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Bibliotheca Archaeologica
Collana di archeologia
diretta da Giuliano Volpe

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ArcheologiA dei luoghi


e delle prAtiche di culto
Atti del convegno (cavallino, 26-27 gennaio 2012)
a cura di liliana giardino e gianluca tagliamonte

e s t r a t t o

Bari 2013

4. Mito e tragedia: ceramica Figurata e comunicazione


1. Lo scavoverbale nella Puglia centrale e settentrionale

IL SANTUARIO DI APOLLO AD ERETRIA.


OSSERVAZIONI SULLA DOCUMENTAZIONE EPIGRAFICA
DI ET GEOMETRICA
di Giovanni Boffa

1. Eretria, il Daphnephoreon e la scrittura


La documentazione epigrafica di et geometrica
rinvenuta nellarea del santuario di Apollo Daphnephros a Eretria 1 presenta caratteristiche eccezionali
che riguardano la cronologia, la tipologia dei testi e
quella dei supporti, ma anche la loro distribuzione allinterno sia del santuario sia del pi generale contesto dellinsediamento eretriese. Eretria e larea del
Daphnephoreon sono, per pi di un motivo, elementi
eccezionali nellambito del coevo panorama greco e
rappresentano un contesto di particolare rilevanza
tanto in relazione allo studio dei documenti epigrafici al loro interno rinvenuti, quanto in funzione dello
studio delle pi antiche fasi della scrittura alfabetica
greca. La nascita della citt euboica, infatti, si colloca nello stesso arco cronologico, che va dalla fine
del IX agli inizi dellVIII sec. a.C., nel quale probabile che vada collocata quella dellalfabeto greco 2;
fin dagli esordi essa mostra intensi legami con il Vicino Oriente e con quelle realt culturali, i Fenici e gli
Aramei in particolare, che sono state in passato indicate come la fonte dispirazione per la genesi dellalfabeto 3.
Il complesso di strutture noto come Daphnephoreon ha un ruolo di primo piano e costituisce uno
degli elementi chiave per la comprensione della storia
pi antica di Eretria. Allinterno dellVIII sec. a.C. la
ricerca ha potuto riconoscere due fasi nella sua vita,
che occupano rispettivamente la prima e la seconda
met del secolo. Siamo sicuri che nellarco della seconda le strutture in questione avessero funzione religiosa, testimoniata sia dalla generale opera di riassetto
dellarea, avviata intorno al 750 a.C., che vide la costruzione del primo hekatmpedon, sia dallapparizione, a partire dalla stessa data, di materiali votivi 4.
Altrettanto non possiamo affermare, invece, allo stato
attuale, per la prima fase. Lidea che anche durante
1
La documentazione stata pubblicata in Kenzelmann Pfyffer,
Theurillat, Verdan 2005.
2
Per una sintesi chiara e puntuale sul tema vedi De Hoz 2005.
3
Oltre al citato studio di J. De Hoz vedi Guarducci 1967, pp.
60-73; Segert 1978; Boffa 1997; Aspesi 1999.
4
Una utile sintesi sullargomento in Blandin 2007, pp. 162-170.

tale lasso di tempo larea fosse un santuario 5 stata,


com noto, messa in crisi da A. Mazarakis Ainian il
quale, reinterpretando levidenza archeologica pertinente, ha suggerito che larea sia nata come luogo di
residenza della lite eretriese del periodo. Tale lite,
sintetizzo in maniera estrema, avrebbe continuato a
risiedere nellarea anche dopo linizio della costruzione dellhekatmpedon e fino alla morte del personaggio che al suo interno godeva del maggior
prestigio (la cui casa era nelle immediate vicinanze
delledificio sacro e fu accuratamente conservata).
Progressivamente, secondo Mazarakis, nel corso della
seconda met dellVIII sec. larea sarebbe in toto divenuta la residenza della divinit principale della neonata plis, secondo il processo definito da Mazarakis
from rulers dwellings to temple 6.
Sullargomento intervenuto, in tempi molto recenti, anche S. Verdan, nellambito di uno studio monografico sul Daphnephoreon. Lo studioso ha
proposto una nuova lettura dellevidenza archeologica, divenuta pi ricca, che media fra le due soluzioni
sopra esposte e prefigura la compresenza nellarea, fin
dallinizio, di due settori distinti: uno sacro, che gravitata attorno ad un altare, e uno residenziale 7 (fig. 1).
Il tutto sicuramente costituiva uno dei cluster che davano forma e vita alla Eretria pi antica secondo una
modalit che i Greci definivano kat kmas (fig. 2).
Ogni nucleo avrebbe ospitato un gruppo elitario e
avrebbe avuto una propria necropoli di riferimento,
che nel caso che ci interessa, andrebbe individuata
nelle sepolture di Porta Ovest. Secondo Crielaard, che
ha messo a punto questa lettura, fra i cluster e le rispettive lites esisteva una gerarchia: quelli che abitavano larea del santuario erano di un livello
superiore rispetto a quelli che abitavano presso il mare
e a quelli che risiedevano, verosimilmente, ai piedi
dellacropoli (basileteroi rispetto a coloro che erano
solo basiles, per dirla in termini omerici) 8.

Brard 1971; Auberson 1974.


Mazarakis Ainian 1997, pp. 58-62. Cf. Lemos 2002, pp. 140146, Verdan 2007, pp. 346-347.
7
Verdan 2013, capitolo VIII (non vidi).
8
Crielaard 2007.
6

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Giovanni Boffa

Fig. 1. - Eretria. Il santuario di Apollo Daphnephros. Edifici della


prima (1) e seconda (2) met dellVIII sec. a.C.

2. Quantit e qualit nella documentazione epigrafica del santuario eretriese


Il quadro complessivo delle iscrizioni del Daphnephoreon mostra differenti quanto interessanti risvolti sul piano della distribuzione sia cronologica sia
tipologica. Dallarea del santuario provengono 66
iscrizioni greche dellVIII sec. a.C. I contesti di rinvenimento consentono di assegnare con sicurezza 5
documenti alla prima fase del complesso, dunque alla
prima met del secolo, e 47 alla seconda fase, che cor-

risponde alla sua seconda met. I restanti 14, invece,


provengono da contesti non chiari o addirittura sconosciuti e, pertanto, possono essere inquadrati nel
corso dellVIII sec. a.C. senza poter essere pi precisi 9. La distribuzione delle iscrizioni nei contesti
identificabili pu essere cos sintetizzata: 28 documenti vengono da fosse, 13 dagli spazi esterni agli
edifici, 7 dallinterno degli edifici.
Dalla quantit passiamo alla qualit. I documenti
nei quali possibile riconoscere un testo (vale a dire
quelli costituiti da sequenze di almeno due lettere sicuramente riconoscibili) sono 21. Di essi 2 risalgono
alla prima met del secolo VIII a.C. Si tratta delliscrizione ][, che in lingua ed alfabeto greci (tav.
IV.1), e delliscrizione letta KPL dagli editori, la cui
scrittura stata identificata come genericamente semitica 10 e la cui comprensione incontra, per, gravi
ostacoli, come illustrer meglio pi avanti (tav. IV.2).
Quattordici degli altri diciannove testi, tutti redatti in
lingua e scrittura greci, si inquadrano con sicurezza
nella seconda met del suddetto secolo. Fra essi sono
riconoscibili due formule di possesso con il nome del
proprietario del vaso al genitivo: ] su piccolo
vaso aperto (tav. IV.3), [ su piccolo vaso
chiuso; una presumibile dedica ][ su vaso grezzo;
un testo, lunico non frammentario, di non semplice interpretazione ( , su fusaiola). I rimanenti cinque
testi provengono da contesti sconosciuti o disturbati e
rientrano, pertanto, fra i documenti non meglio inquadrabili nellambito dellVIII sec. a.C. In uno di essi
riconoscibile piuttosto chiaramente una formula dedicatoria, ]h[ (fig. 3); in un altro ][ forse
possibile vedere, secondo gli editori, una iscrizione di
possesso 11; un altro ancora, sicuramente fra i pi importanti, un alfabetario, purtroppo frammentario
(tav. IV.4). La documentazione fa registrare anche la
presenza di tre lettere singole dellalfabeto: due epsilon e una ypsilon, inquadrabili nella seconda met
dellVIII sec. a.C. Dal Daphnephoreon viene anche
un eccezionale documento in scrittura e lingua aramaiche: il notissimo paraocchi bronzeo con liscri-

Va segnalato che quattro iscrizioni prive di contesto (nn. 11,


49, 50, 53) sono state assegnate dagli editori al Geometrico
Recente (vedi la tabella riassuntiva alle pp. 77 e 78) senza,
tuttavia, specificare i motivi della decisione.
10
Kenzelmann Pfyffer, Theurillat, Verdan 2005, p. 76, n. 66.
11
Kenzelmann Pfyffer, Theurillat, Verdan 2005, p. 71, n. 45.

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Il santuario di Apollo ad Eretria. Osservazioni sulla documentazione epigrafica di et geometrica

Fig. 2. - Eretria nella seconda met dellVIII sec. a.C.

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3. Lalfabeto eretriese di et
geometrica
Fig. 3. - Eretria. Frammento di tazza monocroma con iscrizione votiva (VIII sec. a.C).

La documentazione epigrafica rinvenuta a Eretria


consente di ricostruire in maniera dettagliata e quasi completa lalfabeto usato nella
citt euboica nel corso
dellVIII sec. a.C. (tav. V). I
pochi vuoti documentari possono essere efficacemente
integrati con le informazioni
restituite dalla documentazione di Methone, apoika
che sappiamo essere di maFig. 4. - Eretria. Paraocchi bronzeo di produzione nord-siriana con iscrizione aramaica (ultimo
trice esclusivamente eretriequarto del IX sec. a.C.).
se 13. Si tratta com noto di
zione del re Hazal di Damasco (fig. 4), attivo nelun alfabeto del tipo occidentale rosso 14, con il segno
lultimo quarto del IX sec. a.C. 12. Il documento pur con valore di /csi/, per /phi/ e per /chi/. Sono
troppo privo di contesto di rinvenimento. Si contano,
da notare lalfa con uno dei tratti lunghi leggermente
inoltre, 22 segni sicuramente non alfabetici, anchessi
curvo e il gamma a tendina, con i due tratti della
cronologicamente pertinenti alla seconda fase, e infine
stessa misura e il vertice in alto. Importante, poi,
13 segni la cui natura incerta (lettere dellalfabeto
la precoce apparizione del delta arcuato, che coesigreco o segni non alfabetici), 11 di analoga datazione
ste con quello di forma triangolare (che comunque
e 2 collocabili nellarco della prima fase. Si tratta in
presenta sempre almeno uno dei tratti leggermente
prevalenza di cinque forme: il ramo, il pentagramma,
curvo).
la stella, la croce, tratti paralleli. Sedici segni, comNon pi possibile pensare, dunque, come fatto
preso il pi antico, appaiono su vasi di produzione loin passato su una base documentaria meno ampia,
cale; solo 6 sono su vasi di produzione non euboica.
che tale tipo di delta sia stato una caratteristica pretLultima notazione riguarda i supporti delle iscritamente calcidese 15. Sono da rimarcare anche il dizioni. Si registra una netta prevalenza dei vasi per bere
gamma; lo heta chiuso; il kappa con i tratti corti in(43 tazze o skphoi), in maggioranza non decorati e
nestati in punti differenti; luso dellomicron con il
coperti di vernice monocroma; 4 iscrizioni sono su
punto al centro, che ricorre accanto a quello norvasi per versare (brocche e oinochai); 14 appaiono su
male; luso del coppa; il pi ad uncino, che coesiste
anfora.
con le forme a tre tratti della stessa lettera; limpiego
contemporaneo di due tipi di rho, luno angolare

12
Charbonnet 1986; Amadasi Guzzo 1987a, pp. 17-21; Bisi
1991; Camassa 2006; Fales 2006. Sulla figura di Hazal vedi
Lemaire 1991a; Galil 2007.
13
Da Mende nota una sola iscrizione di et geometrica, pi
precisamente della fine dellVIII sec. a.C., su unanfora
tardogeometrica rinvenuta nelleschra delledificio del
santuario di Poseidi, con ductus retrogrado e recante il possessivo
(Supplementum Epigraphicum Graecum XLVI, 769a). La
citt della Pallene definita da Tucidide (Th.
IV 123). Per unampia e accurata disamina dellidentit eretriese
di Mende, anche in considerazione dei dati archeologici, vedi
Leone 2011, pp. 52-77. Methone, invece, luogo di recenti ed

eccezionali scoperte epigrafiche, cronologicamente collocabili fra


la fine dellVIII e gli inizi del VII sec. a.C. (Bessios, Tzifopoulos,
Kotsonas 2012). Secondo una nota e molto discussa notizia di
Plutarco, che le indagini archeologiche (e le conseguenti scoperte
epigrafiche) sul sito paiono confermare pienamente, la citt
sarebbe stata fondata dai profughi eretriesi provenienti
dallinsediamento euboico di Corcira, scacciati dallisola ionica
dal corinzio Chersicrate (Plut., Quaest. Gr. 11, 293a-b)
verosimilmente verso il 733 a.C. Sullargomento v. Salmon 1984,
p. 62.
14
Guarducci 1967, pp. 80-82.
15
Guarducci 1967, p. 216, nt. 1.

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Il santuario di Apollo ad Eretria. Osservazioni sulla documentazione epigrafica di et geometrica

Fig. 5. - Pitecusa. Frammento di cratere con la firma dellartista. (ultimo quarto dellVIII sec. a.C.).

Fig. 6. - Cuma. Arballos protocorinzio con iscrizione di possesso (secondo quarto del VII sec. a.C.).

laltro tondeggiante; infine due tipi coevi di sigma,


a tre e a quattro tratti (con lapparizione anche di
forme ipercaratterizzate, che presentano un numero
di tratti superiore).
Questo insieme del tutto simile a ci che conosciamo dellalfabeto in uso a Lefkandi, il prestigioso
centro euboico di et geometrica che verosimilmente
diede origine a Eretria 16, e allalfabeto di Pitecusa, fondazione calcidese ed eretriese. Questultimo si distingue unicamente per lapparizione precoce del mi a
quattro tratti, che compare gi nella nota firma dartista su anfora 17 (fig. 5). Da Cuma, mi sembra oppor16

Su questo argomento v. Walker 2004, pp. 72-88.


Buchner, Bartonek 1995, p. 177, n. 43: ].
18
Buchner, Bartonek 1995, p. 199, n. C1:
h / .
19
Eubens et trusques usent, au moment de la transmission
17

tuno ricordarlo, viene lunica attestazione conosciuta


in ambito euboico delluso del digrafo per il nesso
consonantico /ps/ 18 (fig. 6). Il confronto di maggior interesse , per, quello con lalfabetario graffito sulla
tavoletta scrittoria eburnea di Marsiliana (fig. 7). Questo straordinario documento, probabilmente funzionale
allinsegnamento e allapprendimento tanto dellalfabeto greco quanto di quello etrusco 19, ha una evidente
impronta euboica, sebbene sembri possedere alcuni caratteri riconducili e differenti tradizioni scrittorie, beotica (lo heta chiuso con due tratti interni paralleli) e
corinzia (il san) in particolare 20.

de lcriture des uns aux autres, dun abcdaire commun: mme


rpertoire de signes, rangs dans le mme ordre (Lejeune 1983,
p. 1).
20
Sullargomento v. Colonna 1970, pp. 665-672; Pandolfini,
Prosdocimi 1990, pp. 195-203.

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Giovanni Boffa

lonna a un influsso culturale


corinzio presente nellambiente euboico coloniale e, attraverso questultimo, anche
nel processo di formazione
della scrittura etrusca 24. Mi
sembra davvero difficile, per
non dire impossibile, sulla
base di tale evidenza poter sostenere, come stato proposto
da Ghinatti, che lalfabetario
di Marsiliana sia blu e non
possa quindi derivare dalla
Magna Grecia o da Cuma,
perch sono tutte e due
Fig. 7. - Marsiliana dAlbegna. Tavoletta eburnea con alfabetario (secondo quarto del VII sec. a.C.).
rosse 25. Lautore crede a una
fonte asiatica per la scrittura
Il legame pi evidente e importante fra lalfabeto
etrusca facendo leva sulla nota e tanto discussa tradieretriese e la sequenza alfabetica di Marsiliana dato
zione erodotea sulla origine lidia dei Tirreni 26.
dalla presenza, in entrambi, del samek a finestrella, che
Non possibile istituire, purtroppo, un confronto
in ambito greco attestato, almeno per ora, solo a Erefra lepigrafia pi antica di Eretria e quella di Calcide
tria, nel gi menzionato alfabetario risalente alla segiacch n la citt sullEuripo n le fondazioni di
conda met dellVIII sec. a.C., del quale purtroppo soesclusiva matrice calcidese hanno finora restituito dopravvivono solo tre lettere (tav. IV.4): il samek appunto,
cumentazione epigrafica anteriore al momento finale
omicron e il pi a uncino 21. Il samek a finestrella, una letdel VI sec. a.C. 27.
tera cosiddetta morta, ci conduce ad una fase di elaborazione dellalfabeto euboico-eretriese molto antica,
nella quale ancora le lettere non in uso nella prassi
4. Qualche spunto di riflessione
scrittoria erano comunque annoverate nella sequenza
alfabetica e, dunque presenti in quello che M. PanLe riflessioni che vorrei esporre in relazione al
dolfini e A. Prosdocimi hanno definito come corpus
ricco quadro sopra delineato sono inquadrabili in due
dottrinale, linsieme di segni e regole di una scritaree tematiche, fortemente interrelate: il rapporto fra
tura 22. La forma della lettera stata spiegata da Prola scrittura, il santuario di Apollo e la citt; la genesi
sdocimi, in maniera forse non del tutto convincente,
dellalfabeto greco.
come il risultato dellestrapolazione del segno da una
I documenti epigrafici non sono in grado di forgriglia di linee guida per la scrittura, il che avrebbe denire elementi utili alla discussione sulla natura e
terminato la presenza dei due tratti verticali esterni che
sulla funzione dellarea del Daphnephoreon durante
ne chiudono la forma 23. Lincompletezza dellalfabela prima met dellVIII sec. a.C. Delle due iscrizioni
tario eretriese non consente, purtroppo, di dirimere la
sicuramente sacre, che sono verosimilmente delle
questione relativa alla citata presenza del san nellaldediche, luna si colloca senzaltro nel Geometrico
fabetario di Marsiliana, che stata ricondotta da CoRecente e laltra proviene da un contesto distur-

21
Sullargomento Wachter 2005. Il samek a finestrella
presente in tutti gli alfabetari etruschi di et arcaica (Pandolfini,
Prosdocimi 1990, pp. 195-203).
22
Pandolfini, Prosdocimi 1990, pp. 188-194.
23
Pandolfini, Prosdocimi 1990, p. 206.
24
Colonna 1970, pp. 665-672.

25

48.

Ghinatti 2008, p. 297. V. anche Ghinatti 2004-2005, pp. 44-

26
Hdt. I, 94. Per una panoramica ampia e aggiornata sul tema
dellorigine degli Etruschi v. Bellelli 2012.
27
La pi antica iscrizione proveniente da Calcide risale alla
fine del VI sec. a.C. (Guarducci 1967, p. 224, n. 3).

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Il santuario di Apollo ad Eretria. Osservazioni sulla documentazione epigrafica di et geometrica

bato 28. Troppo problematica, purtroppo, risulta la


lettura delliscrizione ][, che, come detto,
lunico documento greco della prima met dellVIII
sec. a.C. Il testo inciso sulla faccia interna di un
frammento danfora, il che, come opportunamente
notato, lascia supporre che sia stato redatto solo
dopo la rottura del vaso. Gli editori suggeriscono la
possibilit di leggere , in ossequio al meccanismo della scrittura abbreviata teorizzato da R. Wachter 29. Lidea , almeno per ora, indimostrabile.
Forse ancor pi suggestiva lipotesi, pure considerata da Kenzelmann Pfyffer, Theurillat e Verdan, che
la prima lettera non sia un theta ma il samek a finestrella e che, dunque, si sia di fronte a un altro frammento di alfabetario, pi antico. Anche in tal caso la
sequenza seguirebbe un andamento retrogrado e non
pu costituire un ostacolo a tale idea lassenza delluncino nella terza lettera, il pi, dal momento che
esso manca anche nellanaloga lettera appartenente
allalfabetario (che sicuramente tale) pi recente.
La soluzione sfavorita soltanto dalla forma curva
dei tratti verticali che costituiscono la lettera (gli altri
due sono rettilinei), ma non mi pare si tratti di un elemento decisivo.
La documentazione epigrafica del Daphnephoreon
si presenta come eccezionale, in termini quantitativi,
allinterno del contesto cittadino, poich dalle altre
zone di Eretria provengono solo 6 iscrizioni, tutte risalenti alla seconda met dellVIII sec. a.C.: 1 dallarea della porta ovest e 5 dal quartiere presso il
mare 30. Interpretare questo dato non cosa semplice,
dato anche il carattere frammentario dellesiguo numero di testi disponibili. Non vi sono elementi, a mio
avviso, che permettano di pensare al santuario come
un centro di produzione scrittoria. La concentrazione
di documenti al suo interno va ricondotta, almeno
per ora, esclusivamente alle pratiche votive, immaginando, com stato suggerito, che la presenza della

scrittura possa essere stata, in molti casi, un elemento in grado di nobilitare un vasellame non particolarmente pregiato, ai fini dellofferta alla
divinit 31.
La prevalenza di tazze e skphoi fra i supporti,
vale a dire di vasi presumibilmente personali, indicativa di una dimensione prevalentemente privata,
intima dellutilizzo della scrittura, che evidente
nelle iscrizioni di possesso ma che potrebbe verosimilmente essere collegata anche alle singole lettere
spesso presenti su tali manufatti, che pure potrebbero essere interpretate come elemento distintivo del
possessore. Si tratta, inoltre, di vasi per il consumo
di bevande, ai quali vanno affiancati i quattro esemplari iscritti che non attengono al bere ma al versare.
Difficile dire se e in che direzione questo elemento
sia significativo in relazione alluso della scrittura.
Ci che manca per poter prefigurare un collegamento fra le due cose, con riferimento in particolare
al simposio, la presenza di iscrizioni in versi, che
nei casi noti per lVIII sec. a.C. (la coppa di Nestore
e loinoche del Dipylon 32), stata appunto invocata come elemento probante 33.
Un altro dato di rilievo attiene alla distribuzione
cronologica dei rinvenimenti epigrafici e, pi precisamente, alla marcata differenza quantitativa fra le attestazioni che si collocano nella prima met dellVIII
sec. a.C., come detto solo 5, e quelle pertinenti la seconda met dello stesso secolo, che sono 47. La sproporzione rimarrebbe tale anche se si potessero
assegnare al primo periodo le 16 iscrizioni provenienti da contesti non precisamente collocabili allinterno del secolo. La cosa non riguarda solo Eretria
bens, pi in generale, lintero mondo greco. Le iscrizioni risalenti alla prima met del VIII sec. a.C., infatti, sono, oltre a quelle di Eretria, solo 2 e hanno
provenienza o matrice euboica 34: quella laziale di
Osteria dellOsa e un documento purtroppo fram-

Va notato, tuttavia, che la direzione ortograda di questultima


sembrerebbe suggerire una cronologia posteriore rispetto alla
prima, che ha andamento retrogrado.
29
Kenzelmann Pfyffer, Theurillat, Verdan 2005, p. 75 n. 64.
Cfr. Wachter 1991.
30
Lelenco in Kenzelmann Pfyffer, Theurillat, Verdan 2005,
pp. 80-81.
31
Verdan, Kenzelmann Pfyffer, Theurillat 2012, p. 180.
32
Sulliscrizione pitecusana vedi Buchner, Bartonk 1995, pp.
146-154, n. 1; per quella ateniese Guarducci 1967, pp. 135-136.
33
Powell 1988; Powell 1991a; Murray 1994; Wecowski 2002.

34
Sulliscrizione da Osteria dellOsa v. da ultimo Guzzo
2011. La frammentaria iscrizione di Lefkandi, composta da due
lettere, pubblicata in Popham, Sackett, Themelis 1980, p. 90,
n. 102 (che leggono [---] oppure [---] ). La datazione
del 775 a.C., certo non sicura, sarebbe stata formulata nel corso
di una conferenza da L. Jeffery e ribadita, in una conversazione
privata con B. Powell, da M. Popham (v. Powell 1991b, p. 23, n.
1). Questultimo, in realt, gi nelledizione del primo volume
su Lefkandi (Popham, Sackett, Themelis 1980, pp. 89, 93) aveva
incluso il reperto fra quelli precedenti al TG, ritenendolo
presumibilmente inquadrabile nellambito del SPG III, che
corrisponderebbe alla fine del IX sec. a.C. Il vaso, tuttavia,

28

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una datazione molto pi antica del periodo fine IXinizi dellVIII sec. a.C. per la genesi dellalfabeto 36,
prospettando, in tal modo, un vuoto documentario la
cui ampiezza non , in realt, convincentemente giustificabile 37.
Eretria un candidato ideale come luogo (o come
uno dei luoghi, se si aderisce allipotesi poligenetica 38) nel quale fu messo a punto tale sistema di scrittura, in virt di tre considerazioni 39:

Fig. 8 - Lefkandi. Frammento di vaso geometrico con iscrizione.


8primo quarto dellVIII sec. a.C. circa).

mentario da Lefkandi, che verosimilmente risale al


775 a.C. circa e, pertanto, costituisce la pi antica attestazione dellalfabeto in Grecia (fig. 8). La prima
met dellVIII sec. a.C. , dunque, il periodo nel quale
la visibilit archeologica dellalfabeto greco trova il
suo limite e ci non pu che indicare lessere vicini al
momento iniziale della sua storia. Mi pare difficile
pensare che, sia nel corso di tale periodo sia anteriormente ad esso i Greci abbiano scritto usando prevalentemente supporti deperibili 35, e mi sembra difficile
da sostenere, dunque, qualunque ipotesi che proponga

sarebbe dimportazione, il che non rende sicura la pertinenza


delliscrizione alla tradizione scrittoria locale. Allinterno dello
stesso periodo si inquadra la presenza di segni che
sembrerebbero non alfabetici. V. anche Buchner, Bartonk 1995,
p. 195, n. B8.
35
V. ad es. Myres 1942, 110; Millard 1991, pp. 113-114.
36
In tale direzione le proposte sono state numerose e
provenienti soprattutto da studiosi di epigrafia semitica. Fra le pi
notevoli figurano quelle di Naveh, il 1050 a.C. circa (Naveh 1997,
p. 178), e di Bernal, il 1400 a.C. (Bernal 1987). Sulle varie ragioni
che supportano solidamente la datazione fra IX e VIII sec. a.C.
dellalfabeto greco vedi Amadasi Guzzo 1991, p. 307; Sherratt
2003.
37
Su questo punto sono fondamentali le osservazioni in
Amadasi Guzzo 1991.
38
Mi sia consentito citare, a tal proposito, le considerazioni in
Boffa 1997.
39
LEubea stata in pi di una occasione indicata come il

1) dalla citt euboica vengono alcune delle poche


iscrizioni pertinenti alla prima met dellVIII sec.
a.C.;
2) Eretria legata a filo doppia allorizzonte culturale
vicino-orientale, come accuratamente illustrato in
pi occasioni 40;
3) il Daphnephoreon ha restituito, come detto, significative testimonianze epigrafiche di matrice vicino-orientale: liscrizione di Hazal, lepigrafe
KPL ma anche singoli segni quali il pentagramma, la croce e il ramo, che hanno origine fenicia 41.
Lefkandi, la citt che, come detto, probabilmente
fond Eretria, un candidato ugualmente appetibile, dal momento che ha restituito documenti epigrafici antichi quanto quelli eretriesi, ebbe anchessa
intensi rapporti con il Vicino Oriente e fu interessata,
nellarco del IX sec. a.C. dalla presenza di elementi
allogeni di origine vicino-orientale, verosimilmente
artigiani abili nella lavorazione dei metalli preziosi 42.
contesto pi probabile per la nascita dellalfabeto. V. ad esempio
Marek 1993; Mavrojannis 2007.
40
In proposito ancora valido il quadro tracciato in Huber
1998.
41
Tali segni compaiono tutti insieme sulla superficie di una
anfora da trasporto rinvenuta a Milazzo, di fabbricazione grecoorientale, risalente al VII sec. a.C., unitamente alla lettera fenicia
het nella forma chiusa, tracciati dalla stesa mano. Su questa
testimonianza vedi Amadasi Guzzo 1987a, p. 21.
42
Lipotesi si basa sullimpiego, archeologicamente documentato, di tecniche di lavorazione particolarmente complesse
dei metalli preziosi, soprattutto la granulazione, di sicura
ascendenza orientale e la cui esecuzione, a un livello elevato, va
necessariamente collegata a specialisti orientali operanti in loco
(Coldstream 1968, pp. 52, 63, 226; Popham 1994, p. 17; Bisi
1987). La lavorazione dei metalli preziosi una attivit presente
anche a Eretria, proprio allinterno del Daphnephoreon, tuttavia
non sembra possibile immaginare, in tale contesto, la presenza di
artigiani orientali. V. in proposito Themelis 1983.

38
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Il santuario di Apollo ad Eretria. Osservazioni sulla documentazione epigrafica di et geometrica

Sulle seconda delle due testimonianze epigrafiche


semitiche appena citate vorrei muovere qualche osservazione. facile riconoscere, come detto, la sequenza KPL, le cui caratteristiche paleografiche si
accordano con una datazione compresa fra i secoli IX
e VIII a.C., confermando il dato archeologico 43; molto
meno agevole , invece, comprenderne il significato.
Come osservato dagli editori, la parola, apparentemente affine alliscrizione aramaica pitecusana
KPLN 44, non sembra in realt avere significato nelle
lingue semitiche. possibile, allora, pensare che si sia
di fronte a un termine appartenente ad una lingua di
famiglia differente e tuttavia scritto usando il sistema
fenicio. Due sono le ipotesi prospettate in tale direzione da Kenzelmann Pfyffer, Theurillat e Verdan: un
nome luvio o una parola greca 45.
La prima soluzione si basa sullassonanza tra la sequenza eretriese e i nomi luvi, come KL (Kulas),
LB (Labas), MWNN (Muwananas), attestati in una
serie di documenti epigrafici provenienti dai regni
luvii della Cilicia e redatti in lingua e scrittura fenicia
fra la fine dellVIII sec. a.C. e gli inizi del VII. In alcuni casi la versione fenicia affiancata da un testo
in geroglifico luvio. Secondo Kenzelmann Pfyffer,
Theurillat e Verdan liscrizione eretriese potrebbe essere stata tracciata da un commerciante luvio di passaggio, il che richiama lipotesi, messa ben a fuoco da
A. Lemaire, del canale terrestre e anatolico per la trasmissione al mondo indo-europeo della scrittura fenicia 46. Purtroppo, per, un nome KPL non risulta
per il momento attestato, dunque lipotesi non pu oltrepassare i limiti della suggestione, almeno per ora.

Ben pi interessante , a mio modo di vedere, la


seconda soluzione, contestualmente alla quale i tre
studiosi hanno suggerito la possibile lettura del nome
, attestato per esempio a Tebe nellambito
del V sec. a.C. 47, oppure del sostantivo , che
indica, solitamente, il commerciante al dettaglio. Tale
ipotesi implica lidea dellesistenza, nelladattamento
della scrittura fenicia alla lingua greca, di una fase di
sperimentazione nella quale luso dei segni vocalici
non era stato messo ancora a punto. In passato questa
possibilit stata fortemente criticata da alcuni, Powell in particolare, il quale ha motivato la sua osservazione ricorrendo allesempio fittizio della scrittura
del primo verso dellIliade con il sistema fenicio, vale
a dire senza luso dei segni per le vocali, ponendo cos
in evidenza lincomprensibilit del testo risultante 48.
Tuttavia, come ben argomentato qualche tempo fa
da B. S. J. Isserlin, a un livello meno complesso di
espressione, ad esempio quello attinente alla scrittura
di un nome proprio come segno distintivo di propriet,
loperazione risulta molto meno problematica e, dunque, molto pi plausibile 49. senzaltro il caso di ricordare, a tal proposito, che la scrittura con il sistema
fenicio di nomi greci un fenomeno epigraficamente
attestato 50. Fra esempi come PRSY per ,
KLKY per e MTKYN per spicca la
ricorrenza di MP nella famosa iscrizione bilingue ittito-fenicia di Karatepe, risalente allVIII sec. a.C.,
che potrebbe corrispondere al greco 51. Non
pu sfuggire, in relazione a questultimo caso, il fatto
che Karatepe, che nellVIII sec. era la fortezza del re
ittita Azitawadda 52, sia in Cilicia, il che riconduce al-

Theurillat 2007, p. 334.


44
Che significa, come esposto da G. Garbini (1978, 43)
doppio. Di parere differente Teixidor 1979, p. 387, n. 137, per il
quale la scrittura fenicia, per via del lamed, e la prima e lultima
lettera sarebbero un waw e un beth.
45
Kenzelman Pfyffer, Theurillat, Verdan 2005, pp. 76-77;
Theurillat 2007, pp. 334-335.
46
Lemaire 1991b, p. 145. Si tratta di uno studio ancora fondamentale sullevidenza documentaria fenicio-luvia, al quale gli
editori delle testimonianze eretriesi fanno riferimento. Il tema del
ruolo dellAsia Minore quale ponte fra Vicino Oriente e Grecia
stato in pi di una occasione esplorato (v. ad esempio Rllig
1992). A questo tema collegato quello delleventuale rapporto di
filiazione fra lalfabeto greco e quello frigio, recentemente tornato
in auge grazie a nuovi rinvenimenti epigrafici (Brixhe, Lejeune
1984; Brixhe 2002; Brixhe 2004a; Brixhe 2004b; Brixhe-Tfeki
Sivas 2009).
47
Fraser, Matthews 2000, s.v. , n. 225.

48
Powell 1991a, p. 358; Carpenter 1938, p. 67; Wachter 1989,
pp. 73-74.
49
Isserlin 1991, pp. 289-290.
50
Si deve a M. G. Amadasi Guzzo e C. Bonnet (Amadasi
Guzzo, Bonnet 1991) un accurato elenco delle ricorrenze di nomi
greci nella documentazione epigrafica fenicia e punica scritti
usando la corrispondente scrittura (lo studio focalizzato su un
piccolo gruppo di iscrizioni bilingui, fenicio-greche, databili fra
IV e II sec. a.C.).
51
Bron 1979, pp. 172-176; Amadasi Guzzo, Bonnet 1991, p.
10. Difficile dire se il nome faccia riferimento al Mopso mitico o
a un individuo comune. La testimonianza , in realt, complessa.
La versione fenicia trascrive, infatti, la corrispondente parola ittita,
Muksasa, aggettivo genitivale, ispirandosi tuttavia al greco, come
dimostra limpiego della labiale. Il nome ricorre anche nella
bilingue luvio-fenicia di ineky, nella forma al genitivo Muksas,
ugualmente reso in fenicio attraverso il filtro greco. Su questi
aspetti vedi il punto in Liebhart, Brixhe 2009, pp. 147-149.
52
Naveh 1997, p. 18.

43

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Giovanni Boffa

luso della scrittura fenicia in ambiente anatolico 53.


Alla luce di queste osservazioni, in ogni caso, lipotesi
della scrittura in fenicio di una parola greca, pare,
credo, senzaltro praticabile. Ma quale? Tanto il nome
Kpillos quanto il termine kpelos risultano verosimili. Il secondo, tuttavia, costituirebbe una lettura
davvero notevole perch rimanderebbe al commercio
e al suo contesto socio-culturale, che gi stato indicato come possibile fonte delle esigenze che portarono alla creazione dellalfabeto greco 54.
Largomento quanto mai complesso, dal momento che le nostre conoscenze su tale figura, sulle
sue competenze e sulla cronologia della sua presenza
nel mondo greco, sono ancora poco definite. Siamo
abituati a pensare al come al commerciante
al dettaglio, colui che opera prevalentemente allinterno dellagor e che idealmente si oppone all, colui che commercia muovendosi a lunga
distanza e in particolare sul mare, sulla scorta di numerose fonti letterarie, Erodoto in particolare, che, a
partire dal V sec. a.C., in tal modo ne qualificano la figura 55. Tuttavia anche vero che in un ristretto numero di testimonianze pressapoco coeve il kpelos
un equivalente dellmporos 56 e che solo a partire dal
IV sec. a.C. lopposizione con lmporos comincia a
consolidarsi 57. Sofocle in un curioso e breve frammento nomina la figura del qualificandolo come il fenicio abituato a comprare e
vendere 58. Lorizzonte cronologico pi antico nel
quale possiamo ragionevolmente supporre che il termine fosse in uso, questo un punto importante,
quello di Ipponatte, dunque il VI sec. a.C., dal momento che in uno dei frammenti del poeta compare,
infatti, il verbo , il cui significato associato alla vendita del vino 59. Nellepica omerica non

figurano riferimenti al o alla 60.


Non possediamo, in definitiva, elementi documentari
esterni in grado di sostanziare una lettura in tale direzione per liscrizione eretriese. Se essa davvero cogliesse nel segno, inoltre, e si fosse di fronte a una
testimonianza davvero unica e preziosa dellesistenza
del kpelos in un momento cos antico, si porrebbe,
comunque, il problema della definizione delle funzioni di tale figura, che ben difficilmente potrebbero
essere, nel contesto economico e sociale greco
dellVIII sec. a.C. quelle conosciute in et classica.
Una lettura per KPL, dunque, sebbene
molto suggestiva, suscita, allo stato attuale pi di
qualche perplessit, inducendo a preferire .
Naturalmente saremmo di fronte, nelluno e nellaltro caso, alla scrittura di un nominativo, il che induce
a scartare lipotesi di una iscrizione di possesso. Come
suggerito dagli editori, il documento viene a rappresentare il terminus post quem per luso dellalfabeto a
Eretria, che, in base alla cronologia del frammento,
va ricondotto al periodo compreso fra la fine del IX
sec. a.C. e gli inizi del secolo successivo 61. Percorribile, probabile oserei dire sulla base di quanto osservato in precendenza, lidea che tale conclusione
possa valere per lintero mondo greco.
La paleografia delliscrizione si accorda con la
cronologia indicata. Il kaph, infatti, si presenta nella
forma che viene a definirsi nella scrittura fenicia nellarco del IX sec. a.C. e che viene, come gi notato in
varie occasioni, recepita dallalfabeto greco 62. Da notare anche la forma a uncino con angolo stretto del
p, del tutto simile a quella attestata nelle iscrizioni
greche. In linea generale la grafia non quella tendenzialmente corsiveggiante, pi o meno ricca di linee
curve, che siamo abituati a osservare nelle iscrizioni

53
Come notato da P. Lvque (1991, pp. 737-738.) ce sont
donc Ciliciens qui crivent en phnicien, ce qui permet de
supposer que le phnicien est ici une langue de culture.
54
Su questa ipotesi v. Lombardo 1989.
55
Ad esempio Hdt. II 35.
56
Ad esempio Xen., Cyr. IV 5, 42; Pl., Lg. 918B; Isoc. II, 1. Si
veda lanalisi, ancora valida, in Finkelstein 1935.
57
Mller 2000, pp. 73-74.
58
Soph. fr. 909 Radt.
59
Hippon. fr. 79 West. Si tratta di un rapporto che ritroviamo
in Aristofane, per il quale lopposizione fra kpelos e mporos si
fonda sulla differenza di merci vendute: il vino nel caso del primo,
il grano per il secondo. Sui numerosi passi dellopera aristofanea
interessati vedi Knorringa 1926, pp. 46-58.

Knorringa 1926, p. 11.


Tale datazione suggerita dalla decorazione del frammento
(Kenzelmann Pfyffer, Theurillat, Verdan 2005, p. 76, nota 69;
Verdan, Kenzelmann Pfyffer, Theurillat 2012, p. 183). Ringrazio
S. Verdan per avermi gentilmente fornito una copia dellarticolo.
62
stato gi osservato (ad esempio Gelb 1963, pp. 180-181)
come questa corrispondenza costituisca uno degli ostacoli pi
rilevanti, sul piano paleografico, per le ipotesi che, come gi
ricordato, collocano la genesi di questultimo in periodi anche di
molto anteriori. Quanto e perch questo metodo sia improduttivo
stato ben chiarito da M. G. Amadasi Guzzo (Amadasi Guzzo
1991). Va, invece, considerato il problema nella sua relazione con
il pi ampio quadro storico e culturale, come dettagliatamente
suggerito da S. Sherratt (Sherratt 2003).
60
61

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Il santuario di Apollo ad Eretria. Osservazioni sulla documentazione epigrafica di et geometrica

semitiche solitamente chiamate al confronto con lalfabeto greco pi antico, che spesso sono quelle monumentali, come quella gi vista di Karatepe (ma la
cosa si osserva anche, per restare a Eretria, nelliscrizione di Hazal). Siamo in presenza, invece, di linee
dritte e di uno stile di scrittura differente. Ora, largomento, come spesso accade per le questioni paleografiche, tanto delicato quanto infido e non vi spazio
per trattarlo convenientemente in questa sede. Mi limito a ricordare che questa differenza di fondo fra la
grafia semitica e quella greca nellambito delle iscrizioni pertinenti allVIII sec. a.C. stata gi oggetto di
riflessione sia nellambito dellepigrafia greca sia in
quello degli studi semitici. Johnstone, ad esempio, ha
ricondotto il carattere pi lineare della grafia greca ad
una influenza dello stile geometrico sulla prassi scrittoria 63; Naveh, dal canto suo, nella costruzione di
unipotesi rialzista per lorigine dellalfabeto greco,
ha insistito sulla suddetta differenza rimarcando, allo
stesso tempo le similitudini fra laspetto delle lettere
greche pi antiche e quello dei segni della scrittura
proto-cananaica 64. Liscrizione eretriese con tutta evidenza introduce un elemento di riflessione potenzialmente importante anche nellambito di tale discussione.

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63
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Referenze fotografiche e grafiche


Universit del Salento, Dipartimento di Beni Culturali; giovanni.boffa@unisalento.it
La documentazione grafica tratta da Blandin 2007 (figg. 1 e 2), da Amadasi Guzzo 1987a (fig. 4) e da Powell 1991b (fig.
8). Le riproduzioni fotografiche provengono da Verdan, Kenzelmann Pfyffer, Theurillat 2012 (fig. 3 e tav. IV), da Arena
1994 (fig. 5, foto; fig. 6, rielaborata), da Guarducci 1975 (fig. 5, disegno) e da Pandolfini, Prosdocimi 1990 (fig. 7). La
tav. V unelaborazione dellAutore.
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Tavola IV - Giovanni Boffa

1. Eretria. Frammento danfora con parte di


iscrizione (prima met dellVIII sec. a.C.).

2. Eretria. Frammento di tazza decorata recante un testo in scrittura semitica (fine IX-inizi dellVIII sec. a.C.).

3. Eretria. Tazza monocroma con iscrizione di possesso (seconda met dellVIII sec. a.C.).

4. Eretria. Frammento di tazza monocroma con alfabetario parziale (seconda met dellVIII sec. a.C.).

Tavola V - Giovanni Boffa

Lalfabeto eretriese pi antico a confronto con altri alfabeti euboici. * La lettera incerta (v. Kenzelmann Pfyffer, Verdan, Theurillat
2005, p. 64 n. 3). ** Il digrafo compare a Cuma.

indice deL VOLUMe


Liliana Giardino, Gianluca Tagliamonte
Introduzione
I.
Mediterraneo
Isabella Caneva
Prima degli dei: riti di memoria e di appartenenza nelle comunit preistoriche del Vicino Oriente
Francesca Baffi
Il Tempio di Salomone: quale modello?
Giovanni Boffa
Il santuario di Apollo ad Eretria. Osservazioni sulla documentazione epigrafica di et geometrica
Paola Davoli
Il tempio di Soknopaios e Iside Nepherses a Soknopaiou Nesos/Dime (El-Fayyum)
Grazia Semeraro, Florinda Notarstefano
Integrated methodologies for the study of cultual contexts. Case studies from the Mediterranean area: Malta and
Hierapolis
Giuseppe Scardozzi
I santuari del territorio di Hierapolis di Frigia: nuovi dati dalle ricognizioni archeologiche
Valeria DErcole
Santuari di pellegrinaggio di epoca protobizantina lungo la c.d. Pilgrims road. Aspetti liturgici e percorsi dei pellegrini:
la testimonianza del Bos di Teodoro di Sykeon
II.
Italia meridionale e Sicilia
Gianluca Tagliamonte
Santuari e luoghi di culto preromani del territorio alifano
Tommaso Ismaelli
Pratiche votive e comunicazione rituale nel santuario del Predio Sola a Gela
III.
Salento
Giovanna Maggiulli
La deposizione di manufatti metallici nellambito di pratiche cultuali di tipo comunitario: la testimonianza dei ripostigli
dellet del Bronzo Finale di Roca (LE)
Mario Lombardo
Tombe, iscrizioni, sacerdoti e culti nei centri messapici: aspetti peculiari tra sincronia e diacronia
Liliana Giardino, Francesco Meo
Attestazioni di pratiche rituali di et arcaica nellabitato messapico di Muro Leccese (LE)
Jacopo De Grossi Mazzorin, Nicoletta Perrone
I resti animali da alcuni contesti cultuali di Muro Leccese (LE), loc. Cunella
Giovanni Mastronuzzi
Alcune osservazioni sulla cronologia del luogo di culto di Piazza Dante a Vaste (LE): contesti stratigrafici con monete
Maria Teresa Giannotta
Testimonianze cultuali dal territorio di Mesagne: localit Casino Guardiano
Katia Mannino
Nuovi dati per una messa a punto su Artemide a Brindisi
Tavole
Abstracts

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