ormula che esprime la sua origine.
<opo la !FM Lenin e i suoi seguaci e((ero lopportunit di veri"icare la veridicit delle loro
opinioni. /econdo 7rots=: gli 0sa, che ormai avevano sottratto alla F( il primato di "orza
capitalista, sare((ero stati i pi$ grandi "autori dellimperialismo e quindi le loro politiche
imperialiste sare((ero coincise con le cause delle guerre. !n quegli stessi anni /chumpeter
"orn) una spiegazione dellimperialismo pre*capitalista, dove non erano gli elementi economici
ma quelli militari a prevalere in quanto seppur gli apparati militari non erano pi$ cos) utili come
in passato questi continuavano a cercare prestigio attraverso la guerra appoggiati da gruppi
sociali che ne condividevano lo spirito. #erci' per /chumpeter tali "orze ataviche erano alla
(ase delle tendenze imperialiste arrivando ad a""ermare che gli 0sa avre((ero potuto avere
uninclinazione imperialista meno accentuata degli altri. @uesta concezione militarista port'
/chumpeter a ritenere (en pi$ pericolosi degli 0sa Fiappone e Fermania. #erci' per 7rots=:
limperialismo non era altro che lultima espressione maligna del capitalismo, mentre per
/chumpeter il capitalismo era intrinsecamente paci"ista e quindi avre((e assor(ito gli elementi
anacronistici della societ. 8on vi du((io che /chumpeter e con lui Je(len a((iano previsto
ci' che stava per succedere ma questo non su""iciente per veri"icare una teoria. !noltre
entram(i hanno posto il pro(lema "ondamentale per i marAisti della seconda met del GKEE
ossia come salvare la teoria leninista una volta che gli stati capitalisti smettono di perseguire
politiche coloniali o sciolgono i loro domini coloniali. La soluzione a questo pro(lema "u trovata
nel neo*colonialismo, concetto che separa limperialismo dallesistenza degli imperi in armonia
con quanto detto da Lenin che "u disposto a di""erenziare limperialismo dagli imperi, vedendo
nel primo una condizione interna piuttosto che delle conseguenze esterne ossia limperialismo
come lo stadio monopolista del capitalismo anche se per Lenin sare((e stato inimmagina(ile
un imperialismo senza colonie e con politiche che richiedevano pochi s"orzi. La teoria neo*
colonialista sottolinea in"atti la possi(ilit di controllare le risorse di altri paesi senza che sia
necessario lintervento del governo tale era il livello degli strumenti economici privati. La
seconda di""erenza "ra vecchie e nuove teorie marAiste consiste nellinterpretazione degli e""etti
dellimperialismo nei pvs ossia se MarA riteneva che i capitalisti si stessero scavando la "ossa
con le proprie mani, i neo*colonialisti sottolineano che i paesi capitalisti a((iano tutto
linteresse di mantenere arretrati i pvs. /eppur i teorici neo*colonialisti a""ermano di aver
identi"icato e spiegato unaltra "orma di nuovo imperialismo, lesame del loro pensiero ci porta
allindividuazione di punti "ondamentali della teoria politico*internazionale.
Teorie che si "uto2(eri%ic"no
7eorie che sono ideate sulla scia di avvenimenti accaduti e che mancano della capacit di
anticipare i "atti. #er mantenere intatta la teoria leninista in"atti i neo*colonialisti hanno
adattato la vecchia de"inizione alle nuove attivit, perci' dallidea originaria che un impero sia
"ondato sulla costruzione "isica dello stesso allidea che un paese sia in grado di operare
allestero senza costruirlo. !noltre il "atto che il neo*colonialismo non a((ia pi$ (isogno della
"orza militare porta a sostenere che limperialismo mantenga la sua caratteristica di (ase, ossia
lin"luenza dei ricchi sui poveri cosa che il primo passo per salvare la teoria leninista, perci'
sostenere che qualunque attivit di capitalista allestero imperialismo, come i neo*colonialisti
"anno nel loro attacco al li(ero scam(io, aiuta a tras"ormare la teoria dellimperialismo in una
che si auto*veri"ica. 8on si "atto altro che ride"inire il comportamento degli stati capitalisti
per adattare la de"inizione delloggetto della teoria ad avvenimenti gi accaduti.
!trutture senz" comport"mento o scomp"rs" de" %unzione
Faltung nella sua teoria strutturale dellimperialismo vede limperialismo come una relazione
tra stati ricchi economicamente in equili(rio e stati poveri in squili(rio pertanto "a con"usione
tra elementi sistemici, ossia la distri(uzione delle potenzialit, e attri(uti nazionali, perci' pone
in essere una riduzione e questo comporta una perdita di utilit del concetto di struttura che
utile solo se visto nella capacit di in"luenzare il "unzionamento del sistema e il modo in cui le
"unzioni sono svolte. <e"inire la struttura in termini di attri(uti nazionali porta lidenti"icazione
di questi con i risultati che si cerca di spiegare. La costruzione di Faltung porta a identi"icare
nellaumento del divario delle condizioni di vita tra paesi ricchi e poveri la condizione per
limperialismo e quindi nello s"ruttamento verticale tra paesi il motivo principale
dellimperialismo. Ma tali congetture sono vani"icate dalla realt, in"atti diversi paesi "ornitori di
materie prime hanno avuto periodi di "ertilit economica, perci' non solo Faltung descrive e
non spiega ma le descrizioni sono anche errate. #er Faltung tutto si riduce in una relazione tra
s"ruttati e s"ruttatori dove paesi in squili(rio interno vengono s"ruttati da paesi in equili(rio
interno. 8on solo Faltung non spiega il perch1 ma inoltre s(aglia a descrivere la situazione in
modo cos) semplicistico. !noltre 6altz critica Faltung perch1 non si rende conto che senza
lintervento dei paesi avanzati le economie arretrate sare((ero state destinate ad una
situazione ancor peggiore di quella attuale. !n"atti per 6altz le cause della ricchezza come
quelle della povert devono essere viste allinterno dei con"ini nazionali.
!l credo per cui i paesi ricchi si arricchiscono a spese dei poveri diventato permanente per i
neo*colonialisti e non pi$ condizione temporanea come era nelle prime analisi marAiste per i
motivi seguenti.
Eccesso di spieg"zione e pro$em" de c"m$i"mento
#er salvare le tesi leniniane i neo*colonialisti hanno "atto entrare nella de"inizione di
imperialismo qualunque tipo di relazione ineguale. #er esempio i neo*colonialisti hanno
sostenuto che i guadagni provenienti da investimenti allestero, (en pi$ alti degli stessi
investimenti, venivano assor(iti dalle spese militari %improduttive& per evitare la stagnazione
economica. Ma questa spiegazione non si applica a diverse economie importanti come quella
tedesca o giapponese. #erci' anche altri tipi di investimenti pu((lici e privati possono svolgere
la stessa "unzione della spesa militare. @uindi linvestimento estero degli stati non pi$
considerato come sistema di compensazione del sottoconsumo interno, come anche provato
che i pvs non promuovano pi$ la crescita interna con il capitale straniero. /e i pvs non
acquisiscono capacit di resistere allinvasione del capitale straniero, lo squili(rio a "avore dei
paesi ricchi sar sempre pi$ grande e perci' lunico mezzo per com(attere limperialismo
quello di ridistri(uire a livello internazionale il reddito, per esempio attraverso lunione dei
paesi poveri %Faltung& anche se dallunione di poveri di""icile che nasca una "orza vera e
propria.
Lenin, ;o(son e i neo*colonialisti o""rono spiegazioni economiche del comportamento esterno
degli stati con di""erenze pi$ accentuate tra i neo*colonialisti e Lenin piuttosto che tra Lenin e
;o(son. @uesti ultimi vedevano nel capitalismo la causa dellimperialismo e quindi nella sua
eliminazione o regolamentazione la soluzione del pro(lema. ! neo*colonialisti adattando una
vecchia teoria a nuovi scenari commettono errori meno perdona(ili perch1 non o""rono
spiegazioni ma ride"inizioni. Lvviamente lapproccio riduzionista "a di una teoria che pretende
di essere generale una teoria parziale. 4i aiuta ad analizzare alcune politiche imperialiste ma
non considera che le cause economiche non sono le sole e tanto meno le pi$ importanti, non
considera gli imperialismi passati non capitalisti e che lin"luenza negativa del "orte sul de(ole
vi sia solo quando il primo capitalista. /ostengono che cam(iando le caratteristiche degli stati
la guerra non sar pi$ necessaria, ma dimenticano che stati non imperialisti e non capitalisti
hanno "atto tra loro guerre. Le stesse cause producono spesso e""etti diversi ed e""etti diversi
possono essere prodotti da cause identiche, perci' necessario un approccio sistemico anche
se il "allimento dellapproccio riduzionista non spiega il possi(ile successo degli altri approcci.
Lltre a trovare una teoria sistemica pi$ convincente di quelle riduzioniste sar quindi
necessario esaminare le ragioni del "allimento di queste ultime.
III. Approcci sistemici e teorie
!nnanzitutto va chiarita la distinzione tra la riduzione e la spiegazione dei risultati politici
attraverso sistemi di""erenti. /e MarA spiegava la politica degli stati in "unzione delle loro
economie, 6allerstein cerca di spiegare le politiche statali in "unzione delleconomia capitalista
mondiale intesa come unico sistema mondiale tra il !M e il MM secolo, ma tale modello viene
con"uso con la realt. #er 6altz lo((iettivo di una teoria della politica internazionale quello di
spiegare i risultati di questa e solo poi "ornire in"ormazioni sulle politiche estere degli stati e
altro. 8on detto che se una teoria politica pu' dire qualcosa sulleconomia questa possa
essere sostituita da una teoria economica. #erci' seguendo anche il contri(uto di 6allerstein
nel sottolineare le interazioni tra sistemi nazionali ed internazionali che coesistono 6altz ritiene
necessaria una teoria sistemica.
0na teoria sistemica potr essere tale solo se individuer parte della spiegazione degli e""etti a
livello politico internazionale.
Approcci sistemici
Mettendo a con"ronto gli approcci analitici con quelli sistemici possiamo vedere che il metodo
analitico richiede la riduzione delle entit alle sue parti distinte e lesame delle propriet e delle
relazioni di tali parti. Lintero compreso attraverso lo studio dei suoi elementi e le relazioni
esistenti "ra ogni coppia di varia(ili vengono studiate separatamente. 0na volta "atto ci' i
"attori sono com(inati in unequazione in cui le coppie di varia(ili appaiono come le varia(ili
della legge causale. 7ale metodo "unziona dove vi sono relazioni tra parecchi "attori e inoltre
rende la procedura molto pi$ semplice ma spesso produce analisi non su""icienti, in"atti potr
essere accettata solo laddove gli e""etti sistemici sono assenti o de(oli. !l metodo sistemico
de"inito come insieme di unit interagenti, considera un primo livello ossia la struttura che
consente di pensare alle unit come "ormanti un insieme distinto dalla semplice somma delle
parti e un secondo livello dove il sistema "ormato da unit interagenti. Lo scopo spiegare
come questi due livelli operano ed interagiscono pertanto necessario separarli in quanto un
approccio sistemico deve essere in grado di mostrare un livello strutturale separato dal livello
delle unit interagenti, insomma nelle de"inizioni delle strutture devono essere trascurati gli
attri(uti e le relazioni delle unit. Lo scopo di tale teoria, per alcuni, non solo quello di
de"inire le condizioni di equili(rio ma anche de"inire come possono essere mantenute, per altri
deve mostrare come i sistemi determinino il comportamento delle unit e le loro interazioni
come se le cause operassero soltanto verso il (asso. 6altz ritiene che sia s(agliato limitare le
teorie sistemiche a questi soli due o(iettivi, ritiene che per primo una teoria de((a individuare
la prevedi(ile evoluzione delle strutture e la loro capacit di durata e di mantenimento della
pace, secondariamente devono mostrare come la struttura in"luenzi le unit e viceversa. Ma
passare da un approccio ad una teoria sistemica necessit di alcuni ulteriori appro"ondimenti.
Nisogner indicare il peso relativo delle cause sistemiche e sottosistemiche e il modo in cui tali
"orze ed e""etti cam(iano da un sistema allaltro.
An"isi di tre import"nti teorie
-1 Rosecrance
La struttura costituita da . elementi: una "onte disgregante o imput, un elemento regolatore,
un insieme di costrizioni am(ientali che modi"icano gli imput e il regolatore e dai risultati.
Fli stati sono il "attore disgregante seppur con diverse gradazioni %da stati rivoluzionari a stati
conservatori&. Lelemento regolatore sono le istituzioni internazionali, lam(iente linsieme
delle costrizioni "isiche che in"luenzano la politica. !n questo caso non esiste nessun concetto di
sistema che in"luenzi il comportamento e le relazioni degli stati, perci' Iosecrance ha descritto
una struttura non ela(orato una teoria e inoltre la struttura "atta in modo tale da
determinare la conclusione. /ia la sua opinione riguardo linsicurezza interna delle 1lite che
tendere((e ad essere correlata con linsta(ilit internazionale, sia gli stati visti come elementi
di distur(o sono punti di vista limitati. /uccessivamente Iosecrance cerca di spiegare i
mutamenti internazionali attraverso i mutamenti nelle componenti della sua analisi, ma ci'
porta questa a divenire empirica ed analitica ma non sistematica in quanto le componenti sono
giudicate in grado di produrre le tras"ormazioni e nessuna di esse a livello sistemico, il
sistema per Iosecrance non ha alcuna in"luenza sulle azioni degli stati e sulle interazioni tra
essi, pone a livello sistemico i risultati e a livello su(*sistemico le cause e perci' un approccio
riduzionista.
01 Hoffmann
#er lui il sistema internazionale un modello di relazioni "ra unit di (ase della politica
mondiale ma la struttura vista in questo modo cos) glo(ale e vaga che perde il suo signi"icato
e ci' la conseguenza necessaria dei metodi e degli o(iettivi di ;o""mann. !nnanzitutto per
6altz ;o""mann ha una visione del sistema come schema analitico o costruzione intellettuale,
ossia un modo per organizzare i dati e come postulato, ossia lesistenza di modelli di relazioni
distingui(ili e varia(ili chiave distingui(ili. #ertanto i sistemi sono anche delle realt, egli crede
allesistenza certa dei sistemi nazionali mentre considera ipotetica quella dei sistemi
internazionali. !l suo o(iettivo la ricerca della realt, di relazioni regolari "ra unit che
raggiungono un certo grado di intensit distinguendo la componente internazionale dagli a""ari
interni delle unit studiate come parzialmente consapevoli delle loro interdipendenze. !n
;o""mann non evidente la ragione per cui si dovre((e postulare lesistenza reale dei sistemi
internazionali, perci' necessario studiare lintero attraverso le sue parti, qui che ;o""mann
elogia 2ron. La con"usione che ;o""mann "a tra unit e struttura chiarisce il motivo del
"allimento di tale teoria, non distingue "ra mutamenti derivati dalle parti e mutamenti derivati
dal passaggio di sistema. ;o""mann ritiene perci' che lunico modo per comprendere un
mutamento di sistema sia la comparazione storica e che ogni cam(iamento importante sia
cam(iamento di sistema, perci' qualunque cam(iamento di grande portata negli stati diventa
un cam(iamento della struttura, di sistema. ;o""mann parla di rivoluzione "ondamentale
quando con"onde il cam(iamento nel sistema con un cam(iamento di sistema, "acendo
diventare il sistema la descrizione esaustiva di ogni elemento che serva a de"inirlo, ci'
potre((e portare alla convivenza possi(ile tra diversi sistemi in uno stesso momento.
;o""mann include tutto nella struttura, le cause si con"ondono e seppur de"inisca la struttura in
parte come disposizione delle parti, ossia struttura del potere, e in parte secondo le loro
caratteristiche, ossia omogeneit ed eterogeneit degli stati, arriva per' ad inserire le
caratteristiche concrete di questi dentro la de"inizione di struttura de"inendola come un insieme
di sistemi e con"ondendo cos) cause ed e""etti. !noltre parlare di struttura di potere e di
eterogeneit ed omogeneit degli stati per 6altz signi"ica com(inare diversi livelli di astrazione
e dato che la de"inizione di struttura di ;o""mann descrittiva ci' a((assa molto lastrazione.
4om(inare di""erenti livelli vuol dire rendere impossi(ile una risposta. 2nche ;o""mann come
Iosecrance descrive. La con"usione di tale modello permette ad ;o""mann, per sua stessa
ammissione di determinare gli e""etti in modo ar(itrario, ma importante invece analizzare
come ;o""mann evoca i sistemi. 4ome 2ron ;o""mann ritiene che gli attori principali
determinano il sistema pi$ di quanto questo non a((ia "atto sui primi, da qui ;o""mann prende
in considerazione la possi(ilit di rileggere le opere rousseauiane, che ponevano laccento sulla
considerazione del contesto pi$ che degli attri(uti delle unit, in "unzione dello studio di stati
ideali che producano la pace senza (isogno della c.d. lega mondiale di 9ant. !l vero punto di
vista di Iusseau era invece quello di considerare la pace tra gli stati possi(ile solo con uno
scarso livello di relazioni tra loro. 2nche la previsione "atta da ;o""mann nel +KDE che il
sistema (ipolare si sare((e tras"ormato in sistema "atto da O potenze si rivel' presto "rutto
della con"usione di elementi strutturali diversi. 7ale cam(iamento ipotizzato da ;o""mann era
"iglio della convinzione che le politiche degli stati possano de"inire la struttura del sistema,
perci' anche in questo caso si tratta di riduzione. Fli approcci sistemici analizzati "ino ad ora
interrompono le analisi delle cause a livello sistemico, ma sostenere una teoria sistemica non
vuol dire che il sistema determini i comportamenti e gli attri(uti degli stati ma signi"ica tenere
aperta la questione di quale sia il peso relativo dei "attori di livello unitario e sistemico. Lanalisi
di ;o""mann de"inita da 6altz tolemaica perch1 come il sistema tolemaico proiettava i
movimenti terrestri sui corpi celesti, anche la teoria di ;o""mann proietta il comportamento
degli stati come unico determinante del sistema ed per questo che ogni volta che vi un
mutamento interno egli o((ligato a parlare di mutamento internazionale, di una nuova
struttura. Ma i meriti di ;o""mann sono il "atto di ritenere il sistema come struttura di relazioni
e glo(ale che in"luenzano il comportamento degli stati da cui la struttura "ormata. Ma di certo
(asare lanalisi solo ed esclusivamente sullo studio della storia riduttivo.
31 Kaplan
/e ;o""mann e Iosecrance trovano a livello di unit le cause per i mutamenti di sistema,
9aplan pone al centro della sua teoria un sistema di azione (asato su principi organizzativi e su
con"igurazioni di potere. <iverse "urono le critiche che autori come Lie(er e ;o""mann
muovono a 9aplan in quanto questultimo opera sempli"icazioni per costruire una teoria e dal
punto di vista di 6altz questo un assoluto pregio. /eppur le pretese di 9aplan siano
straordinarie necessario analizzare i P sistemi che considera:
* di equili(rio,
* (ipolare elastico,
* (ipolare rigido,
* di unit*veto,
* universale
* gerarchico.
Le O varia(ili su""icienti a descriverli sono:
* le regole "ondamentali del sistema,
* le regole della tras"ormazione,
* le varia(ili classi"icatorie degli attori,
* le varia(ili risorse
* le varia(ili in"ormazione.
<ata la mancanza di un modello di interazione tra le varia(ili quella di 9aplan non pu' essere
de"inita una teoria, seppur la varia(ile regole "ondamentali del sistema sem(ra essere
maggiormente importante.
I sistem" de'e#uii$rio quello a cui 9aplan ha dedicato maggiore attenzione, de"inendolo
come composto da O attori principali. Le regole di tale sistema sono:
* agire per incrementare le proprie risorse ma negoziare piuttosto che com(attere,
* com(attere piuttosto che rinunciare ad unopportunit,
* cessare di com(attere piuttosto di eliminare un attore essenziale,
* opporsi ad ogni coalizione o singolo attore che tenti di assumere una posizione di
predominio del sistema,
* opporsi agli attori che sottoscrivono i principi dellorganizzazione sopranazionale,
* permettere allattore internazionale scon"itto o in di""icolt di rientrare nel sistema come
partecipante accetta(ile
* agire per portare a questo livello un attore prima non essenziale, ossia trattare tutti gli
attori essenziali come partner accetta(ili.
4ome sottolineato anche da Ii=er spesso queste regole possono rivelarsi contradditorie,
perci' la riscrittura nel seguente modo potr renderle pi$ chiare:
* agire nel modo pi$ economico possi(ile per aumentare le proprie risorse %+ e ,&,
* proteggersi dagli altri attori secondo i principi della regola a %. e O&,
* agire per mantenere il numero di unit essenziali del sistema %- e P&.
4ome rivela 9aplan la regola a egoistica, la ( razionale mentre la c (asata sulla
socializzazione ossia sulladozione da parte degli stati di prescrizioni del sistema come
programma per le loro attivit. !n altri termini le regole a e ( sono il corrispettivo della
teoria microeconomica mentre la regola c in termini economici suonere((e come non
portare nessuno al "allimento. !l "atto che gli stati producano un determinato risultato solo
se motivati a "arlo porta lanalisi di 9aplan pi$ lontana dalla teoria sistemica pur senza
"ornire una ragione di tale opinione. 9aplan non riuscito ad individuare i concetti che gli
avre((ero permesso di mettere sotto controllo la politica internazionale. 9aplan non
de"inisce n1 il sistema e lam(iente in cui questo si colloca, n1 la struttura del sistema in
modo che la sua identit sia distingui(ile dalle varia(ili interne e dalle loro interazioni. <alle
de"inizioni di 9aplan pare che tutti gli elementi importanti per un sistema si trovino al suo
interno ma poi comincia a considerare dei c.d. elementi di distur(o esterno pur non
de"inendoli. Le varia(ili sistemiche di 9aplan sono le regole "ondamentali e quelle di
tras"ormazione, seguendo queste il sistema rimarr in equili(rio in quanto 9aplan ha
equiparato le motivazioni ed il comportamento degli attori ai risultati delle loro azioni. Le
regole di tras"ormazione entrano in gioco solo quando le condizioni am(ientali siano tali da
indurre mutamenti nel comportamento tipico, cio nelle regole "ondamentali, perci' non vi
sar nessun mutamento se gli attori continueranno a seguire tali regole. #erci' se i
cam(iamenti avvengono solo per mutamenti dei comportamenti degli stati questi
coincidono con lam(iente e ci' porta a una impossi(ilit di cam(iamento. 9aplan de"inisce
gli stati come sottosistema dellam(iente, perci' questi diventano sia am(iente che
sottosistema. !n"ine, parla di sottosistema come mercato oligopolistico ma tale tipo di
mercato la negazione di un approccio sistemico perch1 quello in cui appare
indeterminata lin"luenza delle aziende sul mercato e viceversa. 9aplan non de"inisce
lam(iente come diverso dalla comunit di stati e non spiega come sistemi e sottosistemi si
in"luenzino. 9aplan incapace di sta(ilire unentit del sistema distinta dal suo am(iente e
dalle parti perci' limitato nel distinguere tra realt e modelli "inisce col dare peso solo
allin"luenza degli stati sul sistema e non viceversa e ci' in contraddizione con la teoria che
ha intenzione di "ormulare. #erci' 9aplan non riesce a distinguere tra linterazione delle
unit e la loro disposizione pur dichiarando che i suoi sistemi sono validi con qualunque tipo
di stato, questo spiegato in modo talmente vago da o""rire scarse spiegazioni del
comportamento degli stati "ino al punto che tutto "inisce col dipendere dalle caratteristiche
degli stati e ci' comporta un approccio riduzionista. 9aplan analizza "unzioni e processi
so""ermandosi sul comportamento e interazioni tra stati e ci' porta la sua analisi ad un
livello riduzionista. 9aplan ela(ora un metodo sullesame del carattere delle interazioni
delle varia(ili e dallinsieme di queste preso come rappresentazione del sistema. @uesto
ultimo punto pu' essere spiegato nel modo seguente. #rendendo il concetto di "eed(ac=,
considerato come un qualcosa che opera solo allinterno di un organizzazione senza
signi"icato tecnico distinto al di "uori di un ordine gerarchico, per esempio 9aplan utilizza
lesempio del termostato regolatore di una "ornace: strumento controllore e uno controllato
che produce un determinato risultato, ma 9aplan usa il termine "eed(ac= senza
preoccuparsi della sua adeguatezza "ormale ossia il "atto che indichi solo che in certe
condizioni alcuni stati cam(ieranno con certe pro(a(ilit le loro politiche in risposta alle
mosse di altri stati i quali a loro volta saranno in"luenzati dai mutamenti altrui, ma in
questo caso no vi nessuna distinzione tra attore controllato e controllore.
In definitiva 3 sono le difficolt maggiori nel lavoro di Kaplan:
1) dimentica che le!uilibrio trova applicazione in !ualsiasi situazione ove due o pi" unit
coesistono in un sistema fondato sullautodifesa# ossia in anarchia$
%) &n approccio sistemico dovrebbe considerare le cause a livello di sistema accantonando gli
attributi degli stati# invece Kaplan nega che gli attributi abbiano un posto nella struttura ma li
inserisce clandestinamente attraverso le regole da lui ideate# cosa che da a Kaplan parte della
responsabilit riguardante labitudine di includere le configurazioni di alleanze nelle strutture di
sistemi$
3) &n approccio sistemico ' necessario solo !uando la struttura e le unit si influenzano
reciprocamente$ 0na struttura pu' essere predominante sugli attri(uti o sulle interazioni tra
attori, ma lungi dallessere predominante una struttura sistemica agisce come limite delle unit
del sistema imponendo comportamenti che perpetuano il sistema. @uesto limite evidente nel
momento in cui 9aplan de"inisce il sistema internazionale come sottosistemi dominanti ma
questi ultimi non sono un sistema e anche in questo caso ci troviamo di "ronte ad un approccio
riduzionista.
7ra chi utilizza il termine sistema o struttura come parole in voga nel gergo e chi struttura il
suo lavoro sul modello generale dei sistemi vi grossa di""erenza. <ato che il sistema un
organizzazione completa ordinata gerarchicamente e con parti di""erenziate che svolgono
"unzioni speci"iche assolutamente di""icile de"inire il sistema internazionale come tale. La
politica internazionale manca di quellordine gerarchico che rendere((e appropriato un
approccio sistemico.
IV. Teorie riduzioniste e teorie sistemiche
Le teorie sono riduzioniste o sistemiche a seconda dellordine che danno al materiale che c a
disposizione. @uelle riduzioniste spiegano i risultati internazionali attraverso elementi e
com(inazioni di elementi di livello nazionale e su(*nazionale. !ntendono spiegare quindi le
conseguenze esterne attraverso cause interne, perci' il sistema internazionale non altro che
una semplice conseguenza. Le teorie riduzioniste non sono altro che teorie sul comportamento
delle parti. #er esempio, le teorie dellimperialismo %cap. ,& vedono le conseguenze
internazionali come somma dei risultati prodotti da stati separati i cui comportamenti vengono
spiegati solo attraverso le caratteristiche interne. ;o(son (asa la sua analisi sulle
caratteristiche delle economie nazionali come causa del sistema internazionale. 2((iamo
appurato che ci' non necessariamente vero. <urante tutto il M!M secolo "ino allorientamento
tradizionale o moderno della scienza politica vi stata una tendenza alla rei"icazione dei
sistemi riducendoli alle parti interagenti, seppur i tradizionalisti erano pi$ orientati allo studio
della storia e i modernisti si attengono ad un approccio scienti"ico non deve sem(rarci strano il
"atto di accomunarli in questo caso. La struttura interna di""erente da quella internazionale
per i tradizionalisti in quanto nella prima vi organizzazione, un governo, nella seconda vi
anarchia. ! modernisti invece non sottolineano tale di""erenza in quanto se la di""erenza di
contesto trascurata o negata la di""erenza qualitativa tra politica internazionale ed interna
viene meno. Ma ci' non deve "arci perdere di vista la sostanziale identit metodologica che
porta 6altz a de"inire modernisti e tradizionalisti come dei riduzionisti. /ia tradizionalisti che
modernisti, pur partendo da considerazioni di""erenti arrivano a sostenere che il pericolo
maggiore per la insta(ilit internazionale sta nella presenza di stati rivoluzionari, portatori di
una morale che si contrappone a quella della comunit degli stati. Morgenthau 9issinger
%questultimo solo in qualit di politologo e non di segretario di stato& ritengono che un ordine
internazionale legittimo sia quello accettato da tutte le maggiori potenze mentre quello
rivoluzionario ri"iutato da una o pi$ potenze, perci' quello legittimo tende alla sta(ilit e alla
pace mentre quello rivoluzionario tende alla guerra e allinsta(ilit. <a qui la necessit di
intervenire allinterno degli stati per "are in modo di creare una morale comune, cosa che per'
9issinger non "ece una volta giunto alla segreteria di stato 0sa. Lev: sostiene che ci siano delle
societ da modernizzare per portare sta(ilit nel mondo. !nsomma, in questo modo a((iamo
provato che seppur da punti di vista diversi gran parte della dottrina considera linsta(ilit
come conseguenza della presenza di stati rivoluzionari e quindi (ellicosi, ma a volte stati
rivoluzionari hanno avuto interesse alla sta(ilit cos) come stati non rivoluzionari hanno avuto
interesse allinsta(ilit. #erci' Je(len e /chumpeter spiegano limperialismo con lo sviluppo
sociale interno, ;o(son con la struttura economica interna, Lev: crede che sia la sta(ilit
nazionale a determinare quella internazionale, 9aplan parla di politica internazionale come
sottosistema dominante, per 2ron le caratteristiche dei poli del sistema sono pi$ importanti del
numero di questi, e per 9issinger e Morgenthau necessario intervenire negli a""ari interni per
assicurare la sta(ilit internazionale, in"ine Iosecrance considera il sistema internazionale
come causa ed e""etto tras"ormando lanalisi della politica internazionale in una correlazione tra
condizioni interne e risultati internazionali.
#er 6altz non su""iciente lo studio delle caratteristiche interne in quanto non possi(ile da
ci' trarre alcuna generalizzazione, continueremmo a descrivere ma non a comprendere. 7utto
ci' che non viene compreso a livello di sistema viene sostituito da nuovi attri(uti delle unit,
ci' comporta una creazione in"inita di varia(ili e di indici di correlazioni che sono solo
"uorvianti. 8on si pu' dire con certezza che tutti gli e""etti prodotti dal sistema possano essere
attri(uiti alle unit. /e attri(uiamo il mutamento agli attori, a chi attri(uire allora la continuit,
ovvero la politica internazionale vista spesso come regno del caso ma (ench1 a((ondino i
mutamenti le continuit sono ugualmente e anche pi$ impressionanti.
#er esempio, il primo li(ro apocri"o dei Macca(ei pu' essere visto in continuit con la !FM,
7ucidide viene considerato nelle analisi di ;o((es e addirittura ;alle lo ritiene rilevante nellera
delle superpotenze. Lo stesso carattere anarchico della politica internazionale una continuit
nei millenni, le relazioni si modi"icano raramente per qualit o tipo. <ato che tale continuit
accettata dalla maggior parte degli studiosi ci si chiede perch1 lapproccio riduzionista a((ia
avuto tanto successo. 7ali approcci sono pi$ "igli degli errori degli studiosi piuttosto che vere e
proprie teorie internazionali, per esempio come potremmo spiegare il comune destino di 0sa e
0rss se non attraverso motivazioni sistemiche dato che le interazioni tra i due soggetti sono
scarse. !noltre continuit e ripetizione mostrano anche il "allimento della c.d. "ormula del
rovesciamento. #er esempio, gli studiosi che hanno sta(ilito le cause delle guerre in "unzione
delle "orme di stato o delle ideologie di stato dovre((ero spiegare il perch1 la guerra si
sviluppa anche in presenza di condizioni di""erenti.
<ato che alcune cause interne spesso non corrispondono agli e""etti osservati a livello
internazionale vi necessit di un approccio sistemico. Le cause di livello internazionale ed
interno interagiscono tra loro. 6altz a questo punto comincia a spiegare come si costruisce una
teoria sistemica.
!nnanzitutto la necessit di astrarre dalla realt, ossia cercare la semplicit, trascurare ci' che
vediamo e la nostra esperienza utilizzare un numero limitato di varia(ili, limitare lam(ito del
nostro interesse, organizzarlo e sempli"icare i materiali, concentrasi sulle tendenze centrali e
scegliere le "orze propulsive pi$ importanti.
!nnanzitutto una teoria sistemica spiega la regolarit di comportamento, creando aspettative
sui risultati prodotti dalle unit interagenti entro campi di variazione. Lvviamente il
comportamento degli stati indetermina(ile e questa la questione irrisolta. Lapproccio
comportamentista procede ela(orando proposizioni su comportamento, strategie ed interazioni
ma tali proposizioni sono a livello delle unit e non sistemiche. #erci' "ondamentale spiegare
le ragioni per cui i risultati attesi variano entro determinati limiti, spiegare le ragioni del
ricorrere di certi modelli di comportamento e di certi eventi inclusi quelli voluti da pochi attori o
nessuno. La struttura agisce come limite e "orza ordinatrice. 0na teoria sistemica deve
spiegare e prevedere le continuit e deve avere capacit esplicative e predittive senza
dimenticare la c.d. eleganza ossia una validit generale delle spiegazioni e delle predizioni. 0na
teoria potr "ornire spiegazioni sul ricorrere delle guerre ma non potr predire lo scoppio di
guerre particolari. La trascuratezza dello studio delle strutture dovuta al "atto che il
perdurare di queste le ha "atte percepire come statiche, quasi come un concetto vuoto. Ma le
strutture possono cam(iare improvvisamente, in"atti una teoria spiega il cam(iamento da un
sistema allaltro. Fli stati europei passarono dal multipolarismo al (ipolarismo e proprio grazie
a questo minore peso dei paesi europei questi hanno potuto immaginare una maggiore
cooperazione tra loro. 0na teoria in de"initiva spiega le tras"ormazioni da un sistema allaltro,
descrive e comprende in modo strutturale le pressioni al modo in cui sono soggetti gli stati ma
non pu' prevedere le loro azioni. /are((e poco utile negare lesistenza di importanti
discontinuit, in"atti una teoria sistemica deve spiegarle. !noltre una teoria deve considerare le
"orze in gioco a livello internazionale non a livello nazionale. /igni"ica costruire una teoria della
politica internazionale senza costruire una teoria delle politiche estere. 3 come il mercato che
viene inteso come "orza ordinatrice senza necessariamente conoscere le politiche delle singole
imprese. 3 necessario quindi spiegare la politica internazionale considerando la posizione degli
stati, la distri(uzione del potere, considerando le politiche estere soltanto per spiegare alcuni
aspetti. /enza du((io una teoria scritta nei termini di grande potenza di unepoca, ma senza
du((io il destino degli stati pi$ in"luenzato dagli stati maggiori piuttosto che i piccoli anche se
concentrarsi sui grandi non vuol dire considerare i piccoli. La struttura una causa perci' pu'
essere intesa sia
%+& per designare un dispositivo che opera per produrre ununi"ormit di e""etti a dispetto della
variet degli input, sia
%,& come insieme di condizioni e costrizioni.
8el primo caso 6altz utilizza il termine agente o organizzazione nel secondo caso struttura. La
struttura in"luenza il comportamento degli agenti e quindi il risultato perci' non (astano i
comportamenti e le intenzioni per analizzare i risultati, non producono gli e""etti direttamente e
quindi non operano come agenti. @uesti ultimi in"atti operano in modo diverso ma sono
in"luenzati dalla struttura.
<ue sono i modi attraverso i quali si producono e""etti per in"luenza della struttura:
a& la socializzazione degli attori,
(& competizione tra gli attori.
!oci"izz"zione: per esempio il comportamento di una coppia pu' essere considerato solo
analizzando il comportamento di entram(i e non un comportamento unilaterale, ciascun
soggetto gioca una partita allinterno della partita. !l "atto che la struttura ci in"luenzi non
signi"ica cessare di essere noi stessi ma diveniamo noi stessi e qualcosa daltro nello stesso
tempo, ci tras"ormiamo ma non possiamo attri(uire la causa ad un agente. La socializzazione
porta dunque i mem(ri di un gruppo ad agire in con"ormit con le sue norme, alcuni mem(ri
agiranno in modo deviato perch1 riterranno repressive quelle norme e verranno ridicolizzati
dagli altri e ci' potr sia rimetterli in linea che escluderli dal gruppo ma comunque si manterr
lordine.
Competizione: se la socializzazione avviene allinterno dei singoli segmenti la competizione
ha luogo "ra i seguenti di una societ, anche se entram(e incoraggiano le similarit di attri(uti
e comportamento, la competizione genera ordine a cui le unit si adeguano. #er esempio
/mith nel +DDP crea una teoria in cui sono le costrizioni strutturali a dettare il comportamento
degli attori, partendo da alcuni assunti come la massimizzazione del pro"itto e anche quando
qualcuno non vorr massimizzare il pro"itto la razionalit della struttura del sistema %qualcuno
pi$ e""iciente di un altro nello""rire un (ene o servizio& porter tutti a emuler il pi$ e""iciente.
La regolarit va ricercata nei risultati e non negli input.
/ocializzazione e competizione sono processi di riduzione della variet dei comportamenti,
lordine pu' essere mantenuto grazie a reciproci adattamenti in assenza di un aggiustatore. !n
de"initiva strutture di""erenti possono produrre gli stessi risultati anche quando unit e
interazioni variano, per esempio concorrenza per"etta, collusione per"etta e controllo assoluto
producono gli stessi risultati. 4ause di""erenti possono produrre e""etti di""erenti e viceversa.
0n sistema che indipendente dalle condizioni iniziali si dice che mostri equi*"inalit, perci' il
sistema la migliore spiegazione di s1 stesso. La struttura va studiata di per s1, necessario
mostrare il modo in cui i livelli di sistema e unit possono essere distintamente de"initi e quindi
va marcata tale di""erenza, ed quello che 6altz "a nel capitolo J.
V. Le strutture poitiche
6altz propone prima lanalisi della struttura sociale per poi de"inirla in senso politico, sia a
livello nazionale che internazionale. 0n sistema composto da una struttura e da unit
interagenti. La struttura lunit estesa a tutto il sistema che rende possi(ile pensare al
sistema come un intero. /ar necessario quindi distinguere, astrarre tale de"inizione dalle
caratteristiche delle unit, dal loro comportamento e dalle loro interazioni per arrivare a
concetti teoricamente utili. !noltre sar utile trascurare tutto ci' che non rilevante
teoricamente e a questo punto "inisce la "ase negativa.
Bsclusi pertanto attri(uti e interazioni, ci' che rimane come ricorda 8adel il doppio signi"icato
di relazione, utilizzato sia per indicare le relazioni delle unit che le posizioni che esse
occupano luna nei con"ronti delle altre. !l primo signi"icato linterazione, perci' dovremo
considerare solo il secondo signi"icato, perci' il modo in cui le unit si com(inano propriet
del sistema e non delle unit stesse.
(re saranno le conseguenze di ci):
1) le strutture possono resistere anche !uando variano le caratteristiche delle unit* %) una
definizione di struttura pu) essere applicata a diverse parti purch+ lordine sia simile*
3) le teorie sviluppate per un settore potranno rivelarsi utili anche per gli altri$
0na struttura quindi de"inita dallordine delle sue parti, solo i cam(iamenti di tale ordine sono
strutturali e struttura e parti interagenti compongono il sistema. Bssendo entit astratta non
pu' essere de"inita attraverso caratteristiche materiali del sistema ma solo attraverso lordine
e i suoi principi regolatori.
0nit com(inate e contrapposte in modo di""erente si comportano diversamente producendo
risultati diversi. La struttura della politica interna la prima analizzata da 6altz che comincia a
studiarla ponendosi una domanda, ovvero qual il principio ordinatore delle parti.
4onsiderando che la struttura de"inisce lordine o la disposizione delle parti e quindi non
costituita dalle istituzioni ma sulla loro disposizione.
La politica interna ordinata in modo gerarchico, gli attori politici di""erenziati in (ase
allautorit attraverso "unzioni speci"iche, in "unzione di una posizione che muta al mutare del
potere relativo.
,ertanto la struttura politica interna ' definita:
1) attraverso il principio ordinatore#
%) secondo la specificazione delle funzioni di unit formalmente differenziate#
3) attraverso la distribuzione del potere fra le unit$
@ualunque altro elemento trascura(ile dato che do((iamo dare la possi(ilit al nostro
modello di individuare e""etti prevedi(ili.
2 questo punto 6altz inizia una disamina riguardante la "igura del pm di F( e il presidente 0sa
e del loro rapporto con i rispettivi poteri legislativi, 4amera dei 4omuni e partito di
maggioranza, 4ongresso.
!n F( stato il rapporto tra partito e leader a modi"icare radicalmente la "igura del pm, seppur
questa non a((ia su(ito rilevanti modi"iche "ormali. !l metodo di reclutamento del leader tale
da permettergli una volta arrivato alla dirigenza del partito una garanzia di sta(ilit ma non un
"orte potere sulla maggioranza parlamentare. !l presidente 0sa invece spesso "iglio di settori
non propriamente politici in quanto non vi relazione tra una carriera al 4ongresso e lelezione
a presidente 0sa. Iiassumendo il presidente pu' governare ma a pro(lemi ad essere seguito
dal suo partito mentre il pm ha il sostegno garantito ma in una situazione di minore autonomia
dal partito. 0n pm potr (en guidare la maggioranza parlamentare e quindi questa potr
sem(rarci pi$ docile ma non detto che sia cos), la necessit di mantenere insieme il ruolo di
pm e di capo del partito limita lautonomia del leader, per esempio non permettendogli di
crearsi di volta in volta maggioranze varia(ili. #er il presidente vale la stessa cosa che per il
pm, ovvero il sistema a de"inire le caratteristiche della leadership. <ata la sua indipendenza
dal legislativo egli pu' chiedere al 4ongresso di approvare diversi suoi progetti di legge, ma
non detto che gli ottenga, a di""erenza del pm pu' chiedere di pi$ di quanto non riesca ad
ottenere mentre questo ultimo pu' ottenere tutto purch1 sia considerato accetta(ile dal
partito. Mentre in F( lattenzione concentrata sul pm, negli 0sa lo spettacolo o""erto dal
4ongresso spesso sottrae attenzione verso il presidente. 8on un caso che leadership in 0sa
sia identi"icata con luomo "orte alla presidenza mentre in F( con lauspicio che la volont del
pm si tras"ormi in legge. !noltre le condizioni am(ientali sono spesso "ondamentali nella
decisione di quale sia il leader pi$ "orte %es. vedi 4hurchill scelto come leader dei 7ories
durante la !!FM&.
Le strutture intern"zion"i
I principi ordinatori
La questione di carattere strutturale concerne lordine delle parti. /e nel sistema interno vi
relazione di superiorit*su(ordinazione perci' diritto di comando e dovere di o((edienza, li
a((iamo de"initi gerarchici e centralizzati. Le parti internazionali sono invece sottoposte a
coordinazione, "ormale uguaglianza e quindi de"iniremo la posizione di tali parti come anarchica
e decentrata ossia senza governo, in cui agenti sopranazionali possono assurgere a certi livelli
di autorit ma sempre de(ole. La struttura quindi concetto organizzativo, ma in questo caso
manca ordine e dunque organizzazione. #ertanto si evidenzia il pro(lema di come de"inire
lordine senza un ordinatore, in anarchia.
6altz prende di nuovo a prestito la teoria microeconomica di /mith. La costruzione di una
microteoria, non signi"ica che micro sia aggettivo dimensionale ma relativo a come la teoria
costruita. La microeconomia si "onda su concetti quali quello di unit economiche di mercato,
assumendo come scopo la massimizzazione del pro"itto, ma postulando concetti che
necessariamente sono astratti. <opo un primo concetto di homo oeconomicus, de"iniamo il
concetto di mercato che seppur creato dai soggetti diventa limite per lazione degli stessi, ossia
viene postulato che legoismo sommato degli attori possa produrre (uoni risultati %laissez*
"aire&. !l (ene comune della societ si realizza attraverso le meschine am(izioni dei suoi
mem(ri. !l mercato diventa quindi causa strutturale, seleziona i comportamenti attraverso i
loro risultati, premiandone alcuni e condannandone altri. !n quanto teoria la microeconomia
(asata su proposizioni precedute e seguite dalle parole se e allora. #ertanto il livello di
generalit, le idealizzazioni ci permettono di vedere i "enomeni in via generale. !l sistema
politico internazionale somiglia a quello economico ma a di""erenza di questo il principio di
autodi"esa si applica senza limiti imposti in quanto vi assenza di governo. /i assume che
lo(iettivo degli stati sia assicurarsi la sopravvivenza, considerata come terreno dazione ossia
il prerequisito per gli altri o(iettivi ma non per "orza lo(iettivo perseguito da qualsiasi azione
dello stato. Ma non necessario che tutti gli stati perseguano sempre questo o(iettivo ma
su""iciente che la maggioranza degli stati lo "accia. 2nche il sistema internazionale premia o
punisce chi si con"orma o meno alle sue esigenze, perci' la struttura seleziona.
Il carattere delle unit
Fli stati possono modi"icare il loro comportamento a causa della struttura che emerge
dallinterazione ma per capirlo necessario de"inire alcuni punti. !nnanzitutto gli stati non sono
contraddistinti da "unzioni diverse, lanarchia comporta uguaglianza "ormale e di "unzione e
"inche perdura resistono solo unit uguali. Le strutture variano solo attraverso un mutamento
del principio organizzativo ossia il potere delle unit.
4hi critica lidenti"icazione degli stati come unit lo "a in quanto
%+& gli stati non sono il solo attore importante,
%,& limportanza di questi in declino in "avore degli altri attori.
#er 6altz comunque necessario de"inire le unit "ondamentali per de"inire la struttura, per
esempio il mercato de"inito dal numero di imprese in concorrenza, limportanza di altri attori
ovvia ma ironico ritenere che gli stati siano in declino. Hacendo analogia con le imprese
vediamo che il numero di imprese "ondamentale per comprendere il sistema, pertanto sar
cos) anche per il sistema internazionale che inoltre va considerato come luogo in cui non
sempre gli stati sono su(ordinati ai poteri economici, talvolta anche i pi$ piccoli riescono ad
essere soggetti autonomi dalleconomia, non "osse altro per il "atto che gli stati regolano
leconomia. 4hi pretende di spiegare il declino degli stati attraverso la presenza di
multinazionali lo "a innanzitutto in assenza di teorie e se non vi sono queste non su""iciente
provare che certi poteri economici hanno in"luenzato moltissimi piccoli stati ma (isognere((e
provare che ci' successo anche per i grandi stati. #arlare di movimenti transnazionali
ignorando gli stati o ritenendoli in declino si ritorce contro lo studio stesso di tali movimenti.
6altz propone inoltre di considerare che il tasso di mortalit degli stati (en pi$ (asso di
quello delle imprese anche multinazionali.
!ntendere gli stati come unit uguali vuol dire ritenerli unit politiche autonome ossia sovrane.
/econdo lantropologo /mith in un sistema di stati sovrani nessuno sovrano, ma lerrore sta
nel "atto di credere che la sovranit voglia dire potere assoluto, in assenza di in"luenza altrui.
/ovranit e dipendenza non sono condizioni contraddittorie.
La sovranit la possi(ilit di decidere come a""rontare pro(lemi interni ed esterni
considerando che gli stati sono in"luenzati dallesistenza di altri stati. /eppur due soggetti non
sono identici le loro "unzioni sono simili e ci' li rende compara(ili. @uando si parla di
uguaglianza non si tratta di questioni "isiche, economiche o di potere ma semplicemente delle
"unzioni che gli stati svolgono, tutti gli stati eccetto i pi$ piccoli svolgono pi$ "unzioni allinterno
che allesterno, perci' lapalissiana lesistenza di stati che imitano reciprocamente lattivit
degli altri.
La distribuzione delle potenzialit
!n un sistema anarchico le unit sono "unzionalmente indi""erenziate ma vengono distinte
principalmente per la loro diversa capacit di svolgere "unzioni simili, questa la di""erenza tra
una grande, una media e una piccola potenza. Fli studiosi della politica internazionale
de"iniscono i sistemi in "unzione del numero delle grandi potenze e dalla distri(uzione della
potenzialit allinterno di tali potenze. Ja quindi riconosciuto che alcuni stati svolgono talvolta
"unzioni di""erenti.
/i aprono a questo punto due pro(lemi relativi alla potenzialit:
a& il "atto che ci' ci dica qualcosa a proposito delle unit, seppur questo non il massimo
grado di astrazione e 6altz riconosca che ci' va contro una visione particolarmente ortodossa
delle sue premesse ritiene comunque "ondamentale considerare il potere degli stati
comparando le potenzialit di un certo numero di unit, pertanto il mutamento avverr in
"unzione del cam(iamento di potere relativo5 (& necessario considerare inoltre che lalleanza
tra potenti non ne riduce il numero, solo la concentrazione o dispersione di potere in mano a
minori o maggiori unit diminuir o aumenter il numero delle potenze e quindi modi"icher il
sistema. #ertanto nellanalisi di 6altz tutto si astrae "uorch1 il potere.
La struttura del sistema e le unit interagenti sono quindi i due elementi essenziali del sistema.
Ja quindi considerato che il sistema in"luenza sia linterazione tra gli stati che le loro
caratteristiche. Fli stati si limitano a vicenda e quindi utilizziamo la condizione preistituzionale
di 2sh(: in cui lorganizzazione una costrizione e la struttura il concetto che rende possi(ile
prevedere gli e""etti organizzativi e il tipo di relazione di in"luenza reciproca "ra la struttura
stessa e le unit. 4i' permette di separare i mutamenti delle unit da quelle del sistema.
Le strutture saranno de"inite come segue:
+& in (ase al principio attraverso cui ordinato il sistema,
,& dalla speci"icazione delle "unzioni delle singole unit,
-& dalla distri(uzioni delle potenzialit delle unit.
Fli antipodi saranno quindi il sistema gerarchico e anarchico.
VI. !trutture "n"rchiche ed e#uii$rio di potenz"
!l compito che 6altz svolge in questo capitolo lesamina le caratteristiche dei sistemi
anarchici e ci' che da essi occorre attenderci. !nvece, lesame dei modi in cui i possi(ili risultati
variano col variare del sistema ossia col variare della distri(uzione di risorse tra gli stati, verr
svolto nei successivi capitoli.
Jiolenza interna e internazionale
Hra gli stati, lo stato di natura uno stato di guerra ossia chiunque pu' usare la "orza perci'
tutti devono essere pronti a di"endersi. La minaccia della violenza e luso ricorrente della "orza
sono gli elementi distintivi dellam(iente internazionale da quello nazionale. La violenza c
anche a livello nazionale e luso della "orza proprio sia dellordine internazionale che interno.
8on vi di""erenza nelloggetto ma nel modo in cui la si impiega, allinterno non accetta(ile
lautodi"esa mentre a livello internazionale la "orza corrisponde allautodi"esa.
Interdipendenz" e integr"zione
!n un settore organizzato "ormalmente le unit sono li(ere di organizzarsi e perseguire i propri
interessi perci' il costo sar alto se qualcuno intender cessare questa interdipendenza,
mentre in a(iti anarchici le unit uguali agiscono in modo congiunto, puntano allindipendenza
"ino allautarchia, mentre un sistema "ormalmente organizzato le unit accrescono la
di""erenziazione per linterdipendenza. !l sistema interno agli stati viene de"inito da 6altz come
integrazione mentre quello tra gli stati lo de"inisce come interdipendenza data lampia
di""erenza di potenzialit seppur le "unzioni siano uguali. @uesto permette di legare pi$
elasticamente i concetti di speci"icazione e potenzialit e di giusti"icare la divisione del lavoro
tra gli stati. Ma ovvio che 6altz sottolinea ci' che limita la cooperazione tra gli stati.
!nnanzitutto lautodifesa che si lega in modo evidente allo stato di insicurezza, "ino a ci' che gli
stati pi$ si domandano quando iniziano una cooperazione, ossia chi guadagna di pi$ da tale
cooperazione non in senso assoluto ma in senso relativo. /e qualcuno guadagna di pi$ di
qualcun altro ci' mette in discussione la sopravvivenza di chi a guadagnato meno. La "orza
relativa ci' che preoccupa le nazioni, non il vantaggio assoluto, la paura di "avorire gli altri
pi$ di noi stessi. <a qui si evidenzia il secondo limite alla cooperazione, ossia la preoccupazione
riguardo la dipendenza che nasce dalla cooperazione. /e per gli stati piccoli i costi
dellindipendenza sono eccessivamente alti, per gli stati grandi e possi(ile sia una spinta
imperialista sia un impegno autarchico. /e in una realt organizzata limperativo la
specializzazione, in anarchia provvedi a te stesso.
Lautodi"esa su(ordina quindi il guadagno economico allinteresse politico, le spese per la
di"esa pur essendo improduttive sono inevita(ili. @uesta la seconda grande di""erenza tra
sistemi politici internazionali e sistemi economici.
!trutture e str"tegie
2 questo punto evidente che motivazioni e risultati possono essere disgiunti, spesso le
strategie non riescono ad ottenere i risultati voluti per alcune ragioni che 6altz mostra. !l
nostro comportamento produce risultati non voluti in quanto come dice 9ahn gli uomini sono
vittime della tirannia delle piccole decisioni ovvero, per esempio se +EE consumatori scelgono
A, e quindi il mercato prende la decisione M, non necessariamente gli stessi optere((ero
per il risultato che consegue alla loro scelta se sottoposto a esplicito giudizio. #er evitare tale
pro(lema si pu' portare le unit dei produttori allo stesso livello di quelle dei consumatori.
#erci' necessario, per evitare di essere schiavi delle piccole decisioni, modi"icare la struttura
e ci' pu' essere "atto solo cam(iando la distri(uzione delle potenzialit tra le unit. 2ltrimenti
si potre((e imporre una serie di prescrizioni collettive laddove prima vi erano decisioni
individuali. 2 livello politico*internazionale "ondamentale linteresse "ondamentale, ma la
scena internazionale dominata da decisioni nazionali, pertanto non possi(ile occuparsi del
sistema se ciascuno si occupa del proprio stato. La necessit di un attore o ente glo(ale per la
soluzione dei pro(lemi internazionali non crea la possi(ilit di "arlo e ci' porta spesso i grandi
stati a "arsi carico della sopravvivenza del mondo contemporaneamente al principale o(iettivo,
la conservazione di se stessi. La struttura richiede di porre gli interessi internazionali sopra
quelli nazionali e anche lela(orazione di una macro teoria avre((e scarsa utilit perch1 non
esiste unagenzia che possa muovere gli aggregati economici e non solo a livello mondiale
come invece succede a livello nazionale con la presenza di un governo. 4omunque anche se
tale teoria ci "osse sare((ero i governi gli attori principali e quindi ci sare((e sempre un
contrasto tra interessi nazionali e internazionali. 2ncora una volta un "orte rimedio ai pro(lemi
strutturali un "orte mutamento della struttura.
I pregi de'"n"rchi"
6altz ha detto che lautodi"esa il principio necessario dellazione in anarchia, ci' comporta
sicuramente alti rischi ma (assi costi mentre i costi di una ipotetica organizzazione
internazionale regolamentatrice sare((ero molto alti. 7ali organizzazioni hanno
"ondamentalmente due scopi: svolgere le proprie "unzioni e conservare se stessi. Ma il secondo
o(iettivo preponderante perch1 per prendere decisioni politiche il primo o(iettivo assicurare
continuit allorganizzazione.
! rischi della guerra sono insopporta(ilmente alti e si crede possano essere ridotti attraverso
unorganizzazione centralizzata, ma questo signi"ica portare un con"litto "ra i diversi istinti di
conservazione e quindi potenzialmente a de"ezioni allinterno di tale organizzazione e
disgregazione di questa agenzia mondiale, col risultato che un governo mondiale come un
invito alla guerra civile mondiale. Fli stati a""idere((ero poteri ad organi centrali solo se tali
organi "ossero capaci di proteggere i propri mem(ri, perci' maggiore la potenza dei mem(ri
pi$ grande la minaccia per gli altri e pi$ "orte deve essere il potere centrale. Ma pi$ "orte il
potere centrale pi$ alto lincentivo ad iniziare un con"litto per averne il controllo. 4ome
sempre stato nella storia il rapporto tra li(ert e sicurezza inversamente proporzionale. 0n
organismo che interviene per innalzare dallo stato di natura gli stati e per imporre il diritto, pi$
riesce a controllare pi$ sar oggetto dellinteresse dei singoli stati mentre gli stati in anarchia
possono decidere di non avere rapporti tra loro, "ino ad un accordo minimo che permetta la
loro esistenza, ovviamente se la "orza a decidere al posto del diritto possono essere evitate
lotte sanguinose. !n anarchia non vi nessun regime da rovesciare, la "orza a livello
internazionale usata solo per i propri interessi. Bsclusa la spinta verso una posizione
egemonica di""icile che la "orza minacci il sistema ma al massimo i suoi mem(ri. ! "orti
possono essere deterrente contro eccessive pretese dei de(oli, mentre i de(oli possono godere
di un vantaggio in quanto pi$ piccoli si meno si pu' in"astidire i grandi stati e quindi si pi$
li(eri di agire, perch1 la crescita di un attore de(ole non vista come un pericolo.
/e a livello nazionale le decisioni vengono prese dallalto a livello internazionale sono prese
dalla parte pi$ (assa e di""icilmente esistono altri livelli. La competizione tra stati ha
unintensit che dipende dal livello di desiderio e di a(ilit delle parti che sono al tempo stesso
separate e interagenti, con o senza "orza ogni stato segue il corso che meglio serve i propri
interessi. /e uno stato user la "orza potr senza du((io aspettarsi una reazione violenta. /e
in politica la "orza ultima ratio, a livello internazionale prima e ultima e costante. 7ale
costante limita gli interventi e modera le domande e serve come incentivo per la risoluzione
delle dispute.
An"rchi" e ger"rchi"
#er molti scienziati politici il sistema internazionale anarchia puntellata di particelle di
governo e di comunitarismo. 4hi vede il mondo come anarchia modi"icata lo "a per due ragioni:
+& lanarchia non solo assenza di governo ma anche presenza di disordine e caos, ma tali
visioni con"ondono la struttura con il processo5
,& gerarchia e anarchia sono insoddis"acenti data la variet sociale.
#er 6altz non esistono sistemi totalmente anarchici e totalmente gerarchici, in quanto in
anarchia le unit non sono per"ettamente uguali e in gerarchia le unit non sono tutte
per"ettamente specializzate. Ma ritenerle esistenti "ondamentale per creare una teoria. 0n
sistema a due concetti permette maggiore astrazione e quindi maggiore capacit di spiegare. !
casi limite, ossia quelli non totalmente gerarchici e non totalmente anarchici, non "anno parte
di un terzo sistema. 8ella realt elementi gerarchici a livello internazionale ed elementi
anarchici a livello nazionale "renano sovranit da una parte e controllo dallaltra. <ato che le
eccezioni non "anno un terzo sistema sono su""icienti e necessari due modelli.
! comportamenti dei soggetti internazionali spiegati dalla struttura ci si attende siano guidati
da concorrenza e "orza, strettamente legati alla visione di realpoliti= i cui elementi sono:
linteresse dei governanti e dello stato "onte dazione, le necessit della politica derivano
dalla concorrenza senza regole "ra gli stati, il calcolo (asato sulle necessit individua le
politiche che servono gli interessi degli stati. !l successo vi in "unzione del risultato che deve
essere innanzitutto la conservazione dello stato. La realpoliti= d i metodi per la politica estera
e il suo "ondamento mentre una teoria dellequili(rio dovre((e spiegare il risultato di tali
metodi. <iversi studiosi tra cui ;ass, 6ight e Morghentau hanno cercato e trovato diversi
signi"icati della parola equili(rio sulla quale non vi accordo.
/e qualcuno vede lequili(rio di potenza come trasposizione dello stato di natura, altri ne
danno una de"inizione "ondamentalmente violenta, alcuni lo considerano guida per gli uomini di
stato altri maschera per limperialismo, alcuni lo ritengono "onte di sicurezza altri "onti di
guerra.
6altz cerca di superare tali divisioni: una teoria contiene almeno un assunto teorico che deve
essere utile non vero, le teorie devono essere valutate per ci' che possono spiegare, la teoria
non pu' spiegare le particolarit. 0na teoria dellequili(rio considera gli assunti sugli stati:
o(iettivo minimo di conservazione e o(iettivo massimo di dominio universale, successivamente
vengono decisi i mezzi con cui operare che possono essere di due categorie: s"orzi interni e
s"orzi esterni %crescita del potere economico, allargare le proprie alleanze&. La politica di
equili(rio continua anche in una situazione (ipolare, non necessariamente ci vogliono pi$ di
due stati, inoltre mancanze su un tipo di mezzi vengono compensate con laltro tipo. 2 tali
assunti aggiungiamo la c.d. condizione di operativit ossia lassenza di organizzazioni
internazionali che limitino i mezzi per raggiungere i loro scopi. 7ale teoria non richiede n1
razionalit n1 costanza agli attori, ma solo che questi agiscano per il loro interesse e che la
struttura proprio come nella microeconomia premi i pi$ e""icienti. Lvviamente non necessario
assumere che tutti gli stati siano interessati alla conservazione oppure che de((ano usare la
"orza, in"atti la teoria contiene assunti teorici non empirici. Lvviamente il risultato che
cerchiamo di spiegare con tale teoria non necessariamente deve corrispondere alle intenzioni,
lequili(rio tende a "ormarsi anche quando gli stati non lo vogliono. /ostenere come ;ium che
gli stati siano interessati allequili(rio, non signi"ica che gli stessi agiranno in modo cosciente
rispetto a questo interesse, insomma non (isogna con"ondersi, non (isogna tanto meno
dei"icare un concetto perch1 distorce la teoria, "a di un e""etto la causa. #erci' se lequili(rio
la conseguenza dellegoismo degli stati non si pu' dire che ci' si realizza solo quando questi lo
vogliono. 3 "ondamentale perci' la di""erenza tra intenzioni e risultati. 0n atteggiamento
analitico porter a considerare tante condizioni che non servono agli o(iettivi di una teoria.
Lequili(rio prevale ovunque (asta soddis"are due esigenze: che lordine sia anarchico e che le
unit agiscano come scopo primario per la propria sopravvivenza. #erci' la teoria non pu'
spiegare ci' che "uoriesce dalla generalit e la teoria della politica internazionale non teoria
della politica estera. La percezione delle costrizioni ci aiuta a prevedere le reazioni ma non a
spiegarle, la teoria spiega perch1 ci si attende un certo comportamento tra stati posizionati in
modo simile, come anche una teoria della politica estera non deve prevedere il contenuto
dettagliato della politica ma condurre ad aspettative di""erenti a seconda dei paesi.
2 questo punto 6altz prima di per"ezionare la teoria esamina la sua validit. !nnanzitutto la
questione della coerenza interna: seguendo lidea popperiana che le teorie vanno provate
"alsi"icandole 6altz rigetta le con"erme alla sua teoria. Le teorie strutturali sono plausi(ili
quando si osservano similarit nei comportamenti seppur in di""erenze sostanziali. !l tentativo
di "alsi"icazione "atto da 6altz comincia chiedendosi se le aspettative nate dalla sua teoria,
ossia lequili(rio ricorrente e il "atto che gli stati emulino le politiche di successo altrui, possano
essere "alsi"icate e si rende conto della di""icolt nel "arlo, in quanto le predizioni dellequili(rio
sono indeterminate e vi sono condizioni interne che in"luenzano. /e osserviamo i risultati che
la teoria induce ad attenderci e vediamo che molte "orze tendono a lavorare contro questa
potremmo ritenerla credi(ile. 6altz porta ad esempio lalleanza Hrancia*Iussia del +CK., come
caso di alleanza in cui la teoria o""re diverse ragioni contro tale cooperazione. 7ale esempio si
riveler poco utile e sostituito dal rapporto 0sa*0rss dopo la !!FM. @uesti esempi "orniscono la
veri"ica della teoria in quanto tali stati volenti o nolenti hanno "ormato equili(ri di potere. 4ome
ovvio non ragionevole attendersi da una teoria la spiegazione dei tempi e dei modi ma solo
la previsione di un comportamento. La colla(orazione e non la "ormazione di equili(ri diventa
un comportamento tipico.
! modelli di comportamento politico a livello interno e internazionale sono in "orte contrasto,
nel primo vi possono essere vantaggi anche per i perdenti mentre nel secondo no. 2ddirittura a
livello internazionale per le coalizioni dopo la vittoria usuale disintegrarsi in quanto nessuna
vuole che laltra diventi egemone.
!n anarchia la sicurezza il "ine pi$ alto e solo attraverso la sopravvivenza si potranno pensare
altri o(iettivi, il potere un mezzo non un "ine e perci' gli stati "orti pre"eriscono coalizzarsi
con i de(oli e non ad alleanze "orti, per com(attere i loro competitor. 8on si pu' permettere
che il potere diventi il "ine perch1 la prima necessit quella di conservare la propria posizione
nel sistema. La sicurezza, non legemonia, il primo "ine degli stati e il comportamento di
questi (asato sulla loro posizione nel sistema %es. 7ucidide nel raccontare la guerra del
#eloponneso dice che le citt greche vedevano la "orte 2tene come tiranno e la de(ole /parta
come li(eratore, ma non escluse come disse >aeger che cam(iati gli equili(ri di potere
sare((ero cam(iate le posizioni delle citt greche&.
La teoria descrive la politica internazionale come realt competitiva, vengono imitate le
innovazioni militari dei pi$ "orti, ma la competizione non solo militare. Ma in competizione
una parte pu' avere (isogno dellaltra ed escludersi dal gioco politico vuol dire rischiare la
propria distruzione %es. Iussia alla 4on"erenza di Fenova del +K,,&. La contrapposizione degli
stati promuove la loro uni"ormit attraverso gli svantaggi derivati dallincapacit a con"ormarsi
alle pratiche di successo. B tale con"ormit consiste proprio nel uni"ormare il comportamento e
quindi anche i governanti si con"ormano, che siano o no rivoluzionari perch1 anche questi
secondi sono allinterno di un processo di socializzazione. La teoria produce molte aspettative
sul comportamento e i risultati, gli equili(ri si "ormano continuamente. !n quanto (asata sulla
competizione prevedr che gli stati si con"ormino. /ar compito dei prossimi capitoli mostrare
altre proposizioni pro(a(ili.
VII. C"use struttur"i ed e%%etti economici
@uesto capitolo analizza i motivi per cui sia pre"eri(ile, pi$ o meno numerosa, la presenza di
grandi potenze. #rima sviluppando ulteriormente la teoria e poi passando alla pratica.
Numero dei poi e misur"zione de potere
!n quale modo (isogna calcolare le potenze: tutti sono daccordo che lattuale sistema sia
(ipolare, solo pochi lo mettono in discussione data la loro a""ezione verso il mondo in
equili(rio. Lequili(rio di Metternich e Nismarc= "u quello di O grandi potenze de"inite in
"unzione del loro potenziale. Lggi invece gli studiosi guardano ad altre condizioni, la(ilit o
lincapacit degli stati di risolvere pro(lemi visto come elemento capace di modi"icare le
posizioni, le relazioni possono essere considerate al posto delle potenzialit e poich1 queste
sono multilaterali cos) sar anche per taluni il mondo. <a qui alcuni studiosi ritengono che
lipotetica dissoluzione dei (locchi possa porre "ine al (ipolarismo, ma tale sistema esiste in
"unzione di due grandi potenze non di due (locchi. <urante la sua segreteria di stato 9issinger
sottoline' che dal punto di vista economico non vi erano solo due potenze ma almeno cinque,
sicuramente il potere non pi$ omogeneo, ma la proiezione di ci' questione che riguarda il
"uturo non il presente, lo stesso 8iAon "ece lerrore secondo 6altz di trattare la 4ina come
superpotenza, in quanto in"luenzato dalla politica estera americana verso la 4ina, non capendo
che un paese pu' anche diventare superpotenza se lo si tratta come tale. !nsomma non si
possono calcolare le potenze in "unzione di ci' che potre((ero essere nel "uturo. 2ncora una
volta 6altz sottolinea che non (isogna con"ondere struttura e processi in quanto la prima la
distri(uzione del potere "ra le unit e gli stati non raggiungono posizioni di vertice per una
singola caratteristica positiva ma c (isogno di essere potenti in tutti gli am(iti. 7uttavia il
pro(lema per 6altz empirico e perci' pu' essere risolto col senso comune. Mentre 6altz
scriveva gli stati erano circa +OE ma da 6est"alia in avanti solo C avevano tentato di
raggiungere la supremazia.
I c"r"tteri de'inegu"gi"nz"
#ochi paesi al vertice signi"ica un grande gap tra loro e la maggior parte del mondo. Lo
squili(rio di potere pu' rappresentare la tentazione ad intraprendere avventure pericolose,
perci' la sicurezza pare dipendere dal mantenimento di equili(rio tra gli stati. /e luguaglianza
la possi(ilit di provvedere a s1 stessi, vista come moralmente desidera(ile mentre
lineguaglianza viola il senso di giustizia perci' da un certo punto di vista sare((e pre"eri(ile un
sistema con un gran numero di potenze ma non dimentichiamo che lineguaglianza
caratteristica intrinseca del sistema internazionale, solo pochi stati uguali possono coesistere.
Le virt$ dellineguaglianza possono essere viste in contrapposizione agli aspetti negativi
dellineguaglianza, innanzitutto lestrema uguaglianza porta insta(ilit, mentre lineguaglianza
rende possi(ili almeno la sta(ilit e la pace.
I c"r"ttere dei sistemi di piccoo numero
0sando unanalogia economica 6altz ci propone di analizzare la concorrenza e il duopolio, in
cui le strutture di mercato sono uguali data lorigine individualista, la generazione spontanea e
la composizione omogenea. La variazione di struttura prodotta dal di""erenziale di potere
relativo pertanto il numero di imprese cos) importante per spiegare. !n concorrenza per"etta
il produttore li(ero da costrizioni tattiche ed soggetto solo a quelle strategiche, mentre nei
sistemi a minor numero egli sottoposto ad entram(e. !n sistemi ristretti gli attori non hanno
la li(ert di sta(ilire il loro assetto interno in quanto devono considerare le conseguenze sugli
altri, seppur qualunque impresa comunque alla ricerca del proprio interesse. #ertanto il
modello dazione dipende solo dalla struttura del mercato nella quale si colloca limpresa. Lo
stesso vale per gli stati seppure questi a((iano come primo interesse la loro sopravvivenza e
come in un mercato oligopolistico il risultato di azioni e reazioni indeterminato. !n tutto
questo non deve s"uggirci limportanza dei guadagni relativi. La sicurezza degli stati come
necessit "ondamentale va programmata in "unzione della situazione.
I numero dee gr"ndi potenze 4 #uindi sempre piccoo m" #u"e 4 pre%eri$ie5
Perch6 7piccoissimo 4 pi8 $eo che piccoo9
La sta(ilit economica aumenta col diminuire dei settori oligopolistici. La diminuzione del
numero dei concorrenti avviene per K principali ragioni che nascono da ci': minore il numero
delle parti meglio si controlla e quindi collusione e contrattazione diventano pi$ "acili
%proposizione principale&.
+& Le imprese grandi sono pi$ capaci di sopravvivere,
,& poche imprese vuol dire imprese grandi e quindi alte (arriere allentrata,
-& maggiore il numero delle parti maggiori sono i costi di contrattazione {Q%n*+&nRS,},
.& pi$ alto il numero delle parti minore linteresse a sostenere i costi della contrattazione,
O& minore il numero delle parti maggiore linteresse alla conservazione del sistema,
P& maggiore la prevedi(ilit dei costi per gli accordi e la raccolta dei guadagni quando vi sono
grandi gruppi,
D& pi$ vi diversit tra le parti pi$ di""icile contrattare,
C& pi$ alto il numero delle parti maggiore dovr essere la sorveglianza reciproca,
K& maggiore il numero delle parti pi$ di""icile predire gli accordi tra gli altri.
@uesti nove punti hanno spiegato perch1 piccolissimo meglio che piccolo, tali sistemi sono
in"atti pi$ sta(ili e pi$ capaci di dirigere gli a""ari con mutuo (ene"icio.
<ue sono i limiti di tali argomentazioni:
a& non detto che due sia meglio,
(& un numero piccolo ideale per la sta(ilit ma non detto che lo sia anche per altri "ini.
4on gli attuali armamenti per esempio un sistema che o""re sta(ilit importante solo se o""re
migliori possi(ilit di coesistenza paci"ica tra le grandi potenze, se oltre a ci' "ornisce anche
(ene"ici altamente desidera(ile. /e a livello economico linteresse per il prodotto e quindi
le""icienza centrale per la creazione dellequili(rio, nel sistema internazionale ci' che
"ondamentale sono i produttori, la competizione potr portare perci' questi ad o""rire agli altri
stati migliori servizi, ma tutto nellottica del proprio interesse e i restanti (ene"ici sono
sottoprodotti. La sorte delle unit conta pi$ della quantit e della qualit dei servizi. La
necessit di considerare la sopravvivenza delle unit ci porta a dare ragione a 9e:nes quando
diceva che i li(eri processi di selezione naturale che per qualcuno conducono al progresso sono
spesso analizzati senza considerare il costo della lotta, ovvero quando uno stato aggressivo si
ra""orza o uno "orte diventa aggressivo gli altri ne pagheranno le conseguenze, ma malgrado
ci' la morte delle unit rara nella politica internazionale. 4i' che si deplora in economia ci'
che desidera(ile in politica. 8el successivo paragra"o 6altz metter sotto analisi sistemi
piccolissimi e sistemi piccoli. !l sistema (asato sulla autodi"esa tende a "are allentare
linterdipendenza al diminuire del numero delle parti e a "arlo diventare pi$ ordinato e paci"ico.
Lvviamente in un sistema "ortemente interdipendente vi sono grandi possi(ilit di con"litti
occasionali che per essere evitati per qualcuno sare((e necessario lo sviluppo di un controllore
centrale, ma se linterdipendenza crescer pi$ velocemente di questo accresceranno i rischi di
guerra. Mentre 6altz crede che lattuale sistema sia meno incline allinterdipendenza e quindi
pi$ sta(ile, altri studiosi ritengono che lesistenza di attori non statali importanti, linsu""icienza
del potere militare, la necessit di risolvere i pro(lemi in modo multilaterale, e laumento della
dipendenza dalle risorse altrui, volendo cos) dimostrare che le grandi potenze non sono pi$
distingui(ili dagli altri attori. La presenza di attori non statali e linsu""icienza del potere militare
verranno analizzati nei prossimi due capitoli mentre la questione multilaterali e la dipendenza
dalle risorse viene analizzato in seguito.
Interdipendenz" come sensi$iit)
!nnanzitutto le parti che rispondono in modo sensi(ile a mutamenti avvenuti o registrati
altrove sono strettamente interdipendenti, 4ooper parlava di rapida rispondenza al
di""erenziale delle opportunit di guadagno avente come conseguenza unacuta riduzione delle
di""erenze nella remunerazione dei "attori. Linterdipendenza chiama alla mente i li(eri mercati
descritti nel M!M secolo, le regioni economiche atlantiche interdipendenti dopo la scon"itta di
8apoleone. Molti autori credevano nellinterdipendenza come agente di pace, ma questo vale
per la misura dellinterdipendenza, non per le sue conseguenze. Lggi la sensi(ilit ai
cam(iamenti potre((e essere molto pi$ "orte che in passato seguendo gli scritti di molti
studiosi, ma guardando i dati del commercio mondiale "ra le potenze di una volta e per
esempio dell0rss vediamo che la dipendenza delle grandi potenze del passato era maggiore di
quanto non sia oggi tra le maggiori potenze. La sensi(ilit pi$ alta se i paesi hanno
unelasticit di movimento nella produzione degli investimenti allinterno e allesterno delle
"rontiere in risposta a margini di vantaggio relativamente piccoli, in questo caso
linterdipendenza vista come vulnera(ilit diminuisce, diminuisce il commercio. Lvviamente la
sensi(ilit riduce lautonomia degli stati ma non in misura uguale per tutti, per esempio la
posizione degli 0sa data pi$ dallautonomia che dallin"luenza sugli altri. Lvviamente
linterdipendenza vista come sensi(ilit porta a una visione economicistica del mondo,
lineguaglianza rappresenta la parte predominante della politica internazionale, non solo per
assenza di un governo ma anche perch1 le ineguaglianze esterne sono maggiori di quelle
esterne. <ue sono le con"usioni che si "anno nellintendere linterdipendenza come sensi(ilit:
come la struttura in"luenza le interazioni e come varia linterdipendenza al variare delle
potenzialit delle nazioni, da ci' nascono due errori ossia considerare il mondo come un intero
e mescolare relazioni e interazioni mettendo insieme varia(ili di dipendenza e di indipendenza
sotto la voce interdipendenza.
Interdipendenz" come mutu" (uner"$iit)
!n questo caso parliamo di costi e dipendenze simili, dipendenza quasi simmetrica. Ma
linterdipendenza pu' essere qualitativa, a seconda dellimportazione dei (eni, e quantitativa, a
seconda della quantit dei (eni. La struttura muta col mutare delle distri(uzioni dei potenziali e
ci' "a mutare anche linterdipendenza. Le due grandi potenze post*!!FM sono molto pi$
autonome dei loro predecessori perci' molto strano che oggi si voglia de"inire il mondo come
interdipendente. #er capire se linterdipendenza attuale sia rigida o elastica va visto il rapporto
tra le due potenze. Minore il numero delle potenze minore linterdipendenza, 6altz ritiene il
numero , per"etto ma ci avverte che se la 4ina adotter uneconomia moderna e se lBuropa si
unir anche queste diventeranno potenze autosu""icienti, sottolineando che la competizione
possi(ile solo su dimensioni continentali.
Le condizioni economiche
2 questo punto 6altz passa alla pratica. 4onsiderando gli 0sa "a tre osservazioni:
+& in ogni sistema linterdipendenza varia,
,& alcune materie scarse comportano allaumento per la dipendenza dal loro
approvvigionamento, la dipendenza un pro(lema da esaminare in termini comparativi e
quando lo "acciamo con un solo paese dovr essere una comparazione cronologica,
-& maggiore il commercio assoluto maggiori sono i "ornitori ma gli 0sa sono un paese che ha
grande in"luenza sui "ornitori.
4hi possiede ci' di cui gli altri hanno (isogno privilegiato, ma la dipendenza una strada a
doppio senso, perch1 dipende quanto gli altri hanno (isogno di chi detiene le risorse. #er
analizzare meglio la situazione vanno separate la vulnera(ilit nazionale da quella delle
imprese allestero, se le imprese sono de(oli non detto che lo sia anche lo stato, chi rischia
molto pu' permettersi piccole perdite e chi "orte non ha (isogno di preoccuparsi delle attivit
altrui, negli 0sa minore il trend degli investimenti per lestrazione nei pvs e maggiore quello
per la mani"attura interna, in quanto lestrazione rende pi$ vulnera(ili5 nei settori
mani"atturieri la situazione "avorevole agli interessi americani, spesso imprese americane nei
paesi stranieri sono chiave per la loro economia, perci' questo "orza al ri(asso lautonomia di
tali paesi, essere esclusi dal capitale e dalla tecnologia americana vuol dire inde(olirsi %vedi <e
Faulle +KP.&.
Ma non con"ondiamo linterdipendenza a livello di impresa con quella a livello statale, certo
che per' i tentativi di "usione tra imprese straniere siano visti con s"avore dai governi in
quanto maggiori sono i (ene"ici nei rapporti con gli americani. /i possono pre"erire le imprese
nazionali ma non quando sono pi$ arretrate. Lo stesso multinazionale errato, la (uona parte
sono americani e quindi adottano quella prospettiva, necessario un centro per lattivit
economica che oggi sono gli 0sa.
:i e%%etti poitici
Linterdipendenza questione politica, il ragionamento di 9issinger riguardo la c.d. (assa
politica che avre((e sostituito quella militare non ha tenuto davanti a con"litti come quello
ara(o*israeliano. Lssia ritenere che leconomia possa colmare mancanze militari e politiche
un errore. !l de(ole o si "a prendere dal panico oppure svolge il suo ruolo. !l susseguirsi di una
crisi militare dopo quella petroli"era ha mostrato quanto sia scarsa limportanza politica
dellinterdipendenza de"inita come sensi(ilit. La politica collegata alleconomia ma anche
allaspetto militare. Fli 0sa intervennero dopo la crisi petroli"era perch1 meno dipendenti dalle
risorse energetiche mediorientali rispetto allBuropa. 3 necessario quindi scomporre
linterdipendenza in com(inazioni di dipendenza relativa per comprenderla, non si pu'
continuare a considerare linterdipendenza come cosa a s1 stante, come riteneva 9issinger una
rete che considera anche gli 0sa, per 6altz lo stato di dipendenza di""erente tra paesi. Fli
0sa sono meno dipendenti degli altri. Ma senza du((io lautarchia troppo costosa anche se
potre((e essere normale per gli 0sa. <a qui si "anno diverse osservazioni. #er esempio
lo(iettivo del presidente Hord dellindipendenza totale, che alla portata degli 0sa, doveva
essere maneggiato con cautela. !l paese che produce la maggioranza dei (eni pu' trovare
diversi modi per curare i propri interessi, ma ci' non vuol dire che certe scelte siano diventate
pi$ costose. 2 questo punto la contraddizione tra la reale situazione americana e la pretesa di
un mondo interdipendente ovvia per due ragioni: +& linterdipendenza una parola utilizzata
in modo tale che possa andar (ene per diversi tipi di relazioni, la sua asimmetricit sta nel
"atto che le parti si in"luenzano reciprocamente ma non nella stessa misura. 2nche in questo
caso si va verso un approccio descrittivo e non esplicativo. ,& ritenere che vi sia una trappola
che comprenda anche gli 0sa sposta linterdipendenza dalla condizione delle nazioni alle
politiche seguite da queste. Ma proprio in questo caso vediamo che gli 0sa hanno una "orte
tendenza ad occuparci degli altri e ci' con"erma quello che sostiene 6altz, ossia il "atto che gli
0sa sono una grande potenza unica nel suo genere. Linterdipendenza una condizione non
una politica, sono le parti dipendenti ad adeguarsi da quelle indipendenti e non il contrario.
#erci' gli 0sa utilizzano la loro posizione economica, leconomia dellindipendenza per gli
o(iettivi 0sa.
@uando le potenze erano geogra"icamente piccole erano pi$ dipendenti delle attuali grandi
potenze anche geogra"iche. Linterdipendenza "ra le nazioni europee era motivo di scontro,
mentre la scarsa dipendenza americana vuol dire che il costo di perdere partner molto pi$
(asso. /anzionare la grande potenza vorre((e dire automutilarsi da parte dei piccoli. 2nche
l0rss meno indipendente degli 0sa e ha meno strumenti di pressione economico*politica.
Lineguaglianza produce equili(rio e (assa interdipendenza, chi dice che qualsiasi cosa pu'
danneggiarci direttamente adotta una posizione tradizionalista per la quale (isogna sempre
essere pronti a reagire, ma questo avviene solo nel caso in cui linterdipendenza sia "orte. 7ale
versione economica della teoria del dominio "unziona solo con un elevata interdipendenza che
6altz ha dimostrato non esserci.
VIII. C"use struttur"i ed e%%etti miit"ri
/e per alcuni pochi meglio ma non detto che due sia la situazione ideale, per 6altz non
cos) in quanto i vantaggi sono per lui evidenti.
#er sta(ilire le virt$ di un sistema (ipartitico necessario "are un con"ronto. 8el precedente
capitolo 6altz si so""ermato solo sui sistemi piccoli e piccolissimi. #er esempio ha sostenuto
che un sistema a due "osse pi$ sta(ile in (ase ai seguenti criteri: la necessit che il sistema
politico internazionale rimanga anarchico e che il numero delle parti principali non vari, in uno
stretto legame "ra destino delle grandi nazioni e anarchia e quindi tras"ormazione del sistema.
Lattuale sistema (ipolare durato -E anni perch1 nessuno stato capace di sviluppare
potenzialit come quelle americane e sovietiche. Ma la relazione tra sopravvivenza delle grandi
potenze e sta(ilit del sistema inde(olita dal "atto che non tutti i cam(iamenti di numero
sono cam(iamenti di sistema. 7ra un sistema multipolare e uno (ipolare la di""erenza maggiore
consiste nel modo diverso di trovare lequili(rio. !n un sistema a due gli squili(ri nella
competizione possono essere corretti da s"orzi interni. !n un sistema con pi$ parti la correzione
degli squili(ri avviene sia per s"orzi interni che attraverso allineamenti. 0na soglia viene
riconosciuta da 6altz come passaggio da (ipolarismo a multipolarismo, ossia quella di .
potenze. !n"atti nel caso di - potenze possi(ile che una si allei con unaltra contro la terza,
pertanto il numero minimo per parlare di multipolarismo . e neppure O perch1 entrere((e in
gioco un c.d. equili(ratore, ovviamente oltre il numero O non vi sono pi$ soglie.
0n sistema di equili(rio con due sole potenze quindi insta(ile, perci' saranno necessarie . o
O potenze. 2((iamo gi detto che il quinto pu' "ungere da equili(ratore, per esempio la F( tra
il MJ!!! e il M!M secolo. Lo "u in quanto vi erano tre condizioni:
+& che nessun potenziale aggressore era cos) "orte da rendere insu""iciente la "orza (ritannica
accanto a quella dellaggredito,
,& che gli interessi (ritannici sul continente europeo "ossero di tipo negativo, in quanto se
"ossero stati positivi avre((ero determinato allineamenti, in"atti chi ha mire territoriali deve
allearsi con chi ne ha altrettante,
-& per essere riequili(ratore doveva comunque essere almeno potente quanto il competitor pi$
grande.
Hu capace inoltre di rimanere in disparte per giocare un importante ruolo di tipo diplomatico.
Lequili(ratore non deve identi"icarsi con gli altri stati. !noltre non ovvio che con O potenze ve
ne sia una equili(ratrice in"atti vi sono delle condizioni speci"iche perch1 vi sia. #er esempio
uno stato potente dovr allinearsi con gli aggrediti contro un aggressore che potre((e avere
mire egemoniche, insomma "are((e ci' che il sistema gli chiede.
#erch1 molti ritengono di""icile che uno stato passi con i pi$ de(oli? !nnanzitutto perch1
perseguire un "ine quando ci potre((e essere qualcun altro che lo "a per noi, inoltre pi$ alto il
numero degli stati pi$ incerta la minaccia. !nsomma perch1 sostenere i costi se si possono
avere solo i (ene"ici. 7ali studiosi pongono come impossi(ile conciliare il proprio interesse con
gli interessi del sistema. 4hi suggerisce "lessi(ilit di schieramenti aumenta lincertezza,
restringe le possi(ilit di scelta e porta ad una strategia che tenta di accontentare il partner
potenziale o soddis"are quello attuale. 2nalogamente alla politica nazionale vanno mantenute
certe alleanze aggiungendone altre. #erci' in multipolarismo molto di""icile un alto grado di
coesione nei (locchi, vi necessit che il compromesso venga diretto da persone esperte, solo
nel caso in cui la presenza in una certa coalizione coinvolge questioni vitali per lo stato allora
sar un suicidio lasciare la propria coalizione. La !FM un per"etto esempio del "atto che una
totale interdipendenza "ra paesi o((liga tutti ad entrare in guerra. /olo la pressione della
guerra pu' portare potenze in equili(rio ad allinearsi in due (locchi contrapposti e il "atto che
dopo due anni dallinizio della !!FM si trov' la "orza di riallineare un (locco contro un altro.
4omunque la creazione di due (locchi non porta inevita(ilmente ad un (ipolarismo, anche nei
casi di grande pressione esterna. 2((iamo quindi visto che i sistemi multipolari hanno al loro
interno troppe insta(ilit per potere arrivare ad una chiara de"inizione dei nemici e degli alleati.
#er alcuni questa "orte "lessi(ilit in multipolarismo creava le condizioni per una maggiore
prudenza, ma in multipolarismo c una "orte incertezza cosa che stimola le guerre, e tutto il
contrario succede in (ipolarismo. 0n (ipolarismo nato dallalleanza di stati eguali non visto
con "avore da 6altz perch1 rende necessaria la presenza di tutti. Mentre un (ipolarismo in cui i
(locchi si costituiscono in modo ineguale rende meno pericolosa la de"ezione dei piccoli, le
alleanze diseguali hanno un minor grado di incertezza.
La Fermania nel +K+. come gli 0sa nel +KO. "urono o((ligati ad unentrata in guerra date
alleanze eguali. 2nche la "igura del leader di unalleanza nel caso del mondo (ipolare viene ad
essere dispensa(ile. 8el (ipolarismo in cui scriveva 6altz le alleanze sono utili e non
indispensa(ili come in multipolarismo. Fli 0sa ancora oggi hanno un distacco tecnologico
militare ampio, cosa che va inserito in una situazione di interdipendenza militare molto (assa
in (ipolarismo ma alta in multipolarismo. /e in multipolarismo ogni singola parte potente pu'
spostare gli equili(ri, in (ipolarismo ci' non pu' accadere. Le potenze in multipolarismo hanno
politiche e strategie rigide e poco li(ere, in (ipolarismo gli 0sa e l0rss possono "are quello che
vogliono. 8ella politica dellequili(rio di vecchio stile la "lessi(ilit dei (locchi produceva quanto
detto, in un mondo mulipolare si uniscono le proprie "orze per servire gli interessi individuali,
ossia vi un minimo comune denominatore di interesse. 2l contrario in (ipolarismo vi totale
li(ert del leader.
81 gli 0sa n1 l0rss de((ono rendersi accetta(ili agli occhi degli altri, inoltre in (ipolarismo vi
la certezza della "onte di pericolo lesatto contrario vale per il multipolarismo. @ualunque
interesse di una delle due "orze anche interesse dellaltra. !n un sistema multipolare i pericoli
sono invece di""usi, le responsa(ilit non chiare e la de"inizione di interessi nazionali nascosta.
!n mondo multipolare le politiche estere sono pi$ audaci perch1 il rischio che gli altri si
uniscano pi$ (asso, "ar qualcosa per attirare il "avore di uno stato e lo s"avore degli altri
meno rischioso, ossia i guadagni sono maggiori dei costi. !nterdipendenze delle parti,
di""usione dei rischi e con"usione delle risposte sono le caratteristiche delle politiche estere
delle potenze in multipolarismo, se interessi sono contrastanti lassenza di crisi pi$
preoccupante per il loro ripetersi. !n"atti la in multipolarismo la crisi usata per resistere al
cam(iamento che gli altri vogliono. !n (ipolarismo le potenze non possono stare "erme devono
agire, perch1 non esistono peri"erie, tutto pu' interessare alle due parti. Lautodipendenza
delle parti, i pericoli chiari e la certezza di chi li deve a""rontare sono le caratteristiche della
politica estera delle grandi potenze in (ipolarismo. 8el multipolarismo cG meno interesse a
rispondere alle crisi.
!n (ipolarismo il pericolo la reazione spropositata dellaltro, tutto tras"ormato in crisi ma
molte di poche importanza. Le due potenze sono pi$ interessate alla pace che a "arsi la guerra.
Lerrore di calcolo rischia di stimolare la crisi di pi$ che la reazione eccessiva. La dinamica
(ipolare "ornisce una misura di correzione. !n guerra domina la situazione esterna, gli stati
neutrali per esempio molto criticati dalle potenze in pace "urono incoraggiati nei momenti di
crisi. 4hi riteneva che lo scontro ideologico "osse preponderante non considerava che 0sa e
0rss si sono comportati pi$ come potenze tradizionali che come leader di movimenti
messianici. Lattenzione e il calcolo sono diventati "ondamentali per due stati isolazionisti.
4ontano molto i comportamenti tradizionali e il potere e gli interessi degli stati, anche le
ideologie si sono piegate alle "orze perenni della politica: i sovietici nella loro politica estera
sono ritornati ad essere russi e i li(erali americani sono tornati ad essere americani. Ji un
processo di normalizzazione dei concorrenti principali che rende le relazioni pi$ "acili.
;u"i sono i ("nt"ggi dee coppie5 !n due si tratta solo in due e c il rischio di
danneggiare molto laltro perci' vi prudenza, con pi$ di due vi invece il rischio
della((andono, linterdipendenza causa ostilit e paura mentre in (ipolarismo vi una "orte
pressione per moderare i comportamenti. !l pro(lema del disarmo per esempio possi(ile
risolverlo solo se il vincitore di una possi(ile corsa al riarmo a((ia la volont di disarmare e
solo se laccordo tra due possi(ile senza che la presenza di terzi dia preoccupazioni. !n
(ipolarismo le pressioni rendono conservatrici le potenze. Ma la struttura non pu' spiegare
tutto, 6altz si so""ermato su questa perch1 stata spesso trascurata. Ieciprocit e prudenza
sono alla (ase del rapporto 0sa*0rss e tra loro si in"luenzano molto pi$ di quanto non possano
"are i paesi che sono sottoposti al loro potere. La preoccupazione per la sta(ilit rende le parti
unite ma la paura le separa. /e con piccoli numeri pu' essere pericoloso optare per la
moderazione, con due sole potenze diverse sono le pressioni verso la responsa(ilit. 8on un
caso che negli 0sa e in 0rss il leader sia scelto in "unzione della posizione nel mondo e 6altz
invita allottimismo "inch1 vi sicurezza della minaccia.
!n (ipolarismo la sta(ilit dinamica, pi$ di""icile entrare nel clu( delle potenze, la discesa
ipotetica di 0rss e 0sa sar comunque lenta e ne passer di tempo "ino a che un terzo stato
avr superato le numerose (arriere allentrata. #er 6altz molti uomini politici di allora
sopravvalutavano le potenzialit economiche %per primi 8iAon e /ulz(erger& e leggevano i dati
economici mondiali senza rendersi conte che comunque gli 0sa durante gli anni DE produceva
T del prodotto mondiale. 4i' non deve neppure "arci dimenticare che gli 0sa hanno un "orte
gap economico anche nei con"ronti del loro principale competitor %0rss& anche se considerato
unitariamente alla terza economia mondiale %Fiappone&. #ertanto la crisi economica per 6altz
era (en lontana dallarrivare e comunque gli 0sa sare((e rimasti paese leader.
/uccessivamente 6altz si chiede se la posizione di leader "osse costosa, in quanto paesi come
0rss e Fiappone hanno (asato la loro produzione sullimitazione di tecnologie avanzate altrui.
7uttavia ci' non pi$ "acilmente possi(ile in quanto: le competenze sono sempre pi$ settoriali,
i cam(iamenti tecnologici sono veloci, il mercato interno americano molto grande, la
supremazia economica e tecnologica sempre pi$ importante. Fli 0sa hanno diversi pro(lemi
ma il suo principale competitor ha per esempio la met del #8L 0sa, spende di pi$ in
armamenti in proporzione del reddito nazionale e perci' rischia pi$ "acilmente di scomparire.
La 4ina una potenza economica ma non di certo militare, 6altz non credeva in una sua
crescita militare, solo lBuropa occidentale nella sua ottica era un potenziale competitor degli
americani, ma solo con la costruzione dell0e. 8egli a""ari internazionali la "orza rimane lar(itro
"inale ma nulla pu' mettere in discussione le di""erenze esistenti tra gli stati i altri am(iti che
non siano quelli della "orza. 8on sono le armi nucleari a rendere uguale il potere delle nazioni,
semmai rendono pi$ sta(ile una situazione che preesiste loro. L0rss sare((e comunque il
competitor degli americani anche senza la (om(a atomica. 7utte le potenze (ipolari hanno la
preoccupazione di prevenire un possi(ile attacco altrui, ma la situazione delle potenze nucleari
minori (en pi$ preoccupante. /e prima ci si alleava tra piccole potenze per diventare pi$ "orti
in (ipolarismo gli armamenti nucleari non sono somma(ili, la tecnologia pi$ importante della
dimensione della "orza.
4ome diceva <e Faulle con armi nucleari sono impossi(ili le alleanze, semmai la 8ato pu'
essere intesa come garanzia. Linteresse ad unirsi pu' essere solo delle piccole potenze per
diventare grandi ma piccole potenze pur nucleari non modi"icano gli equili(ri. La guerra in
(ipolarismo non "ra potenze ma "ra piccoli stati in con"litti limitati, perci' se tra i coinvolti vi
sono piccole potenze nucleari ci' sar assolutamente pericoloso. Ma laumento di potenze
piccole con latomica non varia la disposizione del sistema. 0na potenze tale perch1 ha le
potenzialit in tutti i campi non solo a livello militare.
8on poi cos) "antasiosa la de"inizione di 0sa e 0rss come grandi Fulliver immo(ilizzati dal
loro potenziale nucleare con il risultato che piccole potenze possono spesso comportarsi
li(eramente come se non ci "ossero di""erenziali di potere.
0sando le parole dei ;erz il potere assoluto equivale ad assoluta impotenza, le potenze si
annullano, sono "rustrate dalla loro "orza. 3 certo che tutta questa li(ert dei piccoli stati
dovuta allinesistente considerazione da parte delle due potenze, anche se anche la sicurezza
degli irresponsa(ili poi garantita dalle due potenze. Lutilit degli armamenti ovvia per
6altz, perci' tende a non de"inirle improduttive, perch1 mantenere lordine senza usare la
"orza il vero o(iettivo, luso della "orza un segno di "allimento. ! "orti usano la "orza meno
dei de(oli e non va considerato luso con lutilit della "orza, investire non vuol dire usare,
perci' la "orza utile solo quando dissuade senza essere utilizzata. Le minacce "anno il mondo
pi$ ordinato e ci' "a tendere lordinamento internazionale verso una naturale condizione di
necessit di (asarsi sulla pura coercizione. ;erz ha coniato il termine dilemma della
sicurezza, se sono incerto sugli altri mi armo. 7ale dilemma non pu' essere risolto semmai
a""rontato. 8on si pu' eliminare la "orza, il nucleare "unge da ritorsione senza che lo si usi, la
sua presenza ne previene luso. !nsomma sem(ra che la condizione di potenza sia invidia(ile,
ma va considerato che le potenze sono sempre coinvolte in guerra. Iitenere che grande
potenza signi"ichi grande "ortuna assolutamente riduttivo. 8on solo il potere della "orza serve
a limitare le escalation ma in certi casi potre((e essere usato, ma spesso con risultati poco
positivi. 4on molte potenze di""icile sta(ilire in modo de"initivo relazioni tra i concorrenti
%/immel& e inoltre come ricorda ;ume necessario lappoggio dei governati perch1 l) la
"orza. 3 (ene ricordare che lingoverna(ilit interna non si risolve con s"orzi esterni,
necessaria la coesione interna per la pace non su""iciente la "orza. La di""icolt anche dei
grandi stati di riportare gli altri in pace quando cadono in guerra non sintomo di de(olezza
militare perch1 la questione politica e il Jietnam un esempio per"etto dei limiti della "orza.
Janno poi considerati gli scarsi (ene"ici economici di una guerra: vengono sovrastimati sia i
risultati positivi che i risultati delle imprese in guerra, inoltre non si capisce perch1 gli 0sa
de((ano ad esempio usare la "orza quando hanno (en altri strumenti, oppure s"orzi interni
aumentano pi$ di quelli esterni il reddito nazionale. Nisogna astenersi dal lottare quando la
posta in gioco limitata, come per esempio lo "u in Jietnam dove una vittoria o una scon"itta
non cam(iavano lassetto del sistema.
!noltre diverso conquistare e governare, per la seconda non mai servita la "orza che
strumento o(soleto. La con"usione generata dal "atto che la "orza identi"icata col suo uso, e
che il potere inteso in modo diverso, per esempio il controllo degli 0sa un mezzo
insu""iciente a risolvere i pro(lemi. 0sa e 0rss per la loro posizione e indipendenza usano meno
la "orza delle potenze passate.
/e il potere coincide col controllo i "allimenti sono delle de(olezze ma non cos) per 6altz in
quanto un attore potente in"luenza gli altri pi$ di quanto non succeda in senso contrario. !l
potere un mezzo e il risultato incerto, va de"inito come distri(uzione di potenzialit e non in
"unzione dei risultati.
2((iamo quindi visto che il sistema internazionale necessariamente a piccolo numero. !l
pro(lema dei sistemi a - va ancora risolto e senza du((io possiamo sostenere che le attuali
grandi potenze sono molto pi$ autosu""icienti del passato e inoltre possono risolvere i pro(lemi
molto pi$ di quanto non possano "arlo gli altri. Hino a questo punto 6altz considera in visione
negativa il potere perch non produce controllo ma nel prossimo capitolo verr considerata la
questione della necessit di una direzione e controllo degli a""ari internazionali.
I&. L" direzione degi "%%"ri intern"zion"i
@uel che produce il potere : la conservazione della propria autonomia, un ampio raggio
dazione, una maggiore sicurezza %si hanno meno interessi ad agire con cautela&, linteresse
nel di"endere il sistema. 3 normale che gli stati de(oli non possano restare inattivi ma neppure
possono porre in essere politiche avventate.
6altz ci mostra quindi come vengono svolte le "unzioni internazionali. !n un sistema che come
sappiamo si "onda sullautodi"esa, i guadagni relativi sono pi$ importanti di quelli assoluti, ci'
si pu' invertire solo se si a((assa il livello della competizione. <ue sono le condizioni per cui
0sa e 0rss sono meno interessati ai guadagni relativi rispetto a quelli assoluti: la sta(ilit
dellequili(rio (ilaterale, la distanza tra le due potenze e gli altri. @uando lequili(rio sta(ile i
vantaggi assoluti possono sostituire le preoccupazioni per quelli relativi. 6altz analizza prima
come si conducono gli a""ari internazionali malgrado le di""icolt, poi analizzer tre "unzioni che
gli attori possono svolgere.
/empre pi$ una direzione degli a""ari internazionali sem(ra urgente, chiedersi se gli stati
possono mantenere le loro relazioni senza cadere nel rischio della guerra chiedere troppo ai
sistemi internazionali. #ensare a unaspettativa di direzione centralizzata signi"ica che si ritiene
questa meno costosa delle guerre e allo stesso tempo signi"ica che ad oggi tali "unzioni sono
svolte in modo ine""iciente. 4ominciamo col chiederci perch1 in un sistema internazionale sia
cos) di""icile porre gli interessi di tutti sopra quello dei singoli. Le di""icolt sono essenzialmente
due: solo con lo((ligo i soggetti si muovono per garantire utilit a tutti e solo o((ligando tutti
i soggetti questi pagheranno i (eni pu((lici e quindi verranno goduti da tutti in modo corretto.
/eppur di""icile agire per il (ene comune lo in misura diversa a seconda dei sistemi a cui ci
ri"eriamo. #er 6altz maggiore la di""erenziazione del lavoro pi$ di""icile regolamentare gli
a""ari internazionali. 4i' pu' essere risolto o dal crollo stesso del sistema "ino a che qualcuno
non emerga, oppure quando linterdipendenza diventa integrazione la divisione del lavoro si "a
politica oltre che economica, questo ci' che succede allinterno degli stati. 4i' non poi cos)
"acile nel sistema internazionale perch1 molti stati sono recalcitranti.
Ma allo stesso tempo lorganizzazione di un sistema coercitivo verso i "ree*riders impossi(ile,
con il risultato che la tirannia delle decisioni individuali non viene eliminata e i (eni pu((lici non
sono o""erti in misura adeguata. 2nche in questo caso 6altz si ri" al numero delle potenze. /e
la maggioranza degli studiosi ritiene che pi$ ci sono grandi potenze meglio per la direzione
degli a""ari, 6altz sottolinea il "atto che gli a""ari di tutti sono poi di nessuno. 4ome ricordano
Llson e Naumol minore il numero dei soggetti potenti maggiore linteresse ad assicurare il
(ene collettivo, il caso limite quando una unit elimina tutte le altre.
Ma se le "unzioni sistemiche sono le pi$ complesse perch1 uno dovre((e "arsene carico?
!nnanzitutto lunico che pu' "arlo e inoltre lo(iettivo di qualunque soggetto diminuire le
incertezze del proprio am(iente, le grandi potenze hanno interesse in questo pur pagandone
un costo spesso sproporzionato.
#oche potenze quindi de((ono so((arcarsi il costo "ino ad occuparsi anche degli a""ari dei
piccoli e le pro(a(ilit di "are ci' sono tanto pi$ alte quanto maggiore la tendenza verso un
(ipolarismo. #er due potenze tutti gli interessi sono glo(ali.
<"tz or" p"ss" "'"n"isi dee %unzioni.
! sistemi si tras"ormano o persistono. !l caso di tras"ormazione molto pro(a(ile in quanto non
esiste unistituzione in grado di limitare i tentativi degli stati a modi"icare il sistema, chi
costituisce un sistema lo dirige. 0n sistema pu' essere tras"ormato ad esempio attraverso la
guerra %!!FM&. 2ttualmente 6altz sostiene che gli 0sa stiano tentando di divenire egemoni
perci' come oggetto di analisi prender la politica estera americana. Fli 0sa possono
giusti"icare la loro politica estera attraverso lesagerazione del pericolo dell0rss, lagire
nellinteresse degli altri per trovare e conservare lordine. Lanticomunismo non solo un "ine
ma anche il mezzo per rendere pi$ tollera(ile il mondo. <iversi presidenti americani posero
laccento sulla responsa(ilit americana di riordino del mondo, oppure sui (ene"ici di ununione
euro*americana. Ma questa cosa molto di""icile da istituire in quanto molti americani hanno
paura che ci' possa "ar venire meno limperativo di aver cura innanzitutto di s1 stessi. !l ruolo
dei paesi de(oli in una situazione (ipolare quello di equili(rare le due potenze, non "avorirne
una allaltra. 0nire gli stati a""ascinante e il potere "a credere che tale o(iettivo sia di "acile
portata, addirittura con luso della "orza, ma i pericoli della tentazione del potere sono pari a
quelli della de(olezza. /emmai gli 0sa a((iano pensato di iniziare una redistri(uzione delle
responsa(ilit e quindi del potere si sono presto resi conto che riallocare delle responsa(ilit in
seno ad unipotetica 0e potre((e comportare una serie di pro(lemi in quanto come ricorda
9issinger le principali a""lizioni di una grande potenza derivano dagli e""etti internazionali non
voluti. !nsomma, l0e utile contro l0rss ma per gli 0sa pi$ "acile e meno pericoloso trattare
con i singoli stati, gli interessi americani sare((ero stati comunque garantiti e l0e e gli 0rss
sare((ero comunque rimasti in una posizione di de(olezza nei con"ronti degli 0sa. Ma noi
ricordiamo che in (ase alla teoria potenze minori tendono ad unirsi contro la maggiore e l0e e
l0rss hanno diversi interessi che potre((ero coincidere. 4ontemporaneamente sappiamo che
un mondo di tre potenze il peggiore che gli studiosi ritengano poter esistere e inoltre le due
potenze hanno scarsi interessi a "arne nascere una terza. #ertanto se a livello sistemico
sare((e impossi(ile la nascita di un terzo polo (isogna chiedersi se ci' pu' diventare pro(a(ile
a livello di unit, cio se una questione interna pu' portare uno stato ad assurgere ad un grado
di grande potenza. La risposta a""ermativa, gi solo un armamento pi$ imponente pu'
portare a questo risultato. Ma a((iamo gi detto che alle potenze attuali non attrae unipotesi
di terzo polo e inoltre conservare il sistema signi"ica mantenere rapporti paci"ici e ci' andre((e
anche a "avore delle nazioni europee.
La "unzione degli 0sa nel sistema quindi quella di conservare un (ipolarismo maturo, ovvero:
un sistema che distri(uisca le potenzialit in modo meno asimmetrico, dove le due potenze
siano un duopolio consapevole considerando che non va con"usa la maturit con il declino. Ma
quali sono i pro(lemi di un sistema a due una volta considerata la sua conservazione?
!nnanzitutto non detto che una realt interna caratterizzata dallordine sia meno
pro(lematica di una realt esterna anarchica. !n un sistema multipolare ciascuno di"ende la
propria autonomia e talvolta ci si allea e ci si com(atte, la guerra riequili(ratrice, ma il
risultato positivo non garantito. #ertanto in un sistema multipolare non vi sono incentivi a
realizzare una direzione centralizzata, mentre in una situazione (ipolare pi$ "acile perch1 le
due potenze sono molto interessate al mantenimento dellequili(rio. 0no stato con grande
potenzialit le pu' usare a "avore o contro gli altri, ma 6altz ci consiglia di stare attenti a
quelli stati che si propongono come di"ensori del (ene comune in quanto sono questi a de"inirlo
anche per gli altri. La sola speranza che glia attori potenti non adottino politiche s(agliate.
#er esempio gli 0sa hanno adottato politiche cos) e""icaci da permettere la sostituzione del
vecchio :an=ee go home con please sta: e ci' avvenuto soprattuto in Buropa dove la
presenza americana "ortissima.
Ma ancora non si risolta la questione della necessit della direzione degli a""ari internazionali.
#er 6altz ad oggi gli 0sa sono gli unici ad avere qualche possi(ilit di "ornire tale
regolamentazione in modo e""icace. 8eppure dopo il Jietnam gli 0sa si sono li(erati delle loro
responsa(ilit glo(ali, in"atti linteresse al consumo dei (eni collettivi "orte per le potenze
%Llson: s"ruttamento dei grandi da parte dei piccoli&, inoltre se gli altri si possono preoccupare
della credi(ilit americana questi ultimi non hanno il pro(lema contrario, in"ine le a(itudini
direttive negli ultimi decenni si sono ormai radicate nella politica americana.
Jerso la "ine del li(ro 6altz ammette che il grosso de"icit di cui so""re la sua analisi lo studio
pi$ appro"ondito dell0rss. 4i' che dice 6altz dell0rss pi$ che altro al suo rapporto con gli
0sa, per esempio la "acilit con cui l0rss agisca in Buropa orientale perch1 un intervento
americano sare((e pericolassimo. 3 anche merito dell0rss se il mondo pi$ sta(ile col
(ipolarismo piuttosto che col multipolarismo.
6altz conclude dicendo che maggiore linterdipendenza maggiore il (isogno di governo e si
augura che gli 0sa a((iamo compreso che la teoria del dominio non applica(ile n1 a livello
economico n1 a quello militare.
Ma dato che 6altz sostiene che il (asso livello di interdipendenza, naturale che ritenga non
necessaria la costruzione di un regolatore mondiale ma al pi$ di alleanze elastiche sottoposte
al controllo dei grandi per garantire pace e sta(ilit. !nsomma sono su""icienti controllo e
prevenzione e tra le "orme di controllo la principale la minaccia della "orza.
Lggi gli 0sa sono meno "orti che nellimmediato secondo dopoguerra hanno necessit di
colla(orazione con altri paesi, ma chi "ornir i mezzi e chi ne pagher i costi in misura
maggiore sono proprio gli 0sa perch1 tale relazione sar sempre di misura e ad e""etti limitati.
Fli altri paesi tenderanno a lasciare le responsa(ilit agli 0sa e ci' mostra che laumento di
interdipendenza non produce un manager capace di gestirla, ma ne aumenta solo la necessit.
#ertanto gli 0sa devono svolgere il loro ruolo di leader, perch1 per 6altz in de"initiva non conta
unagenzia di direzione ma il potere e""ettivo degli stati, cio capire come variano le possi(ilit
delle grandi potenze di governare in modo costruttivo gli a""ari internazionali al variare del
sistema.

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