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Lo straziante dolore che riempie gli attuali fatti di cronaca obbliga al confronta:

cos', oggi, il processo penale? E ancora di pi: cos' la scienza? E' uno
strumento comunque fallibile teso, nella maniera pi neutrale possibile, alla
comprensione di conoscenze altrimenti precluse o la schiusura di un uovo
colmo di dogmatica verit?
Che forse la "scienza" (intesa come comprensione dei fenomeni naturali)
costituisca giustizia in s? L'idea, in fondo, non cos peregrina o inesplorata: al
tempo delle superstizioni e delle Divinit la chiave di volta del giudizio penale era
l'ordalia. A seguito di un duello o di un drammatico confronto con un elemento
ancestrale della natura (in primis acqua e fuoco), si recava nelle mani dell'uomo
un criterio di giudizio divino (per sua natura indiscutibile ed infallibile) per
stabilire l'innocenza o la colpevolezza del tratto a giudizio e pacifcare la societ.
Oggi la nuova ordalia del fuoco la prova del DNA.
Nella vigenza di un codice accusatorio sempre pi in evidente afanno innanzi ai
prepotenti refussi inquisitori di una giurisprudenza antilegalitaria e
antiformalista - e di una dottrina non sempre all'altezza del compito che le
proprio - puntualmente riemergono, o si raforzano, inquietanti teorie che
afevoliscono la dialettica processuale accusatoria improntata al metodo del
contraddittorio come metodo di scioglimento del dubbio. Lo scientismo,
l'ideologia secondo cui ogni problematica umana viene - o comunque
inevitabilmente verr - adeguatamente esplicata dalle scienze fsiche e
sperimentali solo l'ultima traduzione di questa irresistibile tendenza, rinforzata
da quell'alibi etico-scientifco che identifca nella scienza la risposta ultima ai
problemi dell'umanit (pensiero che non in s completamente errato, ma che
diviene antiscientifco nel momento in cui diviene assioma dogmatico, messianico-
ideologico) contemporaneamente erigendo una garanzia apparente che reale,
illustrata in un freddo dato statistico che mostrebbe aprioristicamente il
"coinvolgimento" (in quale maniera non importi: si radica la considerazione di una
commistione sempre e comunque nell'ipotesi delittuosa) dell'imputato.
D'altronde l'idea che esista in ogni caso una verit oggettiva ricostruibile
dall'organo inquirente un popolare leitmotif che, tuttavia, non trova
corrispondenza nella realt fattuale e rappresenta un'idea ampiamente superata
nello stesso campo scientifco-flosofco.
E' assolutamente pacifco che la scienza, nel suo inevitabilmente complicato
rapporto con il processo penale, abbia potuto fornire a quest'ultimo adeguati
strumenti con cui afrontare sempre, comunque vegliando con una sana dose di
criticit tutte le conseguenze processuali recate dal comparto della c.d. "prova
scientifca" e le ricadute (talora antigarantistiche) sul diritto delle prove le
improcrastinabili sfde della modernit, permettendo un pi fedele avvicinamento
alla ricostruzione della realt storica a fondamento della vicenda processuale. Un
obiettivo non solo lecito, ma pure di rango costituzionale, che tuttavia non deve
indurre in inganno: a ben vedere, non esiste alcuna sorta di confitto tra diritti
individuali e ricerca della verit, ove quest'ultima risulti strettamente subordinata
a una serie di regole che non servono solo a garantire un giusto processo
all'imputato, ma che rendono quest'ultimo tale sotto il proflo epistemologico: il
contraddittorio, in questo senso, non solo lo strumento maggiormente rispettoso
del garantismo processuale, ma anche ci che assicura la pi alta efcienza
scientifca ed economica al processo penale.
Al medesimo scopo e fni sono indirizzate le regole disciplinanti l'impianto
probatorio, a fondamento della ricostruzione del fatto processuale.
Ricostruire - per l'appunto - e non accertare. Due vocaboli superfcialmente simili
ma che invece dischiudono un ampio confne tra la scienza che, nel concedere
risposte problematiche particolari invoca (conscia dei propri limiti) un'ulteriore
conferma ed analisi con gli strumenti "tradizionali" del sistema processuale, trova
argini fnalizzati al rispetto dei diritti individuali dell'imputato e nello stesso
carattere scientifco di se stessa. Ben diverso dall'assolutismo scientifco che
invece maggiormente si adatta ai sistemi inquisitori, dove un dato statistico
(peraltro maliziosamente interpretato) sostituisce l'agonismo delle parti
processuali, intente a dimostrare antagonisticamente il thema probandum.
In altri termini, il garantismo processuale pare cedere il passo al dato
scientifco, comprimendosi od espandendosi a posteriori di quest'ultimo
risultato. E' proprio da qui che passa un messaggio degradante per il sistema
processuale e per lo stesso carattere scientifco delle perizie brandite come armi di
parte, pi che come responsi inevitabilmente integrabili con altre risultanze
investigative.
La colpevolezza provata al 99,99% sulla base di una comparizione del DNA?
Sono state depositate centinaia di intercettazioni telefoniche che "comprovano
oltre ogni dubbio" la colpevolezza dell'imputato?
Le garanzie individuali, si aferma, possono ben alleggerirsi in quanto ci si
troverebbe davanti a un "presunto colpevole", a un inequivocabile reo che gode
comunque dei principi di civilt propri di una societ giudirica occidentale ma
afevoliti, quasi fossero una mera veste formale concessa per la benevolenza di
una societ occidentale. La presunzione di innocenza viene (quasi sempre) fatta
salva (a parole), ma la condanna pu ben essere anticipata perch
scientifcamente si gi sicuri della sua colpevolezza al 99,99%.
Il dato fasullo e si fonda su un errore marchiano del senso del processo penale -
il cui spirito non quello di soddisfare la collettivit o di ricercare un colpevole
per "fare storia" ma, pi modestamente, di ricostruire la vicenda processuale per
ricercare illeciti penali e, nel caso, provvedere all'irrogazione di una pena prevista
per legge.
Tutto ci comporta una serie di valutazioni tecniche che non possono ridursi a un
dato statistico di connotazione assoluta: non basta sapere chi ha sferrato il colpo
(con tutte le non indiferenti problematiche che attengono al dato scientifco che
condurrebbe inevitabilmente alla sopradetta ipotesi), bisogna anche capire
quando e come, sottoponendo a stretta verifca il materiale raccolto.
Di fatto, esistono derive della prova c.d. "scientifca" che non di rado impediscono
ogni ulteriore analisi del dato fattuale, costituendo una risposta irrisolvibile
proprio in quanto "scientifca"! (o pi maliziosamente, una colpevolezza gi
accertata che rende inutile ogni processo).
Voler adeguare l'asse dei diritti processuali e del processo penale sui verdetti
scientifci ha ben poco di "scientifco" e ancora meno di "giusto", ma sono questi
gli sgradevoli efetti collaterali dell'elezione della scienza a giudice assoluto (cio,
sciolto da vincoli) delle vicende umane. La perdita di campo inevitabile, la
condanna di possibili innocenti sicura, la degradazione della Giustizia a dato
statistico un fatto conseguente. La trasformazione della scienza a superstizioso
rituale ordalico, obbligatoria.

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