5
10
15
20
25
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
12.000
17.0018.00 17.3018.30 18.0019.00
Valutazionedell'oradi punta
Sera
volumeditraffico circolante
sommatoria massimi* volumi
numerodimassimi
5
10
15
20
25
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
12.000
7.008.00 7.308.30 8.009.00
Valutazionedell'ora dipunta
Mattino
volumeditraffico circolante
sommatoria massimi*volumi
numerodimassimi
luglio 2014
IST_12_13_ELA_TE_03 pag. 36 di 100
fase analitica.
7 I rilievi di traffico
PIANO GENERALE DEL TRAFFICO URBANO
E PIANO PARTICOLAREGGIATO ASSE ISONZO-MONTECASSINO
(tratto SPexSS35 Milano Meda-ferrovia Saronno-Seregno)
Citt di Seveso
Lungo lasta Montecassino-Isonzo si regi-
strano discreti volumi di traffico. Il flusso
bidirezionale si attesta mediamente attorno
ai 1.396 veicoli/ora, di cui 729 in direzione
Ovest e 667 in direzione Est; la direzione
prevalente risulta essere comunque quella
verso lo svicolo con la Milano-Meda.
Sui restanti rami delle intersezioni interes-
sate dai rilievi, nelle maggior parte dei casi,
il flusso bidirezionale non supera i 1.000
veicoli/ora (ad eccezione del ramo Est, via
Vignazzola, con circa 1.100 veicoli/ora).
Lasse di Corso Garibaldi caratterizzato
da un discreto volume di traffico, in parte
condizionato dalle code indotte dalla regola-
mentazione mediante impianto semaforico,
come nel caso dellintersezione con via
Cacciatoti delle Alpi.
Lentit dei volumi di scambio agli svincoli
con la SPexSS35 Milano-Meda forte-
mente condizionata sia dalla geometria
degli svincoli stessi che dalla viabilit
urbana ad essi connessa. Ne deriva di
conseguenza che l80% dei flussi di
scambio con la SpexSS35 Milano-Meda
avviene allo svincolo con lasse Monte-
cassino-Isonzo e solo il 20% circa con
lasse di via Vignazzola.
lincidenza dei mezzi pesanti piuttosto
bassa, di pochi punti percentuali rispetto al
traffico transitante, in particolare:
per lasta Isonzo-Montecassino il 5% in
direzione Est e il 3% in direzione opposta;
per via Vignazzola l1% in direzione Est
ed il 2% in direzione opposta;
per lasta individuata da Corso Garibaldi
il 7% in direzione Sud e l1% in direzione
Nord.
Alle singole sezioni di rilievo emerso che:
intersezione 1: caratterizzata da un flusso
entrante pari a 1.524 veicoli/ora, di cui il
72% proveniente da via Montecassino
Ovest ed Est (pari rispettivamente a 530 e
568 veicoli/ora), 403 veicoli/ora provenienti
da via S. DAcquisto ed i restanti 23
veicoli/ora dal ring per la stazione.
Intersezione 2: caratterizzata da un flusso
entrante pari a 1.858 veicoli/ora, di cui l87%
proveniente dai due rami Isonzo e Monte-
cassino (rispettivamente 735 e 886 veicoli/
ora), 156 veicoli/ora provengono da via
Della Pace ed i restanti 81 veicoli/ora da via
delle Grigne.
Intersezione 3: il flusso entrante pari a
2.106 veicoli/ora, di cui il 66% proveniente
da Corso Isonzo rami Est ed Ovest
(rispettivamente pari a 754 e 625
veicoli/ora); il restante 34% del flusso
entrante nellintersezione si distribuisce tra
le due rampe della SPexSS35 direzione
Nord e Sud (rispettivamente con 354 e 373
veicoli/ora).
Intersezione 4: caratterizzata da un flusso
entrante pari a 1.348 veicoli/ora, equamente
distribuiti tra i quattro rami afferenti la
stessa; in dettaglio si osserva un flusso
entrante dalla via Garibaldi, rami Sud e
Nord rispettivamente pari a 324 e 384
veicoli/ora, un flusso entrante da via
Cacciatori delle Alpi pari a 338 veicoli/ora
ed i restanti 302 veicoli/ora entranti da
Piazza Roma.
Intersezione 5: il flusso entrante pari a
1.240 veicoli/ora, di cui il 79% proveniente
dalla via Vignazzola rami Est ed Ovest
(rispettivamente pari a 483 e 492
veicoli/ora), mentre il restante 21%, pari a
265 veicoli/ora, proveniente da via
Carducci.
Intersezione 6: caratterizzata da un flusso
pari a 373 veicoli/ora; di questi, 160
veicoli/ora provengono dalla Milano-Meda
(105 svoltano in direzione Ovest su via
Vignazzola e 55 in direzione Est) e 213
sono diretti sulla superstrada (105
luglio 2014
IST_12_13_ELA_TE_03 pag. 37 di 100
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7 I rilievi di traffico
PIANO GENERALE DEL TRAFFICO URBANO
E PIANO PARTICOLAREGGIATO ASSE ISONZO-MONTECASSINO
(tratto SPexSS35 Milano Meda-ferrovia Saronno-Seregno)
Citt di Seveso
provenienti da Est e 108 provenienti da
Ovest).
Intersezione 7: caratterizzata da un flusso
entrante pari a 1.120 veicoli/ora, di cui il
73% proveniente dalla via Vignazzola rami
Est ed Ovest (rispettivamente pari a 380 e
440 veicoli/ora), ed il restante 23%
proveniente dalla via Cavalla rami Nord e
Sud (rispettivamente pari a 190 e 110
veicoli/ora).
Per quanto riguarda i rilievi effettuati nella fascia
di punta serale 17.30-18.30, emerge una so-
stanziale coerenza con quanto gi evidenziato
per lora di punta del mattino per quanto
riguarda le intersezioni dove sono maggior-
mente concentrati i flussi di traffico.
In alcune situazioni lentit dei flussi risulta
speculare rispetto alla situazione mattutina, in
particolare nel caso di Corso Isonzo in
prossimit dello svincolo con la SPexSS35
Milano-Meda che registra un consistente
incremento dei flussi di traffico in direzione est,
rispetto a quelli dellora di punta del mattino.
Per ulteriori dettagli si rinvia alle tavole 6.
Si provveduto infine a monitorare lestensione
delle code in corrispondenza del passaggio a
livello di S.Martino/Corso Isonzo.
Una serie di rilievi, effettuati in diverse giornate
tipo, ha evidenziato che tali code sono, pari a
circa 20 auto per direzione al mattino, ed
assumono lunghezze maggiori durante lora di
pranzo (circa 40 auto/direzione).
Sempre In corrispondenza del passaggio a
livello di Corso Isonzo si rilevato inoltre che,
durante la fase di chiusura, alcuni veicoli
eseguono il sorpasso della coda, invadendo
cos la corsia opposta, per poi effettuare la
svolta a sinistra in viale della Repubblica.
Tale criticit e i disagi indotti sono confermati
dallanalisi dei dati di apertura e chiusura
nellarco di una giornata feriale tipo (dalle 6 alle
22), cortesemente forniti da FERROVIENORD
con riferimento ai passaggi a livello di Corso
Isonzo, via Manzoni e via Montello.
Dallanalisi dei dati relativi ai tempi di chiusura
dei passaggi a livello di Isonzo-San Martino,
Manzoni e Montello-Alighieri (riferiti ad un
giorno feriale tipo del mese di giugno 2014)
emerge che lincidenza oraria delle chiusure
assuma i valori pi elevati proprio in
concomitanza delle ore di punta del mattino e
della sera relative al traffico veicolare.
In particolare per il passaggio a livello di Isonzo-
San Martino (ed analogamente per quello di via
Manzoni) si registrano: 7 chiusure, per una
durata complessiva di 30 minuti, nella fascia
oraria tra le 7 e le 8 del mattino e 7 chiusure,
per una durata complessiva di 29 minuti, nella
fascia oraria tra le 18 e le 19.
Mentre per il passaggio a livello di Montello-
Alighieri si registrano: 5 chiusure, per una
durata complessiva di 31 minuti, nella fascia
oraria tra le 7 e le 8 del mattino e 6 chiusure,
per una durata complessiva di 31 minuti, nella
fascia oraria tra le 18 e le 19.
Per ulteriori approfondimenti si rimanda ai
grafici successivi.
0
5
10
15
20
25
30
35
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
t
e
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p
o
d
i
c
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i
u
s
u
r
a
[
m
in
]
n
u
m
e
r
o
c
h
i
u
s
u
r
e
Fasciaoraria
Distribuzionedelnumeroedelladuratadellechiusuredelpassaggioalivello
diIsonzoSanMartinoinungiornoferialetipo(Giugno2014)
Numerochiusure Tempodichiusura
0
5
10
15
20
25
30
35
40
0
1
2
3
4
5
6
7
8
t
e
m
p
o
d
i
c
h
i
u
s
u
r
a
[
m
i
n
]
n
u
m
e
r
o
c
h
i
u
s
u
r
e
Fascia oraria
Distribuzionedelnumeroedelladuratadellechiusuredelpassaggioalivello
diMontelloAlighieriinungiornoferialetipo(Giugno2014)
Numerochiusure Tempodichiusura
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E PIANO PARTICOLAREGGIATO ASSE ISONZO-MONTECASSINO
(tratto SPexSS35 Milano Meda-ferrovia Saronno-Seregno)
Citt di Seveso
67
78
89
910
1011
1112
1213
1314
1415
1516
1617
1718
1819
1920
2021
2122
Minutidi apertura/chiusura perciascuna fascia oraria
F
a
s
c
i
a
O
r
a
r
i
a
Distribuzionedeitempidiapertura/chiusuradelpassaggioalivellodiIsonzoSanMartino
inungiornoferialetipo(Giugno2014)nell'intervallo6:0022:00
Aperto Chiuso
6 12 18 24 30 36 42 48 54 60
67
78
89
910
1011
1112
1213
1314
1415
1516
1617
1718
1819
1920
2021
2122
Minutidi apertura/chiusura perciascuna fascia oraria
F
a
s
c
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O
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a
r
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Distribuzionedeitempidiapertura/chiusuradelpassaggioalivellodiMontelloAlighieri
inungiornoferialetipo(Giugno2014)nell'intervallo6:0022:00
Aperto Chiuso
6 12 18 24 30 36 42 48 54 60
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E PIANO PARTICOLAREGGIATO ASSE ISONZO-MONTECASSINO
(tratto SPexSS35 Milano Meda-ferrovia Saronno-Seregno)
Citt di Seveso
7.2 Il confronto e lanalisi con i rilievi del
2008
Nel 2008 stata effettuata una campagna di
indagine (rilievi di traffico ed interviste O/D
Origine Destinazione) che ha interessato 14
sezioni, di cui 3 in corrispondenza dei passaggi
a livello Isonzo, Manzoni, Montello.
Per questultima con riferimento allora di punta
del mattino (7.30-8.30) lanalisi dei dati
evidenzia che:
il passaggio a livello presso il quale si sono
rilevati i pi alti volumi di traffico quello di
Corso Isonzo, con un flusso bidirezionale
pari a 698 veicoli/ora, di cui 346 veicoli/ora
in direzione via S. Martino e 352 veicoli/ora
in direzione opposta;
il passaggio a livello di via Montello
presenta un flusso bidirezionale pari a 461
veicoli/ora, di cui 181 veicoli/ora in direzione
Est e 216 in direzione opposta;
il passaggio a livello di via Manzoni infine,
con 397 veicoli/ora (di cui 216 in direzione
Ovest e 181 in direzione opposta) quello
con il minor flusso veicolare.
Con riferimento alle analisi delle risultanza delle
indagini O/D effettuate nel 2008 emerge che:
lincidenza del traffico intracomunale pari
al 15% del totale dei transiti registrati, con
punte del 26%-29% per gli assi San Carlo e
Cacciatori delle Alpi;
le relazioni da e per Seveso sono
mediamente il 47% del totale dei transiti
registrati, con punte pari al 65% lungo
Corso Isonzo;
le relazioni di puro attraversamento, infine,
sono mediamente pari al 38% dei transiti
registrati, con punte pari al 63% per lasse
di via Garibaldi.
flusso totale
(7-9) in
ingresso
flusso totale
(7-9) in
ingresso
TOTSEZ. 1:
244 35% traffic o passante
TOTSEZ. 2:
182 25% traffic o passante
TOTSEZ. 3:
771 63% traffic o passante
TOTSEZ. 4:
197 25% traffic o passante
TOTSEZ. 5:
341 55% traffic o passante
TOTSEZ. 6:
274 27% traffic o passante
1012
via Vignazzola
via Milano
c orso Garibaldi nord
via C. delle Alpi
c orso Garibaldi sud
c orso Isonzo
700
722
1228
779
619
traffico loc ale da
e per seveso
65%
75%
37%
75%
45%
73%
traffico loc ale da
e per seveso
traffico loc ale da
e per seveso
traffico loc ale da
e per seveso
traffico loc ale da
e per seveso
traffico loc ale da
e per seveso
738
456
540
457
582
278
Il confronto fra la campagna di rilievo del 2008
con quella del 2013, effettuata nellambito del
presente PGTU, con riferimento allora di punta
del mattino (7.30-8.30), evidenzia che:
lintersezione 1 presenta un lieve ma
generale aumento dei flussi entranti pari a
circa il 5% (corrispondente a 73 veicoli/ora);
in dettaglio si osserva come per il ramo di
via S. DAcquisto i flussi interessanti
lintersezione nellarco dei 5 anni siano
quasi duplicati (+182 veicoli/ora) mentre si
sia registrata una diminuzione sui rami Est
ed Ovest della via Montecassino (rispettiva-
mente - 4% e - 16%);
lintersezione 5 presenta una lieve
diminuzione, pari 71 veicoli/ora ( - 5,5%),
dei flussi interessanti la stessa; dei tre rami
afferenti lintersezione, il ramo Est di via
Vignazzola presenta la diminuzione
maggiore rispetto ai flussi 2008 (pari al
10,5% e corrispondente a 57 veicoli/ora);
lintersezione 7, quella che presenta in
termini sia assoluti che percentuali la
variazione maggiore, con -122 veicoli/ora
(pari ad una diminuzione rispetto al 2008
del 10,5%); dei quattro rami afferenti
lintersezione ancora una volta il ramo Est
di via Vignazzola (come per la sezione 5) a
registrare la diminuzione maggiore, con -88
veicoli/ora (pari a circa - 19%); lunico ramo
che registra un aumento quello di via
Cavalla Nord, con +12 veicoli/ora (pari ad
un incremento pari all8%).
luglio 2014
IST_12_13_ELA_TE_03 pag. 40 di 100
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(tratto SPexSS35 Milano Meda-ferrovia Saronno-Seregno)
Citt di Seveso
7.3 Analisi dei flussi afferenti sulle strade
provinciali
Lanalisi dei dati disponibili relativi alla rete
stradale nellarea metropolitana nel periodo
2007-2014 evidenzia che:
con riferimento al Traffico Giornaliero Medio
(TGM) si riscontrata una complessiva
riduzione dei valori del 2012 rispetto a quelli
del 2007;
dal 2011 al 2012 si osservato un decre-
mento dei flussi giornalieri;
50.000
70.000
90.000
110.000
130.000
150.000
2007 2008 2009 2010 2011 2012
StradeProvinciali:andamentostorico
giornomedioferialetipo(marted,mercoled,gioved)
SPexSS35 SPexSS233
con riferimento allora di punta del mattino,
diversamente dal TGM, si rilevato dal
2007 al 2012 un pressoch continuo
aumento di flussi circolanti. Laumento
stato pi deciso dal 2007 al 2010 e pi
contenuto dal 2010 al 2012, in quanto la
diminuzione della domanda di traffico
induce nellora di punta una contrazione
degli accodamenti, una diminuzione della
congestione e conseguentemente il transito
di un maggior numero di veicoli nellunit di
tempo;
laumentare dei volumi di traffico e la
riduzione della fluidit sulla rete, hanno
indotto un aumento complessivo della
congestione sulla rete, con peggioramento
delle condizioni di circolazione e aumento
delle criticit nei tratti in attraversamento dei
centri storici.
dal 2012 al 2014 (con riferimento ai primi
dati disponibili) si registra un lieve
incremento dei flussi di traffico, in
particolare nelle ore di punta del mattino e
della sera.
Nello specifico, emerso che:
Strada Provinciale SPexSS35 dei Giovi in
comune di Meda:
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
3.500
4.000
4.500
SPexSS35(Meda):distribuzionedelflussoditraffico bidirezionale
giornomedioferialetipo
il flusso giornaliero medio (2012), nei giorni
feriali tipo (marted, mercoled e gioved) si
attesta attorno ai 60.000 veicoli/giorno;
nellora di punta del mattino si registra un
flusso di 2.508 veicoli/ora in direzione Mila-
no e 1.849 veicoli/ora in direzione Meda;
nella fascia 17.00-18.00 i flussi medi tran-
sitanti risultano di poco inferiori ai valori del
mattino: 2.402 veicoli/ora in direzione Mila-
no e 1.884 veicoli/ora in direzione Meda
86%
9%
5%
SPexSS35(Meda):ripartizione veicolaremedia giornaliera
auto
[l5m]
autocarri e
furgoni<3t
[5 m< l 8m]
merci> 3t, autobus,
autotreni
[l>8m]
lincidenza dellora di punta rispetto al traf-
fico giornaliero medio pari al 8%, mentre
lincidenza dei pesanti (con lunghezza mag-
giore a 8 m) si attesta attorno a circa il 5%;
luglio 2014
IST_12_13_ELA_TE_03 pag. 41 di 100
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(tratto SPexSS35 Milano Meda-ferrovia Saronno-Seregno)
Citt di Seveso
auto
[ l 5 ]
autocarri e
furgoni < 3t
[ 5 < l 8 ]
merci > 3t
autobus
[ 8 <l 17 ]
Autotreni
accodamento
veicoli
[ l > 17 ]
Totale
auto
[ l 5 ]
autocarri e
furgoni < 3t
[ 5 <l 8 ]
merci > 3t
autobus
[ 8 < l 17 ]
Autotreni
accodamento
veicoli
[ l > 17 ]
Totale
auto
[ l 5 ]
autocarri e
furgoni < 3t
[ 5 < l 8 ]
merci > 3t
autobus
[ 8 < l 17 ]
Autotreni
accodamento
veicoli
[ l > 17 ]
Totale
auto
[ l 5 ]
autocarri e
furgoni <3t
[ 5 < l 8 ]
merci > 3t
autobus
[ 8 <l 17 ]
Autotreni
accodamento
veicoli
[ l > 17 ]
Totale
0 - 1 254 8 4 3 269 0 - 1 54 1 - - 55 0 - 1 203 2 3 2 210 0 - 1 39 2 - - 41
1 - 2 127 6 2 2 137 1 - 2 14 1 - - 15 1 - 2 124 2 7 4 137 1 - 2 28 - - - 28
2 - 3 64 4 4 1 73 2 - 3 4 1 - - 5 2 - 3 55 4 10 3 72 2 - 3 11 - - - 11
3 - 4 41 5 5 2 53 3 - 4 4 1 - - 5 3 - 4 44 13 8 2 67 3 - 4 5 - - - 5
4 - 5 41 10 9 7 67 4 - 5 3 - - - 3 4 - 5 61 27 13 9 110 4 - 5 15 2 1 - 18
5 - 6 141 32 26 14 213 5 - 6 36 8 - 1 45 5 - 6 248 50 34 16 348 5 - 6 108 13 3 1 125
6 - 7 298 101 61 32 492 6 - 7 226 60 4 3 293 6 - 7 616 99 47 17 779 6 - 7 596 69 4 3 672
7 - 8 603 119 82 29 833 7 - 8 859 84 6 3 952 7 - 8 1.078 106 52 15 1.251 7 - 8 1.206 58 4 - 1.268
8 - 9 676 104 75 22 877 8 - 9 917 47 7 1 972 8 - 9 1.085 133 62 29 1.309 8 - 9 1.138 53 6 2 1.199
9 - 10 545 115 86 24 770 9 - 10 527 53 5 2 587 9 - 10 812 137 108 34 1.091 9 - 10 698 63 6 2 769
10 - 11 492 120 85 36 733 10 - 11 399 58 9 3 469 10 - 11 747 153 101 44 1.045 10 - 11 551 66 11 4 632
11 - 12 497 120 84 33 734 11 - 12 396 66 5 2 469 11 - 12 717 149 109 36 1.011 11 - 12 518 60 9 3 590
12 - 13 564 81 69 34 748 12 - 13 479 40 4 - 523 12 - 13 826 107 67 32 1.032 12 - 13 581 42 6 2 631
13 - 14 587 107 74 24 792 13 - 14 565 48 8 2 623 13 - 14 913 129 65 26 1.133 13 - 14 697 55 5 3 760
14 - 15 571 114 67 28 780 14 - 15 532 52 6 2 592 14 - 15 877 170 97 28 1.172 14 - 15 682 80 10 2 774
15 - 16 603 112 67 31 813 15 - 16 576 62 5 3 646 15 - 16 827 158 93 24 1.102 15 - 16 647 70 8 4 729
16 - 17 650 106 50 24 830 16 - 17 641 66 4 3 714 16 - 17 844 148 76 28 1.096 16 - 17 642 101 9 1 753
17 - 18 770 73 41 24 908 17 - 18 906 66 3 1 976 17 - 18 1.114 123 41 21 1.299 17 - 18 1.011 88 2 2 1.103
18 - 19 765 48 23 14 850 18 - 19 1.050 54 3 3 1.110 18 - 19 1.177 75 23 15 1.290 18 - 19 1.091 57 3 2 1.153
19 - 20 733 32 17 9 791 19 - 20 960 39 3 2 1.004 19 - 20 937 40 14 11 1.002 19 - 20 792 35 2 - 829
20 - 21 634 21 15 5 675 20 - 21 564 16 1 - 581 20 - 21 674 24 7 6 711 20 - 21 379 16 - - 395
21 - 22 464 16 6 4 490 21 - 22 250 5 - - 255 21 - 22 467 13 3 2 485 21 - 22 178 3 - - 181
22 - 23 410 10 7 4 431 22 - 23 168 4 - - 172 22 - 23 401 10 3 3 417 22 - 23 135 2 - - 137
23 - 24 386 7 4 2 399 23 - 24 134 5 - - 139 23 - 24 329 6 2 1 338 23 - 24 92 2 - - 94
0 - 24 10.916 1.471 963 408 13.758 0 - 24 10.264 837 73 31 11.205 0 - 24 15.176 1.878 1.045 408 18.507 0 - 24 11.840 937 89 31 12.897
1% 6% 1% 5%
21.180 2.308 1.036 439 24.963 27.016 2.815 1.134 439 31.404
48.196 5.123 2.170 878 56.367
direzione Meda direzione Milano
Incidenza ora di punta 8%
i nci denza mezzi l ungh.> 8m Corsia di marcia 8% Corsia di sorpasso entrambe le corsie
SPexSS35 (Meda- febbraio 2012)
giorno medio feriale tipo (marted, mercoled, gioved)
Corsi a di marci a Corsi a di sorpasso
Ora
Lunghezze veicoli [ l ]
Ora
Lunghezze veicoli [ l ]
SPexSS35 (Meda- febbraio 2012)
giorno medio feriale tipo (marted, mercoled, gioved)
Corsi a di marci a Corsia di sorpasso
Ora
Lunghezze veicoli [ l ]
Ora
Lunghezze veicoli [ l ]
Total e 0-24 (entrambe le direzioni)
fonte: Provincia di Milano Settore Gestione Rete Stradale elaborazioni: Centro Studi PIM
Incidenza ora di punta
i nci denza mezzi l ungh.> 8m Corsia di marcia 10% Corsia di sorpasso entrambe le corsie
7%
Totale 0-24 (entrambe le corsie)
Incidenza ora di punta 8%
Total e 0-24 (entrambe le corsie)
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fase analitica.
7 I rilievi di traffico
PIANO GENERALE DEL TRAFFICO URBANO
E PIANO PARTICOLAREGGIATO ASSE ISONZO-MONTECASSINO
(tratto SPexSS35 Milano Meda-ferrovia Saronno-Seregno)
Citt di Seveso
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7 I rilievi di traffico
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7 I rilievi di traffico
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fase analitica.
8 Individuazione delle criticit
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Citt di Seveso
8 INDIVIDUAZIONE DELLE CRITICITA E DELLE NECESSITA
La lettura della situazione esistente, lanalisi del-
le informazioni raccolte, i sopraluoghi, gli
incontri con i tecnici comunali e gli agenti della
Polizia Locale hanno messo in evidenza le
criticit presenti sul territorio della citt di
Seveso.
Le tematiche e gli ambiti principali di criticit/
approfondimento individuati sono i seguenti.
Per il nucleo storico e gli ambiti residenziali
La necessit di prevedere azioni di valorizzazio-
ne dei nuclei urbani, luoghi nei quali sono indivi-
duati buoni livelli di qualit urbana e funzioni
specifiche di valenza anche sovracomunale.
Tali centralit sono gi esistenti sul territorio: il
nucleo storico di Seveso, i quartieri S. Pietro,
Baruccana, Altopiano, Meredo, Dossi ecc.
Occorrono azioni integrate di riqualifica urbana,
creazione di isole ambientali e arredo urbano
che promuovano la mobilit dolce, le attivit
commerciali, terziarie ed i servizi esistenti.
Occorre rendere pi riconoscibili e significativi i
luoghi centrali dei diversi nuclei residenziali in
modo che creino la consapevolezza di aree
urbane protette. Sono necessari interventi di
moderazione volti a migliorare la qualit urbana
e a mettere in sicurezza la mobilit debole
(pedoni e ciclisti).
Per la viabilit e la sosta
Emergono le problematiche indotte dalle
barriere, naturali ed artificiali, che fram-
mentano il territorio comunale.
In particolare risultano critici i tempi di chiusura
dei passaggi a livello esistenti (Isonzo, Manzoni,
Montello, ecc) che condizionano fortemente le
relazioni interne della citt stessa ed inducono
quote di traffico di attraversamento (anche di
mezzi pesanti) ad utilizzare le strade urbane e
residenziali della citt alla ricerca di itinerari
alternativi.
Una miglior definizione della gerarchia della rete
stradale, lindividuazione dei necessari itinerari di
superamento delle barriere ed interventi di
fluidificazione dei nodi critici ridurrebbero i
conflitti presenti, la dispersione del traffico negli
ambiti prettamente residenziali e lutilizzo di
itinerari che dovrebbero essere invece valorizzati
per la mobilit dolce (pedoni e ciclisti) e per
quella dei residenti.
Occorre intervenire in punti definiti critici, al fine
di ridurne la sinistrosit rilevata e far percepire
meglio allutente veicolare lintersezione e la
gerarchia delle strade afferenti. Le strade cui
affidato il ruolo di collegamento fra diversi
quartieri della citt dovrebbero avere un regime
di circolazione fluido, senza frequenti interru-
zioni del flusso e senza interferenza con le
manovre di parcheggio.
Al fine di contenere i disagi e gli accodamenti
indotti dai passaggi a livello FERROVIENORD
su richiesta del Comune di Seveso ha
predisposto un progetto (studio di fattibilit,
(elaborato da NORD_ING srl novembre 2013)
che prevede linstallazione di un impianto di
segnalazione di stato di quattro passaggi a
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8 Individuazione delle criticit
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Citt di Seveso
livello (PL), tre nel comune di Seveso
(rispettivamente lungo le vie Manzoni, Montello,
Isonzo) e uno in territorio di Meda lungo la via
Milano (Meda)-San Carlo(Seveso).
E previsto quindi il posizionamento di pannelli a
messaggio variabile in prossimit delle seguenti
intersezioni/vie: Garibaldi-Roma (PMV A),
GaribaldiMonte Grappa (PMV B), San Carlo-
Vignazzola (PMV C) e Corso Isonzo allaltezza di
viale Rimembranze (PMV D).
Isonzo-Rimembranze
I pannelli a messaggio variabile forniranno
linformazione di stato (apertura o chiusura)
rispettivamente dei seguenti passaggi a livello.
Manzoni e Isonzo, Montello, Montello e San
Carlo, Isonzo.
Premesso che la segnaletica di avviso dello stato
dei PL utile quando lutente ricevuta
linformazione ha effettivamente la possibilit di
utilizzare un percorso alternativo e non devono
indirizzare il traffico nel centro di Seveso ed in
particolare nelle isole ambientali (cfr. fase
propositiva del presente Piano Generale del
Traffico Urbano PGTU), in linea di massima i
punti individuati si trovano tutti su strade che
funzionalmente compongono la maglia di
quartiere del comune di Seveso (cfr. tavole 8), e
offrono allutente veicolare la possibilit di
utilizzare una viabilit alternativa a quella del
passaggio a livello.
In particolare si sottolinea che:
Il PMV A risulta funzionale in quanto
incentiva il traffico nel caso di chiusura del
passaggio a livello a rimanere sullasse di
Corso Garibaldi (strada di quartiere cfr.
classificazione funzionale del PGTU).
Il PMV B analogamente al PMV A risulta
funzionale in quanto incentiva il traffico nel
caso di chiusura del passaggio a livello a
rimanere sullasse di Corso Garibaldi. Un
eventuale localizzazione in via Montello del
PMV B sconsigliata in quanto indurrebbe
lutente avvertito della chiusura del PL ad
utilizzare una viabilit locale/residenziale
allinterno di unisola ambientale.
Il PMV C risulta funzionale per la direzione
nord, mentre per la direzione sud, essendo
principalmente traffico proveniente da fuori
Seveso, linformazione incentiva il flusso
veicolare ad attraversare lisola ambientale
del centro. La segnaletica verticale dovr
invece indirizzare il traffico verso via
Vignazzola ed un eventuale informazione
sullo stato del PL dovrebbe essere fornita
precedentemente in territorio di Meda per i
flussi diretti ad ovest della linea ferroviaria.
Il PMV D risulta poco funzionale in quanto si
incentiva il traffico a lasciare lasse di via
Isonzo e ad utilizzare una viabilit di livello
locale/residenziale (isola ambientale del
centro).
Via Manzoni
Al fine invece di migliorare per la componente
debole le relazioni ad est e ad ovest della
ferrovia FERROVIENORD in accordo con il
Comune di Seveso ha elaborato uno studio di
fattibilit (gennaio 2014) che prevede un
sottopasso ciclopedonale della linea ferroviaria in
adiacenza allattuale passaggio a livello di via
Manzoni (Seveso), atto a garantire lattraver-
samento in sicurezza della linea ferroviaria
stessa anche durante il passaggio di convogli.
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fase analitica.
8 Individuazione delle criticit
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Citt di Seveso
Lo studio colloca la struttura di attraversamento
perpendicolarmente ai binari e gli sbarchi
daccesso al sottopasso in corrispondenza
dellintersezione Manzoni-Corridoni e nellarea di
competenza di FNM adiacente allintersezione
Manzoni-Sanzio.
La scelta del posizionamento soprattutto
dettata dallesigenza di evitare il passaggio di
pedoni e ciclisti sui binari a passaggio a livello
chiuso, fornendo allutenza una soluzione
alternativa sicura a brevissima distanza.
Il sottopasso individuato presenta per alcune
criticit:
spazi limitati, soprattutto sullaccesso in via
Corridoni;
assenza di una rampa ciclabile sul lato di
via Sanzio;
eccessiva lunghezza del sottopasso (circa
28 m) in relazione alla sua larghezza (circa
4 m) che ne disincentiva lutilizzo e infonde
un senso di insicurezza nellutenza debole.
Si ritiene invece pi funzionale la localizzazione,
formulata sempre da NORD_ING (giugno 2007),
antecedente alla proposta di cui sopra, che
individua allestremit sud delle banchine di
stazione la localizzazione del sottopasso ciclo-
pedonale. Questa soluzione consente infatti non
solo il bypass del fascio dei binari, ma anche
laccesso ai binari stessi migliorando di
conseguenza laccessibilit e la fruibilit del
servizio ferroviario. Tra laltro il duplice ruolo ne
comporta un maggior utilizzo da parte dellutenza
e conseguentemente riduce le problematiche
legate al senso di sicurezza da parte degli utenti.
Inoltre lipotesi del 2007 migliorativa rispetto a
quella del 2014 in quanto:
migliori e pi ampi sono gli spazi pedonali
presenti agli accessi del sottopasso sia su
via Corridoni che su via Sanzio;
la previsione di ascensori e di rampe a
pendenza congrua ne consente la fruibilit
anche alle persone diversamente abili.
Nonostante tale soluzione rispetto alla
precedente comporti un allungamento dei
percorsi da parte dellutenza debole, in quanto il
sottopasso posizionato rispetto al passaggio a
livello ad una distanza superiore allipotesi del
2014 e comunque pari a 50 m circa, risultano
superiori i vantaggi indotti per lutenza. Infine con
piccoli accorgimenti possibile mitigare tale
aspetto negativo:
ampliando eventualmente i marciapiedi su
entrambe le vie Sanzio e Corridoni, al fine di
favorire la maggiore percezione del
sottopasso come alternativa conveniente e
sicura:
leliminazione, su entrambe le vie Corridoni
e Sanzio, del marciapiede che porta al PL
con una nuova realizzazione o lamplia-
mento dellaiuola esistente inserendo tra
laltro anche elementi quali siepi ecc. al fine
di obbligare lutenza ad utilizzare sempre il
sottopasso anche in presenza del passag-
gio a livello aperto.
Al fine di migliorare la mobilit nellintorno delle
vie Trento e Trieste FERROVIENORD in accor-
do con il comune di Seveso ha elaborato uno
studio di fattibilit (13/01/14) che prevede un
collegamento stradale carrabile tra le vie Trento
e Trieste e Montecassino, ad Ovest del tracciato
ferroviario. Tale collegamento viene realizzato
riqualificando un passaggio pedonale esistente a
strada a senso unico di marcia (corsia da 3.50
m), orientato verso sud da via Trento e Trieste a
via Montecassino con marciapiede di ridotte
dimensioni ed individuazione di circa 20 spazi di
sosta in carreggiata (di cui 2 per persone
diversamente abili).
Considerando che tale soluzione caldeggiata
anche dai residenti per linsicurezza del percorso
ciclabile esistente, si condivide la soluzione
progettuale ed in particolare:
lorientamento del senso unico da via Trento
e Trieste e Montecassino, si origina infatti
un anello circolatorio orario che presenta
luglio 2014
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fase analitica.
8 Individuazione delle criticit
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(tratto SPexSS35 Milano Meda-ferrovia Saronno-Seregno)
Citt di Seveso
minori criticit rispetto alla circolazione in
senso antiorario (le manovre in destra alle
intersezioni risultano infatti essere le meno
pericolose, meno conflittuali e condizionano
in misura minore la capacit delle
intersezioni rispetto alle manovre in
sinistra);
la predisposizione degli stalli di sosta lato
ferrovia;
la predisposizione di un marciapiede lato
parco.
Ci premesso si evidenziano alcune scelte
progettuali non conformi alla normativa vigente
per le quali si auspica una soluzione in linea con
la normativa:
nel caso di strada a senso unico di marcia
la sezione minima come previsto dal DM
5/11/2001 pari a 5,50 m, al fine di
garantire la circolazione anche nel caso di
fermo accidentale di un veicolo. La sezione
cos definita potr essere organizzata in una
corsia carrabile da 3,50 m e spazi di sosta
in linea di larghezza pari a 2,00 m;
la larghezza minima prevista per i
marciapiedi pari a 1,50 m e solo per brevi
tratti ammessa la realizzazione di
marciapiedi di larghezza pari ad 1 m.
per quanto riguarda la dotazione di posti
riservati per persone diversamente abili, si
ricorda che la normativa vigente prevede la
presenza di uno stallo dedicato ogni 50 stalli
delimitati.
Analizziamo nello specifico le diverse infrastrut-
ture presenti.
Corso Isonzo-Montecassino unarteria
stradale che svolge differenti ruoli: di
collegamento con i Comuni contermini, con la
SPexSS35 Milano-Meda (svincolo di Seveso),
di servizio al quartiere Baruccana e di relazione
con il nucleo centrale della stessa citt di
Seveso.
Corso Isonzo
E una strada a carreggiata unica ampia con
numerose intersezioni ravvicinate che inducono
alte velocit sullasse e manovre conflittuali
pericolose, difficolt di svolta, insicurezza nella
componente debole (pedoni e ciclisti). Il
sottopasso alla linea ferroviaria Seregno-
Saronno risulta inoltre di dimensioni non a
norma, non sufficienti al transito contemporaneo
di due mezzi pesanti o due autobus.
Corso Garibaldi, emerge la necessit di
sviluppare una soluzione di dettaglio attraverso
un Piano Particolareggiato per tale asse ex-
provinciale facente parte dellitinerario SP44bis,
che rappresenta la dorsale nord-sud portante
per la citt e per le relazioni con i comuni
contermini, al fine di fluidificare il transito dei
veicoli, ridistribuire gli spazi stradali ed indivi-
duare le porte daccesso alla citt.
Intersezione San Carlo-Vignazzola e
Vignazzola-Carducci: dove le criticit emerse
sono essenzialmente legate allinadeguatezza
della geometria e tipologia di intersezione al
ruolo degli assi afferenti (di cui Vignazzola
auspicabile il ripristino del doppio senso di
circolazione) divenendo la porta di entrata di
Seveso per le provenienze da Nord e dalla
SPexSS35 e dalla futura Pedemontana e nel
rispetto del vincolo presente della sovrainten-
denza.
intersezione San Carlo-Vignazzola
luglio 2014
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fase analitica.
8 Individuazione delle criticit
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E PIANO PARTICOLAREGGIATO ASSE ISONZO-MONTECASSINO
(tratto SPexSS35 Milano Meda-ferrovia Saronno-Seregno)
Citt di Seveso
Intersezione Marche-Fermi: dove le criticit
emerse sono essenzialmente legate allinade-
guatezza della geometria della rotatoria esi-
stente, non adeguata alla normativa vigente.
Vie Vittorio Veneto, Montello, San Martino,
Manzoni dove le criticit emerse sono essen-
zialmente legate al loro utilizzo da parte del
traffico di attraversamento per il centro, in
assenza di assi pi esterni alternativi.
Emerge quindi la necessit di avviare in sinergia
con il Comune di Cesano Maderno, Ferrovie
Nord e Regione Lombardia, lo sviluppo di
studi/progetti e successiva realizzazione delliti-
nerario est-ovest al confine fra i comuni di
Seveso e Cesano Maderno e di avviare in
ambito cittadino quegli elementi volti a
contenere le criticit esistenti.
via S. Martino
Per la sosta
Sul fronte della sosta, compatibilmente con il
ruolo delle strade (tavole 8, classificazione
funzionale della rete) a seconda delle situazioni,
deve essere impedita, consentita o razionalizza-
ta in modo da ottimizzare luso degli spazi
disponibili e disincentivare luso dellauto per
brevi spostamenti interni alla citt. Deve inoltre
essere semplificato il sistema di tariffazione
vigente, diversificato a seconda dellambito e a
supporto/servizio anche degli utenti del
trasporto pubblico in particolare quello su ferro.
Per la sicurezza stradale
Sono emersi in particolare alcuni problemi
specifici:
intersezione Montello-Brennero-Zuewer
la messa in sicurezza delle intersezioni, al
fine di ridurre la velocit dei veicoli, impedire
le manovre scorrette, migliorare lattraver-
samento per la componente debole e con-
seguentemente ridurre la sinistrosit. E il
caso ad esempio delle intersezioni:
Montello-Brennero-Zuener, in relazione so-
prattutto alla presenza del passaggio a
livello, Manzoni-Marconi ecc;
la sicurezza dellaccessibilit alle scuole, sia
dalle fermate dei mezzi pubblici, sia da ca-
sa, anche per evitare puntuali problemi di
congestione e di inquinamento ( il caso ad
esempio dellambito Prealpi-Gramsci). La
soluzione comporta sia provvedimenti sulla
viabilit e sulla circolazione, sia una presa
di coscienza delle famiglie e sugli studenti,
anche con valutazione di istituzione di
sistemi come Pedibus.
Per la rete del trasporto pubblico
Le problematiche inerenti il trasporto pubblico
riguardano la necessit di analizzare i percorsi
esistenti individuando gli eventuali correttivi
necessari in termini di percorso e di orari, al fine
di indurre un miglioramento del servizio e
garantire un miglior interscambio con il sistema
su ferro, attualmente carente in merito a orari e
coincidenze.
Per la rete ciclabile
Occorre adeguare tale rete rispetto alle neces-
sit ed alle opportunit presenti sul territorio,
prendendo sempre pi opportune iniziative di
protezione delle utenze deboli, da incentivare
con la creazione e la prosecuzione di itinerari
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8 Individuazione delle criticit
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Citt di Seveso
ciclabili cos da renderne pi omogenea e
connessa la maglia cittadina.
Il problema della discontinuit pedonale e
ciclabile nella citt di Seveso, evidenziato
dallassenza di collegamenti ciclabili continui, in
particolare da nord a sud e viceversa, e nei vari
quartieri di :
Baruccana, intorno a via Gramsci, Cavalla,
Prealpi, e in accesso alla stazione
ferroviaria;
Altopiano, intorno alle vie Cacciatori delle
Alpi ed Esculapio;
Centro, intorno a Piazza Roma, via San
Martino e Corso Isonzo.
Occorre creare dei corridoi ecologici di
collegamento tra le principali aree verdi della
citt, dal Parco delle Groane, del Bosco delle
Querce, ecc.
La realizzazione di un itinerario ciclabile deve
essere loccasione per prendere in considerazio-
ne tutte le esigenze e le problematiche proprie
dellasse stradale (parcheggi, messa in sicurezza
delle intersezioni e degli attraversamenti pedona-
li, fermate del trasporto pubblico, ecc.), in modo
da realizzare una completa riqualificazione ed
evitare il sorgere di nuove criticit.
Ad integrazione e conferma delle criticit,
problematicit e necessit riscontrate, sono stati
analizzati i contributi forniti spontaneamente dai
cittadini. In particolare emerso che:
Quartieri Baruccana-Meredo-Dossi Criticit
legate alla tipologia delle strade, al passaggio dei
mezzi pesanti, alla velocit dei veicoli, alla
presenza dei semafori, allinsicurezza degli
attraversamenti pedonali e dei collegamenti
verso i plessi scolastici e verso i servizi presenti.
In particolare lungo le vie Montecassino e sue
traverse (Tevere, Trento e Trieste, C Nova);
Meredo-Vignazzola e relative intersezioni
(Cavalla, Prealpi) ed in particolare per lasse di
via Vignazzola listituzione del doppio senso di
circolazione nel tratto tra le vie S. Carlo e
Carducci.
Centro Criticit legate alla presenza dei
passaggi a livello, che creano code e manovre
improprie alla loro chiusura, allinadeguatezza
dei marciapiedi, alla mobilit in sicurezza della
componente debole, alla mancanza di ambiti
pedonali, allintensit del traffico veicolare. Si
segnalano le vie Pio XI, Gaviraghi, Corso
Montello, Piazza Roma e vie limitrofe,
Corso Isonzo. Criticit legate al traffico di
attraversamento che interessa la zona e alla
mobilit debole. Si chiede lintroduzione di sensi
unici e di interventi di riqualificazione/messa in
sicurezza di incroci (Cascina Rossa, Col di
Lana). Criticit legate allinadeguatezza dei
marciapiedi e allaccesso ai plessi scolastici.
Altopiano: Criticit legate al traffico di
attraversamento che interessa il quartiere, alla
mobilit debole per raggiungere il centro, lungo
la via Cacciatori delle Alpi e relative intersezioni
(via delle Betulle, dei Tigli, delle Robinie) con
lintroduzione di sensi unici.
San Pietro e Cascina Farga: Criticit legate alla
difficolt di collegamento con il resto del comune
e con i comuni contermini. Emerge una criticit
specifica al passaggio a livello davanti alla
cascina Farga, in relazione agli accodamenti
eccessivi e alle manovre scorrette.
Via Eritrea: emergono criticit legate allina-
deguata accessibilit alle residenze e alla
dotazione di sosta.
Via Montello e via Meredo: Criticit legate al
transito dei mezzi pesanti in relazione alle
caratteristiche geometriche e al ruolo funzionale
della strada.
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8 Individuazione delle criticit
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fase propositiva/progettuale PIANO GENERALE DEL TRAFFICO URBANO
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FASE PROPOSITIVA/PROGETTUALE
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fase propositiva/progettuale
9 Obiettivi e strumenti
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9 IL PIANO GENERALE DEL TRAFFICO URBANO: OBIETTIVI E FINALITA
Gli obiettivi del Piano Generale del Traffico Ur-
bano, da gerarchizzare in relazione agli specifici
contesti territoriali e alle priorit dellAmmini-
strazione, sono:
riduzione della pressione del traffico;
sostegno della mobilit ciclabile e pedonale;
ottimizzazione della politica dei parcheggi;
rilancio del trasporto pubblico;
riduzione dellincidentalit;
riduzione dellinquinamento da traffico;
riqualificazione ambientale.
Molti di questi obiettivi sono correlati fra di loro:
per esempio, con una migliore definizione della
gerarchia della rete, accompagnata da una pun-
tuale segnaletica dindirizzo e lapplicazione di
strumenti di moderazione, si ottiene la riduzio-
ne della congestione, il miglioramento della si-
curezza delle strade, della gradevolezza e sicu-
rezza della mobilit non motorizzata, riduzione
dellinquinamento e il miglioramento dellam-
biente urbano. In particolare (cfr capitoli e tavole
successivi), il Piano propone:
lindividuazione di possibili itinerari per il
superamento delle barriere naturali ed
artificiali che frammentano il territorio
comunale e limitano la comunicazione tra i
quartieri;
lindividuazione di ambiti a precedenza
pedonale e di isole ambientali: aree con
movimenti veicolari ridotti, interne alla ma-
glia viaria comunale principale, finalizzate al
recupero della vivibilit degli spazi urbani;
la realizzazione, in sinergia con il PGT, di
percorsi ciclabili di connessione con i
principali poli attrattori della citt (centri di
vita dei quartieri, Comune, centri scolastici,
parchi, aree di fruizione, ecc.) al fine di
incentivare e mettere in sicurezza la
mobilit dei pedoni e dei ciclisti e
disincentivare di conseguenza luso
dellauto privata;
la riqualificazione e il miglioramento della
mobilit in ambiti specifici della citt
(Centro, S.Pietro, Baruccana, Meredo) e in
specifici punti critici (Roma-Garibaldi, Ison-
zo-Montecassino, SCarlo-Vignazzola, ecc.);
la messa in sicurezza e il recupero di spazi
stradali per la mobilit debole, la regolariz-
zazione di spazi per la sosta veicolare, con
lintroduzione di sensi unici.
Lart. 36 del Decreto legislativo 30 aprile 1992,
n. 285, Codice della Strada, prevede lobbligo
per i comuni con pi di 30.000 abitanti, ovvero
comunque interessati da rilevanti problematiche
di circolazione stradale, di dotarsi di un Piano
Urbano del Traffico, da elaborare nel rispetto
delle Direttive per la redazione, adozione ed
attuazione dei piani urbani del traffico, emanate
dal Ministero dei Lavori Pubblici il 24 giugno
1995. Essendo uno strumento di pianificazione
di breve-medio termine, il Piano, facendo riferi-
mento agli obiettivi generali sopra elencati,
individua un programma di interventi per step
successivi di attuazione (cfr. cap. 17).
La gradualit del Piano giustificata, oltre che
dalla limitatezza delle risorse, dalla necessit di
accompagnare la sua verifica e la sua attuazio-
ne con un programma di informazione e di coin-
volgimento della popolazione in un processo di
progettazione partecipata, in particolare nella
realizzazione delle isole ambientali. Per
quanto riguarda la verifica del raggiungimento
degli obiettivi del Piano, in particolare in merito
agli aspetti legati allinquinamento acustico,
potr essere valutata in uno scenario quinquen-
nale (periodo nel quale ragionevolmente si
possono ritenere concretizzati gli interventi di
Piano e consolidati gli effetti indotti) allinterno
degli aggiornamenti del Piano di Zonizzazione
acustica.
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fase propositiva/progettuale
10 Il sistema della viabilit
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Citt di Seveso
10 IL SISTEMA DELLA VIABILITA NELLO SCENARIO DI PIANO
10.1 La classificazione funzionale
La classificazione funzionale della rete viaria
tende ad individuare itinerari specializzati per le
differenti tipologie di spostamenti, al fine di mini-
mizzare le interferenze tra esigenze diverse e di
migliorare le caratteristiche degli itinerari in fun-
zione delle tipologie di traffico ad essi destinate.
Essendo la citt di Seveso interessata da
interventi sovraprovinciali, ci riferiamo in par-
ticolare alla realizzazione del Sistema Pede-
montano, sono state individuate due tavole di
classificazione funzionale:
la prima fa riferimento alla situazione immi-
nente: Scenario di breve periodo (tavola
8a);
la seconda, di medio periodo, a seguito
della realizzazione del Sistema Pedemonta-
no e relative opere connesse (tavola 8b).
I riferimenti normativi per la classificazione della
rete stradale sono il Codice della Strada e i suoi
Regolamenti, le normative in materia e le Diret-
tive per la redazione, adozione ed attuazione
dei Piani Urbani del Traffico.
I parametri presi in considerazione sono: il ruolo
della strada, le caratteristiche geometriche e di
traffico, la disciplina duso.
La rete stradale si suddivide anzitutto in tre
grandi categorie:
Autostrade (extraurbane e urbane): assi a
carreggiate separate con tutte le interse-
zioni a due livelli (futura Pedemontana);
Strade extraurbane principali: assi a carreg-
giate separate con tutte le intersezioni a due
livelli (SPexSS35 Milano-Meda);
Strade secondarie (extraurbane e urbane):
assi caratterizzati generalmente da interse-
zioni a raso e a carreggiata unica.
Nella classificazione funzionale lulteriore distin-
zione delle strade secondarie, in strade extraur-
bane e strade urbane, correlata al perimetro
del centro abitato; infatti si intendono urbane
quelle comprese al suo interno e ne rappresen-
tano la maglia viaria urbana.
Allinterno della maglia viaria urbana, il Piano
individua gli itinerari che rappresentano gli assi
di accesso alla citt, di collegamento fra i quar-
tieri e destinati ad assorbire la quota di traffico
di attraversamento (veicoli leggeri e pesanti).
Nello scenario di Piano (breve periodo) vengono
di conseguenza classificate come:
strade urbane di quartiere le vie: Monte-
cassino, corso Isonzo, San Martino, corso
Garibaldi, San Carlo, Carducci, Vignazzola,
Meredo, Senofonte, Della Roggia, Cavalla
(nel tratto a nord di via Rosmini), Rosmini,
Pitagora, Aristotele (nel tratto compreso fra
le vie Pitagora e Rosmini), Socrate (nel
tratto compreso fra le vie Pitagora e Della
Roggia), ecc..
A complemento di questi itinerari di connes-
sione con i comuni contermini e con la viabilit
esterna al Centro abitato, viene individuata la
maglia che svolge un ruolo di puntuale distribu-
zione ai singoli insediamenti; tale viabilit de-
stinata quindi ad assorbire i flussi di traffico volti
ad alimentare la viabilit locale ed utilizzata
anche dal trasporto pubblico su gomma:
strade urbane locali interzonali le vie:
Don Luigi Sturzo, Della Repubblica, corso
Matteotti, Cacciatori delle Alpi, Sprelunga,
Vittorio Veneto, Corso Montello, Marconi
(nel tratto a nord di via Manzoni), Manzoni,
Adua, Gioberti, Tevere, San Michele del
Carso, Cascina Rossa ecc.
La quota restante della viabilit urbana, rappre-
sentata dalle strade locali, destinata ad
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assorbire esclusivamente i movimenti veicolari
dei residenti e degli utenti delle funzioni presenti
nelle singole zone. Allinterno di queste zone,
che progressivamente potranno essere riorga-
nizzate e sistemate secondo il modello delle
isole ambientali, devono essere il pi possibile
scoraggiati i flussi di attraversamento e sono
stati individuati gli assi a precedenza pedonale
caratterizzati, a seguito della realizzazione di
specifici interventi, da una sicurezza intrinseca
a tutela dell'utenza debole; il caso ad esempio
delle piazze Roma, Cardinal Ferrari, Buona-
rroti, Mazzini e delle vie: Cavour, Madonna,
Arese, Zeuner, ecc..
Nello scenario di medio periodo, con la realiz-
zazione dellitinerario Est-Ovest tra i Comuni di
Seveso e Cesano Maderno e del Sistema
Pedemontano (con le relative opere connesse)
potr essere attribuito un ruolo pi consono in
relazione al calibro stradale e ai fronti residen-
ziali in affaccio alle vie San Martino, Cavalla,
Rosmini, Pitagora, Aristotele, Socrate, Della
Roggia (nel tratto a nord di via Socrate),
Senofonte (cfr. tavola 8b), ecc.
Per una pi esauriente e chiara individuazione
della classificazione funzionale delle strade si fa
comunque espresso riferimento alla rappresen-
tazione grafica (innanzi citata) riportata nella
tavole 8a e 8b.
Nelle medesime tavole, inoltre, riportata la
perimetrazione del centro abitato. Lesatto
posizionamento della segnaletica verticale di
inizio/fine centro abitato dovr comunque
essere valutata a seguito di un apposito rilievo,
tenendo in considerazione le prescrizioni del
Codice della Strada (CdS).
Inizio centro abitato
fine centro abitato
Per quanto riguarda il centro abitato, il Codice del la
Strada [art. 3 - 4 e il Regolamento di attuazione art.
4-5] definisce e prescrive che:
centro abitato linsieme di edifici, delimitato
lungo le vie di accesso dagli appositi segnali di
inizio e fine. Per insieme di edifici si intende un
raggruppamento continuo, ancorch intervallato
da strade, piazze, giardini o simili, costituito da
non meno di venticinque fabbricati e da aree di
uso pubblico con accessi veicolari o pedonali
sulla strada;
la deliberazione di delimitazione del centro
abitato come definito dall'art. 3 pubblicata
all'albo pretorio per trenta giorni consecutivi; ad
essa viene allegata idonea cartografia nella
quale sono evidenziati i confini sulle strade di
accesso;
la delimitazione del centro abitato, come definito
all'articolo 3, comma 1, punto 8, del Codice,
finalizzata ad individuare l'ambito territoriale in
cui, per le interrelazioni esistenti tra le strade e
l'ambiente circostante, necessaria da parte
dell'utente della strada, una particolare cautela
nella guida, e sono imposte particolari norme di
comportamento. La delimitazione del centro
abitato individua pertanto i limiti territoriali di
applicazione delle diverse discipline previste dal
Codice e dal regolamento all'interno e all'esterno
del centro abitato. La delimitazione del centro
abitato individua altres, lungo le strade statali,
regionali e provinciali, che attraversano i centri
medesimi, i tratti di strada che per i centri con
popolazione superiore a diecimila abitanti
costituiscono "strade comunali", ed individua,
pertanto, i limiti territoriali di competenza e di
responsabilit tra il comune e gli altri enti
proprietari di strade;
nel caso in cui l'intervallo tra due contigui
insediamenti abitativi, aventi ciascuno le caratte-
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ristiche di centro abitato, risulti, anche in relazio-
ne all'andamento planoaltimetrico della strada,
insufficiente per un duplice cambiamento di
comportamento da parte dell'utente della strada,
si provvede alla delimitazione di un unico centro
abitato, individuando ciascun insediamento abi-
tativo con il segnale di localit. Nel caso in cui i
due insediamenti ricadano nell'ambito di comuni
diversi si provvede a delimitazioni separate,
anche se contigue, apponendo sulla stessa
sezione stradale il segnale di fine del primo
centro abitato e di inizio del successivo centro
abitato;
i segnali di inizio e di fine centro abitato sono
collocati esattamente sul punto di delimitazione
del centro abitato indicato sulla cartografia
allegata alla deliberazione della giunta munici-
pale ed individuato, in corrispondenza di ciascu-
na strada di accesso al centro stesso, in modo
tale da permettere il rispetto degli spazi di
avvistamento previsti dall'articolo 79, comma 1. I
segnali di inizio e fine centro abitato, relativi allo
stesso punto di delimitazione, se posizionati
separatamente ai lati della carreggiata, rispetti-
vamente nella direzione di accesso e di uscita
del centro medesimo, sono, di norma, collocati
sulla stessa sezione stradale. Ove si renda
necessario per garantire gli spazi di avvista-
mento, ammesso lo slittamento, verso l'ester-
no del centro abitato, del segnale di fine centro
abitato, riportando tale diversa collocazione sulla
cartografia. In tal caso, la diversa collocazione
del segnale di fine centro abitato rispetto al punto
di delimitazione dello stesso ha valenza per le
norme di comportamento da parte dell'utente
della strada, ma non per le competenze degli
enti proprietari della strada;
la delimitazione del centro abitato aggiornata
periodicamente in relazione alle variazioni delle
condizioni di base alle quali si provveduto alle
delimitazioni stesse. A tale aggiornamento con-
segue l'aggiornamento dei "tratti interni" e delle
"strade comunali" di cui al comma 1. 7. Nel caso
in cui la delimitazione del centro abitato interessi
strade non comunali, la deliberazione della Giun-
ta municipale, prevista dall'articolo 4, comma 1,
del Codice, con la relativa cartografia allegata,
inviata all'ente proprietario della strada interes-
sata, prima della pubblicazione all'albo pretorio,
indicando la data d'inizio di quest'ultima. Entro il
termine di pubblicazione l'ente stesso pu inviare
al comune osservazioni o proposte in merito. Su
di esse si esprime definitivamente la Giunta
municipale con deliberazione che pubblicata
all'albo pretorio per dieci giorni consecutivi e
comunicata all'ente interessato entro questo
stesso termine. Contro tale provvedimento e'
ammesso ricorso ai sensi dell'articolo 37, comma
3, del Codice.
La classificazione funzionale della rete viaria
deve essere accompagnata da unadeguata
segnaletica dindirizzo, finalizzata ad orientare
gli utenti veicolari alluso di specifici assi viari in
relazione alle loro destinazioni, in primis sulle
strade di quartiere e, successivamente, sulle
strade locali solo se pertinenti con la destina-
zione del viaggio.
Fluidificazione e moderazione del traffico
Gli itinerari urbani di quartiere, in relazione al lo-
ro ruolo di assi portanti del traffico, devono ga-
rantire fluidit del traffico transitante, fermo re-
stando il rispetto dei limiti di velocit in ambito
urbano (50 km/h). Su queste strade, in relazio-
ne al loro ruolo, necessario separare le com-
ponenti deboli (ciclisti e pedoni) dal traffico vei-
colare.
Esempio di moderazione/riqualificazione
Sulle strade urbane locali e locali interzonali, in
relazione al ruolo di adduzione ad uno specifico
ambito e generalmente alle limitate sezioni stra-
dali, devono essere adottati interventi di mode-
razione (zone 30) che permettano la coesi-
stenza in sicurezza di tutte le componenti veico-
lari e non. Gli strumenti indicati dal Piano, per
rendere tale convivenza possibile, sono:
verifica delle intersezioni e loro adeguamen-
to a criteri di riduzione dei punti di conflitto;
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controllo delle situazioni dove le velocit
massime raggiungibili sono superiori ai 50
km/h;
previa verifica dei carichi di traffico circo-
lanti, sostituzione delle intersezioni semafo-
rizzate con rotatorie a precedenza interna
allanello al fine di moderare, fluidificare e
mettere in sicurezza lintersezione (caso per
caso dovranno essere adottati particolari
accorgimenti a protezione delle utenze de-
boli, pedoni e ciclisti);
chiara segnaletica di indirizzamento;
larghezza adeguata dei marciapiedi e prote-
zione degli attraversamenti pedonali.
Esempio di moderazione/riqualificazione
Gli esiti attesi da tali misure sono:
regimi di marcia fluidi, minori tempi di per-
correnza, minori consumi energetici, minori
emissioni di fattori inquinanti (le velocit me-
die ottimali in ambiente urbano, dal punto di
vista del controllo dellinquinamento sono
comprese fra i 40 e i 50 km/h);
maggiore sicurezza.
Esempio di riqualifica: ambito pedonale con asse transitabile
Il regime di marcia stop and go, tipico degli
assi dove vi sono molte intersezioni, soprattutto
se regolamentate da impianti semaforici, deter-
mina un incremento dei tempi di percorrenza,
dei consumi di carburante e delle emissioni di
inquinanti.
Lunghi tratti rettilinei e ampia sezione della stra-
da determinano il raggiungimento di considere-
voli velocit di punta ed elevata incidentalit. E
anche necessario che la geometria delle strade
sia tale da imporre comportamenti di guida
adeguati e che siano introdotte specifiche
protezioni delle utenze deboli.
Alla luce di questi obiettivi, oltre agli interventi
gi in corso di realizzazione o programmati, il
Piano individua gli interventi da attuare, quali ad
esempio:
la realizzazione di ambiti a precedenza
pedonale e di piste/percorsi ciclopedonali
volti ad incentivare e mettere in sicurezza la
mobilit debole (pedoni e ciclisti) e a
disincentivare luso dellautovettura;
interventi di riqualificazione/messa in sicu-
rezza e fluidificazione di determinati assi
stradali e di specifiche intersezioni;
modifica/introduzione di sensi unici nelle vie
prettamente residenziali, al fine di disin-
centivare la dispersione a pioggia del
traffico di attraversamento alla ricerca di
itinerari alternativi per bypassare la conge-
stione sugli assi intercomunali e di miglio-
rare la mobilit interna e di recuperare spazi
per la sosta e per la realizzazione di ade-
guati marciapiedi.
10.2 Listituzione delle isole ambientali
Il concetto di isole ambientali stato introdotto
dalle Direttive per la redazione del Piano Urba-
no del Traffico (GU 146/95, par.3.1.2 Viabilit
principale e isole ambientali) che le definisce
aree con movimenti veicolari ridotti: isole,
perch interne alla maglia viaria comunale prin-
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cipale, ambientali in quanto finalizzate al recu-
pero della vivibilit degli spazi urbani.
Allinterno delle isole ambientali possibile ap-
plicare particolari regimi circolatori.
Il codice della strada (art.3) definisce tre
tipologie:
Zona a Traffico Residenziale (ZTR), una
zona urbana in cui vigono particolari regole
di circolazione a protezione dei pedoni e
dellambiente, delimitata lungo le vie di ac-
cesso dagli appositi segnali di inizio e di
fine;
Inizio fine
Zona a Traffico Limitato (ZTL), unarea in
cui laccesso e la circolazione veicolare
sono limitati ad ore prestabilite o a parti-
colari categorie di utenti e di veicoli;
Area Pedonale, una zona in cui interdetta
la circolazione dei veicoli, salvo quelli in
servizio di emergenza, carico/scarico merci
(solo in determinati intervalli orari) e salvo
deroghe per cicli e per i veicoli diretti allin-
terno delle propriet.
Il primo provvedimento (Zona a Traffico Resi-
denziale) permette di imporre particolari regole
di circolazione (ad esempio velocit a 30 km/h)
consentendo il transito a tutti i veicoli.
Il secondo provvedimento (Zona a Traffico Limi-
tato) permette di imporre particolari regole di
circolazione, di vietare il transito a determinate
categorie di utenti e di regolare laccesso degli
aventi diritto. E possibile, ad esempio, vietare il
transito ai mezzi pesanti e specificare lintervallo
orario in cui vige il divieto, oppure, vietare il
transito a tutti i veicoli eccetto particolari catego-
rie autorizzate (residenti, mezzi di soccorso,
polizia, vigili del fuoco, ecc.).
Inizio fine
Il terzo provvedimento (Area Pedonale)
permette di vietare la circolazione ai veicoli in
un particolare ambito e di privilegiare la mobilit
dei pedoni e dei ciclisti.
Inizio fine
Tutti e tre i provvedimenti (art.135 Regolamento
Codice della Strada) devono essere segnalati
da apposito segnale in ingresso e in uscita
dallarea. In ingresso allarea, un pannello inte-
grativo a fondo bianco deve riassumere le
norme da osservare. Tali provvedimenti (art.7
comma 9 CdS) vengono attuati con delibe-
razione della Giunta Comunale. In caso di ur-
genza possono essere adottati con ordinanza
del Sindaco, ancorch di modifica o integra-
zione della deliberazione della Giunta.
Il Piano, con la denominazione di Isole ambien-
tali, individua (tav. 8) le zone prevalentemente
residenziali intercluse allinterno della maglia
viaria urbana delimitate dagli assi di quartiere,
dove il limite di velocit sia 30 km/h, lo schema
di circolazione sia tale da disincentivare/
impedire i traffici di attraversamento e dove vige
la precedenza generalizzata ai pedoni.
Definizione che si avvicina dunque a quella di
Zone a traffico pedonale privilegiato, senza
per comprendere la tariffazione della sosta
sugli spazi pubblici stradali, provvedimento,
questo, che pu essere adottato successiva-
mente nei casi di sosta parassitaria di lunga
durata conflittuale con le esigenze/necessit di
un ambito, in particolare per le isole pi pros-
sime ai centri di vita dei quartieri.
Allingresso delle isole ambientali dovranno es-
sere apposti i segnali di Zona 30 (DPR
610/1996, art. 84) e di Zona a Traffico Resi-
denziale (art.135), con pannello integrativo che
indica le particolari norme di circolazione (pre-
cedenza generalizzata ai pedoni, eventuale
regolamentazione della sosta, ecc.).
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Inizio fine
Obiettivi e strumenti
Gli obiettivi sono:
miglioramento della qualit urbana e svilup-
po delle attivit sociali che possono avere
luogo negli spazi pubblici (incontro, com-
mercio, svago);
riduzione dellincidentalit;
incentivo alla mobilit non motorizzata.
Queste zone sono oggetto di interventi di riqua-
lificazione e arredo urbano e di specifici inter-
venti di moderazione del traffico volti a ridurre
drasticamente i volumi di traffico e le velocit,
tanto da presentarsi e funzionare come ambienti
dove il traffico pedonale privilegiato.
Anche in questo caso, la riduzione della veloci-
t, infatti, non ottenibile con la sola segnale-
tica di divieto, di Zona 30, ma attraverso ade-
guate sistemazioni fisiche degli spazi stradali.
La riduzione dei volumi di traffico, invece,
affidata allorganizzazione della rete stradale, in
modo tale da:
disincentivare i traffici di attraversamento
con leliminazione dei percorsi rettilinei dia-
metrali aperti al traffico veicolare e la ridu-
zione del numero delle porte di ingresso
allisola;
facilitare i percorsi dei pedoni e dei cicli:
devono essere corti e diretti, chiari, sicuri e
di larghezza adeguata allentit dei pedoni e
dei ciclisti (la normativa prescrive larghezze
minime pari a 1,50 m se mono-direzionali e
2,50 m se bidirezionali).
La riduzione dellinquinamento dellaria e del ru-
more (fino a 4-5 db(A) in meno) nelle isole am-
bientali affidata, infatti, non solo alla riduzione
del traffico che percorre lunghe distanze, ma
anche al disincentivo delluso della vettura per
viaggi molto brevi, come laccompagnamento
dei bambini a scuola: le vetture catalitiche fun-
zionano efficientemente solo al raggiungimento
di adeguate temperature, altrimenti non tratten-
gono pericolosi gas nocivi alla salute.
Le tipologie di intervento sono:
Esempio di porta ad una Zona 30
collocamento e trattamento delle porte di
ingresso/uscita dallIsola ambientale: oltre
alla segnaletica prescritta dal Codice della
Strada, sono da prevedere interventi di
arredo urbano e luso di specifici materiali di
colore e natura diversi, per le pavimentazio-
ni delle strade, dei marciapiedi e dei pas-
saggi pedonali, che segnalino efficacemen-
te il cambiamento di ambiente;
calibro delle strade di larghezza minima
(3,50 m), per la parte carrabile e massima,
per la parte riservata ai pedoni, eventual-
mente con lintroduzione di elementi separa-
tori tra marciapiede e carreggiata;
Esempio di fluidificazione/moderazione
introduzione di elementi di moderazione del-
la velocit, quali:
restringimenti della corsia carrabile, in-
troduzione di una fascia sormontabile a
separazione delle corsie veicolari, in-
troduzione di isole centrali spartitraffico
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Esempio di moderazione/riqualificazione
Esempio di fluidificazione/moderazione
(in particolare in corrispondenza di pas-
saggi pedonali);
rialzamenti della sede stradale (porte,
intersezioni, passaggi pedonali);
variazione del colore della pavimenta-
zione (effetto ottico che induce al rallen-
tamento);
trattamento degli incroci, con:
restringimento delle corsie carrabili, con
ampliamento del marciapiede, in corri-
spondenza degli imbocchi,
rialzamento dellintera area dellincrocio
a livello del marciapiede;
Esempio di mini-rotatoria con corona sormontabile
Esempio di moderazione/riqualificazione
realizzazione di rotatorie (anche mini, con
isola centrale totalmente sormontabile) con
precedenza allanello, previa verifica dellen-
tit e della tipologia dei flussi circolanti;
sulle strade locali-residenziali non servite
dal trasporto pubblico, introduzione di aree
di sosta con criteri anche funzionali allobiet-
tivo del rallentamento del traffico e della
creazione di un ambiente urbano gradevole;
per esempio, stalli organizzati in gruppi
alternati nei due lati della strada, intervallati
da tratti privi di parcheggi eventualmente
disassati;
creazione di percorsi diretti riservati ai pedo-
ni e ai ciclisti, di collegamento alle destina-
zioni principali (scuole, chiese, aree com-
merciali, parchi urbani), con particolare cura
alla pavimentazione e allarredo urbano;
uso intelligente dellilluminazione per evi-
denziare le zone di incrocio e di attraversa-
mento e le aree pedonali, senza provocare
inquinamento visivo;
uso di siepi e alberi, per unadeguata pro-
fondit, che contribuiscono a ridurre linqui-
namento.
Luso di pavimentazioni in asfalto fonoassor-
bente/drenante generalmente sconsigliato in
ambito urbano, in quanto questo tipo di pavi-
mentazioni produce i maggiori benefici quando
sia possibile garantire la presenza sia di veicoli
circolanti a velocit superiori a 70 km/h, sia di
mezzi pesanti. Questi due elementi, lavorando
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in sintonia, garantiscono una continua e costan-
te pulizia dei vuoti presenti nello strato della
pavimentazione superficiale. In assenza di
questi fattori, come pu essere appunto il caso
urbano (velocit e presenza di mezzi pesanti
ridotte), non possibile garantire nel tempo una
continua e costante pulizia dei vuoti, con una
loro conseguente occlusione e, quindi una
progressiva riduzione dei benefici indotti dalla
pavimentazione stessa. Con il passare del
tempo, questa potr diventare pi rumorosa di
quella classica e presentare uno scarso potere
drenante. Oggi esistono degli asfalti fonoassor-
benti di ultima generazione in grado di sopperire
in parte al problema dellocclusione dei vuoti,
ma presentano elevati costi di realizzazione e
posa che in linea generale, non giustificano il
loro utilizzo in ambito urbano.
Esempio di moderazione/riqualificazione
Nelle isole ambientali, di norma, non sono
necessarie piste ciclabili, perch deve essere
possibile una coesistenza sia con il traffico
veicolare sia con il traffico pedonale.
Esempio di attraversamento pedonale rialzato
Esempio di attraversamento pedonale rialzato
Si raccomanda di non usare dossi artificiali per-
ch, oltre ad essere esteticamente negativi, pro-
vocano brusche frenate e accelerate, non sono
adatti al transito dei mezzi pubblici urbani,
possono essere pericolosi per i mezzi a due
ruote e sono anche facilmente rimovibili. I
rialzamenti della sede stradale, invece, oltre ad
essere misure definitive e avere un effetto
complessivo di arredo per luso dei materiali e
dei colori, sono molto pi efficaci, pur avendo
rampe di lieve pendenza (pendenza 3-4% e
lunghezza del rialzamento min. 6/7 m) o addi-
rittura solo evidenziate dal colore. Anche in que-
sto caso importante la larghezza della corsia
carrabile, in quanto se troppo ampia si riduce
sensibilmente leffetto di rallentamento dei vei-
coli.
La progettazione puntuale delle isole ambien-
tali deve avvenire attraverso la consultazione e
la collaborazione con i residenti, affinch vi sia
una preventiva informazione delle ragioni e dei
benefici delle restrizioni da introdurre e vi sia
una collaborazione nella definizione dei percor-
si, delle fermate del trasporto pubblico, dei
luoghi dove sia pi utile la presenza di zone
esclusivamente pedonali, ecc.
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10.3 Interventi proposti
Il Piano Generale del Traffico Urbano, con riferi-
mento alla classificazione funzionale della rete
viaria (tavole 8), propone una serie di interventi,
rappresentati nelle tavole 9, 10, 11, 12, 13,
compatibili con le opere previste dal quadro
sovracomunale, in particolare litinerario est-
ovest al confine fra i comuni di Cesano Maderno
e Seveso e il Sistema Pedemontano (tratta B2
ed opere connesse) formulando (cfr. capitolo
16) una proposta dattuazione per fasi.
In particolare il Piano Urbano e il Piano
Particolareggiato dellasse Isonzo-Montecassino
propongono:
la riqualificazione dellambito nellintorno di
via Manzoni (cfr. cap.10.4);
la riqualificazione dellambito di piazza
Roma (cfr. cap. 10.5);
la riqualificazione dellambito san Carlo-
Vignazzola-Carducci (cfr. cap. 10.6);
lattuazione della politica della sosta (cfr
cap. 12);
la riqualificazione/messa in sicurezza di
alcune importanti intersezioni/vie: Vittorio
Veneto-Corso Garibaldi, Marche-Fermi,
Eritrea-Masciadri ecc.;
la riqualificazione dellasse Isonzo-
Montecassino nel tratto compreso fra la
Milano-Meda e la linea ferroviaria Saronno-
Seregno (cfr. cap. 11);
lattuazione di ambiti a precedenza
pedonale e delle isole ambientali,
garantendo laccessibilit ai residenti e alle
attivit presenti commerciali e non.
A corollario di tutti gli interventi risulta importan-
te una ridefinizione della segnaletica dindirizzo
finalizzata ad indirizzare gli utenti sulle strada
urbane di quartiere.
Il Piano propone, inoltre, lintroduzione di sensi
unici, in tutti i quartieri della citt, nelle vie
prettamente residenziali al fine di:
migliorare la circolazione veicolare;
recuperare spazi per la sosta;
realizzare adeguati marciapiedi;
disincentivare la dispersione a pioggia del
traffico di attraversamento alla ricerca di
itinerari alternativi per by-passare la conge-
stione sugli assi intercomunali;
ridurre la pericolosit delle intersezioni con
la riduzione delle manovre ammesse e dei
relativi punti di conflitto.
Lorientamento dei sensi unici proposti, confer-
mando in linea generale quello dei sensi unici
esistenti (al fine di non modificare eccessiva-
mente le abitudini dei residenti), mira a creare
anelli circolatori orari (la svolta a destra la
manovra meno conflittuale rispetto alle altre), al
fine, a fronte di un breve allungamento dei per-
corsi veicolari, di non creare eccessivi disagi ai
residenti.
Nella maggior parte dei casi si propone di
calibrare la corsia veicolare ad una larghezza
pari a 3,50 m, di predisporre spazi in linea per la
sosta regolamentata di larghezza pari a 2,00 e
la realizzazione su entrambi i lati di due marcia-
piedi di cui quello di sinistra di larghezza pari a
1,50 m, mentre quello di destra di larghezza
variabile in funzione del calibro complessivo
della sezione stradale, comunque con una lar-
ghezza non inferiore a 1,50 m, ad eccezione di
brevi tratti (larghezza minima pari a 1 m).
Nei casi di ridotta sezione stradale e di unele-
vata domanda di sosta su strade urbane locali
residenziali allinterno di isole ambientali,
possibile consentire la sosta durante la notte,
realizzando su un lato della strada, una fascia
ad uso promiscuo riservata ai pedoni durante il
giorno e ammettendo la sosta nelle ore serali e
notturne.
Nel caso di strade locali allinterno di isole
ambientali con calibri stradali limitati si potr
anche valutare lopportunit di realizzare per tali
strade un ambito a precedenza pedonale,
caratterizzato da una specifica pavimentazione,
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assenza di marciapiedi, presenza di elementi di
arredo (fioriere ecc.), non continui, finalizzati a
consentire il transito veicolare solo a basse
velocit.
Complessivamente con listituzione progressiva
delle isole ambientali, si propone quindi:
una riduzione della sezione stradale con
conseguente diminuzione della velocit, au-
mento della sicurezza ed eliminazione della
sosta parassitaria;
la realizzazione di percorsi pedonali a nor-
ma;
di migliorare la vivibilit dei quartieri resi-
denziali;
con lintroduzione di ambiti pedonali pi o
meno estesi (nel centro ma anche in altri
quartieri della citt), di incentivare la mobi-
lit debole pedoni e ciclisti e riqualificare
spazi urbani, migliorando di conseguenza la
vita e le relazioni.
La tavola 9 richiama nel complesso tutti gli in-
terventi proposti (le tavole successive mostrano
i dettagli di ogni singolo ambito); mentre la
tavola 14 mostra il quadro complessivo degli
interventi a favore della mobilit dolce (pedoni e
ciclisti).
Nello specifico il Piano individua lesistenza di
corridoi finalizzati alla realizzazione di
sottopassi ciclo-pedonali (Isonzo e Manzoni) e
veicolare ad altezza ridotta (Manzoni) la cui
fattibilit e sostenibilit, a seguito della
condivisione dellAmministrazione comunale
demandata ad uno specifico studio/progetto di
fattibilit.
Analizziamo nello specifico gli interventi
proposti.
10.4 Quadro Particolareggiato ambito
Manzoni (tav.10)
In relazione alle criticit emerse nella fase
analitica, con particolare riferimento ai temi della
sosta, del traffico di attraversamento, della
necessit di migliorare la mobilit della
componente debole (pedoni e cicli), della
frattura indotta dalla linea ferroviaria per le
relazioni interne comunali del centro, il Piano in
anticipazione al Piano Particolareggiato del
Centro (comprensivo del tema della sosta), al
Piano Particolareggiato di Corso Garibaldi e a
progetti specifici di bypass della linea
ferroviaria, formula alcune prime indicazioni
finalizzate alla risoluzione delle problematicit
emerse.
Con riferimento alla classificazione funzionale
(tavole 8), si propone:
La riqualificazione dellintersezione Garibal-
di-Vittorio Veneto (mediante la realizzazione
di una rotatoria) al fine di far percepire
allutente veicolare la diversa gerarchia fra
le vie Garibaldi e Vittorio Veneto e mediante
la realizzazione di una porta con attraversa-
mento ciclo-pedonale rialzato sullasta di via
Vittorio Veneto, segnalare chiaramente
allutente che mediante lasse di via Vittorio
Veneto si accede al centro di Seveso
allinterno di una zona 30 (isola ambientale).
la realizzazione di un ambito a precedenza
pedonale nelle piazze XXV Aprile e Mazzini
e nel tratto di via Zeuner pi prossimo alla
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stazione ferroviaria, che in determinate
fasce orarie diventer un ambito
esclusivamente pedonale (ad esempio nei
giorni festivi, il sabato e nei giorni feriali
dalle 7 alle 9 e dalle 17 alle 19) garantendo
comunque laccessibilit ai residenti, alle
attivit presenti e al trasporto pubblico
locale. Tale provvedimento consentir di
favorire la mobilit debole, il trasporto
pubblico, locale ed allontaner dal centro il
traffico dattraversamento proveniente da
via Montello. Laccessibilit veicolare alla
SS11-esempio di riqualifica: ambito a precedenza pedonale
stazione ferroviaria garantita attraverso
lasse di via Vittorio Veneto in particolare
per le provenienze da nord e da ovest.
Listituzione di sensi unici di marcia,
finalizzati a ridistribuire a vantaggio della
componente debole e della sosta gli spazi
stradali, per migliorare laccessibilit alla
stazione ferroviaria e per disincentivare
lattraversamento del centro da parte del
traffico veicolare con origine e/o destina-
zione diversa dal centro della citt di
Seveso.
La riqualificazione dellintersezione Eritrea-
Masciadri, mediante la realizzazione di una
rotatoria con il ruolo di porta est del centro.
Linnalzamento a quota marciapiede degli
incroci presenti sullasse di via Manzoni (nel
tratto compreso fra il torrente Certesa e la
linea ferroviaria) finalizzati a mettere in
sicurezza e a privilegiare la mobilit dolce e
far percepire allutente veicolare che
percorrendo lasse di via Manzoni si trova
nel cuore di una Zona 30.
La possibilit di valutare le opportunit per
le relazioni interne che potranno derivare
dalla realizzazione di un sottopasso veico-
lare ad altezza ridotta unitamente a quello
ciclo-pedonale (con accesso diretto alle
banchine dei binari di stazione) in
sostituzione dellattuale passaggio a livello
di via Manzoni.
Sezione tipo da affinare in sede di progettazione specifica
Tale ipotesi proposta dal Piano, che deve
comunque essere affrontata tecnicamente
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da uno specifico progetto, a seguito del
quale lAmministrazione comunale potr
valutare leffettiva opportunit per la citt,
supportata da una serie di interventi al
contorno (sensi unici, isola ambientale,
zona pedonale, ecc.) finalizzati a contenere
il flusso veicolare e potr essere even-
tualmente attuata solo a seguito della
realizzazione dellitinerario est-ovest fra i
comuni di Cesano Maderno e Seveso e
della riqualificazione di Corso Garibaldi, in
quanto necessario garantire al traffico
veicolare un itinerario principale pi fluido.
La riorganizzazione/riqualificazione dellam-
bito di via Manzoni, si pone lobiettivo di
migliorare la qualit della vita e le relazioni
nel nucleo centrale della citt (attualmente
separate dalla linea ferroviaria) e dovr
essere supportata da unanalisi dei percorsi
del trasporto pubblico locale (cfr. cap.13)
finalizzata ad individuare i nuovi percorsi e a
migliorare ladduzione alla stazione
ferroviaria e il servizio alle residenze/servizi.
Per ulteriori dettagli ed approfondimenti si
rimanda alla tavola 10 e al necessario sviluppo
di Piani Particolareggiati e progetti specifici.
10.5 Quadro Particolareggiato ambito P.za
Roma (tav.11)
La fase analitica, i sopraluoghi e i contributi dei
cittadini hanno evidenziato svariate criticit nel
centro e la sua difficolt di collegamento,
soprattutto per la mobilit dolce, con il quartiere
Altopiano, riconducibili per la maggior parte alle
seguenti problematiche:
utilizzo delle strade locali, prevalentemente
residenziali, da parte del traffico di attra-
versamento;
assenza marciapiedi e di percorsi protetti
per la componente debole pedoni e ciclisti;
carenza di spazi di sosta;
perditempo e accodamenti indotti dagli
impianti semaforici esistenti.
A risoluzione delle criticit emerse il Piano
propone:
La riqualifica dellintersezione Roma-Corso
Garibaldi mediante la realizzazione di una
rotatoria, in sostituzione delle due interse-
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zioni a T ravvicinate nella quale conver-
gono gli assi di Corso Garibaldi, via Cac-
ciatori delle Alpi e piazza Roma, avente le
seguenti caratteristiche (che dovranno
essere affinate durante le fasi di progetta-
zione):
diametro esterno pari a 26 m;
anello giratorio pari a 7,5 m;
corona sormontabile pari a 1,5 m;
una corsia di entrata per tutti i rami della
rotatoria di larghezza pari a 4 m;
una corsia di uscita di larghezza pari a
4,5 m su tutti i rami della rotatoria.
La riqualifica del tratto esistente di via
Cacciatori delle Alpi (pi prossimo a corso
Garibaldi e dismesso con la soluzione
proposta) in ambito pedonale (permettendo
laccesso veicolare ai frontisti) garantendo
la continuit pedonale con il tratto esistente
di via Torrente;
esempio di riqualifica: ambito a precedenza pedonale
La realizzazione di un ambito a precedenza
pedonale nelle piazze Roma, Buonarroti e
Leonardo Da Vinci e nelle vie Madonna,
Bartolomeo Arese, Cavour;
listituzione di sensi unici di marcia lungo le
vie: Madonna, Bartolomeo Arese, Cavour,
San Martino (nel tratto tra le vie Mezzera e
XXIV Maggio), Solferino, Battisti, Goito.
Gli interventi proposti sono finalizzati a:
ridurre drasticamente la velocit dei veicoli;
disincentivare il traffico di attraversamento,
garantendo la mobilit veicolare dei resi-
denti;
recuperare spazi per la componente debole
(pedoni e ciclisti);
riorganizzare e recuperare spazi per la
sosta;
incrementare gli spazi pedonali nelle piazze
esistenti al fine di incentivare la mobilit
sostenibile.
Per ulteriori dettagli ed approfondimenti si
rimanda alla tavola 11.
10.6 Quadro Particolareggiato intersezioni
S.Carlo-Vignazzola-Carducci (tav. 12)
In riferimento alla classificazione funzionale
(tavole 8), la porta dellisola ambientale del
centro da Nord rappresentata dalla inter-
sezione tra le vie San Carlo e Vignazzola.
Attualmente lincrocio a T e nel tratto di via
Vignazzola in comune di Meda presente il
senso unico di marcia verso Est fino
allintersezione con via Carducci.
A risoluzione delle criticit emerse nella fase
analitica, in coerenza con la classificazione
funzionale della rete il Piano propone lintro-
duzione del doppio senso di circolazione nel
tratto di via Vignazzola compreso fra le vie San
Carlo e Carducci. Provvedimento che dovr
essere condiviso con il comune di Meda.
Contestualmente alla riqualificazione dellasse
stradale, il Piano propone la messa in sicurezza
delle due intersezioni poste agli estremi
mediante la realizzazione di due rotatorie,
aventi rispettivamente le seguenti caratteristiche
.
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(che dovranno essere puntualmente definite
durante le fasi di progettazione):
Vignazzola-San Carlo
diametro esterno pari a 26 m;
anello giratorio pari a 8 m;
corona sormontabile pari a 1,5 m;
una corsia di entrata per tutti i rami della
rotatoria di larghezza pari a 4 m;
una corsia di uscita di larghezza pari a 4,5
m su tutti i rami della rotatoria.
Vignazzola-Carducci:
diametro esterno pari a 24 m;
anello giratorio pari a 6 m;
corona sormontabile pari a 1,5 m;
una corsia di entrata per tutti i rami della
rotatoria di larghezza pari a 4 m;
una corsia di uscita di larghezza pari a 4,5
m su tutti i rami della rotatoria.
Complessivamente la riqualificazione si pone
lobiettivo di:
mettere in sicurezza lasse di via
Vignazzola, garantendo dove possibile
spazi di sosta in sicurezza e moderando la
velocit dei veicoli;
allontanare il traffico, in particolare quello di
attraversamento dalle vie pi centrali della
citt di Seveso (DAssisi e San Carlo);
attraverso gli elementi strutturali far per-
cepire allutente veicolare la diversa
gerarchia della rete stradale, ed in
particolare per le provenienze da nord che
lasse principale quello di via Vignazzola,
mentre quello di via san Carlo rappresenta
una porta dingresso allisola ambientale del
centro della citt di Seveso;
Esempio di porta ad una Zona 30
Per quanto riguarda la rotatoria allintersezione
fra le vie San Carlo e Vignazzola si richiama
lattenzione sulla necessit di flettere i rami
provenienti da nord e da sud al fine di garantire
la verifica della deflessione della rotatoria
stessa e la moderazione della velocit dei
veicoli, lambendo il muro del Seminario Arcive-
scovile (Vincolato dalla sovraintendenza).
La rotatoria allintersezione con via Carducci,
oltre a mettere in sicurezza lintersezione, alla
quale afferiscono due vie portanti per la mobilit
interna della citt, contribuisce a moderare
ulteriormente la velocit dei veicoli.
Per ulteriori dettagli ed approfondimenti si
rimanda alla tavola 12.
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11 PIANO PARTICOLAREGGIATO ASSE ISONZO-MONTECASSINO
Con riferimento alle indicazioni del Piano Gene-
rale del Traffico Urbano, in particolare alla clas-
sificazione funzionale, il Piano Particolareggiato
affronta nel dettaglio le problematicit riscon-
trate sullasse di Isonzo-Montecassino (nel tratto
compreso fra la Milano-Meda e la linea ferro-
viaria Saronno-Seregno).
Con riferimento alla fase analitica, lasse ogget-
to di studio presenta unampia carreggiata con
numerose intersezioni ravvicinate, che induco-
no:
elevate velocit sullasse;
numerose manovre conflittuali pericolose
alle intersezioni;
pericolosit per la componente debole
(pedoni e ciclisti).
Per contro il sottopasso alla linea ferroviaria
Seregno-Saronno, di recente realizzazione,
presenta un calibro stradale ridotto che impe-
disce il transito contemporaneo in sicurezza per
due mezzi pesanti e/o autobus provenienti dalle
due direzioni e lentrata/uscita dal parcheggio
dinterscambio della stazione ferroviaria
sullasse di via Montecassino presenta forti
criticit.
Emerge, quindi, lesigenza di riqualificare gli
spazi esistenti al fine di migliorare e mettere in
sicurezza la mobilit per tutte le componentI.
La soluzione proposta dal Piano Particolareg-
giato (tav.13) individua sullasse 4 porte
principali, identificate da altrettante rotatorie,
nelle quali sono ammesse tutte le manovre, la
realizzazione di uno spartitraffico centrale e
consentendo nelle altre intersezioni presenti
solo manovre in destra.
esempio di riqualificazione/fluidificazione
Le rotatorie sono rispettivamente individuate
nelle seguenti intersezioni:
Isonzo-Montecassino-rampe da Meda e per
Milano;
Montecassino -Delle Grigne-della Pace;
Montecassino Salvo DAcquisto (riqualifica-
zione della rotatoria esistente);
Montecassino-Domodossola.
e della Pace e delle Grigne, la terza tra le
vie Montecassino e Domodossola (ad Est
della ferrovia), e la messa in sicurezza della
rotatoria in prossimit del sottopasso
ferroviario, oltre che la riqualificazione
dellasse Montecassino - Isonzo.
Dal punto di vista dimensionale le rotatorie le
cui dimensioni dovranno essere puntualmente
definite durante le fasi di progettazione, sono
caratterizzate da:
Isonzo-rampe da Meda e per Milano:
diametro esterno pari a 30 m;
anello giratorio pari a 8 m;
corona sormontabile pari ad 1 m;
una corsia di entrata di larghezza pari a 4 m
sui rami Est ed Ovest e due corsie di
entrata sul lato Sud per una larghezza totale
pari a 7 m;
una corsia di uscita di larghezza pari a 4,5
m su tutti i rami della rotatoria.
Montecassino -Delle Grigne-della Pace:
diametro esterno pari a 25 m;
anello giratorio pari a 8 m;
corona sormontabile pari ad 1 m;
una corsia di entrata per tutti i rami della
rotatoria di larghezza pari a 4 m;
una corsia di uscita di larghezza pari a 4,5
m su tutti i rami della rotatoria.
Montecassino-Salvo DAcquisto (riqualifica-
zione della rotatoria esistente):
diametro esterno pari a 25 m;
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Citt di Seveso
anello giratorio pari a 8 m;
corona sormontabile pari ad 1 m;
una corsia di entrata per tutti i rami della
rotatoria di larghezza pari a 4 m;
una corsia di uscita di larghezza pari a 4,5
m su tutti i rami della rotatoria.
Montecassino-Domodossola:
diametro esterno pari a 21 m;
anello giratorio pari a 6 m;
corona sormontabile pari a 2 m;
una corsia di entrata sui rami della via
Montecassino di larghezza pari a 4 m;
una corsia in uscita su tutti in rami della
rotatoria di larghezza pari a 4,5 m.
Per quanto riguarda lasse stradale oltre alla
realizzazione di uno spartitraffico centrale, il
Piano propone:
la ricalibrazione delle corsie veicolari (1
corsia per senso di marcia di larghezza pari
a 3,50 m);
lampliamento del marciapiede lato nord al
fine di realizzare un percorso ciclopedonale
protetto bidirezionale;
la realizzazione di un attraversamento ciclo-
pedonale rialzato a quota marciapiede nel
tratto di via Montecassino compreso fra le
rampe di entrata ed uscita dalla Milano-
Meda, avente le seguenti caratteristiche
(che dovranno essere puntualmente affinate
in sede di progettazione).:
pendenza rampe 3/4%;
6/7 m estensione della piattaforma a
quota marciapiede, al fine di agevolare il
transito del trasporto pubblico locale.
Per quanto riguarda il sottopasso alla linea
ferroviaria il Piano propone di ampliare la
sezione carrabile ad almeno 6,50 m mante-
nendo il fornice attuale e ridimensionando la
sezione esistente dedicata ai pedoni e ai cicli e
di realizzare un altro fornice parallelo dedicato
ai pedoni e ai cicli per compensare la riduzione
effettuata.
Al fine di recuperare gli spazi necessari per il
nuovo fornice dedicato alla componente debole,
il Piano propone per il ring di accesso alla
stazione di istituire un ambito a precedenza
pedonale (realizzazione di ununica superficie a
quota marciapiede) nel quale consentito il
transito/ fermata dei veicoli (che accompagnano
o aspettano un amico/parente che utilizza il
sistema ferroviario regionale), ma ne vietata la
sosta. Listituzione dellambito a precedenza
pedonale permette infatti una miglior ridistribu-
zione degli spazi disponibili nel ring: elimina-
zione di marciapiedi, stalli per la sosta, ecc..
Ulteriori spazi di sosta/fermata a servizio della
stazione vengono individuati anche nel nuovo
tratto di strada previsto in affiancamento ai
binari sul lato nord della linea ferroviaria,
finalizzato a migliorare laccessibilit alla
stazione ferroviaria stessa, con listituzione di un
anello circolatorio in destra Trento e Trieste-
Salvo DAcquisto.
esempio di riqualifica/moderazione
Per quanto riguarda il tratto ad Est della linea
ferroviaria il Piano propone:
la riqualifica dellasse di via Montecassino
similarmente al tratto precedente (una
corsia per senso di marcia pari a 3,50 m) e
la realizzazione di un percorso ciclopedo-
nale bidirezionale sul lato sud in continuit
di quello proveniente dal sottopasso;
la realizzazione di unintersezione a rota-
toria allintersezione fra le vie Montecassino
e Domodossola, che consentir tra laltro
laccesso in sicurezza al parcheggio della
stazione attraverso via Domodossola;
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11 PP Isonzo-Montecassino
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(tratto SPexSS35 Milano Meda-ferrovia Saronno-Seregno)
Citt di Seveso
la messa in sicurezza delle uscite da via
Marzabotto (consentendo solo le uscite in
destra;
listituzione del senso unico di marcia in via
Marzabotto (orientato verso nord) e in via
Domodossola (orientato verso sud);
la trasformazione del tratto di ring a sud
della linea ferroviaria in un ambito pedonale;
la ridefinizione dellaccessibilit al parcheg-
gio della stazione e a quello ad esso adia-
cente mediante lutilizzo di via Marzabotto e
di via Domodossola;
la realizzazione di un nuovo tratto stradale,
a senso unico di marcia, aderente alle
edificazioni esistenti, di connessione fra le
vie Domodossola e Marzabotto. Tale
connessione permetter di risolvere le
criticit esistenti connesse sia al sottopasso
che allaccessibilit veicolare al parcheggio
della stazione ferroviaria di Barruccana.
Si richiama lattenzione sul fatto che l'ambito
interessato dall'intervento viario di connessione
fra le vie Donodossola e Marzabotto, ricade
interamente nelle Rete verde di ricomposizione
paesaggistica, cos come definita dal PTCP
della Provincia di Monza e Brianza, approvato
con DCP n. 16 del 10/07/2013 (Tavola 6a
"Progetto di tutela e valorizzazione del
paesaggio), di cui se ne riporta a fianco uno
stralcio.
Ai sensi dell'art. 31 delle Norme del PTCP,
all'interno della Rete verde di ricomposizione
paesaggistica non possono essere realizzate
nuove edificazioni o opere che comportino
l'impermeabilizzazione del suolo. Sono fatte
salve le previsioni di "viabilit di interesse
sovracomunale se non diversamente collo-
cabile", i cui progetti dovranno contemplare
interventi di mitigazione e compensazione
territoriale, garantendo in ogni caso che non
venga compromessa la continuit e la
funzionalit ecologica delle rete stessa.
L'ambito inoltre classificato come superficie
boscata, ai sensi del PIF vigente (Tavola 5a
"Sistema dei vincoli e delle tutele paesaggistico-
ambientali - PTCP Provincia di Monza e
Brianza). Per ogni mutamento d'uso della
superficie boscata prevista una compensa-
zione con interventi di rimboschimento di pari
valore biologico, nella misura variabile da 2 a 5
mq per ogni mq di bosco trasformato.
La fase attuativa degli interventi dovr essere
preceduta da preliminari momenti di partecipa-
zione al fine, non solo di vagliare ulteriormente
le esigenze delle diverse componenti della citt
(esigenze spesso tra loro contrastanti), ma di
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fase propositiva/progettuale
11 PP Isonzo-Montecassino
PIANO GENERALE DEL TRAFFICO URBANO
E PIANO PARTICOLAREGGIATO ASSE ISONZO-MONTECASSINO
(tratto SPexSS35 Milano Meda-ferrovia Saronno-Seregno)
Citt di Seveso
rendere evidenti i benefici indotti dalle proposte
di Piano a fronte di disagi percepiti o derivanti
dalla modifica della situazione attuale e delle
abitudini dei singoli.
Esempio di attraversamento pedonale rialzato
Per ulteriori dettagli ed approfondimenti si
rimanda alla tavola 13.
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IST_12_13_ELA_TE_03 pag. 78 di 100
fase propositiva/progettuale
11 PP Isonzo-Montecassino
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12 La politica della sosta
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Citt di Seveso
12 LA POLITICA DELLA SOSTA
La fase analitica ha evidenziato alcune proble-
maticit in merito alla sosta, soprattutto in adia-
cenza ai nuclei di pi antica formazione, alle
aree produttive, alle stazioni ferroviarie e alle
principali funzioni. La crescente domanda di so-
sta un problema comune a tutti gli ambiti
urbani e nel futuro, in relazione al continuo
aumento dellindice di motorizzazione, in assen-
za di nuovi spazi esterni alle carreggiate stradali
lunico strumento per regolarizzare tale doman-
da fornito dalla regolamentazione della sosta.
Le misure essenziali per una efficace politica
della sosta e per disincentivare il traffico paras-
sitario sono:
ottenere un maggiore e migliore utilizzo
delle attuali disponibilit (intervenendo sulla
regolamentazione e sulla durata della so-
sta);
aumentare lofferta di parcheggi nelle aree
critiche;
informare gli utenti su localizzazione dei
parcheggi e disponibilit di posti auto;
controllare sistematicamente la regolarit
della sosta;
incentivare luso di mezzi a due ruote
(biciclette).
In relazione anche alla previsione di realiz-
zazione di nuove infrastrutture dedicate alla
sosta, il piano propone in linea generale:
Migliorare lutilizzo della disponibilit di
sosta
Per migliorare lutilizzo della disponibilit di so-
sta occorre innanzitutto:
migliorare la campagna di informazione su
regolamentazione e localizzazione dei par-
cheggi, esterni agli ambiti a particolare at-
trattivit (segnaletica di indirizzo, manifesti,
depliant da distribuire alle fermate del tra-
sporto pubblico su ferro, nei negozi e negli
uffici pubblici, articoli sulla stampa locale)
per informare lutenza, anche quella pro-
veniente da fuori Seveso o non sistematica.
La campagna dinformazione, oltre a fornire
la localizzazione dei parcheggi, dovr co-
municare la loro regolamentazione e la via-
bilit idonea al loro raggiungimento, al fine
di ridurre lafflusso veicolare ed incremen-
tare lafflusso pedonale, con evidenti bene-
fici per le attivit commerciali presenti e per
la vivibilit della citt stessa;
migliorare per la componente debole (pedo-
ni e cicli) laccessibilit e la percorribilit
delle strade locali allinterno delle isole am-
bientali al fine di favorire/incentivare luso
della bicicletta.
Aumentare lofferta di posti auto nelle aree
critiche
Il fabbisogno di parcheggi di unarea, dove le
funzioni sono andate insediandosi e aumentan-
do la loro attrattivit nel tempo, su un impianto
edilizio e viabilistico denso e rigido, non mec-
canicamente quantificabile con lapplicazione di
standard. Lofferta di mobilit e di parcheggio
per le vetture private, in particolare in questi
contesti, deve rispondere a criteri di sostenibilit
e deriva da una valutazione complessiva di na-
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IST_12_13_ELA_TE_03 pag. 80 di 100
fase propositiva/progettuale
12 La politica della sosta
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Citt di Seveso
tura urbanistica, ambientale oltre che trasporti-
stica.
Sono comunque possibili, oltre che necessari,
alcuni interventi che aumentino lofferta di par-
cheggio nelle aree critiche, con un impatto
complessivamente sostenibile sulla viabilit di
accesso.
La politica tariffaria
La politica tariffaria deve rispondere ad una
duplice esigenza: da un lato favorire la sosta in
alcune zone e limitarla in altre, dallaltro sem-
plificare le modalit di pagamento per ridurre le
difficolt allutenza e rendere meno oneroso il
controllo e la gestione.
Nei contesti pi congestionati e pi a rischio dal
punto di vista ambientale, la politica della sosta
deve essere gradatamente pi restrittiva (minori
spazi, tariffe sempre pi elevate), accompagna-
ta da interventi di pedonalizzazione di zone, di
riqualificazione urbana e di incentivo alla mobi-
lit non motorizzata e di potenziamento del tra-
sporto pubblico.
Periodicamente le tariffe devono essere sogget-
te ad una revisione sulla base del tasso di
occupazione di ogni parcheggio a pagamento.
Anche se i parcheggi in carreggiata e in super-
ficie hanno costi gestionali inferiori, nellambito
del coordinamento tariffario dei parcheggi,
importante prevedere per la sosta in carreggiata
tariffe superiori rispetto a quelle in struttura, in
modo da invogliare lutente ad utilizzare questi
ultimi, con ripercussioni positive per lambiente.
Infatti, a parit di tariffa, lutente sceglie il par-
cheggio in strada e come ultima alternativa
quello in struttura.
Lutenza che ha come destinazione specifici
ambiti ad alta attrattivit e che richiede soste
prolungate (pi di 2 ore) deve essere indirizzata
allutilizzo di parcheggi in struttura o pi esterni,
entro una distanza di circa 300 metri.
Il valore di 300 m assunto come limite, fa
riferimento alla definizione di accessibilit fornita
dallAgenzia Ambientale Europea e dallISTAT:
la distanza che pu essere coperta in un quarto
dora di cammino. Si pu ragionevolmente assu-
mere che ci corrisponda a circa 500 m a piedi,
che equivalgono a 300 m in linea daria.
Nella regolamentazione della sosta il Codice
della Strada art. 7 impone che, a fronte di un
determinato numero di posti auto regolamentati
(a disco orario o a pagamento), sia presente
nelle immediate vicinanze unuguale offerta di
posti auto privi di regolamentazione. Tale
prescrizione non richiesta allinterno delle
Aree Pedonali, delle Zone a Traffico Limitato
(ZTL) e delle Zone di Particolare Rilevanza
Urbanistica (art. 7 comma 8 CdS). Quindi, lof-
ferta di sosta a pagamento deve essere infe-
riore o al massimo pari allofferta di sosta libera:
in caso contrario necessario istituire una Zona
di Particolare Rilevanza Urbanistica.
Provvedimenti ad hoc devono essere invece
presi nelle aree adiacenti ad importanti poli
attrattori (fermate del trasporto pubblico su
ferro, centri di vita dei quartieri della citt, ecc).
Nel caso delle fermate del trasporto pubblico,
infatti la domanda di sosta diversificata, sia
nella durata che nella tipologia:
per lintera giornata, da parte dei fruitori del
servizio su ferro;
di breve durata, per coloro che si recano in
stazione per accompagnare o prendere un
amico/parente.
Ne deriva quindi la necessit di:
regolamentare a pagamento la sosta in
superficie nelle aree residenziali adiacenti le
stazioni ferroviarie (soprattutto se in
presenza di strutture a parcheggio a paga-
mento), al fine di garantire ai residenti (mu-
niti di contrassegno) unofferta di posti auto,
fornendo loro la possibilit di sostare gra-
tuitamente o con abbonamento negli stalli a
pagamento;
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fase propositiva/progettuale
12 La politica della sosta
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Citt di Seveso
istituire, per alcuni posti auto in superficie in
prossimit degli accessi pedonali alle fer-
mate del trasporto pubblico su ferro, la
gratuit della sosta o una tariffa di modesta
entit (0,10) per i primi 60 minuti, per
agevolare la sosta di breve durata.
In linea generale, su tutte le strade in ambito
urbano del territorio comunale il Piano prevede
che vengano delimitati i posti auto, ovunque la
sosta sia ammissibile e, negli altri casi, venga
istituito il divieto di sosta.
Listituzione dei divieti di sosta permetter di
migliorare la visibilit e la sicurezza alle inter-
sezioni e nei punti critici della rete comunale.
Nelle aree adiacenti ad importanti poli attrattori
(centri di vita dei quartieri della citt, negozi,
scuole, uffici pubblici, banche) potranno
analogamente essere individuati posti auto
regolamentati a disco orario o a pagamento, al
fine di garantire unadeguata rotazione.
E opportuno che listituzione della sosta a pa-
gamento sia preceduta da unanalisi gestionale
che raffronti le spese che dovranno essere
sostenute (sia per attrezzare gli spazi di sosta
che per effettuare i relativi controlli) e lammon-
tare dei proventi attesi.
Listituzione della sosta a pagamento deve
essere inoltre accompagnata da una serie di
provvedimenti estesi alle aree adiacenti e
allintero territorio comunale al fine di orientare e
informare lutente, in quanto, senza una chiara
segnaletica dindirizzo (relativa alla localizza-
zione dei parcheggi) ed una regolamentazione
efficace, lautomobilista cercher di avvicinarsi
con lauto il pi possibile alla propria destina-
zione, privilegiando gli spazi liberi senza
limitazione dorario. Tale comportamento crea
notevoli disagi ai residenti e alle attivit
commerciali se la sosta si protrae per lintera
giornata e induce flussi veicolari parassitari alla
ricerca di stalli di sosta libera.
Il controllo del rispetto delle regole
Realizzati questi interventi, predisposta la se-
gnaletica opportuna e informata lutenza (resi-
denti e non) il passo successivo riguarda i prov-
vedimenti relativi alla gestione.
I provvedimenti di regolamentazione della sosta,
affinch forniscano i risultati attesi, devono
essere accompagnati da un controllo sistema-
tico del rispetto delle regole. La mancanza del
controllo vanifica i provvedimenti attuati, induce
gli utenti a cercare un posto (anche se irre-
golare) il pi vicino possibile alla propria desti-
nazione.
I proventi dei parcheggi a pagamento dovranno
essere utilizzati per la costruzione, il migliora-
mento e la gestione di altri parcheggi e le som-
me eventualmente eccedenti per interventi atti a
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IST_12_13_ELA_TE_03 pag. 82 di 100
fase propositiva/progettuale
12 La politica della sosta
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migliorare la mobilit urbana. (art.7 comma 7
CdS).
A soluzione delle problematicit, emerse nella
fase analitica, in merito alle criticit per la
mobilit dei pedoni, per lassenza o lesigua
dimensione dei marciapiedi e per un fabbisogno
di sosta dei residenti, il Piano prevede
attraverso la classificazione funzionale delle
strade (tavole 8) una gerarchizzazione della
viabilit, lindividuazione di isole ambientali,
zone 30 e soprattutto negli ambiti prettamente
residenziali listituzione di sensi unici, che a
fronte di un breve allungamento dei percorsi
veicolari, permetta il recupero di spazi stradali
per la realizzazione di marciapiedi e di stalli per
la sosta.
In particolari situazioni in presenza di limitate
sezioni stradali e con domanda di sosta in
carreggiata da parte dei residenti soprattutto
nelle ore notturne, possibile realizzare una
fascia ad uso promiscuo riservata ai pedoni du-
rante il giorno (foto a fianco), e ammettendo la
sosta durante la notte (ad esempio dalle 19.00
alle 8.00).
Evidenziate le linee di condotta generale, con
riferimento al caso specifico della citt di
Seveso e alle criticit emerse nella fase
analitica (molteplicit delle tariffe e delle tipolo-
gie di sosta, sottoutilizzo di alcuni parcheggi a
pagamento, conflittualit fra domanda di sosta
dei residenti e dei fruitori dei servizi presenti in
citt, frammentazione allinterno di una mede-
sima area di sosta di diverse tipologie di
regolamentazione, controllo sistematico del
rispetto delle regole, ecc.), auspicabile la
redazione di un Piano Particolareggiato della
Sosta, che supportato da specifiche indagini
relative alla tasso di occupazione e alla
rotazione, individui i correttivi necessari fina-
lizzati ad ottimizzare e a risolvere le criticit
dellattuale regolamentazione.
Infine come accennato nella fase analitica, il
CdS (Codice della Strada) prevede, per la viabi-
lit urbana principale (strade di quartiere tavole
8) l'impossibilit di realizzare/mantenere posti
auto in sede stradale. Sulle strade di quartiere
la sosta, infatti, ammessa in aree attrezzate
con apposita corsia di manovra, esterna alla
carreggiata (art.2 comma 3e CdS) (lapplica-
zione di questa norma, per gli assi stradali
esistenti viene richiesta in occasione di inter-
venti di riqualificazione).
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IST_12_13_ELA_TE_03 pag. 83 di 100
fase propositiva/progettuale
13 Indirizzi TPL
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Citt di Seveso
13 INDIRIZZI DI RIQUALIFICA DEL TRASPORTO PUBBLICO SU GOMMA
Come descritto nel capitolo 3, il servizio
pubblico allinterno della citt di Seveso
garantito essenzialmente dal trasporto pubblico
su gomma; mentre le relazioni verso il
capoluogo sono supportate anche dal sistema
su ferro, che offre un buon sistema cadenzato
(un treno ogni 9 minuti considerando il servizio
offerto da entrambe le stazioni di Seveso e
Seveso-Baruccana).
Emerge comunque la necessit di un migliora-
mento del servizio, in particolare di quello su
gomma, per quanto riguarda:
ladduzione e linterscambio con le fermate
ferroviarie sia in termini di percorso che di
orari;
evitare la sovrapposizione di offerta di
spostamento tra il servizio su gomma e
quello su ferro, ridistribuendo pi efficace-
mente le percorrenze ed estendendo il
servizio ai quartieri oggi poco serviti come
nel caso del quadrante nord-est della citt
(quartiere Baruccana-Meredo).
Con la valutazione di itinerari alternativi ai
passaggi a livello nel superamento delle linee
ferroviarie e delle altre barriere che fram-
mentano il territorio (con particolare riferimento
allitinerario est-ovest fra i comuni di Cesano
Maderno e Seveso) e a fronte delle modifiche
della viabilit proposte dal presente Piano,
opportuno che si rivedano linee e percorsi del
trasporto pubblico su gomma, al fine di offrire un
miglioramento del servizio stesso:
agli utenti principali (studenti);
di adduzione/trasferimento al sistema su
ferro, ai nodi di interscambio ed anche sul
tessuto viario interno alla citt, attraverso la
ricollocazione di alcune fermate, per favorire
linterscambio gomma-ferro.
sfruttando assi viari idonei al servizio e che
permettano migliori velocit di percorrenza.
Il Piano, con listituzione dellambito a prece-
denza pedonale e dellarea pedonale nellintor-
no di via Zeuner (allinterno della quale con-
sentito il transito al trasporto pubblico locale), si
pone lobiettivo di favorire laccessibilit con il
trasporto pubblico alla stazione
La riorganizzazione del servizio comunque
demandata al programma triennale dei servizi.
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IST_12_13_ELA_TE_03 pag. 84 di 100
fase propositiva/progettuale
14 Pedoni e ciclisti
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Citt di Seveso
14 LA MOBILITA DOLCE: PEDONI E CICLISTI
Con la realizzazione progressiva delle isole
ambientali e con gli interventi di fluidificazione e
moderazione del traffico su tutta le maglia stra-
dale di Desio, ci si propone di raggiungere una
forte compatibilit fra tutte le componenti di
traffico.
esempio di attraversamento pedonale protetto
Pedoni e cicli devono poter circolare in sicurez-
za in tutta la citt. Al di fuori delle isole ambien-
tali la componente pi debole, i pedoni, deve
essere protetta con marciapiedi, dove non sia
permesso alle auto parcheggiare.
Gli attraversamenti pedonali devono essere ben
segnalati e collocati.
Di norma, la circolazione delle vetture sulla
sede stradale deve avere caratteristiche tali da
permettere in sicurezza anche quella delle
biciclette.
Se i volumi di traffico e le velocit sono elevati,
necessario separare le biciclette dagli altri
veicoli, riducendo le possibilit di conflitto, con
la realizzazione di piste o corsie ciclabili.
La normativa relativa alle piste ciclabili (Codice
della Strada e DM 557/99) molto rigida e
massimalista, per cui la loro realizzazione su
strade esistenti e allinterno di un tessuto
urbano obiettivamente molto difficile e solita-
mente comporta una serie di problemi difficil-
mente risolvibili: problemi geometrici (limitata
sezione stradale), rinuncia a spazi per la sosta,
presenza di numerosi intersezioni e passi carrai.
Si ritiene quindi che in ambito urbano, sulle
strade locali interzonali e locali, sia pi oppor-
tuno puntare soprattutto sulla complessiva
moderazione del traffico, in particolare:
mettendo in sicurezza intersezioni e attra-
versamenti;
riducendo la sezione della carreggiata e di
conseguenza la velocit delle auto, per
ampliare i marciapiedi, che eventualmente
possono divenire, con specifica segnaletica
verticale e orizzontale, ciclopedonali.
Nelle strade di minor flusso pedonale, e dove
esiste lo spazio necessario, possibile creare
delle corsie riservate alle biciclette sui marcia-
piedi, con differente colorazione e tessitura della
pavimentazione. Hanno il vantaggio di essere
pi difficilmente occupate abusivamente dagli
autoveicoli.
Il riferimento nella progettazione delle piste ciclabili
il DM 557/99: Regolamento recante norme per la
definizione delle caratteristiche tecniche delle piste
ciclabili. Ecco in breve le caratteristiche principali
richieste per una pista ciclabile:
larghezza minima 1,50 m se mono-direzionale,
2,50 m se bidirezionale;
in sede propria separata da opportuno spar-
titraffico avente larghezza minima 0,50 m;
su corsia riservata, ricavata dalla carreggiata
stradale, a senso unico di marcia, concorde con
quello della corsia contigua destinata ai veicoli a
motore e ubicata in destra, qualora lelemento di
separazione sia costituito da striscia di delimita-
zione (art. 140 CdS) o da delimitatori di corsia;
su corsia riservata, ricavata dal marciapiede, ad
unico o doppio senso di marcia, qualora lam-
piezza del marciapiede ne consenta la realizza-
zione senza pregiudizio per la circolazione dei
pedoni e sia ubicata sul lato adiacente alla
carreggiata stradale.
In via generale, per abbreviare i percorsi dei ciclisti, le
piste contromano si realizzano:
in carreggiata, separate dal flusso veicolare con
uno spartitraffico;
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IST_12_13_ELA_TE_03 pag. 85 di 100
fase propositiva/progettuale
14 Pedoni e ciclisti
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(tratto SPexSS35 Milano Meda-ferrovia Saronno-Seregno)
Citt di Seveso
su corsia delimitata con segnaletica orizzontale
sui marciapiedi [larghezza marciapiede almeno
3m (1,50+1,50) se pista monodirezionale, alme-
no 4m (2,50+1,50) se bidirezionale].
Per quanto riguarda gli attraversamenti ciclabili,
Il codice del la strada, art. 146 del regolamento,
prescrive che:
devono essere previsti solo per garantire la con-
tinuit delle piste ciclabili nelle aree di inter-
sezione;
sono evidenziati sulla carreggiata mediante due
strisce bianche discontinue di larghezza di 50
cm, con segmenti ed intervalli lunghi 50 cm; la
distanza minima tra i bordi interni delle due
strisce trasversali di 1 m per gli attraversamenti
a senso unico e di 2 m per quelli a doppio senso;
in caso di attraversamento ciclabile contiguo a
quello pedonale sufficiente evidenziare con la
striscia discontinua solo la parte non adiacente
l'attraversamento pedonale;
sulle strade ove consentita la sosta, per mi-
gliorare la visibilit, da parte dei conducenti, nei
confronti dei ciclisti che si accingono ad impe-
gnare la carreggiata, gli attraversamenti ciclabili
possono essere preceduti, nel verso di marcia
dei veicoli, da una striscia gialla a zig zag di
lunghezza commisurata alla distanza di visibilit
(su tale striscia vietata la sosta);
In corrispondenza degli attraversamenti ciclabili
e pedonali, i conducenti dei veicoli devono dare
la precedenza rispettivamente ai ciclisti e ai
pedoni che hanno iniziato lattraversamento (art.
40 Codice della Strada).
Per quanto riguarda, invece, gli attraversamenti pe-
donali il codice della strada art.145 del regola-
mento prescrive che:
gli attraversamenti pedonali sono evidenziati
sulla carreggiata mediante zebrature con strisce
bianche parallele alla direzione di marcia dei
veicoli, di lunghezza non inferiore a 2,50 m sulle
strade urbane locali e di quartiere, e a 4 m sulle
altre strade; la larghezza delle strisce e degli
intervalli di 50 cm;
in presenza del segnale, fermarsi e dare la
precedenza, lattraversamento pedonale, deve
essere tracciato a monte della linea di arresto,
lasciando uno spazio libero di almeno 5 m.
Per migliorare la visibilit e la sicurezza degli
attraversamenti pedonali e ciclabili possibile
colorare (ad esempio di rosso) lasfalto sotto-
stante lattraversamento, oppure sopraelevare
ad altezza marciapiede lintero attraversamento.
In questo caso opportuno che gli attraver-
samenti pedonali siano pari almeno a 4 m di
larghezza.
I dissuasori di velocit devono essere usati solo
dove necessario e sono sostituibili con altri
metodi di moderazione (diversa colorazione
degli spazi della carreggiata stradale, inter-
sezioni rialzate, ecc.).
esempio di attraversamento pedonale rialzato
Il Piano, in sinergia con il Piano di Governo del
Territorio (PGT) individua quegli interventi di
ricucitura della maglia ciclabile esistente (tavola
14) e come interventi a protezione della mobilit
ciclistica e a completamento della rete esisten-
te, oltre allistituzione delle isole ambientali, anti-
cipando alcuni contenuti di uno specifico Piano
di Settore della mobilit ciclabile, propone:
la progressiva attuazione di interventi volti a
individuare unasse forte Est-Ovest per la
mobilit dolce, lungo gli assi Vignazzola-
Meredo, Manzoni-Redipuglia, Isonzo-Mon-
tecassino, Cacciatori delle Alpi-Pordenone;
la progressiva attuazione di interventi volti a
individuare un asse forte Nord-Sud per la
mobilit dolce, lungo lasse di Corso
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fase propositiva/progettuale
14 Pedoni e ciclisti
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Citt di Seveso
Garibaldi, attraverso la realizzazione di una
ciclabile in sede propria;
la progressiva attuazione delle isole am-
bientali, che consentir la mobilit in sicu-
rezza delle componenti deboli;
la progressiva realizzazione di strade a pre-
cedenza pedonale e degli ambiti pedonali,
che consentiranno una maggior mobilit in
sicurezza delle componenti deboli, il caso
ad esempio delle vie Zeuner, Matteotti,
Piazza Roma, Madonna, Arese, Cavour
ecc.;
lindividuazione (mediante apposita segna-
letica stradale) allinterno delle isole am-
bientali di percorsi ciclabili, in promiscuo
con il traffico veicolare, dei principali itinerari
di connessione fra le residenze, i servizi
(scuole, aree verdi, uffici, ecc.), lungo le vie
Vittorio Veneto, Della Repubblica, Montello,
Esculapio, Farga, Trento e Trieste, Prealpi,
ecc.;
la realizzazione di piste ciclo-pedonali sepa-
rate dal traffico veicolare sugli assi stradali
esterni alle isole ambientali, su quelli defi-
niti di quartiere dalla classificazione funzio-
nale (cfr. tavole 8) ed in presenza di ampie
sezioni stradali, in particolare lungo le vie
Vignazzola, Garibaldi, Isonzo-Montecasino,
della Roggia, ecc.
La tavola 14 mostra in dettaglio la rete dei
percorsi ciclabili differenziando i tratti esistenti,
quelli proposti e gli itinerari preferenziali. Questi
ultimi sono localizzati:
negli ambiti a precedenza pedonale;
allinterno delle isole ambientali e nei parchi
urbani;
in promiscuo con il traffico veicolare
allinterno delle zone 30 e/o delle isole
ambientali;
e individuati generalmente mediante semplice
segnaletica verticale dindirizzo.
Complessivamente il Piano prevede (cfr. tav.
14), con la progressiva realizzazione degli
itinerari ciclabili, una dotazione di piste/percorsi
ciclabili e ciclo-pedonali pari a circa 36 km, di
cui circa 14 km in sede propria (40%) e 22 km
(60%) rappresentata dai percorsi su strade
bianche, nei parchi, nelle isole ambientali in
promiscuo con il traffico veicolare. Rispetto alla
situazione attuale la realizzazione complessiva
degli itinerari nove volte superiore allesten-
sione della rete ciclabile.
Si segnala inoltre limportanza di rivitalizza-
re/potenziare la dotazione di parcheggi per bici-
clette sia private che pubbliche in prossimit dei
poli attrattori (scuole, poste, uffici pubblici, par-
chi urbani, fermate del sistema su ferro, ecc.).
Per quanto riguarda un sistema di bici pub-
bliche, un esempio tipologico rappresentato
dal sistema attuato in diverse citt, quali ad
esempio: Parigi, Bruxelles, Barcellona, Sara-
gozza, Roma, Brescia, Milano, ecc., finalizzato
alla riduzione del traffico e dello smog nelle citt
stesse. Nel caso della citt di Parigi in 750
stazioni possibile (a breve distanza una
dallaltra, circa 300 m) noleggiare una bicicletta
per una giornata, per una settimana o anche per
un anno. Il parco bici conta ben pi di 10.000
veicoli. Il sistema si chiama Velib, un acronimo
di Vel e Libert,
esempio stazione biciclette Parigi
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fase propositiva/progettuale
14 Pedoni e ciclisti
PIANO GENERALE DEL TRAFFICO URBANO
E PIANO PARTICOLAREGGIATO ASSE ISONZO-MONTECASSINO
(tratto SPexSS35 Milano Meda-ferrovia Saronno-Seregno)
Citt di Seveso
E un sistema innovativo perch permette di
prendere una bici da una stazione e lasciarla in
unaltra 24 ore su 24. Il rilascio della bici avvie-
ne elettronicamente tramite apposita carta Car-
te Velib o con la propria carta di credito ed
gratuito luso della bici nei primi 30 minuti.
esempio stazione biciclette Bruxelles
Un servizio analogo attivo (da dicembre 2008)
nella citt di Milano. Il servizio di Bike Sharing,
denominato bikeMi, prevede, a seguito di un
abbonamento, luso di una bicicletta, gratuito
per i primi 30 minuti, fino ad un massimo di 2
ore consecutive. Il servizio usufruibile tutti i
giorni della settimana dalle 7 alle 24. Il sistema
dispone di circa 215 stazioni; ne previsto
lampliamento a 250 con una dotazione prevista
di circa 5.000 bici.
esempio stazione biciclette Milano
La citt di Seveso probabilmente non ha la forza
economica/contrattuale per attivare sul proprio
territorio un sistema analogo, ma a fronte di una
scelta dincentivo alla mobilit ciclabile e di una
domanda e propensione della cittadinanza
alluso della bicicletta per spostamenti non solo
legati al tempo libero ma anche per spostamenti
quotidiani (casa-fermata trasporto pubblico,
casa-lavoro, casa-scuola, ecc) e alla presenza
di relazioni ciclabili con i Comuni contermini o
verso strutture a valenza sovracomunale, si
potrebbe valutare se esistono le condizioni, per
accordarsi con i Comuni contermini, al fine di
poter attivare, insieme, un servizio simile da
strutturare sulle esigenze locali.
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fase propositiva/progettuale
14 Pedoni e ciclisti
PIANO GENERALE DEL TRAFFICO URBANO
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15 Il Regolamento viario
PIANO GENERALE DEL TRAFFICO URBANO
E PIANO PARTICOLAREGGIATO ASSE ISONZO-MONTECASSINO
(tratto SPexSS35 Milano Meda-ferrovia Saronno-Seregno)
Citt di Seveso
15 IL REGOLAMENTO VIARIO
Il Regolamento Viario definisce, con riferimento
alla normativa vigente, le caratteristiche geo-
metriche e la disciplina duso delle strade e
delle altre aree pubbliche impiegate per funzioni
a servizio della mobilit sul territorio comunale.
Esso fa riferimento alle Direttive del Ministero
dei Lavori Pubblici emanate per la redazione,
adozione e attuazione dei Piani Urbani del
Traffico (Supplemento ordinario alla Gazzetta
Ufficiale n.146 del 24/06/95), nonch alle indica-
zioni e alle prescrizioni contenute nella norma-
tiva vigente:
DL 285 30/04/92 e successive modificazioni
Codice della strada e Regolamento dat-
tuazione;
DM 05/11/01 Norme funzionali e geome-
triche per la costruzione delle strade;
DM 19/04/06 Norme funzionali e geome-
triche per la costruzione delle intersezioni
stradali;
DM 577/99 Regolamento per la definizione
delle caratteristiche tecniche delle piste
ciclabili;
ecc.
Il Regolamento viario, in quanto ai valori degli
standard geometrici previsti, da considerarsi
cogente per le strade di nuova costruzione
mentre da considerarsi come obiettivo da
raggiungere per le strade esistenti, laddove
siano presenti vincoli strutturali immediatamente
non eliminabili.
Il Regolamento interessa tutte le componenti
della mobilit:
veicoli a motore privati in movimento e in
sosta;
trasporto pubblico;
biciclette;
pedoni.
Il Regolamento si applica allintera rete delle
strade di competenza comunale.
Esempio di mini-rotatoria e porta Isola Ambientale
Il Regolamento Viario viene aggiornato in con-
comitanza con l'aggiornamento del PGTU (art.
36, comma 5 del CdS), o in tempi inferiori qua-
lora l'Amministrazione Comunale ne ravvisi la
necessit.
Nelle pagine successive, in forma sintetica,
organizzate in schede, vengono richiamate le
principali norme e disposizioni con particolare
riferimento a:
caratteristiche tecniche, velocit consentite,
disciplina della sosta e limitazioni al traffico
per la rete extraurbana ed urbana (a titolo
informativo, in grigio, vengono riportate an-
che le prescrizioni per le strade di compe-
tenza di altri Enti);
fasce di rispetto, sede stradale, confine
stradale, centro abitato, ecc.;
categorie di traffico ammesse per tipologia
di strada;
occupazioni temporanee e permanenti;
principali elementi e parametri di uninter-
sezioni a rotatoria;
caratteristiche degli spazi di sosta;
caratteristiche geometriche dei veicoli e
raggi minimi di inscrivibilit;
parametri e caratteristiche di una pista cicla-
bile;
caratteristiche degli attraversamenti pedo-
nali, ciclabili e ciclo-pedonali.
Per ulteriori dettagli ed approfondimenti si ri-
manda alla normativa vigente.
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15 Il Regolamento viario
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Citt di Seveso
Tabel l a 1:
r ete vi ar i a extraur bana
Ente propritario / gestore
sezione ( art.2 CdS - DM 05/11/01)
spartitraffico ( art.2 CdS - DM 05/11/01)
accessi (art. 22 CdS - art.45 Reg.)
con strade di pari livello
con strade di livello immediatamente inferiore
Sosta (art.2 NCdS - DM 05/11/01)
Limitazione alla circolazione di
particolari mezzi (art.175 CdS- DM 05/11/01)
Costruzioni e ricostruzioni: in generale
in zone di PRG/PGT edificabili
Recinzioni in muratura
Siepi o recinzioni: se di altezza < 1 :
se di altezza > 1 :
Alberature
Limiti di velocit (art. 6-142 CdS)
Fermata dei mezzi pubblici
(art.157 CdS e art.352 Regolamento- DM 05/11/01)
Piste ciclabili (CdS e DM 557/99)
Edicole Chioschi e altre installazioni
(art. 20 CdS - art. 60 Reg.)
Cassonetti per la raccolta dei rifiuti
(art. 25 CdS - art. 68 Reg.)
fermate ammesse in spazi separati dalla carreggiata con immissione ed uscita apposite,
dotate di corsie di accelerazione e di decelerazione
Fermate organizzate in apposite aree al fianco della carreggiata. Lunghezza minima 12 m con raccordi di
30 m. - Profondit 3 m. Se in prossimit delle intersezioni generalmente sono posizionate dopo l'incrocio
ad una distanza maggiore di 20m., sono invece anticipate (almeno 10m.) nel caso di intralcio alla
circolazione.
130 km/h 110 km/h
5 m. 5 m. 3 m. 3 m.
La distanza dal confine stradale non pu essere inferiore alla massima altezza raggiungibile per ciascun
tipo di essenza a completamento del ciclo vegetativo e comunque non inferiore a 6m.
La distanza dal confine stradale non pu essere inferiore alla massima altezza raggiungibile per ciascun
tipo di essenza a completamento del ciclo vegetativo e comunque non inferiore a 6m.
Funzioni ammissibili lungo le sedi stradali o le pertinenze delle sedi stradali
in spazi esterni alla carreggiata in apposite aree attrezzate con immissione ed uscita apposite,
dotate di corsie di accelerazione e di decelerazione
al di fuori delle fasce di rispetto previste per le recinzioni
Possono essere collocati fuori dalla carreggiata in modo da non creare pericolo o intralcio alla
circolazione, se dotati di adeguata pannellatura segnaletica
ammessa in spazi separati con immissioni ed
uscite concentrate o in piazzole di sosta, dotate di
corsie di accelerazione e di decelerazione
ammessa in piazzole di sosta
90 km/h
(limitazioni in funzione delle caratteristiche geometriche)
30 m.
40 m.
20 m.
almeno 2 corsie per senso di marcia (3,75 m.) con
banchina in sinistra (largh. min. 0,70m) e in destra
(largh. Min 2,50m) o corsia d'emergenza (largh.3m.)
A (Autostrade) B (Pri nci pal i ) C (Secondari e)
Provi nci a / Comune
1 corsia per senso di marcia (3,50 - 3,25 m.) con
banchina in destra (largh. min. 1,00 m.)
ANAS / Pr ovi nci a / Comune
larghezza minima 2,60m. se in ambito extraurbano,
1,8m. se in ambito urbano
F (l ocal i )
Caratteristiche tecniche
non necessario no
ANAS / Soci et Autostr ade
almeno 2 corsie per senso di marcia (3,75 m.) con
banchine (largh. min. 0,50m. se in sinistra, 1,75m.
se a destra)
1 corsia per senso di marcia (3,75 - 3,50 m.) con
banchina in destra (largh. min. 1,50 - 1,25 m.)
ANAS / Provi nci a
larghezza minima 2,50m
svincoli a 2 livelli
anche semplicemente regolamentate da segnaletica
regolamentate anche solamente
da segnaletica orizzontale e verticale
ammessa in spazi separati con immissioni ed
uscite concentrate, dotate di corsie di accelerazione
e di decelerazione
ammessa in piazzole di sosta
Fasce di rispetto: (art. 16 CdS - art.26 Reg.)
rotatoria, canalizzate o semaforizzate
1m.(3m. se la recinzione su cordoli di altezza >30cm)
60 m.
3 m. 3 m.
no, salvo divieti specifici pedoni, velocipiedi, ciclomotori, mezzi agricoli
30 m.
10 m.
20 m., (10 m per le strade vicinali)
come da PRG / PGT
In sede propria separata da spartitraffico / su corsia
riservata in carreggiata in destra a senso unico
concorde con quello veicolare Largh. min: 1,50 m. a
senso unico - 2,50 a doppio senso
non ammesse non ammesse
In sede propria separata da spartitraffico. Largh.
min: 1,50 m. a senso unico - 2,50 a doppio senso
non consentiti accessi privati
coordinati in un numero limitato di immissioni
dotate di corsie di accelerazione e di decelerazione
ed a una distanza non inferiore a 1000 m. tra loro
consentiti quelli esistenti; in caso di nuove
realizzazioni distanza minima 300 m. tra 2 accessi
(la distanza pu essere ridotta fino ad un minimo di
100m. In situazioni di comprovota necessit, di
particolare densit insediativa e in zone edificabili.)
consentiti quelli esistenti; in caso di nuove
realizzazioni distanza minima 300 m. tra 2 accessi
(la distanza pu essere ridotta fino ad un minimo di
100m. In situazioni di comprovota necessit, di
particolare densit insediativa e in zone edificabili.)
Intersezioni: (art.2 NCdS - DM 05/11/01 - DM 19/04/06)
1m.(3m. se la recinzione su cordoli di altezza >30cm)
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(tratto SPexSS35 Milano Meda-ferrovia Saronno-Seregno)
Citt di Seveso
esistenti di nuova realizzazione esistenti di nuova realizzazione esistenti di nuova realizzazione esistenti di nuova realizzazione
spartitraffico larghezza minima 1,80m.
opportuno dove possibile nelle
strade di interquartiere
non necessario non necessario
intersezioni con strade di pari livello
Intersezioni con strade di livello
immediatamente inferiore
Sosta
(art.2 e 157 CdS e
Direttive PUT art.36 DL 30/04/92 n.285
CdS)
In via transitoria consentita
anche su spazi esterni alla
carreggiata stradale purch
distinti dalle corsie di transito.
In caso di ristrutturazione della
sede stradale le aree per la
sosta vanno regolamentate con
apposite corsie di manovra
E' consentita solo in aree
attrezzate con apposite corsie di
manovra esterne alla
carreggiata
In via transitoria consentita
anche su spazi esterni alla
carreggiata stradale purch
distinti dalle corsie di transito.
In caso di ristrutturazione della
sede stradale le aree per la
sosta vanno regolamentate con
appo-site corsie di manovra
E' consentita solo in aree
attrezzate con apposite corsie di
manovra esterne alla
carreggiata
Limitazione all a circolazione di
particol ari mezzi DM 05/11/01
Costruzioni e ricostruzioni 20m.
Come da PRG / PGT
(in assenza 20 m)
come da PRG / PGT
(in assenza 10m)
come da PRG / PGT
(in assenza 10m)
Recinzioni in muratura 2m.
Come da PRG / PGT
(in assenza 20 m)
come da PRG / PGT
(in assenza 10m)
come da PRG / PGT
(in assenza 10m)
Pi ste ciclabili
(CdS e DM557/99)
In sede propria esterna alla
carreggiata stradale
Marciapiedi - DM 05/11/01 minimo 1,50 m. minimo 1,50 m. minimo 1,50 m. minimo 1,50 m.
Pedonali
Ciclabili
Edicole Chioschi e altre installazioni
(art. 20 CdS)
Cassonetti per la raccolta dei rifiuti
(art. 25 CdS - art. 68 Reg.)
Delimitati con strisce lunghe 4 m e larghe 50 cm (sulle strade interquartiere). Delimitati con strisce lunghe almeno 2,50 m e larghe 50 cm
Pi azzole di fermata dei mezzi
pubblici art.157 CdS - art. 352 Reg.
In carreggiata delimitata con strisce (art.40 NCdS e art.151
Regolamento)
-
Limiti di velocit
(art. 7-142 CdS)
pedoni, velocipiedi, mezzi agricoli no no
70 km/h 50 km/h
limitazioni in funzione delle caratteristiche geometriche
distanti almeno 12 m. dalle
inter-sezioni e visibile da una
distanza pari allo spazio di
frenata
anche regolamentate con segnaletica
orizzontale e verticale
regolamentate con segnaletica orizzontale e verticale
distanti almeno 12 m. dalle
inter-sezioni e visibile da una
distanza pari allo spazio di
frenata
E (Inter quar ti ere / Quar ti ere) E / F (Local i Interzonal i ) F (Local i )
Caratteri stiche tecniche - DM 05/11/01 - DM 19/04/06
sezione
Tabel l a 2:
rete vi ari a ur bana
accessi (art. 22 CdS - art. 46 Reg.)
ammessi se coordinati a 100
m. dall'intersezione o tra due
innesti successivi
almeno 2 corsie per senso di
marcia (almeno 3,25 m - 3,50
se percorsa da mezzi pubblici)
con banchine (largh. min.
0,50m. se in sinistra, 1m. se a
destra)
almeno 1 corsia per senso di marcia
3 m - 3,50 se percorsa da mezzi
pubblici / nel caso di strada a
senso unico la larghezza com-
plessiva
(carreggiata+banchine) deve
essere almeno 5,50m.
mezzi per il trasporto pubblico collettivo, autotreni, autoarticolati
svincoli a due livelli, o a raso semaforizzate e a rotatoria semaforizzate, canalizzate o a rotatoria semaforizzate, canalizzate o a rotatoria se necessario
1 corsia per senso di marcia 1 corsia per senso di marcia
almeno 2,75 m. / nel caso di
strada a senso unico la lar-
ghezza complessiva
(carreggiata +banchine) deve
essere almeno 5,50m.
D (Scorr i mento)
semaforizzate e a rotatoria
Delimitati con strisce lunghe 4 m e larghe 50 cm
distanti almeno 12 m. dalle
inter-sezioni e visibile da una
distanza pari allo spazio di
frenata
3 m - 3,50 se percorsa da mezzi
pubblici / nel caso di strada a
senso unico la larghezza com-
plessiva
(carreggiata+banchine) deve
essere almeno 5,50m.
Attraversamenti (art.40 CdS-art.145/146 Regolamento)
Fasce di rispetto: (art.18 CdS-art.28 Regolamento)
Devono essere opportunamente delimitate (art.140 Regolamento CdS). Larghezza minima: 1,50 m. se a senso unico - 2,50 se a doppio senso. In sede propria separata da spartitraffico / su corsia
riservata in carreggiata in destra a senso unico concorde con quello veicolare / su corsia riservata ricavata dal marciapiede
Consentiti sui marciapiedi purch rimanga libera una zona per la circolazione dei pedoni larga almeno 2 m. le occupazioni comunque non possono ricadere all'interno dei triangoli di visibilit delle intersezioni. Ai fini dell'ammissibilit, va verificata la disponibilit
di spazi regolamentari per la sosta, onde evitare interferenze con la circolazione. Per le occupazioni esistenti sufficiente garantire una zona adeguata per la circolazione dei pedoni e delle persone con limitata capacit motoria
Possono essere collocati fuori dalla carreggiata in modo da non creare pericolo o intralcio alla circolazione, se dotati di adeguata pannellatura segnaletica
Delimitati da due strisce bianche discontinue di larghezza 50 cm con segmenti ed intervalli lunghi 50 cm, distanziate di almeno 1 m (a senso unico) e 2 m (a doppio senso)
se contiguo a quello pedonale suficiente evidenziare con la striscia discontinua solo la parte non adiacente l'attraversamento pedonale
regolate anche con semplice segnaletica orizzontale e verticale
Se in prossimit delle intersezioni generalmente sono posizionate dopo l'incrocio ad una distanza maggiore di 20m., sono
anticipate (almeno 10m.) nel caso in cui i bus generino intralcio alla circolazione
E' consentita in spazi delimitati sulla sede stradale. Se la strada a senso unico la sosta consentita su entrambi i lati
50 km/h in generale
30 km/h in zone con particolare transito di pedoni e all'interno delle ZTR
Funzioni ammi ssi bili l ungo l e sedi stradali o le pertinenze delle sedi stradali
limitazioni in funzione delle caratteristiche geometriche
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15 Il Regolamento viario
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16 fasi dattuazione
PIANO GENERALE DEL TRAFFICO URBANO
E PIANO PARTICOLAREGGIATO ASSE ISONZO-MONTECASSINO
(tratto SPexSS35 Milano Meda-ferrovia Saronno-Seregno)
Citt di Seveso
16 LE FASI DATTUAZIONE DEL PIANO
La programmazione economico-finanziaria delle
amministrazioni comunali ha in questi anni subi-
to molte pressioni per via di due macro fattori: il
contesto economico generale che ha portato
gradualmente ad una progressiva diminuzione
della contribuzione da parte dello Stato alle
attivit svolte dalla municipalit, dall'altro una
serie di norme che hanno imposto o impongono
come gli enti locali debbano spendere le proprie
disponibilit (patto di stabilit). Nonostante que-
sto, anche per procedere con le necessarie me-
todologie alla progettazione e alla concertazione
dei diversi provvedimenti da adottare, si fornisce
una proposta delle diverse fasi di attuazione del
Piano, che potr essere modificata per meglio
armonizzarla con gli altri interventi (di asfalta-
tura della rete stradale, ai sottoservizi, ecc.).
Come urgenti e realizzabili in tempi brevi sono
indicati in prima fase i seguenti interventi:
sistemazione delle situazioni puntuali di
maggiore pericolosit o disagio, per la mobi-
lit dei pedoni e dei cicli;
avvio dellistituzione dellisola ambientale, e
dei percorsi ciclabili al loro interno e pro-
gressiva attuazione dei sensi unici, in
particolare per i quartieri Altopiano e San
Pietro;
istituzione dellambito a precedenza pedo-
nale lungo la via Zeuner;
attuazione della classificazione funzionale di
Piano (tav. 8a) e riordino puntuale della se-
gnaletica dindirizzo;
progressiva attuazione dei sensi unici pre-
visti dal Piano e dal Piano Particolareggiato
Isonzo-Montecassino;
avvio delle interlocuzioni con il comune di
Meda finalizzate alla riqualifica dellasse di
via Vignazzola (cfr. tav.12);
avvio delle interlocuzioni con FERROVIE-
NORD finalizzate alla risoluzione delle
criticit del sottopasso veicolare esistente
alla linea ferroviaria Saronno-Seregno.
Sono collocabili in seconda fase i seguenti
interventi:
monitoraggio e verifica degli esiti degli inter-
venti di prima fase;
progressiva istituzione delle isole ambien-
tali e dei percorsi ciclabili al loro interno in
particolare quelli di relazione con le scuole,
gli spazi verdi e le residenze;
progressiva attuazione dei sensi unici pre-
visti dal Piano, nel centro, nella frazione
Barruccana, ad Altopiano;
avvio dellintervento di riqualifica di piazza
Roma;
riqualifica delle intersezioni Garibaldi-Vitto-
rio Veneto e Masciadri-Eritrea;
messa in sicurezza delle intersezioni lungo
lasse di via Manzoni;
avvio degli interventi previsti dal Piano
Particolareggiato Isonzo-Montecassino;
avvio degli interventi previsti nellambito di
via Manzoni.
Sono collocabili in terza fase di medio-lungo
periodo i seguenti interventi:
monitoraggio e verifica degli esiti degli
interventi attuati nelle fasi precedenti;
riqualifica dellintersezione Marche-Fermi-
Groane;
completamento dellistituzione delle isole
ambientali e dei percorsi ciclabili al loro
interno;
completamento degli interventi previsti in
piazza Roma (cfr. tav.11);
completamento degli interventi previsti dal
Piano Particolaregiato Isonzo-Montecassino
(cfr. tav.13).
completamento degli interventi previsti dal
Piano.
Sono collocabili in una fase a se stante gli in-
terventi, la cui realizzazione prevede il coinvol-
gimento diretto di altri Enti: realizzazione del
corridoio Est-Ovest tra i comuni di Seveso e
Cesano Maderno, della tratta B2 del Sistema
Pedemontano Lombardo ed opere connesse,
ecc..