z
#
d
p
dove
3 B diametro massimo dei granuli
d B diametro intermedio
0 B percentuale in peso del passante al diametro d
z B coefficiente variabile tra ,,2> e ,,9> a seconda della forma dei granuli.
Tre indicatori sono associati alle analisi granulometriche ed esprimono delle caratteristiche
di forma della curva.
3imensione effettiva o efficace 3+,
(oefficiente di uniformit
+,
-,
#
#
$
(oefficiente di curvatura
-, +,
2
?,
# #
#
La dimensione effettiva dei granuli definita come la dimensione massima dei granuli che
hanno una percentuale di passante inferiore al +, C.
Il coefficiente di uniformit definito dal rapporto della dimensione massima dei granuli
con percentuali inferiori al -, C e la dimensione effettiva. Il coefficiente di uniformit
misura la forma della curva granulometrica nellintervallo 3+, e 3-,.
Il coefficiente di curvatura definito dallespressione precedente indica la forma della curva
granulometrica nellintervallo 3+,, 3?, e 3-,.
<ttraverso il coefficiente di uniformit e di curvatura la norma IS7 introduce una
classificazione della forma delle curve granulometriche riportata nella tabella +.9
FORMA DELLA CURVA Cu Cc
'ulti($ra&e& 15 1 Cc )
'e&ium($ra&e& * to 15 1
+ven($ra&e& * 1
Gap($ra&e& Usuall, hi$h #n, -usuall, 0!5.
Tabella 1.% Forma delle curve granulometriche
>
Lanalisi granulometrica meccanica viene condotta utilizzando una serie di setacci !stacci#
di maglia quadrata o crivelli con fori circolari di diversa dimensione. La prova pu% essere
fatta con la terra essiccata oppure, nel caso di terre con presenza di limo e argilla, per via
umida, per sciogliere i grumi di terra presenti. $elle tabelle 2.2 e 2.? sono indicati le serie
dei setacci *$I e di altre normative internazionali.
Tabella 1." #imensione dei crivelli e setacci della serie $&I
Tabella 1.% Serie di setacci e crivelli
-
*naltra rappresentazione grafica della composizione granulometrica di una terra quella
triangolare basata sulle propriet del triangolo equilatero. La composizione di una terra
!tessitura#, considerando esclusivamente le parti di sabbia, limo e argilla, viene
rappresentata da un punto della superficie di un triangolo equilatero.
Figura 1." #iagramma triangolare per la classificazione delle terre fini
2.9 ;734LL7 5ISI(7 4 0'70'I4T< "7L*;4T'I(D4
Le terre, sono dei materiali porosi. *n volume unitario di terra contiene una parte solida e
una di vuoti che pu% essere parzialmente o totalmente riempita da un liquido. Lo schema di
rappresentazione di un volume di roccia comprende, quindi, tre fasi la fase solida, la fase
liquida !acqua# e la fase gassosa !aria#. $elle terre, tutti i vuoti sono connessi e comunicanti
con lesterno e possono, quindi, essere riempiti dacqua !terre sature#.
v s a ' s
( ( ( ( ( ( + + +
Ecm
?
F
' s
) ) ) +
EgF
3ove
" B volume totale della roccia
"s B volume della parte solida
"G B volume occupato dallacqua
H
"a B volume riempito dallaria
"v B volume occupato dai vuoti !vuoti totali#
; B massa totale della roccia
;s B massa della parte solida
;G B massa dellacqua.
"iene definita massa volumica naturale o apparente della terra
(
)
EgIcm
?
F
La massa ; della terra viene determinata pesando la terra con una bilancia di precisione. Il
volume " si pu% determinare attraverso una pesata idrostatica.
"iene definita massa volumica del secco
(
)
s
d
EgIcm
?
F
La massa della parte solida viene determinata con una pesata dopo aver provveduto
allessiccazione del campione.
"iene definita massa volumica della parte solida o reale
s
s
s
(
)
EgIcm
?
F
Il volume della parte solida viene determinata con misure volumetriche con il picnometro.
In questo caso sar necessario eliminare completamente i vuoti mediante la disgregazione
del campione in particelle molto fini.
Si definisce contenuto in acqua !percentuale dacqua# il rapporto
+,,
s
'
)
)
'
2.9.+ 0orosit e indice dei vuoti
Si definisce porosit il rapporto tra il volume dei vuoti "v e quello totale del campione.
Spesso la porosit viene espressa in percentuale !percentuale dei vuoti#.
(
(
n
v
:
"ale la seguente relazione
s
d s
s
s
s
s s v
)
(
)
(
(
(
(
( (
(
(
n
# + ! # + !
Spesso nella meccanica delle terre si usa lindice dei vuoti e per quantificare i vuori e per
precisare la densit di una terra. 4sso viene definito come il rapporto tra tra il volume dei
vuoti e il volume della parte solida.
s
v
(
(
e
4siste un legame tra le due quantit n ed e
n
n
e
+
"iene definito inoltre grado di saturazione il rapporto espresso in percentuale tra il volume
dellacqua "G e il volume totale dei vuoti "v. 4sso rappresenta la percentuale di vuoti
riempiti dacqua.
+,,
v
'
(
(
S
2.> S*S(4TTI"IT< <LL<(8*< !LI;ITI 3I <TT4'J4'=#
Lacqua ha un ruolo fondamentale sulle caratteristiche fisiche e meccaniche di una terra.
Lacqua pu% trovarsi sotto forma di acqua libera e acqua adsorbita !igroscopica#. Lacqua
libera pu% essere gravitazionale o capillare. La prima si inserisce nei pori della terra per
azione diretta della gravit !pioggia, disgelo ecc.#. La seconda risale dal basso verso lalto
in virt1 delle tensioni superficiali che si manifestano tra le pareti dei pori e lacqua. I
fenomeni di capillarit sono molto importanti nelle costruzioni stradali specialmente per
quanto riguarda le condizioni del sottofondo e quindi della stabilit della sovrastruttura
stradale. Tali fenomeni possono dar luogo ad un aumento della presenza dacqua con
conseguente diminuzione della capacit portante nei sottofondi e quindi possibile accumulo
di deformazioni permanenti.
<llaumentare della percentuale dacqua, la consistenza di una terra pu% variare entro estesi
limiti. Si pu% passare dallo stato solido a quello semisolido, a quello plastico fino ad uno
K
stato liquido. I limiti di <tterberg sono delle costanti fisiche convenzionali espressi in
percentuale dacqua che segnano il passaggio da uno stato allaltro.
Il limite di ritiro EL'F indica il passaggio tra lo stato solido e quello semisolido. *na
riduzione della percentuale dacqua rispetto al L' non provoca alcuna diminuzione di
volume della terra. *n aumento della percentuale dacqua provoca un aumento del volume
della terra.
Il limite plastico EL0F segna il passaggio tra lo stato semisolido e quello plastico.
Il limite liquidi ELLF segna il passaggio dallo stato plastico a quello liquido.
8uesti valori vengono determinati convenzionalmente con le prove ideate da <tterberg
sulla frazione di una terra passante al setaccio n. 9, <ST; !,,92 mm#. Sono gli elementi
fini di una terra ad essere sensibili allacqua in quanto lacqua adsorbita o la capillarit sono
fenomeni fisici strettamente correlati alle dimensioni dei granuli.
Lindice di plasticit EI0F la differenza fra il LL e L0. ;isura lintervallo entro il quale il
terreno si trova allo stato plastico. 8uesto intervallo massimo per le argille, e minimo o
nullo per i terreni sabbiosi e per le sabbie. ;olto spesso nella caratterizzazione delle terre
plastiche si fa riferimento ad un altro indicatore che lindice di liquidit IL cosL definito
la differenza tra la percentuale dacqua presente nella terra e il limite liquido espressa in
percentuale dellindice di plasticit.
IP
*P '
I
*
La consistenza di una terra pu% essere valutata attraverso lindice di consistenza definito
dalla seguente espressione
IP
' **
+
log
,
_
+
+,,
+
+,,
a
a < S
a
v
( ( (
v
( )
+,,
+
+,,
a
< S
a
a
v
( (
v
(
Sostituendo nellespressione della massa volumica del secco il volume daria "a si ottiene
( )
( )
< S
a
S S
a
< S
a
a
S S
a
S S
( S
S S
d
( (
v
(
v
( (
v
v
(
(a
v
(
( (
)
(
)
+
,
_
+
+,,
+
+,,
+
+,,
+,, +,,
2+
+,,
+
+,,
+
+
+,,
+
'
v
(
(
v
S
a
S s
<
S
a
d
+
S
<
(
<
( (
(
(
(
S
S d S
S
S
S
<
u
)
(
)
(
)
(
S
+ +
da cui si ricava
S
'
S d
+
+ +
22
Figura !." urve di addensamento e linee a saturazione costante
2.2 (<'<TT4'ISTI(D4 34LL< 0'7"< 0'7(T7'
Lapparecchiatura pi1 usata per lo studio delladdensamento delle terre quella di 0roctor.
4ssa consiste in contenitori cilindrici di capacit nota, entro i quali si pone la terra,
preliminarmente umidificata, e un pestello di dimensione e forma stabilite dalle norme che
viene fatto cadere automaticamente da una altezza fissata. Lenergia di addensamento totale
data dallenergia di caduta del pestello per effetto della gravit moltiplicata per il numero
delle cadute $c e per il numero degli strati di terra $s.
S T
& & h g m =
$ella tabella 2.+ sono riportate le caratteristiche tecniche dellattrezzatura e le modalit
delle prove normalizzate dall<<SD7. Le prove sono denominate comunemente Standard
e ;odificata. $ella prova ;odificata, lenergia di addensamento quasi cinque volte
superiore a quella standard. Tale energia di addensamento stata introdotta nei tests di
prova in un secondo tempo, in relazione allevoluzione tecnica che le macchine di
compattazione hanno subito nel tempo.
2?
Caratteristic1e
AA23O
Fustella 4iccola
AA23O
Fustella grande
Stan&ar& 'o&iicato Stan&ar& 'o&iicato
%iametro ustella CmmD 101!* 101!* 152!2 152!2
#ltezza provino CmmD 11*!2 11*!2 11*!2 11*!2
/olume provino Ccm
)
D <2)!21 <2)!21 2122!2) 2122!2)
7eso pestello CE$D 2!2< 2!5) 2!2< 2!5)
Numero strati ) 5 ) 5
Numero colpi 25 55 25 55
#ltezza ca&uta CcmD )0!23 25!72 )0!23 25!72
+ner$ia C'F m(
)
D 0!* 2!7 0!* 2!7
Tabella !.! aratteristiche delle prove di addensamento
2.? <334$S<;4$T7 I$ (<$TI4'4 4 (7$T'7LL7 34LL< 34$SIT<
$ella costruzione di unopera in terra sia questa un rilevato stradale, una diga, un
riempimento ecc., occorre che il terreno raggiunga una densit tale che in seguito sotto
lazione dei carichi di esercizio non si verifichino ulteriori assestamenti e quindi cedimenti
che possano compromettere la stabilit dellopera stessa e di eventuali strutture realizzate
sullopera stessa !per esempio le sovrastrutture stradali nel caso dei rilevati#. Inoltre
bisogna evitare anche una compattazione eccessiva che in presenza dacqua potrebbe
provocare dei rigonfiamenti altrettanto dannosi. 8uesto fenomeno non da temere nei
materiali granulari incoerenti !sabbie o ghiaie#, mentre pu% verificarsi nei terreni con
presenza notevole di materiali fini limi o argille.
La limitazione delle deformazioni irreversibili !plastiche# dei rilevati stradali sotto lazione
del peso proprio, dei sovraccarichi di esercizio e delle condizioni ambientali !azione
dellacqua#, una condizione indispensabile per assicurare la regolarit del piano stradale e
la durata della sovrastruttura. (on un accurato addensamento iniziale possibile realizzare
rilevati stabili nel tempo evitando quel continuo assestamento che un tempo rappresentava
linconveniente pi1 grave nelle costruzioni stradali.
Se d+ la densit del secco del terreno dopo ultimato il rilevato e df la sua densit del
secco finale, dopo un certo periodo di tempo, il cedimento lineare del rilevato si pu%
valutare con la seguente espressione considerando che il volume si riduca omoteticamente
? +
f
di
d
Se il cedimento si verificasse solo in senso verticale il cedimento sarebbe invece
29
f
i
d
d
+
Il cedimento reale compreso tra i due valori e si pu% stimare con la seguente espressione
,
_
f
i
f
i
f
i
d
d
d
d
d
d
+
K
>
?
+
+ ?
In pratica non si richiede che la densit del terreno sia tale da impedire qualsiasi variazione
di volume del rilevatoA si cerca di rendere queste variazioni, molto piccole, e soprattutto
uniforme lungo tutta la superficie del rilevato per ridurre al minimo le sollecitazioni sulla
sovrastruttura stradale. 8uesto scopo viene raggiunto allorch& laddensamento supera un
valore limite inferiore stabilito attraverso le prove di addensamento del 0roctor.
Lefficacia delladdensamento in sito dipende da vari fattori
;odalit di addensamento !Statica, dinamica, vibrante, impulsiva ecc#
Tipologia delle macchine impiegate per il lavoro di compattazione.
4nergia esercitata nella fase di addensamento ! numero dei passaggi ecc#
<ltezza dello strato addensato.
*midit del terreno
(ome visto in precedenza attraverso lesperimento di 0roctor possibile isolare due
elementi la percentuale dacqua e lenergia di addensamento ricavando la percentuale
dacqua ottima e la corrispondente densit del secco massima. 8uesti valori devono essere
confrontati con i valori della densit misurata in sito. I capitolati di appalto, di solito,
prescrivono che la densit in sito raggiunga un certo valore percentuale della densit
massima ottenuta in laboratorio.
I metodi classici per la misura della densit in sito consistono nello scavare nel suolo, di cui
si vuole determinare la densit, una piccola cavit asportandone il materiale che viene
accuratamente raccolto e pesato. Su questo materiale verr misurata la percentuale dacqua
per valutarne la sua massa secca. La prova viene completata con la misura del volume della
buca realizzata sulla superficie addensata con il metodo della sabbia !sabbia monogranulare
di densit nota# o con un apparecchio a membrana !metodo dellacqua#.
2.9 57';<6I7$4 34L (7'07 ST'<3<L4 !0'4S('I6I7$I 34I (<0IT7L<TI#
Il corpo stradale, al di fuori dei tratti occupati dalle opere darte !viadotti e gallerie#, si
realizza attraverso movimenti di materie con lapertura di trincee e la costruzione di
rilevati. Si distinguono, pi1 in generale, le seguenti lavorazioni
Lo smacchiamento. (onsiste nel taglio di alberi, arbusti, cespugli, ed estirpazione
delle radici.
Lo scorticamento. Si intende la rimozione del terreno superficiale vegetale con
rilevante contenuto di sostanze organiche.
2>
=li scavi di sbancamento. Sono necessari per lapertura della sede stradale in
trincea, per la preparazione dei piani di appoggio dei rilevati e per le opere di
pertinenza della strada.
=li scavi a sezione ristretta. (omprendono gli scavi per limpianto di opere darte,
gli scavi subacquei, le demolizioni ecc.
La formazione dei rilevati. 0articolare attenzione andr rivolta allo strati
superficiale su cui poggia la pavimentazione stradale !sottofondo#.
(ompletamento dei rilevati con le opere di protezione dallacqua !arginelli, cunette,
fossi di guardia ecc.# e opere in verde per protezione delle scarpate.
Figura !.- Sezione tipo in rilevato
Figura !.0 Sezione tipo in trincea
2-
2.9.+ ;ateriali per la formazione del rilevato
I materiali sciolti naturali che provengono dalla scomposizione di formazioni di terreni o di
ammassi rocciosi nelle zone di scavo delle trincee, ovvero dallestrazione da cave di
prestito, possono essere destinati alla costruzione dei corpi stradali se risultano
qualitativamente adatti. 4ssi sono classificati secondo quanto riportato nella norma ('$)
*$I +,,,-I-? .(ostruzione e manutenzione delle strade/ !(apitolo +#.
Le terre appartenenti al =ruppo <+ presentano caratteristiche adatte alla realizzazione delle
opere in terra. In ogni caso opportuno seguire alcune prescrizioni eliminare gli elementi
di dimensione superiore ai >,, mm, migliorare la curva granulometrica con integrazione,
quanto necessario di elementi frantumati, proteggere rapidamente le scarpate con terreno
vegetale per evitare lerosione. $ormalmente i sottofondi, che richiedono elevate propriet
meccaniche, si realizzano con terre appartenenti al =ruppo <+a.
Le terre di tipo <? !sabbie#, si prestano male alladdensamento ed alla circolazione dei
mezzi di cantiere. 3i norma limpiego senza particolari accorgimenti limitato alla
bonifiche dei piani di posa dei rilevati ed agli strati anticapillari.
Le terre appartenenti ai sottogruppi <29 e <2> !Le ghiaie e le sabbie limose# a bassa
plasticit sono convenientemente adoperate per la costruzione dei rilevati senza alcuna
difficolt di costruzione. =eneralmente presentano bassa permeabilit e modesta risalita
capillare.
<nche le terre appartenenti ai sottogruppi <2> e <2- !=hiaie e sabbie argillose# possono
essere impiegate nella realizzazione dei rilevati stradali, specialmente quando lIndice di
gruppo zero. Il loro comportamento tuttavia influenzato dalla presenza della frazione
argillosa. Il loro impiego deve essere evitato nella formazione dei piani di sottofondo delle
sovrastrutture stradali.
Limpiego delle terre appartenenti ai gruppi <9, <>, <- e <H, deve essere eventualmente
valutato attentamente indicando le tecniche di miglioramento !Stabilizzazione con leganti
idraulici# e i provvedimenti per la protezione da venute dacqua nelle opere in terra con
esse realizzate.
Talvolta utile limpiego di altri materiali !non convenzionali# diversi dalle terre. In tal
caso i materiali debbono essere sottoposti, prima del loro impiego, ad adeguate verifiche e,
se necessario, a prove di laboratorio per accertarne lidoneit e verifiche sperimentali in
sito.
2.9.+ Livelli prestazionali
0er accertare la corretta esecuzione di unopera in terra necessario, oltre a verificare che
la qualit della terra sia compatibile con le prescrizioni previste dal progettista, controllare i
valori di alcuni indicatori prestazionali, come laddensamento, il modulo di deformazione,
la portanza e le deformazioni permanenti ecc..
Laddensamento va controllato misurando la densit del secco in sito dello strato, e
confrontata con il valore limite, determinato in laboratorio, secondo quanto previsto dalla
tabella 2.9. Il limite diverso secondo la tipologia dello strato realizzato e del tipo di strada
prevista. *n altro indicatore che evidenzia indirettamente il grado di addensamento il
modulo di deformazione !o altrimenti detto di compressibilit# ;d, determinato sul piano
di posa, secondo la norma ($' +9-IK2. Salvo diverse e pi1 restrittive prescrizioni,
motivate in sede di progettazione dalla necessit di garantire la stabilit del rilevato, nel
2H
primo ciclo di carico, nellSintervallo compreso tra ,,,>T,,+> $Imm
2
, deve risultare non
inferiore ai valori della tabella 2.9. Il cedimento Uh della tabella 2.9, indica la deformazione
permanente misurata dopo il passaggio di un autocarro con asse posteriore di +, t secondo
la norma S$" -H,?->.
LIVELLI *RE2TAZIONALI
STG#TA
Tipo
&i
Stra&a
Gra&o &Ha&&ensamento
0 s ma8 &i laboratorio
'o&ulo &i
&eormazione
'& CN?mm
2
D
h
CmmD
Sottoon&o
#utostra&e e&
+8traurbane
principali
<5 0 ##SIA 'o& 50 < 2!5
#ltre
100 0 ##SIA St6 20 < )!0
Gilevato
#utostra&e e&
+8traurbane
principali
<2 0 ##SIA 'o& )0 < 2!0
#ltre
<7 0 ##SIA St6 25 < 5!0
Tabella !." *ivelli prestazionali per le opere in terra
0er strato di sottofondo in trincea si intende tutto lo strato di bonifica del sottofondoA in
rilevato, rappresenta lo strato superiore fino alla profondit di + metro.
Le caratteristiche di portanza del piano di posa del rilevato devono essere accertate in
condizioni di umidit rappresentative delle situazioni climatiche e idrogeologiche pi1
sfavorevoli, di lungo termine, con la frequenza stabilita dalla 3irezione Lavori, in relazione
allimportanza dellopera, allomogeneit del terreno di posa e, comunque, in misura non
inferiore ad una prova ogni >,,, m
2
. 0er i materiali a comportamento VinstabileV
!collassabili, espansivi, gelivi, etc.# la determinazione del modulo di deformazione viene
effettuata in condizioni sature.
3 ESERCIZI E QUESITI
2:
?.+ 4S4'(I6I7 3eterminare la massima densit o lottimo dacqua
3eterminare le curve di addensamento di una ghiaia sabbiosa <+)a e di una sabbia limosa
<2)9. Individuare le densit massime e le relative percentuali dacqua ottime. Tracciare
inoltre la linea con saturazione del +,, C.
TERRA A&5a
*eso Fustella ,g. *575600 *575600 *575600 *575600 *575600
Volume ustella ,cm
#
. 212262) 212262) 212262) 212262) 212262)
*eso Fust 6 terra umida ,g. 111*5675 115)2672 11**36*1 115<)622 11)*2625
*eso terra umida ,g. 25<0675 2<5<672 50<)6*1 5013622 273<625
*eso terra secca ,g. 22776<1 27)2657 27<*622 2*<061) 2212622
Contenuto d7ac8ua ,-. 2652 2630 *620 7600 3650
Densit+ del secco ,g0cm
#.
2611 262) 262* 2621 2603
Tabella !. % #ati della prova di 22S;6 mod.
TERRA A'5(
*eso Fustella ,g. *575600 *575600 *575600 *575600 *575600
Volume ustella ,cm
#
. 212262) 212262) 212262) 212262) 212262)
*eso Fust 6 terra umida ,g. 105336<< 107316*0 1110)620 1111*613 103<76<3
*eso terra umida ,g. 201)6<< 220*6*0 2523620 2521613 2)226<3
*eso terra secca ,g. )71)6<0 )320601 20)2622 )<3<67< )71)6<0
Contenuto d7ac8ua ,-. 3603 10612 126)0 1)632 1*620
Densit+ del secco ,g0cm
#.
1675 1630 16<0 1633 1675
Tabella !., #ati della prova di 22S;6 mod.
2K
Figura !., urve di addensamento 1prova 22S;6 mod.3
3al grafico risulta un contenuto dacqua ottimo per laddensamento pari a >,9 C per la terra
appartenente al =ruppo <+)a e +2,> C per la sabbia limosa appartenente al gruppo <2)9. I
valori corrispondenti di densit del secco massima sono rispettivamente 2,2- gIcm
?
e +,K,
gIcm
?
?,
?+
CAPITOLO 3
COMPORTAMENTO MECCANICO DEI TERRENI
1. INTRODUZIONE
<nche nel terreno, come in tutti i materiali impiegati nelle costruzioni, lazione di carichi
esterni, induce uno stato tensionale al quale associato uno stato deformativo. 0er esempio
il peso di una struttura trasmette, attraverso le sue fondazioni, uno stato tensionale di
compressione al terreno di supporto che comporta dei cedimenti alla struttura stessa.
<nalogamente le sollecitazioni indotte dal carico di una ruota in movimento sulla superficie
stradale causano delle tensioni di compressione e corrispondenti deformazioni verticali nel
sottofondo. (ome in tutti i materiali impiegati nei diversi campi dellingegneria, anche nei
terreni necessario conoscere la legge costitutiva e cio il legame tra le tensioni e le
deformazioni.
(i sono tre differenze fondamentali tra il comportamento dei terreni e altri materiali come
lacciaio o il calcestruzzo molto familiari allingegnere civile. La prima differenza si
riscontra nella forma della curva tensione deformazione. Si in presenza di un legame non
lineare. Il secondo aspetto riguarda il comportamento dei terreni al cessare del carico. La
deformazione causata dallo stato tensionale, solo parzialmente, viene recuperata quando il
carico viene ridotto o annullato. Le deformazioni del terreno hanno delle componenti
irreversibili di tipo plastico oltre a quelle reversibili elastiche. Infine il terreno si comporta
come un materiale viscoso cio le deformazioni sono anche funzione del tempo.
Figura ".1 #eformazioni del sottofondo e degli altri strati delle pavimentazioni flessibili
?2
In sintesi, quando un terreno soggetto a uno stato di sollecitazione, esso pu% manifestare
differenti deformazioni schematizzate con il modello della figura ?.+.
Si osserva una componente elastica istantanea, una componente plastica, anche questa
istantanea, una componente viscosa irreversibile e una viscosa reversibile !visco)elastica#.
8ueste deformazioni in molti casi dipendono dal livello della sollecitazione. Inoltre molto
spesso lipotesi di continuit del materiale propria della teoria dei solidi elastici non reale
per i materiali granulari.
2. ELEMENTI DI TEORIA DELLELASTICIT
2.+. T4$S7'4 34LL< S7LL4(IT<6I7$4 !S57'6I#
0er conoscere lo stato della sollecitazione in un punto qualsiasi di un corpo continuo
necessario individuare le nove componenti del vettore della sollecitazione nel punto,
definito con la seguente espressione
2
F
P
2
,
lim
B ? >
? z
B z ?
e > z
B
z >
Segue che le componenti della sollecitazione si riducono a sei. 0er quanto riguarda il segno
di queste componenti spesso si considera il segno positivo per le sollecitazioni normali di
compressione e negativo per le trazioni.
;olto usata anche la notazione dove gli assi sono indicati dai numeri +,2,?. In questo
caso, le componenti del tensore della sollecitazione, quello indicato nella figura. Tutte le
componenti, con la convenzione dei segni usuale, sono positive.
? ? ? 2 ? +
? 2 2 2 2 +
? + 2 + + +
4 noto che tra tutte le terne ortogonali per il punto 0 considerato ne esiste una ed in
generale una sola, con riferimento alla quale il tensore degli sforzi assume una forma
??
semplificata, le componenti del vettore della sollecitazioni sono soltanto ortogonali ai piani
!componenti di taglio nulle#. Tale terna verr definita principale e le tre tensioni normali
sono chiamate tensioni principali.
?
2
+
, ,
, ,
, ,
+
+
++ >>
?
u
2
2
22 zz
?
u
?
?
??
?>
?
u
?
u
2
+
2
+
+
2
2
+
+2
,
_
+
>z
?
u
?
u
2
+
2
+
2
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?
2
2?
,
_
+
?z
?
u
?
u
2
+
2
+
+
?
?
+
+?
,
_
+
2.2.+ Invarianti del tensore delle deformazioni unitarie
<nche per il tensore delle deformazioni unitarie possibile definire i tre invarianti
risolvendo lequazione del terzo ordine
,
? 2
2
+
?
I I I
2.2.2 Scomposizione del tensore delle deformazioni unitarie
?>
(ome per le sollecitazioni possibile scomporre il tensore delle deformazioni. (hiamando
con e la media delle deformazioni unitarie normali
( ) ( )
+ ? 2 +
?
+
?
+
?
+
I e
z > ?
+ + + +
Le componenti deviatoriche delle deformazioni unitarie risultano.
e e e e e e
z z > > ? ?
2.? L4=<;4 T4$SI7$4 3457';<6I7$4
La legge di Doo\e lesempio pi1 semplice di una legge costitutiva. 0er una sollecitazione
monoassiale si esprime con la seguente legge
=
Il parametro costante di proporzionalit tra le sollecitazioni e le deformazioni viene
chiamato modulo di ]oung.
$el caso tridimensionale si applica la legge di Doo\e generalizzata
@l iA@l iA
In un solido isotropo gli assi principali delle sollecitazioni e delle deformazioni coincidono.
Inoltre lipotesi generale della teoria dellelasticit lineare e cio che le componenti della
sollecitazione sono funzioni lineari delle deformazioni porta a queste equazioni con
soltanto due variabili indipendenti
( ) [ ]
? 2 + +
+
+
=
( ) [ ]
? + 2 2
+
+
=
( ) [ ]
+ 2 ? ?
+
+
=
Il rapporto tra la pressione idrostatica !media delle sollecitazioni normali che agisce
ortogonalmente al piano ottaedrico# la deformazione unitaria volumetrica essa viene
chiamato modulo di bul\ M.
v
p
+
con
+ ? 2 +
I
z > ? v
+ + + +
?-
I legami tra M , 4, = e n sono esplicitati nelle seguenti relazioni
( ) 2 + ?
=
+
( )
+
+ 2 ?
= :
G
d
G +
G +
=
+
?
K
G +
G +
2 -
2 ?
+
3ove
( ) ( ) ( ) [ ]
oct
: + +
2
?
2 I
2
? 2
2
? +
2
2 +
( ) ( ) ( )
oct d
+ + 2
?
2
2
2 +
2
2 +
2
2 +
3. AMMASSO OMOGENEO INDEFINITO (TEORIA DI BOUSSINESQ)
Il modello pi1 semplice per valutare lo stato tensionale di un terreno soggetto a carichi
esterni quello di considerarlo come un semi spazio, omogeneo isotropo con una legge
costitutiva di tipo elastico lineare. =i nel +::>, Joussinesq elabor% una teoria che
prevedeva un carico esterno puntuale applicato al semi)spazio infinito e fornendo le
equazioni per il calcolo dello stato tensionale in ogni punto del terreno. Successivamente, la
teoria venne estesa al caso di un carico distribuito q su un area circolare di raggio a. con
una semplice integrazione. Lo stato della sollecitazione in un punto 0 alla profondit z e a
distanza radiale r rappresentato, in un sistema di riferimento in coordinate cilindriche
dalla sollecitazione verticale Oz, dalla sollecitazione tangenziale Ot da quella radiale Or e
dalla sollecitazione di taglio Nzr. La sollecitazione in corrispondenza dellasse del carico
del tipo assial simmetrica con Nzr B , e Or B Ot In questo caso le due sollecitazioni sono
anche sollecitazioni principali.
Figura ".! Stato della sollecitazione in coordinate cilindriche
?H
Lo stato della sollecitazione lungo lasse del carico si determina con le seguenti espressioni
( )
1
1
]
1
+
> , +
2 2
?
+
z a
z
:
z
( )
( ) ( )
1
1
]
1
+
+
+
+
+
> , +
2 2
?
> , ,
2 2
+ 2
2 +
2
z a
z
z a
z :
r
Si osservi che la sollecitazione verticale indipendente dai parametri dellelasticit modulo
elastico 4 e coefficiente di 0oisson. La sollecitazione radiale dipende esclusivamente dal
coefficiente di 0oisson
Le deformazioni unitarie si possono calcolare utilizzando la legge di Doo\ generalizzata al
caso tridimensionale.
( ) [ ]
t r z z
=
+
+
( ) [ ]
t z r r
=
+
+
( )
( ) ( )
1
1
]
1
+
+
+
> , +
2 2
?
> , ,
2 2
2
2 +
+
z a
z
z a
z
=
:
z
( ) ( )
( ) ( )
1
1
]
1
+
+
> , +
2 2
?
> , ,
2 2
+ 2
2 +
2
+
z a
z
z a
z
=
:
r
'
1
]
1
+
+
+
z z a
a
z a
a
=
a :
dz '
z
z
z
> , ,
2 2
> , ,
2 2
,
2 + +
0er facilitare il calcolo delle tensioni e deformazioni, prima della diffusione del personal
computer, 5oster e <hlvin presentarono dei diagrammi per valutare la sollecitazione
verticale, quella radiale, quella tangenziale, quella di taglio e la deflessione G. =li autori,
visto la modesta influenza del coefficiente di 0oisson sulla sollecitazione e deformazione,
realizzarono i diagrammi per un terreno incompressibile con vB,,>.
Figura "." Sollecitazione verticale
?K
Figura ".% Sollecitazione radiale
Figura "., Sollecitazione tangenziale
9,
Figura ".- Sollecitazione di taglio
Figura ".0 #eformazione verticale
9+
Il modello di Joussinesq si basa sulla distribuzione uniforme della pressione su un area
circolare, come se la piastra fosse flessibile. Se il carico viene applicato su una piastra
rigida, come avviene normalmente nelle prove di carico, la distribuzione delle pressioni sul
terreno non uniforme, segue una legge non lineare in funzione della rigidezza della piastra
e del tipo di terreno. Integrando la pressione sullarea circolare si ottiene lespressione
riportata di seguito.
Figura ".4
( )
2
,
+ 2
=
a :
'
0iastra flessibile
( )
2
,
+
2
=
a :
'
0iastra rigida
?.+ SIST4;< ;*LTIST'<T7
Jurmister nel +K9? elabor% inizialmente una teoria per risolvere un sistema a due strati e
successivamente pass% ai tre strati pi1 idoneo a rappresentare una pavimentazione
flessibile. Le ipotesi di base della teoria di Jurmister sono
7gni strato omogeneo ed isotropo caratterizzato da un comportamento elastico
lineare con modulo 4 e coefficiente di 0oisson v.
Si trascura il peso del materiale
7gni strato ha una estensione infinita ed uno spessore finito t tranne lultimo strato
che presenta uno spessore infinito.
Il carico esterno sulla superficie uniforme e applicato su una superficie circolare.
Il passaggio tra uno strato e laltro garantito da una condizione di continuit. (i%
significa stesse sollecitazioni verticale e di taglio e stesse deformazioni verticali e
radiali. $ellipotesi di azioni di attrito nulle nelle interfacce la sollecitazione di
taglio viene posta uguale a zero.
0er agevolare i calcoli Jurmister propose anche dei grafici per determinare la sollecitazione
verticale !5ig. ?.K# e il fattore 52 per il calcolo della deformazione in superficie per il
sistema a due strati in funzione del rapporto tra i moduli dei due strati !5ig. ?.+,#.
7vviamente per un rapporto dei moduli pari ad uno la soluzione corrisponde con quella di
Joussinesq.
92
Figura ".5 Sollecitazioni verticali
Figura ".1/
2
2
,
> , +
F
=
a :
'
!piastra flessibile#
2
2
,
+: , +
F
=
a :
'
!piastra rigida#
9?
Successivamente altri autori, in particolare Duang presentarono dei grafici, sempre per il
sistema a due strati per individuare rapidamente la deflessione verticale in superficie,
quella stato sottostante e le deformazioni unitarie di trazione critiche alla base dello strato
superficiale. 8uesti valori sono quelli critici per la progettazione delle pavimentazioni
flessibili. "ennero presentati grafici non solo per un carico su ruota singola ma anche per
configurazioni pi1 complesse con ruote gemelle e ruote tandem.
La teoria dellelasticit riferita a un sistema multi strato stata implementata da diversi
programmi di calcolo. In particolare il programma JIS<' della Shell quello pi1 diffuso.
4sso consente unanalisi tensionale accurata in qualsiasi punto della pavimentazione per
qualsiasi combinazione di carichi uniformemente distribuiti su impronte circolari. Il
programma permette anche lipotesi di strati non rigidamente connessi.
?.2 T47'I< 3I 734';<'M !;4T737 34=LI ST'<TI 48*I"<L4$TI ;4L#
La teoria di 7dermar\ si basa sullipotesi che lo stato tensionale e di deformazione sotto
uno strato dipende soltanto dalla rigidezza dello strato stesso. La rigidezza di uno strato
proporzionale alla seguente espressione
2
?
+
= h
dove h lo spessore dello strato e 4 e v sono le costanti elastiche.
In questo modo si pu% trasformare un sistema bistrato in uno mono strato equivalente. Lo
strato superficiale di caratteristiche h+ 4+ e v viene trasformato in uno equivalente di
spessore he con modulo 42 e coefficiente di 0oisson v. La trasformazione visibile in figura
non influenza la sollecitazione e deformazione nello strato sottostante.
2
2
?
+
+
+
?
+ +
= h = h e
da cui
?
+
2
2
2
2
+
+
+
+
=
=
h h
e
$aturalmente dopo la trasformazione in uno strato equivalente si pu% utilizzare la teoria di
Joussinesq per il calcolo delle tensioni e deformazioni ma solo al di sotto dellinterfaccia
tra i due strati.
Lipotesi del metodo di 7dermar\ non perfettamente corretta. 0er ottenere una risposta
pari al reale comportamento del sistema, opportuno introdurre un coefficiente correttivo f.
Lespressione dello spessore equivalente he, considerando uguali i coefficienti di 0oisson
diventa
99
?
2
+
+
=
=
h f h
e
Il coefficiente f potrebbe essere determinato attraverso la teoria dellelasticit o meglio
conoscendo la reale risposta della pavimentazione.
0er un sistema a pi1 strati !multi strato elastico#, lo spessore equivalente per lo strato n)+
con riferimento al modulo dello strato n pu% ricavarsi con la seguente espressione
?
+
+
?
?
?
2
?
2
2
+
+ ,
.....
n
n
n n e
=
=
h h
=
=
h
=
=
h f h
'
+
1
1
]
1
,
_
+
?.? IL 0'7='<;;< JIS<'
Il programma JIS<' !Jitumen Structural <nalYsis in 'oad# consente di effettuare lanalisi
tensionale in un sistema costituito da un multi strato con materiali a comportamento
elastico lineare.
Il sistema pu% essere caricato in superficie con uno o pi1 carichi uniformemente distribuiti
su aree circolari. Il programma consente di valutare leffetto di pressioni verticali e
orizzontali !sollecitazione di taglio in superficie#. Inoltre prevista unopzione per tener
conto di un parziale o totale scorrimento degli strati attraverso limplementazione di molle
a taglio nellinterfaccia tra gli strati.
I dati di I$0*T richiesti dal programma sono
Il numero degli strati
I moduli di deformazione degli strati !modulo di ]oung#
I coefficienti di 0oisson degli strati
Lo spessore degli strati eccetto lultimo che semi infinito.
Le eventuali molle allinterfaccia per simulare lo scorrimento
La posizione dellasse dei carichi che viene individuata da un sistema di coordinate
cartesiane
Lentit del carico pu% essere espressa o con i valori del carico e il raggio
dellimpronta, o con i valori della sollecitazione sullimpronta e il raggio o con i
valori del carico e della sollecitazione.
Leventuale componente orizzontale del carico e la direzione
Le coordinate nei punti dove desiderata lanalisi tensionale.
Lanalisi tensionale viene fornita in un sistema di coordinate cilindriche con il centro
coincidente con lasse del carico. 0er valutare leffetto di pi1 carichi presenti in superficie,
sfruttando il principio della sovrapposizione degli effetti, i valori dello stato tensionale in
un qualsiasi punto del semi spazio !stress, strain, displacement# sono forniti in coordinate
cartesiane, con riferimento al sistema definito nella fase di formulazione dei carichi.
9>
0er ogni carico applicato, loutput del programma fornisce, in coordinate cilindriche
Le componenti del tensore della sollecitazione,
Le componenti del tensore delle deformazioni unitarie
Le componenti del vettore delle deformazioni.
0er la combinazione di pi1 carichi, in coordinate cartesiane, il programma fornisce
Le componenti del tensore della sollecitazione
Le componenti del tensore delle deformazioni unitarie
Le componenti del vettore delle deformazioni
I valori e le direzioni delle sollecitazioni principali
I valori e le direzioni delle deformazioni unitarie principali
La massima sollecitazione di taglio
Figura ".11 onvenzione per i sistemi di coordinate cartesiane e cilindriche
9-
?.? ;4T737 IT4'<TI"7 04' L< 'IS7L*6I7$4 34L S4;I S0<6I7 (7$
T4''4$7 4L<STI(7 $7$ LI$4<'4
0er valutare leffetto del comportamento non lineare, dei materiali granulari e coesivi, sulla
sollecitazione e deformazione, possibile impiegare ancora la teoria di Joussinesq o di
Jurmister o pi1 agevolmente ricorrendo al programma JIS<', dividendo lo semi spazio
infinito in un certo numero di strati e valutando preliminarmente in mezzeria di ogni strato
le componenti della sollecitazione.
z B ),,+> m
z B ),,9> m
z B ),,H> m
z B )+,,> m
z B )+,?> m
r B ,,+> m
q B +,, \0a
,,? m
+,>, m
+?,> m
z B ):,2>, m
;'
+
;'
;'
;'
;'
2
?
9
>
;'
-
;'
:
Figura ".1! Schematizzazione adottata
Si ricordi che lo stato tensionale indipendente dalle caratteristiche elastiche del mezzo e
dipende unicamente dal carico esterno applicato. 3opo aver valutato lo stato tensionale si
pu% associare ad ogni strato il modulo elastico funzione del primo invariante della
sollecitazione, somma delle tre componenti normali della sollecitazione, se per esempio si
utilizza un espressione del modulo elastico del tipo riportato nella seguente espressione
( ) + +
,
= =
dove
^ il primo invariante della sollecitazione
_ una costante del terreno
4o il modulo iniziale o il modulo quando linvariante ^ B,
Si osservi che lInvariante della tensione dovrebbe comprendere anche leffetto del carico
geostatico.
( )
,
2 + + z
t r z
+ + + +
Il problema si pu% risolvere con un metodo iterativo. Il processo viene ripetuto finch& i
moduli di tutti gli strati convergono fissata una tolleranza. Il metodo descritto un metodo
semplificato che si basa sullipotesi di una suddivisione del semispazio indefinito in strati
9H
caratterizzati da ugual modulo di deformazione. (i% ovviamente non vero, in quanto lo
stato tensionale varia da punto a punto. 0er un calcolo pi1 rigoroso necessario ricorrere
alle tecniche numeriche come gli elementi finiti o il metodo delle celle.
4. COMPORTAMENTO ISCO ELASTICO DEI TERRENI
9.+ I$T'73*6I7$4 <LL< '47L7=I<
;olti materiali solidi vengono descritti, in condizioni di piccole deformazioni !small strain#
attraverso la legge di Doo\e o dellelasticit lineare la sollecitazione proporzionale alla
deformazione. $el caso di sollecitazione mono dimensionale la legge si scrive
=
o nel caso di uno sforzo di taglio
G
8ueste equazioni possono essere scritte anche in termini di scorrimento !(ompliance#.
=
B
+
G
B
+
t
t = t
,
,
( ) ( )
( )
t
t G t
,
,
9.2 L4==I 4;0I'I(D4
Le curve di creep possono essere rappresentate molto semplicemente con leggi
matematiche. Le leggi utilizzate soprattutto per la viscosit primaria sono
fondamentalmente di due tipi funzioni di potenza e esponenziali.
( )
b
t 2 t ( ) ( )
b t
e 2 t
I
+
8ueste leggi sono molto utili per rappresentare una serie di dati sperimentali ottenuti in un
tempo piuttosto limitato. 4sse non possono essere utilizzate per predire comportamenti di
sistemi pi1 complicati con la sollecitazione variabile nel tempo. In questo caso si prestano
molto bene i modelli reologici lineari.
9.? ;734LLI '47L7=I(I LI$4<'I
8uesti modelli sono una combinazione di leggi semplici quali la elasticit lineare e la
viscosit e vengono rappresentati da una combinazione di modelli meccanici elementari.
Lequazione per la soluzione dei problemi mono dimensionali pu% essere facilmente
generalizzata anche ai casi tridimensionali.
3i seguito si far riferimento alla sollecitazione di compressione semplice, ma il tutto sar
uguale anche considerando la sollecitazione di taglio.
3ue sono i modelli di base
) lelemento molla o elemento di Doo\e caratterizzato dalla rigidezza della molla
M !4 o=#. La legge esprime la proporzionalit tra la sollecitazione e
deformazione.
+
) Lelemento viscoso o di $eGton caratterizzato dalla viscosit `. La legge
esprime una deformazione con velocit costante.
dt
d
t
>,
9.?.+ ;odello di ;aRGell
Il modello di ;aRGell costituito da una molla di rigidezza M e da un elemento viscoso
caratterizzato dal parametro e in serieA i due elementi sono soggetti allo stessa tensione. Se
Zm e Zv sono le deformazioni rispettivamente della molla e dello stantuffo si ottiene
Figura ".1% )odello di )a?'ell
+
m
t
v
Se allistante tB, viene applicata al sistema una tensione costante pari a s la funzione della
deformazione nel tempo diventa
( ) t
+
t +
+ +
dt
d
8uesta equazione differenziale pu% essere risolta utilizzando la trasformata di Laplace.
Imponendo a t B , un valore costante istantaneo della tensione si ottiene lequazione
differenziale
+ +
dt
d
La soluzione per e B , per t B , diventa
( ) ( )
+
I
+
t t
e
+
t
con t+ B `IM
8uesta legge esprime molto bene la viscosit primaria !transient creep#.
Ipotizzando che, il modello sollecitato in modo tale da presentare una deformazione Z,,
allistante t B , , venga scaricato istantaneamente si ottiene la seguente equazione
differenziale
, +
+
dt
d
'isolvendo tale equazione per t B , si ottiene
( ) ( )
+
I
,
+
t t
e t
9.?.? Il modello di Jurgers
Il modello di Jurgers costituito da un modello di Melvin in serie con il modello di
;aRGell. La soluzione di questo modello quando allistante iniziale tB, viene applicata
istantaneamente un sollecitazione costante data dallequazione
Figura ".1- )odello di Curgers
( ) ( ) t e
+ +
t
t t
+ +
2
I
+ 2
+
+
dove t+ B ` +IM+
8uesto modello d una semplice ma efficace rappresentazione con deformazione
istantanea, del creep primario seguito da un tratto di viscosit secondaria o regolare.
>2
9.?.9. Il ;odello generalizzato
(omprende un modello di ;aRGell in serie con n modelli di Melvin. Lequazione seguente
la soluzione del modello.
( ) ( ) t e
+ +
t
t t
i
n
i
+ +
2
I
+ ,
+
+
d
d
=
St
=
a :
f
4ssendo
4 il modulo elastico
n il coefficiente di 0oisson
q la pressione trasmessa dalla piastra circolare
>9
a il raggio della piastra
Figura ".14 Prova di portanza con piastra circolare
Lutilizzazione della teoria del Joussinesq per la determinazione del modulo statico di un
terreno porta a una sua valutazione corretta, nei limiti in cui i valori dellespressione
indicata sono confermati dagli esiti di prove sperimentali. Lequazione del cedimento
teorico secondo le ipotesi di Joussinesq, in un diagramma avente come ascissa il rapporto
0I< !perimetro e area della piastra# ed in ordinate i valori qIf, rappresentata da una retta
uscente dallorigine del grafico. Lindagine sperimentale indica uninfluenza del diametro
della piastra nella valutazione del cedimento secondo il grafico della figura. Se ne deduce
che lutilizzazione del modello del semi spazio elastico isotropo omogeneo, per
rappresentare il terreno di sottofondo deve essere limitata a valori del rapporto 0I<
maggiori o uguali a ,,,- che corrispondono a diametri della piastra inferiori a H- cm.
Figura ".15 Prova di portanza con piastra circolare
>>
Le prove di carico con piastra si distinguono in prove a ciclo unico e a cicli ripetuti. $elle
prove a ciclo unico lesito di una prova pu% essere rappresentata dalla figura ?.+> Si osserva
una deformazione totale che al cessare del carico parzialmente viene recuperata. Si potr
determinare quindi un cedimento della piastra elastico e uno plastico.
Figura ".!/ iclo di carico e scarico di una prova di portanza
$elle prove a cicli ripetuti, dopo un certo numero di cicli si pu% constatare una
stabilizzazione della risposta elastica !fe praticamente costante# e una diminuzione
dellaliquota plastica con le ripetizioni dei carichi !fig. ?.+K e ?.2,#.
Figura ".!1 Prova con carichi ripetuti
>-
Figura ".!! edimenti della piastra in funzione del numero dei cicli
3a quanto indicato si desume che gli esiti di una prova di carico con piastra portano a
risultati !cedimenti# diversi a seconda della modalit della prova !ciclo unico o cicli
ripetuti#. Sullentit del cedimento da assumere nel calcolo del modulo di deformazione di
un terreno non c uniformit di scelta. <lcuni indicano il cedimento totale al primo ciclo di
carico, altri fanno riferimento al cedimento dopo diversi cicli di carico, altri ancora
propongono di considerare esclusivamente i cedimenti reversibili. 8uestultimo criterio,
vista lorigine dellespressione per il calcolo del modulo !teoria dellelasticit#, sembra il
pi1 adatto.
>.+.?. ;odulo di reazione del terreno
Il modulo di reazione M del sottofondo si determina con una prova di carico su piastra a
ciclo unico simile a quella utilizzata per determinare il modulo elastico. La differenza pi1
importante riguarda il diametro della piastra che per tale prova deve superare i H- cm
perch& solo cosL il parametro M, definito come rapporto tra la pressione esercitata dalla
piastra e il cedimento corrispondente, risulter indipendente dalla dimensione della piastra.
!5ig. ?.+9#
f
p
+
E0aImmF
L*S (orp of 4ngineers propone di valutare M in base al cedimento totale provocato da un
carico che trasmette sul terreno una pressione di ,,,H ;0a. <ltri indicano di misurare la
pressione che comporta un cedimento di +I+, di inch e con questi valori calcolare il modulo
di reazione.
>H
Figura ".!" urva edimenti e pressioni sul terreno
Se la curva delle deformazioni in funzione delle pressioni applicate alla piastra, presenta
nella fase iniziale di carico un andamento non lineare, si consiglia, nella determinazione del
cedimento in corrispondenza della pressione di prova, di trascurare la prima parte della
curva con il procedimento grafico della figura ?.+K.
Figura ".!% urva edimenti e pressioni corretta
>.+.9 ;odulo di deformazione ;d
Il modulo di deformazione ;d introdotto dalla S$" e normalizzato anche in Italia dalle
norme ($' @ J.*. na K del ++.+2.+K-H, d una misura convenzionale della capacit
portante dei terreni, ed un ottimo indicatore delladdensamento del terreno. "iene valutato
effettuando una prova di carico a ciclo unico con piastra, generalmente di diametro ?, cm.
#
f
p
)
d
? +
r
d
.
)
?
K
( )
+
2 +
+
1
1
]
1
,
_
,
_
p
:
p
p
+ +
n
a
a
( ) n
a
a
p
p
G G
,
_
+
( )
a
a
G
+ n
-
+
Ea Ga n
Tabella ".! Terreni granulari
3ove
^ B primo invariante della sollecitazione o bul\ stress B O+ W O 2 W O ?
O d B tensione deviatorica O 2) O?
q B tensione deviatorica
O 2 B O? B pressione di confinamento
;r B ;odulo resiliente
M B modulo di bul\
= B modulo di taglio
4a B deformazione unitaria assiale
p B sollecitazione normale media
Il modulo resiliente di terre coesive dipende principalmente dalla tensione deviatorica e
dalla percentuale dacqua. I modelli pi1 diffusi sono quelli presentati nella tabella ?.?.
Modello Es4ressione Costanti
Li ( lineare
( )
d .
@ @ @ ) +
+ ? 2
J1 1 M&
( )
+ 9 2
@ @ @ )
d .
+
J1 : M&
E1 J2 J) E2
7otenza
d
@
.
@ )
?
+
E1 J)
%aBson Correia
d .
@ p @ @ )
?
,
S
2 +
+ E1 J2 J)
-9
( )
a a .
= f )
maR
+ma8
Tabella "." Terreni coesivi
La forma pi1 generale di questi modelli, valida per qualsiasi terreno, quella proposta da
<ndrei
? 2
H
-
+
?
+
a
ot
+
a
a .
+
p p
+
p + )
,
_
,
_
dove
;r B ;odulo resiliente
^ B 0rimo invariante della tensione !bul\ stress# O +W O 2W O ? in corrispondenza del
picco di carico che per la prova triassiale diventa ? O cW O +
Noct B sollecitazione di taglio ottaedrale in corrispondenza del picco di carico
( ) ( ) ( ) [ ] [ ]
'
+ + + + +
2
2?
2
+?
2
+2
2
? 2
2
? +
2
2 +
?
2
K
+
oct
$el caso della prova triassiale la diventa
?
2
oct
pa B pressione atmosferica !fattore di normalizzazione#
\+) \H costanti di regressione per caratterizzare i diversi materiali
<<SD7 2,,2 3esign =uide, propone il seguente modello semplificato per caratterizzare i
materiali non legati delle sovrastrutture stradali ponendo M-B, e M+ B+.
? 2
+
+
+
a
ot
+
a
a .
p p
p + )
,
_
,
_
+
,
eRp +
+,
3ove
;r B modulo resiliente ad un determinato grado di saturazione
S B grado di saturazione del materiale nella prova
;ropt B ;odulo resiliente in corrispondenza della massima densit del secco e con la
percentuale dacqua ottima.
S, B grado di saturazione al contenuto dacqua ottimo.
a B minimo di log !;rI;rotp#
b B massimo di log !;rI;rotp#
_ B parametro ottenuto come funzione di a e b Blnb!)aIb#
Ms B parametro di regressione
--
0er terre fini i valori raccomandati dei parametri sono
a B ),,>K?9, b B ,,9, _ B ),,?K99 \s B -,+?29
0er terre con granuli grossi i parametri sono
a B ),,?+2?, b B ,,? \s B -,:+>H
L<<STD7 nel recente metodo meccanicistico di dimensionamento delle pavimentazioni
flessibili proposto, individua !Livello 2 e ?#, per la stima del modulo resiliente delle
correlazioni con gli indici per la caratterizzazione dei terreni e alcune loro propriet fisiche.
Il modello pi1 utilizzato fornisce il modulo resiliente ;r in funzione del parametro di
portanza (J'. Inoltre viene indicata anche una semplice correlazione per stimare lindice
(J' di un terreno in funzione della percentuale del passante al setaccio 2,, <ST;
!,,,H9mm# e lindice di plasticit I0.
-9 , ,
2>>> C. )r
(on (J' espresso in percentuale e ;' in psi
( ) IP P
C.
+
2,,
H2: , , +
H>
3ove
02,, la percentuale di passate al setaccio n. 2,, della serie <ST; !,,,H9 mm#
I0 lindice di plasticit della terra.
L<<STD7 inoltre propone dei valori medi del modulo resiliente del sottofondo in
relazione al gruppo di appartenenza dei terreni. $ella tabella ?.> sono indicati anche dei
valori minimi e massimi tenendo conto della variabilit di tale grandezza in funzione dello
stato tensionale e delle condizioni ambientali !tenore dacqua#.
<<STD7
MODULO RESILIENTE
;in ;aR ;edia
;0a ;0a ;0a
<+)a
2->,-> 2:K,: 2H-
<+)b
299,K> 2H- 2-2,2
<2)9
+K?,2 2>:,H> 22,,:
<2)-
+->,- 22H,H +K?,2
<2)H
+9:,?> 2+?,K +->,-
<?
+-K,,> 299,K> 2,,,+
-H
<9
+9:,?> 2,,,+ +->,-
<>
++H,? +H>,K> +?:
<-
K?,+> +->,- ++H,?
<H)>
>>,2 +2,,H> :2,:
<H)-
?9,> K?,+> >>,2
Tabella "., (alori medi del modulo resiliente 122ST;63
>.2.2 ;odulo dinamico ricavato con prove deflettometriche !5c3#
I metodi basati su prove deflettometriche consistono nella misurazione dei cedimenti in
diversi punti della superficie stradale provocati da un carico esterno dinamico, e nel
valutare in base ad essi i moduli dinamici degli strati della pavimentazione o nel caso del
solo sottofondo il modulo del sottofondo.
Figura "."! #eflettometro a massa battente per usi stradali 1F<#3
La misura delle deflessioni che sono del tipo viscoelastiche viene effettuata tramite almeno
sette trasduttori accelerometrici !geofoni# disposti in linea sulla superficie stradale.
Il carico dinamico di tipo impulsivo viene generato dalla caduta di una massa ; da una
altezza h su un sistema di molle di rigidezza \ che a loro volta trasmettono il carico su una
piastra circolare posizionata sulla superficie stradale.
-:
Figura "."" #eflettometro a massa battente 1F<#3
(on un semplice bilancio energetico si pu% valutare la deformazione del sistema di molle e
lintensit massima del carico trasmessa dalle molle al piatto rigido 5maR.
2
2
+
? @ h g m
@
h g m
?
2
h g m @ ? @ F 2
maR
Indicando con < larea della piastra possibile calcolare la pressione massima esercitata
sulla superficie stradale
h g m @
r 2
F
p
2
+
2
maR
maR
<l variare dei valori della massa e della costante elastica del sistema di molle si possono
ottenere valori di pressione massima diversi. In commercio si possono trovare due tipi di
deflettometro, in relazione alla forza massima che riescono ad imporre alla piastra +2, M$
o 2>, M$. Il primo strumento !5alling ceight 3eflectometer# adatto per la misura dei
moduli in campo stradale, il secondo !DeavY ceight 3eflectometer# si usa in ambito
aeroportuale.
La pressione raggiunge il suo valore massimo in un tempo, attorno ai 2> @ ?, msec, che
corrisponde al tempo dellimpulso trasmesso dalle ruote dei mezzi pesanti stradali quando
essi viaggiano alla velocit di -, ) :, MmIh.
-K
! CORRELAZIONI TRA GLI INDICATORI DELLA PORTANZA
I parametri di portanza che interessano i metodi di progetto delle pavimentazioni stradali
sono
lindice (J', usato diffusamente nei metodi empirici per caratterizzare il
sottofondoA
il modulo resiliente ;', necessario per indicare la deformabilit dei materiali non
legati e del sottofondo, nella schematizzazione della sovrastruttura in un multi strato
elasticoA
il modulo di reazione M nel dimensionamento delle pavimentazioni rigide
il modulo di deformazione ;d, utile per caratterizzare laddensamento dei terreni.
Le correlazioni che interessano questi parametri e utilizzate nella compilazione del catalogo
delle pavimentazioni del ($' sono
C. )
.
+, E;0aF
8uesta relazione valida per valori del (J' saturo minori di +,
+ )
.
9K , , E;0aF
( ) C. + log ? , >+ + , 9 +
E;0aImF
8uesta relazione valida per (J' compreso tra 2 e ?,
( ) C. + log H , 2-- H , ?+9 +
8uesta relazione valida per (J' compreso tra ?, e +,,
0er quanto riguarda il modulo di deformazione ;d, molto adoperato in Italia, va
considerato che purtroppo manca una correlazione con il modulo resiliente ;' e quindi
dovr farsi ricorso a relazioni indirette quali quelle che legano ;d al (J'
d
) C. 2, , ,
;d espresso in ;0a
$elluso di questo tipo di procedura caratterizzata da una doppia correlazione occorre molta
cautela in quanto i valori che ne risultano non sempre garantiscono una sufficiente
affidabilit.
La figura ?.2 evidenzia le correlazioni tra le pi1 note classifiche tecniche dei terreni e alcuni
parametri di portanza tra i pi1 diffusi in campo stradale.
H,
Figura "."% orrelazioni tra alcune classificazioni tecniche e indicatori di portanza
H+
" CEDIMENTI PERMANENTI PER EFFETTO DI CARICHI RIPETUTI
I cedimenti permanenti del terreno di sottofondo di una sovrastruttura flessibile che si
sviluppano per effetto del transito veicolare, rappresentano come si vedr in seguito, uno
degli aspetti da valutare nella progettazione delle pavimentazioni con i metodi
meccanicistici. Infatti la presenza di deformazioni irreversibili sulla superficie del
sottofondo che si accumulano nel tempo contribuiscono alla formazione delle ormaie in
superficie. La previsione delle deformazioni permanenti non un problema di facile
soluzione. $ei metodi di calcolo meccanicistici delle pavimentazioni stradali si tiene conto
dei cedimenti permanenti nel sottofondo in due modi concettualmente diversi. Il primo
metodo impone una verifica sulla sollecitazione verticale o sulla deformazione verticale
massima nel terreno. =eneralmente nei metodi di verifica pi1 diffusi, il numero di
ripetizioni del carico per limitare la deformazione permanente direttamente correlato alla
deformazione unitaria di compressione massima.
( )
2
+
f
c
f &
I valori pi1 comuni dei coefficienti f+ e f2 sono riportati nella tabella ?.-
A9ENZIA & ' *roondit+ ormaie ,in.
#sphalt Institute 1!)*5 8 R10
(<
2!277 0!5
SI+""
50 0 *!15 8 R10
(7
2!00
35 0 1!<20 8 R10
(7
2!00
<5 0 1!050 8 R10
(7
2!00
USES TG" 35 0 *!130 8 R10
(3
)!<5 0!2
Lel$ian GGC )!050 8 R10
(<
2!)5
Tabella ".- riteri per la verifica delle deformazioni permanenti
Si riporta anche lespressione di Deuc\elom che stata utilizzata dal ($' per la verifica
allormaiamento nel catalogo delle pavimentazioni stradali.
&
=
din
(
log H , , +
,,- , ,
+
3ove
4din il modulo dinamico del sottofondo !anche modulo resiliente#
Ov la sollecitazione verticale massima di compressione nel sottofondo
$ il numero di ripetizione del carico che provoca la sollecitazione Ov.
Il secondo modo di valutare il degrado delle pavimentazioni flessibili associato al
fenomeno dellormaiamento in superficie, quello di stimare i cedimenti permanenti che si
H2
avranno al termine della vita utile della sovrastruttura per effetto della ripetizione dei
carichi stradali in superficie. 7vviamente per conseguire questo risultato necessario
conoscere il modo di evolversi delle deformazioni permanenti in funzione del numero di
ripetizioni del carico !prove di creep dinamico#.
H?