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CAPITOLO 1

CARATTERISTICHE DELLE TERRE PER USI STRADALI


1. INTRODUZIONE
La progettazione dellasse di una strada un problema tridimensionale. Si tratta di
individuare la migliore linea nello spazio che garantisca un tracciato sicuro e confortevole,
ai veicoli nella loro ampia libert di movimento. In problema analogo anche in campo
ferroviario, dove i movimenti dei veicoli sono invece rigidamente vincolati al tracciato.
Tradizionalmente questo problema stato semplificato e ricondotto a un doppio problema
bidimensionale lindividuazione dellasse in planimetria e la costruzione del suo profilo in
un piano verticale. Le caratteristiche geometriche dellasse di una strada vanno ricercate in
ragione della sicurezza e comfort degli utenti partendo da una velocit di riferimento o da
un intervallo di velocit di riferimento !"elocit di progetto#. $ella scelta dellasse di una
strada non si pu% trascurare altri aspetti come i vincoli del territorio, il costo totale
dellinfrastruttura, lincidenza sul costo totale delle opere in terra e laspetto ambientale con
i problemi connessi allinquinamento atmosferico e acustico prodotto dai veicoli in
movimento, nonch& con il forte impatto visivo che una tale opera pu% esercitare
sullambiente circostante.
Lasse di un tracciato stradale o ferroviario pu% trovarsi a una quota positiva, !'ilevato o
riporto#, negativa !Sterro, scavo o trincea# o nulla rispetto il piano campagna. In ogni caso il
solido geometrico, delimitato, dal piano campagna, dal piano di formazione !superficie del
sottofondo# e dalle scarpate siano esse di rilevato o di trincea, definito corpo stradale
!$orma ($')*$I +,,,- .(ostruzione e manutenzione della strade/#. 0er sottofondo si
intende il terreno sul quale appoggiata la sovrastruttura stradale e dove pi1 direttamente
interessato dallazione dei carichi. Il corpo stradale in rilevato pu% essere formato da
terreno proveniente dagli scavi che abbia o no subito un idoneo processo di miglioramento.
La sovrastruttura, sia essa stradale o ferroviaria, sovrapposta al sottofondo, destinata a
garantire in sicurezza il regolare moto dei veicoli distribuendo i carichi, da questi trasmessi,
sul sottofondo.
Figura 1.1 Sezione stradale a mezza costa
+
0er realizzare il corpo stradale dellinfrastruttura viaria sar necessario ricorrere a delle
opere in terra talvolta con lausilio di opere di sostegno per contenere le aree di
occupazione e per garantirne la stabilit, oppure, dove la differenza di quota tra lasse
stradale e il piano campagna eccessiva, a delle opere darte, come ponti, viadotti e
gallerie.
La tipologia, le dimensioni, lubicazione di unopera in terra riguarda scelte progettuali non
sempre facili che investono diversi aspetti dalle propriet fisiche e meccaniche dei
materiali, anche non tradizionali, impiegati nella costruzione, alla garanzia di stabilit e
durata dellopera anche con limpiego di tecnologie innovative e alla compatibilit
ambientale. Lingegnere stradale fortemente interessato a incrementare la resistenza di un
terreno, attraverso il miglioramento di alcune propriet fisiche e meccaniche dei materiali
stessi.
2. CARATTERISTICHE FISICHE
2.+. 345I$I6I7$I
La terra un aggregato di particelle solide, separabili senza frantumazione, !granuli o grani
costituiti anche da materiali diversi# di varie dimensioni, forma e struttura con interposti
vuoti che possono contenere acqua ed aria in diversa quantit. I legami che esistono tra i
granuli non sono molto forti e insistenti. Tanto vero che sufficiente una modesta azione
meccanica !semplice agitazione in acqua# per eliminarli. 8ueste terre che esistono in
prossimit della superficie terrestre, spesso contengono anche una parte di materiale
organico. La parte inorganica ha origine dalla degradazione e alterazione delle rocce.
0reliminarmente a qualsiasi intervento, che interessi un terreno, sar opportuno identificare
il terreno e descriverlo, in base alla forma, misura e distribuzione dei granuli contenuti, al
tipo di materiale, alle caratteristiche dei minerali presenti, allorigine della parte organica e
alla plasticit della parte fine. La norma IS7 +9-::)+, nella parte I Geotechical
investigation and Testing Identification and classification of Soil, descrive con cura le
fasi dellidentificazione di una terra. La parte II della norma IS7 +9-::)2 .Principles for a
classification/, indica i principi base per lidentificazione dei terreni in relazione a quei
materiali ed alle loro caratteristiche fisiche pi1 comunemente utilizzati nei terreni per le
applicazioni dellingegneria civile fondazioni, stabilizzazione dei terreni, strade, rilevati
stradali, dighe in terra e opere di drenaggio.
2.2 57';<
(on riferimento alla forma dei grani si possono riscontrare forme poliedriche, forme piatte
o allungate !una o due dimensioni prevalgono sulle altre due o sulla terza#. I granuli di
forma poliedrica possono avere la superficie rotondeggiante o angolare. =eneralmente una
sabbia presenta unelevata percentuale di grani poliedrici. Se la sabbia ha origine da una
cava posta sul greto di un fiume, probabilmente i suoi granuli sono anche tondeggianti. Se
essa proviene dalla frantumazione di rocce la forma dei granuli sar sicuramente angolare.
Langolarit una propriet fisica che influenza significativamente la resistenza al taglio di
una terra !aumento dellangolo di attrito#. *naltra propriet fisica dei granuli pi1 grossi,
2
particolarmente importante nelle pavimentazioni stradali, la tessitura della superficie del
granulo. Si parla generalmente di superficie scabra o liscia. !microtessitura inerti (ap. >#.
2.? 3I;4$SI7$4 4 <SS7'TI;4$T7 34I ='<$*LI
La dimensione di un granulo convenzionalmente definita secondo il metodo di prova. Se
la prova una setacciatura meccanica, la dimensione dei granuli corrisponde al diametro
minimo del crivello o alla dimensione minima della maglia dello staccio attraverso il quale
passa il granulo. Se la classificazione viene fatta attraverso una prova di sedimentazione la
dimensione corrisponde al diametro della sfera di eguale peso specifico che si comporta
nello stesso modo del granulo.
Tabella 1.1 lassificazione delle terre in base alla dimensione dei granuli
Le dimensioni delle particelle e la loro distribuzione nella massa totale di una terra sono
due fattori fondamentali che influenzano le propriet e prestazioni della terra stessa. Si
definisce frazione di una terra quella parte della terra che caratterizzata dalla dimensione
dei granuli. In base alla dimensione dei granuli una terra si suddivide in ghiaia, sabbia
!grossa, media e fine#, limo e argilla secondo le classificazioni di alcune tra le <ssociazioni
e <genzie internazionali pi1 note !tabella +.+#.
La normativa ($' @ *$I +,,,- propone la suddivisione riportata nella tabella +.2.
TERRA DEFINIZIONE
Ciottolo o pietra Trattenuto al crivello 71 UNI
Ghiaia o breccia Trattenuto al 25 UNI e passante al 71 UNI
Ghiaietto o breccetta Trattenuto al 10 e passante al 25 UNI
Ghiaino o brecciolino Trattenuto al 2 mm e passante al 10 UNI
Sabbia Frazione compresa ra 2 e 0!05 mm
"imo Frazione compresa tra 0!5 e 0!005 mm
#r$illa %imensione minore &i 0!005 mm
Tabella 1.! lassificazione dei granuli in base alla loro dimensione.
?
La normativa IS7 +9-:: per identificare una terra riporta la seguente tabella con una pi1
ampia articolazione dei terreni a granulometria uniforme. Le dimensioni di riferimento dei
granuli sono leggermente differenti rispetto i valori contenuti nella precedente
classificazione dell*$I.
Tabella 1." lassificazione delle frazioni di una terra
La distribuzione percentuale in peso dei granuli di cui la terra costituita, viene chiamata
granulometria o curva granulometrica. 4ssa rappresenta un elemento fondamentale per una
razionale classificazione di una terra. Il risultato dellanalisi granulometrica, che pu% essere
condotta, a seconda del tipo di terra, a secco o per via umida, pu% essere riprodotto in un
grafico. Sullasse delle ordinate vengono indicati, in scala normale, le percentuali in peso
del passanteA sullasse delle ascisse, in scala logaritmica, le dimensioni dei granuli.
Figura 1.! urva granulometrica
9
La forma della curva d indicazioni qualitative della composizione dei granuli in una terra.
(urve con forma molto pendente !discontinue# indicano una terra con granuli di dimensioni
poco assortite !p.e. monogranulari#. *na curva pi1 estesa indica la presenza di granuli di
diverse dimensioni. La curva ideale dal punto di vista della possibilit di ottenere la
massima densit dopo laddensamento indicata dallequazione
+,,
,
_

z
#
d
p
dove
3 B diametro massimo dei granuli
d B diametro intermedio
0 B percentuale in peso del passante al diametro d
z B coefficiente variabile tra ,,2> e ,,9> a seconda della forma dei granuli.
Tre indicatori sono associati alle analisi granulometriche ed esprimono delle caratteristiche
di forma della curva.
3imensione effettiva o efficace 3+,
(oefficiente di uniformit
+,
-,
#
#

$

(oefficiente di curvatura
-, +,
2
?,
# #
#

La dimensione effettiva dei granuli definita come la dimensione massima dei granuli che
hanno una percentuale di passante inferiore al +, C.
Il coefficiente di uniformit definito dal rapporto della dimensione massima dei granuli
con percentuali inferiori al -, C e la dimensione effettiva. Il coefficiente di uniformit
misura la forma della curva granulometrica nellintervallo 3+, e 3-,.
Il coefficiente di curvatura definito dallespressione precedente indica la forma della curva
granulometrica nellintervallo 3+,, 3?, e 3-,.
<ttraverso il coefficiente di uniformit e di curvatura la norma IS7 introduce una
classificazione della forma delle curve granulometriche riportata nella tabella +.9
FORMA DELLA CURVA Cu Cc
'ulti($ra&e& 15 1 Cc )
'e&ium($ra&e& * to 15 1
+ven($ra&e& * 1
Gap($ra&e& Usuall, hi$h #n, -usuall, 0!5.
Tabella 1.% Forma delle curve granulometriche
>
Lanalisi granulometrica meccanica viene condotta utilizzando una serie di setacci !stacci#
di maglia quadrata o crivelli con fori circolari di diversa dimensione. La prova pu% essere
fatta con la terra essiccata oppure, nel caso di terre con presenza di limo e argilla, per via
umida, per sciogliere i grumi di terra presenti. $elle tabelle 2.2 e 2.? sono indicati le serie
dei setacci *$I e di altre normative internazionali.
Tabella 1." #imensione dei crivelli e setacci della serie $&I
Tabella 1.% Serie di setacci e crivelli
-
*naltra rappresentazione grafica della composizione granulometrica di una terra quella
triangolare basata sulle propriet del triangolo equilatero. La composizione di una terra
!tessitura#, considerando esclusivamente le parti di sabbia, limo e argilla, viene
rappresentata da un punto della superficie di un triangolo equilatero.
Figura 1." #iagramma triangolare per la classificazione delle terre fini
2.9 ;734LL7 5ISI(7 4 0'70'I4T< "7L*;4T'I(D4
Le terre, sono dei materiali porosi. *n volume unitario di terra contiene una parte solida e
una di vuoti che pu% essere parzialmente o totalmente riempita da un liquido. Lo schema di
rappresentazione di un volume di roccia comprende, quindi, tre fasi la fase solida, la fase
liquida !acqua# e la fase gassosa !aria#. $elle terre, tutti i vuoti sono connessi e comunicanti
con lesterno e possono, quindi, essere riempiti dacqua !terre sature#.
v s a ' s
( ( ( ( ( ( + + +
Ecm
?
F
' s
) ) ) +
EgF
3ove
" B volume totale della roccia
"s B volume della parte solida
"G B volume occupato dallacqua
H
"a B volume riempito dallaria
"v B volume occupato dai vuoti !vuoti totali#
; B massa totale della roccia
;s B massa della parte solida
;G B massa dellacqua.
"iene definita massa volumica naturale o apparente della terra
(
)

EgIcm
?
F
La massa ; della terra viene determinata pesando la terra con una bilancia di precisione. Il
volume " si pu% determinare attraverso una pesata idrostatica.
"iene definita massa volumica del secco
(
)
s
d
EgIcm
?
F
La massa della parte solida viene determinata con una pesata dopo aver provveduto
allessiccazione del campione.
"iene definita massa volumica della parte solida o reale
s
s
s
(
)

EgIcm
?
F
Il volume della parte solida viene determinata con misure volumetriche con il picnometro.
In questo caso sar necessario eliminare completamente i vuoti mediante la disgregazione
del campione in particelle molto fini.
Si definisce contenuto in acqua !percentuale dacqua# il rapporto
+,,
s
'
)
)
'
2.9.+ 0orosit e indice dei vuoti
Si definisce porosit il rapporto tra il volume dei vuoti "v e quello totale del campione.
Spesso la porosit viene espressa in percentuale !percentuale dei vuoti#.
(
(
n
v

:
"ale la seguente relazione
s
d s
s
s
s
s s v
)
(
)
(
(
(
(
( (
(
(
n

# + ! # + !
Spesso nella meccanica delle terre si usa lindice dei vuoti e per quantificare i vuori e per
precisare la densit di una terra. 4sso viene definito come il rapporto tra tra il volume dei
vuoti e il volume della parte solida.
s
v
(
(
e
4siste un legame tra le due quantit n ed e
n
n
e

+
"iene definito inoltre grado di saturazione il rapporto espresso in percentuale tra il volume
dellacqua "G e il volume totale dei vuoti "v. 4sso rappresenta la percentuale di vuoti
riempiti dacqua.
+,,
v
'
(
(
S
2.> S*S(4TTI"IT< <LL<(8*< !LI;ITI 3I <TT4'J4'=#
Lacqua ha un ruolo fondamentale sulle caratteristiche fisiche e meccaniche di una terra.
Lacqua pu% trovarsi sotto forma di acqua libera e acqua adsorbita !igroscopica#. Lacqua
libera pu% essere gravitazionale o capillare. La prima si inserisce nei pori della terra per
azione diretta della gravit !pioggia, disgelo ecc.#. La seconda risale dal basso verso lalto
in virt1 delle tensioni superficiali che si manifestano tra le pareti dei pori e lacqua. I
fenomeni di capillarit sono molto importanti nelle costruzioni stradali specialmente per
quanto riguarda le condizioni del sottofondo e quindi della stabilit della sovrastruttura
stradale. Tali fenomeni possono dar luogo ad un aumento della presenza dacqua con
conseguente diminuzione della capacit portante nei sottofondi e quindi possibile accumulo
di deformazioni permanenti.
<llaumentare della percentuale dacqua, la consistenza di una terra pu% variare entro estesi
limiti. Si pu% passare dallo stato solido a quello semisolido, a quello plastico fino ad uno
K
stato liquido. I limiti di <tterberg sono delle costanti fisiche convenzionali espressi in
percentuale dacqua che segnano il passaggio da uno stato allaltro.
Il limite di ritiro EL'F indica il passaggio tra lo stato solido e quello semisolido. *na
riduzione della percentuale dacqua rispetto al L' non provoca alcuna diminuzione di
volume della terra. *n aumento della percentuale dacqua provoca un aumento del volume
della terra.
Il limite plastico EL0F segna il passaggio tra lo stato semisolido e quello plastico.
Il limite liquidi ELLF segna il passaggio dallo stato plastico a quello liquido.
8uesti valori vengono determinati convenzionalmente con le prove ideate da <tterberg
sulla frazione di una terra passante al setaccio n. 9, <ST; !,,92 mm#. Sono gli elementi
fini di una terra ad essere sensibili allacqua in quanto lacqua adsorbita o la capillarit sono
fenomeni fisici strettamente correlati alle dimensioni dei granuli.
Lindice di plasticit EI0F la differenza fra il LL e L0. ;isura lintervallo entro il quale il
terreno si trova allo stato plastico. 8uesto intervallo massimo per le argille, e minimo o
nullo per i terreni sabbiosi e per le sabbie. ;olto spesso nella caratterizzazione delle terre
plastiche si fa riferimento ad un altro indicatore che lindice di liquidit IL cosL definito
la differenza tra la percentuale dacqua presente nella terra e il limite liquido espressa in
percentuale dellindice di plasticit.
IP
*P '
I
*

La consistenza di una terra pu% essere valutata attraverso lindice di consistenza definito
dalla seguente espressione
IP
' **
+

dove G la percentuale dacqua di una terra.


In funzione dellindicatore di consistenza M la norma IS7 +9-::)2 classifica le terre fini
!limi e argille# in cinque classi secondo quanto riportato nella tabella +.>
Consistenza di limi e argille Indice di consistenza
/er, sot 0!25
Sot 0!25 to 0!50
Firm 0!50 to 0!75
Sti 0!75 to 1!00
/er, sti 1!00
Tabella 1., lassificazione della consistenza di una terrai
+,
3 PROPRIETA MECCANICHE
?.+ '4SIST4$6< 34LL4 T4''4
Tra le propriet meccaniche di una terra quelle pi1 importanti nella valutazione della
stabilit delle opere realizzate in terra !rilevati stradali, scarpate delle trincee pendii ecc.#,
sono le caratteristiche di resistenza. In particolare per i terreni ha significato soprattutto la
resistenza al taglio, cio labilit di resistere alle sollecitazioni che tendono a causare
scorrimenti su piani interni. La resistenza al taglio delle terre pu% essere espressa attraverso
lequazione empirica di (oulomb
tan +
n
c
dove
N la resistenza al taglio E;0aF
c la coesione E;0aF
O la sollecitazione normale sul piano di scorrimento E;0aF
P langolo di attrito
In relazione al diverso comportamento alla resistenza al taglio, le terre si distinguono in
terreni granulari e in quelli coesivi.
I terreni granulari, come le sabbie, sono caratterizzati da una legge in condizioni limite di
scorrimento data dalla equazione di una rette passante per lorigine nel piano do ;ohr.
tan
n E;0aF
I terreni coesivi, come le argille, i limi argillosi, le argille sabbiose ecc. presentano una
resistenza al taglio somma di due termini la coesione e una quota proporzionale attraverso
langolo di attrito alla sollecitazione normale. La resistenza fortemente dipendente dalla
percentuale dacqua.
?.2 (7;0'4SSIJILITQ 34LL4 T4''4
7gni terra per la sua stessa costituzione granulare, per la presenza dei vuoti parzialmente o
totalmente riempiti dacqua, compressibile, cio sottoposta a dei carichi riduce nel tempo
il proprio volume. 0er valutare la compressibilit di una terra si ricorre alle prove
edometriche in laboratorio. La compressibilit dipende dalla riduzione dei vuoti per
assestamento delle particelle solide e dalla lenta eliminazione dellacqua contenuta nei pori.
Lesito delle prove edometriche viene esplicitato in una curva di compressibilit indice dei
vuoti e in funzione della pressione esercitata.
++
o
o
p
p
e e log
dove
e lindive dei vuoti
eo lindice dei vuoti iniziale
p la pressione applicata
( lindice di compressibilit
p
e

log

4 CLASSIFICAZIONE DELLE TERRE PER USI STRADALI


9.+ (L<SSI5I(<6I7$4 D'J ) ($')*$I +,,,-
Si assumono : gruppi di appartenenza come fondamentali e si indicano con la lettera < e
con un indice numerico da + a :.
<i primi tre gruppi !<+, <2, <?# appartengono le terre ghiao)sabbiose, individuate
dallavere un passante allo staccio ,,,H> *$I non maggiore del ?> C.
<i secondi 9 gruppi !<9, <>, <-, <H# appartengono le terre limo)argillose le quali invece
hanno un passante allo staccio ,,,:H> *$I maggiore di ?> C.
<llultimo gruppo, l<:, appartengono le torbe e le terre organiche palustri, facilmente
riconoscibili per la loro struttura fibrosa e lodore caratteristico.
<lcuni gruppi si suddividono a loro volta in sottogruppi individuati dallaggiunta di un
secondo indice costituito da una lettera o da un numero. 4 opportuno, inoltre, per le terre
contenenti argilla, far seguire un numero fra parentesi che rappresenta lindice di gruppo
!variabile tra , e 2,# ad esempio <H)- !+2#. Le terre di qualit portanti migliori hanno un
indice di gruppo pi1 basso. Lindividuazione del gruppo e del sottogruppo di appartenenza
di una terra viene effettuata mediante semplici prove consistenti in un analisi
granulometrica eseguita agli stacci 2 *$I, ,,9 *$I e ,,,H> *$I e nella determinazione del
limite Liquido LL e dellindice di 0lasticit I0.
Lindice di gruppo I= viene determinato con la seguente espressione
d b c a a I
G
+ + ,+ , , ,,> , , 2 , ,
dove
a la percentuale di passante allo staccio ,,,H> *$I meno ?>. Se tale percentuale
maggiore di H>, vale sempre H>. Se tale percentuale minore di ?>, sar sempre ?>
!a minimo ,, a massimo 9,#.
b la percentuale di passante allo staccio ,,,H> *$I meno +>. (on valori massimo e
minimo pari a 9, e ,
c il valore del limite liquido meno 9,. (on valori, massimo e minimo, pari a 2, e
,.
d il valore dellindice di plasticit meno +,. "alore massimo 2,, minimo ,.
+2
Classiicazione
Generale
Terre $hiaio(sabbiose
Frazione passante allo staccio 0!075 UNI 2))2 )50
Terre limo(ar$illose
Frazione passante allo staccio 0!075
UNI 2))2 1 )50
Torbe e
terre
or$aniche
palustri
Gruppo #1 #) #2 #2 #5 #* #7 #3
Sotto$ruppo # 1(a # 1(b # 2(2 # 2(5 # 2(* # 2(7 # 7(5 # 7(*
#nalisi
$ranulometrica
Frazione passante
allo
2 UNI 2))2 0 50 ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( (
0!2 UNI 2))2 0 )0 50 1 50 ( ( ( ( ( ( ( ( (
0!075 UNI 2))2 0 15 25 10 )5 )5 )5 )5 1 )5 1 )5 1 )5 1 )5 1 )5
Caratteristiche &ella
razione passante
allo staccio 0!2 UNI
"imite li4ui&o ( ( 1 20 1 20 20 1 20 20 1 20 20 1 20 1 20
In&ice &i plasticit5 * *6 N7 10
ma8
10 1 10 1 10 10 10 1 10 1 10
-I7 ""(
)0.
1 10
-I71""()0.
In&ice &i $ruppo 0 0 0 2 3 12 1* 20
Tabella 1.- lassificazione &. $&I 1///-
9.2. (L<SSI5I(<6I7$4 34LL4 T4''4 04' *SI <4'707'T*<LI
La classificazione delle terre per usi aeroportuali della 5<< richiede, come nel caso della
classifica dellD'J per le strade, i risultati di tre prove analisi granulometrica,
determinazione del Limite Liquido e dellIndice di 0lasticit. (ome risulta chiaro, lanalisi
granulometrica permette di separare le terre granulari da quelle fini. ;entre i diversi gruppi
sono individuati dal variare del limite liquido e dellindice di plasticit.
Tabella 1.0 lassificazione delle terre per la costruzione di aeroporti 1F223
+?
Figura 1.% lassificazione delle particelle fini
Tabella 1.4 lassificazione delle terre di sottofondo per le pavimentazioni aeroportuali
9.?. 0'I$(I0I 34LL< (L<SSI5I(<6I7$4 S4(7$37 L< $7';< IS7 +9-::)2
(ome gi visto nelle classifiche precedenti, lapproccio pi1 comune per classificare una
terra quello di dividere la terra in funzione delle dimensioni ed assortimento dei granuli
della frazione pi1 grossa e della plasticit della componente pi1 fine.
+9
La norma IS7 +9-::)2, nellannesso <, propone una tabella che sintetizza i principi della
classificazione dei terreni per usi dellingegneria civile.
Tabella 1.5 Principi della classificazione dei terreni secondo la norma IS6 1%-447!
La stessa normativa IS7 +9-::)2 propone come valori di riferimento per la suddivisione
delle terre sulla base del contenuto delle varie frazioni quelli indicati nella tabella +.?.
FRAZIONI
Contenuto razione
! "# mm
Contenuto razione
! $%$"# mm
Denominazione del terreno
Ghiaia
20 9 20
1 20
$hiaioso
$hiaia
Sabbia
20 9 20
1 20
sabbioso
sabbia
"imo e ar$illa
Terreni ini
5 9 15
15 9 20
1 20
: 20
; 20
: 20
; 20
: 10
10 9 20
20 9 20
1 20
"e$$6 "imoso
"e$$6 #r$illoso
"imoso
#r$illoso
#r$illoso
limoso
"imo
"imo
#r$illa
ar$illa
+>
Tabella 1." lassificazione secondo la norma IS6 1%-447!
9.9. (7''4L<6I7$I T'< <L(*$4 (L<SSI5I(D4 4 I$3I(I 3I 07'T<$6<
$ella figura +.> sono riportate le corrispondenze tra le diverse classi di terra secondo le
classificazioni tecniche pi1 diffuse in campo stradale. Inoltre nella stessa figura sono
indicate alcune correlazioni tra la classe di appartenenza e degli indicatori di portanza delle
terre che verranno definiti nel capitolo ?.
Figura 1., orrelazioni tra alcune classificazioni e indicatori di portanza.
+-
5. ESERCIZI
>.+ 4S4'(I6I7 (L<SSI5I(<6I7$4 34LL4 T4''4
(lassificare i materiali della tabella +.+, secondo le classifiche ($' @ *$I +,,,- e 5<<.
3escrivere il comportamento delle terre e individuarne le possibili applicazioni come
materiali di sottofondo, fondazione e base.
Materiale
&
Materiale
'
Materiale
#
Materiale
(
Materiale
)
"6"6 )5 2< 17
"676 20 25 N7 N7 N7
Granulometria
1 in 100 100
= in <) 33
> in 7* 5)
)?3 in ** 23
@ in 5) 1
10 100 100 100 )) 0!5
20 <3 <7 <5 2) 0
20 <* <5 <1 1)
*0 <) <2 23 <
100 33 <1 22 7
200 35 3< 0!5 *
0!05 mm 77 30
0!005 mm 2) 17
0!002 mm 11 7
Tabella 1.4 aratteristiche terre
+H
CAPITOLO 2
ADDENSAMENTO DELLE TERRE
1. INTRODUZIONE
;olti lavori nel campo dellingegneria civile come la costruzione di rilevati, la
realizzazione di opere di riempimento e livellamento, la preparazione dei piani di appoggio
dei solidi stradali, la realizzazione del sottofondo delle pavimentazioni e la preparazione
degli strati non legati delle pavimentazioni, richiedono limpiego di terre, misti granulari e
altri materiali. Tali materiali, per ottenere propriet fisiche e meccaniche soddisfacenti della
struttura, devono essere opportunamente addensati. Laddensamento di una terra un
processo attraverso il quale le particelle solide della terra vengono avvicinate,
incrementando la massa volumica del secco. 4sso si raggiunge attraverso la riduzione dei
vuoti riempiti dallaria con talvolta una modesta riduzione del contenuto dacqua. 8uesto
processo non deve essere confuso con il processo di consolidazione di una terra dove
lacqua viene allontanata con lazione di un carico statico e costante nel tempo.
<ddensando una terra si ottengono diversi risultati, ugualmente importanti
+. Lincremento della massa volumica del secco limita i cedimenti permanenti.
2. La diminuzione dei vuoti riduce la permeabilit di una terra.
?. Laddensamento migliora la resistenza meccanica di una terra.
9. Laddensamento incrementa la capacit portante di un terreno.
0er controllare il grado di addensamento di una terra si ricorre alla misura della massa
volumica del secco che definita dalla massa delle parti solide contenuti nellunit di
volume apparente. 4ssa direttamente correlata con il volume dei vuoti presenti in una
terra.
( S
S S
d
( (
)
(
)
+

Lefficacia di un processo di addensamento, valutata attraverso la misura della densit del
secco, dipende da molte variabili, tutte importanti. 4sse sono
La qualit del terreno !=ruppo di appartenenza#
La forma, le dimensioni, lassortimento dei granuli.
La modalit di addensamento !Statica, dinamica, vibrante, mista ecc.#
Lenergia di addensamento. 4ssa definita come il lavoro compiuto con i mezzi
meccanici per unit di volume di terra.
+:
Laltezza dello strato di terreno da addensare.
La percentuale dacqua della terra.
Tra tutti questi elementi, in laboratorio ne verranno isolati due, il contenuto dacqua di una
terra e lenergia di compattazione.
$ella tabella sono indicate le densit massime e minime e le relative percentuali dei vuoti
di alcune terre. La densit minima corrisponde allo stato di materiale sciolto depositato
dopo uno scavo. 8uella massima potrebbe corrispondere allo stesso materiale presente in
banco prima dello scavo e potrebbe anche superare la massima teorica ottenuta dalle prove
in laboratorio con le energie usuali !proctor o <<SD7 mod.#.
TI*I DI TERRA
*orosit+ ,-. Densit+ ,/g0m
#
.
maR min maR min
Terre $ranulari
Uniormi
Sere u$uali 27!* 2*
Sabbia stan&ar& AttaBa 22!0 ))!0 17*2 1272
Sabbia uniorme ine o e&ia 50!0 2<!0 13<0 1))0
"imo uniorma 52!0 2<!0 13<0 1230
Terre $ranulari
ben assortite
Sabbia limosa 27!0 2)!0 20)5 1)<2
Sabbia &a ine a $rossa 2<!0 17!0 2210 1)*2
Giaia e sabbia limosa 2*!0 12!0 2220 122*
'iscele &i terre
#r$ila sabbiosa o limosa *2!0 20!0 21*2 <*1
#r$illa limosa con $hiaia 50!0 17!0 222) 1)2*
Ghiaia ben assortita con
sabbia limo e ar$illa
21!0 11!0 2)71 1*02
Terre ar$illose
ar$illa 71!0 ))!0 17<2 301
#r$ille colloi&ali <2!0 )7!0 1*<3 )03
Terre or$aniche
"imi or$anici 75!0 )5 17*2 *21
#r$ille or$aniche 31 21 1*00 230
Tabella !.1 (alori tipici della porosit8 e densit8 delle terre
2. PROCESSO DI COMPATTAZIONE
Il primo test per individuare le caratteristiche delle terre ai fini della compattazione fu
introdotto da '.'. 0roctor, negli Stati *niti nel +K??. I dati venivano utilizzati per la
costruzione di dighe in terra. 4gli, impiegando per laddensamento delle terre fustelle
cilindriche di metallo e un pestello a caduta, individu% linfluenza della percentuale dacqua
sulla densit del secco a energia di addensamento costante. <umentando la percentuale di
umidit e superando il limite di spessore di adsorbimento, lacqua esercita una azione
lubrificante tra i granuli facilitando lavvicinamento e quindi un maggiore addensamento.
<umentando ancora la percentuale dacqua i vuoti tra le particelle si riempiono sino a
completa saturazione. In funzione della percentuale dacqua presente nel processo di
addensamento di una terra, si possono distinguere quattro fasi una fase di idratazione per
+K
cui le particelle per lazione contrastante dellacqua adsorbita stentano ad avvicinarsi sotto
lazione dei carichi esterniA una fase di lubrificazione durante la quale lacqua presente
facilita i movimenti relativi della particelle portando cosL alla massima densitA una fase di
rigonfiamento in cui la maggiore presenza dacqua provoca una riduzione della densit e
infine una fase di saturazione durante la quale il processo di riduzione della densit
continua. Tutto ci% si esplicita nella curva di addensamento che ha una forma a campana
con un massimo in corrispondenza del quale si individua la percentuale dacqua ottima.
Figura !.1 .appresentazione delle fasi di addensamento di una terra
2,
Figura !.! .elazione densit8 del secco e la percentuale d9ac:ua 122S;6 St.3
2.+. LI$44 (7$ "*7TI 3<'I< (7ST<$TI
*na prova di compattazione non completa se non vengono tracciate sullo stesso grafico
della curva di addensamento ricavata in laboratorio con la terra in esame, anche le curve
che corrispondono alle percentuali di vuoti daria costanti. 8ueste linee rappresentano la
relazione tra la densit del secco e la percentuale dacqua per valori costanti dei vuoti
riempiti daria. 0ossono essere tracciate solo se nota la massa volumica della parte solida.
(onsiderando lespressione della massa volumica del secco
( S
S S
d
( (
)
(
)
+

'icordando alcune definizioni
+,,
(
(
v n
(
(
+,,
(
(
v
a
a
si ottiene
( )
a a < S
a a
( ( ( (
v
(
v
+ +
+,, +,,
( )

,
_

+
+,,
+
+,,
a
a < S
a
v
( ( (
v
( )
+,,
+
+,,
a
< S
a
a
v
( (
v
(

Sostituendo nellespressione della massa volumica del secco il volume daria "a si ottiene
( )
( )
< S
a
S S
a
< S
a
a
S S
a
S S
( S
S S
d
( (
v
(
v
( (
v
v
(
(a
v
(
( (
)
(
)
+

,
_

+

+,,
+
+,,
+
+,,
+,, +,,

2+
+,,
+
+,,
+
+
+,,
+
'
v
(
(
v
S
a
S s
<
S
a
d
+

8uesta lequazione di un iperbole che rappresenta le linee a percentuale di vuoti daria


costante.
Figura !." urve con vuoti d9aria e saturazione costanti
"olendo rappresentare sullo stesso piano anche le linee a grado di saturazione costante si
deve operare come segue.
+,, +,,


S
<
(
<
( (
(
(
(
S
S d S
S
S
S
<
u
)
(
)
(
)
(
S

+ +

da cui si ricava
S
'
S d
+

+ +
22
Figura !." urve di addensamento e linee a saturazione costante
2.2 (<'<TT4'ISTI(D4 34LL< 0'7"< 0'7(T7'
Lapparecchiatura pi1 usata per lo studio delladdensamento delle terre quella di 0roctor.
4ssa consiste in contenitori cilindrici di capacit nota, entro i quali si pone la terra,
preliminarmente umidificata, e un pestello di dimensione e forma stabilite dalle norme che
viene fatto cadere automaticamente da una altezza fissata. Lenergia di addensamento totale
data dallenergia di caduta del pestello per effetto della gravit moltiplicata per il numero
delle cadute $c e per il numero degli strati di terra $s.
S T
& & h g m =
$ella tabella 2.+ sono riportate le caratteristiche tecniche dellattrezzatura e le modalit
delle prove normalizzate dall<<SD7. Le prove sono denominate comunemente Standard
e ;odificata. $ella prova ;odificata, lenergia di addensamento quasi cinque volte
superiore a quella standard. Tale energia di addensamento stata introdotta nei tests di
prova in un secondo tempo, in relazione allevoluzione tecnica che le macchine di
compattazione hanno subito nel tempo.
2?
Caratteristic1e
AA23O
Fustella 4iccola
AA23O
Fustella grande
Stan&ar& 'o&iicato Stan&ar& 'o&iicato
%iametro ustella CmmD 101!* 101!* 152!2 152!2
#ltezza provino CmmD 11*!2 11*!2 11*!2 11*!2
/olume provino Ccm
)
D <2)!21 <2)!21 2122!2) 2122!2)
7eso pestello CE$D 2!2< 2!5) 2!2< 2!5)
Numero strati ) 5 ) 5
Numero colpi 25 55 25 55
#ltezza ca&uta CcmD )0!23 25!72 )0!23 25!72
+ner$ia C'F m(
)
D 0!* 2!7 0!* 2!7
Tabella !.! aratteristiche delle prove di addensamento
2.? <334$S<;4$T7 I$ (<$TI4'4 4 (7$T'7LL7 34LL< 34$SIT<
$ella costruzione di unopera in terra sia questa un rilevato stradale, una diga, un
riempimento ecc., occorre che il terreno raggiunga una densit tale che in seguito sotto
lazione dei carichi di esercizio non si verifichino ulteriori assestamenti e quindi cedimenti
che possano compromettere la stabilit dellopera stessa e di eventuali strutture realizzate
sullopera stessa !per esempio le sovrastrutture stradali nel caso dei rilevati#. Inoltre
bisogna evitare anche una compattazione eccessiva che in presenza dacqua potrebbe
provocare dei rigonfiamenti altrettanto dannosi. 8uesto fenomeno non da temere nei
materiali granulari incoerenti !sabbie o ghiaie#, mentre pu% verificarsi nei terreni con
presenza notevole di materiali fini limi o argille.
La limitazione delle deformazioni irreversibili !plastiche# dei rilevati stradali sotto lazione
del peso proprio, dei sovraccarichi di esercizio e delle condizioni ambientali !azione
dellacqua#, una condizione indispensabile per assicurare la regolarit del piano stradale e
la durata della sovrastruttura. (on un accurato addensamento iniziale possibile realizzare
rilevati stabili nel tempo evitando quel continuo assestamento che un tempo rappresentava
linconveniente pi1 grave nelle costruzioni stradali.
Se d+ la densit del secco del terreno dopo ultimato il rilevato e df la sua densit del
secco finale, dopo un certo periodo di tempo, il cedimento lineare del rilevato si pu%
valutare con la seguente espressione considerando che il volume si riduca omoteticamente
? +
f
di
d



Se il cedimento si verificasse solo in senso verticale il cedimento sarebbe invece
29
f
i
d
d
+
Il cedimento reale compreso tra i due valori e si pu% stimare con la seguente espressione

,
_


f
i
f
i
f
i
d
d
d
d
d
d
+
K
>
?
+
+ ?
In pratica non si richiede che la densit del terreno sia tale da impedire qualsiasi variazione
di volume del rilevatoA si cerca di rendere queste variazioni, molto piccole, e soprattutto
uniforme lungo tutta la superficie del rilevato per ridurre al minimo le sollecitazioni sulla
sovrastruttura stradale. 8uesto scopo viene raggiunto allorch& laddensamento supera un
valore limite inferiore stabilito attraverso le prove di addensamento del 0roctor.
Lefficacia delladdensamento in sito dipende da vari fattori
;odalit di addensamento !Statica, dinamica, vibrante, impulsiva ecc#
Tipologia delle macchine impiegate per il lavoro di compattazione.
4nergia esercitata nella fase di addensamento ! numero dei passaggi ecc#
<ltezza dello strato addensato.
*midit del terreno
(ome visto in precedenza attraverso lesperimento di 0roctor possibile isolare due
elementi la percentuale dacqua e lenergia di addensamento ricavando la percentuale
dacqua ottima e la corrispondente densit del secco massima. 8uesti valori devono essere
confrontati con i valori della densit misurata in sito. I capitolati di appalto, di solito,
prescrivono che la densit in sito raggiunga un certo valore percentuale della densit
massima ottenuta in laboratorio.
I metodi classici per la misura della densit in sito consistono nello scavare nel suolo, di cui
si vuole determinare la densit, una piccola cavit asportandone il materiale che viene
accuratamente raccolto e pesato. Su questo materiale verr misurata la percentuale dacqua
per valutarne la sua massa secca. La prova viene completata con la misura del volume della
buca realizzata sulla superficie addensata con il metodo della sabbia !sabbia monogranulare
di densit nota# o con un apparecchio a membrana !metodo dellacqua#.
2.9 57';<6I7$4 34L (7'07 ST'<3<L4 !0'4S('I6I7$I 34I (<0IT7L<TI#
Il corpo stradale, al di fuori dei tratti occupati dalle opere darte !viadotti e gallerie#, si
realizza attraverso movimenti di materie con lapertura di trincee e la costruzione di
rilevati. Si distinguono, pi1 in generale, le seguenti lavorazioni
Lo smacchiamento. (onsiste nel taglio di alberi, arbusti, cespugli, ed estirpazione
delle radici.
Lo scorticamento. Si intende la rimozione del terreno superficiale vegetale con
rilevante contenuto di sostanze organiche.
2>
=li scavi di sbancamento. Sono necessari per lapertura della sede stradale in
trincea, per la preparazione dei piani di appoggio dei rilevati e per le opere di
pertinenza della strada.
=li scavi a sezione ristretta. (omprendono gli scavi per limpianto di opere darte,
gli scavi subacquei, le demolizioni ecc.
La formazione dei rilevati. 0articolare attenzione andr rivolta allo strati
superficiale su cui poggia la pavimentazione stradale !sottofondo#.
(ompletamento dei rilevati con le opere di protezione dallacqua !arginelli, cunette,
fossi di guardia ecc.# e opere in verde per protezione delle scarpate.
Figura !.- Sezione tipo in rilevato
Figura !.0 Sezione tipo in trincea
2-
2.9.+ ;ateriali per la formazione del rilevato
I materiali sciolti naturali che provengono dalla scomposizione di formazioni di terreni o di
ammassi rocciosi nelle zone di scavo delle trincee, ovvero dallestrazione da cave di
prestito, possono essere destinati alla costruzione dei corpi stradali se risultano
qualitativamente adatti. 4ssi sono classificati secondo quanto riportato nella norma ('$)
*$I +,,,-I-? .(ostruzione e manutenzione delle strade/ !(apitolo +#.
Le terre appartenenti al =ruppo <+ presentano caratteristiche adatte alla realizzazione delle
opere in terra. In ogni caso opportuno seguire alcune prescrizioni eliminare gli elementi
di dimensione superiore ai >,, mm, migliorare la curva granulometrica con integrazione,
quanto necessario di elementi frantumati, proteggere rapidamente le scarpate con terreno
vegetale per evitare lerosione. $ormalmente i sottofondi, che richiedono elevate propriet
meccaniche, si realizzano con terre appartenenti al =ruppo <+a.
Le terre di tipo <? !sabbie#, si prestano male alladdensamento ed alla circolazione dei
mezzi di cantiere. 3i norma limpiego senza particolari accorgimenti limitato alla
bonifiche dei piani di posa dei rilevati ed agli strati anticapillari.
Le terre appartenenti ai sottogruppi <29 e <2> !Le ghiaie e le sabbie limose# a bassa
plasticit sono convenientemente adoperate per la costruzione dei rilevati senza alcuna
difficolt di costruzione. =eneralmente presentano bassa permeabilit e modesta risalita
capillare.
<nche le terre appartenenti ai sottogruppi <2> e <2- !=hiaie e sabbie argillose# possono
essere impiegate nella realizzazione dei rilevati stradali, specialmente quando lIndice di
gruppo zero. Il loro comportamento tuttavia influenzato dalla presenza della frazione
argillosa. Il loro impiego deve essere evitato nella formazione dei piani di sottofondo delle
sovrastrutture stradali.
Limpiego delle terre appartenenti ai gruppi <9, <>, <- e <H, deve essere eventualmente
valutato attentamente indicando le tecniche di miglioramento !Stabilizzazione con leganti
idraulici# e i provvedimenti per la protezione da venute dacqua nelle opere in terra con
esse realizzate.
Talvolta utile limpiego di altri materiali !non convenzionali# diversi dalle terre. In tal
caso i materiali debbono essere sottoposti, prima del loro impiego, ad adeguate verifiche e,
se necessario, a prove di laboratorio per accertarne lidoneit e verifiche sperimentali in
sito.
2.9.+ Livelli prestazionali
0er accertare la corretta esecuzione di unopera in terra necessario, oltre a verificare che
la qualit della terra sia compatibile con le prescrizioni previste dal progettista, controllare i
valori di alcuni indicatori prestazionali, come laddensamento, il modulo di deformazione,
la portanza e le deformazioni permanenti ecc..
Laddensamento va controllato misurando la densit del secco in sito dello strato, e
confrontata con il valore limite, determinato in laboratorio, secondo quanto previsto dalla
tabella 2.9. Il limite diverso secondo la tipologia dello strato realizzato e del tipo di strada
prevista. *n altro indicatore che evidenzia indirettamente il grado di addensamento il
modulo di deformazione !o altrimenti detto di compressibilit# ;d, determinato sul piano
di posa, secondo la norma ($' +9-IK2. Salvo diverse e pi1 restrittive prescrizioni,
motivate in sede di progettazione dalla necessit di garantire la stabilit del rilevato, nel
2H
primo ciclo di carico, nellSintervallo compreso tra ,,,>T,,+> $Imm
2
, deve risultare non
inferiore ai valori della tabella 2.9. Il cedimento Uh della tabella 2.9, indica la deformazione
permanente misurata dopo il passaggio di un autocarro con asse posteriore di +, t secondo
la norma S$" -H,?->.
LIVELLI *RE2TAZIONALI
STG#TA
Tipo
&i
Stra&a
Gra&o &Ha&&ensamento
0 s ma8 &i laboratorio
'o&ulo &i
&eormazione
'& CN?mm
2
D
h
CmmD
Sottoon&o
#utostra&e e&
+8traurbane
principali
<5 0 ##SIA 'o& 50 < 2!5
#ltre
100 0 ##SIA St6 20 < )!0
Gilevato
#utostra&e e&
+8traurbane
principali
<2 0 ##SIA 'o& )0 < 2!0
#ltre
<7 0 ##SIA St6 25 < 5!0
Tabella !." *ivelli prestazionali per le opere in terra
0er strato di sottofondo in trincea si intende tutto lo strato di bonifica del sottofondoA in
rilevato, rappresenta lo strato superiore fino alla profondit di + metro.
Le caratteristiche di portanza del piano di posa del rilevato devono essere accertate in
condizioni di umidit rappresentative delle situazioni climatiche e idrogeologiche pi1
sfavorevoli, di lungo termine, con la frequenza stabilita dalla 3irezione Lavori, in relazione
allimportanza dellopera, allomogeneit del terreno di posa e, comunque, in misura non
inferiore ad una prova ogni >,,, m
2
. 0er i materiali a comportamento VinstabileV
!collassabili, espansivi, gelivi, etc.# la determinazione del modulo di deformazione viene
effettuata in condizioni sature.
3 ESERCIZI E QUESITI
2:
?.+ 4S4'(I6I7 3eterminare la massima densit o lottimo dacqua
3eterminare le curve di addensamento di una ghiaia sabbiosa <+)a e di una sabbia limosa
<2)9. Individuare le densit massime e le relative percentuali dacqua ottime. Tracciare
inoltre la linea con saturazione del +,, C.
TERRA A&5a
*eso Fustella ,g. *575600 *575600 *575600 *575600 *575600
Volume ustella ,cm
#
. 212262) 212262) 212262) 212262) 212262)
*eso Fust 6 terra umida ,g. 111*5675 115)2672 11**36*1 115<)622 11)*2625
*eso terra umida ,g. 25<0675 2<5<672 50<)6*1 5013622 273<625
*eso terra secca ,g. 22776<1 27)2657 27<*622 2*<061) 2212622
Contenuto d7ac8ua ,-. 2652 2630 *620 7600 3650
Densit+ del secco ,g0cm
#.
2611 262) 262* 2621 2603
Tabella !. % #ati della prova di 22S;6 mod.
TERRA A'5(
*eso Fustella ,g. *575600 *575600 *575600 *575600 *575600
Volume ustella ,cm
#
. 212262) 212262) 212262) 212262) 212262)
*eso Fust 6 terra umida ,g. 105336<< 107316*0 1110)620 1111*613 103<76<3
*eso terra umida ,g. 201)6<< 220*6*0 2523620 2521613 2)226<3
*eso terra secca ,g. )71)6<0 )320601 20)2622 )<3<67< )71)6<0
Contenuto d7ac8ua ,-. 3603 10612 126)0 1)632 1*620
Densit+ del secco ,g0cm
#.
1675 1630 16<0 1633 1675
Tabella !., #ati della prova di 22S;6 mod.
2K
Figura !., urve di addensamento 1prova 22S;6 mod.3
3al grafico risulta un contenuto dacqua ottimo per laddensamento pari a >,9 C per la terra
appartenente al =ruppo <+)a e +2,> C per la sabbia limosa appartenente al gruppo <2)9. I
valori corrispondenti di densit del secco massima sono rispettivamente 2,2- gIcm
?
e +,K,
gIcm
?
?,
?+
CAPITOLO 3
COMPORTAMENTO MECCANICO DEI TERRENI
1. INTRODUZIONE
<nche nel terreno, come in tutti i materiali impiegati nelle costruzioni, lazione di carichi
esterni, induce uno stato tensionale al quale associato uno stato deformativo. 0er esempio
il peso di una struttura trasmette, attraverso le sue fondazioni, uno stato tensionale di
compressione al terreno di supporto che comporta dei cedimenti alla struttura stessa.
<nalogamente le sollecitazioni indotte dal carico di una ruota in movimento sulla superficie
stradale causano delle tensioni di compressione e corrispondenti deformazioni verticali nel
sottofondo. (ome in tutti i materiali impiegati nei diversi campi dellingegneria, anche nei
terreni necessario conoscere la legge costitutiva e cio il legame tra le tensioni e le
deformazioni.
(i sono tre differenze fondamentali tra il comportamento dei terreni e altri materiali come
lacciaio o il calcestruzzo molto familiari allingegnere civile. La prima differenza si
riscontra nella forma della curva tensione deformazione. Si in presenza di un legame non
lineare. Il secondo aspetto riguarda il comportamento dei terreni al cessare del carico. La
deformazione causata dallo stato tensionale, solo parzialmente, viene recuperata quando il
carico viene ridotto o annullato. Le deformazioni del terreno hanno delle componenti
irreversibili di tipo plastico oltre a quelle reversibili elastiche. Infine il terreno si comporta
come un materiale viscoso cio le deformazioni sono anche funzione del tempo.
Figura ".1 #eformazioni del sottofondo e degli altri strati delle pavimentazioni flessibili
?2
In sintesi, quando un terreno soggetto a uno stato di sollecitazione, esso pu% manifestare
differenti deformazioni schematizzate con il modello della figura ?.+.
Si osserva una componente elastica istantanea, una componente plastica, anche questa
istantanea, una componente viscosa irreversibile e una viscosa reversibile !visco)elastica#.
8ueste deformazioni in molti casi dipendono dal livello della sollecitazione. Inoltre molto
spesso lipotesi di continuit del materiale propria della teoria dei solidi elastici non reale
per i materiali granulari.
2. ELEMENTI DI TEORIA DELLELASTICIT
2.+. T4$S7'4 34LL< S7LL4(IT<6I7$4 !S57'6I#
0er conoscere lo stato della sollecitazione in un punto qualsiasi di un corpo continuo
necessario individuare le nove componenti del vettore della sollecitazione nel punto,
definito con la seguente espressione
2
F
P
2

,
lim

(onsiderando una terna ortogonale destrorsa e indicando con O le sollecitazioni normali e


con N quelle di taglio le nove componenti della sollecitazione sono
z > z ? z
z > > ? >
z ? > ? ?



In assenza di momenti applicati al corpo risulta > ?

B ? >

? z

B z ?

e > z

B
z >

Segue che le componenti della sollecitazione si riducono a sei. 0er quanto riguarda il segno
di queste componenti spesso si considera il segno positivo per le sollecitazioni normali di
compressione e negativo per le trazioni.
;olto usata anche la notazione dove gli assi sono indicati dai numeri +,2,?. In questo
caso, le componenti del tensore della sollecitazione, quello indicato nella figura. Tutte le
componenti, con la convenzione dei segni usuale, sono positive.
? ? ? 2 ? +
? 2 2 2 2 +
? + 2 + + +



4 noto che tra tutte le terne ortogonali per il punto 0 considerato ne esiste una ed in
generale una sola, con riferimento alla quale il tensore degli sforzi assume una forma
??
semplificata, le componenti del vettore della sollecitazioni sono soltanto ortogonali ai piani
!componenti di taglio nulle#. Tale terna verr definita principale e le tre tensioni normali
sono chiamate tensioni principali.
?
2
+
, ,
, ,
, ,

0er determinare le componenti principali della sollecitazione necessario ricavare le


soluzioni della seguente equazione cubica
,
? 2
2
+
?
I I I
3ove le quantit I+, I2 e I?, indipendenti dalla scelta della terna degli assi cartesiani di
riferimento, chiamate per questo invariati della sollecitazione, sono definite dalle
espressioni
? 2 + +
+ + + +
z > ?
I
( ) ( )
? + + ? ? 2
2 2 2
2
+ + + + + + +
? > z ? z > ? > z ? z >
I
? 2 +
2 2 2
?
2 +
? > z z ? > z > ? > ? ? z z > z > ?
I
2.+.+. Scomposizione del tensore della sollecitazione
;olto spesso utile dividere la sollecitazione in una componente idrostatica e in una
deviatorica. La ragione di questa separazione sta nel fatto che la componente idrostatica
responsabile delle variazioni uniformi di volume !compressione o dilatazione# mentre la
componente deviatorica determina le distorsioni nel corpo.
(hiamando p la sollecitazione normale media !idrostatica#
( ) ( )
+ ? 2 +
?
+
?
+
?
+
I p
z > ?
+ + + +
8uesta quantit rappresenta la sollecitazione normale nel piano ottaedrico !stessa
inclinazione rispetto i tre piani principali#.
La scomposizione in forma matriciale risulta
? ? ? 2 ? +
? 2 2 2 2 +
? + 2 + + +



B
? ? ? 2 ? +
? 2 2 2 2 +
? + 2 + + +
S
S
S



W
p
p
p
, ,
, ,
, ,

in forma compatta
?9
[ ] [ ] [ ] p S +
dal tensore della sollecitazione deviatorica si possono determinare i tre invarianti X+, X2 e
X?.
2.2 T4$S7'4 34LL4 3457';<6I7$I *$IT<'I4
8uando un corpo solido soggetto a un sistema di forze esterne, esso si deforma rispetto la
sua configurazione originale. 4 conveniente per caratterizzare la deformazione considerare
le deformazioni unitarie !strain# definite come rapporto tra le ampiezze delle deformazioni
e la originaria configurazione non deformata. Ipotizzando unSunica dimensione, la
deformazione unitaria, secondo (auchY vale
,
,
l
l l
?


=eneralizzando il concetto ai solidi tridimensionali, ipotizzando piccole deformazioni, la
deformazione in un punto viene definita da nove componenti unitarie, che si riducono a sei
in quanto Zi[ B Z[i
? ? ? 2 ? +
? 2 2 2 2 +
? + 2 + + +



Le deformazioni unitarie si determinano in funzione degli spostamenti ui con le seguenti
espressioni
??
?
u


+
+
++ >>
?
u


2
2
22 zz
?
u


?
?
??
?>
?
u
?
u

2
+
2
+
+
2
2
+
+2

,
_

+

>z
?
u
?
u

2
+
2
+
2
?
?
2
2?

,
_

+

?z
?
u
?
u

2
+
2
+
+
?
?
+
+?

,
_

+
2.2.+ Invarianti del tensore delle deformazioni unitarie
<nche per il tensore delle deformazioni unitarie possibile definire i tre invarianti
risolvendo lequazione del terzo ordine
,
? 2
2
+
?
I I I
2.2.2 Scomposizione del tensore delle deformazioni unitarie
?>
(ome per le sollecitazioni possibile scomporre il tensore delle deformazioni. (hiamando
con e la media delle deformazioni unitarie normali
( ) ( )
+ ? 2 +
?
+
?
+
?
+
I e
z > ?
+ + + +
Le componenti deviatoriche delle deformazioni unitarie risultano.
e e e e e e
z z > > ? ?

2.? L4=<;4 T4$SI7$4 3457';<6I7$4
La legge di Doo\e lesempio pi1 semplice di una legge costitutiva. 0er una sollecitazione
monoassiale si esprime con la seguente legge
=
Il parametro costante di proporzionalit tra le sollecitazioni e le deformazioni viene
chiamato modulo di ]oung.
$el caso tridimensionale si applica la legge di Doo\e generalizzata
@l iA@l iA

In un solido isotropo gli assi principali delle sollecitazioni e delle deformazioni coincidono.
Inoltre lipotesi generale della teoria dellelasticit lineare e cio che le componenti della
sollecitazione sono funzioni lineari delle deformazioni porta a queste equazioni con
soltanto due variabili indipendenti
( ) [ ]
? 2 + +
+
+
=
( ) [ ]
? + 2 2
+
+
=
( ) [ ]
+ 2 ? ?
+
+
=
Il rapporto tra la pressione idrostatica !media delle sollecitazioni normali che agisce
ortogonalmente al piano ottaedrico# la deformazione unitaria volumetrica essa viene
chiamato modulo di bul\ M.
v
p
+

con
+ ? 2 +
I
z > ? v
+ + + +
?-
I legami tra M , 4, = e n sono esplicitati nelle seguenti relazioni
( ) 2 + ?

=
+

( )

+

+ 2 ?
= :
G
d

G +
G +
=
+

?
K

G +
G +
2 -
2 ?
+


3ove
( ) ( ) ( ) [ ]
oct
: + +
2
?
2 I
2
? 2
2
? +
2
2 +
( ) ( ) ( )
oct d
+ + 2
?
2
2
2 +
2
2 +
2
2 +
3. AMMASSO OMOGENEO INDEFINITO (TEORIA DI BOUSSINESQ)
Il modello pi1 semplice per valutare lo stato tensionale di un terreno soggetto a carichi
esterni quello di considerarlo come un semi spazio, omogeneo isotropo con una legge
costitutiva di tipo elastico lineare. =i nel +::>, Joussinesq elabor% una teoria che
prevedeva un carico esterno puntuale applicato al semi)spazio infinito e fornendo le
equazioni per il calcolo dello stato tensionale in ogni punto del terreno. Successivamente, la
teoria venne estesa al caso di un carico distribuito q su un area circolare di raggio a. con
una semplice integrazione. Lo stato della sollecitazione in un punto 0 alla profondit z e a
distanza radiale r rappresentato, in un sistema di riferimento in coordinate cilindriche
dalla sollecitazione verticale Oz, dalla sollecitazione tangenziale Ot da quella radiale Or e
dalla sollecitazione di taglio Nzr. La sollecitazione in corrispondenza dellasse del carico
del tipo assial simmetrica con Nzr B , e Or B Ot In questo caso le due sollecitazioni sono
anche sollecitazioni principali.
Figura ".! Stato della sollecitazione in coordinate cilindriche
?H
Lo stato della sollecitazione lungo lasse del carico si determina con le seguenti espressioni
( )
1
1
]
1

+

> , +
2 2
?
+
z a
z
:
z

( )
( ) ( )
1
1
]
1

+
+
+
+
+
> , +
2 2
?
> , ,
2 2
+ 2
2 +
2
z a
z
z a
z :
r


Si osservi che la sollecitazione verticale indipendente dai parametri dellelasticit modulo
elastico 4 e coefficiente di 0oisson. La sollecitazione radiale dipende esclusivamente dal
coefficiente di 0oisson
Le deformazioni unitarie si possono calcolare utilizzando la legge di Doo\ generalizzata al
caso tridimensionale.
( ) [ ]
t r z z
=
+
+
( ) [ ]
t z r r
=
+
+
( )
( ) ( )
1
1
]
1

+
+
+

> , +
2 2
?
> , ,
2 2
2
2 +
+
z a
z
z a
z
=
:
z

( ) ( )
( ) ( )
1
1
]
1

+
+

> , +
2 2
?
> , ,
2 2
+ 2
2 +
2
+
z a
z
z a
z
=
:
r

La deflessione verticale G si ottiene dal seguente integrale


( )
( )
( )

'

1
]
1

+

+
+

z z a
a
z a
a
=
a :
dz '
z
z
z
> , ,
2 2
> , ,
2 2
,
2 + +

0er un terreno incompressibile con v B ,,> lespressione della deformazione verticale si


semplifica e diventa
?:
( )
> , ,
2 2
2
2
?
z a =
a :
'
+

La deflessione in superficie per z B , diventa


( )
=
a :
'
2
,
+ 2

0er facilitare il calcolo delle tensioni e deformazioni, prima della diffusione del personal
computer, 5oster e <hlvin presentarono dei diagrammi per valutare la sollecitazione
verticale, quella radiale, quella tangenziale, quella di taglio e la deflessione G. =li autori,
visto la modesta influenza del coefficiente di 0oisson sulla sollecitazione e deformazione,
realizzarono i diagrammi per un terreno incompressibile con vB,,>.
Figura "." Sollecitazione verticale
?K
Figura ".% Sollecitazione radiale
Figura "., Sollecitazione tangenziale
9,
Figura ".- Sollecitazione di taglio
Figura ".0 #eformazione verticale
9+
Il modello di Joussinesq si basa sulla distribuzione uniforme della pressione su un area
circolare, come se la piastra fosse flessibile. Se il carico viene applicato su una piastra
rigida, come avviene normalmente nelle prove di carico, la distribuzione delle pressioni sul
terreno non uniforme, segue una legge non lineare in funzione della rigidezza della piastra
e del tipo di terreno. Integrando la pressione sullarea circolare si ottiene lespressione
riportata di seguito.
Figura ".4
( )
2
,
+ 2


=
a :
'
0iastra flessibile
( )
2
,
+
2


=
a :
'
0iastra rigida
?.+ SIST4;< ;*LTIST'<T7
Jurmister nel +K9? elabor% inizialmente una teoria per risolvere un sistema a due strati e
successivamente pass% ai tre strati pi1 idoneo a rappresentare una pavimentazione
flessibile. Le ipotesi di base della teoria di Jurmister sono
7gni strato omogeneo ed isotropo caratterizzato da un comportamento elastico
lineare con modulo 4 e coefficiente di 0oisson v.
Si trascura il peso del materiale
7gni strato ha una estensione infinita ed uno spessore finito t tranne lultimo strato
che presenta uno spessore infinito.
Il carico esterno sulla superficie uniforme e applicato su una superficie circolare.
Il passaggio tra uno strato e laltro garantito da una condizione di continuit. (i%
significa stesse sollecitazioni verticale e di taglio e stesse deformazioni verticali e
radiali. $ellipotesi di azioni di attrito nulle nelle interfacce la sollecitazione di
taglio viene posta uguale a zero.
0er agevolare i calcoli Jurmister propose anche dei grafici per determinare la sollecitazione
verticale !5ig. ?.K# e il fattore 52 per il calcolo della deformazione in superficie per il
sistema a due strati in funzione del rapporto tra i moduli dei due strati !5ig. ?.+,#.
7vviamente per un rapporto dei moduli pari ad uno la soluzione corrisponde con quella di
Joussinesq.
92
Figura ".5 Sollecitazioni verticali
Figura ".1/
2
2
,
> , +
F
=
a :
'

!piastra flessibile#
2
2
,
+: , +
F
=
a :
'

!piastra rigida#
9?
Successivamente altri autori, in particolare Duang presentarono dei grafici, sempre per il
sistema a due strati per individuare rapidamente la deflessione verticale in superficie,
quella stato sottostante e le deformazioni unitarie di trazione critiche alla base dello strato
superficiale. 8uesti valori sono quelli critici per la progettazione delle pavimentazioni
flessibili. "ennero presentati grafici non solo per un carico su ruota singola ma anche per
configurazioni pi1 complesse con ruote gemelle e ruote tandem.
La teoria dellelasticit riferita a un sistema multi strato stata implementata da diversi
programmi di calcolo. In particolare il programma JIS<' della Shell quello pi1 diffuso.
4sso consente unanalisi tensionale accurata in qualsiasi punto della pavimentazione per
qualsiasi combinazione di carichi uniformemente distribuiti su impronte circolari. Il
programma permette anche lipotesi di strati non rigidamente connessi.
?.2 T47'I< 3I 734';<'M !;4T737 34=LI ST'<TI 48*I"<L4$TI ;4L#
La teoria di 7dermar\ si basa sullipotesi che lo stato tensionale e di deformazione sotto
uno strato dipende soltanto dalla rigidezza dello strato stesso. La rigidezza di uno strato
proporzionale alla seguente espressione
2
?
+
= h
dove h lo spessore dello strato e 4 e v sono le costanti elastiche.
In questo modo si pu% trasformare un sistema bistrato in uno mono strato equivalente. Lo
strato superficiale di caratteristiche h+ 4+ e v viene trasformato in uno equivalente di
spessore he con modulo 42 e coefficiente di 0oisson v. La trasformazione visibile in figura
non influenza la sollecitazione e deformazione nello strato sottostante.
2
2
?
+
+
+
?
+ +

= h = h e
da cui
?
+
2
2
2
2
+
+
+
+


=
=
h h
e
$aturalmente dopo la trasformazione in uno strato equivalente si pu% utilizzare la teoria di
Joussinesq per il calcolo delle tensioni e deformazioni ma solo al di sotto dellinterfaccia
tra i due strati.
Lipotesi del metodo di 7dermar\ non perfettamente corretta. 0er ottenere una risposta
pari al reale comportamento del sistema, opportuno introdurre un coefficiente correttivo f.
Lespressione dello spessore equivalente he, considerando uguali i coefficienti di 0oisson
diventa
99
?
2
+
+
=
=
h f h
e

Il coefficiente f potrebbe essere determinato attraverso la teoria dellelasticit o meglio
conoscendo la reale risposta della pavimentazione.
0er un sistema a pi1 strati !multi strato elastico#, lo spessore equivalente per lo strato n)+
con riferimento al modulo dello strato n pu% ricavarsi con la seguente espressione
?
+
+
?
?
?
2
?
2
2
+
+ ,
.....
n
n
n n e
=
=
h h
=
=
h
=
=
h f h

'

+
1
1
]
1

,
_

+
?.? IL 0'7='<;;< JIS<'
Il programma JIS<' !Jitumen Structural <nalYsis in 'oad# consente di effettuare lanalisi
tensionale in un sistema costituito da un multi strato con materiali a comportamento
elastico lineare.
Il sistema pu% essere caricato in superficie con uno o pi1 carichi uniformemente distribuiti
su aree circolari. Il programma consente di valutare leffetto di pressioni verticali e
orizzontali !sollecitazione di taglio in superficie#. Inoltre prevista unopzione per tener
conto di un parziale o totale scorrimento degli strati attraverso limplementazione di molle
a taglio nellinterfaccia tra gli strati.
I dati di I$0*T richiesti dal programma sono
Il numero degli strati
I moduli di deformazione degli strati !modulo di ]oung#
I coefficienti di 0oisson degli strati
Lo spessore degli strati eccetto lultimo che semi infinito.
Le eventuali molle allinterfaccia per simulare lo scorrimento
La posizione dellasse dei carichi che viene individuata da un sistema di coordinate
cartesiane
Lentit del carico pu% essere espressa o con i valori del carico e il raggio
dellimpronta, o con i valori della sollecitazione sullimpronta e il raggio o con i
valori del carico e della sollecitazione.
Leventuale componente orizzontale del carico e la direzione
Le coordinate nei punti dove desiderata lanalisi tensionale.
Lanalisi tensionale viene fornita in un sistema di coordinate cilindriche con il centro
coincidente con lasse del carico. 0er valutare leffetto di pi1 carichi presenti in superficie,
sfruttando il principio della sovrapposizione degli effetti, i valori dello stato tensionale in
un qualsiasi punto del semi spazio !stress, strain, displacement# sono forniti in coordinate
cartesiane, con riferimento al sistema definito nella fase di formulazione dei carichi.
9>
0er ogni carico applicato, loutput del programma fornisce, in coordinate cilindriche
Le componenti del tensore della sollecitazione,
Le componenti del tensore delle deformazioni unitarie
Le componenti del vettore delle deformazioni.
0er la combinazione di pi1 carichi, in coordinate cartesiane, il programma fornisce
Le componenti del tensore della sollecitazione
Le componenti del tensore delle deformazioni unitarie
Le componenti del vettore delle deformazioni
I valori e le direzioni delle sollecitazioni principali
I valori e le direzioni delle deformazioni unitarie principali
La massima sollecitazione di taglio
Figura ".11 onvenzione per i sistemi di coordinate cartesiane e cilindriche
9-
?.? ;4T737 IT4'<TI"7 04' L< 'IS7L*6I7$4 34L S4;I S0<6I7 (7$
T4''4$7 4L<STI(7 $7$ LI$4<'4
0er valutare leffetto del comportamento non lineare, dei materiali granulari e coesivi, sulla
sollecitazione e deformazione, possibile impiegare ancora la teoria di Joussinesq o di
Jurmister o pi1 agevolmente ricorrendo al programma JIS<', dividendo lo semi spazio
infinito in un certo numero di strati e valutando preliminarmente in mezzeria di ogni strato
le componenti della sollecitazione.
z B ),,+> m
z B ),,9> m
z B ),,H> m
z B )+,,> m
z B )+,?> m
r B ,,+> m
q B +,, \0a
,,? m
+,>, m
+?,> m
z B ):,2>, m
;'
+
;'
;'
;'
;'
2
?
9
>
;'
-
;'
:
Figura ".1! Schematizzazione adottata
Si ricordi che lo stato tensionale indipendente dalle caratteristiche elastiche del mezzo e
dipende unicamente dal carico esterno applicato. 3opo aver valutato lo stato tensionale si
pu% associare ad ogni strato il modulo elastico funzione del primo invariante della
sollecitazione, somma delle tre componenti normali della sollecitazione, se per esempio si
utilizza un espressione del modulo elastico del tipo riportato nella seguente espressione
( ) + +
,
= =
dove
^ il primo invariante della sollecitazione
_ una costante del terreno
4o il modulo iniziale o il modulo quando linvariante ^ B,
Si osservi che lInvariante della tensione dovrebbe comprendere anche leffetto del carico
geostatico.
( )
,
2 + + z
t r z
+ + + +
Il problema si pu% risolvere con un metodo iterativo. Il processo viene ripetuto finch& i
moduli di tutti gli strati convergono fissata una tolleranza. Il metodo descritto un metodo
semplificato che si basa sullipotesi di una suddivisione del semispazio indefinito in strati
9H
caratterizzati da ugual modulo di deformazione. (i% ovviamente non vero, in quanto lo
stato tensionale varia da punto a punto. 0er un calcolo pi1 rigoroso necessario ricorrere
alle tecniche numeriche come gli elementi finiti o il metodo delle celle.
4. COMPORTAMENTO ISCO ELASTICO DEI TERRENI
9.+ I$T'73*6I7$4 <LL< '47L7=I<
;olti materiali solidi vengono descritti, in condizioni di piccole deformazioni !small strain#
attraverso la legge di Doo\e o dellelasticit lineare la sollecitazione proporzionale alla
deformazione. $el caso di sollecitazione mono dimensionale la legge si scrive
=
o nel caso di uno sforzo di taglio
G
8ueste equazioni possono essere scritte anche in termini di scorrimento !(ompliance#.
=
B
+


G
B
+

Le deformazioni sono istantanee, indipendenti dal tempo e reversibili.


$ei materiali liquidi !viscosi lineari o $eGtoniani# lapplicazione di uno sforzo produce
una condizione di flusso caratterizzata da una velocit di deformazione linearmente
proporzionale allo sforzo.
dt
d

o
dt
d

Le deformazioni sono dipendenti linearmente dal tempo e irreversibili.
In realt tutti i materiali esibiscono un comportamento diverso dalla legge di Doo\e in vario
modo. I materiali viscoelastici sono quelli che presentano un legame sforzi @ deformazione
dipendente dal tempo. La condizione stazionaria di deformazione non viene raggiunta
istantaneamente ma viene approssimata in un tempo pi1 o meno lungo. I principali
fenomeni riscontati nei materiali visco elastici sono
Se lo sforzo !Stress# viene mantenuto costante la deformazione aumenta con il
tempo !(reep#. <l cessare del carico si osserva la fase di recupero !recoverY#
Se la deformazione mantenuta costante lo sforzo si riduce con il tempo
!rilassamento#.
Leffettiva rigidezza dipende dal gradiente di applicazione del carico
Se viene applicato un carico ciclico si ottiene un ciclo di isteresi la cui area
proporzionale allenergia dissipata. !sfasamento tra la causa,sforzo, e leffetto,
deformazione#
9:
9.+.+ 5unzione di creep
Le curve sperimentali di creep a seconda dellentit del carico applicato possono
evidenziare forme diverse come illustrato nella figura ?.K.
$ella vicoelasticita lineare c un relazione lineare tra causa ed effettoA ovvero la funzione
di creep (ompliance indipendente dal livello del carico
< seconda del valore della tensione deviatorica applicata al campione si osservano quattro
comportamenti tipici.
) 6ona ,. <ttivit di creep nulla o trascurabile
) 6ona +. 3efinita viscosit primaria o di transizione
) 6ona 2. 3efinita viscosit secondaria o regolare
) 6ona ?. 3efinita viscosit terziaria.
Se la sollecitazione applicata istantaneamente si osserva una deformazione unitaria
istantanea seguita da una curva dove si distinguono tre tipici comportamenti
La zona , individua lo stato della sollecitazione al di sotto del quale la deformazione
praticamente costante nel tempo. !soglia di creep#.
Figura ".1" urve di reep
Il primo zona !+# caratterizzata da una curva con concavit verso il basso e da un
comportamento del materiale anelastico. (io se in un punto di questo tratto il carico
applicato viene annullato si ha un recupero istantaneo della componente elastica di
deformazione e un recupero totale della componente reologica !rilassamento#. La seconda
6ona !2# evidenzia un comportamento lineare della deformazione in funzione del tempo
!velocit costante#. La velocit della deformazione funzione con il livello di
sollecitazione. La terza zona !?# presenta una concavit della curva rivolta verso lalto e si
interrompe nel punto di rottura. 8uesto comportamento caratterizzato da un valore, dello
stato tensionale superiore ad un valore di soglia. La viscosit secondaria e terziaria sono
caratterizzate da deformazioni permanenti nella fase di rilassamento.
Le prove di creep sono prove piuttosto complicate per la difficolt di garantire nel tempo
condizioni ambientali omogenee e costanti e talvolta risulta difficoltosa la scelta del livelli
di sollecitazione.
9K
4sistono due approcci per rappresentare il comportamento reologico dei materiali
approssimare la curva di creep con funzioni matematiche !modelli empirici# o utilizzare i
modelli reologici.
9.+.2 'ilassamento
Il rilassamento il graduale decremento dello sforzo quando il materiale mantenuto alla
stessa deformazione. Il comportamento visco elastico lineare di un materiale si traduce in
unSunica curva di rilassamento, convertendo le risposte !sollecitazioni# in termini di modulo
4 o =
( ) ( )
( )



t
t = t
,
,
( ) ( )
( )



t
t G t
,
,
9.2 L4==I 4;0I'I(D4
Le curve di creep possono essere rappresentate molto semplicemente con leggi
matematiche. Le leggi utilizzate soprattutto per la viscosit primaria sono
fondamentalmente di due tipi funzioni di potenza e esponenziali.
( )
b
t 2 t ( ) ( )
b t
e 2 t
I
+


8ueste leggi sono molto utili per rappresentare una serie di dati sperimentali ottenuti in un
tempo piuttosto limitato. 4sse non possono essere utilizzate per predire comportamenti di
sistemi pi1 complicati con la sollecitazione variabile nel tempo. In questo caso si prestano
molto bene i modelli reologici lineari.
9.? ;734LLI '47L7=I(I LI$4<'I
8uesti modelli sono una combinazione di leggi semplici quali la elasticit lineare e la
viscosit e vengono rappresentati da una combinazione di modelli meccanici elementari.
Lequazione per la soluzione dei problemi mono dimensionali pu% essere facilmente
generalizzata anche ai casi tridimensionali.
3i seguito si far riferimento alla sollecitazione di compressione semplice, ma il tutto sar
uguale anche considerando la sollecitazione di taglio.
3ue sono i modelli di base
) lelemento molla o elemento di Doo\e caratterizzato dalla rigidezza della molla
M !4 o=#. La legge esprime la proporzionalit tra la sollecitazione e
deformazione.
+
) Lelemento viscoso o di $eGton caratterizzato dalla viscosit `. La legge
esprime una deformazione con velocit costante.

dt
d

t

>,
9.?.+ ;odello di ;aRGell
Il modello di ;aRGell costituito da una molla di rigidezza M e da un elemento viscoso
caratterizzato dal parametro e in serieA i due elementi sono soggetti allo stessa tensione. Se
Zm e Zv sono le deformazioni rispettivamente della molla e dello stantuffo si ottiene
Figura ".1% )odello di )a?'ell
+
m



t
v

Se allistante tB, viene applicata al sistema una tensione costante pari a s la funzione della
deformazione nel tempo diventa
( ) t
+
t +

La deformazione totale somma di due contributi, il primo indipendente dal tempo,


istantaneo, il secondo funzione lineare del tempo.
9.?.2 ;odello di Melvin e "oigt
8uesto modello viene rappresentato dalla combinazione di una molla di rigidezza M e di un
elemento viscoso con viscosit e in parallelo. In questo caso la sollecitazione totale s sar la
somma delle sollecitazioni degli elementi in parallelo.
Figura ".1, )odello di +elvin
>+

+ +
dt
d
8uesta equazione differenziale pu% essere risolta utilizzando la trasformata di Laplace.
Imponendo a t B , un valore costante istantaneo della tensione si ottiene lequazione
differenziale

+ +
dt
d
La soluzione per e B , per t B , diventa
( ) ( )
+
I
+
t t
e
+
t


con t+ B `IM
8uesta legge esprime molto bene la viscosit primaria !transient creep#.
Ipotizzando che, il modello sollecitato in modo tale da presentare una deformazione Z,,
allistante t B , , venga scaricato istantaneamente si ottiene la seguente equazione
differenziale
, +

+
dt
d
'isolvendo tale equazione per t B , si ottiene
( ) ( )
+
I
,
+
t t
e t


9.?.? Il modello di Jurgers
Il modello di Jurgers costituito da un modello di Melvin in serie con il modello di
;aRGell. La soluzione di questo modello quando allistante iniziale tB, viene applicata
istantaneamente un sollecitazione costante data dallequazione
Figura ".1- )odello di Curgers
( ) ( ) t e
+ +
t
t t
+ +

2
I
+ 2
+
+

dove t+ B ` +IM+
8uesto modello d una semplice ma efficace rappresentazione con deformazione
istantanea, del creep primario seguito da un tratto di viscosit secondaria o regolare.
>2
9.?.9. Il ;odello generalizzato
(omprende un modello di ;aRGell in serie con n modelli di Melvin. Lequazione seguente
la soluzione del modello.
( ) ( ) t e
+ +
t
t t
i
n
i
+ +

2
I
+ ,
+
+

9.9 I$3<=I$I S04'I;4$T<LI


0er la caratterizzazione delle propriet viscoelastiche di un materiale le prove sperimentali
sono
'ilassamento
(reep @ recoverY
0rove dinamiche in condizioni di moto oscillatorio
5. PROE DI LABORATORIO E IN SITO PER CARATTERIZZARE IL
COMPORTAMENTO DEI TERRENI (LA PORTANZA)
Tra le caratteristiche meccaniche dei terreni, quella che maggiormente interessa lingegnere
stradale, la .portanza/. 4ssa definita come la capacit dei terreni di resistere alle
deformazioni che, come gi visto nel paragrafo precedente, possono essere reversibili e
irreversibili. Tra le prime ci sono le deformazioni elastiche istantanee e quelle
viscoelastiche. $elle seconde si trovano le deformazioni plastiche istantanee e le
deformazioni plastiche di natura viscosa. 3alla definizione di portanza si evince facilmente
che essa dipende da tutti i fattori che influenzano i cedimenti sotto lazione di un carico
esterno. Tra questi figurano la natura del terreno, la forma, la dimensione e lassortimento
dei granuli, la massa volumica del secco !o la percentuale dei vuoti#, il suo contenuto in
acqua, lintensit del carico applicato, la velocit di applicazione dei carichi, la superficie
dimpronta, il numero di ripetizioni del carico.
La portanza pu% essere valutata determinando diversi parametri. <lcuni di questi, hanno un
carattere prettamente empirico, altri sono derivati da una trattazione teorica. I primi
rappresentano una misura convenzionale della capacit portante che tiene conto
complessivamente del comportamento di un terreno sotto lazione dei carichi. I secondi si
identificano con un comportamento teorico del terreno, precisamente il semispazio elastico
lineare omogeneo ed isotropo alla Joussinesq !tipo =lastic Solid# o il mezzo elastico
lineare !Tipo #ense *i:uid# caratterizzato dal fatto che in ogni punto il cedimento dipende
esclusivamente dal carico verticale ivi applicato.
>?
>.+ 0'7"4 ST<TI(D4
>.+.+. ;odulo statico 4st ricavato con prove triassiali
Il modulo viene ricavato da una prova triassiale statica. 4sso definito dalla tangente
trigonometrica dellangolo formato dalla tangente alla curva tensione deviatorica in
funzione della deformazione unitaria nella direzione del carico.
( )
+
? +


d
d
=
St

Figura ".10 Prova triassiale statica


Il modulo cosL definito non affatto unico ma varia con lintensit del carico. In particolare
cresce allaumentare della sollecitazione sferica e decresce allaumentare di quella
deviatorica.
>.+.2 ;odulo elastico statico 4st ricavato con prova di carico con piastra
Il procedimento per la valutazione del modulo elastico 4st statico consiste nel applicare,
attraverso una piastra rigida circolare, una pressione costante sulla superficie del sottofondo
e misurare il cedimento della piastra stessa. <lcuni studi sperimentali hanno dimostrato che
il cedimento della piastra si approssima a quello valutato attraverso la teoria del semispazio
elastico soltanto se il diametro della piastra inferiore a circa H- cm.
<pplicando la teoria di Joussinesq il cedimento in superficie al centro della piastra dato
dalla seguente espressione
( )
2
+
2


=
a :
f
4ssendo
4 il modulo elastico
n il coefficiente di 0oisson
q la pressione trasmessa dalla piastra circolare
>9
a il raggio della piastra
Figura ".14 Prova di portanza con piastra circolare
Lutilizzazione della teoria del Joussinesq per la determinazione del modulo statico di un
terreno porta a una sua valutazione corretta, nei limiti in cui i valori dellespressione
indicata sono confermati dagli esiti di prove sperimentali. Lequazione del cedimento
teorico secondo le ipotesi di Joussinesq, in un diagramma avente come ascissa il rapporto
0I< !perimetro e area della piastra# ed in ordinate i valori qIf, rappresentata da una retta
uscente dallorigine del grafico. Lindagine sperimentale indica uninfluenza del diametro
della piastra nella valutazione del cedimento secondo il grafico della figura. Se ne deduce
che lutilizzazione del modello del semi spazio elastico isotropo omogeneo, per
rappresentare il terreno di sottofondo deve essere limitata a valori del rapporto 0I<
maggiori o uguali a ,,,- che corrispondono a diametri della piastra inferiori a H- cm.
Figura ".15 Prova di portanza con piastra circolare
>>
Le prove di carico con piastra si distinguono in prove a ciclo unico e a cicli ripetuti. $elle
prove a ciclo unico lesito di una prova pu% essere rappresentata dalla figura ?.+> Si osserva
una deformazione totale che al cessare del carico parzialmente viene recuperata. Si potr
determinare quindi un cedimento della piastra elastico e uno plastico.
Figura ".!/ iclo di carico e scarico di una prova di portanza
$elle prove a cicli ripetuti, dopo un certo numero di cicli si pu% constatare una
stabilizzazione della risposta elastica !fe praticamente costante# e una diminuzione
dellaliquota plastica con le ripetizioni dei carichi !fig. ?.+K e ?.2,#.
Figura ".!1 Prova con carichi ripetuti
>-
Figura ".!! edimenti della piastra in funzione del numero dei cicli
3a quanto indicato si desume che gli esiti di una prova di carico con piastra portano a
risultati !cedimenti# diversi a seconda della modalit della prova !ciclo unico o cicli
ripetuti#. Sullentit del cedimento da assumere nel calcolo del modulo di deformazione di
un terreno non c uniformit di scelta. <lcuni indicano il cedimento totale al primo ciclo di
carico, altri fanno riferimento al cedimento dopo diversi cicli di carico, altri ancora
propongono di considerare esclusivamente i cedimenti reversibili. 8uestultimo criterio,
vista lorigine dellespressione per il calcolo del modulo !teoria dellelasticit#, sembra il
pi1 adatto.
>.+.?. ;odulo di reazione del terreno
Il modulo di reazione M del sottofondo si determina con una prova di carico su piastra a
ciclo unico simile a quella utilizzata per determinare il modulo elastico. La differenza pi1
importante riguarda il diametro della piastra che per tale prova deve superare i H- cm
perch& solo cosL il parametro M, definito come rapporto tra la pressione esercitata dalla
piastra e il cedimento corrispondente, risulter indipendente dalla dimensione della piastra.
!5ig. ?.+9#
f
p
+
E0aImmF
L*S (orp of 4ngineers propone di valutare M in base al cedimento totale provocato da un
carico che trasmette sul terreno una pressione di ,,,H ;0a. <ltri indicano di misurare la
pressione che comporta un cedimento di +I+, di inch e con questi valori calcolare il modulo
di reazione.
>H
Figura ".!" urva edimenti e pressioni sul terreno
Se la curva delle deformazioni in funzione delle pressioni applicate alla piastra, presenta
nella fase iniziale di carico un andamento non lineare, si consiglia, nella determinazione del
cedimento in corrispondenza della pressione di prova, di trascurare la prima parte della
curva con il procedimento grafico della figura ?.+K.
Figura ".!% urva edimenti e pressioni corretta
>.+.9 ;odulo di deformazione ;d
Il modulo di deformazione ;d introdotto dalla S$" e normalizzato anche in Italia dalle
norme ($' @ J.*. na K del ++.+2.+K-H, d una misura convenzionale della capacit
portante dei terreni, ed un ottimo indicatore delladdensamento del terreno. "iene valutato
effettuando una prova di carico a ciclo unico con piastra, generalmente di diametro ?, cm.
#
f
p
)
d

3p B incremento di pressione sulla piastra. 0er terreni di sottofondo ,,+ MgIcm


2
>:
3f B corrispondente cedimento della piastra
3 B diametro della piastra.
4sempio
PIASTRA CIRCOLARE:
DIAMETRO 30,00 cm SUP. S = 707 cm^2
Figura ".!, Prova di portanza con piastra
I CICLO :
0,50 -
1,50
da!cm
2
Md1 = 500 da! cm
2
1,50 -
2,50
da! cm
2
Md1 = 7"# da! cm
2
II CICLO :
0,50 -
1,50
da! cm
2
Md2 = 7500 da! cm
2
1,50 -
2,50
da! cm
2
Md2 = 3000 da!cm^2
Tabella ".1 Prova di portanza con piastra
>K
>.+.> Indice (J'
4 un parametro che fornisce una valutazione indiretta della portanza del terreno attraverso
una prova di penetrazione in sito o su un campione in laboratorio. <nche se le condizioni
della prova pongono il terreno in condizioni molto lontane da quelle di un sottofondo
stradale, per le elevate deformazioni plastiche indotte dalla prova, il valore che si ottiene sta
alla base di quasi tutti i metodi empirici di dimensionamento delle pavimentazioni stradali.
La prova consiste nel rilevare il diagramma pressioni esercitate dalla sonda in funzione dei
cedimenti, quando essa viene fatta penetrare, con una velocit predeterminata, nel terreno
in esame contenuto in una fustella, opportunamente addensato.
Figura ".!- 2pparecchiatura C.
Tali valori si rapportano a quelli analoghi ottenuti su un campione di riferimento. I carichi
di riferimento per il terreno campione sono H, e +,> da$Icm2 rispettivamente per un
affondamento di 2,> e >,, mm. "err assunto come indice (J' il valore maggiore dei due
valori calcolati in corrispondenza dei due affondamenti con le seguenti espressioni
+,,
H,
> , 2
> , 2

p
C.
+,,
+,>
, , >
, , >

p
C.
-,
Figura ".!0 Prova C.
Si osserva ancora che lindice (J', a parit di energia di addensamento, dipende dalla
percentuale dacqua presente nel campione. (i% si verifica anche quando il campione
sottoposto alla saturazione. La legge di variazione dellindice (J' con il contenuto
dacqua del tutto simile a quella del costipamento. Si osserva una valore massimo della
portanza espressa in percentuale (J' in corrispondenza di una percentuale dacqua. In
generale, il valore massimo di densit del secco, ed il valore massimo dellindice (J', non
si hanno in corrispondenza dello stesso contenuto di acqua !5ig. ?.2-#
Figura ".!4 urve di addensamento e C. in funzione della percentuale d9ac:ua
-+
>.2. 0'7"4 3I$<;I(D4
>.2.+ ;odulo resiliente e comportamento non lineare.
Il terreno, come gi affermato nellintroduzione a questo capitolo, un materiale in cui le
deformazioni non sono soltanto elastiche ma anche permanenti. Inoltre esse dipendono
anche dal tempo di applicazione del carico. Tuttavia sotto lazione di carichi ripetuti come
quelli del traffico stradale le deformazioni sono quasi totalmente reversibili e il terreno pu%
considerarsi come elastico. 0er utilizzare in maniera corretta la teoria dei solidi elastici
nella modellazione dei terreni, si ricorre al modulo resiliente che trasforma un
comportamento visco) elastico in uno elastico associato !equivalente#. (on un carico
applicato piccolo in rapporto alla resistenza del terreno, dopo un certo numero di
ripetizioni, la deformazione reversibile a ogni ripetizione del carico , praticamente,
costante e il terreno pu% considerarsi elastico.
Il modulo resiliente viene definito come il rapporto tra il deviatore di tensione q, per
esempio misurato in una prova triassiale dinamica, e la corrispondente deformazione assiale
reversibile.
r r
.
:
)

? +



r
d
.
)

Figura ".!5. )odulo resiliente


-2
dove
Od B tensione deviatorica
Zr B deformazione reversibile
Figura "."/. #efinizione di )odulo resiliente come modulo secante
Il modulo resiliente impiegato nellanalisi tensionale di una sovrastruttura stradale per
caratterizzare i materiali non legati come il terreno di fondazione, leventuale strato di base
non legato e il terreno di sottofondo.
$ella prova triassiale dinamica, usata per determinare il modulo resiliente, il campione
preliminarmente soggetto ad una pressione idrostatica di confinamento Oc che induce una
deformazione iniziale unitaria Zc uguale nelle tre direzioni per un materiale isotropo. <
questo punto la sollecitazione assiale O+ con cicli con valori compresi tra Oc e UO, induce
analoghi cicli di deformazioni reversibili. Il rapporto tra UO !tensione deviatorica# e la U Zr
il modulo resiliente.
Il modulo resiliente per materiali non legati dipende dallo stato della sollecitazione. $el
tempo sono stati proposti diversi modelli non lineari sia per terre granulari sia per quelle
coesive.
0er quanto riguarda i terreni granulari, i modelli pi1 usati sono riportati nella tabella ?.+. Il
modello pi1 diffuso indubbiamente quello in cui il modulo resiliente espresso in
funzione del primo invariante della sollecitazione !bul\ stress#, trascurando completamente
leffetto della sollecitazione di taglio.
Modello Es4ressione Costanti
2
+
@
.
@ ) E1 J2
O
+
O
c
O
d
Z
r
Z
;r B O
d
I Z
r
;r
-?
UK#N
d
@ @
.
@ )
? 2
+

E1 J2 J)
UT ( #ustn
?
+
? 2
@ @
d .
@ )
E1 J2 J)
UT +l 7aso
a
@ @
.
@ )
? 2
+

E1 J2 J)
Lo,ce
G +
+G
)
.
+

?
K
( )
+
2 +
+

1
1
]
1

,
_

,
_

p
:
p
p
+ +
n
a
a

( ) n
a
a
p
p
G G

,
_

+
( )
a
a
G
+ n
-
+

Ea Ga n
Tabella ".! Terreni granulari
3ove
^ B primo invariante della sollecitazione o bul\ stress B O+ W O 2 W O ?
O d B tensione deviatorica O 2) O?
q B tensione deviatorica
O 2 B O? B pressione di confinamento
;r B ;odulo resiliente
M B modulo di bul\
= B modulo di taglio
4a B deformazione unitaria assiale
p B sollecitazione normale media
Il modulo resiliente di terre coesive dipende principalmente dalla tensione deviatorica e
dalla percentuale dacqua. I modelli pi1 diffusi sono quelli presentati nella tabella ?.?.
Modello Es4ressione Costanti
Li ( lineare
( )
d .
@ @ @ ) +
+ ? 2
J1 1 M&
( )
+ 9 2
@ @ @ )
d .
+
J1 : M&
E1 J2 J) E2
7otenza
d
@
.
@ )
?
+
E1 J)
%aBson Correia
d .
@ p @ @ )
?
,
S
2 +
+ E1 J2 J)
-9
( )
a a .
= f )
maR

+ma8
Tabella "." Terreni coesivi
La forma pi1 generale di questi modelli, valida per qualsiasi terreno, quella proposta da
<ndrei
? 2
H
-
+
?
+
a
ot
+
a
a .
+
p p
+
p + )

,
_

,
_




dove
;r B ;odulo resiliente
^ B 0rimo invariante della tensione !bul\ stress# O +W O 2W O ? in corrispondenza del
picco di carico che per la prova triassiale diventa ? O cW O +
Noct B sollecitazione di taglio ottaedrale in corrispondenza del picco di carico
( ) ( ) ( ) [ ] [ ]

'

+ + + + +
2
2?
2
+?
2
+2
2
? 2
2
? +
2
2 +
?
2
K
+

oct
$el caso della prova triassiale la diventa

?
2
oct
pa B pressione atmosferica !fattore di normalizzazione#
\+) \H costanti di regressione per caratterizzare i diversi materiali
<<SD7 2,,2 3esign =uide, propone il seguente modello semplificato per caratterizzare i
materiali non legati delle sovrastrutture stradali ponendo M-B, e M+ B+.
? 2
+
+
+
a
ot
+
a
a .
p p
p + )

,
_

,
_

Lespressione completa + del modello, o le sue forme semplificate, rappresentano le


funzioni ideali per cogliere il comportamento dei materiali durante una prova triassiale.
Tuttavia limplementazione di queste espressioni, nel calcolo numerico agli elementi finiti,
o nel metodo delle celle, presentano alcune difficolt.
3allesito di una prova triassiale si pu% ricavare, nel piano ;odulo resiliente in funzione
del primo invariante della sollecitazione, in doppia scala logaritmica, una serie di punti.
(on una interpolazione lineare si ottiene la funzione riportata in figura ?.9.
M)NM2 M& M1 O1 P 'r
CpsiD CpsiD psi Q10(2 psi psi
2 * 2 5!3 12 10)22!3)
->
5 15 10 7!2 )0 20270!27
10 )0 20 <!5 *0 )1573!<5
20 *0 20 11!2 120 52*)1!53
2 * 2 * 12 10000
Tabella ".% #ati di una prova triassiale
Figura "."1 Interpolazione per il calcolo del modulo resiliente
4 noto che le propriet meccaniche, in particolare per terreni fini, sono molto sensibili alla
variazione del loro contenuto dacqua. 'ecentemente stato proposta dalla $(D'0 nel
nuovo metodo meccanicistico per il dimensionamento delle sovrastrutture stradali, il
seguente modello per aggiustare i valori del moduli resiliente dei materiali non legati e del
sottofondo in funzione della percentuale dacqua
( ) [ ]
.opt
S S @
a b
a
.
) )
s

+ +

+
,
eRp +
+,

3ove
;r B modulo resiliente ad un determinato grado di saturazione
S B grado di saturazione del materiale nella prova
;ropt B ;odulo resiliente in corrispondenza della massima densit del secco e con la
percentuale dacqua ottima.
S, B grado di saturazione al contenuto dacqua ottimo.
a B minimo di log !;rI;rotp#
b B massimo di log !;rI;rotp#
_ B parametro ottenuto come funzione di a e b Blnb!)aIb#
Ms B parametro di regressione
--
0er terre fini i valori raccomandati dei parametri sono
a B ),,>K?9, b B ,,9, _ B ),,?K99 \s B -,+?29
0er terre con granuli grossi i parametri sono
a B ),,?+2?, b B ,,? \s B -,:+>H
L<<STD7 nel recente metodo meccanicistico di dimensionamento delle pavimentazioni
flessibili proposto, individua !Livello 2 e ?#, per la stima del modulo resiliente delle
correlazioni con gli indici per la caratterizzazione dei terreni e alcune loro propriet fisiche.
Il modello pi1 utilizzato fornisce il modulo resiliente ;r in funzione del parametro di
portanza (J'. Inoltre viene indicata anche una semplice correlazione per stimare lindice
(J' di un terreno in funzione della percentuale del passante al setaccio 2,, <ST;
!,,,H9mm# e lindice di plasticit I0.
-9 , ,
2>>> C. )r
(on (J' espresso in percentuale e ;' in psi
( ) IP P
C.
+

2,,
H2: , , +
H>
3ove
02,, la percentuale di passate al setaccio n. 2,, della serie <ST; !,,,H9 mm#
I0 lindice di plasticit della terra.
L<<STD7 inoltre propone dei valori medi del modulo resiliente del sottofondo in
relazione al gruppo di appartenenza dei terreni. $ella tabella ?.> sono indicati anche dei
valori minimi e massimi tenendo conto della variabilit di tale grandezza in funzione dello
stato tensionale e delle condizioni ambientali !tenore dacqua#.
<<STD7
MODULO RESILIENTE
;in ;aR ;edia
;0a ;0a ;0a
<+)a
2->,-> 2:K,: 2H-
<+)b
299,K> 2H- 2-2,2
<2)9
+K?,2 2>:,H> 22,,:
<2)-
+->,- 22H,H +K?,2
<2)H
+9:,?> 2+?,K +->,-
<?
+-K,,> 299,K> 2,,,+
-H
<9
+9:,?> 2,,,+ +->,-
<>
++H,? +H>,K> +?:
<-
K?,+> +->,- ++H,?
<H)>
>>,2 +2,,H> :2,:
<H)-
?9,> K?,+> >>,2
Tabella "., (alori medi del modulo resiliente 122ST;63
>.2.2 ;odulo dinamico ricavato con prove deflettometriche !5c3#
I metodi basati su prove deflettometriche consistono nella misurazione dei cedimenti in
diversi punti della superficie stradale provocati da un carico esterno dinamico, e nel
valutare in base ad essi i moduli dinamici degli strati della pavimentazione o nel caso del
solo sottofondo il modulo del sottofondo.
Figura "."! #eflettometro a massa battente per usi stradali 1F<#3
La misura delle deflessioni che sono del tipo viscoelastiche viene effettuata tramite almeno
sette trasduttori accelerometrici !geofoni# disposti in linea sulla superficie stradale.
Il carico dinamico di tipo impulsivo viene generato dalla caduta di una massa ; da una
altezza h su un sistema di molle di rigidezza \ che a loro volta trasmettono il carico su una
piastra circolare posizionata sulla superficie stradale.
-:
Figura "."" #eflettometro a massa battente 1F<#3
(on un semplice bilancio energetico si pu% valutare la deformazione del sistema di molle e
lintensit massima del carico trasmessa dalle molle al piatto rigido 5maR.
2
2
+
? @ h g m
@
h g m
?

2
h g m @ ? @ F 2
maR
Indicando con < larea della piastra possibile calcolare la pressione massima esercitata
sulla superficie stradale
h g m @
r 2
F
p

2
+
2
maR
maR

<l variare dei valori della massa e della costante elastica del sistema di molle si possono
ottenere valori di pressione massima diversi. In commercio si possono trovare due tipi di
deflettometro, in relazione alla forza massima che riescono ad imporre alla piastra +2, M$
o 2>, M$. Il primo strumento !5alling ceight 3eflectometer# adatto per la misura dei
moduli in campo stradale, il secondo !DeavY ceight 3eflectometer# si usa in ambito
aeroportuale.
La pressione raggiunge il suo valore massimo in un tempo, attorno ai 2> @ ?, msec, che
corrisponde al tempo dellimpulso trasmesso dalle ruote dei mezzi pesanti stradali quando
essi viaggiano alla velocit di -, ) :, MmIh.
-K
! CORRELAZIONI TRA GLI INDICATORI DELLA PORTANZA
I parametri di portanza che interessano i metodi di progetto delle pavimentazioni stradali
sono
lindice (J', usato diffusamente nei metodi empirici per caratterizzare il
sottofondoA
il modulo resiliente ;', necessario per indicare la deformabilit dei materiali non
legati e del sottofondo, nella schematizzazione della sovrastruttura in un multi strato
elasticoA
il modulo di reazione M nel dimensionamento delle pavimentazioni rigide
il modulo di deformazione ;d, utile per caratterizzare laddensamento dei terreni.
Le correlazioni che interessano questi parametri e utilizzate nella compilazione del catalogo
delle pavimentazioni del ($' sono
C. )
.
+, E;0aF
8uesta relazione valida per valori del (J' saturo minori di +,
+ )
.
9K , , E;0aF
( ) C. + log ? , >+ + , 9 +
E;0aImF
8uesta relazione valida per (J' compreso tra 2 e ?,
( ) C. + log H , 2-- H , ?+9 +
8uesta relazione valida per (J' compreso tra ?, e +,,
0er quanto riguarda il modulo di deformazione ;d, molto adoperato in Italia, va
considerato che purtroppo manca una correlazione con il modulo resiliente ;' e quindi
dovr farsi ricorso a relazioni indirette quali quelle che legano ;d al (J'
d
) C. 2, , ,
;d espresso in ;0a
$elluso di questo tipo di procedura caratterizzata da una doppia correlazione occorre molta
cautela in quanto i valori che ne risultano non sempre garantiscono una sufficiente
affidabilit.
La figura ?.2 evidenzia le correlazioni tra le pi1 note classifiche tecniche dei terreni e alcuni
parametri di portanza tra i pi1 diffusi in campo stradale.
H,
Figura "."% orrelazioni tra alcune classificazioni tecniche e indicatori di portanza
H+
" CEDIMENTI PERMANENTI PER EFFETTO DI CARICHI RIPETUTI
I cedimenti permanenti del terreno di sottofondo di una sovrastruttura flessibile che si
sviluppano per effetto del transito veicolare, rappresentano come si vedr in seguito, uno
degli aspetti da valutare nella progettazione delle pavimentazioni con i metodi
meccanicistici. Infatti la presenza di deformazioni irreversibili sulla superficie del
sottofondo che si accumulano nel tempo contribuiscono alla formazione delle ormaie in
superficie. La previsione delle deformazioni permanenti non un problema di facile
soluzione. $ei metodi di calcolo meccanicistici delle pavimentazioni stradali si tiene conto
dei cedimenti permanenti nel sottofondo in due modi concettualmente diversi. Il primo
metodo impone una verifica sulla sollecitazione verticale o sulla deformazione verticale
massima nel terreno. =eneralmente nei metodi di verifica pi1 diffusi, il numero di
ripetizioni del carico per limitare la deformazione permanente direttamente correlato alla
deformazione unitaria di compressione massima.
( )
2
+
f
c
f &


I valori pi1 comuni dei coefficienti f+ e f2 sono riportati nella tabella ?.-
A9ENZIA & ' *roondit+ ormaie ,in.
#sphalt Institute 1!)*5 8 R10
(<
2!277 0!5
SI+""
50 0 *!15 8 R10
(7
2!00
35 0 1!<20 8 R10
(7
2!00
<5 0 1!050 8 R10
(7
2!00
USES TG" 35 0 *!130 8 R10
(3
)!<5 0!2
Lel$ian GGC )!050 8 R10
(<
2!)5
Tabella ".- riteri per la verifica delle deformazioni permanenti
Si riporta anche lespressione di Deuc\elom che stata utilizzata dal ($' per la verifica
allormaiamento nel catalogo delle pavimentazioni stradali.
&
=
din
(
log H , , +
,,- , ,
+


3ove
4din il modulo dinamico del sottofondo !anche modulo resiliente#
Ov la sollecitazione verticale massima di compressione nel sottofondo
$ il numero di ripetizione del carico che provoca la sollecitazione Ov.
Il secondo modo di valutare il degrado delle pavimentazioni flessibili associato al
fenomeno dellormaiamento in superficie, quello di stimare i cedimenti permanenti che si
H2
avranno al termine della vita utile della sovrastruttura per effetto della ripetizione dei
carichi stradali in superficie. 7vviamente per conseguire questo risultato necessario
conoscere il modo di evolversi delle deformazioni permanenti in funzione del numero di
ripetizioni del carico !prove di creep dinamico#.
H?

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