CAPITOLO 1 1.1 Fonetica e scienza del linguaggio La fonetica (dal greco phon, "voce, suono") la scienza che studia la voce o i suoni prodotti e percepiti dagli esseri umani per comunicare verbalmente. Idealmente, il processo comunicativo audioverbale si articola in tre fasi: 1) ideazione e produzione del messaggio ) trasmissione del messaggio in un mezzo !) ricezione e interpretazione del messaggio. La fonetica va dal momento in cui gli organi del parlante si mettono in movimento a "uello in cui l#orecchio dell#ascoltatore ha trasformato gli impulsi meccanici in impulsi nervosi. In senso pi$ ampio, essa non pu% non considerare che a monte della produzione fonica e a valle della percezione uditiva esiste una complessa attivit& neuropsicologica e cognitiva. 1. A!ticolazione della "onetica La fonetica deve tener conto di almeno tre punti di vista: #1..1$ Fonetica a!ticolato!ia La descrizione del processo di produzione di suoni linguistici (detti "oni) l#oggetto della fonetica articolatoria. 'ssa: a) descrive l#anatomia degli organi preposti alla produzione, l# a%%a!ato "onato!io. b) studia e descrive la "onazione, il processo attraverso il "uale produciamo i foni. c) fornisce i criteri e i termini per classificare i foni. #1..$ Fonetica acustica L#oggetto della fonetica acustica la descrizione della consistenza fisica dei foni e della loro %!o%agazione in un mezzo (generalmente l#aria). '# un#applicazione della fisica acustica. #1..&$ Fonetica uditi'a e %e!cetti'a Il suo oggetto la descrizione dei processi della %e!cezione dei foni a) descrive l#anatomia dell#apparato uditivo b) descrive il modo in cui l#impulso meccanico viene analizzato dall#orecchio e trasformato in impulso neurale che il sistema nervoso trasmette al cervello. c) studia e descrive i processi di categorizzazione dei suoni percepiti. #1..($ Integ!azione delle "onetic)e (ueste tre fonetiche non sono per% autonome, se l#obiettivo di "uesti studi la conoscenza del ruolo della voce nel processo di comunicazione audioverbale in "uanto tale e nella sua complessit&, esse devono integrarsi profondamente. 1.& Pa!lato e sc!ittu!a #1.&.1$ Pa!lato e sc!ittu!a La comunicazione audioverbale avviene attraverso la produzione e la percezione di blocchi fonici di varia grandezza, modellati al loro interno da una certa intonazione, da variazione di velocit&, dalla posizione degli accenti, e a volte delimitati da due pause. )olti parlanti appartenenti ad una comunit& che usa una scrittura alfabetica sono convinti, a torto, che il parlato si presenti all#incirca come lo scritto. In realt&, l#analisi fonologica mostra che ciascun blocco comunicativo parlato un continuum in cui non solo a volte molto difficile individuare i confini tra i singoli foni e le singole parole, ma in cui si osserva anche come la realizzazione dei foni sia sempre molto variabile, e come essi si influenzino a vicenda. L#analisi fonetica mostra infine come la %!osodia, cio l#insieme dei fenomeni come pause, variazioni di velocit& dell#elo"uio, variazioni di altezza e di volume, svolga un ruolo importantissimo nella scansione del messaggio, mentre la scrittura da della prosodia solo una rappresentazione parziale e sommaria. #1.&.$ I%e!a!ticolazione e i%oa!ticolazione I suoni che produciamo "uando parliamo, e che i nostri interlocutori percepiscono, possono essere prodotti e percepiti in condizioni profondamente diverse. La "ualit& articolatoria, fisica e percettiva dei suoni che vendono prodotti pu% variare nelle varie situazioni: il parlato pi$ accurato e scandito viene detto iperarticolato , "uello pi$ informale e trascurato viene detto ipoarticolato . Il parlato iperarticolato, al contrario dell#altro, richiede a chi parla molto lavoro, molta attenzione e molto controllo ma di pi$ facile interpretazione per chi ascolta. *gni parlante sceglie (+ o , consapevolmente) il livello di articolazione che giudica pi$ adeguato alla situazione in cui si trova a parlare: se ritiene che il suo interlocutore abbia gi& informazioni su "uello che gli vuole dire, sceglier& una forma tendente alla ipoarticolazione, assumendo che l#ascoltatore, nell#interpretare il messaggio foneticamente povero, ricorra a informazioni esterne come mimica e gesti. 1.( Le %!atic)e in "onetica La pratica pi$ fre"uente in fonetica "uella di osservare "uasi esclusivamente il parlato che tende alla iperarticolazione, nel "uale sono certamente pi$ evidenti le caratteristiche ideali dei suoni. -er%, il ricorso a "uesti tipo di parlato comporta anche molti svantaggi: si pu% osservare che il ricorso a materiali prodotti ad hoc introduce una circolarit& nella ricerca, diventa una forma di parlato che risente moltissimo delle condizioni artificiali in cui prodotto. .a molto tempo si osserva un#attenzione sempre crescente per le manifestazioni del parlato spontaneo, la cui raccolta e descrizione sono per% estremamente pi$ difficili, poich/: a) difficile ottenere registrazioni di buona "ualit& in contesti privati o in situazioni sfavorevoli per la presenza di rumori esterni0 b) necessario evitare che i parlanti siano consapevoli della presenza di un osservatore o di un microfono0 c) necessario disporre di grandi "uantit& di materiali parlati per consentire un trattamento statistico dei fenomeni che interessa studiare0 1el parlato spontaneo si osserva spesso infine una destrutturizzazione del segnale, che consiste in: a) velocit& di elo"uio variabile e spesso molto alta0 b) forte variabilit& dei foni e loro riduzione0 c) tendenza all#omissione di segmenti della se"uenza, con la caduta di interi foni o "ualche volta di intere sillabe. Il parlato articolato rappresenta in effetti una sorta di archivio di riferimento0 ce ne serviamo consapevolmente "uando il nostro interlocutore non ha capito e noi ripetiamo in modo scandito0 inconsapevolmente, lo usiamo "uando, ad esempio dovendo trascrivere un testo orale, ne ricostruiamo mentalmente la forma iperarticolata. La ricerca fonetica si fonda su un continuo confronto tra i modelli astratti (iperarticolato da laboratorio) e fenomeni concreti (tutte le altre variet& di parlato). 1.* A%%licazioni della "onetica In linguistica, la fonetica fornisce la descrizione delle caratteristiche foniche di lingue standard, di variet& regionali, di dialetti, di variet& sociali o stilistiche. 1ell#ambito dell#insegnamento delle lingue straniere, fornisce il materiale da utilizzare negli esercizi di produzione e in "uelli di comprensione della lingua oggetto di studio. 2lcune applicazioni al di fuori delle scienze del linguaggio propriamente dette: 1) nell#ambito della rieducazione fonica di pazienti affetti da disturbi del linguaggio ) In ambito giudiziario, per il riconoscimento di parlanti la cui voce stata intercettata o registrata !) '# attuale anche il problema dell#interazione verbale uomo3macchina 4) In psicologia, per una scelta mirata del materiale fonico da usare nei test. CAPITOLO #.1.1$ +li al"a,eti sto!ici e gli al"a,eti "onetici In una rappresentazione scritta della fonetica, indispensabile far ricorso a "ualche notazione grafica dei foni di cui si parla, cio ad una t!asc!izione. I segni alfabetici in uso ormai per tutte le lingue occidentali e per numerose lingue dell#2sia e dell#2frica, rappresentano un tentativo di rendere graficamente i suoni delle varie lingue. )a anche lingue che usano uno stesso alfabeto assegnano molto spesso agli stessi simboli alfabetici, o lettere, valori diversi (una causa dell#incongruenza che l#alfabeto ideato per una lingua 5"uello latino6 viene poi usato e adattato anche ad altra lingue0 un#altra il fatto che mentre l#ortografia tendenzialmente stabile nel tempo, la lingua parlata subisce molte mutazioni). Inoltre, anche all#interno di una singola lingua si danno molto spesso casi di non regolare corrispondenza tra foni e lettere. In italiano, ad esempio, in quasi, casa, chino ad uno stesso fono iniziale corrispondono tre diverse grafie ( q, c, ch), mentre in cena e cassa a stessa grafia corrispondono due diversi foni. -er "uesti motivi, i linguisti hanno fatto ricorso a sistemi di trascrizione dei foni basati su un principio di corrispondenza regolare tra foni e segni grafici. 7n al"a,eto "onetico assegna univocamente a ciascun fono uno e un solo simbolo. L#alfabeto fonetico pi$ diffuso il cosiddetto Al"a,eto Fonetico Inte!nazionale, indicato con la sigla francese 2-I (2ssociation -hon/ti"ue Internationale) o con "uella inglese IPA (International -honetic 2ssociation) dal nome dell#organismo che l#ha proposto alla fine del 8I8 sec. #.1.$ La t!asc!izione "onetica La trascrizione fonetica un#operazione consistente nel rappresentare per iscritto la forma fonica di una parola. Lo scopo di una trascrizione fonetica pu% essere %!esc!itti'o, come accade nei dizionari, dove accanto ad ogni lemma riportata la sua trascrizione secondo la pronuncia standard. *ppure lo scopo pu% essere desc!itti'o, come accade "uando si debba annotare graficamente il comportamento fonico di un parlante oggetto di una indagine linguistica. 7na trascrizione fonetica rappresenta sempre una certa astrazione, o una semplificazione dei dati. Infatti la realt& fonica costituita da una infinita variet& di possibili realizzazioni, mentre "ualun"ue sistema grafico deve comprendere un numero ridotto di simboli, eventualmente per% arricchito da segni diac!itici posti accanto, sopra o sotto i simboli per specificare meglio il valore fonetico. Il grado di "uesta semplificazione arbitrario: pu% essere ricca di dettagli ( trascrizione stretta) oppure pi$ approssimativa ( trascrizione larga). . L-a%%a!ato "onato!io e la "onazione #..1$ Anato.ia L#apparato fonatorio l#insieme delle strutture anatomiche che l#uomo utilizza per parlare. '# formato da organi che svolgono primariamente altre funzioni. 'ssi sono: a) i %ol.oni, la cui funzione nella fonazione consiste nel fornire un flusso d#aria che viene spinto verso l#esterno con l# espirazione. ,/ i ,!onc)i e la t!ac)ea c) la la!inge, che costituisce il proseguimento superiore del tubo della trachea. 2l suo interno essa presenta due pliche, rivestite di mucosa, dette %lic)e 'ocali (le "corde vocali"). Le pliche durante la normale respirazione silente restano separate0 "uando per% i piccoli muscoli vocali che si trovano all#interno delle pliche si contraggono, "ueste occludono parzialmente o totalmente il passaggio dell#aria0 la parte della laringe che comprende le pliche detta anche glottide e lo spazio che le separa detto !i.a glottidale. d) proseguendo nel percorso verso l#esterno l#aria passa dalla laringe alla "a!inge. e) In corrispondenza della parte pi$ alta della faringe (rinofaringe) si trova il 'elo %alatino (o palato molle), organo muscolare che separa la rinofaringe dalla cavit& orale. f) l# ugola g) la ca'it0 o!ale nel suo complesso, che va dal velo del palato alle labbra. h) la lingua, il pi$ mobile fra gli organi che partecipano alla fonazione. La parte posteriore, detta radice attaccata alla base del cavo orale, vi poi il dorso, la parte centrale, all#altezza del velo palatino e del palato, e la punta o apice, l#estremit& libero, a contatto coi denti. i) il %alato du!o (il palato) a cupola ossea, rivestita di mucosa, che sovrasta la cavit& orale separandola dalle cavit& nasali. 9) gli al'eoli dei denti, leggeri rigonfiamenti dove le radici degli incisivi sollevano la mucosa. :) i denti, fra cui "uelli direttamente coinvolti sono solo gli incisivi l) le la,,!a m) le ca'it0 nasali (destra e sinistra, separate dal setto nasale) ;li organi fonatori si dividono in organi mobili e organi fissi, a seconda che intervengano nella fonazione con movimenti attivi o solo passivamente, in "uanto raggiunti da un organo mobile. #..$ Fisiologia .urante la sua uscita, l#aria incontra lungo il percorso uno o pi$ ostacoli, cio dei restringimenti parziali oppure delle occlusioni complete del canale che attraversa. '# proprio l#incontro tra il flusso dell#aria espiratoria e "uesti ostacoli a produrre il suono tipico di ciascun fono. #..&$ Il .eccanis.o la!ingeo 7n primo ostacolo sul percorso pu% trovarsi nella laringe, al livello delle pliche vocali. (uando l#aria espiratoria, che i polmoni continuano a spingere verso l#esterno, si viene ad accumulare a ridosso dell#ostacolo costituito dalle pliche vocali combacianti aumenta la pressione subglottidale. <i crea cos= un contrasto tra due forze opposte: la tensione muscolare, e la pressione subglottidale, che cerca di aprire la strada al passaggio dell#aria. (uando "uesta pressione diventa pi$ forte della tensione muscolare, l#aria forza l#ostacolo e procede verso l#esterno. 2 "uesto punto la forza muscolare torna ad avere il sopravvento e le pliche si riuniscono, ed il ciclo ricomincia. >iascun ciclo dura, mediamente, circa ? millisecondi per le voci femminili e 1@ ms per "uelle maschili. La successione dei cicli di apertura e chiusura della glottide viene chiamata .eccanis.o la!ingeo, oppure, pi$ impropriamente, 'i,!azione delle pliche vocali. 1el corso della fonazione il meccanismo laringeo si attiva solo per la produzione di alcuni tipi di foni, mentre resta inattivo in altri. I foni in cui il meccanismo laringeo attivo sono detti sono!i, "uelli in cui le restano rilasciate e inattive (nessuna vibrazione laringea) sono detti so!di. La laringe si attiva anche con atteggiamenti delle pliche intermedi tra la totale apertura e la totale chiusura. In particolare nel mormorio, in cui le pliche sono tenute insieme debolmente e solo nella porzione anteriore, in modo che posteriormente l#aria passi e anteriormente vibrino in modo debole. Il bisbiglio,in cui pure resta un passaggio per l#aria posteriormente, mentre anteriormente le pliche sono serrate con molta forza e "uindi non vibrano. Alt!e .odalit0 di "onazione 1el descrivere i meccanismi di produzione dei foni, si detto che in tutti i casi necessario un flusso d#aria espiratoria0 in effetti, "uesta modalit& di fonazione, detta eg!essi'a, di gran lunga la pi$ diffusa. Auttavia, ci sono lingue che usano anche altri meccanismi. 7no di "uesti "uello ing!essi'o, che agisce sul flusso d#aria inspiratoria. In it, capita ad esempio "uando per la fretta continuiamo a parlare anche mentre riprendiamo fiato. 7n#altra modalit& di fonazione "uella a'ulsi'a, completamente indipendente dalla respirazione. 7n esempio di "uesti foni, detti anche clicks, sono lo schiocco della lingua per dire "no", il suon di un bacio mandato da lontano, ecc. <ono usati sistematicamente in numerose lingue africane. .& Fonetica a!ticolato!ia seg.entale .urante la fonazione gli organi mobili assumono diversi atteggiamenti o posizioni, in relazione agli organi fissi, costituendo un ampio insieme di configurazione articolatorie. -er ogni configurazione articolatoria si distinguono tre fasi: a) fase di i.%ostazione, in cui gli organi, abbandonando la posizione del fono precedente (o "uella di riposo) vanno spostandosi verso la configurazione del fono da articolare. b) fase di tenuta, in cui gli organi hanno raggiunto la configurazione del fono dato restando brevemente fermi in "uella posizione. c) una fase di soluzione, in cui la configurazione del fono viene abbandonata, gradualmente, per passare al fono successivo (o alla posizione di riposo). 1ella descrizione delle diverse configurazione articolatorie si tiene conto della fase di tenuta. #.&.1$ 1ocali Le vocali sono caratterizzate dalla presenza di vibrazione laringea e dall#assenza di ostacoli nelle cavit& superiori, In base a "uesta definizione, le vocali sono sempre sono!e. -er distinguere e classificare le vocali si osserva innanzitutto a posizione della lingua nel cavo orale. I movimenti foneticamente interessanti della lingua sono lungo due direzioni, non "uelli laterali. a) in senso orizzontale, o antero3posteriore0 b) in senso verticale, dal basso verso l#alto La forma trapezoidale ( t!a%ezio 'ocalico) che assume la cavit& orale dovuta ai possibili spostamenti della lingua all#interno della stessa. il trapezio ha la base maggiore in alto perch/ "uando la lingua sollevata, la sua libert& di spostamento in senso antero3posteriore maggiore che non "uando essa si muove nella parte bassa del cavo orale. 2ll#interno del trapezio vocalico possibile immaginare un numero teoricamente infinto di punti, cio di diverse posizioni della lingua. ma per convenzione di individuano dodici posizioni, ciascuna delle "uali corrisponde ad un insieme di articolazioni relativamente simili che vengono identificate con uno stesso simbolo. 5v.trapezio vocalico6 Le vocali si distinguono in anteriori, centrali e posteriori in base al grado di avanzamento B arretramento della lingua e in alte, medio-alte, medio-basse, e basse con riferimento al gradi di innalzamento della lingua rispetto alla sua posizione di riposo. -er determinare le caratteristiche articolatorie di un fono vocalico va osservata anche la posizione delle labbra. Le vocali sono pronunciate o con le labbra distese, ossia non arrotondate (vocali la,ializzate o %!oc)eile) o con le labbra pi$ o meno sporgenti in avanti e in varia misura arrotondate ( non la,ializzate o a%!oc)eile). 5v. tabella vocali6 -oich/ la posizione delle labbra non dipende da "uella della lingua, esiste la possibilit& di pronunciare vocali anteriori e centrali con arrotondamento labiale e viceversa vocali posteriori senza arrotondamento labiale. (uando le vocali, di norma dette orali perch/ il flusso dell#aria trova il velo del palato in posizione arretrata, sono prodotte con il velo palatino abbassato, vengono definite nasali o nasalizzate. 7n uso di "ueste vocali sistematico fatto in lingue come il francese e il portoghese. -er la trascrizione fonetica delle vocali nasali l# I-2 utilizza i simboli corrispondenti sovrastati da un tilde 5C6. (uando due vocali si trovano all#interno della stessa sillaba costituiscono un dittongo ( pau-sa, lai-co). <ono escluse da "uesta definizione le se"uenze tipo ie-ri, uo-mo, in cui il primo elemento costituito da consonante approssimante e non da una vocale, e gli iati . Il vocalismo atono presenta in genere in ogni lingua una diminuzione dei timbri vocalici (in it. le vocali toniche sono D, le atone ?), e una loro minore definizione (sono pi$ brevi, pi$ centrali e meno intense delle corrispondenti toniche. #.&.$ Consonanti 1el caso delle consonanti, l#aria espiratoria incontra sempre lungo il suo percorso un ostacolo parziale o totale. Inoltre, mentre le vocali sono sonore (vibrazione delle pliche vocali), le consonanti si dividono sistematicamente in sonore e sorde. -ossiamo classificare le consonanti in base a tre parametri: 1) Il .odo di a!ticolazione, che indica il tipo di ostacolo che le genera0 ) il luogo di a!ticolazione, che indica "uali organi vengono a creare "uesto ostacolo0 !) la assenza2%!esenza di .eccanis.o la!ingeo, che indica la natura rispettivamente so!da o sono!a della consonante. Modi di a!ticolazione a) occlusi'o. L#ostacolo consiste nel blocco total del passaggio dell#aria causato dallo stretto contatto tra due organi (es0 le labbra) o la lingua e il palato. La prima fase, di chiusura totale del passaggio, detta occlusione0 la seconda, con la brusca riapertura dell#occlusione, l# es%losione. La durata dell#occlusione pu% variare, mentre l#esplosione ha sempre una durata brevissima. b) "!icati'o (o s%i!ante). L#ostacolo consiste nell#avvicinamento senza contatto di due organi articolatori, producendo un rumore di frizione. Le consonanti fricative sono continue perch/ la sorgente di rumore pu% restare attiva per un tempo prolungabile a piacere. c) a""!icato. L#ostacolo consiste in una occlusione, ma "uesta viene rilasciata gradualmente e gli organi, dopo essersi staccati, restano vicini tra loro, come nel caso delle fricative. d) nasale <i ha "uando nel canale orale si determina un ostacolo e contemporaneamente il velo del palato resta abbassato, permettendo all#aria di defluire attraverso le cavit& nasali. <ono continue. e) late!ale L#ostacolo costituito da una occlusione centrale del canale provocata dalla lingua, che per% consente il passaggio dell#aria lungo i due lati. f) 'i,!ante (o t!illo), L#ostacolo prodotto da una debole occlusione inte!.ittente. <e l#occlusione si produce una sola volta si ha il modo di articolazione monovibrante. <ono continue. g) a%%!ossi.ante (o se.iconsonantico o se.i'ocalico), '# un modo di articolare di pi$ incerta definizione, sul confine tra l#articolazione vocalica e "uella consonantica. <ono prodotti con gli organi articolatori molto ravvicinati, ma non "uanto per le fricative. I foni approssimanti, che sono generalmente sonori, tendono a confondersi con "uelli vocalici adiacenti, mentre nei casi di desonorizzazione, tendono a confondersi con le fricative corrispondenti. Luog)i di a!ticolazione <ono i punti dell#apparato fonatorio nei "uali si formano gli ostacoli di cui abbiamo parlato. 5 v.tabella 6 .( Fonetica a!ticolato!ia inte!seg.entale 1el corso della fonazione i foni non sono prodotti isolatamente l#uno dopo l#altro, ma sono concatenati in un rapida successione ininterrotta, come un continuo, nel "uale si passa con gradualit& da un fono al successivo. #.(.1$ La coa!ticolazione La realizzazione di ciascun fono in un determinato contesto dipende anche dalle caratteristiche articolatorie dei foni precedenti e seguenti. Infatti, mentre gli organi si stanno disponendo in una determinata configurazione articolatoria, conservano ancora in parte gli atteggiamenti delle precedenti articolazioni, e nello stesso momento si preparano alle successive. (uesta reciproca interferenza tra foni vicini in una se"uenza prende il nome di coa!ticolazione. 1ella catena parlata gli effetti della coarticolazione si possono trasmettere si all#indietro (coa!ticolazione !eg!essi'a), sia in avanti (coa!ticolazione %!og!essi'a) e a distanza di molti foni. #.(.$ Fatto!i %e!i"e!ici e cent!ali della coa!ticolazione Il fenomeno della coarticolazione dovuto all#interazione tra: a) la funzione neuromotoria del sistema nervoso centrale b) l'inerzia degli organi articolatori, che non sempre modificano la propria forma e posizione abbastanza rapidamente per eseguire la corretta se"uenza dei movimenti. )anifestazioni evidenti della coarticolazione sono l# unde!s)oot, cio il mancato raggiungimento della posizione prevista (il ,e!saglio) e l# o'e!s)oot, ovvero il superamento del bersaglio. )a un grande peso nel determinare i fenomeni di coarticolazione va attribuito all#attivit& di programmazione temporale dei comandi neuromotori. (uesta infatti deve iniziare mentre ancora incorso l#esecuzione del segmento o dei segmenti precedenti, e deve tener conto delle loro durate. #.(.&$ Feno.eni siste.atici 1) (uando in una parola sono presenti vocali diverse per apertura, anteriorit& o labializzazione, pu% accadere che la tendenza alla riduzione del lavoro articolatorio porti all#assimilazione (parziale o totale) tra "ueste vocali. In lingue come il finlandese e il turco esiste l# a!.onia 'ocalica, in base alla "uale le vocali di una parola sono tutte anteriori o tutte posteriori (lingue ugro3finniche), tutte labializzate o tutte non labializzate (turco). In molte lingue germaniche si determinato il fenomeno storico della .eta"onesi (o U.laut) che consiste in una assimilazione (parziale o totale) della vocale radicale al timbro della vocale del suffisso. 5ted falle "io cado", fllst "tu cadi" dovuto all#antica desinenza ist della seconda persona singolare del verbo6. ) 2ccade regolarmente che in una se"uenza si alternino foni sordi e foni sonori, "uindi che l#attivit& laringea sia intermittente 's in 5#tonto6, per semplificare la programmazione, l#attivit& laringea pu% non venir interrotta tra la 5n6 e a 5o6 finale (per fare la 5t6): il risultato una sonorizzazione del fono 5t6 che diventa 5d6., eventualmente con una pronuncia mormorata. <i verificato in molti dialetti italiani centro3meridionali. Eiceversa, pu% accadere che l#attivit& laringea si interrompa prima del dovuto, anticipando la natura sorda di un fono successivo. 2i tempi di attivazione del meccanismo laringeo legato un fenomeno noto come 1OT, (1oice Onset Ti.e, "tempo di attacco della sonorit&"), particolarmente evidente in inglese e tedesco. In tedesco, in una se"uenza che inizi con una consonante sonora accade regolarmente che l#attivit& laringea non iniziai simultaneamente al costituirsi dell#ostacolo, provocando un effetto di parziale o totale desonorizzazione della consonante. *ppure, "uando una occlusiva sorda seguita da una vocale, il meccanismo laringeo si attiva sempre con "ualche ritardo dopo la fase di esplosione della consonante, come accade in inglese ad esempio. .urante "uesto intervallo si produce una leggera frizione glottidale sorda (detta as%i!a3 zione). 1elle trascrizioni accurate viene indicata con un 5 h 6: ing. pen 5% h en$. 1on si produce "uando sono precedute da una fricativa: ing spy 5spai6. !) 2ccade fre"uentemente che si alternino foni nasali e foni orali: il velo palatino deve dun"ue cambiare rapidamente e tempestivamente di posizione. L#esperienza di laboratorio mostra che in se"uenze come cane, vini, mamma, ecc, le vocali adiacenti alle consonanti nasali si presentano sistematicamente nasalizzate: 5-45n6$7 #-'8n8$7 #-.5..5$. 4) In una se"uenza possono alternarsi foni labializzati e foni non labializzati, sia consonantici che vocalici. In "uesto caso, le labbra, ad esempio in 54ost!u-i!e$, si protendono gi& con 5:6 e lo rimangono almeno fino all#inizio della 5i6. ?) 1ei gruppi consonantici sono fre"uentissimi gli effetti di coarticolazione. >onsonanti a contatto tra loro tendono ad assimilare il luogo o il modo di articolazione, o ambedue. 's un padre #u.-%ad!e$, un gatto #u9-gatto$, si osserva come la consonante nasale assuma sistematicamente il luogo di articolazione della consonante seguente. F) Le consonanti provocano un effetto coarticolatorio sulle vocali immediatamente preceden3 ti e seguenti. -er esempio le 5a6 di 5pa6, 5ta6 e 5:a6 sono diverse tra loro. #.(.($ Feno.eni non siste.atici 1) (uando in una se"uenza si trovano due o pi$ foni vocalici a contatto, sia che si tratti di dittonghi, sia di iati, la lingua deve spostarsi da un punto all#altro del "uadrilatero attraversando le posizioni intermedie. In "uesto tragitto non c# discontinuit&, per "uesto dal punto di vista articolatorio andrebbe considerata una vocale lunga variabile. La consuetudine vuole che venga considerata come la successione di due vocali rappresentate rispettivamente dalla posizione iniziale e finale della lingua. La trascrizione fonetica segue "uesta consuetudine. '# particolarmente evidente nel parlato ipoarticolato, e nel parlato veloce capita anche che l#intera se"uenza si riduca alla sua porzione intermedia. (uesto fenomeno detto .onottongazione. ) 1ell#articolazione di gruppi di consonanti che abbiano lo stesso luogo di articolazione, ad es 5st6 in 5#:Gesto6, gli organi fonatori compiono movimenti brevi e veloci0 specie nel parlato ipoarticolato, alcuni di "uesti movimenti vengono semplificati od omessi: cos= nel gruppo 5st6 la lingua non chiude il passaggio in corrispondenza dell#occlusiva e il risultato 5#:Gesso6. .* Fonetica a!ticolato!ia so%!aseg.entale 1ella comunicazione audioverbale, i blocchi fonici sono modellati al loro interno da una certa intonazione, da variazioni di velocit&, dalla posizione degli accenti. (uesti fenomeni nel loto insieme vengono detti %!osodici o pi$ spesso so%!aseg.entali. Le caratteristiche soprasegmentali dei foni si differenziano da "uelle segmentali anche perch/ hanno sempre un carattere !elati'o rispetto ai foni circostanti, un fono considerato non in termini assoluti ma in rapporto al resto della se"uenza di foni in cui esso inserito. #.*.1$ 1a!iazioni di du!ata di "oni 'ocalici 2lcune lingue, come l#inglese e il tedesco, o il greco antico e il latino, distinguono regolarmente tra vocali lung)e e vocali ,!e'i. -er indicare che una vocale ha una durata maggiore delle altre si una il simbolo 5:6, eventualmente ripetuto pi$ volte. 7n allungamento di minore entit& (vocali se.ilung)e) si indica con 5H6. In italiano le vocali toniche finali di sillaba tendono ad essere pi$ lunghe di "uelle in altre posizioni. 's la 5a6 di 5-4a:ne6. <olo le vocali toniche finali di parola sono sempre brevi. #.*.$ 1a!iazioni di du!ata di "oni consonantici 2nche le consonanti posson avere durata maggiore o minore. 7na consonante lunga pu% essere trascritta con il corrispondente simbolo fonetico seguito da 5:6 oppure con la ripetizione della consonante 5-.a.:a6 o 5-.a..a6. Le affricate lunghe vengono rese ripetendo solo il primo simbolo del diagramma. 's oggi 5-di6. L#italiano standard (con tutte le sue variet& regionali centro3meridionali) presenta il fenomeno del !a""o!za.ento consonantico, ossia un allungamento della consonante iniziale di una parola "uando "uesta preceduta da polisillabi tronchi 5.ane-!a.-.olto6, verbi, sost, agg, avv monosillabici terminanti in vocale 54e"-"ai6, alcune preposizioni e congiunzioni terminanti in vocale 5a4-4a:sa6, alcuni bisillabi piani 5-iv'vlta6 #.*.&$ 1a!iazioni di 'elocit0 dell-elo:uio La durata dei foni del parlato connesso dipende dalla cosiddetta 'elocit0 di elo:uio, la cui misurazione avviene contando le unit& pronunciate (foni o sillabe) nell#unit& di tempo (in genere il secondo). #.*.($ Intensit0 1el considerare le funzioni linguistiche, "uello che conta sono i rapporti tra le intensit& dei vari foni di uno stesso enunciato. <i parla "uindi di intensit0 !elati'a, e si misurano le differenze di intensit& tra i vari elementi all#interno della stessa se"uenza. 2 parit& di spinta espiratoria, i foni si collocano lungo una scala di intensit& (detta scala di sono!it0 int!inseca) in funzione del grado di apertura dell#articolazione. .all#alto in basso: vocali aperte, vocali via via pi chiuse, approssimanti, vibranti, nasali, laterali, fricative, affricate, occlusive. #.*.($ Altezza -er definizione l#articolazione di ogni fono sonoro prevede la vibrazione delle pliche vocali. Il numero di cicli di apertura e chiusura della glottide per ogni secondo corrisponde alla "!e:uenza "onda.entale della voce (F o ). 'ssa determina nell#ascoltatore la sensazione di altezza o acutezza. L#unit& di misura della F o l# Iertz (Iz). >iascun parlante ha una sua fre"uenza media di base. #.*.*$ La silla,a *gni fono si dispone lungo una scala di intensit&. Il tracciato di una se"uenza "uindi una successione di picchi e di avvallamenti. La silla,a rappresenta un#unit& prosodica costituita da uno o pi$ foni agglomerati intorno a un picco di intensit&. *gni sillaba inizia in corrispondenza di un minimo di intensit& e termina prima i un minimo successivo 5la divisione in sillabe foniche pu% non coincidere con "uella tradizionale. 's pos-to e non po-sto perch/ il minimo di intensit& si trova nella occlusiva6. Ara "uesti due minimi sempre compreso un picco di intensit& detto nucleo silla,ico. La sillaba minima formata dal solo nucleo0 "uest#ultimo pu% essere preceduto da una testa, formata da una o pi$ consonanti, e seguito da una coda formata da una consonante o da pi$ consonanti. 7na sillaba priva di coda detta silla,a a%e!ta, una che ha coda silla,a c)iusa. Ei sono lingue in cui il nucleo di una sillaba pu% essere costituito da una consonante, come la parola ceca krk "collo". In "uesto caso la consonante detta silla,ica e viene segnalata col segno diacritico 56 sottoscritto. #.*.;$ L-accento Le sillabe, e le vocali che contengono, che hanno una prominenza rispetto alle altre si dice che sono accentate o tonic)e. L#accento l#insieme delle caratteristiche fonetiche che mettono in rilievo una sillaba nella se"uenza. 1) 7na sillaba pu% essere messa in rilievo mediante un aumento dell'intensit con cui prodotta. La sillaba corrispondente al picco di intensit& pi$ elevato chiamata silla,a tonica e la sua prominenza sulla altre detta accento intensi'o. Le sillabe non toniche e le vocali che esse contengono, sono definite atone. Il simbolo I-2 per l#accento 5#6 e va collocato in alto a sinistra prima del primo fono della sillaba tonica. papa 5-%a:%a$7 pap 5%a-%a6.. '# importante comun"ue tener presente che le variazioni di intensit& sono accompagnate di solito da contemporanee e parallele variazioni di altezza e di durata della sillaba tonica, per cui si parler& pi$ esattamente di accento di parola prevalentemente intensivo. <e"uenze di tre o pi$ sillabe possono presentare anche dei picchi secondari di intensit& su sillabe diverse da "uella tonica0 si parla perci% di accento seconda!io o silla,a se.itonica e il simbolo I-2 corrispondente 5<6 che va posto in basso a sinistra prima della sillaba: 5<4a%ostat-ts=o:ne6. In lingue come l#italiano, lo spagnolo, l#inglese e il tedesco l#accento detto li,e!o perch/ pu% collocarsi in posizioni diverse nella parola, mentre in altre come il francese l#accento detto "isso perch/ pu% trovarsi solo in una posizione. ) 7na sillaba pu% essere prominente perch/ le sue componenti sonore sono prodotte con una maggiore fre"uenza della vibrazione laringea, e "uindi con una maggiore altezza. (uesto tipo di prominenza detto accento .usicale. 'sso presente nelle lingue cosiddette a toni, come il giapponese e numerose lingue africane. 's. giap: n!ga "verdura" e nag! "nome". >i sono inoltre lingue, come il cinese mandarino, in cui tutte le sillabe sono caratterizzate da toni .odulati. In cin. mand. si trovano "uattro diversi toni: alto 5>6, ascendente 5 J6, discendente 5 K 6 , di- scendenteascendente 5L6. 's 5>.a6 "mamma", 5 ? .a6 "lino", 5 K .a6 "ingiuriare" e 5 @ .a6 "cavallo". #.*.A$ L-intonazione 1el corso della fonazione la fre"uenza di vibrazione della pliche vocali pu% variare in funzione della dinamica prosodica complessiva dell#enunciato o intonazione. <i osserva una tendenza a una graduale diminuzione dell#altezza nel corso dell#enunciato, detta declinazione natu!ale. *pposizioni come "frase dichiarativa" e "interrogativa" sono rese con diversi anda.enti .elodici. #.*.B$ La dina.ica %!osodica L#analisi prosodica si pu% effettuare con metodo soggettivo o strumentale Il metodo soggetti'o (o uditi'o) basato sull#ascolto della se"uenza e sulla rappresentazione grafica dell#andamento sentito0 "uesto metodo osserva e descrive soprattutto le variazioni di altezza. L#analisi st!u.entale consente invece di misurare oggettivamente ciascuno dei tre parametri e di ottenere "uindi un#informazione pi$ completa e affidabile sulla dinamica prosodica. La descrizione della dinamica prosodica un#operazione di grande importanza e delicatezza perch/, a differenza dello scritto in cui gli spazi segnalano i confini tra le unit&, nel parlato si presentano, tra un silenzio e l#altro, blocchi fonici spesso lunghissimi e privi di ogni evidente demarcazione interna. .; I .etodi di studio della "onetica a!ticolato!ia 3 metodi per lo studio dell'attivit laringea L#attivit& laringea pu% essere studiata con diversi sistemi. Il metodo pi$ diretto consiste nella osservazione visiva ( laringoscopia diretta), ottenuta inserendo nel canale fonatorio sonde con fibre ottiche, sorgenti di luce, minuscoli specchi, ecc. Auttavia, le pi$ usate sono: 1) "lettromiografia <i inseriscono piccoli elettrodi all#interno dei muscoli vocali, per rilevarne e misurarne l#attivit& elettrica. ) "lettroglottografia .ue elettrodi vengono posti esternamente nella parte anteriore del collo in corrispondenza delle cartilagini della laringe. 7na corrente di alta fre"uenza e bassa intensit& viene fatta passare attraverso i tessuti della glottide: "uando le pliche sono accostate la resistenza (impedenza) molto minore, "uando si separano accade il contrario. )isurando le variazioni del flusso si ricavano informazioni sull#attivit&. 3 metodi per lo studio dell'attivit degli organi superiori 1) #adiografia La radiofotografia e la radiocinematografia del cranio di profilo, consentono di studiare i diversi aspetti dell#articolazione. In alcuni casi, per osservare i movimenti della lingua, necessario usare mezzi di contrasto che la rendano visibile ai raggi 8, come il bario, che viene cosparso su un punto o un#area della lingua stessa. ) $alatografia Eiene usata per studiare se e in "uali punti la lingua viene a contatto col palato. La palatografia diretta si basa sull#applicazione di sostanze colorate sul palato, "uella indiretta consiste invece nell#introduzione, all#interno del cavo orale, di cupole artificiali che aderiscono al palato e che registrano gli eventuali contatti con la lingua. !) %erometria )isura i flussi d#aria che attraversano le diverse cavit&. 4) "lite '# un sistema elettronico che registra i movimenti di markers applicati su organi esterni (labbra, naso, mento) e ac"uisisce contemporaneamente il segnale acustico.
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