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IL DISCEPOLO

un porto sicuro per tutti coloro che cercano


la via, la verit e la vita
Copyright 2007 Provvedimento del Presidente del Tribunale
di Modena Iscritto al n.1866 del 19/02/2008
del Registro Stampe e Periodici.
anno 2 - n. 5
trimestrale - gennaio/marzo 2009
copia gratuita
questa rivista emanazione della Draco Edizioni
fondata nel 2006, per diffondere in termini moderni lantica conoscenza esoterica.
in collaborazione con lassociazione Atman, fondata nel 1994
per la diffusione del raja yoga e dellesoterismo,
e di Energheia, fondata nel 1996, prima scuola italiana per terapeuti esoterici.
Nel tempo tutto cambia e niente cambia. Le realt essenziali della vita, le sue strutture fondamentali, lana-
tomia e la fsiologia della coscienza rimangono fedeli allemanazione primordiale di quel verbo che tutto
pervade. Nel tempo, quello che cambia sono i modi della manifestazione, sempre pi aderenti alle forme
cangianti che lo spirito pu usare, di era in era, nel suo lungo pellegrinaggio tra le pieghe della materia.
Nello spirito che discende nella carne si compie la parabola del fgliuol prodigo che prima o poi ritorner
nella casa del padre. Questa rivista, in fn dei conti, vuole solo prendere atto dei modi diversi oggi necessari
ad esprimere adeguatamente le immutabili verit dellantica saggezza esoterica. Questo spazio vuole essere
utile a tutti i pellegrini che nel loro viaggiare sono arrivati a rivolgere gli occhi verso la casa in cui sono nati.
Che il potere del padre, lamore del fglio e la sapienza dello spirito santo ci uniscano in ununica vita.
Massimo Rodolf
La tensione tale che il Mondo freme. Gli eventi sono in pressione. A tutti i livelli le energie del-
la Luce sono impegnate a fondo per salvarlo dalla distruzione, mentre le tenebre si insinuano, con ma-
schere luminose, decise ad annientare ci che la Luce crea e, dove possibile, a demolire le basi stesse
dellopera creativa. Nellepoca grave dellArmageddon specialmente necessario sapere quali sono
le forze che causano le azioni di ogni singolo giorno, di ogni singolo evento, di ogni fenomeno; poich
lora della decisione, e non ci sono mezze misure sulla via del Mondo del Fuoco.
Maestro Morya
Immagine di copertina:
foto di Manuela Baccin
... e lo Spirito aleggiava sulle acque
Collaborazione progetto grafco Simona Murabito
Stampato presso la tipo-litografa AG snc di Rustichelli & C.
Sommario
Editoriale Curatore: Massimo Rodolf
IL VALORE DELLA GIOIA pag. 2
Conoscere la conoscenza Curatore: Andre Innocenti
GALILEO E PATANJALI
Ovvero Il metodo sperimentale in Occidente ed in Oriente pag. 4
Educare per la consapevolezza Curatore: Anna Grazia Fiorani
TROVARE LA VERIT INTERIORE pag. 7

Letteratura e spiritualit Curatore: Anna Todisco
LA RICERCA DELLA FELICIT pag. 9

Fitoterapia energetica Curatore: Donatella Donati
RELAZIONE TRA IL CORPO ETERICO E IL MONDO VEGETALE pag. 11
Nuovo insegnamento esoterico - Curatore: Fabio Ricchetti
VERSO LA COSCIENZA DELLANIMA - (parte I):
IL SOLCO DEL DUALISMO pag. 13
Antica saggezza e scienza moderna Curatore: Gianluca Fontana
LAEREO, LO YOGI E IL TEMPORALE pag. 16
La coppia sul sentiero Curatore: Giorgio Ricci Garotti in collaborazione con Monica Giovannini
INNAMORARSI E POI? (parte I) pag. 18
Mitologia e Sentiero Iniziatico Curatore: Graziano Fornaciari
IL DESIDERIO E IL LABIRINTO DELLE ILLUSIONI pag. 21
il Raja Yoga e lesoterismo Curatore: Luca Tomberli
INTRODUZIONE ALLA MEDITAZIONE pag. 24

Astrologia esoterica Curatore: Maria Grazia Barbieri
LE TRE CROCI pag. 27

Il Sentiero Iniziatico Curatore: Massimo Rodolf
CHE COSA SIGNIFICA VERAMENTE MEDITARE pag. 30
Psicologia esoterica Curatore: Paola Spada
I SETTE RAGGI pag. 34

Psicologia sociale e del lavoro Curatore: Diana Ferrazin
LA PROPAGANDA pag. 36

Le fabe della Manu Curatore: Manuela Baccin
IL POPOLO DEL CIELO pag. 38
2
Il nostro cammino nella materia ci fa speri-
mentare condizioni alterne, che oscillano
tra piacere e dolore. Potendo fotografare in
questo momento la condizione degli esseri
umani sulla faccia della terra, avremmo modo
di vericare questa realt, caratterizzata dal
fatto che ognuno sta rincorrendo desideri di
ogni tipo, senza considerare assolutamente
gli effetti che quegli stessi desideri possono
produrre. Probabilmente, qualcuno potreb-
be anche affermare di essere felice, dopo il
conseguimento di qualche desiderio, ma ri-
tengo che solo pochi potrebbero affermare
di essere stabilmente felici. Vi un diffuso
attaccamento, conscio ed inconscio, al male
e alle sue cause, che ha come effetto diret-
to un comune pessimismo ed una grande
incapacit di provare piacere senza essere,
in qualche modo, distruttivi. Il giudizio, la cri-
tica, lavidit, lodio, non fanno altro che al-
lontanare luomo da se stesso e quindi dagli
altri. Il problema che, al di l di retoriche
affermazioni, molto difcile distaccarsi da
tali attivit. Luomo generalmente molto in-
centrato sulla supercie della sua percezione
soggettiva e, agendo in accordo con questa,
matura un comportamento che ricorda quello
dei topolini di Pavlov, piacere = buono, do-
lore = no buono. Non c molto spazio per
la comprensione... bisogna invece poter de-
siderare di comprendere la vita, piuttosto
che incolparla per la propria sofferenza, per
incominciare a modicare la fonte del proprio
dolore e di conseguenza iniziare a stabilizzare
la capacit di provare gioia vera nella propria
esistenza. Oggi la gioia, nelle societ opulen-
te (lo specico perch per molti esseri umani
gi grande gioia mangiare una volta al gior-
no), rimandata al conseguimento di modelli
che spaziano dalla velina al furbetto del quar-
tierino. Non una grande novit che luma-
nit sia concentrata pi sullavere che non
sullessere, che sia pi egoista che altruista,
per, potendoselo permettere, sarebbe ora
di cominciare a pensare ad altro. Dico poten-
doselo permettere, perch oggettivamente
una questione di livello di coscienza e non si
pu pretendere che qualcuno sia diverso da
quello che perch noi lo desideriamo. La
sola cosa che pu essere fatta, stante lat-
tuale coscienza umana, e a cui una persona
sensibile pu aspirare, operare per diffon-
dere sempre di pi le possibilit di approccio
alla conoscenza delle leggi dellesistenza.
Solo cos si creano le condizioni per lunica
rivoluzione oggi auspicabile, quella delle co-
scienze. Lumanit, per uscire dalla situazio-
ne particolarmente distruttiva nella quale si
trova, deve cambiare i suoi modelli ed i suoi
ideali. La gioia, come fatto sia individuale sia
collettivo, non pu nascere nella ristrettezza
dellegoismo e nella repellenza dellodio, ma
Editoriale
Curatore: Massimo Rodolf

IL VALORE DELLA GIOIA
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ha bisogno del calore dellamore, che nasce
dal sacricio autolimitante e dal decentrarsi
da s. Dobbiamo diffondere come valori gli
attributi dellamore, se vogliamo imparare a
condividere la gioia come substrato dellesi-
stenza. Bisogna che tutti coloro che hanno
orecchie per intendere la potenza e la portata
del magnetismo unicante dellamore e della
sua radianza, si assumano la responsabilit
di affermarlo con gli atti della loro esistenza
e non con vuote parole recitate dalle labbra.
Ognuno in grado di comprendere, anche
solo in parte, il senso dellama il prossimo
tuo come te stesso, pu divenire un pratico
esempio di come lavvicinarci agli altri e alla
vita ci conduca alla gioia interiore dellessere.
Luomo non si rende conto, oggi come ieri,
che la sua spasmodica ricerca della felicit
ad ogni costo, proiettata nella soddisfazione
dei suoi bisogni materiali, emotivi e menta-
li, non pu essere conclusiva. Daltronde,
cos deve essere per lungo tempo, visto che
levoluzione non pu prescindere dalla ne-
cessit dellesperienza e che il desiderio, in
n dei conti, ha anche una valenza positiva,
che sospinge lessere umano alla continua
ricerca del miglioramento. La libert da que-
ste dinamiche possibile solo con lo svilup-
po dellintelligenza, che letteralmente mette
lindividuo nelle condizioni di poter scegliere.
Con il procedere dellevoluzione e lo sviluppo
dellintelligenza, lessere umano coltiva pro-
gressivamente una qualit molto importante,
che un autore indiano a me caro, Patanjali,
ricorda nei suoi Yogasutra. Questa qualit in
sanscrito si chiama samtosa, che possiamo
tradurre con il contentarsi. Questa non ha
niente a che vedere con laccettare passiva-
mente qualsiasi cosa, quanto piuttosto con il
riconoscere le possibilit concrete insite nelle
situazioni e con la capacit di muoversi nella
vita accettando la realt delle forze in gioco.
Normalmente ci non accade, proprio per le
caratteristiche di alienazione da s che luo-
mo manifesta, e che gli impediscono, come
direbbe un saggio zen, di vivere nelleterno
presente. Infatti gli individui vivono in gran
parte, o proiettati nel rimpianto di un passato,
che non era poi cos bello, o nellaspettativa
illusoria di un futuro che non sar mai quello
che ci si aspetta. Di fatto non si vive qui ed
ora, assumendosi lintera responsabilit del-
lesistenza, che comporterebbe la conoscen-
za e luso corretto delle forze in campo, per
determinare cause giuste, in grado di realiz-
zare effetti non distruttivi. Solo colui che ha
molto sperimentato in grado di non avere
rimpianti ed aspettative, operando consape-
volmente nel presente per costruire un futuro
ancora pi libero e gioioso, per s e per gli al-
tri. Daltronde per questo non possibile se
non ci si riconosce completamente negli altri,
amandoli. In questa condizione la gioia divie-
ne un valore coltivato, perch si riconosce la
grande valenza positiva dellastenersi da ogni
pensiero, parola od azione che possano con-
tenere semi di distruttivit. Capirete che sto
parlando di unutopia, rispetto a quelle che
sono le attuali condizioni di vita dellumanit,
ma perch non provarci?
Massimo Rodolf
4
Galileo uno dei fondatori del metodo scien-
tico moderno.
Patanjali lautore del pi importante testo
sullo yoga.
Entrambi, di fatto, danno uno strumento che
apre la strada ad una sempre maggiore cono-
scenza delle leggi dellesistente.
La loro prospettiva, basata sul valore inalie-
nabile dellesperienza, permette di mantene-
re un profondo sentimento di rispetto verso
laltro, dal quale, solamente, pu nascere una
vera DEMOCRAZIA.

Galileo Galilei (1564-1642 ) pu essere con-
siderato come uno dei fondatori della scien-
za moderna insieme a Copernico, Keplero e
Newton: forse il pi grande, anche se il con-
tributo di Newton dato alla scienza pu rite-
nersi maggiore. Galileo non un metasico,
non ha la pretesa di ridurre luniverso intero
allunit di un solo principio che risolva ogni
contraddizione della dialettica degli opposti
che la natura ci presenta, ma si propone sem-
plicemente di sostituire la sica alla metasi-
ca, partendo per da un a-priori ben denito,
e cio che il libro della Natura scritto in
caratteri matematici. In altri termini secondo
Galileo esiste una perfetta concordanza tra la
legge matematica e i fenomeni naturali.
da questo presupposto che, si pu dire, na-
sce la scienza in senso moderno.
Il matematico colui che costruisce lo stru-
mento dellesploratore della realt. Lappa-
rente astrattezza dellalgoritmo matematico
diviene il contenitore nel quale fare calare
laspetto qualitativo dei fenomeni che la na-
tura ci pone davanti. La necessit della logi-
ca della matematica diviene certezza di co-
noscenza, ma questa la grande illusione di
quel falso sapere scientico che pretende di
dare valore di assolutezza a tutto ci che ap-
pare come frutto di una tale convinzione.
La quasi deistica apertura galileiana ad una
conoscenza razionale della natura viene ribal-
tata e rimessa nella giusta prospettiva dalla
ferma convinzione di Galileo del decisivo va-
lore dellesperienza. lei il vero arbitro della
verit, ma poich la sua base data dai sensi,
di per s limitati, fallaci e suscettibili di mo-
dicazione, la cosiddetta verit scientica
sar sempre e soltanto unipotesi di lavoro,
cio verit parziale e suscettibile in ogni mo-
mento di possibile modica.
Quanto di questo sia convinto Galileo lo di-
mostra lenunciazione della sua teoria, co-
siddetta Relativit Galileiana, secondo la
quale losservazione delluomo fatalmente
interna ad un sistema nel quale egli si trova
e dal quale non pu mai uscire.
Lesempio che lui fa particolarmente espli-
cativo: Chi si trovasse allinterno della stiva
di una nave con un vaso di acqua con dentro
Conoscere la conoscenza
Curatore: Andrea Innocenti
GALILEO E PATANJALI
Ovvero
Il metodo sperimentale
in Occidente ed in Oriente

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dei pesci, vedrebbe cadere lacqua perpen-
dicolarmente al pavimento anche se la nave
fosse in movimento, purch il suo moto sia
rettilineo e uniforme.
Non intento di questo articolo andare oltre
riguardo al contributo che Galileo ha dato alle
conoscenze scientiche con le sue scoperte,
ma ritengo opportuno esporre con precisione
la schematizzazione del suo metodo, perch
ad esso deve attenersi ogni ricercatore della
verit, sia questa essoterica o esoterica.
1 OSSERVAZIONE:
Porre attenzione alla Vita, Dharana, cos si
potrebbe chiamare, facendo riferimento al
successivo personaggio del quale fra breve
tratteremo.
Decisivo e fondamentale il distacco dellos-
servatore, che per il ricercatore galileiano pu
venire soltanto dalla matematica.
Quindi vanno trasformati in grandezze gli enti
che sono in gioco, cio bisogna, per quello
che possibile, misurare: ci vuol dire pas-
sare dalla qualit alla quantit, perch solo
questultima che permette losservazione
pura, asettica e libera dalla soggettivit del-
lemozione.
2 IPOTESI:
Essere consapevoli: Dhyana.
Formulazione matematica della spiegazione
ipotetica del fenomeno.
3 ESPERIMENTO:
Comprendere: Samadhi.
Reiterata riproduzione del fenomeno in labo-
ratorio allo scopo di accertare la corrispon-
denza matematica fra la legge ipotizzata e le
misurazioni ottenute dallesperienza fatta.
Inne: conclusione e possibile accettazione
dellipotesi, ma sempre con valore di verit
relativa, perch suscettibile di modiche e
cambiamenti in ragione di possibili esperien-
ze future.
pi che evidente che una metodologia cos
rigorosa non pu essere tenuta nelle varie
situazioni della vita: laspetto qualit asso-
lutamente ineliminabile, non si pu evitare di
avere delle emozioni, perch luomo fatto
di molto altro oltre che della capacit di ragio-
nare. Ma un attenersi tendenziale a questo
metodo estremamente utile da ogni punto
di vista.
Con queste parole Galileo descrive come in-
tendere il mondo della natura nella sua opera
Il saggiatore :
La losoa scritta in questo grandissimo
libro che continuamente ci sta aperto innanzi
agli occhi (io dico universo), ma non si pu
intendere se prima non simpara a intender
la lingua, e conoscer i caratteri, ne quali
scritto. Egli scritto in lingua matematica,
e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre -
gure geometriche, senza i quali impossibile
intendere umanamente parola; senza questi
un aggirarsi vanamente per un oscuro la-
birinto.
Patanjali un personaggio mitico. Lepoca in
cui visse, la sua persona e la data della com-
posizione dellopera che gli viene attribuita,
Yogasutra, gli aforismi sullo yoga rappresen-
tano un problema che ancora lontano dal-
lessere risolto.
Poich questo testo diviso in quattro parti
alcuni commentatori ritengono che soltanto
le prime tre siano da potersi attribuire ad un
autore identicabile con il nome di Patanjali e
vissuto attorno al II secolo a.C., mentre lulti-
ma parte, per la diversit della terminologia ed
alcune ripetizioni rispetto a quelle precedenti,
pu essere considerata unaggiunta fatta in
unepoca successiva. Ai ni della nostra ar-
6
gomentazione tutto questo non molto im-
portante, mentre assai rilevante il rendersi
conto come il lavoro di questo autore sia sta-
to principalmente quello di sistematizzare e
riordinare una conoscenza basata sullespe-
rienza, tramandata da secoli, forse da millen-
ni, e realizzata da migliaia di ricercatori che
hanno indagato allinterno del proprio essere
con lintento mistico di trovare il divino, ma
quasi sempre con una metodologia compa-
rabile allo spirito dindagine duno scienziato
moderno.
possibile capire tutto questo semplicemen-
te da come esposto ed organizzato il testo,
che fatto di brevi aforismi che hanno chia-
ramente lo scopo di richiamare alla memoria
del lettore delle esperienze che lui ha fatto o
sta facendo: per questo la sua interpretazione
estremamente difcile. Molti sono e sono
stati i commentatori, ma soltanto coloro la
cui esperienza esistenziale abbia consonanza
con i sutra possono essere utili e soprattutto
veritieri chiaricatori.
Lopera, come ho gi detto, divisa in quat-
tro parti, ma lautore affronta subito il tema di
fondo di tutto il libro, cio lestasi. questo
il ne da realizzare, ma non come una proie-
zione mistica verso un chiss quale paradiso
ipotizzato: questo il vero strumento princi-
pe dellesistenza. Non mio proposito soffer-
marmi sui presupposti metasici che guidano
lautore; voglio invece mettere in evidenza la
metodologia che viene proposta.
Dice Patanjali che Yoga arresto delle fun-
zioni della mente: questo il punto chiave
del metodo. Tre sono i livelli di questo potere
di controllo: il primo la semplice concentra-
zione, dharana, nel secondo, quando questa
viene prolungata per un certo tempo si ha
quella che detta meditazione o dhyana, nel
terzo la concentrazione diviene tanto potente
che si determina identicazione fra il sogget-
to meditante e loggetto meditato: lestasi
o samadhi. In ognuna di queste tre fasi si rea-
lizza un arresto graduale della mente grazie
al quale losservazione della vita avviene in
modo sempre pi asettico e distaccato, al
ne di una sempre pi ampia comprensione
delle sue leggi. La prospettiva mistica della
conoscenza ha sempre presentato lestasi
come una nalit dellesistenza, come punto
darrivo di un incontro con il divino: per que-
sto tanti asceti e religiosi hanno posto lestasi
quale scopo della propria vita. Credo per che
si debba interpretare Patanjali ribaltando que-
sta illusoria concezione: la sua scienticit sta
proprio nel proporre lo yoga quale strumento
per la vita e non viceversa.
Lassonanza che c fra gli Yogasutra ed il
Metodo galileiano sta nel fatto che entrambi
si collegano allesperienza, cercano di elimi-
nare gli ostacoli che coinvolgono losservato-
re, per poi tradurre la conoscenza ottenuta in
coscienza, cio un nuovo modo di percepire
e vivere la vita.
Ci che diversica anche notevolmente le
due metodologie che per Galileo il punto
di svolta verso il distacco la matematica,
mentre per Patanjali la Luce dellAnima,
intendendo per per essa niente di mistico,
ma soltanto una potenzialit umana ancora
in parte da scoprire, perch si trova oltre la
mente emotiva e razionale.
Andrea Innocenti
7
Ogni bambino prova una sensazione di disa-
gio, di squilibrio morale, quando si cimenta
in determinate attivit, non perch gli stato
detto di non farlo, e quindi per la paura di pu-
nizioni, ma spontaneamente.
Si pensi, per esempio, a quando un bambino
fa male ad un suo compagno: sicuramente,
se si trova in uno stato normale, naturale,
prover un disagio. Questo dolore lo sente in
tutto il suo essere, perch ci che ha fatto
contrario alla sua verit interiore, che affonda
le radici nel patrimonio di esistenza di ognu-
no. Infatti, nonostante gli insegnamenti che
si ricevono, e al di la di ci che pu pensare la
mente, c un patrimonio in ogni essere che
ci riporta al senso di Perfezione, di Grandezza
e di Verit che pu essere minacciato da mo-
vimenti opposti ad esso.
Se un bambino non stato minato da forti
e penetranti esempi deplorevoli da parte di
adulti che gli sono da esempio, spontanea-
mente, senza che gli venga detto niente, sen-
tir un disagio nellaver fatto qualcosa contro
la verit del suo essere. Penso che sia proprio
su questo che si possa radicare lo sforzo per
comprendere pi profondamente e potere, in
questo modo, progredire. Non esiste un in-
segnamento o una pedagogia educativa che
possa affermare: Questo bene, perch
ce ne sar unaltra che dir: Questo male.
Gli insegnamenti sono sempre contrastanti:
ogni logica pu essere persuasiva, perch va
ad attingere ad aspetti di conoscenza super-
ciali, che sono pi o meno patrimonio di tutti
come luogo comune di pensare. Sicuramente
su questo non si potr mai costruire qualcosa
di durevole ed equilibrato. Lessere umano si
costruito un dogma, per cui quando ci si
conforma a questo dogma si pu pensare di
essere nella verit; in caso contrario si sar
nel torto. Tutto ci non porta a niente, se non
a creare confusione. Per la mia esperienza
necessario portare lattenzione ad una sola e
vera guida, la guida interiore, che non pas-
sa attraverso la coscienza mentale.
Questa guida ha il potere di farci distingue-
re il bene dal il male, ed essa va rafforzata
n da bambini, spiegando che vi una realt
interiore presente in ogni aspetto della vita,
nella quale ogni ambito esister in funzione
di questa verit.
Questa forza potente e rappresenta una
forza di aggregazione, una capacit coesiva,
che alla base dei movimenti delluniverso:
essa trionfer sempre, mentre tutto ci che
le si oppone non pu durare, perch si nutre
di frammentazione.
Sicuramente al bambino non va spiegato tut-
to questo in forma losoca, ma gli si pu
trasmettere il sentimento di questo benesse-
re interiore, capace di produrre gioia intensa.
Egli non potr che vivere questa forza, e di
Educare per la consapevolezza
Curatore: Anna Grazia Fiorani

TROVARE LA VERIT INTERIORE
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conseguenza dovr avere la possibilit di ri-
conoscere sempre pi questa energia, raffor-
zandola attraverso la condivisione, venendo
incentivato alla crescita costruttiva. In questo
modo possiamo dare al bambino linsegna-
mento che nulla pu perdurare se non ha in
se stesso questa vera soddisfazione, che la
sola cosa che permane.
Molte volte mi sono chiesta se un bambino
pu diventare cosciente della verit interiore
come lo un adulto. Posso dire, alla luce del-
la mia esperienza, che il bambino, essendo
pi aderente alle proprie sensazioni, mag-
giormente connesso alla verit interiore, a
differenza delladulto che, avendo una mente
anestetizzata, tende ad avere una percezione
offuscata della verit e quindi a non essere
contiguo ad essa.
Nei bambini le teorie non funzionano, in quan-
to il bambino possiede, in una certa misura,
un contatto con la sua presenza divina, che
attivit psichica spontanea. Un bambino in
et scolastica dai 4-5 anni no ai 12-13 anni
molto pi in contatto con questa presenza
rispetto ad un ragazzino di 14 anni che entra
nellet delladolescenza, e che man mano
si allontana nella misura in cui si appresta a
diventare adulto. Sicuramente a questo con-
tribuisce anche la scuola che, gradatamente,
sottopone il ragazzo ad un intenso allenamen-
to mentale, facendo s che lattenzione alla
parte intellettuale del suo essere lo induca a
perdere gradatamente il contatto con questa
presenza divina.
Se si avesse labitudine di guardare negli oc-
chi i bambini, potremmo scorgere questa loro
particolare luce divina, che s in ognuno, ma
che in generale si ritrova sotto tanti strati che
velano questa luce vitale. Nei bambini trovia-
mo questa luce schietta, ma cos vera, che
guarda al mondo con meraviglia: la meraviglia
di quel mondo reale, viva, perch vede la
verit al di l di tutto, vede la verit del tutto.
Questa parte naturale viene cancellata quan-
do i bambini cominciano ad apprendere, dive-
nendo pi intelligenti e pi educati; allora i
loro occhi si riempiono di desideri, di passio-
ni, di rabbia.
Mi chiedo se, conoscendo certe dinamiche,
come adulti, non possiamo intervenire sco-
prendo e allo stesso tempo coltivando, que-
sta parte divina, questa naturale Verit che si
pu sperimentare insieme al bambino attra-
verso il gioco. Con esso possiamo trovare in
ogni momento quotidiano questo spazio: in
questo modo, potremmo come adulti ricon-
tattare questa Divinit assieme ai nostri gli.
Si pu supporre che lorigine delluniverso sia
fondato da un Supremo Equilibrio: per vedere
ci di cui parlo, dobbiamo solo fare lo sforzo
di guardarlo da un piano pi elevato. Credo
che tutta la parte che noi chiamiamo male,
falsit, che contrario alla Verit, sia il risul-
tato di uno squilibrio. Ritengo che la Verit, e
il contatto con essa, possa farci percepire un
Equilibrio, che lopposto di tutto quello che
ci stato insegnato, e che chiamiamo, per
capirci, il male.
Questo male disarmonia, ma non asso-
luto, perci possiamo tirare un grosso sospi-
ro di sollievo: nel comprendere questo siamo
gi a met percorso, durante questo percor-
so occorre insegnare al bambino la semplicit
con semplicit.
Anna Grazia Fiorani
9
Nessuno lontano dalla verit pu dirsi felice.
(Seneca)
Ogni essere umano a qualsiasi et sente la
realizzazione della felicit nella propria esi-
stenza come fatto imprescindibile. Siamo
tutti profondamente convinti del nostro dirit-
to alla felicit; sono il dolore e la sofferenza
a dover essere motivati perch li sentiamo
ingiusti e contrari alla vita.
Il concetto di felicit un valore sancito
espressamente in alcune costituzioni, come
quella americana e in altre, come quella
italiana, comunque si garantisce il pieno
sviluppo della persona umana.
A dimostrazione del fatto che lesigenza di
felicit e gioia il risultato spontaneo della
nostra natura, essa sempre stata oggetto
di riessione losoca e morale. Ovviamen-
te la causa della felicit varia a seconda della
visione della vita: essa viene individuata
nella condizione di chi fortunato e abbonda
di beni esteriori, oppure nello stato danimo
o condizione interiore di chi intimamente
beato.
Per Socrate una vita armoniosa e felice
nella sfera individuale e in quella sociale,
poich luna si intreccia ed complementare
allaltra, realizzabile solo attraverso lestrin-
secazione delle virt, tra cui Conoscenza,
Verit e Rettitudine. Platone individua
allorigine della felicit la realizzazione del
Sommo Bene attraverso la pratica delle virt,
che comprendono i valori di Coraggio, Tem-
peranza e, in primis, Conoscenza. Anche per
Aristotele la felicit fondata sulla vita virtuo-
sa. Per i loso ellenistici e romani la felicit
si identica con la serenit danimo, lataras-
sia o imperturbabilit, derivante dallestin-
zione dei desideri dei beni esteriori, oppure
dal godimento dei beni materiali e dei piaceri
corporei, purch non se ne divenga schiavi,
come ad esempio per gli epicurei.
La felicit una condizione di benessere
dellessere umano. Da un punto di vista
psicologico contemporaneo, essa deriva dallo
sperimentare ci che esiste di bello nella vita.
Non si tratta di una condizione oggettiva,
ma di una capacit individuale, da scoprire e
sviluppare. Dunque, come sostiene il mae-
stro zen Thich Nhat Hanh, vivere unarte,
e noi dovremmo diventare artisti in modo da
poter vivere felicemente. Analoga argomen-
tazione possiamo intravedere nel pensiero
del su Inayat Khan: Noi siamo resi felici o
infelici non dalle circostanze della vita, ma dal
nostro atteggiamento verso di esse.
Il poeta indiano Rabindranath Tagore, riet-
tendo sullinnegabile esistenza della gioia nel-
la nostra vita, ritiene che la sola spiegazione
razionale [] si trova nelle Upanishad: Per-
ch dalla Gioia nato ogni essere vivente.
1
Letteratura e spiritualit
Curatore: Anna Todisco

LA RICERCA DELLA FELICIT
10
Ecco dunque che ancora una volta la saggez-
za antica ci fornisce una possibile spiegazio-
ne: il desiderio di felicit che si ritrova in ogni
essere umano il riesso della Volont di
essere, di vivere dellAssoluto, i cui attributi
sono esistenza (sat), coscienza (chit), beati-
tudine (ananda). Essendo il nostro S della
stessa natura, ne deriva che in noi giacciono i
semi della felicit e della pienezza.
La Pienezza nasce dalla Pienezza. Tutto ci
che esiste Pienezza.
2

Allora la gioia esiste, e la felicit una possi-
bilit che tocca a noi realizzare.

Sovrumana la beatitudine di quel bhikshu
3

che penetra nella casa vuota con la pace nel
cuore e coglie lessenza del dharma.
4
Contemplando il sorgere e lo svanire degli
elementi dellesistenza fenomenica, gioisci
realizzando leterno.
Lascia cadere le passioni e lodio [] metti
pace nel tuo corpo, metti pace nelle tue paro-
le, metti pace nei tuoi pensieri.
Risvegliati da te, sii losservatore di te stesso.
Consapevole e autonomo, vivi felice.
Siamo ci che pensiamo. Tutto ci che siamo
prodotto dalla nostra mente.
Ogni parola o azione che nasce da un pensie-
ro torbido seguita dalla sofferenza, come la
ruota del carro segue lo zoccolo del bue.
[]
Ogni parola o azione che nasce da un pensie-
ro limpido seguito dalla gioia, come la tua
ombra ti segue inseparabile.
Vivi nella gioia, vivi nellamore, libero dallodio
anche fra coloro che odiano.
Vivi nella gioia, vivi nella serenit, libero dal-
lansia anche fra coloro che sono ansiosi.
Vivi nella gioia, vivi senza possedere nulla,
nutrendoti di gioia come gli dei risplendenti.
La vittoria lascia dietro una scia di odio, per-
ch il vinto soffre. Abbandona ogni pensiero
di vittoria e scontta e vivi nella pace e nella
gioia.
Felicit avere amici quando se ne ha biso-
gno, felicit condividere la gioia, felicit
avere ben vissuto al momento di morire, feli-
cit trascendere la sofferenza.
Felice la maternit in questo mondo, felice
la paternit in questo mondo
Felicit vivere virtuosamente no a tar-
da et, felicit una fede salda, felicit la
conquista della saggezza, felicit evitare il
male.
5
Si torna l. Volont di bene, pratica delle virt
e dellinnocuit sono sinonimo, oltre che di
salute psicologica, di felicit.
Anna Todisco
1
R. TAGORE , Massime per una vita armonio-
sa, Guanda, Parma 1992
2
RAPHAEL (a cura di), Cinque Upanishad,
Asram Vidya, Roma 1992
3
Saggio.
4
Legge, Legge Cosmica, Legge Naturale.
5
Dhammapada, Demetra, Colognola ai Colli
(VR) 2001
11
Nella complessa manifestazione della struttu-
ra umana abbiamo diversi corpi: il corpo si-
co, il corpo eterico, il corpo astrale, il mentale
e il causale. Nello specico, il corpo eterico si
presenta come una tta rete energetica che
sostiene il corpo sico denso. Questi due cor-
pi, il sico e leterico, sono strettamente col-
legati; infatti la distribuzione del corpo eterico
si estende su tutto il corpo sico, avvolgen-
dolo e proteggendolo dal mondo esterno.
Il corpo eterico assorbe prana e nutre - at-
traverso la milza (che ne li distributore per
eccellenza) - i principali centri energetici (o
chakra) e di seguito, attraverso modicazio-
ni di ordine atomico, nutre apparati, organi e
singole cellule del corpo sico denso.
Il cibo che introduciamo incide notevolmente
sullo stato del nostro corpo eterico: per que-
sto importante lalimentazione: se siamo
dei carnivori e ci nutriamo di prodotti ricchi
di grassi saturi e conservanti cancerogeni, il
nostro corpo eterico codica, allinterno della
sua struttura, qualit di sofferenza e di mor-
te, e trasforma la propria materia atomica,
strutturandosi di radicali liberi e di metaboliti
di composti sintetici. Tutto questo trasfor-
ma, indebolisce e lacera il nostro utilissimo
corpo eterico che funge da agente discrimi-
nante. Proprio come una membrana cellula-
re che lascia passare gli organuli e i principi
attivi innocui per la vita cellulare: se questa
compromessa ci sar un passaggio indiscri-
minato di sostanze che causa la rottura del-
lequilibrio interno e probabilmente la morte
cellulare; cos, allo stesso modo, un corpo
eterico compromesso lascia libero il passag-
gio a entit che possono danneggiare i corpi
e la salute. Tra queste entit troviamo virus,
batteri e demoni che trovano nel soggetto
una rispondenza, una qualit afne: niente
un caso, e questo crea malattia che permette
al soggetto malato di trasformare ci che ha
dentro manifestandolo attraverso un disagio
siologico che deriva, a monte, da uno scom-
penso eterico.
I soggetti malati sono sottoposti generalmen-
te a ripetute cure farmacologiche che invece
di ripristinare un equilibrio tamponano il pro-
blema: proprio come un tappo sulla membra-
na cellulare, evitano, per il tempo in cui sono
somministrati e poco pi, il passaggio di qual-
siasi cosa, aggravando, secondo il mio pare-
re, una situazione gi precaria e critica.
A differenza dei farmaci il tocomplesso di
una pianta ofcinale non aggredisce il corpo
eterico, ma lo riattiva e lo fortica (per esem-
pio dopo unanestesia). Al corpo sico il mes-
saggio chimico contenuto nel tocomplesso
arriva in maniera pi lenta e dolce rispetto alla
modalit di una singola molecola chimica che
colpisce velocemente e tocca in maniera vio-
lenta il corpo eterico e il corpo sico. Unal-
Fitoterapia energetica
Curatore: Donatella Donati
RELAZIONE
TRA IL CORPO ETERICO
E IL MONDO VEGETALE
12
tra caratteristica a favore delle piante che
sono ricche di prana, di quello che per il corpo
eterico nutrimento e vita! Raccolgono di-
rettamente dal sole energia e attraverso que-
sta energia attivano e catalizzano una delle
trasformazioni pi importanti in natura, cio
la reazione di fotosintesi clorolliana, dove
lanidride carbonica e lacqua si trasformano
in glucosio. Al di l della formula chimica e
delle quantit effettive di reagenti e prodot-
ti, trovo altamente evoluta questa semplice
trasformazione, che nasconde, a mio parere,
una grandissima capacit di attuare il proprio
compito nel piano, che comprende intelligen-
za e precisione. Al d l delle qualit possibili
insite in questa trasformazione, nota lim-
portanza di ci che avviene: dallinorganico
per mezzo dellenergia solare si ottiene lor-
ganico, e cio il glucosio, indispensabile nu-
trimento di tutte le creature. Solo le piante
possono fare ci, solo loro possono rendere
la vita possibile su questo pianeta... io ci tro-
vo molta poesia!
Allora forse proprio per questo che il nostro
corpo eterico gradisce le cure toterapiche,
perch non solo il tocomplesso, e quindi
lintersecarsi di milioni di formule, che insie-
me creano quel composto tanto efcace, ma
forse anche la possibilit che quel complesso
si forma solo con un certo pacchetto di ener-
gia solare, che possiamo chiamare quanto,
caratteristico di ogni struttura, che sostiene
lo scheletro e ne prestabilisce lentit chi-
mica denitiva. Non la stessa cosa per noi?
La nostra coscienza non determina chi siamo?
Il nostro Karma non inuenza la nostra sio-
nomia e quello che poi facciamo nel mondo?
Non ci incontriamo anche noi e reagiamo con
altri per generare un prodotto? Cos per il -
tocomplesso. Se davvero pu esistere anche
qui unanalogia, un lo sottile che lega tutte
le creature, perch non trasmettiamo anche
noi, esseri senzienti, la luce che possiamo al
mondo che ci circonda? Perch non cerchia-
mo di ottimizzare i nostri rapporti catalizzan-
doli con lenergia dellinnocuit? Perch non
cerchiamo di mantenere alta la frequenza del-
la nostra coscienza attraverso il servizio?
Le piante (non tutte naturalmente) sono un
ottimo aiuto perch ci trasmettono prana e ci
sostengono con i loro effetti beneci, soste-
nendo la nostra salute eterica e sica; ma se
prima o poi non ci si prende la responsabilit
della propria vita e non ci si guarda dentro, a
nulla serviranno i rimedi naturali e i farmaci di
sintesi, che al massimo possono alleviare un
sintomo o posticipare una malattia; la qualit
del cibo, il movimento e lapporto di ossigeno
sono tutti fattori indispensabili per mantenere
i nostri corpi integri e in salute, ma niente pu
sostituirsi a quellindispensabile salva vita che
la luce della nostra anima. Prendiamo il no-
stro posto, ascoltiamo gli insegnamenti della
natura e mettiamo i nostri pacchetti energe-
tici a servizio delle nostre reazioni interiori,
consapevoli di chi siamo e di cosa vogliamo
diventare, cos che la dispersione energetica
sia minima, proprio come in una trasforma-
zione chimica dove il ne va oltre il singolo
prodotto e ha sempre unutilit pi vasta.
Donatella Donati
13
Secondo le fonti esoteriche, lantichit dellin-
segnamento iniziatico risale a milioni di anni
fa, in un momento in cui entit elevatissime,
chiamate i Signori della Fiamma, instillarono
nelluomo, che a quellepoca era poco pi di
un animale, il germe della Mente e dellAni-
ma. Questo fu il momento in cui la Gerarchia
dei Maestri venne fondata sul pianeta Terra
con lo scopo appunto di dare impulso allevo-
luzione della coscienza umana. Cos per lun-
ghissimo tempo una minoranza di coscienze
di origine extraplanetaria vennero venerate
come divinit dalle moltitudini umane; solo
minoranze di uomini pi sviluppati potevano
accedere agli insegnamenti del Tempio, e
progressivamente questi presero posto allin-
terno della struttura gerarchica.
In quel tempo gli esseri umani non sperimen-
tavano la condizione di profondo dualismo
che conosciamo oggi: in quel tempo il mon-
do era visto infatti come qualcosa di unitario,
creato misteriosamente da una entit eleva-
tissima ed inconoscibile che si manifestava
sulla terra tramite i suoi ministri del Tempio
che univano in loro poteri spirituali e tempora-
li. Non vi era in questa visione alcuna traccia
di dualit o conitto.
Poi levoluzione prosegu secondo i suoi ci-
cli e le sue Ere millenarie. La storia esoteri-
ca narra di come, ad un certo punto, lInse-
gnamento occulto venne ritirato dal piano
sico, di come i Templi, dove avvenivano le
cerimonie iniziatiche vennero ad un certo
punto chiusi e di come lumanit venne la-
sciata apparentemente a se stessa, senza la
guida dei Maestri che no ad allora avevano
guidato unumanit ancora bambina. Ci viene
detto che la Scienza Iniziatica fu ritirata per
necessit evolutive della stessa umanit, che
avrebbe dovuto trovare allinterno di s le vie
per esprimere quella spiritualit latente, ma
ancora inespressa e allo stato potenziale.
La conseguenza di questa risoluzione, legata
a lo stretto con gli accadimenti del Diluvio,
fu che il grado di conoscenza elevatissimo di
quelle antiche civilt and rapidamente de-
teriorandosi. La corruzione si inltr in tutti
i livelli della societ ed in particolare i luoghi
di potere iniziarono ad essere occupati da in-
dividui sempre meno degni e sempre meno
spiritualmente elevati. Leffetto di tutto ci fu
quindi una apparente involuzione della civilt
umana.
La perdita della guida illuminata port ad una
progressiva affermazione della dimensione
materiale che venne ad essere sempre pi
in contrasto con la quella spirituale. Ci tocc
il culmine nella nostra Era, quella dei Pesci,
inaugurata da Ges, nella quale questo con-
itto raggiunse uno dei suoi punti massimi.
Non a caso, mentre nelle grandi civilt anti-
che, i poteri temporali e spirituali erano riuni-
Nuovo insegnamento esoterico
Curatore: Fabio Ricchetti
VERSO LA COSCIENZA
DELLANIMA - (parte I):
IL SOLCO DEL DUALISMO
14
ti nel capo supremo, lera moderna ha visto
invece la formazione di due polarit distinte
quelle del Papato e dellImpero che si
sono contese il potere sulle genti.
Secoli di misticismo hanno permesso di toc-
care vette elevate di realizzazione spirituale,
ma hanno anche favorito una visione della
vita come qualcosa da riutare. Gli effetti di
tale repressione sono ben visibili nella repres-
sione e nella violenza della societ attuale.
Contemporaneamente per luomo ha riven-
dicato il proprio diritto di comprendere e di
applicare il principio intelligente a tutto lo
scibile. Da questa ribellione scaturito lo
spirito scientico, che ha posto le basi della
nostra societ moderna. Esso, nato con il du-
plice tentativo di comprendere i fenomeni e
di affrancarsi dai dogmi del passato, ha reso
s luomo libero di utilizzare la propria intelli-
genza, ma lo ha anche alienato dalla propria
origine spirituale, producendo quel materiali-
smo nichilista che sta causando gravi danni
allequilibrio planetario.
innegabile che entrambe le polarit abbia-
no dato un contributo prezioso allo sviluppo
di qualit diverse insite nellessere umano.
Ma vediamo chiaramente nella storia, gli ef-
fetti distruttivi generati dalla prevaricazione
di una fazione sullaltra. Guerre sanguinose e
repressioni si sono succedute e le conquiste
della coscienza sono costate tanto in termini
di sangue versato.
Ancora oggi le coscienze umane portano im-
presse i segni di tale lacerante conitto tra
Spirito e Materia. Chi di noi non ha mai sentito
in lotta queste due polarit apparentemente
antagoniste e inconciliabili? Ma sono davvero
inconciliabili? Non possibile che esista una
sintesi, una visione che permetta di integrare
in un tutto armonico ci che allapparenza
discordante? Non possibile che gli antichi
avessero ragione nel parlare di Armonia del-
le Sfere? Oggi, al culmine del conitto, in
condizioni planetarie di emergenza, neces-
sario come non mai giungere ad una sintesi
che integri tra di loro queste due polarit e
che offra una nuova prospettiva.
In particolare la civilt occidentale necessita
di recuperare il proprio retaggio spirituale in
modo da indirizzare la propria attitudine a pla-
smare la materia verso il bene dellumanit
e non verso linteresse egoistico di poche
oligarchie. Cosa che corresponsabile dello
stato di miseria materiale in cui versa il pia-
neta.
Allo stesso modo lOriente, avendo per
lungo tempo trascurato gli aspetti materiali
dellesistenza, deve recuperare quella capacit
pragmatica che tipicamente occidenta-
le, ma deve farlo mantenendo saldi i propri
principi spirituali ed evitando di cadere nella
trappola del materialismo sfrenato. Questa
la sda di oggi e degli anni a venire: lintegra-
zione degli emisferi Est e Ovest del pianeta,
che pi in generale assimilabile al ripristino
dellequilibrio tra gli aspetti Femminili e Ma-
schili allinterno della coscienza umana.
Stando cos le cose, non quindi un caso che
il Cristo sia nato in Palestina, nella Terra di
Mezzo, la terra che collega Oriente e Oc-
cidente. Egli, affermando: Non sono venu-
to a portare la Pace sulla terra, ma la Spada
che divide, annunci la necessit di passare
attraverso lattuale stato di conitto, ma sa-
peva anche che tutto questo sarebbe stato
funzionale ad una futura grande realizzazione
del genere umano, e lo rivel dicendo: Sono
venuto a portare il Fuoco e come vorrei che
bruciasse n da ora.
Ora, dopo duemila anni, alle porte della Nuova
15
Era, siamo probabilmente alle soglie di questa
realizzazione annunciata. Oggi si comincia,
tra le doglie del parto, a concepire una nuo-
va spiritualit, lontana dal fanatismo settario
che ha contraddistinto lEra precedente, ma
che al contrario condivide luniversalit di un
messaggio che include ogni essere umano
ed ogni creatura. Questo messaggio consi-
ste nel riconoscimento che ogni cosa Figlia
della stessa Vita Una, la quale si manifesta
nelluniverso per mezzo dellIntelligenza in-
sita in ogni cosa ed attraverso la perfezione
delle sue Leggi; perfezione che la Scienza
sta progressivamente svelando anzich ne-
gando, come preteso da qualche sedicente
studioso.
Ma manca ancora un passo: comprendere
che la chiave della conoscenza di tutto il crea-
to sta in ognuno di noi, dal momento che nei
nostri universi interiori si riproduce il macro-
cosmo e che quindi in noi risiedono tutte le
potenzialit delluniverso, come da sempre la
Scienza Sacra ha insegnato. Essa infatti ha
custodito le chiavi per la comprensione del-
le leggi del cosmo che non potevano essere
afdate ad una umanit ancora bambina; ma
ora, dopo un lungo peregrinare, il Figliuol Pro-
digo pronto per compiere il passo decisivo
verso il Ritorno. Infatti, secoli di puricazione
attraverso dolore e sofferenza stanno portan-
do luomo ad intuire che una nuova Scienza
possibile; Scienza che nasce dalla fusione
dei due insegnamenti, quello Religioso e
quello Scientico, che saranno sempre pi
riconosciuti come due aspetti della stessa
identica cosa. Da questa fusione nascer la
Nuova Scienza, che sar prima di tutto Scien-
za dellAnima, e che condurr luomo verso
la conoscenza delle leggi che governano la
Coscienza, riconsegnandogli le chiavi per la
realizzazione della propria natura spirituale.
Ci avverr inevitabilmente nei prossimi se-
coli e sta gi avvenendo. Un giorno i Templi
verranno riaperti e lInsegnamento verr ripri-
stinato, questa volta non per pochi eletti, ma
per la maggioranza del genere umano ormai
pronto a calcare il Sentiero.
Ecco quindi il ne di secoli di peregrinazione.
Il ritorno alla casa del Padre di unumanit
non pi immatura ed egoista, ma trasgurata
dallesperienza del conitto e capace di ma-
nifestare un potere creativo puricato e teso
al bene del Tutto. La strada ancora lunga af-
nch questo possa accadere, dal momento
che lumanit ancora largamente permeata
da aspetti distruttivi e distorti, ma il sentiero
tracciato da tempo immemore, e sempre
un numero maggiore di esseri umani sar ca-
pace di intuire lunit sottostante la forma e
sempre di pi cercher i mezzi per manifesta-
re la propria natura spirituale. E questa sar la
vera garanzia di Pace futura.
Fabio Ricchetti
16
Quando unesperienza nuova comincia a in-
teressarci, che cosa facciamo? Cerchiamo
qualcuno che labbia vissuta e gli chiediamo
di raccontarcela. Il racconto, certo, non
come lesperienza diretta; ma pu pregu-
rarcela. E questo non poco. Soprattutto, se
pensiamo che esistono diversi livelli di pre-
gurazione: dai pi bassi, che danno solo una
vaga idea dellesperienza che vivremo, ai pi
alti, che ne forniscono unidea precisa. Ci,
naturalmente, dipende dalla bravura con cui
chi racconta lesperienza riesce a mettersi
nei panni di chi ascolta, proponendogli delle
analogie il pi possibile famigliari. In questo
modo, chi non sa pu pensare a esperienze
gi fatte che, in una certa misura, gli rivelano
che cosa lo attende.
Ora, tante sono le esperienze che gli esse-
ri umani fanno lungo il percorso evolutivo; e
ognuna ha la sua importanza. Ce n, per,
una che tra tutte spicca. Si tratta di ci che
sperimenta chi, nella scienza esoterica, co-
nosciuto come lArhat, il Liberato. Il suo sta-
dio evolutivo davvero molto avanzato e ad
oggi, incarnati sul nostro pianeta, se ne con-
tano pochissimi. Sono i cosiddetti Saggi, che,
di epoca in epoca, compaiono sia in Oriente
sia in Occidente. Eppure, quello dellArhat
uno stadio evolutivo che, a tempo debito,
viene raggiunto da ogni essere umano. Ma
di quale esperienza si tratta, e perch cos
importante? Nei testi esoterici, il modo in cui
il Liberato vive la vita cos suggestivamente
descritto: Sono nel mondo, ma non sono pi
del mondo. Per comprendere il signicato di
queste parole, occorre ricordare quello che
leterno problema che accompagna lessere
umano nel corso delle sue numerosissime
vite: la sofferenza. Una sofferenza che, in una
data incarnazione, principalmente sica; in
unaltra psicologica; in unaltra ancora di en-
trambi i tipi. Una sofferenza che, in certe vite,
continua, dalla nascita no alla morte; in
altre, fortunatamente, si alterna ciclicamente
alla felicit. Ma, pur con tutti i distinguo che si
possono fare, una sofferenza che tale rimane.
Cos, da sempre, ogni essere umano aspira a
quella che chiama serenit. Ma, di preciso,
che cosa signica essere sereni? Signica
essere arrivati a un punto tale della propria
evoluzione per cui non esiste pi alcun tipo di
evento esterno che sia in grado di perturbare
la nostra percezione. In pratica. Normalmen-
te (anche se esistono delle eccezioni che do-
vrebbero far riettere), se levento che ci
troviamo a vivere bello, allora ci sentiamo
felici, gioiamo, mentre se brutto, ci perce-
piamo tristi, soffriamo. Per il Liberato, invece,
levento perde il potere di condizionare la Sua
vita: Lui in grado di vivere serenamente an-
che levento avverso. Ci, naturalmente, non
signica che, potendo scegliere tra i due, dica
Antica saggezza e scienza moderna
Curatore: Gianluca Fontana
LAEREO, LO YOGI E
IL TEMPORALE
17
che del tutto indifferente. Per neanche il
peggiore degli eventi che possono capitare
pi in grado di far vacillare la sua serenit. E
proprio questo signica essere nel mondo,
senza, per, essere pi del mondo.
Queste parole aiutano abbastanza a pregu-
rarci come vivremo quando saremo dei Libe-
rati. Se, per, un uomo, la cui aspirazione a
emanciparsi dalla sofferenza ha raggiunto un
valore critico, si mettesse alla ricerca di un
vero Saggio, lo trovasse e gli chiedesse di
descrivergli lo stato della sua coscienza, beh,
il Saggio riuscirebbe a spiegarsi meglio. E
come? Cos. Anzitutto, gli chiederebbe quale
professione svolge nella vita. Poi, saputo che,
per esempio, quelluomo, un pilota dellA-
viazione Civile, gli direbbe: Pensa di pilota-
re un aereo che debba percorrere una rotta
molto lunga. Durante il tragitto, sicuramente,
incontrerai il pi bello dei cieli sereni, come il
pi pericoloso dei temporali. In questo secon-
do caso, vedrai comparire lammasso scuro
e gigantesco di quello che chiamate cumulo-
nembo. A quel punto, valuterai la quota alla
quale si trova il temporale e la confronterai
con la tua quota di crociera. Nel caso in cui tu
stia volando pi alto, non avrai nulla da teme-
re. Se, invece, il temporale si presenter pro-
prio alla quota alla quale stai volando, allora
ti farai questa fatidica domanda: Ho ancora
potenza disponibile o quella che stanno ero-
gando i motori la massima?. Una volta che
ti sarai risposto, agirai di conseguenza. Se il
numero di giri sar gi al massimo, ahim,
non ti rester che attraversare il cumulo-
nembo, con tutto ci che questo comporta.
Per via dei fulmini e dei tuoni, di sicuro do-
vrai stringere la cintura di sicurezza, afferrare
pi saldamente i comandi e tenere pronto
il sacchettino del vomito. Dovrai mettere in
conto che un fulmine potrebbe anche colpirti,
mandando in avaria uno dei sistemi di bordo.
Non sar piacevole e il tempo trascorrer len-
tamente Ma, salvo rari casi, prima o poi,
in qualche modo, uscirai dal temporale. Se,
invece, i motori avranno ancora un adeguato
margine di potenza, allora darai manetta e il
pi velocemente possibile salirai di quota, in
modo da arrivare in prossimit del temporale
con il cumulonembo non pi davanti a te, ma
sotto di te. Indubbiamente, allapparto pro-
pulsivo sar richiesto un grande sforzo. Ma il
risultato sar impagabile. Raggiunta la nuova,
pi alta quota di crociera, volerai tranquillo,
mentre sotto di te si scatener la tempesta.
Di tanto in tanto, avvertirai forse qualche lie-
ve turbolenza, eco lontana del temporale che
pi in basso infuria. Ma nulla pi. Sorvolato
lintero cumulonembo, potrai eventualmente
tornare a volare a una quota pi bassa. Ecco:
questa la differenza tra me e te oggi. La
mia coscienza come un aereo la potenza
dei cui motori gli permette di volare al di so-
pra di qualunque temporale si possa incontra-
re nei cieli del nostro pianeta. La tua, invece,
come un aereo che pu gi sorvolarne un
certo numero, ma non ancora i pi alti e i pi
pericolosi. Il lavoro che devi fare potenziare
i tuoi motori. Se sei interessato a questo tipo
di volo ad alta quota, posso prenderti come
allievo. Indubbiamente, il pilota comprende-
rebbe
Gianluca Fontana
18
Ogni forma costruita da una scintilla di
vita che d limpulso, emanata dal creato-
re; essa cresce di stadio in stadio secondo
la legge di accrescimento, un aspetto della
Legge di Attrazione, che la legge della vita.
Questa Legge coopera con la Legge di Causa
ed Effetto che, come sappiamo, la Legge
che governa la materia. Causa, attrazione o
desiderio, accrescimento ed effetto, sono le
quattro parole che governano la costruzione
di qualsiasi forma pensiero. Quando questul-
tima completata, un effetto costruito per
accrescimento in base al potere di una causa
organizzata.
(Trattato di Magia Bianca o la Via del Discepo-
lo Alice Bailey)
Un giorno qualunque, lui e lei procedono sui
relativi percorsi, affaccendati nelle questioni
di sempre e poi, per caso, le strade si incro-
ciano i due si guardano scatta qualcosa
di non ben denito, cascata biochimica che
coinvolge i sensi e il cuore si sentono irresi-
stibilmente attratti. Al culmine della passio-
ne, le funzioni cerebrali ridotte al minimo, le
endorne a livelli vertiginosi, i due cinguetta-
no frasi del tipo: ... ti amer per sempre
... sono tuo/a e soltanto tuo/a ... solo
tu ... non ci lasceremo mai.
Ma nel giro di qualche tempo le cose cam-
biano. Dallinfatuazione si passa alla recri-
minazione ... lo credevo diverso/a ...
non pi la persona che ho conosciuto/a
... mi ha profondamente deluso/a, per
arrivare perno a ... mi sta rovinando lesi-
stenza. Ovviamente la situazione presa in
esame, un po ironicamente, rappresenta un
caso limite. Le dinamiche che coinvolgono
un uomo ed una donna in una relazione pos-
sono avere innite sfumature. Rispondono
tuttavia alla Legge Universale di Attrazione,
la cui applicazione diviene simile attrae simi-
le. Lattrazione pu avvenire sul piano sico,
emotivo, mentale, e anche causale, ma non
detto (anzi molto difcile) che avvenga con-
temporaneamente su tutti i piani. Purtroppo
il nostro pianeta non pullula ancora di illumi-
nati/e che si relazionano, ma c speranza. Se
consideriamo che il caso non esiste e che i
corpi che formano la coscienza di un indivi-
duo sono sempre subordinati alle esigenze
dellAnima, cos che ci fa invaghire di una
persona anzich di unaltra?
Riecheggiando versi lontani, si potrebbe an-
che denire linnamoramento come la favola
bella che ieri ci illuse, che oggi ci illude per-
ch in fondo, di illusione si tratta. Di fatto,
da una parte, linnamoramento racchiude in
s una grande potenzialit, poich entrano in
gioco le forze connesse alla spinta allunione,
quella pulsione creativa, motore di tutto ci
che manifestazione nelluniverso; dallaltra,
La Coppia sul Sentiero
Curatore: Giorgio Ricci Garotti in collaborazione con Monica Giovannini
INNAMORARSI E POI? (parte I)
19
rappresenta unoccasione per agire le proprie
aspettative consce e inconsce e vivere, per
necessaria conseguenza, le relative frustra-
zioni. E questo perch? Perch luomo fon-
damentalmente imperfetto, e per aderire al
progetto di manifestazione che lo anima sui
piani pi elevati, deve progressivamente fare
esperienza attraverso la materia. Dunque, nel
processo dellincarnazione, lAnima risuona la
sua nota: i genitori, il clima infantile, gli eventi
successivi, tutto, deve intonarsi a quella fre-
quenza. Arriviamo, quindi, non certo vergini,
ma con un bagaglio molto antico per cui at-
traiamo sempre ci che siamo, o meglio, ci
di cui abbiamo bisogno per crescere, evolve-
re. La Legge di Attrazione coopera con la Leg-
ge di Causa e Effetto che governa la materia:
non vi karma senza attrazione, la volont di
essere si manifesta dal piano causale proprio
attraverso questo impulso.
Il processo dellattrazione (che opera anche
negli altri regni di natura) sul piano sico ap-
pare per molti versi misterioso (ormoni, odo-
ri, stagioni, ritmi circadiani, etc.) Poi, per les-
sere umano, linfatuazione che si vive a livello
emotivo (da e-movere = smuovere, scuotere,
agitare), produce speciche somatizzazioni:
palpitazioni, stretta allo stomaco, etc. Esplo-
de il desiderio di avere, di stare con, di con-
dividere un clima emotivo che risulti appa-
gante. Ne deriva, inizialmente, un benessere
psicosico che si traduce in aumento della vi-
talit, migliore capacit di reazione agli eventi
esterni, alle malattie, predisposizione allotti-
mismo. Il desiderio diviene la spinta ad unirci
con loggetto del desiderio, perch il vivere
questo ci porta ad esaurire quella tensione.
Desidero-realizzo-possiedo, che poi anche
la dinamica dellorgasmo.
Questo corto circuito che linnamoramento
proprio la spinta propulsiva allunione del
maschile col femminile, che parte oltre lar-
chetipo, dalle radici della vita, Padre e Spirito
Santo che generano il Figlio. Energie molto
forti, vitali, primigenie, potentissimi magneti;
i due poli, uomo e donna, si incontrano e le
scariche elettriche partono. Perch si sta cos
bene quando si innamorati? Perch si frui-
sce anche di questo nutrimento, del parteci-
pare a un movimento creativo ben pi ampio:
la potenza dellAmore.
Emotivamente si percepisce laltra perso-
na riconoscendo in essa delle afnit. Ed
questo che attira, la possibilit di un appaga-
mento nel proprio sentire. Poi, come sempre,
entrano in gioco elementi non noti, di cui non
siamo consapevoli, ussi energetici diret-
ti, provenienti dagli altri piani di coscienza e
quindi non riconoscibili, che si manifestano
comunque, con il risultato che si attratti
da chi poi, magari, nel tempo, diviene insop-
portabile. Il karma oggettivo, cio favorisce
sempre levoluzione e allora, se ci da cui
siamo attratti produce sofferenza, occorre
scoprire perch ci attrae. Il problema che
il processo dellattrazione condizionato da
un atteggiamento repellente che proviene dal
passato ed ancora attivo nel presente.
Se lattrazione corrisponde allinizio ad una
fase di eccitazione, il fascino diviene emana-
zione composita di qualit armoniche e disar-
moniche (lammaliare, lincantare, lo stregare)
perfettamente compatibile con ci che siamo
in quel preciso momento.
Nella fascinazione si entra gi nel gioco del
non darsi. In amore vince chi fugge se ci
sei scappo, se non ci sei ti corro dietro.
Ma, scusate, che amore ? la Legge di At-
trazione che regola lUniverso, non la legge
personale del riuto tout court! Comunque
20
sia, a questo punto le emanazioni dellaltra
persona, siano esse armoniche o distorte,
sono coinvolgenti, in quanto risuonano allin-
terno della nostra coscienza. La fascinazione
quindi essenziale nel far vivere lattrazione
che muove alla ricerca del piacere nellunione,
dellessere capiti, compresi, accolti. E non
una questione di feeling, ma semplicemente
di karma. Frequenze speciche, particolari,
perfettamente complementari. La relazione
umana si connota in questo modo. Il fascino
dellaltro lo recepisco solo se compatibile con
la mia emanazione.
Nellesaltazione dellinnamoramento si vive
lillusoriet dellidealizzazione e si diviene
disponibili verso laltro, ma si tratta di una
disponibilit illusoria, derivante da una mo-
mentanea graticazione. La vita appare facile
e gioiosa, poi quando ricompare laspetto
reale, la fatica, lillusione cade e cominciano i
problemi, si entra nel processo di disillusione.
Il punto di collisione con la realt sta nel fare
fatica o nel non farla (nota dolente dellumana
specie), attraverso lillusione che la creazio-
ne non comporti impegno. Mettersi in gio-
co, scoprirsi insieme, senza dimenticare che
laltro ci fa da specchio, mostrandoci come
siamo, questo il ruolo delle relazioni. lat-
tivit (il fare, ancora una volta) che va vissuta,
quindi linnamoramento si vive in funzione
dei bisogni evolutivi della coscienza, non del
proprio egoismo. NellAmore, che unione,
impossibile pensare solo a s. Quindi si
parte dallillusione (tesi) che sar sottoposta
allesperienza reale (antitesi) producendo fru-
strazione, per poi generare il frutto possibile
(sintesi). Solo attraverso lattrito, la fatica del
vivere, avviene la trasformazione e levoluzio-
ne della vita stessa. Siamo attratti dallaltro/a,
che quello che ci pu dare ci di cui abbia-
mo bisogno. Ma no a quando questo movi-
mento ciclico non sar esaurito mettendoci
nella condizione di riconoscere progressiva-
mente ci che in noi attrae per respingere
(manifestazione distorta della Legge di Ripul-
sa), ricercheremo necessariamente lunione
passando dallesterno anzich dallinterno.
Ma solo da dentro che ci riuniremo vera-
mente. La coscienza Cristica di Unit vuole
manifestarsi attraverso una personalit che
ha svolto egregiamente il suo ruolo evolutivo
e proprio per questo, alla ne, deve lasciare
il passo.
Le necessit della coscienza che si manife-
stano attraverso la propulsione del desiderio,
sono in fondo molto semplici: espansione ed
espressione in costante progressione, cele-
brazione della vita, su tutti i piani. Che si tratti
di un essere umano o di qualsiasi altra forma
di vita, il processo non cambia. Il desiderio
non cessa mai, ma evolve qualitativamente
attraverso lesperienza e la realizzazione pos-
sibili: questa larmolodia della creazione.
Giorgio Ricci Garotti
in collaborazione
con Monica Giovannini
21
Vi sono due aspetti, in questa seconda fatica
di Ercole, che desidero affrontare. Il primo
quello del desiderio, il secondo quello del
labirinto e della conseguente illusione. Il desi-
derio esiste come manifestazione limitata
della Legge di Amore, attiva nelluniverso
sotto forma di Legge di Attrazione. Tutto ci
che esiste, e in modo particolare lessere
umano, vive il desiderio. Lumanit vive que-
sto aspetto in modo disarmonico, applicando-
lo alla propria vita con voracit, una voracit
manifesta o inibita. un desiderio separativo,
teso ad interrompere la uidit della vita, una
uidit che, se applicata, ci metterebbe mag-
giormente in contatto con possibilit pi am-
pie, che limitiamo con il timore di non essere
sufcientemente ripagati. Le paure insite nel
nostro agire impediscono di comprendere il
rapporto tra domanda e offerta. Quando lof-
ferta da parte della vita viene abilmente usata
per ovviare alle proprie necessit, essa per-
dura. Solamente quando la porta viene aperta
dalla legge della domanda, se ne apre unal-
tra, pi elevata che consente lofferta. Le no-
stre scelte non potranno che dipendere dalla
nostra vibrazione, dal colore e dalla tonalit,
aspetti che sanciscono il nostro grado di com-
prensione della Legge di Attrazione. Il deside-
rio viene spesso colorato in modo negativo:
non esiste modalit migliore per avvalorare le
proprie illusioni e aspettative. Se non deside-
rassimo, alimenteremmo una miseria interio-
re, che produrrebbe nel tempo una graduale
e inesorabile stagnazione. Tutti gli istinti infe-
riori, compreso il desiderio, con cui luomo
combatte, non sono che distorsioni della real-
t: da qui deriva il valore dellinsegnamento
occulto secondo cui, meditando sul buono,
sul bello e sul vero, le qualit inferiori verran-
no trasmutate in qualit divine. Per fare ci,
occorre una perseveranza continua, incrolla-
bile, che ci permetta di metabolizzare le inevi-
tabili frizioni, procurate dal principio coesivo
della Legge di Attrazione, principio che attrae
ogni cosa afnch si possa esprimere la mag-
giore unit possibile. La capacit di lavorare
con tenacia alla base di ogni conseguimen-
to, soprattutto se il proprio agire non incia-
to dalla necessit di essere notato e apprez-
zato. Il tutto senza troppa autoanalisi. Non
facciamo come coloro che svellono la pianta
per vedere come cresce. Dovremmo dimen-
ticare il nostro progresso e conformarci alle
regole atte ad aiutare i nostri fratelli. Siamo
tutti fratelli e, malgrado lo si sbandieri ai quat-
tro venti, ognuno persegue unidea di fratel-
lanza molto personale. Esiste ancora la ten-
denza ad essere troppo separativi e settari,
anteponendo la propria organizzazione o as-
sociazione ai bisogni reali. Questi bisogni
vanno nella direzione del prossimo. E noi che
cosa comprendiamo? Che laiuto lo daremo
Mitologia e Sentiero Iniziatico
Curatore: Graziano Fornaciari

IL DESIDERIO E IL LABIRINTO
DELLE ILLUSIONI
22
al prossimo che arriva, ma a quello che abbia-
mo davanti diremo: Spostati, non farmi per-
dere tempo, che la vita mi aspetta, da troppo
tempo attende il mio aiuto. Quanta cecit
possiede lessere umano, che non riesce a
chinarsi per poter ascoltare il lamento che
proviene dal basso, preferendo rimanere ad
ascoltare se stesso! La Legge di Attrazione
conduce allunit, e lo sforzo che essa procu-
ra quanto ci occorre per costruire il materia-
le necessario, materiale che ci dar sempre
pi forza per bussare alle porte della vita.
Essa rivela anche la natura dellamore, anzi-
tutto mediante il desiderio per la vita nella
forma. Il termine Legge di Amore non che
la legge del sistema che si manifesta su tutti
i piani. Lamore fu il movente che diede im-
pulso alla manifestazione, ed lamore che
mantiene tutto in successione ordinata;
lamore porta tutto sul Sentiero del ritorno, il
ritorno in seno al Padre. lamore che co-
struisce le forme che fanno da culla tempora-
nea alla vita interiore celata; lamore la cau-
sa della distruzione di queste forme e della
loro completa frantumazione afnch la vita
possa progredire; lamore si manifesta su
ogni piano come stimolo che ci sospinge alla
meta. La manifestazione dellamore deve,
necessariamente, confrontarsi con le illusioni
che ogni essere umano possiede, dietro le
quali si cela, manifestando un simulacro, al-
linterno del quale divenire sfuggente. Le illu-
sioni fanno comodo, esse rappresentano del-
le maschere che, no ad un certo punto non
siamo disposti a togliere ma, il tempo ga-
lantuomo, e prima o poi ci che non vogliamo
vedere diverr qualcosa di insopprimibile al
nostro bisogno di verit. Le illusioni, nelles-
sere umano, sono prerogativa del corpo
astrale, la cui porta dingresso rappresenta-
ta da un chakra che si chiama Manipura, cor-
rispondente alla ghiandola endocrina Pan-
creas, la quale secerne linsulina che, nel
caso fosse sottoprodotta, produce il diabete,
parola greca che deriva dal verbo diabeinein,
che signica passare. Il diabetico in mancan-
za di insulina non riesce ad assimilare gli zuc-
cheri contenuti nel cibo, per cui lo zucchero
passa attraverso il pancreas e nisce nelluri-
na. Egli non riesce ad assimilare la dolcezza,
celando un desiderio di amore, associato al-
lincapacit di accettarlo, atteggiamento che,
potrebbe portare ad una eccessiva acidica-
zione di tutto il corpo, no a condurlo al coma.
Le illusioni rappresentano ci che non si vuo-
le digerire ed assimilare, ed il nostro sistema
digerente assomiglia in modo impressionan-
te ad un labirinto, nel quale ci inliamo per
attrarre gli altri, per poi sfuggirli. Lamore dis-
solve ogni illusione e ci permette di risolvere
lenigma del labirinto, attraverso il quale com-
prenderemo che luscirne coincide con liden-
ticarsi con la propria essenza. La tradizione
attribuisce il progetto del primo labirinto al-
larchitetto Dedalo, che disegn e diresse la
costruzione per ordine del re cretese Minos-
se, il quale era glio di Zeus ed Europa e ma-
rito di Pasife che, annebbiata dalla gelosia e
preda delle proprie illusioni, per vendicarsi del
marito giacque con un toro, anchesso ingan-
nato da una sagoma a forma di vacca che De-
dalo costru. Da tale rapporto nacque il Mino-
tauro, o toro di Minosse, il quale era per met
umano e per met toro. Minosse, a questo
punto, decise di far costruire il labirinto e di
nascondere al suo interno lorrenda creatura.
Il Minotauro aveva comunque bisogno di vit-
time umane e a fornirle erano gli ateniesi che,
in quanto scontti da Minosse, erano stati
condannati ad essere inviati a Creta. Teseo,
23
glio del re di Atene, per porre ne a questo
tributo di sangue, decise di unirsi alle vittime
destinate a Creta. In seguito venne aiutato ad
entrare nel labirinto da Arianna, glia di Mi-
nosse e Pasife, la quale si innamor di lui e gli
forn il lo che, da lei sorretto allentrata, serv
a Teseo per riguadagnare luscita una volta
ucciso il mostro. Il labirinto la via che condu-
ce allinterno di se stessi, verso quella sorta
di tempio interiore nel quale riposta la no-
stra essenza. Il tempio non pu essere rag-
giunto senza un lungo peregrinare, attraverso
il quale radicare la concentrazione necessa-
ria, mezzo indispensabile per giungere allin-
tuizione; tramite lintuizione tutto si sempli-
ca, no a far cadere la grande illusione o
eresia di separazione. Il senso di smarrimen-
to, quale conseguenza della perdita dellorien-
tamento, rappresenta una componente fon-
damentale del processo evolutivo. Laspirante
sul Sentiero deve arrestarsi e chiedere: Do-
v il centro?. A questo punto egli sentir
una voce che risponde: Il centro sei tu,
dentro di te che devi guardare per scoprire la
verit. Teseo (colui che asserisce o confer-
ma), sorretto dallAmore della conoscenza
(Afrodite), entra nel labirinto con purezza din-
tenti (Arianna) per raggiungere, adoperando
la ragione e lintuizione (Dedalo), la purezza
danimo necessaria al superamento della pro-
va impostagli. Questo momento rappresenta
lintuizione che si radica, conseguenza del
suo nuovo stato. Egli guarda al futuro e riesa-
mina, nel contempo, il passato, non solo al
ne di liberarsi dai propri errori, ma anche per
riappropriarsi di qualit latenti, che lo illumine-
ranno sulla nuova strada che sta per intra-
prendere. A questo punto occorre uscire dal
labirinto. Teseo deve continuare con tenacia
senza abbandonare Arianna, costringendo il
vizio in luoghi ove non possa nuocere. Se egli
dovesse identicarsi, ancora, con larroganza,
il fanatismo e la superstizione, tornerebbe ad
uno stato impuro e si perderebbe nuovamen-
te inseguendo ingannevoli desideri. Ma non
sar cos. Teseo esce dal labirinto e scopre la
verit, scopre di essere tornato al punto di
partenza che coincide con il punto di arrivo. Il
lo non altro che il cordone ombelicale che
unisce luomo con la caverna, la caverna del
proprio cuore, ove ogni travaglio permette ri-
nascite sempre pi consapevoli.
Graziano Fornaciari
24
Diverse tradizioni religiose ed esoteriche
hanno elaborato varie pratiche incentrate sul-
la meditazione per accostarsi al divino. Nel-
laccezione comune la parola meditazione
oltre ad evocare atmosfere orientali ha perso
quel valore che aveva in origine, infatti deri-
va dal latino mederi che signica misurare
con la mente per curare. In Oriente la pra-
tica della meditazione considerata unatti-
vit per esprimere il S: ne sono esempio
le miriadi di tecniche, patrimonio dellintera
umanit, sperimentate da millenni da mistici
e uomini comuni. Ma non dobbiamo dimenti-
carci le numerose tecniche di meditazione e
di contemplazione che anche il Cristianesimo
ha elaborato, grazie alle contaminazioni di tra-
dizioni orientali. La mistica greca, e in parti-
colare lesicasmo, con luso delle giaculatorie
sul nome di Ges, lesempio pi chiaro del-
la comunanza tra le tecniche di meditazione
orientali e quelle occidentali.
Attualmente la coscienza dellessere umano
sospesa tra miriadi di pensieri e stimolata da
un numero elevato di informazioni. Un utilizzo
pi ampio delle funzioni della mente porta un
maggior numero di persone ad interessarsi
alla meditazione. Non un desiderio frutto
del caso, ma la diretta conseguenza di una
coscienza che si sta lentamente affrancando
dalla dualit delle emozioni e aspira alla sinte-
si dellintuizione. Ci sono volute diverse vite
trascorse tra turbamenti emotivi e psicologici,
per giungere ad aspirare a sondare cosciente-
mente il piano della mente. Infatti chi vuole
realizzare nella propria vita la discriminazione
e il discernimento potr essere attratto dalla
pratica della meditazione. Fin da subito laspi-
rante alla meditazione verr messo alla prova,
nello scegliere quella pi adatta al suo scopo
e dovr districarsi tra le molte tecniche esi-
stenti. Non tutte le pratiche meditative hanno
le stesse potenzialit ed inoltre chi le insegna
non sempre conosce il signicato profondo
della meditazione, soltanto quando viene pra-
ticata incessantemente nella vita quotidiana
se ne comprende la reale potenzialit. Negli
scaffali delle librerie troviamo diversi libri che
descrivono la meditazione come un rilassa-
mento, una tecnica per non pensare a niente
e produrre il vuoto mentale. Denotano una
supercialit glia di un allontanamento dalla
tradizione, che, essendo rigorosa, non attira
lindisciplinata mente occidentale motivata
dal tutto e subito. Sicuramente la medita-
zione ben praticata porta come conseguenza
il rilassamento, ma lobiettivo primario la
comprensione di noi stessi, la realizzazione
dellantico insegnamento socratico: conosci
te stesso. Comunque sempre bene non
credere a tutto quello che ci viene detto e se
ci daremo il tempo per praticare la meditazio-
ne seguendo i consigli di un istruttore quali-
Il Raja Yoga e lesoterismo
Curatore: Luca Tomberli
INTRODUZIONE
ALLA MEDITAZIONE
25
cato potremo sperimentare, con tutti i crismi
scientici della vericabilit e riproducibilit,
cosa avviene nel laboratorio della nostra co-
scienza quando ci sottoponiamo alla pratica
meditativa, solo ci potr portare alla com-
prensione della validit dello strumento che
stiamo usando per il riequilibrio delle forze
presenti al nostro interno. Per capire ligno-
ranza che celata dietro lillusione umana di
produrre velocemente il vuoto mentale ripor-
to sinteticamente una storia zen. Un maestro
zen insegna ai suoi allievi che la vacuit
lessenza stessa della manifestazione. Alla
ne della lezione chiede agli allievi se hanno
compreso la vacuit. Il pi pronto risponde al
maestro che tutto vacuo. A quel punto il
maestro lo colpisce con un sasso chiedendo-
gli se vacuo. Insomma, prima di realizzare
il vuoto mentale, condizione sperimentabile
da un liberato, dovranno essere attraversati
tutti gli spazi della coscienza, sia se si pre-
sentino come giardini oriti che come deserti
terricanti. Soltanto un essere realizzato, non
rimanendo attaccato a ci che percepisce,
pur discriminandolo, mantiene un usso con-
tinuo tra soggetto e oggetto, e ci crea quella
condizione necessaria afnch il campo della
coscienza rimanga sgombro da ostacoli per-
mettendo alla vita di uire continuamente.
Provate a chiudere gli occhi e cercate di rag-
giungere il vuoto mentale: vi renderete con-
to che non la condizione normale umana,
in quanto nella mente iniziano ad affollarsi i
pensieri pi disparati che denotano unattivi-
t mentale confusa. Patanjali negli Yogasutra
afferma che la realizzazione dellessere si
raggiunge sospendendo le modicazioni del-
la mente e descrive otto mezzi che conduco-
no allilluminazione. Con i primi cinque stadi
indica come maturare il giusto distacco dai
sensi, mentre negli ultimi tre stadi descrive la
disciplina della meditazione, composta da tre
fasi che formano un unico atto sequenziale
(Samyama): Dharana (concentrazione), Dh-
yana (meditazione), Samadhi (estasi o unio-
ne). Se vogliamo, dunque, conoscere la vita
per quello che , pur nelle sue molteplici dif-
ferenziazioni, dobbiamo applicare la disciplina
della meditazione, altrimenti saremo relegati
al mondo della forma: il Samyama infatti
un atto di penetrazione nella materia no a
riconoscere lunit sostanziale della vita. Lat-
tenzione prolungata porta alla concentrazione
sullaspetto forma delloggetto percepito; la
concentrazione mantenuta nel tempo con-
duce alla meditazione, cio fa conoscere la
qualit intrinseca di quello che percepiamo; la
meditazione costante sprofonda nellaspetto
spirituale delle cose riconoscendone lintima
unione. Penso sia utile aggiungere che Pa-
tanjali descrivendoci il processo della medita-
zione, ci indica il modo per passare dal Regno
Umano al Regno dei Cieli, che, come ci ha
insegnato il Maestro Ges, dentro e fuori
di noi. Inoltre bene chiarire che nonostan-
te in diversi testi sapienziali vengano deniti
con nomi diversi gli stati di coscienza prodot-
ti dalla disciplina della meditazione, tra i pi
conosciuti Samadhi, Nirvana o estasi mistica,
ognuno indica uno stato dellessere comu-
ne.
La meditazione unattivit della mente ed
applicabile in qualsiasi piano della vita, infatti
chi la sperimenta consapevolmente sa che
unattivit per operare oltre la mente stessa,
per espandere la coscienza nei piani sempre
pi sottili e per iniziare a muoversi in aspetti
della coscienza aformali. Per Patanjali la me-
ditazione di due specie: con seme o senza
seme. La meditazione senza seme possi-
26
bile dopo che si padroneggiata quella con
seme. La pratica della meditazione con seme
consiste nel mantenere lattenzione per un
tempo prolungato su un oggetto esterno o
interno prescelto. Mi riferisco a oggetti si-
ci o sottili come le emozioni e i pensieri. In
questo modo la mente diviene un faro che
possiamo puntare su ci che desideriamo
conoscere ed amplia le nostre possibilit di
percezione. Infatti la capacit della mente di
intuire gli oggetti interni ed esterni senza usa-
re i sensi sici sperimentabile, e tutto ci
genera il sesto senso di percezione. In India
lattivit mentale umana viene paragonata ad
una scimmia ubriaca e non possiamo dargli
torto. Luomo ingabbiato in una tta trama
ordita da pensieri ed emozioni avvinghiati tra
loro e difcilmente distinguibili gli uni dagli
altri ed inoltre la mancanza di un pensiero
focalizzato impedisce allessere umano di
squarciare il velo dellillusione in cui avvol-
to. Questa attivit mentale disordinata non
permette allintuizione di risalire dal profon-
do per manifestare il S, infatti pur nascen-
do pura e cristallina, viene distorta e limitata
dal vorticare dei pensieri e delle emozioni,
quindi la limitazione di se stessi si attua nella
propria coscienza. Dobbiamo sempre tenere
presente che soltanto una mente disciplinata
riette la luce del S Superiore: ci avviene
attraverso la coerenza tra pensiero, parola e
azione. Per disciplinare lattivit mentale
necessario dare alla mente un supporto su
cui poggiarsi, un punto di riferimento per non
perdersi nelloceano delle cose percepite.
Nel tempo sono state elaborate delle tecni-
che riconducibili ad aspetti primari della vita
come suono, colore e forma. Il praticante, a
seconda delle sue caratteristiche, porter pi
facilmente lattenzione su una forma, oppu-
re su un colore o su un suono. Con la prati-
ca della meditazione, oltre ad aumentare la
concentrazione, utilizziamo i tre aspetti sopra
descritti per produrre una modicazione nella
coscienza. Nel Raja Yoga viene usato princi-
palmente il suono per puricare la vibrazione
dei veicoli della personalit. Si utilizzano dei
mantra (parole di potere) per trasmutare la vi-
brazione dei veicoli e favorirne lallineamento,
in modo che la personalit divenga unentit
integrata. La scienza esoterica insegna che
soltanto una personalit allineata pu aspirare
al contatto consapevole con lanima che pos-
siamo denire come lo scopo ultimo dellevo-
luzione umana. Per approfondire largomento
vi consiglio di leggere Lettere sulla meditazio-
ne occulta di A. A. Bailey. Il libro di difcile
comprensione ma al ricercatore sincero che
resister alla percezione di richiuderlo veloce-
mente riveler insegnamenti elevati. Qualsia-
si tipologia di meditazione verr scelta, dovr
essere provata con metodo e aspirazione. La
disciplina della meditazione, se resa consape-
vole attraverso la pratica costante, permette
allintuizione di risalire dal profondo, liberando
energie che, se focalizzate nellattivit, daran-
no alluomo la possibilit di realizzarsi com-
prendendo i moti della coscienza. Secondo la
tradizione esoterica lespressione del S la
vera guarigione delluomo.
Luca Tomberli
27
In astrologia esoterica il percorso iniziatico
delluomo attraverso i 12 archetipi zodiaca-
li denito in tre diversi livelli di coscienza
ben precisi, espressi dalla fusione di quattro
energie zodiacali operanti ognuna su una cro-
ce. Largomento delle croci astrologiche di
difcile comprensione per la mente umana,
ancora limitata dalla razionalit e da un men-
tale inferiore, che tende a capire le cose in
modo separato, perch capire le croci signi-
ca riuscire a pensare per interi, per sintesi,
e questa una qualit tipica del mentale su-
periore, che opera la sua comprensione at-
traverso lintuizione piuttosto che attraverso
lintelletto.
Quindi la difcolt sta nel cercare di compren-
dere i segni di ogni croce come un unico us-
so energetico che si riversa sulluomo singo-
lo, ma anche sullUmanit, su un pianeta o un
sistema solare, che staziona su quella croce
a seconda del punto evolutivo raggiunto sul
percorso iniziatico.
Dobbiamo fare questo sforzo perch non esi-
ste un ramo della croce che possa agire iso-
lato, senza essere espressione della sintesi
cos creata dalla collaborazione, dallarmonia
e dalla sincronia con gli altri tre segni zodia-
cali. Inoltre anche le tre croci poi andranno
viste in un contesto sintetico, poich espri-
menti un unico concetto: il percorso iniziatico
delluomo a livello planetario, ovvero il conse-
guimento delle cinque iniziazioni possibili in
incarnazione su questo pianeta. Il risultato
unulteriore fusione, ma questa volta di tutti
e 12 i segni zodiacali.
Questa fusione di energie in realt la rap-
presentazione, attraverso le tre croci, di una
ben pi profonda e interiore fusione: fusione
e integrazione della personalit in un tutto
armonico che si attua sulla croce mobile, fu-
sione e integrazione di personalit e anima
che avviene sulla croce ssa, fusione e inte-
grazione dei tre aspetti della manifestazione
divina che si compie sulla croce cardinale.
La Croce mobile o croce del Cristo celato,
composta da Gemini, Virgo, Sagittarius e Pi-
sces, la croce della personalit, inuisce
quindi sulla moltitudine, sulla massa comu-
ne e sullaspirante. La sua inuenza spinge
luomo a fare esperienza nella triade inferio-
re, provocando crisi e conitti attraverso cui
luomo inizia a sentire e a scoprire il Cristo
celato sotto la forma. Gemini, Virgo, Sagitta-
rius e Pisces, opposti polari, conducono luo-
mo a compiere ogni possibile esperienza sul
piano materiale per scoprirne linsita essenza
divina e, attraverso questa consapevolezza,
puricare, trasmutare e armonizzare la sua
personalit.
Invece la Croce ssa o croce del Cristo in
croce, espressione di Taurus, Leo, Scorpio e
Aquarius, governa la vita delluomo da disce-
Astrologia esoterica
Curatore: Maria Grazia Barbieri

LE TRE CROCI
28
polo in prova a discepolo accettato. la croce
che inuisce sulluomo durante le prime tre
iniziazioni, smettendo di agire una volta che
sia stata compiuta la terza iniziazione; la
croce dellanima. Luomo che crocesso su
questa croce sempre pi consapevole del-
la giusta direzione che essa imprime alla sua
vita. Non come luomo sulla croce mobile,
che ancora non capisce, che avvolto dalla
nebbia e non sa dove va: luomo che salito
su questa croce consapevole di perseguire
lo scopo dellanima e ha scelto la via da se-
guire.
Mentre sulla croce mobile abbiamo una con-
sapevolezza derivante dallesperienza, dallo
sperimentare tutto ci che riguarda la perso-
nalit, per poterla trasmutare e allineare, qui
c gi una fusione: la personalit integrata
con lanima. Questa la differenza importan-
te. Inoltre se le energie nella croce mobile
erano di ordine planetario, qui sono energie
sistemiche che la croce ssa trasmette al-
luomo al ne di renderlo sempre meno in-
centrato su di s e sempre pi attento a ci
che sta fuori di s, nch luomo, dimentico
di se stesso, serve la Vita.
La croce mobile cos chiamata perch le
energie che la compongono sono vortico-
se e in continuo mutamento, al ne di fare
esperienza di tutto nella triade inferiore. La
croce ssa, invece, cos chiamata proprio
perch luomo che vi posizionato sente lin-
tento irremovibile della sua anima e sa che
non torner indietro. Poi nella croce cardinale
le energie dirigono lanima sulla via iniziatica,
per entrare in contatto con la Monade.
Sulla Croce cardinale o croce del Cristo risor-
to, le energie di Aries, Cancer, Libra e Capri-
cornus sostengono e alimentano lIniziato,
nch lIniziato diviene responsivo a questa
croce che lo pone in contatto con la Monade
attraverso Aries e che lo pone in equilibrio tra
la dualit di spirito e materia attraverso Libra.
LIniziato ora ha libera scelta di incarnarsi e
di passare liberamente attraverso le porte di
Cancer e Capricornus, poich non pi sog-
getto allattrazione della materia, e quindi
libero di decidere, trasformando la vita nella
forma in cosciente strumento per servire.
Luomo posizionato su questa croce mani-
festazione consapevole di tutti e tre gli aspet-
ti della divinit: Padre, Figlio e Spirito Santo.
Sulla croce mobile luomo non vede nulla di
tutto questo disegno, soffre, desidera, si sen-
te vittima delle circostanze e si dispera; poi
pian piano, crisi dopo crisi, arriva un momen-
to in cui nasce in lui unaspirazione, che non
si sa bene da dove arrivi, per luomo sente
questo richiamo, sente il desiderio di aspirare
non pi a beni materiali o interessi egoistici,
ma a qualcosa di pi elevato, e pian piano
questa energia attrattiva, questa aspirazione
lo porta sulla croce ssa.
Una volta salito su questa croce luomo inco-
mincia a capire il proposito e il disegno com-
plessivo, inizia a capire cosa ha fatto sulla
croce mobile, perch sulla croce ssa che
inizia a capire tutto il lavoro fatto prima. In
questa fase lorientamento spirituale, che
verticale, cio personalit, anima e monade,
acquista inclusivit orizzontale, nel senso che
viene trattenuto tutto ci che stato com-
preso della forma e della materia, viene rico-
nosciuta lunit spirito e materia, e su questa
croce luomo ne acquisisce consapevolezza.
Poi sulla croce cardinale tutto ci che stato
compiuto sulle altre due viene compreso e
diviene chiara la visione del proposito divino
manifestato in trinit dallunione di Padre, Fi-
glio e Spirito Santo, ovvero la fusione di per-
29
sonalit, anima e monade, dove personalit
e anima sono state integrate, comprese e
trattenute come esperienza, ma allinterno di
una coscienza divenuta universale, cosmica,
la quale d la possibilit alla Monade di ma-
nifestarsi in tutta la sua bellezza attraverso
lanima e la personalit.
Quindi luomo comune compie esperienze
nella materia senza consapevolezza, ma in
lui agisce comunque lenergia sintetica del-
la croce mobile. Il discepolo invece, che ha
raggiunto una determinata espansione di co-
scienza, che in contatto con la sua anima
e consapevole del suo s superiore, sottost
agli inussi della croce ssa che lo aiuta ad
integrare anima e personalit e a restare sal-
do sul piano dellanima. Liniziato, che gi ri-
sponde ad energie cosmiche e vibra sul piano
monadico, invece sostenuto e nutrito dalle
energie della croce cardinale.
Inne vorrei precisare, per evitare dubbi e con-
fusione, che avere il Sole posizionato su una
croce non indice del proprio stato evolutivo,
anche se non indifferente avere il Sole in un
segno o in un altro, rispetto alle croci. Infatti
da un punto di vista individuale e personale,
avere il Sole su un ramo di una croce signica
che quel ramo attiva tutta la croce, anche se
non ci sono pianeti negli altri tre rami della
croce. Questo perch uiscono unitamente,
come se fosse ununica energia. Ad esem-
pio, una persona che ha il Sole in Taurus avr
attivati anche Leo, Scorpio e Aquarius, quindi
non solo lotter per trasmutare il desiderio
di Taurus in volont spirituale attraverso le
prove di Scorpio, suo opposto polare, ma la
sua vita sar anche incentrata a trasformare
lauto-coscienza di s, la coscienza individua-
le espressa da Leo, in coscienza di gruppo
manifestata da Aquarius, opposto polare di
Leo: sar quindi impegnato a decentrarsi da
se stesso per includere nella sua vita anche
laltro, comprendendo che nel servire laltro
che ritrova se stesso. Poi, questa persona,
come percorso evolutivo, potrebbe essere
posizionata su unaltra croce, che attraverso
il suo inusso lo sostiene e lo accompagna
sul Sentiero dellevoluzione.
Tutto espressione della triplicit divina e le
croci ne sono una stupenda manifestazione.
Reputo che questo viaggio affascinante, che
luomo compie passando da una croce allal-
tra, meriti ancora attenzione e qualche paro-
la, quindi vi aspetto al prossimo articolo per
raccontarvi come si manifesta nelluomo la
croce mobile o croce del Cristo celato.
Maria Grazia Barbieri
30
Negli ultimi decenni si vericato un incre-
mento esponenziale di interesse, particolar-
mente in Occidente, nei confronti di temati-
che che potremmo denire, in qualche modo,
spirituali. Quando nel 1978 iniziai la pratica
della meditazione trascendentale la cosa mi
dava unimpressione particolarmente esoti-
ca, facendomi sentire un po come Milarepa
nella sua caverna sullHimalaya, mentre nelle
persone, tra molte virgolette, normali, con le
quali parlavo di questa mia esperienza, si ve-
ricavano reazioni comprese tra i 400 e i 700
nanometri, ossia che abbracciavano pratica-
mente tutto lo spettro delle frequenze visibili
ad occhio nudo. Ma allora non che si faces-
se un gran parlare di meditazione e di cose
associate. Se poi consideriamo che, come nel
mio caso, non di rado queste ostiche pratiche
si combinavano con abitudini alimentari che
includevano nella dieta le alghe Iziki coi fagioli
Azuki, possiamo anche comprendere il per-
ch della scarsa popolarit dellargomento, in
particolare in una regione come lEmilia, patria
del tortellino, nella quale io risiedo. Bisogna
dire che da allora ne passata di acqua sotto
i ponti, cos come io sono passato ad una ali-
mentazione sicuramente pi gustosa. In ogni
caso certi argomenti, come la meditazione,
sono entrati molto di pi nel senso comune,
di quanto non fosse trentanni fa.
Nel frattempo c stata la New Age, che, se-
condo me, ne ha fatte pi di Carlo in Fran-
cia, nel bene o nel male. Da una parte essa
stata la rappresentazione di un grande biso-
gno di un lembo importante di umanit, che
ha contribuito a diffondere una conoscenza,
complessivamente positiva e di aiuto per co-
loro che vogliono provare a vivere in maniera
pi consapevole e costruttiva. Daltro canto,
il suo essere anche mercato ha prodotto una
semplicazione, quando non una volgarizza-
zione, spesso imbarazzante, di cose aventi di-
ritto a ben altra dignit. In questo contesto
cresciuto il rapporto con la meditazione di un
gran numero di persone. In un primo periodo
vi stata una sorta di colonizzazione di ritor-
no, grazie alla quale qualunque cosa venisse
dallOriente, avesse un turbante in testa e in-
dossasse una lunga tunica bianca o arancione,
era sinonimo di garanzia di veridicit e sag-
gezza. Abbiamo poi imparato che quelli che
dalle mie parti chiamiamo cioccapiatti o cioc-
colatai esistono anche nel misterioso Oriente
e che, in fatto di truffe, non hanno un granch
da insegnare a noi italiani. Per fortuna, nel va-
sto panorama che abbiamo osservato negli
ultimi decenni, si sono stagliate anche realt
importanti, che hanno avuto il grande pregio
di metterci in contatto con antiche e serie tra-
dizioni, come quella induista, buddhista, nella
versione mahayana, hinayana e zen etc. Poi
abbiamo capito che anche in Occidente ave-
Il Sentiero Iniziatico
Curatore: Massimo Rodolf
CHE COSA SIGNIFICA
VERAMENTE MEDITARE
31
vamo avuto una storia e sono state riscoper-
te tradizioni arcaiche, come quella dellantico
Egitto, quella cabalistica o quella alchemica.
Qualcuno ha anche capito che con la critica al
cristianesimo come sistema di potere si era
buttato il bambino assieme allacqua sporca,
per cui si riscoperto anche il valore di una
tradizione millenaria, di preghiera, meditazio-
ne e ascesi, sperimentata da migliaia di per-
sone nel corso di duemila anni.
Si pu dire che, anche dal punto di vista del-
la pratica della meditazione, in questi ultimi
decenni ne abbiamo viste veramente di tut-
ti i colori, dalle cose pi assurde a quelle pi
afdabili ed efcaci. Lasciando stare le cose
veramente poco serie, le idee che in Occi-
dente sono andate per la maggiore, rispetto
alla meditazione, non sono poi tantissime. Al
primo posto metterei lidea molto diffusa che
meditare signichi fare il vuoto mentale. Ave-
te mai provato? Scoprirete che di sicuro non
un buon punto di partenza. Io ho visto schiere
di persone, con la fronte aggrottatissima e im-
perlata di sudore, concentrati nello sforzo su-
premo di fare il vuoto mentale, abbandonare
poi la pratica, frustratissime, perch incapaci
di ottenere qualsiasi risultato al riguardo. Devo
premettere che in trentanni di esperienza di
meditazione, durante i quali ho avuto modo di
sperimentare lo sperimentabile, mi sono fatto
alcune idee precise al riguardo. Intanto, che si
potrebbe risparmiare moltissimo in libri com-
prando solamente gli Yogasutra di Patanjali,
lunico testo che salverei in caso di catastrofe
planetaria, perch descrive in modo assolu-
tamente tecnico tutto ci che serve alluo-
mo per giungere allilluminazione, al quale,
eventualmente, potremmo aggiungere Let-
tere sulla Meditazione Occulta di Alice Ann
Bailey. Gli Yogasutra cominciano con questa
frase: yoga citta vritti nirodha, che signica:
lo yoga consiste nellarresto delle funzioni
mentali. Da cui tutti hanno capito che per
realizzare lo yoga, ossia la condizione di per-
fetta integrit della coscienza, bisogna fare il
vuoto mentale, o diventare decienti. Capito
niente. Intanto sar improbabile che qualcuno
riesca ad ottenere questa condizione (quella
del vuoto, non quella della decienza...), vi-
sto che casomai potrebbe essere vista come
il conseguimento nale dello sviluppo di una
coscienza che avviene in tempi lunghissimi
ed incarnazioni su incarnazioni. Ma non
nemmeno questo il problema, visto che Pa-
tanjali in realt ci esorta a non essere schiavi
delle impressioni emotive e mentali, piuttosto
che a risucchiare tutta laria contenuta nella
scatola cranica. La nostra percezione, anche
durante lascesi, sar sempre attiva, quindi i
nostri sensi, compresa la mente, diverranno
casomai sempre pi sensibili e ricettivi, che
il contrario di una poco auspicabile condizione
di vuoto mentale, o peggio ancora di passi-
vit. La questione un po pi complessa e
riguarda pi verosimilmente la nostra capacit
complessiva di essere sempre meno agitati
da quelli che Patanjali chiama citta vritti, os-
sia le perturbazioni della sostanza mentale.
Non che i nostri legami col mondo, i nostri
desideri e i nostri pensieri, che sono sempre
attivi, non devono essere sentiti, quanto piut-
tosto non devono produrre in noi delle rispo-
ste condizionate ed automatiche. Cos come
il distacco, parola che suscita il terrore negli
apprendisti praticanti di raja yoga, non signi-
ca che progressivamente debbano cadere in
terra i pezzi del mio corpo sico, o che devo
per forza vivere in una caverna non riscaldata,
priva di televisione e senza il conforto nem-
meno di un piccione, quanto piuttosto che
32
lattivit della mia coscienza non deve esse-
re subordinata a pulsioni di varia natura, ma
deve essere il prodotto della mia capacit di
scegliere la linea della mia condotta. Questa
potrebbe chiamarsi libert, nello specico da-
gli attaccamenti.
La meditazione una attivit della mente,
che Patanjali descrive negli ultimi tre degli
otto passi che deniscono il raja yoga. Con
dharana, la concentrazione, si porta latten-
zione sulloggetto della nostra meditazione,
con dhyana, la meditazione vera e propria, si
passa dalla conoscenza formale a quella qua-
litativa, ossia si iniziano a penetrare gli aspetti
non materiali, dovremmo dire energetici, del-
la vita. Con samadhi, il terzo passo, lunione o
estasi, la conoscenza trascende la mente, di-
viene yoga, ossia unione diretta con gli aspet-
ti profondi, essenziali, causali, in Occidente
diremmo spirituali, dellesistenza. Dovreb-
bero riettere su questo, coloro che propu-
gnano la meditazione come pratica del vuoto
mentale. Invece, unaltra grande categoria di
sedicenti meditanti che mi capitato di in-
contrare spesso nel mio percorso, dovrebbe
meditare sul perch negli Yogasutra questi
ultimi tre passi sono chiamati samyama, os-
sia la disciplina. Sono quelli che meditano a
modo loro... !? Ma cosa vuole dire? Ma chi
sei luomo del mistero? Ti sei fatto una pera e
non te lo ricordi? Di solito, ho avuto modo di
vericarlo ampiamente, queste sono persone
fatte proprio a modo loro, ossia se la canta-
no e se la suonano come gli pare. E danno
proprio limpressione di credere alle balle che
si raccontano. Non hanno molta disponibilit
a nessun tipo di disciplina, perch sono pa-
recchiotto presuntuosi (bisognerebbe capire
invece che non una cosa facile riorientare
la mente), e intendono scambiare per medita-
zione, cosa di cui non sanno niente, il pensare
a quello che gli pare quando gli pare. Patanjali
avrebbe qualcosa da dire... Swami Vivekanan-
da poi affermava che concentrazione signica
mantenere ininterrottamente lattenzione sul-
loggetto della meditazione per dodici secon-
di (provate, non poco), mentre meditazione
signica portare la concentrazione ad alme-
no dodici volte dodici secondi (che molto
di pi...). Riuscire a controllare i ussi della
propria mente no a farli divenire un potente
e penetrante mezzo di conoscenza della vita
in tutti i suoi aspetti possibile, cos come
possibile che la mente divenga utile strumen-
to di manifestazione delle realt pi elevate
della nostra coscienza; possiamo per imma-
ginare che ci voglia qualcosa di pi del medi-
tare a modo mio per riuscire ad indirizzare in
modo coerente un mondo mentale che, per
tempi lunghissimi, stato abituato a funzio-
nare in maniera automatica e subordinata a
qualsiasi pulsione che si affacciasse alla sua
supercie. Per conseguire questa libert da
se stessi sono necessarie alcune cose come
una grande disponibilit al cambiamento,
una forte volont, una robusta disciplina e la
guida di qualcuno che sappia quello che fa,
non perch lo ha letto, ma perch lo ha speri-
mentato. Servono mezzi certi per traghettare
la coscienza dallirreale al reale, bisogna co-
noscere la tecnologia della trasformazione,
poi applicarla con risolutezza, ed uno degli
ostacoli pi signicativi in questa direzione
lorgoglio che ti fa fare a modo tuo: ma con
la vita c poco da barare, i risultati si vedono
in pratica e avrete modo di sperimentare che
c solo un modo, fatto sicuramente di innite
sfumature, ma unico, di realizzare i frutti del-
lalbero della vita. Questo non perch lo dico
io, ma perch la natura, anche quella umana,
33
ha le sue leggi che ci obbligano, necessaria-
mente e fortunatamente, a compiere, passo
dopo passo, quel sentiero incomparabile che
ci porta dalla nostra bruta materialit no alla
percezione delle coscienze celesti.
Tornando a noi, molto diffusa stata poi an-
che la categoria di meditanti che io denisco
delle paperelle nel laghetto, legata al mondo
dei rilassamenti e delle visualizzazioni pi o
meno creative. Sintetizzando ampiamente la
formula della meditazione succitata, essa
recita pi o meno cos: stiamo camminando
su un sentiero erboso a piedi nudi, mentre il
sole ci scalda la faccia, giungiamo a un bellis-
simo laghetto, calmo e trasparente, sulle cui
acque starnazzano tante belle paperelle. Sia-
mo calmi e rilassati e non ce ne po freg de
meno, tanto che ci immergiamo nelle chiare
e dolci acque, dalle quali scacciamo le pape-
re (cos liberiamo anche la nostra aggressi-
vit...), schiettando un rilassante motivetto
della tradizione celtica.... C da dire che chi
senza paperella scagli la prima piuma, per
c anche da dire che questa pur rilassante
pratica, che meglio del Prozac, sta alla me-
ditazione come accendere un cero in chiesa
sta a farsi crociggere sul Golgota assieme a
Ges Cristo. Di sicuro non sono pratiche dan-
nose, procureranno anche benessere e rilas-
samento, ma io toglierei tutta quellenfasi nel
rispondere alla domanda hai gi fatto tecni-
che di meditazione? con certamente, tutti i
mercoled andavo a meditare sulle paperelle
nel laghetto!.
Poi ci sono quelli che, pi creativi ancora, vi-
sualizzano i risultati di ci che vogliono otte-
nere. Benissimo, non c problema. Effettiva-
mente il genere umano non si rende conto del
grande potere creativo della mente e di come
ogni cosa a cui assistiamo sul piano sico sia
in realt la precipitazione di un archetipo che
esiste in primo luogo su piani pi elevati. Per
cui assolutamente vero che si pu ottenere,
o realizzare qualsiasi cosa, a partire dal pen-
siero di quella cosa. Nasce per un piccolo
problema: avrete sentito dire che si dice in
giro che esiste il karma, cosa che in Occiden-
te chiamiamo legge di causa-effetto. Fosse
mai vero, allora ci tornerebbe esattamente
quello che produciamo, con la stessa qualit
e quantit. Siamo sicuri che nel perseguire i
nostri desideri siamo liberi da qualsiasi forma
di avidit, ignoranza e distruttivit? Se s, allo-
ra puoi anche visualizzare lultimo modello di
Ferrari parcheggiato nel tuo garage, altrimenti
meglio che stai col Pandino...
Una volta ho letto un libro che a un certo pun-
to diceva: cercate per prima cosa il Regno
dei Cieli e ogni altra cosa vi sar data in pi.
Personalmente ho impiegato un po di tempo
per rendermi conto della veridicit di questa
affermazione, ma poi ho imparato a darmi
e preferisco impegnare la mia mente a rico-
noscere le sottili trappole della coscienza che
vorrebbero mantenermi legato a pratiche di
vita limitate e distruttive. E anche a cercare
di produrre pensieri, parole ed azioni che ab-
biano il segno della gioiosa creativit e della
possibile innocuit. Ogni altra cosa mi viene
data in pi.
Quindi, gente, tanto per cominciare a capire
cos veramente la meditazione, andatevi a
leggere Patanjali e quando avete nito rileg-
getelo venti o trenta volte, perch vedrete
che non una lettura facile. Anche il Vangelo
aiuta, specie l dove dice ama il prossimo tuo
come te stesso. Cosa centra con la medita-
zione? Centra, centra... ve lo spiego la pros-
sima volta.
Massimo Rodolf
34
Come in alto cos in basso recita una massi-
ma esoterica, ci vale anche per le strutture
della vita siano esse innitamente piccole,
come un atomo, o pi grandi come un siste-
ma solare. In queste strutture uisce la vita
che energia, quindi coscienza, e anche nel-
luomo attorno ad un sole centrale che de-
niamo atman dispiegano la loro attivit
i sette chakra che come pianeti irradiano la
parte di vita che loro compete.
Ragionando per analogia non difcile im-
maginare che un essere pi grande, comune-
mente denito Colui del Quale nulla si pu
dire abbia per chakra dei sistemi solari che
possiamo considerare veri e propri centri di
coscienza interconnessi e pulsanti. Attorno a
questi sistemi solari ruotano poi dei pianeti,
il nostro si trova nella sfera dinuenza di un
sistema solare che corrisponde al chakra del
cuore di questo grande essere e che veicola
energia di amore e saggezza per questo si
dice che Dio qui amore, mentre altrove avr
altre caratteristiche.
Oltre a queste energie altre ne giungono ci-
clicamente dagli altri sistemi solari e anche
dallessere planetario stesso.
Da ci si comprende come ogni pianeta sia
un punto focale attraverso cui circolano e
uiscono forze ed energie che nutrono e in-
uenzano tutte le forme che albergano nella
coscienza planetaria.
I raggi sono espressioni di energie emananti
dai sette sistemi solari e a loro volta emanati
dalla vita di Colui del Quale nulla si pu dire
e inuenzati dalle 12 costellazioni.
Le costellazioni sono un insieme di sistemi
solari che con i loro pianeti sono uniti in un
tutto coerente ed equilibrato ed come se
queste vite percorressero insieme il sentie-
ro mantenendo un equilibrio nei loro rapporti
magnetici dinuenza.
La complessit dellargomento non spaventi
il lettore perch questa conoscenza fonda-
mentale per comprendere il contesto in cui ci
muoviamo e siamo e la mente razionale pu
avvantaggiarsi di questi schemi nellattesa
che il lampo dellintuizione getti la sua luce e
produca comprensione reale.
Abbiamo considerato come ogni vita di rag-
gio esprima una vita solare e le connesse vite
planetarie ma anche vero che ogni raggio
riceve e custodisce energie provenienti dai
sette sistemi solari e dalle dodici costella-
zioni. Questo signica che ogni raggio lascia
passare queste energie attraverso il proprio
corpo di manifestazione e le distribuisce a
tutte le sue forme che sono animate da que-
sta miriade di ussi energetici.
Ognuna di queste energie proviene dalla vita
cosmica, dalla divinit solare e dalla vita pla-
netaria e ha le qualit dei sette sistemi solari
e delle dodici costellazioni.
Psicologia esoterica
Curatore: Paola Spada

I SETTE RAGGI
35
Luomo dovrebbe abituarsi a pensare in termi-
ni del tutto, il limite attuale delle scuole di psi-
cologia sta spesso nel fatto di non giudicare
luomo come un tutto sintetico e lo psicologo
comune non si addentra, se non raramente,
nel campo della vera qualit e degli aspetti
della vita. In questo modo non si giunge alle
vere cause dei vari fenomeni, anche se molto
lavoro prezioso stato fatto indagando la per-
sonalit nch non verr accertato il raggio
dellanima e leffetto che ha sulla personalit
non si potranno comprendere le vere cause
delle reazioni del soggetto.
I raggi sono attivi in ogni forma e in ogni re-
gno e anche nelluomo inteso come parte di
un tutto pi vasto. Nella misura in cui lessere
umano risponde alla spinta evolutiva interio-
re e si allinea con il proposito divino diventa
sempre pi in grado di rispondere allambien-
te e adempiere il proprio destino come parte
integrante del tutto.
Sarebbe bello se gli psicologi moderni si in-
teressassero alle ipotesi della psicologia eso-
terica perch molti quesiti, ora irrisolti, trove-
rebbero risposta.
Volendo approfondire i concetti di introver-
so ed estroverso relativi ai raggi potremmo
scoprire che la vera natura di un introverso
di avere un raggio dellanima troppo forte
rispetto alla personalit, quindi la via di minor
resistenza lo condurr verso i mondi interiori
e ne soffrir lintegrazione e lespressione del
piano sico.
Per lestroverso, invece, il raggio della perso-
nalit predomina e lattrazione sar focalizzata
sullazione nel mondo esterno, quindi lanima
sar temporaneamente sopraffatta da questo
atteggiamento.
Quando siamo in presenza di una personalit
integrata che esprime il genio e la capacit
creativa di una espressione sica, emotiva e
mentale coordinate a cui si aggiunge la ten-
denza allintroversione con la conoscenza del-
lanima e lo sviluppo dellintuizione avremo
una guida, un potere spirituale, un maestro.
Tutte queste indicazioni si possono ottenere
con lo studio dei raggi, tenendo presente che
permeano ogni aspetto della vita.
Lessere umano, immerso in questo intrec-
cio di informazioni pu progressivamente di-
ventare consapevole delle varie qualit ener-
getiche e capace di rispondervi. Levoluzione
pu anche essere denita come la capacit
progressiva di rispondere alle forze spirituali
superiori, questo avviene per effetto della pu-
ricazione dei sette centri di forza.
Si comprende in questo modo il proposito
spirituale del pianeta in cui si vive e si diventa
sempre di pi funzioni di questa vita, ma
solamente con la terza iniziazione conferita
dal Logos planetario che si inizia ad essere
consapevoli dellenergia che emana dalla di-
vinit solare.
Anche a questo punto si solamente appren-
disti di qualcosa di pi grande perch solo
conseguendo la pi alta iniziazione possibile
sul pianeta si pu rispondere allenergia del
centro cosmico esterno.
Troppo vasto per i soliti angusti ambiti men-
tali? Non credo, penso invece che ci sia una
bellezza intrinseca nella perfezione di questo
percorso e che sia veramente un mistero il
fatto che luomo, poco pi che animale, pos-
sa ambire a una tale vastit di coscienza, di-
ventado pi che un angelo solare.
Paola Spada
36
Il termine propaganda deriva dalla voce latina
propagare che sta ad indicare la moltiplicazio-
ne mediante riproduzione delle radici.
Anticamente riferita alla Diffusione della Fede
Cattolica, lazione di propaganda adottava sia
metodi difensivi per radicare e riconfermare
la fede in quanti aderivano al credo cattolico,
sia metodi offensivi per operare una forza
persuasiva in coloro che non aderivano a tale
credo. Termine quindi molto legato al signi-
cato latino di ci che deve essere diffuso.
Solo con la Prima Guerra mondiale il concetto
di propaganda assume il senso politico che
ha tuttoggi: un processo manipolativo dellin-
formazione.
Chi fa propaganda cerca di modicare le mo-
dalit con cui il pubblico interpreta la realt di
una questione politica o sociale, con lunico
scopo di ottenere unadesione di massa. La
propaganda determina quindi una forma di
consenso estorto attraverso la diffusione di
informazioni false, lo sviamento, la confusio-
ne piuttosto che la conoscenza e la persua-
sione del messaggio politico o sociale che ne
allorigine.
Alcune tecniche utilizzate dai canali dinfor-
mazione per modicare le opinioni e gli atteg-
giamenti del pubblico sono ad esempio:
leffetto gregge: si cerca di convincere lin-
dividuo che lopinione proposta gi stata
sposata dalla maggioranza delle persone
giuste, in questo modo chi non ha anco-
ra aderito allidea proposta si sente fuori dal
gregge e quindi diverso, escluso;
il ricorso allautorit: ricorrendo a personag-
gi autorevoli che sfruttano la loro credibilit e
visibilit per inuenzare e promuovere;
luso delle testimonianze: ricorrendo ai punti
di vista delluomo cosiddetto comune, attra-
verso ad esempio interviste in strada, uomo
scelto accuratamente per le sue caratteri-
stiche che saranno attraenti e di credibilit;
diversamente accade per le testimonianze a
sfavore di ci che si vuole propagandare (te-
stimoni meno attraenti e credibili);
suscitare disapprovazione o anche deri-
sione: manipolando linformazione in modo
tale che ci che gioca a sfavore venga pub-
blicamente deriso o disapprovato da parte di
unautorit o di un pubblico ritenuto compe-
tente; tecnica che L. Occhini chiama da talk
show!
frasi ad effetto: utilizzando parole emotiva-
mente cariche come ad esempio amicizia,
amore, libert, le quali usate durante la comu-
nicazione suscitano unimmediata reazione
emotiva da parte di chi ascolta, perch legate
a valori e bisogni dellindividuo; ma tale rea-
zione pu impedire di analizzare razionalmen-
te il resto della comunicazione.
Di fronte a questa precisa strumentalizzazio-
ne della comunicazione necessario comin-
Psicologia sociale e del lavoro
Curatore: Diana Ferrazin
LA PROPAGANDA
37
ciare a prestare attenzione alle informazioni a
cui quotidianamente siamo sottoposti, spes-
so come ascoltatori inconsapevoli ma assor-
benti. Questo signica usare la propria testa,
analizzare i contenuti e soprattutto la qualit
delle informazioni che ci bombardano, qualit
che si percepisce con lascolto, smettendo di
aderire in maniera acritica a realt che spesso
mascherano tuttaltro.
Cominciare ad aprire gli occhi signica fer-
marsi, provare a dire basta a tutto ci che
arriva al cervello senza essere stato invitato,
provare a restare fuori dal ring.
Oggi poi la propaganda elettorale anche
difcile da guardare, i politici non fanno che
litigare tra di loro per ribadire la loro ragione
e il loro essere custodi della verit unica e
sola, risulta quindi faticoso rimanere davanti
alla televisione, sforzandosi magari di trovare
tra un litigio e laltro le informazioni politiche
vere.
A volte quasi meglio perdere una mez-
zoretta in pi ma sedersi sul divano e leg-
gersi tranquillamente qualche interpretazione
giornalistica; non che gli articoli dei giornalisti
siano leggeri, ma almeno ci risparmiamo
uno dei sensi ludito.
Siamo sempre allinterno di potenti giochi di
potere, dove ci si scanna per il piacere del
potere, un potere che, ahim, dovrebbe es-
sere sostenuto da una coscienza diversa, pi
innocua, pi dedita al bene comune che ai
piccoli interessi personali ed egoistici.
E questo si verica a tutti i livelli, non solo
quelli pi visibili ed eclatanti come la politica;
ognuno di noi tende a difendere e nutrire il
proprio piccolo ovetto, anche a prezzo di una
vita fondata sul principio di scarsit meglio
poco ma tutto mio che lavorare per avere tan-
to e magari dover anche condividerlo.
Siamo tutti chiamati, secondo me, a riette-
re su questo, su quanto siamo noi capaci di
pensare al bene comune; i politici lo si vede,
lo sappiamo gi che non ne sono in grado
(per il momento, magari un fulmine li illumi-
na dimmenso!), ma noi, siamo sicuri di poter
scagliare la prima pietra? Siamo sicuri di es-
sere cos puri e altruisti da poter permetterci
di guardare solo allesterno di noi?
Io credo che si possa fare una piccola ries-
sione su questo, che male non fa, magari poi
scopriamo invece che siamo veramente delle
brave persone, e ce ne sono tante in giro per
fortuna, in tal caso allora meritiamo proprio di
farci i complimenti!
una bella gara riuscire a vivere in sintonia
con la vita, una gara con noi stessi prima che
con gli altri, un esercizio continuo, un prati-
ca quotidiana allinnocuit sica, emotiva e
mentale, una disciplina che si rafforza solo
facendo, sperimentando, vivendo con gioia e
attenzione ci ci capita.
Diana Ferrazin
A. MUCCHI FAINA, Linuenza sociale, Il Mu-
lino, Bologna 1996
G. GOCCI - L. OCCHINI, Atteggiamenti e co-
municazione, Collana Zero Collettivo ed indi-
viduazione, Edizioni Studio @lfa, 2005
38
Cera una volta,
tanti, tanti anni fa, un Popolo che viveva in Cielo.
Gli uomini e le donne di questo Popolo erano
dediti alla grazia e alla bellezza.
Il loro mondo era fatto di luce, le loro costruzio-
ni erano aperte, non cerano porte e nestre, i
muri erano trasparenti, cos come il loro animo.
Niente si copriva, si oscurava e si nascondeva,
ognuno era aperto allaltro.
Era un mondo sospeso tra cielo e terra, ed i suoi
abitanti passeggiavano, correvano, e al tramon-
to si sdraiavano sulle nuvole, contemplando il
sole che colorava il loro regno dal rosso pi vivo
al rosa pi dolce.
Assistere alla nascita di un nuovo giorno era
sempre uno spettacolo, perch il sole, sorgen-
do, illuminava piccole gocce di rugiada, che so-
spese per un istante nellaria, creavano un im-
menso luccichio e mille e pi arcobaleni.
Questo era il mondo della Principessa Antineas
e del Principe Mximus, che condividevano la
loro vita da molto tempo, si amavano molto e
vivevano nella gioia.
Su quel pianeta cera anche un altro regno che
viveva allombra della Luna, e quando il sole illu-
minava questo regno, tutti gli abitanti erano co-
stretti da una Strega a coprire tutto pur di non
far penetrare un raggio di luce nelle loro case, e
non solo...
La Strega era da molto tempo in lotta con il
Popolo del Cielo, dal quale era continuamente
scontta. Un giorno per tram una terribile
vendetta.
Una notte di stelle, una notte senza luna, la Stre-
ga penetr nel palazzo dei Principi trasforman-
dosi in un serpente. Strisci no ad arrivare al-
lalcova, si arrotol al collo del Principe Mximus
e stringendolo gli iniett una pozione stregata
che lo fece svanire.
La Strega riprese la sua forma, rimanendo a an-
co del letto, in piedi ed immobile. In penombra
rimase ad aspettare che la Principessa si ride-
stasse.
La Principessa si svegli di soprassalto, perva-
sa da pensieri di terrore e di morte, la stanza
era illuminata dalle stelle, quando ad un tratto,
dallombra usc la Strega, avvicin il suo viso
allorecchio della Principessa, sussurrandole
con voce perda e grafante: Tu conoscerai il
Male.
La Principessa, allontanandosi lentamente e
cautamente, disse: E tu conoscerai il Bene.
In quellistante la Strega, avvolta da un mantello
nero, allarg le braccia chiamando a s lombra e
urlando rabbiosamente disse: Il tuo amato prin-
cipe, lo porter in un mondo dove viene creata
la sofferenza, dove viene vissuta, ricercata, e
per te sar la ne e svan nella sua stessa
ombra.
Lalba stava sorgendo e la Principessa decise di
andare dal Gran Maestro per avere la sua bene-
dizione per la decisione che aveva preso.
Le fabe della Manu
Curatore: Manuela Baccin

IL POPOLO DEL CIELO
39
Il Gran Maestro si trovava nel suo giardino se-
greto, dove si dedicava alla coltivazione di ori
rari che provenivano dalle stelle. Quando gli fu
annunciata la visita di Antineas, il Gran Maestro
laccolse con immensa gioia, poich era come
una glia per lui.
La Principessa, in lacrime, si prostr, posando la
testa sulle ginocchia del Maestro.
Questi, accarezzandole i capelli lunghi, che era-
no neri e brillanti come le notti destate, le disse:
Oh! Mia piccola Antineas, non devi piangere, il
dolore che avvolge il tuo cuore non ha da esiste-
re, cos facendo segui la via del Male. So cosa
vuoi, ma io ti lascio scegliere, se hai preso la
tua decisione, vai, e non farti guidare dal dubbio,
resta salda nel tuo cuore.
In quellistante il Gran Maestro si illumin di una
luce stellare, prese le mani della Principessa, te-
nendole i palmi rivolti al cielo. Allimprovviso dal
loro centro si liber un ore di loto che palpitava,
sprigionando una moltitudine di colori che si mi-
scelavano luno nellaltro.
Ecco vedi questo il tuo cuore e racchiude tut-
te le sfumature dellamore.
La Principessa Antineas, ringrazi il Maestro e
si incammin per raggiungere quella Soglia che
lavrebbe portata sulla Terra.
Appena giunta dinanzi a quellingresso, una
porta si apr lentamente, indicandole la strada
che doveva percorrere. Subito la Principessa fu
risucchiata da un intenso raggio blu che l tra-
sport sulla Terra.
Antineas si risvegli nel deserto. Era circondata
da dune di sabbia color oro, il sole bruciava sulla
sua pelle, era stanca e provava come un senso
di abbandono.
Cammin a lungo, quando ad un certo punto
vide in lontananza una fortezza.
Avvicinandosi vide che questa non aveva n por-
te n nestre, nessuna apertura. Allora, presa
da sconforto, si accasci a terra. Mentre se ne
stava in ginocchio tramortita, sent un cigolio e
vide una parte di muro che si stava schiudendo,
la Principessa si introdusse allinterno e si trov
in un magnico giardino.
Cerano piante orenti, laghetti formati dallo
sprizzare di acqua limpida, colombe bianche che
svolazzavano qua e l e ori profumati dai mille
colori. La Principessa si avvicin allacqua per
bere, quando allimprovviso davanti ai suoi occhi
apparve una dama, vestita di bianco. Ella ave-
va capelli dorati che correvano lungo la schiena,
due occhi limpidi come il ghiaccio e un sorriso
seducente. Avvicinandosi alla Principessa disse:
Puoi fermarti tutto il tempo che vuoi, sarai mia
ospite. Schiocc le dita e arrivarono ancelle da
tutte le parti, con frutta, miele, vesti e profumi.
Poi aggiunse: Rimani, loro si prenderanno cura
di te, lasciati cullare dalle loro premure.
La Principessa era sedotta e ammaliata da tutto
questo, ma mentre le ancelle si interessavano
a lei, repentinamente si ridest e cap che non
poteva trattenersi a lungo in quel luogo. Radun
le sue cose e si mise a cercare luscita, invano
per, poich questa era scomparsa.
Mentre Antineas era alla ricerca delluscita, nel-
laria si ud una risata ingannatrice e comparve
la Strega, infuriata, che con voce perda disse:
Piccola stupida, questa sar la tua tomba, co-
noscerai la sofferenza e resterai sola per tutta
la vita. Mentre annunciava il destino della
Principessa, quelleden incominci a mutare,
divenendo arido, lacqua scomparve, gli alberi
rinsecchirono, i colori divennero neri, le ancel-
le si trasformarono in polvere ed inne tutto
svan.
La Principessa si trovava al centro del giardino
e guardandosi intorno, vide che tutto era morto.
Rimase circondata solo da mura altissime, e da
unimmensa disperazione. A quel punto alz le
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mani e se le port al cuore, chiuse gli occhi e si
un al cuore del suo amato Principe.
Ebbe una visione e vide Mximus a terra, spos-
sato e incatenato, in un posto chiuso e buio,
dove cera solo una piccola fenditura nel muro,
dalla quale penetrava una debole luce.
La Principessa, mentre osservava, sent in sot-
tofondo un rumore sordo e ricorrente.
Estese il suo campo visivo e vide una Torre a
picco sulloceano. Il mare si infrangeva con furia
sulle scogliere altissime di Gairloch, un luogo nel
quale piccoli ori viola, gialli e blu sbucano dalle
rocce sparse ovunque, in vaste distese di prati
verdissimi e morbidi, fra i quali piccoli ruscelli si
insinuano dolcemente. Qui la potenza del mare
si scaglia contro la costa frastagliata, dove la
spuma, schizzando verso lalto, forma piccole
nuvole di gocce, il vento sofa pungente e il sole
splende di una luce pura e nitida.
Mximus era stremato, quando ad un tratto sen-
t una voce provenire dal suo cuore, che lo inco-
raggiava a resistere. La Principessa Antineas era
nel cuore del Principe, erano uniti.
Formarono cos un canale di luce da cuore a
cuore, rimanendo immersi nel loro amore, che
iniziarono a trasmettere anche al cuore della
Strega, creando cos un magico triangolo.
La potenza di questo canale penetr la corazza
del cuore della Strega. Lei cerc di contrastarlo
chiamando a se le forze del male, creando a sua
volta uno schermo fatto di odio, sofferenza e
dolore. Il male riusciva, ogni tanto, ad insinuarsi
in quel canale di luce, arrivando a sorare i cuo-
ri dei due amati. La lotta prosegu a lungo, ma
ad un certo punto i Principi si collegarono ad un
amore pi grande, quello del Bene Universale
ed allora una luce potente di dolcezza, avvolse
la Strega e penetr al centro del suo cuore, as-
sorbendo il nucleo del suo male. In quellistante
fasci luminosi fuoriuscirono dal suo corpo. La
Strega cadde a terra e con le sue ultime forze
apr gli occhi e portandosi le mani al cuore disse:
Torner pi forte molto presto.
La Strega, cos, fu scontta.
La Principessa, estenuata lev lo sguardo al
cielo, chiedendo aiuto al Gran Maestro, per rag-
giungere il suo amato e cos Antineas si sent
sollevare da terra dolcemente, librandosi nel-
laria, sostenuta da piccoli ori che provenivano
dalle stelle. Questi la adagiarono delicatamente
dinnanzi alla Torre, dove la Principessa, racco-
gliendo le sue forze, riusc a liberare il Principe
Mximus.
Decisero poi di vivere sulla Terra della Sofferen-
za, dove lAmore per vince sempre.
E vissero con gioia e serenit per sempre.
Manuela Baccin
La scuola intende preparare al discepolato e al cammino iniziatico, fornendo gli strumenti teorici e pratici per focalizzare stabil-
mente la propria coscienza sul piano dellanima, requisito fondamentale per poter operare nel campo della guarigione esoterica.
Il programma, estremamente vasto, spazier dalla conoscenza dei chakra, dellaura, dei corpi sottili, al karma, alla psicologia eso-
terica, alla conoscenza e alluso dellenergie di raggio. Un guaritore esoterico deve poter aiutare i suoi fratelli a far fuire lenergia
dellanima, fonte di ogni vera guarigione, e deve sapere come questo pu avvenire in pratica. Liscrizione alla scuola comporta una
decisa scelta di vita nel senso della trasformazione del proprio s inferiore e del servizio agli altri.
Chi non avesse questi precisi intenti sappia che non potr essere accettato nella scuola, che sar fra laltro a numero chiuso.
www.scuolaenergheia.it
La scuola presente a Bergamo, Torino, Milano, Padova, Modena, Firenze, Roma, Taranto e Napoli
A S S O C I A Z I O N E
ATMAN
Associazione per lo studio del Raja Yoga
Atman in sanscrito designa il vero s dellessere umano, lo spirito assoluto, Brahman, individualizzato nelluomo. Il Raja yoga la
scienza dellessere che consente di dissipare il dolore e lignoranza, portando alla conoscenza di Atman attraverso pratiche di vita e
di meditazione sperimentate da millenni.
LAssociazione Atman nata con lo scopo di diffondere la conoscenza e la pratica del Raja yoga e di tutte quelle tradizioni esoteri-
che che hanno come fnalit il perfezionamento delluomo nel suo complesso.
www.associazioneatman.biz
La Draco Edizioni, lassociazione Atman
e la scuola Energheia sostengono lopera di
queste associazioni di solidariet.
HEWO
www.hewo-modena.it
Attiva in Etiopia ed Eritrea
e OMEO BON BON
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Attiva in Madagascar
La prima rivista esoterica on-line: www.ildiscepolo.it
info@ildiscepolo.it
www.dracoedizioni.it

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