Scopo dell'opera. 1. 1. Nei libri scritti contro la lettera di Parmeniano a Ticonio, abbiamo promesso di trattare pi in particolare la questione del battesimo; ma se pure non ve lo avessimo promesso, sappiamo e riconosciamo di essere in debito verso i fratelli che ce lo richiedono. Perci, con l'aiuto del Signore, in quest'opera ci proponiamo non solo di confutare le solite obiezioni che i Donatisti ci fanno su questa questione, ma di parlare dell'autorit del beatissimo martire Cipriano, con la quale i Donatisti tentano di sostenere la loro perversa dottrina per evitare che crolli sotto l'urto della verit, e di dire ci che il Signore ci conceder. Di modo che, quanti giudicano senza essere accecati da spirito di parte, possano capire che l'autorit di Cipriano, non solo non li sostiene, ma che soprattutto da essa che sono confutati e annientati. Nello scisma non si perde n il battesimo n l'ordine. 1. 2. Per la verit, gi nei libri menzionati, si detto che fuori della comunione cattolica il battesimo si pu dare, cos come, fuori di essa, si pu avere. Del resto, nessuno di loro nega che hanno il battesimo anche gli apostati; se infatti a quelli che ritornano e si convertono con la penitenza, non si rid, perch si ritiene che non hanno potuto perderlo. Cos anche quelli che si allontanano dalla comunione della Chiesa con il sacrilegio dello scisma: hanno certamente il battesimo ricevuto prima di andarsene. Ed in effetti, anche a loro, se ritornano, non si rid. Il che dimostra che ci che avevano ricevuto nell'unit, non hanno potuto perderlo separandosene. Ora, se fuori possibile averlo, perch non possibile darlo? Se tu dici: " Fuori non legittimo darlo ", noi replichiamo: " Come fuori non legittimo averlo, eppure lo si ha, cos fuori non legittimo darlo, eppure lo si d ". E come con la riconciliazione nell'unit, si comincia ad avere utilmente ci che fuori dell'unit si aveva inutilmente, cos, con la stessa riconciliazione, comincia ad essere utile ci che, fuori di essa, stato dato inutilmente. Non comunque lecito dire che non stato dato ci che stato dato, e n accusare uno di non averlo dato, quando confessa di aver dato ci che aveva ricevuto. Il sacramento del battesimo quello che ha il battezzato, mentre il sacramento del dare il battesimo quello che ha l'ordinato. E come il battezzato, allontanandosi dall'unit, non perde il sacramento del battesimo, cos l'ordinato, allontanandosi dall'unit, non perde il sacramento del dare il battesimo. Non va fatto torto a nessun sacramento: se nei cattivi ne viene meno uno, vengono meno tutte e due, se ne resta uno, restano tutti e due. Perci, come si accetta il battesimo, che non ha potuto perdere colui che si separato dall'unit, cos va accettato il battesimo dato da colui che, andandosene, non ha potuto perdere il sacramento del dare il battesimo. Ora, come al loro ritorno, quelli che sono stati battezzati prima di andarsene, non si ribattezzano, cos, al loro ritorno, quelli che sono stati ordinati prima di andarsene, certamente non si ordinano di nuovo, ma, o continuano ad amministrare ci che amministravano, se l'utilit della Chiesa lo richiede o, se non continuano, conservano il sacramento dell'Ordinazione, e quindi non si impongono loro le mani come a dei laici. In effetti, non perse n il sacramento del battesimo e n quello del dare il battesimo, Feliciano, quando si separato da essi insieme a Massimiano, tant' vero che ora lo hanno con loro insieme a quegli stessi che egli ha battezzato fuori, nello scisma di Massimiano. Ecco perch gli altri, pur non essendo uniti alla nostra societ, hanno potuto ricevere da loro ci che questi non avevano perso allontanandosi dalla nostra societ. Tutto ci dimostra, e che i Donatisti agiscono con empiet quando cercano di ribattezzare l'unit del mondo, e che noi agiamo con rettitudine, quando non osiamo condannare, neppure nello scisma, i sacramenti di Dio. Su ci in cui la pensano come noi, infatti, essi sono anche uniti a noi, si sono invece allontanati da noi, su ci in cui dissentono da noi. Si tratta di una vicinanza e lontananza che non va misurata in termini di movimenti del corpo, ma dello spirito. Come infatti con la continuit degli spazi di realizza la congiunzione dei corpi, cos con il consenso delle volont si realizza un certo contatto di spiriti. Se quindi colui che si separato dall'unit, vuole fare una cosa diversa da quella che ha appreso nell'unit, allora si allontana e si separa; ma se ci che vuol fare quanto si fa nell'unit, dove l'ha ricevuto e appreso, allora rimane ed unito a noi. Il battesimo deve essere ricevuto dove si certi che legittimo riceverlo. 2. 3. I Donatisti, pertanto, su alcuni punti sono con noi e su altri se ne sono andati. Quindi, mentre le cose in cui sono con noi, noi non le proibiamo, per quanto riguarda quelle in cui non sono con noi, li esortiamo a venire per averle o a tornare per riaverle, e con ogni possibile mezzo ci impegniamo con grande carit, perch, emendatisi e correttisi, facciano questa scelta. Quindi non diciamo loro: " Non date il battesimo ", ma: " Non datelo nello scisma "; e a quelli che essi stanno per battezzare, non diciamo: " Non ricevete il battesimo ", ma: " Non ricevetelo nello scisma ". Ora, se in caso di estrema necessit, uno non trova un cattolico dal quale farsi battezzare e, conservando nel cuore la fedelt alla pace cattolica, riceve da qualcuno fuori dell'unit cattolica, il battesimo che era pronto a ricevere nell'unit cattolica, se questi all'improvviso muore, noi lo riteniamo sicuramente un cattolico. Se invece egli viene liberato dalla morte corporale, quando si inserir, anche con la sua presenza corporale, nell'assemblea cattolica, da cui non si era mai allontanato col cuore, non solo non lo rimproveriamo di ci che ha fatto, ma lo lodiamo con tutta sicurezza e serenit, perch ha creduto che Dio era presente nel suo cuore, dove conservava l'unit, e perch non ha voluto uscire da questa vita, senza il sacramento del santo battesimo che, ovunque lo ha trovato, lo ha riconosciuto di Dio e non degli uomini. Ma se uno, pur potendo riceverlo nella Chiesa cattolica, per una sua deviazione mentale, sceglie di essere battezzato nello scisma, magari pensando di venire in seguito alla Cattolica, perch sicuro che qui fruttuoso il sacramento, che altrove pu, s, ricevere, ma senza frutto, questi senza dubbio un perverso e un iniquo, ed tanto pi nocivo quanto pi ne consapevole. Egli infatti non dubita che bene ricevere il battesimo nella Chiesa, cos come non dubita che in essa fruttuoso anche quello ricevuto altrove. Tesi cattoliche e donatiste sul battesimo. 3. 4. Sono due le tesi che noi sosteniamo: che nella Cattolica c' il battesimo, e che solo in essa si riceve legittimamente. I Donatisti le negano entrambe. E ne sosteniamo anche altre due: che tra i Donatisti c' il battesimo, e che tra essi non si riceve legittimamente. Di queste due, essi affermano, con decisione, una sola e cio che da loro si trova il battesimo; mentre, che da loro non si riceve legittimamente, non vogliono ammetterlo. Delle quattro tesi, tre sono solo nostre e una comune ad entrambi. Cos, che nella Cattolica c' il battesimo, e che in essa legittimo riceverlo, e che presso i Donatisti non legittimo, lo diciamo solo noi; ma che il battesimo si trova anche tra i Donatisti, essi lo affermano e noi lo concediamo. Ora, se uno vuol farsi battezzare e sa con sicurezza che per ottenere la salvezza deve scegliere la nostra Chiesa, perch solo in essa giova il battesimo di Cristo, anche se ricevuto altrove, e tuttavia decide di farsi battezzare nel partito di Donato, proprio perch a dire che tra di loro c' il battesimo, non sono solo loro e n siamo solo noi, ma tutte e due, badi alle altre tre tesi. Se infatti ha scelto di seguire noi in ci che essi non dicono, e poi antepone le cose che diciamo entrambi a quelle che diciamo solo noi, ci basta che egli anteponga le cose che essi non dicono, ma che diciamo solo noi, a quelle che dicono solo loro. Ora, che nella Cattolica c' il battesimo, noi lo diciamo, essi non lo dicono; che nella Cattolica legittimo riceverlo, noi lo diciamo, essi non lo dicono; che non legittimo riceverlo nel partito di Donato, noi lo diciamo, essi non lo dicono. Come dunque preferisce credere ci che solo noi diciamo di credere, cos preferisca fare ci che solo noi diciamo di fare. Quanto a ci che tutte e due diciamo di credere, se vuole, lo deve credere pi fermamente di quanto diciamo solo noi. Perci, dovr credere pi fermamente che nel partito di Donato si trova il battesimo di Cristo, che quanto diciamo tutti e due, di quanto crede che si trova nella Cattolica, che quanto dicono solo i cattolici. E d'altra parte, dovr credere pi fermamente che il battesimo di Cristo si trova anche da noi, che quanto diciamo solo noi, piuttosto di credere che non vi si trova, che quanto dicono solo loro. Egli infatti ha gi deciso, e ne certo, che nelle questioni in cui tra noi non c' accordo, noi dobbiamo essere preferiti a loro. Di conseguenza, ci che diciamo solo noi: che legittimo ricevere il battesimo presso di noi, dovr crederlo di pi di quanto creda che non legittimo, perch questo lo dicono solo loro. Con questo criterio, la tesi che sosteniamo noi solo, e cio che non legittimo riceverlo presso di loro, egli la creder di pi di quella che sostengono essi solo, e cio che legittimo riceverlo presso di loro. Egli quindi si illude di stare tranquillo, nel ricevere il battesimo l dove entrambi diciamo che c', ma non entrambi diciamo che l che si deve ricevere. Del resto, non stato proprio lui a scegliere di stare con noi in ci che non diciamo entrambi? Lo riceva quindi con tranquillit l dove egli sicuro di trovarlo e dove legittimo riceverlo; non lo riceva l, dove certamente c', ma non vi si deve ricevere, come dicono quelli il cui insegnamento ha deciso di preferire. Anche se dubitasse di ricevere legittimamente l, il battesimo che sicuro di ricevere legittimamente nella Cattolica, egli peccherebbe gravemente in una materia che riguarda la salvezza dell'anima, per il solo fatto di preferire l'incerto al certo. Che sia legittimo infatti farsi battezzare nella Chiesa cattolica, egli ne certo per il fatto stesso di aver deciso di passare da essa, dopo essere stato battezzato altrove. Che invece non sia legittimo farsi battezzare presso i Donatisti, egli dovrebbe almeno averne il dubbio, poich lo dicono quelli la cui dottrina sicuramente da preferirsi a quella dei Donatisti. Quindi, preferendo il certo all'incerto, si faccia battezzare l dove sicuro che legittimo farlo, se non altro perch, mentre pensava di battezzarsi altrove, aveva deciso di passare di qua. Analogia con il distintivo militare. 4. 5. Se poi uno non capisce come si possa dire che presso i Donatisti c' il battesimo, ma che presso di loro non legittimo riceverlo, tenga presente che, a nostro avviso, esso da loro non esiste neppure legittimamente; e lo dicono anche alcuni di quelli che si allontanano dalla loro comunione. Considerino la similitudine del distintivo militare: fuori del servizio militare lo possono portare e ricevere anche i disertori, e tuttavia, fuori del servizio, non si deve n portare e n ricevere; ma quando il disertore viene condotto o ricondotto all'esercito, esso non va n cambiato, n rinnovato. Nondimeno, un conto la situazione di quanti, per ignoranza, s'imbattono in questi eretici, credendo che essi siano la Chiesa di Cristo, e un conto quella di quanti sanno che non vi Chiesa cattolica, tranne quella che si diffonde e si estende in tutto il mondo sino ai confini della terra come stato promesso; quella che, mentre cresce in mezzo alla zizzania e nel disgusto degli scandali, anelando alla pace futura dice nei Salmi: Dai confini della terra ti ho invocato, mentre il mio spirito era nel disgusto; mi hai sollevato sulla pietra 1 . Ora la pietra era Cristo 2 , nel quale noi siamo gi risorti e sediamo in cielo -come dice l'Apostolo 3 - non ancora nella realt, ma nella speranza. Perci il Salmo continua, dicendo: Mi hai guidato, perch ti sei fatto mia speranza, torre di fortezza al cospetto del nemico 4 . In verit, forti delle sue promesse, che sono come dardi e frecce posti su una torre ben fortificata, noi non solo cerchiamo di tenere a bada, ma sconfiggiamo pure il nemico che veste i suoi lupi con pelli di pecore 5 per poter dire: Ecco, qui il Cristo; eccolo, l 6 ; per allontanare molti agnelli dall'immensa citt posta sul monte 7 , portarli alle loro piccole tane piene di insidie e, dopo averli catturati, sbranarli. Ma pur sapendo questo, alcuni scelgono di ricevere il battesimo di Cristo fuori dalla comunione dell'unit del Corpo di Cristo, con l'intenzione di passare in seguito a questa comunione, con il battesimo ricevuto altrove. Essi sanno di ricevere il battesimo di Cristo contro la Chiesa di Cristo, almeno il giorno stesso in cui lo ricevono. Ma se questo un delitto, chi oser dire: " Mi si permetta di compierlo almeno per un giorno "? Se egli infatti intende passare alla Cattolica, gli chiedo il motivo. Che cosa potr rispondere, se non che un male stare nel partito di Donato e non nell'unit cattolica? Ebbene, questo male, per quanti giorni lo avrai fatto, per altrettanti continuerai a farlo; e se si pu dire che il male di pi giorni pi grave, mentre quello di pochi giorni meno grave, che non sia nessun male non lo si pu dire. Che bisogno c' di commettere, sia pure per un solo giorno o per una sola ora, un male cos esecrabile? Se proprio uno se lo vuol permettere, pu chiedere alla Chiesa o a Dio stesso il permesso di essere apostata almeno per un giorno. In effetti, perch uno debba temere di essere apostata per un solo giorno, e non temere di essere scismatico o eretico per un solo giorno, non vedo il motivo. Nel battesimo bisogna anteporre il vero al falso, il certo all'incerto. 5. 6. " Ho preferito ricevere il battesimo di Cristo - egli dice - l dove tutte e due ammettete che sia ". S, ma che da loro non legittimo riceverlo, te lo dicono quelli presso i quali stai per passare; che invece da loro legittimo riceverlo, te lo dicono quelli che stai per lasciare. Ora, ci che dicono questi, che tu posponi, in contrasto con quelli, che tu preferisci, o falso o, per esprimermi con pi moderazione, dubbio. Anteponi quindi il vero al falso o il certo all'incerto. In effetti, che l dove tu ti appresti a passare, dopo averlo ricevuto altrove, si pu ricevere legittimamente il battesimo che desideri, lo ammettono non solo quelli presso i quali sei intenzionato a passare, ma tu stesso che stai per passarvi. Se infatti tu dubitassi della legittimit di poterlo ricevere l, dubiteresti anche di doverci passare. Quindi, se incerto che ricevere il battesimo nel partito di Donato un peccato, chi oser dubitare che certamente un peccato, non scegliere di riceverlo l dove sicuramente non peccato? Quanto a quelli che per ignoranza si fanno battezzare presso di loro, ritenendo che essa sia la vera Chiesa di Cristo, in confronto agli altri commettono un peccato meno grave, ricevono tuttavia la ferita del sacrilegio dello scisma, che non si pu definire non grave, solo perch quello degli altri pi grave. Se infatti ad alcuni stato detto: Nel giorno del giudizio si sar pi tolleranti per gli abitanti di Sodoma, che per voi 8 , non significa che gli abitanti di Sodoma non saranno puniti, ma che altri lo saranno pi duramente. La vicenda dei Massimianisti ha risolto la questione. 5. 7. Quantunque per qualche tempo questo sia stato forse nascosto e incerto. Ma l da dove viene la guarigione di quelli che se ne accorgono e si correggono, viene anche l'aggravamento di quelli che non possono pi permettersi di ignorare, e si ostinano tenacemente nella loro rovina. Di fatto, la condanna dei Massimianisti e la riammissione dei condannati e di quanti erano stati battezzati da essi fuori della loro comunione, nello scisma sacrilego, come proclama il loro concilio, ha risolto la questione e spazzato via ogni contesa. Essa non ha lasciato alcun motivo tra noi e i Donatisti, che sono in comunione con Primiano, per dubitare che quanti si separano dalla Chiesa, non solo possano dare il battesimo, ma anche riceverlo. In effetti, come essi sono costretti ad ammettere che quelli che Feliciano ha battezzato nello scisma, hanno ricevuto il vero battesimo, visto che ora li hanno tra loro con lo stesso battesimo ricevuto nello scisma, cos noi diciamo che il battesimo di Cristo esiste anche fuori della comunione cattolica, e lo danno quelli che si sono separati da questa comunione, perch, pur separandosene, non lo hanno perso. E ci che essi credono di aver dato a quelli che Feliciano ha battezzato nello scisma, quando li hanno riconciliati a loro, e cio, non di ricevere un battesimo che non avevano, ma di far fruttare quello che avevano inutilmente ricevuto nello scisma, e che ancora avevano, questo veramente lo concede e lo dona Dio, mediante la comunione cattolica, a quelli che vengono da qualche eresia o scisma, dove hanno ricevuto il battesimo di Cristo; vale a dire: non che incomincino ad avere il sacramento di Cristo, che non avevano, ma incominci a giovare a loro ci che avevano. Le molte particelle dei Donatisti rivendicano ciascuna per s il vero battesimo. 6. 8. Perci tra noi e i Donatisti cos detti " cardinali ", il cui vescovo a Cartagine Primiano, non vi pi, su questo punto, nessuna controversia. Dio ha voluto chiuderla per mezzo dei Massimianisti; e cos, ci che essi non volevano ammettere, persuasi dalla carit, lo ammettono, costretti dal loro esempio. Ma noi continuiamo a discutere, proprio perch non credano di dire qualcosa, quelli che non fanno comunione con costoro e che preferiscono sostenere che i Donatisti rimasti con loro, quanto pi sono pochi tanto pi sono veri. Ma se si trattasse solo dei Massimianisti, non dovremmo trascurare la loro salvezza; quanto pi non dobbiamo farlo, visto che lo stesso partito di Donato si frantumato in molti piccolissimi frammenti e che tutte queste particelle rimproverano la sola parte pi grande, nella quale c' Primiano, di avere accettato il battesimo dei Massimianisti? E che ognuna di esse si sforza di sostenere che il vero battesimo rimasto solo presso di essa, mentre non esiste affatto altrove, n in tutta la terra, dove estesa la Chiesa cattolica, n nella parte pi grande, quella di Donato, e n nelle altre, tranne che in essa, che una delle piccolissime parti? Ora, se tutte queste particelle vogliono ascoltare la voce, non di uomo, ma della pi limpida verit, e domare lo spirito animoso della loro perversit, non ritorneranno certo alla parte pi grande di Donato, che una parte separata dalla quale a loro volta si sono separate, ma ritorneranno dalla loro aridit alla verdeggiante radice cattolica. Tutti costoro, quando non sono contro di noi 9 , sono per noi, e quando non raccolgono con noi, disperdono 10 . L'antica consuetudine della Chiesa. 7. 9. Ora, per non dare l'impressione di trattare con argomenti umani una questione oscura che, nei primi tempi della Chiesa, prima dello scisma di Donato, ha spinto padri e vescovi, uomini grandi e animati da grande carit, a discutere tra loro, salva sempre la pace, e ad oscillare tra varie soluzioni, tanto che le differenti decisioni restarono a lungo sospese nelle loro rispettive regioni, finch un concilio plenario di tutto il mondo, fugato ogni dubbio, conferm l'opinione pi salutare, porter prove sicure dal Vangelo. Cos dimostrer, con l'aiuto del Signore, quanto sia stato saggio, e veramente secondo Dio, stabilire che, in ogni scismatico o eretico, la medicina della Chiesa curasse la parte che lo teneva separato, mentre la parte sana, una volta riconosciuta, l'approvasse, anzich ferirla con dei rimproveri. vero che nel Vangelo il Signore dice: Chi non con me, contro di me. E chi non raccoglie con me, disperde 11 , tuttavia, quando i discepoli gli riferirono di avere visto un tale che scacciava i demoni nel suo nome, e di averglielo vietato, perch non era un suo seguace come loro, egli replic: Non glielo proibite. Chi non contro di voi, per voi. Nessuno, infatti, pu fare un miracolo nel mio nome e parlare male di me 12 . Ora, se in lui non c'era nulla da correggere, dovr stare tranquillo chi, posto fuori della comunione della Chiesa, raccoglie nel nome di Cristo, anche se separato dalla societ cristiana; ma cos sar falso il detto: Chi non con me, contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde. Se invece va corretto proprio ci che i discepoli del Signore fecero per ignoranza, e ci di cui il Signore disse: Non glielo impedite, perch proib di impedirglielo? E come potr essere vero questo detto: Chi non contro di voi, per voi? In quel caso, quello non era contro di loro, ma per loro, poich operava le guarigioni nel nome di Cristo. Dunque, affinch entrambi le frasi siano vere, come di fatto lo sono, sia l'una: Chi non con me, contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde, e sia l'altra: Non glielo impedite, perch chi non contro di voi, per voi, che cosa ci resta da capire, se non che, da una parte quel tale andava confermato nella venerazione di un nome cos grande, poich non era contro la Chiesa, ma per la Chiesa, dall'altra, andava condannato per la separazione, nella quale, se raccoglieva, disperdeva? Cos, se per caso egli fosse venuto alla Chiesa, non vi avrebbe ricevuto ci che aveva, ma sarebbe stato corretto nell'errore che lo teneva lontano. I Donatisti, per la parte sana, sono uniti alla Chiesa. 8. 10. Ma neppure di Cornelio, un Gentile, si pu dire che le sue preghiere non siano state esaudite e le sue elemosine non siano state gradite; egli, anzi, merit di vedersi inviato un angelo e merit di vedere questo inviato, dal quale avrebbe potuto imparare, certamente senza intermediari umani, tutte le verit necessarie. Ma siccome tutto il bene che riceveva nelle preghiere e nelle elemosine, non poteva giovargli, se egli non si fosse incorporato alla Chiesa mediante il vincolo della societ e della pace cristiana, gli viene ordinato di inviare uomini da Pietro. Cos, tramite lui conosce Cristo e, da lui anche battezzato, si unisce anche col vincolo della comunione al popolo cristiano, a cui lo univa solo la somiglianza delle buone opere 13 . Sarebbe stato certamente un danno per lui, se avesse disprezzato il bene che ancora non aveva, per inorgoglirsi di ci che aveva! Questo vale anche per quelli che, separandosi dalla societ degli altri, violano la carit e rompono il vincolo dell'unit: se non osservano niente di quanto hanno ricevuto in quella societ, sono totalmente separati, e quindi, se uno che hanno associato a loro, vuole venire alla Chiesa, deve ricevere tutto ci che non ha ricevuto. Se invece ne osservano una parte, in questa non si sono separati, e per questa si trovano ancora nella struttura dell'organismo; mentre per il resto ne sono separati. Quindi, colui che hanno associato legato alla Chiesa nella parte in cui neppure essi sono separati, e quindi, se desidera venire alla Chiesa, viene sanato nella parte in cui, lacerato, errava lontano; quanto invece alla parte sana, che lo univa alla Chiesa, essa non si cura, ma si riconosce, onde evitare che, per curarla, la feriamo. Pertanto, quelli che essi battezzano, li guariscono dalla ferita dell'idolatria o dell'infedelt, ma aprono in loro una ferita ancora pi grave: lo scisma 14 . Nel popolo di Dio, infatti, mentre gli idolatri li uccise la spada, gli scismatici, li inghiott una voragine 15 . E l'Apostolo disse: Se avessi tutta la fede da trasportare le montagne, ma non ho la carit, sono un nulla 16 . Non dobbiamo guardare solo la parte sana, ma anche la malata. 8. 11. Se un uomo, colpito da una grave ferita in una parte vitale del corpo, viene condotto dal medico e questi dice: " Se non si cura muore di questa ferita ", io non penso che coloro che ve lo hanno condotto, siano tanto pazzi, da mettersi ad esaminare e a contare le membra sane, e poi rispondere al medico: " E che, tutte queste membra sane non possono salvargli la vita, e un solo membro ferito pu dargli la morte? ". No, non lo dicono, ma glielo consegnano perch lo curi. Tuttavia, se lo affidano al medico per curarlo, non per questo gli chiedono di curargli anche le parti sane, ma di applicare subito una medicina solo a quella parte, da dove la morte minaccia anche le parti sane, e le raggiunger se non si cura. Perci, che giova ad un uomo avere la fede sana o, forse, sano solo il sacramento della fede, quando la ferita mortale dello scisma gli ha distrutto la salute della carit, se basta questa distruzione per trascinare alla morte anche le parti sane? Ma perch questo non succeda, la misericordia di Dio non cessa di invitarli, mediante l'unit della santa Chiesa, a venire e a curarsi con la medicina della riconciliazione e con il vincolo della pace. N credano di essere sani, solo perch noi diciamo che hanno una parte sana, n credano di dover curare la parte sana, solo perch noi indichiamo la parte ferita. Di conseguenza, quanto all'integrit del sacramento, non essendo contro di noi, sono per noi; quanto alla ferita dello scisma, tutto ci che non raccolgono con Cristo, lo disperdono. Non si esaltino per le cose che hanno. Perch gettano i loro sguardi orgogliosi sulle parti sane? Si degnino di guardare umilmente anche la loro ferita, e badino non solo a quello che c', ma anche a quello che non c'. Senza la carit tutti gli altri doni non servono a niente. 9. 12. Considerino come non giova a niente avere molti e grandi doni, se ne manca uno! E vedano qual quest'uno! Per questo non ascoltino me, ma l'Apostolo. Egli ha detto: Se io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non ho la carit, sono come un bronzo suonante e un cembalo squillante. E se avessi la profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza; e se avessi tutta la fede da trasportare le montagne, ma non ho la carit, sono un nulla 17 . Che giova loro, saper parlare la lingua degli angeli nei sacri misteri ed avere la profezia per profetizzare ogni tanto, come fecero Caifa 18 e Saul 19 , uomini riprovevoli, come attesta la santa Scrittura?. Non solo conoscere, ma anche avere i sacramenti, come li ebbe Simon Mago 20 ?. Avere la fede come i demoni che confessarono Cristo? -Non che non credessero quando gridavano: Che c' tra noi e te, Figlio di Dio? Sappiamo chi sei 21 -. Che giova distribuire i propri beni ai poveri, come fanno molti, non solo nella Chiesa cattolica, ma anche nelle diverse eresie? E nell'assalto di qualche persecuzione unirsi a noi nel dare il proprio corpo alle fiamme, per la fede che professano insieme a noi 22 ? Ma dato che queste cose le fanno da separati che non si sopportano a vicenda nell'amore, e non si sforzano di conservare l'unit dello spirito mediante il vincolo della pace 23 , vale a dire senza avere la carit, pur con tutti questi carismi, che a loro non giovano a niente, non possono giungere alla salvezza eterna. Si pone la questione se nel partito di Donato il battesimo genera figli. 10. 13. Essi credono di essere molto sottili chiedendoci se il battesimo di Cristo genera o no, nel partito di Donato, dei figli; sicch, se noi ammettiamo che li genera, dicono che la loro Chiesa la madre che ha potuto generare questi figli dal battesimo di Cristo; e poich deve esservi una sola Chiesa, perci accusano la nostra di non essere Chiesa. Se invece diciamo: " No, non li genera ", ci dicono: " Perch allora non fate rinascere presso di voi con il battesimo quelli che, dopo essere stati battezzati presso di noi, passano da voi, se ancora non sono nati? ". La Chiesa genera figli non nella parte separata, la carit, ma nella unit, il battesimo. Ma non tutti i generati appartengono alla sua unit. 10. 14. Come se la Chiesa genera nella parte in cui separata e non nella parte in cui unita: separata infatti dal vincolo della carit e della pace, ma unita nell'unico battesimo. Una sola la Chiesa ed essa sola si chiama Cattolica; e tutto ci che di suo c' nelle diverse comunioni separate dalla sua unit, in quanto cosa sua in loro, genera essa e non esse. A generare non la parte separata, ma ci che le diverse comunioni hanno conservato della Chiesa. Se perdono anche questo, non generano pi. la Chiesa quindi che genera in tutte le comunioni che conservano i suoi sacramenti; con questi pu generare figli dappertutto, anche se non tutti i generati appartengano alla sua unit, che salver quanti persevereranno sino alla fine. Ma in verit, a non appartenere alla chiesa non sono solo quelli che si sono manifestati con il sacrilegio sfrontato dello scisma, ma anche quelli che, sebbene fisicamente mescolati nella sua unit, se ne separano con una pessima vita. Simon Mago aveva partorito addirittura con il battesimo, eppure gli stato detto che non avrebbe preso parte all'eredit di Cristo 24 . Gli manc forse il battesimo? Il Vangelo? I sacramenti? No, ma gli manc la carit, e quindi era nato invano, e forse gli conveniva non nascere. Non erano forse nati quelli ai quali l'Apostolo dice: Come a bambini appena nati in Cristo, vi ho dato da bere latte e non nutrimento solido 25 ? Eppure egli li richiama dal sacrilegio dello scisma, nel quale precipitavano proprio perch carnali. Come a bambini nati in Cristo - egli dice - vi ho dato da bere latte e non nutrimento solido, poich non potevate ancora riceverlo. E neanche ora lo potete; infatti siete ancora carnali. Dato che tra voi c' invidia e discordia, non siete forse carnali e vi comportate in modo umano? In effetti, se uno dice: Io sono di Paolo, e un altro: Io sono di Apollo, non siete solo umani? 26 di questi, che sopra dice: Vi scongiuro, fratelli, nel nome del Signore nostro Ges Cristo, ad avere tutti uno stesso linguaggio e non vi siano tra di voi delle divisioni; ad essere invece in perfetta sintonia di sentimenti e di idee. Sono stato infatti informato riguardo a voi, fratelli miei, dagli abitanti di Cloe, che tra voi ci sono discordie. Dico questo, perch ciascuno di voi dice: Io sono di Paolo, io di Apollo, io di Cefa, ed io, invece, di Cristo. stato forse diviso Cristo? stato forse crocifisso Paolo per voi, o nel nome di Paolo che siete stati battezzati? 27
Ora, se quei cristiani fossero rimasti nella loro ostinazione e perversit, erano nati, ma non facevano parte, per mezzo del vincolo della pace e della carit, della Chiesa da cui erano nati. essa, quindi, che genera, sia nel suo grembo che nel grembo delle ancelle, dagli stessi sacramenti, come dal seme del suo sposo. Non senza motivo, che l'Apostolo dice: Tutte queste cose sono accadute in figura 28 . Ma quanti si fanno vincere dalla superbia e non si uniscono alla madre legittima, sono simili ad Ismaele, di cui Dio ha detto: Scaccia la schiava e suo figlio; poich il figlio della schiava, non sar erede con il mio figlio Isacco 29 . Quanti invece amano pacificamente la legittima sposa del loro padre, che li ha generati per legittimo diritto, sono simili ai figli di Giacobbe che, quantunque nati dalle schiave, hanno ricevuto la stessa eredit 30 . Quanti invece sono nati nell'unit dal grembo di questa madre, ma trascurano la grazia ricevuta, somigliano ad Esa, figlio di Isacco, il quale fu riprovato, come Dio attesta e dice: Giacobbe l'ho amato, mentre Esa l'ho odiato, bench entrambi concepiti in un unico rapporto e nati da un unico grembo 31 . Si pone la questione se nel partito di Donato, il battesimo rimette i peccati. 11. 15. Ci chiedono anche se nel partito di Donato il battesimo di Cristo rimette i peccati. Cos, se noi diciamo che li rimette, ci rispondono: " Dunque c', l, lo Spirito Santo "; il Signore, infatti, dopo averlo dato con il suo soffio ai discepoli, ha detto: Battezzate le genti nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo 32 . A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi, e a chi li riterrete saranno ritenuti 33 . " Ma se questo vero - essi dicono - la nostra comunione la Chiesa di Cristo: lo Spirito Santo non opera la remissione dei peccati fuori dalla Chiesa. Ma se la Chiesa di Cristo la nostra comunione, non Chiesa di Cristo la vostra comunione. C' una sola Chiesa, chiunque sia il destinatario di queste parole: Una sola la mia colomba, una sola per la sua madre 34 e non possono esservi tante Chiese quanti sono gli scismi. Se invece noi diciamo che da loro i peccati non vengono rimessi, replicano: " Dunque da noi non c' il vero battesimo; di conseguenza i nostri che voi accogliete, dovete battezzarli. Ma dato che non lo fate, ammettete di non essere nella Chiesa di Cristo ". Dove non c' la carit, i peccati non si rimettono. 11. 16. Ci opponiamo seguendo le Scritture e li interroghiamo in modo che siano essi stessi a darsi la risposta che attendono da noi. Mi dicano: si rimettono i peccati dove non c' la carit? I peccati sono le tenebre dell'anima. Dice infatti Giovanni: Chi odia il proprio fratello ancora nelle tenebre 35 . Nessuno farebbe uno scisma, se non fosse accecato dall'odio verso i fratelli. Se dunque noi diciamo che presso di loro i peccati non sono rimessi, come pu rinascere chi vi si battezza? Che significa, infatti, rinascere mediante il battesimo, se non rinnovarsi dalla vecchiezza? E come si rinnova dalla vecchiezza colui al quale non si rimettono i peccati passati? Ma se non rinato, non neppure rivestito di Cristo; ne consegue che sembra necessario ribattezzarlo. Dice, infatti, l'Apostolo: Quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo 36 ; ma se non rivestito di Cristo, non va neppure considerato battezzato in Cristo. Del resto, se noi diciamo che egli battezzato in Cristo, ammettiamo che rivestito di Cristo; ma ammettere questo, ammettere che egli un rigenerato. Ma se cos, anche i peccati gli sono stati rimessi. Come pu dire Giovanni: Chi odia suo fratello ancora nelle tenebre 37 , se gi avvenuta la remissione dei peccati? Oppure nello scisma non esiste l'odio fraterno? E chi oser dirlo, visto che l'origine e l'ostinazione nello scisma non altro che l'odio fraterno?. A Simon Mago sono stati rimessi i peccati? 11. 17. Essi pensano di risolvere la questione, dicendo: " Se nello scisma non si ha la remissione dei peccati, non si ha n la rinascita dell'uomo nuovo n, di conseguenza, il battesimo di Cristo ". Noi riconoscendo che da loro il battesimo di Cristo esiste, proponiamo di risolvere un'altra questione: Simon Mago fu lavato col vero battesimo di Cristo? Risponderanno di s, costretti dall'autorit della santa Scrittura. Allora io chiedo loro se ammettono che gli vennero rimessi i peccati. Lo ammetteranno certamente. Ed io insisto: " E perch Pietro gli disse che non avrebbe preso parte all'eredit dei santi 38 ? ". Replicheranno: " Perch pi tardi pecc, volendo comprare con il denaro il dono di Dio, credendo che gli Apostoli ne fossero i venditori ". Il battesimo vero anche senza la remissione dei peccati. 12. 18. E che succede se al battesimo si accostato un ipocrita? Gli sono stati o no rimessi i peccati? Liberi essi di scegliere. Qualunque scelta ci sta bene. Se dicono che gli sono stati rimessi, replichiamo: " Come pu lo Spirito Santo che ammaestra fuggire l'ipocrisia 39 se ha operato in lui la remissione dei peccati? ". Se dicono che non gli sono stati rimessi, chiedo: Se, in seguito, egli confessa la sua finzione con cuore contrito e con sincero dolore, si riterr di ribattezzarlo? Se questo un discorso insensato, allora ammettano che un uomo pu essere battezzato con il vero battesimo di Cristo, e impedire cos al suo cuore, che persevera nella malizia e nel sacrilegio, la remissione dei peccati; e quindi capiscano che ci si pu far battezzare nelle comunioni separate dalla Chiesa, nelle quali il battesimo di Cristo si d e si riceve con lo stesso rito sacramentale. Esso giova alla remissione dei peccati solo quando uno, riconciliatosi con l'unit, si libera dal sacrilegio dello scisma, che ritiene i suoi peccati, e non ne permette il perdono. Colui che si era accostato al battesimo con finzione non deve essere ribattezzato, ma solo purificato con una santa correzione e una sincera confessione - ci che non sarebbe possibile a chi senza battesimo - affinch cominci a giovargli per la salvezza ci che gli stato dato prima, in quanto la sincera confessione ha rimosso la finzione. Cos colui che, nemico della carit e della pace, ha ricevuto il battesimo di Cristo, che non hanno perso quanti si sono separati con l'eresia o con lo scisma, cio con un crimine sacrilego che impediva la remissione dei suoi peccati, non va ribattezzato quando si emender e verr alla societ e all'unit, della Chiesa. La riconciliazione e la pace fanno s che, nell'unit, incominci a giovare alla remissione dei suoi peccati, quel sacramento che, ricevuto nello scisma, non poteva giovare. L'ipocrita riceve subito la remissione dei peccati, ma essi ritornano subito a causa dell'ipocrisia. 12. 19. Supponiamo che dicano: a colui che si accostato al battesimo con finzione, in quell'istante i peccati sono stati rimessi per la santa potenza di questo grande sacramento; tuttavia per colpa della sua finzione sono subito tornati. Cos, lo Spirito Santo, da una parte stato presente nel battezzato per allontanarne i peccati, dall'altra ha fuggito la perseveranza nella finzione perch tornassero. In tal modo sono veri entrambi i testi: Quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo 40 e: Lo Spirito Santo che ammaestra fuggir chi agisce con finzione 41 . Quindi da una parte la santit del battesimo lo riveste di Cristo, e dall'altra la malizia della finzione lo sveste di Cristo. Come succede quando uno passa dalle tenebre alle tenebre attraverso la luce: i suoi occhi sono rivolti continuamente verso le tenebre e la luce non pu inondarlo che di passaggio. Ebbene, se essi dicono questo, devono capire che accade lo stesso anche a quanti si battezzano fuori dalla comunione della Chiesa, ma con il battesimo della Chiesa il quale, ovunque sia, santo per se stesso, e perci non appartiene a quelli che si separano, ma alla Chiesa da cui si separano. Esso tuttavia valido anche presso di loro per quel tanto che essi passano, attraverso la sua luce, alle tenebre del loro scisma; ma subito ritornano i peccati che la santit del battesimo in quell'istante aveva perdonati, come ritorna l'oscurit che la luce aveva fugato al suo passaggio. Il battesimo rimette sempre i peccati all'atto in cui si riceve. 12. 20. In realt che i peccati rimessi ritornano dove manca la carit fraterna, il Signore lo insegna molto chiaramente quando parla di quel servo che fu trovato debitore di diecimila talenti, ma gli furono rimessi tutti perch si mise a supplicare. Questo servo viceversa non ebbe piet di un suo conservo che gli doveva cento denari; perci il padrone gli ordin di restituirgli tutto quanto gli aveva condonato 42 . Ora il momento in cui si riceve il perdono attraverso il battesimo come il tempo del rendiconto: si condonano tutti i debiti che sono pendenti. Tuttavia quel servo in seguito non rimise al suo conservo il debito contratto e, perch questi non poteva restituirglielo, non ebbe piet di lui. Viceversa, quel suo conservo era gi in debito con lui quando questi, presentandosi al suo padrone per il rendiconto, si era visto condonare un debito tanto grande, mentre egli non aveva condonato al suo conservo ci che gli doveva, eppure si era avvicinato al padrone per farsi condonare il suo debito. Lo indicano le parole del conservo: Abbi pazienza con me e ti restituir tutto 43 . Altrimenti gli avrebbe detto: " Gi me lo avevi condonato; perch me lo chiedi di nuovo? ". Lo esprimono meglio le parole del Signore: Appena uscito, quel servo incontr uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari 44 . Non ha detto: " Al quale egli aveva gi condonato un debito di cento denari ". Se infatti glielo aveva condonato, non glielo doveva. Ma poich si dice: Gli doveva, evidente che non glielo aveva condonato. Certo, sarebbe stato meglio o piuttosto pi conveniente per un s grande debitore, che stava per rendere conto e aspettava la misericordia del suo padrone, che fosse stato lui, il primo, a condonare il debito al suo conservo e quindi andare al rendiconto, in cui doveva implorare la misericordia del padrone. Tuttavia, il debito che egli non aveva ancora condonato al suo conservo, non imped al suo padrone di condonare a lui, all'atto del rendiconto, l'intero debito. Ma che gli giov, dal momento che sul suo capo tornarono subito di nuovo tutti i debiti, a causa dell'odio che persisteva in lui? Cos, non si pu impedire alla grazia del battesimo di rimettere tutti i peccati, anche se nel cuore di colui a cui si rimettono, persiste l'odio fraterno. Infatti si rimette, per il giorno di ieri e per il precedente, nell'ora e nel momento che precede il battesimo e durante il battesimo. Ma dopo, il battezzato incomincia subito ad essere colpevole, non solo dei giorni, delle ore e dei minuti successivi, ma anche di quelli passati, poich ritornano tutti i peccati gi rimessi. E questo accade spesso nella Chiesa. Se vengono rimessi i peccati a chi si fa battezzare in pericolo di morte con l'odio nel cuore. 13. 21. Capita spesso, infatti, che un uomo abbia un nemico che odia molto ingiustamente, sebbene il Signore ci comandi di amare anche i nemici ingiusti e di pregare per loro 45 . Ma di fronte ad un improvviso pericolo di morte, egli comincia ad agitarsi e chiede il battesimo che riceve talmente in fretta, che il pericolo incombente permette appena di porre le poche domande essenziali; quanto meno permette un discorso molto lungo, per scacciare l'odio dal suo cuore, anche se il battezzatore ne al corrente. Si sa che questi fatti non cessano di accadere non solo da noi, ma anche da loro. Che dire allora? Sono rimessi o no i peccati a quest'uomo? Scelgano in piena libert come vogliono. Se infatti gli sono rimessi, ritornano subito: il Vangelo lo dice, la Verit lo proclama. Ma, o che siano rimessi o che non siano rimessi, in seguito necessaria una medicina. Tuttavia se egli vivr e sapr che deve correggersi dall'odio e si corregge, non viene ribattezzato n presso di loro e n presso di noi. Questo vale anche per le cose che gli scismatici o gli eretici hanno e fanno in modo non diverso dalla vera Chiesa; quando essi vengono da noi, noi non gliele correggiamo, ma piuttosto le approviamo: perch in ci che non dissentono da noi non sono separati da noi. Tuttavia, poich esse non giovano a niente, fin quando sono scismatici o eretici, e per colpa delle altre cose in cui dissentono dalla verit e per l'immane crimine dello scisma, sia che in essi i peccati restino e sia che, rimessi, ritornino subito, noi li esortiamo a venire alla salvezza della pace e della carit, non solo per avere ci che non avevano, ma perch cominci a giovare loro ci che avevano. Il battesimo che hanno gli eretici e gli scismatici non loro ma di Cristo. 14. 22. Invano, quindi, ci dicono: " Se voi accettate il nostro battesimo, che cosa abbiamo in meno, s da ritenere che noi dobbiamo occuparci della vostra comunione? ". Noi replichiamo: Non il vostro battesimo che noi accettiamo: il battesimo non n degli scismatici e n degli eretici, ma di Dio e della Chiesa, ovunque lo si trovi e dovunque lo si porti. Di vostro avete solo i sentimenti malvagi, la condotta sacrilega e l'empio scisma. Infatti, se voi aveste e credeste tutta la verit, e tuttavia perseveraste in uno scisma contrario al vincolo della pace fraterna e all'unit di tutti i fratelli - i quali nel mondo si rivelano come sono stati promessi, e di cui voi non avete mai assolutamente potuto conoscere e valutare le ragioni e le intenzioni per poterli giustamente condannare, e quindi non possono essere colpevoli di avere creduto pi ai giudici ecclesiastici che ai litiganti -, in questo caso voi avete in meno solo ci che ha in meno chi non ha la carit 46 . Ma che bisogno c', ormai, di ripeterlo? Andate voi stessi a vedere nell'Apostolo, quanto vale ci che avete in meno. Ma che interessa se colui che non ha la carit viene portato fuori dal vento della tentazione o rimane dentro per essere separato dalla messe, nella vagliatura finale?. Eppure anche questi, se gi sono nati una prima volta mediante il battesimo, non occorre che rinascano una seconda. La Chiesa partorisce frutti nel battesimo come dal seme del suo Sposo. 15. 23. la Chiesa, certo, che partorisce tutti con il battesimo: o dentro, cio nel suo grembo, o fuori, dal seme del suo Sposo. Sennonch, mentre Esa, che era nato dalla sposa, a causa della discordia fraterna venne separato dal popolo di Dio 47 , Aser, che era nato con il consenso della sposa, ma da una schiava, grazie alla concordia fraterna ricevette la terra promessa 48 . Cos non fu una madre schiava a danneggiare Ismaele e a farlo separare dal popolo di Dio, ma fu la discordia fraterna, e n gli giov il consenso della sposa, di cui era maggiormente figlio perch, in virt dei suoi diritti coniugali, era stato concepito nella schiava e accolto dalla schiava 49 . Cos anche presso i Donatisti: per il diritto della Chiesa sul battesimo, nascono tutti quelli che nascono; ma se essi vivono d'accordo con i fratelli, verranno alla terra promessa, grazie all'unit della pace, e non necessario che siano di nuovo espulsi dal grembo materno, ma solo riconosciuti nel seme del padre; se invece persevereranno nella discordia, faranno parte dell'eredit di Ismaele. Ora, prima usc Ismaele e poi Isacco; prima Esa e poi Giacobbe; non perch l'eresia partor prima della Chiesa o che la Chiesa partor prima gli uomini carnali o animali e poi gli spirituali, ma perch nella nostra condizione mortale di discendenti da Adamo, " non precede ci che spirituale, ma ci che animale " 50 , e lo spirituale viene dopo. proprio dal senso animale, poich l'uomo animale non comprende le cose dello Spirito di Dio 51 , che nascono tutte le discordie e gli scismi. E l'Apostolo dice che quanti perseverano in questo senso appartengono al Vecchio Testamento 52 , cio alla cupidigia delle promesse terrene, che sono, s, figura delle spirituali, ma l'uomo animale non comprende le cose dello Spirito di Dio 53 . Quali uomini appartengono al Vecchio Testamento e quali al Nuovo. 15. 24. Dunque, in qualunque tempo sono apparsi in questa vita uomini tali che, pur essendo gi istruiti nel corso dei secoli dai sacramenti divini, hanno ancora sentimenti carnali, e aspettano e desiderano da Dio beni carnali, in questa e nell'altra vita, essi sono uomini animali. Quanto alla Chiesa, che il popolo di Dio nel pellegrinaggio di questa vita, essa una realt antica che, in alcuni uomini, possiede una parte animale, in altri, invece, una spirituale: agli animali spetta il Vecchio Testamento, agli spirituali il Nuovo. Ma nei primi tempi, da Adamo a Mos, essi erano entrambi nascosti. stato Mos a manifestare il Vecchio; ma in esso si nascondeva il Nuovo, poich vi era segretamente significato. Ma dopo che il Signore venuto nella carne 54 , il Nuovo stato rivelato; ora, mentre i sacramenti del Vecchio sono cessati, queste concupiscenze non sono cessate. Tra i cristiani, infatti, vi sono di quelli che l'Apostolo, bench siano gi nati mediante il sacramento del Nuovo Testamento, considera ancora uomini animali, incapaci di percepire le cose dello spirito di Dio 55 . Come, infatti, nei sacramenti del Vecchio Testamento, vivevano alcuni spirituali, che naturalmente appartenevano misteriosamente al Nuovo Testamento, che allora era nascosto, cos anche ora, nel sacramento del Nuovo Testamento, che gi stato rivelato, vivono molti uomini animali. Ma se essi si rifiutano di progredire nella percezione delle cose dello spirito di Dio, alla quale li esorta la parola dell'Apostolo, apparterranno al Vecchio Testamento. Se invece progrediscono, prima di coglierlo, grazie a questo progresso e alla loro disposizione, appartengono al Nuovo. E se prima di diventare spirituali, sono rapiti da questa vita, poich sono custoditi dalla santit del sacramento, sono annoverati nella terra dei viventi, dove c' la nostra speranza e la nostra porzione, il Signore 56 . E io non trovo quale senso pi vero pu avere questo versetto: I tuoi occhi hanno visto la mia imperfezione, se si considera il seguito: E nel tuo libro vi saranno scritti tutti 57 . Uomini spirituali e carnali. 16. 25. Ora, colei che partor Abele, Enoch, No ed Abramo, partor anche Mos e i profeti successivi, prima dell'avvento del Signore; e colei che partor questi, partor anche gli Apostoli, i nostri martiri e tutti i buoni cristiani. vero, tutti questi sono certamente apparsi sulla terra in epoche diverse, ma sono inclusi nella societ di un unico popolo, e hanno esperimentato, come cittadini di una stessa citt, le fatiche di questo pellegrinaggio; alcuni di loro le esperimentano ora e gli altri le sperimenteranno sino alla fine. Parimenti, colei che partor Caino, Cam, Ismaele ed Esa, partor anche Datan ed altri suoi simili nello stesso popolo; e colei che partor questi, partor anche Giuda, il falso apostolo, Simon Mago e tutti i falsi cristiani, fino ai nostri giorni: uomini tenacemente ostinati nei loro sentimenti animali, o che siano mescolati nell'unit o che ne dissentano con aperta rottura. Ma quando questi falsi cristiani sono evangelizzati dagli spirituali e istruiti nei sacramenti, li partorisce, per cos dire, personalmente Rebecca, come Esa 58 . Quando invece a generarli sono quelli che annunciano il Vangelo 59
nel popolo di Dio senza retta intenzione, Sara che li partorisce, ma da Agar 60 . Parimenti, quando nascono i buoni spirituali, quantunque evangelizzati e battezzati dagli uomini carnali, li partoriscono, s, Lia o Rachele in virt del diritto coniugale, ma dal grembo della schiava 61 . Quando invece sono gli uomini spirituali a generare al Vangelo i buoni fedeli che, o raggiungono il senso della maturit spirituale, o non cessano di tendervi, o non lo fanno perch non possono, allora essi nascono alla nuova vita e al Nuovo Testamento, come Isacco nacque dal grembo di Sara e come Giacobbe da quello di Rebecca. I veri figli della Chiesa. 17. 26. Gli uomini carnali quindi, sembrino dentro o siano palesemente fuori, ci che carne carne 62 ; e sia che restino nell'aia con la propria sterilit o che ne siano portati fuori al momento della tentazione, come dal vento, ci che paglia paglia 63 . Ed sempre separato dall'unit della Chiesa senza macchia e senza ruga 64 , anche chi mescolato all'assemblea dei santi, ma vive nell'indurimento della carne. Noi per non dobbiamo disperare di nessuno, n di chi sta dentro e si rivela peccatore, n di chi sta fuori ed un avversario pi aperto. Quanto agli spirituali e a quelli che tendono a questo fine con religioso zelo, essi non escono fuori dalla Chiesa; infatti, anche quando sembra che ne siano espulsi dalla perversit o dalla costrizione degli uomini, allora danno prova maggiore che se restassero dentro, perch non si mettono in nessun modo contro la Chiesa, ma si radicano sulla solida roccia dell'unit con il tronco robustissimo della carit. Si riferisce a questo, infatti, quanto si legge nel sacrificio di Abramo: Ma gli uccelli non li divise 65 . Il Donatismo prende nome da Donato. 18. 27. Sulla questione del battesimo penso di avere gi discusso abbastanza. E poich si tratta di uno scisma molto evidente, che viene chiamato dei Donatisti, non ci resta che credere con amore, sul battesimo, la dottrina che la Chiesa universale, lontana dal sacrilegio dello scisma, custodisce. Se in essa, tuttavia, su questa questione, alcuni la pensavano in un modo e altri in un altro, salva la pace, finch un concilio universale non avesse preso una decisione chiara e autorevole, la carit dell'unit copriva l'errore dell'umana fragilit, come sta scritto: La carit copre la moltitudine dei peccati 66 . In effetti, se essa manca, inutile avere gli altri doni; se c', non averne alcuni una venialit. L'autorit di Cipriano e l'esempio della sua vita. 18. 28. Negli scritti del beato martire Cipriano esistono importanti prove, per cui io passerei a parlare di lui, visto che della sua autorit i Donatisti si vantano carnalmente, bench la sua carit li uccida spiritualmente. In realt, ai suoi tempi, prima che il consenso di tutta la Chiesa confermasse, con la decisione di un concilio plenario, la dottrina da seguire in questa questione, Cipriano con una ottantina di suoi colleghi, vescovi delle Chiese africane, credette che ogni persona battezzata fuori della comunione della Chiesa cattolica, venendo alla Chiesa, dovesse ribattezzarsi. Che questa non fosse una decisione giusta, senza dubbio il Signore non lo rivel a questo grande uomo, proprio per mettere in evidenza la sua santa umilt e carit nel custodire in modo salutare la pace della Chiesa, e perch, non solo ai cristiani di quell'epoca, ma anche ai posteri, egli fosse additato come una testimonianza, diciamo cos, medicinale. In effetti, bench Cipriano, un vescovo di grande merito, capo di una illustre Chiesa, uomo di grande cuore, di ricca eloquenza e di grande virt, avesse, sul battesimo, un'idea discordante da quella che una ricerca pi attenta della verit avrebbe confermata; e bench molti suoi colleghi seguissero, anche se non ancora chiaramente messo in luce, l'insegnamento che l'antica consuetudine della Chiesa e, pi tardi, tutto il mondo cattolico abbracciarono, egli non si separ da quanti avevano una idea diversa, per creare una comunione a parte; n cess di persuadere gli altri a sopportarsi a vicenda nell'amore studiandosi di conservare l'unit dello spirito mediante il vincolo della pace 67 . Cos, pur restando intatto l'organismo del corpo, se un membro avesse una infermit, avrebbe ricevuto forza dalla salute degli altri, piuttosto che, amputandolo, si dichiarasse che non ci si preoccupava della cura. Ma ammettiamo che Cipriano si fosse separato: quanta gente l'avrebbe seguito! Quanta notoriet si sarebbe fatta! E quanto sarebbero pi diffusi i Ciprianisti che i Donatisti! Ma egli non era un figlio della perdizione 68 , di cui stato detto: Li hai abbattuti, mentre essi si innalzavano 69 , ma era un figlio della pace della Chiesa che, pur ricco di tanta luce interiore, non vide un aspetto della verit, affinch tramite lui, si rivelasse una verit pi grande. Dice, infatti, l'Apostolo: Vi voglio mostrare una via migliore. Se io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carit, sono come un bronzo suonante e un cembalo squillante 70 . Cipriano quindi non ha penetrato a fondo, fino a vedere il mistero del sacramento; ma se anche avesse conosciuto tutti i misteri e non avesse avuto la carit, non sarebbe niente 71 . Tuttavia malgrado avesse una conoscenza meno profonda del sacramento, conserv la carit, umilmente, fedelmente e saldamente, e merit di giungere alla corona del martirio. Cos, se per l'umana condizione si era insinuata una nube nella sua lucida mente, il sereno glorioso del suo sangue fulgente la dissip. Non infatti senza motivo che il Signore nostro Ges Cristo, dopo avere detto che Lui era la vite e i suoi come i tralci nella vite, ha aggiunto che i tralci si recidono e si tolgono dalla vite come rami inutili e infruttuosi 72 . Ma qual il frutto, se non quel nuovo dono, di cui dice: Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate gli uni gli altri 73 ? Ecco, questa la carit senza la quale il resto non serve a niente. Dice ancora l'Apostolo: Il frutto dello spirito, poi, la carit, la gioia, la pace, la longanimit, la benignit, la bont, la fedelt, la mansuetudine, la continenza 74 . Ora, tutte queste virt partono dalla carit e formano, insieme ad essa, una specie di grappolo meraviglioso. Non senza motivo che il Signore ha aggiunto: I tralci che in me portano frutto, il Padre mio li pota, perch portino pi frutto 75 , ma perch anche quelli che eccellono nel frutto della carit, possono avere qualcosa che va purificata e che l'agricoltore non lascia incoltivata. Dunque, che questo santo uomo, il quale sul battesimo aveva un'idea diversa dalla verit, che venne approfondita e confermata pi tardi dopo uno studio molto attento, sia rimasto nell'unit cattolica, da una parte gli stato ricompensato con l'abbondanza della carit, dall'altra egli stato potato con la falce del martirio. I Donatisti oppongono l'autorit di Cipriano agli ignoranti. 19. 29. Ma perch non sembri che per sottrarmi alle prove io inizio a celebrare la lode del beatissimo martire, lode non sua, per la verit, ma di Colui che lo ha tanto innalzato con la sua grazia, citiamo le prove dalle sue opere: saranno esse a chiudere definitivamente la bocca ai Donatisti. appunto la sua autorit, che i Donatisti obiettano agli ignoranti, per dimostrare che, ribattezzando i fedeli che vanno da loro, agiscono quasi rettamente. Quanto sono miserabili! Se non si correggono, si condannano da se stessi! Di un uomo cos grande, infatti, essi scelgono di imitare ci che non gli fu nocivo, visto che si incammin con passi pieni di perseveranza, verso quella pace dalla quale si sono allontanati i Donatisti che non conoscono la via della pace 76 . Vero che il battesimo di Cristo santo ovunque, e sebbene si trovi anche tra gli eretici e gli scismatici, esso, tuttavia, non n dell'eresia e n dello scisma. Ecco perch non vanno battezzati neppure quelli che passano da l alla Cattolica. Comunque, un conto questo, e un conto ritenere che quanti deviano dalla pace cattolica e precipitano nella tetra fossa dello scisma, siano, per di pi, da ribattezzarsi. In effetti, mentre i seni della carit coprivano quel neo sul candore di questa santa anima, il loro volto irrequieto mette in mostra la fuliggine della loro bruttezza infernale. Ma per quanto concerne l'autorit del beato Cipriano, la tratteremo riprendendo il discorso daccapo.
L'autorit di Cipriano pi a favore dei Cattolici che dei Donatisti. 1. 1. Quanto tornino a favore nostro, cio della pace cattolica, le accuse che il partito di Donato, appigliandosi all'autorit del beato Cipriano, ci lancia contro, e quanto invece siano a sfavore dei nostri accusatori, mi sono proposto di dimostrarlo con l'aiuto del Signore. Ora, se la necessit di rispondere mi spinge a richiamare idee esposte gi in altri libri, anche se sar discreto, questo non deve riuscire gravoso a quanti le hanno gi lette e le ricordano, poich, se certe verit essenziali all'istruzione vanno inculcate pi frequentemente ai pi tardi di mente, esse, quando vengono riesaminate e approfondite nei loro diversi e molteplici aspetti, aiutano anche le persone dotate di intelligenza pi recettiva, ad acquisirne una migliore conoscenza e a discuterne con pi eloquenza. Del resto io so bene quale fastidio prova il lettore, quando, trovandosi di fronte ad un punto nodale della questione, dal libro che ha tra le mani viene mandato a cercare la soluzione ad un altro, che forse non possiede. Perci, quali che siano le cose dette in altri libri, se la necessit dei problemi in questione mi spinge a ripeterle brevemente, mi perdonino coloro che le sanno affinch non si offendano coloro che non le sanno. preferibile offrire a chi ha, che rimandare chi non ha. L'esempio dell'apostolo Pietro. 1. 2. Che dicono i Donatisti, quando li soffoca la forza della verit, alla quale si rifiutano di aderire? Ecco: Cipriano, di cui conosciamo il grande merito e la ricca dottrina, con molti suoi colleghi vescovi, che gli esprimevano i loro pareri, ha stabilito in un concilio che gli eretici e gli scismatici, cio tutti coloro che sono fuori della comunione dell'unica Chiesa, non hanno il battesimo e, di conseguenza, chi viene alla Chiesa dopo essere stato battezzato da loro, va battezzato nella Chiesa. Non mi spaventa l'autorit di Cipriano, perch mi conforta l'umilt di Cipriano! Conosciamo certamente il grande merito di Cipriano, vescovo e martire; ma forse pi grande del merito di Pietro, apostolo e martire? Di lui Cipriano stesso, nella lettera a Quinto dice: Neppure Pietro, che il Signore ha scelto per primo e sul quale ha edificato la sua Chiesa 1 , nella discussione avuta con Paolo sulla circoncisione, ha rivendicato qualcosa con insolenza, n ha assunto atteggiamenti arroganti, dicendo che lui deteneva il primato e che i primi fedeli e i loro successori dovevano solo obbedirgli. E n disprezz Paolo per il suo passato di persecutore della Chiesa, ma ne accett il consiglio di verit e si arrese docilmente alla giusta ragione, che Paolo difendeva, lasciandoci evidentemente una testimonianza di concordia e di pazienza, affinch non ci attacchiamo tenacemente alle nostre idee, ma, viceversa, quei suggerimenti che talvolta ci vengono dai nostri colleghi e fratelli, purch veri e legittimi, li facciamo nostri 2 . Ecco il passo dove Cipriano ricorda l'episodio che anche noi abbiamo appreso dalle sante Scritture: l'apostolo Pietro, nel quale eccelle, per una grazia tanto sublime, il primato sugli Apostoli, poich sulla questione della circoncisione era solito agire diversamente da come esigeva la verit, fu corretto dall'apostolo Paolo, suo suddito. Cos, su un punto, Pietro pot non camminare rettamente secondo la verit del Vangelo, tanto da costringere i Gentili a vivere da Giudei. Paolo lo scrive nella lettera in cui ha chiamato Dio a testimone che egli non mentiva. Disse infatti: In ci che vi scrivo, lo dico davanti a Dio, io non mentisco 3 . E dopo aver invocato la santa e tremenda testimonianza di Dio, ha narrato i fatti dicendo: Quando mi accorsi che non camminavano rettamente nella verit del Vangelo, dissi a Pietro, davanti a tutti: se tu che sei un giudeo, ti comporti da gentile e non da giudeo, perch costringi i Gentili a giudaizzarsi? 4 Ora io dico, se Pietro, contro la regola di verit che in seguito la Chiesa ha seguito, ha potuto costringere i Gentili a giudaizzarsi, perch Cipriano, contro la regola di verit, che in seguito tutta la Chiesa ha seguito, non ha potuto costringere gli eretici e gli scismatici a ribattezzarsi?. Credo che, senza offesa per il vescovo Cipriano, il paragone con l'apostolo Pietro sia limitato alla corona del martirio. Del resto dovrei pi temere di offendere Pietro. Chi non sa che il suo primato sugli Apostoli da preferirsi a qualunque episcopato? Ma se anche la dignit delle due cattedre diversa, unica la gloria dei due martiri; e se in qualche punto gli spiriti di questi confessori, morti per la fede nell'unit della carit, si superano a vicenda, questo lo sa il Signore, che nella misteriosa e mirabile distribuzione delle sue grazie dona il paradiso al ladrone che, il giorno stesso lo confessa una sola volta sulla croce 5 , mentre a Pietro, seguace del Signore, che lo rinnega tre volte 6 , differisce la corona. Ma per noi sarebbe temerario dare un giudizio su questo. Eppure, se oggi si costringesse un uomo a farsi circoncidere, secondo l'uso giudaico, per poi battezzarlo, l'umanit detesterebbe questo fatto molto di pi che se lo si costringesse a farsi ribattezzare. Di conseguenza, visto che Pietro, che lo aveva fatto, viene corretto da Paolo, suo suddito e, custodito dal vincolo della pace e dell'unit, viene condotto al martirio, con quanta maggior facilit e forza dobbiamo noi preferire la verit, confermata dalla Chiesa universale con le sue decisioni, all'autorit di un solo vescovo o al concilio di una sola provincia? Tanto pi che Cipriano stesso ha espresso il suo pensiero, in termini che dimostrano la sua volont di restare nell'unit della pace, anche con quelli che, su questa questione, erano di diverso avviso! Lo dimostra il suo primo discorso all'inizio del concilio citato dai Donatisti. Eccone il testo. Prologo degli atti del concilio di Cartagine. 2. 3. " Riunitisi a Cartagine, alle calende di settembre, numerosi vescovi della provincia dell'Africa, della Numidia e della Mauretania, con i presbiteri e i diaconi, presente anche la grande parte della popolazione, e letta una lettera di Giubaiano a Cipriano e la risposta di Cipriano a Giubaiano sulla questione del battesimo degli eretici, come anche la successiva risposta di Giubaiano a Cipriano, Cipriano disse: Avete ascoltato, carissimi colleghi, quanto mi ha scritto Giubaiano, nostro collega nell'episcopato, per consultare la nostra pochezza sull'illecito ed empio battesimo degli eretici, e quanto io gli ho risposto per esprimere, ben inteso, l'opinione, che abbiamo espressa a pi riprese e in pi occasioni: vale a dire, che gli eretici che vengono alla Chiesa, vanno battezzati e santificati con il battesimo della Chiesa. Vi stata anche letta un'altra lettera di Giubaiano, nella quale egli, nella sua sincera e religiosa devozione, rispondendo alla nostra lettera, non solo manifesta il suo consenso, ma ringrazia anche d'essere stato istruito. Resta che, su questa stessa questione, esprimiamo i nostri personali pareri, senza giudicare nessuno, n allontanare dal diritto della comunione, chi pensasse diversamente. Nessuno di noi, infatti, si costituisce vescovo dei vescovi o usa il terrore dei tiranni per costringere i suoi colleghi alla necessit dell'obbedienza, poich ogni vescovo possiede la libert e il potere di esprimere un proprio giudizio; e come lui non pu essere giudicato da un altro, cos non pu giudicare gli altri. Ma attendiamo tutti il giudizio del Signore nostro Ges Cristo che, solo, ha il potere di preporci al governo della Chiesa e di giudicare il nostro operato " 7 . Non accontentarsi di leggere Cipriano, ma seguirne gli esempi nel custodire l'unit. 3. 4. Ed ora si drizzino pure, se osano, le superbe e gonfie cervici degli eretici, contro la santa umilt di questo discorso! O insensati Donatisti, che noi desideriamo e ci auguriamo di veder ritornare alla pace e all'unit della santa Chiesa e di vederli in essa guariti, che rispondete a questo discorso? Voi che siete soliti opporci la lettera di Cipriano, il parere di Cipriano, il concilio di Cipriano, perch usurpate l'autorit di Cipriano a favore del vostro scisma, e respingete il suo esempio a favore della pace della Chiesa? Chi non sa che la santa Scrittura canonica del Vecchio e del Nuovo Testamento contenuta entro limiti ben definiti, e che talmente superiore a tutte le successive lettere dei vescovi, che non assolutamente possibile dubitare e discutere se ci che dice vero e se ci che vi si trova giusto? E che invece le lettere che hanno scritto o scriveranno i vescovi, dopo la conferma del canone, possono essere corrette o da un discorso, forse pi saggio, di un vescovo pi competente, o da altri vescovi dotati di maggiore autorit e di pi profonda sapienza, o dai concili, nel caso vi sia qualche deviazione dalla verit? E che gli stessi concili regionali e provinciali si inchinano senza esitazione all'autorit dei concili plenari, che si tengono in tutto il mondo cristiano? E che spesso i concili plenari precedenti vengono emendati dai successivi quando l'esperienza apre ci che era chiuso e rivela ci che era nascosto? E che tutto questo si fa senza l'orgoglio della superbia sacrilega, senza la nuca gonfia di arroganza, e senza le contese causate dalla livida invidia, ma con santa umilt, con pace cattolica, con cristiana carit? Anche Cipriano avrebbe accettato la verit sulla ripetizione del battesimo, se questa verit fosse stata provata definitivamente. 4. 5. Di conseguenza San Cipriano, che tanto pi era grande quanto pi era umile, e che ha amato la testimonianza di Pietro fino a dire: " Pietro ci ha offerto un esempio di concordia e di pazienza, per non farci attaccare tenacemente alle nostre idee, ma piuttosto fare nostri, purch utili e legittimi, i suggerimenti che talvolta ci vengono dai nostri fratelli e colleghi " 8 , ha chiaramente mostrato di essere pronto a rivedere senza alcuna difficolt la sua opinione, se gli si fosse dimostrato che il battesimo di Cristo possono darlo quelli che sono usciti fuori dalla Chiesa, cos come non possono averlo perso quando ne sono usciti. Ma su questo abbiamo parlato a lungo. Noi neppure, del resto, oseremmo sostenere questa tesi, se non ci sostenesse l'unanime autorit di tutta la Chiesa, alla quale anch'egli si sarebbe senza dubbio inchinato, se fin da allora la verit fosse stata approfondita, proclamata e rafforzata da un concilio plenario. Se egli infatti loda ed esalta Pietro, che con spirito di pazienza e di concordia accett di essere corretto anche da un solo collega, suo suddito, con quanta pi prontezza, lui e il concilio della sua provincia, si sarebbero inchinati, una volta scoperta la verit, all'autorit del mondo! certo, anzi, che se pure un solo vescovo gli avesse esposto e dimostrato la verit, quest'anima santa e pacifica avrebbe potuto facilmente dargli il suo consenso! Forse lo ha fatto, ma noi non lo sappiamo. Infatti, non tutti gli episodi accaduti in quel periodo tra i vescovi poterono essere fissati nella memoria e negli scritti, e n noi conosciamo tutto ci che stato fissato. In effetti, come avrebbe potuto questa faccenda, avvolta nelle fitte nebbie delle dispute, essere condotta a pieno chiarimento e alla conferma di un concilio plenario, se prima non fosse risultato che nelle regioni della terra, i vescovi di una parte e dell'altra l'avevano studiata accuratamente in molte discussioni e conferenze? Ecco che fa la grazia della pace: quando le questioni pi oscure si indagano pi a lungo e, per la difficolt di trovare una soluzione, nascono, in una fraterna discussione, pareri diversi, in attesa di arrivare ad una verit limpida, permane il vincolo dell'unit, perch non resti inguaribile, nella parte tagliata, la ferita dell'errore. Forse Cipriano si anche sottomesso, ma noi non abbiamo una lettera che ce lo dica. 5. 6. Ecco perch accade spesso che ai pi dotti una verit venga rivelata solo in parte: per verificare la loro paziente e umile carit, che il dono pi fruttuoso; per vedere come essi conservano l'unit quando, sulle questioni pi oscure, i loro pareri sono discordi, e come accettano la verit, quando vengono a sapere che ne stata proclamata una contraria alle loro idee. Di queste due finalit, riteniamo che una sola si manifestata nel beato Cipriano, e cio che egli ha conservato l'unit con quanti divergevano dal suo pensiero, in quanto ha detto: " Senza giudicare nessuno, n allontanare dal diritto della comunione, chi pensasse diversamente " 9 . Quanto all'altra, ossia come ha potuto accettare una verit contraria al suo pensiero, se i suoi scritti tacciono, i suoi meriti gridano 10 . Non abbiamo una lettera, ma lo attesta la corona del martirio; non lo indica un concilio di vescovi, ma lo indica la schiera degli angeli. Non infatti una piccola dimostrazione della sua anima pacifica, l'avere meritato il martirio in quella unit, da cui egli non volle separarsi, pur avendo idee diverse. Siamo uomini e pensare una realt diversa da ci che di fatto , tentazione umana; mentre, attaccarsi troppo alla propria opinione o rifiutarne una migliore, a costo di giungere al sacrilegio di rompere la comunione e di creare uno scisma o una eresia, presunzione diabolica. Viceversa, non pensare mai una cosa diversamente da quella che in realt, perfezione angelica. E giacch siamo uomini, ma nella speranza siamo angeli di Dio, ai quali saremo uguali nella resurrezione 11 , fino a quando non avremo la perfezione dell'angelo, evitiamo la presunzione del diavolo. Perci l'Apostolo dice: Non vi colga tentazione, se non umana 12 . quindi umano pensare diversamente. Per questo Paolo dice altrove: Tutti noi che siamo perfetti dobbiamo avere questi sentimenti; e se in qualche cosa pensate diversamente, anche questo Dio vi riveler 13 . Ma a chi lo rivela Dio, quando a lui piace, in questa o nell'altra vita, se non a quelli che camminano nella via della pace e non deviano verso nessuna rottura? E tra questi non vi sono certo i Donatisti, che non hanno conosciuto la via della pace 14 e che, proprio per questo, hanno rotto il vincolo dell'unit. Ecco perch l'Apostolo, dopo aver detto: E se in qualche cosa pensate diversamente, anche questo Dio vi riveler 15 , per evitare che fuori della via della pace essi pensassero di poter conoscere ci che credevano in modo diverso, ha aggiunto subito: Nondimeno, l dove siamo arrivati, continuiamo il cammino 16 . Percorrendo questo cammino con tolleranza piena di perseveranza, Cipriano, non per avere versato il sangue, ma per averlo versato nell'unit - se infatti avesse dato il suo corpo alle fiamme, senza avere la carit, non gli avrebbe giovato a niente 17 - giunto alla luce degli angeli, mediante la confessione del martirio. E cos, se prima non l'aveva conosciuta, qui avrebbe certamente conosciuto per rivelazione, che la sua opinione era falsa; egli per non l'antepose al vincolo dell'unit. I Donatisti che si sono separati si trovano in grandissima contraddizione. 6. 7. E voi, Donatisti, che ne dite? Se la nostra opinione sul battesimo vera, quanti all'epoca di Cipriano ne avevano una diversa, non si separarono dall'unit della Chiesa, in attesa che Dio rivelasse la verit che credevano diversa. E perch voi avete rotto il vincolo della pace con un empio scisma? Se invece la vostra opinione sul battesimo che vera, Cipriano e gli altri, con i quali, come voi dimostrate, egli ha celebrato questo concilio, rimasero nell'unit con quanti pensavano diversamente. E perch voi avete rotto il vincolo della pace? Come scegliete siete costretti a pronunciarvi contro il vostro scisma. Rispondete: perch vi siete separati? Perch avete eretto un altare contro il mondo? Perch non siete in comunione con le Chiese alle quali sono state inviate le Lettere, che voi conservate e leggete e alle quali dite di conformare la vita? Rispondete: perch vi siete separati ? Certo, per non perire a causa della comunione coi malvagi. E come mai Cipriano e tanti suoi colleghi non perirono? Questi, pur credendo che gli eretici e gli scismatici non hanno il battesimo, e che pure erano stati accolti senza battesimo; e pur credendo che avessero su di s i loro peccati tanto mostruosi e sacrileghi, preferirono restare in comunione con quelli che erano stati ricevuti senza battesimo, anzich separarsi dall'unit. Cipriano infatti diceva: Senza giudicare nessuno, n allontanarlo dal diritto di comunione, se ha un'opinione diversa 18 . I giusti non muoiono vivendo insieme ai peccatori. 6. 8. Se per questa comunione con i cattivi i giusti muoiono, la Chiesa era finita gi dai tempi di Cipriano. E allora, da dove viene Donato?. Dove stato catechizzato? Dove battezzato? Dove ordinato, visto che il contatto con questa comunione aveva gi distrutto la Chiesa? Se invece la Chiesa esisteva, significa che i cattivi non poterono recare nessun danno ai buoni, pur vivendo nell'unica comunione. E perch vi siete separati? Ecco: io vedo nell'unit Cipriano e altri suoi colleghi che, riunito un concilio, hanno stabilito che i battezzati fuori della comunione della Chiesa non hanno il battesimo e quindi, quando vengono bisogna darglielo. Ma ecco: nella stessa unit vedo altri che su questa questione hanno un parere diverso e non osano ribattezzare quelli che vengono dagli eretici e dagli scismatici, perch riconoscono in essi il battesimo di Cristo. L'unit cattolica li accoglie tutti nel suo grembo materno, ed essi portano gli uni i pesi degli altri 19 e si sforzano di conservare l'unit dello spirito nel vincolo della pace 20 , in attesa che il Signore riveli a una delle due parti il proprio errore 21 . Ora, se questi erano nella verit, venivano contaminati o no da quelli? E se nella verit c'erano quelli, venivano contaminati o no da questi? Liberi di scegliere. Se venivano contaminati, la Chiesa era scomparsa gi da allora. Rispondete: da dove siete venuti? Se invece la Chiesa esisteva, significa che tale comunione con i cattivi non contamina affatto i buoni. Rispondete: perch avete rotto il vincolo? Venendo alla Chiesa gli eretici non contaminano i buoni. 6. 9. Oppure gli scismatici ricevuti senza battesimo non contaminano, e i traditori dei Libri santi contaminano? A dire il vero i traditori erano vostri: lo attestano atti chiarissimi. E se voi aveste detto la verit nei riguardi degli accusati, avreste convinto alla vostra causa l'unit del mondo; e cos voi sareste stati trattenuti e essi cacciati. Ci avete provato e non ci siete riusciti? Allora innocente il mondo che ha preferito credere ai giudici ecclesiastici anzich ai litiganti sconfitti. Se poi voi vi siete rifiutati di difendere la vostra causa, innocente il mondo che non poteva condannare degli imputati senza averli ascoltati. Perch dunque vi siete separati dagli innocenti? No, proprio non potete difendere il sacrilegio del vostro scisma. Ma tralascio questo e parlo di altro: se potevano contaminare dei traditori, che voi non avete convinto, ma dai quali siete stati vinti, a pi forte ragione, i sacrilegi degli scismatici e degli eretici ricevuti, a parere vostro, senza battesimo, potevano contaminare Cipriano! Eppure egli non si separ, e per il fatto che la Chiesa sussisteva, chiaro che non pot essere contaminato. Perch voi vi siete separati, non dico dagli innocenti, ci che si prova, ma dagli stessi traditori, ci che non si prova? Oppure, come stavo dicendo, i delitti dei traditori sono pi gravi di quelli degli scismatici? Non prendiamo bilance ingannevoli, su cui pesare ci che vogliamo e come lo vogliamo, e poi dire: " Questo pesante, questo leggero ". No, prendiamo la bilancia divina presa dalle sante Scritture, come dai tesori del Signore, e con essa misuriamo per vedere ci che pi pesante. Anzi, non pesiamo noi, ma riconosciamo i pesi stabiliti dal Signore. Al tempo in cui il Signore ha indicato i principali delitti da evitare con gli esempi recenti di castighi, quando cio fu costruito e adorato un idolo, bruciato dall'ira di un re dispregiatore il Libro dei Profeti e, tentato uno scisma, allora l'idolatria fu punita con la spada 22 , il libro bruciato con una strage di guerra e con l'esilio in terra straniera 23 , e lo scisma con una voragine; che seppell vivi gli autori, mentre gli altri vennero divorati dal fuoco sceso dal cielo 24 . Ebbene, chi potr dubitare che il crimine pi scellerato stato quello pi severamente punito?. Ora, se quanti venivano da questi sacrilegi senza battesimo, come voi dite, non contaminavano Cipriano, come potevano contaminare voi dei traditori, non accertati, ma inventati? E anche se essi non avessero consegnato i Libri per bruciarli, ma li avessero bruciati essi stessi con le loro mani, avrebbero senza dubbio commesso un delitto meno grave, che se avessero fatto uno scisma: in effetti, il primo stato punito con una pena pi mite, il secondo con una pi severa; e non ad arbitrio degli uomini, ma secondo il giudizio di Dio. Una risposta dei Donatisti. 7. 10. Perch vi siete separati? Se avete un po' di buon senso, certamente vedete anche voi che non potete trovare risposte. Non ne siamo sprovvisti a tal punto - dicono - da non poter rispondere: cos che vogliamo. " Chi sei tu che giudichi un servo di altri? Che egli stia in piedi o cada, riguarda il suo padrone " 25 . Essi non capiscono che questo detto si riferisce a quelli che amavano giudicare non i fatti notori, ma le intenzioni. Se no come potrebbe esprimere tanti giudizi, Paolo, contro gli scismi e le eresie, chiamandoli crimini? E come si pu cantare nei Salmi: Se davvero amate la giustizia, giudicate rettamente, o figli degli uomini 26 ? E perch il Signore dice: Non giudicate in base alle persone, ma esprimete un giudizio retto 27 , se non permesso dare giudizi su nessuno? Infine, quando essi hanno parlato di quei traditori e hanno espresso falsi giudizi su di loro, non hanno giudicato i servi di altri? Spettava al loro padrone vedere se stavano in piedi o cadevano. E da ultimo, perch sui Massimianisti, sorti di recente, non hanno esitato ad esprimere un giudizio cos severo, per la bocca veritiera del loro concilio plenario, come essi dicono, paragonandoli ai primi scismatici che la terra inghiott vivi 28 ? Eppure alcuni di essi, come negarlo? o li condannarono, bench innocenti, o li riaccettarono, bench colpevoli. Ma quando si dice una verit, a cui non sanno replicare, masticano brontolii sconnessi: cos che vogliamo. " Chi sei tu che giudichi un servo di altri? Che egli stia in piedi o cada, riguarda il suo padrone " 29 . Ora, quando scorgono una pecora ferita, nel deserto, dove sembra assente il pastore che la chiami, si scoprono i denti, si rompe la fragile gola : Saresti un buon uomo, se non fossi un traditore; pensa alla tua anima, sii cristiano. Oh, empia rabbia! Quando a un cristiano si dice: sii cristiano, che altro gli si insegna se non a negare di essere cristiano? Volevano forse insegnare una cosa diversa gli antichi persecutori dei cristiani, che fecero martiri quanti resistettero? O si giudica pi lieve ci che si commette con la minaccia della spada che con l'insidia della lingua?. I Donatisti si servono dei testi di Cipriano per coprirsi come di pelli di pecora. 7. 11. E ora rispondete lupi rapaci che, avidi di rivestirvi di pelli di pecora 30 , credete che gli scritti del beato Cipriano siano a favore vostro: il sacrilegio degli scismatici contaminava o no Cipriano? Se lo contaminava, la Chiesa era finita gi da allora, e non c'era un punto da cui avreste potuto propagarvi. Se invece non lo contaminava, quale delitto di altri pu contaminare, nell'unit, gli innocenti, visto che il sacrilegio dello scisma non lo pu? Perch dunque vi siete separati? Perch, mentre fuggite i delitti pi lievi da voi inventati, avete commesso il sacrilegio dello scisma, che pi grave di tutti. Oppure vi piace ammettere che non erano pi n scismatici e n eretici, quanti erano stati battezzati fuori della comunione della Chiesa, in uno scisma o in una eresia, solo perch, passando alla Chiesa e ripudiando i loro precedenti errori, avevano cessato di esserlo? Perch, allora, se erano senza battesimo, i loro crimini non erano rimasti su di loro? Oppure, quello era il battesimo di Cristo, e fuori della comunione della Chiesa esso non poteva giovare loro, ma quando sono venuti e hanno ripudiato l'errore passato e sono stati accolti nella pace della Chiesa per l'imposizione delle mani, allora, radicati e fondati nella carit, senza la quale gli altri doni sono infruttuosi, prese a giovare alla remissione dei peccati e alla santit della loro vita, ci che fuori portavano senza frutto?. La consuetudine della Chiesa di non ripetere il battesimo antica. 7. 12. Non obiettateci l'autorit di Cipriano, quindi, per giustificare la ripetizione del battesimo, ma seguitene con noi l'esempio nella salvaguardia dell'unit. Non era ancora stata approfondita la questione del battesimo, infatti, che gi la Chiesa osservava la salutare consuetudine di correggere, negli eretici e negli scismatici, ci che era distorto, di non ripetere ci che era stato dato, di guarire la parte ferita, e di non curare quella sana. Questa consuetudine, derivata, io credo, dalla tradizione degli Apostoli, come molte altre che non si trovano nei loro scritti e n nei concili dei loro successori, ma siccome si conservano in tutta la Chiesa, si crede che siano state tramandate e raccomandate proprio da loro; questa consuetudine molto salutare, dunque, ha iniziato, diciamo cos, a correggerla 31 , al dire di Cipriano, il suo predecessore Agrippino. Sennonch, come ha dimostrato una ricerca pi attenta della verit approdata, dopo molte esitazioni e oscillazioni, alla conferma di un concilio plenario, pi esatto dire che Agrippino ha iniziato a corromperla, non a correggerla. Quando infatti scoppi la questione sulla remissione dei peccati e sulla rinascita spirituale dell'uomo, e ci si chiedeva se esse erano possibili presso gli scismatici e gli eretici, allora, per la difficolt di trovare una ragione e per il precedente dell'autorit di Agrippino e di molti suoi sostenitori, che, su questa questione avevano ceduto e avevano preferito costruire una cosa nuova anzich conservare una consuetudine di cui non capivano la difesa, essi gettarono negli occhi dello spirito ragioni apparenti e ostruirono il cammino della ricerca della verit. Perch Cipriano si oppose a questa consuetudine. 8. 13. Io credo che il beato Cipriano ha espresso molto liberamente il suo pensiero contrario alla consuetudine, e ne ha parlato per primo, semplicemente perch voleva ricevere, con molta gratitudine, qualcuno, se esisteva, che avesse avuto una illuminazione pi chiara, e per mostrare che va imitato non solo lo zelo di chi insegna, ma anche l'umilt di chi impara. Se poi nessuno fosse stato capace di portare una prova tale da confutare tutte le verosimili ragioni che lo colpivano, egli sarebbe rimasto della sua idea, ben cosciente di non avere nascosto ci che riteneva la verit e di avere conservato ci che amava, l'unit. Proprio in questo senso egli comprese le parole dell'Apostolo: I profeti parlino in due o tre e gli altri giudichino; ma se uno di quelli che sono seduti riceve una rivelazione, il primo taccia 32 . Ecco che dice infatti: In questo passo l'Apostolo ha insegnato e mostrato che molte verit vengono rivelate pi chiaramente a questo o a quello, e che uno deve lottare con tenacia non per ci che aveva appreso una volta e conservava, ma, se viene fuori qualcosa di meglio e di pi utile, abbracciarlo di buon grado 33 . Sicuramente con queste parole non solo sollecit a dirsi d'accordo con lui, quanti non vedevano qualcosa di meglio, ma li esort anche a portare, se potevano, qualche prova per meglio rafforzare la necessit di mantenere la precedente consuetudine; sicch, se vi fosse stata una prova inconfutabile, egli avrebbe potuto mostrare con quanta sincerit aveva detto: Ognuno deve lottare con tenacia non per ci che aveva appreso una volta e conservava, ma, se viene fuori qualcosa di meglio e di pi utile, abbracciarlo di buon grado 34 . Ma visto che gli unici a farsi avanti erano quelli che gli opponevano la consuetudine, e che a difesa di questa, non portavano argomenti capaci di commuovere la sua grande anima, egli, da uomo serissimo, non volle rinunciare alle sue ragioni, anche se non vere, cosa che gli sfuggiva, ma comunque non vinte, solo per cedere ad una consuetudine, vera, s, ma non ancora provata. Tuttavia, se questa consuetudine, Agrippino per primo, e con lui alcuni suoi colleghi dell'Africa, non avessero cercato di abbandonarla, anche con le decisioni di un concilio, Cipriano non avrebbe neanche osato ragionare contro di essa; ma, turbato per una questione cos complessa, e vedendo ovunque una consuetudine universale e consolidata, avrebbe preferito ritirarsi nella preghiera e nella elevazione dell'animo a Dio, per vedere e insegnare la verit che si manifest pi tardi nel concilio plenario. Ma, ormai stanco e vedendo l'autorit del precedente concilio tenuto da Agrippino, prefer difendere, diciamo cos, la scoperta dei suoi predecessori, anzich affaticarsi in ulteriori ricerche. In effetti, alla fine della lettera a Quinto, descrive questa soluzione, come un letto sul quale, pressoch stanco, si ripos. stato Agrippino ad introdurre la consuetudine di ribattezzare. 9. 14. Egli dice: Ecco quanto Agrippino, uomo di felice memoria, con altri suoi colleghi, che all'epoca governavano la Chiesa del Signore nella Provincia dell'Africa e della Numidia, stabil e, dopo un esame equilibrato, fatto di comune accordo, conferm. E la loro opinione, religiosa, legittima, salutare alla fede, e conforme alla Chiesa cattolica, l'abbiamo seguita anche noi 35 . Con questa dichiarazione egli fa ben capire che avrebbe ricordato molti pi particolari se, su questa questione, vi fosse stato un concilio d'oltremare o universale. Ma ancora non era stato fatto, perch il mondo era legato dalla forza della consuetudine, e questa era il solo argomento che si opponeva a quanti volevano introdurre una novit, dato che non potevano raggiungere la verit. In seguito, tuttavia, dopo discussioni e ricerche fatte tra molti esponenti dell'uno e dell'altro fronte, la verit non solo fu trovata, ma fu portata anche davanti all'autorit e alla forza di un concilio plenario. Certo, avvenne dopo il martirio di Cipriano, ma prima che nascessimo noi. Ma che questa fosse la consuetudine della Chiesa, che in seguito, dopo l'analisi dei molti lati oscuri e che la verit fu raggiunta, venne confermata da un concilio plenario, appare chiaramente anche dalle parole di Cipriano nella lettera a Giubaiano, che ricordiamo di aver letta nel concilio. Egli dice: " Si dir: che ne sar, dunque, di quelli che, in passato, venendo dall'eresia alla Chiesa, sono stati ammessi senza battesimo? " 36 . Qui egli mostra chiaramente come si era soliti agire, anche se a lui non piaceva, e, proprio perch cita il concilio di Agrippino, fa capire apertamente che era ben altra la consuetudine della Chiesa. E di fatto non c'era bisogno di deciderlo nel concilio, se gi esisteva una consuetudine; e durante il concilio stesso alcuni interventi dichiararono francamente che quanti avevano ritenuto di dover prendere questa decisione, lo avevano fatto contro una consuetudine della Chiesa. Riflettano i Donatisti su quest'unica cosa a tutti evidente: se l'autorit di Cipriano va seguita, meglio seguirla nel conservare l'unit che nel cambiare una consuetudine della Chiesa; se poi si considera il concilio di Cipriano, gli va anteposto il concilio successivo di tutta la Chiesa, della quale egli si rallegrava di essere membro; anzi, molto spesso egli ammoniva anche gli altri ad imitarlo nel conservare la compattezza dell'intero corpo. I posteri, in effetti, antepongono i concili pi recenti a quelli pi antichi e, molto pi giustamente, il concilio universale al particolare. Risposta dei Donatisti. 10. 15. Ma come reagiscono i Donatisti quando si dimostra che san Cipriano, anche se non ammise i battezzati nell'eresia e nello scisma, comunicava con quanti li ammettevano, visto che con molta chiarezza aveva dichiarato: Non giudicare nessuno, n allontanare nessuno dal diritto di comunione, se avesse idee diverse 37 ? Se stato macchiato dalla comunione con questi, perch essi ne seguono l'autorit nel ripetere il battesimo? Se invece dalla loro comunione non stato macchiato, perch non ne seguono l'esempio nel conservare l'unit? Forse che ad essi non resta che dire: " Cos vogliamo noi "? E che altro potrebbero rispondere alla parola di verit e di giustizia, i criminali, i facinorosi, i lussuriosi, gli ubriachi, gli adulteri, gli impudichi di ogni tipo, i ladri, i rapitori, gli omicidi, i ladroni, i malefici, gli idolatri 38 ? Che altro potrebbero rispondere alla Verit che li rimprovera, se non: Questo voglio, questo che mi piace? E se poi sono tinti del nome cristiano, aggiungono: Chi sei tu, che giudichi il servo di un altro? 39
Costoro nondimeno sono pi modesti, perch, quando, a causa della loro condotta e delle loro azioni cattive, sono puniti dalle leggi divine e umane, non dicono di essere martiri. I Donatisti, invece, vogliono avere, allo stesso tempo, e la vita di sacrileghi e la fama di innocenti; per le azioni criminali non ricevere nessuna pena, e per le pene giuste, ricevere la gloria dei martiri; come se la misericordia e la pazienza di Dio verso di loro, non sia tanto grande quanto pi, castigandoli solo in parte, lascia loro il tempo per la penitenza 40 , e come se non cessa di raddoppiare in questa vita i flagelli, perch riflettano sulle pene che ricevono e sul perch le ricevono, e si ravvedano. Essi, che per la pace di Donato, hanno gi accettato il battesimo dei Massimianisti, preferiscano abbracciare, per la pace di Cristo, il battesimo del mondo; si reinseriscano nella radice, si riconcilino con l'unit, e vedano che ad essi non restato niente da dire, ma solo qualcosa da fare; di modo che, per le loro passate azioni, si offra il sacrificio della carit al Dio misericordioso, di cui hanno rotto l'unit con un crimine nefando, e i cui sacramenti hanno fatto bersaglio di continue ingiurie. Dio infatti misericordioso e pietoso; longanime, molto misericordioso e verace 41 . Abbraccino, nelle vita presente, il Dio misericordioso e longanime, e temano, nella futura, il Dio verace. Egli non vuole la morte dell'empio, ma, piuttosto, che si converta e viva 42 ; egli infatti cambia la sentenza contro le ingiurie che gli vengono fatte. la nostra esortazione! I Donatisti non temono di violare il battesimo di tutto il mondo. 11. 16. Per questo ci sono nemici, perch diciamo la verit, perch temiamo di tacere, perch abbiamo paura di smettere con tutte le nostre insistenze, perch obbediamo all'Apostolo che dice: Predica la Parola, insisti a tempo opportuno e inopportuno, ammonisci, esorta, rimprovera 43 . Essi invece, come dice il Vangelo, amano la gloria degli uomini pi di quella di Dio 44 , e mentre temono i rimproveri temporanei, non temono la condanna eterna. Lo vedono anche essi il male che fanno, vedono di non avere nessuna risposta, ma gettano la polvere negli occhi degli ignoranti, pur essendo inghiottiti vivi, cio, morendo consapevoli e coscienti 45 . Hanno visto gente inorridire e odiarli fortemente, perch si sono divisi essi stessi in molti scismi soprattutto nella capitale dell'Africa, la celeberrima citt di Cartagine. Si sono sforzati di rappezzare i loro abiti indecenti; e credendo di poter eliminare i Massimianisti, li hanno duramente assaliti con grande impeto, per mezzo di Ottato Gildoniano, e hanno inflitto loro molti danni e persecuzioni crudelissime; dopodich ne hanno accolti alcuni credendo di potere convertire tutti gli altri con lo stesso terrore; ma a quelli che accolsero non vollero far il grande torto di ribattezzare quelli stessi che avevano battezzato nello scisma, o meglio, di farsi ribattezzare dentro, da quelli stessi che li avevano battezzati fuori; ma in questo modo fecero un'eccezione alla loro malvagia consuetudine. Sentono che un atto scellerato, ormai, una volta accettato il battesimo dei Massimianisti, violare il battesimo del mondo 46 , ma temono i loro ribattezzati; temono che non perdonino loro, se essi perdonano gli altri, e che pretendano da loro le proprie anime, se essi smettono di trucidare le anime degli altri. Essi hanno ricevuto gli scismatici Massimianisti per amore della pace di Donato. 12. 17. Sulla questione della riammissione dei Massimianisti, non sanno che rispondere. Se dicono: " Abbiamo riammessi degli innocenti ", rispondiamo: " Dunque, avevate condannato degli innocenti ". Se replicano: " Non lo sapevamo ", rispondiamo: " Dunque, avete giudicato avventatamente - del resto, anche dei traditori avete emesso un giudizio avventato - e siete stati falsi nel dire: Riconoscete di essere stati condannati dalla bocca veritiera di un concilio plenario; una bocca veritiera, infatti, non avrebbe potuto condannare degli innocenti ". Se dicono: " Non li abbiamo condannati ", si legga il concilio, si leggano i nomi dei vescovi e delle citt. Se dicono: " Quello non il nostro concilio ", si leggano gli atti proconsolari, dove non una sola volta essi hanno citato questo stesso concilio, per espellere i Massimianisti dalle basiliche e disperderli sotto il tumulto delle accuse e la violenza delle bande ausiliari. Se dicono che Feliciano di Musti e Pretestato di Assuri, che pi tardi hanno riammessi, non erano con Massimiano, si leggano gli atti con i quali chiesero ai pubblici ufficiali di espellerli dalle basiliche in nome del loro concilio, radunato contro i Massimianisti. Se dicono: " per amore della pace, che li abbiamo accolti ", si replichi: " Perch, allora, non riconoscete la pace vera e completa? Chi vi ha spinto, chi vi ha costretti a riammettere, per la pace di Donato, uno scismatico condannato, e a condannare, contro la pace di Cristo, il mondo senza averlo ascoltato? ". Se la verit li incalza, sentono di non avere niente da rispondere, e credono di non avere niente da fare; non trovano niente da dire, ma non permettiamo loro di tacere; preferiscono opporsi alla verit con parole perverse che, ammessi i loro errori, ridonarsi alla pace. Ritornino alla Chiesa quanti sono gi stati ribattezzati e si preghi per loro. 13. 18. Ma chi non intuisce ci che possono dire, essi, in cuor loro? Ecco: " Che ne faremo, dunque, dei ribattezzati? " Si risponde: "Ritornate con loro alla Chiesa, offrite alla medicina della pace, per farli curare, quelli che avete ferito, e riconducete alla vita della carit, per farli risuscitare, quelli che avete ucciso. Ha una grande forza di propiziarci Dio la concordia fraterna!. Sentite il Signore: Se due di voi si mettono d'accordo, qui in terra, tutto ci che chiederete, vi sar concesso 47 . E se vale per due persone, a maggior ragione per due popoli! Prostriamoci insieme davanti al Signore; condividete con noi l'unit e noi condividiamo il vostro dolore, e la carit copra la moltitudine dei peccati 48 ! Prendete consiglio da S. Cipriano, considerate quanto si aspettava, egli, dal bene dell'unit, per cui non si separato da quelli che la pensavano in modo diverso e, pur ritenendo che quanti si facevano battezzare fuori la comunione della Chiesa non avevano il battesimo, credette, tuttavia, che coloro che erano stati riammessi alla Chiesa, semplicemente, potevano ottenere, per il vincolo dell'unit, il perdono. cos, infatti, che egli risolse la questione che si era posta, scrivendo a Giubaiano: Ma qualcuno dir: che ne sar di quelli che, in passato, venendo dall'eresia alla Chiesa, sono stati riammessi senza battesimo? Il Signore potente. Egli pu dare il perdono con la sua misericordia; e tutti quelli che, ammessi semplicemente alla Chiesa, in Chiesa sono morti, non escluderli dai benefici della sua Chiesa 49 ". Se sia pi dannoso non battezzarsi che ribattezzarsi. 14. 19. Se poi sia pi dannoso non battezzarsi affatto oppure farsi ribattezzare, difficile giudicarlo. Io vedo bene ci che la gente maggiormente detesta e aborrisce, e tuttavia, se adotto la bilancia del Signore, sulla quale il valore delle cose non si pesa secondo il sentimento degli uomini, ma secondo l'autorit di Dio, trovo, su entrambe le ipotesi, una frase del Signore. A Pietro infatti disse: Chi lavato non ha bisogno di rifarsi il bagno 50 , mentre a Nicodemo: Se uno non rinasce dall'acqua e dallo Spirito, non entrer nel Regno dei cieli 51 . Ma quale sia, di fatto, il giudizio pi segreto di Dio, forse difficile che noi uomini possiamo conoscerlo! Tuttavia, per quanto emerge dalle sole parole del testo, ognuno vede chiaramente tutta la differenza tra: Non ha bisogno di lavarsi e: Non entrer nel Regno dei cieli. Del resto la Chiesa stessa conserva la tradizione di non ammettere assolutamente all'altare un uomo senza battesimo; se invece permesso ammettervi il ribattezzato, dopo la penitenza, che altro significa, se non che egli non privo del battesimo? Se dunque Cipriano presumeva che coloro che egli riteneva senza battesimo, ottenevano, per il vincolo dell'unit, il perdono, il Signore potente, e proprio per il vincolo dell'unit e della pace viene placato anche dai ribattezzati, diventa benevolo verso quelli che li hanno battezzati e, in compenso della pace, condona tutti i delitti che hanno commesso nell'errore, purch offrano il sacrifico della carit che copre la moltitudine dei peccati 52 ; cos che egli non guarda pi i molti che sono stati feriti dal loro abbandono, ma i moltissimi che vengono liberati dal loro ritorno. Per questo vincolo della pace, Cipriano ha creduto che la divina misericordia pu non escludere dai benefici della Chiesa coloro che egli riteneva esservi stati ammessi senza battesimo; e per questo stesso vincolo della pace, noi crediamo che la misericordia divina pu rendere i ribattezzati degni del perdono. Risolto ogni dubbio circa la questione della ripetizione del battesimo, vengano, i Donatisti, alla Cattolica. 15. 20. La Chiesa cattolica, al tempo del beato Cipriano e ancora prima di lui, sia i ribattezzati che i non battezzati, li racchiudeva tutti nel suo grembo: e gli uni e gli altri ottennero la salvezza solo per merito della sua unit. Se infatti quelli che venivano dagli eretici non avevano il battesimo, come sostiene Cipriano, non era corretto ammetterli; eppure egli non disper che ricevessero il perdono dalla divina misericordia, grazie all'unit della Chiesa. Perci, se essi avevano il battesimo, non era corretto ribattezzarli. Che cosa quindi li aiutava, se non la carit dell'unit, per cui, ci che nell'amministrare il sacramento sfuggiva all'umana fragilit, la divina misericordia non lo imputava a quanti amavano la pace? Perch allora, per paura dei vostri ribattezzati, precludete a voi e a loro l'accesso alla salvezza? Una volta sorse un dubbio sul battesimo: coloro che la pensavano diversamente restarono nell'unit. Ma col passare del tempo, conosciuta la verit, il dubbio venne eliminato. La questione che, quando non era ancora chiusa, non spavent Cipriano, fino a farlo allontanare, ora che chiusa, invita voi a ritornare. Venite alla Cattolica, che ora nella certezza, e che Cipriano non abbandon quando era nell'incertezza. Se poi vi frastorna l'esempio di Cipriano, che ha comunicato con quelli che erano stati ricevuti con il battesimo degli eretici, dicendo apertamente: Non giudicate nessuno, e non allontanate nessuno dal diritto della comunione, se ha idee diverse 53 ; dove andate, disgraziati, che fate? Fuggite voi stessi, perch siete usciti dalla comunione in cui egli rimase. Ma se per l'abbondanza della sua carit, per l'amore fraterno e per il vincolo della pace, non poterono danneggiarlo n i suoi peccati e n quelli altrui, ritornate l, dove, sia a noi che a voi, faranno molto meno danno quelli inventati dai vostri antenati.
Si segua l'esempio di Cipriano nel mantenere l'unit. 1. 1. Penso che ormai possa essere a tutti evidente, che l'autorit del beato Cipriano nel conservare il vincolo della pace e non violare in nessun modo la carit salutare per l'unit della Chiesa, sia da proporsi pi a favore nostro che dei Donatisti. Se infatti essi cercano di avvalersi dell'esempio di Cipriano per ribattezzare i Cattolici, in quanto ritenne che gli eretici andassero ribattezzati nella Cattolica, noi preferiamo avvalerci dell'altro suo esempio: quello con cui stabil, molto chiaramente, che dalla comunione cattolica, cio, dai cristiani sparsi in tutto il mondo, compresi i cattivi e i sacrileghi riammessi, non bisognava allontanarsi per nessuno motivo, con la rottura della comunione. Perci egli non ha voluto allontanare dal diritto della comunione neppure quelli che, a suo avviso, ricevevano nella comunione cattolica i non battezzati e i sacrileghi, ed ha detto: Non giudicare nessuno, n allontanare dal diritto della comunione, chi avesse idee diverse 1 . Risposta alla domanda sulla consuetudine introdotta da Agrippino. 2. 2. Ma io vedo che mi si pu chiedere ancora una cosa, e cio, di rispondere alle apparenti ragioni dalle quali furono mossi, prima Agrippino, poi Cipriano stesso e quanti lo sostenevano in Africa e, forse, anche alcuni che si trovavano nei territori d'oltremare e pi lontani, e senza che vi sia stato nessun concilio, n plenario e n, almeno, regionale, ma solo una corrispondenza epistolare, tanto da ritenere di dover introdurre una prassi che la primitiva consuetudine della Chiesa non aveva, e che, in seguito, il mondo cattolico, con un consenso solidissimo e fermo, ha escluso. Cos che l'errore, che attraverso tali discussioni aveva incominciato ad insinuarsi nelle menti di alcuni, lo guarisse una verit pi forte e una medicina universale proveniente dalla salvezza dell'unit. Ed ora vedano, essi, con che serenit io affronto questo discorso. Se io non riuscir a dimostrare come vanno confutate le affermazioni che essi prendono dal concilio di Cipriano e dai suoi scritti, e cio che il battesimo di Cristo non pu essere dato dagli eretici, rimarr tranquillo in quella Chiesa, nella cui comunione rimase Cipriano con quanti non condividevano il suo pensiero. La Chiesa non pot n contaminarsi e n scomparire in forza della consuetudine di non ribattezzare. 2. 3. Ora essi dicono che allora la Chiesa cattolica esisteva, in quanto vi erano pochi o, se cos credono, molti, che disapprovavano il battesimo dato presso gli eretici, e battezzavano quanti provenivano dall'eresia. E allora? Prima di Agrippino, dal quale ebbe inizio, diciamo cos, la nuova norma contrastante con la consuetudine, la Chiesa non esisteva? E che? In seguito, dopo Agrippino, quando, se non si fosse ritornati alla antica consuetudine, Cipriano non avrebbe dovuto riunire un altro concilio, che forse la Chiesa non esisteva, visto che dappertutto vigeva la consuetudine di ritenere il battesimo di Cristo, soltanto come battesimo di Cristo, anche se si provava che era stato dato presso gli eretici o gli scismatici? Che se poi la Chiesa esisteva anche allora, e l'eredit di Cristo, non essendo stata interrotta, non era perita, ma sussisteva e cresceva in tutte le nazioni, norma sicurissima restare nella consuetudine, che allora riuniva in un solo abbraccio, buoni e cattivi. Se invece allora la Chiesa non esisteva pi, in quanto si riammettevano, senza battesimo, sacrileghi eretici, e questa era una consuetudine universalmente osservata, da dove apparso Donato? Da quale terra spuntato? Da quale mare emerso? Da quale cielo caduto?. Pertanto noi, come stavo dicendo, restiamo al sicuro nella comunione di quella Chiesa, nella cui universalit ora si fa ci che si faceva universalmente anche prima di Agrippino e tra Agrippino e Cipriano, e la cui universalit non abbandonarono n Agrippino, n Cipriano, n i loro sostenitori, quantunque la pensassero in modo diverso dagli altri, ma rimasero nella stessa comunione di unit insieme a quelli dai quali avevano idee diverse. Siano essi, invece, a considerare dove sono; essi che non possono dire n da dove si sono propagati, se vero che, fin da allora, gli eretici e gli scismatici riammessi senza battesimo, avevano fatto perire la Chiesa con il contagio della loro comunione, e n, d'altra parte, sono d'accordo con Cipriano stesso. Infatti, mentre Cipriano profess di voler restare nella comunione con quelli che avevano accolto gli eretici e gli scismatici, e quindi anche con quelli che erano stati accolti, i Donatisti invece, per via del nome di traditori, con cui infamarono alcuni in Africa, ma senza riuscire a dimostrarlo nel concilio d'oltremare, si sono separati dalla comunione col mondo, bench siano molto pi gravi i crimini dell'eresia e dello scisma che i crimini che rinfacciavano, anche se veri. Quindi, quelli che vennero senza il battesimo, come Cipriano pensava, e che furono ammessi nella comunione cattolica, non per mezzo del battesimo, non poterono macchiare Cipriano. Ma neppure in ci che dicono di imitare Cipriano, essi sanno che rispondere sulla questione di avere accettato il battesimo dei Massimianisti, ritornati con alcuni di quelli che, condannati dal loro concilio plenario, e perseguitati perfino dal tribunale delle autorit terrene, essi hanno poi riammesso nella loro comunione con la stessa dignit episcopale nella quale li avevano condannati. Di conseguenza, se al tempo di Cipriano, la comunione coi cattivi ha fatto perire la Chiesa, la comunione dei Donatisti non ha un'origine. Se invece non l'ha fatta perire, essi non hanno alcuna giustificazione per il loro scisma. E si aggiunga, che non seguono n l'esempio di Cipriano, poich hanno infranto il vincolo dell'unit, e n il suo concilio, poich hanno accettato il battesimo dei Massimianisti. Lettera di Cipriano a Giubaiano sul battesimo degli eretici. 3. 4. ora noi quindi, pur seguendo l'esempio di Cipriano, esaminiamo anche il concilio di Cipriano. Che dice Cipriano? Voi avete ascoltato, carissimi colleghi, la lettera scrittami da Giubaiano, nostro collega nell'episcopato, per consultare la nostra pochezza sull'illecito ed empio battesimo degli eretici, ed anche ci che io ho risposto ribadendogli, naturalmente, il mio parere espresso pi volte, che gli eretici e scismatici che vengono alla Chiesa, vanno battezzati e santificati con il battesimo della Chiesa. Vi stata poi letta anche un'altra lettera di Giubaiano, nella quale egli, da uomo sincero, religioso e devoto, rispondendo alla nostra lettera, non solo si dichiara d'accordo, ma ringrazia anche delle istruzioni ricevute 2 . Da queste parole del beato Cipriano, apprendiamo che egli stato consultato da Giubaiano, che questi gli ha risposto e che lo ha ringraziato per le istruzioni ricevute. Dobbiamo forse essere ritenuti ostinati, se vogliamo esaminare questa stessa lettera, che ha persuaso Giubaiano? Finch in effetti non persuader anche noi, se pu farlo con ragioni convincenti, ci assicura il diritto alla comunione cattolica, lo stesso Cipriano. Continua ancora la lettera. 3. 5. Egli infatti continua dicendo: Ci resta da esprimere, su questa questione, le nostre personali opinioni, senza giudicare nessuno, n allontanare qualcuno dal diritto della comunione, se avesse idee diverse 3 . Egli quindi, non solo mi concede di continuare a cercare la verit, fatto salvo il diritto della comunione, ma anche di avere opinioni diverse. Nessuno di noi, infatti, viene costituito vescovo dei vescovi, n costringe i suoi colleghi al dovere dell'obbedienza con il terrore dei tiranni 4 . Che c' di pi mite? Che di pi umile? Sicuramente nessuna autorit ci distoglie dal cercare la verit Egli dice: poich ogni vescovo, grazie alla sua libert e potest, ha un proprio giudizio; e come non pu essere giudicato dagli altri, cos non pu giudicare gli altri 5 . Io penso che si riferisca alle questioni non ancora discusse e studiate a fondo. Egli infatti sapeva che la Chiesa intera era allora impegnata a cercare, in una serie di discussioni, tutta la profondit del sacramento, e lasciava piena libert di ricerca, affinch la verit, una volta conosciuta, fosse diffusa. Egli non mentiva e non pensava di catturare con questo discorso i suoi colleghi pi ingenui, in modo che, una volta che avessero espresso le loro opinioni contrarie, avrebbe deciso, in contrasto con la sua promessa, che dovevano essere scomunicati. Lungi da un'anima cos santa questa crudele perfidia! E quanti, di un uomo cos grande pensano questo, sia pure per fargli un elogio, non fanno altro che ammettere di essere loro dei perfidi. Per parte mia, che Cipriano, vescovo cattolico e martire cattolico, il quale, quanto pi era grande tanto pi si mostrava umile con tutti, per trovare grazia 6 presso Dio, abbia fatto uscire dalla sua bocca, soprattutto nel santo concilio e davanti ai suoi colleghi, una cosa diversa da quella che sentiva nel cuore, non posso crederlo nel modo pi assoluto. Specie se consideriamo queste altre parole: Ma restiamo tutti in attesa del giudizio del Signore nostro Ges Cristo, che l'unico e il solo ad avere il potere sia di porci a capo del governo della sua Chiesa e sia di giudicare le nostre azioni 7 . Ora, nel ricordo di questo grande giudizio, in attesa di ascoltare la verit dai suoi colleghi, poteva, egli per primo, dare un esempio di menzogna? Tenga Dio lontano questa follia da ogni cristiano e molto pi da Cipriano! Dunque, abbiamo libera facolt di ricerca: a concedercela Cipriano stesso, con un discorso molto mite e sincero. La lettura di questa lettera non persuasiva. 4. 6. Ed ora cominciano i suoi colleghi a esprimere le proprie opinioni; ma essi hanno ascoltato la lettera a Giubaiano; in effetti stata letta, come stato ricordato all'inizio. La si legga quindi anche a noi, perch anche noi vediamo, con l'aiuto del Signore, che cosa bisogna pensare. Forse mi si dir: " Come, solo ora tu vieni a conoscere ci che ha scritto Cipriano a Giubaiano? ". L'ho gi letta, lo confesso, e mi sarei orientato senz'altro verso la stessa opinione, se non mi avesse richiamato ad una pi attenta riflessione, la grande autorit di quelli che gli sono uguali per il dono della dottrina, o, forse, sono anche pi dotti, e che la Chiesa diffusa nel mondo, ha potuto generare in tante nazioni Latine, Greche, barbare e nella stessa nazione ebraica; quella Chiesa che ha generato anche lui; e non mi mai parso che questi abbiano rifiutato senza motivo di seguire l'opinione di Cipriano, e non gi perch non sarebbe possibile che in una questione molto oscura, uno o pochi abbiano le idee pi esatte di molti, ma perch non bisogna facilmente dare un parere a favore di uno o di pochi, contro gli innumerevoli personaggi di una stessa religione e di una stessa unit, dotati di grande ingegno e di ricca dottrina, se non dopo avere esaminato le questioni con tutte le forze e averle approfondite. Pertanto, a chi mi chiede con insistenza se anche gli scritti di Cipriano mi hanno suggerito qualcosa a favore dell'opinione che, oggi, la Chiesa cattolica sostiene, e cio che il battesimo di Cristo va riconosciuto e approvato, non per i meriti di colui che lo d ma per la virt di colui di cui stato detto: Questi colui che battezza 8 , sar l'argomento stesso a fornirgli una risposta nel prosieguo del nostro discorso. Diamo dunque per scontato che la lettera di Cipriano a Giubaiano stata letta anche a noi, come stata letta nel concilio. La legga, prima di tutto, chi si appresta a leggere quanto io dir, perch non pensi che io ne abbia omesso qualche brano essenziale. Sarebbe troppo lungo, infatti, e non pertinente allo svolgimento del nostro compito, citarne ora il testo parola per parola. Il punto di partenza di Agostino circa questa questione. 5. 7. Se poi uno mi chiede quale sia il mio pensiero, mentre sto trattando questa questione, innanzitutto rispondo che stata appunto la lettera di Cipriano a suggerirmelo, in attesa di vedere ci che cominci pi tardi ad essere discusso. Dice, infatti, Cipriano: Si dir: che ne sar, dunque, di coloro che in passato, venendo dall'eresia alla Chiesa, sono stati ammessi senza battesimo? 9 Ma se davvero questi erano senza battesimo o se sono stati ammessi perch chi li ammetteva si rendeva conto che lo avevano, lo esamineremo presto. Nondimeno Cipriano mostra con chiarezza quale fosse, nella Chiesa, la consuetudine vigente: egli dice che in passato, quanti dall'eresia passavano alla Chiesa, erano ammessi senza battesimo. Non si deve disprezzare la verit. 5. 8. Nel concilio Casto di Sicca dice: Chi, disprezzata la verit, presume di seguire una consuetudine, o invidioso e maligno verso i fratelli, ai quali la verit si rivela, o ingrato verso Dio, che con la sua ispirazione ammaestra la sua Chiesa 10 . Se la verit stata scoperta, lo verificheremo presto; ma che fosse un'altra la consuetudine della Chiesa, lo ammette anche lui. La consuetudine deve cedere alla verit. 6. 9. Dice Liboso di Vaga: Nel Vangelo il Signore dice: " Io sono la verit " 11 . Non dice: Io sono la consuetudine. Quindi, una volta scoperta la verit, la consuetudine deve cedere alla verit 12 . Certo, e chi oser dubitare che la consuetudine deve cedere alla verit scoperta? Ma di questa scoperta della verit vedremo; per ora anche costui rivela che la consuetudine era un'altra. Dopo la rivelazione della verit, l'errore segni il passo. 7. 10. Cos, Zosimo di Tarassa dice: Scoperta la verit, l'errore ceda alla verit; infatti anche Pietro, che prima sosteneva la circoncisione, si arrese a Paolo che predicava la verit 13 . Costui ha preferito non parlare di consuetudine, ma di errore; tuttavia dicendo: Anche Pietro, infatti, che prima sosteneva la circoncisione, si arrese a Paolo che predicava la verit, mostra chiaramente che sulla questione del battesimo la prassi era un'altra. Ma allo stesso tempo ci avverte che non fu impossibile per Cipriano avere sul battesimo un parere diverso dalla verit che la Chiesa aveva seguito prima e dopo di lui, se anche Pietro pot avere un'idea diversa dalla verit che abbiamo appresa dall'apostolo e maestro Paolo 14 . Non preferire la consuetudine alla ragione. 8. 11. Cos, Felice da Buslacca: Nell'ammettere gli eretici senza il battesimo della Chiesa, nessuno deve anteporre una consuetudine alla ragione e alla verit: la ragione e la verit, infatti, escludono sempre la consuetudine 15 . Se si tratta di ragione e di verit, benissimo, e lo vedremo presto; per il momento, l'esistenza di una diversa consuetudine traspare anche dalle parole di Felice. Anteporre la verit alla consuetudine. 9. 12. Cos, Onorato di Tucca: Poich Cristo la verit, noi dobbiamo seguire pi la verit che la consuetudine 16 . In tutti questi interventi si dichiara che noi non siamo fuori dalla comunione della Chiesa, finch la verit, che a loro dire va preferita alla consuetudine, non briller con chiarezza. Ma se la verit riveler che bisogna seguire quanto aveva prescritto la consuetudine, sar evidente che essa non venne introdotta e consolidata senza motivo, e sar pi chiaro, anche dopo queste dispute, che la salutarissima osservanza di un sacramento tanto grande, la Chiesa cattolica non avrebbe potuta cambiarla, ma, una volta confermata anche dalla forza maggiore dei concili, conservarla con la massima religiosit. Gli eretici non hanno potere e diritto sul battesimo. 10. 13. Scrive dunque Cipriano a Giubaiano, sul battesimo degli eretici che, postisi fuori e stabilitisi fuori della Chiesa, gli sembravano rivendicare una cosa di cui non avevano n diritto e n potere. Egli dice: Questo battesimo non possiamo ritenerlo n valido e n legittimo, dal momento che presso di loro, come si sa, illecito 17 . Neppure noi neghiamo che quando uno si battezza presso gli eretici o in qualche scisma, fuori dalla comunione della Chiesa, il battesimo non gli giova nella misura in cui egli approva la perversit degli eretici e degli scismatici; come non neghiamo che coloro che battezzano, bench diano il vero ed autentico sacramento del battesimo, agiscono legittimamente, raccolgono fuori della Chiesa e pensano contro la Chiesa. Ma, un conto non possedere un bene, e un conto possederlo senza averne diritto o appropriarsene illecitamente. Quindi, non che non siano pi sacramenti di Cristo e della Chiesa, solo perch li usano illecitamente, non solo gli eretici, ma anche tutti i malvagi e gli empi. Ciononostante, questi vanno corretti e puniti, e i sacramenti riconosciuti e venerati. Su questa questione si tennero due concili in Africa. 10. 14. Ha ragione Cipriano nel dire che su questo problema si sono tenuti non uno, ma due e pi concili; ma tutti in Africa. Egli poi ricorda che in uno di questi erano presenti settantuno vescovi 18 . Ma all'autorit di tutti questi, noi non esitiamo ad anteporre quella della Chiesa universale, diffusa in tutto il mondo con molti pi vescovi; pur restando in pace con Cipriano, che della Chiesa universale amava essere un membro indissolubile. L'acqua del battesimo non profana e adultera. 10. 15. Non poi acqua profana e adultera, quella su cui si invoca il nome di Dio, anche se ad invocarlo sono dei profani e degli adulteri, poich non sono adulteri n la creatura e n il nome. In realt il battesimo di Cristo, consacrato dalle parole del Vangelo, anche se dato mediante gli adulteri e se lo hanno gli adulteri, sempre santo, quantunque costoro siano impudichi e immondi, in quanto la sua santit non pu essere macchiata e la potenza di Dio presente nel suo sacramento, e per la salvezza di quanti l'usano bene e per la rovina di quanti l'usano male. O forse la luce del sole o di una lucerna, diffondendosi sulle sozzure, non contrae nessuna sporcizia, e il battesimo di Cristo pu essere macchiato dai delitti di qualsiasi uomo? Certo, se prestiamo attenzione agli elementi visibili di cui i sacramenti sono costituiti, chi non sa che sono corruttibili? Se invece pensiamo alla potenza che opera per loro tramite, come non vedere che i sacramenti non possono corrompersi, anche se gli uomini, mediante i quali essa opera, per la loro condotta, o ricevono dei premi o subiscono dei castighi? L'esempio dei Novaziani non conta. 11. 16. Giustamente Cipriano non si fatto commuovere da ci che ha scritto Giubaiano: che i Novaziani ribattezzavano quanti dalla Cattolica passavano a loro 19 . In effetti, non tutto ci che gli eretici imitano in modo distorto, i cattolici non debbono farlo, perch lo fanno anche loro. Ora, altro il motivo per cui non devono ribattezzare gli eretici, e altro quello per cui non deve battezzare la Cattolica. Gli eretici infatti, non dovrebbero farlo neppure se si dovesse fare nella Cattolica, poich dicono che tra i Cattolici non si trova ci che essi, quando c'erano, hanno ricevuto, e quando se ne sono separati, hanno portato via. La Cattolica, poi, non deve ripetere il battesimo, dato presso gli eretici, proprio per non far pensare che essa consideri dei Donatisti ci che di Cristo, oppure che essi non abbiano ci che, avendo ricevuto dentro, non potevano certamente perdere uscendo fuori. In effetti, Cipriano con tutti gli altri 20 , ha anche stabilito che se dall'eresia ritornavano alla Chiesa quelli che vi erano stati battezzati, non fossero ricevuti pi per mezzo del battesimo, ma della penitenza. Donde risulta che essi non possono perdere, andandosene, ci che non ricevono, ritornando. Tuttavia, non significa che com' loro l'eresia, com' loro l'errore, com' loro il sacrilegio dello scisma, cos anche il battesimo, che di Cristo, deve dirsi loro. Perci, mentre quei mali, che sono loro, quando essi ritornano, si correggono, di ci che invece non loro, si deve riconoscere Colui di cui . Cipriano non stabil improvvisamente una usanza nuova. 12. 17. San Cipriano mostra di non essere stato lui a stabilire una nuova e inattesa usanza, in quanto essa era gi iniziata con Agrippino: " Sono trascorsi molti anni e un lungo periodo, da quando, sotto la presidenza di Agrippino, uomo di santa memoria, molti vescovi si riunirono e la stabilirono " 21 . Quindi, la novit stata introdotta dallo stesso Agrippino. Come poi Cipriano possa dire: " E da allora ad oggi, tante migliaia di eretici, tornati alla Chiesa nelle nostre province, non l'hanno rifiutata e n esitato, anzi, l'hanno abbracciata con saggezza e buona volont, per ottenere la grazia del lavacro di vita e del battesimo salutare " 22 , io non lo so; a meno che, con la frase " da allora ad oggi ", egli intenda dire che, nei riguardi degli eretici non era sorto, da quando nella Chiesa, grazie al concilio di Agrippino, sono stati battezzati, nessun problema di scomunica. Del resto, se la consuetudine di battezzare quanti venivano dagli eretici era in vigore da Agrippino a Cipriano, a che scopo Cipriano ha convocato, su questa questione, due concili? A che scopo egli dice a Giubaiano, di non essere stato lui a introdurre una novit inattesa, ma che l'aveva introdotta Agrippino? Perch Giubaiano era turbato da questa novit, tanto che fu necessario guarirlo citandogli l'autorit di Agrippino, se da Agrippino a Cipriano la Chiesa gi la seguiva? E perch infine, tanti suoi colleghi dissero, in concilio che la ragione e la verit vanno anteposte alla consuetudine, mentre avrebbero fatto meglio a dire che quanti volevano fare una cosa diversa, la facevano sia contro la verit che contro la consuetudine? Si tratta ancora della remissione dei peccati mediante il battesimo. 13. 18. Riguardo alla remissione dei peccati, se cio presso gli eretici avviene con il battesimo, il mio parere l'ho espresso gi in un'altra opera; ma lo richiamo brevemente anche qui. Se da loro la remissione dei peccati si realizza per la santit del battesimo, i debiti ritornano per la loro ostinazione loro nell'eresia o nello scisma, e quindi, queste persone hanno urgente bisogno di venire alla pace cattolica, per cessare di essere eretici e scismatici, e per meritare la purificazione dei peccati, ritornati in loro, mediante la carit operante nel vincolo dell'unit. Se invece, il battesimo di Cristo, quantunque presso gli eretici e gli scismatici sia lo stesso, ma per la sconcezza della discordia e per l'iniquit della divisione non vi opera la remissione dei peccati, questo stesso battesimo inizia ad operare la remissione dei peccati, quando loro vengono alla pace della Chiesa; di modo che, davvero rimessi, i peccati non sono ritenuti; n si disapprova il primo battesimo come estraneo o diverso, per darne un altro, ma si accetta quello stesso che, fuori, per via della discordia, procurava la morte, dentro, per via della pace, procura la salvezza. Era senza dubbio lo stesso profumo, quello di cui l'Apostolo dice: Siamo il buon profumo di Cristo, dappertutto, eppure ha detto: In quelli che si salvano e in quelli che si perdono, per gli uni profumo di vita per la vita, per gli altri profumo di morte per la morte 23 . Ora, anche se questo testo riguarda un'altra cosa, io l'ho messo qui, perch si capisca che un bene, non solo pu procurare la vita a quanti ne usano bene, ma anche la morte a quanti ne usano male. Rapporto tra chi ha una fede erronea e il battesimo. 14. 19. Quando poi si tratta dell'integrit e della santit del sacramento, non importa ci che crede e di quale fede imbevuto chi lo riceve. Certo, la fede conta moltissimo per la via della salvezza, ma per la questione del sacramento, non conta niente. Pu infatti capitare che uno abbia il sacramento integro e la fede distorta; come pure che sappia esattamente le parole del Simbolo, ma che non abbia una fede giusta sulla Trinit, o sulla risurrezione o su qualche altra verit. Non che sia di poco conto avere, anche nella Cattolica, una fede integra, e quindi credere assolutamente, non di una creatura, ma di Dio stesso, nient'altro che la verit. E allora? Se un uomo, battezzato nella Cattolica, in seguito viene a sapere, tramite letture, ascolto, serene discussioni, o per illuminazione del Signore, di aver creduto in passato una verit diversa da quella che avrebbe dovuto credere, lo si deve ribattezzare? Ma quale uomo carnale e naturale non si abbandona a rappresentazioni immaginarie del suo cuore, e si crea un Dio a suo piacimento, secondo la sua carnale sensibilit, finendo per credere una realt ben diversa dal vero Dio, quanto la vanit diversa dalla verit? Quanta verit c' in queste parole dell'Apostolo, pieno della luce della verit: L'uomo naturale non comprende le cose dello Spirito di Dio 24 . Eppure parlava di quelli che erano stati gi battezzati, come rivela egli stesso. a loro, infatti, che dice: stato forse crocifisso per voi Paolo? O nel nome di Paolo che siete stati battezzati? 25 Essi quindi avevano il sacramento del battesimo, ciononostante nella loro sapienza carnale, che cosa potevano credere di Dio, se non ci che suggeriva il loro senso carnale, nel quale l'uomo naturale non comprende le cose dello Spirito di Dio? Ed agli uomini carnali che l'Apostolo dice: Non ho potuto parlarvi come ad uomini spirituali, ma come ad esseri carnali. Come a bambini in Cristo vi ho dato da bere latte, e non un nutrimento solido, perch non ne eravate capaci. Ma non lo siete neppure ora, perch siete ancora carnali 26 . Costoro sono portati qua e l da ogni vento di dottrina, e di loro dice: Perch non siamo pi bambini, sballottati dalle onde e portati qua e l da qualsiasi vento di dottrina 27 . Che forse se costoro crescono fino alla maturit spirituale dell'uomo interiore e vengono a conoscere, con la chiarezza dell'intelligenza, quanto diverso ci che, a causa dei loro fantasmi, hanno creduto di Dio, da ci che la verit richiedeva, vanno ribattezzati? Ma pu anche accadere questo: che un catecumeno cattolico si imbatta nel libro di un eretico, e, non sapendo discernere l'errore dalla verit, creda una cosa contraria alla fede cattolica, ma si tratta di un errore non in contraddizione con le parole del Simbolo: in verit sotto le stesse parole sono sorti innumerevoli errori degli eretici! Ora, se costui crede che il libro di qualche autorevole e dotto cattolico e se, pur credendo questo, viene battezzato nella Cattolica, ma in seguito ad una ricerca viene a conoscere che cosa deve credere e, abbracciata la fede cattolica respinge con forza l'errore, che forse, se confessa questo, bisogna ribattezzarlo? Oppure, se prima che egli lo sappia e lo confessi, ci si accorge che ha queste idee e lo si istruisce sugli errori da rinnegare e sulle verit da apprendere, e risulta evidente che egli stato battezzato con una fede falsa, deve essere di nuovo battezzato? Perch no? Perch la santit del sacramento, consacrata dalle parole del vangelo, restava in lui integra come l'aveva ricevuta, anche se egli, immerso nelle fantasticherie della mente carnale, quando veniva battezzato credeva diversamente da come avrebbe dovuto credere. quindi evidente, che anche senza una fede integra, in un uomo pu restare integro il sacramento del battesimo. Ecco perch, tutto ci che si dice sulla variet dei diversi eretici, non tocca questa questione. In ogni uomo, infatti, va corretto ci che viene conosciuto come sbagliato da parte di chi lo corregge, va guarito ci che malato e gli va dato ci che non ha, soprattutto la carit della pace, senza la quale tutti gli altri doni non possono giovargli. Se per questo c', non gli va dato come se non ci fosse, ma fatto in modo che lo abbia con frutto e non con danno, mediante il vincolo della pace e la sublimit della carit. Il battesimo dato nella formula del Vangelo integro anche se la fede imperfetta. 15. 20. Perci, se Marcione consacrava il battesimo con le parole del Vangelo: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo 28 , il sacramento era integro, anche se la sua fede, che sotto le stesse parole coglieva un senso diverso da ci che la verit cattolica insegna, non era integra, ma contaminata da incredibili falsit. In realt, sotto le stesse parole: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, non erano solo Marcione, Valentino, Ario e Eunomio, a vedervi un senso diverso, ma anche quei figli carnali della Chiesa, ai quali l'Apostolo diceva: Non vi ho potuto parlare come a uomini spirituali, ma come a uomini carnali 29 ; e se si potessero interrogare bene uno per uno, forse si conterebbero tanti pareri diversi quanti sono loro. L'uomo carnale, infatti, non comprende le cose dello Spirito di Dio 30 . Ma per questo non ricevono il sacramento integro? Oppure se progrediscono e si emendano dalla vanit delle loro idee carnali, va ripetuto ci che avevano ricevuto? Ciascuno riceve secondo la sua fede 31 , ma nella misura in cui lo riceve sotto la guida della divina misericordia, nella quale l'Apostolo riponeva la fiducia dicendo: Se in qualche cosa pensate diversamente, in questo Dio vi illuminer 32 . Comunque i lacci degli eretici e degli scismatici sono molto dannosi agli uomini carnali, perch bloccano il loro sviluppo, rafforzano la loro vuota dottrina nei riguardi della verit cattolica, e confermano il loro astioso dissenso verso la pace cattolica. I sacramenti, per, se sono gli stessi, sono ovunque autentici, anche se mal compresi e amministrati con spirito di discordia; come del resto avviene anche del testo del Vangelo: se sempre lo stesso, resta ovunque integro, anche se viene citato per sostenere una grande variet di opinioni errate. Prendiamo infatti un testo di Geremia 33 : Perch quelli che mi affliggono prevalgono? La mia ferita incurabile: come la guarir? Mentre essa dura, diventata per me come un'acqua ingannevole, di cui non ci si pu fidare 34 . Ora, se nel linguaggio figurato e allegorico della profezia, l'acqua non fosse menzionata, tranne che per significare il battesimo, faremmo fatica a cercare il senso delle parole di Geremia. Sennonch, dato che nell'Apocalisse le acque vengono citate molto chiaramente per significare i popoli 35 , perch io non potrei intendere per acqua ingannevole e infida un popolo menzognero e perfido, non lo so. Fuori dalla Chiesa la carit non c' e senza la carit nulla vale. 16. 21. Se poi si dice che lo Spirito Santo viene dato solo nella Cattolica per l'imposizione delle mani, questo certamente il senso che i nostri padri hanno voluto dare alle parole di Paolo: La carit di Dio diffusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci stato dato 36 . questa, infatti, la carit che non possiedono quanti si sono separati dalla comunione della Chiesa cattolica, per cui, se anche parlassero le lingue degli uomini e degli angeli, se anche conoscessero tutti i misteri e tutta la scienza, se anche possedessero la profezia e la pienezza della fede, s da trasportare le montagne e distribuire tutti i propri beni ai poveri e dare il proprio corpo alle fiamme per essere bruciato, ad essi non giova niente 37 . Ma non ha la carit di Dio chi non ama l'unit della Chiesa, e quindi giusto dire: lo Spirito Santo non si riceve che nella Cattolica. In effetti, non con la testimonianza di miracoli temporali e visibili, che oggi viene dato lo Spirito Santo per l'imposizione delle mani, come si dava alle origini per accreditare la nuova fede e per espandere la Chiesa nascente. Chi si aspetta, oggi, che coloro ai quali si impongono le mani per ricevere lo Spirito Santo, comincino tutt'a un tratto a parlare lingue?. Ma si intende che, in virt del vincolo della pace, la carit di Dio inspirata invisibilmente e misteriosamente nei loro cuori, in modo da poter dire: La carit di Dio diffusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci stato dato 38 . Sono molte le operazioni dello Spirito Santo di cui l'Apostolo, dopo averne parlato in un passo, per quanto ha ritenuto sufficiente, ha concluso 39 : Ma tutte queste cose le opera un solo e medesimo Spirito, distribuendo a ciascuno i suoi doni come vuole 40 . Dunque, poich una cosa il sacramento, che ha potuto avere anche Simon Mago 41 , una cosa l'operazione dello Spirito, che suole operare anche nei cattivi, come in Saul che ebbe la profezia 42 , e un'altra l'operazione dello stesso Spirito, che possono avere soltanto i buoni, come il fine del precetto, cio la carit che sgorga da un cuore puro, da una coscienza buona e da una fede sincera 43 , quale che siano i doni che gli eretici e gli scismatici possono ricevere, la carit che copre la moltitudine dei peccati 44 il dono specifico dell'unit e della pace cattolica; non per un suo dono presente in tutti, perch non tutti sono suoi, come a suo tempo si vedr. E al di fuori di essa non pu esservi quella carit senza la quale tutti gli altri doni, anche se si possono accettare e approvare, non possono, per, n giovare e n liberare. Riguardo all'imposizione delle mani, essa non irripetibile come il battesimo. Che altro , infatti, se non una preghiera su un uomo?. L'integrit del sacramento ovunque, ma non realizza la remissione dei peccati. 17. 22. In effetti, se il Signore ha dato a Pietro, figura dell'unit, il potere di sciogliere in terra tutto quanto avesse voluto 45 , evidente che questa unit stata chiamata anche colomba perfetta e unica 46 . Che forse a questa colomba appartengono tutti gli avari di cui Cipriano ha lamentato fortemente la presenza nella Cattolica? 47 Secondo me i ladri non possono essere chiamati colombe, ma falchi. Come mai battezzavano, allora, quelli che, con inganni e raggiri, si appropriavano dei terreni e, raddoppiando gli interessi, aumentavano il loro capitale, se chi battezza solo la colomba, cio quell'unit che solo nei buoni pu intendersi semplice, casta e perfetta? Oppure per la preghiera dei santi e degli spirituali, che sono nella Chiesa, che si compie, come per mezzo di un incessante gemito di colomba, questo grande sacramento e la occulta dispensazione della misericordia di Dio, tanto che vengono rimessi anche i peccati di coloro che non sono stati battezzati dalla colomba, ma dal falco, purch essi si accostino a questo sacramento con la pace dell'unit cattolica? Ma se cos, perch a chi passa dall'eresia o dallo scisma alla pace cattolica, non gli sono rimessi i peccati mediante le loro preghiere? vero che l'integrit del sacramento riconosciuta ovunque, ma fuori dell'unit della Chiesa, essa non efficace per ottenere l'irrevocabile remissione dei peccati. E a chi sta nell'eresia o nello scisma, le preghiere dei santi, cio il gemito dell'unica colomba non possono essere di aiuto, come non possono esserlo a chi sta dentro se, a causa della sua pessima condotta, conserva su di s il debito dei peccati; e questo, non solo se lo battezza il falco, ma anche se lo battezza il pio ministero della colomba. La pace dell'unit risiede solo nei buoni. 18. 23. Come il Padre ha mandato me - disse il Signore - cos anch'io mando voi. E detto questo, alit su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi; a chi li riterrete, saranno ritenuti 48 . Dunque, se gli Apostoli rappresentavano la Chiesa e il Signore ha parlato a loro come se parlasse alla Chiesa stessa, la pace della Chiesa che rimette i peccati ed la lontananza dalla pace della Chiesa che li ritiene, non ad arbitrio degli uomini, ma per volere di Dio e le preghiere dei santi e degli spirituali, che giudicano tutto, ma che nessuno giudica 49 . infatti la pietra che li ritiene, ed la pietra che li rimette; la colomba che li ritiene, ed la colomba che li rimette; l'unit che li ritiene, ed l'unit che li rimette. Ma la pace di questa unit si trova solo nei buoni, o gi spirituali o in cammino verso le cose spirituali con concorde obbedienza; mentre non si trova nei cattivi, sia che strepitino fuori o che siano tollerati dentro, nel pianto; e sia che battezzino o che vengano battezzati. Ma come coloro che sono tollerati dentro tra i gemiti, quand'anche non appartengano all'unit della colomba e della gloriosa Chiesa senza macchia, n ruga e n alcunch di simile, 50 se si emendano e riconoscono d'essersi accostati al battesimo con pessime disposizioni, non vengono ribattezzati, ma incominciano ad appartenere alla colomba, per il cui gemito sono rimessi i peccati a quanti erano lontani dalla sua pace. Cos anche quelli che sono apertamente fuori: se hanno ricevuto gli stessi sacramenti, se si correggono e vengono all'unit della Chiesa, sono liberati non dalla ripetizione del battesimo, ma dalla legge della carit e dal vincolo dell'unit. In effetti, se solo ai capi della Chiesa, fondati sulla legge del Vangelo e sull'ordine del Signore, viene riservato il diritto di battezzare 51 , li avevano questi requisiti, coloro che si appropriavano dei terreni con inganni e raggiri, e che aumentavano il loro capitale, raddoppiando gli interessi 52 ? Io invece credo che fondati sull'ordine del Signore, siano coloro ai quali l'Apostolo proponeva questo modello di vita: Non sia n avaro, n disonesto affarista 53 . Eppure, al tempo di Cipriano, tali individui battezzavano, ed egli confessa, con grande dolore, che essi erano vescovi, suoi colleghi, e li sopporta ricevendo la grande ricompensa dovuta alla tolleranza. Tuttavia, non concedevano la remissione dei peccati, che viene concessa per le preghiere dei santi, cio, per i gemiti della colomba - chiunque battezzi -, se coloro ai quali viene data fanno parte della sua pace. In effetti, il Signore non avrebbe mai detto ai ladroni e agli usurai: A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi; a chi li riterrete, saranno ritenuti 54 . La verit che, fuori della Chiesa non si pu n legare, n sciogliere alcunch, l dove non c' nessuno che pu legare e sciogliere 55 ; ma viene sciolto chi in pace con la colomba, e legato chi non in pace con la colomba, sia che si trovi apertamente fuori, sia che sembri stare dentro. Gli esempi di Dathan e Abiron. 18. 24. Quanto a Dathan e ad Abiron, che cercarono di appropriarsi del diritto di offrire sacrifici contro l'unit del popolo di Dio, e ai figli di Aronne, che misero sull'altare un fuoco straniero, essi, come sappiamo, non lo fecero impunemente 56 . E anche noi diciamo che questi crimini non resteranno impuniti, se i colpevoli non si ravvedono e se la pazienza di Dio, che li invita alla penitenza 57 , concede loro il tempo di farlo. L'esempio del diacono Filippo. 19. 25. Certamente quanti dicono che il battesimo non va ripetuto, perch a quelli che battezz il diacono Filippo, fu imposta solo la mano 58 , non dicono niente che attenga alla nostra questione, e quindi, lungi da noi, nella ricerca della verit, il ricorso a simili argomenti. Perci noi non cediamo agli eretici, se diciamo che quanto essi ricevono dalla Chiesa di Cristo, non loro, e se, a causa dei crimini dei disertori, ci rifiutiamo di disconoscere le insegne del nostro imperatore 59 . E soprattutto se, visto che il Signore Dio nostro un Dio geloso 60 , tutto ci che di suo riconosciamo in un uomo, non gli permettiamo assolutamente di considerarlo come proprio. Si sa che questo Dio geloso rimprovera la donna adultera - figura del popolo prevaricatore -, che lo ha abbandonato, dicendole che i doni suoi essa li concedeva ai suoi amanti dai quali riceveva, in contraccambio, doni che non erano loro, ma di Dio 61 . Ora, se nel rapporto tra una donna adultera e suoi adulteri amanti, Dio riconosce i suoi doni, come un uomo geloso adirato 62 , come possiamo dire, noi, che il battesimo consacrato dalle parole del Vangelo degli eretici e, colpiti dai loro fatti, vogliamo attribuire ad essi anche i doni di Dio, quasi che abbiano potuto contaminarli o fare proprio ci che di Dio, solo perch essi non hanno voluto essere di Dio? Tutti i doni che hanno gli eretici vengono da Dio e sono di Dio. 19. 26. Chi la donna adultera, che il profeta Osea ci presenta e che ha detto: Andr dietro ai miei amanti: essi mi danno il mio pane e la mia acqua, i miei vestiti e il mio lino, e tutto ci che mi conviene 63 ? Certo, questo testo possiamo intenderlo anche del popolo giudaico prevaricatore. Tuttavia, quelli che gli pseudocristiani imitano -vale a dire gli eretici e gli scismatici - chi sono se non degli pseudoisraeliti? Certo, vi erano anche dei veri Israeliti, come Natanaele, di cui il Signore stesso rende testimonianza, dicendo: Ecco un vero Israelita nel quale non c' inganno 64 . E chi sono i veri cristiani, se non coloro di cui lo stesso Signore dice: Chi mi ama, osserva i miei comandamenti 65 ? E che significa osservare i suoi comandamenti, se non rimanere nella carit? Perci egli dice anche: Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate a vicenda 66 , e: Da questo vi conosceranno tutti che siete miei discepoli, se vi amerete a vicenda gli uni gli altri 67 . Ora, chi pu dubitare che questo insegnamento non era rivolto solo a quelli che, allora, ascoltavano le parole di Colui, che era presente con il suo corpo, ma anche a quelli che per mezzo del Vangelo conoscono, ora, le parole di Colui che siede nel cielo? Il Signore infatti non venuto per abolire la legge, ma per completarla 68 ; e la pienezza della legge la carit 69 , che in Cipriano, che pure sul battesimo aveva una opinione diversa, fu tanto forte, da non fargli abbandonare l'unit, e da renderlo un tralcio fruttuoso ben inserito nella vite del Signore; un tralcio che il celeste Agricoltore ha potato con il ferro del martirio, perch portasse pi frutto 70 . Sono invece nemici di questa carit fraterna gli pseudocristiani e gli anticristi, sia che siano apertamente fuori, sia che sembrino dentro. In realt, essi cercano tutte le occasioni per uscire fuori, come sta scritto: Chi vuole allontanarsi dagli amici, cerca le occasioni 71 . Ma anche in mancanza di occasioni, pur sembrando dentro, di fatto sono separati dall'organismo invisibile della carit. Per questo Giovanni dice: Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero certamente rimasti con noi 72 . Egli non ha detto che, uscendo, sono diventati stranieri, ma che erano gi stranieri, e per questo ha dichiarato che erano usciti. Anche l'Apostolo parla di alcuni che si erano allontanati dalla verit e sconvolgevano la fede di non pochi fedeli. La loro parola si propagava come una cancrena, e sebbene ordina di evitarli, fa per capire che sono tutti in un'unica grande casa, ma come vasi spregevoli. Credo che ancora non fossero usciti. Di fatto, se gi erano usciti, come pot dire che erano dentro un'unica grande casa con i vasi onorevoli? Non forse per via degli stessi sacramenti, che non cambiano neppure nelle assemblee separate degli eretici, e che appartenevano tutti, egli dice, ad un'unica grande casa, ma per scopi diversi, e cio, alcuni per l'onore, altri per l'obbrobrio? Ecco, infatti, che cosa dice scrivendo a Timoteo: Evita, parlando, le novit profane, perch esse faranno crescere di molto l'empiet; la parola di costoro si propaga come una cancrena. Fra questi ci sono Imeneo e Fileto, i quali hanno deviato dalla verit, sostenendo che la resurrezione gi avvenuta, e cos sconvolgono la fede di alcuni. Ma il fondamento gettato da Dio sta saldo e porta questo sigillo: il Signore conosce i suoi, e: Si allontani dall'iniquit chiunque pronuncia il nome del Signore. In una grande casa per, non vi sono soltanto vasi d'oro e d'argento, ma anche di legno e di coccio; alcuni sono destinati ad usi nobili, altri ad usi spregevoli. Chi, dunque, si manterr puro da tali cose, sar un vaso nobile, santificato, utile al padrone, pronto per ogni opera buona 73 . Ma che significa mantenersi puro dagli iniqui, se non fare ci che ha detto poco prima: Si allontani dall'iniquit, chiunque pronuncia il nome del Signore? Ed affinch nessuno credesse di poter perire in quest'unica grande casa, insieme a questi iniqui, con molta avvedutezza ha premesso: Il Signore conosce i suoi; quelli, naturalmente, che, tenendosi lontani dall'iniquit, si conservano puri dai vasi destinati ad usi spregevoli, proprio per non morire con quelli che essi sono costretti a sopportare nell'unica grande casa. I doni di Dio non dobbiamo attribuirli agli eretici. 19. 27. I malvagi, i malfattori, gli uomini carnali, naturali e diabolici, credono di ricevere dai loro seduttori ci che unicamente dono di Dio: i sacramenti o alcune operazioni dello Spirito che riguardano la salvezza in questa vita. Essi non hanno l'amore verso Dio, ma sono tutti presi per coloro che li seducono con il loro orgoglio, e sono paragonati alla donna prostituta, alla quale il Profeta fa dire: Andr dietro i miei amanti: essi mi danno il mio pane e la mia acqua; i miei vestiti e il mio lino; il mio olio e tutto ci che mi conviene 74 . Le eresie e gli scismi nascono proprio cos, quando un popolo carnale, che non fondato sull'amore di Dio, dice: Andr dietro ai miei amanti, e con essi fornica turpemente sia per la corruzione della fede che per l'esaltazione della superbia. Ma alcuni, dopo avere sofferto le difficolt, le strettezze e le chiusure degli insulsi ragionamenti dei loro seduttori, vengono presi dai timori e ritornano sulla via della pace, per cercare sinceramente Dio. Perci il profeta prosegue dicendo: Ecco dunque, che io sbarro il suo cammino con pali e sto per porre sulla sua via delle spine, e lei non trover il sentiero. Inseguir i suoi amanti senza raggiungerli; li cercher senza trovarli; e dir: andr e ritorner al mio marito di prima, poich stavo meglio allora di adesso 75 . Quindi, perch non credano che i doni posseduti integri dai loro seduttori e che provengono dalla vera dottrina, e coi quali essi attirano la gente alle loro false dottrine e ai loro scismi; perch, ripeto, non credano che siano loro i beni che possiedono integri, il profeta ha aggiunto subito: E lei non ha compreso che sono io che le ho dato il frumento, il vino e l'olio, e che le ho moltiplicate le ricchezze; ma essa ne ha fatto vasi d'oro e di argento per Baal 76 . Pi su lei aveva detto: Andr dietro ai miei amanti: sono essi che mi danno il mio pane, ecc., certamente non comprendendo che dono di Dio e non degli uomini, tutto ci che di integro e di legittimo hanno anche i suoi seduttori. Ma essi non si attribuirebbero e non reclamerebbero per s questi doni come propri se, dai popoli che hanno sedotti, non fossero a loro volta sedotti, quando danno loro credito e li coprono di onori tali da permettere loro di dire tali cose e di rivendicare per s questi doni, di chiamare verit il loro errore, e di considerare giustizia il loro crimine, grazie ai sacramenti e alle Scritture che hanno per bellezza, non per salvezza. Perci, anche tramite Ezechiele viene detto alla prostituta: Tu hai preso i vasi che erano per la tua gloria: i vasi d'oro e d'argento che io ti avevo dato; ne hai fatto immagini di uomini e ti sei prostituita a loro. hai preso la mia veste variopinta e ne hai coperto i tuoi idoli; il mio olio e il mio incenso e lo hai posto davanti ai tuoi idoli, e i pani che io ti ho dato. Ti ho nutrito con fior di farina, con miele e con olio, ma tu hai deposto questi doni davanti ai tuoi idoli come odore olezzante; tu hai fatto queste cose 77 . Ecco, ad immagine dei suoi sogni, coi quali si compiace rigirarsi, l'anima carnale trasforma tutti i sacramenti e le parole dei Libri santi. Eppure, se queste immagini sono false e sono dottrine di demoni ipocriti e mentitori 78 , non per questo i sacramenti e i divini oracoli vanno disonorati fino al punto da ritenerli un bene loro, malgrado il Signore dica: Col mio oro, col mio argento, con la mia veste variopinta; col mio olio, coll'incenso e coi pani miei, ecc. O forse, dato che gli erranti pensano che questi beni sono dei loro seduttori, per questo non dobbiamo riconoscere di chi sono, visto quanto lui stesso dice: Ma essa non si accorta che sono stato io a darle il frumento, il vino, l'olio, e a moltiplicarle le ricchezze? 79 Egli, in effetti, non dice che la sposa non aveva questi beni, poich era una prostituta, ma si dice che li aveva e che non erano suoi, n dei suoi amanti, ma di Dio, al quale solo appartengono. Certo, lei aveva di suo solo la prostituzione, tuttavia i beni con cui la ornava, da sedotta o da seduttrice, non erano suoi ma di Dio. Ora tutte queste cose erano figura del popolo giudaico, nel quale gli Scribi e i Farisei rigettavano il comandamento di Dio per stabilire le loro tradizioni, e in un certo senso per fornicare con il popolo che abbandonava Dio. Se per tale fornicazione presente nel popolo di allora che il Signore, rimproverandola, port allo scoperto, non ottenne l'effetto di far diventare loro i sacramenti che non erano loro ma di Dio, il quale, rivolto alla prostituta, le dice che tutti quei beni erano suoi; e se anche il Signore invi ai sacramenti quelli che purific dalla lebbra, perch offrissero un sacrificio per se stessi ai sacerdoti - dato che non era ancora subentrato il sacrificio che egli ha voluto che fosse celebrato nella Chiesa, in luogo di quei sacrifici, poich tutti questi erano figura di lui -, quanto pi noi, quando troviamo i sacramenti del Nuovo Testamento presso gli eretici o gli scismatici, non dobbiamo attribuirli a loro e n disapprovarli come dei doni sconosciuti; ma, anche se li possiede una donna adultera, riconoscerli come doni del legittimo sposo; quindi correggere con la parola di verit la prostituzione, che propria di una donna impudica, e non accusare quei doni che sono propri del Signore misericordioso! La tradizione dei Padri. 19. 28. Alla luce di queste e di altre simili considerazioni, i nostri padri, non solo prima di Cipriano e di Agrippino, ma anche dopo, conservarono questa salutarissima consuetudine: ogni elemento divino e legittimo, che trovavano integro in una eresia o in uno scisma, lo approvavano anzich condannarlo. Ogni elemento estraneo e proprio di un errore o di uno scisma, lo rimproveravano con sincerit e lo guarivano. Ma tutte le considerazioni che restano da fare sulla lettera a Giubaiano, data l'ampiezza di questo volume, penso che dobbiamo riprenderle e trattarle in un altro.
L'acqua dei fiumi del Paradiso e il battesimo. 1. 1. Quando si paragona la Chiesa al paradiso 1 terrestre si vuole mostrare che gli uomini possono, s, ricevere il battesimo anche fuori della Chiesa, ma nessuno pu ricevere e conservare la salvezza della beatitudine fuori di essa. In effetti, i fiumi che scaturivano dalla sorgente del paradiso, come ci attesta la Scrittura, scorrevano abbondantemente anche fuori. Se ne citano i nomi, si conoscono le regioni che attraversano, e tutti sappiamo che erano fuori del paradiso 2 . Eppure, n nella Mesopotamia e n nell'Egitto, dove arrivavano i fiumi, si trova la vita felice che viene menzionata nel paradiso. Pertanto, mentre l'acqua del paradiso si trova anche fuori del paradiso, la beatitudine sta solo nel paradiso. Lo stesso per il battesimo della Chiesa: si pu trovare fuori della Chiesa, mentre il dono della vita beata non si trova che nella Chiesa che anche fondata sulla pietra e che ha ricevuto le chiavi per sciogliere e per legare 3 . Essa la sola che detiene e possiede tutto il potere del suo Sposo e Signore e che, in virt di questo potere coniugale, pu generare figli perfino dalle ancelle 4 , i quali, se non si insuperbiscono, sono chiamati a partecipare all'eredit; se invece si insuperbiscono, resteranno fuori. Gli eretici non possono corrompere il battesimo. 2. 2. Ora, appunto perch lottiamo per l'onore e l'unit della Chiesa, noi non dobbiamo attribuire agli eretici quanto di suo riconosciamo in loro, ma, rimproverandoli, insegnare che quanto hanno preso dall'unit non procura loro la salvezza, se non vengono a questa stessa unit. L'acqua della Chiesa fedele, salutare e santa 5 per quelli che l'usano bene; ma fuori della Chiesa nessuno pu usarla bene. A quanti, invece, l'usano male, sia fuori che dentro, si amministra per la loro condanna, non si dona per il premio. Per questo il battesimo non si pu n corrompere e n adulterare, anche se posseduto dai corrotti e dagli adulteri; cos come la Chiesa incorrotta, casta e pudica, e quindi non vi appartengono gli avari, i ladroni e gli usurai, i quali, come Cipriano attesta in molti passi delle sue lettere, non sono soltanto fuori, ma anche dentro e, ciononostante, anche senza cambiare il cuore, si battezzano e battezzano. Nella Chiesa di Cipriano gli ipocriti ricevevano il battesimo. 2. 3. In effetti, egli ne parla anche in una lettera ai chierici sulla necessit di pregare Dio, prendendo su di s, come il santo Daniele, i peccati del suo popolo. Tra i molti mali che menziona, infatti, egli cita anche il peccato di quelli che rinunciano al mondo solo a parole e non a fatti 6 ; come quelli di cui l'Apostolo dice: Professano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti 7 . Ora costoro, come il beato Cipriano dimostra, vivono anche nella Chiesa. Essi si battezzano anche senza cambiare in meglio il loro cuore, visto che certamente rinunciano al mondo a parole e non a fatti, malgrado l'apostolo Pietro dica: Cos anche voi egli salva con questa figura, cio il battesimo; il quale non deposizione di sporcizie della carne, ma invocazione a Dio di una buona coscienza 8 . E questa coscienza certamente non l'avevano quelli di cui Cipriano dice: Rinunciano solo con le parole, ma non coi fatti. Tuttavia con rimproveri e biasimi egli fa in modo che camminino nella via di Cristo e preferiscano essere amici suoi che del mondo. La conversione rende utile il sacramento infruttuoso. 3. 4. Se gli avessero obbedito, iniziando una vita santa, cio non da pseudocristiani, ma da cristiani veri, pensate forse che avrebbe imposto loro di farsi ribattezzare? Senz'altro no. Sarebbe bastata una vera conversione per far s che il sacramento che, quando non erano cambiati procurava la rovina, una volta cambiati, incominciasse a procurare la salvezza; tanto pi che non sono fedeli alla Chiesa 9 neppure quelli che sembrano dentro e che vivono contro Cristo; quelli cio che agiscono contro i comandamenti di Cristo, e che quindi non bisogna assolutamente considerarli membri di quella Chiesa che egli purifica con il lavacro dell'acqua nella Parola, per mostrare a se stesso una Chiesa gloriosa, senza macchia n ruga, n alcunch di simile 10 . Ma se essi non sono in questa Chiesa e non sono suoi membri, allora non sono nella Chiesa di cui si dice: Una sola la mia colomba, l'unica per la sua madre 11 : essa infatti senza macchia e senza ruga. Ora dica pure, chi pu, che sono membri di questa colomba quanti rinunciano al mondo a parole e non a fatti 12 . Intanto vediamo a chi appartengono. Penso che per questo stato detto: Chi distingue il giorno, lo distingue per il Signore 13 ; Dio, infatti, giudica tutti i giorni. Ora, secondo la prescienza di Colui che conosce quelli che ha predestinati prima della creazione del mondo a essere conformi all'immagine del Figlio suo 14 , molti di quelli che sono apertamente fuori e che passano per eretici, sono migliori di molti buoni cattolici. Ci che sono oggi lo vediamo, ma ci che saranno domani lo ignoriamo. In realt, davanti a Dio, al quale sono presenti tutti gli avvenimenti futuri, ci che saranno, lo sono gi, mentre tutti noi uomini, in base a ci che ciascuno attualmente, cerchiamo se tra i membri di quella Chiesa che, sola, stata chiamata colomba e Sposa di Cristo senza macchia, n ruga, si devono includere, oggi, quelli di cui Cipriano parla nella lettera citata: quelli che non seguivano la via del Signore e non osservavano i comandamenti celesti, dati per la loro salvezza; che non facevano la volont del Signore, ma si preoccupavano del patrimonio e del profitto; che ricercavano l'orgoglio, coltivavano la rivalit e la discordia, trascuravano la semplicit e la fede, e che rinunciavano al mondo solo a parole e non a fatti; piacendo ciascuno a se stesso e dispiacenti a tutti 15 . Ma se la colomba non li riconosce tra i suoi membri, e se, restando in questa perversit, si sentiranno dire dal Signore: Non vi conosco; lontano da me, operatori di iniquit 16 , allora sembrano nella Chiesa, ma non ci sono; anzi, operano contro la Chiesa. Come dunque possono battezzare con il battesimo della Chiesa 17 , che non giova n ad essi e n a quanti lo ricevono, se al loro interno non cambiano con una vera conversione, in modo che il sacramento, che quando lo ricevevano non giovava, perch rinunciavano al mondo a parole e non a fatti, incominci a giovare appena decidono di rinunciarvi anche coi fatti 18 ? Cos si dica anche di quelli la cui separazione palese: tra i membri della colomba non ci sono oggi n gli uni e n gli altri, ma forse alcuni di loro ci saranno. Non battezzare gli eretici non significa approvarne il battesimo. 4. 5. Pertanto se noi non ribattezziamo dopo gli eretici, non significa che accettiamo il loro battesimo, ma che riconosciamo ci che di Cristo anche nei malvagi, sia in quelli separati apertamente, fuori della Chiesa, e sia in quelli che sono dentro ma nascosti, e una volta tornati sulla retta via, accogliamo con il dovuto onore. Ora, se mi vedo pressato dalla loro domanda: Dunque, un eretico rimette i peccati? 19 , anch'io li incalzo con la mia: Dunque, chi non osserva i precetti del cielo: l'avaro, il ladro, l'usuraio, l'invidioso, e chi rinuncia al mondo a parole e non a fatti rimette i peccati? 20 Se in virt del sacramento di Dio che essi si rimettono, allora li rimette l'uno, e li rimettono gli altri; se invece per merito proprio, non li rimette n l'uno e n gli altri. Questo sacramento, infatti, viene considerato di Cristo anche nei malvagi, ma nel corpo dell'unica colomba, incorrotta, santa, pudica, senza macchia n ruga 21 , non vi sono n gli uni e n gli altri. E come il battesimo non giova a chi lo riceve, se egli rinuncia al mondo a parole e non a fatti 22 , cos non giova a chi viene battezzato nell'eresia o nello scisma. Ma se entrambi si correggono, incomincia a giovare ci che prima non giovava, ma c'era. Un battezzato nell'eresia non diventa tempio di Dio. 4. 6. Un battezzato nell'eresia, quindi, non diventa tempio di Dio 23 . Ma per questo bisogna considerarlo non battezzato? Neppure nella Chiesa un avaro battezzato diventa tempio di Dio, se non abbandona l'avarizia. Quelli che diventano tempio di Dio possiedono senza dubbio il regno di Dio. Tra le altre cose, l'Apostolo dice: N gli avari e n i rapaci possederanno il regno di Dio 24 . E paragona l'avarizia all'idolatria: L'avarizia, che idolatria 25 . E Cipriano ha talmente ampliato questo significato nella lettera ad Antoniano, da non esitare ad equiparare l'avarizia al peccato di quelli che, al tempo della persecuzione, avevano ammesso di avere purificato coi libelli 26 . Quindi, come un uomo battezzato nell'eresia nel nome della Santa Trinit, non diventa tempio di Dio, se non recede dall'eresia, cos non diventa tempio di Dio chi battezzato nell'avarizia, se non recede dall'avarizia, che schiavit degli idoli. L'Apostolo dice anche: Che rapporto c' tra il tempio di Dio e gli idoli? 27 Per non ci si chieda di quale dio diventa tempio colui che, come noi diciamo, non diventa tempio di Dio 28 . Ma non per questo egli non viene battezzato e n il suo immondo errore impedisce al sacramento ricevuto di essere santo, che stato consacrato dalle parole del Vangelo; cos come neppure la sua avarizia, che idolatria e grande immondezza, pu far diventare non santo il battesimo che egli riceve, anche se lo battezza un avaro come lui, con le stesse parole del Vangelo. Peccare per ignoranza meno grave che peccare con coscienza. 5. 7. Cipriano poi dice: Invano alcuni, vinti dalla ragione, ci obiettano la consuetudine, come se questa sia pi importante della verit o se nelle questioni spirituali non si debba seguire ci che lo Spirito Santo ci ha rivelato come migliore 29 . Verissimo: ragione e verit vanno preferite alla consuetudine. Ma quando la verit sostenuta dalla consuetudine, non c' niente da conservare con pi determinazione. Poi prosegue e dice: Si pu infatti perdonare chi sbaglia per ingenuit, come l'apostolo Paolo dice di s: " Prima io ero un bestemmiatore, un persecutore e un ingiurioso, ma ho ottenuto la misericordia, perch l'ho fatto per ignoranza " 30 . Ma dopo l'ispirazione e la rivelazione, chi volontariamente e coscientemente persevera nel suo precedente errore, pecca senza l'attenuante dell'ignoranza: egli infatti si regge sulla presunzione e su una certa ostinazione, sebbene sconfitto dalla ragione. Verissimo: molto pi grave peccare con coscienza, che per ignoranza. Ecco perch san Cipriano, uomo non solo dotto, ma anche docile, ha compreso cos bene la descrizione che l'Apostolo fa a lode del vescovo 31 , da dire che in un vescovo occorre apprezzare anche la dote di saper insegnare con sapienza, ma anche imparare con pazienza 32 . Ed io non dubito che se egli avesse potuto discutere questa questione, lungamente e accuratamente dibattuta nella Chiesa, con quei santissimi e dottissimi vescovi, che pi tardi confermarono l'antica consuetudine, anche con un concilio plenario, avrebbe senza dubbio dimostrato non solo la sua grande dottrina nelle cose che conosceva con fermissima certezza, ma anche la sua grande docilit in quelle che aveva meno percepite. E tuttavia, pur essendo molto evidente che peccare con coscienza pi grave che peccare per ignoranza, vorrei che mi si dicesse che cos' pi grave: il male di uno che, a sua insaputa, cade nell'eresia, o il male di uno che, coscientemente, non si allontana dall'avarizia. Chi dei due peggiore? Potrei anche esprimermi cos: se uno, per ignoranza, cade nell'eresia, un altro, con coscienza, non si allontana dall'idolatria. Ora, l'Apostolo dice: L'avarizia l'idolatria 33 , e Cipriano stesso, come ho detto, scrivendo ad Antoniano 34 , non d un senso diverso a questa frase, quando dice: Non si illudano i nuovi eretici, dicendo che essi non comunicano con gli idolatri, visto che tra di loro ci sono adulteri e ingannatori, che sono prigionieri del crimine dell'idolatria. " Sappiatelo e mettetevelo bene in mente: nessun fornicatore o impuro o avaro, cosa da idolatri, erediter il regno di Cristo e di Dio " 35 . E ancora: "Mortificate dunque le vostre membra, che sono della terra: fornicazione, impurit, concupiscenza malvagia, e l'avarizia che idolatria " 36 . Allora io chiedo: chi pecca pi gravemente, colui che, a sua insaputa, cade nell'eresia, o colui che, coscientemente, non si allontana dall'avarizia, che idolatria? Certo, in base alla regola che colloca prima i peccati commessi con coscienza, e poi quelli commessi per ignoranza, un avaro consapevole la vince nella gravit del crimine. Ora, a meno che, nell'eresia, la grandezza di questo crimine non faccia ci che, nell'avarizia, fa il riconoscimento di chi cosciente, l'eretico incosciente deve essere equiparato all'avaro cosciente. Quantunque non sembra che sia questo il senso del testo dell'Apostolo citato da Cipriano. Che cosa noi detestiamo negli eretici se non le bestemmie? Ora, Cipriano, volendo dimostrare che i peccati degli ignoranti si perdonano con facilit, ha citato il testo in cui l'Apostolo dice: Io prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un ingiurioso, ma ho ottenuto la misericordia di Dio, perch l'ho fatto per ignoranza 37 . Ma se possibile, come ho detto, si pesino i due peccati sulla stessa bilancia: la bestemmia dell'ignorante e l'idolatria di chi ne cosciente, e si valuti, con lo stesso criterio, sia colui che nel cercare Cristo si imbatte in una dottrina falsa ma verosimile, e sia colui che, coscientemente, resiste a Cristo che dichiara per bocca dell'Apostolo: Nessun fornicatore o impuro o avaro, che un idolatra, erediter il regno di Cristo e di Dio 38 . E perch il battesimo e le parole del Vangelo in uno si rifiutano e in un altro si approvano, bench tutt'e due siano estranei alle membra della colomba? Forse perch chi sta fuori un litigante palese, che non si deve fare entrare dentro, mentre chi sta dentro uno scaltro adulatore, che non va messo fuori? Sul battesimo degli eretici gli Apostoli non dicono nulla. 6. 8. Quanto poi all'affermazione: Nessuno dica: Ci che seguiamo, lo abbiamo ricevuto dagli Apostoli; gli Apostoli infatti ci hanno tramandato una sola Chiesa e un solo battesimo, e questo si trova solo in questa Chiesa 39 ; non mi colpisce nel senso di farmi osare di respingere il battesimo di Cristo trovato anche presso gli eretici: il Vangelo stesso, del resto, quando lo trovo presso di loro, debbo approvarlo anche se detesto il loro errore. Mi colpisce, invece, perch essa mi dice che anche ai tempi di Cipriano, alcuni sostenevano che la consuetudine, contro la quale in Africa si tenevano i concili e della quale egli stesso, poco prima, ha detto: Invano alcuni, sconfitti dalla ragione, ci obiettano la consuetudine 40 , l'avevano tramandata gli Apostoli. E d'altra parte, io non so come mai questa consuetudine, confermata, dopo Cipriano, anche da un concilio plenario di tutto il mondo, Cipriano stesso l'abbia trovata cos radicata nel costume precedente, che quando cercava il sostegno di un'autorit per poterla cambiare, pur essendo egli un uomo molto dotto, non riusc a trovare nient'altro che il concilio di Agrippino, tenutosi in Africa solo pochi anni prima di lui. Per, vedendo che di fronte a una prassi diffusa in tutto il mondo, esso non bastava, fece sue le ragioni che ora noi, rafforzati dall'antichit della consuetudine e dall'autorit del concilio plenario, esaminandole pi da vicino, troviamo pi verosimili che vere. Esse invece sembrarono vere a lui, impegnato in una questione molto oscura ed ondeggiante sulla remissione dei peccati, della quale ci si chiedeva come sia possibile che essa non avvenga nel battesimo di Cristo e avvenga presso gli eretici. Ma se su questo punto egli fu meno illuminato, perch fosse verificata la grandezza della sua carit, che non gli fece abbandonare l'unit, non per questo qualcuno deve osare di sentirsi superiore ai suoi meriti, che sono molti e grandi, e alle sue virt e all'abbondanza delle sue grazie, solo perch, sostenuto dalla certezza di un concilio plenario, vede ci che Cipriano non ha visto, dato che la Chiesa non aveva ancora tenuto un concilio plenario su questa materia. Allo stesso modo nessuno tanto sciocco da anteporre i propri meriti ai molti dell'apostolo Pietro, solo perch, ammaestrato dalle Lettere dell'apostolo Paolo, e rafforzato dalla consuetudine della Chiesa, non obbliga i Gentili a giudaizzarsi, ci che una volta Pietro aveva costretto a fare 41 . Non troviamo nessuno battezzato dagli Apostoli. 6. 9. Certo, noi non troviamo che un uomo, battezzato presso gli eretici, sia stato poi accolto dagli Apostoli con questo battesimo e sia entrato nella comunione; ma non troviamo neppure che un uomo, venuto dagli eretici e battezzato presso di loro, sia stato ribattezzato dagli Apostoli 42 . E tuttavia legittimo credere che questa consuetudine, che anche la gente del tempo, dando uno sguardo al passato, non vedeva istituita dai loro successori, siano stati proprio gli Apostoli a tramandarla. E di queste ve ne sono molte, che sarebbe lungo ricordare. Perci, se non parlavano a vuoto quelli che Cipriano voleva convincere alla sua opinione, dicendo: Che nessuno mi dica: Ci che noi seguiamo, lo abbiamo ricevuto dagli Apostoli 43 , con quanta pi forza ora noi diciamo: Ci che la consuetudine della Chiesa ha sempre mantenuto e che questa controversia non ha potuto confutare e che un concilio plenario ha confermato, questo noi seguiamo! Inoltre, viste bene, dall'una e dall'altra parte, le ragioni della controversia e le testimonianze delle Scritture, si pu anche dire: Ci che noi seguiamo, ci che la verit ha proclamato. Non si opponga Phil 1, 18. 7. 10. Il testo che alcuni opponevano agli argomenti di Cipriano 44 , quello in cui l'Apostolo dice: In ogni modo, per interesse o per sincerit, purch Cristo sia annunciato 45 , Cipriano fa bene a respingerlo, dimostrando che esso non c'entra niente con la questione degli eretici, perch l'Apostolo parlava di quelli che, pur cercando con malevola invidia i propri interessi, vivevano, tuttavia, nella Chiesa. Non c' dubbio che essi annunciavano Cristo secondo la verit che noi crediamo di Cristo, tuttavia non con quello spirito con cui lo annunciavano i buoni evangelisti figli della colomba. Dice Cipriano: Nella sua lettera Paolo non parlava n degli eretici e n del loro battesimo, perch si possa dimostrare che ha scritto qualcosa che riguarda questa questione. Egli parlava dei fratelli, sia di quelli che vivevano in modo disordinato e contrario alla disciplina della Chiesa, sia di quelli che osservavano la verit del Vangelo per timore di Dio. Ne cita alcuni che annunciavano la Parola di Dio con costanza e coraggio; alcuni che vivevano nell'invidia e nella discordia; alcuni che conservavano verso di lui una benevola carit; e alcuni un malevolo dissenso. Ma egli li sopportava con pazienza, purch, o per verit o per interesse, il nome di Cristo, che Paolo predicava, giungesse a conoscenza di un numero sempre maggiore; e perch la predicazione degli annunciatori, facesse crescere la semente ancora recente e fresca. Ma un conto che, nel nome di Cristo, parlano quanti sono nella Chiesa, e un conto che, nel nome di Cristo, battezzano quanti ne sono fuori e operano contro la Chiesa 46 . Con queste parole Cipriano sembra invitarci a distinguere tra i cattivi che sono fuori la Chiesa e quelli che sono dentro. Quanto a quelli che, secondo l'Apostolo, annunciavano il Vangelo di Cristo senza rettitudine, ma per invidia, egli dice che erano dentro, ed vero 47 . Comunque io non credo che sia temerario dire: Se fuori nessuno pu avere qualcosa di Cristo, dentro nessuno pu avere qualcosa del diavolo. Se infatti quel giardino chiuso pot avere le spine del diavolo, perch la sorgente del Cristo non pot scorrere anche fuori del giardino 48 ? E se non pot, da dove venne tutto il male dell'invidia e della discordia in quelli che stavano nella Chiesa, anche all'epoca dell'apostolo Paolo? Si tratta di parole di Cipriano. Oppure l'invidia e la malevola discordia sono un male leggero? Come dunque potevano essere nell'unit essi che non erano nella pace?. C' una voce, non mia e n di un uomo, ma del Signore; una voce che risuon nella nascita di Cristo, non per bocca di uomini, ma di angeli: Gloria a Dio nelle altezze e pace in terra agli uomini di buona volont 49 . Bene, questo annuncio non sarebbe mai risuonato sulla bocca degli angeli nella nascita di Cristo in terra, se Dio non avesse voluto farci capire che sono nell'unit del corpo di Cristo quanti sono nella pace di Cristo, e che sono nella pace di Cristo, quanti hanno buona volont. Ma se la buona volont consiste nella benevolenza, la cattiva volont nella malevolenza. Il grande male dell'invidia. 8. 11. L'invidia stessa, del resto, che non pu essere se non malevola, che grande male ! Non cerchiamo altri testimoni: ci basta Cipriano, per il cui tramite il Signore fece risuonare molte verit sulla gelosia e sull'invidia e molti salutari precetti. Leggiamo la lettera di Cipriano sulla gelosia e l'invidia, e vediamo che grande male invidiare quelli che stanno meglio; un male che ha origine dal diavolo, come egli insegna in questo memorabile testo: Essere geloso del bene che vedi e invidioso di chi sta meglio, alcuni lo ritengono, fratelli dilettissimi, un peccato lieve e irrilevante: poco dopo, mentre va alla ricerca del principio e dell'origine di questo male, aggiunge: Per invidia, dall'inizio del mondo, il diavolo si perse per primo e poi fece perdere gli altri. E appresso: Che male terribile, fratelli dilettissimi, questo, per il quale cadde l'Angelo, dal quale pot essere circuita e abbattuta questa alta ed eccelsa sublimit, e dal quale fu sedotto proprio chi sedusse! Da allora l'invidia avanza sulla terra, poich chi destinato a perdersi per l'invidia segue il maestro della perdizione e poich l'invidioso imita il diavolo, come sta scritto: " Per invidia del diavolo la morte entr nel mondo. E lo imitano quelli che gli appartengono " 50 . Tutta la verit e la forza di queste parole di Cipriano nella lettera nota ai fedeli, noi la riconosciamo. Era veramente degno di Cipriano esprimere, sull'invidia e la gelosia, una dura condanna, e ammonire noi di un male cos letale, dal quale il suo cuore era totalmente estraneo, come dimostr la grande abbondanza della sua carit. E proprio perch custodiva con molta diligenza questa carit egli rimase nell'unit della comunione con i suoi colleghi che, senza malignit, la pensavano sul battesimo diversamente da lui, come anche lui, per, non per spirito di cattiva contesa, ma per una tentazione umana, la pensava diversamente su ci che in seguito Dio, per la sua perseveranza nella carit, gli avrebbe rivelato 51 , quando avesse voluto.Perci diceva apertamente: Non giudicare nessuno, n allontanare dal diritto della comunione chi avesse un'idea diversa. Nessuno di noi, infatti, stato costituito vescovo dei vescovi, n usa il terrore dei tiranni per costringere i propri colleghi alla necessaria obbedienza. E in chiusura della lettera dice: Brevemente, e conforme alla nostra pochezza, ti abbiamo dato queste risposte, fratello carissimo, non prevenendo nessuno, n impedendo pregiudizialmente a ciascun vescovo di agire come crede, poich ciascuno ha il pieno possesso del libero arbitrio. Per quanto dipende da noi, non vogliamo litigare, per colpa degli eretici, con i nostri colleghi vescovi, con i quali, anzi, desideriamo conservare la divina concordia e la pace del Signore; soprattutto perch l'Apostolo dice: " Se poi qualcuno pensa di creare litigi, noi non abbiamo questa abitudine, e neppure la Chiesa di Dio " 52 . Si conservi da parte di noi tutti, con pazienza e dolcezza, la carit dello spirito, l'onore del collegio, il vincolo della fede, la concordia del sacerdozio. Proprio per questo, noi ora abbiamo scritto anche un opuscolo Sul bene della pazienza, secondo le capacit della nostra pochezza e con il beneplacito e l'ispirazione del Signore. Te lo invio come segno del nostro reciproco affetto 53 . La grande pazienza di Cipriano. 9. 12. Cipriano, forte di questa pazienza della carit, ha sopportato non solo i buoni colleghi che, senza malignit, avevano una opinione diversa su una questione oscura - come del resto lui stesso stato sopportato, finch, col passar del tempo, quando Dio ha voluto e la verit stata chiarita, la salutare consuetudine stata confermata da un concilio plenario - ma ha sopportato anche i cattivi palesi e a lui ben noti, i quali, non per colpa dell'oscurit della questione, ma per la loro cattiva condotta agivano in contraddizione con ci che predicavano, come dice l'Apostolo: Tu che predichi di non rubare, rubi 54 . Di questi vescovi suoi contemporanei e suoi colleghi, uniti in comunione con lui, nella lettera dice: Mentre nella Chiesa i fratelli soffrivano la fame, essi cercavano di possedere argento in abbondanza; rapivano con insidiosi raggiri i possedimenti, e accrescevano il capitale raddoppiando gli interessi 55 . Su questo non c' alcuna oscurit, in quanto la Scrittura proclama chiaramente: N gli avari, n i ladri, possederanno il regno di Dio 56 , e: Colui che non ha prestato il suo danaro ad interesse 57 ; e: Nessun fornicatore o impuro o avaro, che una idolatria, avr l'eredit nel regno di Cristo e di Dio 58 . Ora Cipriano, simili avari, che non solo ammassavano con avidit le proprie ricchezze, ma rapivano con inganno quelle degli altri; e simili idolatri, come egli li intese e li confut, non li avrebbe certamente biasimati, se non li avesse conosciuti, poich non avrebbe mai detto una falsa testimonianza contro i suoi colleghi. E tuttavia, per amore di Cristo 59 , morto per i deboli, e per timore che, volendo sradicare anzitempo la zizzania, si sradicasse insieme anche il frumento 60 , li sopport con sentimenti di carit paterna e materna, in ci imitando l'apostolo Paolo, che sopport i maligni e gli invidiosi, con la stessa carit che nutriva per la Chiesa 61 . Anche gli invidiosi hanno e danno il battesimo. 9. 13. Ma se vero che per invidia del diavolo la morte entrata nel mondo, e lo imitano quanti sono dalla sua parte 62 , non in quanto sono creati da Dio, ma in quanto sono perversi per loro colpa - Cipriano stesso ricorda che anche il diavolo, prima di essere diavolo, stato un angelo ed stato buono - come mai sono nell'unit di Cristo, quanti sono del partito del diavolo? Senza dubbio, come ha detto il Signore: Un nemico ha fatto questo. lui che vi ha seminato sopra la zizzania 63 . Perci, come dentro la Chiesa va condannato ci che del diavolo, cos, fuori di essa, va riconosciuto ci che di Cristo. Oppure fuori dell'unit della Chiesa, Cristo non ha niente di suo, e nell'unit della Chiesa, il diavolo ha qualcosa di suo? Forse degli uomini si pu dire questo: fuori della comunione della Chiesa, Dio non ha nessuno dei suoi, cos come tra i santi angeli il diavolo non ha nessuno dei suoi; per quanto invece riguarda questa Chiesa, che porta ancora la mortalit della carne, finch pellegrina lontano dal Signore 64 , si pu dire che al diavolo stato permesso di mescolarvi la zizzania, cio i cattivi, e gli stato permesso perch la Chiesa pellegrina possa desiderare pi ardentemente il riposo della patria di cui godono i santi angeli. Ma dei sacramenti questo non si pu dire. Come infatti li pu avere e amministrare, non per la salvezza, ma per la pena del fuoco, a cui destinata, la zizzania interna, cos li pu avere anche la zizzania esterna, che li ha ricevuti da quella interna, in quanto, pur separandosi, non li ha persi. Il che senza dubbio risulta dal fatto che a quanti ritornano il battesimo non si rid; qualora alcuni che si erano separati, ritornino. E non mi si dica: Quanto frumento sta in mezzo alla zizzania? Se infatti la realt questa, sotto questo aspetto, sia dentro che fuori la condizione la stessa. Non si pu dire, infatti, che nella zizzania che sta fuori, non si trovano dei grani di frumento, e nella zizzania che sta dentro si trovano. Ma quando si tratta del sacramento, non si cerca se nella zizzania c' un po' di grano, ma se c' un po' di cielo. Di fatto, sia la zizzania esterna che l'interna hanno in comune, con il frumento, la stessa pioggia; e in se stessa questa celeste e dolce, anche se da essa cresce, sterilmente, la zizzania. Cos il sacramento evangelico di Cristo: esso divino e soave, e non va riprovato a causa della sterilit di quelli che la pioggia irriga anche fuori. Fuori della Chiesa pu esserci il frumento e dentro la zizzania. 10. 14. Qualcuno potrebbe dire che la zizzania interna si trasformi pi facilmente in grano. Lo ammetto. Ma questo che c'entra con la ripetizione del battesimo? Se per ipotesi uno, convertitosi dall'eresia, per la rapidit e facilit della sua conversione, precede un altro che, se pure sta nella Chiesa, si converte e si corregge dalla sua cattiveria pi lentamente, a lui non va ripetuto il battesimo, mentre a quest'altro, che stato preceduto da colui che venuto dall'eresia, solo perch si convertito pi lentamente, va ripetuto? Non c'entra niente, quindi, con la nostra questione, correggersi pi tardi o pi lentamente dalla propria deviazione alla rettitudine della fede, della speranza e della carit! Ma se vero che i cattivi che sono dentro possono diventare buoni pi facilmente, a volte per, anche di quelli che sono all'esterno della Chiesa, alcuni precedono nella conversione, altri che sono all'interno; e mentre questi restano nella loro sterilit, i riconciliati con l'unit portano frutto con tolleranza, sia il trenta, sia il sessanta e sia il cento per uno 65 . Ora, se bisogna chiamare zizzania solo quella che persevera nell'errore maligno sino alla fine, fuori vi molto grano e dentro molta zizzania. Se sono peggiori i cattivi fuori che quelli dentro. 10. 15. Ma sono peggiori i cattivi di fuori o quelli di dentro? Certo una grande questione sapere se Nicola, gi fuori 66 , stato peggiore di Simone, ancora dentro 67 , visto che uno era eretico e l'altro mago. Se lo scisma, proprio perch la prova pi sicura della violazione della carit, ritenuto un male pi grave, questo lo ammetto. Molti per, anche dopo aver persa la carit, non escono fuori, perch sono trattenuti dai vantaggi temporali e, pur cercando i propri interessi e non quelli di Ges Cristo 68 , non vogliono allontanarsi, non dall'unit di Cristo, ma dai loro comodi. Ecco perch stato detto, a lode della carit: Essa non cerca i propri interessi 69 . Continua lo stesso discorso. 10. 16. E ora ci chiediamo: come potranno i partigiani del diavolo appartenere alla Chiesa senza macchia, n ruga, n alcunch di simile 70 , della quale stato anche detto: una sola la mia colomba 71 ? Se non possono appartenervi, chiaro che essa geme in mezzo agli stranieri, sia quelli che la insidiano dentro e sia quelli che abbaiano fuori. Questi peccatori, tuttavia, compresi quelli di dentro, ricevono, hanno e trasmettono un battesimo che santo in s e che non pu essere affatto violato dalla loro malvagit, nella quale persistono sino alla fine. A questo proposito, il beato Cipriano ci insegna che dobbiamo considerare il battesimo in se stesso, come lo ha ricevuto la Chiesa, consacrato dalle parole del Vangelo, senza aggiungervi n mescolarvi nessuna perversit e malizia, n di chi lo riceve e n di chi lo trasmette. Egli infatti ci ricorda due cose: che dentro vi erano alcuni che non osservavano la benigna carit, ma vivevano nella invidia e nella malevola discordia, come quelli di cui ha parlato l'apostolo Paolo, e che gli invidiosi sono il partito del diavolo, come egli stesso attesta a chiare lettere nello scritto sulla gelosia e l'invidia. Quindi, poich chiaro che anche tra i partigiani del diavolo pu esservi il santo sacramento di Cristo, non per la loro salvezza, ma per la loro condanna, e non solo se essi si pervertono dopo averlo ricevuto, ma anche se lo ricevono da perversi che, come dice Cipriano, rinunciano al mondo solo a parole e non a fatti 72 , e che quindi, se poi si correggono, non va ripetuto a loro ci che avevano ricevuto da perversi, ormai chiaro e limpido, io credo, che nella questione del battesimo non bisogna considerare chi lo d, ma ci che egli d, non chi lo riceve, ma ci che egli riceve, non chi lo ha, ma ci che egli ha. Se infatti, i partigiani del diavolo, i quali non appartengono assolutamente all'unica colomba, possono ricevere, avere e dare la santit del battesimo, che non viene violata in nessuno modo dalla loro perversit, come siamo informati dalle lettere di Cipriano, perch attribuire agli eretici i beni altrui? Perch dire che loro ci che di Cristo, anzich riconoscere in essi le insegne del nostro Imperatore ed emendare le azioni dei disertori?. Di conseguenza, altro - come dice san Cipriano - che quelli che sono nella Chiesa parlano nel nome di Cristo, e altro che quelli che ne sono fuori e operano contro la Chiesa, battezzano nel nome di Cristo 73 . Per, e molti che sono dentro, operano contro la Chiesa, vivendo male e coinvolgendo gli spiriti deboli nella loro cattiva vita, e alcuni che sono fuori, parlano nel nome di Cristo e noi non proibiamo ad essi di fare le opere di Cristo, ma di restare fuori, visto che, per guarirli, li riprendiamo, li rimproveriamo e li ammoniamo. In effetti, anche quel tale che non seguiva Cristo coi discepoli e scacciava i demoni 74 in nome suo, era fuori, ma il Signore ordin loro di non impedirglielo, anche se lui andava certamente curato nella parte ferita, secondo le parole del Signore: Chi non con me, contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde 75 . Dunque, fuori, nel nome di Cristo, si fanno cose non contrarie alla Chiesa; dentro, i sostenitori del diavolo, operano contro la Chiesa. Sia nella Chiesa che fuori bisogna correggere la perversit della gente. 11. 17. C' anche un altro fatto sorprendente, la cui possibilit la scopre chi vi presta molta attenzione: alcuni, pur salvando la carit, insegnano una dottrina inutile come Pietro che obbligava i Gentili a giudaizzarsi 76 , e lo stesso Cipriano, che obbligava gli eretici a ribattezzarsi - tanto che a questi membri buoni, radicati nella carit, ma che non camminavano, su qualche punto, nella retta via, l'Apostolo dice: E se in qualche cosa pensate diversamente, anche questo Dio ve lo riveler 77 -, alcuni, invece, pur senza la carit, insegnano una dottrina salutare, e sono quelli di cui il Signore dice: Essi siedono sulla cattedra di Mos; quello che dicono fatelo, ma quello che fanno, non lo fate. Dicono infatti e non fanno 78 . Cos, anche l'Apostolo, di coloro che erano invidiosi e maligni, ma che predicavano la salvezza cristiana, dice: O per interesse o per sincerit: purch si annunzi Cristo 79 . Di conseguenza, la perversit degli uomini va corretta dentro e fuori, mentre i sacramenti e gli insegnamenti di Dio non vanno attribuiti agli uomini. Non favorisce gli eretici, quindi, colui che non attribuisce ad essi ci che, pur essendo presso di loro, riconosce che non loro 80 . No, noi non concediamo all'eretico il battesimo, ma riconosciamo il battesimo di Colui di cui stato detto: Questi Colui che battezza 81 , ovunque lo troviamo. Quanto invece al perfido e al bestemmiatore, se egli persiste nella perfidia e nella bestemmia, non riceve la remissione dei peccati n fuori della Chiesa e n dentro la Chiesa; ma se la riceve, in quel preciso istante, per la potenza del sacramento, questa potenza opera sia fuori che dentro la Chiesa, come la potenza del nome di Cristo, che operava la espulsione dei demoni anche fuori. Al perverso non giova il sacramento e tuttavia il sacramento resta santo. 12. 18. Noi infatti troviamo che, in tutte le loro lettere, gli Apostoli maledicono e detestano la sacrilega malvagit degli eretici, fino a dire che la loro parola si espande come una cancrena 82 . E che? Di coloro che dicevano: Mangiamo e beviamo, perch domani moriamo 83 , non dichiara forse Paolo che erano corruttori di buoni costumi con le loro cattive compagnie, con questa frase: Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi 84 ? Eppure ha fatto capire che essi erano dentro, quando ha detto: Come possono dire alcuni tra voi, che non c' resurrezione dei morti? 85 E dov' che egli non detesta gli avari? E ancora: si potrebbe forse usare un termine pi forte per definire l'avarizia, che definirla idolatria, come l'Apostolo ha scritto 86 , e n Cipriano lo ha inteso in altro senso 87 , ma lo ha inserito, all'occorrenza, nelle sue lettere? Cipriano confessa, tuttavia, che ai suoi tempi, nella Chiesa, non c'erano avari qualunque, ma predoni e usurai; e che essi non erano semplici fedeli, ma vescovi. Certo, io vorrei pensare che quelli di cui l'Apostolo dice: La loro parola si espande come una cancrena 88 , fossero fuori della Chiesa, ma proprio Cipriano non me lo permette. Scrivendo, infatti, ad Antoniano, per mostrargli che prima della separazione finale dei giusti e degli ingiusti, non bisogna assolutamente allontanarsi dall'unit della Chiesa, a causa della mescolanza con i cattivi, rivela com'era santo e veramente degno della gloria del martirio. Dice infatti: Che gonfiore di superbia, che oblio di umilt e di dolcezza, che grande sfoggio della propria arroganza quello di chi osa o crede di poter fare, ci che il Signore non ha concesso neppure agli Apostoli, e cio credere di poter separare la zizzania dal grano o, quasi che gli sia concesso di portare la pala e di mondare l'aia, cercare di separare la paglia dal grano; e malgrado l'Apostolo dica: " In una grande casa non vi sono solo vasi di oro e di argento, ma anche di legno e di coccio " 89 , credere di scegliere i vasi d'oro e di argento, e di disprezzare, rifiutare e condannare quelli di legno e di coccio! Solo nel giorno del Signore, infatti, i vasi di legno saranno bruciati dall'incendio dell'ardore divino, e quelli di coccio infranti da colui al quale stata data la verga di ferro 90 ! Cipriano, dunque, rimproverando in questi termini quelli che, per evitare, diciamo cos, la compagnia dei cattivi, avevano rotto il vincolo dell'unit, mostra che nella grande casa di cui parla l'Apostolo, dove c'erano non solo i vasi d'oro e d'argento, ma anche quelli di legno e di coccio, non aveva inteso altro che la Chiesa, dove erano buoni e cattivi, in attesa di essere purgata, alla fine, come un'aia passata al ventilabro 91 . Ma se cos, riconosce che nella Chiesa stessa, cio nella stessa grande casa, c'erano dei vasi spregevoli, la cui parola si propagava come una cancrena. In effetti, parlando di essi l'Apostolo insegna: La loro parola si propaga come una cancrena. Tra essi vi Imeneo e Fileto, i quali si sono allontanati dalla verit, dicendo che la resurrezione gi avvenuta; e cos sconvolgono la fede di alcuni. Ma il fondamento posto da Dio sta saldo, e ha questo sigillo: Il Signore conosce i suoi; e si allontani dall'iniquit chiunque invoca il nome del Signore. In una grande casa, tuttavia, non vi sono soltanto vasi d'oro e d'argento, ma anche di legno e di coccio 92 . Se, dunque questi, la cui parola si propagava come una cancrena, si trovavano nella grande casa come vasi spregevoli, e in questa casa Cipriano vide l'unit della Chiesa, violava forse il battesimo di Cristo la loro cancrena? Di conseguenza: n fuori e n dentro, n in s e n in nessun altro, chi sta dalla parte del diavolo pu macchiare il sacramento di Cristo. Quindi non dona la remissione dei peccati la parola che si insinua come una cancrena nelle orecchie degli uditori 93 ; per, quando il battesimo viene dato con le parole del Vangelo, qualunque perversit abbia in mente colui che lo d o colui al quale viene dato, santo in se stesso, per la virt di Colui al quale appartiene. E se uno, pur ricevendolo per mezzo di un ministro perverso, non riceve la perversit del ministro, ma solo la santit del mistero, una volta che si congiunge all'unit della Chiesa nella buona fede, nella speranza e nella carit, riceve la remissione dei peccati non in forza delle parole che si propagano come una cancrena, ma dei sacramenti del Vangelo che emanano dalla fonte celeste. Ma se colui che lo riceve perverso, allora ci che si dona non giova alla salvezza del perverso; eppure il battesimo ricevuto resta in lui santo, e n, se egli si corregge, si ripete. Come pu battezzare chi nelle tenebre. 13. 19. Non c' dunque nessun rapporto tra la giustizia e l'iniquit 94 ; e non solo quella fuori, ma neanche quella dentro. Il Signore, infatti, conosce i suoi, e si allontani dall'iniquit chiunque invoca il nome del Signore 95 . Come non c' nessuna unione tra la luce e le tenebre 96 , non solo quelle fuori, ma neppure quelle dentro. Chi infatti odia il proprio fratello - dice Giovanni - ancora nelle tenebre 97 . Certamente odiavano Paolo quelli che, annunciando Cristo per invidia, malizia e discordia, credevano di procurargli dolore in carcere 98 , eppure erano dentro, come cap Cipriano. Ora, visto che le tenebre non possono illuminare e n l'ingiustizia giustificare, come Cipriano dice 99 , chiedo come costoro possano battezzare nella Chiesa; chiedo come i vasi contenuti nella grande casa, non per usi nobili, ma spregevoli, possano, nella stessa grande casa, amministrare ci che santo per santificare gli uomini, se non perch la santit del sacramento non pu essere macchiata dagli immondi, sia quando sono essi a darlo, e sia quando lo ricevono quelli che non cambiano in meglio il cuore e la vita. Di questi, che sono dentro, egli dice: Rinunciano al mondo solo a parole e non a fatti 100 . Nella Chiesa vi sono dei peccatori, ma amministrano beni spirituali e divini. 13. 20. Anche dentro dunque ci sono i nemici di Dio, dei cui cuori si impossessato lo spirito dell'Anticristo; eppure posseggono beni spirituali e divini 101 , che n possono giovare a loro per la salvezza, fino a che restano perversi, n essi possono contaminare con la loro immondezza. Questo che Cipriano dice, quindi: Non hanno nessun potere sui doni della Chiesa e della salvezza, quelli che, dividendo e separando la Chiesa di Cristo, sono ritenuti, da Cristo, avversari, e dagli Apostoli, anticristi 102 , va inteso in questo senso: sia fuori che dentro ci sono i perversi; e tuttavia, la separazione dalla santit e dall'unit della colomba di quanti sono dentro, in alcuni non la conosce solo Dio, ma anche gli uomini i quali, osservando la loro pessima vita pubblica e la loro costante malvagit, e confrontandola con le regole dei divini precetti, capiscono che davvero molta la zizzania e la paglia, sia fuori che dentro, alla quale il Signore dir alla fine, per separarla apertamente: Lontano da me operatori di iniquit 103 , e: Andate nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli 104 . Dio chiama i peccatori alla conversione anche con i castighi. 14. 21. Certo, non dobbiamo disperare della conversione di nessuno, n di quelli dentro, n di quelli fuori, fino a che la pazienza di Dio li conduce alla penitenza 105 e castiga con la verga i loro delitti, con i flagelli i loro peccati. In tal modo, infatti, egli non ritira da loro la sua misericordia 106 , se essi stessi hanno finalmente piet della loro anima, piacendo a Dio 107 . In realt, come il giusto che perseverer sino alla fine sar salvo 108 , cos il malvagio, fuori o dentro la Chiesa, che perseverer sino alla fine, non sar salvo. E n noi diciamo che: Ovunque e comunque siano stati battezzati, essi ottengono la grazia del battesimo 109 , se, per grazia del battesimo si intende la salvezza donata mediante la celebrazione del battesimo, ma diciamo che questa salvezza non la ottengono neppure molti che sono dentro, sebbene sia evidente che hanno il sacramento che in se stesso santo. Fa bene, quindi, il Signore ad avvertirci nel Vangelo, di non dare retta ai cattivi consiglieri 110 che camminano nel nome di Cristo 111 ; questi per, si trovano fuori e dentro la Chiesa, poich non escono fuori se prima non sono stati cattivi dentro. E non v' dubbio che si riferiva ai vasi che sono nella grande casa l'Apostolo quando diceva: Se dunque uno si manterr puro da tali cose, sar un vaso nobile, santificato, utile al padrone, sempre pronto per ogni opera buona 112 . E come ci si debba mantenere puri da queste cose, lo ha mostrato poco prima, dicendo: Si allontani dall'iniquit chiunque invoca il nome del Signore 113 , per non sentirsi alla fine dire con la paglia, sia quella che volata prima dall'aia, e sia quella che dovr essere separata l'ultimo giorno: Lontano da me, operatori di iniquit 114 . Da questo appare chiaro, come dice Cipriano, che non bisogna immediatamente accettare e prendere tutto ci che viene vantato nel nome di Cristo, ma solo ci che viene operato nella verit di Cristo 115 . Ma certamente non operare nella verit di Cristo, rapire i terreni con insidiose frodi, aumentare il capitale moltiplicando gli interessi 116 , rinunciare al mondo solo a parole e non a fatti 117 . E che tutte queste cose si facciano anche dentro la Chiesa, lo dichiara, da testimone molto autorevole, lo stesso Cipriano. Gli eretici vengono alla Cattolica non per vedersi ripetere il dono di Dio. 15. 22. Cipriano poi fa un lungo discorso per dire che quelli che bestemmiano il Padre di Cristo, non possono essere battezzati in Cristo 118 . Ma poich chiaro che, per bestemmia, s'intende il loro errore, in quanto non si pu dire che chi si accosta al battesimo di Cristo bestemmia esplicitamente il Padre di Cristo 119 , ma che, avendo una idea diversa da quella che la verit insegna sul Padre di Cristo noi lo convinciamo di bestemmia - noi abbiamo mostrato chiaramente, che nel battesimo consacrato dalle parole del Vangelo, non entra n l'errore di chi lo d e n di chi lo riceve, anche se egli ha, del Padre o del Figlio o dello Spirito Santo, un'idea diversa da quella che ci comunica la dottrina del cielo. Molti uomini carnali e animali, infatti, vengono battezzati anche nella Chiesa, malgrado l'Apostolo dica chiaramente: L'uomo animale non comprende le cose dello Spirito di Dio 120 ; ed egli li considera animali, anche dopo che hanno ricevuto il battesimo 121 . Ora, secondo il senso carnale, un'anima dedita ai sensi del corpo non pu avere di Dio che un concetto carnale. Perci molti che progrediscono dopo il battesimo, e in particolare quelli che sono stati battezzati da bambini o da fanciulli, via via che il loro intelletto si rischiara e si illumina, e il loro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno 122 , tutte le opinioni che avevano su Dio, quando si trastullavano coi loro fantasmi, le rigettano, le deridono e le odiano. Non per questo, tuttavia, riteniamo che non hanno ricevuto il battesimo, o diciamo che hanno ricevuto un battesimo tale e quale al loro errore, ma in essi, rispettiamo l'integrit del sacramento e purifichiamo la falsit della loro mente, anche se questa, rafforzata e, forse, giustificata dalle molte discussioni, si era indurita. Di conseguenza, anche l'eretico che chiaramente fuori e vi ha ricevuto il battesimo, non ha certamente ricevuto un battesimo uguale all'errore che lo acceca. Quindi, se, rinsavendo, si accorge che deve lasciare il male che aveva, non deve, allo stesso tempo, lasciare il bene ricevuto; e non perch in lui va condannato il suo errore, va rifiutato anche il battesimo di Cristo. Pertanto, da quelli che hanno avuto la sorte di essere battezzati nella Chiesa, pur avendo un falso concetto di Dio, risulta chiaro, ormai, che va distinta la verit del sacramento, dall'errore del falso credente; quantunque le due cose possano trovarsi nella stessa persona. Ecco perch, quando uno, pur essendo fuori nell'errore, stato battezzato col vero sacramento, quando ritorna all'unit della Chiesa, se alla fede falsa subentra la vera, non ugualmente al battesimo vero subentra il vero battesimo. Una cosa, infatti, non pu subentrare a se stessa, perch non pu separarsi da se stessa. Perci gli eretici vengono alla Cattolica per essere corretti dal loro male e non per vedersi ripetere un bene di Dio. Negli eretici e scismatici si deve correggere lo scisma non la verit del battesimo. 16. 23. Dir qualcuno: Non c' nessuna differenza, dunque, tra due uomini, immersi nello stesso errore e nella stessa malizia, dei quali, senza cambiare n la vita e n il cuore, uno si fa battezzare fuori e l'altro dentro? Certo che c'. peggiore chi si fa battezzare fuori; e non perch si fa battezzare, ma perch sta fuori - dato che lo scisma non un male inesistente e lieve - purch chi si fa battezzare dentro, sia voluto restare dentro, non per un vantaggio terreno e provvisorio, ma perch ha preferito l'unit della Chiesa diffusa in tutto il mondo agli smembramenti degli scismi; se no anche lui deve essere considerato fuori. Prendiamo dunque due individui: uno di essi ha su Cristo, per esempio, la stessa opinione di Fotino, e si fa battezzare nella sua eresia, fuori la comunione della Chiesa cattolica; anche l'altro la pensa allo stesso modo, ma si fa battezzare nella Cattolica, ritenendola la vera fede cattolica. Costui ancora non lo chiamerei eretico, a meno che, una volta che gli sia stata chiarita la dottrina della fede cattolica, abbia preferito rifiutarla e scegliere di restare della sua precedente opinione. Ma prima che questo avvenga, evidente che peggiore quello che sta fuori. Quindi, nel secondo va corretta solo una falsa opinione, nel primo anche il male dello scisma. In nessuno dei due, comunque, va ripetuto il sacramento validamente ricevuto. Ma se un terzo ha la stessa idea degli altri due e viene a sapere che esiste una eresia separata dall'unit cattolica, dove la si insegna e impara ma, per via di un vantaggio temporale, vuole farsi battezzare nell'unit cattolica o, gi battezzato in essa, non ne vuole uscire proprio per questa ragione, non solo va considerato separato, ma tanto pi scellerato, quanto pi aggiunge, all'errore dell'eresia e alla separazione dall'unit, la finzione dell'inganno. Perci, la deviazione di un uomo, quanto pi pericolosa e distorta, tanto pi va corretta con urgenza e impegno. Ma non per questo, se egli ha una cosa sana, specie se non sua, ma di Dio, va considerata, a causa della sua malvagit, come inesistente, o disprezzata al pari dell'altra, o attribuita alla sua stessa malvagit, anzich alla generosit di Colui il quale, anche all'anima che si prostituiva lontano da Lui e andava dietro ai suoi amanti, ha donato il suo pane, il suo vino, il suo olio e altri alimenti o ornamenti, che non vengono da lei e n dai suoi amanti, ma da Colui che, mosso a piet per lei, ha voluto dappertutto ricordarle da chi deve ritornare 123 . Tutto ci che gli scismatici hanno fuori della Chiesa non vale per la salvezza. 17. 24. Dice Cipriano: Pu, la forza del battesimo, essere pi grande e pi potente della confessione della fede e del martirio, con cui un martire confessa Cristo davanti agli uomini e viene battezzato dal sangue versato? Eppure, neanche questo battesimo giova all'eretico se, pur confessando Cristo, viene ucciso fuori della Chiesa 124 . verissimo. Un uomo ucciso fuori della Chiesa, dimostra di non possedere la carit di cui l'Apostolo dice: Se anche dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non ho la carit, non mi giova niente 125 . Ma se, per l'assenza della carit, il martirio non gli giova a niente, allora esso non serve neanche a quelli che, come dice san Paolo e come Cipriano commenta, vivono dentro nell'invidia e nella malevolenza senza la carit; eppure possono ricevere e trasmettere il vero battesimo 126 . Fuori della Chiesa, non c' salvezza 127 . E chi lo nega? Per questo tutti i beni che abbiamo della Chiesa, fuori della Chiesa non giovano alla salvezza. Ma un conto non averli affatto e un conto non averli utilmente. Chi non li ha, per averli deve farsi battezzare, mentre, chi non li ha utilmente, per averli utilmente deve correggersi. No, non corrotta l'acqua nel battesimo degli eretici 128 , perch non cattiva la materia che Dio ha creato, n sono da riprovare le parole del Vangelo negli erranti, ma solo l'errore di coloro che hanno anima adultera, anche se essa riceve il suo ornamento dallo Sposo legittimo. Possiamo quindi avere in comune il battesimo con gli eretici e gli scismatici 129 , e possiamo avere in comune anche il Vangelo, sebbene il loro errore sia lontano dalla nostra fede, sia perch sul Padre o sul Figlio o sullo Spirito Santo hanno un concetto ben lontano dalla verit, e sia perch, una volta separatisi dall'unit, non raccolgono con Cristo, ma disperdono 130 . Noi infatti, se siamo grano del Signore, pur vivendo dentro con gli avari, con i predoni, con gli ubriachi e con tutte quelle pesti, di cui detto: Non possederanno il regno di Dio 131 , possiamo avere in comune il sacramento del battesimo, ma non avere in comune i vizi che li separano dal regno di Dio. Confronto tra un peccatore eretico e un peccatore cattolico. 18. 25. Non solo delle eresie, infatti, che l'Apostolo dice: Quanti fanno queste cose non possederanno il regno di Dio 132 . Non ci dispiaccia di prestare un po' di attenzione all'elenco completo: Sono ben note le opere della carne - egli dice -; esse sono: fornicazioni, impurit, lussurie, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordie, gelosie, dissensi, eresie, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Io ve lo preavviso, come ho gi fatto, che quelli che fanno queste cose, non possederanno il regno di Dio 133 . Ecco allora un uomo casto, continente, non avaro, non idolatra, ospitale, servitore dei poveri, non nemico di nessuno, non litigioso, paziente, calmo; di nessuno geloso, di nessuno invidioso, sobrio, frugale, ma eretico. Certamente nessuno dubita che, solo perch eretico, non posseder il regno di Dio. Eccone allora un altro: fornicatore, impuro, lussurioso, avaro o anche molto apertamente dedito all'idolatria, stregone, litigioso, geloso, irascibile, sedizioso, invidioso, ubriacone, gozzovigliatore, ma cattolico. E che? Solo perch cattolico, costui posseder il regno di Dio, malgrado compia le azioni di cui l'Apostolo dice nella conclusione: Ve lo preavviso, come ho gi fatto, quelli che fanno tali cose non possederanno il regno di Dio 134 ? Se lo diciamo, inganniamo noi stessi 135 . In effetti, la Parola di Dio non ci inganna; una Parola che non tace, non risparmia, non inganna con adulazioni. Perci l'Apostolo dice anche altrove: Sappiatelo e mettetevelo bene in mente: nessun fornicatore o impuro o avaro, che come un idolatra, erediter il regno di Cristo e di Dio. Nessuno vi inganni con vuote parole 136 . Non c' dunque motivo di lamentarci della Parola di Dio. una Parola assoluta, chiara e franca; essa dice che quanti vivono male non appartengono al regno di Dio. La Scrittura non promette l'impunit al peccatore cattolico. 19. 26. Se dunque un cattolico circondato da tutti questi vizi, non aduliamolo e non osiamo promettergli, perch cristiano cattolico, l'impunit che la Scrittura divina non gli promette. Anche se avesse uno solo di questi vizi, non dobbiamo promettergli la societ della patria lass. Nella lettera ai Corinzi, infatti, Paolo li elenca uno per uno, e per ciascuno sottintende: non possederanno il regno di Dio. Egli dice, infatti: Non illudetevi: n i fornicatori, n gli idolatri, n gli adulteri, n gli effeminati, n i sodomiti, n i ladri, n gli avari, n gli ubriaconi, n i calunniatori, n i rapaci, possederanno il regno di Dio 137 . Non dice: Coloro che hanno tutti questi vizi insieme, non possederanno il regno di Dio, ma: N quelli, n quelli. Sicch, per ognuno di essi puoi sottintendere: non posseder il regno di Dio. Quindi, come non possederanno il regno di Dio gli eretici, cos non lo possederanno gli avari. E neppure dobbiamo dubitare che le pene stesse con le quali saranno tormentati quelli che non possederanno il regno di Dio, non siano diverse per i diversi crimini e che alcune non siano pi acute di altre, sicch, nello stesso fuoco eterno, alla diversa gravit dei peccati, corrispondano pene e tormenti diversi. Il Signore non ha detto invano: Ci sar pi tolleranza per i sodomiti che per voi nel giorno del giudizio 138 . Eppure, quanto a non possedere il regno di Dio, il vizio pi moderato che scegli, ha le stesse conseguenze di quello o di quelli che ritieni pi gravi. E poich il Regno di Dio lo possederanno quelli che il giudice supremo porr alla sua destra, a quelli che non meriteranno di stare alla sua destra, non rester che la sinistra. Nessun'altra voce rester loro di ascoltare, che quella rivolta ai capri, dalla bocca del Pastore: Andate nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e i suoi angeli 139 , bench da quel fuoco, come ho detto, la distribuzione dei supplizi varia, secondo la diversit dei crimini. Se sia preferibile un cattolico che conduce una cattiva vita, a un uomo che solo eretico. 20. 27. Se poi sia preferibile un cattolico dai pessimi costumi a un eretico, nella cui vita, tranne l'eresia, la gente non trova niente altro da riprendere, non oso dare un giudizio affrettato. Ma se uno dicesse: " poich eretico, non pu limitarsi a questo senza avere altre conseguenze; egli infatti un uomo carnale e animale 140 e perci, necessariamente anche geloso, stizzoso, invidioso, nemico della verit e suo contestatore ", allora dovrebbe capire che dei mali dei quali egli ha scelto il meno grave, non pu esservi, in un eretico, uno solo, per il semplice motivo che egli un uomo carnale e animale. il caso dell'ubriachezza, che ormai la gente non solo suole nominare senza orrore, ma proclamare ridendo: ebbene, pensate che dove essa si trova, possa trovarsi da sola? Quale ubriaco, infatti, non anche litigioso, stizzoso, invidioso, contestatore della saggezza dei suoi maestri e nemico di chi lo rimprovera duramente? Inoltre, difficile che non sia anche impudico e adultero. Tuttavia pu non essere eretico, come un eretico pu non essere un ubriacone, un adultero, un impudico, un lussurioso o un venale o uno stregone; e pu non essere tutto questo insieme. Un solo vizio, infatti, non implica tutti gli altri. Pertanto, di fronte a questi due casi: quello di un cattolico con tutti questi vizi e di un eretico senza i vizi che potrebbero non essere in un eretico, quantunque tutt'e due non polemizzino contro la fede, pur vero che tutt'e due vivono contro la fede; tutt'e due si lasciano illudere dalla vana speranza; tutt'e due dissentono dalla carit spirituale e, perci, tutt'e due sono estranei al corpo dell'unica colomba 141 , perch in uno riconosciamo il sacramento di Cristo, e in un altro non vogliamo riconoscerlo? Ma non ci comportiamo come se esso appartenesse all'uno o all'altro, mentre sempre lo stesso sacramento che hanno entrambi, ma appartiene a Dio e, anche se lo hanno i malvagi, un bene. Se poi delle persone che lo hanno, una peggiore e l'altra migliore, non per questo il sacramento peggiore in una che in un' altra. Neppure tra due cattolici cattivi, infatti, se uno fosse peggiore di un altro, anche il suo battesimo peggiore; e n se uno di essi buono e l'altro cattivo, il battesimo, nel cattivo cattivo, e nel buono buono. Esso buono in entrambi. Come la luce del sole o di una lucerna: certamente non pi debole negli occhi pi infermi che nei pi sani, ma la stessa in entrambi, sebbene le conseguenze siano diverse, secondo la loro diversit: o li rallegra o li brucia. La posizione dei catecumeni di fronte al Regno di Dio. 21. 28. Quanto all'obiezione fatta a Cipriano circa i catecumeni che, sorpresi a testimoniare la fede e uccisi per il nome di Cristo, ricevevano la corona anche senza il battesimo 142 , come c'entri con la nostra questione non lo capisco. Forse perch i Donatisti sostenevano che gli eretici, avendo il battesimo di Cristo, avevano una ragione in pi per venire ammessi al suo regno dove erano ammessi i catecumeni. Il Signore, infatti, aveva detto: Se uno non rinasce dall'acqua e dallo Spirito, non entrer nel regno dei cieli 143 . Ma io neppure esito a preferire un catecumeno cattolico, ardente di amore divino, a un eretico battezzato. Del resto, anche nella Cattolica, noi preferiamo un catecumeno buono a un battezzato cattivo, e non per questo facciamo oltraggio al sacramento del battesimo, di cui il catecumeno non ancora bagnato e l'eretico s; e n crediamo che il sacramento del catecumeno sia da preferirsi al sacramento del battesimo, per il solo fatto che ammettiamo che un catecumeno pu essere pi fedele e pi retto di un battezzato. Cos, era migliore il centurione Cornelio, non ancora battezzato, che Simone, battezzato. Cornelio, infatti, gi prima del battesimo, fu ripieno di Spirito Santo 144 , Simone, invece, anche dopo il battesimo, si gonfiato dello spirito impuro 145 . Cornelio, tuttavia, se anche dopo aver ricevuto lo Spirito Santo avesse rifiutato il battesimo, si sarebbe reso reo del disprezzo verso un sacramento tanto grande. Quando poi stato battezzato, non ha sicuramente ricevuto un sacramento pi santo di quello di Simone, ma sotto l'unica santit di uno stesso sacramento, si sono distinti i diversi meriti. Pertanto, n accresce n diminuisce la santit del battesimo, la dignit o l'indegnit dell'uomo. Ma, come al catecumeno buono manca il battesimo per ottenere il regno dei cieli, cos al battezzato cattivo manca la vera conversione. Infatti, Colui che ha detto: Se uno non rinasce dall'acqua e dallo Spirito, non entrer nel regno dei cieli 146 , ha anche detto: Se la vostra giustizia non sar maggiore di quella degli Scribi e dei Farisei, non entrerete nel regno dei cieli 147 . In effetti, perch la giustizia del catecumeno non fosse ritenuta sicura, stato detto: Se uno non rinasce dall'acqua e dallo Spirito, non entrer nel regno dei cieli. Al contrario, per evitare che, ricevuto il battesimo, l'iniquit si ritenesse sicura, stato detto: Se la vostra giustizia non sar maggiore di quella degli Scribi e dei Farisei, non entrerete nel regno dei cieli. L'uno senza l'altra non gli basta; tutte e due insieme, lo rendono l'erede di questo bene. Ora, come non va rifiutata la giustizia di un uomo, incominciata prima della sua unione alla Chiesa, com'era incominciata la giustizia di Cornelio prima che entrasse nel popolo cristiano - del resto, se era da rifiutare, l'angelo non gli avrebbe detto: Le tue elemosine sono state accolte e le tue preghiere esaudite 148 ; e se questo gli fosse bastato per possedere il regno dei cieli, non lo avrebbe esortato ad inviare a Pietro dei messaggeri - cos non va rifiutato il sacramento evangelico del battesimo, anche se ricevuto fuori della Chiesa. Ma poich esso non giova alla salvezza, senza che colui che ha l'integrit del battesimo, si corregga dalla sua malvagit e si incorpori alla Chiesa, correggiamo l'errore degli eretici e riconosciamo in essi ci che non loro, ma di Cristo. Il martirio pu sostituire il battesimo in qualche caso. 22. 29. Certamente qualche volta il martirio pu supplire il battesimo. Dall'episodio del buon ladrone al quale, bench non battezzato, fu detto: Oggi sarai con me in Paradiso 149 , Cipriano desume una prova non irrilevante 150 . Ma, esaminando ben bene l'episodio, io trovo che non solo il martirio nel nome di Cristo che pu supplire la mancanza del battesimo, ma anche la fede e la conversione del cuore, se, la ristrettezza dei tempi rendesse impossibile la celebrazione del mistero del battesimo. Il ladrone, infatti, non fu crocifisso per il nome di Cristo, ma per i suoi delitti, e non soffr perch credette, ma credette mentre soffriva. Che valore abbiano, quindi, anche senza il sacramento visibile del battesimo, le parole dell'Apostolo: Con il cuore si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si confessa la fede per la salvezza 151 , lo abbiamo spiegato parlando del buon ladrone. Ma questo effetto invisibile si ottiene solo quando non il disprezzo della religione a far omettere la celebrazione del battesimo, ma l'urgente necessit. In effetti, soprattutto nell'episodio di Cornelio e dei suoi amici, pi che in quello del buon ladrone, che si potrebbe vedere che era superfluo battezzarli anche con acqua, poich in essi il dono dello Spirito Santo, che gli altri avevano ricevuto solo dopo essere stati battezzati, come attesta la Scrittura, si manifestava anche con il segno specifico, opportuno per il tempo, i battezzati parlavano le lingue. Eppure, sono stati battezzati: e su questo ci resta l'autorit degli Apostoli. Perci nessuno, che ha fatto anche un grande progresso nell'uomo interiore e che prima del battesimo cresciuto nella piet del cuore fino all'intelligenza spirituale, deve disprezzare il sacramento che viene applicato dall'azione dei ministri, mediante la quale Dio realizza spiritualmente la consacrazione dell'uomo. E io credo che per nessun altro motivo fu affidato a Giovanni il compito di dare il battesimo, tanto da essere chiamato battesimo di Giovanni se non perch il Signore stesso, che glielo aveva dato, non disdegnando di ricevere il battesimo del suo servo 152 , voleva proporre la via dell'umilt, e proclamare apertamente, con questo gesto, che avremmo dovuto tenere in grande stima il battesimo, col quale egli avrebbe battezzato. Come medico molto esperto nella salute eterna, egli vedeva che non sarebbe mancata la cancrena di alcuni che, avendo fatto tanti progressi nell'intelligenza della verit e nei provati costumi, tanto da non avere la bench minima esitazione ad anteporsi, per vita e dottrina, a molti battezzati, avrebbero creduto superfluo per loro farsi battezzare, persuasi com'erano di essere arrivati a quell'abito interiore, al quale molti battezzati cercavano ancora di salire. Il valore e l'effetto del rito esterno del sacramento. 23. 30. Quale valore abbia e quale effetto realizzi, in un uomo, la santificazione del sacramento ricevuta con il segno corporeo - di cui, per, il buon ladrone non rest privo, perch non gli manc la volont di riceverla, ma ci fu la necessit di non riceverla - difficile dirlo. Certo, se non avesse un valore molto grande, il Signore non avrebbe ricevuto il battesimo del suo servo. Ma se la dobbiamo considerare in se stessa, prescindendo dalla salvezza dell'uomo, alla cui perfezione finalizzata, allora indica chiaramente che nei malvagi e in quelli che rinunciano al mondo solo a parole e non a fatti 153 , essa integra, bench essi, se non si correggono, non possano ricevere la salvezza. Ma come nel ladrone, al quale manc per necessit, la salvezza si realizzata, poich, grazie alla sua piet, stata spiritualmente presente, cos, anche quando essa a disposizione, se, per necessit, manca ci che non manc nel ladrone, la salvezza si realizza. Questa la tradizione che tutta la Chiesa conserva nel battesimo dei neonati, che certamente non possono ancora credere col cuore per avere la giustizia, n confessare con la bocca per avere la salvezza, come pot fare il ladrone. Essi, anzi, coi loro pianti e vagiti, quando su di loro si celebra il mistero, coprono perfino il suono delle parole misteriose; eppure, nessun cristiano oser dire che si battezzano a vuoto. Confronto con la circoncisione. 24. 31. Se poi su questo si volesse cercare l'avallo dell'autorit divina, molto ragionevole credere che una prassi conservata da tutta la Chiesa e non istituita dai concili, ma sempre conservata, non pu averla tramandata che l'autorit degli Apostoli. Noi per possiamo immaginare l'efficacia del sacramento del battesimo nei bambini, dalla circoncisione della carne che ricevette il primo popolo, e dalla quale Abramo fu giustificato prima di riceverla 154 ; come Cornelio fu arricchito del dono dello Spirito Santo, prima di essere battezzato. Per, l'Apostolo dice di Abramo: Ricevette il segno della circoncisione, come sigillo della giustizia derivante dalla fede 155 , colui che aveva gi creduto con il cuore e gli era stato accreditato come giustizia 156 . Perch, allora, gli venne ordinato di circoncidere l'ottavo giorno ogni bambino maschio 157 , che non avrebbe potuto ancora credere con il cuore, perch gli fosse accreditato come giustizia, se non perch il sacramento aveva un grande valore in se stesso? Questo stato manifestato da un angelo nel caso del figlio di Mos. Quando infatti la madre lo portava ancora in braccio, incirconciso, il padre fu costretto a circonciderlo per un incombente ed evidente pericolo 158 ; dopodich il male fu debellato. Ora, come in Abramo, precedette la giustizia derivante dalla fede e segu la circoncisione come sigillo della giustizia derivante dalla fede, cos, in Cornelio, precedette la santificazione spirituale nel dono dello Spirito Santo, e segu il sacramento della rigenerazione col lavacro del battesimo. E come in Isacco, circonciso l'ottavo giorno della sua nascita, precedette il sigillo della giustizia derivante dalla fede e, avendo egli imitato la fede del padre, da adulto segu la giustizia, il cui sigillo lo aveva preceduto da bambino, cos, nei bambini battezzati, prima viene il sacramento della rinascita e, se essi conserveranno la piet cristiana, seguir, poi, la conversione nel cuore, il cui mistero l'ha preceduta nel corpo. E come nel buon ladrone, quello che mancava del sacramento del battesimo, lo suppl la bont dell'Onnipotente, poich non gli mancava per orgoglio o per disprezzo, ma per necessit, cos bisogna credere che nei bambini che muoiono appena battezzati, la stessa grazia dell'Onnipotente compie la salvezza. Non per cattiva volont, infatti, ma per incapacit dell'et, se essi non possono credere con il cuore, per avere la giustizia, e confessare con la bocca, per avere la salvezza. Perci, quando per loro rispondono altri, affinch possa compiersi in loro la celebrazione del sacramento, vale certamente per la loro consacrazione, poich essi non possono rispondere. Ma se al posto di chi pu rispondere, risponde un altro, questo non vale. In vista di questa norma nel Vangelo stata detta una cosa che colpisce tutti i suoi lettori: Ha la sua et, risponda lui 159 . Altro il sacramento ed altro la conversione del cuore. 25. 32. Tutto ci dimostra che un conto il sacramento del battesimo e un conto la conversione del cuore, e che la salvezza dell'uomo completa solo con entrambi. Ma se manca uno solo di questi due elementi, non bisogna credere che, di conseguenza, manchi anche l'altro. In effetti, mentre nel bambino pu esserci il sacramento senza la conversione, nel ladrone pot esserci la seconda senza il primo; Dio infatti completa nell'uno e nell'altro, quanto involontariamente manca. Ma quando la mancanza di uno dei due elementi voluta, l'uomo complice di colpa. Per la verit, il battesimo pu esserci anche senza la conversione del cuore; la conversione del cuore invece, pu, s, esserci senza aver ricevuto il battesimo, ma se si disprezzato il battesimo, non pu esserci. Non si deve mai dire che c' la conversione del cuore a Dio, quando si disprezza il sacramento di Dio. A ragione, quindi, noi biasimiamo, anatematizziamo, detestiamo e abominiamo la perversit del cuore degli eretici; tuttavia non si pu dire che non hanno il sacramento evangelico, quelli che non hanno ci che lo rende utile 160 . Perci, quando costoro vengono alla fede e alla verit e, facendo penitenza, chiedono la remissione dei loro peccati, noi non li inganniamo n illudiamo se, dopo averli corretti e riformati nella parte in cui sono depravati e perversi, li istruiamo nelle discipline celesti, necessarie ad ottenere il regno dei cieli, in modo che, ci che in essi vi di integro, non lo violiamo in nessuna maniera e, ci che nell'uomo appartiene a Dio, non lo diciamo, per colpa dell'uomo, n nullo n cattivo. Il battesimo di Giovanni. 26. 33. Restano ormai pochi brani della lettera a Giubaiano. Ma poich essi trattano e dell'antica consuetudine della Chiesa e del battesimo di Giovanni, che suole suscitare una non piccola questione in quelli che prestano poca attenzione al fatto chiarissimo che l'Apostolo ha ordinato di battezzare quanti avevano ricevuto il battesimo di Giovanni 161 , allora non vanno esaminati con negligenza, ma rimandati a un altro volume, perch questo non abbia una misura eccessiva.
Cipriano dimostra la consuetudine antica. 1. 1. Che sia un'antica consuetudine della Chiesa cattolica, quella che noi oggi osserviamo, quando non ribattezziamo quelli che vengono dagli scismatici o dagli eretici, se gi hanno ricevuto il battesimo consacrato dalle parole del Vangelo, lo proviamo avvalendoci delle testimonianze di Cipriano. Egli si pone questa questione raccogliendola certamente dalle labbra dei fratelli che cercavano la verit o lottavano per essa. Nelle sue discussioni con cui cercava di dimostrare che gli eretici andavano ribattezzati e di cui abbiamo a lungo parlato a suo tempo nei libri precedenti, dice: Mi si dir: Che ne sar, dunque, di coloro che, in passato, venendo dall'eresia alla Chiesa, sono stati accolti senza battesimo? 1 . Qui, tutta la causa dei Donatisti, con i quali abbiamo dibattuto questa questione, pienamente naufragata. Se infatti non avevano veramente il battesimo quelli che, venendo dall'eresia, erano accolti in questo modo, e se quindi su di essi gravavano ancora i peccati 2 , dato che con questi peccatori erano stati in comunione, sia quelli che sono vissuti prima di Cipriano 3 , e sia Cipriano stesso, delle due una: o la Chiesa era finita gi da allora, macchiata dalla comunione con costoro, o i peccati di altri, anche se notori, non danneggiano chi rimane nell'unit. Ma essi non possono dire che la Chiesa era scomparsa gi da allora, contagiata dalla comunione con coloro che erano stati ammessi in essa, senza battesimo, come sostiene Cipriano. In questo caso, infatti, se la Chiesa fosse veramente scomparsa, i Donatisti non possono dimostrare neanche la loro origine: passarono pi di quaranta anni tra il martirio di Cipriano e la distruzione dei Libri sacri, cio dall'episodio nel quale i Donatisti, diffondendo il fumo delle loro calunnie, trovarono un pretesto per creare lo scisma, come proclama la lista dei Consoli. Quindi non resta che ammettere che l'unit di Cristo non pu essere contaminata da simile comunione con i cattivi, anche se notori. Ammesso questo, non troveranno un motivo per sostenere che dovevano separarsi dalle Chiese del mondo che, come entrambi leggiamo, erano state fondate dagli Apostoli. E poich queste Chiese non poterono perire a causa della mescolanza con i malvagi, ecco che i Donatisti, che non sarebbero periti se fossero rimasti con esse nell'unit, separandosene e rompendo il vincolo della pace, sono sicuramente periti nello scisma. Risulta molto chiaro il sacrilegio dello scisma, se non c' stato alcun motivo di separazione. E che non c' stato alcun motivo di separazione appare chiaro se i malvagi, anche notori, non macchiano i buoni nell'unit. Ora, che nell'unit i buoni non vengono macchiati dai cattivi, anche se notori, lo dimostriamo con la testimonianza di Cipriano, il quale dichiara che, in passato, quanti venivano dall'eresia alla Chiesa, erano ammessi senza battesimo 4 . Tuttavia, se i nefandi sacrilegi che gravavano su di loro, in quanto non rimessi dal battesimo, non hanno potuto insozzare e distruggere la santit della Chiesa, nessun contatto coi malvagi pu farla perire. Perci, se essi ammettono che Cipriano ha detto il vero, la sua testimonianza li convince del crimine dello scisma; se sostengono che Cipriano ha detto il falso, non usino pi la sua testimonianza nella questione del battesimo. Continua l'argomento sui testi di Cipriano. 2. 2. Ma ora che abbiamo avviato un discorso col beato Cipriano, un uomo pacifico, proseguiamolo. Facendo propria l'obiezione che sentiva dai fratelli: Che ne sar, dunque, di coloro che in passato sono venuti dall'eresia alla Chiesa e sono stati accolti senza battesimo? Dichiara: Il Signore pu concedere il perdono con la sua misericordia, e non escludere dai benefici della Chiesa, quelli che, accolti nella Chiesa senza sacramento, sono morti nella Chiesa 5 . Egli fece bene a credere che la carit dell'unit poteva coprire la moltitudine dei peccati. Se poi essi avevano il battesimo, e quelli che ritenevano necessario ribattezzarli erano in errore, la carit dell'unit 6 copriva questo errore per tutta la durata di questa, non diabolica divisione, ma umana fragilit; finch, se in qualche cosa pensavano diversamente, come dice l'Apostolo, il Signore li avesse illuminati 7 . Guai perci ai Donatisti che, dopo essersi separati dall'unit con una rottura sacrilega, ribattezzano, se vero che il battesimo si trova da noi e da loro! Se invece esso si trova solo nella Cattolica, non battezzano affatto. Dunque o che ribattezzino o che non battezzino, non sono nel vincolo della pace, dal quale poter prendere un rimedio per qualunque loro ferita. Quanto a noi, se li ammettiamo nella Chiesa senza battesimo, ci troviamo nel numero di coloro che possono essere perdonati, come Cipriano ha creduto, per avere custodito l'unit. Se invece - come io credo che risulti chiaro da quanto si detto nei libri precedenti - anche nella perversit degli eretici, pu esserci l'integrit del battesimo cristiano; se a quell'epoca alcuni hanno ribattezzato e tuttavia non si sono separati dall'organismo dell'unit, costoro hanno potuto ottenere il perdono per lo stesso amore della pace, grazie al quale, come attesta Cipriano, poterono non essere esclusi dai benefici della Chiesa, quanti vi erano stati ammessi senza battesimo. Del resto, se vero che tra gli eretici e gli scismatici non c' il battesimo di Cristo, quanto meno sarebbero dannosi i peccati altrui per coloro che vivono nell'unit, visto che a coloro che venivano all'unit ed erano accolti senza battesimo, si perdonavano anche i propri!. In effetti se, come attesta Cipriano, il vincolo dell'unit pu tanto, come potrebbero essere colpiti dai peccati altrui quanti non vogliono allontanarsi dall'unit se, per i propri peccati non morivano neppure i non battezzati che volevano venire ad essa dall'eresia? L'autorit di Cipriano contro i Donatisti. 3. 3. Ci che Cipriano aggiunge dicendo: Non perch si sbagliato una volta, bisogna sbagliare sempre, dato che agli uomini saggi e timorati di Dio conviene pi aderire di buon animo e con prontezza alla verit svelata e chiarita, che lottare con tenacia e ostinazione contro i fratelli e i colleghi sacerdoti in favore degli eretici 8 molto vero: resistere all'evidenza della verit 9 , non andare contro gli altri, ma piuttosto contro se stessi. Ma dalle molte cose dette, appare chiaro e certo, io credo, che neppure la perversit degli eretici pu violare il battesimo di Cristo, quando viene dato e ricevuto presso di loro. Ma se questo non ancora certo, almeno dubbio; e chiunque ricorda le cose dette e vi riflette, deve ammetterlo. Non quindi ad una verit evidentissima che noi ci opponiamo ma, o lottiamo per una verit chiara, come io penso, o, come possono certamente credere quanti ritengono questa questione non ancora risolta, cerchiamo la verit. Perci se la realt diversa da quella che diciamo noi, accogliamo le persone battezzate dagli eretici, con la stessa semplicit con cui le accoglievano quelli che, come Cipriano ha creduto, ottenevano il perdono grazie all'unit. Se invece il battesimo di Cristo, come dimostrano le molte cose gi dette, pu restare integro anche quando non integra la vita e la fede n di quelli che sembrano dentro, ma non appartengono alle membra dell'unica colomba 10 , n di quelli che non vi appartengono tanto chiaramente da esserne anche apertamente fuori, ne consegue che tutti quelli che allora lo ripetevano, meritavano, grazie alla carit dell'unit, lo stesso perdono che, secondo Cipriano, avevano meritato, grazie alla stessa carit, quelli che erano stati accolti, a suo dire, senza battesimo. Ma ora i Donatisti che si sono staccati dalla carit di questa unit senza alcun motivo - visto che i cattivi nell'unit non possono nuocere ai buoni, come mostra Cipriano - hanno perso ogni possibilit di perdono. Ed essi, che si sarebbero perduti per colpa del solo crimine dello scisma, anche se non avessero ribattezzato dopo la Cattolica di che grande supplizio si sono resi degni, o perch cercano di dare ai Cattolici, che lo hanno, ci che, a detta di Cipriano, essi non hanno, o perch, come i fatti dimostrano, accusano la Cattolica di non avere ci che anch'essi hanno. L'autorit di Cipriano non autorizza la separazione. 4. 4. Ma poich ora, come si diceva, abbiamo avviato un discorso con una lettera di Cipriano, ritengo che se egli fosse presente, non sarei considerato anche da lui, come uno che lotta con tenacia e con ostinazione contro i fratelli e i colleghi sacerdoti, e a favore degli eretici 11 , quando comprendesse le molte e grandi ragioni che ci muovono a credere che anche negli eretici pervertiti nel loro maligno errore, pu esservi il battesimo di Cristo che, in se stesso, molto degno e santo. E poich egli stesso dichiara - per noi la sua testimonianza ha un grande peso - che era questo il modo con cui, in passato, si usava ammetterli, ne consegue che chiunque, colpito dalle sue parole, non dubita che gli eretici vadano battezzati, quanti non sono ancora persuasi, per i molti argomenti contrari, egli li consideri tali e quali a quelli che, in passato, hanno accolto, semplicemente, i battezzati nell'eresia, correggendone solo l'errore, e con essi poterono essere salvati per il vincolo dell'unit. Chiunque, invece, persuaso dall'antica consuetudine della Chiesa, dalla successiva conferma del concilio plenario, dai tanti e autorevoli testi delle sante Scritture, dalle molte prove prese da Cipriano, e dalle limpide ragioni della verit, capisce che il battesimo di Cristo, consacrato dalle parole del Vangelo, non diventa perverso a causa della perversit dell'uomo, comprenda anche che, per lo stesso vincolo dell'unit, poterono salvarsi coloro che, fatta salva la carit, credettero diversamente. E perci bisogna anche capire che nessuna paglia e nessuna zizzania avrebbe potuto macchiarli, se essi avessero voluto essere grano nella societ della Chiesa diffusa in tutta la terra; e che quindi non c'era alcun motivo di separarsi dal vincolo dell'unit, quale che sia, delle due opinioni, quella vera: o quella di Cipriano o quella seguita da tutta la Cattolica, dalla quale egli non si separ: che quanti sono apertamente fuori nel pubblico sacrilegio dello scisma non possono salvarsi, e che tutto ci che ricevono dai divini sacramenti e dalla generosit dell'unico legittimo Sposo, fin quando sono perversi, serve pi per la loro confusione che per la loro salvezza. Il battesimo non va mai ripetuto. 5. 5. Perci anche se gli eretici, emendatisi dall'errore, volessero venire alla Chiesa, proprio perch credono di non avere il battesimo, se non ricevendolo nella Cattolica, neppure in questo caso dovremmo accondiscendere alla ripetizione del battesimo, ma piuttosto insegnare loro che se non vogliono emendarsi, n l'integrit del battesimo giova alla loro perversit, n il battesimo integro stato profanato dalla loro perversit nel periodo in cui essi non hanno voluto emendarsi; e n, dato che vogliono correggersi, il battesimo diventa in essi migliore, ma che essi si allontanano dalla malignit, mentre incomincia a giovare per la salvezza, ci che prima c'era per la rovina. Imparando queste cose, infatti, desidereranno la salvezza nell'unit cattolica, non considereranno come proprio ci che di Cristo, e il sacramento della verit, bench presente in loro, non lo mescoleranno con il proprio errore. Alcuni Donatisti hanno il terrore di essere ribattezzati. 5. 6. A ci si aggiunga che la gente, per una non so quale segreta ispirazione divina, tanto odia chi riceve per la seconda volta il battesimo gi ricevuto altrove, che gli stessi eretici, nel discuterne, si passano la mano sulla fronte; e quasi tutti i loro fedeli, che sono invecchiati nella loro comunione e hanno concepito un'ostinata avversione per la Cattolica, ammettono che questa l'unica cosa che presso di loro li amareggia. E molti che, per ottenere dei vantaggi terreni o evitare inconvenienti, desiderano passare da loro, brigano in segreto perch si conceda loro, quasi per un favore speciale e personale, di non essere ribattezzati; e alcuni, che pure credono a tutti gli altri loro sciocchi errori e alle false accuse contro la Chiesa cattolica, non si vogliono unire a loro, perch ne sono trattenuti unicamente dal timore di essere costretti a ribattezzarsi. Ora, proprio per paura di questo sentimento che invade pienamente quasi tutti gli spiriti, i Donatisti preferirono accettare il battesimo, dato dai Massimianisti che essi avevano condannato, e cos tagliarsi piuttosto la lingua e otturarsi la bocca, anzich ribattezzare tanti uomini di Musti, di Assuri e di altre popolazioni che essi accolsero con Feliciano, Pretestato e con altri, da essi condannati e ad essi ritornati. C' grande orrore per la ripetizione del battesimo. 6. 7. In realt, poich questo avviene di rado e riguarda singoli casi distanti tra loro nello spazio e nel tempo, non se ne avverte tutto l'orrore. Ma se all'improvviso si riunissero tutti quelli che per lunghissimo tempo i Massimianisti hanno battezzato in imminente pericolo di morte o nelle solennit pasquali, e si dicesse loro di farsi ribattezzare perch il battesimo ricevuto nel sacrilegio dello scisma era nullo, certamente si direbbe ci che l'ostinazione nell'errore li costringerebbe a dire, per poter coprire sotto un'ombra qualsiasi di falsa coerenza, il gelo e il ghiaccio della propria durezza, riparandoli dal calore della verit. Ma poich essi non avrebbero potuto tollerarlo, e, ci che avessero fatto a tanta gente non avrebbero potuto tollerarlo neppure gli autori, soprattutto perch avrebbero dovuto ribattezzare nel partito di Primiano, quelli stessi che avevano gi battezzato nel partito di Massimiano, fu accettato il battesimo dei Massimianisti e distrutto l'orgoglio dei Donatisti. Ma essi non avrebbero mai scelto di far questo, se non avessero ritenuto che l'orrore della gente per la ripetizione del battesimo era maggiore della considerazione della difesa persa. Questo lo dico, non perch dobbiamo temere l'opinione della gente, se la verit ci obbligasse a ribattezzare quanti vengono dagli eretici, ma perch secondo san Cipriano gli eretici avrebbero potuto essere maggiormente costretti alla necessit di venire alla Cattolica, se fossero stati in essa ribattezzati 12 . ecco perch ha voluto ricordare quanto sia grande l'orrore che la ripetizione del battesimo suscita in quasi tutti gli spiriti. Un orrore che oso credere ve lo abbia infuso per proteggere la Chiesa. Gli eretici posseggono il battesimo ma non rettamente n legittimamente. 7. 8. Certamente, quando io esamino le parole di Cipriano, sono sollecitato a dire molte cose necessarie per dirimere questa questione. Egli ha detto: In effetti, se essi vedono che noi decidiamo e stabiliamo, secondo un nostro giudizio e una nostra opinione, di considerare giusto e legittimo il loro battesimo, crederanno di possedere giustamente e legittimamente anche la Chiesa e tutti gli altri suoi doni 13 . Egli non dice: Crederanno di possedere i doni della Chiesa, ma di possederli giustamente e legittimamente. Ora che non posseggono il battesimo in modo giusto e legittimo, noi lo concediamo, ma che non lo posseggano affatto, non possiamo dirlo, poich riconosciamo il sacramento del Signore consacrato con le parole del Vangelo. Dunque hanno il battesimo legittimo, ma non legittimamente. Chiunque infatti ha il battesimo nell'unit cattolica e vive in maniera degna di esso, lo ha legittimo e legittimante. Chiunque, invece, o lo ha nella Cattolica come paglia mischiata al frumento, o lo ha fuori di essa, come paglia sollevata dal vento, questi ha, s, il battesimo legittimo, ma non in modo legittimo. Ciascuno infatti lo ha come lo usa. Ma non lo usa in modo legittimo, chi lo usa contro la legge come fa ogni battezzato che vive da malvagio, sia dentro che fuori la Chiesa. Anche del battesimo si pu dire che buono. 8. 9. Perci, come l'Apostolo ha detto della Legge: La Legge buona se uno la usa in modo legittimo 14 , cos noi possiamo giustamente dire del battesimo: Il battesimo buono se lo si usa in modo legittimo. E come allora non rendevano buona, o rendevano addirittura inesistente la Legge, quanti non ne facevano un uso legittimo, cos non rende assolutamente il battesimo invalido o non lo rende inesistente chiunque non ne fa un uso legittimo, solo perch vive nell'eresia o perch ha una condotta pessima. Ecco perch, quando si converte all'unit cattolica o ad una vita degna di un sacramento tanto grande, egli non comincia ad avere un secondo battesimo, quello legittimo, ma ha lo stesso in modo legittimo. E n al battesimo segue l'irrevocabile remissione dei peccati, se oltre che legittimo, non lo si ha anche legittimamente. Tuttavia, se non lo si ha legittimamente, e se i peccati non sono rimessi o, una volta rimessi, ritornano non per questo nel battezzato il sacramento del battesimo cattivo o inesistente. Come Giuda, infatti, al quale il Signore porse il boccone, fece spazio dentro di s al diavolo 15 , non perch riceveva una cosa malvagia, ma perch la riceveva da malvagio, cos chiunque riceve indegnamente il sacramento del Signore, non fa s che, essendo egli cattivo, esso cattivo, oppure, che non riceve niente, perch non lo riceve per la salvezza. Era Corpo e Sangue del Signore, infatti, malgrado tutto, anche per quelli ai quali l'Apostolo diceva: Chi mangia e beve indegnamente, mangia e beve la propria condanna 16 . Gli eretici, dunque, non cerchino nella Cattolica ci che hanno, ma ci che non hanno, cio il fine della Legge, senza il quale si possono avere molti doni santi, ma non possono giovare. Ora, il fine della Legge la carit che deriva da un cuore puro e da una coscienza monda e da una fede non falsa 17 . Quanto al sacramento del lavacro, non per averlo se gi ne sono stati lavati, sia pure nell'eresia, ma per averlo in modo salutare, si affrettino a venire all'unit e alla verit della Cattolica. Il battesimo di Giovanni. 9. 10. ormai ora di vedere ci che Cipriano dice sul battesimo di Giovanni Battista 18 . Negli Atti degli Apostoli leggiamo 19 che l'unico motivo per cui Paolo ha battezzato quelli che erano gi stati battezzati col battesimo di Giovanni perch il battesimo di Giovanni non era il battesimo di Cristo, ma un battesimo concesso da Cristo a Giovanni, che sarebbe stato propriamente detto di Giovanni, come lo stesso Giovanni dice: L'uomo non pu ricevere alcunch che non gli sia dato dal cielo 20 . Ma affinch non si credesse che egli lo aveva ricevuto solo dal Padre e non anche dal Figlio, parlando di Cristo stesso egli dice: E dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto 21 . Ora Giovanni lo ha ricevuto in vista di un disegno prestabilito, e non perch durasse a lungo, ma solo il tempo sufficiente a preparare la via del Signore, del quale egli doveva essere il precursore. Preparandosi ad entrare con umilt in questa via e a condurre alla perfezione quanti lo seguono con umilt, il Signore come lav i piedi ai suoi servi 22 , cos volle essere lavato con il battesimo di un suo servo 23 . Come infatti si inginocchi ai piedi di quelli di cui era maestro, cos si sottomise al dono che egli stesso aveva dato a Giovanni, perch tutti capissero che grande sacrilegio di superbia avrebbe commesso chi avesse disprezzato il battesimo che doveva ricevere dal Signore, visto che proprio il Signore aveva ricevuto dal servo ci che gli aveva dato lui, perch questi potesse darlo come proprio. E poich Giovanni, di cui, tra i nati di donna 24 , non sorto nessuno pi grande, aveva reso a Cristo una testimonianza cos autorevole, da riconoscersi indegno di scioglierli i legacci dei suoi calzari 25 , Cristo, ricevendo il suo battesimo, sarebbe stato considerato il pi umile tra gli uomini, e abolendo il suo battesimo sarebbe stato creduto come il Dio Altissimo: nello stesso tempo dottore di umilt e datore di grandezza. Ancora sul battesimo di Giovanni. 9. 11. A nessun profeta, infatti, a nessun uomo stato mai concesso, stando alle Scritture divine, di battezzare nell'acqua della penitenza per la remissione dei peccati 26 . Questo stato concesso a Giovanni, perch, attirando su di s, con questo grande dono, gli animi dei popoli, potesse preparare in essi la via 27 a Colui che egli annunciava come molto pi grande di s. Ma mentre il Signore Ges Cristo purifica la Chiesa con un battesimo tale che, una volta ricevuto, non ne richiede un altro, Giovanni battezzava con un battesimo tale che, una volta ricevuto, avrebbe necessariamente richiesto anche il battesimo del Signore e non certo per ripetere quello di Giovanni, ma perch, a quanti avevano ricevuto il battesimo di Giovanni, fosse dato anche il battesimo di Cristo, di cui Giovanni preparava la via. Se infatti non ci fosse stato bisogno di raccomandare l'umilt di Cristo, non ci sarebbe stato neppure bisogno del battesimo di Giovanni. Inoltre, se Giovanni fosse stato il fine della legge, non c'era bisogno, dopo il battesimo di Giovanni, del battesimo di Cristo. Ma poich il fine della Legge Cristo, perch sia data la giustizia ad ogni credente 28 , egli indic che si doveva andare da lui e che, quando si arrivati a lui, si resta con lui. E cos Giovanni ha proclamato sia la sublimit del Signore, poich lo ha di gran lunga anteposto a s, sia la sua umilt, perch lo ha battezzato come fosse l'ultimo. Ma se Giovanni avesse battezzato Cristo soltanto, lo si sarebbe considerato dispensatore di un battesimo migliore - dato che con esso era stato battezzato solo Cristo - di quello di Cristo stesso, con il quale vengono battezzati i cristiani. E ancora: se fosse necessario battezzare tutti prima col battesimo di Giovanni e poi con quello di Cristo, si potrebbe credere, a buon diritto, che il battesimo di Cristo meno completo e meno perfetto e che esso non basterebbe alla salvezza. Ecco perch, il Signore, da una parte stato battezzato col battesimo di Giovanni, per piegare le orgogliose cervici degli uomini al suo battesimo salutare e, dall'altra, non stato il solo ad essere battezzato con quel battesimo, per non far vedere che questo battesimo era superiore, proprio perch egli era stato l'unico degno di essere battezzato. E d'altra parte, egli non permise che esso restasse a lungo, perch non si pensasse questo unico unico con cui egli battezza, richiedesse l'altro che lo aveva preceduto. Se il battesimo di Giovanni rimette i peccati. 10. 12. Pongo, pertanto, una questione: se con il battesimo di Giovanni si rimettevano i peccati, che cosa ha potuto donare in pi il battesimo di Cristo a quelli che l'apostolo Paolo ha imposto di farsi battezzare col battesimo di Cristo, dopo il battesimo di Giovanni 29 ? Se invece con il battesimo di Giovanni i peccati non si rimettevano, erano forse migliori di Giovanni, al tempo di Cipriano, quelli che rapivano i fondi con astuta frode, come egli dice, che, raddoppiando le usure 30 , accrescevano il capitale, e che tuttavia, se battezzavano, operavano la remissione dei peccati? Oppure si operava perch li abbracciava l'unit della Chiesa? E che? Non era nell'unit Giovanni, questo amico dello Sposo 31 , precursore della via del Signore e battezzatore del Signore in persona? Chi cos pazzo da dirlo? Di conseguenza, bench io creda che Giovanni abbia battezzato nell'acqua della penitenza 32 per la remissione dei peccati, in modo che ai suoi battezzati erano rimessi i peccati nella speranza, di fatto nel battesimo del Signore che essa avveniva; come la resurrezione che si attende alla fine avvenuta in noi nella speranza. L'Apostolo lo dice: Egli ci ha risuscitati con lui e ci ha fatto sedere nei cieli con lui 33 ; e ancora: nella speranza che siamo stati salvati 34 . In effetti, sebbene Giovanni stesso dica: Io vi battezzo con l'acqua della penitenza per la remissione dei peccati 35 , vedendo il Signore dice: Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo 36 . Tuttavia, perch nessuno sostenga che anche col battesimo di Giovanni si rimettevano i peccati, e che solo una santificazione pi completa che stata concessa, col battesimo di Cristo, a quelli ai quali Paolo ordin di farsi ribattezzare, contro questa opinione non mi accanisco. Perch dopo Giovanni si battezzato e perch... 11. 13. Dobbiamo infatti esaminare un problema che riguarda in modo particolare la nostra questione: quale che sia la natura del battesimo di Giovanni, poich evidente che esso appartiene all'unit di Cristo, perch dopo Giovanni, che era santo, si dovette battezzare e dopo i vescovi avari, no? Di sicuro nessuno nega che nel campo del Signore Giovanni era il buon grano e, se non si pu dire di pi, quello che produce il cento per uno; cos nessuno dubita che l'avarizia, che idolatria 37 , nella messe del Signore considerata paglia. Perch, allora, dopo il frumento si battezza e dopo la paglia non si battezza? Ora, se Paolo ha battezzato dopo Giovanni, perch era migliore di Giovanni, perch Cipriano non ha battezzato dopo i suoi colleghi usurai, dei quali era incomparabilmente migliore? E se Cipriano non ha battezzato dopo tali colleghi, in quanto essi erano con lui nell'unit, neppure Paolo avrebbe dovuto battezzare dopo Giovanni, perch stavano nella stessa unit. Oppure gli ingannatori e i rapaci appartengono all'unica colomba 38 , mentre non vi appartiene colui al quale si manifest la potenza del Signore Ges Cristo mediante lo Spirito Santo disceso in forma di colomba 39 ? Tutt'altro: Giovanni vi appartiene intimamente, questi malvagi, invece, che dovranno essere separati dal frumento in occasione di qualche scandalo o nell'ultima vagliatura, non vi appartengono affatto. Eppure dopo Giovanni si battezzato e dopo costoro non si battezza. E per qual motivo, se non perch il battesimo, che Paolo ordin loro di ricevere non era quello dato da Giovanni? Ne consegue che anche nell'unit della Chiesa, il battesimo di Cristo, sia pure dato da un ministro usuraio, non si pu ripetere; quanto al battesimo di Giovanni, anche quelli che lo ricevevano da Giovanni in persona, dovevano poi battezzarsi col battesimo di Cristo. ...dopo Cristo non si battezza. 12. 14. Del resto, anche io potrei, prendendo sempre le parole del beato Cipriano, volgere l'attenzione degli ascoltatori ad una specie di miracolo, se dicessi: Giovanni, ritenuto il pi grande dei profeti; Giovanni, ripieno della grazia di Dio fin dal seno materno; Giovanni, sorretto dallo spirito e dalla virt di Elia; che non stato avversario del Signore, ma suo precursore e annunciatore; che ha annunciato il Signore non solo con le parole, ma lo ha mostrato allo sguardo; che ha battezzato quel Cristo, nel cui nome vengono battezzati gli altri 40 , non ha meritato di battezzare in modo che non fosse necessario battezzare nuovamente, dopo di lui, quanti erano stati battezzati da lui, e dopo gli avari, gli ingannatori, i rapaci e gli usurai, nessuno penser che bisogna battezzare qualcuno nella Chiesa? Non forse vero che, quando io faccio questa osservazione cattiva, mi si risponde: Perch la credi una cosa indegna, come se Giovanni stato disonorato e l'avaro onorato? Del resto non c'era da ripetere il battesimo di Colui del quale proprio Giovanni dice: Questi Colui che battezza nello Spirito Santo 41 . Infatti, qualunque ministro lo impartisca, il battesimo sempre di Colui del quale stato detto: Questi Colui che battezza. Ma neppure il battesimo di Giovanni stato ripetuto, quando l'apostolo Paolo ha ordinato a quanti erano stati battezzati da Giovanni, di farsi battezzare in Cristo. In realt, essi dovettero ricevere dallo Sposo stesso, ci che non avevano ricevuto dall'amico dello Sposo 42 , di cui il suo amico aveva detto: Questi Colui che battezza nello Spirito Santo. Sul battesimo di Cristo. 13. 15. In realt, se il Signore Ges avesse voluto, avrebbe potuto dare il potere sul suo battesimo a uno o ad alcuni dei suoi servi pi autorevoli, che gi aveva resi suoi amici e ai quali ha detto: Non vi chiamer pi servi, ma amici 43 , di modo che, come Aronne era stato indicato sacerdote 44 con una verga fiorita, cos nella sua Chiesa, dove sono avvenuti molti e pi grandi miracoli, sarebbero stati indicati, per mezzo di un segno, i ministri dotati di pi eccelsa santit e i dispensatori dei misteri; e questi soltanto avrebbero dovuto battezzare. Ma se lo avesse fatto, bench conferitogli dal Signore, il battesimo sarebbe stato considerato di quei servi, come l'altro di Giovanni. Perci, Paolo ringrazia il Signore di non avere battezzato nessuno di quelli che, avendo dimenticato, diciamo cos, il nome nel quale erano stati battezzati, si dividevano sui nomi degli uomini 45 . In effetti, poich il battesimo dato da un ministro spregevole, vale tanto quanto quello dato da un apostolo, si ammette, di conseguenza, che esso non n dell'uno e n dell'altro, ma di Cristo. questo, Giovanni attesta di averlo appreso, per quanto riguarda il Signore, per mezzo dell'apparizione della colomba. In effetti io non vedo proprio in quale altro senso egli ha detto: E io non lo conoscevo 46 . Se infatti non lo avesse mai conosciuto, non gli avrebbe detto, vedendolo venire al suo battesimo: Sono io che devo essere battezzato da te 47 . Che senso ha, allora, questo suo discorso: Ho visto lo Spirito scendere dal cielo come una colomba e fermarsi su di lui. E io non lo conoscevo, ma chi mi ha mandato a battezzare nell'acqua, mi disse: Colui sul quale vedrai discendere dal cielo lo Spirito e fermarsi su di lui, quegli colui che battezza nello Spirito Santo 48 ? Certamente la colomba era discesa sul battezzato. Ora, mentre egli veniva a farsi battezzare, Giovanni gli aveva detto: Sono io che devo essere battezzato da te 49 . Dunque, gi lo conosceva. Che cosa vuol dire, allora: Io non lo conoscevo, ma Colui che mi mand a battezzare in acqua, mi disse: Colui sul quale vedrai scendere lo Spirito dal cielo e posarsi su di lui, questi Colui che battezza nello Spirito Santo 50 , dato che successo dopo che stato battezzato se non che, in un senso lo conosceva e nell'altro non lo conosceva? Egli conosceva, evidente, lo Sposo, il Figlio di Dio, dalla cui pienezza tutti avrebbero ricevuto 51 ; ma poich da questa pienezza egli aveva ricevuto il potere di battezzare, tanto che il suo si sarebbe chiamato battesimo di Giovanni, egli non sapeva se poi il Signore lo avrebbe dato anche agli altri, oppure ne avrebbe avuto uno tutto suo, ma tale che chiunque lo avesse dato, o un ministro di grazia pi elevata o uno di grazia meno elevata, o un ministro che produce il centuplo o il sessanta o il trenta; o il frumento o la paglia, riconoscessero tutti che esso non era altro che di Cristo. Questo, Giovanni lo ha appreso dallo Spirito disceso nella forma di una colomba e posatosi su Cristo. Se si pu battezzare dopo gli eretici. 14. 16. Quindi, noi troviamo che gli Apostoli hanno detto: La mia gloria 52 , naturalmente, nel Signore, e: Il mio ministero 53 , la mia prudenza 54 , il mio Vangelo 55 , naturalmente conferito e donato dal Signore, mentre non troviamo che un Apostolo abbia mai detto: Il mio battesimo. La gloria, infatti, non uguale in tutti, e non tutti amministrano in modo uguale e non tutti sono dotati di uguale prudenza. Ma anche nell'evangelizzare c' chi opera bene e chi meno bene, e quindi si pu dire che, anche nella dottrina della salvezza, c' chi pi dotto e chi lo meno. Viceversa non si pu dire che uno sia battezzato di pi e un altro di meno, non importa se egli stato battezzato da uno inferiore o da uno superiore. Inoltre, poich sono ben note le opere della carne, cio: le fornicazioni, le immondezze, le lussurie, le idolatrie, i venefici, le inimicizie, le contese, le emulazioni, le animosit, i dissensi, le eresie, le invidie, le ubriachezze, le ingordigie ed altre simili 56 , se ci stupiamo a sentir dire: Dopo Giovanni si battezzato e dopo gli eretici non si battezzato, perch non stupirsi a sentir dire: Dopo Giovanni si battezzato e dopo gli invidiosi no, se vero che proprio Cipriano, nella lettera Sulla gelosia e l'invidia, attesta che gli invidiosi sono partigiani del diavolo? E che nella Chiesa gli invidiosi sono stati annunciatori di Cristo fin dal tempo degli Apostoli, non lo rivela proprio Cipriano, citando l'apostolo Paolo, come noi abbiamo gi dimostrato 57 ? Sul battesimo di Giovanni. 15. 17. Che dunque il battesimo di Giovanni non era uguale al battesimo di Cristo, credo di averlo chiarito abbastanza. Ne consegue che non possibile trarre da esso nessuna prova per sostenere che dopo gli eretici bisogna battezzare, poich dopo Giovanni si battezzato, dato che Giovanni non era un eretico e che se ha potuto avere un battesimo che, datogli da Cristo, anche se non era quello di Cristo, perch aveva la carit di Cristo. Ma neppure si pu trarre la prova per sostenere che l'eretico pu avere il battesimo di Cristo e la perversit del diavolo, cos come, nella Chiesa, si pu avere il battesimo di Cristo e la gelosia del diavolo. Segue l'argomentazione di Agostino. 15. 18. " A pi forte ragione infatti bisogna battezzare l'eretico, dato che Giovanni non era un eretico, eppure dopo di lui si battezzato " 58 . " Gi - potrebbe dire un altro - a maggior ragione dopo l'ubriaco bisogna battezzare, visto che Giovanni era sobrio, eppure dopo di lui si battezzato " 59 . E che risposta gli daremo? Non l'abbiamo. Salvo a dire che ai battezzati da Giovanni stato dato il battesimo di Cristo, che essi non avevano; in quelli, invece, in cui c' il battesimo di Cristo, quali che siano le loro perversit, non si pu fare in modo che non vi sia il battesimo di Cristo. Giovanni ricevette da Cristo ci che don. 15. 19. Non vero, quindi, che l'eretico ha potuto ottenere un diritto sul battesimo, perch ha battezzato per primo 60 , ma perch ha battezzato con un battesimo non suo. Ma anche se non ha avuto il diritto di battezzare, tuttavia ci che ha dato di Cristo e ci che ha ricevuto di Cristo. Molte cose, infatti, si danno contro il diritto, ma non per questo si considerano o nulle o non date. In effetti, neanche chi rinuncia al secolo a parole e non a fatti riceve legittimamente il battesimo, eppure lo riceve. E che questa gente sia anche nella Chiesa, Cipriano lo ricorda per i suoi tempi e noi lo esperimentiamo e ne gemiamo. Pu il battesimo essere separato dalla Chiesa? 15. 20. Sorprende poi sentir dire che battesimo e Chiesa non possono assolutamente trovarsi separati e divisi tra di loro 61 . Se infatti il battesimo rimane nel battezzato, senza che possa separarsene, perch un battezzato si pu separare dalla Chiesa e il battesimo no? Ora, che nel battezzato il battesimo rimane per quanto l'abisso della sua cattiveria e la voragine dei peccati, in cui precipita, possano essere profondi, fino alla rovina dell'apostasia, egli non senza battesimo, e per questo a chi fa penitenza e ritorna, esso non viene ridato perch si giudica che non poteva esserne privo. Ora, che un battezzato possa separarsi dalla Chiesa, chi pu dubitarne? Veramente da qui che sono uscite tutte le eresie che, sotto l'appellativo cristiano, ingannano la gente. Risposta alla domanda. 16. 20. Quindi, se evidente che nel battezzato c' il battesimo, quando un battezzato si separa dalla Chiesa, certo che il battesimo che in lui si separa con lui. Di conseguenza, non tutti quelli che hanno il battesimo, hanno anche la Chiesa, come non tutti quelli che hanno la Chiesa, hanno anche la vita eterna. Ora, se noi diciamo che non hanno la Chiesa se non quelli che osservano i comandamenti di Dio, ammettiamo che vi sono molti, che hanno il battesimo e non hanno la Chiesa. L'eretico non possiede la primogenitura sul battesimo. 16. 21. Perci non l'eretico il primo a possedere il battesimo 62 ; egli infatti lo ha ricevuto dalla Chiesa e non ha potuto perderlo separandosene e bench noi diciamo che egli non ha pi la Chiesa, ammettiamo, tuttavia che ha il battesimo. Cos, non rinuncia alla primogenitura 63 , per attribuirla all'eretico, chi dice che l'eretico ha portato con s ci che non dar legittimamente, anche se ci che d legittimo, e ci che non ha legittimamente, anche se ci che ha legittimo. Ora, la primogenitura consiste solo nella condotta santa e nella vita buona, e ne partecipano tutti quelli dai quali formata, come da membra, la Sposa senza macchia n ruga 64 , cio la colomba 65 che geme la malvagit in mezzo a molti corvi. A meno che, visto che Esa perse la primogenitura per la voglia di lenticchie 66 , non si debbano considerare possessori della primogenitura gli ingannatori, i rapaci, gli usurai, i gelosi, gli ubriaconi ed altri malvagi come quelli che erano nella Chiesa di allora, e che Cipriano deplor nei suoi scritti 67 . Di conseguenza, o avere la Chiesa non equivale a possedere la primogenitura nelle cose divine o, se chiunque ha la Chiesa possiede anche la primogenitura non hanno la Chiesa tutti gli iniqui che sembrano dentro e che, come nessuno di noi nega, hanno e danno il battesimo. In effetti, chi oserebbe dire che essi hanno la primogenitura sui misteri divini, se non chi non ha nessun senso del divino?. La finale della lettera di Cipriano. 17. 22. Dopo avere esaminati e discussi tutti gli aspetti della lettera di Cipriano, siamo ormai arrivati alle pacifiche parole poste come conclusione. Parole che non mi sazio di leggere e di ripetere spesso, tanta la piacevolezza dell'amore fraterno che ne esala e la dolcezza della loro esuberante carit! Egli dice: Eccoti la nostra breve risposta, fratello carissimo, secondo la nostra piccolezza: noi non ci opponiamo a nessuno, n vogliamo impedire pregiudizialmente a ciascun vescovo di fare ci che crede, in quanto ciascuno dispone della piena libert di decisione. Noi, per quanto possiamo, per colpa degli eretici non intendiamo litigare coi nostri colleghi vescovi, con i quali desideriamo mantenere la concordia e la pace del Signore, soprattutto perch l'Apostolo dice: " Se poi qualcuno pensa di essere litigioso, noi questa abitudine non l'abbiamo, e neanche la Chiesa di Dio " 68 . Conserviamo, quindi, con pazienza e dolcezza, la carit dei cuori, la dignit del collegio, il vincolo della fede, la concordia del sacerdozio. Proprio per questo abbiamo scritto anche un opuscolo su Il bene della pazienza, nei limiti della nostra mediocrit e col beneplacito e ispirazione del Signore. Te lo inviamo come segno di reciproco affetto 69 . Elogi a Cipriano. 17. 23. Ci sono molte considerazioni da fare su queste parole, nelle quali risplende il fulgore della cristiana carit di un uomo che ha amato la bellezza della casa del Signore e il luogo del suo santuario 70 !. Primo, che egli non ha nascosto il suo pensiero; poi, che ha usato espressioni molto miti e pacifiche; che ha mantenuto la pace della Chiesa con quanti divergevano dalle sue idee; che ha capito che nel vincolo dell'unit c' tanta salute; che ha amato e custodito con saggezza solo l'unit; che ha visto e capito che anche i sostenitori dell'idea contraria possono, salvando la carit, dissentire: in effetti, non avrebbe detto di voler conservare la concordia divina e la pace del Signore con i malvagi. In verit, un uomo buono pu avere uno spirito di pace verso i cattivi, ma non pu mantenere con essi la pace che essi stessi non mantengono. E infine, che non ostacolando e non impedendo a ciascun vescovo di agire come credeva, in quanto ciascuno ha piena libert di decisione, ha dato anche a noi tutti la possibilit di discutere serenamente questi argomenti con lui. Egli infatti tra di noi non solo con i suoi scritti, ma anche con quella virt che in lui ebbe il massimo vigore e non pot mai morire, la carit. Ora io, desiderando unirmi a lui ed essere con lui una sola cosa, se non ne sar ostacolato dall'incoerenza dei miei peccati; sostenuto dalle sue preghiere, imparer dai suoi scritti, se ci riesco, con quanta pace e conforto il Signore ha retto, per mezzo di lui, la sua Chiesa; e, rivestito di sentimenti di umilt per la commozione suscitata in me dal suo discorso, anche se insieme al mondo so che la mia idea pi vera, non anteporr il mio cuore al suo neppure sulla questione in cui egli, pur avendo una opinione diversa, non si separato dal mondo. Pi spiccata certamente fu in lui la forza della virt - visto che questa questione, non ancora discussa, restava ancora sospesa -, e che egli, che pure aveva un'opinione diversa da molti colleghi, conserv tanto equilibrio da non rompere con il crimine di uno scisma la santa societ della Chiesa di Dio. Certo, molto pi grande che se egli avesse avuto tutte le idee, non solo vere, ma anche uguali agli altri, senza la carit. E n io gli farei piacere se, il suo ingegno, la potenza della sua parola e la ricchezza della sua dottrina, cercassi di anteporli al santo concilio di tutte le nazioni, al quale egli ha senz'altro partecipato nell'unit spirituale, soprattutto ora che vive in quella luce di verit, dove contempla con tutta certezza la verit che quaggi cercava con grande pace. Dall'abbondanza di questa luce, infatti, egli sorride di questi, che a noi sembrano discorsi, come di balbettii di bambini. L vede di quale regola di piet ha avuto bisogno quaggi, perch niente gli fosse pi caro dell'unit nella Chiesa. L contempla con indicibile diletto, quanto sia provvidenziale e misericordioso il disegno con cui il Signore ha scelto le cose stolte del mondo, per guarire le nostre ferite, per confondere i sapienti 71 ; e per collocare negli ordini della sua Chiesa tutti i membri con grande sapienza, cos che gli uomini non potessero dire che stato per il loro ingegno e per la loro scienza, che ancora non sapevano da chi l'avevano avuta in dono, che sono stati scelti come collaboratori al suo Vangelo, e quindi non si gonfiassero di pestifera superbia. Oh! come gioisce Cipriano, con quanta pi serenit egli contempla in quella luce, che per la piena salvezza dell'umanit stato stabilito che vi siano degli errori che si possono giustamente criticare; anche se essi si trovano negli scritti pii e cristiani degli oratori, ma non in quelli dei pescatori!. Io, della gioia di quest'anima santa, ho la totale certezza; e non oso assolutamente pensare n dire che i miei scritti siano esenti da ogni errore. E n al suo parere, per cui credette che quanti venivano dagli eretici dovessero essere accolti in modo diverso da come si accoglievano in passato, come egli attesta, o da come si accolgono ora, secondo la ragionevole consuetudine, confermata da un concilio plenario di tutto il mondo cristiano 72 , io antepongo un mio parere, ma quello della santa Chiesa cattolica, che egli tanto am e predilesse; nella quale port con pazienza una grande quantit di frutti; della quale non segu la consuetudine universale, ma rimase nella sua universalit; di cui non abbandon mai la radice, ma, pur essendo gi fruttuoso, fu potato dal celeste agricoltore perch lo fosse di pi 73 ; per la cui pace e salvezza, onde evitare che con la zizzania si sradicasse anche il frumento, da una parte redargu con la libert della verit i molti mali di quelli che stavano con lui nell'unit, e dall'altra li sopport con la virt della carit 74 . Morti all'esterno e all'interno. 18. 24. Perci egli stesso ci insegna, con grande eloquenza, che molti uomini, morti nei loro delitti e nei loro peccati, bench non appartenenti alla societ di Cristo, n alle membra dell'unica colomba 75 innocente e semplice - che se fosse solo essa a battezzare, gli altri certamente non potrebbero battezzare - in apparenza sembrano dentro, vi si battezzano e battezzano; e che in loro, bench morti, vive per il battesimo di Colui che pi non muore e che la morte pi non dominer 76 . Ora, visto che anche nella Chiesa vi sono dei morti, e non nascosti - in effetti Cipriano non ne avrebbe parlato tanto -, e che essi non fanno parte della colomba viva o non vi fanno ancora parte; e visto che fuori vi sono dei morti che ancora pi chiaramente non vi appartengono o ancora non vi appartengono, e che nessun uomo pu ricevere la vita da uno che non l'ha 77 , evidente che quanti, nella Chiesa, si fanno battezzare da questi morti, se si accostano al battesimo con una sincera conversione del cuore, ricevono la vita da colui al quale appartiene il battesimo. Se invece rinunciano al mondo a parole e non a fatti 78 come quelli che, testimone Cipriano, sono anche nella Chiesa, non ricevono la vita neppure loro, se non si convertono. Eppure hanno il vero battesimo, anche se non si convertono. Quindi anche i morti che si trovano fuori della Chiesa, bench non abbiano n diano la vita, hanno per il battesimo vivo, che giova alla loro vita solo se si convertono alla pace. Anche questo evidente. Se le antiche eresie ribattezzevano. 19. 25. Perci, quelli che allora accoglievano gli eretici provenienti dalle eresie con lo stesso battesimo di Cristo che avevano ricevuto fuori, e che dicevano di seguire l'antica consuetudine, la stessa che segue oggi la Chiesa, era inutile contraddirli dicendo loro che nell'antichit, le eresie e scismi erano ancora agli inizi, e quindi non si trovavano quelli che si allontanavano dalla Chiesa, dove erano stati prima battezzati, per cui, una volta tornati e fatta penitenza, ci fosse bisogno di battezzarli 79 . Appena infatti nasceva un'eresia e usciva dalla societ della comunione cattolica, non dico il giorno dopo, ma addirittura lo stesso giorno, poteva battezzare quanti ad essa accorrevano. Quindi, se anticamente si usava accogliere in questo modo (e non sono riusciti a negarlo neanche i suoi oppositori), nessun osservatore un po' pi attento potr dubitare che cos siano stati accolti anche i battezzati fuori nelle eresie. Chi una pecora smarrita. 19. 26. Io non vedo per quale motivo non si considera ancora pecora smarrita 80 , chi, in cerca della cristiana salvezza, ha avuto la disavventura di imbattersi nell'errore degli eretici e vi stato battezzato, e si considera pecora adulta, nella Cattolica, chi ha rinunciato al mondo solo a parole e non a fatti 81 e, con animo falso, vi ha ricevuto il battesimo. Ora egli non diventa pecora, se non quando si converte a Dio con cuore sincero; e come questi non diventa pecora quando si fa battezzare, se gi era battezzato, ma ancora non era pecora, cos anche uno che viene dagli eretici per diventare pecora, non lo si deve battezzare, se gi aveva ricevuto, presso di loro, lo stesso battesimo, bench non fosse ancora una pecora. Perci, se tutti i malvagi, gli avari, i gelosi, gli ubriaconi che sono anche nella Chiesa, e tutti quelli che conducono una vita contraria alla disciplina cristiana, li possiamo giustamente chiamare menzogneri, tenebrosi, morti e anticristi, forse vero che essi non battezzano poich non pu esserci niente in comune tra la menzogna e la verit 82 , le tenebre e la luce, la morte e l'immortalit, l'anticristo e Cristo 83 ? Nessun peccato rende perverso il sacramento. 19. 27. Quindi, non si fonda solo sulla consuetudine, ma anche sulle ragioni della verit, chi dice che il sacramento di Dio, riconosciuto anche nei perversi, non lo rende perverso nessuna umana perversit. Chiarissimo l'apostolo Giovanni: Chi odia il proprio fratello ancora nelle tenebre 84 , e anche: Chi odia il proprio fratello un omicida 85 . Perch battezza, nella Chiesa, questa gente piena di odio maligno, come ci ricorda Cipriano 86 ? 20. 27. Come pu purificare e santificare l'acqua, un omicida? Come possono benedire l'olio, le tenebre? Se invece Dio presente nei suoi sacramenti e nelle sue parole, indipendentemente da chi li amministra, i sacramenti di Dio sono ovunque legittimi; i malvagi, invece, ai quali essi non giovano a niente, sono ovunque perversi. Se l'eretico battezzato appartiene alla Chiesa. 20. 28. Ma che razza di idea quella di credere che l'eretico non ha il battesimo, perch non ha la Chiesa 87 ? Si sa che quando lo si battezza, gli si fanno domande anche sulla santa Chiesa 88 . Come se il cristiano, che nella Chiesa rinuncia al secolo, non con i fatti ma con le parole 89 , nel battesimo non venisse interrogato anche su questo. Ora, come la sua falsa risposta non rende inesistente il battesimo che riceve, cosi la falsa risposta dell'eretico sulla santa Chiesa, non invalida il battesimo che riceve. E come al primo, se in seguito mette in pratica ci di cui ha dato una risposta sbagliata, non si ripete il battesimo, ma gli si corregge la vita; cos al secondo, se in seguito viene alla Chiesa, sulla quale era stato interrogato e aveva dato una risposta errata, poich credeva di averla, mentre non l'aveva, gli si d la Chiesa che non aveva, ma non si ripete il battesimo che aveva. Come mai poi al suono delle parole pronunciate da un omicida 90 Dio pu santificare l'olio, mentre i doni che gli eretici hanno deposto sull'altare non li pu santificare, io non lo so 91 . A meno che, ci che nella Chiesa il cuore di un falso convertito non impedisce, lo impedisce una tavola posta fuori della Chiesa con inganno e cio, che Dio si degni essere presente nei suoi sacramenti, in quanto non glielo impedisce nessuna umana falsit. Se dunque questo testo del Vangelo: Dio non ascolta il peccatore 92 , vuol dire che un peccatore non pu celebrare i sacramenti, come pu Dio, esaudire le invocazioni di un omicida sull'acqua del battesimo, sull'olio, sull'Eucarestia o sulle teste di quelli ai quali impone le mani? Eppure tutto ci si fa ed valido, anche se lo fanno degli omicidi, cio quelli che odiano i fratelli, anche dentro la Chiesa stessa. Ora, se nessuno pu dare ci che non ha 93 come pu un omicida dare lo Spirito Santo 94 ? Eppure anche lui, nella Chiesa, battezza. Dio, dunque, che dona lo Spirito Santo, anche se battezza un omicida. Il caso di chi, per errore, riceve il battesimo da un eretico. 21. 29. Cipriano poi dice: Va battezzato e rinnovato chi viene alla Chiesa, perch vi sia santificato mediante i suoi santi 95 . Ma che far costui, se anche in essa si imbatte in persone non sante? O forse santo l'omicida? E se egli si fa battezzare nella Chiesa proprio per deporre il peccato di un uomo che, mentre viene a Dio e cerca un sacerdote, ingannato dall'errore si imbatte in un sacrilego, dove andr poi a deporlo, se anche nella Chiesa stessa gli capita che, mentre cerca un uomo di Dio, ingannato dall'errore, s'imbatt in un omicida 96 ? Se nell'uomo non possono esservi cose valide e non valide, perch in un omicida pu esservi un sacramento santo e un cuore non santo? Se chi non pu dare lo Spirito Santo, non pu neppure battezzare 97 , perch battezza, nella Chiesa, l'omicida? E come pu, un omicida, avere lo Spirito Santo, se chiunque ha lo Spirito Santo nella luce, mentre chi odia il suo fratello ancora nelle tenebre 98 ? E se c' un solo battesimo e un solo spirito 99 , e quindi non possono avere quest'unico battesimo quelli che non hanno il solo Spirito, perch, nella Chiesa, l'innocente e l'omicida hanno l'unico battesimo e non hanno l'unico Spirito? Di conseguenza: l'eretico e il cattolico possono avere l'unico battesimo e non avere l'unica Chiesa, cos come, nella Cattolica, l'innocente e l'omicida possono avere l'unico battesimo e non avere l'unico Spirito, poich come vi un solo battesimo, cos vi un solo Spirito e una sola Chiesa. Pertanto, in ciascun uomo va riconosciuto ci che ha, e gli va dato ci che non ha 100 . Ora, se davanti al Signore non pu essere valido e sicuro niente di ci che fanno quelli che il Signore considera suoi nemici e avversari, come pu essere sicuro il battesimo che danno gli omicidi? Oppure i nemici e gli avversari del Signore non li consideriamo omicidi? Ma chi odia il proprio fratello omicida 101 . E allora come potevano battezzare quelli che odiavano Paolo, servo di Ges Cristo e che, di riflesso, odiavano anche Ges, poich fu lui a dire a Paolo: Perch mi perseguiti? 102 , quando questi perseguitava i suoi servi, e alla fine egli stesso dice: Quello che non avete fatto ad uno solo di questi pi piccoli, non lo avete fatto a me 103 ? S, vero che tutti quelli che escono da noi non sono dei nostri, ma non tutti quelli che restano con noi sono dei nostri. Proprio come l'aia durante la trebbiatura: tutto ci che se ne vola via non frumento, ma non tutto ci che vi resta frumento. Ecco perch Giovanni dice: Sono usciti via da noi, ma non erano dei nostri; se infatti fossero stati dei nostri, sarebbero certamente rimasti con noi 104 . Perci, mentre il sacramento della grazia Dio lo d anche mediante i malvagi, la grazia la d solo di persona o mediante i suoi santi, e quindi, la remissione dei peccati la dona o di persona o mediante quelle membra della colomba, alle quali ha detto: A chi li rimetterete, saranno rimessi, e a chi li riterrete, saranno ritenuti 105 . Quanto al battesimo, che un sacramento della remissione dei peccati, non c' nessun dubbio che possono averlo anche gli omicidi che sono ancora nelle tenebre, in quanto nel loro cuore non stato espulso l'odio fraterno, sia che i loro peccati non siano stati rimessi, poich essi si sono fatti battezzare senza avere rinnovato il cuore, sia che, rimessi, siano subito ritornati, noi riconosciamo che esso santo in s, perch di Dio; e sia che lo danno o lo ricevono i perversi, nessuna loro perversit pu violarlo, n dentro n fuori la Chiesa. Gli eretici possono battezzare, ma non rimettere i peccati. 22. 30. Siamo inoltre d'accordo con Cipriano che gli eretici non possono dare la remissione dei peccati, ma possono dare il battesimo; e che esso serve alla rovina di quanti lo danno e di quanti lo ricevono, perch usano male un grande dono di Dio. Cos pure i maligni e i gelosi che sono nella Chiesa, come attesta Cipriano: essi non possono dare la remissione dei peccati, mentre, che possono dare il battesimo, tutti lo ammettiamo. Se infatti di coloro che peccano contro di noi stato detto: Se non perdonerete agli uomini i loro peccati, neanche il Padre vostro vi perdoner i vostri peccati 106 , quanto pi non potranno essere rimessi i peccati a quelli che odiano i fratelli, dai quali sono amati e che si fanno battezzare con l'odio nel cuore? Ad essi, tuttavia, se in seguito si correggono, non si rid il battesimo, ma, dopo una sincera conversione, si concede il perdono che prima non furono degni di ricevere! Per questo motivo, sia la lettera di Cipriano a Quinto, come quella scritta insieme ai suoi colleghi Liberale, Caldonio, Giunio e altri, e inviata a Saturnino, Massimo e ad altri, esaminate bene, non vanno assolutamente citate come testi contrari al consenso di tutta la Chiesa cattolica, di cui essi si rallegravano di essere membra, e da cui non si separarono loro e non tollerarono che ne fossero recisi i dissenzienti, fino a che un concilio plenario, per volont del Signore, facesse risplendere, sia pure dopo molti anni, la soluzione pi giusta, non per avere istituita una novit, ma rafforzata la consuetudine antica. Il comportamento del papa Stefano. 23. 31. Su questa faccenda, Cipriano ha scritto una lettera anche a Pompeio 107 , dove rivela apertamente che Stefano il quale, come sappiamo, era allora vescovo della Chiesa di Roma, non solo non condivise la sua opinione, ma che scrisse e ordin tutto il contrario. Certo non si pu dire che Stefano stato complice degli eretici 108 , perch non ha osato disapprovare in essi il battesimo di Cristo ed ha riconosciuto che, pur nella loro perversit, esso era rimasto integro. In effetti, se quanti hanno un concetto distorto di Dio non hanno il battesimo, e che questa situazione si pu incontrare anche nella Chiesa io credo di averne parlato gi abbastanza. Ora, su questo gli Apostoli non hanno dato ordini 109 , vero, ma c' da credere che la consuetudine, che veniva opposta a Cipriano, abbia avuto inizio dalla loro tradizione, come molte altre, del resto, che la Chiesa universale conserva e che, per questo, si ha motivo di credere che siano stati gli Apostoli ad ordinarle, sebbene non si trovino scritte. Gli eretici si condannano da loro stessi. 23. 32. Ma degli eretici stato scritto che si sono condannati da se stessi 110 . E allora? E non si sono condannati da se stessi, coloro ai quali l'Apostolo ha detto: In ci che tu giudichi un altro, condanni te stesso 111 ? Ed ha aggiunto: Tu che predichi di non rubare, rubi 112
ecc. E tali certamente erano quelli che, pur essendo vescovi e pur trovandosi con Cipriano nell'unit cattolica, rapivano i terreni con insidiosi raggiri 113 , mentre predicavano al popolo con le parole dell'Apostolo: N i rapaci possederanno il regno di Dio 114 . Il battesimo comune ai falsi e veri cristiani. Non cos la carit. 23. 33. Perci le altre dichiarazioni di questa lettera a Pompeio non esiter a ripercorrerle brevemente, seguendo gli stessi criteri. Che sia contro un comandamento di Dio non battezzare quanti vengono dagli eretici, se gi vi hanno ricevuto il battesimo di Cristo, in quale autorit delle sante Scritture si dimostra? Ma certamente vi si dimostra chiaramente che molti pseudocristiani, pur non avendo la carit dei santi, senza la quale a nulla giovano tutte le cose sante che si possono avere, hanno il battesimo in comune con i santi e lo abbiamo gi dimostrato molto ampiamente. Chiesa, Spirito e battesimo, egli ha detto, non possono dividersi tra di loro, e quindi quelli che si sono separati dalla Chiesa e dallo Spirito Santo, si devono considerare secondo lui separati anche dal battesimo. Ma se cos, quando uno ha ricevuto il battesimo nella Chiesa cattolica, esso resta in lui fino a che egli stesso rimane nella Chiesa; ma se se ne separa si separa anche dal battesimo 115 . Il che non vero. In effetti, se esso non si rid a chi ritorna, perch, andandosene, non lo ha perso. Ora, come lo Spirito Santo lo hanno i figli prediletti e non lo hanno i figli cattivi, i quali, tuttavia, hanno il battesimo, cos la Chiesa l'hanno i Cattolici e non l'hanno gli eretici i quali, tuttavia, hanno il battesimo. In effetti, lo Spirito Santo che ammaestra fuggir colui che falso 116 , e tuttavia non lo fuggir il battesimo. Quindi, come il battesimo pu stare anche l, da dove lo Spirito Santo si allontana, cos il battesimo pu stare anche l dove non c' la Chiesa. Quanto invece all'imposizione della mano 117 , se non si praticasse a chi viene dall'eresia, lo si giudicherebbe come se fosse immune da ogni colpa. Ora, per creare l'unione della carit, che il dono pi grande dello Spirito Santo, senza il quale tutti gli altri santi doni presenti nell'uomo non sono efficaci per la salvezza, sugli eretici convertiti si impone la mano. I peccatori hanno il battesimo, ma non lo Spirito Santo. 24. 34. Sul tempio di Dio 118 , e sul modo di interpretare il testo: Quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo 119 , mi ricordo di avere gi discusso a lungo 120 . Gli avari non sono tempio di Dio, poich sta scritto: Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? 121 E per sostenere che l'avarizia una idolatria, Cipriano cita il testo di Paolo 122 . Ora gli uomini si rivestono di Cristo in due modi: talora giungendo fino a ricevere il sacramento, talora fino alla santit della vita. Ma mentre il primo modo pu essere comune ai buoni e ai cattivi, il secondo proprio dei buoni e dei pii. Perci, se il battesimo non pu esserci senza lo Spirito, lo Spirito lo hanno anche gli eretici, ma per la rovina e non per la salvezza, come lo ebbe Saul 123 . In effetti, in virt del nome di Cristo e nello Spirito Santo 124 , che si scacciano i demoni e poteva farlo anche quel tale che stava fuori della Chiesa e di cui i discepoli riferirono al Signore 125 , e possono farlo anche come lo hanno gli avari, che per non sono tempio di Dio. Infatti: Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? 126 Ma se gli avari non hanno lo Spirito di Dio, e ci non ostante hanno il battesimo, il battesimo pu esserci senza lo Spirito. Se l'eresia pu generare figli di Dio. 24. 35. Se l'eresia non pu generare figli a Dio per mezzo di Cristo, perch essa non la Sposa di Cristo 127 , non pu farlo neppure la folla di cattivi che stanno nella Chiesa, poich neppure essa la Sposa di Cristo. La Sposa di Cristo, infatti, viene dipinta senza macchia, n ruga 128 . Dunque, o non tutti i battezzati sono figli di Dio, oppure, anche colei che non la Sposa pu generare figli di Dio. Ora, come si cerca di sapere se nato spiritualmente colui che ha ricevuto il battesimo di Cristo presso gli eretici 129 , cos si pu cercare di sapere se nato spiritualmente colui che ha ricevuto il battesimo di Cristo nella Cattolica, senza essersi convertito a Dio con cuore sincero; per, non per questo non ha ricevuto il battesimo. Nella disputa con Stefano prevalse la pace di Cristo. 25. 36. Sulle parole che Cipriano, irritato, rivolse contro Stefano, non voglio pi tornare, perch non necessario. Si finisce col dire cose gi trattate ampiamente, per cui preferibile passar sopra a ci che ha rischiato di creare uno scisma rovinoso. Stefano, infatti, aveva anche pensato di scomunicare coloro che cercavano di sradicare l'antica consuetudine sull'accoglienza degli eretici; Cipriano, invece, spinto dalla difficolt della questione, e tutto ricolmo di santi sentimenti di carit, aveva creduto di dover restare nell'unit con coloro che divergevano dalle sue idee. Cos, bench si fosse indignato profondamente, ma fraternamente, nei loro cuori prevalse la pace di Cristo, perch questa disputa non facesse sorgere tra di loro nessun malvagio scisma. Ora, non da qui che crebbero tanto le eresie e gli scismi 130 : che negli eretici si approva ci che di Cristo e si riprova ci che loro. In effetti, sono stati piuttosto quelli che osservavano la legge della ripetizione del battesimo a dividersi in molti pezzi. Bisogna sempre obbedire alla dottrina degli Apostoli. 26. 37. In realt quando dice: Un vescovo deve essere docile 131 e aggiunge: docile chi mite e dolce nella costanza di imparare. I vescovi, infatti, hanno il dovere non solo di insegnare, ma anche di imparare, perch il vescovo che insegna meglio quello che cresce e progredisce ogni giorno imparando cose migliori 132 , con queste parole, questo uomo santo e pieno di santa carit, ci mostra chiaramente che non dobbiamo temere di leggere i suoi scritti, senza mettere in dubbio ci che la Chiesa ha trovato pi tardi, dopo numerose e frequenti ricerche, ed ha confermato. Se infatti erano molte le verit che il dotto Cipriano insegnava, ve n'era qualcuna che il docile Cipriano imparava. Quanto poi alla sua esortazione di ricorrere alla fonte, cio alla tradizione Apostolica, e da qui, tracciando un solco, arrivare fino ai nostri giorni 133 , ottima e da seguire senza esitazione. Ci stato trasmesso, dagli Apostoli, egli precisa, che vi un solo Dio, un solo Cristo, una sola speranza, una sola fede, una sola Chiesa e un solo battesimo 134 . Ora, poich troviamo che fin dai tempi degli Apostoli, alcuni non avevano una sola speranza, ma avevano un solo battesimo, da questa sorgente derivata fino a noi la verit, e cos ci appare che possibile che, pur essendovi una sola Chiesa, come una sola speranza e un solo battesimo, quest'unico battesimo lo abbiano anche quelli che non hanno una sola Chiesa, allo stesso modo pot succedere, allora, che avessero un solo battesimo, anche quelli che non avevano una sola speranza. Come potevano avere, infatti, una sola speranza con i santi e con i giusti, quelli che dicevano: Mangiamo e beviamo, domani moriamo 135 , e sostenevano che non c'era resurrezione dei morti? Eppure, tra essi c'erano quelli ai quali l'Apostolo dice: stato forse crocifisso per voi Paolo? O nel nome di Paolo che siete stati battezzati? 136 ad essi, infatti, che egli scrive molto esplicitamente: Come possono dire alcuni tra voi che non esiste la resurrezione dei morti? 137
La Chiesa nel Cantico dei Cantici. 27. 38. Quanto troviamo scritto nel Cantico dei Cantici in questi termini: Giardino chiuso tu sei, sorella mia sposa, fontana sigillata, pozzo d'acqua viva, paradiso con frutti dei suoi alberi 138 , io non oso pensarlo se non nei santi e nei giusti; e non certo negli avari, negli ingannatori, nei rapaci, negli usurai, negli ubriachi e nei gelosi, che pure avevano il battesimo in comune con i giusti, ma senza avere in comune la carit: lo impariamo con grande eloquenza dagli scritti 139 di Cipriano e lo insegniamo. Mi si dica, in effetti, come si sono introdotti nel giardino chiuso e nella fontana sigillata, quelli che rinunciavano al mondo solo a parole e non a fatti e che, come attesta Cipriano 140 , stavano dentro? Se anch'essi, infatti, sono dentro, anche essi sono Sposa di Cristo. Ma proprio questa, la Sposa senza macchia e senza ruga 141 , e la bella colomba 142 forse deturpata da questa porzione dei suoi membri? Oppure queste sono le spine, tra le quali essa si eleva come un giglio, come si dice nel Cantico 143 ? Intanto essa giglio in quanto giardino chiuso e fontana sigillata: naturalmente in quei giusti che sono Giudei nell'intimo per la circoncisione del cuore 144 - tutta la bellezza della figlia del re, infatti, dentro 145 -, e che formano il numero definito di santi, predestinato prima della creazione del mondo. La moltitudine delle spine invece, formata dagli scismi nascosti e palesi, risiede fuori, in sovrannumero. Sta scritto infatti: L'ho annunciato e l'ho proclamato: si sono moltiplicati in sovrannumero 146 . Ora, questo numero dei giusti, che Dio ha chiamati secondo il suo disegno 147 , e dei quali stato detto: Il Signore sa chi sono i suoi 148 , esso il giardino chiuso, la fontana sigillata, il pozzo d'acqua viva, il paradiso con frutti dei propri alberi 149 . E di questo numero, alcuni vivono la vita dello Spirito e percorrono la via sovraeminente della carit 150 e, mentre istruiscono con spirito di dolcezza un uomo sorpreso nella colpa, stanno attenti a non cadere essi stessi nella tentazione 151 ; e se per caso anche essi vengono sorpresi, in loro il sentimento della carit si attenua un poco, ma non si estingue; anzi, ravvivandosi e infiammandosi di nuovo, riprende l'antico ritmo. Sanno infatti dire: La mia anima si addormentata nel disgusto: fortificami nelle tue parole 152 . E quando hanno qualche idea discorde, poich perseverano nell'ardore della carit e non rompono il vincolo della pace, Dio li illuminer 153 . Alcuni poi, ancora carnali e naturali, si impegnano con forza nei loro progressi e, per diventare idonei a ricevere il cibo degli spirituali, si nutrono del latte dei santi misteri, evitano, per timore di Dio, quei comportamenti che il giudizio comune ritiene corrotti, e stanno molto attenti ad essere sempre meno attratti dai piaceri terreni e temporali; e dopo aver cercato con cura la regola della fede, la osservano con grande fermezza; e se in qualche punto se ne allontanano, l'autorit cattolica li corregge immediatamente, anche se nei loro discorsi, a causa della sensibilit della carne, fluttuano ancora vari incontri di fantasmi. Vi sono alcuni, in questo numero, che vivono ancora nell'iniquit o giacciono nelle eresie e nelle superstizioni dei Gentili; e tuttavia anche tra essi il Signore sa chi sono i suoi. In effetti, nella ineffabile prescienza di Dio, molti, che sembrano fuori, sono dentro, e molti, che sembrano dentro, sono fuori. Ora, di tutti questi che stanno nella Chiesa, diciamo cos, nel loro intimo e in segreto, che formato il giardino chiuso, la fontana sigillata, il pozzo d'acqua viva, il paradiso coi frutti dei propri alberi 154 . Questi, dei doni concessi loro da Dio, una parte ne hanno in esclusiva, come l'instancabile carit nel presente e la vita eterna in futuro, e una parte ne hanno in comune con i cattivi e i perversi, come tutti gli altri doni, tra i quali i sacrosanti misteri. L'arca di No simbolo del battesimo. 28. 39. Ora, tutto questo ci propone una riflessione pi facile e pi agevole su quell'arca, di cui No fu costruttore e nocchiere 155 . Dice infatti Pietro: Nell'arca di No, poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell'acqua. Cos anche voi, il battesimo, di cui l'arca figura, che vi salva; esso non rimozione delle sporcizie della carne, ma invocazione della buona coscienza 156 . Perci se, nell'unit cattolica si trovano battezzati che rinunciano al mondo solo a parole e non a fatti 157 , come possono appartenere al mistero di questa arca, essi che non hanno l'invocazione della buona coscienza? O, come possono essere fatti salvi, per mezzo dell'acqua, quelli che, usando male il santo battesimo, anche se sembrano dentro, perseverano fino alla fine della vita in una condotta scandalosa e corrotta? O, come vengono salvati per mezzo dell'acqua, quelli che in passato sono stati accolti nella Chiesa, semplicemente, con il battesimo ricevuto nell'eresia, come lo stesso Cipriano ricorda? Certamente a salvarli stata quella stessa unit dell'arca, nella quale nessuno si salvato, se non per mezzo dell'acqua. Cipriano infatti dice: Il Signore pu, nella sua misericordia, concedere il perdono e non escludere dai benefici della sua Chiesa, quelli che sono stati semplicemente ammessi alla Chiesa e sono morti nella Chiesa 158 . Ma se non per mezzo dell'acqua, come nell'arca? E se non nell'arca, come nella Chiesa? E se nella Chiesa, certamente nell'arca; e se nell'arca, certamente per mezzo dell'acqua. Pu succedere, quindi, che alcuni, battezzati fuori la Chiesa, grazie alla prescienza di Dio, siano considerati con pi verit battezzati dentro, perch qui che l'acqua comincia a giovare loro per la salvezza - non possono dire, infatti, di essere stati salvati nell'arca, se non per mezzo dell'acqua - e che altri, che sembravano battezzati dentro, dalla stessa prescienza di Dio siano considerati, con pi verit, battezzati fuori: usando male del battesimo, infatti, muoiono a causa dell'acqua. Il che, nel diluvio, capit solo a chi rimase fuori dell'arca. Una cosa, certo, evidente: la frase dentro e fuori la Chiesa va intesa con il cuore e non con il corpo, visto che tutti quelli che sono dentro con il cuore, sono salvati nell'unit dell'Arca per mezzo della stessa acqua; tutti quelli che sono fuori con il cuore, siano essi fuori anche col corpo oppure no, in quanto nemici dell'unit muiono. Quindi, come non stata un'acqua diversa, ma la stessa acqua, a salvare quelli che erano nell'arca e a far perire quelli che erano fuori, cos, non con un altro battesimo ma con lo stesso, sono salvati i buoni cattolici e fatti perire i cattivi cattolici o gli eretici. Quale sia il pensiero del beatissimo Cipriano sulla Cattolica, e come la sua autorit annienti totalmente gli eretici, bench ne abbia parlato a lungo, ho deciso di trattarne un po' pi diffusamente ed esplicitamente a parte, se il Signore vuole, quando avr prima detto del suo concilio, ci che io penso di dover dire. Ma questo, se Dio vuole, lo intraprender nel libro seguente.
Il gi detto fin qui potrebbe bastare. 1. 1. Forse potrebbe bastare. Dopo avere ripetuto tante volte le nostre ragioni; averle trattate, esaminate e discusse sotto molti aspetti; addotto prove dalle divine Scritture e citato, a nostro favore, tanti testi dello stesso Cipriano, credo che anche i pi tardi di mente capiscano che il battesimo di Cristo non pu violarlo nessuna perversit dell'uomo, n di chi lo d, n di chi lo riceve. Ora, quando la questione dell'utile consuetudine era oggetto di vivaci discussioni, fatta salva la carit e l'unit, per nessun altro motivo alcuni pontefici di Cristo, anche uomini illustri, tra i quali spiccava soprattutto il beato Cipriano, credettero che il battesimo di Cristo non poteva trovarsi tra gli eretici e gli scismatici, se non perch non distinguevano il sacramento dall'effetto o dal frutto del sacramento. E poich il suo effetto e il suo uso per la liberazione dai peccati e la rettitudine del cuore, non si trovavano presso gli eretici, si credeva che non vi fosse neppure il sacramento. Ma quanti volsero lo sguardo alla quantit di paglia nella Chiesa, videro chiaramente che neppure i perversi e i deviati presenti nell'unit, possono dare e avere la remissione dei peccati, poich non ai figli cattivi, ma a quelli buoni, stato detto: A chi rimetterete i peccati saranno rimessi, e a chi li riterrete saranno ritenuti 1 , eppure essi hanno, danno e ricevono il sacramento del battesimo. Cos apparve chiaro ai pastori della Chiesa cattolica diffusa in tutto il mondo, che in seguito confermarono la primitiva consuetudine con l'autorit di un concilio plenario, che anche una pecora che errava fuori della Chiesa, e che, fuori di essa, aveva ricevuto dai suoi predatori il carattere del Signore, venendo alla salvezza dell'unit cristiana, era corretta dall'errore, liberata dalla prigionia e guarita dalla ferita; e tuttavia in essa il carattere del Signore era riconosciuto, anzich disapprovato. Questo carattere, infatti, lo imprimono molti lupi ai lupi, che sembrano, s, dentro, eppure essi non appartengono a quella pecora che, sebbene formata da molte membra, sempre una. Lo dimostrano i frutti della loro cattiva condotta, nella quale perseverano sino alla fine. Nella prescienza di Dio, infatti, come vi sono molte pecore che errano al di fuori, cos vi sono molti lupi che insidiano al di dentro. Tra essi, tuttavia, il Signore sa chi sono i suoi 2 : quelli che non ascoltano altra voce che quella del Pastore, anche quando le chiama tramite uomini simili ai Farisei, dei quali stato detto: Quello che dicono, fatelo 3 . Cipriano come una vigna. 1. 2. Come l'uomo spirituale, infatti, che possiede il fine della Legge 4 , cio la carit che deriva da un cuore puro, da una coscienza retta e da una fede non falsa, pu, a causa del corpo che ancora si corrompe e appesantisce lo spirito 5 , vedere con minore chiarezza e avere un'idea diversa della verit che Dio riveler, quando vorr, a chi resta nella carit 6 , cos, l'uomo carnale e perverso pu avere una cosa buona e utile, che gli viene da altri e non da lui. E come in un ramo fruttuoso si trova qualcosa da potare perch porti pi frutto 7 , cos anche da una canna sterile e secca pu pendere, sia pure legata, dell'uva. Ecco perch, come stolto amare i sarmenti recisi da un ramo fruttuoso, un bene non rifiutare i frutti saporiti, ovunque siano appesi; cos, chiunque, staccatosi dall'unit, ribattezza, giustificandosi che Cipriano ha creduto che quanti venivano dagli eretici dovessero essere battezzati, in questo santo combatte ci che va lodato e segue ci che va corretto. In realt, non pratica neppure ci che segue. Mentre Cipriano infatti detestava, per amore di Dio, i separati dall'unit, e perci ritenne che essi erano separati anche dal battesimo, i Donatisti, invece, che giudicano un piccolo crimine la separazione dall'unit di Cristo, sostengono che in essa il battesimo di Cristo non c', ma che uscito con loro. Sono cos lontani dalla fecondit di Cipriano, da non essere equiparati neppure ai suoi sarmenti! Cipriano non ebbe chiara tutta la verit, ma fu vigoroso nella carit. 2. 3. Cos chi, non possedendo la carit e percorrendo le vie dissolute di corrotti costumi, sembra dentro, bench sia fuori, e non ripete il battesimo di Cristo agli eretici, alla sua sterilit non porta alcun rimedio il fatto di non essere fecondo di un frutto suo, ma carico di un frutto altrui. Ora, pu succedere che uno cresca vigoroso sulla radice della carit e che, sulla questione in cui Cipriano aveva un'idea distorta, l'abbia molto giusta, e che, ci non ostante, in Cipriano vi siano molti pi rami fecondi che in lui, e che in lui vi siano molti pi rami da purificare che in Cipriano. Noi quindi non solo evitiamo di fare un paragone tra il beato Cipriano e i cattolici cattivi, ma non mettiamo facilmente neppure i buoni cattolici, sullo stesso piano di un uomo che la santa Madre Chiesa annovera tra i pochi e rari personaggi ricchi di grazia eccelsa, quantunque questi riconoscano il battesimo di Cristo anche presso gli eretici, mentre egli stato di parere diverso, affinch, tramite lui, che non ebbe una visione chiara della verit e che per rimase ben saldo nell'unit, gli eretici potessero vedere chiaramente quale grande crimine era stato rompere il vincolo della pace. Del resto, neppure i ciechi Farisei, che pure in qualche caso dicevano ci che si doveva fare, erano da paragonare all'apostolo Pietro, che pure, in qualche caso, aveva detto ci che non si doveva fare. E non solo non bisogna confrontare l'aridit dei Giudei alla fecondit di Pietro, ma neppure considerare uguale il frutto di altri alla sua fecondit. Certo, nessuno oggi obbliga i Gentili a giudaizzarsi 8 , ma non per questo, oggi, un uomo, quale che sia il suo progresso spirituale, va paragonato all'apostolato di Pietro. Perci, pur rendendo a Cipriano il debito rispetto e, per quanto possiamo, tributando il giusto onore a questo vescovo pacifico e martire glorioso, oso dire che sul battesimo degli scismatici e degli eretici, la sua opinione fu diversa dalla verit scoperta pi tardi; e questa non una opinione mia, ma di tutta la Chiesa, rafforzata e confermata dall'autorit di un concilio plenario. Ugualmente, pur avendo grande venerazione per i meriti di Pietro, il primo degli Apostoli e il pi insigne di tutti i martiri, oso dire che non fece bene a obbligare i Gentili a giudaizzarsi. Anche qui io non esprimo un giudizio mio, ma riporto l'insegnamento salutare dell'apostolo Paolo, conservato e osservato in tutta la Chiesa. Il battesimo in se stesso santo sia nei buoni che nei cattivi. 2. 4. Discutendo quindi dell'opinione di Cipriano, io, che pure sono molto inferiore ai meriti di Cipriano, affermo che il sacramento del battesimo possono averlo, darlo e riceverlo i buoni e i cattivi: i buoni a loro utilit e salvezza, i cattivi a loro danno e condanna, bench esso sia, in entrambi, ugualmente integro. E affermo che agli effetti di questa uguale integrit in tutti, non conta niente quanto sia pi cattivo, chi lo ha tra i cattivi, n quanto sia pi buono, chi lo ha tra i buoni; e quindi, non conta neppure niente quanto sia peggiore o migliore chi lo trasmette e, di conseguenza, quanto sia peggiore o migliore chi lo riceve. Il sacramento, infatti, e in quelli che non sono ugualmente giusti e in quelli che non sono ugualmente ingiusti, in se stesso sempre santo. I cattivi hanno il battesimo ma non fanno parte della colomba casta, della Sposa senza macchia. 3. 5. Ora, che il battesimo lo abbiano, lo diano e lo ricevano i malvagi che non hanno mai migliorato la loro vita, noi lo abbiamo dimostrato chiaramente, ritengo, sia dalle Scritture canoniche che dalle lettere di Cipriano. E che essi non appartengono alla santa Chiesa di Dio, anche se sembrano dentro, lo dimostra chiaramente il fatto, che sono avari, rapaci, usurai, invidiosi, malevoli, e altre cose simili; mentre la Chiesa la colomba unica 9 , pudica e casta, la Sposa senza macchia, n ruga 10 , il giardino chiuso, la fonte sigillata, il paradiso coi frutti degli alberi, e altre cose simili 11 . Il che non si intende se non nei buoni, nei santi e nei giusti, cio, non solo in quelli che hanno lo Spirito Santo per compiere le operazioni dei doni, comuni ai buoni e ai cattivi, ma anche in quelli nei quali egli infonde l'intima e sovraeminente carit 12 e ai quali il Signore dice: A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi li riterrete saranno ritenuti 13 . La perversit del ministro del battesimo non ne ostacola gli effetti di santit. 4. 6. E quindi non bene dire perch un malvagio non pu trasmettere il battesimo, lui che pu averlo, e come lo ha per la sua rovina, cos lo trasmette per la rovina, non gi perch trasmette una cosa cattiva e n perch cattivo chi la trasmette, ma perch la trasmette ad un cattivo. In verit, quando un malvagio lo trasmette ad un uomo buono, cio ad uno che si convertito al vincolo dell'unit con una sincera conversione, tra il sacramento buono che si trasmette e il fedele buono a cui si trasmette, la malvagit di chi lo trasmette viene superata. E quando si rimettono i peccati ad un uomo che si convertito sinceramente a Dio, glieli rimettono coloro ai quali li unisce questa sincera conversione. Veramente, glieli rimette lo Spirito Santo, dato a tutti i santi uniti a Lui con la carit, o che si conoscano o che non si conoscano fisicamente. Similmente, quando si ritengono i peccati ad un uomo, glieli ritengono certamente coloro dai quali egli si separa con una vita diversa e con l'apostasia del cuore corrotto, sia che lo conoscano fisicamente e sia che non lo conoscano. Anche chi separato pu dare e ricevere il battesimo. 5. 7. Tutti i cattivi, quindi, sono spiritualmente separati dai buoni; se poi se ne separano anche fisicamente con un aperto scisma, diventano peggiori. Ma con la santit del battesimo, come si detto, non c'entra niente quanto sia pi cattivo colui che lo ha, e quanto lo sia colui a cui lo trasmette. Egli per pu trasmetterlo da separato, come pu averlo da separato; ma come lo ha per la rovina, cos lo trasmette per la rovina. Colui al quale viene trasmesso, invece, pu riceverlo per la salvezza, se lo riceve non da separato, come accadeva a molti che, senza allontanarsi con lo spirito e il cuore cattolico dall'unit della pace, in punto di morte s'imbattevano in un eretico e da lui ricevevano il battesimo di Cristo, senza accettarne la perversit e che, o morti o guariti, non restavano con quelli presso i quali non erano mai passati col cuore. Se poi anch'egli lo riceve da separato, il danno che subisce tanto pi grande, quanto pi santo ci che egli non riceve bene; e nel separato esso causa tanto pi danno, quanto pi avrebbe potuto essergli utile alla salvezza, se fosse stato unito. Ecco perch, se egli, emendatosi della sua perversit e allontanatosi dallo scisma, viene alla pace cattolica, per lo stesso battesimo che aveva ricevuto, che gli sono rimessi i peccati, grazie al vincolo della carit, per il quale gli erano ritenuti, a causa dello scisma sacrilego. Nell'uomo giusto e nell'ingiusto, infatti, esso sempre santo, poich non cresce per la giustizia dell'uno, n diminuisce per l'ingiustizia dell'altro. Il pensiero dei vescovi nel concilio del 256 sull'opinione di Cipriano. 5. 8. Ma se questa la realt, in che offusca questa limpida verit, il fatto che molti vescovi si dissero d'accordo con l'opinione di Cipriano ed espressero le loro, tutte coincidenti con la sua? Esse non fanno meglio rifulgere la carit di quest'uomo verso l'unit di Cristo? Se infatti egli fosse stato il solo a pensarla cos, senza alcun sostenitore, si sarebbe creduto che si raffreddasse nei riguardi del crimine dello scisma, proprio perch non trovava alleati nell'errore. Ma che egli, pur con tanti sostenitori, sia rimasto nell'unit con gli altri che erano di parere contrario, significa che conserv il vincolo santissimo dell'universalit cattolica, non per timore della solitudine, ma per amore della pace. Dopodich potrebbe sembrare superfluo esaminare uno a uno i pareri degli altri vescovi del concilio. Ma poich i pi lenti di mente non credono che noi abbiamo risposto, se di fronte ad un passaggio dei discorso non vi trovano la risposta, data altrove e applicabile anche in questo caso, meglio che, leggendo molto, si logorino per affinarsi, piuttosto che, comprendendo poco, si lamentino per essere rimproverati. La dichiarazione fatta da Cipriano. 6. 9. Quindi, innanzitutto citiamo di nuovo, per esaminarla, la consultazione di Cipriano, da cui traspare la sua anima candida e traboccante di grande carit e da cui il concilio stesso partito. Eccola: Avete ascoltato, colleghi dilettissimi, quanto mi ha scritto il nostro collega vescovo Giubaiano, per consultare la nostra pochezza, sull'illecito ed empio battesimo degli eretici, e quanto io gli ho risposto, per ribadire il concetto espresso molte altre volte, e cio, che gli eretici che vengono alla Chiesa, bisogna battezzarli e santificarli con il battesimo della Chiesa. Inoltre, vi stata letta anche un'altra lettera di Giubaiano, nella quale egli, dimostrando sincera e religiosa devozione verso di noi, non solo condivide la nostra opinione, rispondendo alla nostra lettera, ma ringrazia anche delle istruzioni ricevute. Non ci resta che esprimere, su questa questione, le nostre personali opinioni, senza giudicare nessuno o allontanare dal diritto della comunione chi ne avesse di contrarie. Nessuno di noi, infatti, si costituisce vescovo dei vescovi, o usa il terrore dei tiranni per indurre i suoi colleghi all'obbedienza, poich ogni vescovo possiede, grazie alla sua personale libert e potest, una propria opinione; e come non pu essere giudicato da un altro vescovo, cos neanche pu giudicare gli altri. Ma restiamo tutti in attesa del giudizio del Signore nostro Ges Cristo, che, solo, pu preporci a capo del governo della Chiesa e giudicare il nostro agire 14 . I vescovi avevano opinioni diverse ma restarono tutti nell'unit. 7. 10. Abbiamo discusso gi abbastanza, almeno credo, nei libri precedenti, non solo sulla lettera che Cipriano ha scritto a Giubaiano, ma anche su quella inviata a Quinto, su quella inviata insieme ad alcuni colleghi ad altri colleghi, e su quella a Pompeio in favore, per quanto abbiamo potuto, dell'universalit del consenso cattolico e del concilio, nella cui unit tutti loro restarono come membra vive. Perci sembra ormai opportuno esaminare, singolarmente, anche gli altri pareri, con quella libert che Cipriano non ci ha tolta, dicendo: Senza giudicare nessuno, n allontanare dal diritto della comunione chi fosse di parere contrario. Ora, che egli non ha detto questo per estrarre dal loro intimo i pensieri nascosti dei colleghi, e carpirli con tale assicurazione, ma solo perch amava veramente la pace e l'unit, lo si vede molto facilmente in altri brani simili delle lettere inviate a singoli destinatari, come, per esempio, a Giubaiano: Eccoti in breve, fratello carissimo, la nostra risposta, data secondo la nostra pochezza: noi non ci opponiamo o impediamo che ciascun vescovo si regoli come crede, poich ciascuno gode piena libert di scelta 15 . E per evitare che qualcuno, in forza di questa libert, avesse la sua idea ma pensasse di essere cacciato dalla societ con gli altri, egli continua dicendo: Per quanto in noi, non ci mettiamo a litigare, a causa degli eretici, con i nostri colleghi vescovi con i quali conserviamo la divina concordia e la pace del Signore. E poco dopo: Si conservi, quindi, con pazienza e mitezza, la carit dello spirito, l'onore del collegio, il vincolo della fede, la concordia del sacerdozio 16 . Cos, anche nella lettera a Magno: richiesto se tra il battesimo per immersione e quello per infusione, ci fosse una differenza, risponde: In questa faccenda, la nostra verecondia e modestia non impediscono a nessuno di pensare ci che crede e di fare ci che pensa 17 . Da questo discorso appare chiaro che queste questioni le trattavano in un periodo in cui, anche quelle non ancora chiante, si accettavano senza esitazione, ma essendo ancora oscure si cercavano con grande impegno. Noi, dunque, sulla necessit di riconoscere ovunque la semplicit del battesimo, seguendo la consuetudine della Chiesa universale, rafforzata anche dai concili universali; dopo aver attinta anche maggiore fiducia dalle parole di Cipriano, che fin da allora mi concedevano, salvo il diritto della comunione, di avere idee diverse 18 ; dopo aver preferita e apprezzata l'unit che il beato Cipriano e i suoi colleghi, che fecero il concilio, mantennero con quanti erano di diverso parere; dopo aver respinte e demolite le sediziose calunnie degli eretici e degli scismatici, nel nome del Signore nostro Ges Cristo che, per mezzo del suo Apostolo dice: Sopportandovi a vicenda nella carit, cercando di conservare l'unit dello spirito nel vincolo della pace 19 , e: Se in qualche cosa pensate diversamente, anche questa il Signore vi riveler 20 , incominciamo l'esame e la discussione dei pareri dei santi vescovi, salvando con loro il vincolo dell'unit e della pace; e in questa salvaguardia, per quanto il Signore ci concede, li imitiamo. Gli eretici non hanno una sola fede, una sola speranza e quindi neppure un solo battesimo. 8. 11. Cecilio da Bilta disse: Io so che esiste un unico battesimo, nell'unica Chiesa, e che, fuori della Chiesa, esso non esiste. L'unico battesimo sar l, dove c' la vera speranza e la fede sicura. Sta scritto, infatti: " C' una sola fede, una sola speranza, un solo battesimo " 21 . Quindi non si trova presso gli eretici, dove la speranza non esiste e la fede falsa e dove tutto si fa con finzione: dove esorcizza l'indemoniato e invoca il sacramento colui dalla cui bocca e dalle cui parole esce una cancrena; dove la fede la d l'infedele, il perdono dei peccati il criminale; dove nel nome di Cristo battezza l'anticristo; dove benedice chi maledetto da Dio, promette la vita chi morto; dona la pace chi non pacifico, invoca Dio il blasfemo, esercita il sacerdozio il profano, erige l'altare il sacrilego. A tutto ci si aggiunge il peccato, che il pontefice del diavolo osa fare l'Eucarestia. Ed ora dicano, i loro sostenitori, che questi giudizi sugli eretici sono falsi. Ecco quali delitti si costringe la Chiesa ad approvare, e con che gente senza battesimo e senza perdono dei peccati essa indotta a far comunione! Questo, fratelli, dobbiamo fuggire ed evitare; dobbiamo separarci da questo grande crimine e conservare l'unico battesimo concesso da Dio alla sua unica Chiesa! Nella Chiesa si battezzano molti che dicono di credere ma non praticano. 8. 12. Rispondo: quanti, nella Chiesa, confessano Dio con le labbra, ma lo negano coi fatti - vedi gli avari, gli invidiosi e quelli che, per colpa dell'odio fraterno, sono considerati, non a mio giudizio ma secondo la testimonianza dell'apostolo Giovanni, omicidi 22 -, non hanno speranza, perch agiscono con una cattiva coscienza; sono perfidi, perch non fanno ci che hanno promesso a Dio; menzogneri, perch dichiarano il falso; diabolici, perch nel loro cuore fanno spazio al diavolo e ai suoi angeli; i loro discorsi producono putredine, in quanto corrompono i buoni costumi con conversazioni cattive 23 ; sono infedeli, perch si beffano dei castighi che Dio minaccia ai malvagi; scellerati, perch vivono da empi; anticristi, perch si oppongono a Cristo; maledetti da Dio, perch dappertutto la sacra Scrittura li detesta; morti, perch privi della vita della giustizia; senza pace, perch le loro azioni contrastano con la parola di Dio; bestemmiatori, perch a causa dei loro atti scellerati, il nome cristiano viene screditato; profani, perch sono spiritualmente esclusi dal santuario interiore di Dio; sacrileghi, perch profanano in se stessi il tempio di Dio con una vita cattiva; pontefici del diavolo, perch sono schiavi della frode e dell'avarizia, che idolatria. Ora, alcuni di questi, anzi moltissimi, si trovano anche nella Chiesa, e l'attestano sia l'apostolo Paolo che il vescovo Cipriano 24 . Perch battezzano, allora? Perch alcuni, che rinunciano al mondo a parole e non a fatti 25 , anche senza avere cambiato la loro condotta, vengono battezzati, e quando la cambiano non si ribattezzano? Del resto, questa frase indignata: Ecco quali crimini si costringe la Chiesa ad approvare e con che gente senza battesimo e senza perdono dei peccati, essa indotta a fare comunione, se non fossero stati gli altri vescovi a spingerlo, Cecilio non l'avrebbe mai detta. Il che dimostra che, fin da allora, le idee pi vere le avevano quelli che non si allontanarono dalla primitiva consuetudine, che in seguito un concilio universale conferm. E che significa la sua conclusione: Questo, fratelli, dobbiamo fuggire ed evitare, e dobbiamo allontanarci da un crimine tanto grande? Se infatti lo dice perch egli non lo fa e non lo approva, una cosa; se invece lo dice per condannare ed emarginare i dissenzienti, va contro le parole di Cipriano: Senza giudicare nessuno, n allontanare alcuno dal diritto della comunione, se fosse di parere contrario 26 . Se il battesimo legato alla Chiesa. 9. 14. Al discorso di Felice da Misgirpa, replichiamo: Se il battesimo unico e vero fosse solo nella Chiesa, certamente non sarebbe in coloro che si separano dall'unit. Ora, in essi c', tant' vero che quelli che ritornano non lo ricevono, e quindi, andandosene, non lo hanno perso. Quanto poi all'affermazione: Ci che si amministra fuori dalla Chiesa, non ha nessun effetto per la salvezza 27 , la condivido, e la ritengo pienamente vera. In effetti un conto che tra loro il battesimo non c', e un conto che non ha nessun effetto per la salvezza. In realt, a quanti vengono alla pace cattolica, incominciano a giovare i sacramenti, che fuori c'erano, ma non giovavano. Battezzare gli eretici svuotare il battesimo di Cristo. 10. 15. A Policarpo di Adrumeto 28 che disse: Quanti approvano il battesimo degli eretici annullano il nostro 29 , noi rispondiamo: Se il battesimo che danno gli eretici degli eretici, quello che nella Chiesa danno gli avari e gli omicidi di questi peccatori; se il battesimo non dei secondi, non neppure dei primi; quindi, presso chiunque sia, di Cristo. Bisogna provare non asserire. 11. 17. Novato da Tamugade ha detto ci che ha fatto; ma non ha portato una prova per dimostrare che doveva farlo. Egli infatti si appellato alla testimonianza delle Scritture e al decreto dei colleghi 30 ; ma non ne ha citato un testo da poter esaminare. Nella Chiesa vi sono peccatori che sono battezzati e che battezzano. 12. 19. Nemesiano da Tubuna 31 , invece, di testi delle Scritture ne ha citati molti 32 ; sennonch egli ha parlato a lungo a favore dell'opinione cattolica, che noi abbiamo preso a illustrare e avvalorare. A meno di credere che non confida nelle falsit, chi ripone la speranza nei beni temporali, come tutti gli avari, i rapinatori e quanti rinunciano al mondo non a fatti, ma a parole 33 ; e che non di meno nella Chiesa battezzano e si battezzano, e Cipriano ne testimone. Essi inseguono anche gli uccelli che volano 34 , perch non afferrano ci che desiderano. Ora, ad abbandonare i sentieri della sua vigna e allontanarsi dai sentieri del suo campicello; o addentrarsi in luoghi impervii, aridi e in una terra assetata; o inseguire con le mani luoghi infruttuosi, non solo l'eretico ma chiunque vive malamente, perch ogni giustizia fruttuosa e ogni ingiustizia infruttuosa. Coloro che bevono l'acqua altrui da una fontana straniera 35 , non sono solo gli eretici, ma tutti quelli che non vivono secondo gli insegnamenti di Dio, ma secondo i principi del diavolo. In effetti, se si riferisse al battesimo, Dio non direbbe: Non bere da una fonte straniera, ma: Non lavarti ad una fonte straniera. In verit le parole del Signore: Se uno non rinasce dall'acqua e dallo Spirito, non pu entrare nel regno di Dio 36 , quale sostegno possano dare alla sua tesi, io proprio non lo vedo. Una cosa, infatti, : Chiunque entrer nel regno dei cieli, prima rinasce dall'acqua e dallo Spirito, perch se uno non rinasce dall'acqua e dallo Spirito, non entrer nel regno dei cieli, che ci che il Signore ha detto ed vero, e una cosa invece: Chiunque rinasce dall'acqua e dallo Spirito, entrer nel regno dei cieli. Ci che certamente falso. Anche Simon Mago, infatti, era nato dall'acqua e dallo Spirito 37 , eppure non entr nel regno dei cieli. E questo pu accadere anche agli eretici. Ora, se dallo Spirito non nasce se non chi si trasforma con una sincera conversione 38 , tutti quelli che rinunciano al mondo a parole e non a fatti, certamente non nascono dallo Spirito, ma solo dall'acqua. E questi, come attesta Cipriano, sono anche nella Chiesa. Perci, delle due, una: o quanti fingono di rinunciare al mondo nascono dallo Spirito, sia pure per la rovina e non per la salvezza, e questo possono farlo anche gli eretici, o, se il testo: Lo Spirito Santo che ammaestra fuggir i finti 39 , significa anche che quanti fingono di rinunciare al mondo non nascono dallo Spirito, che uno pu battezzarsi con l'acqua ma non nascere dallo Spirito, e che invano, quindi, Nemesiano dice: N lo Spirito pu operare senza l'acqua, e n l'acqua senza lo Spirito. Per la verit, anche altrove stato spesso detto che, come possono avere in comune il solo battesimo quanti non hanno una sola Chiesa, cos vero che, nella Chiesa, possono non avere in comune l'unico Spirito i santi per la giustizia o gli immondi per la loro avarizia, eppure possono avere l'unico battesimo. stato infatti detto: Un solo corpo, che la Chiesa, uno solo Spirito e un solo battesimo 40 . Il resto del suo discorso poi comprova piuttosto la nostra affermazione. Egli infatti ha citato questo testo del Vangelo: Ci che nato dalla carne, carne; e ci che nato dallo Spirito spirito 41 ; poich Dio Spirito, il battezzato nato da Dio 42 ; ed ha concluso: Dunque tutto ci che fanno tutti gli eretici e gli scismatici carnale, poich l'Apostolo dice: " Sono note le opere della carne, che sono: le fornicazioni, le impurit ", e le altre opere di cui parla l'Apostolo nel passo dove elenca anche le eresie. Nemesiano ha concluso: Perch tutti quelli che fanno queste cose, non erediteranno il regno di Dio 43 . Poi ha continuato dicendo: L 'Apostolo, quindi, condanna, insieme agli altri cattivi, anche i responsabili delle divisioni, cio gli scismatici e gli eretici. Egli ha fatto bene, elencando le opere della carne tra le quali le eresie, a scoprire e a dire che l'Apostolo le condanna tutte insieme. Interroghi allora san Cipriano e senta da lui quante persone, anche nella Chiesa, vivono secondo le opere malvagie della carne, che l'Apostolo condanna insieme alle eresie, e tuttavia battezzano e si battezzano. Perch dunque dire che solo gli eretici non possono avere il battesimo, che invece hanno i loro compagni di dannazione? La Scrittura dice di ribattezzare 13. 20. Gennaro da Lambese disse: Con l'autorit delle sante Scritture io decido che tutti gli eretici vadano battezzati e, solo cos, ammessi, nella santa Chiesa 44 . Costui non cita dei testi. 13. 21. Gli rispondo: Con l'autorit delle sante Scritture, il concilio cattolico di tutto il mondo ha deciso che il battesimo di Cristo, anche quello presso gli eretici, non deve essere riprovato. Ora, se Gennaro avesse citato testi delle Scritture, gli dimostreremmo o che essi non sono contro di noi o anzi che sono favorevoli a noi, come ha fatto questo che lo segue. Che succede se battezzano i nemici della Chiesa? 14. 23. Lucio da Castra Galba 45 ha citato il testo del Vangelo in cui il Signore 46 dice: Voi siete il sale della terra, ma se il sale diventato insipido, ci che con esso si saler, non servir ad altro che ad essere gettato fuori per essere calpestato dagli uomini 47 . Come se noi diciamo che le persone gettate fuori siano capaci di fare qualcosa per la loro o per l'altrui salvezza. Ma anche i peccatori che sembrano dentro, non solo sono fuori spiritualmente, ma alla fine saranno separati, anche con il corpo. Tutti i peccatori, per la verit, non sono capaci di niente, ma non per questo il sacramento del battesimo che essi hanno, inesistente. In effetti, anche in coloro che sono stati gettati fuori, se si ravvedono e ritornano, ritorna la salvezza che si era allontanata, mentre non ritorna il battesimo, che non si era allontanato. Il Signore con il suo mandato: Andate, dunque, e ammaestrate le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo 48 , ha permesso di battezzare solo ai buoni, perch ai cattivi non avrebbe detto: A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi, e a chi li riterrete, saranno ritenuti 49 . Come mai, dunque, nella Chiesa, battezzano anche i cattivi, che non hanno il potere di rimettere i peccati? Come mai battezzano anche i cattivi non convertiti, che hanno ancora su di s i loro peccati, come dice Giovanni: Chi odia il proprio fratello, ancora nelle tenebre 50 ? Se poi i peccati si rimettono quando i cattivi si uniscono con intima carit ai buoni e ai giusti, mediante i quali si rimettono i peccati nella Chiesa, anche se sono stati battezzati da ministri cattivi, si dica altrettanto di quelli che vengono dal di fuori e si accostano all'organismo del Corpo di Cristo, con il vincolo interiore della pace. Il battesimo di Cristo, tuttavia, va riconosciuto in entrambi e riprovato in nessuno, sia prima della conversione, anche se non giova a niente, e sia dopo la conversione, affinch giovi. Poich essi, allontanandosi dall'unica Chiesa, -ha detto - sono diventati insipidi e nemici, si faccia come sta scritto: Le case dei nemici della Legge, devono essere purificate 51 . E di conseguenza - ha aggiunto - quelli che, battezzati dai nemici, si sono contaminati, prima debbono essere purificati e solamente dopo battezzati. E che i rapaci e gli omicidi non sono forse nemici della Legge che dice: Non ucciderai, non ruberai 52 ? Dunque, debbono essere purificati. Chi oser negarlo? Eppure, non solo i battezzati da costoro nella Chiesa, ma anche gli stessi battezzati senza convertirsi, bench abbiano ancora bisogno di purificazione per cambiare, quando si cambiano non si battezzano pi. tanto grande la forza del sacramento del battesimo autentico che, pur riconoscendo ad un uomo battezzato, ma ancora immerso in una vita cattiva, la necessit della purificazione, gli proibiamo di farsi ribattezzare. L'autorit di Cipriano nella lettera 72. 15. 24. Crescenzio da Cirta 53 dichiar: Di fronte a questa solenne assemblea di santissimi colleghi sacerdoti, dopo aver ascoltate le lettere del nostro carissimo Cipriano a Giubaiano e a Stefano 54 , contenenti molte citazioni santissime delle Scritture date da Dio, e che noi tutti, riuniti per grazia di Dio, dobbiamo giustamente condividere, ritengo che tutti gli eretici o scismatici che vogliono venire alla Chiesa cattolica, non vi debbano entrare se non sono stati esorcizzati e battezzati; tranne quelli, naturalmente, che sono stati prima battezzati nella Chiesa cattolica. Questi, tuttavia, siano riconciliati alla Chiesa con la penitenza, mediante l'imposizione delle mani 55 . Agostino: ma su questa questione non dice niente. 15. 25. Questo intervento ci invita ancora a domandarci perch costui ha detto: " Tranne quelli, naturalmente, che sono stati precedentemente battezzati nella Chiesa cattolica. Forse perch non avevano perso ci che in essa avevano ricevuto? Ma allora, ci che fuori potevano avere, perch non potevano anche trasmetterlo? Oppure illecito trasmetterlo fuori? Ma, a dire il vero, fuori non neppure lecito averlo, eppure lo si ha; come pure, fuori non lecito darlo, eppure lo si d. Ora, ci che si dona a chi ritorna, e che aveva ricevuto il battesimo dentro, questo lo si dona a chi viene e che lo aveva ricevuto fuori e cio possedere lecitamente dentro ci che possedeva illecitamente fuori. Ma forse si dir che cosa, su questo argomento, contiene la lettera del beato Cipriano a Stefano, di cui si fatta menzione in questo intervento, visto che non stata ricordata all'inizio del concilio ma penso che non lo si ritenuto necessario. In verit, Crescenzio ha detto che essa stata letta nell'assemblea dei sacerdoti. Ora io credo, e non ne dubito assolutamente, che questo sia stato fatto come suole farsi, affinch i vescovi gi riuniti possano conoscere qualcosa anche della causa contenuta nella lettera. In realt, essa non c'entra niente con la presente questione e mi meraviglio pi del fatto che Crescenzio abbia voluto menzionarla ora, che del fatto che non ne abbia parlato all'inizio del concilio. Se poi qualcuno pensa che io non ho voluto citarne qualche brano necessario alla presente causa, la legga e sapr che dico la verit; ma se vi trova una cosa diversa, mi rimproveri. In realt, questa lettera sulla questione del battesimo dato presso gli eretici o gli scismatici e di cui noi stiamo trattando, non contiene proprio niente. Dove non c' remissione dei peccati non c' battesimo. 16. 26. Nicomede da Segermi disse: Il mio parere questo: gli eretici che vengono alla Chiesa, siano battezzati; fuori, infatti, presso i peccatori, essi non ottengono la remissione dei peccati. Nella Chiesa i peccatori non rimettono i peccati. 16. 27. Gli si risponde: Il parere di tutta la Chiesa cattolica questo: gli eretici, anche se gi sono stati battezzati nell'eresia con il battesimo di Cristo, venendo alla Chiesa, non si battezzino. Se infatti vero che presso i peccatori non esiste remissione dei peccati, anche vero che neppure nella Chiesa i peccatori rimettono i peccati; e tuttavia quanti sono stati battezzati da loro, non si ribattezzano. Se i separati hanno la Trinit. 17. 28. Monnulo da Girba 56 dichiar: La verit della Chiesa cattolica, nostra madre, fratelli, rimasta e rimane sempre con noi, soprattutto nella formula trinitaria del battesimo, poich il nostro Signore dice: Andate, e battezzate le genti nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo 57 . Ora, poich noi sappiamo chiaramente che gli eretici non hanno n il Padre, n il Figlio e n lo Spirito Santo, venendo alla Chiesa, nostra madre, debbono veramente rinascere e farsi battezzare, perch la loro cancrena, l'ira della dannazione e il sudiciume dell'errore siano purificati con il lavacro santo e celeste. Hanno la Trinit nei sacramenti. 17. 29. Gli rispondiamo: Il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, ma solo nel sacramento, lo hanno coloro che ricevono il battesimo consacrato dalle parole del Vangelo; nel cuore e nella vita, invece, non lo hanno neppure quelli che conducono, nella Chiesa, una vita di perdizione e di condanna. Gli anticristi non possono dare la grazia del battesimo. 18. 30. Secondino da Ceza 58 dichiar: Visto che nostro Signore, il Cristo, dice: " Chi non con me, contro di me " 59 , e che l'apostolo Giovanni chiama anticristi coloro che escono dalla Chiesa, senza dubbio i nemici di Cristo e quelli che sono chiamati anticristi 60 , non possono amministrare la grazia salutare del battesimo. Per questo io credo che quanti fuggono dagli agguati degli eretici e si rifugiano nella Chiesa, vadano battezzati da noi che siamo stati chiamati amici di Dio, per sua degnazione 61 . Vi sono altri nemici che battezzano. 18. 31. Gli rispondo che sono nemici di Cristo, tutti quelli che dicono: Signore, nel tuo nome abbiamo operato molti prodigi... 62 e via dicendo, ai quali alla fine dir: Non vi conosco; allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquit 63 . Tutta questa paglia, se persevera sino alla fine nella malizia, sia quella che vola fuori prima della vagliatura che quella che sembra dentro, destinata al fuoco. Se dunque gli eretici che vengono alla Chiesa vanno battezzati per ricevere il battesimo dagli amici di Dio, sono forse amici di Dio gli avari, i rapaci e gli omicidi? O quelli che essi hanno battezzato, dobbiamo ribattezzarli? L'eretico d la morte. 19. 32. Felice da Bagai 64 disse: Come un cieco, se conduce un altro cieco, cadono entrambi nella fossa 65 , cos un eretico, se battezza un altro eretico, cadono entrambi nella morte. vero, ma non si deve ribattezzare. 19. 33. vero, ma non per questo vera la conclusione: Perci l'eretico va battezzato e vivificato, per evitare che noi, vivi, comunichiamo con i morti. Ma non erano morti quelli che dicevano: Mangiamo e beviamo, domani moriamo 66 ? Essi infatti non credevano la resurrezione dei morti. Dunque, quanti si facevano corrompere dalle loro cattive compagnie e li seguivano, non cadevano ugualmente nella fossa con loro? Eppure tra essi c'erano quelli ai quali l'Apostolo scriveva e che erano gi battezzati; non per questo, tuttavia, una volta convertitisi, si dovevano ribattezzare. Non dice forse l'Apostolo: La sapienza della carne morte 67 ? E avevano certamente la sapienza della carne gli avari, i frodatori, i rapaci, tra i quali Cipriano piangeva 68 . Che danno gli arrecavano, mentre viveva nell'unit, questi morti? E chi oser dire che il battesimo di Cristo, che costoro avevano o davano, era violato dalle loro iniquit? Ribattezzare giusto. 20. 34. Polliano da Mileo disse: giusto che l'eretico sia battezzato nella santa Chiesa 69 . Non esorcizzare il battesimo. 20. 35. Non poteva essere pi breve; ma credo che anche la risposta breve: giusto che il battesimo di Cristo non sia esorcizzato nella Chiesa di Cristo. L'unico battesimo nella Chiesa. 21. 36. Teogene da Ippona Reale disse 70 : Secondo il sacramento divino della grazia celeste, che abbiamo ricevuto, noi crediamo un solo battesimo: si trova nella Chiesa santa. Perch allora l'acqua del Paradiso scorreva anche fuori? 21. 37. Potrebbe essere anche la mia opinione. cos pesata, infatti, che non ha niente di contrario alla verit. Anche noi, in effetti, crediamo un solo battesimo: si trova nella santa Chiesa. Se invece avesse detto: Crediamo il battesimo che si trova solo nella santa Chiesa, bisognava rispondergli come agli altri. Ma poich ha detto: Crediamo un solo battesimo, quello che sta nella santa Chiesa, perch si dicesse che esso certamente nella santa Chiesa, ma non si negasse che anche altrove, qual che sia stato il suo pensiero, contro queste parole non si discute. Se infatti mi chiedessero, punto per punto, se c' un solo battesimo, risponderei di s. Inoltre, se mi si interrogasse, se esso nella santa Chiesa, risponderei di s. Terzo: se si chiedesse, se io credo questo battesimo, risponderei: s, lo credo; e perci risponderei che io credo il solo battesimo, quello che si trova nella Chiesa. Se invece mi si chiedesse, se esso sta solo nella santa Chiesa e non tra gli eretici o gli scismatici, con tutta la Chiesa risponderei che non lo credo. Ma poich Teogene, nel suo intervento, non ha posto queste domande, penso che sarei scorretto a inserire nel testo, per controbatterle, affermazioni che non vi ho trovate. Se egli, infatti, avesse detto: Una sola l'acqua del fiume Eufrate, quella nel paradiso 71 , certamente avrebbe detto la verit. Ma se gli si chiedesse: quest'acqua solo nel paradiso?, ed egli rispondesse di s, direbbe il falso. Essa infatti anche fuori del paradiso: nelle regioni dove si diffonde da quella sorgente. Ma chi cos temerario da dire che egli ha dato una risposta falsa, mentre poteva darne, forse, una vera? Perci le parole del suo intervento non vanno contraddette, perch non ostacolano la verit. Noi non siamo in comunione con l'eretico. 22. 38. Dativo da Vadi 72 disse: Per quanto possiamo, noi non comunichiamo con un eretico, che non sia stato battezzato nella Chiesa e abbia ottenuto la remissione dei peccati. Battezzare un eretico non fare comunione con lui. 22. 39. Si risponde: Tu vuoi che egli venga battezzato, solo perch non ha ottenuto la remissione dei peccati. Ma se tu incontri nella Chiesa uno che, pur nutrendo odio verso il fratello, venne battezzato, poich non pu mentire il Signore che dice: Se non perdonerete, non vi sar perdonato 73 , ordinerai a questo convertito di farsi ribattezzare? Senz'altro no. Quindi, neppure l'eretico. Certo, il motivo per cui Dativo non si limitato a dire: Noi con l'eretico non comunichiamo, ma ha aggiunto: per quanto possiamo, non va lasciato cadere. Egli infatti ha notato che molti non condividevano la sua opinione; tuttavia non potendo separarsi dalla loro compagnia, per non rompere l'unit, ha aggiunto: Per quanto possiamo, dimostrando, certamente, che egli non comunicava con piacere con quelli che considerava senza battesimo, ma che tuttavia bisognava sopportare tutto per il bene della pace e dell'unit. Questo lo facevano anche quelli secondo i quali costoro non agivano con rettitudine, e seguivano la dottrina che in seguito la verit, meglio chiarita, insegn e una consuetudine tanto antica, confermata da un successivo concilio, dimostr con pi forza, e tuttavia, pur avendo un'opinione contraria nel rispetto della carit, si sopportarono a vicenda con premurosa piet, sforzandosi di conservare l'unit dello spirito per mezzo del vincolo della pace 74 , finch a quanti di essi pensavano diversamente, Dio lo rivelasse. Ascoltino questo, i Donatisti, che combattono l'unit, servendosi di questo concilio che dichiara quanto si deve amare l'unit! Gli eretici non hanno lo Spirito Santo e quindi neppure il battesimo. 23. 40. Successo da Abbir Germaniciana 75 disse: Agli eretici, o non permesso niente o permesso tutto. Se possono battezzare, possono anche dare lo Spirito Santo; se poi lo Spirito Santo non possono darlo, perch non hanno lo Spirito Santo, non possono neppure battezzare nello Spirito. Per questo riteniamo che gli eretici vadano battezzati. Dunque neppure gli altri peccatori. 23. 41. Gli si pu rispondere quasi con le stesse parole: Agli omicidi, o non permesso nulla o permesso tutto. Se essi possono battezzare, possono anche dare lo Spirito Santo; se poi non possono dare lo Spirito Santo, perch non hanno lo Spirito Santo, non possono neppure battezzare nello Spirito. Perci riteniamo che quanti vengono battezzati dagli omicidi o gli omicidi battezzati, ma non convertiti, quando si correggono, siano da battezzare. Ma questo non vero: chi infatti odia il proprio fratello omicida 76 ; e di omicidi Cipriano ne conosceva molti nella Chiesa, che certamente battezzavano. Sono dunque discorsi inutili, questi, sul battesimo degli eretici. Quelli che sono fuori della Chiesa non possono battezzare. 24. 42. Fortunato da Tuccabori disse 77 : Ges Cristo, Signore e Dio nostro, Figlio di Dio Padre 78 e Creatore, ha edificato la Chiesa su Pietro 78 , non sull'eresia, e ha dato il potere di battezzare ai vescovi, non agli eretici. Perci, quanti sono fuori della Chiesa e, mettendosi contro Cristo disperdono le pecore del suo gregge, non possono battezzare fuori 79 . Dunque neppure gli altri peccatori. 24. 43. Egli ha aggiunto: fuori; sicch la risposta non pu essere breve. Rispondo anche a lui quasi con le stesse parole: Ges Cristo, Signore e Dio nostro, Figlio di Dio Padre e Creatore, ha fondato la Chiesa su Pietro, non sulla iniquit; e ha dato ai vescovi, non ai malvagi, il potere di battezzare. Perci, quanti non appartengono alla pietra, sulla quale edificano quelli che ascoltano le parole di Dio e le mettono in pratica, ma, vivendo contro Cristo, ascoltando le sue parole senza metterle in pratica, e quindi costruendo sulla sabbia, corrompono le pecore del suo gregge con l'esempio dei loro costumi depravati, non possono battezzare 80 . Non potrebbe essere un discorso verosimile? Eppure falso. Certo, battezzano anche gli iniqui, poich erano iniqui i rapaci che stavano con Cipriano nell'unit, e che egli sopportava 81 . Perci - egli disse - Fortunato ha aggiunto: fuori, Ma perch costoro, fuori, non possono battezzare? Oppure sono pi cattivi perch sono fuori? Ma non c'entra niente con l'integrit del battesimo, quanto sia pi cattivo chi lo trasmette. Infatti, non conta tanto la differenza tra il ministro cattivo e quello pi cattivo, quanto tra quello cattivo e quello buono; eppure quando battezza uno cattivo, non d niente di diverso da uno buono. Dunque anche quando battezza un ministro pi cattivo, non d niente di diverso da uno meno cattivo. Ma allora non sar che non appartiene al merito dell'uomo ma al sacramento del battesimo, se esso non pu essere dato fuori? Se fosse cos, non lo si potrebbe avere neppure fuori, e uno si dovrebbe far battezzare tutte le volte che si separa dalla Chiesa e vi ritorna. Spiegazione della risposta. 24. 44. Del resto, se approfondiamo il significato dell'avverbio fuori, soprattutto perch Fortunato ha menzionato Pietro, sul quale edificata la Chiesa 82 , non sono forse nella Chiesa, quanti sono sulla pietra, mentre quanti non sono sulla pietra, non sono neanche nella Chiesa? Allora vediamo se sulla pietra che fondano il loro edificio quelli che ascoltano le parole di Cristo e non le mettono in pratica. Il Signore stesso li contraddice, dicendo: Chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sar simile ad un uomo saggio che costruisce la sua casa sulla pietra. E poco dopo: Chi ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sar simile ad un uomo stolto che costruisce la sua casa sulla sabbia 83 . Se dunque la Chiesa sta sulla pietra, quanti stanno sulla sabbia, poich sono fuori dalla pietra, sono sicuramente fuori della Chiesa. Ricordiamoci quindi quanti sono quelli che menziona Cipriano, che sembrano dentro ed edificano sulla sabbia, cio ascoltano le parole di Cristo e non le mettono in pratica 84 , e quindi, poich stanno sulla sabbia, vengono convinti di stare fuori della pietra, cio fuori della Chiesa!. Tuttavia, finch restano cos e non ancora si sono cambiati o non si cambiano mai in meglio, battezzano e sono battezzati; e il battesimo che hanno resta in loro integro, mentre essi sono destinati alla dannazione. Una spiegazione pi ampia. 24. 45. N qui si pu dire: " Chi pu mettere in pratica tutte le parole del Signore che troviamo in quel discorso evangelico, in cui il Signore conclude dicendo che costruiscono sulla pietra quelli che ascoltano e mettono in pratica le sue parole, mentre costruiscono sulla sabbia quelli che non le ascoltano e non le mettono in pratica? ". Infatti, anche se alcuni non le adempiono tutte, in questo stesso discorso, tuttavia, egli ha indicato un rimedio, dicendo: Perdonate e vi sar perdonato 85 . E dopo la preghiera del Signore, menzionata e consegnata in questo stesso discorso, ha detto: Vi dico, infatti: Se perdonerete i peccati agli uomini, il Padre vostro celeste perdoner anche a voi i vostri peccati; se invece non li perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdoner a voi 86 . Per cui Pietro dice: La carit copre la moltitudine dei peccati 87 . Carit che certamente non avevano, e quindi edificavano sulla sabbia, quanti, al dire di Cipriano, pur stando nella Chiesa, vivevano senza carit e nella malevola invidia, anche all'epoca degli Apostoli 88 . E quindi, sembravano, s, dentro, ma erano fuori, perch non stavano sulla pietra che simboleggia la Chiesa. La preghiera dell'eretico non santifica l'acqua. 25. 46. Sedato da Tuburbo disse 89 : In tanto l'acqua santificata nella Chiesa dall'invocazione del sacerdote, lava i peccati, in quanto quella resa infetta dalla parola degli eretici, li accumula come una cancrena. Perci bisogna far leva su tutte le forze di pace, per evitare che qualcuno, contaminato e impregnato dall'eresia, rifiuti di ricevere l'unico e vero battesimo della Chiesa; chi non lo riceve, infatti, diverr estraneo al regno dei cieli. Ogni invocazione, anche imperfetta, purifica l'acqua. 25. 47. Gli si risponde che, se l'acqua non si santifica quando l'intercessore, per ignoranza, pronuncia parole sbagliate, nella stessa Chiesa, molti fratelli, non solo cattivi, ma anche buoni, non santificano l'acqua. Le preghiere di molti, infatti, sono corrette ogni giorno, se le recitano i fedeli pi dotti e vi trovano molte espressioni contrarie alla fede cattolica. Che forse se risultasse che alcuni sono stati battezzati con l'acqua sulla quale sono state fatte queste invocazioni, li obbligheremo a ribattezzarsi? Perch questo? Perch spesso il sentimento di chi invoca prevale sul vizio della formula, e perch le precise parole del Vangelo, senza le quali non si pu consacrare il battesimo, hanno una efficacia cos grande da annullare tutte le espressioni contro la Regula fidei, contenute in una preghiera; cos come, con il nome di Cristo, si scaccia il demonio 90 . In effetti, se un eretico pronuncia una formula difettosa, non possiede il buon sentimento della carit, per poter vincere l'ignoranza. Ecco perch assomigliano a lui, nella Cattolica, gli invidiosi e i malevoli, come quelli che Cipriano rimprover 91 , che pronunciano, come suol farsi, qualche preghiera contenente espressioni contro la regula fidei. Molti, in verit, si buttano su certe preghiere, composte non solo da ciarlatani incompetenti, ma anche da eretici e, incapaci di distinguere, per la loro ingenuit ed ignoranza, le usano, ritenendole buone; tuttavia, ci che in esse c' di erroneo non vanifica le espressioni esatte, ma ne , piuttosto, vanificato. come in un uomo di buona speranza e di fede provata, ma pur sempre uomo: se ha un'idea sbagliata, questa non vanifica le idee giuste, finch Dio non gli rivela anche quella sbagliata 92 . Ma se egli cattivo e perverso, se pronuncia una formula integra e assolutamente non contraria alla fede cattolica, non per questo egli giusto perch la formula giusta. Se poi, su delle persone, egli pronuncia una formula sbagliata, Dio presente con le parole del Vangelo, senza di che il battesimo di Cristo non pu essere consacrato. lui che santifica il suo sacramento, di modo che all'uomo, prima, durante e dopo il battesimo, e quando si convertir, gli valga per la salvezza ci che gli varrebbe per la rovina, se non si convertisse. Del resto, chi ignora che non esiste il battesimo di Cristo senza le parole evangeliche che formano il Simbolo? Ma pi facile trovare eretici che non battezzano affatto, che eretici che battezzano senza quelle parole. Ecco perch noi diciamo che non ogni battesimo - si dice, infatti, che in molti riti sacrileghi in onore degli idoli si battezza -, ma che solo il battesimo di Cristo, cio consacrato dalle parole del Vangelo, dappertutto lo stesso, e che non violato da qualsivoglia perversit degli uomini. Il giudizio di Salomone. 25. 48. Certo, anche nel discorso di Sedato, non bisogna trascurare con negligenza, questa frase: Perci dobbiamo far leva su tutte le forze amanti della pace perch nessuno, infettato dall'errore degli eretici 93 , eccetera. Egli infatti ha tenuto presente le parole del beato Cipriano: Senza giudicare nessuno n allontanare dal diritto della comunione chi fosse di parere diverso 94 . Ecco quanto conta, nei buoni figli della Chiesa, l'amore dell'unit e della pace! Quelli che essi ritenevano sacrileghi e profani, ed ammessi, come essi credevano, senza battesimo, se non potevano correggerli nella misura che pensavano, preferivano sopportarli piuttosto che rompere, a causa loro, il vincolo santo, per non sradicare, per via della zizzania, anche il grano 95 . essi permettevano, per quanto era in loro, che, come nel famosissimo giudizio di Salomone, il corpo di un bambino fosse nutrito da una madre falsa, anzich tagliato in due 96 . Ora, questo lo facevano, sia quelli che, sul sacramento del battesimo pensavano pi giustamente, e sia quelli ai quali Dio, in premio di tanta carit, avrebbe rivelato la loro idea errata 97 . L'eresia non viene da Dio... 26. 49. Privaziano da Sufetola disse: Chi dice che gli eretici hanno il potere di battezzare, dica, innanzitutto, chi ha dato vita all'eresia. Se infatti l'eresia da Dio, pu ottenere la benevolenza divina; ma se non da Dio, come pu avere e conferire la grazia di Dio ad un altro? 98
...ma neppure gli altri peccati. 26. 50. Gli rispondo con altrettante parole, cos: Chi dice che i malevoli e gli invidiosi hanno il potere di battezzare, dica, innanzitutto, chi ha fatto la malevolenza e l'invidia. Se infatti la malevolenza e l'invidia sono da Dio, esse possono anche ottenere la benevolenza divina; ma se non vengono da Dio, come possono avere e conferire la grazia di Dio agli altri? Ora, come queste parole, dette cos, sono chiaramente false, cos lo sono anche quelle di Privaziano, dette per convincere. I malevoli e gli invidiosi, infatti, battezzano; e lo ammette anche Cipriano 99 , il quale attesta che essi sono anche nella Chiesa. Di conseguenza, anche gli eretici possono battezzare, poich il battesimo un sacramento di Cristo, l'invidia e l'eresia, invece, sono opera del diavolo. E chiunque le abbia, non per questo pu far s che il sacramento di Cristo, se egli lo ha, sia annoverato anch'esso tra le opere del diavolo. Difficolt insidiosa. 27. 51. Privato da Sufi disse: Quanti approvano il battesimo degli eretici, che altro fanno, se non comunicare con gli eretici? 100
Non si approva il battesimo degli eretici ma di Cristo. 27. 52. Gli si risponde: Non degli eretici il battesimo che approviamo negli eretici, cos, come non degli avari, degli insidiosi, dei frodatori, dei ladroni, degli invidiosi, quello che noi approviamo in essi. Tutti costoro, per la verit, sono degli iniqui, ma Cristo giusto; e il suo sacramento, per se stesso, non corrotto dalla loro iniquit. Altrimenti si potrebbe dire: Quanti approvano il battesimo degli iniqui, che altro fanno, se non comunicare con gli iniqui? Se questo si obiettasse alla Chiesa cattolica, si risponderebbe come a Privato. Solo nella Chiesa c' il battesimo unico. 28. 53. Ortensiano da Lari disse 101 : Vedano i presuntuosi e i sostenitori degli eretici: noi rivendichiamo alla Chiesa l'unico battesimo e sappiamo che esso si trova solo nella Chiesa. Ora, come possono battezzare nel nome di Cristo, quelli che Cristo considera suoi nemici 102 ? Perch gli altri peccatori battezzano nel nome di Cristo? 28. 54. Gli rispondiamo con le stesse parole: Vedano i presuntuosi e i sostenitori degli iniqui: noi riconduciamo alla Chiesa quando possiamo l'unico battesimo, ovunque lo troviamo; e sappiamo che non appartiene che alla Chiesa. Ora, come possono battezzare nel nome di Cristo quelli che Cristo stesso considera suoi nemici? A tutti gli iniqui, infatti, egli dice: Non vi conosco; allontanatevi da me, operatori di iniquit 103 . Eppure, quando essi battezzano, non battezzano essi, ma colui di cui Giovanni dice: lui che battezza 104 . Non possono esserci due battesimi: darlo agli eretici privarsene. 29. 55. Cassio da Macomadi disse 105 : Poich non possono esservi due battesimi, chi lo concede agli eretici, se ne priva. Ritengo quindi che gli eretici, tristi e corrotti, vadano battezzati, quando vengono alla Chiesa, perch, purificati dal lavacro santo e divino, illuminati dalla luce della vita, vi siano ricevuti, non come nemici, ma come uomini di pace, non come stranieri, ma familiari nella fede del Signore 106 , non come adulteri, ma figli di Dio, non come artefici di errore, ma di salvezza; tranne i fedeli che, sbalzati fuori dalla Chiesa, erano passati alle tenebre dell'eresia: questi vanno reinseriti mediante l'imposizione della mano. Questo dovrebbe essere valido anche per tutti i peccatori. 29. 56. Un altro potrebbe dire: Poich non possono esservi due battesimi, chi lo concede agli iniqui, se ne priva. Ma anche i Donatisti respingerebbero con noi questa tesi, dicendo: Agli iniqui noi riconosciamo il battesimo; esso in loro, ma non viene da loro, come l'iniquit, bens da Cristo, a cui appartiene la giustizia e il cui sacramento, anche se lo hanno gli ingiusti, non ingiusto. Dunque, ci che essi dicevano, insieme a noi, degli iniqui, lo dicano a se stessi degli eretici. Ecco perch la frase successiva doveva essere formulata piuttosto cos: Io quindi credo che gli eretici tristi e corrotti, venendo alla Chiesa, non vadano battezzati, se gi hanno il battesimo di Cristo, ma emendati della loro perversit. In effetti, anche degli iniqui, di cui gli eretici sono una porzione, si pu dire: A mio avviso gli iniqui tristi e corrotti, se gi sono battezzati, non bisogna battezzarli, quando vengono alla Chiesa, cio, alla pietra, fuori della quale vivono tutti coloro che ascoltano le parole di Cristo 107 e non le mettono in pratica, ma, essendo gi stati lavati col santo e divino lavacro, e ora anche illuminati dalla luce della vita, vadano accolti, non come nemici, ma come pacifici, perch gli ingiusti non hanno la pace; non come stranieri, ma familiari nella fede del Signore, perch agli ingiusti stato detto: Come si cambiata in amarezza la vite straniera? 108 , non come adulteri, ma figli di Dio: perch gli ingiusti sono figli del diavolo; non come artefici dell'errore, ma della salvezza: perch l'ingiustizia non salva, nella Chiesa, cio, nella pietra, nella colomba 109 , nel giardino chiuso e nella sorgente sigillata 110 : quella Chiesa che riconosciuta solo nel grano e non nella paglia, sia quella che viene portata lontano dal vento, e sia quella che sembra frammista al grano fino alla vagliatura finale 111 . superflua, quindi, l'aggiunta di Cassio: Tranne i fedeli che, sbalzati fuori nella Chiesa, sono passati alle tenebre dell'eresia. In effetti, quand'anche essi, allontanandosi dalla Chiesa, avessero perso il battesimo, lo si restituisca anche ad essi; ma se non l'avevano perso, si riconosca ci che per mezzo loro stato dato. I vescovi devono vigilare perch gli eretici non battezzino. 30. 57. Un altro Gennaro, da Vico Cesare, disse: Se l'errore non si concilia con la verit, a pi forte ragione la verit non si accorda con l'errore. Per questo noi aiutiamo la Chiesa, in cui siamo presuli, perch rivendichiamo solo per essa il suo battesimo, battezzando quanti la Chiesa non ha battezzati 112 . la Pietra che battezza. 30. 58. Rispondo: Quelli che la Chiesa battezza, li battezza certamente la pietra, fuori della quale stanno tutti quelli che ascoltano le parole di Cristo e non le mettono in pratica 113 . Si battezzino, quindi, quanti sono stati battezzati da costoro. Ma se questo non si fa, allora, una volta condannata e corretta la loro perversit e iniquit, bisogna approvare e riconoscere negli eretici, come in costoro, il battesimo di Cristo. Gli eretici non sono cristiani, dunque... 31. 59. Un altro Secondino, da Carpi, disse 114 : Gli eretici sono o no cristiani? Se sono cristiani, perch non stanno nella Chiesa di Dio? Se invece non sono cristiani, lo diventino. Diversamente, a chi si applicherebbe il detto del Signore: " Chi non con me, contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde " 115 ? Da esso risulta che sui figli altrui e sui discendenti dell'anticristo, non pu discendere lo Spirito Santo, solo per l'imposizione della mano, essendo evidente che gli eretici non hanno il battesimo. ...gli iniqui sono cristiani? Perch allora battezzano? 31. 60. Gli si risponde: Gli ingiusti sono cristiani o no? Se sono cristiani, perch non stanno sulla pietra, su cui edificata la Chiesa 116 ? - ascoltano infatti le parole di Cristo, ma non le mettono in pratica -: se invece non sono cristiani, lo diventino. In caso contrario, a chi si riferirebbe il detto del Signore: Chi non con me, contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde 117 ? Disperdono infatti le sue pecore, quelli che le conducono alla corruzione dei loro costumi, proponendo la loro malvagia imitazione. Dal che risulta che sopra i figli di altri, come si chiamano tutti gli iniqui, e sopra i discendenti dell'anticristo, che sono tutti i nemici di Cristo, non pu discendere lo Spirito Santo unicamente mediante l'imposizione della mano, se non c' una sincera conversione del cuore essendo evidente che gli iniqui, finch restano tali, possono, s, avere il battesimo, ma non possono avere la salvezza, di cui il battesimo sacramento. Vediamo, perci, se sono gli eretici quelli descritti in quel Salmo, in cui si parla in questi termini dei figli stranieri. Ecco: Signore, liberami dalla mano dei figli altrui: la loro bocca ha pronunciato la menzogna e la loro destra destra di iniquit; i loro figli sono come virgulti robusti e le loro figlie sono ornate come la facciata di un tempio; le loro dispense sono ricolme, traboccano dall'una all'altra; le loro pecore sono feconde, si moltiplicano nelle loro uscite; i loro buoi sono grassi. Nei loro muri non c' n una frana, n un'apertura; e n schiamazzo nelle loro piazze. Beato il popolo, dissero, che ha questi beni; beato il popolo, il cui Signore Dio 118 . Se dunque sono figli di altri quelli che ripongono la loro beatitudine nei beni temporali e nell'abbondanza della felicit terrena, e disprezzano i comandamenti di Dio, vediamo se non sono come quelli di cui parla Cipriano, vedendoli in se stesso, per mostrare che parla di coloro con i quali partecipava ai sacramenti: " Mentre noi non seguiamo la via del Signore -ha detto - n osserviamo i comandamenti del cielo, datici per la salvezza. Nostro Signore ha fatto la volont del Padre, noi invece non facciamo la volont del Signore, dato che amiamo il patrimonio e il guadagno, seguiamo la superbia, eccetera " 119 . Ora, se questi potevano avere e trasmettere il battesimo, perch negare che possano averlo i figli degli altri? Questi figli, tuttavia, egli li esorta perch, osservando i comandi celesti, mandati ad essi per mezzo del suo unico Figlio, meritino di essere fratelli di Cristo e figli di Dio. Perch incolpare gli eretici? 32. 61. Vittorico da Trabaca dichiar 120 : Se agli eretici permesso battezzare e dare la remissione dei peccati, perch li disonoriamo chiamandoli eretici? Ma perch condannare gli iniqui? 32. 62. Che succederebbe, se un altro dicesse: Se agli iniqui permesso battezzare e dare la remissione dei peccati perch li infamiamo chiamandoli iniqui? La risposta che si darebbe a costui, sugli iniqui, la si dia anche a Vittorico, sugli eretici. Eccola: il battesimo con cui battezzano non loro; e avere il battesimo di Cristo, non ne consegue, che chi ha il battesimo di Cristo, sia sicuro di avere anche la remissione dei peccati, se questa la possiede solo nel sacramento, senza essersi convertito con una sincera confessione del cuore, affinch, a chi perdona, sia perdonato 121 . Con il battesimo si trasformano gli eretici, dunque... 33. 63. Un altro Felice, da Utina, dichiar: Nessuno dubita, santissimi colleghi sacerdoti, che ci che conta, non tanto la presunzione umana, quanto l'adorabile e venerabile maest del Signore nostro Ges Cristo. Memori perci di questo danno, noi tutti non solo dobbiamo osservare questo, ma anche sostenere che tutti gli eretici che accorrono nel seno della santa Madre Chiesa, siano battezzati, cos che, l'anima eretica che il lungo contagio ha insozzata, purificata col lavacro di santificazione, si trasformi e diventi migliore 122 . ...varrebbe anche per tutti gli altri iniqui, dunque... 33. 64. Forse costui, che ha posto il motivo per cui gli eretici vanno ribattezzati, nel purificarli dal continuo contagio, avrebbe riguardo per quelli che, caduti nell'eresia, vi sono rimasti per poco tempo e che, prontamente ravvedutisi, sono passati alla Cattolica. Inoltre, anche lui poco si accorto che tutti gli iniqui, che accorrono alla pietra, figura della Chiesa, sono battezzati, perch l'anima iniqua, che edificava fuori la pietra, ascoltando le parole di Cristo e non mettendole in pratica, purificata dal lavacro di santificazione, potesse trasformarsi e migliorare. Eppure questo non si fa, se gi sono sati battezzati, anche se si dimostrasse che erano cos quando si fecero battezzare: ossia, che rinunciavano al mondo a parole e non a fatti 123 . ...se un morto si pu battezzare. Ora gli eretici sono come morti. 34. 65. Quieto da Baruc disse: Noi che viviamo di fede, dobbiamo obbedire, con fiducioso rispetto, alle verit che sono state da tempo predette per istruirci. Sta scritto, infatti, in Salomone: " A chi battezzato da un morto, che giova questo lavacro? " 124 . Qui ci si riferisce, certamente, a quanti si fanno lavare dagli eretici, e agli eretici che li lavano. Se infatti i battezzati presso di loro ottengono la vita eterna mediante la remissione dei peccati, perch vengono alla Chiesa? Se poi da un morto la salvezza non si riceve, e quindi, una volta ammesso il loro precedente errore, fanno penitenza e ritornano alla verit, dovranno santificarsi con l'unico battesimo di vita, che sta nella Chiesa cattolica 125 . Anche altri peccatori sono morti. 34. 66. Che cosa significa il testo: " Essere battezzato da un morto ", senza pregiudicarne uno studio pi accurato, lo abbiamo detto altrove 126 . Ma ora io chiedo: perch, per morti, si vogliono intendere solo gli eretici, visto che l'apostolo Paolo, parlando del peccato in genere, ha detto: Il salario del peccato la morte 127 , e ancora: La sapienza della carne morte 128 ? E poich egli dice che una vedova che vive nei piaceri morta 129 , come mai non sono morti coloro che rinunciano al mondo a parole e non a fatti 130 ? Che giova, dunque, questo lavacro a chi viene battezzato da costoro, se non per avere anch'egli, se un morto, un lavacro, che per non gli giova niente alla salvezza? Se invece il battezzatore morto, mentre il battezzato si converte a Dio non con il cuore falso, questi non battezzato da un morto, ma da quel vivo, di cui sta scritto: Egli colui che battezza 131 , chiunque sia colui che, con il gesto visibile, battezza. Quanto a ci che egli dice sugli eretici: Se i battezzati presso di loro ottengono la vita eterna mediante la remissione dei peccati, perch vengono alla Chiesa? Rispondo: Vengono perch, pur avendo ricevuto il battesimo di Cristo fino alla celebrazione del sacramento, non ottengono la vita eterna se non per mezzo della carit dell'unit; come i malevoli e gli invidiosi, ai quali i peccati non sarebbero stati rimessi neppure se non avessero conservato l'odio contro quelli che li oltraggiavano, poich la Verit dice: Se non perdonerete, neppure il Padre vostro perdoner a voi 132 . Quanto pi essi, visto che odiavano quelli ai quali restituivano male per bene 133 ! Tuttavia, costoro, che rinunciano al mondo solo a parole e non a fatti, se in seguito si correggono, non vengono ribattezzati, ma santificati con l'unico battesimo di vita. Che , certamente, nella Cattolica, ma non solo in essa; come non solo nei santi che sono edificati sulla pietra 134 e dei quali formata l'unica colomba 135 . Non bisogna disprezzare la verit per una consuetudine. 35. 67. Casto da Sicca disse: Chi, disprezzata la verit, crede di seguire la consuetudine, o invidioso e maligno verso i fratelli, ai quali la verit si rivela, o ingrato verso Dio, la cui ispirazione ammaestra la sua Chiesa 136 . Ma se la consuetudine sostiene la verit, non c' niente di meglio. 35. 68. Se Casto, rivolto a quelli che avevano un'opinione contraria e che sostenevano ci che in seguito tutto il mondo, rassicurato da un concilio cristiano, accolse, li avesse convinti a seguire la consuetudine e a disprezzare la verit, dovremmo aver paura delle sue parole. Ma poich vediamo che la consuetudine stata diffusa dalla verit e rafforzata con la verit, il suo intervento non ci causa nessun timore. E tuttavia, se essi erano invidiosi e maligni verso i fratelli o ingrati verso Dio 137 , ecco con che gente i vescovi erano in comunione, ecco quali sostenitori dell'opinione contraria non si allontanavano dal diritto della comunione, come aveva gi detto Cipriano; ecco il tipo di persone che non li contaminavano, mentre essi custodivano l'unit; ecco quanto si deve amare il vincolo dell'unit; ecco che cosa debbono considerare coloro che ci accusano sul concilio dei vescovi, nostri predecessori, la cui carit non imitano e il cui esempio, ben studiato, giustamente li condanna. Se, come testimonia questo intervento, c'era la consuetudine di accogliere, con il battesimo che gi avevano, gli eretici che venivano alla Chiesa, o era giusto farlo o, nell'unit, i cattivi non contaminano i buoni. Se era giusto farlo, perch essi accusano il mondo di riceverli cos? Se invece nell'unit, i cattivi non contaminano i buoni, come si scusano dal crimine di scisma sacrilego? La nostra regola di fede la dottrina trinitaria. 36. 69. Eucrazio da Tenis disse 138 : La nostra fede, la grazia del battesimo, e la regola della disciplina ecclesiastica, il Signore e Dio nostro Ges Cristo le ha completate ammaestrando gli Apostoli con le sue labbra, dicendo: " Andate, ammaestrate le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo " 139 . Dobbiamo dunque respingere, come falso e iniquo, il battesimo degli eretici, e contestarlo con ogni argomento; dalla loro bocca, infatti, sprizza il veleno, non la vita; non la grazia celeste, ma la bestemmia contro la Trinit. quindi evidente che, venendo alla Chiesa, gli eretici debbono essere battezzati con il battesimo integro e cattolico, affinch, purificati dalla bestemmia della loro presunzione, possano essere trasformati dalla gloria dello Spirito Santo. verissimo. 36. 70. D'accordo: se il battesimo non consacrato nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, lo si consideri pure degli eretici e lo si contesti come iniquo con ogni argomento. Se invece vi riconosciamo questo Nome, meglio distinguere le parole del Vangelo dall'errore degli eretici; quindi, approvare in essi quanto sano e correggere quanto difettoso. Non opporre verit e consuetudine. 37. 71. Liboso da Vaga disse: Nel Vangelo il Signore ha detto: " Io sono la verit " 140 . Non ha detto: Io sono la consuetudine. Quindi, manifestatasi la verit, la consuetudine ceda il posto alla verit, cos che, se in passato, nella Chiesa gli eretici non si battezzavano, ora si cominci a battezzarli 141 . Non si dimostra qual la verit. 37. 72. Costui non ha fatto nessun tentativo per dimostrare quale la verit, alla quale la consuetudine, secondo lui, deve cedere. Tuttavia ci offre un aiuto maggiore contro i Donatisti che si sono divisi dall'unit, perch ammette l'esistenza di una consuetudine, che, a suo avviso, doveva cedere alla verit, che per non indica. Si tratta infatti della consuetudine che, se davvero ammetteva i sacrileghi all'altare di Cristo, senza la purificazione del battesimo, e non contaminava i buoni nell'unit, quelli che si sono separati senza motivo da questa unit nella quale non potevano assolutamente essere macchiati dal contatto coi cattivi, hanno apertamente commesso il sacrilegio dello scisma. Se invece, contaminati da questa consuetudine, si sono tutti perduti, da quale caverna vengono fuori i Donatisti, senza una vera origine e solo con l'astuzia delle calunnie? Se poi la consuetudine di accogliere gli eretici in questo modo era giusta, depongano la rabbia, riconoscano l'errore, vengano alla Cattolica; e non per lavarsi di nuovo col sacramento del battesimo, ma per curarsi dalla ferita dello scisma. Bisogna esecrare gli eretici. 38. 73. Leucio da Tueste disse: Ritengo che gli eretici, blasfemi e iniqui, che con i loro diversi discorsi distruggono le parole sante e adorabili delle Scritture, debbano essere detestati, e quindi esorcizzati e battezzati 142 . Ma non ribattezzarli. 38. 74. Anch'io ritengo che vadano detestati; ma non per questo esorcizzati e battezzati. il loro errore che detesto, invece il sacramento di Cristo che venero. Questi dello stesso parere. 39. 75. Eugenio da Ammedera disse 143 : Anch'io ritengo che gli eretici vadano battezzati. Ma non la pensa cos la Chiesa. 39. 76. Gli rispondo: Ma non lo ritiene la Chiesa, alla quale Dio ha gi rivelato, anche con un concilio plenario, ci che voi, allora, intendevate in modo errato 144 . Ma, poich conservavate la carit tra voi, siete rimasti nell'unit. Tranne la nostra non c' altra acqua del battesimo. 40. 77. Un altro Felice, da Bamaccura, disse: Anch'io, seguendo l'autorit delle divine Scritture, ritengo che vadano battezzati gli eretici, ma anche quanti sostengono di essere stati battezzati presso gli scismatici. Se, infatti, per disposizione di Cristo, la nostra una sorgente privata 145 , i nemici della nostra Chiesa devono capire che non pu essere di altri. N pu concedere l'acqua a due popoli colui che Pastore di un solo gregge. evidente quindi, che n gli eretici e n gli scismatici ricevono qualcosa dal cielo: essi infatti osano ricevere il battesimo dai peccatori e dagli uomini estranei alla Chiesa. Quando non si in condizione di dare, non si utili a chi riceve 146 . La nostra acqua come quella del paradiso. 40. 78. A costui rispondo che in nessun passo le sacre Scritture hanno prescritto di ribattezzare gli eretici gi battezzati presso gli eretici, ma in molti luoghi hanno mostrato che sono estranei alla Chiesa quanti non stanno sulla pietra e non appartengono alle membra della colomba. Eppure essi battezzano e sono battezzati e, pur non avendo la salvezza, hanno il sacramento della salvezza. Quanto poi alla nostra fonte, assimilata alla sorgente del paradiso, perch scorre fuori la Chiesa, come quella fuori del paradiso, ho gi detto molto 147 ; e che poi non possa fornire l'acqua della salvezza a due popoli, al proprio e allo straniero, colui che Pastore di un unico gregge, lo ammetto e lo condivido. Ma se essa non salvifica agli estranei, per questo non vera? L'acqua del diluvio, infatti, a quanti stavano nell'arca, fu salutare, mentre a quanti stavano fuori dell'arca, fu mortale; eppure era la stessa. E molti estranei, cio gli invidiosi, i quali, come Cipriano dichiara e dimostra con le Scritture, sono partigiani del diavolo 148 , sembrano quasi dentro; e tuttavia se non fossero fuori dell'arca, non perirebbero a causa dell'acqua. Il battesimo infatti uccide costoro in quanto ne usano male, come quelli ai quali, come dice l'Apostolo, il buon odore di Cristo causava la morte 149 . Perch dunque gli scismatici e gli eretici non ricevono niente dal cielo, come le spine e la zizzania ricevono la pioggia 150 , e come quelli fuori dall'arca ricevettero certamente l'acqua che cadeva dalle cataratte del cielo, ma per la rovina, non per la salvezza? Per questo non mi affanno a confutare l'ultima sua frase: Quando non si ha possibilit di dare, non si utili a chi riceve, perch anche noi diciamo che il battesimo non utile a quanti lo ricevono, quando lo ricevono nell'eresia d'accordo con gli eretici. E quindi essi vengono alla pace e alla verit cattolica, non per ricevere il battesimo, ma perch cominci a essere utile loro ci che hanno ricevuto altrove. La diversit dei meriti non danneggia l'unit del battesimo. 41. 79. Parimenti, un altro Gennaro da Mussuleni, disse 151 : Mi stupisco che mentre tutti ammettono che c' un unico battesimo, non tutti capiscano l'unit di questo battesimo. La Chiesa e l'eresia, infatti, sono due realt ben diverse. Se il battesimo lo hanno gli eretici, non lo abbiamo noi; ma se lo abbiamo noi, gli eretici non possono averlo. Ora, non v' dubbio, il battesimo di Cristo lo possiede solo la Chiesa, perch essa solo possiede la grazia e la verit di Cristo. Bisogna comprendere il battesimo unico e l'unit del battesimo. 41. 80. Un altro potrebbe dire la stessa cosa, ma non dire, ugualmente, la verit: " Mi stupisco che, mentre tutti ammettono che c' un unico battesimo, non tutti capiscano l'unit di questo battesimo. La giustizia e l'ingiustizia, infatti, sono due realt ben distinte. Se il battesimo lo hanno gli ingiusti, i giusti non lo hanno; ma se lo hanno i giusti, gli ingiusti non possono averlo. Ora, non v' dubbio che solo i giusti possiedono il battesimo di Cristo, perch solo essi possiedono la grazia e la verit di Cristo ". Ma questo falso: lo ammettono anch'essi. Gli invidiosi, che sono dalla parte del diavolo, infatti, e che stanno dentro, come dice Cipriano 152 , e che erano ben noti all'apostolo Paolo 153 , avevano il battesimo ma non appartenevano alle membra della colomba che si trova sicura sulla pietra. Gli eretici non si ribattezzano ma si battezzano. 42. 81. Adelfio da Tasualte disse 154 : Alcuni, senza motivo e con un linguaggio falso e invidioso, impugnano la verit, tanto da dire che noi ribattezziamo, mentre la Chiesa non ribattezza gli eretici, ma li battezza. La Chiesa battezza solo i non battezzati. 42. 82. Tutt'altro: ora essa non ribattezza; tranne i non battezzati, infatti, essa non battezza. Si tratta di una consuetudine anteriore, che la verit, esaminata pi da vicino, ha confermato anche con un successivo concilio. Il battesimo uno, non due. 43. 83. Demetrio da Leptimino disse 155 : L'unico battesimo lo custodiamo noi che rivendichiamo alla sola Chiesa cattolica un suo bene. Quanti invece dicono che gli eretici danno un battesimo vero e legittimo, costoro fanno non due, ma molti battesimi. In effetti, dato che vi sono molte eresie, si conteranno altrettanti battesimi. Certamente vi un solo battesimo. 43. 84. Gli si risponde: Se cos, si contino tanti battesimi quante sono le opere della carne, di cui l'Apostolo dice: Quelli che fanno tali cose, non possederanno il regno di Dio 156 . E tra esse si annoverano anche le eresie. E di queste loro opere se ne tollerano molte, nella Chiesa, come si tollera la paglia; eppure per tutti c' un solo battesimo, che nessuna opera iniqua pu violare. Circa il battesimo degli eretici e dei pagani. 44. 85. Vincenzo da Tibari disse 157 : Sappiamo che gli eretici sono peggiori dei pagani. Se, una volta convertitisi, vogliono venire a Dio, hanno certamente la regola di verit che il Signore ha affidata agli Apostoli con questo divino mandato: " Andate, nel mio nome imponete la mano, scacciate i demoni " 158 ; ed altrove: " Andate e ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo " 159 . Essi, quindi, prima devono passare attraverso l'imposizione della mano nell'esorcismo, poi per la rigenerazione del battesimo, e solo allora possono venire alla promessa di Cristo. Non si deve fare diversamente. Se sono peggiori gli eretici o gli etnici. 44. 86. Con quale criterio costui dice che gli eretici sono peggiori dei pagani, io non lo so, visto che il Signore dice: Se non ascolter neppure la Chiesa, sia per te come un pagano e un pubblicano 160 . Oppure l'eretico peggiore anche del pubblicano? Non mi oppongo. Tuttavia, non perch egli peggiore del pagano, cio del Gentile, anche il sacramento di Cristo, se lo ha, si mescola ai suoi costumi viziati e, corrotto da questa mescolanza, perisce. In effetti, quanti si allontanano dalla Chiesa e diventano non solo seguaci delle eresie, ma anche artefici se, una volta battezzati, ritornano, pur essendo, peggiori in base a questo criterio, hanno per il battesimo; infatti, se, convertitisi, ritornano, non ricevono ci che certamente riceverebbero, se lo avessero perso. Pu darsi dunque che un eretico sia peggiore di un pagano e che, tuttavia, non solo abbia il sacramento di Cristo, ma che esso non sia meno santo di quello che ha un uomo santo e giusto. Se infatti, in quanto un uomo, egli non ha custodito il battesimo, ma lo ha violato con lo spirito e con la volont, il sacramento, in s, rimasto integro e inviolato in colui che lo ha disprezzato e ripudiato. I Sodomiti non erano forse pagani, cio gentili? Eppure erano peggiori i Giudei, ai quali il Signore dice: Ci sar pi tolleranza per i Sodomiti, nel giorno del giudizio, che per voi 161 ; e ai quali il profeta dice: Avete giustificato Sodoma 162 ; cio: Rispetto a voi, Sodoma diventata giusta. E tuttavia forse, per questo, i misteri divini celebrati presso i Giudei erano tali e quali ai loro? Quei misteri che ricevette il Signore stesso, ai quali invi, per celebrarli, i lebbrosi che aveva mondati 163 , e ai quali, assistette un angelo mentre Zaccaria li celebrava, che gli annunci, nell'atto di sacrificare nel tempio, di essere stato esaudito 164 . Questi stessi misteri erano presenti sia nelle persone buone di allora e sia nei cattivi, peggiori dei pagani, visto che superarono i Sodomiti nella malizia; e tuttavia quei misteri restarono, negli uni come negli altri, integri e divini. Anche gli etnici hanno qualcosa di divino. 44. 87. In effetti, anche i Gentili se hanno potuto avere qualcosa di divino e di giusto nelle loro dottrine, i nostri santi non l'hanno ri fiutato, anche se essi, per le loro superstizioni e la loro condotta depravata, andavano detestati e, se non si fossero convertiti, puniti dal giudizio divino. Lo stesso apostolo Paolo, infatti, parlando di Dio di fronte agli Ateniesi, attest che alcuni di loro avevano detto qualche verit 165 e che se fossero venuti a Cristo, certamente sarebbe stata riconosciuta e non riprovata. E contro i pagani, san Cipriano si serve proprio di questi testi. Infatti, parlando dei maghi, disse: Il pi autorevole di essi, Ostane, nega che si possa vedere la forma del vero Dio, e dice che, davanti al suo trono assistono angeli veri. Idea sulla quale concorda anche Platone, che, salvando l'unicit di Dio, tutti gli altri li chiama angeli o demoni. Anche Hermes Trismegisto parla di un solo Dio e confessa che incomprensibile e incommensurabile 166 . Se dunque costoro fossero venuti alla salvezza cristiana, certamente non si sarebbe detto loro: " Avete questo male ", e n: " Avete questa falsit ", ma, molto pi giustamente: " A voi, questo, anche se esatto e vero, non sarebbe stato di nessuna utilit, se non foste venuti alla grazia di Cristo ". Se quindi nei pagani stessi si pu trovare qualcosa di divino e, giustumente, approvarla, anche se debbono ancora avere la salvezza da Cristo, non bisogna spingersi fino al punto di voler correggere, pur essendo essi migliori degli eretici, ci che in loro cattivo ed loro, e di non voler riconoscere ci che in loro buono, ed di Cristo. Ma ormai gli altri pareri dei concilio li riprenderemo a trattare in un altro capitolo.
Cipriano sbagli ma am l'unit. 1. 1. Speriamo di non essere noiosi ai nostri lettori, se trattiamo, sia pure sotto aspetti diversi, lo stesso argomento. vero che in tutte le nazioni, di fronte agli attacchi che gettano non poca oscurit sulla questione del battesimo, in cui si discute se tra gli eretici e gli scismatici si pu trovare lo stesso battesimo della Cattolica, la santa Chiesa garantita dall'autorit di un'antica consuetudine e di un concilio plenario; tuttavia, visto che uomini non disprezzabili, soprattutto Cipriano, hanno avuto pareri discordi anche nella stessa unit, proprio della sua autorit tentano di avvalersi contro di noi quelli che sono ben lontani dalla sua carit. Per questo noi, ritenendo conveniente trattare ed esaminare i vari temi che abbiamo trovato nel suo concilio e nei suoi scritti, siamo costretti a riprendere, per cos dire, in mano, un po' pi a lungo, la stessa questione, per mostrare con quanta saggezza la Chiesa cattolica universale ha deciso che gli eretici e gli scismatici, che avevano ricevuto il battesimo di Cristo nella comunione di provenienza, siano ammessi nella comunione cattolica con questo stesso battesimo, dopo essersi corretti del loro errore, ed essersi radicati e fondati nella carit 1 . Sicch, per quanto riguarda il sacramento del battesimo, non si desse loro ci che avevano, ma si rendesse utile ci che era in loro. Certo il beato Cipriano, ora che il corpo corruttibile non appesantisce pi lo spirito e la dimora terrestre non comprime pi la sua mente ricca di idee 2 , vede con pi chiarezza quella verit che ha meritato di conseguire con la carit. Aiuti, perci, con le sue preghiere, noi che fatichiamo in questa carne mortale, come in una nube oscura, perch il Signore ci doni la grazia di imitare, per quanto possibile, le sue doti. Se egli aveva una idea diversa e ne ha convinto alcuni fratelli e colleghi, ora, mentre vede la verit nella luce di Colui che ha amato, noi, che pure siamo di gran lunga inferiori ai suoi meriti, seguendo, secondo la nostra fragilit, l'autorit della Cattolica, di cui egli un membro insigne e carissimo, vogliamo esporla contro gli eretici e gli scismatici. Si tratta di uomini separati dall'unit che egli conserv, aridi della carit di cui egli fu vigoroso, decaduti dall'umilt sulla quale egli stava stabile, e che ora egli rimprovera e condanna quanto pi conosce la loro volont di analizzare i suoi scritti, allo scopo di creare insidie e non per imitare la sua condotta nel creare la pace. Sono come quelli che si chiamano cristiani Nazareni e che circoncidono la carne secondo il costume giudaico: eretici nati da quell'errore in cui Pietro cadde e Paolo 3 lo riprese, e vi persistono ancora oggi. Ora, come i Nazareni, mentre Pietro, che aveva il primato sugli Apostoli, ha ricevuto la corona del martirio, sono restati nella loro perversit, separati dalla Chiesa, cos i Donatisti, mentre Cipriano, per l'abbondanza della sua carit, stato accolto nella sorte dei santi con la gloria del martirio, essi si considerano esuli dall'unit e, con le loro calunnie, mettono contro la patria dell'unit un cittadino dell'unit. Prendiamo ora le altre opinioni del concilio, ed esaminiamole con lo stesso metodo. Alcuni favoriscono gli eretici e ostacolano i cristiani. 2. 2. Marco da Nattari disse: Non ci dobbiamo meravigliare se gli eretici, nemici e avversari della verit, si appropriano del potere e della dignit di altri; ci dobbiamo meravigliare che alcuni dei nostri, traditori della verit, appoggiano gli eretici e combattono i cristiani. Perci abbiamo deciso che gli eretici vanno battezzati 4 . I cristiani amano l'unit. 2. 3. Gli rispondiamo: Tutt'altro. Ci dobbiamo piuttosto meravigliare ed elogiare molto costoro, perch hanno tanto amato l'unit da non temere, pur restando nell'unit con quanti ritenevano traditori della verit, di esserne contagiati. In verit, dopo che Marco aveva detto: Dobbiamo meravigliarci che alcuni dei nostri, traditori della verit, appoggiano gli eretici e combattono i cristiani, mi aspettavo che dicesse: Perci noi decidiamo di non comunicare con loro. Non ha detto questo, bens: Perci noi decidiamo che gli eretici vadano battezzati, conservando la premessa fatta prima dal pacifico Cipriano: Senza giudicare nessuno, n allontanarlo dal diritto della comunione, se avesse una idea diversa 5 . Ora, quando i Donatisti ci calunniano chiamandoci traditori, se esistesse un Giudeo o un pagano che, letto questo concilio, chiamasse prevaricatori sia noi che loro, secondo la loro regola di unit, io vorrei sapere, proprio per confutare e cancellare un'accusa cos grave, come dobbiamo difendere la nostra causa comune. Costoro chiamano traditori quelli che n riuscirono a convincerli allora di questo crimine e n possono dimostrarlo ora; al contrario, in questo crimine, dimostrano di esserci essi. Ma che ci importa? Di essi, che certamente sono prevaricatori, che diremo? Se ora noi, bench a torto, veniamo detti traditori, perch accusati di essere succeduti ai traditori nella stessa comunione, a questi prevaricatori siamo succeduti tutti, dato che il partito di Donato non si era ancora diviso dall'unit al tempo del beato Cipriano. stato infatti dopo il suo martirio, quando ormai erano trascorsi quarant'anni e pi, che c' stata la consegna dei Libri, episodio dal quale incominciarono ad essere chiamati traditori. Se dunque noi siamo traditori perch, come essi credono o immaginano, siamo derivati dai traditori, da quei traditori deriviamo entrambi. Non c' ragione, infatti, per dire che i Donatisti non sono stati in comunione con loro, visto che li chiamano i nostri. Lo dice il concilio che essi amano citare. Marco infatti ha detto: Alcuni dei nostri, traditori della verit, appoggiano gli eretici 6 . E inoltre c' la testimonianza di Cipriano, il quale fa capire chiaramente di essere restato nella comunione con loro, quando dice: Senza giudicare nessuno, n allontanarlo dal diritto della comunione, se ha un'opinione diversa. Ora, una opinione diversa, l'avevano quelli che Marco chiama prevaricatori, evidentemente perch sostenevano gli eretici accogliendoli nella Chiesa senza battesimo. Ma che la consuetudine di accoglierli cos fosse questa, lo rivelano chiaramente e Cipriano, in molti suoi passi, e alcuni vescovi in questo concilio. evidente quindi che se gli eretici non hanno il battesimo, a quell'epoca, la Chiesa di Cristo era piena di prevaricatori che, per favorire gli eretici, li accoglievano cos. Si difenda dunque la causa comune contro l'accusa di prevaricazione che essi non possono negare, e allora si difender la nostra causa contro l'accusa di consegna, che non sono riusciti a dimostrare. Ma difendiamoci come se lo avessero dimostrato. In questo caso, la stessa risposta che ambedue daremmo a quanti ci obiettano la prevaricazione dei nostri predecessori, la daremo ai Donatisti, che ci obiettano la consegna dei nostri antenati. Come infatti per la consegna dei nostri antenati, motivo che li indusse a separarsi, siamo morti noi, cos per la prevaricazione degli antenati, parenti nostri e loro, siamo morti entrambi. Essi, per, si considerano vivi, e credono, quindi, che quella prevaricazione non li riguardi; e allora non riguarda nemmeno noi quella consegna. Ma secondo loro la prevaricazione certa; secondo noi, invece, non n vera la precedente prevaricazione, poich diciamo che anche gli eretici possono avere il battesimo di Cristo, e n vera la successiva consegna, poich in questa vicenda sono stati sconfitti. Ne consegue che i Donatisti non hanno alcun motivo per separarsi da noi con l'empio crimine dello scisma; infatti, se i nostri antenati non sono stati traditori, come noi sosteniamo, la cosa non ci riguarda affatto, se invece lo sono stati, come sostengono loro, la cosa non riguarda noi, proprio come non riguardano n noi e n loro quei prevaricatori. Cos, se dall'iniquit dei nostri antenati non consegue nessun nostro delitto, dal loro scisma consegue, di certo, un loro delitto. Gli eretici devono temere il giudizio. 3. 4. Sazio da Sicilibba ha detto: Se agli eretici, nel loro battesimo, i peccati sono rimessi, non hanno motivo di venire alla Chiesa. In effetti, visto che nel giorno del giudizio si puniscono i peccati, gli eretici non hanno niente da temere dal giudizio di Cristo, se la remissione dei peccati l'hanno gi ottenuta 7 . 3. 5. Poteva essere anche la nostra opinione; ma spetta all'autore vedere il senso che le ha dato. Tuttavia stata espressa in termini cos sfumati, che non mi rincresce condividerla e sottoscriverla nel senso, io credo, che gli eretici possono avere il battesimo di Cristo, ma non la remissione dei peccati. Egli non ha detto: Se gli eretici battezzano o sono battezzati, ma: Se agli eretici, nel loro battesimo, i peccati sono rimessi, non hanno motivo di venire alla Chiesa. Ora, al posto degli eretici mettiamoci quelli che Cipriano conosceva nella Chiesa: quelli che rinunciavano al mondo solo a parole e non a fatti 8 , e con altrettante parole possiamo anche noi formulare, con tutta verit, questo parere: " Se, quando si d il battesimo ai falsi convertiti, si rimettono loro i peccati, essi non hanno motivo di condurli poi ad una vera conversione. In effetti, se nel giorno del giudizio si puniscono i peccati, non hanno nulla da temere dal giudizio di Cristo, quanti rinunciano al mondo solo a parole e non a fatti, se essi hanno gi ottenuta la remissione dei peccati ". Questo ragionamento completato dalla seguente frase: Essi invece debbono temere il giudizio di Cristo e convertirsi con cuore sincero; e quando lo faranno, certamente non necessario che si ribattezzino. Dunque, hanno potuto ricevere il battesimo e non ricevere la remissione dei peccati, o, appena rimessi i peccati, ne sono subito gravati di nuovo. Avviene lo stesso per gli eretici. Ribattezzare contro la ragione. 4. 6. Vittore da Gor ha detto: Se vero che i peccati si rimettono solo nella Chiesa, chi ammette alla comunione un eretico, senza il battesimo, fa due cose irragionevoli: non purifica gli eretici e contamina i cristiani 9 . Il battesimo della Chiesa presso gli eretici. 4. 7. Gli rispondiamo che il battesimo della Chiesa esiste anche tra gli eretici, anche se essi non sono nella Chiesa, come l'acqua del paradiso scorreva sulla terra d'Egitto, anche se questa terra non era nel paradiso. Non vero, quindi, che noi ammettiamo gli eretici alla comunione senza battesimo; e, se emendatisi della loro perversit, vengono da noi, non accogliamo i loro peccati, ma i sacramenti di Cristo. Sulla remissione dei peccati, poi, richiamiamo quanto detto sopra. Quanto alla frase conclusiva: " Fa due cose irragionevoli: non purifica gli eretici e contamina i cristiani, essa stata respinta per primo soprattutto dallo stesso Cipriano e dai colleghi, che lo sostenevano. Egli infatti non credette di contaminarsi, quando, per amore del vincolo della pace, decise che bisognava essere in comunione con gli altri, dicendo: Senza giudicare nessuno, n allontanare dal diritto della comunione chi avesse idee diverse 10 . Ora, se vero che gli eretici ammessi alla comunione senza essere battezzati, contaminano, contaminata tutta la Chiesa, a causa della consuetudine tante volte qui menzionata. E siccome i Donatisti ci chiamano traditori, per via dei nostri antenati, nei quali non sono riusciti a provare nessuna accusa, se vero che ciascuno diventa simile a colui con cui comunica, tutti, a quell'epoca, diventarono eretici. Ma se chi parla cos un demente, allora falso quanto dice Vittore: Ammettere un eretico alla comunione, senza battesimo, non purificare gli eretici, ma contaminare i cristiani. Al contrario, se vero, allora non erano ammessi senza battesimo, ma avevano il battesimo di Cristo, anche se dato e ricevuto presso gli eretici, quelli che si ammettevano cos, secondo la consuetudine, di cui essi ammettono l'esistenza. quindi giusto che anche ora si ammettano cos. Battezzare gli eretici comunicare con loro. 5. 8. Aurelio da Utica ha detto: Sebbene l'Apostolo dica che non bisogna comunicare con i peccati altrui 11 , che altro fa chi comunica con gli eretici, privi del battesimo della Chiesa, se non comunicare con i peccati altrui? Per questo ritengo che bisogna battezzare gli eretici: perch possano ricevere il perdono dei peccati, e cos essere in comunione con noi 12 . 5. 9. Si risponde: Cipriano e tutti questi vescovi, quindi, comunicarono coi peccati altrui, in quanto restarono nella comunione coi peccatori e non allontanarono dal diritto di comunione chi dissentiva da loro 13 . Dov', dunque, la Chiesa? Inoltre, per non parlare degli eretici: visto che le parole di questa sentenza possono applicarsi anche ad altri peccatori, come quelli che Cipriano vedeva con s nella Chiesa, e che egli vedeva, compiangeva, rimproverava e sopportava 14 , dov' la Chiesa che, secondo questa sentenza, si ritiene finita gi da allora per il contagio dei peccati? Se invece, e questa la verit pi certa, la Chiesa rimasta e rimane, significa che la comunione con i peccatori, che l'Apostolo vieta 15 , va interpretata come una approvazione. Ebbene, si battezzino di nuovo gli eretici, per ricevere il perdono dei peccati, se si battezzano di nuovo i perversi e gli invidiosi che, pur avendo rinunciato al mondo a parole e non a fatti 16 , hanno, s, potuto ricevere il battesimo, ma non ottenere il perdono dei peccati, poich il Signore dice: Se voi non perdonerete, neppure il Padre vostro perdoner a voi 17 . Approvare il battesimo degli eretici disapprovare il nostro. 6. 10. Giambo da Germaniana disse: Quanti approvano il battesimo degli eretici, disapprovano il nostro, tanto da negare che quelli che sono stati, non dico lavati, ma sporcati, fuori della Chiesa, sia necessario battezzarli nella Chiesa 18 . Il battesimo non n nostro n degli eretici, ma di Cristo. 6. 11. Gli si risponde, che nessuno di noi approva il battesimo degli eretici, ma quello di Cristo, bench si trovi tra gli eretici che sono, per cos dire, la paglia esterna, cos come si trova tra gli altri iniqui che sono, per cosi dire, la paglia interna. In effetti, se quanti si fanno battezzare fuori della Chiesa, non vengono lavati, ma sporcati, non v' dubbio che quanti si fanno battezzare fuori della pietra, su cui fondata la Chiesa, non sono lavati, ma sporcati. Ora, sono fuori di questa pietra tutti quelli che ascoltano le parole di Cristo e non le mettono in pratica. E se costoro vengono lavati dal battesimo, ma restano sporchi nelle loro iniquit, dalle quali cui non hanno voluto liberarsi per diventare migliori, lo stesso vale per gli eretici. Non c' nessun rapporto tra la luce e le tenebre. 7. 12. Luciano da Rucuma disse: Sta scritto: " E Dio vide che la luce era buona, e separ la luce dalle tenebre " 19 . Ora, se pu esserci accordo tra la luce e le tenebre, pu esserci qualcosa in comune anche tra noi e gli eretici. Perci ritengo che gli eretici vadano battezzati 20 . Vale per tutti gli ingiusti. 7. 13. Gli si risponde: Se pu esserci accordo tra la luce e le tenebre, pu esserci qualcosa in comune anche tra i giusti e gli ingiusti. Proponga dunque, Luciano, di battezzare gli ingiusti, che Cipriano rimproverava nella Chiesa stessa. E se poi non sono ingiusti quelli che rinunciano al mondo a parole e non a fatti 21 , dica lui chi pu esserlo. L'eresia non la Chiesa. 8. 14. Pelagiano da Luperciana disse: Sta scritto: " O Dio Dio, o Baal dio " 22 . Cos ora: o la Chiesa la Chiesa o l'eresia la Chiesa. Ora, se l'eresia non la Chiesa, come pu esservi presso gli eretici il battesimo della Chiesa? 23
8. 15. Possiamo rispondergli cos: O il paradiso paradiso, o l'Egitto il paradiso. Ora, se l'Egitto non il paradiso, come pu trovarsi, in Egitto, l'acqua del paradiso? Ma ci si dir: Uscendo da l, essa arrivata anche laggi. Allo stesso modo arrivato agli eretici il battesimo. Parimenti diciamo: " O la pietra la Chiesa, o la sabbia la Chiesa. Ora, poich la sabbia non la Chiesa, come si pu trovare il battesimo di Cristo, presso quelli che edificano sulla sabbia ascoltando le parole di Cristo e non mettendole in pratica 24 ? Eppure vi si trova. Ugualmente presso gli eretici. Il battesimo nella sola Chiesa cattolica. 9. 16. Giadro da Midila disse 25 : Sappiamo che c' un unico battesimo: quello nella Chiesa cattolica; e quindi non dobbiamo accogliere l'eretico, se non stato battezzato presso di noi, perch non creda di essere stato battezzato fuori della Chiesa cattolica. 9. 17. Gli si risponde che se questo si dicesse degli ingiusti, che sono fuori della pietra, si direbbe certamente che falso. Quindi vale anche degli eretici. 10. 18. Felice da Marassana disse 26 : C' una sola fede e un solo battesimo 27 , ma della Chiesa cattolica che, sola, ha il potere di battezzare. 10. 19. Gli si risponde: Che fare se un altro dicesse: C' una sola fede e un solo battesimo, ma riservato ai giusti che, soli, possono battezzare? Come si respingerebbero queste parole, cos dobbiamo respingere questa opinione. O forse anche gli ingiusti, che non sono cambiati neppure nel battesimo, poich rinunciano al mondo solo a parole e non a fatti 28 , appartengono alle membra della Chiesa? Vedano se questa la pietra, se questa la colomba, se questa la Sposa senza macchia n ruga 29 . Se gli atei hanno o no il battesimo. 11. 20. Paolo da Obba disse: Non mi preoccupa se qualcuno non difende la fede e la verit della Chiesa, visto quanto dice l'Apostolo: " E che? Se alcuni di loro si sono staccati dalla fede forse la loro infedelt ha annullato la fedelt di Dio? Impossibile! Dio verace e ogni uomo mentitore " 30 . Ora, se Dio verace, come pu trovarsi la verit del battesimo presso gli eretici, nei quali non c' Dio? 31
11. 21. Gli si risponde: E che? C' forse Dio presso gli avari? Eppure c' il battesimo. Cos presso gli eretici. Quelli infatti presso i quali c' Dio, sono tempio di Dio 32 . Ora, quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? 33 Ora, che l'avarizia sia una idolatria, Paolo lo pensa 34 e Cipriano d'accordo 35 , e costui stesso vissuto tra colleghi rapitori e tuttavia battezzatori, ricevendo il grande premio della tolleranza. Eretici e peccatori non danno la remissione dei peccati. 12. 22. Pomponio da Dionisiana disse 36 : evidente che gli eretici non possono battezzare, n dare il perdono dei peccati; essi infatti non hanno nessun potere di sciogliere o legare in terra 37 . 12. 23. Si risponde: Questo potere non l'hanno neanche gli omicidi, quelli cio che odiano i fratelli 38 . Non a costoro, infatti, che stato detto: A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi, e a chi li riterrete saranno ritenuti 39 . Eppure battezzano e, nella stessa comunione del battesimo, Paolo li tollera 40 e Cipriano li riconosce 41 . Avere il battesimo comune con gli eretici contaminare la Sposa di Cristo. 13. 24. Venanzio da Tinisa 42 disse: Se un marito, partendo per un viaggio 43 , affidasse la propria moglie ad un suo amico perch gliela custodisca, l'amico conserverebbe con tutta la cura possibile la donna affidatagli, perch nessuno violi la sua castit e santit. Cristo, Signore e Dio nostro, tornando al Padre, ci ha affidato la sua Sposa. La custodiamo incorrotta e inviolata, o consegniamo agli adulteri e ai corruttori la sua integrit e castit? Ora, chi mette in comune con gli eretici il battesimo della Chiesa, abbandona agli adulteri la Sposa di Cristo 13. 25. Rispondiamo: E che? Quelli che nel battesimo si convertono a Dio con le labbra e non con il cuore, non hanno forse uno spirito adultero? Non sono forse amanti del mondo, essi che non hanno rinunciato a fatti, ma a parole 44 e che quindi corrompono i buoni costumi con i loro cattivi discorsi 45 , dicendo: Mangiamo e beviamo, domani moriamo 46 ? E non ci ha forse messi in guardia da costoro, la Parola dell'Apostolo, dove ha detto: Ora io temo che come il serpente sedusse Eva, con la sua scaltrezza, cos si corrompano i vostri cuori, dalla castit che in Cristo 47 ? Ora, se Cipriano aveva in comune coi peccatori il battesimo di Cristo, che forse consegnava agli adulteri la Sposa di Cristo? O piuttosto riconosceva il monile dello Sposo 48 anche nell'adultera? Non vi sono due battesimi. 14. 26. Aymmo da Ausuagiga disse: Noi abbiamo ricevuto un solo battesimo e questo amministriamo. Ora, chi dice che anche agli eretici permesso battezzare, di battesimi ne ammette due 49 . 14. 27. Gli si risponde: Perch non ammette due battesimi anche chi dice che possono battezzare anche gli ingiusti? Se infatti vero che giusti e ingiusti sono tra loro opposti, il battesimo dato dai giusti, come Paolo e come Cipriano, non per opposto al battesimo che davano quegli ingiusti che odiavano Paolo 50 e che Cipriano non ha considerati eretici, ma cattivi cattolici 51 . E pur essendo opposte tra di loro la continenza di Cipriano, e l'avarizia dei colleghi di Cipriano, il battesimo che dava Cipriano non era opposto a quello che davano i colleghi, ma era l'unico e il medesimo. Chi battezza, infatti, quegli di cui stato detto: Egli colui che battezza 52 . Se gli eretici battezzano sono scusati dalla colpa. 15. 28. Saturnino da Vittoriana 53 disse: Se agli eretici permesso battezzare, essi sono scusati e protetti nel male che fanno, e non vedo perch Cristo li chiami suoi nemici e l'Apostolo anticristi 54 . 15. 29. Gli si risponde: Noi diciamo che agli eretici non permesso battezzare, cos come diciamo che non permesso battezzare agli ingannatori. Non solo all'eretico, ma anche al peccatore il Signore dice: Perch vai parlando dei miei precetti e hai sulla tua bocca la mia alleanza? 55 certo a questi che Dio ha detto: Se vedevi un ladro, correvi con lui 56 . Quanto erano peggiori dunque quelli che non correvano con i ladri, ma rapivano i terreni con frodi e raggiri 57 ? Cipriano per non correva con loro, anche se li tollerava nella messe cattolica, per non sradicare insieme anche il grano. Ciononostante anche ci che essi davano, era l'unico e medesimo battesimo, perch non era loro, ma di Cristo. Quindi, come costoro, quantunque si riconosca in essi il battesimo di Cristo, non sono scusati e protetti nel compiere azioni cattive, e giustamente Cristo li chiama suoi nemici, perch, se persisteranno in questi crimini, sentiranno dirsi: Allontanatevi da me, operatori di iniquit 58 , e quindi vengono chiamati anticristi, perch sono contrari a Cristo, in quanto vivono contro i suoi precetti, cos pure gli eretici. L'esempio di Marcione. 16. 30. Un altro Saturnino, da Tucca, disse 59 : I Gentili, pur adorando gli idoli, riconoscono e proclamano un Dio sovrano, Padre e Creatore. Contro questo Dio Marcione bestemmia; eppure ci sono di quelli che non si vergognano di approvare il battesimo di Marcione 60 . Come possono conservare o difendere il sacerdozio di Dio, simili sacerdoti che non battezzano i nemici di Dio e cos comunicano con loro? 16. 31. Certamente, quando parlano cos, si supera la misura e non si considera che anch'essi comunicavano coi peccatori, non giudicando nessuno e non allontanando dal diritto della comunione chi aveva un'idea diversa 61 . Ma nel suo intervento Saturnino ha detto una cosa che avrebbe potuto ricordargli, se l'avesse avvertita: che in ogni uomo va corretto ci che distorto e approvato ci che retto, dal momento che egli ha detto: I Gentili, bench adorino gli idoli, riconoscono e proclamano un Dio sovrano, Padre e creatore. Ebbene, se andasse da lui un tale Gentile, che forse vorr correggere e cambiare in lui la fede e la conoscenza di Dio Padre e creatore? No, ma si limiterebbe a correggere in lui l'idolatria, cio il male che aveva, e gli darebbe i sacramenti cristiani che non aveva; e se riconoscesse in lui una cosa giusta, l'approverebbe; se trovasse una cosa perversa, l'emenderebbe; se gli mancasse qualcosa, gliela darebbe. Cos anche nell'eretico marcionista: egli riconoscerebbe l'integrit del battesimo, correggerebbe la sua perversit, e gli insegnerebbe la verit cattolica. Non battezzare gli eretici comunicare con i peccatori. 17. 32. Marcello da Zama disse: Visto che i peccati si rimettono solo col battesimo della Chiesa, chi non battezza un eretico in comunione con un peccatore 62 . 17. 33. E che? Colui che comunica con chi agisce cos, non entra forse in comunione con un peccatore? Ma che altro facevano tutti quelli che non giudicavano nessuno, n allontanavano dal diritto della comunione chi pensava diversamente 63 ? Dov', dunque, la Chiesa? Oppure a coloro che hanno pazienza e che tollerano la zizzania, per non sradicare il grano, la zizzania non porta danno 64 ? E allora imparino i Donatisti che, separandosi senza motivo dal mondo, hanno commesso il sacrilegio dello scisma! A che serve avere sulla bocca la sentenza di Cipriano, se non hanno in cuore la pazienza di Cipriano? Quanto a Marcello, gli si risponde con ci che abbiamo detto in precedenza sul battesimo e sulla remissione dei peccati, quando ci siamo chiesti come pu esservi il battesimo in un uomo, anche se in lui non c' la remissione dei peccati. Non ribattezzare una eresia maggiore. 18. 34. Ireneo da Ululi disse: Se la Chiesa non battezza un eretico, perch si dice che gi stato battezzato, l'eresia pi grande 65 . 18. 35. Si risponde: Ugualmente si pu dire: Se la Chiesa non battezza un avaro, perch si dice che gi stato battezzato, l'avarizia pi grande. Ma questo falso. Quindi anche quello. Chi non ribattezza gli eretici dimostri che nell'eresia c' la Chiesa. 19. 36. Donato da Cibaliana disse: Io conosco una sola Chiesa e un solo battesimo della Chiesa. Se qualcuno dice che presso gli eretici c' la grazia del battesimo, deve prima mostrare e provare che da loro c' la Chiesa 66 . 19. 37. Gli si risponde: Se tu chiami grazia del battesimo, il battesimo stesso, esso c' tra gli eretici; se invece il battesimo il sacramento della grazia, e la grazia la cancellazione dei peccati, presso gli eretici non c' la grazia del battesimo. Ora, come uno solo il battesimo e una sola la Chiesa, cos una sola la speranza 67 . Quindi, come i buoni e i cattivi, pur non avendo l'unica speranza, possono avere l'unico battesimo, cos quanti non hanno in comune la Chiesa, possono avere in comune il battesimo. Bisogna imitare Pietro. 20. 38. Zosimo da Tarassa 68 disse: Manifestatasi la verit, l'errore si arrenda alla verit; anche Pietro, infatti, che prima circoncideva, si arrese a Paolo che predicava la verit 69 . 20. 39. Si risponde: Anche questa opinione potrebbe essere nostra; cos avvenuto nella questione sul battesimo. In seguito, manifestatasi la verit con pi chiarezza, l'errore ha ceduto il posto alla verit quando questa salutarissima consuetudine stata confermata anche dall'autorit di un concilio plenario. Bene hanno fatto, comunque, costoro, a ricordare pi volte che anche il primo degli Apostoli, Pietro, ha potuto pensare in modo diverso da quanto la verit richiedeva. E questo capitato anche a Cipriano: lo crediamo senza offesa tutti noi che amiamo Cipriano, perch non lecito amarlo con un amore pi grande di Pietro. L'eresia non viene dal cielo. 21. 40. Giuliano da Telepte 70 disse: Sta scritto: Nessuno pu ricevere qualcosa, se non gli stata data dal cielo 71 . Se l'eresia viene dal cielo, essa pu dare il battesimo. 21. 41. Ascolti che dice un altro: Se l'avarizia viene dal cielo, pu dare il battesimo. Eppure, gli avari lo danno; dunque anche gli eretici Non fare dell'eretico un cristiano. 22. 42. Fausto da Timida Regale disse 72 : Non si illudano i patrocinatori degli eretici. Chi, per favorire gli eretici, va contro il battesimo della Chiesa, rende essi cristiani e noi eretici. 22. 43. Gli si risponde: Se si dicesse che uno, all'atto di ricevere il battesimo, non ha ricevuto la remissione dei peccati perch portava in cuore l'odio per i fratelli, e che non va ribattezzato quando depone l'odio dal cuore, ci si oppone forse al battesimo della Chiesa per favorire gli omicidi? O si rendono essi giusti e noi omicidi? Lo si applichi, quindi, anche agli eretici. Alcuni preferiscono gli eretici ai vescovi. 23. 44. Geminio da Furni disse 73 : Alcuni colleghi possono anteporre gli eretici a se stessi, non a noi. E quindi, la decisione presa una volta, la manteniamo: dobbiamo battezzare quanti vengono dagli eretici. 23. 45. Anche questi ammette molto apertamente che alcuni suoi colleghi pensavano diversamente. Quindi, una volta di pi si conferma l'amore per l'unit, poich non si sono separati tra di loro con lo scisma, finch Dio non rivelasse 74 , ad una delle due parti, ci che pensavano diversamente. A Geminio, comunque, rispondo che i suoi colleghi non anteponevano gli eretici a se stessi, ma che riconoscevano anche negli eretici il battesimo di Cristo, come lo si riconosce negli avari, nei truffatori, nei ladroni, negli omicidi. L'assemblea di Satana non ha il battesimo. 24. 46. Rogaziano da Nova disse 75 : La Chiesa l'ha fondata Cristo, l'eresia il diavolo. Come pu avere il battesimo di Cristo la sinagoga di satana? 24. 47. Risposta: E che? Se Cristo ha formato gli uomini pii, e il diavolo quelli invidiosi, per questo il partito del diavolo, che consiste, come dimostrato, negli invidiosi, non pu avere il battesimo di Cristo? Confronto con Giuda. 25. 48. Terapio da Bolla disse 76 : Chi concede e consegna agli eretici il battesimo della Chiesa, che altro , per la Sposa di Cristo, se non un Giuda? 25. 49. Che forte confutazione degli scismatici, che si sono separati con un orrendo sacrilegio dall'eredit di Cristo diffusa nel mondo, sarebbe, se veramente Cipriano era in comunione con gente come Giuda, il traditore, ma non si contaminava! Se per si contaminava, diventarono, allora, tutti dei Giuda; dunque, anche ora sono tutti Giuda: ma se non lo sono, significa che i crimini degli antenati non toccano i posteri, anche se sono sorti dalla stessa comunione. Perch allora i Donatisti ci rinfacciano questi traditori, di cui non hanno provato la colpevolezza, e non rinfacciano a se stessi il nome di Giuda, con cui furono in comunione Cipriano e i suoi colleghi? Ecco il concilio di cui essi sono soliti vantarsi! In realt, noi diciamo che non consegna agli eretici il battesimo della Chiesa, chi approva il battesimo di Cristo anche negli eretici, come non consegna agli omicidi il battesimo della Chiesa, chi approva il battesimo di Cristo anche negli omicidi. Ma poich i Donatisti cercano di dettarci, traendole da questo concilio, le idee che dobbiamo avere, siano i primi essi a condividerle. Ecco, sono stati paragonati a Giuda, il traditore, quanti dicevano che gli eretici, anche se battezzati nell'eresia, non debbono essere ribattezzati! Ma con dei Giuda che comunicava Cipriano, che disse: Non giudicare nessuno, n allontanare dal diritto della comunione nessuno, se ha una opinione diversa 77 . E questi Giuda c'erano anche prima nella Chiesa, come manifesta questa sua frase: Ma si dir: che ne sar di coloro che in passato sono stati accolti nella Chiesa senza battesimo? 78 Che poi fosse questa la consuetudine della Chiesa, lo ricordano gli stessi membri del concilio. Ora, se chi non ribattezza non che un Giuda per la Sposa di Cristo, come ha detto Terapio, ma Giuda, come insegna il Vangelo, fu un traditore: dunque hanno comunicato con dei traditori, tutti quelli che lo dicevano anche allora e, prima che lo dicessero, erano tutti diventati dei traditori per via della consuetudine, che allora la Chiesa seguiva. Tutti dunque, noi e loro, in quanto derivati da quella unit, siamo traditori. Ma noi ci difendiamo in due modi: primo, perch non siamo d'accordo con il concilio, in cui stato espresso questo parere, salvo il diritto dell'unit, come Cipriano stesso ha premesso; e poi perch riteniamo che nell'unit cattolica, in attesa che alla fine la paglia venga separata dal grano, i cattivi non fanno nessun danno ai buoni. Quanto ai Donatisti, visto che citano il concilio quasi a favore loro, e sostengono che, per la comunione con i cattivi, quasi per un contagio, i buoni periscono, non trovano come dire: o che i primi cristiani, da cui essi sono derivati, non furono traditori, perch sono convinti da questo concilio, o che i crimini degli antichi non riguardano loro, visto che ci obiettano i nostri antenati. Dio non ascolta il peccatore. 26. 50. Un altro Lucio, da Membressa, disse 79 : Sta scritto: " Dio non ascolta il peccatore " 80 . Chi peccatore, come pu essere ascoltato nel battesimo? 26. 51. Rispondiamo: E perch viene ascoltato un avaro, un ladrone, un usuraio e un omicida? O questi non sono peccatori? Eppure Cipriano li rimprovera 81 e li tollera nella Cattolica. La consuetudine non da preferirsi alla verit. 27. 52. Un altro Felice, da Buslaceni, disse 82 : Nell'ammettere gli eretici senza il battesimo della Chiesa, nessuno anteponga la consuetudine alla ragione e alla verit, perch ragione e verit escludono sempre la consuetudine. 27. 53. Gli si risponde: Tu, mentre non mostri la verit, ammetti la consuetudine. Noi quindi avremmo il diritto di seguire una consuetudine, confermata in seguito da un concilio plenario, quand'anche la verit, che noi riteniamo ormai svelata, fosse ancora nascosta. Gli anticristi non possono ribattezzare. 28. 54. Un altro Saturnino, da Abitini, disse 83 : Se l'anticristo pu dare la grazia di Cristo, possono battezzare anche gli eretici, chiamati anticristi. 28. 55. Ma non potrebbe un altro dire: Se un omicida pu dare la grazia di Cristo, possono battezzare anche quelli che odiano i fratelli e che sono chiamati omicidi 84 ? Sembra quasi che abbia ragione, eppure lo possono fare. Dunque anche gli eretici. Gli eretici non hanno il battesimo. 29. 56. Quinto da Aguta disse 85 : Pu dare qualcosa solo chi ha qualcosa. Ma che cosa possono dare gli eretici che, come si sa, non hanno niente? 29. 57. Gli si risponde: Se vero che pu dare qualcosa solo chi ha qualcosa, evidente che gli eretici possono dare il battesimo, perch, pur allontanandosi dalla Chiesa, conservano il sacramento del lavacro che vi hanno ricevuto. In effetti, ritornando, non lo ricevono, perch, andandosene, non lo hanno perso. L'uomo non pu servire a due padroni. 30. 58. Un altro Giuliano, da Marcelliana, disse 86 : Se un uomo pu servire a due padroni, a Dio e a mammona 87 , pu anche servire a due battesimi, al cristiano e all'eretico. 30. 59. Anzi, se egli pu servire al casto e all'avaro, al sobrio e all'ubriacone, al pio e all'omicida, perch non al cristiano e all'eretico? Veramente egli non li serve, ma amministra loro o riceve da loro il sacramento, per la salvezza di chi ne fa buon uso e per la condanna di chi ne fa un cattivo uso. Dove non c' la Chiesa non c' battesimo. 31. 60. Tenace da Horrea Celia, disse 88 : C' un solo battesimo, ma della Chiesa. E dove non c' la Chiesa, non pu esserci il battesimo. 31. 61. Gli rispondiamo: Perch allora pu esserci dove non c' la pietra, ma la sabbia, se la Chiesa sta sulla pietra e non sulla sabbia? Gli eretici non hanno n Dio n Cristo. 32. 62. Un altro Vittore, da Assura, disse 89 : Sta scritto: C' un solo Dio, un solo Cristo, una sola Chiesa, un solo battesimo 90 . Come possibile battezzarsi dove non c' Dio, n Cristo, n Chiesa? 32. 63. E come possibile farlo sulla sabbia, dove non c' la Chiesa, perch sta sulla pietra, n Dio e n Cristo, perch il tempio di Dio e di Cristo non sta sulla sabbia? Fuori della Chiesa non c' salvezza. 33. 64. Donatulo da Capsa, disse 91 : Anche io ho sempre pensato che gli eretici, che fuori non hanno ottenuto niente, convertendosi alla Chiesa, vanno battezzati. 33. 65. A costui si risponde: Certo, fuori non hanno ottenuto niente, ma in ordine alla salvezza, non al sacramento. Infatti, la salvezza solo per i buoni, i sacramenti sono comuni ai buoni e ai cattivi. L'eretico non pu dare ci che non ha. 34. 66. Verulo da Russicade disse 92 : Un eretico non pu dare ci che non ha; a maggior ragione uno scismatico, che ha perso ci che aveva. 34. 67. Abbiamo gi mostrato che essi hanno il battesimo, perch andandosene, non lo perdono. Quando ritornano, infatti, non lo ricevono. Perci, se credevano di non poterlo dare, perch pensavano di non averlo, capiscano anche che possono darlo, se riconoscono di averlo. Gli eretici non possono avere niente. 35. 68. Pudenziano da Cuiculi disse 93 : La dignit dell'episcopato, fratelli dilettissimi, mi ha portato a sostenere le decisioni dei nostri antenati. Che, in effetti, le eresie non hanno n possono nulla, evidente; quindi molto giusto avere stabilito di battezzare chi viene dall'eresia. 35. 69. La risposta data ai colleghi precedenti, i cui giudizi Pudenziano sosteneva, si intenda data anche a lui. Gli eretici che vengono alla Chiesa bisogna battezzarli. 36. 70. Pietro da Ippona Zarito disse 94 : Dato che c' un solo battesimo, quello nella Chiesa cattolica, chiaro che non ci si pu battezzare fuori della Chiesa. Quindi i battezzati nell'eresia o nello scisma, venendo alla Chiesa, penso che bisogna battezzarli. 36. 71. cos vero che c' un solo battesimo, nella Cattolica, che quando alcuni escono dalla Chiesa, i battesimi, in essi, non diventano due, ma rimane il solo e medesimo. Quindi, ci che viene riconosciuto in quelli che ritornano, il battesimo ricevuto da quelli dai quali si sono allontanati, che essi, allontanandosi, non hanno perso. Si deve annullare tutto ci che fanno gli eretici. 37. 72. Un altro Lucio, da Ausafa, disse 95 : Secondo il sentimento del mio cuore e dello Spirito Santo, se c' un solo Dio, Padre del nostro Signore Ges Cristo, un solo Cristo e una sola speranza, un solo Spirito e una sola Chiesa, anche il battesimo 96 deve essere uno solo. Perci dico che, se presso gli eretici stato mosso o fatto alcunch, deve essere annullato, e quanti dall'eresia pervengono alla Chiesa, vanno battezzati. 37. 73. Si annulli, allora, il battesimo dato da quanti ascoltano le parole di Dio e non le mettono in pratica 97 , quando incominciano a passare dall'iniquit alla giustizia, cio dalla sabbia alla pietra. Ma se questo non si fa, perch anche in essi ci che era di Cristo non veniva violato dalle loro iniquit, allora lo si intenda anche degli eretici. In effetti, fin quando restano sulla sabbia, neppure essi hanno la stessa speranza di quelli che stanno sulla pietra. Tuttavia, in tutte e due vi uno stesso battesimo, anche se stato detto che, come vi una sola speranza, cos vi un solo battesimo. Il battesimo degli eretici non d la grazia. 38. 74. Felice da Gurgita disse 98 : Io penso che, secondo gli insegnamenti delle sacre Scritture, le persone battezzate illecitamente dagli eretici, fuori della Chiesa, se vogliono ritornare nella Chiesa, devono ricevere la grazia del battesimo, dove esso viene dato lecitamente. 38. 75. Rispondo: Anzi, esse incominciano ad avere lecitamente, per la loro salvezza, ci che avevano illecitamente, per la loro rovina; perch quando uno si converte a Dio con cuore sincero, giustificato dallo stesso battesimo, che lo giudicava nel momento in cui, ricevendolo, egli aveva rinunciato al mondo solo a parole e non a fatti 99 . Il battesimo degli eretici non d la salvezza. 39. 76. Pusillo da Lamasba disse 100 : Io credo che il battesimo salutare non si trova che nella Chiesa cattolica. Tutto ci che fuori della Cattolica, una finzione. 39. 77. vero: Il battesimo salutare non si trova che nella Chiesa cattolica. Certo, esso pu trovarsi anche fuori della Cattolica, ma qui non salutare, perch non vi opera la salvezza. Come il buon odore di Cristo non certamente salutare in quelli che si perdono 101 , non per un difetto suo, ma per uno loro. Tutto ci che si trova fuori della Cattolica una finzione, ma solo in quanto non cattolico. Ma fuori della cattolica pu esservi qualcosa di cattolico, come, fuori della comunit di Cristo, pot esservi il nome di Cristo; e in questo Nome scacciava i demoni quel tale che non seguiva Cristo con i discepoli 102 . Certo, la finzione pu trovarsi anche nella Cattolica, in quelli che rinunciano al mondo a parole e non a fatti 103 ; per la finzione non cattolica. Dunque, come nella Cattolica si trova ci che non cattolico, cos, fuori della Cattolica pu esservi qualcosa di cattolico. Gli eretici non hanno niente. 40. 78. Salviano da Gazaufala disse 104 : Che gli eretici non abbiano niente, risaputo; perci vengono da noi: per poter ricevere ci che non hanno. 40. 79. Rispondiamo: Dunque non sono eretici gli autori delle eresie, perch si sono allontanati dalla Chiesa e certamente avevano ci che vi hanno ricevuto. Ma se assurdo dire che non sono eretici quelli che fanno diventare eretici tutti gli altri, pu darsi che un eretico abbia un bene che usa male e lo porta alla perdizione. Seguire la verit non la consuetudine. 41. 80. Onorato da Tucca disse 105 : Cristo la verit, e quindi noi dobbiamo seguire pi la verit che la consuetudine, in modo da consacrare col battesimo della Chiesa gli eretici che vengono da noi, perch fuori non hanno potuto ricevere niente. 41. 81. Anche costui un testimone della consuetudine, e in questo ci di enorme aiuto, qualunque cosa sembra voler dire contro di noi. Ora, non che gli eretici vengono da noi, perch fuori non hanno ricevuto niente, ma perch ad essi cominci ad essere utile ci che hanno ricevuto. Il che, fuori, non proprio possibile. Consiglio di un nuovo vescovo. 42. 82. Vittore da Ottavo disse 106 : Lo sapete anche voi: non da molto che io sono vescovo, e perci aspettavo il parere dei miei predecessori. Allora penso che quanti vengono dall'eresia, bisogna certamente battezzarli. 42. 83. Consideri rivolta a s la risposta data a quelli, dai quali aspettava un consiglio. I vescovi fanno ci che hanno fatto gli Apostoli. 43. 84. Claro da Mascula disse 107 : noto il comando dato dal nostro Signore Ges Cristo, che invi i suoi Apostoli e concesse solo a loro il potere datogli dal Padre. Noi siamo succeduti a loro con lo stesso potere di governare la Chiesa del Signore e di battezzar la fede dei credenti. Perci gli eretici, che non hanno n il potere e n la Chiesa di Cristo, essendone fuori, non possono battezzare nessuno con il suo battesimo. 43. 85. Sono forse succeduti agli Apostoli anche gli empi omicidi? E perch, allora, battezzano? Forse perch non sono fuori? Ma sono fuori dalla pietra, alla quale il Signore ha dato le chiavi, e sulla quale ha promesso di edificare la Chiesa 108 . Non dobbiamo ingannare gli eretici. 44. 86. Secondiano da Tambeo disse 109 : Non dobbiamo ingannare gli eretici con la nostra presunzione; se essi non sono stati battezzati nella Chiesa del nostro Signore Ges Cristo e quindi non hanno ottenuto la remissione dei peccati, nel giorno del giudizio, ci accuseranno di non averli battezzati e di non avere ottenuto il perdono della grazia divina. Perci, visto che una sola la Chiesa e uno solo il battesimo, quando ritornano da noi devono ottenere, con la Chiesa, anche il battesimo della Chiesa. 44. 87. Anzi, una volta passati alla pietra e uniti alla colomba, devono ricevere il perdono dei peccati che non potevano avere fuori dalla pietra e fuori dalla colomba, sia che stessero apertamente fuori, come gli eretici, o che stessero quasi dentro, come i cattivi cattolici. Tuttavia, che essi hanno e danno il battesimo senza il perdono dei peccati, risulta chiaro, perch lo ricevono da quelli che, senza migliorare la loro vita, onorano Dio con le labbra, ma il loro cuore lontano da lui 110 . Comunque, come vi un solo battesimo, cos vi una sola colomba, poich quelli che non sono in comunione con la colomba, possono avere in comune il battesimo. Non dobbiamo ammettere gli eretici senza battesimo nella casa di Dio. 45. 88. Un altro Aurelio, da Cillavi, disse 111 : L'Apostolo Giovanni ha scritto in una sua lettera: " Se qualcuno viene a voi e non ha la dottrina di Cristo, non ricevetelo in casa e non salutatelo, perch chi lo saluta partecipa alle sue opere cattive " 112 . Come possiamo ammettere con leggerezza nella casa di Dio gli eretici ai quali vietiamo di entrare nella nostra casa privata? O come possiamo comunicare con quelli che sono senza il battesimo della Chiesa, se vero che partecipiamo alle loro opere cattive, anche con il semplice saluto? 45. 89. Su questo testo di Giovanni non c' da discutere a lungo, in quanto esso non riguarda la questione del battesimo che stiamo trattando. Giovanni dice: Se uno viene a voi e non ha la dottrina di Cristo 113 . Ora, gli eretici, abbandonando la loro dottrina erronea, si convertono alla dottrina di Cristo, per incorporarsi alla Chiesa e per incominciare a far parte anche della colomba di cui avevano il sacramento. Per questo viene loro dato ci che di essa non avevano, cio la pace e la carit che scaturiscono da un cuore puro, da una coscienza retta e da una fede non finta 114 . Ci che invece avevano, si riconosce e si accetta senza offesa, come Dio riconosce i suoi beni nell'adultera, anche quando segue i suoi amanti; quando, infatti, liberata dalla fornicazione, si converte alla castit, non le si rimproverano i doni, ma si purifica semplicemente 115 . Quindi, come avrebbe potuto difendersi Cipriano, quando comunicava con i cattivi, se gli avessero obiettato questo testo di Giovanni, cos si difendano quelli contro i quali esso viene citato, perch, come ho detto, non c'entra affatto con questa questione. Giovanni dice che non bisogna salutare i sostenitori di un'altra dottrina, l'Apostolo; invece, con pi veemenza dice: Se qualche fratello, tra voi, ritenuto un avaro, un ubriacone ecc., con lui non prendete neppure il cibo 116 . E dire che Cipriano aveva in comune con i suoi colleghi usurai, insidiosi, ingannatori e predoni, non la mensa personale, ma l'altare. E come questo si giustifichi lo si detto ampiamente gi in altri libri. Gli eretici non possono illuminare. 46. 90. Litteo da Gemelli disse 117 : Se un cieco conduce un altro cieco, entrambi cadono nella fossa 118 . Ora, poich ci risulta che gli eretici non possono dar luce a nessuno, poich sono ciechi, il loro battesimo non vale. 46. 91. Ma neppure noi diciamo che esso vale per la salvezza, fin quando sono eretici; cos come non vale per gli omicidi, fin quando odiano i fratelli 119 . Anch'essi, in effetti, sono nelle tenebre, e se qualcuno li segue, cadono entrambi nella fossa. Non per questo, tuttavia, non hanno o non trasmettono il battesimo. Gli eretici non possono avere rapporti con noi. 47. 92. Natale da Oea disse 120 : Sia io, che sono presente, che Pompeo di Sabrata e Dioga di Leptis Magna, che mi hanno dato questo incarico, che sono assenti col corpo, ma presenti con lo spirito 121 , la pensiamo come i nostri colleghi, e cio che gli eretici non possono essere in comunione con noi, se non sono stati battezzati col battesimo della Chiesa. 47. 93. Io credo che costui chiami comunione quella relativa all'unione con la colomba, in quanto non v' dubbio che nella partecipazione dei sacramenti, essi erano in comunione con gli eretici, non giudicando nessuno e non allontanando dal diritto della comunione chi aveva un'opinione diversa 122 . Ma quale che sia stato il senso del suo intervento, non si fa fatica a ribattere le sue parole. Non v' dubbio che non in comunione un eretico, che non stato battezzato col battesimo della Chiesa. Ma noto che il battesimo della Chiesa, consacrato dalle parole del Vangelo, si trova anche presso gli eretici, come vi si trova il Vangelo della Chiesa, e non appartiene alla loro perversit, ma conserva, certamente, la sua santit. Gli eretici si devono battezzare. 48. 94. Giunio da Napoli disse 123 : Io non recedo dalla mia idea di battezzare gli eretici che vengono alla Chiesa. 48. 95. Costui non ha portato nessuna ragione e nessun testo delle Scritture; perci non ci fermiamo a lungo. Il parere di san Cipriano. 44. 96. Cipriano da Cartagine disse 124 : La mia opinione l'ho espressa pienamente nella lettera a Giubaiano, nostro collega: gli eretici che, secondo la testimonianza del Vangelo e degli Apostoli, sono chiamati nemici di Cristo 125 e anticristi 126 , venendo alla Chiesa, vanno battezzati coll'unico battesimo della Chiesa, per passare da nemici ad amici, da anticristi a cristiani. Segue l'opinione di san Cipriano. 44. 97. Di che dobbiamo discutere, qui, visto che la lettera a Giubaiano, ricordata da Cipriano, l'abbiamo esaminata con tutta la cura possibile? Ma vogliamo ricordare che le sue parole valgono per tutti gli ingiusti, che sono anche nella Cattolica, come egli attesta e che hanno e danno il battesimo, come nessuno di noi nega. Alla Chiesa, infatti, vengono quelli che passano dal partito del diavolo a Cristo; che edificano sulla pietra; che si incorporano alla colomba, e che si proteggono nel giardino chiuso e nella fonte sigillata 127 , dove non ci sono quelli che vivono contro gli insegnamenti di Cristo, ovunque sembrino trovarsi. In effetti, nella sua lettera a Magno, trattando di questa stessa faccenda, Cipriano ci ha fatto chiaramente e sufficientemente capire in quale societ bisogna vedere la Chiesa. Parlando in generale dice: Si consideri straniero e profano, nemico della pace e dell'unit del Signore, colui che non abita nella casa di Dio, cio nella Chiesa di Cristo, dove abitano soltanto quanti hanno un cuore solo e un'anima sola 128 . A questo punto che diremo? Stiano un poco attenti quelli che cercano di opporci l'autorit di Cipriano. Se nella Chiesa di Cristo non abitano se non coloro che hanno un cuore solo e un'anima sola, senza dubbio non abitavano nella Chiesa di Cristo, anche se sembravano dentro, quelli che annunciavano Cristo senza carit, ma per invidia e spirito di contesa, e nei quali sono stati indicati dall'Apostolo, come intende Cipriano 129 , non gli eretici e gli scismatici, ma i falsi fratelli che vivevano con lui nella Chiesa 130 . Certamente questi non dovevano battezzare, perch non abitavano nella Chiesa, nella quale, come egli dice, non abitano se non quelli che hanno un cuore solo e un'anima sola; salvo che uno abbia tanto in orrore la verit, da dire che erano concordi ed unanimi gli invidiosi, i maligni e i litigiosi senza carit. Eppure essi battezzavano, senza che questa loro detestabile perversit, diminuisse o profanasse, in qualche modo, il sacramento di Cristo, che amministravano e dispensavano. 50. 98. Vale senz'altro la pena analizzare tutto il passo della lettera a Magno, che continua cos: Non abita nella casa di Dio, cio nella Chiesa di Cristo, nella quale abitano solo quelli che hanno un cuore solo e un'anima sola, come parla lo Spirito Santo nei Salmi, dicendo: " Dio che fai abitare nella casa coloro che hanno un'anima sola" 131 . E del resto che i cristiani sono stati legati tra loro, da una solida unit di spiriti e da una carit forte e indissolubile, lo dichiarano anche i sacrifici del Signore. In effetti, quando il Signore chiama suo corpo il pane 132 , formato dall'unione di molti grani, indica l'unione del nostro popolo, che egli annunciava; e quando chiama suo sangue il vino 133 spremuto dai grappoli e dai moltissimi acini d'uva e ridotto in un'unica realt, significa, ugualmente, il nostro gregge nato dall'unione e dalla fusione di una moltitudine di uomini riuniti 134 . Queste parole del beato Cipriano mostrano che egli ha capito e amato la bellezza della casa di Dio 135 ; casa formata da quanti hanno un'anima sola e un solo cuore, come egli ha affermato e ha provato con la testimonianza dei profeti e il simbolismo dei sacramenti, nella quale non c'erano certamente gli invidiosi e i malevoli, che erano privi di carit, e che pure battezzavano. Da ci risulta che il sacramento di Cristo possono averlo e darlo anche quelli, che non sono nella Chiesa di Cristo, nella quale, come Cipriano attesta, abitano solo quanti hanno un'anima sola e un solo cuore. Ma neppure si pu dire che i peccatori possono battezzare solo quando sono ignoti, visto che non erano ignoti all'apostolo Paolo, quelli che egli cita nella sua lettera, come un fedelissimo testimone, e dice di rallegrarsi perch anch'essi annunciavano Cristo. Di essi infatti dice: O per ipocrisia o per sincerit, purch si annunci Cristo, io me ne rallegro e me ne rallegrer ancora 136 . Qual la vera Chiesa. 51. 99. Fatte queste considerazioni, penso di non essere temerario nel dire che alcuni sono talmente nella casa di Dio, da essere essi stessi casa di Dio: quella che si dice edificata sulla pietra 137 , che chiamata unica colomba 138 , Sposa bella senza macchia n ruga 139 , giardino chiuso, fonte sigillata, pozzo d'acqua viva, paradiso con i frutti dei suoi alberi 140 , e che ha anche ricevuto le chiavi e il potere di sciogliere e legare 141 . E chi disprezza questa casa, che rimprovera e corregge: Sia per te - ha detto il Signore - come un etnico e un pubblicano 142 . Di questa casa detto: Signore, ho amato la bellezza della tua casa, il luogo in cui abita la tua gloria 143 ; e: Egli fa abitare nella casa quanti hanno un unico sentimento 144 ; e: Ho gioito quando dissero: andremo nella casa del Signore 145 ; e: Beati quanti abitano la tua casa: ti loderanno nei secoli dei secoli 146 ; e innumerevoli passi simili. Questa casa detta anche grano che porta frutto con pazienza, o il trenta o il sessanta o il cento per uno 147 . Questa casa significata nei vasi d'oro e di argento 148 , di pietre preziose e di legni immarcescibili. A questa casa detto: Sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l'unit dello spirito nel vincolo della pace 149 , e: Santo il tempio di Dio che siete voi 150 . Essa certamente formata dai fedeli buoni e dai santi servi di Dio, dispersi dappertutto, ma legati, per l'unione degli spiriti, nella stessa comunione dei sacramenti; sia che si conoscano di vista e sia che non si conoscano. Gli altri invece sono nella casa, non per in modo di appartenere all'organismo della casa e alla societ della giustizia fruttuosa e pacifica 151 , ma nel modo in cui si dice che la paglia sta in mezzo al frumento. In effetti, non possiamo negare che anche essi sono nella casa, se l'Apostolo dice: In una grande casa non vi sono solo vasi d'oro e di argento, ma anche di legno e di coccio. E alcuni servono per usi nobili, altri, invece, per usi spregevoli 152 . Di questo incalcolabile numero, fa parte non solo la folla che sta dentro, che opprime il cuore dei santi, che sono pochi in confronto alla grande moltitudine; ma anche quelli che hanno rotte le reti, cio le eresie e gli scismi, si trovano tra coloro che vanno considerati pi fuori che dentro la casa, e dei quali detto: Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri 153 . Sono infatti pi separati quanti, lo sono anche col corpo, di quanti stando all'interno, vivono in modo carnale e animale, e sono separati spiritualmente. Quelli che appartengono alla Chiesa. 52. 100. Ora, di queste categorie di uomini, sono primi quelli che stanno nella casa di Dio, s da essere essi stessi casa di Dio, o che siano gi spirituali o che, essendo ancora bambini, si nutrano di latte 154 , ma, con il cuore proteso, progrediscono verso la maturit spirituale. Nessuno dubita che essi abbiano utilmente il battesimo e lo trasmettano utilmente ai loro imitatori. Quanto ai finti, che lo Spirito Santo fugge 155 , anche se i buoni, per quanto in loro, lo trasmettano ad essi utilmente, costoro tuttavia, lo ricevono inutilmente, perch non imitano quelli mediante i quali lo ricevono. Quelli poi che sono nella grande casa, ma come vasi spregevoli 156 , hanno inutilmente il battesimo e lo trasmettono inutilmente ai loro imitatori. Mentre lo ricevono utilmente da loro, coloro che, con il cuore e con la vita, sono uniti non ad essi, ma alla santa casa. Coloro, invece, che sono pi separati, e che non sono tanto nella casa quanto dalla casa n lo hanno utilmente, n da loro lo si riceve utilmente, salvo nel caso di urgente necessit e sempre che il cuore di chi lo riceve non si separi dal vincolo dell'unit. Tuttavia lo hanno, bench inutilmente, e da essi lo si riceve, anche se inutile a chi lo riceve. Perch diventi utile, occorre allontanarsi dall'eresia e dallo scisma, ed unirsi alla vera casa. Ma questo, debbono farlo non solo gli eretici e gli scismatici, ma anche quelli che sono nella casa, per la comunione dei sacramenti, in modo tale da esserne fuori per la diversit della loro condotta. Cos, infatti, anche a loro incomincia ad essere utile, il sacramento che, diversamente, inutile. Alcune difficolt. 53. 101. Si suole anche discutere se bisogna accettare il battesimo da chi non lo ha mai ricevuto, ma che, curiosando, ha imparato a darlo, e se non conti nulla l'animo di colui che lo riceve: se egli lo fa con finzione o senza finzione. Se lo fa con finzione, quanto conta che lo faccia per inganno, nella Chiesa o in quella che si ritiene Chiesa, o per scherzo, come in una commedia; e che cosa sia pi criminoso, riceverlo nella Chiesa con inganno o nell'eresia o nello scisma senza inganno, cio, con l'animo non finto; e infine, se chi lo riceve nell'eresia con inganno o nella commedia con fede, possa essere colpito, durante la celebrazione, da un sentimento di piet. Se confrontiamo quest'ultimo a colui che lo riceve nella stessa Cattolica con inganno, sorprendente che si esiti su chi sia da preferire. Io infatti non vedo che cosa giovi l'animo di chi d il battesimo con sincerit, a chi lo riceve con inganno. Ma supponiamo che uno lo dia anche con inganno: visto che chi lo trasmette e chi lo riceve agiscono falsamente nella stessa unit Cattolica, si vuol sapere se meglio accettare questo battesimo o quello che si d in una commedia; se esista uno che, colto da improvvisa commozione, lo riceva con fede, o se, relativamente alle persone, ci sia grande differenza tra un credente nella commedia e un burlone nella Chiesa, ma questo non riguarda affatto l'integrit del sacramento. Se infatti, nella stessa Cattolica non importa niente, per l'integrit del sacramento, che alcuni lo amministrino con inganno o con sincerit, poich tutti amministrano lo stesso sacramento, non vedo perch debba importare fuori, quando colui che lo riceve, non indossa il pallio della finzione, ma si rinnova con la religione. Oppure contano di pi, per la stabilit del sacramento, le persone sincere tra le quali viene celebrato, che le persone false che agiscono per annullarlo, e dalle quali e sulle quali esso si celebra? Eppure, se in seguito si scopre la finzione, il battesimo non si ripete ma, o si punisce la finzione con la scomunica, o si guarisce con la penitenza. Risposte alle difficolt. 53. 102. Ma pi sicuro, per noi, non avventurarci, con una certa temerariet di giudizio, in questioni che non sono state affrontate in nessun concilio cattolico regionale, e n portate a termine in nessun concilio plenario, ma limitarci a dichiarare, con la fiducia di una voce sicura, ci che stato consolidato dal consenso della Chiesa universale, governata dal nostro Signore e Salvatore Ges Cristo. Tuttavia, se io mi fossi trovato nel concilio, dove si discutevano queste questioni, e non fossi stato preceduto da coloro di cui preferivo seguire i pareri, e uno mi avesse sollecitato a dire la mia opinione, non avrei assolutamente esitato, sempre che fossi stato animato dagli stessi sentimenti che provo mentre scrivo questo libro, a dire che hanno il battesimo quanti, ovunque e da chiunque lo avessero ricevuto senza finzione e con una certa fede, purch consacrato dalle parole del Vangelo; anche se avrei detto che esso non avrebbe giovato loro alla salvezza dello spirito, se mancavano della carit, con la quale si univano alla Chiesa cattolica. Se io avessi una fede da trasportare le montagne - ha detto Paolo - ma non avessi la carit, non sono niente 157 . Come gi nelle decisioni dei nostri antenati, io non dubito che il battesimo lo hanno anche quelli che, se anche lo ricevono con inganno, per lo ricevono nella Chiesa o dove credono che sia la Chiesa, nella cui assemblea esso si riceve e dei quali stato detto: Sono usciti da noi 158 . Ma nel caso non vi fosse una societ di quelli che credono questo, e n lo credesse colui che ve lo riceve, ma facesse tutto per gioco, per simulazione e per scherzo, allora, per sapere se va riconosciuto un battesimo dato in questo modo, ritengo che bisogna implorare con preghiera unanime e con intensi gemiti, durante l'umile preghiera, il giudizio di Dio, per mezzo dell'oracolo di qualche rivelazione; cos che io resto in umile attesa di quanti parleranno dopo di me, per vedere se portano qualche idea che hanno gi esplorata e conosciuta. A maggior ragione, dunque, ora, senza pregiudicare una ricerca pi accurata o l'intervento di una autorit pi grande, si deve accettare questo che ho detto! Conclusione dell'opera. 54. 103. Ma ormai tempo, io credo, di portare a buon fine anche questi libri sulla questione del battesimo, dove il Signore Dio nostro ci ha mostrato, mediante il pacifico vescovo Cipriano e i suoi sostenitori, quanto si debba amare l'unit cattolica, tanto che essi, in ci che pensavano diversamente, in attesa che Dio li illuminasse 159 anche su questo, preferirono tollerare i sostenitori dell'idea contraria, anzich separarsi da loro con uno scisma nefando: e cos si tappa la bocca ai Donatisti, anche se non dicessimo niente dei Massimianisti. Se infatti, nell'unit, i cattivi contaminano i buoni, Cipriano neppure troverebbe pi nessuna Chiesa a cui aggregarsi. Se invece, nell'unit, i cattivi non macchiano i buoni, il sacrilego donatista non pu addurre nessun motivo per il suo scisma. Quanto al battesimo poi, se lo hanno e lo trasmettono molti di coloro che compiono quelle opere della carne, i cui autori non possederanno il regno dei cieli 160 , allora lo hanno e lo trasmettono anche gli eretici, che sono annoverati tra queste opere: essi infatti, andandosene, non lo hanno perso e, restando fuori, hanno potuto trasmetterlo; ma gli eretici lo trasmettono agli eretici senza frutto e tanto inutilmente, quanto tutti gli altri peccatori, che sono simili a loro in quanto non possederanno il regno di Dio. E come negli altri peccatori, quando si correggono, non incomincia ad esserci un battesimo che non c'era, ma comincia a portare frutto quello che c'era, altrettanto negli eretici. Di conseguenza, Cipriano e i suoi sostenitori non poterono imporre il loro pensiero alla Chiesa cattolica, che essi non vollero lacerare. Per il fatto che essi pensarono in modo diverso non ci spaventiamo, perch con loro veneriamo anche Pietro; per il fatto che non si separarono dall'unit ci rallegriamo, perch siamo edificati con loro sulla pietra 161 .