Introduzione
a
Martinez de Pasqually
Commento al Trattato della Reintegrazione degli Esseri
Di Robert Amadou
SOMMARIO
pag.
I. Genesi in breve
15
15
a- Dio
"
15
18
"
21
d- Il Triangolo
24
e La triplice essenza
25
28
30
32
33
l La Restaurazione
36
38
39
41
4. Il celeste
46
5. Il terrestre
51
54
59
1. Il divino
2. Il sovraceleste
a Quattro Cerchi
Martinez lo Gnostico
Genesi in breve
Prima dei tempi, Dio eman degli esseri spirituali a sua gloria. Questi esseri, liberi e discreti, erano
investiti di un culto fissato da leggi, precetti e comandi eterni.
Grandi erano in essi virt e potenze, ma una sublime origine imponeva loro di non agire che come
cause seconde e di soddisfarsene. Essi considerarono pertanto l'Eterno come un uguale e vollero,
per conseguenza, emanare a loro volta e di loro spontanea volont, delle creature spirituali soggette
ad essi n pi n meno di quanto essi non dipendessero da Dio. Risolsero di operare, a pregiudizio
delle leggi che l'Eterno aveva prescritte per limitare le loro operazioni spirituali divine.
In punizione di questa volont criminale e prima che avessero potuto esercitarla efficacemente, gli
spiriti perversi furono precipitati nei luoghi di soggezione, di privazione e di miseria. Ora, non v'era
prigione prima che dei prigionieri vi potessero essere rinchiusi. L'E terno cre dunque l'universo
fisico, in apparenza di forma materiale asilo dei demoni e svolgimento delle loro cattive operazioni.
Spiriti rimasti fedeli gli servirono da operai e produssero per suo ordine le tre essenze spirituali
fondamentali (Zolfo, Sale e Mercurio) che formano il mondo del tempo. Poich allora ebbe inizio il
tempo. E con il tempo, la materia. Nel caos erano racchiusi tutti i principi di incorporamento.
Elettrizzato dall'inserimento di un principio di vita passiva, il caos esplose; e ricaddero il fuoco,
l'acqua, la terra. un altro modo di narrare la produzione delle tre essenze che corrispondono
rispettivamente ai tre elementi.
Sullo statuto ontologico e sulla carta del mondo fisico da cui dobbiamo partire poich dall'altro
siamo esiliati, ci si istruir come su questo, esplorando la figura universale. Per il momento,
consideriamolo in una giusta prospettiva: attualmente occorre convincervi che la materia prima non
venne concepita dallo spirito buono che per contenere e assoggettare lo spirito cattivo in uno stato
di privazione e ch veramente questa materia prima, concepita e partorita dallo spirito e non gi
emanata da lui, non era stata generata che per essere alla sola disposizione dei demoni.
Ma seguitiamo a raccogliere l'epopea martineziana (in prosa senza dubbio, ma la poesia non vi
manca affatto), mentre nella natura l'uomo sta per cadere.
Poich ecco l'uomo. L'Eterno, affinch la sua gloria fosse manifestata contro i demoni e verso gli
stessi angeli, l'Eterno emana il minore spirituale, il minore, anch'egli libero e discreto, Adamo o
La Genesi spiega i modi e che sono tutti modi di vita. Ricapitoliamo cause ed effetti:
A causa della prevaricazione dei primi spiriti, i tempi e l'universo furono creati; allora gli abitanti
delle differenti classi dell'immensit furono dedicati a contribuire al mantenimento e alla durata
fissa dell'universo. Ma, per la prevaricazione dell'uomo questi stessi spiriti furono obbligati a
contribuire alla riconciliazione e alla purificazione dei minori, per la quale riconciliazione questi
minori stimolano l'anima spirituale degli uomini ed altri esseri spirituali che tu conoscerai in
seguito. Per queste due specie di azioni gli spiriti divini sono impiegati in parte a favore del
temporale, sebbene essi non siano tuttavia assoggettati al tempo. Si, Israele, te lo ripeto, senza la
prevaricazione dell'uomo, gli spiriti divini non sarebbero stati sotto messi che in un sol modo al
temporale; ma senza la prevaricazione dei primi spiriti, non lo sarebbero stati del tutto. Senza questa
prima prevaricazione, nessun cambiamento sarebbe sopraggiunto nella creazione spirituale; non si
avrebbe avuto nessuna emancipazione di Spiriti fuori dell'immensit; non si sarebbe avuto nessuna
creazione di limite divino, sia sovraceleste, sia celeste, sia terrestre, n di spiriti inviati per attivare
le differenti parti della creazione. Tu non puoi aver dubbio di tutto ci, poich gli spiriti minori
ternari non avrebbero mai abbandonato il posto che occupavano nell'immensit divina, per operare
la formazione di un universo materiale. Per conseguenza, Israele, i minori uomini non sarebbero
stati mai possessori di quel posto, e non sarebbero stati emanati nella loro prima dimora, o, se fosse
piaciuto al Creatore di emanarli dal Suo seno, essi non avrebbero mai ricevuto tutte le azioni e le
facolt potenti di cui sono stati rivestiti a preferenza di ogni altro essere spirituale divino emanato
prima di essi.
Tali sono gli effetti dedotti dalle loro cause, per l'insegnamento di un maestro: Tradizione,
tradizione delle cose dello spirito.
"Rivelazioni naturali" il primo titolo che Saint-Martin aveva deciso di dare al libro che apparve nel 1800 con il
titolo: "Spirito delle cose".
Un tipo, come ogni simbolo nel vero senso (che non segno banale e meno ancora segnale), polivalente (o
multivoco) per definizione. L'occasione si offre qui per dimostrarlo con un esempio. L'eclisse avvenuta alla morte del
Cristo proprio - secondo Martinez - il tipo di cui si detto or ora. Ma pure, secondo lo stesso, quello delle tenebre
dell'ignoranza degli Ebrei; quello dell'accecamento degli increduli; era anche il tipo del flagello inflitto agli spiriti
demoniaci che il Cristo, con la sua operazione, ridusse pi in basso di quanto non fossero nella loro privazione di
potenza contro la creazione generale e particolare.
3
Saint-Martin rester fedele al suo primo maestro quando definir, per i giovani Eletti Cohen, la natura delle forme
materiali. Ma servir l'astrusa dottrina con uno stile limpido.
Approfittiamone:
Gli esseri corporei, spiega il Filosofo Incognito, non essendo che il frutto dell'operazione spirituale della facolt divina,
questa operazione diventa di una necessit assoluta per la loro esistenza, in modo che se questa operazione cessasse un
solo istante, essi non sarebbero pi nulla; necessario che ricevano continuamente le influenze di questa operazione
spirituale divina (...) Dunque chiaro che l'unione di tutte le cose corporee infatti non e che una benedizione continua,
poich tutto ci che si opera, sia in generale, sia in particolare non altro che l'operazione stessa di una delle facolt
divine (...) La materia non nulla per se stessa, (...) non che un essere apparente, cio che non vive che per l'azione e
la vita stessa di colui che incaricato di operare; e nell'esatta verit, non potrebbe essere altrimenti, senza che l'unit
spirituale e divina fosse sfigurata, perch se, la materia fosse reale, sarebbe necessariamente eterna. (...) Poich la
materia o la creazione universale non esiste e non vive che per l'azione e per la vita dell'essere spirituale incaricato di
operare, l'esistenza di questa materia dunque il segno stesso, la testimonianza evidente e la prova vivente della potenza
e della benedizione che la produce; essa prova, in una parola, la realt di colui che l'opera, poich questa realt non in
essa. (Trait des bndictions, ap. Oeuvres posthumes, Tours, Letourmy, 1807, t. II, pp. 156, 156-157, 158 e 159).
Poich in tutti i campi, il minore, dalla sua prevaricazione costretto ad operare come un essere
puramente spirituale temporale, soggetto al tempo e alla pena del tempo, sarebbe orgoglio
trascurare le lezioni della natura, dove Dio le ha seminate a nostra intenzione. Le scienze stesse
della natura, quando l'uomo ha effettuato la sua conversione, si trovano giustificate, purch non si
prendano, esse non la materia, sul serio e poich descrivono per filo e per segno i giochi divini di
questa materia illusoria che un poco il nostro libro d'immagini 5 .
"Questo mondo di rugiada non che un mondo di rugiada". A questo hai-kai di un Orazio
nipponico, perch non prestare un senso teosofico?
La Provvidenza, in cui l'amore di Dio per la sua Gloria - Dio, secondo Angelus Silesius, non pu
amare che Dio 6 - equilibra la Giustizia, ha voluto che uno stesso mezzo servisse a punire e a
riabilitare. Nella sua prigione, il minore soffre; ma spera anche e lotta. Poich, sul posto e tra le
pene, lo affliggono, per poco che non si isoli e egli stesso, ricordo della sua origine, previsione del
suo destino; si offre un aiuto per risalire al paradiso perduto.
L'uomo dir Saint-Martin, allievo delle classi cohen, non dovrebbe camminare che con rispetto tra
tutte le opere della natura poich egli non pu fare un passo senza trovarvi il suo Dio 7 .
vero che "la materia apparente che vela e separa ogni essere minore dalla conoscenza perfetta di
tutte le opere considerevoli che opera in ogni istante il Creatore per la sua pi grande gloria".
vero che i cieli planetari "velano, con i loro corpi di materia, ai minori spirituali la grande luce
divina che rema nel cerchio celeste". Ma il mondo celeste conserva sempre la forma della sua
"La ralisation thomorphique chez Martinez de Pasqually". Les Cahiers d'Herms. II. Paris, La Colombe, 19k7, p.
163.
5
Vedi i "Pensieri sulle scienze naturali" di Saint-Martin.
6
cfr. : "Cherubinischer Wandersmann" v. 34.
7
"Mon portrait historique et philosophique". Paris, R. Juillard, 1961, n361. Ecco il perch, secondo la linea di
Martinez: Tutti gli esseri visibili dell'universo sono l'espressione e il segno della facolt e dei disegni di Dio, nello
stesso modo che noi abbiamo considerato tutte le nostre produzioni come l'espressione sensibile del nostro pensiero e
delle nostre facolt interiori (...) i principi universali, generali e particolari si manifestano ciascuno nelle produzioni che
sono loro proprie, allo scopo di rendere con ci le loro virt visibili agli esseri distinti da essi, che, essendo destinati a
ricevere la comunicazione e il soccorso di queste virt, non potrebbero senza questo mezzo. Cos, tutte le produzioni,
tutti gli individui della creazione generale e particolare, non sono, ciascuno nella sua specie, che l'espressione visibile,
il quadro rappresentativo delle propriet del principio, sia generale; sia particolare, che agisce in essi. Tutti devono
portare su di se i segni evidenti di questo principio che li costituisce. Devono annunciarne chiaramente il genere e le
virt, con le azioni e i fatti che operano. In una parola, devono esserne il segno caratteristico e, per cos dire, l'immagine
sensibile e vivente. (Tableau naturel ... ed. 1782, t. I, p. 40, 42)
Martinez si riteneva agente della tradizione; cio semplice portavoce, ma araldo della Verit. Agente della tradizione,
cio agente della cosa (risposta del 11. 7. 1770 ap. van Rijnberk op. cit. t. II, p. 144). Ecco il nodo. Martinez umile in
quanto alla sua persona. Non rivendica alcuna originalit di pensiero, al contrario. Buon uomo, scrive: "Non ho mai
cercato di indurre alcuno in errore ne ingannare le persone che sono venute da me in buona fede per aver qualche
conoscenza che i miei predecessori mi hanno trasmessa.
Ma Dio stesso alla sorgente della tradizione e Martinez pu dunque assicurare tranquillamente che trasmette il suo
messaggio "cos chiaramente come la verit della saggezza me lo ha dettato", non precisa mediatamente o
immediatamente. Sappiamo che ci avvenne nel primo modo senza dubbio, senza negare che non abbia potuto essere
nel secondo. Da cui la pretesa suprema di Martinez in quanto alla sua propria veracit (e al suo personaggio strumento
della vera dottrina): "La scienza che professo certa e vera perch non deriva dall'uomo; e colui che l'esercita senza
risentirne i favori non deve prendersela che con se stesso.
Senza analizzare i diversi giudizi, tutti millantatori ma ineguali nella lode, che Saint-Martin ha emesso del suo primo
educatore, rileggiamo le righe tardive e pi riservate in cui egli annovera pertanto questi tra gli eletti: Del resto ci sono
misure infinite nella distribuzione di questi favori; coloro che ho conosciuto non hanno goduto che nelle misure parziali
e che non erano che i frutti dei loro lavori. Gli eletti di un altro ordine godono per l'azione gratuita e volontaria della
saggezza che sta al di sopra di noi; dovete sentire quale la differenza. Infine, Signore, se desiderate ampi particolari
su questi oggetti, aprite la Sacra Scrittura, non che la raccolta di queste opere dello Spirito sugli elettive queste opere o
queste comunicazioni vi offriranno ogni specie di colori, sfumature, senza avere il timore dei miscugli impuri che
ritrovano tanto spesso tra gli eletti di una classe minore.
Il divino
Dir poco dell'immensit divina, perch occorrerebbe essere la Divinit stessa per poter vivere in
quel luogo dove gli esseri spirituali pi perfetti non potrebbero penetrare, se non Dio stesso.
Cos Martinez inaugura la sua spiegazione della figura universale. Poi continua: "La prima parte di
questo quadro : Ma si tratta dell'immensit ce leste e, ormai, nel commento della figura, questa
sembrer ridotta alla sola sezione inferiore, sola particolareggiata sul disegno la sezione del nonDio. Del divino in se, Martinez non parla affatto 1 .
Nondimeno qua e l, seguendo il Trattato le informazioni abbondano su Dio e sull'immensit
divina; Dio e l'immensit divina di cui la frase iniziale del presente capitolo implica la doppia
esistenza ed il rapporto. Ma le stesse parole tradiscono l'ambiguit di questo.
Dio
Dio o la Divinit - sinonimi, sembra, in Martinez 2 -, Dio, o la Divinit, . Egli l'Eterno. L'Eterno
uno; il Creatore e il Signore. Questa confessione banale per la maggior parte dei monoteisti
religiosi, riceve, nel Trattato, una qualifica generalmente gnostica e in particolare martineziana.
Dio l'Eterno. prima del tempo ed ha creato il tempo. Ma nell' immensit divina, se non in seno a
Dio, il tempo ha echeggiato. A causa della creazione e delle sue cause.
L'Eterno uno. uno assolutamente e semplicemente. Il dogma della Santa Trinit, nella sua
formula nicena, ripugna a Martinez: impossibile, dice, che il Creatore sia diviso in tre nature
1
cfr. la versione dello stesso passaggio secondo il manoscritto del principe Chrtien de Hesse che cito per eccezione:
Non ti parler affatto dell'immensit divina perch occorre essere la Divinit stessa per leggere nello spazio divino dove
gli spiriti pi puri e pi perfetti non potrebbero leggere e penetrare senza essere la Divinit stessa (ap. van Rijnberk, t. I
pp. 68-69) Esempio topico e tipico: questa versione di stile migliore senza dubbio e di migliore logica: identica in
quanto al senso; ma evidentemente riveduta in rapporto all'originale.
2
La dialettica divina ("endoteica" sarebbe migliore se non dovesse far paura) non si stabilisce dunque, in Martinez,
(come avvenne in Eckhart, per esempio) tra "Dio" e la "Divinit". Ma questa dialettica, che esiste in Martinez, articola,
nel Trattato come in ogni gnosticismo, Dio o la Divinit con l'immensit divina, la corte ce leste, il pleroma emanato da
Dio, quasi Dio stesso. Intorno a questo quasi si sviluppa la dialettica in questione.
Cos Dio ha innata in s una sorgente inesauribile di esseri che egli emana con la sua pura volont e
quando gli piace. A motivo di questa moltitudine infinita di emanazioni di esseri spirituali fuori di
se stesso egli porta il nome di Creatore e le sue opere quelle della creazione divina, spirituale e
animale, spirituale temporale.
Martinez dapprima ha parlato dell'emanazione che ha identificato con la funzione creatrice, poi si
ricordato che questa funzione non produceva solo degli esseri emanati, ma anche degli esseri creati,
nel sen so stretto del termine questa volta, ed ha terminato con una enumerazione in cui gli uni e gli
altri si toccano, per suggerire la potenza del Creatore nel senso pi largo. Semplice esempio di
discorso martineziano. Ma occorreva scrutarne uno e questo presenta, all'occorrenza, un valore
intrinseco che lo segnalava. Esso richiede una precisazione. Eccola. - sempre da questo stesso
Creatore che proviene ogni principio di vita, sia corporale, sia spirituale, di tutto ci che pu
esistere.
Precisione infatti; e cardinale nella sua generalit e nel suo particolare. Non esclude, nella sua
generalit, l'ipotesi di un demiurgo?
L'indice del Trattato che termina il ms. LT. di quest'opera, non comprende la parola Dio n la parola Trinit. Ma vi si
trova (cfr. Amadou, Trsor martiniste p. 52) Divinit (della) delle tre persone, seguita dal riferimento al passaggio da
cui queste due frasi sono estratte e altre saranno citate infra, a proposito della triplice essenza divina. Poich Martinez
personifica persino il ternario nel vocabolario del dogma che condanna questo passaggio. Ma non nel senso del dogma.
4
Martinez suppone questa ambiguit nella frase iniziale del presente capitolo. L'ho indicata e la spiego. Infatti Martinez
parla di Dio e dell'immensit divina, come di due realt distinte. Ma Afferma che solo Dio o la Divinit, pu penetrare
nell'immensit divina e che neppure gli spiriti pi perfetti lo possono. Immensit divina sembra, in questo contesto,
significare Dio stesso nella sua infinit. Ma, altrove, lo si vedr, l'immensit divina ci descritta come abitata dagli
spiriti di differenti classi compresi i pi perfetti degli esseri spirituali. E allora, Dio passa per il Signore di una corte
divina con la quale egli non si confonde e che non altro che l'immensit divina.
5
Altrove Martinez condanna esplicitamente questa ipotesi e accusa i demoni di averla ispirata: questi spiriti perversi
persuasero questi minori che la Creazione universale era attribuita falsamente alla Divinit, che questo Dio che essi
avevano inteso una volta non era altro che uno di loro, che dirigeva tutta la creazione e lo stesso uomo sin dal suo arrivo
sulla terra, e che per conseguenza, l'emanazione dei minori venendo dal gran principe del mezzogiorno, capo principale
di ogni essere materiale e sopranaturale (che vuol dire veicolo del fuoco asse centrale incorporato in una forma [per
Prima del tempo Dio emana degli spiriti. Parecchie domande si pongono.
Si domander che cosa erano questi primi esseri prima della loro emanazione divina, se esistevano
o se non esistevano. Esistevano in seno alla Divinit, ma senza distinzione d'azione, di pensiero e
d'intendimento particolare, essi non potevano agire n sentire che per la sola volont
dell'essere superiore che li conteneva e nel quale tutto era mosso; il che, in verit, non si pu dire
esistere; tuttavia questa esistenza in Dio di una assoluta necessit; essa che costituisce
l'immensit della potenza divina.
Quale era il loro numero? Un'infinit. La moltitudine degli abitanti dell'immensit divina cresce e
crescer incessantemente e all'infinito senza trovar mai limite.
Il loro luogo? Essi occupavano l'immensa circonferenza divina comune mente chiamata
Dominazione e che porta il suo numero denario secondo la figura seguente
Questa figura
Sin dalla 2 pagina del Trattato, rilevo un esempio di questa negligenza: i primi spiriti emanati dal seno della Divinit
(...) occupavano l'immensa circonferenza divina (...) ed l che ogni spirito superiore 10, maggiore 8, inferiore 3 e
minore 4, doveva agire e operare. Ora questa enumerazione non corrisponde all'immensit divina n prima, sebbene vi
aspira, n dopo la prevaricazione dei demoni. Concerne un po' l'uno e l'altro stato che verranno descritti dopo.
10. Cerchio degli spiriti superiori denari: come agenti e ministri speciali della potenza universale
denaria del Padre creatore di tutte le cose.
8. Cerchio degli spiriti maggiori ottonari: come agenti e ministri immediati del Verbo di Dio, che
riunendo in s la sua potenza divina qua ternaria e la potenza quaternaria del Padre di cui
l'espressione e l'immagine, chiamato l'essere di doppia potenza universale.
7. Cerchio degli spiriti inferiori settenari: come agenti e ministri diretti dell'azione divina operante,
terza potenza creatrice dell'unit che riunisce in s la propria potenza quaternaria divina ed opera di
rettamente la triplice essenza creatrice v ne distribuisce a tutti gli esseri emanati i doni santificatori.
3. Cerchio degli spiriti minori ternari: come gli agenti di manifestazione della quadruplice essenza
divina 9 .
N. B.
J. B. Willermoz, "Quaderno D 5" apud van Rijnberk, Episodes de la vie sotrique ... Il seguito del passaggio merita
di essere letto in nota: Sono queste quattro classi degli esseri spirituali che la Chiesa cristiana onora, venera e ha
designato con il nome di Angeli, Arcangeli, Cherubini e Serafini; ma questi nomi collettivi e apparenti di ogni classe
sono molto meno forti in virt e potenze ai veri nomi degli esseri che abitano i quattro cerchi spirituali di cui parliamo
qui ... . Notiamo qui che i numeri 10, 8, 7, 3, dell'azione spirituale di ciascuna di esse, danno insieme con la loro
addizione = 28 = 10, il che dimostra ancora che ogni potenza e azione spirituale provengono dall'unit divina (id. p.
152p). Sul rapporto dei quattro cerchi spirituali divini, delle "persone" divine e della triplice e quadruplice essenza
divina, vedi, infra, ci che concerne quest'ultima.
10
14
l'unit indivisibile da cui tutto deriva e in cui tutto sar reintegrato. L'intera figura evoca il denario.
Il segreto del denario - o vecchia Tetractys pu comunicarsi cos: 1 = 1 = 4. Infatti, 4 derivando dai
numeri 1, 2 e 3, di cui termina e sintetizza alla perfezione la serie aritmetica che fanno partendo da
1, 4 dunque anche 1,2, 3 e se stesso; o 1 + 2 + 3 + 4. Il totale teosofico di questa addizione
evidentemente: 10 = 1 + 0 = 1. Al centro dunque: 1 che vale 4, 1'unit divina la cui essenza
quadrupla. Alla circonferenza: 0 per la sola circonferenza, o 10 per la circonferenza riferita al suo
centro, cio il cerchio.
Il 4 esprime immediatamente, vive, eternamente e senza posa, per l'emanazione di spiriti divini, di
cui il minore pi dotato (ed ecco perch, capolavoro di Dio, spirito quaternario, e, capolavoro
della creazione, assicura in modo eminente e completo la presenza del 4 nella creazione universale).
14
Ogni simbolo designa una moltitudine di cose. Cos, nell'ultimo caso, la circonferenza 0 che suggeriva la corte
divina, ora suggerisce l'universit della creazione, che vi si comprenda o no l'immensit divina. (E sar secondo
l'accezione, che l'incertezza di Martinez ci lascia liberi di scegliere per la parola "creazione")
Sono la triplice essenza divina le tre potenze attive di Dio con le quali Dio stesso, 1, la cui essenza
pi essenziale reca 4, opera e conserva la creazione.
L'essenza quadruplice all'inizio nascosta nell'unit; si ritrova all'arrivo come la sintesi delle
potenze creatrici 1, 2, 3. alla fine perch era all'inizio.
Saint-Martin scrive bizzarramente: 3 la vettura, 4 il cocchiere, 10 la strada
15
. Questo aforisma
riassume il processo della creazione universale: Dio la cui unit sottintesa perch essa sottintende,
ha aperto ed infilato la strada 10, dirigendo in quanto 4, la sua triplice operazione. Ma la
reintegrazione riscopre la genesi. Saint-Martin fedele all'aritmosofia martineziana, indica nello steso
piano che lo spirito minore, 4 (ma 4 pure Dio al quale il minore si sottomette per mantenere la sua
qualit quaternaria), impiegher la sua forma corporea, 3 (ma 3 pure la triplice potenza creatrice
che l'uomo possiede a immagine di Dio)
16
universale 10 (ma 10 pure Dio stesso nella sua infinit, Dio in tutto).
15
"Carnet d'un jeune Elu Cohen" n. 265, Atlantis, mars-avril 1968, p. 275.
Alcune righe da introduzione all'antroposofia: "Se il Creatore non avesse avuto l'intenzione, non avrebbe avuto la
volont non avrebbe avuto parole d'azione. Ora, poich l'essere spirituale minore non che il frutto dell'operazione di
questi tre principi divini, occorreva che il primo uomo portasse i segni della sua origine e che avesse per conseguenza
questi tre principi innati in lui, quando l'Eterno lo stacc dalla sua immensit divina per essere Uomo-Dio sulla terra
(56-57).
16
17
Il triangolo non simboleggia la Santa Trinit. Opponendosi ad una visione cos tradizionale nella
Chiesa che ufficialmente la sua, Martinez trova una scappatoia per non ritornare sulla Santa
Trinit di cui gi una volta, non senza coraggio, egli ha respinto, magari messo in ridicolo il dogma.
D'altra parte il suo sentimento molto mosaico della trascendenza divina gli segnala in ogni
immagine la minaccia di un idolo. Pertanto, egli applica il triangolo ad una manifestazione della
triplice potenza, della triplice essenza divina, e le attribuisce dunque questo stesso triangolo. Senza
forzare il pensiero di Martinez. lo prolungo, sebbene egli si rifiuti, nel senso della tipologia: il
simbolo martineziano del triangolo - per natura equivoco - suggerisce il pensiero creatore di Dio,
l'immaginazione che ne ha meditato la figura. Il Trattato stesso non ne parla come della figura che il
Creatore aveva concepito nella sua immaginazione pensante.
Poich, spiegher Saint-Martin, ogni atto da parte dell'Eterno costituisce un centro con tre angoli. Il
centro emanato l'immagine del l'essere prodotto: i tre angoli, l'immagine delle sue facolt o
potenze. In tutti gli esseri non c' di fisso che il centro. Tutte le loro potenze sono mobili. L'Essere
Supremo il solo di cui le potenze siano cos fisse come il loro centro.
La fissit dei centri rappresentata da 1 poich questa unit che governa tutto in ogni essere. La
mobilit delle potenze rappresentata da 0 (zero) poich nei numeri questo zero non esprime che le
potenze degli esseri, e che non cambia affatto il loro valore radicale 18 .
Dunque il triangolo il simbolo universale delle leggi particolari che hanno prodotto i corpi 19 .
17
Il seguito di questo passaggio importante ma interessa particolarmente il capitolo del terrestre. Lo si trover citato
infra III 5.
18
Des Nombres, ed. 1843, paragr. 7, p. 32.
19
Saint-Martin: Tableau naturel, ed. 1782, t. I, p. 261.
La triplice essenza
Giacobbe riconosce veramente Abramo come tipo del Creatore dalla moltitudine di potenze
spirituali che gli furono date. Riconosce Isacco come il tipo del Figlio divino, o dell'azione divina
nella grande posterit di Dio che deriva da lui, nella quale l'elezione e la manifestazione della gloria
divina si operata. E con lui Giacobbe riconosce il vero tipo dello Spirito per mezzo delle grandi
meraviglie che il Creatore aveva fatto per lui, mostrandogli chiaramente la gloria divina.
Ora da ci che stato insegnato che Dio era in tre persone e ci perch il Creatore ha operato tre
azioni divine e distinte le une dal le altre in favore dei tre minori di cui abbiamo parlato,
conformemente ai tipi che essi devono formare nell'universo.
E Martinez riprende paradossalmente la terminologia trinitaria, parla di tre persone che sono il
Padre, il Figlio e lo Spirito Santo!
I suoi discepoli afferreranno la palla al balzo, voglio dire le parole alla letterate identificheranno la
triplice essenza divina con la Santa Trinit dei cristiani ortodossi. Pertanto si visto che Martinez
non ammetteva questo dogma, si visto e si vedr sempre pi chiaramente che la sua concezione
del ternario divino proviene da un'altra teologia.
Questo ternario quello delle tre facolt divine.
L'addizione misteriosa che l'Ordine (degli Eletti Cohen) insegna del le tre facolt divine che sono il
Pensiero la Volont e l'Azione o, in un altro senso, che spiegheremo quando sar il momento,
l'Intenzione, il Verbo e l'Operazione.
Martinez rifiuta di allungare poi d'immobilizzare le sue saette sul letto della dogmatica. Esempio
generale: I potenti strumenti che il G. A. (Grande Architetto) impiega per la costruzione del suo
tempio universale e temporale alludono ai principali spiriti divini che assistettero realmente ai sei
differenti atti del pensiero di Dio, e che impieg per la costruzione del suo tempio universale
temporale. Questi principali spiriti ci sono rappresentati da tre perso ne in Dio, come dice la Sacra
Scrittura: Dio di Abramo, Dio d'Isacco e Dio di Giacobbe.
Esempio particolare quello del Verbo. Come mobile la nozione, in Martinez! L'essere
onnipotente, che porta 8, lo spirito doppiamente forte con il quale il Creatore ha creato ogni cosa,
questo spirito che qualche volta legioni ci che noi chiamiamo filosoficamente, assicura
Martinez, l'azione divina del Creatore. Ed ancora alla domanda: Che intendete per Grande
Architetto dell'Universo? Il Massone Eletto Cohen imparava a rispondere: Intendo la seconda
persona, il Figlio, o la Volont della Divinit presentata nel temporale sotto il numero otto di doppia
potenza.
In questo gioco di destrezza verbale, Martinez evoca una realt ineffabile e instabile, lanciando, tali
quelle sfere multicolori di cui la retina conserva a lungo la traccia luminosa, dei simboli figurati, dei
concetti, delle personificazioni.
Le personificazioni o le "persone", sono delle allegorie, oserei dire che sono pure dei simboli.
A proposito del Venerabile Maestro e dei due Sorveglianti della loggia massonica, un catechismo
cohen pone la domanda: Che designano le tre persone? Risponde: il V. M. - designa il pensiero del
Creatore; il primo sorvegliante risponde, la sua azione e il secondo sorvegliante conclama, la sua
20
"Instructions aux Elus Cohens", ap. P. Vulliaud, Les Rose-Croix lyon nais ... op. cit. p. 227.
Osservate nel loro commento i discepoli cattolici all'opera, per i quali il Verbo di Dio per esempio non pu essere che
una persona distinta da Dio e homousios delle altre due persone che, con essa, sono Dio: Il quadro delle tre potenti
facolt; innate nel Creatore, ci danno nello stesso tempo un'idea del mistero incomprensibile della Trinit: il Pensiero
dato al Padre, l. Il Verbo o l'Intenzione attribuita al Figlio, 2. E l'Operazione attribuita allo Spirito, 3.
21
. Questa riduzione che potrebbe essere una sublimazione, sembra cos carica di senso,
alla sua maniera che simbolica, come il proposito seguente, interamente dogmatico nel suo
antidogmatismo. Queste tre persone non sono in Dio che relativamente alle loro azioni divine e non
si possono concepire altrimenti senza degradare la Divinit che indivisibile e che non pu esser
suscettibile, in nessun modo, di aver in s differenti personalit distinte le une dalle altre.
Cos si comprende da una parte che le persone divine, nel senso del "Trattato" siano parte integrante
del Dio indivisibile: l'azione dell'Eterno che il Cristo, n (...) la sua operazione che lo Spirito
Santo; non sono compresi n l'uno n l'altro in nessuna specie d'emanazione, n di emancipazione.
Le loro azioni ed operazioni sono state e saranno sempre puramente spirituali divine, senza nessun
assoggettamento al tempo n al temporale; - d'altra parte che le tre persone - divine sono in una
corrispondenza che pu arrivare sino all'identit con i cerchi denario, ottonario e settenario
dell'immensit divina 22 ; - infine che il ternario divino agisce sempre di concerto e unanimemente;
ci che rappresentano i 3 officianti della messa quando si muovono insieme 23 .
Il tutto per la stessa ragione fondamentale che le tre persone di cui parla Martinez sono delle
personificazioni
24
21
Facolt Divine
Principali Verbi di
Creazione
Parti
Essenze
Elementi
Persone
dellUniverso
Spirituali
divine
"Catchisme de Maitre particulier Elu Cohen", ap. Papus, Martinez de Pasqually. Paris, Chamuel, 1895, p. 243-244.
Il che conferma sussidiariamente, la divinit dei cerchi in causa e l'extraversione delle facolt personificate.
23
Dei Numeri, 1843, p. 68. , paragrafo 20.
La tentazione di paragonare il pensiero di Saint-Martin con quello di Martinez mi assale senza posa. Per una volta cedo.
O, piuttosto, per mancanza di spazio, invito il lettore a paragonare questi due pensieri sull'esempio presente. La stessa
idea che Saint-Martin esprime qui, egli l'ha trovata nel Trattato sotto questa forma: lo stesso ordine che seguiva Abele
per la grande operazione del culto divino stato seguito nel servizio del Tempio di Salomone e la Chiesa del Cristo ce
lo rappresenta ancora oggi nel sacrificio che offre sull'altare di purificazione, con la mano, l'intenzione e la parola del
celebrante, assistito dal primo, dal secondo e dal terzo diacono (!!!)
24
Questa personificazione serve nelle cerimonie teurgiche: comodo immaginare le energie divine come delle persone
e soprattutto come delle persone familiari, il che era il caso delle tre persone, della Trinit per gli Eletti Cohen, tutti
cattolici, o quasi, magari per Martinez, qualunque fosse la sua interpretazione. Cos l'Invocazione detta dei "Maestri
Cohen" si rivolge all'Eterno, poich piacque alla sua misericordia di stabilire degli spiriti santissimi; al Figlio divino, o
Spirito due volte forte e potente in tutte le opere del Creatore, o Salvatore e Riparatore di tutta la natura; allo Spirito
divino, Amore eterno e infinito, consolatore e conservatore universale, o azione septiforme del ternario sacro. (R.
Ambelain: op. cit. p. 183)
22
Pensiero
Pensiero
Intenzione
Universale
Zolfo
Fuoco
Padre
10.
Volont
Azione
Volont
Generale
Sale
Acqua
Figlio
8.
Azione
Volont
Parola
Particolare
Mercurio
Terra
Spirito
7.
Intenzione
2.
Verbo
3. Operazione
Parola
Operazione
Santo
Dio, in maniera molto essenziale, il pi essenzialmente quadruplo, emana degli spiriti, divini
d'essenza, che formano la sua immensit. La sua quadruplice essenza si manifesta cosi, secondo la
sua volont d'agire che gli procura una corte ed una corte pleromatica. Questa essenza, come la
triplice essenza divina, e ancora pi d'essa, mantiene un rapporto, precisamente essenziale, con i
cerchi di spiriti. Ma il rapporto , nel caso presente, perfetto, poich l'essenza e l'immensit divina
sono l'una e laltra segnate dal 4 25 : la quadruplice essenza divina che vi deve esser conosciuta, cio:
lo spirito divino 10, lo spirito maggiore 7, lo spirito inferiore 3 e lo spirito minore 4 26 .
I simboli del cerchio, poi del triangolo hanno suggerito lo sviluppo del quaternario. Vi ritorno. La
quadruplice essenza pu anche esser considerata come una quadruplice potenza. L'idea implicita
nella corrispondenza dell'essenza ai quattro cerchi. Si pu renderla chiara, in maniera
complementare, cosi: 4, come ogni numero, comprende se stesso con ci che racchiude in s,
teosoficamente. Due esempi per far azionare questa chiave.
Le quattro potenza incluse nella quadruplice essenza divina sono le seguenti:
1. Emanazione 10 ( = 1 + 2 + 3 + 4 = 4);
2. Emancipazione 7 (= 3 + 4);
3. Creazione
6 (= 3 + 3) ;
4. Minore
4 (= 1 + 3).
25
Cos il gesto presente sottolinea, come il gesto parallelo al piano della triplice essenza, la divinit degli spiriti. Ma il
carattere pi essenziale del rapporto che discerne, sottolinea al contrario del gesto precedente, il carattere della
quadruplice essenza. Anche quando questa si ritrova come l'omega, per fare un grande giro e raggiungere l'alfa,
mordendosi la coda.
26
Martinez mette qui la nota sarcastica gi segnalata: che coloro che vogliono dividere il Creatore nella sua essenza
osservino almeno di dividerlo nel contenuto della sua immensit. (Con ferma accessoria della precedente nota: nel
piano del quaternario divino, immensit vale essenza)
Ora, la prima potenza lo stesso quaternario e tutto intero, Dio nel la sua quadruplice essenza.
Ugualmente la quarta Dio stesso nell'Uomo, l'Uomo-Dio o l'uomo-Dio. Il numero si apre, la
cascata sgorga, rientra nel numero che si richiude.
Secondo esempio. Il movimento della citata cascata l'annuncia. Saint Martin lo presenta cos: 3 il
ternario santo, 4 l'atto della sua esplosione e 7 l'universale prodotto e l'infinita immensit delle
meraviglie di questa esplosione 27 .
E J. B. Willermoz: Si pu riconoscere in Dio una triplice essenza divina agente, e tre potenze attive
senza posa operanti, senza vedervi necessariamente una quadri lice essenza e quattro potenze divine
distinte nei loro effetti? 28 .
Significa che il quaternario completa il ternario, operazione divina in cui culminano e ch abbraccia
le tre potenze passate all'atto e sigillo di tutti gli esseri spirituali. Willermoz ha ragione. Martinez lo
aveva dett: Addizionate 1 e 3 e avrete 4; ed il numero quaternario che termina e conclude le
quattro potenze divine del Creatore contenute nel suo numero coeterno denario. Ma Willermoz ed
anche Sain Martin sono ottenebrati o abbagliati dalla Santa Trinit e questa reazione li svia dalla
linea martineziana. Poich sembrano trascurare il primo momento del quaternario affinch il
ternario divenga primordiale al posto di questo quaternario. Ma rileggiamo la frase in cui Martinez
ispira i suoi due discepoli: 4 termina e conclude 3, perch 1 stato aggiunto a 3, 1 che primordiale
e quadruplo prima d'esser triplo; perch 3 estratto dai numeri equivalenti e ugualmente primordiali
1, 4 e 10.
Il rapporto dalla triplice alla quadruplice essenza si legge nel minore (occorre spiegare le cose con
l'uomo e non gi l'uomo con le cose): Il minore 4 emanato in quanto tale da Dio. Ma pure il
prodotto dell'intenzione del Padre, della volont del Figlio rigeneratore e dell'azione dello Spirito
divino. A questo titolo, ancora 4. Ma a questo stesso titolo "metto il minore nel numero delle tre
prime essenze divine" che allora si interpretano: "L'intenzione del Padre 1, la Volont del Cristo 2, e
la parola del Minore spirituale che deriva dall'intenzione e dalla volont dei due primi 3 "; o ancora
"Adamo il Cristo e il Creatore". L'imbroglio tutto martinoziano, perch gnostico. La ginnastica
27
A. Kirchberger, del 19 agosto 1795, ap. La Correspondance indite op. cit. p. 221.
Nel caso presente, fra cento altri, osserviamo il matrimonio che il Filosofo Incognito celebra di Martinez e di Boehme.
Egli commenta cos la sua frase che abbiamo citato: Vi ho inviato, nella mia penultima, un piccolo sommario della mia
idea sul 3 - 4 , Il nostro amico B. ha detto tutto ci esponendoci l'eterno ternario splendente nel 4 e agente di concerto
con lui nell'universalit della manifestazione settenaria, che, con questo mezzo, non altro che lui stesso ed il gioco
vivente dell'eterna alleanza, per mezzo della quale l'eterna libert si trova dentro e fuori contemporaneamente. (A
Kirchberger, 20 ottobre 1895, op. cit. pp. 233-234)
28
"Cahier D 5" ap. van Rijnberk, Episodes de la vie sotrique 1780-1824, op. cit. p. 148.
Ora consideriamo il cambiamento delle leggi di azione e d'operazione capitato: agli abitanti
dell'immensit (divina) dalla prevaricazione dei primi spiriti e sopravvenuto a tutti gli esseri
spirituali, sia divini, sia temporali dalla prevaricazione del primo uomo.
Senza ostacolo, infatti, ogni azione d'emanazione spirituale si sarebbe fatta nell'immensit divina,
come ogni creazione di potenza per gli spiriti emanati da questa immensit
29
. Ma ci fu uno
ostacolo; anzi due, in seguito ai quali gli esseri spirituali sono diventati pi o me no soggetti al
temporale: il crimine dei demoni e il crimine di Adamo. Ora, il secondo cambiamento ha modificato
da cima a fondo lo stile dei rapporti che uniscono l'uomo agli spiriti cattivi ed agli spiriti buoni,
residenti o vaganti, gli uni in punizione, gli altri in missione, nei tre mondi. L'eco di questo
sconvolgimenti e risuonato sin nella corte divina. Ma questa fu perturbata soprattutto dalla rivolta
intestina che vi ruppe il corso dell'eternit.
Dunque alcuni degli spiriti emanati da Dio hanno prevaricato. Dio li scacci dalla sua immensit.
Lo spazio che si trova tra l'estremit del mondo materiale e l'estremit del mondo celeste, forma la
longitudine dei limiti fissati a questi spiriti prevaricatori e dove essi operano le loro virt secondo la
loro volont. L'astensione di questi stessi limiti in latitudine tutta la superficie orizzontale del
mondo materiale.
Ma la scossa era stata cos forte che il Creatore fece forza di legge, non solo contro questi
prevaricatori, ma anche nelle differenti classi spirituali dell'immensit divina.
29
Non si deve confondere lemanazione degli esseri spirituali con la loro emancipazione che sono ... due atti e due
tempi differenti. L'emanazione ... l'atto con cui Dio... li emancipa dall'assoggettamento in cui stavano le loro facolt
(Willermoz, Cahier D 6, apud -van Rijnberk, Episodes de la vie sotrique 1780-1824, op. cit. p. 153). Dio emancipa
uno spirito quando l'assegna, fuori dell'immensit divina, nell'uno o nell'altro dei tre mondi, affinch questo spirito vi
renda attuale le proprie potenze.
Primo cerchio: gli spiriti denari divini non sono mai usciti dal posto che occupavano nell'immensit
divina. Dunque niente emancipazione nel cerchio pi elevato. Ma attenzione!
Gli spiriti denari, come gli altri, hanno sofferto, sebbene in minor misura, della rivoluzione: tutto il
cambiamento loro arrivato per la prevaricazione degli spiriti perversi e per quella del primo minore,
come ho gi detto, di essere stati assoggettati al temporale sebbene non siano soggetti al tempo.
Preveniamo poi una sorpresa: l'immensit sovraceleste assomiglia per la sua struttura, all'immensit
divina e vi si vede, ci imbatteremo in esso, come in questa, un cerchio di spiriti denari. Pertanto
nessun spirito denario e stato emancipato. Ecco la chiave: Il Creatore dunque non ha emancipato nel
cerchio denario di questo spazio sovraceleste che degli spiriti maggiori che egli ha investito di una
potenza denaria, con la quale le loro azioni ed operazioni sono distinte da quelle delle altre classi di
spiriti
di
questa
immensit
sovraceleste.
Cerchio 7: I1 Creatore emancipa dal cerchio settenario divino un sufficiente numero di spiriti che
assoggetta ad operare nel sovraceleste delle azioni spirituali temporali.
Cerchio 3: Gli spiriti ternari vanno ad operare la formazione di un universo materiale. Essi cedono il
loro posto agli spiriti emanati per secondi, in altre parole detti uomini e, salendo di un gradino, sotto
il regime che li emancipa, da "minori" diventano "inferiori". Per farti conoscere questa emanazione
spirituale (dell'uomo), come il cambiamento che il crimine dei demoni oper nelle azioni e le
operazioni degli abitanti dell'immensit (divina), ti dir che appena gli spiriti perversi furono
cacciati dalla presenza del Creatore, gli spiriti inferiori e minori ternari ricevettero la potenza di
operare la legge innata in essi di produzione di essenze spirituali, allo scopo di contenere i
prevaricatori nei limiti tenebrosi di privazione divina. Ricevendo questa potenza, furono subito
emancipati; la loro azione, che era pura spirituale divina fu cambiata non appena lo spirito ebbe
prevaricato; essi non furono pi che esseri spirituali temporali, destinati a operare le differenti leggi
che il Creatore prescriveva loro per il compimento intero delle sue volont. Fu allora che i minori
spirituali quaternari furono emanati dal seno della Divinit e che occuparono nell'immensit divina
il posto da cui gli spiriti minori ternari erano stati emancipati per operare temporalmente.
Questo minore che chiamiamo Adamo e Raux, per conseguenza non era che il secondogenito
spiritualmente di questi primi spiriti (...) come essi, egli usciva dal Padre divino Creatore di tutte le
cose.
L'uomo - l'Uomo - stato emanato da Dio stesso, come gli altri spiriti. Ma era il loro
secondogenito: dunque innocente e ancor pi: ignaro del crimine demoniaco. I minori non avevano
avuto alcuna conoscenza del male, n direttamente, n indirettamente. La parola "conoscenza" da
prendersi nel vero senso quasi biblico. Cos l'uomo fu stabilito Uomo-Dio, al di sopra di tutti gli
esseri emanati, e pi adatto di loro a molestare gli spiriti perversi 30 . Cos quando l'Eterno"emancip
dalla sua immensit divina un essere spirituale minore per contenerli in privazione", egli investi
l'uomo.
30
Spiegazione e, corollario a preambolo dell'antroposofia: Poich questa prevaricazione arriv prima che i minori
fossero emanati, essi non poterono riceverne alcuna macchia n alcuna comunicazione; cos non arriv per essi alcun
cambiamento nella loro classe e per questa ragione essi furono i depositari della grande potenza della Divinit. Si,
Israele, la temibile potenza quaternaria fu affidata ad essi. Si, ad essi e non ad altri spiriti; ad essi perch, di tutti gli
spiriti, soltanto essi erano intatti.
33
spiriti? Ti risponder che le quattro classi di spiriti superiori maggiori, inferiori e minori terrestri,
che abitano nell'immensit divina, non hanno mai da operare in questo luogo che delle azioni ed
operazioni spirituali divine, senza alcuna mescolanza d'operazione materiale qualsiasi. per questo
31
Willermoz da buon cattolico accetter l'anima umana di Ges Cristo che da sola forma una classe a parte, (e) forse
quella della Vergine Maria che un'anima umana privilegiata. (Lettera al barone J. de Turkheim, 12-18 agosto 1821,
ap. Willermoz, Les sommeils). La dottrina del Trattato non contiene nulla di ci.
32
L'omissione del celeste non mi pare significativa.
33
Il testo stampato reca "spirituelles", senza dubbio un errore del tipografo, per "spiritueuses"
10, 7, 3 (che sostituir 4): manca un cerchio all'appello, il cerchio 8. A questa classe,
gerarchicamente seconda, della corte divina, spetta una sorte eccezionale: Il Creatore non mise
affatto in questa immensit sovraceleste una particolare classe di spiriti ottonari, come un tempo
era nell'immensit divina; questa classe stessa non si trova pi nell'immensit divina e ci perch in
seguito alla prevaricazione dei primi spiriti, il Creatore, facendo forza di legge su tutta la sua
creatura spirituale, emancip la sua azione doppia potenza per andare a oberare la sua giustizia e la
sua gloria nelle tre differenti immensit senza distinzione. Da questo ti insegnato che lo spirito
doppiamente forte in te quando lo meriti, e che si allontana da te quando ti rendi indegno della sua
azione doppiamente potente (...). Ed ecco per qual motivo questo spirito doppiamente forte non ha
pi dimora fissa nell'immensit divina.
Ecco perch da "inferiori" che erano sotto il vecchio regime, gli spiriti settenari diventano
"maggiori".
10, 7, 4: Manca sempre un cerchio all'appello del quaternario, poich gli spiriti dell'8 sono stati
identificati senza domicilio fisso. Quindi del cerchio detto degli spiriti inferiori? Osservo tre fatti e
anticipi un'ipotesi. I fatti sono: gli spiriti ternari emancipati passano dal grado minore al grado
inferiore nell'immensit sovraceleste. Dio non tollera il vuoto nella sua immensit. Ora questa deve
essere quaternaria e un cerchio rischia di esservi vuoto, cio di non essere affatto. Infine,
1'immensit
L'ipotesi : nuovi spiriti ternari emanati dalla Divinit riempiono il cerchio superiore 3 .
Il secondo cambiamento nella corte divina ebbe luogo al tempo del crimine di Adamo. In quanto a
questa stessa corte divina, fu minore del primo e non alter la sua composizione. La prevaricazione
34
Questi spiriti essendo della stessa classe degli spiriti ternari precedentemente emanati, poi emancipati, soffrono
anch'essi dei danni della rottura ai quali sono sfuggiti solamente i minori quaternari, secondogeniti anche come classe.
Dio non poteva rischiare di affidare ad essi, piuttosto che agli uomini, la sua suprema potenza.
La restaurazione
A dispetto delle misure prese per fondare un nuovo regime la corte divina non indenne dai danni
causati dalla rivoluzione criminale che vi si svolse. Queste misure erano d'emergenza, questo
regime transitorio. Tutto vi cospira verso la restaurazione. Ora, restaurazione, per Martinez,
significa reintegrazione, reintegrazione universale. Giacch l'ordine e l'armonia non trionferanno
nuovamente, ed anche con pi splendore di prima, alla corte dell'Eterno, prima che non si compia,
secondo il titolo del Trattato, la reintegrazione degli esseri nelle loro primitive propriet, virt e
potenze spirituali divine. Intendiamoci: degli esseri spirituali, i soli che meritano in tutto il rigore, il
nome di "esseri". In quanto agli esseri temporali ed alla parte materiale degli esseri spirituali
temporali, anch'essi rientreranno nei loro principi, ma, di colpo, svaniranno poich la loro realt
illusoria.
Missione compiuta, l'azione degli abitanti del mondo divino "cesser di partecipare al temporale,
che non affatto la loro vera funzione e per la quale non sono stati emanati"; al temporale svanito.
Abbandoneranno il corpo che la necessit di agire fuori della corte aveva fatto loro confezionare. O
piuttosto, tutte le cose create spariranno, gli spogli degli spiriti compresi. Gli spogli, ma non gi gli
spiriti. Quando il tempo sar passato, questi spiriti non passeranno; cambieranno solo d'azione e
d'operazione, cio scanno riuniti al loro primitivo principio d'operazioni puramente spirituali divine.
Ripetiamolo; Dopo il giudizio finale, queste potenze (spirituali divenute spirituali temporali)
immensit limitata, allorch l'immensit divina infinita. Ma "le stesse facolt di potenza spirituale
si ritrovano nell'una e nell'altra immensit". Lo abbiamo visto dopo la corte divina; andiamo a
vederlo sul posto.
Il sovraceleste
35
Il pensiero di Martinez su questo punto pare contraddittorio. Non lo era. Saint-Martin lo testimonia. Martinez, scrive
a Kirchberger, aveva pure dei punti che i1 nostro amico B. o non ha conosciuto o non ha voluto mostrare, come la
risipiscenza dell'essere perverso, a cui il primo uomo sarebbe stato incaricato li lavorare: idea che mi pare ancora sia
degna del piano universale, ma sulla quale, tuttavia, non ho ancora alcuna dimostrazione positiva, eccetto con
l'intelligenza. (del 11 luglio 1796, ap. Corrispondenza inedita, p. 172)
Il cielo che l'antica astronomia dopo Tolomeo chiamava "cristallino" e che, secondo Martinez, equivale al suo
superceleste, ha il carattere principale di essere posto al di l dei cerchi planetari.
2
Donde l'errore che commette la leggenda dello schema pubblicato da van Rijnberk identificando i quattro cerchi
sopracelesti con la corto spirituale divina.
Quattro cerchi
Il primo cerchio, che l'angolo sporgente del triangolo superiore, segna il capo superiore
sovraceleste e l'immensit degli spiriti superiori denari. Non si deve affatto intendere che gli spiriti
che abitano in questo cerchio siano gli stessi, n alcuno di quelli che sono stati emanati nel primo
posto immediatamente presso la Divinit. No, Israele, gli spiriti denari divini non sono mai usciti
dal posto che occupano nell'immensit divina (...), Il Creatore dunque non ha emancipato nel
cerchio denario di questo spazio sovraceleste che de gli spiriti maggiori che ha rivestiti di una
potenza denaria, con la quale le loro azioni e le loro operazioni sono distinte da quelle delle tre altre
classi di spiriti di questa immensit sovraceleste.
Il centro di questo cerchio il tipo o la figura della Divinit da cui provengono tutte le emanazioni e
tutte le creazioni. Tu vedi uscire dal centro una forma triangolare che ha due cerchi posti allo
estremit inferiori.
Di questi due cerchi, quello di sinistra, il secondo cerchio spirituale divino porta il numero 7 e
racchiude gli spiriti maggiori, guardiani della Legge divina 1 .
Il terzo cerchio, attaccato all'estremit inferiore destra del triangolo, porta il numero 3 e racchiude
gli spiriti inferiori, guardiani del Precetto spirituale divino.
Infine, per completare l'insieme
essenza divina, un quarto cerchio situato di fronte al cerchio denario, e dal suo centro esce
ugualmente una forma triangolare, simmetrica al primo triangolo. Questo cerchio ha 4; il luogo in
cui furono emancipati gli spiriti minori, depositari del Comandamento spirituale divino dotati di
ogni potenza su ogni essere spirituale: tale il cerchio 4 di fronte al cerchio denario, l'uomo stato
emanato a cospetto di Dio e i due lati del triangolo uscito dal suo cerchio, che raggiungono i cerchi
degli spiriti maggiori e inferiori, significano l'autorit d'Adamo, perduta poi ritrovata, sugli spiriti
maggiori e inferiori. Adamo stato scacciato dal suo domicilio ma questo posto esiste e esister
, si dice; la prima emanazione spirituale che il Creatore ha emancipato dal cerchio della Divinit. S, all'una o
all'altra delle due condizioni seguenti: non si separano gli spiriti settenari del secondo cerchio superceleste degli spiriti
settenari del primo cerchio, dotati di una potenza denaria; oppure non si vede in questo primo cerchio che il tipo della
Divinit e il secondo cerchio diventa il primo del sopraceleste a ospitare degli spiriti settenari. Cos funziona senza
posa, secondo Martinez, la corrispondenza universale.
sovraceleste; e questa
Mondo del tempo, mondo della materia, mondo dei corpi, tutt'uno; ed la creazione universale. Il
tempo, come lo si prende, ci inganna o ci istruisce con il prestigio dei corpi apparenti tagliati nella
materia illusoria. Poich gli spiriti che infestano il mondo non sono di questo mondo: dopo che Dio
aveva prescritto che vi risiedessero, essi cercano di adattarsi, gli uni per affrettare, gli altri per
frenare il passo della reintegrazione.
Ora, ogni forma materiale non deriva da altro principio che quello delle tre essenze spirituali
chiamate misteriosamente: Mercurio, Zolfo e Sale. Il Mercurio, passivo e attivo, terra delle cose
irreali, domina le ossa dei vertebrati, il salice ed il cuore degli alberi. Dallo Zolfo, vegetativo e
attivo, derivano il sangue e la linfa, poich costituisce, in ogni individuo dei tre regni, la parte ignea.
Infine il Sale, sensitivo, governa l'acquoso e, come si sa, le carni e le scorze si dispongono nella
categoria elementare dell'acqua 2 .
Ma, affinch essenze spirituali formassero i corpi, fu richiesta una azione, che era indispensabile3 e
che sar moderatrice: quella degli spiriti dell'asse fuoco centrale, o, in breve, l'azione dell'asse fuoco
centrale 4 .
I tre principi, infatti, come emananti dall'immaginazione e dall'intenzione del Creatore per
l'intermediario degli spiriti che li avevano prodotti, giacevano nel caos; i tre principi, essendo stati
prodotti in uno stato d'indifferenza, l'asse centrale lo ha disposti e li ha operati per far loro prendere
una forma o una consistenza pi solida; da questa operazione dell'asse centrale derivano tutte le
forme corporee, come quelle di cui gli spiriti perversi devono rivestirsi per la loro pi grande
suggestione. E questa operazione dura.
Che cosa dunque l'asse fuoco centrale? a un tempo l'involucro, il sostegno e il centro della
creazione 5 . Limita l'immensit del l'universo e il corso del movimento e dell'azione di ogni essere
con tenuto nella creazione universale. Limita l'universo, cio che lo dirige, poich il mondo il suo
feudo, a lui concesso dal Signore dei Signori. Meglio, l'organizza. Meglio ancoralo vivifica e tale
la sua specifica funzione.
"spiritueux" si deve intendere in riferimento alla parola "spirito" nella chimica antica.
Per questo paragrafo sono state utilizzate soprattutto le "Istruzioni agli Eletti Cohen".
3
Infatti: i corpi materiali formati da tre elementi, acqua, terra e fuoco non hanno la vita che loro propria, che quando
questi elementi sono disposti in modo che l'acqua sia all'esterno, poi la terra o il Mercurio, poi lo Zolfo o il Fuoco, che
il principio stesso della vegetazione animale ... (Saint-Martin : "Lois temporelles de la justice divine")
4
La genesi del mondo creato, in altre parole la creazione in senso stretto, lungamente e minuziosamente descritta da
Pasqually ma a poco a poco, secondo il suo metodo, e non da un capo all'altro.
5
Idem, p. 231
2
Un'istruzione ai giovani Cohen di Lione definisce il concetto capitale di "veicolo" (che simboleggia del resto il grado
Il Celeste
12
ted. p. 242-243. La materia, come ogni cosa, tende ad essere reintegrata. Non pu esserlo che nel suo principio.
Questo si chiama asse fuoco centrale. Ora, la materia illusoria, e la sua reintegrazione nel suo principio d'essenza
ignea significa il suo annullamento. Cos la cottura del l'agnello pasquale il tipo della reincarnazione delle essenze
spirituali nell'asse centrale da cui sono derivate. Giacch, come il fuoco elementare ha la propriet di ridurre in cenere
tutto ci che abbraccia, cos l'asse centrale ha la facolt di divorare e di dissipare interamente tutto quanto si reintegra in
lui, senza che ne resti alcuna apparenza ne alcuna sostanza conveniente e adatta ad essere abitata da uno spirito.
13
Martinez proponeva ai suoi discepoli una curiosissima "Esperienza per convincere della verit dell'asse fuoco
centrale, che innato in noi e che ogni corpo elementare non pu sussistere ed operare senza il suo potente aiuto" (testo
pubblicato per la prima volta ap. R. Amadou: Trsor martiniste, p. 48-49). Durante l'esperienza appaiono tre essenze
spirituali. Saint-Martin l'ha ripresa. Il ternario, dice, ancora sensibile alla decomposizione della luce. Guardatene una
fissamente, poi allontanate la vista dalla luce, vedrete un punto rosso al centro, poi un cerchio nero, poi un cerchio
azzurro. Questa immagine dipinge i tre principi dei corpi. (Dei Numeri, p. 68)
14
"Estratto dal Catechismo degli Eletti Cohen" ap. Amadou: Trsor martiniste
1. L'universo (propriamente detto che una circonferenza nella quale sono contenuti il generale e il
particolare. , salvo errore, l'immensit celeste;
2. La terra o la parte generale (o il generale) dalla quale emanano tutti gli elementi necessari a dare
la sostanza al particolare;
3. Il particolare, che composto da tutti gli abitanti dei corpi celesti e terrestri 1 .
Questa tripartizione riflette, al livello del creato la triplice essenza divina. Una relazione attribuisce
l'universo all'Intenzione divina, il corpo generale alla Volont di Dio, e il particolare alla sua Parola.
Cosi il ponte gettato dalla cosmosofia verso la mistagogia.
Dunque tre mondi: il sopraceleste, il celeste e il terrestre. Gli ultimi due appartengono alla creazione
universale e il mondo celeste l'avvolgimento del mondo materiale (materiale terrestre).
Sbarchiamo,attraverso l'asse fuoco centrale, dall'immensit sopraceleste da cui provengono l'ordine,
la virt e la potenza d'azione di tutti gli spiriti che agiscono nell'universo. I suoi quattro cerchi,
impercettibili ai mortali ordinari, strapiombano l'immensit celeste. Eccoci ritornati a questa. La
terra sar la prossima nostra tappa. Passeggiamo nei cieli, sulla montagna spirituale chiamata Sinai,
che li simboleggia e annuncia la distanza che intercorre tra l'Essere creatore (manifestato nel
sopraceleste) e la creatura generale o la terra.
Ora, spiegava Mos a Israele, tu vedi che si pu dividere questa montagna in due modi, in tre parti e
in sette parti.
La prima divisione quella dei tre differenti cerchi dove gli spiriti minori compiono le loro
operazioni spirituali pure e semplici, secondo l'ordine immutevole che hanno ricevuto dal Creatore,
per giungere alla loro riconciliazione ed alla loro reintegrazione nel sopraceleste.
La seconda divisione del celeste di sette cerchi planetari che racchiudono i sette principali agenti
della natura universale. Questi cerchi si sovrappongono ai tre cerchi della prima divisione. Poich
1
Che altre volte (vedi inizio del precedente capitolo) forma due mondi ai quali si unisce, terzo, il superceleste.
Nuova spiegazione del simbolo che suggerisce pure il signore al centro della sua Corte e Dio al centro della creazione
universale.
Limmensit celeste, e, in modo pi particolare, il centro delle sue quattro regioni superiori,
costituisce il paradiso terrestre. Che la terra d'oggi non ospiti pi il paradiso, dire troppo poco.
Essa non ne mai stata la sede. Lo ha sostituito come una prigione sostituisce, per il prigioniero, il
giardino in cui stato arrestato in flagrante delitto e che recuperer, dopo la sua liberazione, tale
l'assassino i luoghi del suo delitto. Se il paradiso celeste, secondo Martinez, per simboli detto
"terrestre", senza dubbio per suggerire pi efficacemente che naturale. Poich si potrebbe
dimenticare, certamente a torto, che l'immensit dei cieli appartiene alla natura. Ora, essa vi
appartiene cos interamente che il paradiso sparir al momento dell'apocatastasi o reintegrazione
perfetta.
L'uomo gettato sulle terra deve, alla fine dei tempi, essere reintegrato nel suo cerchio sovraceleste
4. Ma, sulla via, via di ritorno, dalla terra al sovraceleste, egli attraverser successivamente i tre
cerchi della creazione universale.
Certo; questi tre cerchi chiamati: cerchio sensibile, cerchio visuale e cerchio razionale, hanno in essi
la propriet di istruire l'uomo nella conoscenza dello spazio e dei limiti della creazione universale,
generale e particolare, ma occorre che gli uomini siano in grandi tenebre se non considerano questi
tre cerchi che materialmente: non preoccupiamoci dunque o almeno non contentiamoci di studiare i
tre principali cerchi sferici per procurarci con maggior certezza i differenti mezzi per percorrere
tutta la superficie della terra.
Poich, in verit, questi tre cerchi non sono altra cosa che una estensione distinta nella quale i
minori equi finiranno di operare la loro azione temporale, invisibile all'uomo corporeo. Questa
operazione comincia nel cerchio sensibile; i minori passano nel cerchio visuale ove si compie la
forza della loro operazione spirituale che chiamiamo reazione d'operazione; in quanto l'estensione
di questo secondo cerchio infinitamente pi considerevole di quella del primo, nel quale i minori
hanno finito il corso dell'operazione naturale al loro essere: essi vanno a godere il riposo all'ombra
della riconciliazione, nel cerchio che chiamiamo razionale.
Ci confermato ed illuminato dalla tipologia: l'orrido cambiamento che si operato sulla forma
corporea del primo mago del Faraone ne allude al cambiamento di potenza spirituale che i minori
proveranno nei tre cerchi, sensibile, visuale e razionale, dove saranno costretti ad agire per un
tempo, due tempi e la met di un tempo. Il primo tempo , per il sensibile, il pi vicino alla materia
Il Terrestre
Al discepolo; l'estensione terrestre e l'estensione celeste, dove risiedono gli abitanti materiali e
spirituali formano ci che tu devi chiamare il mondo. Del mondo cos definito abbiamo giusto
giusto studiato la prima parte, cio l'estensione celeste. Ritorniamo alla terra o alla creazione
generale. Poich con la creazione generale si deve intendere la terra, la terra anche, dopo
l'universo in senso stretto e prima del particolare (cio tutti gli abitanti del cielo e della terra), il
secondo tutto componente l'universo.
Ricordiamoci: I sette cieli ricevono dal sovraceleste tutte le loro virt e tutti i loro poteri e poi li
comunicano al corpo generale terrestre. questo corpo generale che ci interessa.
Primo punto - che capitale: La terra ha una forma triangolare Questo mondo di materia non ha che
tre orizzonti notevoli: nord, sud e ovest. ci che dapprima insegna la tipologia: quando la prima
divisione israelita pass il mar Rosso, le tre differenti classi di persone che la componevano
significavano i tre angoli della terra: i vecchi, l'angolo d'ovest; le donne, l'angolo di mezzogiorno e i
fanciulli, l'angolo del nord, il che ti rappresenta ancora, precisa Martinez, offrendo un altro tipo, la
vera forma della terra come l'aveva rappresentata Adamo all'inizio con la divisione che ne aveva
fatto ponendo Caino nell'angolo del mezzogiorno, Set che il pi giovane della sua posterit
nell'angolo del nord e restando egli stesso all'angolo ovest al posto di Abele.
La corrispondenza tra i tre figli di Adamo e le tre regioni terrestri fu felice, provvidenziale senza
dubbio. La legge d'analogia la rendeva forse necessaria. Ma le costole del melone, caro a
Bernardino di Saint-Pierre, anticipano la divisione. Quando Adamo ebbe avuto cento figli, non pot
dividere la terra in pi di tre parti; la terra non avendone di pi e la sua forma essendo perfettamente
triangolare. Cos a causa della sua forma triangolare la terra fu ancora tripartita tra i figli di No che
erano tre, cio Cam a mezzogiorno, Sem ad ovest e Jiaphet a nord.
Perch la terra triangolare? Dapprima, rileviamo la corrispondenza dei tre cerchi sferici, il
sensibile, il visuale e il razionale con i tre angoli terrestri e la triplice divisione della creazione
Circa un altro uso dei termini "generale" e "particolare" cfr. III, 4 all'inizio e alla nota N1.
L'uomo. Il suo nome, per la prima volta si iscrive nel titolo di un capitolo? Questo titolo precisa
ancora che dell'uomo sar trattato solo il corpo terrestre e questo capitolo pone termine alla nostra
esplorazione. Singolare negligenza ... ma negligenza illusoria.
L'uomo, infatti, lo abbiamo incontrato e lo ritroveremo. Direi senza posa?
L'abbiamo incontrato in ogni piano della figura universale: emanato da Dio, emancipato nel
sovraceleste e nel celeste, caduto sulla terra. La presenza dell'uomo, di diritto o di fatto, secondo il
tempo fuori del tempo, non meno universale della figura di cui finiamo il percorso e dove,
per conseguenza, egli onnipotente. E tale ci apparso.
Lo ritroveremo quando, dopo avere attraversato le quattro immensit, si tratter di dichiarare e di
qualificare il rapporto teorico e pratico dell'uomo con esse: come il minore pu e deve, nel suo stato
presente che uno stato secondo, sostenere la sua parte eterna? Come l'uomo, cio l'uomo-Dio, pu
e deve conoscere e agire, cio esercitare la teognosia e la teurgia?
Ora, questo capitolo, il cui oggetto sembra meschino, cardinale per la nostra scienza dell'uomo.
Poich il corpo terrestre che crea la differenza dall'uomo glorioso all'uomo decaduto. il corpo
terrestre che per l'effetto della sua imposizione allo spirito minore, ha cambiato le regole del gioco.
E il corpo terrestre dell'uomo a un tempo lo castiga e l'aiuta. Perch essendo terrestre, in maniera
che questa doppia funzione incomba alla materia.
L'uomo decaduto possiede un corpo di materia: dato di base, evidente, ma di cui occorre
approfondire un poco il senso nel contesto martineziano.
Vi accordo, con Saint-Martin e secondo Martinez, che l'uomo aveva necessariamente un corpo nella
sua prima origine; ma questo corpo materiale di cui parla Mos non che il secondo, non che
quello che ha seguito la caduta. Sono le pelli di animali con cui Dio lo copri (Genesi, III, 22) 1 .
Il corpo originale, sotto il quale Adamo aveva dissimulato il suo ardore, era simile a quello che tutti
gli spiriti emancipati hanno dovuto rivestire allo stesso scopo; sforma puramente spirituale e
gloriosa. Ma il suo corpo di oggi costituisce una prigione di materia. Queste due forme, dunque,
tutto ci che le distingue, che la prima era pura inalterabile, mentre quella che presentemente
abbiamo passiva e soggetta alla corruzione. Del resto, quest'ultima conserva la stessa fgura
Poich il corpo materia, ricordiamoci di ci che la materia. Siamone sicuri: non si deve affatto
considerare questa forma corporea come un corpo reale di materia esistente sessa non deriva che
dalle prime essenze spirituali destinate, dal primo Verbo di creazione, a trattenere le differenti
impressioni convenienti alle forme che dovevano essere impiegate nella creazione universale 3 .
Come ogni essere di materia, il corpo chiamato a rientrare nel nulla - che dico? a manifestare il
suo nulla. Poich nulla sfugge alla reintegrazione e la reintegrazione, per la materia,
cancellazione. Ora, la putrefazione la prima tappa della cancellazione che attende il corpo terrestre
dell'uomo. Questo fenomeno, normale dopo la partenza dell'anima spirituale, affascinava Martinez
che in parecchie riprese ne analizza il meccanismo.
Cos: Oltre al potere che ha il corpo dell'uomo di riprodursi corporalmente, c' ancora quello di
vegetare degli animali passivi che sono realmente innati nella sostanza di questa forma materiale.
Dunque sempre dalla reazione dei tre principali operanti che deriva la putrefazione e questa
putrefazione procura l'esplosione degli animali rettili il cui seminale sparso nel corpo generale
dell'uomo.
Ecc. Ma tratteniamo il senso generale della putrefazione. questa putrefazione che degrada e
cancella interamente la figura corporea dell'uomo e annulla questo miserabile corpo, come il sole fa
sparire il giorno dalla superficie terrestre, allorch la priva della sua luce. Il primo stadio del
cancellamento del corpo simboleggia, nello stesso tempo che prepara, il cancellamento totale,
annullamento della materia compresovi il corpo terrestre dell'uomo, insomma la sua reintegrazione.
Forma materiale, il corpo del minore non ha, nella sua immagine, altra origine che l'immaginazione
divina: il suo corpo glorioso del resto il suo corpo terrestre. L'uno e l'altro sono nello stesso modo
figura. Ma al secondo, che il corpo attuale dell'uomo, Martinez, sollecitato dall'urgenza del nostro
dramma e preoccupato dalla esposizione comoda, riserva l'analisi simbolica di cui suscettibile.
Consideriamola.
Esempio delle approssimazioni verbali di Martinez. Dio non emana che puri spiriti. In caso di bisogno occorre ad essi
un corpo: quando sono emancipati. Ma il minore fu emancipato non appena emanato, poich era stato emanato in vista
di operare all'esterno dell'immensit divina e dunque appena provvisto di un corpo.
3
Nel simbolismo massonico degli Eletti Cohen, la palla di terra designa l'origine della mia forma corporea, l'acqua e
l'urna infiammata i due principali elementi che la sostengono in tutto l'individuo () (Catechismo de Maitre Elu Cohen,
ap. Papus: Martinez de P. , p. 243)
Ogni immagine uscita dall'immaginazione divina che cosa se non un simbolo? Ora, il corpo
dell'uomo e uno dei tipi pi sublimi che la terra abbia mai portato. Le Tavole stesse della Legge
sono solo in tipo di questo tipo: la figura del corpo dell'uomo, nelle quali sono impressi i caratteri
della legge del Creatore. E Martinez osserva le mani, i piedi dell'uomo, per esempio.
Vediamo il principale, il pi generale.
Ogni atto da parte dell'Eterno costituisce un centro con tre angoli. Il centro emanato l'immagine
dell'essere prodotto: i tre angoli, l'immagine delle sue facolt o potenze 4 . Ora, ogni atto da parte
dell'Eterno un essere, costituisce un essere, un essere sia emanato, sia creato. Il simbolo del
triangolo cos esteso la causa formale di una infinit di bambole prolifiche.
Il corpo dell'uomo pure un triangolo. E, infatti, il ternario segna questo corpo.
Li segna dapprima con il numero dei suoi principi costitutivi derivati dalla materia primitiva, posti
tra il caldo e l'umido. La forma del minore animata corporalmente dalle tre essenze animali o
spirito vitali, Mercurio, Zolfo e Sale; l'attivo al mercurio, il vegetativo allo zolfo, il sensitivo al sale.
Le tre essenze animali e i tre principi corporei, solido, fluido e l'involucro formano un numero
senario che completato dallo stesso che lo rende corporalmente e spiritualmente settenario. La
forma dell'uomo ancora ternaria per mezzo del solido, del fluido e della carne. Essa diventa
quinaria con i nervi e le cartilagini. Diventa senaria con il midollo, di nove con le tre essenze
animali, infine denaria con l'unione del minore alla forma per rappresentare un solo individuo 5 .
Poi la carcassa intera d'una forma umana in tre parti, cio: la testa, 1; il tronco, 2; e le ossa iliache, 3
() hanno ciascuna delle propriet e delle facolt differenti e queste differenti facolt costituiscono
una perfetta allusione ai tre regni che conosciamo nella natura: l'animale, il vegetale, il minerale.
Questi tre regni sono contenuti nella forma terrestre, come le tre parti del corpo umano di cui ho
parlato, sono contenute nell'involucro che circonda tutta la forma. Non menziono le quattro
membra: le due bracciale due cosce con le gambe, perch non sono che delle aderenze al tronco.
Ugualmente gli organi delle principali funzioni del minore sono tre: l'occhio l'organo della
convinzione; l'orecchio, quello della concezione e la bocca quello della parola potente dell'uomo.
(Poich il ternario non potrebbe concepirsi senza la sua perfezione nel quaternario, occorre
aggiungere, a questi tre organi esterni, il: cuore; ed ecco le quattro parti del tabernacolo degli
Ebrei).
Da un triangolo all'altro: Adamo, con i tre principi spiritosi che compongono la sua forma di
materia apparente, e con le proporzioni che vi regnano, l'esatta figura del tempio generale
4
Saint-Martin: Des nombres, 1843, 7, p. 32. cfr. questo stesso passaggio citato e commentato sopra III, 1, n18 a
proposito della triplice essenza divina.
5
Istruzioni agli Eletti Cohen, apud: Vulliaud: Les Roses-Croix lyonnais p. 247.
Raccogliamo tutto quanto precede. La forma dell'uomo l'immagine e la ripetizione generale della
grande opera del Creatore. L'uomo con la sua forma porta la reale figura della forma apparente che
apparve all'immaginazione del Creatore e che fu operata poi da operai spirituali divini e sostanza di
materia apparente solida passiva, per la formazione del tempio universale, generale e particolare.
Ogni triangolo ha il suo centro. Quale quello del corpo? Quale l'Eterno nel suo Tempio, tale
l'Apprendista Massone nella sua Loggia, l'uomo nel suo corpo sta a questa forma triangolare come
il G:. A:. (Grande Architetto) sta al centro della circonferenza 8 . Cos il minore al centro della sua
forma triangolare; l'uomo con il suo corpo al centro del triangolo terrestre; Dio stesso nella sua
immensit, nella sua creazione, nel suo uomo.
L'uomo o il minore, lo spirito minore che non si confonde con il corpo e questo ultimo triangolo
lo conforma mentre designa il suo centro.
Sotto due rapporti il corpo ci apparso ternario. Ecco un terzo da cui procede la conclusione
annunciata.
La forma corporea dell'uomo suscettibile di contenere tre specie di vite differenti, il che mi
accingo a farvi capire.
La prima la vita della materia, che chiamiamo istinto o vita passiva che innata nella forma
dell'animale ragionevole come in quella dell'irragionevole. La seconda la vita spirituale
demoniaca, che pu incorporarsi nella vita passiva. La terza la vita spirituale divina che presiede
alle due prime.
Ora, la vita spirituale divina che presiede alle due altre vite non meno essenziale per proprio
movimento. Certo essa dirige l'uomo intero, ne costituisce pure l'attivit essenziale. Il minore
spirito divino. Lo sappiamo del resto, ma il passo buono per ricordarlo.
Vi viene insegnato che l'uomo fu creato ad immagine e rassomiglianza di Dio. Essendo il Creatore
puro spirito, non con la sua forma corporea che l'uomo pu essere sua immagine e rassomiglianza
6
Estratto dal Catechismo degli Eletti Cohen, ap. Amadou: Trsor mariniste
Istruzioni agli Eletti Cohen, ap. Vulliaud: Les Roses-Croix ... p. 232.
8
Estratto dal Catechismo degli Eletti Cohen, Amadou: Trsor martiniste, p. 26.
7
Martinez spiega assai bene: Ogni forma corporea sempre un caos per l'anima spirituale divina
perch questa forma di materia non pu ricevere la comunicazione dell'intelletto spirituale divino,
non essendo che essere apparente. Al contrario, il minore, con la sua emanazione, suscettibile di
ricevere, ad ogni istante, questa comunicazione, perch un essere eterno.
In breve, il corpo di materia non pu avere nessuna parte in ci che si opera tra il minore e lo spirito
divino.
E pertanto ... . Pertanto, il corpo terrestre dell'uomo partecipa alla parte ambigua della materia. Le
chiavi della libert pendono ai muri della prigione. L'incorporare modifica le leggi secondo le quali
il minore pu operare. Ora; queste nuove leggi tengono conto del corpo stesso e per operare ormai il
minore non deve ignorarlo.
Gi abbiamo letto nella sua forma un pro-memoria del piccolo evaso. Per applicarne le consegne,
per conoscere e agire - nel solo modo che valga: divinamente - l'angelismo sconviene. Meglio: che
il diavolo porti la sua pietra e, affinch il corpo ci serva, serviamoci del corpo.
Cos il corpo, dalla parte del minore come gli dei, dalla parte di Dio, si integrano alla coppia che
l'uomo e il suo Creatore compongono secondo i principi di una fisica Trascendente e dove dai lavori
teognosici e teurgici risulta una forza potentemente centripeta.
Istruzioni agli Eletti Cohen, ap. Vulliaud, op. cit. p. 227. Sulla costituzione e sulle relazioni dell'uomo o minore che non il proprio corpo - cfr. infra, V parte.
10
Estratto dal Catechismo degli Eletti Cohen ap. Amadou: Trsor martiniste, p. 19. Tra le influenze degli elementi
citate in ultimo notiamo le influenze planetarie. L'astrologia non concerne che gli uomini passati sotto gli astri. Cfr.
supra, III, 4, n2 dove si vede che le influenze planetarie sono infatti quelle degli spiriti che abitano i cerchi planetari.
Questa esegesi molto normale nel contesto di una dottrina che segnala spiriti ovunque e considera la materia illusoria.
Per concludere questo sommario prospetto della figura universale alla quale, lettore, torni e ritorni;
e a guisa di introduzione al capitolo che esigono i mezzi per comprenderla e esperimentarla (in altre
parole le "operazioni" poich siamo in gnosi dove inventariare, magari comprendere non serve
senza agire), Martinez stesso ci avvisa:
Considera dunque ci che ha causato la prevaricazione dei cattivi spiriti; rifletti su questa creazione,
rifletti sulla tua emanazione; imparerai a conoscere la necessit di ogni cosa creata e quella di ogni
essere emanato e emancipato; vedrai che tutte queste cose sono ordinate dal Creatore per essere e
agire in un'intima corrispondenza, cos come te lo insegna la linea diretta del cerchio denario e che
corrisponde con precisione dal sovraceleste al celeste sino al corpo generale terrestre e al centro
dell'asse fuoco centrale, fuoco che il principio della vita di ogni essere di corpo creato, fuoco che
mantiene in equilibrio tutte le forme, sia generali, sia particolari: senza il quale nessun essere pu
aver vita e movimento, fuoco che limita l'immensit dell'universo ed il corpo del movimento e
dell'azione di ogni essere contenuto nella creazione universale.
Leggi immutabili (...) governano tutto l'universo. Non c' un essere, sia creato, sia emanato, che
possa esistere, n agire in questo cerchio universale senza essere soggetto a queste stesse leggi. Le
chiavi offerte dalla vera scienza sono dei grimaldelli. Da Set ai giorni nostri, una stirpe senza
incrinatura li ha trasmessi, come un ripetitore. il beato Set infatti che, mediante Elia 1 , Dio istru
per primo sui segreti mezzi spirituali divini che contenevano e dirigevano tutta la natura, sia
materiale che spirituale. Ricevette immediatamente dal Creatore, con lo spirito, ogni conoscenza
della leggi immutabili dell'Eterno e apprese con ci che ogni legge di creazione temporale ed ogni
azione divina erano fondate su differenti numeri. Apprese dallo stesso Elia che ogni numero era
coeterno con il Creatore, e che con questi differenti numeri il Creatore formava ogni creatura, tutte
le sue convenzioni di creazione e tutte le sue convenzioni con la sua creatura. Pasqually a dare,
sedicente, la conoscenza dei numeri coeterni che sono innati nel Creatore.
Nessuna conoscenza dovrebbe interessare l'uomo pi di quella che permette, in verit, di spiegare
tutto a fondo, cio di comprendere ogni cosa. Poich questa virt dei numeri che ha fatto dire ai
saggi di tutti i tempi che nessun uomo pu esser sapiente, sia nello spirituale divino, sia nel celeste,
terrestre e particolare, senza la conoscenza dei numeri.
Dunque ecco, in un registro, la sintesi dei dati aritmosofici che cosparge il Trattato della
Reintegrazione degli Esseri.
1
Elia che interviene al tempo di Set: l'anacronismo svanisce alla luce della parte transtorica avuto dallo spirito di Heli
che il Profeta Elia ha manifestato. Questo tratto giudeo-cristiano di Martinez sar sottolineato a conclusione di questo
studio.
1. Numero dell'unit. Numero del primo principio di ogni essere tanto spirituale quanto temporale,
appartenente al Creatore, detto anche Padre.
2. Numero della confusione dove soffrono gli spiriti perversi e compatiscono i minori che si
uniscono all'intelletto degli angeli decaduti. Numero della confusione e per conseguenza, numero
della donna, ma anche numero della Volont, del Figlio che comanda l'azione.
3. Numero del cerchio degli spiriti inferiori che, per ordine di Dio, emanarono le tre essenze
spirituali costitutive delle forme, e che agiscono nel sole e con l'asse fuoco centrale. Dunque
numero del Verbo, poich il Verbo simboleggia il mezzo universale della creazione E numero
dell'Azione, dello Spirito Santo che dirige l'operazione. Ma anche numero del mondo temporale
stesso e dell'uomo che vi si sprofondato. Numero della terra; numero delle forme corporee degli
abitanti celesti; numero dell'anima passiva. Insomma, numero del mondo universale, secondo il
quale tutto prodotto e numero delle forme prodotte.
4. Numero uscito dal denario con l'addizione di 1 e 3 che termina e conclude le quattro potenze
divine del Creatore contenuto nel numero denario. Numero che contiene ogni specie di numero di
creazione divina, spirituale e terrestre. Sviluppiamo: Numero perfetto e incorruttibile dell'essenza
divina che quadrupla; numero del gran Nome divino che tetragrammatico. Numero del quale si
servi Dio per l'emanazione dell'uomo, che questo numero indica dunque poich segnala l'origine e
la potenza del minore. Da cui: Numero del cerchio degli spiriti minori e numero dell'anima. In
modo pi generale, numero dal quale sono derivate ogni cosa temporale ed ogni azione spirituale;
dunque, numero dell'asse fuoco centrale. Numero che presiede ad ogni essere creato. Numero
insomma dell'operazione Dio, come l'uomo sua immagine porta il quattro.
5. Numero imperfetto e corruttibile della materia, 3, aggravata dalla confusione, 2. O ancora:
Numero di quel sacrilego fantasma che avevano sognato gli spiriti orgogliosi: Dio pi - oh delirio
nella stessa espressione! - Dio pi l'unit arbitraria di un io in rivolta : 4+1. O ancora: Numero del
denario bipartito. Dunque numero demoniaco per eccellenza; numero di cui si servono i demoni per
operare la contro azione di fronte all'azione puramente spirituale divina; e, per appplicazione ahim,
numero della degradazione del primo uomo. Infine, numero delle trib d'Israele cadute in schiavit
e private di ogni azione ed operazione spirituali divine.