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Corso di laurea in scienze dellarchitettura


anno accademico 2006/2007

Vittorio Gregotti
lezioni di teoria e tecnica
della progettazione architettonica

luned, dal 6 novembre al 18 dicembre 2006
cotonificio, auditorium ore 9


2 La costituzione della teoria del moderno
luned 13 novembre 2006

Sulla costituzione del progetto moderno e delle sue teorie la
storiografia si largamente esercitata con un esteso numero di
storie dellarchitettura e delle sue teorie del progetto. Alcune di
esse hanno vivacemente partecipato alla formazione stessa del
progetto moderno, altre poi alla sua analisi critica da diversi
punti di vista, altre ancora hanno descritto la sua evoluzione e
trasformazione nellultimo mezzo secolo, cio storia e teoria si
sono ancor pi sovrapposte.
Una larga discussione si inoltre sviluppata sulle date di
origine della modernit, una discussione che ha coinvolto molti
giudizi sulle condizioni per cos dire esterne alla sua formazione
disciplinare; condizioni politiche quali la rivoluzione francese,
economiche come la rivoluzione industriale e scientifico-
tecniche, nonch la trasformazione della citt e del territorio.
Dobbiamo quindi cominciare da una discussione sui motivi delle
scelte culturali dellarchitettura di fronte alla riflessione
teoretica dallIlluminismo sino alla crisi della ragione ed al
nihilismo nellarco di un secolo.
Se si accetta per il XIX secolo la divisione proposta da Eric
Hobsbawm nel periodo delle rivoluzioni (1789-1848) ed in
quello del capitalismo industriale della seconda met del XIX
secolo (un vocabolo dice Hobsbawm che si diffonde
globalmente intorno al 1860) le arti del primo periodo appaiono
assai pi vigorose e connesse allagire sociale che nel secondo,
nella loro tensione prima verso lesaltazione dei valori
repubblicani e della relazione ragione-progresso e poi, in
pittura, del naturalismo dei soggetti con il decadere di quelli
storici e del loro trattamento figurativo, considerando che
invece dopo il 48 dallimpressionismo a Czanne, si tratta di
movimenti importantissimi per le arti ma del tutto minoritari
nellopinione sociale.
Ma forse anche le ricerche in architettura ed arti applicate non
fanno eccezione, se si considera anche qui che il gusto dello
storicismo eclettico era del tutto maggioritario dopo la met del
secolo. La ricerca nelle arti procede anche qui attraverso
movimenti minoritari (dallAesthetic Movement allArts and
Crafts sino alle diverse forme di liberazione dagli stili della fine
del XIX secolo (Art Nouveau, Jugendstil, ecc.) in cui si pu
riconoscere uneffettiva rappresentazione della nuova
borghesia industriale. Fa invece eccezione la fotografia, che fu
progressivamente la vera arte nuova della seconda met del
secolo ed ovviamente la grande letteratura di tutto il XIX
secolo.
In particolare la riflessione sulle arti figurative e
sullarchitettura (sulle belle arti) si scinde decisamente in
settori diversi: lestetica, la critica, la poetica, le scienze
dellarte (come si riconosce nelle personalit soprattutto di
lingua tedesca), la storiografia. Tutti settori interconnessi ma
che elaborano ciascuno propri scopi e strumenti specifici a cui
le teorie dellarchitettura fanno riferimento ma in modo
indiretto.
In questo contesto il trattato come luogo unitario della teoria
del progetto entra in crisi. Come si visto alla met del XVIII
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secolo, la questione si era gi posta; ne sono la prova
linfluenza di scritti come il Rtablissement des arts et des
sciences di Rousseau del 1750 o la voce dell Encyclopdie
illuminista elaborata da Blondel o ancora lo scritto sullorigine
dellarchitettura di Marc Antoine Laugier (1753). Lo scritto
dellAlgarotti Sopra larchitettura anchesso del 1753. Da un
altro lato vi sono gli scritti dei teorici della fondazione del
neoclassicismo: Mengs nel 1755 a Roma con Winkelmann, che
nel 1764 scrive la Storia dellarte antica. Soprattutto bisogna
citare il Parere sullarchitettura di Piranesi del 1765 che si
presenta come uninterrogazione teorica intorno al
rinnovamento dellarchitettura tra le pi importanti. Il caso di
Piranesi del tutto speciale proprio per quanto riguarda le
forme della teoria: egli in qualche modo vuole sperimentare i
limiti del trattato come norma, come strumento didattico:
dimostrarne in qualche modo limpossibilit di fronte
allimmaginazione artistica.
I Principi di architettura civile del Milizia, invece, pubblicati
nel 1781 (preceduti da quelli del Lodoli, del Memmo e del
Temanza che sono scritti teorici intorno ai principi) si
presentano ancora come un vero trattato (anche se chi scrive
non un architetto) e pu essere considerato il parallelo
didattico al celebre gruppo dei tre testi dei cosiddetti architetti
della Rivoluzione (pi della rivoluzione architettonica che
politica): Boulle (Architettura: saggio sullarte del 1780),
Ledoux (larchitettura per rapporto allarte, ai costumi ed alla
legislazione 1804, che contiene 40 pag. di premessa teorica e
poi spiegazioni di progetti per 400 pag.) e (al di l dellattivit
pi eclettica e fantasiosa di Jean-Jacques Lequeu), quello di
Louis Dubut del 1803 sullarchitettura civile.
Negli Stati Uniti Thomas Jefferson (Universit della Virginia a
Ponticello, 1768) e Benjamin Latrobe alla fine del secolo
muovono decisamente verso il neoclassicismo come edilizia
colta contro quella coloniale.
Il neoclassicismo tra la met del XVIII secolo ed il primo
ventennio del XIX resta il movimento pi importante e diffuso
ma anche percorso da un insieme di spinte molto diverse.
Quella civile postrivoluzionaria, quella neopalladiana
antibarocca che guider le grandi operazioni di disegno urbano
in Inghilterra: dalla riforma di Bath al progetto della nuova
Edimburgo di John Craig (1765) sino alla costruzione di Regent
Park a Londra annlinizio del XIX secolo. Il linguaggio
neoclassico, poi, in quanto linguaggio razionale quello pi
largamente usato anche da chi progetta con i nuovi materiali
metallici (ghisa, ferro, acciaio) prodotti dallindustria. Esso
vissuto e teorizzato come un consapevole ritorno allantico ma
anche come razionalit tecnica del costruire in via di
progressiva scientifizzazione; Rykwert intitoler giustamente il
suo libro sul classicismo I primi moderni.
John Flaxman, grande disegnatore neoclassico, con il suo
lavoro per Wedgwood alla fine del XVIII secolo sar
considerato antesignano del disegno industriale. Nel 1790
Telford costruisce i suoi primi ponti. Gilly nel 1796 e Schinkel
(allievo di Gilly) comincer allinizio del nuovo secolo una
carriera di architetti neoclassico ufficiale. Tutto muove verso un
nuovo rigore di regole linguistiche. Ma nello stesso tempo
lidealismo tedesco affermava, insieme alla morte dellarte
hegeliana, la concezione romantica dellarte come autonoma
creativit soggettiva: espressa per nelle regole del gusto
neoclassico.

Allinizio del XIX secolo erano stati pubblicati in Francia due
testi decisivi per il nuovo modo di fissare in senso didattico
principi e teorie del progetto non pi con il trattato ma
riprendendo, riorganizzando e razionalizzando lantica
tradizione del manuale. Essi sono il compendio delle lezioni di
architettura di Jean Nicholas Louis Durand, allievo di Boulle
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del 1802 ed il Trattato teorico pratico del costruire di Jean
Baptiste Rondelet pubblicato nello stesso 1802. Il primo
affronta e codifica le nuove tipologie di interesse pubblico (la
scuola, lospedale, la banca, il macello) che prima la
Rivoluzione e poi Napoleone pongono a fondamento del
rinnovamento della citt; il secondo affronta il rinnovamento
nelle tecniche del costruire compreso luso ampio di ferro e
ghisa nelle strutture: cio, ancora una volta, lo stile classico in
quanto stile razionale. Insieme con lavvio della Ecole des Ponts
et des Chausses, essi ebbero uninfluenza grandissima sul
lavoro architettonico che si stava espandendo e stabilizzando in
senso professionale, ma sono anche un segnale significativo
dello spostamento dal luogo deputato della teoria.
Nella prima met del XIX secolo fa la sua comparsa anche una
tendenza neogotica che attraversa 3/4 del secolo. Essa
anticipata alla met del Settecento dalla costruzione di
Strawberry Hill di Horace Walpole (ma in Inghilterra lo spirito
gotico non ha mai cessato di soffiare) sospinta dallo spirito
religioso di Pugin (che scrive Contrasti nel 1836) ed in
Francia dalla grande personalit di Viollet-le-Duc (Les
entretiens sono pubblicati solo nel 1872) che vede nel gotico e
non nel linguaggio neoclassico un insegnamento per luso
razionale delle nuove strutture metalliche. Vi poi limpegno
critico e teorico di Ruskin (Le sette lampade dellarchitettura
sono del 1849) intorno al valore morale dellartigianato
medioevale. Si tratta di una posizione che influenzer
successivamente il punto di vista di William Morris, del suo
anti-industrialismo e del ritorno ad un artigianato
comunitaristico. Ma certo non possibile dimenticare che per
Morris il dominio dellarchitettura esteso allintero ambiente
fisico ed al problema della forma delle sue relazioni (escluso il
puro deserto come egli dice).
Alla met del secolo levento dellEsposizione Universale di
Londra stabilisce un punto di riferimento nelle discussioni
teoriche dellarchitettura. Laspetto pi vistoso costituito dal
problema di dare forma autonoma agli oggetti di produzione
industriale. Qui si scontrano due diverse linee: quella di Henri
Cole che sostiene la capacit autonoma di dar forma agli
oggetti industriali e quella di William Morris e delle Arts and
Crafts di rifiuto della cultura industriale corruttrice delle
capacit creative della comunit. Un dibattito che allorigine
del problema del disegno del prodotto industriale, risolto mezzo
secolo pi tardi dalla proposta di nuova unit stilistica dellArt
Nouveau e venti anni pi tardi dalla idea di unit metodologica
del progetto a qualsiasi scala proposta dal Bauhaus ed
anticipata dal Deutsche Werkbund nel 1907.
La stessa struttura metallica proposta da Paxton per i
padiglioni dellesposizione di Londra del 1851 una
dichiarazione di accettazione ufficiale della cultura industriale
nella storia dellarchitettura. Negli stessi anni il grande
architetto-ingegnere Henri Labrouste costruisce le due
biblioteche di Parigi (e scrive i suoi Souvenir pieni di principi
anticipatori del moderno) poi Victor Baltard, professore
dellEcole Polytechnique, costruisce a Parigi nel 1852 ledificio
delle Halles (sciaguratamente demolito) che anticipa gli
edifici dellEsposizione Universale dell 89: la Galerie des
Machines e la Tour di 300 metri di Eiffel. La cultura industriale
si sta facendo strada nella citt compatta haussmanniana del
XIX secolo: a partire dai passages commerciali sino alla
grande scala della Galerie des Machines.
Ledificio di Paxton si colloca comunque dopo pi di mezzo
secolo di maturazione della cultura industriale che aveva
prodotto grandi opere di ingegnera come ponti e ferrovie e
modificato il paesaggio inglese. Il libro di Francis Klingender
Arte e rivoluzione industriale (Einaudi 1972) ne ha costruito
un ritratto convincente, ma anche ne ha messo in evidenza le
contraddizioni.
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Sarebbe interessante a questo punto analizzare le teorie del
progetto elaborate dalla tradizione dellingegneria di tutto il XIX
secolo sia per i loro contatti con il pensiero scientifico sia per
linfluenza sempre pi rilevante che essi hanno
sullarchitettura: dopo le strutture metalliche anche con
linvenzione del cemento armato con Coignet nel 1867 e poi
con gli scritti di Root in USA e quelli di Hennebique e De
Baudot in Francia, con il libro di questultimo Larchitecture, le
pass et le prsent, 1906. Ma naturalmente lingegneria ha
una antica e gloriosa storia: basta leggere il bel libro di
Bertrand Gille sugli ingegneri del Rinascimento per
convincersene.
La citt nel frattempo cambia scala in estensione, entra in crisi
il suo rapporto con la campagna, si apre il problema della
regolazione da parte delle istituzioni delle sue infrastrutture,
della periferia interna ed esterna e dei suoi livelli di degrado.
La denuncia di Engels sullo stato delle abitazioni operaie nella
citt industriale risale al 1845 (Manchester ne lesempio),
apre un dibattito tra le utopie socialiste di Owen, di Godin, di
Fourier (anticipato dalla Repubblica degli Uguali di Babeuf nel
1796) ed il riformismo del Public Health Act inglese del 1848.
Poi necessario citare Cities in evolution di Patrick Gaddes e
la proposta di citt-giardino di Ebenezer Howard realizzate
allinizio del XX secolo. Il libro del loro realizzatore principale
Raymond Unwin ha come titolo La pratica della progettazione
urbana (1909). Siamo lontani da ogni pensiero trattatistico
ma vicini ai manuali delle tecniche di disegno urbano.
Le proposte e le riforme concrete delle citt seguirono indirizzi
molto diversi tra loro: dal piano di Haussmann per Parigi degli
anni 60 alla riforma dei Ring (1859) a Vienna, dal piano di
Barcellona e quello di Madrid di Cerd (1870). Cerd aveva
scritto nel 1867 Una teoria generale dellurbanizzazione a cui
segue lutopia della Ciudad Lineal di Soria Mata del 1882.
Anche le pubblicazioni di manuali di disegno urbano si
infittiscono: da quello neomedioevale di Camillo Sitte (1889) a
quello dedicato alla tipologia delle tecniche urbane di Stubben
(1890) anticipatori del celebre: The American Vitruvius: An
Architects Handbook of Civic Art di Hegeman e Peets del
1922. Nel 1902 Tony Garnier disegna una citt industriale per
35.000 abitanti in cui architettura e urbanistica sembrano
trovare la loro unit, e che egli realizza per frammenti
lavorando a Lione molti anni.
Sarebbe necessario a questo punto aprire una parentesi
importanti nei confronti degli Stati Uniti dAmerica ove, intorno
al 1880, dopo la generazione dominata da H.H. Richardson
(morto nel 1886), si sviluppa la Scuola di Chicago ma anche la
cultura del Landscape con i grandi piani paesistici, con il
disegno degli spazi aperti urbani, i commons, e la figura di
Frederick Olmsted (1822-1903) molto lontana anche dalla
tradizione inglese del XVIII secolo.
I testi di Louis Sullivan sono assai noti, in particolare
Kindergarten chats del 1902 (in polemica con la grande
esposizione del 93) e Autobiography of an idea (1922),
specie a causa del suo fortunato slogan, Form follows the
function. Sovente essa stata interpretata in modo
meccanicistico ed empirico; noi definiamo invece funzionali i
mezzi che sono appropriati ad un fine ma siamo anche consci
che la costruzione dellarchitettura il risultato di rapporti
molto complessi tra mezzi e fini, rapporti che possono proporre
forme di forte contraddizione tra mezzi diversi e tra modi
diversi di strutturare le opere verso i loro fini.
In Europa nuovi processi teorici muovono soprattutto dal
confronto tra architettura e le riflessioni che provengono dalla
sociologia della grande citt industriale come nuovo problema
(Max Weber, Sombart, Simmel) che contribuiscono in modo
decisivo alla formazione della nuova cultura urbanistica.
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Nel campo della storia dellarte, rifacendosi al pensiero di
Konrad Fiedler ed al metodo storiografico di Jakob Burkhardt,
Heinrich Wlfflin propone nel 1915 la tesi interpretativa della
nuova visibilit nel suo Concetti fondamentali della storia
dellarte; essa, insieme con le tesi di Worringer, si presenta
come proposizione con cui anche larchitettura deve aprire una
discussione specie dopo lesperienza internazionalista dellArt
Nouveau.
Ci era in parte risposta alla tradizione dellinterpretazione
tettonica dellarchitettura classica della seconda parte del XIX
secolo di Botticher (1852) e poi alla generalizzazione della
stessa idea da parte del grande libro di Gottfried Semper Der
Stil del 1861 (ma anche della sua interpretazione positivista
dellarchitettura come costruzione da parte di Choisy nel
1898). La definizione di Schmarsov dellarchitettura come arte
dello spazio nel suo libro del 1894 avr anche negli anni
successivi una grande influenza.
Come si pu constatare, la teoria del progetto che si
frantuma gi nella seconda parte del XIX secolo in una serie di
contributi attribuibili a diverse discipline che convergono verso
larchitettura in diversi modi, pur conservando intatti i propri
metodi ed ambiti. Da un altro lato anche le riflessioni di teoria
prodotte da coloro che agiscono nel campo del progetto si
stanno dividendo secondo specializzazioni (lurbanistica,
larchitettura, loggetto, lingegneria, il paesaggio) e secondo
proposizioni antisistematiche che affrontano con chiara
coscienza la parzialit del proprio approccio.
Naturalmente lo storicismo che aveva prodotto dopo la met
del secolo leclettismo, che voleva positivamente connettere
stili, tipi edilizi e loro rappresentazione, aveva anche
fortemente favorito un distacco nei confronti degli esperimenti
contemporanei delle arti visive almeno sino allultimo decennio
del secolo.
Dopo lesperienza internazionalista dellArt Nouveau che
dura circa trentanni con notevoli risultati qualitativi, il taglio
del conflitto mondiale e la rivoluzione sovietica costituiscono la
piattaforma delle nuove condizioni di azione.
Ma importante sottolineare che il decennio precedente al
conflitto ad essere decisivo anche nel campo delle arti. Esso
aveva gi posto la serie delle premesse fondamentali alla
cultura dellavanguardia postbellica. Cubismo, futurismo,
espressionismo, astrattismo e, durante il conflitto, il dadaismo
pongono le condizioni di una figurazione radicalmente nuova,
anche per una messa in discussione del luogo dellarte nel
contesto della societ in mutazione e della crisi del soggetto di
fronte ad essa. Una crisi descritta negli stessi anni da Freud,
dalle scoperte di Einstein e dal rinnovamento radicale del
pensiero della geometria e della matematica.
Ma ora gli scritti teorici che contano sono i manifesti di
avanguardia e le prese di posizioni poetiche di gruppo.
Nel 1912 Kandinsky (ispirato anche dal libro di Worringer su
Astrazione ed empatia del 1908) pubblica Della spiritualit
nellarte ed specie nella pittura, che avr una grande influenza
anche sulla formazione del linguaggio dellarchitettura dopo il
conflitto. Nel 1915 alla mostra 0,10 a Pietroburgo fu esposto
il quadro bianco su fondo bianco di Malevic, anche se il suo
manifesto suprematista Unovis verr pubblicato solo nel
1924.
Ma anche per larchitettura il decennio che precede il conflitto
non certo senza significato. In USA F.L. Wright costruisce
alcuni dei suoi progetti pi significativi: la Robie House, le case
di Oak Park, il Larkin Building, Taliesin e il progetto
dellImperial Hotel a Tokyo. In Europa Perret costruisce prima
del conflitto alcuni dei suoi lavori pi importanti, Berlage la
Borsa di Amsterdam e lavora poi allo straordinario piano della
citt secondo la tradizione socialdemocratica olandese (Berlage
parteciper nel 1928, pi che settantenne, alla fondazione dei
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CIAM, con un testo dal titolo significativo, La relazione tra
stato ed architettura).
Nel 1907 Van de Velde scrive Vom neuen Stil; Das englische
Haus di Muthesius del 1905; nel 1907 viene fondato, come
si detto, il Deutscher Werkbund alle cui prime esposizioni
partecipano anche molti dei futuri protagonisti del Movimento
Moderno.
La Faguswerk di Gropius del 1914. Il libro di Otto Wagner,
La grande citt anche del 1911, la sua Costruzione del
nostro tempo del 1914. Loos scrive nel 1908 Ornamento e
delitto. Nel 1914 Herwart Walden pubblica il singolare libro di
Paul Sheebart Larchitettura del vetro, a cui si ispirer nel
1920 Bruno Taut e la rivista Frulicht. Del 1914 il manifesto
dellarchitettura futurista di SantElia-Marinetti.
Nei manifesti, programmi, dichiarazioni di poetica, formazione
di gruppi (che si moltiplicheranno dopo il conflitto) si possono
quindi trovare le fonti principali delle intenzionalit poetiche e
teoretiche degli architetti che possono essere confrontati con
gli esiti della pratica artistica di ciascuno. Il tema dellassoluto
presente e delle sue soluzioni oggetti.
Dopo il conflitto questa dispersione personale si riorganizza per
gruppi davanguardia che cercano di mettere in comune una
linea della modernit pur con molte differenze interne. Da
questo punto di vista i documenti-manifesti, proprio nei loro
aspetti teoretici oltre che poetici rappresentano non solo per
noi una chiave interpretativa critico-storica ma un fondamento
delle azioni architettoniche dei singoli.
Dopo il conflitto, nel 1919 si apre la prima mostra (anche
questa una manifestazione di dichiarazione teoretica
collettiva) dellArbeitsrat fr Kunst in cui Bruno Taut, Walter
Gropius, Adolf Behne (ma anche molti artisti
dellespressionismo di Brcke ne fanno parte) scrivono La
rivoluzione poetica deve essere usata per liberare larte dalla
sua decennale subordinazione. Arte e popolo deve formare
ununit. Lobiettivo la fusione delle arti sotto le ali di una
grande architettura.
Nello stesso 1919 Gropius succede a Van de Velde alla scuola
di Weimar, che prende il nome di Bauhaus. Il programma
della scuola (illustrato da un disegno di Feininger dal
significativo titolo la cattedrale del socialismo) inizia con la
frase Il fine ultimo di ogni attivit creativa la costruzione.
Non vi pi alcuna distinzione dei generi n le Beaux-Arts
sono distinte dallartigianato. Come tutti sanno, pittori come
Klee, musicisti come Schnberg, vari gruppi o avanguardie
convergono nel Bauhaus: ciascuno espone didatticamente gli
specifici principi del proprio fare.
Nel 1923 la prima mostra presentata da Oskar Schlemmer,
scultore e uomo di teatro. I celebri Bauhausbcher segnano il
ventaglio degli interessi ma anche uno speciale modo di
proporre tagli teorici su problemi con un forte valore delle
immagini. Dal 1926 al 1933 viene pubblicata la rivista Das
Neue Frankfurt, fortemente connessa alla sinistra politica
tedesca di Weimar e, per il nostro discorso, significativa
dellimportanza che le riviste assumono nella discussione
teorica dellarchitettura come era gi stato per il neoplasticismo
olandese con la rivista De Stijl nel 1918.
Il primo manifesto di De Stijl appare sulla rivista nel novembre
di quellanno: la parola dordine la chiarezza analitica
oggettiva e quindi internazionalista, e questo un aspetto
essenziale delle avanguardie: strumento la costruzione
collettiva dellopera da parte di architetti, scultori e pittori.
Tra il 1920 ed il 1925 Le Corbusier e Ozenfant pubblicano la
rivista LEsprit Nouveau: Corbusier, oltre ai taccuini di viaggio
e di appunti (ed a raccogliere cataloghi industriali) pubblica
negli stessi anni Vers une architecture, Urbanisme, Art
dcoratif daujourdhui, Peinture moderne e Almanac de
larchitecture moderne e pi tardi Des Canons? Des
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Munitions? Merci ! Des Logis, svp ed infine, lungo tutta l sua
vita, gli album della sua Oeuvre complte. La sua produzione
poetico-teorica certo la pi grande e creativa di tutto il
modernismo. Si tratta anche di un programma di rimessa in
ordine razionale aprs le cubisme, come egli scrive alla fine
degli anni venti. , si pu dire, lunico tentativo di dare forma
moderna al trattato dove principi e significati sono i fondamenti
dei mezzi scelti per la propria pratica artistica e direttamente
dimostrati per mezzo dei progetti.
Nel 1928 viene fondato il Comit International de lArchitecture
Moderne a La Sarraz. La dichiarazione (una nuova forma di
teoria collettiva che deve anche lasciare spazio alle poetiche
dei singoli), firmata da ventidue architetti, cio quasi tutti i
protagonisti del razionalismo degli anni 20/30. In essa i temi
dellinternazionalismo, della macchina e della produzione
industriale come forza di liberazione delluomo, lidea di
uguaglianza e di collettivit convergono concretamente nella
disciplina attraverso alla premessa della nozione di metodo: il
processo contro lo stile. Per qualche anno gli ideali della
sinistra politica sono anche gli ideali delle avanguardie. I
diversi convegni dei CIAM sino alla fine degli anni cinquanta
hanno soggetti precisi di cui discutono attraverso la critica
reciproca di concreti progetti: dallExistenzminimum alla
Carta di Atene, cio dalla casa sino a una teoria generale sulla
costruzione della citt moderna, secondo un progetto
costantemente autocritico delle posizioni raggiunte.
Nel 1928 al Bauhaus diventa direttore Hannes Meyer che aveva
firmato lanno precedente con Mart Stam il manifesto per la
dittatura della macchina del gruppo svizzero ABC (1924/28).
interessante notare come la pacifica Svizzera sia stata
durante il primo conflitto sede (e rifugio) di molti
rappresentanti del radicalismo europeo da Lenin ai dadaisti
sino, appunto, al gruppo ABC in architettura.
Nel 1933 il Bauhaus viene chiuso dal regime nazista. Le scuole
darte negli anni 20 (non solo il Bauhaus ma anche accademie
come quella di Breslau diretta da Poelzig) erano diventati
importanti luoghi di discussione delle teorie del progetto e
quindi pericoli politici da far tacere.
Anche in Russia (divenuta URSS dopo la rivoluzione) viene
fondata la scuola di arti ed architettura Vhutemas-Vhutein nel
1920 in cui insegnano i pi importanti protagonisti
dellavanguardia sovietica e che durer una decina di anni.
La questione dellavanguardia sovietica , come noto, assai
complicata da una difficile dialettica tra ideologia, politica e
posizioni teoriche che muovono verso funzionalismo realista,
suprematismo, costruttivismo produttivista e teorie dello
straniamento mutuate dalla linguistica di Slovski. I gruppi si
succedono numerosi da UNOVIS alla LEF, dallASNOVA allOSA
sino al 1932. Dopo il 32 vengono sciolti i gruppi di avanguardia
e messi da parte i numerosi architetti europei come Mart Stam,
Ernest May, Hebebrandt ed altri che si erano spostati in URSS
impegnati soprattutto negli esperimenti urbani a
Magnetogorsk, Novosibirsk ed altri.
La politica culturale dellURSS muove, dopo il 1932, nelle due
direzioni di unarchitettura nazionalpopolare e di una ripresa
accademica che vuole dare dignit alle grandi costruzioni
abitative. Le discussioni teoriche provengono da molte fonti:
dalla politica, dallestetica (come nel caso di Lukacs) e dalle
discussioni tra gli stessi artisti protagonisti; e della
interpretazione della nozione di sovrastruttura nel pensiero di
Marx. I grattacieli stalinisti saranno un diverso prodotto con
ambizioni originali solo dopo il 45 e sino alla stagione
neomoderna convenzionale e produttiva di Krusciov.
Accanto a questa linea razionalista o funzionalista o
costruttivista del movimento moderno, come la si pu
diversamente definire, esistono naturalmente teorie che
sviluppano un pensiero non costruttivista anche nella pratica
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artistica dellarchitettura, connesse per esempio allala
surrealista dellavanguardia (il caso di Karel Teige in
Cecoslovacchia esemplare del tentativo di connettere
surrealismo e marxismo nellarchitettura) o tentano un
trasferimento diretto in architettura del linguaggio cubista o
quelle che sviluppano le teorie del montaggio e del bricolage.
qui che si inserisce il dibattito tra Benjamin e Adorno sullarte
nellepoca della riproducibilit tecnica (il testo di Benjamin
del 1936) e sul valore politico dellarte nellideologia o nella
concretezza delle opere, sulla caduta dellaura, cio della
possibilit dellarte di connettersi con il pensiero ontologico e di
rappresentarlo, unanalisi ed un dibattito teoretico che vuole
parlare direttamente al processo di formazione dellopera.
Linflusso di questo dibattito si esercita a lungo, sino agli anni
60 del XX secolo, quando il tema del pensiero negativo e della
crisi della ragione diventano centrali nella riflessione teorica
europea anche in architettura, con le critiche al comunismo
realizzato da parte di una nuova sinistra politica.
Infine vasta e complessa leredit dellespressionismo (i due
movimenti del Brcke e del Blaue Reiter risalgono agli anni
1905/1910) che si muove in diverse direzioni. Da un lato vi
chi eredita laspetto organico (nel senso suggerito da Einstein
al momento dellinaugurazione del suo osservatorio progetto
da Mendelsohn), dallaltro naturalmente il gruppo della
Glserne Kette, della rivista Frulicht, con Hablik, ma anche
Finsterlin, Bartning, Hugo Haring; da un altro ancora vi lo
spirito della Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettivit) e dei
Novembergruppe a convogliare verso le previsioni pi
pessimiste della letteratura di Brecht e di Dblin (la produzione
letteraria intorno ai destini della Repubblica di Weimar fu molto
ampia) ma anche i presentimenti di alcuni grandi architetti
come Behrens, Poelzig o le esperienze del primo Gropius, Mies
van der Rohe o degli architetti degli edifici del porto di
Amburgo.
Sulla questione dellespressionismo in architettura (lasciata da
parte da molte delle storie dellarchitettura del moderno) si
ricominci a discutere negli anni 60 rivelandone le ambiguit
teoriche ma anche come esso fu esperienza comune a molti
degli stessi protagonisti delle avanguardie con diversissime
uscite successive.
Infine, vi in Europa il gruppo numeroso che coniuga alcuni
principi morfologici dellespressionismo con una modernit
solidamente professionale. In Germania Farenkamp, Bonatz (o
in modo pi alto Schumacher). A volte in nobile versione
neoartigiana come nel caso di Heinrich Tessenow con il suo
libro Osservazioni elementari del costruire, a volte
neonazionalista come in Kreis; per alcuni sino alle
degenerazioni naziste nella doppia dizione neomonumentale e
folcloristica.
Lavanguardia moderata assume in Italia le forme del
movimento del Novecento intorno alle teorie di Margherita
Sarfatti e agli scritti di Muzio, anche in relazione con il
movimento della metafisica in pittura. Sovente, tuttavia essa
conflu negli aspetti pi retorici del fascismo come nel caso di
Piacentini. Da questo punto di vista bisognerebbe guardare con
attenzione alla vicenda italiana dove il fascismo nelle sue
certezze di potere ma anche incertezze ideologiche e teoriche
fu in grado di oscillare tra razionalismo e monumentalismo con
grande ambiguit (o forse abilit) lasciando che si
producessero (almeno fino al 1939) architetture rigorosamente
razionaliste come quelle di Terragni, Figini e Pollini, Pagano,
BBPR, Albini e altri, consentendo pubblicazioni come
Casabella e Quadrante in cui si discuteva dei principi del
razionalismo e persino scritti di oppositori radicali come quelli
di Edoardo Persico, uno dei critici europei pi lucidi di quegli
anni.
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In Francia lavanguardia moderata pu essere considerata
quella dell Art Dco, cio della interpretazione del linguaggio
razionalista come stile della classe elegante. Ma non va
dimenticata qui linfluenza del pensiero di Paul Valry con il suo
Eupalinos ou larchitecture.
Ma anche lo stesso razionalismo, dopo la mostra americana del
1932, diventato International Style in modo contraddittorio
rispetto ai suoi stessi principi.
Limpeto delle avanguardie ovviamente impeto di minoranze
artistiche e politiche, che trova una grande resistenza nei
residui dellaccademia eclettica ma anche in chi, tra gli
architetti, rifiuta ideologicamente lera della meccanizzazione e
delle sue contraddizioni e ritiene che essa rappresenti la
condizione estrema della morte dellarte preconizzata da Hegel
nel secolo precedente, e ripresa (in modi diversissimi) dal
pensiero di Nietzsche.
Anche se sono diversamente motivate, molte delle critiche alla
modernit possono assumere laspetto fondato e insieme
reazionario (nel senso originale del termine), come per
esempio nei due libri di Hans Sedlmayer (un illustre storico
dellarchitettura antica): La perdita del centro e La
rivoluzione dellarte moderna. I due libri, pubblicati
rispettivamente nel 1948 e nel 1955, che sono un attacco
radicale allarte moderna, allaspirazione alla purezza, al
dominio della geometria e della costruzione tecnica ma anche
allasservimento alle politiche progressiste o rivoluzionarie,
come egli scrive. Sono libri scritti quando il modernismo ha
vinto la sua battaglia, diventato maggioranza ed ha, a sua
volta, cominciato a riflettere criticamente sui propri
fondamenti.
Nei primi anni 40 vi fu una storica discussione al Museo dArte
Moderna di New York dal significativo titolo Che cosa succede
allarte moderna. Significativo anche il fatto che Louis
Mumford (il suo celebre libro La cultura della citt del
1938), il pi importante storico e critico del comunitarismo
americano, presiedesse la riunione. Molti grandi architetti
europei si erano rifugiati negli stati Uniti, da Gropius a Mies da
Breuer a Hilberseimer a Moholy-Nagy (che fond a Chicago un
New Bauhaus), avevano avuto modo di confrontarsi con una
diversa cultura, certamente dominata dal pensiero
dellempirismo di Dewey in filosofia e dalla figura di F.L. Wright
che, nel 1930, aveva tenuto a Princeton una serie di lezioni ed
elaborato il progetto di Broadacre City (vero manifesto di una
combinazione tra spirito di pioniere, di comunit e di natura
secondo lispirazione di Walt Whitman). Egli aveva scritto nel
1939 An organic architecture e The architecture of
democracy, nonch i cinque libri della sua autobiografia.
Ma ancora una volta fu il conflitto (e la sconfitta del nazismo e
del fascismo in Europa) a segnare un nuovo passaggio critico e
teorico.
Molte delle sue premesse erano gi state vivacemente discusse
tra le due guerre ma esse assunsero dopo il 1945 dimensioni
quantitative che rimettevano in questione lo stesso pensiero
internazionalista che le aveva prodotte.

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