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interviste
consigli pratici
dischi audiofili da scartare
musica liquida
dischi da isola deserta
opinioni, critica spietata
un
CLICK
CLICK vi porta fuori dai confini di
AUDIOPHILE sound
60 + pagine
per laudiofilo esigente
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Audio
Audio
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ekne
ekne
MAIN
SPEAKERS
EXTRA
EXTRA
MAGGIO 2012
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SUPPLEMENTO ONLINE DI AUDIOPHILE SOUND SUPPLEMENTO ONLINE DI AUDIOPHILE SOUND
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EDITORIALE CLICK CLICK
Un benvenuto a EXTRA
online
MONACO HI END CLICK CLICK
Pierre Bolduc nella
Sala Audio Tekne e
reportage sulla fiera
VIDEO CLIP CLICK CLICK
Simon Gibson della
Abbey Road Studios:
come rimasterizzano i
nastri analogici
INGEGNERI DEL
SUONO CLICK CLICK
Bill Porter della RCA
incide Elvis
MAGO DEL SUONOCLICK CLICK
Bill Johnson della
Audio Research:
il produttore che ha
salvato lelettronica a
valvole
DISTRIBUTORI &
IMPORTATORI CLICK CLICK
Giulio Salvioni:
Distributore di Bakoon
INGEGNERI DEL
SUONO CLICK CLICK
Microfoni: 10, 100,
1000?
Parla lIngegnere
Marco Lincetto della
Velut Luna
FATTI TECNICI CLICK CLICK
Per una buona sala
dascolto, Parte I
TECNICA IN PILLOLE
La Controreazione:
Parla lIngegnere
Fulvio Chiappetta
della S.I. Audio CLICK CLICK
CONSIGLI TECNICI
Giradischi Garrard: Il
motore CLICK CLICK
CONSIGLI TECNICICLICK CLICK
Mettiamo in fase il
nostro sistema hi-fi
DISCHI DA EVITARE
Dischi di cui vi potete
scordare... CLICK CLICK
In evidenza 3 dischi
della DG, Decca e la
Harmonia Mundi
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CONTATTI
EDITORE EDITORE
PIERRE BOLDUC
t tel el
392-85 06 715
mai mai l l
editore@audiophilesound.it
sommario
sommario
SUPPLEMENTO DI
AUDIOPHILE SOUND
DI MAGGIO 2012
(N.116)
A
EXTRA
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SUPPLEMENTO ONLINE DI AUDIOPHILE SOUND SUPPLEMENTO ONLINE DI AUDIOPHILE SOUND
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SULLA COVER
MAIN SPE MAIN SPEAKERS AKERSCLICK CLICK
CLICK: CLICK: P Per andare DIRETT er andare DIRETTAMENTE all AMENTE allartic articolo olo
SUPPLEMENTO DI
AUDIOPHILE SOUND DI
MAGGIO 2012 (N.116)
sommario
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NOVITA
Dischi per unisola deserta
Vi proponiamo 10 dischi ogni mese
1. SAXOPHONE COLOSSUS41
2. FIREBIRD / STRAVINSKY 43
3. GETZ / GILBERTO 44
4. MENDELSOHN & SCHUMANN 47
5. AERIAL BOUNDARIES 49
6. ESPANA 50
7. SONNY ROLLINS 53
8. WAGNER: VALKYRIE 54
9. ELEVENTH HOUR 57
10. RICHARD STRAUSS 59

per anteprima
AS 116 &
CD allegato
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SULLA COVER
A AUDIO TEKNE UDIO TEKNECLICK CLICK
CLICK CLICK
DISCHI NOVTA CD
Kyra su Velut Luna.
Presentazioni del
protagonista e
compositore CLICK CLICK
LE DISCOGRAFIECLICK CLICK
David Russell su
Telarc
LE DISCOGRAFIECLICK CLICK
EMI SACD:
Signature Collection
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EXTRA
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SUPPLEMENTO ONLINE DI AUDIOPHILE SOUND SUPPLEMENTO ONLINE DI AUDIOPHILE SOUND
QUALE INCISIONE?
Brahms: Concerto
per pf. e orch. n.2:
Pierre Bolduc mette
QUATTRO versioni a
confronto CLICK CLICK
CONFRONTO
FORMATI CLICK CLICK
Ella and Louis: in
mono e stereo
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CLICK CLICK
CLICK CLICK
CLICK CLICK
CLICK CLICK
CLICK CLICK
CLICK CLICK
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DAVID RUSSELL DAVID RUSSELL
chitarrista e chitarrista e
protagonista protagonista
del CD TELARC del CD TELARC
Allegato Allegato
UDIOPHILE
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VINILE VINILE
HI-Q RECORDS HI-Q RECORDS
4 nuovi titoli 4 nuovi titoli
45 GIRI 45 GIRI
Ella Swings Lightly Ella Swings Lightly
& Brahms: Concerto n.1 & Brahms: Concerto n.1
su ORG su ORG
A
PLA PLAYBACK: YBACK:
LETTORE MPS 3
ZYX: ZYX: TESTINA
OMEGA DIAMOND
ET ETALON: ALON: AMPLIFI
CATORE SUPRAMPLI
47 LAB: 47 LAB: PRE
PHONO SHIGARAKI
SACD SACD
LSO Live e LSO Live e
EMI Signature EMI Signature
LIQUID MUSIC LIQUID MUSIC
Saxophone Colussus Saxophone Colussus
DVD, BLU-RAY DVD, BLU-RAY
Thielemann dirige Thielemann dirige
Beethoven Beethoven
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NUMERO NUMERO 1 116 16 / / MAGGIO 2012 MAGGIO 2012 periodicit mensile periodicit mensile EURO 9,00 EURO 9,00
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numero 116
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il supplemento di AUDIOPHILE sound
con
articoli complementari a quelli usciti su AS
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BENVENUTI
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- Nasce per essere un supplemento ad
AS: offre rubriche in pi a quelle
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Buona lettura!
Da tutti i collaboratori di AS
UNA NUO
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A RIVIS
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PAROLA
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TESTO DEGLI
ARTICOLI E
- NELLA PARTE
SINISTRA
INFERIORE
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DEGLI ARTICOLI
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SUPPLEMENTO DI
AUDIOPHILE SOUND DI
MAGGIO 2012 (N.116)
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dit
or
or
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iale
CLICK > SOMMARIO
SALA AUDIO TEKNE
E
' successo un anno fa circa, quando sono stato invitato da
Suonarte nella loro sala dimostrativa alla Fiera Hi-End a
Monaco di Baviera, a tenere dei discorsi sulle grandi regi-
strazioni Decca dell'epoca del vinile.
Il distributore italiano voleva che utilizzassi il loro impianto della
giapponese Audio Tekne per presentare le meraviglie di alcune
delle prime stampe Decca.
Ho dunque avuto anche l'opportunit di visitare la maggior parte
delle altre sale dimostrative che ospitavano i migliori impianti oggi
disponibili, ed effettuare confronti diretti tra l'impianto Audio Tekne
e quelli di altri marchi noti che presentavano i prodotti top di
gamma...
Ho gi parlato a lungo del suono esoterico giapponese in
Audiophile sound n. 102. In sintesi, l'approccio esoterico High End
alla riproduzione del suono ben diverso da quello che ci sforzia-
mo di realizzare qui in Occidente. Mentre i guru giapponesi dell'-
high end esoterico come Kondo, Yamamura e Imai, per citare i pi
importanti, hanno sempre mirato alla perfetta riproduzione di una
gamma di frequenze un p limitata - in particolare per quanto
riguarda i bassi molto profondi, - i nostri progettisti audio occiden-
tali optano per una gamma piena full-range, dalle ottave pi basse
fino alle frequenze raggiunte dai super-tweeter.
I guru giapponesi preferiscono ignorare gli estremi della banda di
frequenza perch sono consapevoli del fatto che sono le parti
dello spettro ad avere i pi alti livelli di distorsione. Inoltre, a meno
che non abbiate nei diffusori driver a compressione o enormi trom-
be, praticamente impossibile riprodurre correttamente i bassi
profondi, un approccio con il quale tendo a essere d'accordo, spe-
cialmente dopo aver visitato la Fiera di Monaco.
SALA ACAPELLA
La prima grande delusione l'ho avuta
nel visitare una sala demo che si tro-
vava a pochi metri di distanza da quel-
la di Audio Tekne: la sala Acapella.
Conosco abbastanza bene i loro diffu-
sori top di gamma, perch qualche
anno fa li utilizzammo in una delle
nostre dimostrazioni al Top Audio. In
questa sede invece, i proprietari tede-
schi avevano impiegato quasi due
giorni per montare le quattro colonne
che componevano il loro sistema di
diffusori pi costosi, i Poseydon.
Non so perch, ma le ricordavo molto
ben performanti, rispetto a come suo-
navano in fiera a Monaco. I costruttori
avevano riprogettato le trombe dei
mid-range in forma ovale, in contrap-
posizione alla precedente circolare,
extra cover story
Ci che veramente incredibile con il suo sistema top di gamma la cor-
posit del suono, cos pieno e mai sovrappeso, la facilit d'ascolto, il carat-
tere totalmente non affaticante delle note che scorrono in direzione di chi
ascolta, la solidit di ogni nota in sintesi, le componenti della vera musica:
non una copia perfetta dell'originale ma una sua maledettamente buona
illusione. PIERRE BOLDUC
Monaco Hi End 2011
SALA AUDIO TEKNE
reportage di Pierre Bolduc
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Bolduc sul pre phono Bolduc sul pre phono TEA TEA 2000 di 2000 di AudioT AudioTekne ekne
ma se il risultato desiderato era di
ottenere un suono pi naturale, non
ci sono proprio riusciti. Avevano un
suono plastico, molto colorate e
con un basso rigonfio.
Quel suono relativamente scadente potrebbe essere stato causa-
to anche dalla miriade di amplificatori che alimentavano i diffuso-
ri, ma solo una mia ipotesi: non potendo introdurre un altro
amplificatore all'interno della catena, era pressoch impossibile
verificare il ruolo di questi nella creazione della complessiva
immagine sonora.
La dinamica era impressionante, migliore di quella prodotta dal
sistema Audio Tekne, ma quando il bilanciamento timbrico gene-
rale inesistente, come lo era in quell'impianto, l'ampia gamma
dinamica non fa che peggiorare le cose, invece di migliorarle: ad
alto volume mi facevano male le orecchie, tanto il suono era anti-
musicale.
La forza dell'orchestra era certamente sentita bene da tutti quelli
seduti nella stanza, ma la mancanza di un reale controllo nella
parte pi bassa - forse attribuibile all'acustica della sala - produce-
va solo una chiassosa e inarticolata immagine del suono.
SALA AVANTGARDE
Un altra, pi grande delusione stata la sala Avantgarde al piano
terra. Era di dimensioni enormi, ma di certo questa caratteristica
non aiutava a controllare il basso, uno dei peggiori che abbia
ascoltato in fiera.
L'estremo inferiore di gamma suonava come una scatola rimbom-
bante. Terribile. Francamente sono rimasto
allibito dal risultato, e ancor pi sconvolto
quando ho sentito gli audiofili tedeschi mera-
vigliarsi ad alta voce sulla grandezza di que-
sti diffusori. Velocit, precisione timbrica, riso-
luzione dei dettagli, semplicemente non c'era-
no; e se c'erano, certamente non con la quan-
tit e la qualit che ci si aspetta in diffusori da
200.000 Euro.
Anche in questo caso non posso dire con cer-
tezza se quel suono rigonfio fosse dovuto
solo alle stesse casse. Alla fine non importa:
gli ascoltatori dovevano valutare il risultato
finale e, a mio parere, era totalmente non-
musicale: un'immagine sonora grande e
pesante, sbattuta in faccia.
SALA BURMESTER
Un'altra delusione stata la sala Burmester. Questo probabilmen-
te mi coster l'annullamento della pubblicit sulla nostra rivista
(sto solo scherzando... o almeno spero!), tuttavia il risultato fina-
le non era in linea con la classe degli amplificatori e delle sorgen-
ti digitali prodotti dall'azienda tedesca.
Ho fatto molte demo con l'importatore, Maurizio Pol, e conosco la
qualit di queste elettroniche tedesche, ma non mi sono mai pia-
ciuti molto i loro diffusori top di gamma. L'ho detto a Maurizio e
anche allo stesso Dieter Burmester. Forse perch non ho mai sen-
tito i speakers Reference Line in un ambiente appropriato.
Suonavano sicuramente molto meglio che i top diffusori della
Acapella e della AvantGarde, ma per il loro costo mi aspetto pi
trasparenze specialmente nella gamma medio-bassa. In tutta one-
sta devo dire anche che la sala Burmester a Monaca non mi sem-
brava bensonnante. In the end...preferisco diffusori della gamma
Top Line e Classic Line.
SALA MBL
La sala MBL suonava in modo decente, anche se avevo sentito i
diffusori 101 suonare meglio. L'ambiente era pi largo che profon-
SuonArte
distribuisce Audio Tekne
Via Cavour, 67
23801 Calolziocorte (Lecco)
Tel: 0341-633263
www.suonarte.com
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CLICK > SOMMARIO
do, e MBL aveva installato diversi sistemi fianco a fianco.
Amio parere i grandi 101 hanno bisogno di tanti metri quadrati per
consentire alle loro unit dinamiche dei bassi di unirsi perfetta-
mente alle Radialstrahl, che producono il resto della gamma di fre-
quenza.
Questi diffusori hanno un grande potenziale, ma la sala d'ascolto
a mio parere dev'essere prima messa a punto. Infatti al 'Roma Hi-
End' di pochi anni fa i fratelli Sopegno, distributori italiani, aveva-
no installato alcune unit Radialstrahl nella stessa stanza da 200
metri quadrati che oggi occupiamo regolarmente alla fiera roma-
na. Suonavano meravigliosamente musicali, con una scena sono-
ra impressionante. Non era il caso di Monaco di Baviera
SALA WESTERN ELECTRIC
La sala di cui tutti parlavano in fiera era un'enorme stanza da 300
mq al piano terra che ospitava un originale e molto raro diffusore
mono Western Electric 16 B, affiancato da due repliche dei primi
diffusori a tromba multivia Western Electric (queste ultime prodot-
te da un'azienda sudcoreana di nome Silbatone Acoustics).
Il 16B mono era composto da quattro driver midrange prodotti da
Western Electric mentre la coppia stereo utilizzava driver G.I.P.
Splendidamente rifiniti, tuttavia il suono era impreciso: dotato di
scena sonora enorme, con bassi che andavano molto in
profondit, ma mancante di trasparenza e leggerezza. A
mio parere suonava anche un po' 'vetroso' nel medio-
alto. Il problema sta in quella convinzione che gli appa-
recchi d'epoca 'vintage' possano suonare meglio delle
migliori cose che si trovano oggi. Gli strumenti musicali
veri emettono suoni leggeri, ariosi e 'sgrassati'; le apparecchiatu-
re d'epoca 'vintage', per lo pi alimentate a valvole, mancano del
controllo necessario per riprodurre correttamente gli strumenti
musicali; producono invece un meraviglioso suono musicale
colorato, che gli audiofili amano.
Come dico sempre, l'hi-fi consiste nel riprodurre fedelmente, cio
correttamente, una sorgente, e ha poco a che fare con un'espe-
rienza d'ascolto solo 'esteticamente' piacevole.
Se la sorgente mediocre, anche la bruttezza del suono dev'es-
sere riprodotta; quello che la maggior parte degli audiofili cerca di
fare invece di far suonare meravigliosamente bene i loro dischi
(troppo spesso molto compressi e quindi cattive imitazioni del-
l'esecuzione musicale che stanno cercando di riprodurre). E' una
cattiva metodologia.
SALA AUDIO NEC
Infine, sempre vicino alla sala Audio Tekne, AudioNec, un'azienda
francese, presentava un diffusore elettrostatico a dipolo da 88.000
Euro. L'unit midrange ha un'efficienza di 100 dB ed basato sul-
l'unit Janus 50 'bending wave'.
Se andate sul sito di Audio Consulting (www.audio-consulting.ch)
potete vedere le immagini di questi cosiddetti driver nei diffusori
'Rubanoid' della Casa stessa.
Serge Schmidlin ha fatto un gran
lavoro su tali unit, sperimentando-
le con grandi dimensioni.
In sostanza le membrane sono a
forma di due cilindri in carta sospe-
si verticalmente. Tuttavia il suono
era terribile. Per giunta non stato
possibile ascoltare alcun disco o
brano, se non quelli forniti dal distri-
butore.
Quando gli ho chiesto se avevano
degli archi... l'incaricato mi ha rispo-
sto: "Che vuol dire?". Gli ho rispo-
sto, "Musica classica". "No", mi ha
replicato.
Ho ascoltato dei violini su registra-
zioni d'orchestra simili a Mantovani,
ma il suono era vitreo e di bassi ce
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CLICK > SOMMARIO
n'erano molto pochi.
Queste unit driver a curvatura delle onde dovrebbero andare
'nella stratosfera' in termini di risposta alle alte frequenze... ma
ancora una volta l'abbinamento a un'unit convenzionale di basso
si rivelato molto difficile.
SALA AUDIO TEKNE
Il che ci riporta all'impianto Audio Tekne. I contrasti con quello che
avevo ascoltato a Monaco non avrebbero potuto essere pi dram-
maticamente evidenti.
L'approccio giapponese d sicuramente dei risultati: dopo gli
assordanti rumori, finalmente un panorama sonoro privo di arte-
fatti; nessuna colorazione esagerata, basso lento, tweeter trapa-
na-orecchie o scena sonora piatta affliggeva quel sistema.
I tentativi di riprodurre l'intera larghezza di banda sono pieni di
problemi. L'approccio giapponese agisce per lo pi eliminando le
colorazioni create dalle problematiche estremit inferiori dello
spettro. Infatti il sistema era impressionante nella sua mancanza
di imponenza.
Mancando la colorazione artificiale, evitando il rimbombo delle
frequenze pi in basso possibili, ed essendo priva di stridule alte
frequenze, la musica uscita fuori da quei diffusori a quattro vie
con una serenit, una facilit, un'immediatezza e uno scorrere
cos fluido che ti faceva venir voglia di ascoltarla per ore.
Mi viene in mente un ragazzo che entrato in quella sala con dei
dischi di Glenn Gould e si seduto l, con gli occhi chiusi per ore
e ore, finch la Mostra non ha chiuso i battenti.
Per la Fiera di Monaco Suonarte e Imai avevano costruito un vano
speciale per il basso, in legno. Io credo che quelli in grafite che si
trovano nella show room Audio Tekne di
Milano producano bassi ancor meglio
controllati, ma in tutta onest, visto che
eravamo in una stanza molto diversa,
impossibile dire se questo fosse dovuto
all'acustica della sala o ai nuovi vani.
La grafite fa davvero la differenza e
l'estremo inferiore di gamma, di un mar-
gine molto piccolo, mancava della stra-
ordinaria solidit di quel sistema ascol-
tato nella sala del distributore a Erba:
quella era stata l'unica volta in vent'anni
che avevo sentito un medio basso infe-
riore riprodotto con la stessa solidit di
marmo, di quello ascoltato da
Yamamura a Londra. Veramente ottimo.
E anche se l'impianto di Imai non stato
chiaramente pensato per suonare musi-
ca rock a livello concerto, ci che veramente incredibile con il
suo sistema top di gamma la corposit del suono, cos pieno e
mai sovrappeso, la facilit d'ascolto, il carattere totalmente non
affaticante delle note che scorrono in direzione di chi ascolta, la
solidit di ogni nota in sintesi, le componenti della vera musica:
non una copia perfetta dell'originale ma una sua maledettamente
buona illusione.
Chiunque vi dica che il loro impianto cos meraviglioso da ripro-
durre le emozioni di un evento dal vivo, non ha sentito quest'im-
pianto. Troppo spesso il meglio che il mercato ha da offrire lascia
senza fiato perch le dinamiche sono fantastiche, la risoluzione
del dettaglio stupefacente, l'estensione dei bassi vi spacca il
torace, ma raramente tutti i nostri amati parametri audiofili (esten-
sione delle frequenze, gamma dinamica, bilanciamento timbrico e
risoluzione del dettaglio [CLICK CLICK per leggere quello che Pierre
Bolduc dice dei 'parametri audiophile' sulla quale si basano tutte
le recensioni di Audiophile sound]) si fondono in un modo cos
spontaneo e convincente.
Audio Tekne non punta a riprodurre la musica dal vivo; ci che fa
ricreare un suono che ricco, pieno, libero di fluire e dalla tim-
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brica estremamente precisa, nel campo che cerca di riprodurre.
L'ascolto di un tale sistema ti fa riscoprire le registrazioni eccezio-
nali del passato in un modo che avete raramente, o mai, sentito.
Naturalmente, non tutti saranno d'accordo con un approccio che
non cerca di riprodurre
alcune parti dello spet-
tro sonoro; ma solo
quando si sentono i
risultati e si sovrappon-
gono contro quelli di
diffusori pi tradizionali
a prezzo spropositato,
che ci si rende conto di
quanto corretto sia
quell'approccio a
meno che non siate
pronti a mettere trombe
lunghe 10-12 metri nel
vostro salotto, accop-
piate con driver a com-
pressione per le
gamme inferiori.
Forse allora la quadratura del cerchio sarebbe possibile, ma in
quel caso vi ritrovereste sicuramente ad ascoltare musica in casa
da soli perch vostra moglie avr chiesto la separazione!
Pierre Bolduc
sorgenti
- CD Player Marantz CD 16,
modificato Audio Tekne
- Giradischi ACP-8801 MKII
- Braccio Audio Tekne in carbon block
- Alimentazione con valvole 300B
- Testina Audio Tekne MC-6310
- Phono Equalizer Amplifier TEA -8695
- Preamplificatore linea TEA-9501
- Trasformatore di accoppiamento LT-9501
(usato tra CD e preamplificatore linea)
- Finali mono TM-8501
- Push Pull di 300B Western Electric
potenza 15W + 15
-Isolatori di rete ALT-8905E
cavi
- ARA-500 per il phono
- ARC-500 di segnale
- ARSP-500 per i diffusori
speakers
- Sistema a 4 vie compression drivers Ale
Acoustic modificati Audio Tekne nella ver-
sione top con le piastre polari e nucleo
centrale in permenjule.
- Driver 7550 DEP per i medi, 1750 DEP
per il tweeter e ancora una versione spe-
ciale del 1750 DEP appositamente realiz-
zato per essere usato come super tweeter.
Sia il tweeter che il super tweeter hanno il
diaframma rivestito di una pellicola di car-
bon block per eliminare le distorsioni.
- Woofer Ale Acoustic nella versione con il
polo centrale in permenjule modificato
Audio Tekne, diametro 38 cm, carta del
cono di soli 52 grammi; anche qui si rive-
stito tutto il cono di una speciale vernice di
carbon block, sempre per eliminare le
vibrazioni.
- Cross-over esterni con nuclei in super-
permalloy, attenuazioni di 8 db per il
medio, tweeter e super tweeter; tagli:
200Hz,3000Hz,10.000Hz.
Casse del woofer in multistrato di betulla
da 4 cm
Altre parti del diffusore in carbon block
spessore 5 cm
La tromba Ale 150 EX stata implementa-
ta a mano da Audio Tekne con l'inserimen-
to, su tutta la superficie esterna, di listelli di
carbon block tenuti assieme dal un com-
posto di carbon cemento.
Il peso della tromba passa da 30 kg a 60
kg dopo il trattamento.
elenco dei componenti a Monaco Hi End
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CLICK > SOMMARIO
e-magazine
Lintera
discografia
dei Beatles
rivisitata
numero 2
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e-magazine con
CD allegato
disponibile dallonline shop
www.audiofileshop.com
Simon Gibson, un ingegnere ai famosi Abbey Road
Studios di Londra, ha realizzato un video clip
su You Tube. AS EXTRA vi riporta in italiano, alcuni
dei suoi commenti a riguardo i remastering di nastri...
Remastering
COME
SI RIMASTERIZZANO
NASTRI ANALOGICI A
ABBEY ROAD
STUDIOS
Y
ouTube offre una ricchissima variet di video per
noi audiofili. Spesso l'accesso difficile per il pro-
blema della lingua: quasi tutti in inglese.
Nell'obbiettivo di divulgare video che ritengo interessan-
ti, abbiamo iniziato ad offrire commenti e traduzioni di
video pubblicati su YouTube.
Nel mio blog settimanale (quasi) ho tradotto e com-
mentato la presentazione di Simon Gibson, di Abbey
Road Studios a Londra, della rimasterizzazione su
SACD del catalogo della EMI Classics. Come il video
dura pi di venti minuti ho diviso i miei appunti in quattro
puntate. Il LINK LINK dato alla pagina accanto [in basso a
sinistra].
Gibson il capo del team che sta trasferendo circa due-
cento registrazioni storiche della EMI: incisioni che spaz-
zano dagli anni del mono
fino alle ultime letture di
Karajan anni ottanta. Non
importa che si tratta di
nastri di musica classica;
Gibson spiega la metodo-
logia usata per trasferire vecchi nastri analogici in PCM
e in DSD; e, con laiuto di esempi, Gibson mette in rilie-
vo i problemi legati alla restaurazione dei nastri, la scel-
ta dell'equalizzazione e dei mezzi per rimuovere rumori
di fondo, clic e pop. Cos scopriamo le macchine a
disposizione per modificare l'EQ, i giradischi, bracci e
registratori a bobine modificati da Abbey Road e, infine,
il software usato per il remastering su DSD/SACD.
Uno degli argomenti trattati ben conosciuto agli audio-
fili di oggi: i problemi legati all'alimentazione e, in parti-
colare, alla corrente sporca e ai sbalzi di tensione.
Questi tipi di problemi
erano ancora pi seri
dopo la guerra quan-
do gli impianti elettrici
erano molto instabili e
i sbalzi di tensione
avevano un effetto
disastroso, per esem-
pio, su i registratori a
bobine. Non esistevo- u
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Video clip link
Per vedere il video originale in
lingua inglese CLICK. CLICK.
Per accedere ai commenti di
Pierre Bolduc sul video, CLICK CLICK
qui o sul link indicato sotto.
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no ancora i Quarz ed altri mezzi elettronici per stabilire
la velocit. Ogni volta che la tensione alzava i nastri
giravano troppo velocemente; ogni perdita di tensione,
invece, risultava in perdita di velocit. Cos il pitch non
era mai uguale e raramente si stabilizzava a quello giu-
sto. Questo spiega perch molti dischi usciti negli anni
cinquanta - quelli per i quali gli audiofili pagano una for-
tuna - riproducono musica con tempi sbagliati!!! Che iro-
nia! Quante volte ho sentito audiofili e collezionisti snob-
bare i remastering digitali perch 'non erano all'altezza
dei vinili!' Pontificare sulla qualit di un supporto su un
altro, come dico sempre, un gioco pericoloso.
Cliccando su ognuno degli url nel box nella pagina a
sinistra, potete leggere non solo un sommario delle
spiegazioni fornite da Gibson ma anche i commenti che
ho fatto per chiarire vari punti sollevati dal ingegnere
Gibson. Un video da non perdere. Pierre Bolduc
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Con laiuto di esempi, Simon Gibson
mette in rilievo i problemi legati alla
restaurazione dei nastri, la scelta
dell'equalizzazione e dei mezzi per
rimuovere rumori di fondo, clic e pop.
Cos scopriamo le macchine a
disposizione per modificare l'EQ, i
giradischi, bracci e registratori a bobine
modificati da Abbey Road e, infine,
il software usato per il remastering
su DSD/SACD.
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il sito di ...
...michael fremer
CLICK > SOMMARIO
Bill Porter lavor come producer e ingegnere del
suono con tutti i Grandi. Compreso Elvis Presley.
Qui, parla con Michael Fremer di 'Elvis's Golden
Hits Vol. 3'.
In sala di registrazione
BILL PORTER /
RCA
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tuck on You, si sa, era la prima canzone che Elvis
registr dopo che fin il servizio militare. La sedu-
ta di registrazione era prenotata per le sette di una
domenica sera. Elvis si fece vivo verso le nove meno
un quarto. Era normale. E registrava sempre durante
tutta la notte. Dopo qualche formalit - era la prima
volta che avevo visto questo tizio - rimasi impresso da
Elvis come musicista, ma non che rimasi impresso
pi di tanto. A quell'epoca avevo gi registrato tanti
nomi grossi
All'inizio del primo brano, nella sala di controllo, ebbe
una sensazione un po' strana, come quando senti che
qualcuno sta per saltarti addosso oppure che c qual-
cuno dietro di te che ti sta fissando, e non resti tranquil-
lo affinch non ti sei girato per vedere chi c'.
Eventualmente mi girai e l dietro di me c'era Colonel
Parker (il manager di Elvis), Elvis, Steve Sholes (RCA
A&R) e il Vice Presidente della RCA, tutti con
un'espressione che sembrava dire che avevo fatto
qualche grosso sbaglio,
e che volessero afferrar-
mi. Era veramente cos.
E non si sedettero affin-
ch non avevamo finito
di registrare il primo
track.
Nessuno disse una
parola per tutto il tempo; pi tardi mi dissero che Elvis
non aveva cantato in studio da due anni e non erano
sicuri di come sarebbe andata la seduta di registrazio-
ne. Quindi, quel primo brano era di estrema importan-
za. Continuammo con il secondo brano, Fame and
Fortune: Elvis si metteva troppo vicino al microfono il
che impediva una corretta registrazione [in inglese,
'popping the mike']; prima, lo fece un paio di volte
ma, in verit, era molto pi frequente. Io, continuavo a
premere il pulsante 'talk-back' dicendo: Elvis, sei trop-
po vicino al microfono adesso ['now you are popping
the mike'], per piacere, mettiti pi indietro.
E cos, dopo quattro o cinque volte, Elvis cominci ad
innervosirsi ed a bestemmiare. Pensai che sarebbe
stato meglio non ripetere la richiesta perch stava per
andare in furia. Sai, in quegli anni non c'erano i filtri 'roll-
off' sulla consolle. Te la dovevi vedere da te. Era la
responsabilit dell'ingegnere - se vedevi qualcosa che
non andava - eri te che dovevi fermare il producer e
dirli, Guarda, questo disco non va, non lo puoi far usci-
re cos. E, come sai, le testine in quei tempi erano
veramente rigidi e non tracciavano quelle note a bassa
frequenza. Saltavano. Quindi, io mi trovavo l, a sudar
freddo, quando sent due 'pop' dal microfono.
Era troppo ovvio? Lo lasciavo? Dovevo fermarlo? Ecco,
sono l, seduto, valutando i pro e i contro. Beh, ho
lasciato stare. Li puoi sentire. Ma se non avesse trac-
Discografia
Elvis' Golden Records
Vol.3. LP Speakers
Corner SC-LSP 2765. 180gr
(no producer credit, engi-
neered by Bill Porter).
www.soundandmusic.com
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ciato, la mia carriera sarebbe stato in gioco. Ma se ci
fai caso, sul disco senti ame and fortune invece di
fame,' perch Elvis forzava la f veramente tanto.
MF: Stai dicendo che hai dovuto fare un taglio?
BP: No, ho dovuto lasciarlo cos. Allora, la solita proce-
dura era che non appena avevo finito il lavoro - in quel-
l'epoca ero l'unico ingegnere e non avevamo aiuto -
facevo l'editing dal master non appena era pronto,
mentre i musicisti lavoravano sulla prossima canzone.
E quindi avevo fatto questi due tagli dal master quan-
do mi vedo arrivare il Vice Presidente, il quale mi dice,
Voglio quei nastri. Io gli risposi, No, signore, non li
puoi avere. E lui, S, posso. Sto per prendere il volo
per New York a momenti Le macchine per la stam-
pa sono in attesa, il suo nuovo LP." E cos, ovvia-
mente, glielo diede. Lui lo prese e scapp via. Erano le
dodici e trenta di notte e mi portarono una copia dell'LP
mercoled pomeriggio. Avevano gi scelto le due can-
zoni, la grafica per la label era gi pronta, cos tutto
quello che era rimasta da fare era la stampa dell'LP.
Uno del personale di Elvis mi rifer che non erano mai
riusciti prima ad avere quel tipo di suono dagli studio
della RCA Nashville.
In quel momento io aveva gi una certa riputazione, ed
per questo che hanno decise di registrare l; voleva-
no assicurarsi che avevano fatto del tutto per vantag-
giare Elvis. Steve Sholes non fece altro che annotare i
timing delle canzoni e scrivere i numeri dei master. Il
suono , ben o male, come pensavo doveva essere.
Comunque, come ben sapete, in completo contrasto
alle precedenti registrazioni di Elvis.
Poi, non mi ero fatto gi un'idea particolare della sua
musica. Lo ascoltavo, ma non con grande attenzione.
Facevo quello che consideravo necessario. E cio,
c'era uno studio pieno di gente, c'erano due batteristi
di cui DJ Fontana era il batterista originale ed era stato
con Elvis da anni, e in pi, era una persona fedele con
la quale ci si poteva lavorare. Il chitarrista era Scotty
Moore, che rimase con lui, diciamo, quasi fino alla fine.
E la consolle, pensate, aveva dodici ingressi e c'era-
no di l tutte queste persone, e di qu c'ero io, che
dicevo, "Come devo posizionare i microfoni per tutti
questi batteristi?" Cos, ho dovuto fare il set-up, uno
accanto all'altro, con il secondo batterista registrato
semplicemente con un microfono sopra di lui. Michael
Fremer / www.musicangle.com
Il mese prossimo:
Are you lonesome tonight?
...Continuammo con il secondo brano, Fame and
Fortune: Elvis si metteva troppo vicino al microfono, il
che impediva una corretta registrazione [in inglese,
'popping the mike']; prima, lo fece un paio di volte ma,
in verit, era molto pi frequente. Io, continuavo a
premere il pulsante 'talk-back' dicendo: Elvis, sei troppo
vicino al microfono adesso ['now you are popping the
mike'], per piacere, mettiti pi indietro...
CLICK > SOMMARIO
E stato Johnson e lAudio Research, pi
di qualsiasi altro produttore (e fondatore),
a salvare lelettronica a valvole.
In ricordo di
BILL JOHNSON:
AUDIO RESEARCH
N
on posso fare a meno di dedicare almeno una
pagina in ricordo della recente scomparsa di
William Z Johnson, ovvero la mente di Audio
Research.
Anche se i suoi successi sono pi concentrati nel tempo
rispetto a quelli di un altro gigante che abbiamo perso
quest'anno - il sorprendente Edgar Villchur - il suo
impatto all'interno della comunit degli audiofili non
potr mai essere sottovalutato. Perch stato Johnson
e l'Audio Research, pi di qualsiasi altro produttore (e
fondatore), a salvare l'elettronica a valvole.
Qualcuno potrebbe dire, ecco un'altra delle solite
dichiarazioni sfacciate di Kessler; e potrebbe dirlo spe-
cialmente chi produce allo stesso modo apparecchi a
valvole nell'era post-transistor, e che vorrebbe strappa-
re la corona a Johnson. Ma la storia - almeno quella che
non stata riveduta da personaggi politicamente corret-
ti e/o corrotti - ci dimostra che nel 1970 la produzione di
amplificatori a valvole si era ridotta ad un insignificante
numero di modelli cosid-
detti 'storici', come ad
esempio alcuni McIntosh.
Nella maggior parte dei
casi l'amplificatore a val-
vole era ormai obsoleto.
Questo non certo il
luogo giusto per snoccio-
larvi l'elenco di tutti gli altri produttori di valvolari nati
dopo l'arrivo del transistor - da Michaelson & Austin a
Conrad-Johnson, e altri 50 o pi - e che raccolsero
quella sfida negli anni '70. Tuttavia, per quel che mi
ricordo, fu Johnson con i suoi preampli, in particolare
l'SP3 del 1972, a fare ci che le unit a valvole d'epoca
ancora in uso non potevano fare: rilanciare il genere
come tecnologia valida e attuale, con un potenziale di
stato dell'arte.
Non confondiamoci: il mondo era ancora pieno di ampli-
ficatori valvolari in uso, che nessuna persona sana di
mente avrebbe ceduto, indipendentemente da ci che
prometteva la tecnolgia dei transistor: i Radford, i
McIntosh, Quad, Dynaco, Leak e simili. La mia prima
esperienza con le valvole fu, infatti, con un integrato
Dynaco SCA-35 del mio compagno di stanza al primo
anno di universit, 1970-71. Sebbene l'ampli non riu-
scisse a pilotare i suoi diffusori Dynaco A25 a livelli
altissimi, suonava fantastico con gli LP di Johnny Cash
che giravano in continuazione.
I prodotti Audio Research, invece, erano per i benestan-
ti. Ne sentii parlare la prima volta mentre lavoravo in un
negozio di hi-fi che vendeva le Magnepan, allora accop-
Audio Research
Distributore per lItalia:
Audio Natali Srl
Via Alessandro Volta 14
51016 Montecatini Terme (PT)
Tel: 0572-772595
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piate agli amplificatori Audio Research di default. Messi
a confronto con gli strabordanti Phase Linear, SAE,
Dunlap-Clarke e altre mostruosit a stato solido, e pro-
prio prima dell'arrivo della 'salvezza' del transistor da
parte di Mark Levinson, gli Audio Research furono una
rivelazione.
Ancor pi importante - e questa pu essere l'eredit di
Bill Johnson - egli ci insegn ad apprezzare i prodotti a
valvole che avevano preceduto i suoi apparecchi. Nel
corso degli anni la sua azienda ci ha offerto una gene-
rosa dose di classici, come i preampli SP-6 e SP-10;
mentre i finali di potenza D-150 e D-75 sono ora il
sogno dei collezionisti. Ma ancor pi importante, per
coloro che incontrarono Bill, fu conoscere l'uomo stes-
so. Bill era l'antitesi dello sfacciato ribelle, nell'era roc-
k'n'roll dell'high-end, avendo molto pi in comune con
persone come Peter Walker, Alastair Robertson-
Aikman, Sidney Corderman, Raymond Cooke, David
Hafler e Stan Kelly. Dopo tutto, egli era gi a met dei
suoi quarant'anni quando fond l'Audio Research;
mentre le altre aziende nate negli anni '70 che introdus-
sero l'high-end come oggi la conosciamo, furono lan-
ciate da ventenni e trentenni.
Il suo modo di fare era quello di un gentiluomo tipico
della sua generazione. Dove invece si separava da un
certo numero di suoi contemporanei, era la sua accet-
tazione della validit dell'ascolto soggettivo, rispettando
le misure senza essere un loro servile seguace. Come
risultato, i suoi prodotti semplicemente suonavano
meglio. Teneva occupati i suoi clienti, i rivenditori e la
stampa aggiornando continuamente i modelli al punto
in cui l'SP-6 arriv persino al suffisso 'G'.
Ma non era il cinico affarismo che spingeva Johnson a
modificarli in maniera perpetua, a differenza di quei
produttori per i quali il posto migliore dove mettere le
mani nelle tasche dei loro clienti. Anzi, ricordo che
egli era leggermente dispiaciuto per quella febbre di
'upgrade'. Semplicemente non riusciva a fermarsi.
Grazie a questo, Bill e l'Audio Research ci hanno sem-
pre affascinato. Ken Kessler / Hi Fi News
...l'eredit di Bill Johnson - egli ci insegn ad apprezzare i prodotti a
valvole che avevano preceduto i suoi apparecchi. Nel corso degli anni la sua
azienda ci ha offerto una generosa dose di classici, come i preampli SP-6 e
SP-10; mentre i finali di potenza D-150 e D-75 sono ora il sogno dei
collezionisti. Ma ancor pi importante, per coloro che incontrarono Bill, fu
conoscere l'uomo stesso. Bill era l'antitesi dello sfacciato ribelle, nell'era
rock'n'roll dell'high-end... Dopo tutto, egli era gi a met dei suoi quaran-
t'anni quando fond l'Audio Research; mentre le altre aziende nate negli
anni '70 che introdussero l'high-end come oggi la conosciamo, furono
lanciate da ventenni e trentenni.
CLICK > SOMMARIO
a
vete sempre desiderato di possede-
re un diffusore grande ed elegante,
nel suono, nella dinamica e nelle
dimensioni ?
Vorreste ricreare a casa vostra la spetta-
colare dinamica delle orchestre sinfoni-
che ?
Non siete soddisfatti dei vostri attuali dif-
fusori che suonano freddi e inscatolati ?
Avete fatto un giro dai rivenditori e siete
rimasti sconvolti dai prezzi richiesti ?
Il vostro anziano diffusore 'alla frutta',
dopo che avete sostituito o ribobinato i
vari componenti ?
Vorreste ottenere maggior dinamica e
scena sonora dal vostro amplificatore da
50 watt?
Se avete risposto 's' ad almeno una di
queste domande, ecco la soluzione che fa
per voi.
GIANT FS-100 il diffusore da pavimento
alto 123 cm, dal peso imponente di oltre
50 kg., tre vie cinque altoparlanti, al prez-
zo di Euro 649,00 cad.
Il diffusore Giant FS-100 un prodotto
unico nel suo genere, nel panorama dei dif-
fusori da pavimento. Richiama alla tradizio-
ne dei grandi diffusori degli anni '70 e '80,
rivisitati in chiave moderna. Le rifiniture
sono di classe, con laccatura in colore nero
oppure mogano. La costruzione massic-
cia, con legni di grande spessore.
Definita dalla rivista inglese Hifi World
sbalorditivo in rapporto al prezzo, grande
e costruito solidamente, bassi profondi e
una scena sonora impressionante. Un vero
affare.
Abbiamo preparato una lista di risposte alle
domande pi frequenti che ci vengono
poste dai nostri clienti.
Giant FS-100 non troppo grande per la mia
stanza di 20 mq.? Non meglio un diffusore pi
piccolo? Che dir mia moglie?
20 metri quadrati la dimensione normale
di una sala d'ascolto e va pi che bene per
Giant FS-100. Con un modello pi piccolo
perder la dinamica e scena sonora che le
offre un grande diffusore. Anche sua moglie
apprezzer l'elegante finitura in legno lac-
cato che lo impreziosisce.
Avendo il doppio woofer e due condotti reflex,
uno davanti e uno dietro, non c' rischio di rim-
bombi o eccessivi bassi?
No, il diffusore ha una timbrica bilanciata
nei bassi, medi e alti. Nessun rischio di
rimbombo anche tenendo il diffusore vicino
alla parete.
Come si comporta con un valvolare da 40 watt?
30 watt la potenza minima consigliata
per pilotare i Giant FS-100. Che sia valvola-
re o stato solido, una preferenza sogget-
tiva. L'importante che l'amplificatore sia
adatto a pilotare diffusori da 4 ohm.
Dove posso ascoltare Giant FS-100?
Contattate Hifidirect via telefono o e-mail
per lelenco dei rivenditori oppure venite a
trovarci alle fiere del settore (Top Audio,
Mialno Hi-End, ecc)
Come posso acquistare Giant FS-100?
Oltre ai rivenditori, i diffusori possono
essere acquistati direttamente ordinando
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Se desiderate pagare con carta postepay
ricaricabile o carta di credito, potete ordi-
nare anche su www.amazon.it.
In entrambi i casi la spedizione gratuita
con corriere espresso.
Cos economico, prodotto in Cina?
No, prodotto in Europa, per la precisione
in Lettonia (Repubbliche Baltiche) nel nord
Europa. Gran parte dei componenti sono di
produzione propria o europea, cos come i
legni utilizzati, quindi a tutti gli effetti
un vero prodotto 'Made in Europe'.
Si tratta di un nuovo produttore arrivato adesso
sul mercato?
No, l'azienda VEF Radiotehnika RRR esiste
dal 1927.La sua camera anecoica e quella
d'eco presso la fabbrica sono fra le pi
grandi esistenti in Europa.
Come si comporta con elettroniche di alto
livello e molto potenti?
La potenza massima applicabile di 300
watt. Quindi nessun problema con elettro-
niche di alto livello, che apporteranno
migliore riproduzione dei dettagli e della
scena sonora. Essendo la base gi ottima,
Giant FS-100 pronto per affrontare upgra-
de di amplificazione e a durare nel tempo.
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GIANT
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appiamo che il tuo primo contatto con i prodotti Bakoon
stato proprio attraverso i pre fono; quali sono i motivi che ti
hanno spinto a ricercare questo marchio e successivamen-
te a diventarne l'importatore per l'Italia?
Effettivamente ho conosciuto Bakoon Products circa sei anni fa
grazie al loro pre fono EQA5620 sviluppato per il mercato giappo-
nese. La cosa che mi aveva colpito era l'originalit della circuita-
zione SATRI, che utilizza la componente in corrente erogata dalla
testina piuttosto che quella in tensione, come accade nella stra-
grande maggioranza dei casi. Al tempo ero ossessionato dalla
rumorosit degli stati fono valvolari della cui sonorit ero per al
contempo perdutamente innamorato. Inoltre, a causa della vici-
nanza della mia abitazione ad un ripetitore della Radio Vaticana,
non c'era verso di trovare un pre fono che non mi facesse ascol-
tare in sottofondo le trasmissioni di questa emittente. Leggendo in
merito alla circuitazione SATRI mi feci la convinzione che essa riu-
scisse a coniugare la bassa distorsione tipica dei transistor con la
sonorit delle valvole, senza per incorrere nei difetti tipici dello
stato solido. Utilizzando il transistor per amplificare la componen-
te in corrente del segnale, fa s che esso si comporti sotto il profi-
lo sonico in modo non dissimile da una valvola, garantendo bassa
distorsione, linearit e, cosa assai importante in questo tipo di
apparecchi, grande velocit di risposta. Va anche detto che, in ter-
mini di praticit, questa soluzione di gran lunga superiore rispet-
to a quella classica visto che evita di dover ottimizzare il carico
resistivo e capacitivo visto dalla testina mediante i soliti jumper o,
nei casi migliori, selettori.
L'intuizione fu buona: dopo una lunga corrispondenza epistolare
con il produttore riuscii finalmente ad avere il mio EQA-5620,
peraltro ancora in servizio nel mio impianto personale con estre-
ma soddisfazione, che si dimostr perfettamente in linea con le
mie aspettative. Da l nata una solida amicizia con il produttore
che, dopo qualche anno, mi ha
chiesto di occuparmi della distri-
buzione di Bakoon in Italia.
Dunque i pre fono basati sulla
circuitazione SATRI, come
l'EQA-11R della prova, si adatta-
no automaticamente a qualsiasi
tipo di testina?
Normalmente uno dei dati di targa che si va a verificare per deter-
minare se l'accoppiamento tra pre fono e testina fattibile la
tensione di uscita di quest'ultima. Nel caso della circuitazione
SATRI questo dato del tutto ininfluente; il dato sul quale bisogna
porre attenzione l'impedenza interna della testina. Se molto
bassa, diciamo intorno ai 4 Ohm, c' rischio di saturazione. In
questo caso basta sostituire le due piccole schede di guadagno
poste all'interno dell'apparecchio su connettori a pettine, con altre
con minor guadagno e il gioco fatto. Data l'ampia casistica veri-
ficata nel corso degli anni la Bakoon Products in grado di sug-
gerire il migliore setup per la grande maggioranza dei fonorivela-
tori in commercio. Va anche detto che la configurazione standard
con cui il pre fono EQA-11R viene distribuito va bene nella mag-
gior parte dei casi, proprio in virt della minor criticit dell'accop-
piamento in corrente rispetto a quello in tensione. I casi in cui si
resa necessaria la sostituzione delle schede di guadagno sono
davvero pochi, per citare un caso specifico mi viene in mente
quello della Lyra Titan.
Una delle peculiarit del pre fono EQA-11R la sua alimentazio-
ne a batterie; puoi dirci qualcosa in merito?
Un preamplificatore fono lavora con segnali a bassissimo livello
con il compito di amplificarli per poterli girare al preamplificatore
linea; chiaro che in questo contesto qualsiasi disturbo, anche di
piccola entit, verr amplificato e si sovrapporr, con effetti dele-
teri al segnale audio utile. Quando poi il disturbo non di piccola
entit, come nel caso di quelli introdotti dalla rete elettrica che ali-
menta i nostro apparecchi hi-fi, ecco che il problema si fa impor-
tante. La soluzione della batteria elimina in un sol colpo tutte que-
ste problematiche alla radice, regalando una totale silenziosit ed
immunit ai disturbi. Voglio ricordare che, basandosi sul know
how maturato durante la progettazione dello stadio di alimentazio-
ne dell'EQA-11R, Bakoon Products ha realizzato un alimentatore
esterno a batterie dedicato a due DAC di recente produzione ,
l'ARCAM rDAC ed il Calyx DAC 24/92, che ne migliora incredibil-
mente le gi ottime prestazioni. Pierre Bolduc - editore...
Intervista
GIULIO SALVIONI
DISTRIBUTORE: BAKOON
La cosa che mi aveva colpito era l'originalit
della circuitazione SATRI, che utilizza la com-
ponente in corrente erogata dalla
testina piuttosto che quella in tensione...
Distribuzione
Aurora
via alessandro farnese 8
00192 roma
www.bakoon.it
info@bakoon.it
tel: 346-0943986
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Bakoon Bakoon AMP AMP II app II apparsa in arsa in AS n.1 AS n.110 10
CLICK > SOMMARIO
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l progetto di questo amplificatore sca-
turisce dal desiderio di riproporre le
sonorit dell'AMP-31 in una veste sem-
plificata ma senza addivenire a compro-
messi sul piano qualitativo.
Semplificazione, in questo caso, significa
essenzialmente un case di minore ingom-
bro, dunque particolarmente adatto ad
ambienti nei quali sia difficoltoso ipotizza-
re l'istallazione di componenti di dimensio-
ni standard, e una dotazione di ingressi
ridotta al minimo indispensabile. Ci che
ovviamente restano invariate sono le pecu-
liarit soniche della circuitazione in cor-
rente SATRI, che caratterizza l'intera pro-
duzione di Bakoon Products.
L'AMP-11 in grado di erogare una poten-
za di 11 W per canale anche su carichi
particolarmente ostici, grazie ad una
generosa sezione di alimentazione. A tal
proposito voglio sottolineare che entram-
be le versioni sono dotate di alimentazio-
ne sperata, con tutti i benefici che tale
soluzione comporta in termini di migliora-
mento dell'isolamento dai disturbi; nella
versione 11R l'alimentazione collocata
in un telaio metallico lavorato dal pieno
del tutto analogo come forma e dimensio-
ni a quello dell'amplificatore vero e pro-
prio, mentre nella versione 11 essa col-
locata in un contenitore in materiale pla-
stico di dimensioni pi contenute. Le
altre differenze tra le due versioni sono
da ricercarsi nell'uso, nella versione 11R,
di componentistica passiva (resistenze,
condensatori, ecc.) maggiormente sele-
zionata.
In termini di versatilit entrambe le ver-
sioni dell'AMP-11 presentano due soli
ingressi, dei quali uno sbilanciato RCA e
l'altro SATRI Link (BNC) per il collegamen-
to di altri apparecchi Bakoon Products; la
selezione avviene mediante uno switch
posto sul pannello posteriore. Sebbene un
siffatta dotazione possa sembrare eccessi-
vamente ridotta, va considerato che, nel-
l'ottica della realizzazione di un impianto
minimalista, l'ingresso SATRI Link
dell'AMP-11 potrebbe essere utilizzato per
il collegamento di
un pre phono
Bakoon EQA-11,
mentre quello RCA
per il collegamen-
to di un lettore CD
con eventuale
ingresso USB o di
un convertitore
digitale analogico
cui collegare un PC
per l'ascolto di
musica liquida e una meccanica per
l'ascolto di CD tradizionali. A ben vedere
dunque i due ingressi non costituiscono
affatto una limitazione e, al contempo,
assicurano la qualit data da una circuita-
zione ridotta all'essenziale. Un aspetto di
questo amplificatore che mi preme sotto-
lineare il design: la forma quella di
una mattonella quadrata con gli angoli
smussati di soli 195 mm di lato per 40,5
mm di altezza, realizzata in metallo mas-
siccio lavorato dal pieno. Nessun elemen-
to disturba la pulizia di questo solido,
giacch il comando del volume, posto ad
incasso nell'angolo destro, rientra nella
sagoma dell'apparecchio. Volendo ulte-
riormente impreziosire l'estetica dell'in-
sieme, migliorandone al contempo le pre-
stazioni, si pu collocare il tutto sul sup-
porto dedicato RCK-11 che ha propriet
isolanti allo stato dell'arte.
Trasparenza, velocit, naturalezza d'emis-
sione sono le caratteristiche peculiari di
questo piccolo amplificatore a stato soli-
do che, quanto a raffinatezza, pu e anzi
deve essere confrontato con i migliori
monotriodi a valvole. L'AMP11, accoppiato
ad un diffusore ad efficienza medio alta o
alta, rappresenta a oggi una delle pi
economiche e raffinate porte d'ingresso
verso un suono realmente high end.
AMPLIFICATORE
AMP-11 / 11R
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AURORA
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ingegneri del suono
Ogni mese, Marco Lincetto continuer la sua
missione di sfatare alcuni malcostumi e disinformazioni
che hanno preso piede nel mondo audiofilo...
Microfoni
10, 100, 1000
MICROFONI ??
E
' ora di dire basta. Basta al malcostume ed alla disinforma-
zione propinata negli ultimi 30 anni da giornalisti ignoranti,
guru della domenica e 'presunti tecnici del suono' incapaci.
Mi riferisco alla diffusa convinzione che porta a credere che le uni-
che registrazioni accreditabili come eccellenti siano quelle realiz-
zate con due soli microfoni, in qualsivoglia tecnica di ripreso ste-
reofonica.
Niente di pi falso.
Esistono moltissime situazioni, diciamo tranquillamente un buon
80% dei casi possibili, in cui con due microfoni si pu ottenere un
risultato lontanissimo dall'eccellenza, ma soprattutto lontanissimo
dalla verosimiglianza all'evento reale. Si tratta di situazioni non
solo legate a cattive acustiche (che pure sono da considerare
come spesso inevitabili), ma anche e soprattutto a particolari
disposizioni dei musicisti sulla scena acustica reale, dal vivo, che
non mi soffermer a descrivere in questo spazio.
La principale obiezione dei sostenitori del 'due microfoni a tutti i
costi' consiste nell'affermare che pi di due microfoni comportano
nella registrazione una somma di ritardi di fase del segnale che
implica quello che comunemente viene definito 'filtro a pettine'
ovvero una somma e/o una sottrazione di frequenze, tali da alte-
rare in modo inaccettabile il segnale musicale.
Ebbene, questa ipotesi, gi era scongiurabile ai tempi dell'analogi-
co, grazie ad un opportuno dosaggio dei livelli del segnale dei
microfoni spot. Gi a partire da un'attenuazione di 6db del segna-
le riportato dai microfoni spot rispetto alla coppia main stereo, si
minimizza il problema e spesso i microfoni spot sono attenuati da
un minimo di -6db ad un massimo di -12db. (I grandi Living Stereo
e Decca, per esempio, non sono mai stati fatti solo con 2 microfo-
ni; ai due principali ne furono aggiunti 4 o 5 per dare un po' pi di
dettaglio ai legni, ottoni, e percussioni, per esempio; il problema
non tanto di approccio ma di numeri di microfoni usati: il multi-
miking ha ottenuto una giusta e giustificata cattiva riputazione per-
ch invece dei quattro, cin-
que, sei microfoni usati
furono impiegati 25, 30, 40,
quando non era possibile
correggere i terribili proble-
mi di fase che ne risultava-
no restando sempre nel
dominio analogico, PB)
Ma con l'avvento del mis-
saggio in dominio digitale
che si completamente azzerato il problema.
In dominio digitale, infatti, prassi comune introdurre un delay fra
il microfono spot e la coppia main stereo principale, finalizzato alla
compensazione dei difetti introdotti dalla distanza fra questo e
quelli.
Mi spiego.
Il suono viaggia alla velocit di circa 3,6 msec. al metro. Questo
significa che se fra un microfono spot posizionato a due metri di
distanza dalla coppia main stereo noi introduciamo un delay di 7,2
msec avremo ottenuto la perfetta sovrapposizione fra il segnale
fornito dal microfono spot e quello fornito dalla coppia main, azze-
rando qualunque effetto filtro-a-pettine. Sommando poi un sapien-
te dosaggio del livello, riusciremo quindi ad ottenere dai microfoni
spot ESATTAMENTE lo scopo cercato, ovvero quello di conferire
una definizione del segnale globale, altres non ottenibile con la
sola coppia stereo main, SENZA alcun effetto collaterale indeside-
rato e nocivo al suono finale.
Questo piccolo assaggio di tecnica di base in realt ben cono-
sciuto da chiunque operi con coscienza e consapevolezza, in
modo professionale, in campo audio. Peccato che il mondo del-
l'audiofilia sia spesso frequentato da cialtroni ignoranti o, peggio,
guru d'accatto dolosamente interessati pro domo propria a diffon-
dere mala informazione.
Sono molto, molto, molto arrabbiato. E quindi restate sintonizzati
su questa testata, perch sar mia cura nei prossimi numeri sfata-
re altre leggende metropolitane messe in circuito da queste perso-
ne, francamente deprecabili. Marco Lincetto
N.B. N.B. Non sono d'accordo con l'aggressivit del Signor Lincetto,
ma capisco la frustrazione di chi deve leggere, giorno dopo gior-
no, commenti sul suo operato che non sono accurati e spesso
semplicemente falsi dal punto tecnico. Questo un grosso proble-
ma legato al mondo del Internet dove troppi sono convinti di esse-
re esperti quando i loro piedi non hanno mai camminato sul pavi-
mento di uno studio, nemmeno vuoto.
Sul prossimo numero ritroverete un tono pi sereno PB
Marco Lincetto
Proprietario e Ingegnere Capo della
Velut Luna:
www.ludomentis.com
Tecnico in-house di Audiophile sound.
Per chi non conosce ancora letichetta,
ricordiamo che molti CD Velut Luna
sono disponibili allegati a Audiophile
sound
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CLICK > SOMMARIO
Audio File Player
...sia il modello Reference che quello AV,
possono leggere file audio ma anche file video...
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SOPHOS HI-END
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a migliore modalit per ascoltare oggi
la musica liquida costituita da un
Audio File Player e un convertitore di
pari categoria. Nell'attuale panorama dei
lettori di file sono in commercio numerosi
prodotti che hanno, quasi tutti, molte fun-
zioni (rippaggio, conversione, connessione
alla rete, stoccaggio di file in HD interni,
ecc.) fornendo, a parte pochissimi prodot-
ti di gamma molto alta e dai costi impe-
gnativi, risultati solo discreti per ognuna
funzione svolta.
L'Interface, sia nella versione Reference
che in quella AV (la base), un lettore di
file che fa una cosa soltanto ma la fa a
livello Hi End: legge i file. Nessun rippag-
gio per evitare vibrazioni e jitter, nessu-
na connessione alla rete per evitare diffi-
colt e rallentamenti di funzionamento,
nessun convertitore interno per dare la
possibilit all'utente di collegarci il
miglior convertitore di cui pu disporre.
Il rippaggio, l'immagazzinamento e la
connessione alla rete per l'acquisto dei
file va eseguito altrove, fuori dalla sala
d'ascolto. Il materiale audio raccolto, va
poi inserito all'interno di un Hard Disk
che si collega all'Interface che potr leg-
gere i file in esso contenuti. All'Interface
possono essere collegati fino a quattro
HD (io ci collego i miei personali quattro
HD da 2 Tera ciascuno divisi per i quattro
generi pi importanti che contengono,
globalmente, i miei 8.000 dischi).
Una volta letti i file, l'Interface passa le
informazioni, tramite un classico cavo
digitale da 75 ohm ( il modo pi profes-
sionale di trasferire il segnale digitale,
soprattutto quello in alta risoluzione) ad
un convertitore. Per leggere i file
L'Interface non lavora n con la piattafor-
ma Windows n con quella Mac, ma con
Linux ed un programma proprietario cari-
cato su una memoria SSD. La massima
affidabilit e stabilit del sistema la
sua prerogativa. L'Interface legge tutti i
formati e tutte le risoluzioni fino a
24bit/192KHz operando sempre, su tutti i
file, un upsampling a 24/192 (anche i file
rippati da cd a 16/44.1 vengono letti alla
massima risoluzione).
La libreria musicale contenuta negli Hard
Disk viene visualizzata da un telecoman-
do (iPad, iPod, iPhone) che consente,
stando comodamente seduti al punto
d'ascolto, di far partire il disco scelto con
un touch tramite un sistema wireless pre-
disposto. Un apposito player, XBMC
Commander, inserito nell'iPad, consente
di visualizzare le copertine insieme alle
altre informazioni e di gestire tutte le
funzioni di normale uso per la lettura di
un disco (play, stop, ricerca brano, ecc.).
L'Interface, sia il modello Reference che
quello AV, possono leggere file audio ma
anche file video; pertanto possibile, se
si ha un impianto predisposto, godere
oltre che della musica, anche delle
immagini di un concerto in alta risoluzio-
ne (o di film). Per chi non ha un impianto
video ma interessato a "partecipare" ad
un concerto, sar sufficiente collegare
l'uscita HDMI dell'Interface al suo televi-
sore e l'uscita digitale dell'Interface al
suo impianto stereo due canali.
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Interface Reference:
prezzo euro 3.650
Interface AV:
prezzo euro 2.150
Alimentazione analogica
(opzionale)
prezzo euro 1.600
PREZZI
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fatti tecnici
Alcune parole sullacustica
PER UNA BUONA
SALA DASCOLTO PARTE I
C
ome deve essere una sala d'ascolto o una sala audio-video? E'
migliore quella rettangolare o quella irregolare ? E' vero che la
stanza a pianta quadrata la peggiore ? E quali sono le dimen-
sioni pi indicate per avere un suono senza problemi ? E' preferibile alta
o bassa? Con pareti di carton-gesso o solidi e spessi muri di sasso?
Potrei andare avanti a far domande per una pagina, ma gi quelle for-
mulate riescono a fornire i contorni di ci che parleremo. Con questo
articolo pratico cercheremo di dare risposte operative a tutti coloro
che si pongono i suddetti problemi e cio a tutti, perch per tutti, prima
o poi, necessario farsi queste domande. Chi lo nega perch le ha
rimosse pensando che ignorare i problemi sia migliore che affrontarli.
Sono tematiche di interesse veramente generalizzato. Si ha infatti noti-
zia di alcune sistemazioni incredibilmente cervellotiche di sistemi di
riproduzione audio in ambiente domestico, ma non risulta che nessu-
no, nemmeno il pi stravagante degli audiofili, ascolti musica con il pro-
prio impianto hi-fi collocato nel prato antistante l'abitazione o sotto ad
un ponte. Quantomeno non lo fa nella stagione invernale o quando
piove. In genere chi ha una casa preferisce ascoltare protetto dal suo
tetto e circondato da rassicuranti pareti. Purtroppo una stanza, grande
o piccola che sia, alta o bassa, tonda o quadrata ha sempre due pro-
blemi di ordine acustico: risonanze e riflessioni.
RISONANZE
Il suono energia. All'interno di un ambiente chiuso essa viene in
parte assorbita dalle pareti ed in parte fuoriesce. Ma prima che ci
accada si organizza e tende a trattenersi in ambiente per un periodo
pi lungo di quello che funzionale alla riproduzione musicale.
L'accumulo organizzato di energia non si distribuisce in modo equilibra-
to su tutto lo spettro di frequenze, ma si concentra in particolari aree
che vanno a formare le risonanze proprie di un ambiente chiuso. Ci
crea un elemento di grave turbativa dell'equilibrio tonale e della resa in
termini di articolazione che va sotto i nomi di rimbombo, boom, melma
acustica, rumore di fondo della stanza. A certe frequenze il suono pi
forte e pi confuso. Indipendente dalla sua forma ogni stanza ha sue
risonanze proprie perch in ogni stanza l'energia tende ad organizzar-
si per conservarsi privilegiando certe frequenze. Ma non basta: poich
nulla si crea e nulla si distrugge, se l'energia di certe frequenze aumen-
ta deve necessariamente diminuire da qualche altra parte: le frequenze
risonanti succhiano energia alle frequenze limitrofe non-risonanti e
quindi sono causa di cancellazioni. Cambiando la forma della stanza,
spostando muri e pareti, le risonanze non scompaiono. Semplicemente
si distribuiscono in altro modo. Quindi non c' pianta di nessuna stan-
za che pu impedire il sorgere di modi di risonanza.
Molti appassionati che desiderano avere un ambiente dedicato
all'ascolto o all'audio-video puntano la loro attenzione sui rapporti
dimensionali: solitamente si crede che se una stanza avesse dimensio-
ni ideali, intese come rapporti fra pareti, il suono sarebbe perfetto.
Un'altra diffusa opinione che la stanza migliore quella con pareti
non parallele. In passato l'idea che l'equalizzatore potesse risolvere i
problemi acustici generati dalle risonanze era assai radicata. Tutte que-
ste convinzioni sul modo di attenuare o evitare gli influssi malefici delle
risonanze sono semplicemente ERRATE!
Da sempre si cercato di determinare le perfette misure di una stanza
ricercando rapporti dimensionali attraverso i quali le risonanze fosse-
ro ben distribuite lungo lo spettro audio. Si diceva: poich le risonanze
ci sono, allora facciamo in modo che non stiano vicine, che non sommi-
no la loro energia nelle stesse aree di frequenze. Da questa conside-
razione si sviluppata la ricerca empirica dei migliori rapporti dimensio-
nali ed per queste convinzioni che si arrivati a concludere che, ad
esempio, la stanza cubica la peggiore: in essa le risonanze della lun-
ghezza sono eguali a quelle della larghezza e dell'altezza, perci le
risonanze di questo tipo di stanze hanno energia tripla. In origine il con-
cetto di fare stanze aventi rapporti dimensionali atti ad una convenien-
te distribuzione delle risonanze apparteneva all'arte di fare buone
camere di riverberazione. Esse vengono utilizzate per testare le carat-
teristiche dei materiali per il trattamento acustico e devono avere riso-
nanze opportunamente spaziate per poter ottenere risultati attendibili.
Una camera di riverberazione ha un diffusore posto in un angolo della
sala (pavimento-muro-muro) ed il microfono nell'angolo opposto (soffit-
to-muro-muro) in modo che tutte le modulazioni della stanza possano
essere stimolate dalla cassa e in modo che il microfono possa coglier-
le completamente.
Una sala d'ascolto domestica non una camera di riverberazione. Le
casse quasi mai si trovano negli angoli e chi ascolta certamente non lo
fa ficcando la testa in uno degli angoli opposti. In una sala di riprodu-
zione audio i diffusori si trovano significativamente lontano dagli ango-
li. Da questa posizione essi non possono stimolare tutte le risonanze
della sala, ma solo alcune. Se esse saranno ben spaziate fra di loro
dipender dalla posizione dei diffusori. Non vi nessuna garanzia che
una stanza con le qualit di una camera di riverberazione abbia riso-
nanze ben spaziate quando la cassa viene disposta lontano dall'ango-
lo. Stanze con muri non paralleli. Parlando di risonanze, la stanza con
muri non paralleli non possiede alcuna caratteristica speciale e risoluti-
va. Avr sue risonanze proprie da combattere come le stanze con muri
regolari. Anche in questa il risultato finale dipender dalla disposizione
dei diffusori e del punto d'ascolto. Inoltre, essendo asimmetrica, creer
qualche problema alla stereofonia.
Buon lavoro. acustica applicata
> Nella prossima puntata su EXTRA parleremo delle riflessioni.
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CLICK > SOMMARIO
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iapason lieta di presentare il nuovo
diffusore da pavimento NEOS, evolu-
zione del primo diffusore da pavi-
mento NUX.
Il progetto di Alessandro Schiavi e Roberto
Pasetti rivolto a chi desidera ascoltare la
musica lasciandosi coinvolgere dall'emozio-
ne di un'assolo, di un pieno orchestrale, dal
ritmo di un gruppo percussionistico o dalle
sfumature del canto.
Neos si presta con grande versatilit e faci-
lit di ascolto all'inserimento nel proprio
ambiente senza dover affrontare problemi
di posizionamento e acustica n di accop-
piamento con amplificatori ed elettroni-
che.
Peculiarit di NEOS la sua innovativa
forma in multistrato di legno curvato che
permette un ottimo smorzamento delle
onde stazionarie interne, unitamente alla
sfaccettatura del pannello frontale che
riprende la forma sfaccettata a diamante
del modello top di gamma Adamantes:
l'emissione circolare delle onde sonore
intorno al diffusore lo avvicina ad una idea-
le sorgente puntiforme.
DISPONIBILE presso i rivenditori autorizzati
da Settembre 2012 nella finitura noce natu-
rale o a richiesta in finitura colorata
SPECIFICHE TECNICHE
Risposta in frequenza 40/20.000 Hz
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Tweeter 19 mm cupola seta
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Impedenza nominale 8 Ohm
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2 vie, reflex anteriore, da pavimento
Peso per diffusore Kg. 11
Dimensioni (L x P x A) 200x260x1030 mm
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la coppia IVA inclusa 2.070,00
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i volta in volta, ogni mese, ci proponiamo di rigirare ad un
tecnico del settore una domanda scelta tra quelle che pi
frequentemente ci vengono rivolte dai nostri lettori. Oggi
parleremo di controreazione con l'ing. Fulvio Chiappetta.
Pierre Bolduc: Ciao Fulvio, ti rigiro la domanda che sulla bocca
di tutti gli audiofili appassionati di tecnica: la controreazione fa
veramente male al suono delle elettroniche, cos come dicono?
Insomma, la controreazione croce o delizia?
Fulvio Chiappetta: Caro Pierre, rispondere in modo netto e rapido
meno semplice di quanto possa sembrare: non per niente l'im-
piego della controreazione nelle apparecchiature di amplificazio-
ne argomento assai controverso. Il dibattimento pi che giusti-
ficato in quanto questa soluzione circuitale, a fronte di una serie
indubitabile di vantaggi, comporta non poche negativit. Dunque,
sia croce, sia delizia; ma vediamo insieme.
Per chiarezza credo sia indispensabile spiegare innanzi tutto il
modus operandi della controreazione, cosicch saranno diretta-
mente gli appassionati ad essere posti nelle condizioni pi favore-
voli per trarre le opportune conclusioni.
Per descrive il pi semplicemente possibile un sistema che opera
grazie alla controreazione, ricorro ad un esempio.
Ipotizziamo di dover colpire un bersaglio con un cannone.
Facciano una ipotesi semplificativa: le quote rispetto al suolo,
tanto del cannone quanto del bersaglio, sono le medesime. Ci
comporta che per centrare il bersaglio non necessario regolare
l'alzata del puntamento, ipotizzata gi correttamente pre-
determinata. E' quindi sufficiente che il cannone esegua
soltanto una opportuna rotazione rispetto all'asse vertica-
le che lo lega alla base ancorata al terreno (per maggiore
chiarezza, vedi Fig.1).
Poniamoci ora nelle seguenti condizioni:
1) tramite un siste-
ma di controllo, pos-
siamo imporre al can-
none qualunque rota-
zione rispetto al pro-
prio asse. Tale siste-
ma affetto da una
inevitabile imprecisio-
ne, il cui valore, tanto
per fissare le idee, assumiamo pari al +/-10%;
2) il centro del bersaglio non un punto astratto, privo di
estensione, bens una piccola area che, sul piano orizzontale,
quello di rotazione del cannone, viene visto, traguardando dal
mirino dell'arma, sotto un angolo piccolo ma non infinitesimo, che
poniamo, sempre per fissare le idee, pari a 2, cio pi o meno 1
rispetto alla retta A.. A' che congiunge l'asse di rotazione del can-
none con il centro del bersaglio (Fig.2);
3) il bersaglio ha una posizione invariante rispetto al
tempo, detto in altre parole fermo;
4) all'inizio della nostra osservazione, il cannone si trova
nella posizione di riposo, indicata in Fig.3 con le lettere B...B':
detta posizione risulta ruotata, rispetto a quella che consente al
colpo di cannone di centrare il bersaglio, dell'angolo acuto indivi-
duato dalle due rette A...A' e B...B' ed pari, nel nostro caso, a
60 in verso antiorario;
5) noi, oltre che osservatori capaci di seguire l'evolversi
Ing. Fulvio
Chiappetta
S.I. Audio
Fondatore e proprietario
web: www.siaudio.it
mail: tecnica@siaudio.it
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tecnica in pillole
La controreazione fa veramente male al
suono delle elettroniche, cos come dicono?
Insomma, la controreazione croce
o delizia? ING. FULVIO CHIAPPETTA
Oggi parliamo di...
CONTROREAZIONE
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fig 1
fig 2
Fig.1: Il cannone, sulla sinistra, ed il bersaglio, sulla destra, sono visti di
lato. Essi sono, sul piano orizzontale, perfettamente allineati (h = h') e, per
centrare il bersaglio, non necessario regolare l'alzata del puntamento, in
quanto gi correttamente predeterminata.
Fig.2: Il bersaglio visto frontalmente: il centro da colpire ha un diametro
pari a d e viene visto, traguardando dal mirino dell'arma, sotto un angolo
pari a 2.
Fig.3: Vista dall'alto del cannone e del bersaglio. Il cannone nella posi-
zione iniziale: esso ruotato di 60 in verso antiorario rispetto alla posizio-
ne corretta, quella cio che consente al colpo di centrare il bersaglio.
fig 3
CLICK > SOMMARIO
della situazione, siamo anche operatori del sistema, intendendo-
si con questo che non solo siamo in grado di rilevare con preci-
sione gli scostamenti tra la posizione desiderata del cannone
(quella che consente di centrare il bersaglio) e quella attuale, ma
anche di far ruotare il cannone, tramite il sistema di controllo, cui
impartiamo gli opportuni ordini.
Iniziamo ora le nostre operazioni tendenti a colpire il centro del
bersaglio con il cannone. Inizialmente dobbiamo evidentemente
comandare al cannone di ruotare di 60 in verso orario; poich
abbiamo ipotizzato che il sistema di posizionamento affetto da
un errore pari al 10%, risulta assai improbabile che gi dopo que-
sta prima sola manovra siamo in grado di colpire il bersaglio. Ci
potremmo ad esempio trovare nella situazione illustrata in Fig.4,
nella quale presente un errore di puntamento, inteso come sco-
stamento tra la posizione attuale e quella desiderata, pari a 5 in
verso orario. Faccio rilevare a questo punto che, stante la ipotiz-
zata imprecisione del +/- 10%, la posizione attuale sarebbe potu-
ta essere una qualunque compresa nella fascia di +/-6 rispetto
alla retta A...A'. Poich detta posizione si discosta da quella desi-
derata di 5 in verso orario, dobbiamo a questo punto imporre al
nostro cannone di ruotare di 5 in verso antiorario. La posizione
raggiunta, una volta effettuato quest'ultimo spostamento, differir
da quella perfetta al pi di +/-0.5, dal momento che il 10% l'er-
rore massimo da computare rispetto ai 5. Avendo ipotizzato che
l'area del centro del bersaglio ha una grandezza tale da conside-
rare raggiunto l'obiettivo per errori inferiori a +/-1, possiamo
affermare che, dopo il secondo aggiustaggio, abbiamo pienamen-
te raggiunto l'obiettivo.
Dall'esempio possiamo trarre le seguenti considerazioni:
1) a spese della rapidit del sistema, abbiamo sopperito
alla sua mancanza di precisione, effettuando pi di un tentativo;
2) possibile, con un numero proporzionalmente crescen-
te di tentativi e quindi a spese della velocit, ottenere precisioni
finali anche pi spinte, pur partendo da sistemi di puntamento
meno accurati di quello ipotizzato nella nostra esemplificazione.
Quello adottato per il puntamento un classico sistema a corre-
zione d'errore: infatti, in luogo di un servocontrollo estremamente
preciso, ne viene utilizzato un altro, certamente di realizzazione
ben pi semplice, affetto da un grosso erro-
re, che viene corretto per nei successivi
passaggi. Un sistema cos concepito detto
del tipo a controreazione. Mi preme eviden-
ziare un'ultima nota importante: abbiamo
ipotizzato che il nostro sistema agisce in pre-
senza di bersaglio con posizione fissa; ci
comporta che n la velocit del sistema n il
numero dei tentativi, che evidentemente
allungano i tempi nei quali si raggiunge
l'obiettivo, costituiscono parametri vincolanti
nella determinazione delle prestazioni.
Bolduc: Fin qui tutto chiaro. Ora spiegaci la
correlazione tra il sistema di puntamento a controreazione e l'am-
plificazione audio a controreazione.
Chiappetta: Perfetto, eccoti accontentato.
Le corrispondenze nel campo dell'amplificazione audio dovrebbe-
ro essere chiare: il servocontrollo che governa il posizionamento
del cannone il nostro amplificatore, l'imprecisione nel punta-
mento dell'arma rappresentativa della distorsione dell'amplifica-
tore prima della applicazione della controreazione, laddove la tol-
leranza ammessa nel colpire il centro del bersaglio indica la
distorsione massima che intendiamo accettare dal nostro siste-
ma, una volta applicata la controreazione stessa.
Dall'esempio riportato possiamo immediatamente ricavare la
seguente osservazione: in una apparecchiatura controreazionata
vi un sistema che confronta la situazione effettiva con quella
desiderata e sfrutta il segnale differenza tra questi due valori per
correggere l'errore presente.
Dunque, la modalit secondo la quale agisce la controreazione
implica che, inevitabilmente, prima si debba verificare un even-
tuale errore del segnale di uscita (leggasi distorsione) e poi, solo
dopo che ha avuto luogo l'errore, quest'ultimo possa essere cor-
retto. La correzione avviene dunque con una latenza che pu
all'occorrenza anche essere valutata come molto contenuta, ma
mai esattamente nulla. Da tale osservazione derivano tre impor-
tanti conseguenze:
1) a livello temporale, la controreazione altera la continui-
t del messaggio musicale, dal momento che il segnale di contro-
reazione eternamente condannato ad inseguire l'errore gi
accaduto per minimizzarlo;
2) per un lasso di tempo pari alla latenza su considerata,
l'amplificatore esibisce tutta la distorsione imputabile alle sue non
linearit interne, senza che le stesse possano essere mitigate in
alcun modo dal processo controreattivo, poich quest'ultimo non
ancora in atto;
3) allorquando finalmente giunge il segnale controreattivo,
quest'ultimo si trova ad operare una correzione su una informa-
zione musicale che, volendo spaccare il capello, sostanzialmente
non pi esattamente la stessa di quella che ha generato il
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fig 4
Fig.4: Posizione raggiunta dal cannone dopo la prima manovra di aggiustaggio.
CLICK > SOMMARIO
segnale di errore.
Ci che ha fuorviato in passato i tecnici, i quali hanno in perfet-
ta buona fede, ma aggiungerei con altrettanta ottusa ignoranza,
creduto che la controreazione non arrecasse danni, anzi fosse
la strada giusta per ottenere una amplificazione perfetta, il
fatto che, alle misure, un sistema controreazionato non mostra
i difetti di tale tecnica, ma solo i pregi. Ci si spiega facilmente
considerando che le anomalie funzionali indicate nei tre casi su
esposti non vengono opportunamente evidenziate nelle varie
misure poich, per l'effettuazione di queste ultime, sono utilizza-
ti dei segnali di prova di tipo ripetitivo e si attende, per rilevarli,
che l'uscita si sia stabilizzata. In altri termini, i su indicati segna-
li di prova non consentono di quantizzare adeguatamente ci
che avviene in presenza di transitori per periodi temporali che,
anche se sorprendentemente brevi, sono quelli che risultano
massimamente determinanti per la corretta ricostruzione del
dettaglio musicale. In altre parole, volendosi rifare all'esempio
del cannone, un po' come se ne valutassimo il funzionamen-
to in caso di bersaglio immobile e solo dopo che il sistema con-
troreattivo ha completamente operato: esauriti tutti i tentativi ini-
ziali, che il bersaglio perfettamente centrato certamente
vero, ma altrettanto vero che, cos facendo, si trascurano i vari
colpi non andati a segno. E se poi il bersaglio si sposta veloce-
mente, riusciremo mai a centrarlo perfettamente?
Tutta la storia dei primi venti anni della stragrande maggioran-
za delle amplificazioni transistorizzate la dice lunga su quelle
che sono state poi le conseguenze di tanta scelleratezza pro-
gettuale che ha creduto esclusivamente negli esiti di una misu-
ra effettuata con i paraocchi (e, soprattutto, i paraorecchie)!
A questo punto, la conclusione mi sembra scontata: la contro-
reazione vera delizia solo in quei rari casi nei quali i progetti-
sti hanno saputo adottarla nella giusta quantit, altrimenti
croce, croce nera. Ma come si determina la giusta quantit?
Questa un'altra
storia, anzi un'al-
tra domanda che,
caro Pierre, se
vuoi potrai in
futuro anche
pormi; io sar
sempre lieto di
risponderti.
Per oggi ti saluto
e ti ringrazio per
avermi paziente-
mente ascoltato.
Bolduc: Grazie a
te, a nome mio e
di chi ci legge.
Alla prossima
Pierre Bolduc
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CLICK > SOMMARIO
Cosa P Cosa Polifemo ? olifemo ?
Polifemo un risonatore acustico passi-
vo, sfrutta il noto pricipio fisico di
Helmoltz, ma con alcuni aspetti esclusi-
vi ed innovativi:
1) accurato sistema per regolare la
frequenza di risonanza;
2) regolazione per modificare il
fattore Q del risonatore;
3) facile posizionamento e rotazione in
ambiente;
4) struttura trasparente per un look
meno intrusivo e pi accettabile dal-
l'acquirente (si vede il colore del muro
dietro di lui);
5) totale neutralit acustica della
superficie esterna diffondente.
Cosa fa P Cosa fa Polifemo? olifemo?
Polifemo efficiente da 25 fino a 60Hz,
ma sono evidenti miglio-
ramenti fino ad oltre
650Hz.
Polifemo ha una auto-
matica capacit di
intercettare boom riso-
nanti NON articolati che
si manifestano tra i 25
ed i 60Hz (tipico feno-
meno delle sale d'ascol-
to prive di qualsiasi tipo
di trattamento acusti-
co); in questi casi
Polifemo riduce l'ener-
gia del boom e lo rende
pi articolato. Al contra-
rio, se nella sala d'ascol-
to c' una buona distri-
buzione dell'energia
sonora, Polifemo mostra
un intelligente effetto
equalizzativo, restituen-
do maggiore energia ed
articolazione special-
mente negli intervalli di frequenza ove
il suono risulta depresso. Quindi,
Polifemo lavora PRINCIPALMENTE sul
BILANCIAMENTO TONALE e poi sull'arti-
colazione.
Traducendo in percezioni d'ascolto:
Polifemo produce un chiaro allargamen-
to dello spazio acustico, per via della
migliore risoluzione a bassa frequenza;
sono evidenti miglioramenti di come le
medie ed alte frequenze galleggiano
sulle basse; il suono guadagna realismo,
micro-informazioni e velocit.
Come usare le regolazioni di Come usare le regolazioni di
P Polifemo? olifemo?
Con l'apertura variabile alla base, si
regola la frequenza di risonanza da 25 a
60 Hz.
Con l'occhio di Polifemo regolato dal-
l'iris meccanico, si modifica il fattore Q
del risonatore determinando anche la
quantit di energia sonora restituita alla
sala d'ascolto.
Con la membrana inclinabile si modifica
lo smorzamento dell'energia risonante
all'interno di Polifemo.
Dove v messo P Dove v messo Polifemo? olifemo?
- In corrispondenza delle proiezioni dei
diffusori sulle pareti laterali e posterio-
re.
- Nell'area tra la prima riflessione late-
rale e l'angolo dietro i diffusori.
- Nell'area tra la prima riflessione
posteriore e l'angolo dietro i diffusori.
- In alcuni casi a met della parete
laterale.
Quanti P Quanti Polifemo ? olifemo ?
In una normale sala d'ascolto (circa
15/25 m), sono necessari da 1 a 3
Polifemo, a seconda delle problemati-
che acustiche presenti. Polifemo pu
lavorare senza nessun problema con o
senza la presenza di DaaD.
Cosa NON pu fare P Cosa NON pu fare Polifemo? olifemo?
Polifemo non pu ridurre il tempo di
riverbero della sala d'ascolto, oltre la
sua pi alta frequenza di risonanza;
non pu peggiorare l'articolazione musi-
cale;
se Polifemo posizionato nel punto sba-
gliato semplicemente non lavora al
100% delle sue potenzialit.
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Il motore
GIRADISCHI GARRARD
Il motore del Garrard 301, essendo un motore
di tipo asincrono, come la maggior parte dei
giradischi a puleggia vintage ha la possibilit di
variare il numero dei giri attraverso l'uso di un
magnete posto nelle vicinanze...
consigli tecnici
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l Garrard 301, giradischi inglese a puleggia, stato sviluppato su di
un motore asincrono. Tale motore stato realizzato in 2 versioni che
differiscono soltanto per la sezione del rame con cui stato rea-
lizzato il rotore, maggiore nel grease, minore nell'oil.
Nel resto cio la struttura e il numero di spire i due propulsori appaio-
no identici. Anche il perno stato realizzato nella stessa maniera, solo
che nella versione grease dotato di un foro con un piccolo serbatoio
per caricare il grasso. Nell'oil non c' il serbatoio, ma il perno comun-
que predisposto per aggiungerlo. In pratica, oggi possibile, sostituen-
do gli avvolgimenti e aprendo il foro di predisposizione, trasformare un
301 oil in versione grease e viceversa.
Il motore montato su 6 molle, che svolgono una funzione importan-
tissima cio quella di sospendere ed isolare il motore rispetto allo
chassis, evitando quindi che le vibrazioni si propaghino alla struttura.
Particolare attenzione va eseguita durante il trasporto. Basta infatti che
solo una delle molle si danneggi per creare un disallineamento tra il
motore e la puleggia con relativi problemi nella rotazione del giradischi.
Consiglio quindi, in caso di trasporto, di fissare sempre (e dico sempre)
il motore con il supporto in dotazione e nel caso in cui non sia pi mon-
tato di realizzarne uno.
Il motore del Garrard 301, essendo un motore di tipo asincrono, come
la maggior parte dei giradischi a puleggia vintage (fatta eccezione per
l'Emt 930 e qualche altro caso isolato tipo il Neat) ha la possibilit di
variare il numero dei giri attraverso l'uso di un magnete posto nelle vici-
nanze. Trattandosi appunto un motore di tipo asincrono risente di para-
metri quali la temperatura e la variazione della tensione di alimentazio-
ne.
Per un ascolto accurato di questo giradischi consiglio quindi un tempo
di preriscaldamento di circa 20 - 30 minuti, trascorsi i quali il motore,
pur essendo piuttosto costante nella rotazione, risentir comunque di
eventuali fluttuazioni della tensione di rete domestica. Un esperimen-
to Vi confermer tale sensibilit: mentre l'apparecchio acceso, pro-
vate a collegare un phon da almeno 1500 watt alla rete domestica e
vedrete che, a causa dell'assorbimento maggiore, il giradischi perder
leggermente velocit ( 4-6 dot pitch per minuto). Tutto ci del tutto
ininfluente ai fini dell'ascolto poich una variazione di 15 dots corri-
sponde allo 0.25 % ed pari 1\24 di semitono.
Il motore del Garrard 301 un motore piuttosto robusto per cui difficil-
mente si render necessaria la sostituzione delle bronzine. Per quanto
riguarda gli avvolgimenti, invece, se
l'apparecchio stato tenuto acceso a
voltaggio sbagliato (controllate sempre
che il voltaggio sia corretto prima di uti-
lizzare un giradischi sconosciuto)
oppure stato tenuto per lungo tempo
in posti umidi, la loro sostituzione potr
rendersi necessaria.
Mentre il montaggio del motore obbli-
gatorio e a differenza di altri propulsori non c' la possibilit di ri-assem-
blarlo disallineato, lo smontaggio delle molle piuttosto critico, trattan-
dosi di un'operazione che va condotta con particolare cura e solo se
realmente necessaria.
Il motore del Garrard 301 ha una velocit propria di circa di 1450 rpm
e le variazioni tra caldo e freddo (a tensione costante e controllata)
sono nell'ordine dei 5 giri e non oltre, il rumore che si percepisce men-
tre acceso assai ridotto mentre le vibrazioni sono piuttosto eviden-
ti. La lubrificazione delle bronzine ha una funzione solo di allineamen-
to delle medesime e non di lubrificazione della rotazione del perno. Se
il motore presenta un rumore di tipo sfarfallio tutto ci pu essere impu-
tato ad un cattivo allineamento delle bronzine. In questo caso l'incon-
veniente molte volte si risolve riallineando manualmente le bronzine
ovvero muovendo in tutte le direzioni orizzontali il motore stesso.
Se ci non dovesse bastare occorrer mettere un paio di goccie di olio
sintetico sulla bronzina superiore. Nel caso in cui il giradischi faccia fati-
ca a prendere i giri nel modo corretto occorre andare per esclusione: il
pi delle volte il problema non risiede nel motore ma nel sistema puleg-
gia - motore. Di questo parler nel prossimo articolo spiegando la
manutenzione della puleggia, del perno e delle altre parti. Simone
Lucchetti / Audio Silente
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Costruzione giradischi, ripa-
razione giradischi vintage,
accessori in grafite.
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CLICK > SOMMARIO
DISACCOPPIATORI
& BASI SMORZANTI
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utti sappiamo quanto le vibrazioni
siano dannose in termini di prestazioni
ed affidabilit per i circuiti elettroni-
ci. Anche nei diffusori il problema non da
meno, la progettazione e la costruzione del
mobile fondamentale per le prestazioni
dei componenti. Il diffondersi delle vibra-
zioni e micro vibrazioni attraverso il mobi-
le per i diffusori e il telaio per le elettro-
niche porta ad un non perfetto funziona-
mento dei componenti che si trovano nel
loro interno.
Il DAM nato per eliminare in maniera
consistente, se non definitiva, questo
grosso problema di micro vibrazioni. Da
una sinergia tra la mia ventennale espe-
rienza nelle lavorazioni meccaniche, la
passione per l'audio due canali e la pi
che cinquantenaria esperienza nella mec-
canica di precisione dellazienda in cui
opero, tutto questo ha portato alla realiz-
zazione del DAM .
Il DAM un disaccoppiatore meccanico o,
se meglio preferite, un piedino smorzante
. L'intero ciclo produttivo realizzato
all'interno dell'azienda: questo piccolo ma
molto importante - per non dire fonda-
mentale - particolare garantisce l'assoluta
precisione nella realizzazione delle parti
meccaniche che lo compongono.
Il DAM studiato e Brevettato per trasfor-
mare dissipare le micro vibrazioni gene-
rate dalle elettroniche e dai diffusori
durante il loro funzionamento e quelle
ambientali dovute da pavimenti non per-
fetti, mensole e mobili non adeguati.
Il DAM ha un funzionamento semplice e
nel qual tempo geniale, assorbendo al pro-
prio interno le micro vibrazioni trasfor-
mandole in energia meccanica. Le vibra-
zioni cos trasformate vengono dissipare in
maniera lineare e circolare senza re-inne-
scare vibrazioni.
Il DAM pu essere usato nella maniera pi
semplice come sotto punta grazie ad uno
speciale centrino universale studiato e
realizzato per accoppiarsi con qualsiasi
tipo di punta in commercio, oppure come
piedino puro appoggiandovi le elettroniche
sopra. In questo ultimo caso non sconsi-
gliato mettere il DAM sotto i piedini origi-
nali delle macchine perch il beneficio
viene attenuato; consigliabile altres
appoggiare direttamente il telaio della
macchina sul disaccoppiatore per ottene-
re la migliore trasmissione di vibrazioni. In
realt, esiste un ulteriore modo di accop-
pare il DAM alle apparecchiature elettroni-
che o ai diffusori, ed quello di rendere il
DAM solidale alla struttura su cui deve
lavorare. Per fare questo necessaria
una piccola modifica al piedino, aggiun-
gendovi un prigioniero di diametro e
passo variabile o un foro filettato sempre
di diametro e passo variabile. Questa
modifica sempre possibile in qualsiasi
momento e permette di sfruttare al massi-
mo le potenzialit del DAM ma soprattut-
to quelle del vostro impianto. Con questa
soluzione la stabilit delle elettroniche
viene ampiamente aumentata e anche la
movimentazione per le normali pulizie
risulta pi agevole e semplice. La modifica
interessa solo ed esclusivamente il DAM e
in nessun modo la vostra macchina, che in
qualsiasi momento potr essere sempre
riportata allo stato originale. Cosi facendo
il vostro impianto non perder di valore in
una eventuale vendita.
Il DAM stato testato su centinaia di
impianti di svariate tipologie... SE VOLE-
TE CONTINUARE A LEGGERE, CLICCATA
NEL BOX IN BASSO A SINISTRA.
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Disponibili dal distributore
p pagina agina attiva attiva
CLICCA CLICCA QUI QUI per continuare a per continuare a
leggere i commenti del distributore leggere i commenti del distributore

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(lettore, amplificatore integrato o pre e finale,
filtri di rete e altro) perfettamente in fase
elettrica una operazione assolutamente
indispensabile ai fini di un ascolto ottimale.
consigli tecnici
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enere tutti i componenti del nostro impianto (lettore, ampli-
ficatore integrato o pre e finale, filtri di rete e altro) perfetta-
mente in fase elettrica una operazione assolutamente
indispensabile ai fini di un ascolto ottimale.
All'apparenza pu sembrare un'operazione semplice, avendo a
disposizione un utensile che normalmente fa parte della dotazio-
ne di attrezzi presenti in casa.
Parliamo, naturalmente, del cercafase con il quale si pu effettua-
re la prima operazione per stabilire le fasi delle spine di alimenta-
zione.
Tuttavia, questa misurazione non sempre risulta attendibile dal
momento che i costruttori non sempre rispettano la configurazio-
ne stabilita per convenzione, ed allora bisogna procedere come
descritto di seguito.
Prima di tutto, importante scollegare gli apparecchi tra di loro,
ognuno dovr essere collegato solamente alla rete elettrica.
Procuratevi, quindi, una multipresa e collegatela in corrente. Poi,
collegateci un cavo di alimentazione a cui avrete tagliato il piedi-
no centrale di terra. Questo cavo lo useremo provvisoriamente
per individuare la posizione della Fase sulla spina maschio IEC
del nostro apparecchio. Con la terra collegata non sarebbe possi-
bile effettuare tale operazione perch per mettere in fase le spine,
si deve leggerne proprio la dispersione, che altrimenti verrebbe
scaricata a terra tramite il cavo di alimentazione.
Occorre un tester digitale ad alta impedenza, di quelli che leggo-
no anche le piccole correnti.
Accendete il primo apparecchio, selezionate sul tester digitale la
voce Volt alternata (in genere c' il simbolo con l'onda sinusoi-
dale e assicuratevi che la portata sia superiore a 220V). A questo
punto, poggiate un puntale su di una parte metallica del vostro
apparecchio e l'altro sulla presa di terra della multipresa (il foro
centrale di ogni presa). Dovreste leggere una tensione. Rifate la
prova invertendo la spina del cavo di alimentazione, la tensione
dovrebbe variare in modo sensibile, dipende dall'apparecchio.
Pu capitare che a volte pu variare di pochissimi Volt e sarete
costretti a rifare la prova pi volte per essere sicuri di aver trova-
to la fase corretta.
La fase sar corretta quando la lettura dello strumento fornir il
valore pi basso. Una volta fatta questa prova, scolleghiamo il
cavo provvisorio dall'apparecchio e, con il cercafase, andiamo a
rilevare la fase.
Puntiamo il cercafase nei fori e segniamo dove si illumina e ripor-
tiamo il segno sulla posizione corrispondente della vaschetta IEC
dell'apparecchio.
Sostituiamo il cavo provvisorio con quello definitivo, accertandoci
che la fase sia la stessa.
Nel caso di apparecchi con il cavo fisso sar pi facile e ci si fer-
mer alla prima misurazione fatta. Chiaramente, in questo caso
dovrete assicurarvi che la presa di terra non sia connessa. Una
volta che avrete fatto questa prova per tutti gli apparecchi, potre-
te ricollegarli tra loro. Sono sicuro che se avrete trovato qualche
componente montato fuori fase, dopo la correzione il vostro siste-
ma sar di certo pi performante.
Noterete, all'ascolto, una maggiore ampiezza dell'immagine sono-
ra e un aumento della profondit ed inoltre ogni strumento avr
una collocazione ben precisa sulla scena virtuale. Leonardo
Lamberti
PER CHIARIMENTI
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Per qualsiasi chiarimento
potrete sempre contattarmi via email all'indirizzo:
megahertzaudio@gmail.com
CLICK > SOMMARIO
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osa caratterizza la filosofia
di progettazione delle elet-
troniche HORN?
La nostra esperienza proviene da
un settore in cui imperativo
fondare un progetto sull'affidabili-
t, dove non sono permessi indici
di incertezza oltre l'ordine di
grandezza tale da causare lo stra-
volgimento del progetto stesso.
L'ideazione di sistemi, seppur
complessi, deve essere affrontata
guardando a come possibile
ottenere la stessa funzione attraverso
la semplificazione.
Come ed in che misura questa filo-
sofia proiettata sul preamplificato-
re di linea Marsis F16?
Il preamplifcatore Marsis F16 nasce con
l'idea di impiegare in maniera intransi-
gente questa filosofia di progetto.
Quando pensavamo di 'dare vita' a que-
sta elettronica abbiamo imposto cate-
goricamente che tutti gli stadi venisse-
ro vagliati con l'intendo di rendere
minimalista il progetto, calibrando il
numero di componenti, la lunghezza
totale delle piste del PCB e la loro
posizione, il numero degli stessi stadi
nonch il guadagno da attribuire all'in-
tera macchina.
E la classe di funzionamento
audio?
Crediamo fortemente nella bont della
classe A, senza disdegnare la classe AB
ed i progettisti che invece possiedono
altre preferen-
ze, per questo,
tutte le nostre
elettroniche,
finali e pream-
plificatori,
appartengono a
questa classe di
funzionamento che tale per tutta
l'escursione del segnale, anche nei
nostri finali di potenza.
Quanto importante l'alimentazio-
ne nei vostri progetti?
L'alimentazione di un'apparecchiatura
audio sicuramente interviene in manie-
ra decisiva sul 'suono', per questo moti-
vo HORN, come e' giusto che sia, inve-
ste massivamente nella progettazione
di questa sezione, e lo fa con dedizio-
ne. Un aspetto, che si riverbera su
tutto il progetto, quello di non adot-
tare la tecnica di correzione dei segna-
li 'dopo' ma pensare come gi all'origi-
ne si possa ottenere una o pi sezioni
funzionali senza ulteriormente interve-
nire con l'aggiunta di componenti o
soluzioni circuitali altrimenti evitabili
( un po' come nella produzione di un
filmato: una cattiva ripresa video, sep-
pur rielaborata successivamente,
rimarr sempre una ripresa di dubbia
qualit).
Qualche parola a proposito degli
stadi che trattano il segnale audio del
Marsis F16?
Il preamplificatore completamente a
componeti discreti ed e' concepito
secondo il criterio dual mono: i due
canali sono duplicati e non si vedono.
Lo stadio d'ingresso (VAS), costituito da
un solo componente discreto, inter-
facciato ad un ulteriore stadio con
uscita a bassissima impedenza su tutta
la banda audio, e concepito affinch
risultasse 'elettronicamente' trasparen-
te. Il preamplificatore nasce bilanciato
ma possiede anche la possibilita' di
essere utilizzato indifferentemente in
modalit sbilanciata.
Linea
MARSIS F16 REFERENCE
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HORN Audio Amplifiers
www.hornamplifiers.com
email: info@hornamplifiers.com
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PREAMPLIFICA
PREAMPLIFICA
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dischi da evitare extra
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Dischi da evitare &
dischi sopravalutati...
dalla DG, DECCA E
HARMONIA MUNDI...
Offenbach: DG CD 400 044-2
I
nizieremo questo mese con un DG, linterpretazione di Karajan
pubblicata su un disco inciso allalba dellera digitale: Jacques
Offenbach: Ouverture.
Il suono talmente smorto che quando lo sent per la prima volta
pensai che il mio amplificatore Yamamura avesse bruciato un con-
densatore! La banda delle frequenze superiori dura come una
pietra e cos i violini suonano in modo insopportabile nei passaggi
forti; inoltre, la prospettiva di registrazione totalmente piatta, gli
ottoni mancano di corpo e i fiati suonano come flauti. Che delusio-
ne, in contrasto con l'incredibile performance su questo disco! La
musica del cancan cos viva che ti viene quasi la voglia di metter-
ti in piedi e ballare con le ballerine!
Anche Karajan lo considerava uno dei suoi migliori dischi.
Speriamo che la DG ne faranno un remastering con gli strumenti
sofisticati che abbiamo adesso a nostra disposizione.
Offenbach: Decca LP SXL 2280
Se non lo sapete ancora, amo le registrazioni Decca. Ma, ahim,
non tutte hanno un posto li su con i di - e questo vale in particola-
re per le prime uscite della serie SXL 2000. Circa 200 titoli furono
registrati fra 1954 e la met degli anni sessanta e la maggior parte
di essi sono molto costosi sul mercato di seconda mano: il prezzo
va dai 40 euro fino ai 500 euro ciascuno. Lo so perch li possiedo
quasi tutti e vi posso assicurare che non tutti sono
eccezionali...come il SXL 2280.
Questo Decca risalenti ai primi anni, dedicato alla Gaiet
Parisienne di Offenbach, ha come protagonista Georg Solti
[CLICK CLICK per il simpaticissimo sito dedicato a Georg Solti
http://www.georgsolti.com/] che dirige la Royal Opera House
Orchestra, Covent Garden. Per quelli di voi che conoscete bene il
catalogo RCA Living Stereo, sapete gi che uno dei loro gioielli,
nonch uno dei pi costosi LP sul mercato di seconda mano, un
album intitolato Venice con - l'avete indovinato - Georg Solti al
capo della Royal Opera House Orchestra. Quindi uno potrebbe
essere tentato di pensare che l'SXL 2280 ugualmente buono.
Sarebbe solo uno spreco dei vostri preziosi euro...in confronto con
i grandi Decca, questo Decca ha un suono piatto, duro, stridente,
e pochi bassi.
E se non bastasse, la performance perfino scadente. L'energia
che lUngherese disperde sul podio si traduce purtroppo in una let-
tura stancante: tempi troppi veloci, un flusso musicale da tsunami,
unenergie frenetica che non lascia la musica respirare. Achi piace
questa musica vivante e frizzante vi raccomando invece di compra-
re Gait Parisienne, il titolo di un famoso RCA Living Stereo dispo-
nibile su un SACD ibrido della RCA Living Stereo (82876 66419-2)
Qui c tutto: tempi giusti, melodie che danzano, ritmi che respira-
no.
La Folia: Harmonia Mundi
Finalmente, uno dei dischi pi pregiati dal mondo audiofile: La Folia
de la Spagna. La copia originale ha un suono meraviglioso: senza
dubbio un'ottima registrazione con una gamma media incredibil-
mente trasparente ed uno dei migliori sound stage che abbia mai
'visto'. Il remastering della Speaker's Corner, comunque, stata
una vera delusione. Le superbe micro-dinamiche dell'originale non
ci sono pi sul nuovo transfer della casa tedesca. I bassi sono un
po' migliori ma la magia complessiva dell'originale Harmonia Mundi
sparito. Ho persino telefonato il proprietario della Speaker's
Corner per chiedergli quale intervento avevessero fatto ai nastri ori-
ginali mi ha risposto che hanno adoperato i nastri che la
Harmonia li hanno inviato. Pu essere che si tratti di un deperimen-
to nel tempo nella qualit dei nastri.
In conclusione, se volete la magia, spendete qualcosa in pi e com-
prate l'edizione originale. E devo dire che anche gli altri remaste-
ring del materiale della Harmonia Mundi edito dalla Speakers
Corner si sono rivelati una grande dilusione. Ho trovato solo un
titolo disponibile (La Fete de lane (HM 1036) che non ho sentito).
Gli altri titoli sono ormai fuori catalogo. Forse meglio per tutti!
Pierre Bolduc
DISCOGRAFIA
- Offenbach, Ouverture. Berliner Philharmoniker, Herbert von Karajan.
CD DG 400 044-2. (ledizione Karajan Gold ristampata su CD un po
meglio ma... Uscito anche su LP: da acquistare se siete un
Karajanofilo.
- Offenbach/Gounod. Gait Parisienne/Ballet Music. Royal Opera
House Orchestra, Covent Garden, Georg Solti. LP Decca SXL 2280.
(nessuna delle versioni su CD costituisce un miglioramento del suono
in confronto con lLP).
- La Folia de la Spagna. Gregorio Paniagua. LP Harmonia Mundi HMC
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CLICCA CLICCA QUI QUI per vedere Solti dirigere Gait parisienne con la London
Philharmonic Orchestra, una lettura diversa da quella sul disco Decca
Ogni mese, Pierre Bolduc vi indicher i dischi di cui vi
potete tranquillamente SCORDARE....
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empre novit in casa S.I.
Audio; arriva ora il nuovo
amplificatore stereofonico
Talent, trentatre musicalissimi e
dinamici watt per canale.
La trasparenza su tutte le gamme
di frequenza e la velocit di ripro-
duzione, grazie anche alla partico-
lare tecnologia OTL-OCL ed all'ali-
mentazione separata, sono quelle
che hanno reso famosi i progetti di
Fulvio Chiappetta e, di conseguen-
za, i prodotti del marchio
Campano.
Inoltre, l'amplificatore Talent (a
proposito, a breve anche la versio-
ne finale di potenza) adotta una
implementazione, sviluppata in
casa S.I. Audio e denominata LLT,
cio Long Life Triode.
Questo sistema, come lascia gi
intuire la sigla, finalizzato al
miglioramento della resa delle val-
vole di potenza, assicurando, di
fatto, una loro maggiore durata
nel tempo.
Insomma, grande qualit, continua
ricerca e significative innovazioni.
Info:
S.I. Audio
web: www.siaudio.it
mail: tecnica@siaudio.it
DISTRIBUTORE PER LITALIA:
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Class A
Tecnologia OTL & OCL
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quale incisione?
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Pierre Bolduc sceglie quattro versioni
di riferimento per voi...
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4 versioni a confronto
BRAHMS: Concerto per
pf. e orchestra n. 2
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rahms ha scritto solo due concerti per pianoforte. Nel nume-
ro di Aprile 2012 di Audiophile sound ho valutato un nuovo
remastering della ORG (2 LP, 45 giri) di un grande Decca
degli anni sessanta: la famosa lettura del Primo Concerto con
Clifford Curzon al pianoforte, accompagnato dalla London
Symphony Orchestra diretta da Georges Szell.
Il Secondo Concerto per pianoforte di Brahms diverso in colore
dal Primo. Composto da quattro movimenti, fu scritto dopo un sog-
giorno del compositore in Italia. L'effetto del sole mediterraneo si fa
sentire subito nell'introduzione del primo movimento: un assolo del
corno crea un'atmosfera pastorale solare. Il secondo movimento
uno Scherzo e il terzo un Andante, dove la melodia principale viene
espressa da un bellissimo tema suonato dal primo violoncello.
L'ultimo movimento, Allegretto grazioso, chiude il concerto con un
tema ungherese che trasforma la musica quasi in una danza.
Fra le numerose eccellenti letture disponibili, vorrei segnalarne
quattro: tutte disponibili su vinile, CD e una addirittura su SACD. Le
prime due registrazioni sono con il pianista russa Emil Gilels
accompagnato rispettativamente da Fritz Reiner e la sua Chicago
Symphony (RCA Living Stereo, 1958) e da Eugen Jochum e i
Berliner Phiharmoniker (DG, 1971).
Fra le due letture preferisco l'accompagnamento pi romantico di
Jochum su DG. Con Reiner il dialogo con l'orchestra pi diretto
ma Jochum crea un ambiente emotivo pi espressivo dentro il
quale si muove il pianista. Nella versione Gilels/Reiner la partitura
acquisisce una grande chiarezza e l'approccio di Gilels pi diret-
to, muscolare, rispetto alla versione successiva con Jochum; ma il
dialogo fra solista e orchestra pi profondo con Reiner sul podio
dove c' unovvia simbiosi fra Gilels e Jochum.
Stranamente, anche le due incisioni sembrano riflettere le due
diverse interpretazini. Gli ingegneri della RCA mettono in risalto la
partitura, favorendo precisione e ritmo, mentre la mancanza di tra-
sparenza nella zona dello spettro inferiore nella registrazione DG
rinforza l'interpretazione di Gilels/Jochum, creando un tipo di 'neb-
bia' che rende l'orchestra pi scura, pi misteriosa.
La terza lettura da raccomandare quella con Sviatoslav Richter
accompagnata da Erich Leinsdorf
(RCA Living Stereo, 1960). Il
Russo ci d una lettura magistrale:
di una semplicit poetica nel
Andante con un approccio molto
variato con cambi di tempo a volte
sottili a volte meno sottili.
Certamente una versione pi idio-
matica delle due di Gilels: Richter crea un fraseggio pi immagina-
tivo del suo collego russo che rimane pi classicista, adotta tempi
pi variati, pi fastidioso ma anche pi geniale. Con accenti rigo-
gliosi e un legato miracoloso, i ritmi serrati spingono la musica
avanti con una forza eroica. Il pianoforte di Richter suona quasi
come la voce di un grande attore: non solo sa dominare ma sa
anche suggerire. Due approcci molto diversi, ma entrambe eccezio-
nali.
La lettura di Claudio Arrau, la quarta scelta, con un giovane Carlo
Maria Giulini alla testa della Philharmonia Orchestra molto lonta-
na dall'imperiosit di Gilels e di Richter. Qui, l'accento sul canto,
sulla riflessione, sulla tenerezza, sull'interiorit. Questo non vuol
dire che sia appassito; il rigore c' sempre e Giulini sa dare l'impul-
so giusto alla musica di Brahms.
La scelta finale vostra! Gilels con Jochum (DG) e Richter con
Leinsdorf (RCA) sono le mie letture preferite. Esiste anche un cofa-
netto DG con i due concerti (Gilels/Jochum), con la lettura del Primo
Concerto un capolavoro allo stesso livello artistico della versione
Curzon/Szell recensita in vesta 45 giri sul n.116 di maggio di
Audiophile sound. Pierre Bolduc
DISCOGRAFIA DETTAGLIATA /
BRAHMS: CONCERTO PER PF. & ORCH. N.2
Discografia
Gilels/Jochum su DG
Gilels/Reiner su RCA
Richter/Leinsdorf su RCA
Arrau/Giulini su EMI
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CLICCA CLICCA QUI QUI per ascolt per ascolt are Gilels e Jochum su are Gilels e Jochum su
Deut Deut sche Grammophon sche Grammophon
Edizioni su vinile
- Emil Gilels, Chicago Symphony Orchestra, Fritz Reiner, LP RCA Living
Stereo LSC 2219
- Emil Gilels, Berliner Philharmoniker, Eugen Jochum, LP DG 2530 259,
- Sviatoslav Richter, Chicago Symphony Orchestra, Erich Leinsdorf, LP RCA
LSC 2418
- Claudio Arrau, Philharmonia Orchestra, Carlo Maria Giulini, LP
EMI/Columbia SAX 2466
Edizioni su CD
Su CD solo l'edizione DG attualmente disponibile; una ricerca su i siti della
EMI e RCA ha rivelato niente. Bisogno comprarle su Internet perch sono
esistano in formato compact disc.
Edizione musica liquida, risoluzione CD
Disponibile solo la versione Gilels/Jochum in edizione digitale,
16bit/44.1kHzz su www.deutschegrammophon.com.
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Nel 1957 il mono era alla sua massima
espressione e il trasferimento a 45 giri lo
dimostra... Pierre Bolduc
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Confronto dei formati
ELLA E LOUIS:
MONO E STEREO
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nciso nel 1957 Ella and Louis, Vol 1 esce un anno dopo Ella
and Louis registrato solo in monofonia nel 1956. Il doppio
album della ORG, riprende le 19 canzoni originariamente
disponibili sul doppio album delledizione originale. Fu inciso in
mono e in stereo ma la ORG ci propone la versione mono a 45 giri.
Per quanto io ne sappia non esistono versioni in stereo di Ella and
Louis Again su CD o LPallora perch la ORG non ci ha dato
l'edizione stereo?
Credo di sapere perch. Registrata a Los Angeles fra il 23 Luglio
e il 13 Agosto del 1957, fu quasi certamente ripresa simultanea-
mente sia in mono che stereo, come fu la pratica di allora. Gli LP
in stereo sono usciti nel 1958 e nessuno all'epoca sapeva se la
stereofonia avrebbe avuto un successo o no. Fino a quel punto hi
fi voleva dire un solo altoparlante; non era evidente che l'aggiun-
ta di un secondo diffusore in un ambiente familiare sarebbe piaciu-
to. Di conseguenza, anche se le case discografiche fra le pi
importanti come la RCA, Columbia e Decca - senza parlare degli
indipendenti come la Verve e la Blue Note -, investivano in impian-
ti di registrazione stereo, gli investimenti erano ancora piccoli. Dal
lato pratico questo significava registrare fondamentalmente in
mono (presa di suono, monitoraggio tutto pensato per il mono)
con una seconda microfonia in stereo per catturare, essenzial-
mente, il segnale in stereofonia. Eravamo nella fase sperimenta-
le; la stereo era considerata ancora un qualcosa di minor impor-
tanza rispetto al business pi serio che era il supporto LP mono.
Ascoltando tante registrazioni stereo fatte prima dell'uscita degli
LP stereo nel 1958, uno nota una scarsa qualit: non tanto in ter-
mine di trasparenza ma in termine di sound stage. Essendo state
pensate per il mono, troviamo quasi sempre un bel buco nel cen-
tro del fotografia sonore. Non solo. La qualit varia molto: spesso
sullo stesso album mi capitato di trovare brani incisi veramente
bene ed altri no. Come dicevo,
siamo ancora all'epoca speri-
mentale. Quando diventato
evidente che la stereofonia
cominciava a prendere sul
mercato, allora la corsa inizi
per mettere in vendita LP in
stereo, e cos tante case
hanno ceduto alla tentazione
di mettere sul mercato i loro nastri sperimentali. Allora perch que-
sto non stato il caso di Ella and Louis Again?
Vedo due ipotesi. Uno, i nastri stereo originali sono andati persi.
La RCA riuscita a perdere quasi tutti i loro nastri sperimentali in
stereo con Toscanini! Allora l'ipotesi pi che plausibile.
Secondo, i nastri stereo non erano all'altezza qualitativamente per
poterli offrire al grande pubblico, entusiasta della stereofonia. Una
versione stereo uscita all'epoca su bobina commerciale 2-track,
19cm/s. Ma erano iper costosi e indirizzati ad un mercato vera-
mente di nicchia. C' l'ho - ed anche in vendita su nastro a bobi-
na (CLICCA CLICCA QUI QUI per il catalogo completo dei nostri nastri reel to
reel Audiophile Recordings) - e purtroppo la qualit delle riprese
varia da un brano all'altro. Forse sono troppo severo (consderan-
do che devo anche venderlo!!!): sarebbe pi obbiettivo dire che
l'immage stereofonica varia da un
brano all'altro ma che gli altri para-
metri come dinamica, estensione
in frequenze e resa del dettaglio
sono superiore al 45 giri. Per
esempio, la traccia che apre il
nastro, Let's Do It, presenta la
classica immagine ping-pong: i
musicisti che accompagnano
Armstrong escono dai due diffuso-
ri con la voce del cantante centratissima. Altri brani, invece, sono
fantasticamente ben riusciti, miracoli di trasparenza e coesione.
Per quanto riguarda l'edizione mono a 45 giri della ORG si tratta
della versione che i musicisti hanno approvato. Nel 1957 il mono
era alla sua massima espressione e il trasferimento a 45 giri lo
dimostra: una registrazione mono che ha profondit, due voci ben
separate dell'Oscar Peterson Trio e una bella timbrica e micro-
dinamica sorprendente per un'incisione del '57. I migliori mono
sono sempre coinvolgenti quando sono riprodotti correttamente.
Pierre Bolduc / editore Audiophile sound
DISCOGRAFIA
Vedi box Discografia a sinistra
Discografia
Ella and Louis Again, Vol 1.
2 LP 200gr mono Verve/ORG
MG V 4006-2
Ella Fitzgerald, Louis Armstrong,
The Oscar Peterson Trio.
www.soundandmusic.com
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interattiva
dischi novit CD
Velut Luna
KYRA
Penso che la pi pura forma di
bellezza in musica sia il suono...
PIETRO BALLESTRERO
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YRA un disco bellissimo. Chitarra, contrabbasso, quartet-
to d'archi ed il clarinetto solista di Gabriele Mirabassi: tutti
insieme, in diretta, nella bellissima acustica naturale della
sala grande degli studi Velut Luna di Preganziol, ripresi da pochi,
selezionati microfoni, direttamente registrati in un master digitale
ad alta risoluzione.
Servono poche cose per dare alla musica l'opportunit di offrire la
Magia del Suono. E sono esattamente quelle cose che noi le por-
giamo sul nostro piatto d'argento.
Ma lascio alle parole di Pietro Ballestrero, autore di tutte le musi-
che, nonch chitarrista leader del gruppo, il piacere di raccontare
la musica e la storia di questo disco.
L'improvvisazione un gioco divertentissimo. Ho l'impressione
che molto spesso la musica jazz venga creata attorno al desiderio
di fare questo gioco e ad una volont di espressione dell'abilit
individuale dei musicisti. Le motivazioni e i principali obiettivi sem-
brano essere un insaziabile spirito di ricerca, l'originalit, l'energia
collettiva, il virtuosismo e infine, eventualmente, la bellezza. Il mio
punto di vista sempre stato differente, e in questo lavoro mi sono
ulteriormente allontanato da quel tipo di approccio. La musica di
Kyra nata in maniera emotiva, nel tentativo di rappresentare o
creare qualcosa di bello. Ogni brano ha una storia da raccontare
ed un legame diretto con un sentimento o uno stato d'animo, gioia,
tristezza, rabbia, paura, amicizia, riso, pianto. Penso che la pi
pura forma di bellezza disponibile in musica sia il suono. Questo mi
ha fatto innamorare dell'idea di suonare con questo tipo di forma-
zione, e ha legittimato la scelta di semplificare altri elementi, come
l'armonia, che ho considerato come strumenti, non cos importanti
di per s ma funzionali a qualcos'altro. Da questo punto di vista
l'improvvisazione pu esserci oppure no, pu essere individuale o
collettiva, e pu mescolarsi con il materiale scritto, funzionando
come un ponte che unisce i
diversi linguaggi presenti all'in-
terno del gruppo.
COMPOSIZIONI
Upi dedicato alla mia piccola figlia Zoe ed stato scritto nel perio-
do in cui imparava a camminare. Questo brano e Verde sono ispi-
rati al cartone animato Totoro di Miyazaki, e parlano del modo in
cui i bimbi esplorano e vedono la natura.
Ho scritto Paco alcuni anni fa per il mio primo figlio Man, negli ulti-
mi mesi prima che nascesse.
Ho gi registrato Voc in passato, ma al mondo non c' una voce
migliore del clarinetto di Gabriele per cantare la sensualit di que-
sta canzone. Questa versione si intitola Vos ed dedicata a Errica.
Anche Cerchio era gi stata registrata, nel disco Pelle del mio miti-
co trio con Danilo Pala al sax e Paolo Franciscone alla batteria.
Quando per l'ho suonata a Perinaldo arrangiata per orchestra
d'archi il risultato stato fantastico, e ha rappresentato perfetta-
mente l'idea di danza popolare circolare di questa composizione.
Nuotare nel Mare mosso porta a una profonda concentrazione
sulle proprie forze, e nello stesso tempo amplifica emozioni e pen-
sieri, perch d una sensazione di solitudine e di inquietudine.
Lacrimuccia: ci sono storie davvero molto tristi, ma ci che mi com-
muove maggiormente sono momenti di immensa forza e bellezza
all'interno di esse.
Kibalcic un anarchico russo di inizio Novecento, e il suo nome
stato preso in prestito come nome di un quartetto jazz elettrico che
avevo con il contrabbassista Stefano Risso. Purtroppo il gruppo si
sciolto e il brano non mai stato suonato nella sua versione di
quartetto jazz, ma mi piace un casino questa versione con gli archi!
Dai che la fai stato scritto negli ultimi mesi prima delle registra-
zioni, e l'ho ironicamente dedicato a me
stesso, augurandomi di farcela a superare
le difficolt organizzative di questo proget-
to.
Abbraccio forte un modo in cui spesso il
mio amico Ezio conclude i suoi messaggi.
L'ho scritto nell'arco di alcuni giorni di un
mese di settembre, e a posteriori ho sco-
perto che uno di quei giorni il suo comple-
anno. Quindi questo un mio piccolo rega-
lo. Pietro Ballestrero / musicista

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Discografia
KYRA. CD Velut Luna
CVLD 234
Pietro Ballestrero, chitarra.
Pietro Ballestrero Ensemble.
www.ludomentis.com
CLICK > SOMMARIO
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interattiva
Sonny
Rollins
SAXOPHONE
COLOSSUS
CONCORD 24/192
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axophone Colossus non soltanto l'album pi bello e cono-
sciuto del grande tenorista nero ma quello che ne defini-
sce lo stile, in maniera assoluta e definitiva.
Accompagnato da una formazione stellare che vede Tommy
Flanagan al piano, Doug Watkins al basso e Max Roach alla bat-
teria, Rollins crea una sequenza di gioielli quali St.Thomas, You
don't know what love is o la prodigiosa Blue7 (che chiude il disco
rivedendo in modo originalissimo e creativo i canoni del blues), nei
quali evidente una ricerca maniacale della sintesi e del rigore,
pur senza abbandonare la travolgente energia che lo contraddi-
stingue.
Disco che, in alcune situazioni, risulta addirittura orecchiabile,
Saxophone Colossus fila dritto all'obbiettivo che Rollins si pre-
fisso, limando ogni possibile orpello, cos' da ottenere un'opera
diretta, coinvolgente ed esaltante, nella sua magistrale essenzia-
lit.
Registrato da Rudy Van Gelder, Saxophone Colossus noto ,da
sempre, per la bont e pia-
cevolezza dell'incisione.
Credo non esista alcuna ver-
sione, analogica o digitale,
che possa in qualche modo
suonare male o risultare
sgradevole all'ascolto, pur
con i limiti invalicabili delle
incisioni di quegli anni
riguardanti, soprattutto, la
ripresa del pianoforte che
risulta, purtroppo e quasi
sempre, un po' ottuso, soffo-
cato e molto, molto raramen-
te esteso ed elastico come
dovrebbe risultare.
Limiti che, logicamente,si porta dietro anche questa bella edizione
acquistabile sul sito HDTracks in formato 24/96 o 24/192 come
quello che si sta trattando.
Si scritto, in altre situazioni, delle differenze intercorrenti tra dow-
nload in hi-res di opere prese da cataloghi o etichette (forse sareb-
be meglio multinazionali) diverse.
Molti Impulse, ad esempio, (vedi A love supreme di Coltrane),
messi a disposizione dal sito di David Chesky, suonano addirittu-
ra peggio dell'equivalente CD del 1996 mentre gli album prove-
nienti dal quello che era il gruppo Fantasy (Prestige, Riverside,
Contemporary, ecc,), ora assorbito dalla Concord e quindi parte
del colosso Universal (ma, attenzione, anche la Impulse ne fa
parte), acquistano, nella versione HD, una freschezza , una musi-
calit, una dinamica ed un impatto che, in nessuna altra versione,
hanno mai dimostrato.
Non fa eccezione questo Prestige del 1956 che, in formato
24/192, riesce a raggiungere vette inaspettate, acquistando oltre
al resto, una grana che lo differenzia ben poco da una riproduzio-
ne analogica al top.
Si ascolti (senza tanta attenzione) l'estensione e la potenza del
sassofono colossale di Rollins, le pelli della batteria di Max Roach
o le articolatissime linee del contrabbasso di Doug Watkins, mai
stato cos teso, presente e realistico (si intende finalmente il legno
della cassa armonica) come in questo caso.
Il pianoforte, come detto pi sopra, mantiene le caratteristiche
dinamiche del master e resta un po' indietro, nascosto e molto
poco esteso pur migliorando, lievemente, a livello di intelleggibili-
t.
Sarebbe stato utile un confronto diretto con la versione 24/96 ma,
per problemi di tempo e spazio, non stato possibile.
Vedremo di rimediare nel prossimo numero. Piero Grassano
DISCOGRAFIA
Sonny Rollins: Saxophone Colossus
Versione Concord / HDTracks
DigitalDownload 24bit-192Khz)
Pubblicato dalla Prestige nel 1956.
download: hdtracks.com
Dischi per unisola
deserta
La tua lunga sofferente moglie
ti ha abbandonato su un'isola
deserta.
Ma ha avuto piet di te: ti ha
lasciato una copia dell'Inferno
di Dante e un lusso: l'impian-
to hi fi che non vuol pi vedere
in casa.
Per tenervi compagnia:
500 incisioni che i critici di AS
ti spediranno regolarmente.
Ecco la loro scelta: dischi
per unisola deserta.
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10 TITOLI OGNI MESE: 1 per ognuno delle seguenti categorie:
LP 33 classico / LP 33 non classico / LP 45 classico / LP 45 non
classico / SACD classico / SACD non classico / CD classico /
CD non classico / HI RES classico / HI RES non classico
Il nostro target: ben 500 titoli !!!
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ra tutti i vinili ricercati dagli audiofili, l'edizione precoce del LP
dell'Uccello di Fuoco di Stravinsky con Antal Dorati su
Mercury conta se non come il pi ricercato, sicuramente fra i
pi ricercati sul mercato. Una stampa precoce vi coster il prezzo
di un decente DAC! A livello di prestigio, la versione di Dorati su
Mercury come La Fille mal Garde su Decca: un classico non
solo in termini interpretativi ma soprattutto in termini tecnici: incisio-
ni che ricreano un'illusione dell'esperienza dal vivo che non solo
credibile ma che anche piacevole, quasi sexy.
Quattro o cinque anni fa la Universal ripubblic l'Ucello su SACD e
il transfer non piaciuto a tutti e, devo dire, neanche la versione
su 180gr, fatta dalla Speakers Corner. Recentemente, la HD
tracks.com dei fratelli Chesky si messo d'accordo con la
Universal per trasferire i file DSD in file PCM e, voil, che abbiamo
oggi a disposizione una versione in risoluzione 24/88 e un'altra in
24/176! L'appuntamento con questa registrazione solo un aperiti-
vo perch, dando l'importanza storica del disco nel nostro mondo
audiophile, spero un giorno di fare un mega confronto fra queste
ultime due rimasterizzazioni in PCM e le altre edizioni digitali (CD e
SACD) e analogiche (LP originale, ristampa 33 e ristampa 45giri.
Per il momento, vorrei solo descrivere in breve le mie impressioni
d'ascolto in risoluzione
24/176.
Conosco la versione in LP
ma non l'ho sentito da un po'.
Mi ricordo la straordinaria
presenza di tutte le sezioni
dell'orchestra nonch un
sound stage strabiliante. La
versione HI RES offre un det-
taglio eccezionale. La veloci-
t dei transienti - almeno
ascoltato tramite il DAC 2 e la
Liquid Interface di Lazzari - ti
fa dimenticare che siamo
ascoltando in digitale. Il
basso impressionante, di una limpidezza che solo le pi grande
e costose sorgente analogiche riescano a ricreare. Con un basso
cos controllato la gamma media bassa - dove risiedono quasi tutti
i fondamentali dei strumenti acustici - produce violoncelli e timpani
senza il grasso spesso associato alla riproduzione su vinile. Questo
calore dovuto probabilmente al peak (circa 40-45 Herz) creato
dalle testine dei registratori a bobine (risonanza del nastro che
scorra sulle testine). Potrebbe essere anche dovuto alla diminuzio-
ne sostanziale di compressione in questa regione dello spettro
sempre in confronto al vinile. Una cosa certa: la grande pulizia
nella zona bassa dello spettro aiuta la riproduzione di tutta la
gamma: le percussioni hanno corpo, i cymbals hanno un ting che
non da fastidio, i timpani suonano tesi e sono ben centrati nell'im-
magine.
Allora abbiamo raggiunto la perfezione?
Non ancora. Per me questo SACD non raggiunge ancora il livello
magico in termine di sound stage. Con il vinile le varie sezione del-
lorchestra sono quasi palpabli, con il digitale tutto pi corretto ma
anche pi piccolo, il che mi fa pensare che preferisco la distorsio-
ne del vinile alla corretta riproduzione del segnale!!! Not good
Devo sentire la versione in SACD su un lettore top. Convertire file
DSD in PCM non una cosa semplice: sarei curioso di vedere se
la versione originale - cio, in DSD - abbia saputo ricreare questa
magia riscontrata sul vinile.
Avendo detto questo, per circa 20 Euro avete accesso ad un for-
mato che nel caso dell'incisione Mercury si rivela superiore al vini-
le in termine di dinamica, qualit del basso e medio-basso e che
eguaglia l'analogico in termine di velocit micro-dinamica. Non
poco! L'alternativa almeno 50 volte pi cara! Pierre Bolduc
DISCOGRAFIA
Stravnsky: Uccello di Fuoco e altri brani di Stravinsky
London Symphony Orchestra, Antal Dorati, dir.
Mercury file HI RES:
24/88 & 24/176
download: www.hdtracks.com
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Antal Dorati
dirige
UCCELLO DI FUOCO
MERCURY 24 / 176
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10 TITOLI OGNI MESE: 1 per ognuno delle seguenti categorie:
LP 33 classico / LP 33 non classico / LP 45 classico / LP 45 non
classico / SACD classico / SACD non classico / CD classico /
CD non classico / HI RES classico / HI RES non classico
Il nostro target: ben 500 titoli !!!
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Dischi per unisola
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La tua lunga sofferente moglie
ti ha abbandonato su un'isola
deserta.
Ma ha avuto piet di te: ti ha
lasciato una copia dell'Inferno
di Dante e un lusso: l'impian-
to hi fi che non vuol pi vedere
in casa.
Per tenervi compagnia:
500 incisioni che i critici di AS
ti spediranno regolarmente.
Ecco la loro scelta: dischi
per unisola deserta.
CLICK > SOMMARIO
I
l master usato qui l'originale 2 tracce che non era pi stato uti-
lizzato dal 1980. Sebbene questo avesse alcuni dropout e altri
problemi, secondo il tecnico di mastering, George Marino, suo-
nava comunque superiore a qualsiasi copia utilizzata per successi-
ve riedizioni.
Jazz Samba, l'album del 1962 che Stan Getz incise con il chitarri-
sta Charlie Byrd, aveva introdotto per la prima volta agli americani
il ritmo cadenzato della Bossa Nova e il grande compositore brasi-
liano Antonio Carlos Jobim. L'album conteneva sia Desafinado che
One Note Samba, due brani che insieme definiscono il genere e
sono diventati degli standard.
Fu anche il primo album della Verve che presentava un dipinto d'ar-
te astratta in copertina, una trovata grafica della casa che poi fu
ripetuta per diverso tempo. Quell'album usc in edizione Speaker's
Corner su vinile da 180 gr. da una lacca incisa da Kevin Gray, ela-
borata e stampata presso Pallas; sar presto pubblicato su doppio
45 giri dalla Analogue Productions.
Con quell'album il produttore Creed Taylor aveva trovato un filone
di successo. Lo fece seguire da Big Band Bossa Nova dell'arran-
giatore / compositore Gary McFarland (che spos la figlia del deco-
ratore d'interni di mia madre ma questa un'altra storia!) e da
Jazz Samba Encore del chi-
tarrista brasiliano Luis Bonfa,
entrambi ottimi album, anche
se non raggiunsero la fama o
la popolarit di Jazz Samba.
Getz quindi fece un seguito
con questo kolossal che com-
prendeva due superstar bra-
siliane del Bossa Nova: il chi-
tarrista Joao Gilberto e il pia-
nista / chitarrista / composito-
re Antonio Carlos Jobim.
Entrambi, ma soprattutto
Jobim, divennero grandi star
in America.
L'ambiente qui pi rilassato, sofisticato e sensuale che non sul
precedente album. La moglie di Gilberto, Astrud, canta in apertura
Girl From Ipanema destinato a diventare un classico, utilizzando
uno stile freddo, spassionato, quasi non-cantato, che all'epoca fu a
dir poco sorprendente. Trasudava una moderna sessualit rara per
il suo tempo, simile a quella che Julie London aveva nel suo album
Julie is Her Name. Joao Gilberto canta la maggior parte delle altre
canzoni in uno stile vocale simile, intimo e rilassato, che non era
stato mai sentito dalla maggior parte degli americani. Getz accom-
pagnava con uno stile grande, succoso, umido, carico di vibrato, e
ugualmente rilassato e sensuale. Astrud e Joao cantano insieme
Quiet Nights e in confronto a ci che gran parte degli americani
erano abituati ad ascoltare nella loro musica popolare, qui l'ambien-
te era decisamente pornografico. Ve lo garantisco. Ero solo un
ragazzo, ma sentire quest'album mi tir fuori metaforicamente flui-
di corporei in proporzioni epiche, da diluvio di No. Anche se nulla
era esplicitamente dichiarato, era impossibile ascoltare quest'al-
bum e non pensare ad andare a letto con qualcuna. Non si capiva
una parola di portoghese, ma era sicuro che Gilberto stava descri-
vendo qualcosa di sexy, anche se fosse stata la descrizione della
rubrica telefonica di Rio (che non lo era). L'album comprende l'im-
probabile singolo di successo The Girl From Ipanema, Desafinado,
Corcovado e altri brani di Bossa Nova che sono entrati nell'olimpo
degli standard brasiliani.
Inutile dire che, fra Getz che aveva ormai raggiunto una celebrit
da pop star, e Astrud Gilberto, la cui voce sexy aveva stimolato l'im-
maginazione di una generazione di studenti universitari e oltre, l'al-
bum divenne un enorme best seller, aiutato e spalleggiato da una
superba copertina con un altro dipinto o opera d'arte di Olga Albizu,
evidenziato da uno sfondo nero profondo che non aveva preceden-
ti. Tutto di questa copertina urlava 'di moda e adesso!' quando l'al-
bum usc nel marzo del 1964, un anno dopo che era stato registra-
to.
Fin per vincere i Grammy Awards nel 1965 come Miglior Album
dell'Anno, Miglior Album Jazz Strumentale Individuale o di Gruppo,
e Miglior Album per la tecnica del suono, non classico. Ci non
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Stan Getz &
Joao Gilberto
GETZ / GILBERTO
VERVE / ANALOGUE
PRODUCTIONS
10 TITOLI OGNI MESE: 1 per ognuno delle seguenti categorie:
LP 33 classico / LP 33 non classico / LP 45 classico / LP 45 non
classico / SACD classico / SACD non classico / CD classico /
CD non classico / HI RES classico / HI RES non classico
Il nostro target: ben 500 titoli !!!
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Dischi per unisola
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La tua lunga sofferente moglie
ti ha abbandonato su un'isola
deserta.
Ma ha avuto piet di te: ti ha
lasciato una copia dell'Inferno
di Dante e un lusso: l'impian-
to hi fi che non vuol pi vedere
in casa.
Per tenervi compagnia:
500 incisioni che i critici di AS
ti spediranno regolarmente.
Ecco la loro scelta: dischi
per unisola deserta.
CLICK > SOMMARIO
accade molto spesso con un album jazz, ma questo aveva giusta-
mente fatto scalpore. Per la fortuna degli appassionati audio il
disco era stato registrato dal grande Phil Ramone su nastro a 3
tracce. Inutile dire che il disco vendette milioni di copie e che il
nastro master a due tracce fu usato molte volte per le ristampe.
Per vari motivi l'usura lo danneggi, e furono usate delle copie per
tutte le ristampe dopo il 1980. L'album fu ristampato sia da Mobile
Fidelity che da Speaker's Corner. Quella Mobile Fidelity, nono-
stante la dicitura "nastro master" suona come se incisa da un
nastro di generazione successiva.
L'edizione Speaker's Corner stata incisa da Kevin Gray, proba-
bilmente da una copia del master due tracce. Cosa interessante, i
canali sono invertiti sulla ristampa Speaker's Corner rispetto all'ori-
ginale, ma Kevin Gray insiste sul fatto che il tecnico di mastering
all'epoca (un certo 'FG' secondo la lacca) aveva accidentalmente
invertito i canali, e quindi il suo mastering per Speaker's Corner
corregge l'errore.
Quando gli esperti 'forensici' di Chad Kassem (Acoustic Sounds)
furono in grado di recuperare l'originale nastro master, fu presa la
decisione di utilizzarlo, anche se il nastro non era in condizioni otti-
mali. Quando George Marino l'ha masterizzato, anch'egli ha scel-
to di correggere l'errore del tecnico di mastering originale, pertan-
to se avete un originale sappiate che i canali sono invertiti.
Come ho detto, la figlia del decoratore d'interni di mia madre
aveva sposato Gary McFarland, e cos ero costantemente aggior-
nato su quanto stava accadendo (anche se da lontano), quindi
quando quest'album fu pubblicato nel mio ultimo anno di liceo, ne
presi subito una copia. La mia era caratterizzata da una cornice
bianca intorno al fondo nero che nessuna ristampa, compresa
questa, ha pi usato. Per tutto il resto, la copertina apribile di
Acoustic Sounds lucida su cartone una superba riproduzione
dell'originale.
Per quanto riguarda il suono, confronti tra un originale molto ben
suonato (su tanti apparecchi da un cambiadischi Columbia '360
Sound' a un Onkyo semi-automatico, da un Dual 1009SK a un
Dual 1219, da un braccio Lustre GST montato su un trazione diret-
ta Denon a un Thorens TD-125, da un Oracle Dephi a un VPI TNT,
da un Simon Yorke S9 a un Caliburn Continuum) sono stati dav-
vero interessanti.
Il nastro vecchio di quasi cinquant'anni non era in gran forma, ma
nemmeno in pessime condizioni. Nonostante l'originale sia stato
utilizzato molte volte e nonostante l'et e le condizioni del nastro,
le due versioni, stampate a 50 anni di distanza l'una dall'altra,
hanno suonato in maniera molto simile. Naturalmente la ristampa
offre uno sfondo molto pi silenzioso di quanto non faccia l'origi-
nale, mentre quest'ultimo ha alti pi pronunciati e frequenze alte
pi pulite.
Nel complesso, per, la ristampa pi pulita e pi trasparente; tut-
tavia se per caso v'imbattete in un buon originale a prezzo ragio-
nevole, non lasciatevelo sfuggire! Detto questo, quest'edizione
superba da tutti i punti di vista, compreso quello della stampa nel-
l'impianto QRP di Kassem. Una ristampa veramente raccomanda-
ta. Ho suonato l'originale per quasi cinquant'anni e non mi stanco
mai di ascoltare Getz / Gilberto. Michael Fremer /
musicangle.com
DISCOGRAFIA
Getz / Gilberto
(Ristampa)
Stan Getz e Joao Gilberto
Verve / Analogue Productions V6-8545,
Due LP 45 giri 180 gr.
Prod: Creed Taylor. Eng: Phil Ramone
www.soundandmusic.com
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avete, anche voi - come Michael Fremer - un disco avete, anche voi - come Michael Fremer - un disco
memorabile? memorabile?
allora, perch non dividete con i lettori di allora, perch non dividete con i lettori di EXTRA EXTRA
i vostri ricordi? i vostri ricordi?
inviate non pi di 200 parole circa (ma anche poche frasi
vanno bene), assieme al titolo del disco e i nomi degli
artisti principali del disco, indicando il formato
(CD, LP, ecc), etichetta e numero di catalogo
i pi interessanti sarranno pubblicati
sul prossimo numero di EXTRA
inviate il vostro testo a: editore@audiophilesound.it
... lisola deserta vi aspetta ... lisola deserta vi aspetta
CLICK > SOMMARIO
La voce di Barbara Belloni, gli arrangiamenti di Fabio Ranghiero, il suono dei Four Fried Fish per ricordare le
bellissime canzoni del cantautore americano Jim Croce direttamente dalla West Coast degli Anni Settanta.
Photographs and Memories, Operator, Time in a Bottle, A Long Time Ago, I Got a Name,
You dont mess around with Jim, I remenber Her...
TRIBUTE TO JIM CROCE
AL TOP AUDIO & VIDEO 2012
DISPONIBILE DA SETTEMBRE
SU
www.ludomentis.com
www.hdtracks.com
B
ella notizia: la EMI Classics sta rimasterizzando il suo catalogo
storico in SACD. Per storico non intendo dire incisioni 78 giri o
mono degli anni Cinquanta; si tratta delle pi grandi interpretazio-
ni ed incisioni dei cataloghi Columbia, HMV e EMI. Sul numero di
Maggio di AS c' lelenco dei primi 10 titoli disponibili e in questo nume-
ro di AS EXTRA (pagg. 63 e 65) abbiamo riportato i titoli delle prossime
pubblicazioni
Due anni fa, la filiale giapponese della casa inglese ha siglato un accor-
do con i studi della Abbey Road per rimasterizzare tutte le incisioni di
Wilhelm Furtwaengler apparse su EMI fra 1936 e 1954. Sul piano tec-
nico, Abbey Road si veramente dato da fare. Solo le fonti analogiche
originali furono usati per i transfer. Per chi sia interessato a capire come
i nastri sono stati masterizzati, c' un video di presentazione su
YouTube, realizzato da Simon Gibson, uno dei capi supervisatori del
progetto [vedete larticolo su Simon Gibson in questo numero di AS
EXTRA, pagg. 12-13].
Fin qui, tutto fantastico. Il problema che i nuovi SACD di Furtwangler
sono in vendita solo in Giappone! E a prezzi da capogiri! Ma c' luce alla
fine del tunnel. La EMI ha deciso di creare una nuova collana, la
Signature Collection, dedicata ai remastering su supporto SACD che
distribuita in tutto il mondo, non solo in Giappone.
Come suonano? La EMI italiana
doveva mandarmi un titolo da
recensire ma non mai arrivato..
Allora ho comprato sulla rete il
cofanetto di due SACD ibridi di
Klemperer che dirige sinfonie di
Mendelssohn e Schumann offerto
al prezzo speciale di circa 21 Euro
(su Amazon si trovano nuovi a
19,80 Euro).
La lettura della Quarta un capo-
lavoro ed in pi registrata vera-
mente bene: grande trasparenza,
un bel basso pieno ma articolato,
una presa del suono abbastanza
ravvicinata ma molto arioso e
parlo del vinile! Come si sente allo-
ra in DSD? Allora dovrete sapere che il trasferimento stato effettuato
in PCM 24bit/96kHz per le correzioni da portare ai nastri, i file elaborati
riportati dopo nel dominio analogico per controllare e modificare quan-
do necessario l'equalizzazione originale dei nastri spesso incorretta
dovuto ai problemi legati a vecchi nastri analogici, e finalmente di nuovo
riportati nel dominio digitale direttamene in DSD per l'eventuale uscita
su supporto SACD: una metodologia usata non solo per la Signature
Collection ma per tutti i SACD di Furtwangler.
Ancora una volta devo sottolineare che i confronti fra supporti sono
complicati. Per tanti motivi, ma prima di tutto perch non possibile tro-
vare due sorgenti di due formati diversi di uguale ed identica qualit. Ho
usato l'integrato PCM/SACD di Nonsolomusica per fare i confronti; la
sorgente analogica era composta dal prephono di Yamamura, la sua
testina ed un EMT 930 modificato con un braccio Ortophon.
Impressionanti i risultati. Il digitale ha fatto passi giganti negli ultimi 3-4
anni. L'LP suonava veramente bene con una dolcezza negli archi e un
dettaglio nella sezione dei legni notevole; la versione SACD ha aggiun-
to pi corpo nei legni e ottoni rendendo cos pi corretta la timbrica.
L'edizione digitale ci ha dato un basso pi controllato e cos facendo
una gamma medio bassa ben delineata. Per me il mid-range era anco-
ra vincente sul vinile, ma veramente da poco. In termine di dinamica,
estensione e solidit del basso l'SACD vinci la gara. Il vinile aveva il suo
charme e in termine di velocit nella gamma media, beh, c'era una faci-
lita di ascolto che ad alto volume il digitale ancora difficilmente uguaglia.
Il digitale sta facendo comunque passi impressionanti quando ascoltato
con lultima generazione di convertitori D/A.
Nelle mani di Klemperer, l'Italiana letta con tempi larghi ma la musica
cammina sempre con una trasparenza veramente unica, dovuta sicura-
mente alla direzione orchestrale ma anche alla registrazione. Abbiamo
da fare qui con una delle pi grandi versioni della Quarta di
Mendelssohn, dove articolazione, fraseggio e pulso interno ci fanno
scoprire una gamma di dettaglio da capogiro.
La lettura della Terza Sinfonia non , credo, allo stesso livello interpre-
tativo. Qui i tempi pi lenti appesantiscono il discorso musicale. Maag
su Decca pi fresco e da questo mese disponibile anche in vesta LP
45giri su ORG e recensito sul prossimo numero di Audiophile Sound. I
tempi pi lenti di Klemperer si adattano meglio all'Ouverture Hebride e
ancora di pi alla Quarta Sinfonia di Schumann. Ancora una volta siamo
davanti ad una delle pi convincenti performance mai messa sul merca-
to discografico. Il movimento lento con il suo tempo moderato commo-
vente. E che finale! Pierre Bolduc
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Otto Klemperer /
Philharmonia
MENDELSSOHN
SCHUMANN
SIGNATURE COLLECTION
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LP 33 classico / LP 33 non classico / LP 45 classico / LP 45 non
classico / SACD classico / SACD non classico / CD classico /
CD non classico / HI RES classico / HI RES non classico
Il nostro target: ben 500 titoli !!!
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DISCOGRAFIA
Mendelssohn: Ouverture Le Ebride, Sinfonie n. 3 e n. 4.
Schumann: Sinfonia n. 4.
Philharmonia Orchestra, Otto Klemperer. 2 SACD ibrido EMI 9559102
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La tua lunga sofferente moglie
ti ha abbandonato su un'isola
deserta.
Ma ha avuto piet di te: ti ha
lasciato una copia dell'Inferno
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R
icordo ancora come fosse ieri quando a fine dicembre del
'97, guardando distrattamente una trasmissione di MTV che
riassumeva un po' quanto successo nell'anno che andava a
concludersi, passarono un video di Michael Hedges. Si trattava di
un live, e Michael interpretava incredibilmente bene, cantando ed
in versione unplugged, una brano da discoteca molto di moda negli
anni '70. Conoscevo bene due dei suoi lavori, Breakfast in the Field
e Aerial Boundaries, e rimasi pietrificato quando sul finale apparve,
oltre la sua data di nascita, la sua data di morte. Pochi giorni prima,
esattamente il 2 dicembre '97, si era spento uno dei pi incredibili
talenti non solo della chitarra, e della sperimentazione dei linguag-
gi legati a questo strumento, ma della musica stessa.
Michael Hedges era una stella di una tale brillantezza da riuscire a
sconvolgere il modo di suonare di tantissimi chitarristi fin dal suo
primo album. Scoperto quasi casualmente da William Ackerman,
deus ex machina di Wyndham Hill, introdusse, con la propria per-
sonalit carismatica e profonda, innovazioni nelle accordature dello
strumento (aperte e inconsuete), nella tecnica (innovativa e subli-
me), nell'espressivit. Il suo stile ha marchiato indelebilmente
generazioni di chitarristi, e ancora adesso il suo insegnamento, il
suo testamento audio, continua ad ispirare i musicisti di tutto il
mondo. Ci che per rende
unico Aerial Boundaries il
perfetto connubio tra qualit
artistica e qualit audio.
Hedges credeva profonda-
mente nel fatto che per poter
trasmettere adeguatamente
l'arte ci fosse bisogno di
riprendere e riprodurre con
qualit audio assoluta.
Curava in prima persona la
tecnica delle registrazioni; lo
stesso set-up dei suoi live
era pressoch perfetto, con
una catena di amplificazione
letteralmente allo stato dell'arte. La sua era una vera e propria inte-
razione con la tecnica e con la tecnologia, partner ideali per massi-
mizzare il valore insito nella sua propria e distintiva eccellenza arti-
stica. Interazione e sinergia. In Aerial Boundaries, rigorosamente in
vinile, avrete la dinamica assoluta di alcuni passaggi, la ripidit dei
transienti. Il soundstage, di dimensioni considerevoli. Non aspetta-
tevi una chitarra delle dimensioni consuete. E la spiegazione
semplice: quella di Michael Hedges non semplicemente una chi-
tarra, ma uno strumento nuovo che sfrutta molte delle particolari-
t tecniche della chitarra. Talvolta percussivo, sovente corale come
un'orchestra sinfonica e talora espressivo, nella melodia, come una
voce umana. Suono di incredibile completezza armonica, prover-
biale estensione, certosino dettaglio ed esemplare correttezza tim-
brica.
Aerial Boundaries un disco che amo profondamente e che ha in
s molto di quel non spiegabile che l'essenza stessa della musi-
ca, quella scintilla divina intraducibile a parole. Che poi lo spirito di
Hedges fosse genio puro lo si ritrova nella sintesi di quelle poche
parole, scritte sul retro, che accompagnano questo suo secondo
lavoro. Racconta della nascita del cannocchiale, ad opera dell'olan-
dese Lippershay, che ne vide immediatamente un'applicazione
utile in ambito bellico. Galileo, che riusc ad ottenerne uno, ne cam-
bi alcune caratteristiche e lo miglior leggermente. Ma soprattut-
to lo utilizz per sfidare le idee prevalenti del tempo sulla struttura
del sistema solare. Michael Hedges dedica Aerial Boundaries allo
spirito di Galileo. A noi rimane lo spirito di Hedges, musicista genia-
le, essenziale, profondo e mai sufficientemente compianto. Il suo
spirito in questo suo inestimabile capolavoro. Enzo Carlucci
DISCOGRAFIA
Michael Hedges: Aerial Boundaries
LP Wyndham Hill Records WH-1032.
Stereo. Reg: Windham Hill Farm, Sheffield Studios and
Different Fur Studio. 1984. Direct to-2-track digital recording.
Prod: William Ackerman, Michael Hedges, Steven Miller.
Eng: Steven Miller, Bill Mueller.
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Michael Hedges
AERIAL
BOUNDARIES
WYNDHAM HILL RECORDS
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LP 33 classico / LP 33 non classico / LP 45 classico / LP 45 non
classico / SACD classico / SACD non classico / CD classico /
CD non classico / HI RES classico / HI RES non classico
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La tua lunga sofferente moglie
ti ha abbandonato su un'isola
deserta.
Ma ha avuto piet di te: ti ha
lasciato una copia dell'Inferno
di Dante e un lusso: l'impian-
to hi fi che non vuol pi vedere
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er lungo tempo considerata una delle grandi registrazioni
dei primi anni stereo, Espaa fu edita originariamente nel
Regno Unito dall'etichetta britannica Decca (SXL 2020) e
dalla sussidiaria americana London (CS 6006).
Il luogo della registrazione, la Kingsway Hall, fu uno dei migliori
per la Decca inglese e produsse molte registrazioni leggendarie
tra cui The Royal Ballet Gala Performances, edito dalla RCA in
America; una fra le varie superbe registrazioni Decca che furono
date in licenza alla RCA.
Classic Records ha stampato le esecuzioni del Royal Ballet su
doppi LP da 180 e 200 grammi a 33 giri, e anche in versione cofa-
netto contenenti LP 45 giri incisi da un solo lato, prima in vinile da
180 e poi da 200 grammi. Tutta quest'attenzione profusa per quel-
le registrazioni sicuramente meritata.
Lo stesso vale per questa di cui stiamo parlando.
Speaker's Corner pubblic alcuni anni fa un'edizione a singolo
disco 33 giri, che aveva una riproduzione sgranata e mal fatta
della copertina originale inglese Decca. Fortunatamente per la
stampa del 33 giri da 180
grammi era superba, come lo
era la qualit del suono.
Questo disco dalla spettacola-
re qualit sonora presenta una
selezione di pezzi sinfonici nel
tema della musica folk spagno-
la, scritti da non-spagnoli con
l'eccezione del breve
Andaluza (traccia n. 5) di
Granados, tratto dalle sue
Danzas espaolas, originaria-
mente composte per pianofor-
te. Gli altri brani sono il
Capriccio Espagnol di Rimskij-
Korsakov, altisonante e dram-
maticamente orchestrato, e intriso di nacchere, la Espaa
Rhapsody di Chabrier e le Spanish Dances 1-6 di Mozkowski.
La Danza Spagnola, Libro 1, Op. 12 suoner familiare a qualcuno
di voi con una certa et. Cos come It's Now or Never di Elvis
Presley era stata presa dal classico italiano O Sole Mio, che a sua
volta era stato ripreso prima da Tony Martin per il successo del
1949 There's No Tomorrow, il famoso brano di Perry Como del
1956 Hot Diggity Dog Diggity (Oh What You Do to Me) aveva
preso in prestito la melodia di Chabrier che troviamo qui.
La London Symphony, diretta dal leggendario direttore d'orchestra
spagnolo Ataulfo Argenta, esegue il programma con passione e
l'ardore richiesto. Per quanto riguarda la registrazione c' poco da
dire, sensazionale in qualsiasi formato esista, e ancor di pi in
questa edizione che diffusa su tre lati a 45 giri, masterizzati da
Bernie Grundman prendendo come fonte i nastri analogici origina-
li. La 4 facciata ripete la prima, il che non una cattiva idea, se
pensate a quante volte probabilmente suonerete la prima facciata
del disco! (ma...PB)
La registrazione crea una scena sonora eccezionalmente ampia e
incredibilmente profonda, che in un certo senso innaturalmente
ampia e profonda se consideriamo la prospettiva nella sala, ben
lontana dal palco. Se siete seduti cos indietro nella sala non
potrete certo ottenere una prospettiva cos ampia come questa;
ma dopo tutto va bene perch si tratta di una registrazione; perlo-
pi una effettuata all'alba della stereofonia, caratterizzata dalle
'larghe' separazioni dei canali tipiche di quei tempi. Le dinamiche
sono estremamente ampie, le timbriche strumentali accurate, con
gli ottoni ben punteggiati e gli archi che hanno una lucentezza
setosa, ma presente. Le immagini degli strumenti sono delineate
perfettamente sulla scena, che ariosa e fluttua fuori dai diffuso-
ri, sempre che il vostro impianto sia capace di riprodurla. La tona-
lit generale ricca e calda, dato che l'acustica della sala a
dominare in una certa misura, riscaldando e ammorbidendo l'im-
magine sonora complessiva. Purtuttavia le percussioni, e in parti-
Ataulfo Argenta
London Symphony
ESPANA
DECCA LONDON
10 TITOLI OGNI MESE: 1 per ognuno delle seguenti categorie:
LP 33 classico / LP 33 non classico / LP 45 classico / LP 45 non
classico / SACD classico / SACD non classico / CD classico /
CD non classico / HI RES classico / HI RES non classico
Il nostro target: ben 500 titoli !!!
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Dischi per unisola
deserta
La tua lunga sofferente moglie
ti ha abbandonato su un'isola
deserta.
Ma ha avuto piet di te: ti ha
lasciato una copia dell'Inferno
di Dante e un lusso: l'impian-
to hi fi che non vuol pi vedere
in casa.
Per tenervi compagnia:
500 incisioni che i critici di AS
ti spediranno regolarmente.
Ecco la loro scelta: dischi
per unisola deserta.
dischi per unisola deserta
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colare le nacchere e altri strumenti ricchi di transienti sono
precisamente ed elegantemente riprodotti. Risaltano letteral-
mente sul palco in modo appropriato.
Alcuni miei conoscenti che avevano acquistato alcune ristam-
pe originali di classici effettuate da Bernie Grundman per
Classic Records e le avevano trovate un po' 'dure' e stridenti,
non devono preoccuparsi pi. L'aggiornamento effettuato alla
sua catena di mastering ha arricchito il suono senza scolorir-
lo o arrotondarne i transienti.
L'album singolo Speakers Corner, non masterizzato al
Berliner Studio, leggermente pi caldo e pi morbido di
quello di Bernie, tuttavia la sua dinamica espressiva e la riso-
luzione del dettaglio non reggono il confronto con il nuovo
doppio 45 giri. In tutti i casi, se gi possedete l'originale o
quello di Speakers Corner, e se non andate pazzi per questo
genere musica che, diciamocelo, pi da Festival di musica
classica leggera o da repertorio dei Boston Pops, forse non
necessario che lo acquistiate.
Se invece lo amate veramente (e per me cos) e volete
ascoltarlo in tutto il suo glorioso dettaglio e dinamica, o se non
avete alcuna edizione di questa registrazione, e desiderate
ascoltare un disco dal suono spettacolare che sia anche ricco
musicalmente, ebbene andrete sul sicuro con quest'album.
E' anche una melodiosa, ben orchestrata ed emozionante
selezione che costituisce un'eccellente introduzione alla
musica classica. Nell'originale edizione Decca inglese, il
nome di Chabrier scritto correttamente in tutta l'annotazio-
ne. L'edizione americana London lo scrive erroneamente una
volta come Charbrier. Questa ristampa ripete l'errore, e que-
sto l'unica inesattezza che ho trovato
Una ristampa superba! Michael Fremer / www. musicangle.
com
DISCOGRAFIA
Espaa
Argenta / London Symphony Orchestra
LP London / ORG CS6006/ORG 104
Doppio LP 45 giri, vinile 180 gr.
Prod: Erik Smith
Eng: Gordon Parry
Mixing: Gordon Parry
Mastering: Bernie Grundman
presso Bernie Grundman Mastering
www.soundandmusic.com
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Cover 03.qxp 11.8.2011 8:14 Page 1
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ay Out West uno dei capolavori di Sonny Rollins e
raggiunge due obiettivi: uno storico della discografia e
un disco che suona davvero bene. E questo anche gli
'antichi' lo sapevano, perch questo stato l'album con il quale
Mobile Fidelity Sound Lab ha iniziato nel 1984 la pubblicazione dei
suoi CD audiofili. Ma la striscia di formati audiofili lunga per que-
sto titolo che, oltre a numerose rimasterizzazioni 'popolari' pubbli-
cate su CD, in tempi recenti stato agguantato dalla Analogue
Productions. Analogue Productions ne ha fatto un LP 180 gr., un
doppio LP a 45 giri sempre ad alta grammatura e una versione digi-
tale nel formato SACD stereofonico, versione oggetto di que-
st'ascolto.
La registrazione (di studio) del 1957, il luogo Los Angeles e
questo far tirare un sospiro di sollievo ai detrattori dell'arte regi-
stratoria di Van Gelder che operava dall'altra parte dell'Oceano
La formazione sax pi ritmica: a guidare c' chiaramente il teno-
re di Sonny Rollins, sostenuto dalla splendida accoppiata di Ray
Brown al contrabbasso e Shelly Manne alla batteria. La tracklist di
questo SACD, oltre alla sequenza originale con sei brani, contiene
tre bonus track. Pi precisamente sono tre alternate track che arti-
sticamente non aggiungono granch, ma sono tutte accomunate
da una dinamica pi ampia e
una timbrica pi aggressiva
rispetto alle versioni originali.
L'impronta sonora di quest'al-
bum verso un suono aperto,
con tonalit appena fredde,
suoni tendenzialmente lucidi e
con una definizione dei timbri
strumentali accurata. C'
un'ottima dinamica e il detta-
glio ben definito e questa
definizione ruba un po' di spa-
zio all'ambienza. C' per un
'rimedio': ascoltare a volume
elevato. Oddio, non funziona
proprio nei termini di problema e rimedio, ma sicuramente il miglior
equilibrio tra le funzioni vitali di questa registrazione si trova a volu-
me elevato. A basso volume non una di quelle registrazioni che
pu fornire sensazioni autenticamente esaltanti (fanno eccezione le
tre bonus track che rendono bene anche a basso volume). La visio-
ne del soundstage riprende l'abitudine dell'epoca di utilizzare in
modo abbastanza selettivo la direzione trasversale: il sax a sinistra
a ore 10, contrabbasso al centro e batteria a destra a ore 2, que-
st'ultima con un'emissione puntiforme o poco pi. Sax e batteria
sono allineati davanti, mentre il contrabbasso suona un passo
indietro.
Lo strumento superstar di questo trio lapalissianamente il tenore
di Rollins, che oltre un'inventiva artistica e una tecnica sopra le
righe ha uno specchio acustico altrettanto valido. Il suono del suo
strumento intonatissimo, omogeneo nel fraseggio con tempi di
risposta rapidi. Rotondo, ma non rotondissimo, i suoi sono gli inter-
venti che illuminano e guidano il mood di ogni singolo momento e
questo avviene grazie ad un sound particolarmente incisivo, pene-
trante. La batteria ha bisogno di un po' di assuefazione: la scelta di
localizzarla stretta sul soundstage si porta dietro un fisiologico squi-
librio tra attacco e assenza di code verso il corpo e la profondit (i
primi due privilegiati a discapito dei secondi). Il suono del contrab-
basso ha un punch molto pronunciato: squadrato, ultra-stabile, gli
manca soltanto quella sensazione di essere ancorato a terra, sen-
sazione che affidata a quella sfumatura che conduce fino alla
soglia dell'udibile.
In definitiva, una registrazione di studio 'flat', dove non si cerca-
to niente di diverso dal suono tipico di dove la registrazione avve-
nuta. Non una registrazione 'reference' n tantomeno incriticabi-
le, ma con una sua caratteristica ben definita. Luca Buti
DISCOGRAFIA
Sonny Rollins
Way out West
SACD Analogue Productions CAPJ 7530 SA
(disponibile anche in vinile.
www.soundandmusic.com
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Sonny Rollins
WAY OUT WEST
SACD ANALOGUE
PRODUCTIONS
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LP 33 classico / LP 33 non classico / LP 45 classico / LP 45 non
classico / SACD classico / SACD non classico / CD classico /
CD non classico / HI RES classico / HI RES non classico
Il nostro target: ben 500 titoli !!!
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La tua lunga sofferente moglie
ti ha abbandonato su un'isola
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Ma ha avuto piet di te: ti ha
lasciato una copia dell'Inferno
di Dante e un lusso: l'impian-
to hi fi che non vuol pi vedere
in casa.
Per tenervi compagnia:
500 incisioni che i critici di AS
ti spediranno regolarmente.
Ecco la loro scelta: dischi
per unisola deserta.
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C
' una lunga storia dietro la scelta di questo disco. Nel '83
ero studente a Londra ed andavo spesso in un negozio di
hifi vintage. Un giorno mi misi a parlare di golf con un sim-
patico Giapponese. Si chiamava B Yamamura. Dal golf siamo
passati compact disc che era appena uscito sul mercato. Io mi
lamentai della durezza dal suono e B mi disse che aveva molto
a che fare con l'impedenza sbagliata e che poteva rimediare par-
zialmente aggiungendo un trasformatore al posto giusto. E cos
nacque un rapporto che vivo ancora oggi.
Un paio di settimane dopo fui invitato a casa sua e sentii un suono
che non avevo mai sentito prima: un suono totalmente sgrassato
con un dettaglio che non ho ancora oggi incontrato in un sistema
commerciale (non vero: il sitema top di Imai [Audio Tekne] mi ha
rcordato di questo suono). Ogni visita da B era una scoperta per-
ch le cose cambiavano quasi giornalmente (cio, B faceva con-
tinuamente degli miglioramenti). E proprio un giorno, quest'uomo
mi introdusse al mondo dei grandi Decca e il primo che ascoltai fu
proprio questo disco di Wagner.
Sono andato spesso a Covent Garden e quest'edizione mi riporta
sempre l. Non fu registra-
to l ma nella Sofiensaal di
Vienna. Non importa; il
bilanciamento orchestrale
molto ravvicinato e allo
stesso tempo c' aria, aria,
aria... La resa dei violini su
un buon impianto incre-
dibile: non ho mai sentito
una riproduzione di
un'opera dove i micro con-
trasti negli archi, tutti gli
archi, sono cos vivi, palpa-
bili, toccabili. Gli ottoni
hanno un'immediatezza da
far svenire e i legni suona-
no come se uno fosse accanto al direttore d'orchestra. La precisio-
ne degli attacchi tale che uno sente nei passaggi piani le corde
che creano le fondamentali. Normalmente ascoltiamo le note dopo
che l'arco ha toccato la corda - perch o la registrazione o l'impian-
to hifi o entrambi non riescono ad essere abbastanza veloci in ter-
mine di micro dinamica per ricreare questo primo staggio nella for-
mazione della nota musicale. Su un buon impianto l'effetto scon-
volgente.
Allora abbiamo raggiunto la perfezione? Audiofili, la perfezione
esiste solo nella mente dei distributori. Purtroppo ogni giorno mi
scontro con la realt audiophile che troppo spesso vuol dire la
ricerca del disco perfetto. Non esiste. Punto. L'incisione fu realiz-
zata nella Sofiensaal a Vienna nel 1957 e tutti i Decca della serie
SXL 2000 furono masterizzati con il sistema Half-Mastering, che
spiega in grande parte la carenza del basso profondo nei primi
Decca. Ma non importa: la fotografia sonora in stereo creata
dal "Decca Tree" ci fa dimenticare quel parametro anche se
avremmo sperato di pi in termine di basso profondo. All'inzio, per
esempio, c' una successione di crescendo e di decrescendo
seguiti di nuovo da un crescendo negli archi bassi con i viola: non
ho mai ascoltato su vinile un effetto cos drammatico.
E se odiati l'opera? Non fa niente. Il doppio album di
Knappertsbusch sempre stata un'arma secreta nelle mie demo
al Top Audio. Ogni volta che ho fatto ascoltare l'inizio (che descri-
ve una tempesta) non c' mai stato un audiofilo che si alzato e
che ha lasciato la stanza. Anzi, c' sempre stato un no, no no"
quando dovevo passare ad un altro disco. Perch? La risposta
la Flagstad: il timbro, la ricchezza nel registro basso della sua
voce di soprano, pazzesco. Mi piace guardare le reazioni degli
audiofili appena che lei entra in scena: sulle facce di tutti, gli occhi
quasi dilatati dall'effetto di una voce cos mai sentita. Pensate
che esagero? John Culshaw nel suo ritratto Putting The Record
Straight descrive la reazione dei Wiener Philharmoniker quando la
Knappertsbusch
WAGNER
VALKIRIE, ATTO 1
CD DECCA HISTORIC
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La tua lunga sofferente moglie
ti ha abbandonato su un'isola
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Ma ha avuto piet di te: ti ha
lasciato una copia dell'Inferno
di Dante e un lusso: l'impian-
to hi fi che non vuol pi vedere
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Decca incise la sua prima entrata nel Rheingold. I microfoni per la
Flagstad erano dietro l'orchestra: "'At about 16.20 that afternoon
we made our first test of the opening of the second scene and when
Flagstad sang her fist line - 'Wotan! Gemahl! erwache!' - the entire
orchestra turned round to gape in amazement, so extraordinary
was the authority and power of her voice'. ['Verso le 16.20 di quel
pomeriggio facemmo il nostro primo test per l'inizio della Scena 2 e
quando la Flagstad cant le sue prime parole - "Wotan! Gemah!
Erwache!" - l'intera orchestra si gir a bocca aperta, incredula, per
quanto erano straordinari l'autorit e il potere della sua voce']
E raro di trovare un'interpretazione e un'incisione di questa qualit.
Una volta al Top Audio c'era il proprietario ed ingegnere Capo della
Channel Classics il quale incide SOLO in digitale. Appena finito il
brano, era seduto davanti a me, si alz di un colpo e disse "AN
EXTRAORDINARY RECORDING". Stessa reazione a Monaco
dove facevo una demo su i grandi Decca nella stanza di Audio
Tekne. Vedevo Imai molto silenzioso. Dopo l'ascolto dell'inizio del
brano venne a trovarmi e mi disse "VELY GOOD, VELY, VELY
GOOD" (i Giapponesi riescano male a pronunciare le "r" - very
good).
Questa performance disponibile su due formati: CD e vinile. La
versione in vinile su Internet vi coster circa 200 Euro (stampa ori-
ginale Decca inglese, "Original Recording"). Ma le edizioni in CD
non suonano male. Questo vecchio Decca ha bisogno di un eccel-
lente impianto per sfruttare tutte le sue potenzialit: meglio l'impian-
to, pi straordinario sar la resa. Pierre Bolduc
DISCOGRAFIA
Wagner, Die Valkirie, Atto !. Kirsten Flagstad, Set Svanholm,
Otto Edelmann, Arnold van Mill, Wiener Philharmoniker,
Hans Knappertsbusch.
CD:
Decca Historic 425 963-2.
Decca Eloquence 480 189 2. (doppio cofanetto con Atto 3
diretto da Solti ma di qualit tecnica inferiore al disco di
Knappertsbusch)
LP:
Decca, 2 LP, SXL 2074/75 (stereo);
Decca, 2LP, LXT 5429/30 (mono, vely good)
Ristampa King Records (non pi disponibile, da comprare
su Internet): KICC 2105
Esiste anche un'altra ristampa ma che non conosco:
Decca/Polygram POCL 4521.
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l presente spazio virtuale della nostra rivista, ci offre l'opportu-
nit di ritornare su un album che, forse, non tutti hanno avuto
modo di ascoltare ed apprezzare. Un'opera difficile e corag-
giosa. Del resto non dissimile da quanto gi pubblicato dal fiati-
sta inglese Evan Parker. Questo, varcata la soglia del ventesimo
secolo, rimane uno degli ultimi e pi vitali baluardi dell'avanguar-
dia jazzistica inglese. Partito negli anni sessanta come uno dei
portavoce del sound di Coltrane in terra d'albione, negli anni suc-
cessivi Parker riusc, infatti, a sviluppare un suono personale
ricco di sperimentalismi. Egli fu uno dei primi europei ad adotta-
re la respirazione circolare, ad impiegare gli armonici e i suoni
meno ortodossi del sassofono. La sua presenza in ensemble
come i Brotherhood of Breath, i Globe Unity e la London Jazz
Composero Orchestra, le sue collaborazioni con Derek Bailey e
Paul Lytton appartengono alla storia della musica jazz contempo-
ranea e non solo. L'opera in questione, ci propone un Parker in
piena forma, cos come era stato per gli ultimi suoi lavori del
tempo. Lo staff che lo seguiva, oltre alla presenza del fidato
Lytton, vedeva la parte-
cipazione dell'italiano
Walter Prati al lap top,
gi suo collaboratore in
altre produzioni ECM. Le
composizioni, dal suono
teso e sottile, dalle
armonie improvvisate e
dalle trame impalpabili,
ci mostrano ancora
adesso come Parker sia
un artista sempre in
movimento, perfetta-
mente a suo agio con
l'elettronica e ancora in
grado di comunicare
attraverso la propria musica. Pur trattandosi di una registrazione
dal vivo, l'apporto del pubblico risulta quasi inesistente. Si avver-
te, invece, quella tipica energia sonora che scaturisce dall'im-
provvisazione, quando l'interplay diventa qualcosa di magico.
Non di meno, la presente incisione letteralmente giocata sul
parametro della dinamica, per via dei forti contrasti fra pianissimi
e fortissimi. In effetti, il palcoscenico sonoro risulta di difficile let-
tura, per via dei molti suoni elettronici impiegati, assieme a quel-
li acustici. Tuttavia, nonostante sia difficoltoso riconoscere ogni
singolo strumentista, il dettaglio, che di ottimo livello, viene in
soccorso dell'ascoltatore. Le singole sonorit, infatti, appaiono
curate fin nei particolari, senza lasciare niente al caso. Se, per-
tanto, non possiamo parlare certamente di un'incisione dal detta-
glio radiografante, ci troviamo di fronte tuttavia ad un CD in cui
tutti gli eventi sonori sono perfettamente elaborati. Il bilanciamen-
to appare molto equilibrato, con alti arrotondati
e bassi molto profondi, senza alcuna zona
d'ombra. L'impatto della musica di Evan
Parker e del suo ensemble, anche per que-
sto, esce fuori in tutta la sua complessit,
consegnando all'ascoltatore attento un CD
di non semplice ascolto, ma dalla concezio-
ne pienamente audiophile. Simone
Bardazzi
DISCOGRAFIA
The Eleventh Hour, Evan Parker
& the Electro-Acustic Ensemble
CD ECM 1924 9870854
Live recording. Reg: Centre for Contemporary Arts,
Glasgow, novembre 2004.
Prod: Steve Lake. Eng: Steve Lowe
www.ducalemusic.it
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Evan Parker &
Electro Acustic
ELEVENTH
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classico / SACD classico / SACD non classico / CD classico /
CD non classico / HI RES classico / HI RES non classico
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uesto mese, stiamo parlando molto di Decca, allora perch
non consigliare un grande RCA inciso dalla Decca uscito
sul catalogo Living Stereo!
Negli anni cinquanta la RCA (RCA Living Stereo) aveva un accor-
do con la Decca:
- La Decca London (London soltanto negli USA) era distribuita negli
Stati Uniti dalla RCA;
- L'etichetta RCA era distribuita in Europa dalla Decca;
- La Decca London registrava artisti esclusivi RCAin Europa sia per
l'etichetta Decca London sia per l'etichetta RCA.
Questo spiega perch tanti grandi classici in LP della Living Stereo
furono registrati dalla Decca.
Fra questi - che sono poi diventati classici audiophile - pensiamo a
Venice, Witches' Brew, Ballet Music from the Opera: tutti incisi dagli
ingegneri inglesi della Decca! Come sono molto conosciuti, vorrei
presentarvi un altro titolo particolarmente ben riuscito dagli Inglese
ed anche apparso su Living Stereoi: Fritz Reiner che dirige Till'
Eulen Spiegel e Morte e Trasfigurazione di Richard Strauss.
Ledizione proposta non da confondere con le versioni che Reiner
registr alcuni anni dopo con la Chicago Symphony Orchestra,
anche queste emesse su
catalogo Living Stereo. Quasi
tutti gli audiofili conoscono la
famosa lettura di Also Sprach
Zarathustra con la Chicago
diretta da Reiner e queste
due incisioni sono allo stesso
livello qualitativo. Anzi, direi
che solo Toscanini ha regi-
strato uno Till con la stessa
creativit interpretativa:
umore, ironia, tensione, c'
tutto. Ed anche Morte e
Trasfigurazione, un'opera dif-
ficile da non banalizzare,
diventato un classico della discografia; le ultime pagine, della trasfi-
gurazione, uno dei momenti pi commoventi della letteratura
musicale classica.
Per quanto riguarda il suono, si tratta di un tipico Decca met anni
cinquanta. La presa del suono di una trasparenza eccezionale:
tutto a portata di mano e sembra quasi di essere sul podio con
Reiner. Come tutti i Decca viennesi il basso profondo manca un po'
di spessore, ma la linea dei bassi d'altronde di una limpidezza
esemplare. Ill suono vivo, chiaro, immediato.
Ho confrontato ledizione originale Living Stereo: la RCA ha equa-
lizzato parecchio e compresso ancora di pi i nastri Decca e il risul-
tato non brillante: ne rimane un suono 'liscio', abbellito e un p
artificiale.
Un altro mondo ledizione CD, frutto di un remastering
24bit/96kHz che la Decca fece per la serie 'Legends.' Ho anche il
nastro 2-track della RCA ma non suona bene come l'edizione
Legends. Si vede che la RCA ha messo le mani sull'equalizzatore
anche per il formato bobine.
Esiste anche una versione vinile Decca Eclipse, una serie budget
price che risale alle anni settanta. Ma anche qui la versione cd
superiore in termine di dinamica, estensione, punch e bilanciamen-
to tonale. Per chi alla ricerca di ristampa 180gr fino a che sappia
esiste solo un'edizione della Classic Records che purtroppo non
conosco. So che esiste anche in edizione 45 giri, sempre dalla
Classics. Come la Classic ha avuto accesso e usato le fonte della
Decca consiglierei di cercare sulla rete una copia. Si trovano abba-
stanza facilmente. Il rimastering Decca Legends rimane per me la
prima opzione. Pierre Bolduc
DISCOGRAFIA
Strauss, R. Till, Morte e Trasfigurazione, Wiener
Philharmoniker, Fritz Reiner.
CD: Decca Legends 467 122 2.
LP: RCA Living Stereo LSC 2077
LP: Classic Records/RCA Living Stereo,
edizioni 33 e 45 giri LSC 2077
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Fritz Reiner / Wiener
Philharmoniker
RIC HARD
ST RAUSS
DECCA LEGENDS
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CLICCA CLICCA QUI QUI per sentire Reiner dirigere per sentire Reiner dirigere T Till Eulen ill Eulen
Spiegel ( Spiegel ( versione mono 1950). versione mono 1950).
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classico / SACD classico / SACD non classico / CD classico /
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ti ha abbandonato su un'isola
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lasciato una copia dell'Inferno
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DAVID RUSSELL
DAVID RUSSELL
chitarrista e
chitarrista e
protagonista
protagonista
del CD TELARC
del CD TELARC
Allegato
Allegato
UDIOPHILE
VINILE
VINILE
HI-Q RECORDS HI-Q RECORDS
4 nuovi titoli 4 nuovi titoli
45 GIRI 45 GIRI
Ella Swings Lightly Ella Swings Lightly
& Brahms: Concerto n.1 & Brahms: Concerto n.1
su ORG su ORG
A
PLA PLAYBACK: YBACK:
LETTORE MPS 3
ZYX: ZYX: TESTINA
OMEGA DIAMOND
ET ETALON: ALON: AMPLIFI
CATORE SUPRAMPLI
47 LAB: 47 LAB: PRE
PHONO SHIGARAKI
SACD
SACD
LSO Live e LSO Live e
EMI Signature EMI Signature
LIQUID MUSIC
LIQUID MUSIC
Saxophone Colussus Saxophone Colussus
DVD, BLU-RAY
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Thielemann dirige Thielemann dirige
Beethoven Beethoven
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NUMERO NUMERO 1 116 16 / / MAGGIO 2012 MAGGIO 2012 periodicit mensile periodicit mensile EURO 9,00 EURO 9,00
AUD 1 AUD 116 16
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GUITAR
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David Russell, guitar
CD TELARC
ALLEGATO
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TELARC
DAVID RUSSELL
Chitarrista e
protagonista del nostro
CD allegato a AS 116
The Grandeur of the Baroque
Baroque music by Bach, Handel,
Couperin and Weiss
2012 Telarc International - TEL-33223-02
Isaac Albniz
Spanish Music For Classical Guitar
2011 Telarc International - 32712-02
Sonidos Latinos
Guitar Music of Latin America
2010 Telarc International - 31979-02
For David
A recording of guitar pieces dedicated to David.
2009 Telarc International - 80707
Air on a G String
Baroque masterpieces by Bach, Couperin,
Saint-Luc, Weiss.
2008 Telarc International - 80693
Art of the Guitar
Some of the best known guitar pieces
2007 Telarc International - 80672
Renaissance Favorites for Guitar
Collection of Renaissance music
2006 Telarc International - 80659
Spanish Legends
Spanish Music for Guitar
2005 Telarc International - 80633
Aire Latino
Latin American Music for Guitar
2004 Telarc International - 80612
47th Annual GRAMMY award winner
David Russell plays Bach
2003 Telarc International - 80584
Reflections of Spain
Spanish Favorites for Guitar
2002 Telarc International - 80576
David Russell plays Baroque Music
Loeillet, Vivaldi, Haendel, Scarlatti
2001 Telarc International - 80559
Music of Giuliani
1999 Telarc International - 80525
Message of the Sea
Celtic Music for Guitar
1998 Telarc International - 80492
Rodrigo Concertos
1997 Telarc International - 80459
Conductor: Erich Kunzel
Music of Federico Moreno Torroba
1996 Telarc International - 80451
Music of Barrios
1995 Telarc International - 80373
Guitare Qubec 94
1994 Doberman-Yppan, Canada DO 179
Conductor: Leo Brouwer
Trrega: Integral de Guitarra
1991 Opera Tres, Spain 2CD 1003/4
Haendel, Bach, Scarlatti
Baroque Music
1989 GHA, Belgium - 126006
19th Century Music
Aguado, Coste, Broca, Mertz, Regondi
1987 - GHA, Belgium - 126002
Mario Castelnuovo-Tedesco
Raphaella Smits, guitar &
Jos Van Immerseel, piano
1985 LP - Academix, Belgium AX-850218
D.Milne Guitar concerto
The Chamber Music Players of London
1984 LP - Phoenix Record DGS-1030
Guitar duets
Sor, Kaufman - Raphaella Smits, guitar
1983 PL 0008 - LP Sabam, Belgium
David Russell Plays Antonio Lauro
Guitar Master Records, England
1980 LP / GMR-101-93-CD
Something Unique
Aguado, Castelnuovo-Tedesco, Haug, Sojo
1979 LP - Overture Records, Canada OR-1001
Double bass and guitar
Music for double bass and guitar
1978 LP Festival - FC501, England
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le discografie
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Intervista con
David Russell &
Guida allascolto su AS 116
recensito in AS 116 nella
rubrica Recensioni / CLASSICO
CD TELARC TELARC allegato a
Audiophile sound n.116
TELARC distribuito in Italia da:
www.soundandmusic.com
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Potete fare il download
del numero in corso
e di
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annuale
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EMI
SIGNATURE
COLLECTION
I titoli del
progetto SACD
della EMI
I PRIMI 10 TITOLI GIA PUBBLICATI
1. Elgar & Delius
Elgar, Concerto per violoncello, Jacqueline du Pr, London Symphony
Orchestra, Sir John Barbirolli
Elgar, Sea Pictures, Dame Janet Baker, London Symphony Orchestra,
Sir John Barbirolli
Delius, Songs of Farewell, Royal Choral Society, Sir Malcolm Sargent
Delius, Concerto per violoncello, Royal Philharmonic Orchestra, Sir
Malcolm Sargent
SACD ibrido, EMI 9559052
2. Mendelssohn & Schumann
Mendelssohn, Ouverture Hebride, Sinfonia n. 3 (Scozzese) e 4
(Italiana)
Schumann, Sinfonia n. 4
Philharmonia Orchestra, Otto Klemperer
2 SACD ibridi, EMI 9559102
3. Debussy
Debussy, Prludes - Libri 1 & 2 (24, complete), Images pour piano -
Libri 1 & 2, Pour le piano, etc
Walter Gieseking, piano
4 SACD ibridi, EMI 9559172
4. Giuseppe Di Stefano
Neapolitan Songs,
2 SACD ibridi EMI 9559262
5. Mozart
Mozart, Le ultime sei sinfonie
New Philharmonia Orchestra, Otto Klemperer
3 SACD ibridi EMI 9559311
6. Liszt
Liszt, Studi trascendentale, Mephisto valzer n. 1, Etude de concert n.
2, Rapsodie ungherese, S244, 1-19
Georges Sziffra, piano
3 SACD ibridi, EMI 9559622
7. Beethoven & Brahms
Beethoven, Triplo Concerto, Richter, Rostropovich, Oistrakh, Berliner
Philharmoniker, Karajan
Brahms, Doppio Concerto per violino e violoncello, Oistrakh,
Rostropovich, Cleveland Orchestra, Szell.
2 SACD ibridi, EMI 9559782
8. Schubert Lieder
Schubert, Der Wanderer ed altri lieder
Dietrich Fischer-Dieskau, baritono, Gerald Moore, piano
4 SACD ibridi EMI 9559692
9. Bruckner
Bruckner, Sinfonie n. 8, n. 9
Wiener Philharmoniker, Carl Schuricht
2 SACD ibridi EMI 9559842
10. Dvorak, Grieg & Schumann: Piano Concertos
Dvorak, Concerto per pianoforte, op. 33
Sviatoslav Richter, piano
Bayerisches Staatsorchester Munchen, Carlos Kleiber
Grieg, Concerto per pianoforte, op. 16
Schumann, Concerto per pianoforte, op. 54
Sviatoslav Richter, piano
Orchestre National de l'Opra de Monte-Carlo, Lovro von Matacic
2 SACD ibridi EMI9559892
PROSSIMI TITOLI E DATE DI PUBBLICAZIONE
IN GIAPPONE
Vi prego di notare che i titoli sono tutti single; non ci sono cofanet-
ti perch ogni distributore (paese) ha una sua propria strategia di
marketing. L'obbiettivo nostro di farvi conoscere i titoli che
dovrebbero essere pubblicati in Europa.
Release: December 7
Mozart: Symphony No. 36 No. 35; Klemperer, dir. TOGE-12001
Mozart: Symphony No. 40 No. 41; Klemperer, dir. TOGE-12002
Berlioz: Symphonie Fantastique; Munch, dir. TOGE-12003
Mendelssohn: Scottish Symphony No. 3; Klemperer, dir. TOGE-12004
Mendelssohn: Italian. Schumann: Symphony No. 4; Klemperer, dir.
TOGE-12005
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Per leggere i
commenti di Pierre Bolduc
sul progetto,
vedete larticolo
apparso su AS 116
Mendelssohn: Ouverture Hebride,
Sinfonia n. 3 Scozzese e n. 4
Italiana
Schumann: Sinfonia n. 4
Otto Klemperer, dir.
RECENSITO SU AS N. 116
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A Tribute to Young
Louis
Arrangiamenti jazz della
musica di Louis Armstrong
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CD AUD 013
Super Test CD 2:
Film Music and Special
Effects
I classici del cinema con
Eric Kunzel e i Cincinbati Pops

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Bruckner: Symphony No. 9, Schuricht, dir. TOGE-12006
Dvork: Symphony No. 8, Szell, dir. TOGE-12007
Mahler: Symphony No. 5, Tennstedt, dir. TOGE-12008
Mahler: Das Lied von der Erde, Klemperer, dir. TOGE-12010
Mahler: Symphony No. 9, Barbirolli, dir. TOGE-12011
Mendelssohn: A Midsummer Night's Dream, Klemperer, dir. TOGE-
12012
Tchaikovsky: The Nutcracker, Previn, dir. TOGE-12013
Beethoven: Triple Concerto. Richter. TOGE-12015
Rachmaninoff: Piano Concerto No. 2. Alexis Weissenberg. TOGE-12016
Brahms: Violin Concerto, Double Concerto; David Oistrakh. TOGE-
12017
Schumann and Saint-Saens: Cello Concertos; Jacqueline Du Pr. TOGE-
12018
Dvork: Cello Concerto; Jacqueline Du Pr. TOGE-12019
Elgar: Sea Pictures. Cello Concerto. Jacqueline Du Pr. TOGE-12020
Delius: Before dawn; Song of farewell; Cello Concerto; Jacqueline Du
Pr. TOGE-12021
Mozart: Horn Concertos; Dennis Blaine. TOGE-12022
Chopin: Waltzes No. 14 & No. 1; Dinu Lipatti. TOGE-12023
Lord Joy of Man's Desiring. Dinu Lipatti. TOGE-12024
Chopin: Scherzo Ballads Collection. Samson Franois. TOGE-12025
Chopin: Preludes, Impromptus. Samson Franois. TOGE-12026
Chopin: Polonaise; Samson Francois (11 tracks). TOGE-12027
Chopin: Nocturnes. Samson Franois. TOGE-12029
Chopin: 10 Etudes; Samson Franois. TOGE-12031
Chopin: Waltzes (14 songs); Samson Franois. TOGE-12032
Liszt: Virtuoso etudes; Jorge Cziffra. TOGE-12033
Liszt Gallery: Hungarian Rhapsodies. Jorge Cziffra.TOGE-12034
Debussy: Preludes (Walter Gieseking. ) TOGE-12036
Debussy: Piano for the second hand; first album / video prints. Walter
Gieseking: TOGE-12037
Debussy: / Gieseking other etudes (Walter) TOGE-12038
Debussy: / Gieseking other two arabesque dream Bergamasque Suite
(Walter) TOGE-12039
Bach: Cello Suites; Pablo Casals. TOGE-12040
Beethoven: Missa Solemnis; Otto Klemperer. TOGE-12042
Brahms: German Requiem. Otto Klemperer. TOGE-12043
Richard Strauss: Four Last Songs. Elisabeth Schwarzkopf. TOGE-12044
Song Recital (Tosti, etc.) Giuseppe di Stefano. TOGE-12045
O 'Sole Mio. Giuseppe di Stefano. TOGE-12046
Release Date January 18, 2012
Mozart: "Prague" Symphony No. 38 / No. 39. Otto Klemperer. TOGE-
12047
Bruckner: Symphony No. 8 Carl Schuricht. TOGE-12048
Dvork: From the New World Symphony No. 9. Karajan. TOGE-12049
Tchaikovsky: No. 5, No. 6 Pathetique Symphony, No. 4. Karajan. TOGE-
12050
Rachmaninoff: Symphony No. 2 . Andre Previn. TOGE-12053
Sibelius. Sir John Barbirolli. TOGE-12054
Grieg & Schumann: Piano Concertos.Richter. TOGE-12055
Dvork: Piano Concerto. Richter. TOGE-12056
Ravel: Piano Concerto for the Left Hand. Samson Franois. TOGE-12057
Tchaikovsky: Piano Trio. Itzhak Perlman. TOGE-12058
Recital. Funeral Besanon. Dinu Lipatti. TOGE-12059
Schumann: Fantasia Beethoven: Tempest Piano Sonata No. 17. Richter.
TOGE-12060
Debussy: Complete Piano Music. Samson Franois. TOGE-12061
Ravel: Complete Piano Music. Walter Gieseking. TOGE-12065
Perlman Plays Kreisler. TOGE-12067
Recital: Schwarzkopf, Mozart Songs. TOGE-12068
Dietrich Fischer Dieskau. Schubert Lieder. First album. TOGE-12069
Dietrich Fischer Dieskau. Schubert Lieder. Second album. TOGE-12070
Dietrich Fischer Dieskau. Schubert Lieder Vol. 3. TOGE-12071
Dietrich Fischer Dieskau. Schubert Lieder. Fourth album. TOGE-12072
Release: February 15, 2012
Schubert: Unfinished. Haydn: Symphony London. Karajan. TOGE-
12073
Schubert: Rosamunde. Symphony No. 9. Karajan. TOGE-12074
Schumann: Manfred Overture; Symphony No. 1. Klemperer. TOGE-
12075
Schumann: Overture Genufa. Symphony No. 2. Klemperer. TOGE-
12076
Schumann: Faust Overture, Symphony No. 3. Klemperer. TOGE-12077
Mahler: Symphony No. 7 .Song of the Night. Klemperer. TOGE-12078
Karajan conducts Wagner. TOGE-12080
Karajan conducts Wagner / Karajan Collection 2. TOGE-12081
Bizet: Carmen Suite Suite Suite No. 2. Andre Cluytens. TOGE-12082
Tchaikovsky: Swan Lake. Andr Previn. TOGE-12083
Elgar: Enigma Variations. Vaughan Williams: Variations on a Theme. Sir
Adrian Boult. TOGE-12085
Debussy: Complete Orchestral Pieces. Jean Martinon. TOGE-12086
Holst: The Planets. Sir Adrian Boult. TOGE-12090
Ravel: Chloe.First album Daphnis and Orchestral. Andre Cluytens.
TOGE-12091
Ravel: Ma mre loye. Cluytens. TOGE-12093
Ravel: Pavane pou un enfante dfunte. Sur le tombeau de Couperin.
Andre Cluytens. TOGE-12094
Schumann, Grieg: Piano Concertos. Dinu Lipatti. TOGE-12095
Beethoven: Violin Concerto. Cluytens. TOGE-12096
Richter in Italy: Schumann: Piano Sonata. Richter. TOGE-12097
Release: March 14, 2012
Schumann: Complete Symphonies. Wolfagang Sawallisch. TOGE-12098
Dvork: Symphony No. 9 From the New World. Klemperer. TOGE-
12101
Saint-Saens: Carnival of the Animals. Georges Pretre. TOGE-12102
Debussy: Prelude laprs-midi dun faune. Ravel: Bolero. Karajan.
TOGE-12103
Ravel: Sur le tombeau de Couperin. Karajan. TOGE-12104
Ravel: Daphnis and Chloe Suite No. 2 Spanish Rhapsody Bolero. Charles
Munch. TOGE-12105
Honegger: Symphony No. 2. Ravel: Piano Concerto. Charles Munch.
TOGE-12106
Chopin: Piano Concerto No. 1. Samson Franois. TOGE-12107
Chopin: Piano Concerto No. 2. Samson Franois. TOGE-12108
Tchaikovsky: Piano Concerto No. 1 . Alexis Weissenberg. TOGE-12109
Beethoven: Violin Concerto. Yehudi Menuhin. TOGE-12110
Haydn: Cello Concerto in C major. Boccherini: Cello Concerto.
Jacqueline Du Pr. TOGE-12111
Haydn: Cello Concerto in D major. Jacqueline Du Pr. TOGE-12112
Dvork: Cello Concerto. Saint-Saens: Cello Concerto No. 1.
Rostropovich. TOGE-12113
Chopin: Cello Sonata. Jacqueline Du Pr. TOGE-12114
Brahms: Cello Sonatas No. 1, No. 2. Jacqueline Du Pr. TOGE-12115
Mendelssohn: Songs. Walter Gieseking. TOGE-12116
Faure: Complete Nocturnes. Eric. TOGE-12117
Schubert: Recital, Songs. Elisabeth Schwarzkopf. TOGE-12119
Schumann: Schwarzkopf. TOGE-12120
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le discografie
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Passate una giornata con Pierre Bolduc a Salerno. Unesperienza indimenticabile come tutti coloro che hanno gi
partecipato allevento hanno commentato.
Audiophile Sound e Pierre Bolduc stanno organizzando una serie di Masterclass da tenere questa estate a
Salerno, nella nostra sala di ascolto di 95 metri quadrati, a cinquanta metri dal mare.
Utilizzando alcuni dei migliori impianti che si possono trovare nel mondo, Pierre Bolduc vi
accompagner in un affascinante viaggio nel mondo della riproduzione audio che inizia
nell'era del mono (master EMI di 78giri riversati su nastri 38cm/s) e che finisce nell'era
digitale. Inoltre, ci sar una valutazione obiettiva del nascente mondo della musica
cosiddetta liquida: un confronto fra master e rimasterizzazioni a 24bit/96Khz e a 24bit/176Khz utilizzando i pi
notevoli convertitori disponibili sul mercato oggi.
Il Masterclass dura unintera giornata e comprende demo di master di classica, jazz, blues e leggero delle pi
grandi case discografiche di ieri e di oggi. In pi, i partecipanti hanno la possibilit di valutare con PB un compo-
nente hifi; i commenti non editi saranno poi pubblicati sulla rivista: un approccio inusuale nel mondo della stam-
pa
Ogni gruppo conta di non pi di 8/9 persone. Il costo per persona di 110 Euro e
comprende aperitivo, pranzo ed English Tea! Chi vuol dormire a Salerno pu sfruttare dei prezzi convenzionati
che abbiamo con il Grand Hotel (4 Stelle sul mare) situato a 500 metri dalla sala dascolto ed a 5 minuti a piede
dalla stazione ferrovia centrale di Salerno. Per chi viene con il treno rimborseremo il costo del taxi dalla ferrovia
alla sala dascolto.
Un certificato firmato da Pierre Bolduc sar rilasciato a ciascun partecipante. Vi
promettiamo una giornata davvero indimenticabile!
Le prossime Masterclass Le prossime Masterclass si terranno durante i mesi di luglio ed agosto
Per ulteriori informazioni sulle date delle prossime Masterclass, contattare:
Pierre Bolduc Luned - Venerd ore 8.00-21.00; tel: 089-726443 & 392.8506715
Masterclass
di Audiophile sound
Un giorno con Pierre Bolduc
pagina
interattiva
THE
THE
HRX
HRX
experience
experience
su
REFERENCE
RECORDINGS
allegato a allegato a e-magazine e-magazine n.1 n.1
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Dal prossimo numero B Yamamura,
Tom de Paravcini e Neil Patel
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