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Un esame accurato dei vari eventi incendiari avvenuti a Canneto di Caronia, nel periodo dal 15 Giugno 2014 al 16 Ottobre 2014, ha evidenziato (in via preliminare) che le cause degli eventi potrebbero implicare il coinvolgimento di più fattori naturali concomitanti ed in grado di creare delle condizioni tali da permettere l’innesco di focolai in materiali infiammabili, in presenza o meno di materiali metallici.
Il livello di attività sismico-tettonica, l’attività solare e geomagnetica, le litologie sottostanti l’area in esame, la presenza del mare e di masse metalliche, le particolari modalità di possibile propagazione di P-holes, di Bulk Plasmon e di Surface Plasmon, la morfologia del terreno immediatamente a ridosso della battigia, i materiali e la struttura degli edifici, la presenza di una faglia diretta e di un torrente potrebbero ipotizzarsi come fattori concomitanti di particolari condizioni favorevoli per inneschi di eventi incendiari.
Studi più recenti di ricercatori americani e giapponesi potrebbero corroborare l’ipotesi formulata.
Queste constatazioni dovrebbero indurre a nuove indagini orientate anche alla verifica dell’influenza di parametri di tipo “geofisico” piuttosto che “elettromagnetico-antropico”.
Judul Asli
Geobiofisica Ipotesi Preliminari Sulle Possibili Cause Naturali Degli Eventi Incendiari Di Canneto Di Caronia Del Periodo 15 Giugno_ 16 Ottobre 2014
Un esame accurato dei vari eventi incendiari avvenuti a Canneto di Caronia, nel periodo dal 15 Giugno 2014 al 16 Ottobre 2014, ha evidenziato (in via preliminare) che le cause degli eventi potrebbero implicare il coinvolgimento di più fattori naturali concomitanti ed in grado di creare delle condizioni tali da permettere l’innesco di focolai in materiali infiammabili, in presenza o meno di materiali metallici.
Il livello di attività sismico-tettonica, l’attività solare e geomagnetica, le litologie sottostanti l’area in esame, la presenza del mare e di masse metalliche, le particolari modalità di possibile propagazione di P-holes, di Bulk Plasmon e di Surface Plasmon, la morfologia del terreno immediatamente a ridosso della battigia, i materiali e la struttura degli edifici, la presenza di una faglia diretta e di un torrente potrebbero ipotizzarsi come fattori concomitanti di particolari condizioni favorevoli per inneschi di eventi incendiari.
Studi più recenti di ricercatori americani e giapponesi potrebbero corroborare l’ipotesi formulata.
Queste constatazioni dovrebbero indurre a nuove indagini orientate anche alla verifica dell’influenza di parametri di tipo “geofisico” piuttosto che “elettromagnetico-antropico”.
Un esame accurato dei vari eventi incendiari avvenuti a Canneto di Caronia, nel periodo dal 15 Giugno 2014 al 16 Ottobre 2014, ha evidenziato (in via preliminare) che le cause degli eventi potrebbero implicare il coinvolgimento di più fattori naturali concomitanti ed in grado di creare delle condizioni tali da permettere l’innesco di focolai in materiali infiammabili, in presenza o meno di materiali metallici.
Il livello di attività sismico-tettonica, l’attività solare e geomagnetica, le litologie sottostanti l’area in esame, la presenza del mare e di masse metalliche, le particolari modalità di possibile propagazione di P-holes, di Bulk Plasmon e di Surface Plasmon, la morfologia del terreno immediatamente a ridosso della battigia, i materiali e la struttura degli edifici, la presenza di una faglia diretta e di un torrente potrebbero ipotizzarsi come fattori concomitanti di particolari condizioni favorevoli per inneschi di eventi incendiari.
Studi più recenti di ricercatori americani e giapponesi potrebbero corroborare l’ipotesi formulata.
Queste constatazioni dovrebbero indurre a nuove indagini orientate anche alla verifica dell’influenza di parametri di tipo “geofisico” piuttosto che “elettromagnetico-antropico”.
Geobiofisica: Ipotesi preliminari sulle possibili cause naturali degli
eventi incendiari di Canneto di Caronia del periodo 15 Giugno 16
Ottobre 2014 Sergio Dr. Ing. Berti Esperto in Analisi Geobiofisiche dei Luoghi e Presidente Associazione A&G SI Davide Dr. Geol. Gori - Geologo presso Foster Wheeler Italiana Abstract Un esame accurato dei vari eventi incendiari avvenuti a Canneto di Caronia, nel periodo dal 15 Giugno 2014 al 16 Ottobre 2014, ha evidenziato (in via preliminare) che le cause degli eventi potrebbero implicare il coinvolgimento di pi fattori naturali concomitanti ed in grado di creare delle condizioni tali da permettere linnesco di focolai in materiali infiammabili, in presenza o meno di materiali metallici. Il livello di attivit sismico-tettonica, lattivit solare e geomagnetica, le litologie sottostanti larea in esame, la presenza del mare e di masse metalliche, le particolari modalit di possibile propagazione di P-holes, di Bulk Plasmon e di Surface Plasmon, la morfologia del terreno immediatamente a ridosso della battigia, i materiali e la struttura degli edifici, la presenza di una faglia diretta e di un torrente potrebbero ipotizzarsi come fattori concomitanti di particolari condizioni favorevoli per inneschi di eventi incendiari. Studi pi recenti di ricercatori americani e giapponesi potrebbero corroborare lipotesi formulata. Queste constatazioni dovrebbero indurre a nuove indagini orientate anche alla verifica dellinfluenza di parametri di tipo geofisico piuttosto che elettromagnetico-antropico.
Premessa Gli avvenimenti incendiari documentati, avvenuti a Canneto di Caronia (Messina) nel periodo 15 Giugno 16 Ottobre 2014, sono localizzabili in unarea molto ristretta (vedere figura 1), compresa tra la battigia della spiaggia e la linea ferroviaria, e delimitata, ad Est, dal torrente Canneto ed, ad Ovest, dalla presunta prosecuzione della faglia diretta che attraversa, allincirca nella mezzeria, le abitazioni a schiera che sono solo parzialmente coinvolte negli incendi (vedere figura 2).
Figura 1 Evidenza dell area a Canneto di Caronia dove sono avvenuti gli eventi incendiari nel periodo dal 15 Giugno 2014 al 16 Ottobre 2014 ( Fonte : Google Earth ; Elaborazioni : Sergio Berti )
Figura 2 - Estratto dalla Carta geologica (scala 1:10000) Sezione 598130 S.Stefano di Camastra (Canneto di Caronia si trova circa nella mezzeria tra Capo d Orlando e Cefal) (Estratto: Carta Geologica 598130 ; Elaborazione: Sergio Berti) La superficie interessata ai fenomeni incendiari dellordine di circa 15.000 metri quadrati ed confinata, essenzialmente, tra la linea di costa e la linea ferroviaria. Una serie di grafici che confrontano gli avvenimenti incendiari, nel periodo di interesse alla presente ricerca, ed alcuni avvenimenti sismo-tettonici locali e di attivit solare sono evidenziati in figura 3.
Figura 3 Attivit solare e attivit sismica a meno di 50 Km da Canneto di Caronia relazionate con il numero di eventi incendiari avvenuti nel periodo dal 15 Giugno 2014 al 16 ottobre 2014 (Fonti: NOAA, INGV ;Elaborazione dei dati e grafici : Sergio Berti) Dalla figura 3 si nota, in via preliminare, che gli eventi incendiari nel periodo osservato, sono avvenuti sempre in periodi di bassa attivit solare; un attivit solare bassa pu comportare una riduzione del livello di elettroni liberi nellaria. Si nota, inoltre, una possibile correlazione con eventi sismici locali a meno di 50 Km da Canneto di Caronia, che hanno preceduto e seguito gli eventi incendiari che si sono manifestati. Questo stato delle cose, potrebbe farci ipotizzare un ruolo molto importante dellattivit sismo tettonica ed un ruolo altrettanto importante dellattivit solare, per tali da non condizionare una spazialit cosi ristretta dei fenomeni. Probabilmente, questo aspetto pu essere influenzato dalla natura della causa che sta alla base dei fenomeni stessi. Il ricercatore americano F.T. Freund ha teorizzato lipotesi delle P-Holes alla base di alcune fenomenologie elettriche pre-sismiche ed alcuni ricercatori giapponesi, tra cui principalmente M.Kamogawa e collaboratori, hanno ipotizzato emissioni di exo-elettroni capaci di produrre Bulk Plasmon e Surface Plasmon canalizzabili, successivamente, secondo le litologie sotterranee ed alla presenza o meno del mare, fino ad arrivare in superficie. Una volta raggiunta la superficie, si potrebbero generare speciali campi elettromagnetici ed elettrici locali in funzione, principalmente, della morfologia superficiale. Lo scopo della presente ricerca quello di delineare, in via preliminare, una possibile ipotesi semplificata che possa tenere conto essenzialmente delle manifestazioni incendiarie avvenute, delle diverse modalit con cui si sono presentate (incluso la spazialit molto specifica) dei recenti studi dei ricercatori americani e giapponesi sulle manifestazioni elettriche ed elettromagnetiche asismiche e presismiche, delle correlazioni possibili con lattivit solare-geomagnetica e della peculiare attivit sismo-tettonica locale. Questipotesi potrebbe indurre a nuove indagini, maggiormente orientate alla verifica dellinfluenza di parametri di tipo naturale, piuttosto che elettromagnetico-antropico ma con particolare attenzione ai possibili aspetti di natura elettrica, magnetica ed elettromagnetica, attribuibili ad influenze di natura geofisica e solare.
Una possibile ipotesi semplificata giustificativa dei fenomeni e della spazialit relativa degli eventi incendiari spontanei di Canneto di Caronia. Le cause scatenanti dei fenomeni incendiari di Canneto di Caronia potrebbero essere di natura sismo- tettonica. Come gi indicato in una nostra ricerca precedente (Berti S. , Gori D.- Agosto 2014 Confronto tra alcune ipotesi giustificative plausibili sui nuovi eventi incendiari di Canneto di Caronia del Luglio 2014) larea di Canneto di Caronia localizzata in unimportante e molto attiva area sismo-tettonica. Lattivit tettonica relativa pu essere in grado di manifestarsi, congiuntamente o disgiuntamente, in forma termica, in forma asismica ed in forma sismica. Secondo lipotesi delle P-holes teorizzata da F.T. Freund, la loro generazione pu essere attivata sia da fattori di tipo compressivo sulle rocce che da aumento di temperatura delle rocce stesse (a temperature comprese tra i 400 C e 600 C). Azioni compressive e termiche localizzate possono richiamare elettroni nelle aree sollecitate, in funzione dei livelli delle sollecitazioni e creare una diffusione di P-holes verso lesterno dellarea attivata. Le P-holes, diffuse al di fuori dellarea di creazione, richiamano a loro volta elettroni dalle rocce circostanti non sollecitate e creano unulteriore diffusione di P-Holes che ripetono il medesimo ciclo e che si allontanano dallarea sollecitata. A che frequenza potrebbe avvenire questo fenomeno? Questa risposta potrebbe essere possibile se inquadrassimo il fenomeno di diffusione, non dal punto di vista delle P-holes, ma dal punto di vista invece degli elettroni che tendono a spostarsi verso la zona iniziale (attivata tettonicamente e/o termicamente). Allo scopo, ci potrebbero venire in aiuto le ricerche di M. Kamogawa e dei suoi collaboratori che ipotizzano, nel caso di forte stress nelle rocce indotto da cause termo-tettoniche, la creazione di fenomeni di eccitazione di exo-elettroni e successiva formazione temporanea di Bulk Plasmon ed in condizioni particolari di Surface Plasmon, che tenderebbero a propagarsi dalle zone di attivazione verso la superficie della terra. Onde di plasma di elettroni, eccitate da exo-elettroni, possono esistere solamente dove: f = f p ( 1 ) la frequenza del Bulk Plasmon deve essere pari a quella del Plasmon per il tipo di roccia interessato e quindi la frequenza delle onde elettromagnetiche del plasma, allinterno delle rocce interessate, secondo M. Komogawa, potrebbe essere dellordine di: f p = circa ( 10 alla 7 -:- 10 alla 9 ) Hertz ( 2 ) Il processo di formazione di Bulk Plasmon tende a diffondersi allinterno delle rocce interessate dal processo di attivazione e pu dal sottosuolo raggiungere la superficie e permettere la formazione di onde elettromagnetiche nellaria. Ci non pu avvenire se le rocce interessate al transito di Bulk Palsmon sono sovrastate dal mare ma, in particolari condizioni, pu avvenire dove le rocce fuoriescono dal mare (battigia). La formazione dei campi elettromagnetici avviene solamente se la superficie topograficamente rugosa o se possibile una non uniforme distribuzione di densit elettronica nel sottosuolo. Secondo le ricerche di M. Komogawa, se la superficie uniforme e la densit di elettroni omogenea la trasformazione del Bulk Plasmon in onda elettromagnetica nel passaggio tra roccia ed aria non pu avvenire. Il tempo di vita medio di un Bulk Plasmon, eccitato da exo-elettroni all interno di rocce attivate termo-tettonicamente, dellordine di: (10 alla 20 -:- 10 alla 12) secondi ( 3 ) Secondo quanto sopra riportato potrebbero essere presenti nella zona di transizione tra roccia ed aria, se la stessa attivata da processi termo-tettonici anche a decine di chilometri di distanza, degli impulsi elettromagnetici della durata inferiore al nanosecondo e di frequenza dellordine del GigaHertz con idonea potenza, in funzione del processo attivante la roccia. Il processo, per la presenza di Surface Plasmon, potrebbe creare anche campi elettrici con componenti statiche (con conseguente polarizzazione pi o meno intensa dei materiali) verificabili attraverso lutilizzo di elettroscopi o elettrometri. Esaminando il caso di Canneto, possiamo evidenziare (vedere figura 1 e figura 2) che la zona interessata dai fenomeni incendiari si trova nel lato ribassato della faglia diretta ed inoltre il piano di faglia potrebbe essere interessato da circolazioni idriche. La presenza del torrente sembrerebbe delimitare i fenomeni incendiari verso Est. Larea litologicamente interessata dal fenomeno delle P-Holes&Bulk Pasmon potrebbe essere, quindi, solamente la parte che si sta abbassando lungo il piano di faglia; le masse metalliche retrostanti le abitazioni, potrebbero essere le sorgenti principali di elettroni per il riequilibrio delle P-Holes. Lesame particolare di alcuni degli eventi incendiari sembra avvalorare lipotesi di coesistenza sia di fenomeni di campo elettrico statico o con variabilit compresa nel campo ELF (dovuti probabilmente alla diffusione delle P-Holes) che di fenomeni impulsivi di frequenza molto pi elevata (dovuti al processo exo-elettroni & Bulk Plasmon). Il Bulk Plasmon proveniente dal mare, attraverso le rocce del lato ribassato della faglia diretta, trova il contatto con laria a partire dalla battigia ed incontra le prime asperit topografiche a livello degli orti, delle case e del canneto; esso pu quindi provocare la formazione di impulsi elettromagnetici di adeguata intensit e capaci, probabilmente, di fare da trigger a situazioni gi critiche, causate dalla concentrazione delle P-Holes nelle strutture delle abitazioni o nei pressi di masse metalliche di una certa consistenza (pluviali, tubi dellacqua, fili di terra dellimpianto elettrico, tombini, carcasse metalliche di mobili, automobili, etc., ). La comprensione di alcuni eventi incendiari, avvenuti durante il periodo esaminato, sono spiegabili solamente se si fanno coesistere la teoria delle P-holes e la teoria degli exo-elettroni & Bulk Plasmon. Come possibile lipotesi di correlazione dei fenomeni con lattivit solare? La figura 3 evidenzia questa correlazione e quindi i fenomeni incendiari sembrerebbero collegabili ai periodi di bassa attivit solare. La figura 4 mette in evidenza il flusso elettronico giornaliero, misurato dal satellite geostazionario GOES13, con gli avvenimenti incendiari avvenuti nel periodo dal 16 Agosto 2014 al 10 Ottobre 2014.
Figura 4 Goes 13 Electron Fluence giornaliera (>2 MeV* 10 alla 4) e numero di eventi incendiari a Canneto di Caronia nel periodo dal 16 Agosto 2014 al 10 Ottobre 2014 (Fonte : NOAA ; Elaborazione dati e grafici : Sergio Berti) Gli andamenti dei grafici indicati in figura 4, potrebbero essere spiegabili facendo riferimento al fatto che le P-Holes, diffuse ed arrivate a concentrarsi nei pavimenti e sui muri delle abitazioni, sono alla ricerca di elettroni per riequilibrarsi; in caso di attivit solare normale, con buona disponibilit di elettroni liberi nellaria, riescono con facilit a catturali evitando concentrazioni in grado di generare campi elettrici polarizzanti elevati. In caso di bassa attivit solare, la concentrazione di P-Holes potrebbe aumentare, con conseguente aumento dei campi elettrici relativi che tenderebbero a catturare i pochi elettroni presenti nellaria attraverso percorsi particolari, che presentano asperit e possibilit di concentrare il flusso elettronico in sezioni ristrette con potenzialit di innesco dincendio anche in materiali che non contengono metalli (piante con foglie a punta, salviette umide e sottili, quaderni o libri semiaperti, ecc.). Situazioni simili con presenza di metalli potrebbero trasformarsi pi facilmente in inneschi incendiari poich la possibile energia elettromagnetica impulsiva ripetuta, eventualmente presente, potrebbe apportare energia addizionale attraverso la circolazione di correnti indotte nei metalli stessi, tale da agire come trigger in una situazione gi predisposta allinnesco.
Conclusioni Lipotesi preliminare semplificata della possibilit di coesistenza della teoria delle P-holes con quella del Bulk Plasmon non cos fuori luogo perch le ricerche e gli studi di F.T. Freund si sono molto focalizzati sullo spostamento delle P-Holes (lacune positive) e molto meno sugli elettroni coinvolti nel processo. In pratica, quando le P-Holes incontrano nella loro diffusione masse metalliche in grado di cedere elettroni, si riequilibrano, perdendo cos la loro carica positiva e facendo poi spostare lequilibrio, probabilmente con un certo livello di sincronismo, nella direzione dellarea sorgente che le ha generate e dalla quale si sono diffuse. In effetti le P-Holes non si spostano fisicamente poich fanno parte della struttura cristallina; sono gli elettroni che spostandosi fisicamente creano cos questo moto apparente. Un osservatore ideale fisso che osserva la struttura cristallina della roccia, con gli atomi relativi che la formano, vedr dei fronti di elettroni sincronizzati tra loro che si spostano dal luogo in cui le P- Holes hanno trovato masse metalliche o nubi di elettroni liberi nellaria in grado di equilibrarle, verso la zona dove sono presenti le condizioni ideali da punto di vista tettonico-termico che hanno permesso linizio del processo. Questi fronti di elettroni che si muovono in sincronismo allinterno della struttura della roccia, in direzione verso la sorgente del processo, potrebbero avere un comportamento molto simile al Bulk Plasmon. Lattivazione del processo di creazione delle P-Holes e dello spostamento sincronizzato dei fronti elettronici potrebbe originarsi nelle rocce della crosta terrestre sottomarina dellarea antistante Canneto di Caronia (nel raggio probabile di 50-:-100 km). Le P-Holes potrebbero raggiungere la zona in esame attraverso la spiaggia, mentre in contemporanea, si formerebbe un moto in controcorrente di fronti elettronici sincronizzati verso la zona termo-tettonica attivata. Le P-Holes dalla spiaggia tenderebbero a diffondersi allinterno della costa, dal lato ribassato della faglia diretta e tenderebbero successivamente, in parte, a concentrarsi nei pavimenti e nei muri delle abitazioni e verso le notevoli masse metalliche presenti retrostanti le abitazioni a schiera. Le masse metalliche cederebbero elettroni per il riequilibrio delle P-Holes ed alimenterebbero cos un ritorno di fronti elettronici sincronizzati verso il mare, con un equilibrio dinamico quantitativo e qualitativo dipendente dalle condizioni ambientali locali. Questi fronti di elettroni in movimento verso il mare, che assomigliano molto al Bulk Plasmon, secondo le teoria di M. Komogawa potrebbero, nella zona tra la linea ferroviaria e la spiaggia, attivare dei fenomeni elettromagnetici di tipo impulsivo con frequenze dellordine del Gigahertz e durate inferiore al nanosecondo per effetto della morfologia superficiale irregolare e per la densit elettronica non omogenea. Le P-Holes diffuse nelle strutture, pavimenti e muri delle abitazioni invece, tenderebbero a raggiungere il livello delle mansarde dove verrebbero bloccate nella loro corsa e quindi con una elevata possibilit di accumulo; questo stato delle cose permetterebbe la creazione di campi elettrici statici, con probabile sovrapposizione di campi variabili nella banda delle frequenze ELF. Le P-Holes intrappolate nelle strutture delle abitazioni potrebbero parzialmente riequilibrarsi attraverso gli elettroni liberi presenti nellaria generati da un livello di attivit solare media, evitando cos la creazione di campi elettrici positivi intensi in grado di contribuire alla creazione di fenomeni di innesco incendiario. In caso di attivit solare bassa invece, le P-Holes nelle strutture delle abitazioni tenderebbero a creare campi elettrici positivi con un livello di attivit tale da creare polarizzazioni intense particolari, volte alla cattura degli elettroni dai pochi metalli presenti e dallaria stessa in questo caso povera di elettroni. Questi percorsi di predisposizione alla cattura degli scarsi elettroni disponibili, potrebbero comprendere varie tipologie di metalli presenti (tubature, fili elettrici e di massa, strutture di frigoriferi, lavatrici, cianfrusaglie metalliche, ecc. ) ed anche materiali non metallici con un certo livello di conducibilit elettrica e con forme particolari (piante verdi con foglie a punta, piante secche, asperit, quaderni e libri semiaperti, ecc.). Questi percorsi di polarizzazione particolari, in caso di aumento di attivit termo-tettonica, potrebbero diventare critici poich si incrementerebbe ulteriormente il flusso di P-Holes verso le masse metalliche retrostanti alle abitazioni. Si creerebbero quindi, intensi fronti elettronici sincronizzati retrocedenti in grado di sviluppare impulsi di frequenza a livello dei Gigahertz con intensit tale da indurre forti correnti negli scarsi metalli presenti allinterno delle abitazioni e gi coinvolti, insieme a vari materiali isolanti, in processi di polarizzazione intensi. Laumento di temperatura nei metalli, per effetto delle correnti indotte, potrebbe incrementare la temperatura degli isolanti sottoposti al campo polarizzatore positivo riducendone cosi il livello della tensione di scarica e favorendo cos la perforazione del dielettrico e la relativa scarica violenta, capace di provocare inneschi incendiari in strutture molto complesse o caotiche (frigoriferi, congelatori, televisori, cestini con cianfrusaglie varie e metalliche, valigie o borse con cianfrusaglie e parti metalliche, ecc.). Visto quanto sopra indicato, potrebbe essere possibile rilevare strumentalmente nellarea coinvolta dagli eventi incendiari, con attivit termo-tettonica in corso, quanto di seguito elencato: a) Presenza di Campi Elettrici Statici Positivi nelle strutture delle abitazioni (pavimenti, muri, tetti, terrazze, ecc.) e nel suolo circostante dellordine di qualche centinaio di V/m o anche maggiori, in funzione della attivit termo-tettonica in atto; b) Presenza di Campi Elettrici Variabili Positivi, in banda ELF, nelle strutture delle abitazioni (pavimenti, muri, tetti, terrazze, ecc.) e nel suolo circostante dellordine di qualche decina di V/m o anche maggiori, in funzione della attivit termo-tettonica in atto; c) Presenza di emissioni in banda UHF dellordine di decine di V/m o anche maggiori, in funzione della attivit termo-tettonica in atto; d) Presenza di campi elettromagnetici impulsivi di frequenza dellordine dei Gigahertz e durate dellordine del nanosecondo. Le intensit relative potrebbero essere intorno ad alcune centinaia di V/m o maggiori, in funzione della attivit termo-tettonica in atto; e) Presenza di possibili aumenti termici nelle zone di riequilibrio delle P-Holes che catturando elettroni, diventerebbero sede di stati eccitati instabili in grado di rilasciare lenergia in eccesso sotto forma di emissioni nellinfrarosso (IR) nellintervallo da 10 a 11,5 Micrometri; f) Presenza di variazioni di conducibilit del terreno e dei potenziali spontanei; g) Presenza di alterazioni del livello del Campo Magnetico Terrestre locale; h) Variazioni anomale di temperatura dellacqua dei pozzi circostanti. Le indagini strumentali preliminari dovrebbero essere pianificate tenendo conto di quanto indicato ed in particolare, per quanto riguarda le costanti di tempo di misura, dovrebbero essere idonee per consentire anche il rilievo di fenomeni elettromagnetici impulsivi di brevissima durata. Non sar probabilmente possibile effettuare rilievi per lungo tempo poich le apparecchiature stesse potrebbero essere oggetto di inneschi incendiari. Potrebbero rendersi necessarie quindi, per il motivo evidenziato, metodologie di misura utilizzanti strumentazione meno sofisticata ma meno sensibile alle potenziali problematiche incendiarie presenti. 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Figure ed elaborazioni Fig. 1 Fonte Google Earth con elaborazione di Sergio Berti Fig. 2 -Estratto dalla carta geologica sezione 598130 Assessorato Regionale all Ambiente con elaborazioni successive di Sergio Berti Fig. 3 Fonte dati : NOAA/NWS ; INGV ; Elaborazione dei dati e grafici : Sergio Berti Fig. 4 Fonte dati : NOAA/NWS ; Elaborazione dei dati e grafici : Sergio Berti
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