Vittorio Gregotti lezioni di teoria e tecnica della progettazione architettonica
luned, dal 6 novembre al 18 dicembre 2006 cotonificio, auditorium ore 9
2 La costituzione della teoria del moderno luned 13 novembre 2006
Sulla costituzione del progetto moderno e delle sue teorie la storiografia si largamente esercitata con un esteso numero di storie dellarchitettura e delle sue teorie del progetto. Alcune di esse hanno vivacemente partecipato alla formazione stessa del progetto moderno, altre poi alla sua analisi critica da diversi punti di vista, altre ancora hanno descritto la sua evoluzione e trasformazione nellultimo mezzo secolo, cio storia e teoria si sono ancor pi sovrapposte. Una larga discussione si inoltre sviluppata sulle date di origine della modernit, una discussione che ha coinvolto molti giudizi sulle condizioni per cos dire esterne alla sua formazione disciplinare; condizioni politiche quali la rivoluzione francese, economiche come la rivoluzione industriale e scientifico- tecniche, nonch la trasformazione della citt e del territorio. Dobbiamo quindi cominciare da una discussione sui motivi delle scelte culturali dellarchitettura di fronte alla riflessione teoretica dallIlluminismo sino alla crisi della ragione ed al nihilismo nellarco di un secolo. Se si accetta per il XIX secolo la divisione proposta da Eric Hobsbawm nel periodo delle rivoluzioni (1789-1848) ed in quello del capitalismo industriale della seconda met del XIX secolo (un vocabolo dice Hobsbawm che si diffonde globalmente intorno al 1860) le arti del primo periodo appaiono assai pi vigorose e connesse allagire sociale che nel secondo, nella loro tensione prima verso lesaltazione dei valori repubblicani e della relazione ragione-progresso e poi, in pittura, del naturalismo dei soggetti con il decadere di quelli storici e del loro trattamento figurativo, considerando che invece dopo il 48 dallimpressionismo a Czanne, si tratta di movimenti importantissimi per le arti ma del tutto minoritari nellopinione sociale. Ma forse anche le ricerche in architettura ed arti applicate non fanno eccezione, se si considera anche qui che il gusto dello storicismo eclettico era del tutto maggioritario dopo la met del secolo. La ricerca nelle arti procede anche qui attraverso movimenti minoritari (dallAesthetic Movement allArts and Crafts sino alle diverse forme di liberazione dagli stili della fine del XIX secolo (Art Nouveau, Jugendstil, ecc.) in cui si pu riconoscere uneffettiva rappresentazione della nuova borghesia industriale. Fa invece eccezione la fotografia, che fu progressivamente la vera arte nuova della seconda met del secolo ed ovviamente la grande letteratura di tutto il XIX secolo. In particolare la riflessione sulle arti figurative e sullarchitettura (sulle belle arti) si scinde decisamente in settori diversi: lestetica, la critica, la poetica, le scienze dellarte (come si riconosce nelle personalit soprattutto di lingua tedesca), la storiografia. Tutti settori interconnessi ma che elaborano ciascuno propri scopi e strumenti specifici a cui le teorie dellarchitettura fanno riferimento ma in modo indiretto. In questo contesto il trattato come luogo unitario della teoria del progetto entra in crisi. Come si visto alla met del XVIII 2 secolo, la questione si era gi posta; ne sono la prova linfluenza di scritti come il Rtablissement des arts et des sciences di Rousseau del 1750 o la voce dell Encyclopdie illuminista elaborata da Blondel o ancora lo scritto sullorigine dellarchitettura di Marc Antoine Laugier (1753). Lo scritto dellAlgarotti Sopra larchitettura anchesso del 1753. Da un altro lato vi sono gli scritti dei teorici della fondazione del neoclassicismo: Mengs nel 1755 a Roma con Winkelmann, che nel 1764 scrive la Storia dellarte antica. Soprattutto bisogna citare il Parere sullarchitettura di Piranesi del 1765 che si presenta come uninterrogazione teorica intorno al rinnovamento dellarchitettura tra le pi importanti. Il caso di Piranesi del tutto speciale proprio per quanto riguarda le forme della teoria: egli in qualche modo vuole sperimentare i limiti del trattato come norma, come strumento didattico: dimostrarne in qualche modo limpossibilit di fronte allimmaginazione artistica. I Principi di architettura civile del Milizia, invece, pubblicati nel 1781 (preceduti da quelli del Lodoli, del Memmo e del Temanza che sono scritti teorici intorno ai principi) si presentano ancora come un vero trattato (anche se chi scrive non un architetto) e pu essere considerato il parallelo didattico al celebre gruppo dei tre testi dei cosiddetti architetti della Rivoluzione (pi della rivoluzione architettonica che politica): Boulle (Architettura: saggio sullarte del 1780), Ledoux (larchitettura per rapporto allarte, ai costumi ed alla legislazione 1804, che contiene 40 pag. di premessa teorica e poi spiegazioni di progetti per 400 pag.) e (al di l dellattivit pi eclettica e fantasiosa di Jean-Jacques Lequeu), quello di Louis Dubut del 1803 sullarchitettura civile. Negli Stati Uniti Thomas Jefferson (Universit della Virginia a Ponticello, 1768) e Benjamin Latrobe alla fine del secolo muovono decisamente verso il neoclassicismo come edilizia colta contro quella coloniale. Il neoclassicismo tra la met del XVIII secolo ed il primo ventennio del XIX resta il movimento pi importante e diffuso ma anche percorso da un insieme di spinte molto diverse. Quella civile postrivoluzionaria, quella neopalladiana antibarocca che guider le grandi operazioni di disegno urbano in Inghilterra: dalla riforma di Bath al progetto della nuova Edimburgo di John Craig (1765) sino alla costruzione di Regent Park a Londra annlinizio del XIX secolo. Il linguaggio neoclassico, poi, in quanto linguaggio razionale quello pi largamente usato anche da chi progetta con i nuovi materiali metallici (ghisa, ferro, acciaio) prodotti dallindustria. Esso vissuto e teorizzato come un consapevole ritorno allantico ma anche come razionalit tecnica del costruire in via di progressiva scientifizzazione; Rykwert intitoler giustamente il suo libro sul classicismo I primi moderni. John Flaxman, grande disegnatore neoclassico, con il suo lavoro per Wedgwood alla fine del XVIII secolo sar considerato antesignano del disegno industriale. Nel 1790 Telford costruisce i suoi primi ponti. Gilly nel 1796 e Schinkel (allievo di Gilly) comincer allinizio del nuovo secolo una carriera di architetti neoclassico ufficiale. Tutto muove verso un nuovo rigore di regole linguistiche. Ma nello stesso tempo lidealismo tedesco affermava, insieme alla morte dellarte hegeliana, la concezione romantica dellarte come autonoma creativit soggettiva: espressa per nelle regole del gusto neoclassico.
Allinizio del XIX secolo erano stati pubblicati in Francia due testi decisivi per il nuovo modo di fissare in senso didattico principi e teorie del progetto non pi con il trattato ma riprendendo, riorganizzando e razionalizzando lantica tradizione del manuale. Essi sono il compendio delle lezioni di architettura di Jean Nicholas Louis Durand, allievo di Boulle 3 del 1802 ed il Trattato teorico pratico del costruire di Jean Baptiste Rondelet pubblicato nello stesso 1802. Il primo affronta e codifica le nuove tipologie di interesse pubblico (la scuola, lospedale, la banca, il macello) che prima la Rivoluzione e poi Napoleone pongono a fondamento del rinnovamento della citt; il secondo affronta il rinnovamento nelle tecniche del costruire compreso luso ampio di ferro e ghisa nelle strutture: cio, ancora una volta, lo stile classico in quanto stile razionale. Insieme con lavvio della Ecole des Ponts et des Chausses, essi ebbero uninfluenza grandissima sul lavoro architettonico che si stava espandendo e stabilizzando in senso professionale, ma sono anche un segnale significativo dello spostamento dal luogo deputato della teoria. Nella prima met del XIX secolo fa la sua comparsa anche una tendenza neogotica che attraversa 3/4 del secolo. Essa anticipata alla met del Settecento dalla costruzione di Strawberry Hill di Horace Walpole (ma in Inghilterra lo spirito gotico non ha mai cessato di soffiare) sospinta dallo spirito religioso di Pugin (che scrive Contrasti nel 1836) ed in Francia dalla grande personalit di Viollet-le-Duc (Les entretiens sono pubblicati solo nel 1872) che vede nel gotico e non nel linguaggio neoclassico un insegnamento per luso razionale delle nuove strutture metalliche. Vi poi limpegno critico e teorico di Ruskin (Le sette lampade dellarchitettura sono del 1849) intorno al valore morale dellartigianato medioevale. Si tratta di una posizione che influenzer successivamente il punto di vista di William Morris, del suo anti-industrialismo e del ritorno ad un artigianato comunitaristico. Ma certo non possibile dimenticare che per Morris il dominio dellarchitettura esteso allintero ambiente fisico ed al problema della forma delle sue relazioni (escluso il puro deserto come egli dice). Alla met del secolo levento dellEsposizione Universale di Londra stabilisce un punto di riferimento nelle discussioni teoriche dellarchitettura. Laspetto pi vistoso costituito dal problema di dare forma autonoma agli oggetti di produzione industriale. Qui si scontrano due diverse linee: quella di Henri Cole che sostiene la capacit autonoma di dar forma agli oggetti industriali e quella di William Morris e delle Arts and Crafts di rifiuto della cultura industriale corruttrice delle capacit creative della comunit. Un dibattito che allorigine del problema del disegno del prodotto industriale, risolto mezzo secolo pi tardi dalla proposta di nuova unit stilistica dellArt Nouveau e venti anni pi tardi dalla idea di unit metodologica del progetto a qualsiasi scala proposta dal Bauhaus ed anticipata dal Deutsche Werkbund nel 1907. La stessa struttura metallica proposta da Paxton per i padiglioni dellesposizione di Londra del 1851 una dichiarazione di accettazione ufficiale della cultura industriale nella storia dellarchitettura. Negli stessi anni il grande architetto-ingegnere Henri Labrouste costruisce le due biblioteche di Parigi (e scrive i suoi Souvenir pieni di principi anticipatori del moderno) poi Victor Baltard, professore dellEcole Polytechnique, costruisce a Parigi nel 1852 ledificio delle Halles (sciaguratamente demolito) che anticipa gli edifici dellEsposizione Universale dell 89: la Galerie des Machines e la Tour di 300 metri di Eiffel. La cultura industriale si sta facendo strada nella citt compatta haussmanniana del XIX secolo: a partire dai passages commerciali sino alla grande scala della Galerie des Machines. Ledificio di Paxton si colloca comunque dopo pi di mezzo secolo di maturazione della cultura industriale che aveva prodotto grandi opere di ingegnera come ponti e ferrovie e modificato il paesaggio inglese. Il libro di Francis Klingender Arte e rivoluzione industriale (Einaudi 1972) ne ha costruito un ritratto convincente, ma anche ne ha messo in evidenza le contraddizioni. 4 Sarebbe interessante a questo punto analizzare le teorie del progetto elaborate dalla tradizione dellingegneria di tutto il XIX secolo sia per i loro contatti con il pensiero scientifico sia per linfluenza sempre pi rilevante che essi hanno sullarchitettura: dopo le strutture metalliche anche con linvenzione del cemento armato con Coignet nel 1867 e poi con gli scritti di Root in USA e quelli di Hennebique e De Baudot in Francia, con il libro di questultimo Larchitecture, le pass et le prsent, 1906. Ma naturalmente lingegneria ha una antica e gloriosa storia: basta leggere il bel libro di Bertrand Gille sugli ingegneri del Rinascimento per convincersene. La citt nel frattempo cambia scala in estensione, entra in crisi il suo rapporto con la campagna, si apre il problema della regolazione da parte delle istituzioni delle sue infrastrutture, della periferia interna ed esterna e dei suoi livelli di degrado. La denuncia di Engels sullo stato delle abitazioni operaie nella citt industriale risale al 1845 (Manchester ne lesempio), apre un dibattito tra le utopie socialiste di Owen, di Godin, di Fourier (anticipato dalla Repubblica degli Uguali di Babeuf nel 1796) ed il riformismo del Public Health Act inglese del 1848. Poi necessario citare Cities in evolution di Patrick Gaddes e la proposta di citt-giardino di Ebenezer Howard realizzate allinizio del XX secolo. Il libro del loro realizzatore principale Raymond Unwin ha come titolo La pratica della progettazione urbana (1909). Siamo lontani da ogni pensiero trattatistico ma vicini ai manuali delle tecniche di disegno urbano. Le proposte e le riforme concrete delle citt seguirono indirizzi molto diversi tra loro: dal piano di Haussmann per Parigi degli anni 60 alla riforma dei Ring (1859) a Vienna, dal piano di Barcellona e quello di Madrid di Cerd (1870). Cerd aveva scritto nel 1867 Una teoria generale dellurbanizzazione a cui segue lutopia della Ciudad Lineal di Soria Mata del 1882. Anche le pubblicazioni di manuali di disegno urbano si infittiscono: da quello neomedioevale di Camillo Sitte (1889) a quello dedicato alla tipologia delle tecniche urbane di Stubben (1890) anticipatori del celebre: The American Vitruvius: An Architects Handbook of Civic Art di Hegeman e Peets del 1922. Nel 1902 Tony Garnier disegna una citt industriale per 35.000 abitanti in cui architettura e urbanistica sembrano trovare la loro unit, e che egli realizza per frammenti lavorando a Lione molti anni. Sarebbe necessario a questo punto aprire una parentesi importanti nei confronti degli Stati Uniti dAmerica ove, intorno al 1880, dopo la generazione dominata da H.H. Richardson (morto nel 1886), si sviluppa la Scuola di Chicago ma anche la cultura del Landscape con i grandi piani paesistici, con il disegno degli spazi aperti urbani, i commons, e la figura di Frederick Olmsted (1822-1903) molto lontana anche dalla tradizione inglese del XVIII secolo. I testi di Louis Sullivan sono assai noti, in particolare Kindergarten chats del 1902 (in polemica con la grande esposizione del 93) e Autobiography of an idea (1922), specie a causa del suo fortunato slogan, Form follows the function. Sovente essa stata interpretata in modo meccanicistico ed empirico; noi definiamo invece funzionali i mezzi che sono appropriati ad un fine ma siamo anche consci che la costruzione dellarchitettura il risultato di rapporti molto complessi tra mezzi e fini, rapporti che possono proporre forme di forte contraddizione tra mezzi diversi e tra modi diversi di strutturare le opere verso i loro fini. In Europa nuovi processi teorici muovono soprattutto dal confronto tra architettura e le riflessioni che provengono dalla sociologia della grande citt industriale come nuovo problema (Max Weber, Sombart, Simmel) che contribuiscono in modo decisivo alla formazione della nuova cultura urbanistica. 5 Nel campo della storia dellarte, rifacendosi al pensiero di Konrad Fiedler ed al metodo storiografico di Jakob Burkhardt, Heinrich Wlfflin propone nel 1915 la tesi interpretativa della nuova visibilit nel suo Concetti fondamentali della storia dellarte; essa, insieme con le tesi di Worringer, si presenta come proposizione con cui anche larchitettura deve aprire una discussione specie dopo lesperienza internazionalista dellArt Nouveau. Ci era in parte risposta alla tradizione dellinterpretazione tettonica dellarchitettura classica della seconda parte del XIX secolo di Botticher (1852) e poi alla generalizzazione della stessa idea da parte del grande libro di Gottfried Semper Der Stil del 1861 (ma anche della sua interpretazione positivista dellarchitettura come costruzione da parte di Choisy nel 1898). La definizione di Schmarsov dellarchitettura come arte dello spazio nel suo libro del 1894 avr anche negli anni successivi una grande influenza. Come si pu constatare, la teoria del progetto che si frantuma gi nella seconda parte del XIX secolo in una serie di contributi attribuibili a diverse discipline che convergono verso larchitettura in diversi modi, pur conservando intatti i propri metodi ed ambiti. Da un altro lato anche le riflessioni di teoria prodotte da coloro che agiscono nel campo del progetto si stanno dividendo secondo specializzazioni (lurbanistica, larchitettura, loggetto, lingegneria, il paesaggio) e secondo proposizioni antisistematiche che affrontano con chiara coscienza la parzialit del proprio approccio. Naturalmente lo storicismo che aveva prodotto dopo la met del secolo leclettismo, che voleva positivamente connettere stili, tipi edilizi e loro rappresentazione, aveva anche fortemente favorito un distacco nei confronti degli esperimenti contemporanei delle arti visive almeno sino allultimo decennio del secolo. Dopo lesperienza internazionalista dellArt Nouveau che dura circa trentanni con notevoli risultati qualitativi, il taglio del conflitto mondiale e la rivoluzione sovietica costituiscono la piattaforma delle nuove condizioni di azione. Ma importante sottolineare che il decennio precedente al conflitto ad essere decisivo anche nel campo delle arti. Esso aveva gi posto la serie delle premesse fondamentali alla cultura dellavanguardia postbellica. Cubismo, futurismo, espressionismo, astrattismo e, durante il conflitto, il dadaismo pongono le condizioni di una figurazione radicalmente nuova, anche per una messa in discussione del luogo dellarte nel contesto della societ in mutazione e della crisi del soggetto di fronte ad essa. Una crisi descritta negli stessi anni da Freud, dalle scoperte di Einstein e dal rinnovamento radicale del pensiero della geometria e della matematica. Ma ora gli scritti teorici che contano sono i manifesti di avanguardia e le prese di posizioni poetiche di gruppo. Nel 1912 Kandinsky (ispirato anche dal libro di Worringer su Astrazione ed empatia del 1908) pubblica Della spiritualit nellarte ed specie nella pittura, che avr una grande influenza anche sulla formazione del linguaggio dellarchitettura dopo il conflitto. Nel 1915 alla mostra 0,10 a Pietroburgo fu esposto il quadro bianco su fondo bianco di Malevic, anche se il suo manifesto suprematista Unovis verr pubblicato solo nel 1924. Ma anche per larchitettura il decennio che precede il conflitto non certo senza significato. In USA F.L. Wright costruisce alcuni dei suoi progetti pi significativi: la Robie House, le case di Oak Park, il Larkin Building, Taliesin e il progetto dellImperial Hotel a Tokyo. In Europa Perret costruisce prima del conflitto alcuni dei suoi lavori pi importanti, Berlage la Borsa di Amsterdam e lavora poi allo straordinario piano della citt secondo la tradizione socialdemocratica olandese (Berlage parteciper nel 1928, pi che settantenne, alla fondazione dei 6 CIAM, con un testo dal titolo significativo, La relazione tra stato ed architettura). Nel 1907 Van de Velde scrive Vom neuen Stil; Das englische Haus di Muthesius del 1905; nel 1907 viene fondato, come si detto, il Deutscher Werkbund alle cui prime esposizioni partecipano anche molti dei futuri protagonisti del Movimento Moderno. La Faguswerk di Gropius del 1914. Il libro di Otto Wagner, La grande citt anche del 1911, la sua Costruzione del nostro tempo del 1914. Loos scrive nel 1908 Ornamento e delitto. Nel 1914 Herwart Walden pubblica il singolare libro di Paul Sheebart Larchitettura del vetro, a cui si ispirer nel 1920 Bruno Taut e la rivista Frulicht. Del 1914 il manifesto dellarchitettura futurista di SantElia-Marinetti. Nei manifesti, programmi, dichiarazioni di poetica, formazione di gruppi (che si moltiplicheranno dopo il conflitto) si possono quindi trovare le fonti principali delle intenzionalit poetiche e teoretiche degli architetti che possono essere confrontati con gli esiti della pratica artistica di ciascuno. Il tema dellassoluto presente e delle sue soluzioni oggetti. Dopo il conflitto questa dispersione personale si riorganizza per gruppi davanguardia che cercano di mettere in comune una linea della modernit pur con molte differenze interne. Da questo punto di vista i documenti-manifesti, proprio nei loro aspetti teoretici oltre che poetici rappresentano non solo per noi una chiave interpretativa critico-storica ma un fondamento delle azioni architettoniche dei singoli. Dopo il conflitto, nel 1919 si apre la prima mostra (anche questa una manifestazione di dichiarazione teoretica collettiva) dellArbeitsrat fr Kunst in cui Bruno Taut, Walter Gropius, Adolf Behne (ma anche molti artisti dellespressionismo di Brcke ne fanno parte) scrivono La rivoluzione poetica deve essere usata per liberare larte dalla sua decennale subordinazione. Arte e popolo deve formare ununit. Lobiettivo la fusione delle arti sotto le ali di una grande architettura. Nello stesso 1919 Gropius succede a Van de Velde alla scuola di Weimar, che prende il nome di Bauhaus. Il programma della scuola (illustrato da un disegno di Feininger dal significativo titolo la cattedrale del socialismo) inizia con la frase Il fine ultimo di ogni attivit creativa la costruzione. Non vi pi alcuna distinzione dei generi n le Beaux-Arts sono distinte dallartigianato. Come tutti sanno, pittori come Klee, musicisti come Schnberg, vari gruppi o avanguardie convergono nel Bauhaus: ciascuno espone didatticamente gli specifici principi del proprio fare. Nel 1923 la prima mostra presentata da Oskar Schlemmer, scultore e uomo di teatro. I celebri Bauhausbcher segnano il ventaglio degli interessi ma anche uno speciale modo di proporre tagli teorici su problemi con un forte valore delle immagini. Dal 1926 al 1933 viene pubblicata la rivista Das Neue Frankfurt, fortemente connessa alla sinistra politica tedesca di Weimar e, per il nostro discorso, significativa dellimportanza che le riviste assumono nella discussione teorica dellarchitettura come era gi stato per il neoplasticismo olandese con la rivista De Stijl nel 1918. Il primo manifesto di De Stijl appare sulla rivista nel novembre di quellanno: la parola dordine la chiarezza analitica oggettiva e quindi internazionalista, e questo un aspetto essenziale delle avanguardie: strumento la costruzione collettiva dellopera da parte di architetti, scultori e pittori. Tra il 1920 ed il 1925 Le Corbusier e Ozenfant pubblicano la rivista LEsprit Nouveau: Corbusier, oltre ai taccuini di viaggio e di appunti (ed a raccogliere cataloghi industriali) pubblica negli stessi anni Vers une architecture, Urbanisme, Art dcoratif daujourdhui, Peinture moderne e Almanac de larchitecture moderne e pi tardi Des Canons? Des 7 Munitions? Merci ! Des Logis, svp ed infine, lungo tutta l sua vita, gli album della sua Oeuvre complte. La sua produzione poetico-teorica certo la pi grande e creativa di tutto il modernismo. Si tratta anche di un programma di rimessa in ordine razionale aprs le cubisme, come egli scrive alla fine degli anni venti. , si pu dire, lunico tentativo di dare forma moderna al trattato dove principi e significati sono i fondamenti dei mezzi scelti per la propria pratica artistica e direttamente dimostrati per mezzo dei progetti. Nel 1928 viene fondato il Comit International de lArchitecture Moderne a La Sarraz. La dichiarazione (una nuova forma di teoria collettiva che deve anche lasciare spazio alle poetiche dei singoli), firmata da ventidue architetti, cio quasi tutti i protagonisti del razionalismo degli anni 20/30. In essa i temi dellinternazionalismo, della macchina e della produzione industriale come forza di liberazione delluomo, lidea di uguaglianza e di collettivit convergono concretamente nella disciplina attraverso alla premessa della nozione di metodo: il processo contro lo stile. Per qualche anno gli ideali della sinistra politica sono anche gli ideali delle avanguardie. I diversi convegni dei CIAM sino alla fine degli anni cinquanta hanno soggetti precisi di cui discutono attraverso la critica reciproca di concreti progetti: dallExistenzminimum alla Carta di Atene, cio dalla casa sino a una teoria generale sulla costruzione della citt moderna, secondo un progetto costantemente autocritico delle posizioni raggiunte. Nel 1928 al Bauhaus diventa direttore Hannes Meyer che aveva firmato lanno precedente con Mart Stam il manifesto per la dittatura della macchina del gruppo svizzero ABC (1924/28). interessante notare come la pacifica Svizzera sia stata durante il primo conflitto sede (e rifugio) di molti rappresentanti del radicalismo europeo da Lenin ai dadaisti sino, appunto, al gruppo ABC in architettura. Nel 1933 il Bauhaus viene chiuso dal regime nazista. Le scuole darte negli anni 20 (non solo il Bauhaus ma anche accademie come quella di Breslau diretta da Poelzig) erano diventati importanti luoghi di discussione delle teorie del progetto e quindi pericoli politici da far tacere. Anche in Russia (divenuta URSS dopo la rivoluzione) viene fondata la scuola di arti ed architettura Vhutemas-Vhutein nel 1920 in cui insegnano i pi importanti protagonisti dellavanguardia sovietica e che durer una decina di anni. La questione dellavanguardia sovietica , come noto, assai complicata da una difficile dialettica tra ideologia, politica e posizioni teoriche che muovono verso funzionalismo realista, suprematismo, costruttivismo produttivista e teorie dello straniamento mutuate dalla linguistica di Slovski. I gruppi si succedono numerosi da UNOVIS alla LEF, dallASNOVA allOSA sino al 1932. Dopo il 32 vengono sciolti i gruppi di avanguardia e messi da parte i numerosi architetti europei come Mart Stam, Ernest May, Hebebrandt ed altri che si erano spostati in URSS impegnati soprattutto negli esperimenti urbani a Magnetogorsk, Novosibirsk ed altri. La politica culturale dellURSS muove, dopo il 1932, nelle due direzioni di unarchitettura nazionalpopolare e di una ripresa accademica che vuole dare dignit alle grandi costruzioni abitative. Le discussioni teoriche provengono da molte fonti: dalla politica, dallestetica (come nel caso di Lukacs) e dalle discussioni tra gli stessi artisti protagonisti; e della interpretazione della nozione di sovrastruttura nel pensiero di Marx. I grattacieli stalinisti saranno un diverso prodotto con ambizioni originali solo dopo il 45 e sino alla stagione neomoderna convenzionale e produttiva di Krusciov. Accanto a questa linea razionalista o funzionalista o costruttivista del movimento moderno, come la si pu diversamente definire, esistono naturalmente teorie che sviluppano un pensiero non costruttivista anche nella pratica 8 artistica dellarchitettura, connesse per esempio allala surrealista dellavanguardia (il caso di Karel Teige in Cecoslovacchia esemplare del tentativo di connettere surrealismo e marxismo nellarchitettura) o tentano un trasferimento diretto in architettura del linguaggio cubista o quelle che sviluppano le teorie del montaggio e del bricolage. qui che si inserisce il dibattito tra Benjamin e Adorno sullarte nellepoca della riproducibilit tecnica (il testo di Benjamin del 1936) e sul valore politico dellarte nellideologia o nella concretezza delle opere, sulla caduta dellaura, cio della possibilit dellarte di connettersi con il pensiero ontologico e di rappresentarlo, unanalisi ed un dibattito teoretico che vuole parlare direttamente al processo di formazione dellopera. Linflusso di questo dibattito si esercita a lungo, sino agli anni 60 del XX secolo, quando il tema del pensiero negativo e della crisi della ragione diventano centrali nella riflessione teorica europea anche in architettura, con le critiche al comunismo realizzato da parte di una nuova sinistra politica. Infine vasta e complessa leredit dellespressionismo (i due movimenti del Brcke e del Blaue Reiter risalgono agli anni 1905/1910) che si muove in diverse direzioni. Da un lato vi chi eredita laspetto organico (nel senso suggerito da Einstein al momento dellinaugurazione del suo osservatorio progetto da Mendelsohn), dallaltro naturalmente il gruppo della Glserne Kette, della rivista Frulicht, con Hablik, ma anche Finsterlin, Bartning, Hugo Haring; da un altro ancora vi lo spirito della Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettivit) e dei Novembergruppe a convogliare verso le previsioni pi pessimiste della letteratura di Brecht e di Dblin (la produzione letteraria intorno ai destini della Repubblica di Weimar fu molto ampia) ma anche i presentimenti di alcuni grandi architetti come Behrens, Poelzig o le esperienze del primo Gropius, Mies van der Rohe o degli architetti degli edifici del porto di Amburgo. Sulla questione dellespressionismo in architettura (lasciata da parte da molte delle storie dellarchitettura del moderno) si ricominci a discutere negli anni 60 rivelandone le ambiguit teoriche ma anche come esso fu esperienza comune a molti degli stessi protagonisti delle avanguardie con diversissime uscite successive. Infine, vi in Europa il gruppo numeroso che coniuga alcuni principi morfologici dellespressionismo con una modernit solidamente professionale. In Germania Farenkamp, Bonatz (o in modo pi alto Schumacher). A volte in nobile versione neoartigiana come nel caso di Heinrich Tessenow con il suo libro Osservazioni elementari del costruire, a volte neonazionalista come in Kreis; per alcuni sino alle degenerazioni naziste nella doppia dizione neomonumentale e folcloristica. Lavanguardia moderata assume in Italia le forme del movimento del Novecento intorno alle teorie di Margherita Sarfatti e agli scritti di Muzio, anche in relazione con il movimento della metafisica in pittura. Sovente, tuttavia essa conflu negli aspetti pi retorici del fascismo come nel caso di Piacentini. Da questo punto di vista bisognerebbe guardare con attenzione alla vicenda italiana dove il fascismo nelle sue certezze di potere ma anche incertezze ideologiche e teoriche fu in grado di oscillare tra razionalismo e monumentalismo con grande ambiguit (o forse abilit) lasciando che si producessero (almeno fino al 1939) architetture rigorosamente razionaliste come quelle di Terragni, Figini e Pollini, Pagano, BBPR, Albini e altri, consentendo pubblicazioni come Casabella e Quadrante in cui si discuteva dei principi del razionalismo e persino scritti di oppositori radicali come quelli di Edoardo Persico, uno dei critici europei pi lucidi di quegli anni. 9 In Francia lavanguardia moderata pu essere considerata quella dell Art Dco, cio della interpretazione del linguaggio razionalista come stile della classe elegante. Ma non va dimenticata qui linfluenza del pensiero di Paul Valry con il suo Eupalinos ou larchitecture. Ma anche lo stesso razionalismo, dopo la mostra americana del 1932, diventato International Style in modo contraddittorio rispetto ai suoi stessi principi. Limpeto delle avanguardie ovviamente impeto di minoranze artistiche e politiche, che trova una grande resistenza nei residui dellaccademia eclettica ma anche in chi, tra gli architetti, rifiuta ideologicamente lera della meccanizzazione e delle sue contraddizioni e ritiene che essa rappresenti la condizione estrema della morte dellarte preconizzata da Hegel nel secolo precedente, e ripresa (in modi diversissimi) dal pensiero di Nietzsche. Anche se sono diversamente motivate, molte delle critiche alla modernit possono assumere laspetto fondato e insieme reazionario (nel senso originale del termine), come per esempio nei due libri di Hans Sedlmayer (un illustre storico dellarchitettura antica): La perdita del centro e La rivoluzione dellarte moderna. I due libri, pubblicati rispettivamente nel 1948 e nel 1955, che sono un attacco radicale allarte moderna, allaspirazione alla purezza, al dominio della geometria e della costruzione tecnica ma anche allasservimento alle politiche progressiste o rivoluzionarie, come egli scrive. Sono libri scritti quando il modernismo ha vinto la sua battaglia, diventato maggioranza ed ha, a sua volta, cominciato a riflettere criticamente sui propri fondamenti. Nei primi anni 40 vi fu una storica discussione al Museo dArte Moderna di New York dal significativo titolo Che cosa succede allarte moderna. Significativo anche il fatto che Louis Mumford (il suo celebre libro La cultura della citt del 1938), il pi importante storico e critico del comunitarismo americano, presiedesse la riunione. Molti grandi architetti europei si erano rifugiati negli stati Uniti, da Gropius a Mies da Breuer a Hilberseimer a Moholy-Nagy (che fond a Chicago un New Bauhaus), avevano avuto modo di confrontarsi con una diversa cultura, certamente dominata dal pensiero dellempirismo di Dewey in filosofia e dalla figura di F.L. Wright che, nel 1930, aveva tenuto a Princeton una serie di lezioni ed elaborato il progetto di Broadacre City (vero manifesto di una combinazione tra spirito di pioniere, di comunit e di natura secondo lispirazione di Walt Whitman). Egli aveva scritto nel 1939 An organic architecture e The architecture of democracy, nonch i cinque libri della sua autobiografia. Ma ancora una volta fu il conflitto (e la sconfitta del nazismo e del fascismo in Europa) a segnare un nuovo passaggio critico e teorico. Molte delle sue premesse erano gi state vivacemente discusse tra le due guerre ma esse assunsero dopo il 1945 dimensioni quantitative che rimettevano in questione lo stesso pensiero internazionalista che le aveva prodotte.