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LOSSERVATORE ROMANO
POLITICO RELIGIOSO

GIORNALE QUOTIDIANO

Non praevalebunt

Unicuique suum
Anno CLIV n. 28 (46.570)

Citt del Vaticano

mercoled 5 febbraio 2014

Nel messaggio per la quaresima Papa Francesco invita i cristiani a farsi carico della miseria materiale, morale e spirituale

Nel dibattito in preparazione al sinodo

Ricchi perch poveri

Un metodo
di lavoro nuovo

Condizioni sociali ingiuste e disoccupazione privano della dignit e fanno perdere la speranza

di LUCETTA SCARAFFIA
La povert di Ges ci libera e ci
rende ricchi. Lo afferma Papa
Francesco nel messaggio per la Quaresima reso noto questa mattina,
marted 4 febbraio. Un messaggio
concentrato sulla povert, e sulla povert di Cristo in particolare. Il Papa
infatti esordisce spiegando che Ges
si fatto povero per arricchirci con
la sua povert, come recita il tema
del messaggio, tratto dalla seconda
lettera ai Corinzi. La scelta della povert da parte di Cristo, afferma il
Pontefice, ci suggerisce che esiste
una dimensione positiva della povert.
Ma, si domanda il Santo Padre,
che cos questa povert con cui Ges ci libera e ci rende ricchi?
proprio questa la sua risposta il
suo modo di amarci, il suo farsi
prossimo a noi come il Buon Samaritano che si avvicina a quelluomo
lasciato mezzo morto sul ciglio della
strada. La povert di Cristo la
pi grande ricchezza.
Quindi il Papa si sofferma sulla
differenza tra povert e miseria. E
precisa che la miseria non coincide
con la povert, perch la miseria
la povert senza fiducia, senza solidariet, senza speranza. Il messaggio evidenzia tre tipi di miseria: materiale, morale e spirituale. La miseria materiale quella che comunemente viene chiamata povert e tocca quanti vivono in una condizione

es, quando ha rivolto alla


samaritana alcune fra le sue
parole pi significative, e
lha mandata a testimoniare fra la
gente, non sembrava per nulla impressionato dal fatto che avesse
avuto ben cinque mariti. Ha accolto con misericordia la sua sete di
verit, di amore, e lha aiutata a
cambiare. questo episodio a venire subito in mente leggendo le
prime sintesi delle risposte al questionario in preparazione al sinodo
sulla famiglia.
Le domande hanno toccato il
punto centrale del problema, che a
sua volta il cuore del confronto
fra Chiesa e societ oggi, e cio il
fatto che i cattolici vogliono sentirsi parte di una istituzione pronta a
capire, accogliere, perdonare, piuttosto che a giudicare, innalzare
steccati e segnare confini fra ci
che si deve fare e ci che poi, ogni
giorno, capita di vivere. I problemi
morali ci sono nessuno certo lo
nega ma la questione urgente
come questi vadano affrontati con
le persone vere di fronte: che presentano le loro sofferenze, i loro
desideri traditi dalla realt, le loro
idee sbagliate e, spesso, la loro sete
di accettazione e di perdono.
Come ha ben specificato a la
Croix il teologo Serge-Thomas
Bonino, il punto cruciale capire
se le risposte esprimono ci che i

non degna della persona umana.


Quella morale consiste nel diventare schiavi del vizio e del peccato.
Molte persone, ha aggiunto, sono
costrette a queste miserie da condizioni sociali ingiuste, dalla mancanza di lavoro che le priva della dignit che d il portare il pane a ca-

sa. Anzi in questi casi scrive il


Pontefice la miseria morale pu
ben chiamarsi suicidio incipiente. E
ancora questa miseria causa di rovina economica.
Quella spirituale, infine, ci colpisce quando ci allontaniamo da
D io.

Per combattere queste miserie, si


legge nelle conclusioni del messaggio di Papa Francesco, c un solo
modo: conformarsi a Cristo che si
fatto povero per arricchirci con la
sua povert.
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Annunciati forti contributi statunitensi al piano delineato dalle Nazioni unite per la regione africana

Per sconfiggere la fame nel Sahel


ROMA, 4. Si incominciano a delineare gli interventi nellambito del piano strategico annunciato la settimana scorsa dallOnu per portare assistenza vitale alle famiglie vulnerabili
del Sahel. In particolare, in una riunione tenutasi ieri a Roma nella sede della Fao, il Governo degli Stati
Uniti ha comunicato importanti
stanziamenti. Nancy Lindborg, vice
amministratrice dellagenzia statunitense per lo sviluppo internazionale
(Usaid), ha presentato liniziativa

che prevede lerogazione di 130 milioni di dollari gi nel primo biennio di un progetto quinquennale per
la regione africana, dove circa venti
milioni di persone una su otto
vivono nellinsicurezza alimentare.
Limpegno di Washington, cio, intende andare anche oltre i tre anni
previsti dal piano dellOnu per una
regione segnata da povert cronica,
insicurezza alimentare, siccit e violento estremismo, come si legge in
un comunicato dellambasciata sta-

tunitense presso le agenzie dellO nu


con sede a Roma.
Lobiettivo dellOnu, che ha coinvolto 117 tra Governi, entit sovranazionali, tra le quali lUnione europea, e organizzazioni non governative, interrompere le crisi cicliche
che da decenni si susseguono in tutti i nove Paesi dellarea: Burkina Faso, Camerun, Ciad, Gambia, Mali,
Mauritania, Niger, Nigeria e Senegal. Agli interventi demergenza
anche in questo 2014 gli abitanti del
Sahel avranno bisogno di una consistente assistenza umanitaria si vogliono cio affiancare progetti strutturali di sviluppo.
La comunit internazionale cerca
dunque di uscire da una logica di risposte esclusivamente emergenziali,
peraltro necessarie, se solo si pensa
che in questo momento la sopravvi-

venza di oltre due milioni e mezzo


di abitanti del Sahel dipende direttamente dallassistenza alimentare
fornita dalle agenzie dellOnu. Tra
laltro, la situazione minaccia di
peggiorare ulteriormente nei prossimi mesi, durante la cosiddetta stagione del non raccolto, che inizia
circa a met maggio.
Ma comunque un fatto che agli
interventi strettamente assistenziali
va affiancato laiuto allo sviluppo e
in questo significativo che il contributo di Washington sia gestito
dallagenzia deputata a questo scopo. Tra laltro, progetti strutturali e
interventi preventivi consentono un
notevole risparmio anche in termini
finanziari. In merito, Vichi De Marchi, portavoce in Italia del Programma alimentare mondiale (Pam), in
unintervista rilasciata alla Radio Va-

ticana sulla riunione di ieri, ha ricordato i dati emersi da una recente ricerca fatta in Niger. Si visto ha
detto che interventi preventivi o
molto veloci consentono di risparmiare 75 milioni di dollari lanno solo per aver anticipato, in qualche
modo, la risposta e non essere intervenuti a crisi in corso.
La questione non certo nuova.
Se ne parl a lungo, per esempio,
negli anni scorsi a proposito della
crisi alimentare nel Corno dAfrica,
soprattutto in Somalia, allinizio abbastanza sottovalutata, salvo poi rivelarsi la pi grave da un secolo a
questa parte. Uno scenario analogo,
purtroppo, c nel Sahel, in un contesto segnato da conflitti, disastri
naturali ed epidemie, che fa vivere
milioni di persone nellinsicurezza
alimentare e nella malnutrizione.

Le condizioni sul terreno rendono difficile la realizzazione dei progetti gi approvati

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Resta sulla carta laiuto umanitario in Siria


ROMA, 4. La terza riunione, ieri a
Roma, del gruppo ad alto livello
insediato dallOnu per lemergenza
umanitaria in Siria si conclusa
con lapprovazione di 11 interventi
immediati per garantire accesso alle
aree assediate, demilitarizzare gli
ospedali e le scuole, ottenere ulteriori progressi sul fronte dei finanziamenti. Valerie Amos, la responsabile dellOcha, lufficio dellO nu
per il cordinamento degli interventi
umanitari, ha peraltro ammesso che
al momento lattuazione di tali interventi resta aleatoria, sottolineando che nella prima sessione, conclusa venerd scorso, della conferenza di pace sulla Siria, la cosiddetta Ginevra 2, si parlato di temi politici, ma non sono stati fatti
progressi sul fronte umanitario. In
particolare, non si riesce ancora a
portare soccorso ai civili bloccati in
aree teatro di combattimenti.
Madre e figlio denutriti in un villaggio del sud del Niger (Afp)

PAGINA 3

cattolici vivono nel loro profondo o


piuttosto riflettono linfluenza dello
spirito del mondo. Questo lavoro
di discernimento sar senza dubbio
compito di coloro che, in Vaticano,
gi si stanno dedicando allesame
delle risposte che stanno giungendo da tutto il mondo.
Certo non tutte le conferenze
episcopali sono state cos rapide e
aperte nei confronti dei fedeli, non
in tutti i Paesi i questionari hanno
suscitato discussioni appassionate e
lo stesso fervore, segnando veramente linizio di un metodo di lavoro nuovo. Ma dove questo avvenuto come appare da reazioni
e articoli pubblicati non solo in
Francia, ma anche in Germania,
Stati Uniti e Svizzera si manifestata una notevole vitalit. E questa la novit pi interessante: a
una contrapposizione fra gerarchie
e fedeli, che si poteva risolvere solo
in obbedienza o allontanamento, si
sostituita una fervida volont di
capire di pi, di farsi unidea e di
confrontarla pacificamente.
Lo si vede soprattutto in Francia, oggi al centro di pesanti iniziative sul piano legislativo che toccano lo statuto della famiglia e della
filiazione: alla dura contrapposizione fra le due parti in conflitto che
ovviamente ha subito assunto i toni
di un confronto di tenore politico
solo parzialmente attenuata dalla
presenza di una pattuglia determinata di intellettuali laici contrari a
queste innovazioni si sta sostituendo la libera discussione. Anche
allinterno della Chiesa, come testimoniano i pi recenti articoli su
la Croix, si d voce a pareri diversi e alla discussione pacata. Per
esempio, chi dissente dallimpegno
della Manif pour tous non si trova
additato come traditore, ma le sue
obiezioni vengono ascoltate con attenzione. E pi sar liberata
dallipoteca della politica, pi la
discussione si far libera e interessante, e attirer altre persone, che
si erano fatte da parte diffidenti
per la piega che stava prendendo il
dibattito.
I cattolici hanno ricominciato a
pensare con vivacit e passione, e
questo permetter, sul medio e lungo periodo, di affrontare i problemi non solo allultimo momento,
quando i cambiamenti culturali
stanno trasformandosi in leggi, ma
prima, gi al momento in cui si
possono prevedere nuovi sviluppi.
Questo particolarmente importante in una situazione storica come lattuale, in cui i cambiamenti
sul fronte della struttura familiare e
della procreazione, spinti dalle tecnoscienze, sono rapidissimi.
Per esempio, sempre in Francia
si sta discutendo sulleducazione al
gender imposta nelle scuole, ma
per affrontare il problema serve sapere che entro i prossimi trentanni
o anche prima previsto che
diventi praticabile lutero artificiale,
nonch la possibilit di generare da
soli un figlio creando, con le proprie cellule staminali, un ovulo e
uno spermatozoo. Invece di rincorrere il progresso, bisogna saperlo
prevedere, per affrontare le nuove
situazioni con maggiore saggezza e
sicurezza.
Tutto questo spinge la Chiesa a
presentarsi in modo positivo. Cos,
quelli che vengono visti come divieti, devono essere proposti come
la ricchezza di una offerta alternativa. Che esiste gi, ma che oggi
spesso, proprio sui temi della sessualit e della famiglia, dimenticata o mal trasmessa.

Il vescovo di Roma
e le autostrade della comunicazione

Vita autentica
anche online
Civili in una Damasco dilaniata dai combattimenti ((Afp)

BRETT T. ROBINSON

A PAGINA

LOSSERVATORE ROMANO

pagina 2

mercoled 5 febbraio 2014

Ashton in missione nella capitale ucraina

Il provvedimento non sar inserito nel calendario parlamentare di questanno

A Kiev si cerca
unintesa
per uscire dalla crisi

Rinviata in Francia
la riforma del diritto di famiglia

KIEV, 4. iniziata una nuova seduta del Parlamento ucraino per risolvere la grave crisi politica del Paese. Lopposizione nei giorni scorsi
ha detto di voler chiedere labrogazione dellamnistia per i dimostranti subordinata allo sgombero entro
15 giorni dei palazzi occupati per
proporne unaltra incondizionata.
In aula ci sono 378 deputati su
450, il premier ad interim Serghiei
Arbuzov, il procuratore capo Viktor
Pshonka, il capo dellamministrazione presidenziale Andri Kliuiev
e, come spettatori, alcuni diplomatici stranieri. Ma leventualit di
elezioni legislative anticipate in
Ucraina non al momento in
agenda. Lo ha detto Iuri
Miroshnicenko, deputato del partito di maggioranza e rappresentante
in Parlamento del presidente Viktor
Ianukovich.
Unione europea e Stati Uniti
stanno preparando un piano congiunto di assistenza finanziaria in
favore del Paese. A svelarlo, in
unintervista al Wall Street Journal, stato lalto responsabile per
la Politica estera e di sicurezza comune dellUe, Catherine Ashton,
che per non ha dato nessuna indicazione su quanto potrebbe essere
corrisposto a Kiev. Il capo della diplomazia dellUnione europea
che oggi e domani in missione
nella capitale ucraina per un nuovo
tentativo di mettere fine alla crisi
ha comunque assicurato che la cifra non sar modesta e che gli
aiuti potrebbero prendere anche la
forma di garanzie finanziarie e di
interventi per sostenere la stabilit
della moneta ucraina.
Kiev si trova in una situazione
economica di grande difficolt, al
punto che il suo debito per lacquisto del metano russo salito a 3,35
miliardi di dollari e nonostante
la forte riduzione della tariffa del
gas da circa 400 a 268,5 dollari per
mille metri cubi concessale da Mosca a dicembre non ha ancora
pagato i 650 milioni di dollari dovuti per il mese di gennaio.
Ma lUcraina anche alle prese
con una crisi politica dirompente e
attraversata da pi di due mesi da
unondata di proteste senza precedenti che ha portato a sanguinosi
scontri tra polizia e manifestanti. E
una delle richieste occidentali per
lassistenza finanziaria proprio la

PARIGI, 4. Il Governo francese ha


deciso ieri di rinviare il controverso
progetto di riforma del diritto di famiglia. La scelta dellEsecutivo giunge allindomani delle grandi manifestazioni svoltesi a Parigi e a Lione
per dire no alle politiche che penalizzano le famiglie naturali fondate
sullunione tra uomo e donna.
La decisione del Governo stata
annunciata alla France Presse dai
collaboratori del primo ministro,
Jean-Marc Ayrault. Il progetto
hanno precisato le fonti resta sul
tavolo, i lavori proseguono, ma non
sar possibile inserirlo nel calendario
parlamentare del 2014, gi molto
denso.
La riforma del diritto di famiglia,
sponsorizzata dal Governo socialista
e a lungo annunciata, doveva essere
presentata al Consiglio dei ministri
ad aprile (sulla base del lavoro di
gruppi di studio istituiti lo scorso
ottobre), per essere poi discussa dal
Parlamento nel secondo semestre
dellanno. Il provvedimento avrebbe
dovuto affrontare diversi temi, tra i
quali i matrimoni tra omosessuali, le
adozioni per le coppie dello stesso
sesso e laccesso a informazioni sui
propri genitori biologici da parte dei
bambini nati da procreazione assistita. Nel progetto di legge era anche
presente la prospettiva di una revi-

fine delle violenze. Ma Bruxelles e


Washington puntano anche a riforme economiche e politiche, e
tra queste figura una riforma costituzionale che dovrebbe ridurre il
potere del presidente.
La formazione del nuovo Esecutivo guardata con particolare attenzione anche da Mosca, che ha
gi annunciato che lerogazione dei
nuovi aiuti economici promessi a
Kiev dipender da come sar composto il nuovo Governo. La Russia
riuscita a evitare la firma di un
accordo di associazione tra Ucraina
e Ue a fine novembre usando con
Kiev pressioni economiche. Il
Cremlino che intende fare entrare lUcraina nellUnione doganale
e quindi nella futura Unione euroasiatica ha infatti a lungo minacciato commercialmente Kiev, fino ad arrivare a interrompere le
importazioni di prodotti ucraini
per una settimana ad agosto, poi,
quando saltata la firma dellintesa
tra Ucraina e Ue, ha concesso uno
sconto di un terzo sul prezzo del
gas e un finanziamento da 15 miliardi di dollari. Una cifra necessaria per Kiev, che solo questanno
deve pagare debiti per 17 miliardi
di dollari e che a lungo ha chiesto
allUe aiuti in cambio dellaccordo
di associazione.

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sione circa il ruolo di padre e madre


nei confronti dei figli.
una vittoria ha subito commentato Ludovine de la Rochre,
presidente del collettivo Manif pour
tous, il movimento promotore delle

Ma le guerre impediscono il rientro in patria

Diminuiscono i profughi
dal Myanmar

Offensiva
nelle Filippine
contro
i ribelli islamici
MANILA, 4. Lesercito delle Filippine ha lanciato una vasta operazione militare contro la roccaforte dei
ribelli islamici del Biff (Combattenti per la liberazione del
Bangsamoro) nella provincia meridionale di Maguindanao, sullisola
di Mindanao.
Nei giorni scorsi, i guerriglieri
hanno compiuto ripetuti attacchi
per boicottare la firma dellaccordo
finale del 22 gennaio scorso tra il
Governo di Manila e il Fronte islamico di liberazione Moro (Milf),
di cui sono una fazione secessionista. Questo accordo, oltre allo scioglimento delle unit combattenti
del Milf, da integrare poi in milizie
territoriali, prevede anche unampia
autonomia delle aree in maggioranza musulmane o con una forte
componente musulmana a Mindanao e in alcune provincie limitrofe. Il Biff chiede, invece, lindipendenza da Manila e la nascita di
uno Stato islamico.
I vertici militari temono che il
Biff seppure molto indebolito a
Maguindanao possa ora colpire
in altre zone dellarcipelago. Per
questo, i responsabili delle operazioni militari hanno chiesto il supporto del Milf.

La manifestazione svoltasi domenica scorsa a Parigi (Ansa)

Un piccolo profugo in territorio thailandese (Ansa)

NAYPYIDAW, 4. Si riduce il numero


dei rifugiati del Myanmar allestero.
Gli ultimi dati disponibili rilevano come la popolazione complessiva
nei nove campi in Thailandia, a ridosso del confine con il Myanmar,
sia scesa del 7,1 per cento (9.044
unit). Un dato che ha portato il
numero complessivo alla fine del dicembre dello scorso anno a 119.156,
contro i 128.200 del dicembre del
2012. Alcuni di coloro che hanno
abbandonato queste strutture sono
rientrati in Myanmar, ma la maggior parte sono stati ricollocati in
Paesi terzi, secondo lapposito programma dellUnhcr, lAlto commissariato dellOnu per i rifugiati.
Per molti si tratta di una soluzione interlocutoria, per cercare di capire se un ritorno definitivo sia possibile, data la situazione di precariet economica e ancora di conflitto
in diverse aree del Paese.
Non a caso, non sono intere famiglie a lasciare i campi, ma uno o
due individui per ciascun nucleo. Al
momento, secondo le indicazioni
fornite dai Governi del Myanmar e
thailandese e i resoconti delle organizzazioni umanitarie impegnate a
fianco dei rifugiati, non esistono le
condizioni per un ritorno organizzato nel Paese, devastato da decenni
di conflitto e impoverito dal regime
militare.

manifestazioni di protesta che hanno


accompagnato lintero iter del progetto di legge perch quello che si
delineava nella riforma non era favorevole al superiore interesse del bambino e della famiglia. Domenica,

Manif pour tous ha portato in piazza a Parigi e a Lione centinaia di


migliaia di persone, tra cattolici,
ebrei, musulmani e atei, per chiedere
al Governo di adottare politiche in
favore della famiglia.

Attesa
e timori
in Thailandia
dopo il voto

Intervento
di Napolitano
al Parlamento
europeo

BANGKOK, 4. Dopo il voto di domenica scorsa, boicottato dallopposizione, la Thailandia in attesa dei risultati parziali, che potrebbero per essere annullati dalla Commissione elettorale, oppure
invalidati dalla Corte costituzionale. Dai dati emersi finora, solo
il 46 per cento degli aventi diritto
ha partecipato alla consultazione:
su un totale di 44,6 milioni di
elettori, si sono recati alle urne
solo 20,4 milioni di persone.
La protesta, intanto, prosegue,
con azioni dimostrative in corso
anche oggi, che includono lassedio alla abitazione della premier,
Yingluck Shinawatra, e dei ministri. I leader dellopposizione
hanno ribadito che non ci sar
nessuna tregua e lobiettivo resta
quello di invalidare le elezioni, fare cadere il Governo e avviare un
percorso di riforme. Azioni che
alzano il livello della tensione,
riaccendendo le voci di un possibile colpo di Stato militare.
A ci si deve aggiungere la notizia di tre bambini morti in una
sparatoria nel distretto di Bacho.
nellestremo sud del Paese, afflitto
da uninsurrezione da dieci anni.
La sparatoria ha coinvolto una famiglia musulmana che tornava da
una moschea, hanno spiegato
fonti delle forze dellordine.

STRASBURGO, 4. Intervenendo oggi al Parlamento europeo a Strasburgo, il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, si soffermato sullEuropa e
la crisi economica.
Negli ultimi sette anni ha
detto il capo dello Stato italiano
la costruzione europea ha dovuto fronteggiare le prove pi dure della sua storia. Mai era stata
messa in questione, e radicalmente in questione, la prosecuzione
del cammino intrapreso. La crisi
dellUnione europea risiede nel
peggioramento delle condizioni
di vita dei suoi cittadini e ne
emblema laumento della disoccupazione e limpennata drammatica della disoccupazione giovanile. questo il contesto ha sottolineato il presidente italiano
nel quale ci si avvia alle elezioni
di maggio per il rinnovo del Parlamento europeo, elezioni che
rappresentano un banco di prova
decisivo per lUnione.
LItalia ha proseguito ha
compiuto in questi anni rilevanti
sforzi e sacrifici, essendo bersaglio di forte pressione sui mercati
finanziari. Nemmeno il netto miglioramento raggiunto nel corso
del 2013 sul fronte del debito pu
per spingerci a desistere dallimpegno di progressiva e sostanziale
riduzione del debito. Ma a questo punto, secondo il presidente,
prioritaria una svolta capace di
condurre a un effettivo rilancio
della crescita e delloccupazione,
da ogni parte considerata indispensabile.
Al termine dellintervento, i
parlamentari europei hanno salutato il capo dello Stato italiano
con un lungo applauso. Il presidente del Parlamento europeo,
Martin Schulz, ha affermato che
Napolitano, nel suo operato, ha
lavorato per ricucire le divisioni
che attraversano la societ italiana
ed europea. Con Napolitano
ha precisato abbiamo avuto pazienza, dedizione e stile: tale
stato il suo contributo nellaffermazione del senso nazionale e nel
contrasto ai populismi.
Durante il suo discorso, Napolitano stato interrotto brevemente da una contestazione dei deputati della Lega nord.

Si partir dai sistemi di prelievo automatico del denaro

Verso un mercato comune dellAsean


JAKARTA, 4. I dieci Paesi dellAsean
(lAssociazione delle Nazioni del
sud-est asiatico) si avviano verso un
mercato comune entro il 2015. Successivamente a quella che sar una
rete a maglie larghe di accordi ad
esempio sul transito transfrontaliero
dei cittadini, sui vincoli doganali,
sulle transazioni e i pagamenti
nellarco di alcuni anni prevista la
concretizzazione di un grande mercato che possa bilanciare i colossi
vicini, India e Cina, e che possa fare
avanzare lAsean verso una integra-

zione anche politica sulla traccia


dellUnione europea, sovente citata
a modello o per contrasto.
Avanzeranno per ora, nella maggiore parte dei casi, a pi velocit,
data la differenza di Governi, sistemi economici e livelli di sviluppo.
Indonesia, Thailandia, Singapore,
Malaysia, Filippine e, come associato, Brunei, anticiperanno situazioni
come accordi di libero scambio
che coinvolgeranno in seguito, dal
2018, anche Myanmar, Vietnam,
Cambogia e Laos.

GIOVANNI MARIA VIAN


direttore responsabile

TIPO GRAFIA VATICANA


EDITRICE LOSSERVATORE ROMANO

Carlo Di Cicco

don Sergio Pellini S.D.B.

vicedirettore

Piero Di Domenicantonio
caporedattore

Gaetano Vallini
segretario di redazione

direttore generale

Essenziale sia per garantire


lapprovvigionamento di denaro per
chi si sposter entro confini assai
pi aperti, sia come volano per accrescere il flusso monetario tra i vari
Paesi e limitare le spese di trasferimento del denaro attraverso metodi
alternativi considerata la compatibilit dei sistemi di prelievo automatico (bancomat).
Un rapporto della Banca asiatica
per lo sviluppo afferma come al momento solo Indonesia, Thailandia e
Filippine abbiano una completa

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operabilit dei sistemi bancomat, il


cui inserimento nei vari Paesi peraltro molto vario. In Indonesia, dove vi sono ben 800.000 sportelli
bancari, solo il 20 per cento della
popolazione attiva pu accedere a
servizi bancomat. Diversa la situazione in Thailandia, dove 66.000
sportelli automatici possono essere
raggiunti dal 30 per cento della popolazione attiva, e in Malaysia, dove
soli 15.000 bancomat sono disponibili per il 66 per cento della popolazione che dispone di un reddito.

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mercoled 5 febbraio 2014

pagina 3

Pesa lo stallo afghano

Le condizioni sul terreno rendono difficile la realizzazione dei progetti gi approvati

Se sboccia
il dialogo
tra Islamabad
e i talebani

Solo sulla carta gli aiuti umanitari in Siria

di GABRIELE NICOL
Il travagliato processo di dialogo
in Pakistan punta a una svolta.
Ma limpresa si preannuncia assai
ardua. Dovevano cominciare oggi
a Islamabad i colloqui tra il Governo e i talebani. Allultimo momento sono slittati: la delegazione
governativa ha infatti chiesto alcuni chiarimenti prima di avviare
il negoziato. E ci a conferma di
una situazione lungi dallessere
idilliaca. Nonostante ci vi sono
aspetti che potrebbero preludere a
un positivo esito dei colloqui,
sempre ammesso che inizino.
infatti significativo che i talebani,
questa volta, abbiano voluto dare
un serio quadro formale al tentativo di dialogo. Il gruppo estremista Tehreek-e-Taliban Pakistan
(Ttp) ha nominato una squadra di
otto negoziatori: si siederanno al
tavolo delle trattative per cercare
di raggiungere un accordo con le
autorit di Islamabad. In passato,
invece, si parlava di negoziati ma
non si avevano notizie certe dei
negoziatori, con un conseguente
nulla di fatto. Si arrivati a pianificare questi colloqui anche grazie
al coerente impegno di Nawaz
Sharif, il quale, subito dopo aver
ricevuto lincarico di primo ministro, nel maggio scorso, ha definito prioritario il dialogo con i miliziani. Una priorit dettata dalla
consapevolezza che il Pakistan
non potr mai porsi come interlocutore affidabile sulla scena internazionale finch al suo interno dilagheranno le violenze e il terrorismo continuer a costituire una
minaccia costante. Pesa inoltre
sullimmagine del Pakistan la zona
dombra rappresentata dai presunti rapporti, denunciati da pi parti, fra i terroristi e lintelligence
pakistana.
Sulla questione del terrorismo
nel Paese stato chiaro, nei giorni
scorsi, lAlto commissario britannico per il Pakistan, Philip
Barton, il quale ha sottolineato
che la lotta ai terroristi riveste
unimportanza strategica per gli
equilibri interni della Nazione, come pure per le complesse e insidiose dinamiche che caratterizzano lintera regione. Di conseguenza, secondo Barton, le autorit di
Islamabad devono concentrare
una sempre maggiore attenzione
sulle questioni legate alla sicurezza: fronte, questo, sul quale possibile conseguire progressi stabili
solo attraverso un costruttivo dialogo con i talebani. Alla luce di
queste considerazioni, i colloqui
di oggi acquistano dunque un
preciso rilievo.
E si tratta di un avvenimento
che potrebbe sortire effetti importanti anche nello scenario afghano. Islamabad e Kabul sono del
resto legate a doppio filo in funzione della necessit di garantire
allintera area equilibri solidi e duraturi. Pi volte il premier pakistano ha dichiarato che un Afghanistan sicuro significa di conseguenza un Pakistan sicuro. Tuttavia in questo momento la situazione a Kabul critica. I rapporti
con Washington sono particolarmente tesi, viste le posizioni molto distanti circa la tempistica della
firma allaccordo sulla sicurezza:
gli Stati Uniti la vogliono subito,
il presidente Karzai solo dopo le
elezioni presidenziali del prossimo
5 aprile. Il contenzioso tra Kabul
e Washington assume rilevanza
strategica in vista del ritiro, entro
il 2014, del contingente internazionale. Se Karzai non giunge a pi
miti consigli, Washington minaccia di adottare lopzione zero: nessun soldato statunitense rimarr
sul suolo afghano, neppure con
compiti esclusivamente logistici.
In questo modo verrebbe meno
loriginario piano di schierare, dopo il 2014, un robusto nucleo di
soldati americani per rendere meno traumatico il passaggio delle
responsabilit alle forze afghane:
sempre nel timore che i talebani
possano vedere nel vuoto lasciato
dal contingente internazionale
unoccasione propizia per scatenare violenze su pi vasta scala.
Il rischio di fondo, dunque,
che eventuali progressi nel processo di pace pakistano possano essere condizionati, se non vanificati,
dallo stallo in casa afghana. In
questo fluido scenario potrebbe
rappresentare un elemento di svolta il nome del nuovo presidente
afghano che, il prossimo 5 aprile,
uscir dalle urne.

Un bambino si scalda vicino a un fal a Damasco (Reuters)

ROMA, 4. La terza riunione, ieri a Roma, del


gruppo ad alto livello insediato dallOnu per
lemergenza umanitaria in Siria si conclusa con
lapprovazione di undici interventi immediati per
garantire accesso alle aree assediate, demilitarizzare gli ospedali e le scuole, ottenere ulteriori progressi sul fronte dei finanziamenti. Lo ha detto
Valerie Amos, la responsabile dellOcha, lufficio
dellOnu per il coordinamento degli interventi
umanitari. Amos ha peraltro ammesso che al momento lattuazione di tali interventi resta aleatoria, sottolineando che nella prima sessione della
conferenza di pace sulla Siria, la cosiddetta Ginevra 2 conclusasi venerd scorso, si parlato di
temi politici, ma non sono stati fatti progressi sul
fronte umanitario.
La rappresentante dellOnu ha espresso particolare delusione per il fatto che non ci siano stati
progressi nelle aree assediate. Amos ha ricordato
che oggi in Siria ci sono sette milioni di persone
che hanno difficolt ad accedere agli aiuti umanitari, met delle quali hanno urgente bisogno di
soccorsi. Inoltre, circa 250.000 persone sono
bloccate in aree di combattimenti. Alla luce di ta-

le situazione, fonti del Governo di Londra hanno


comunicato di essere al lavoro per presentare una
nuova risoluzione in sede di Consiglio di sicurezza dellO nu.
Sintensificano, intanto, i contatti diplomatici
in attesa della ripresa della conferenza Ginevra 2,
fissata per luned prossimo. Oggi il ministro degli
Esteri russo, Serghiei Lavrov, riceve a Mosca
Ahmad Jarba, presidente della Coalizione nazionale siriana, di fatto lunica opposizione rappresentata a Ginevra. Il portavoce della Coalizione,
Mounzer Aqbib, ha confermato che Jarba, oltre a
discutere della consegna degli aiuti umanitari nelle citt siriane e del rilascio dei prigionieri, intende chiedere al Governo di Mosca di esercitare
pressioni sul presidente siriano Bashar Al Assad
affinch si arrivi a un Governo di transizione.
Su questultimo punto abbiamo molte questioni
da discutere con Mosca, ha dichiarato Aqbib
allagenzia di stampa Ria Novosti.
La Russia aveva gi invitato Jarba a Mosca prima dellapertura, il 22 gennaio, della conferenza
Ginevra 2, in coincidenza con una visita di alcuni
rappresentanti di Damasco. Jarba aveva declinato

Bomba nello Yemen


su un pullman militare

linvito, adducendo precedenti impegni. In linea


con Damasco, Mosca preme perch i negoziati si
concentrino sulla lotta alla proliferazione di gruppi estremisti islamici.
Tale posizione vista con sospetto dallopposizione. Vogliono parlare di aiuti umanitari ed evitare la discussione di questioni politiche, ha detto allagenzia Interfax il segretario della Coalizione, Badr Jamous.
Lo scontro anche sulla partecipazione
dellIran al tavolo dei colloqui, fortemente voluta
da Lavrov, ma respinta dai ribelli per gli stretti legami tra Teheran e Damasco. Fonti diplomatiche
citate dal quotidiano russo Kommersant sostengono che gli Stati Uniti avrebbero proposto
un compromesso che permetterebbe allIran, insieme allArabia Saudita e alla Turchia che di
Damasco sono avversarie di avviare negoziati
paralleli a quelli di Ginevra 2. Secondo il quotidiano, il segretario di Stato americano, John
Kerry, ne avrebbe parlato con Lavrov a margine
del vertice sulla sicurezza della scorsa settimana a
Monaco di Baviera. E il ministro russo avrebbe
ampiamente approvato lidea.

Abu Mazen chiede


lintervento della Nato
TEL AVIV, 4. Uno Stato palestinese
smilitarizzato che accolga a tempo
indefinito forze Nato guidate dagli
Stati Uniti per garantire la sicurezza dei vicini e proteggere gli stessi
palestinesi. Abu Mazen consegna al
New York Times le linee guida
di un possibile accordo di pace con
Israele e delinea i dettagli del futuro ribadendo il no alla lotta armata.
In unintervista rilasciata al quotidiano, il presidente palestinese
che lancia un messaggio al segretario di Stato americano John Kerry
precisa che in Palestina rimarranno solo forze di polizia e lesercito
israeliano avr cinque anni per

Ex ribelli in fuga
nella Repubblica
Centroafricana

Un militare di guardia a Sana (Reuters)

SANA, 4. Non si ferma la violenza


nella capitale dello Yemen: di tre
morti e 12 feriti il bilancio dellesplosione avvenuta oggi a Sana
su un pullman militare. La deflagrazione stata causata da una
bomba collocata sul veicolo. Lautobus, che trasportava ufficiali e
soldati, esploso mentre attraversava il quartiere di Dar Salam, nel
sud della capitale. Secondo testimoni, due uomini armati a bordo di
unautovettura hanno aperto il fuoco contro lautobus poco prima della violenta esplosione. Lagguato
lultimo di una lunga serie di atten-

tati contro il personale militare dello Yemen, e, con tutta probabilit,


opera dei miliziani di Al Qaeda
nella penisola arabica. Questultimo
attacco giunge dopo una serie di
esplosioni avvenute nella notte tra
domenica e luned nei pressi dellambasciata francese. LEliseo ha
condannato gli attentati sottolineando per che ancora non si pu
dire con certezza se i colpi fossero
diretti contro la propria ambasciata.
Comunque, ha detto il portavoce
del ministero degli Esteri, ribadiamo il nostro impegno nel processo
di transizione politica.

BANGUI, 4. Circa duecento miliziani della coalizione ex ribelle


Seleka sono fuggiti dalla cittadina
di Sibut, nel nord della Repubblica Centroafricana, passata nelle
ultime ore sotto il controllo della
Misca, la missione africana. Secondo fonti di questultima, gli ex
ribelli starebbero cercando di sottrarsi al pericolo di vendette. Violenze tra le milizie della popolazione locale e quelle della Seleka,
ormai formate in prevalenza da
miliziani stranieri, soprattutto appartenenti a gruppi di matrice
fondamentalista islamica provenienti da Sudan e Ciad, hanno
provocato nellultima settimana almeno 75 morti tra gli abitanti cristiani di Boda, secondo quanto dichiarato ieri alla France Presse dal
parroco locale.

completare il ritiro e assestarsi sul


confine internazionale.
Ma nel giro di poche ore sono
arrivati due pesanti no: quello del
premier israeliano, Benjamin Netanyahu, che trova assurdo il rifiuto
di riconoscere Israele come Stato
ebraico; e quello di Hamas che, da
Gaza, fa presente di essere del tutto
contrario al concetto di una Palestina smilitarizzata. Abu Mazen, invece, alla domanda se fosse prevedibile una terza intifada, ha risposto:
Nella mia vita presente, e se le
avr anche in quelle future, non
torner pi alla lotta armata.

Tabella di marcia
della nuova
Costituzione
libica
TRIPOLI, 4. Il Congresso generale
nazionale libico (il Parlamento ad
interim) ha deciso ieri di estendere
il suo mandato oltre la scadenza
originaria del 7 febbraio per affidare a una commissione speciale
di sessanta membri il compito di
scrivere la nuova Costituzione. Se
per entro maggio non ci saranno
progressi concreti si andr a nuove elezioni.
Se invece la commissione avr
ottenuto risultati tangibili, il
Congresso generale nazionale rester al suo posto fino a dicembre
per dare tempo ai sessanta costituenti di finire il loro lavoro. In
questo caso si andr al voto entro
la fine dellanno. questa la nuova tabella di marcia che i politici
libici si sono dati a oltre 18 mesi
dalle elezioni per il nuovo Parlamento, svoltesi nel mese di luglio
del 2012.
Il piano non include alcun riferimento a un nuovo voto di sfiducia al Governo del premier, Ali
Zeidan, tentativo peraltro gi fallito. La data per le nuove elezioni
sar in ogni caso fissata dalla
commissione elettorale.
Il Congresso generale nazionale
stato paralizzato dal confronto
tra il partito di maggioranza
dellAlleanza delle forze nazionali
e quello della Giustizia e della
Costruzione, braccio politico dei
Fratelli musulmani libici, mentre
nel Paese permane una situazione
di grande insicurezza e di caos,
con le autorit di Tripoli che non
riescono a contrastare le milizie
armate.

Trenta terroristi
uccisi dallesercito
egiziano
nel nord del Sinai
IL CAIRO, 4. Almeno trenta terroristi sono stati uccisi ieri in un attacco dellesercito nel nord del Sinai, dove le forze egiziane sono
schierate a migliaia per rispondere
alla minaccia dei gruppi armati.
Ormai da mesi, le strade della
regione sono difficili e pericolose, ha sottolineato una fonte sul
posto. I negozi chiudono alle 17
e poi non si pu uscire: c un coprifuoco serrato che impedisce
ogni attivit, anche solo incontrarsi in strada.
La principale arteria autostradale della regione bloccata. Loffensiva militare si concentra soprattutto nelle citt di Rafah e
Sheikh Zowaeed, teatro luned
scorso di un raid condotto da elicotteri Apache che ha causato la
morte di tredici presunti terroristi.
La scorsa settimana i qaedisti hanno annunciato di aver abbattuto
proprio un elicottero da combattimento, con un bilancio di sei
morti. La notizia stata tuttavia
smentita dai militari che hanno
parlato di un incidente dovuto a
un problema meccanico.

Non si consolida
la tregua in Sud Sudan
JUBA, 4. Le forze governative del
Sud Sudan, da cinquanta giorni
protagoniste delle guerra civile con
i reparti ribelli dellesercito che fanno riferimento allex vice presidente
Rijek Machar, hanno sottratto a
questi ultimi la cittadina di Leer,
una delle ultime ancora nelle loro
mani.
Secondo fonti citate dalla Misna,
lagenzia internazionale delle congregazioni missionarie, accanto alle
truppe del Governo del presidente
Salva Kiir Mayardit sono impegnati
in battaglia combattenti provenienti
dalla regione occidentale sudanese
del Darfur, presumibilmente aderenti al Movimento per la giustizia
e leguaglianza (Jem) protagonista
da oltre un decennio della lotta armata contro Khartoum. In tutti
questi anni, del resto, sempre stato stretto il rapporto tra il Jem e gli
ex ribelli dellEsercito di liberazione
del popolo sudanese, oggi trasfor-

mato in movimento e al Governo


nel Sud Sudan diventato indipendente nel luglio del 2011.
Le notizie giunte da Leer, situata
nello Stato petrolifero di Unity,
confermano che non si consolidato sul terreno laccordo di tregua
raggiunto a met gennaio tra le
parti belligeranti e che le forze governative stanno avanzando dalle
citt di Bentiu e Malakal in direzione sud verso aree sotto il controllo
di unit ribelli.
Proprio per monitorare tale accordo sono giunti ieri nella capitale
sudsudanese Juba i primi osservatori africani osservatori dellAutorit intergovernativa per lo
sviluppo (Igad). Il generale etiopico Gebreeg Zabher Mebrahtu, a capo della missione dellIgad, ha detto che verranno quelle che ha definito accuse di episodiche violazioni
della tregua che le parti si scambiano.

LOSSERVATORE ROMANO

pagina 4

mercoled 5 febbraio 2014

Due secoli fa la sconfitta di Napoleone che tent di sopprimere la Chiesa ma si imbatt nel cardinale Chiaramonti

Un Papa giacobino
Siate buoni cristiani e sarete ottimi democratici, aveva detto in unomelia del 1797 il futuro Pio
di LUIS SUREZ
el 1797, quando i rivoluzionari francesi potevano gi contare su
uno dei militari pi
esperti e famosi della
storia, che si sarebbe incaricato di
dominare lItalia, sopprimere gli Stati Pontifici e fare di Papa Pio VI un
prigioniero, il cardinale arcivescovo
di Imola, Barnaba Chiaramonti, in
unomelia pronunciata nella messa
di Natale, disse alcune parole decisive, che ai nostri occhi sono di una
sorprendente attualit: La forma di
governo democratica (...) [non] ripugna il Vangelo; esige anzi tutte
quelle sublimi virt, che non simparano che alla scuola di Ges Cristo
(...) Siate buoni cristiani e sarete ottimi democratici. Venutone a conoscenza, Napoleone Bonaparte fece
questo ironico commento: Il cittadino cardinal Chiaramonti predica
come un giacobino. Agnostico, non
teneva conto della seconda e principale parte di quella lunga frase. Lo
stesso fanno oggi molti nostri governanti; se non si tiene conto delle virt che contraddistinguono lordine
naturale e che la Chiesa insegna da
sempre, qualsiasi sistema politico
pu essere votato allinsuccesso. Entra qui in gioco il diritto alla vita,
che stanno violando, e con grande
enfasi, quanti manifestano in pubblico, reclamando per la donna il diritto a uccidere quellessere umano che,
per un misterioso disegno, porta nel
suo grembo.
Ma continuiamo con la nostra storia. Bonaparte, il cui autoritarismo
stava assumendo proporzioni enormi, mise fine al progetto giacobino.
I suoi soldati entrarono a Roma e il
Papa, gravemente malato, fu scortato, tra le baionette, verso Parigi, che
per non pot raggiungere; mor a
Valence il 29 agosto 1799. Il giornale
ufficiale Le Moniteur scrisse in
prima pagina che era lultimo. E
Bonaparte annot nel suo quaderno
che la Chiesa, quellarcaismo, stava
per scomparire. Curiosa analogia
con i rivoluzionari spagnoli del 1936
che affermarono dinanzi alla Comintern di aver posto fine alla Chiesa
nel loro Paese.

Nel 1801 il primo console firm il


Concordato che sarebbe durato fino
al 1905. Senza che cessassero le difficolt i politici non rinunciano mai
allobiettivo di sottoporre ogni cosa
al loro potere ma permettendo che
la Francia divenisse una delle guide
principali di quella nuova modernit
che, senza volerlo ammettere, ci fa vedere le sue profonde radici
cristiane.
Nel 1804, con un plebiscito, Bonaparte divenne
imperatore. ben noto che
i plebisciti li vince sempre
Pubblichiamo un articolo apparso su
chi li organizza, anche se
La Razn del 28 gennaio.
non mancano occasioni in
Lautore membro
cui si preferisce un risultadella Real Academia de la Historia.
to negativo. E allora Napoleone, imitando Carlo Magno, organizz ogni cosa
interpretano male: bisognava porre per celebrare la sua incoronazione
fine allantico regime, ridando la li- imperiale invitando a parteciparvi il
bert ai sandali del pescatore di Ga- Papa stesso, che non poteva negarsi
lilea e proponendo alla societ una se voleva continuare a raccogliere i
dottrina che le permettesse di libe- semi di una pace che stava permetrarsi della crescente rigidit nella tendo al santo Curato dArs di cocondotta. Amore invece di odio, co- minciare un cammino che molti
me continuano a chiedere ai nostri avrebbero seguito.
Durante il viaggio, stavolta senza
giorni i sostenitori del materialismo
essere circondato dalle baionette, Pio
dialettico.
Fu proprio Bonaparte a riconosce- VII fece tre scoperte: lumile gente
re che era stato commesso un grave francese si accalcava lungo le vie per
errore; nella Chiesa risiede infatti il applaudirlo, quellimperatore era
mistero dellordine sociale. Il che semplicemente un commediante
non vuol dire che abbandon il suo che recitava la sua parte senza alcuna
agnosticismo ma che ritenne neces- autenticit e la dama destinata a cinsario giungere a una qualche forma gere la corona non era altro che una
di accordo che permettesse alla so- concubina di quel grande corso. Il
ciet francese di mostrare il proprio matrimonio si celebr in piena notte.
Bisogna per non incorrere
segno distintivo, e di farlo sullaltare
di Notre-Dame de Paris. E l anco- nellerrore. Pio VII non incoron imra oggi, adoperandosi per il futuro peratore Bonaparte, fu semplicemendellEuropa, che sa molto bene che, te presente alla cerimonia. Il nuovo
come ha indicato il concilio, solo fa- padrone dellEuropa sincoron da
cendo una chiamata universale alla solo, anche se dinanzi allaltare della
santit potr superare definitiva- grande cattedrale che ancora oggi fa
mente i terribili mali del XX secolo. emozionare quanti, come me, hanno
E con gioia, come ci ricorda sempre avuto lopportunit di assistere l a
cerimonie religiose. Chiaramonti
Papa Francesco.

I cardinali si riunirono a Venezia


e, praticamente allunanimit, elessero Chiaramonti, che conserv il nome e leredit del suo predecessore,
chiamandosi Pio VII. Con lui, anche
la Chiesa avrebbe sperimentato un
cambiamento, vero passo avanti, come quelli che Francesco sta compiendo ai giorni nostri, e che molti

La Razn

Dopo 26 anni di ricerche e a


milleduecento anni esatti dalla
morte del sovrano, gli scienziati
hanno annunciato che le ossa
sepolte nella cattedrale di
Aquisgrana quasi certamente sono
quelle di Carlo Magno. I resti
umani custoditi nella cappella
dedicata allimperatore, morto
nell814, appartengono a un uomo
insolitamente alto per i suoi tempi,
184 centimetri, magro e anziano. I
risultati dellindagine sono stati
annunciati da Frank Ruehli,
professore presso lIstituto di
Anatomia delluniversit di Zurigo.

Economia ed etica
nel Cortile
di Budapest
Due giorni di incontri, il 5 e il 6
febbraio, su Moralit, economia,
societ secolare nel ventunesimo
secolo, organizzati
dalla Conferenza episcopale
ungherese con luniversit Corvinus
e luniversit cattolica Pzmny
Pter: la nuova tappa della carovana
Cortile dei gentili a Budapest.
Inaugureranno i lavori il cardinale
Pter Erd, arcivescovo di Budapest
e primate dUngheria, Szuromi
Szabolcs, rettore delluniversit
Pzmny Pter e il cardinale
Gianfranco Ravasi, presidente
del Pontificio Consiglio della
Cultura. Finanza
ed economia non sono sinonimi:
sar il leit-motiv dei due giorni,
insieme alla convinzione
che il rinnovamento delleconomia
a partire dai principi
della dottrina sociale della Chiesa
una sfida possibile.

aveva comunque raggiunto il suo


obiettivo fondamentale: garantirsi lo
spazio per ristabilire la Compagnia
di Ges, riconoscere san Tommaso
come guida luminosa della teologia
cattolica e abolire la sottomissione al
potere assoluto che gallicani e giuseppinisti esercitavano. La Chiesa faceva i suoi primi passi verso la libert. Naturalmente ci sarebbero voluti
molti anni per rendere quei cambiamenti visibili. Ma la crescita qualitativa stava iniziando; ed stata
proprio questa crescita a condurci al momento attuale,
con un nuovo umanesimo, sotto forma di evangelizzazione. Talleyrand, che fu ministro sotto Napoleone, lo avvert:
con quegli accordi stava rischiando
di fare affondare la sua stessa barca,
che neanche lui avrebbe tardato
molto ad abbandonare. Limpero incorse nello stesso errore commesso
dai giacobini; nel 1808 furono soppressi gli Stati Pontifici, Pio VII fu
fatto prigioniero e poi condotto a

Parigi. Ma il 1808 fu anche lanno in


cui un piccolo esercito spagnolo
sconfisse a Bailn, per la prima volta, linvincibile armata francese. La
Spagna, poi la Russia e infine la
Germania, le assestarono il colpo decisivo che, proprio due secoli fa, nel
1814, provoc la caduta di Napoleone. E allora il Papa ci diede una
grande lezione: dimenticando le in-

giurie e i danni, accolse a Roma la


madre e i fratelli di Bonaparte con i
loro figli, ospitandoli nel palazzo di
Piazza Venezia, e cerc un sacerdote
da inviare allisola di SantElena, per
accompagnare, nelle sue ultime ore,
il genio decaduto. Grande lezione,
che non bisogna dimenticare. Il
Pontificato divenne un segno esteriore della carit.

Su El Pas un articolo contro la leggenda nera

Il gesuita e linquisitore
Luz sobre la Inquisicin il titolo della recensione
che il quotidiano spagnolo El Pas ha dedicato il
1 febbraio allultimo libro dellantropologo basco
Mikel Azurmendi, Las brujas de Zagarramurdi (Crdoba, Almuzara, pagine 218, euro 15,95). Luce
sullInquisizione in senso letterale, perch la seriet
e il rigore metodologico dellautore fanno scoprire
fatti e circostanze che ne ridimensionano e, in molti
casi, contraddicono la leggenda nera diffusa sul
tribunale. Dalla dettagliata e appassionante indagine
di Azurmendi sugli archivi dellInquisizione di Logroo, emergono i contorni dei processi per stregoneria e satanismo che diventarono sempre pi fre-

quenti nei Paesi Baschi negli anni compresi fra il


1609 e il 1614: nel libro spiccano per saggezza, ragionevolezza ed equilibrio di giudizio le figure dellinquisitore Alonso de Salazar y Fras (che pose un freno alla catena di denunce e processi, causa di una
pericolosa ondata di isteria collettiva), del gesuita
Hernando de Solarte, del vescovo di Pamplona Venegas de Figueroa e dellumanista Pedro de Valencia. Un magnifico esempio di studio cos Carlos
Garca Gual definisce il libro di Azurmendi su El
Pas di un episodio storico, lontano nel tempo
ma dalla risonanza emotiva molto forte, esposto con
precisione critica e ammirevole chiarezza.

La Sistina e il coro di Westminster insieme al concistoro

Musica inclusiva
di MASSIMO PALOMBELLA

Le ossa
di Carlo Magno

VII

Nel 2012, quando la Cappella Musicale


Pontificia si rec a Londra per provare insieme al coro di Westminster Abbey e tenere
un concerto nella cattedrale di Westminster,
larcivescovo di Westminster, Vincent Nichols, mi disse che era un suo grande desiderio vedere un giorno il coro della sua cattedrale cantare a una celebrazione papale insieme alla Cappella Sistina. La recente creazione a cardinale dellarcivescovo Nichols ha
determinato la felice condizione per realizzare il suo desiderio e cos, la Cappella Musicale Pontificia e il coro della Cattedrale di
Westminster si fonderanno per le celebrazioni del concistoro.
Il permettere lincontro di culture diverse,
di tradizioni musicali diverse e anche apparentemente lontane costituisce una cifra
importante del servizio ecclesiale della Cappella Musicale Pontificia. Infatti questa antica istituzione non esiste, e non avrebbe senso di esistere, solo e soltanto per fare un po
di musica. La sua vera profonda identit la
possiamo rintracciare esclusivamente allinterno di un servizio ecclesiale, dove levangelizzazione lasse portante di tutta lattivit. Ed solo allinterno di un reale e non
ideologico servizio ecclesiale che possiamo
ricuperare e vivere la sana professionalit
musicale che deve necessariamente contraddistinguere questa istituzione. Professionalit
che prima di tutto un vivere e lavorare oggi con la chiarezza di un punto di non ritorno che si chiama concilio Vaticano II. Allinterno della riforma liturgica del concilio occorre infatti recuperare e vivere in senso inclusivo le nostre radici come realt antiche e
cio preziose, sempre attuali (si pensi alla
tradizione gregoriana, alla polifonia classica)
insieme a tutto ci che la cultura musicale
contemporanea ci ha sanamente comunicato
per vivere loggi della liturgia e guardare al
futuro.
Il vero servizio ecclesiale esige il dialogo,
il confronto, linnescare processi culturali
per approdare a luoghi dove la teologia e
la diplomazia non sempre riescono ad arrivare. Fare questo richiede intrinsecamente
una seria e onesta professionalit che si declina in un quotidiano e diuturno lavoro
musicale, in una sana recezione di ci che
gli studi semiologici ci hanno consegnato
in questi ultimi anni per migliorare il prodotto musicale. Il lavorare davvero nella
Chiesa apre i nostri orizzonti e ci conduce
dolcemente ad abbandonare stagni, antiche scuole (che di antico hanno solo la decadenza musicale di fine Ottocento), vec-

chie estetiche che ci immobilizzano in un


mondo che non c pi, nella terribile illusione che tanta storia alle spalle giustifichi
il non cambiare e il non confrontarsi con
nessuno.
Per dialogare occorre ritracciare territori
comuni nei quali ritrovarsi. Da ci scaturisce
il dovere della Cappella Musicale Pontificia
di frequentare e custodire le fonti della cultura musicale occidentale, irrobustire la sua
identit con un grande, antico, prezioso repertorio che permette di trovare profondi legami con realt di tutto il mondo, con la

Il maestro della Cappella musicale pontificia

confessione anglicana, con quella luterana,


con la Chiesa ortodossa, come da qualche
anno felicemente avviene.
Lavorare con il coro della cattedrale di
Westminster non uneccezione, un evento
straordinario, oggi prima di tutto un

grande onore, ma anche la normalit, il rispondere doverosamente a un mandato ecclesiale fuori dal quale la stessa professionalit musicale inizierebbe inesorabilmente a
sgretolarsi in una ingannevole autoreferenzialit.

Ruolo guida nella tradizione inglese


Il coro della cattedrale di Westminster
annoverato tra i pi importanti al mondo.
Sin dalla sua fondazione, nel 1903, ha occupato una posizione unica e invidiabile di
prima linea nella musica sacra inglese, non
ultimo grazie al lavoro innovativo del suo
primo maestro Richard Terry, il quale ha ripreso le grandi opere dei compositori rinascimentali inglesi e continentali. La fama
del coro cresciuta sotto la direzione di

Terry, poich ha presentato questa musica


dimenticata, rivoluzionando latteggiamento
riguardo al repertorio. Il lavoro dinnovazione proseguito sotto George Malcolm,
che stato pioniere dello sviluppo del suono del coro, seguendo linee continentali, il
che lo ha reso davvero rivoluzionario sia
per i contenuti che per le esecuzioni. Il coro prosegue queste tradizioni sotto lattuale
maestro Martin Baker, e continua a essere

Il coro della Westminster Abbey (foto Bill Prentice)

lunico al mondo di una cattedrale cattolica


a cantare quotidianamente la messa e i vespri. Tra i maestri pi recenti figurano Colin Mawby, Stephen Cleobury, David Hill e
James OD onnell.
La fama del coro in costante crescita,
ed esso continua a conquistare nuovo pubblico grazie anche a una serie di registrazioni con letichetta Hyperion. Nel 1998 ha
ricevuto i premi Gramophone per la migliore registrazione corale dellanno e come
disco dellanno per la sua esecuzione della
Messa di Frank Martin e del Requiem di
Pizzetti. Le due pubblicazioni pi recenti
sono Miserere: A Sequence of Music for Lent,
St Joseph and the Annunciation (gennaio
2013) e un CD di musiche di James MacMillan, Tenebrae Responsories (luglio 2013).
Il coro ha anche come tradizione quella
di commissionare e di eseguire musica nuova: esempi famosi sono la Missa brevis per
voci bianche di Britten, la Messa in sol minore di Vaughan Williams e diverse composizioni di Wood, Holst e Howells. Nellultimo decennio ha commissionato nuove
messe a James MacMillan, Peter Maxwell
Davies, Judith Bingham, John Tavener,
Matthew Martin e Stephen Hough, tutte
eseguite per la prima volta nel contesto delle comuni liturgie nella cattedrale di Westminster. Inoltre il coro si esibisce spesso alla radio e in televisione. E quando la fitta
agenda liturgica lo consente, porta la sua
musica anche pi lontano. Oltre a tenere
regolarmente concerti nel Regno Unito, le
tourne pi recenti lo hanno portato in
Ungheria, Norvegia, Germania, Belgio, Italia e Stati Uniti.

LOSSERVATORE ROMANO

mercoled 5 febbraio 2014

pagina 5

Papa Francesco e le autostrade della comunicazione

Gli scatti di Mimmo Jodice alluniversit Suor Orsola Benincasa

Vita autentica anche online

La storia
in una pietra

di BRETT T. ROBINSON*
invito di Papa Francesco a portare il
Vangelo nelle strade
include anche quelle
digitali. Il primo messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali coerente
con la sua preoccupazione di raggiungere le persone ovunque si trovino. Spesso oggi ci significa i confini virtuali dellambiente digitale. Il
messaggio del Santo Padre incentrato sulla prospettiva dellincontro
autentico in una cultura digitale. Papa Francesco ricorre allormai consueta immagine dellautostrada, paragone spesso fatto da quanti considerano la rete come una superstrada dellinformazione. Nella sua riproposizione dellanalogia con lautostrada, il Papa esamina lo svuotamento delle relazioni che si verifica
in un mondo di velocit e di efficienza. Non basta passare lungo le
strade digitali, cio semplicemente
essere connessi: occorre
che la connessione sia accompagnata dallincontro
vero. Non possiamo vivere
da soli, rinchiusi in noi
stessi.
Portando lanalogia anche un po oltre, limmagine delle persone inscatolate nelle automobili, chiuse
in se stesse mentre corrono
da una parte allaltra, sembra rispecchiare il moderno ambiente delle comunicazioni. Le sublimi sottigliezze della natura sono solo una
massa indistinta se viste dai confini
climatizzati di una macchina o di
un aereo. La sofferenza di persone
senza casa, arenate o ferite penetra
appena la dura vernice dellacciaio e
del vetro, che passano veloci, rincorrendo la massima efficacia.
Francesco avverte che solo chi
comunica mettendo in gioco se stes-

so pu rappresentare un punto di
riferimento. Il mondo, cos come
viene visto attraverso il vetro e il silicone di smartphone e laptop, incoraggia anche una cultura di passaggio, animata da video e immagini

Anche da connessi
non dobbiamo rinunciare
allincontro vero con gli altri
seducenti che servono solo da imitazione fugace del reale.
qui che ci viene ricordata la
proposta pi straordinaria della nostra fede, la gloria dellincarnazione.
in questo senso che il Papa usa la
parabola del buon samaritano per
invitarci a uscire da noi stessi sulla
strada digitale, al fine di incontrare
le realt pi intime dei nostri compagni di viaggio. La comunicazione
non soltanto trasporto di immagini incorporee, bens ritualizzazione
di esperienze incarnate.

Il buon samaritano fascia le ferite delluomo percosso versandovi


sopra olio e vino. Per Papa Francesco, la comunicazione pu essere
olio profumato per il dolore e vino
buono per lallegria. Come lolio e
il vino, il linguaggio, i simboli e le
immagini che costituiscono la comunicazione in rete sono mezzi per
esprimere la compassione e la grazia

Tweet in latino? Deliziosi


I tweet del Papa in latino sono un successo tanto bello quanto
inatteso si legge sul sito in rete del settimanale Le Point. Due
anni dopo il lancio stata superata la soglia dei duecentosettemila
follower, pi del numero delle persone che seguono i tweet papali
in tedesco o in arabo. Del resto la concisione del vocabolario non
mai un problema in latino spiega alla rivista francese monsignor
Daniel Gallagher, della Segreteria di Stato, che cura la pagina publica del Papa. confortante ricevere ogni giorno un frammento
di pensiero puro chiosa Isabelle Poinsot, una fan parigina di Papa Franciscus @Pontifex_ln e trovo delizioso questo connubio
fra la modernit del mezzo e lantichit del linguaggio. Cos la capacit di comunicazione della lingua di Cicerone supera i secoli:
anche gli epigrammi di Marziale continua Gallagher per brevit, freschezza ed efficacia sono gi dei tweet.

che esige la carit divina. Nella sua


opera Ges di Nazaret, Benedetto
XVI riflette con grande carit sulle
due persone che passano senza fermarsi nella parabola del buon samaritano: Non dovevano essere necessariamente uomini particolarmente freddi; forse hanno avuto paura anche loro e hanno
cercato di arrivare pi presto
possibile in citt; forse erano
maldestri e non sapevano da
che parte cominciare per prestare aiuto, tanto pi che, comunque, sembrava che non ci fosse pi
molto da aiutare.
Quante volte in rete ci troviamo
in questa situazione! Lanonimato
senza volto della comunicazione digitale non ci tocca come invece potrebbe fare la presenza fisica di
unaltra persona. Non sappiamo bene, essendo privi dei sottili indizi
della presenza altrui, che cosa potrebbe alleviare la loro sofferenza.
Inoltre, lerosione dellempatia, favorita in parte dagli apparecchi digitali stessi, rende molte persone
inermi quando si devono confrontare con il dolore altrui.
Essere immersi in un ambiente digitale di informazioni, immagini e allusioni mentre si cerca di mantenere
i piedi nella realt un impegno difficile. Papa Francesco propone una
soluzione sotto forma di unaltra
analogia stradale, questa volta quella
di Emmaus. Il misterioso compagno
di viaggio che riaccende la fede dei
discepoli citando i profeti e la Scrittura rianima la conversazione confusa ma colma di speranza. Solo quando Ges si rivela a loro attraverso la
frazione del pane, per, i loro occhi
si aprono veramente. Qui il Pontefice propone una visione cristiana della comunicazione nelle strade digitali. La comunicazione non deve essere
vista quale mero mezzo di trasporto
come unautomobile o un aereo.
Piuttosto, un incontro rituale in cui
si scambia qualcosa di reale e si pu
far crescere una relazione autentica.
Dobbiamo dare lesempio, ascoltando e inserendoci in un dialogo autentico con le persone, per comprenderne le attese, i dubbi, le speranze, e offrire loro il Vangelo, cio
Ges Cristo. Dialogare significa essere convinti che laltro abbia qualcosa
di buono da dire.
I modi in cui poter manifestare
Cristo online attraverso una comunicazione caritatevole sono tanti
quanti i milioni di scambi che avvengono ogni giorno in rete. Portiamo il pane vivo di Emmaus nelle
autostrade, nelle stradine laterali e
negli avamposti della frontiera digitale, privilegiando la presenza rispetto al semplice passaggio.
*Universit di Notre Dame (Indiana)

Il 4 febbraio 1914 nasceva a Parigi lo storico Arsenio Frugoni


di FELICE ACCRO CCA
Il 4 febbraio 1914 nasceva a Parigi, da
genitori bresciani emigrati, Arsenio
Frugoni: storico di razza, dotato anche di una sovrana squisitezza di
scrittura (Raoul Manselli). Frugoni
trascorse a Brescia linfanzia e la prima giovinezza, fattivamente partecipe
delle attivit dellOratorio della pace
dei padri filippini, dove emergeva la
figura di padre Giulio Bevilacqua.
Nel 1933 giunse alla Scuola Normale
Superiore di Pisa dove ebbe come
maestro Giovan Battista Picotti, ma
trasse enorme profitto anche dalla lezione di Giorgio Pasquali e di Paul
Oskar Kristeller, che contribuirono in
maniera determinante alla sua formazione fornendogli una viva sensibilit
filologica, da lui mai dismessa nella

Volont di capire

to. Nel 1954, anno in cui videro la luce


i suoi lavori maggiori (i volumi dedicati ad Arnaldo da Brescia e al monaco Pietro del Morrone, poi Papa Celestino V), Frugoni ottenne la cattedra
universitaria e torn come docente alla Normale dove era stato allievo brillantissimo. A Pisa, ricoprendo anche
lincarico di vicedirettore della Scuola
medesima, rimase fino al 1962, quando giunse a Roma, alla Sapienza: lintensa attivit didattica, svolta con vera
passione, e gli impegni contratti con
lIstituto storico per il medioevo (di
cui fu segretario generale dal 1961 fino
alla morte), la collaborazione estremamente significativa al Dizionario biografico degli italiani e alla Enciclopedia
dantesca, non rallentarono la sua febbrile attivit
Non era mai pago di risposte parziali
di ricerca, condotta attraverso svariati campi
Poneva domande continue alle fonti
di indagine e concretizper le quali aveva un profondo rispetto
zatasi in studi molteplici. Una produzione che
Mai avrebbe costretto una fonte a dire
solo parzialmente rende
quanto essa non pu e non vuol dire
ragione della mole di lavoro da lui prodotta.
Nel 1947, anno in cui giunse a Rosua lunga pur se tragicamente interrotta militanza storiografica. In ma, Frugoni aveva gi dato prova delquegli stessi anni fu assai attivo nel la sua capacit di ricerca e di scrittura,
circolo pisano della Federazione uni- nonch di acutezza filologica: tuttavia,
non alla storia medievale, cui pur aveversitaria cattolica italiana.
Nel 1947 fu accolto come allievo va dedicato la propria tesi di laurea, si
nella Scuola storica nazionale per gli erano volti fino ad allora i suoi intestudi medioevali, diretta da Raffaello ressi di ricerca, quanto piuttosto al
Morghen presso lIstituto storico per mondo umanistico e rinascimentale,
il medioevo, e nel 1950 pubblic un abitato da figure significative della Riampio saggio sul giubileo di Bonifacio forma cattolica. Fu soprattutto dopo
lincontro con Morghen che Frugoni
VIII, che resta tuttora il punto di riferimento della storiografia sullargomen- rivolse, in maniera marcata, il suo in-

teresse alla storia religiosa del medioevo: incontro decisivo per il campo di
indagine che da allora in poi privilegi. Molto meno rilevante, invece, in
ordine al metodo, che Frugoni possedeva gi in maniera straordinariamente affinata e svilupper poi secondo
una linea tutta personale. Egli, in effetti, appariva tenacemente refrattario
ad adottare chiavi interpretative che
gli dessero una lettura complessiva
della realt (fossero queste chiavi il
medioevo cristiano o
la Santa Romana Repubblica). Neppure si
trovava a suo agio con
la visione crociana di
una storia delle idee.
Piuttosto, era mosso
essenzialmente da una
volont di capire, perseguita fino allo spasimo. Da qui le domande continue che poneva alle fonti, mai pago
di risposte parziali,
che non avessero diradato tutte le zone
dombra, e tuttavia
mai dimentico del rispetto profondo che lo
storico deve alla fonte stessa, alla quale non pu fare violenza alcuna per
costringerla a dire quanto essa non
pu e non vuol dire. Tale coscienza lo
portava lontano dalle affermazioni
drastiche, anche quando avrebbe potuto, forse, esser pi deciso nei suoi
pronunciamenti. O meglio, anche
quando le sue affermazioni erano nette, esse, comunque, non venivano

ria Adelaide Pignatelli e Antoniet- ralit che storicizza anche loggi,


ta Pagliara trasformarono il com- fissandolo in un contesto apparteplesso in un luogo in cui speri- nente alla memoria e tuttavia gi
mentare un progetto pedagogico consegnato al futuro. Una visione
davanguardia per leducazione sospesa nel tempo, dunque. Cos
femminile ed ebbe come prima come sospesa nello spazio, tra ciestruttura didattica unopera pia a lo e mare si direbbe, appare in alcarattere laicale, una scuola pub- cune immagini la stessa architettublica inaugurata il 10 luglio 1864 ra di questo monumento.
Attraverso lo sguardo attento e
con appena 32 studentesse. Nel
tempo listituzione ha visto via via acuto di Jodice, le fredde mura diaumentare la propria offerta for- ventano racconto vivo, pietre che
mativa nei settori della scrivono la storia e che sono stopedagogia, dei beni rie, pronte a svelare tutto ci che
culturali e della comu- sta oltre lenigma dellumano,
nicazione con le facol- come sottolinea Mariella Pandolfi
t di lettere, scienze nel descrivere la ricerca del fotodella formazione e giu- grafo. Che con la sua macchina
risprudenza, oltre che fotogtafica ci conduce attraverso
con numerosi corsi di giardini con piante esotiche, scaloalta formazione post- ni, stanze, celle, corridoi, sale, terlaurea. Una storia anti- razze, piccoli musei, cappelle, deca, che viene narrata e positi nascosti, mostrandoci pure
approfondita dai brevi una teoria di arredi, di statue e di
saggi che illustrano di- dipinti sacri come la scultura
versi aspetti del com- del Cristo adagiato su un nudo
plesso monumentale. pavimento, avvolto dal sonno delMa pi degli scritti so- la morte testimoni dellantica
no gli scatti del napo- presenza monacale. Per giungere
letano Jodice che alle aule didattiche, dallarchitetaveva gi fotografato il tura depoca ma con la mobilia
complesso del Suor moderna, senza risparmiarci la viOrsola nel 1985 a sta di dozzinali sedie bianche di
svelare il cuore di que- plastica da giardino.
sta antica istituzione.
Jodice vuole dunque andare olNuvole e tetti verso la collina di Posillipo
Guidandoci attraverso tre ci che si vede, per far riemerluoghi unici, con le gere i tesori celati del complesso
questo volume le emozioni fortis- sue foto riesce a evocare le storie monumentale e soprattutto le tracsime che mi hanno trasmesso i che li hanno animati nei secoli. ce delle vite che qui hanno avuto
luoghi magici incastonati nelle Un rigoroso bianco e nero, la parte del loro corso. Un indagine
mura della cittadella di Suor Or- marcata attenzione ai segni del affascinante che centra non solo
sola, un insieme di tesori raccolto passato senza tralasciare le tracce lobiettivo di narrare la bellezza di
in oltre quattrocento anni di storia del presente e, soprattutto, la scel- un luogo, ma anche di trasmetterche si presenta oggi in una manie- ta di non ritrarre persone conferi- ne le emozioni imprigionatesi nel
ra cos armonica da sembrare il scono alle immagini una atempo- tempo.
frutto di un disegno architettonico
ed artistico cos preciso che nessuno avrebbe potuto progettare meglio. Sono le parole con le quali
il fotografo Mimmo Jodice spiega
il suo ultimo lavoro, raccolto nel
Incontro allAssociazione stampa romana
pregevole libro Le Savoir sur la
falaise. Luoghi e storie dellUniversit Suor Orsola Benincasa (Milano,
Mondadori-Electa, 2013, pagine
158, euro 49). Lopera racconta,
con le oltre settanta immagini del
Pubblichiamo un articolo uscito ciet italiana e della storia di
maestro e con i contributi di diil 3 febbraio sul portale del- questo paese. In tema di Meversi studiosi, levoluzione di uno
moria, si svolta una riflessiolebraismo italiano Moked.
dei grandi patrimoni artistici, paene sulla figura storica di Pio
saggistici e culturali della citt di
XII per poi entrare nel merito
Napoli.
di DANIEL REICHEL
degli attuali rapporti tra le
Dedicata alle scienze umane,
luniversit sorge alle pendici del
Un momento di confronto sul tradizioni religiose, il confroncolle di SantElmo in una citcomplesso intreccio tra il to a livello giornalistico tra le
tadella monastica nata agli inizi
mondo del giornalismo e i te- testate, espressioni di queste
del Seicento per volont di Orsola
mi legati al dialogo interreli- tradizioni, dal mondo cattoliBenincasa, fondatrice delle romite
gioso, alla Memoria, al plura- co a quello ebraico, da quello
e delle oblate dellImmacolata
lismo. Diverse le voci interve- protestante a quello islamico.
Concezione, oggi conosciute come
nute nellarco della tavola ro- Un esempio del consolidasuore teatine. In epoca postunitatonda tenutasi il 3 febbraio mento di questo scambio e
nelle sale dellAssociazione dialogo tra realt stato porStampa Romana. Unoccasio- tato dal direttore dellO sserne di riflessione per racconta- vatore Romano, Giovanni
re da diverse prospettive lap- Maria Vian, che ha sottolineaproccio che linformazione ha to come, nello specifico in risia come strumento per realt, ferimento ai rapporti con
come quella ebraica, per rac- lebraismo, sia necessario rafcontarsi, sia per aprire fronti forzare la conoscenza e lamiespresse col tono categorico di una vedi dialogo tra culture e reli- cizia reciproca e come mai
rit che non ammette deroghe o non
gioni differenti. Lidea, spun- come oggi siano presenti
ritiene possibili altre e diverse modalisullOsservatore
Romano
to di questa iniziativa, la
t di approccio. Da questansia di catante firme ebraiche. Segnale
creazione di un osservatorio
pire appare dominato il suo Arnaldo
di unevoluzione nelle relaziodedicato al giornalismo e alle
da Brescia nelle fonti del secolo XII, inni tra due mondi a lungo dimodalit per raccontare i temi
dubbiamente il suo lavoro pi famoso,
stanti, protagonisti di un
legati al dialogo religioso. Tra
complesso percorso di dialoquello di pi profondo impegno
gli argomenti a cui prestare
go. Dialogo, peraltro, che per
metodologico, che pi forte incidenza
particolare attenzione il web, lebraismo importante che
ha avuto sulla storiografia posteriore e
in particolare le problemati- avvenga anche con la societ
che pi forte attualit conserva per la
che emerse dai social network, esterna: per questo lUnione
ricerca storica.
sempre pi veicolo di prese di delle comunit ebraiche italiaDominava in lui una coscienza
posizione radicali, in cui si ne, come ha spiegato il diretsempre vigile, che non si esauriva nelavverte un decadimento del tore di Pagine Ebraiche
la consapevolezza dei limiti posti daldibattito generale quando non Guido Vitale, coordinatore
le fonti, ma si estendeva a quella dei
vere aggressioni nei confronti dei dipartimenti informazione
suoi limiti soggettivi:
delle minoranze e dellaltro. A e cultura Ucei, ha deciso di
delle sviste, cio, e
intervenire allincontro, orga- portare avanti un investimendelle passioni cui lo
nizzato dallassociazione sin- to nel settore informativo,
storico soggetto.
dacale dei giornalisti del La- considerato strategico per le
Perci egli avvert
zio e moderato dal segretario prospettive future dellebraispesso il bisogno di
dellAsr Paolo Butturini, di- smo italiano stesso. Tra gli
mettere in guardia il
verse voci del mondo dellin- obiettivi, dare spazio ai valori
lettore da quelle che
formazione professionale in ebraici, al loro significato, al
potevano essere le sue
Italia: Valentina Alazraki, cor- pluralismo interno a questa
stesse
disattenzioni.
rispondente in Italia e Vatica- realt per raccontare limporCi imprimeva al suo
no per Televisa Messico, Luca tanza di una minoranza che
lavoro
un
timbro
Baratto, curatore della rubrica rappresenta parte integrante
dumilt, che non era
Culto evangelico (Radio Rai del patrimonio storico e culmai, per, sintomo di
1), Luigi Bizzarri, capostruttu- turale di questo Paese.
insicurezza, n si piera Cultura e Storia di Rai 3, il
Uno dei problemi sollevati,
gava a proposte di sogiornalista Mostafa El Ayou- in particolare dal direttore di
luzione che non lo
bi, il direttore della rivista Confronti Gian Mario Gilconvincessero del tutConfronti Gian Mario Gil- lio, la necessit di una magto. Quando il 31 marlio, Pierluigi Lupi dellAgen- giore preparazione da parte
zo del 1970 la morte lo colse tragicazia di stampa Misna, il presi- dei giornalisti quando trattano
mente assieme al figlio Giovanni in
dente dellUnione cattolica tematiche legate alle minoranun incidente automobilistico presso
stampa italiana Andrea Melo- ze religiose e culturali. Chi
Bolgheri (Livorno), era nel pieno deldia, il direttore dellO sserva- fa informazione ha il dovere
la sua attivit scientifica: venne intertore Romano Giovanni Ma- di informarsi, ha affermato
rotto repentinamente un cammino di
ria Vian e il direttore di Pa- Gillio. E un quadro delle diricerca che avrebbe potuto essere angine Ebraiche Guido Vitale. storsioni o semplificazioni in
cor lungo ed estremamente fruttuoso.
Voci che hanno dato spazio cui cadono spesso i media itaMa la sua lezione di metodo storico
ad argomenti che toccano di- liani stato fatto dal giornaliresta attuale.
versi aspetti sensibili della so- sta Mostafa El Ayoubi.
di GAETANO VALLINI

Nei miei lavori non c mai una


volont astratta di perseguire
lobiettivo della bellezza delle fotografie in s ma c la voglia di
trasmettere le emozioni che percepisco quando mi abbandono allosservazione dei luoghi, delle
persone o delle cose. E mai come
in questo caso sono riuscito a infondere nelle fotografie raccolte in

Informazione e memoria

LOSSERVATORE ROMANO

pagina 6

mercoled 5 febbraio 2014

La campagna di fraternit della Chiesa in Brasile

Il cardinale Filoni in Brasile parla ai vescovi di concilio e missione

No al commercio delle persone

Per portare il Vangelo


nei nuovi areopaghi

BRASLIA, 4. Il drammatico fenomeno della tratta degli esseri umani sar il tema della prossima Campagna
di Fraternit, la tradizionale iniziativa di solidariet promossa dalla
Conferenza episcopale brasiliana durante il periodo quaresimale. Lintento, come ogni anno, quello di
richiamare lattenzione dei fedeli e
dellopinione pubblica nazionale su
un argomento di particolare rilevanza sociale. Nel 2011, per esempio, la
Campagna fu dedicata alla difesa
del creato e alleducazione ambienta-

le (Fraternit e vita del pianeta),


nel 2012 al diritto alla salute (Fraternit e salute pubblica), nel 2013
alla missione nelluniverso giovanile
(Fraternit e giovent). Questanno, appunto, la tratta delle persone.
La campagna, giunta ormai alla
sua
cinquantunesima
edizione,
prender il via il 5 marzo prossimo,
mercoled delle Ceneri, con lo slogan Cristo ci ha liberati perch
restassimo liberi tratto dal quinto capitolo della Lettera di San
Paolo ai Galati. Numerose le inizia-

Negli Stati Uniti l8 febbraio giornata di sensibilizzazione

Contro la tratta

WASHINGTON, 4. Sabato prossimo, 8 febbraio, negli Stati Uniti sar celebrata la Giornata di preghiera per le vittime e i sopravvissuti del traffico di esseri umani. A stabilirlo stato in questi giorni il Comitato per le
migrazioni della Conferenza episcopale, che ha annunciato lintenzione
di predisporre dei sussidi specifici per aiutare le comunit parrocchiali a
vivere questo importante momento. La scelta dell8 febbraio non casuale. Quel giorno, infatti, la Chiesa cattolica celebrer Giuseppina Bakhita, la santa sudanese che nella seconda met dellOttocento fu rapita
bambina e venduta come schiava, per poi giungere in Italia con la famiglia presso cui lavorava e diventare in seguito una suora canossiana.

La solidariet
dei cattolici
statunitensi
alle Filippine
MANILA, 4. Verificare in prima
persona i danni causati dal violenti tifone Hayan-Yolanda, dell8
novembre scorso, che ha colpito le
popolazioni delle Filippine. Con
questo obiettivo il presidente della
Conferenza episcopale degli Stati
Uniti e arcivescovo di Louisville,
monsignor Joseph Edward Kurtz,
giunto insieme a una delegazione domenica scorsa nellarcipelago, dove rimarr fino a venerd
prossimo per visitare le aree colpite ed esprimere la solidariet della
Chiesa negli Stati Uniti ai familiari delle vittime.
La visita organizzata dai Catholic Relief Services (Crs),
lagenzia umanitaria della Chiesa
degli Stati Uniti. La delegazione
visiter Tacloban, larea pi disastrata, dove incontrer esponenti
della Chiesa locale e i sopravvissuti, vedr le chiese distrutte dal
disastro che ha colpito quattro milioni di persone e le opere avviate
dai Crs sul posto per portare aiuto ai sinistrati.
Nel suo blog, larcivescovo spiega il motivo di questo viaggio:
Camminer tra le macerie per
farvi sapere che la Chiesa cattolica
negli Stati Uniti vi aiuter. Vedere in prima persona i luoghi colpiti spiega il presule ci permetter di trasmettere adeguatamente
solidariet e conforto.
Nel programma della visita
dellarcivescovo Kurtz vi anche
un incontro con il cardinale Luis
Antonio Tagle, arcivescovo di Manila e con il presidente della Conferenza episcopale filippina e arcivescovo di Lingayen-Dagupan,
monsignor Socrates B. Villegas.

tive di sensibilizzazione, formazione


e preghiera poste in calendario con
lintento di far comprendere meglio
il fenomeno della tratta e preparare
agenti pastorali in grado di aiutare le comunit impegnate in questa
lotta. Il traffico di esseri umani e
quello connesso della schiavit, infatti, sono una piaga ancora molto
diffusa in Brasile, come conferma
anche il numero delle retate condotte dalle autorit del Paese nel 2013.
Lultima del 21 gennaio scorso,
quando oltre trenta persone sono
state liberate nel corso di unoperazione condotta in cinque centri
clandestini di produzione di carbone. Un caso eclatante, che ha confermato le preoccupazioni dei vescovi sulla diffusione della schiavit
in tanti settori delleconomia brasiliana. In quella occasione, commentando loperazione delle forze dellordine, il presidente della Conferenza episcopale, il cardinale arcivescovo di Aparecida, Raymundo Damasceno Assis, aveva ricordato come il traffico degli esseri umani sia
unattivit favorita dalla miseria e
dalle disuguaglianze sociali, di cui
approfittano trafficanti senza scrupoli. Il porporato aveva quindi richiamato lo Stato ad adottare misure adeguate per sradicare la schiavit, proteggere chi lotta contro
questa piaga e punire in modo
esemplare i responsabili.
Sempre per contrastare questo
grave fenomeno, la Commissione
episcopale per la Carit, la Giustizia e la Pace ha avviato lo scorso
autunno un gruppo di lavoro specificamente dedicato al problema, che
ha forti implicazioni anche a livello
pastorale. Secondo lorganizzazione
non governativa Walk Free Foundation, nel solo Brasile sarebbero almeno 200.000 le persone ridotte in
schiavit.
Sorta sulla spinta rinnovatrice del
concilio Vaticano II, la Campanha
da Fraternidade fu adottata per la
prima volta nel 1964. Liniziativa,
nel suo intento di coinvolgere lintera comunit cattolica brasiliana,
rappresenta ormai tradizionalmente
un importante strumento per vivere
lo spirito quaresimale di conversione, di rinnovamento interiore e di
azione comunitaria in preparazione
alla Pasqua. Ogni anno, infatti, come accennato, viene fissato un tema
specifico su cui riflettere e un obiettivo particolare da raggiungere. Per
loccasione viene anche preparato
uno speciale sussidio.

La necessit di rivedere i canoni della formazione per la missione ad


gentes in un contesto multireligioso
e multiculturale come lattuale stata sottolineata dal cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per lEvangelizzazione dei Popoli, durante il corso per i vescovi
promosso a cinquantanni dal concilio Vaticano II, che, iniziato ieri, luned 3 febbraio, a Rio de Janeiro, si
concluder venerd 7.
La giornata di marted 4 stata
inaugurata dallarticolata relazione
del cardinale Filoni, il quale ha riproposto linsegnamento conciliare
sulla dimensione missionaria della
Chiesa.
Dopo aver ribadito il senso della
missione ad intra e di quella ad gentes, il porporato si soffermato in
modo particolare sullannuncio da
portare alle genti di tutti il mondo.
La missione, ha detto tra laltro, nasce dal desiderio di comunione, in
quanto la struttura fondamentale
delluomo gi in se stessa comunionale. Del resto la Chiesa nata come comunione.
Purtroppo nella storia del cristianesimo, ha notato, ci troviamo spesso alle prese con fatti che contraddicono questa struttura fondamentale della persona, chiamata alla comunione, e della Chiesa come realt
di comunione e di tenerezza. Molte
Chiese locali ha denunciato si
trovano divise a causa di rivalit, di
fattori politici, di divisioni etniche.
Questi fatti dolorosi sono una testimonianza contraria alla missione di
redenzione di Ges Cristo. Con frequenza, luomo postmoderno vede
il volto di Ges Cristo, ma lo vede
sfigurato in alcune situazioni delle
Chiese locali. Ed chiaro dunque
che queste divisioni sono assai
dannose per la missione della Chiesa.
Lecclesiologia di comunione, ha
notato il cardinale, rimane ridotta
spesso ai documenti e linsieme
attuale delle strutture, dellesercizio
dellautorit, del dialogo fra le stesse Chiese locali non esprimono sufficientemente lecclesiologia di comunione e quindi debilitano la missio ad gentes. Da qui la necessit in
molti ambiti della Chiesa di un
cambiamento finalizzato a realizzare unecclesiologia di comunione a

Intervento del cardinale Salazar Gmez alla plenaria dei vescovi colombiani

La pace si costruisce con la giustizia


BO GOT, 4. Limportanza dellazione pastorale per la vita della comunit cristiana e lurgenza della pace
sociale sono tra i principali temi al
centro della novantaseiesima assemblea plenaria della Conferenza episcopale colombiana i cui lavori, iniziati luned scorso a Bogot, si concluderanno venerd prossimo.
Nelle due precedenti assemblee
ha ricordato il presidente della
Conferenza episcopale e arcivescovo
di Bogot, cardinale Rubn Salazar
Gmez sono state analizzate le
prime tappe del processo di evangelizzazione e cio: lazione missionaria e lazione catechetica. In questa
novantaseiesima assemblea, ha ricordato il porporato, lattenzione
dellepiscopato sar focalizzata su
una terza tappa, quella che oggi
chiamiamo con esattezza lazione
pastorale volta ad alimentare e fortificare la vita di tutta la comunit
cristiana. Questi tre argomenti ha
aggiunto Salazar Gmez sono inseparabili e ci portano continuamente luna allaltra.
Secondo larcivescovo di Bogot,
lazione pastorale nasce dalla stessa
natura della Chiesa e si concretizza
nei diversi ambiti ecclesiali (diocesi,
parrocchie, movimenti apostolici e
comunit ecclesiali) per mezzo della
dimensione profetica, liturgica,
comunitaria e sociale e caritativa, le
quali hanno il loro momento culminante nella testimonianza. Il porporato ha spiegato che questa azione
pastorale avviene in un contesto che
a partire dalla quinta Conferenza
generale dellepiscopato dellAmerica Latina e dei Caraibi (2007) con il
magistero di Papa Francesco, pu
essere descritto come un risveglio
della coscienza missionaria nella
Chiesa, che getta nuova luce sulla
realt della nostra azione pastorale
attuale.

Inoltre, larcivescovo di Bogot


ha dedicato ampio spazio alle questioni dei conflitti armati interni e
della pace; in particolare, si soffermato sui negoziati in corso a
LAvana tra il Governo del presidente Santos e i responsabili delle
Forze armate rivoluzionarie della
Colombia (Farc). Per il cardinale
Salazar riferisce il sito il sismografo.blogspot.it questi negoziati
nei quali gi si sarebbero raggiunti
accordi importanti secondo due annunci ufficiali, una vicenda tutta
politica nella quale la Chiesa non
desidera intervenire anche perch
ed lesortazione lanciata nella sua
relazione la pace va costruita indipendentemente dai dialoghi in
corso a Cuba. Salazar Gmez ha
rinnovato il sostegno della Chiesa
ai negoziati. Si tratta ha detto
di uno sforzo che comporta corag-

gio e molta speranza ed esige una


Colombia generosa e capace di costruire il suo futuro. Occorre per
non lasciarsi schiacciare da una
guerra che si prolunga da oltre
mezzo secolo. Non possiamo pensare che si tratti di una condizione
che dobbiamo patire allinfinito.
Non dobbiamo rassegnarci alla
guerra. una cosa che non ha senso. Infine, il cardinale ha ricordato, ancora una volta, che la pace
non consiste solo nella firma del
cessate-il-fuoco. La pace molto di
pi, poich alla fine la conseguenza di tutto ci che consente che
lessere umano possa vivere, personalmente e comunitariamente, nelle
condizioni migliori, con la garanzia
di pieno accesso ai suoi diritti e,
dunque, in grado di adempiere i
suoi doveri in una societ sicura,
tranquilla e giusta.

tutti i livelli, come Papa Francesco


cerca di ispirare con la sua esortazione apostolica Evangelii gaudium.
La missio allinterno della propria
Chiesa locale e la missio ad gentes al
di fuori non sempre costituiscono
una priorit per molti responsabili
della Chiesa. Non di rado gli stessi
organismi dedicati alla promozione
della missione non sono entusiasti
della missio ad gentes.
Anche in questo ha notato
si avverte la tendenza a una missionologia parziale e spesso sfocata, riducendo la missione a uno solo dei
suoi aspetti, e spesso anche questi
ridotti e parziali. Il cardinale ne ha
elencati alcuni: il dialogo interreligioso senza proclamazione del fatto
cristiano, il dialogo ecumenico, la
promozione di valori comuni, il lavoro di promozione sociale, limpegno in politica e nellambito della
liberazione socio-politica, il lavoro per la giustizia e la pace, lecologia. Luso missionario della parola
di Dio ha aggiunto proverbialmente povero nella Chiesa cattolica.
Nella formazione teologica, la
formazione dottrinale ha notato
poi il prefetto laspetto prioritario, ma la familiarit con la parola
di Dio, la conoscenza dei padri e
della grande tradizione della Chiesa
ridotta spesso ai minimi termini.
In alcuni Paesi si assiste anche al fenomeno della facile attrattiva di
alcuni cattolici verso altre Chiese o
sette religiose. Al contrario, le
esperienze di fraternit in alcune comunit della Chiesa cattolica e la
missione del laico cristiano non attraggono gli altri. In alcuni Paesi
dellAmerica latina, anche nel Brasile stesso, il numero dei cristiani
evangelici cresciuto con una forza
notevole negli ultimi anni superando in alcuni luoghi perfino i cattolici1. Le Chiese evangeliche non hanno la preoccupazione della Chiesa
cattolica di esaminare con cura il
concetto di missione e di definirlo.
A questo deve aggiungersi anche
il fatto che linsegnamento della teologia poco orientato alla missione.
Molti seminari e centri di insegnamento teologico cattolico ha lamentato il porporato non offrono
alcun corso sulla teologia della missione. Gran parte della formazione
sembra essere orientata alla professione ministeriale. Esiste poco interesse per la missio ad intra, e ancora
molto meno per la missio ad extra.
Molti candidati al sacerdozio, con il
loro stile di vita e le loro preoccupazioni, dimostrano che non si trovano in missione ad gentes, non considerando la predicazione del Vangelo
come la sentiva Paolo: Non per
me un vanto predicare il vangelo; e
un dovere per me; guai a me se non
predicassi il vangelo! (1 Corinzi, 9,
16). Abbiamo bisogno di una visione chiara della missione di Dio al
mondo, del luogo del dialogo,
dellinculturazione, dello sviluppo
umano, della promozione dei valori
del Regno, allinterno per di una
chiara teologia cristologica e soteriologica.
In ogni caso, tutti questi aspetti
non esauriscono la realt della missione di Dio al mondo in Ges Cristo. Il pentimento, il perdono dei
peccati e la riconciliazione con Dio
e con il prossimo ha proseguito il
cardinale Filoni si compiono in
Ges Cristo. Senza questa caratteristica la Chiesa sarebbe come qualsiasi altra organizzazione umana.
Ges Cristo la pace delluomo, la
redenzione, la riconciliazione e la
sapienza di salvezza. Per i cristiani,
il cammino verso il regno, il cammino verso luomo, passa sempre e solo attraverso Ges Cristo. Qualsiasi
altro cammino non cammino e si
finisce in vicoli ciechi.
Il cardinale ha quindi affrontato
la questione dellimportanza del dialogo, oggi effettivamente parte integrante della missio ad gentes, precisando anzitutto che il dialogo e i
rapporti sociali non la esauriscono
e quindi che il dialogo interreligioso non possibile l dove non in
atto il dialogo intra-religioso. I problemi attuali che si trovano nellinculturare il Vangelo nella liturgia,
nella legislazione canonica, nelluso
delle risorse spirituali, dimostrano il
bisogno urgente di tale attenzione.
La storia della missione ad gentes dimostra spesso le conseguenze negative di una tale disattenzione.
La riflessione del porporato si
poi rivolta al mondo attuale della
postmodernit, nel quale esistono
situazioni di difficile confronto o di
chiara ambiguit. Questo mondo

ha notato il prefetto risulta


spesso impermeabile alla fede cristiana, dato che rifiuta esperienze
trascendenti. Dopo c anche il
mondo tecnocratico, che pretende
di risolvere i problemi per mezzo
della tecnologia. Quello della politica si propone di riorganizzare il
mondo basandosi su ideologie politiche spesso ben lontane dallesperienza cristiana. Esiste anche un
mondo dove si diffondono alcune
tendenze, dove la religione ridotta
a un puro spiritualismo disincarnato. Infine, bisogna parlare del mondo della new age, che afferma di
poter offrire benessere fisico e psicologico alluomo contemporaneo. Si
tratta di forme di un nuovo gnosticismo, ha osservato il cardinale Filoni. E anche se complessa la strada per entrare nei nuovi areopaghi
sociali e culturali creati dalle culture
contemporanee, evidente che la
formazione per la missione richiede
nuovi stili di formazione. In ogni
zona culturale la missione deve immaginare i propri metodi per farsi
presente ed entrare in ogni specifico
ambiente sociale e religioso. In primo luogo, richiesta una conoscenza profonda di quanto c dietro e
sotto lattuale fenomeno culturale.
In secondo luogo, necessario creare un nuovo linguaggio di comunicazione e di missione che riesca a
percepire questo mondo culturale
nuovo.
Infine il porporato ha voluto sottolineare limportanza del principio
di sussidiariet nella Chiesa, la quale non si pu paragonare ad alcun
sistema politico nel senso moderno
del termine. un mistero di comunione, al cui capo c Cristo stesso e
dove Pietro e gli altri apostoli e i loro successori hanno il mandato ricevuto da Cristo di pascere il gregge
di Dio che vi affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri secondo Dio; non per vile interesse,
ma di buon animo; non spadroneggiando sulle persone a voi affidate,
ma facendovi modelli del gregge.
ascoltati (1 Pietro, 5, 2-4). compito dei vescovi essere vigilanti. Un
compito spesso scomodo e impopolare, ha notato ancora il cardinale Filoni, tuttavia necessario proprio
per la buona riuscita della missione.
Infine una raccomandazione: Dobbiamo imparare a uscire dalle nostre
tradizioni per arrivare alla verit
piena. Questo, ha notato, anche
il senso di ogni inculturazione che
si realizza nella misura in cui si accoglie la singolarit di Cristo nella
propria vita.

LUniversit Pontificia Salesiana annuncia il ritorno alla casa del Padre di

D on

GIUSEPPE GROPPO
salesiano sacerdote, di anni 90
Laffidiamo nella preghiera allabbraccio misericordioso del Signore, ricordando con gratitudine il suo apprezzato impegno di docente di teologia delleducazione in codesta Universit e di guida spirituale di tantissime
persone, con saggezza e apertura di
cuore.
I funerali saranno mercoled 5 febbraio alle 11.30 allUniversit Salesiana,
Piazza Ateneo Salesiano 1, 00139 Roma.

LOSSERVATORE ROMANO

mercoled 5 febbraio 2014

pagina 7

La testimonianza di un giovane diventato beato

Messaggio del rettore maggiore alla giovent salesiana

Frassati
e la lezione della carit

Sogno
in grande

teologali, la carit, il suo stemma


permanente. Le pagine che seguiranno ne sono appunto una conferma. Esse sono simili a un caleidoscopio inesauribile, dalle mille sfaccettature che, per, si basano sempre e solo sui colori dellamore.
Questa rassegna di testimonianze,
pur nella differenza delle scene, delle memorie, dei dati e delle tonalit,
, infatti, retta dal filo ininterrotto di
quel comandamento che Cristo ha
considerato come il primo e il suo
per eccellenza. Non si tratta, tuttavia, del genere agiografico dei Fioretti ove impera lesaltazione talora
enfatica e gli eventi sono spesso alonati di leggenda. Qui di scena la
concretezza operosa della carit che
Pier Giorgio aveva iniziato a praticare infrangendo la
cortina protettiva del
suo statuto sociale,
varcando il perimetro
dei palazzi, penetrando nel dedalo delle
Mio fratello Pier Giorgio. La carit il titolo del
vie periferiche ove,
volume che nel 1957 la sorella Luciana ha curato
soprattutto allora (ma
per ricordare la figura di Pier Giorgio Frassati
non solo), si stendeva
(Torino 1901 - 1925) proclamato beato da
il sudario oscuro delGiovanni Paolo II nel 1990. Il libro, che riporta
la miseria.
le testimonianze dirette di quanti hanno
Gi da studente
conosciuto il giovane Frassati, uscito in una
del Politecnico, si
nuova edizione (Cantalupa, Effat, 2013, pagine
iscrive alle Conferen304, euro 14). Pubblichiamo la prefazione a
ze di San Vincenzo,
firma del cardinale presidente del Pontificio
entrando cos in conConsiglio della cultura.
tatto con le aspre vicende degli operai
dei sobborghi torinesi, con le povert nadola tra le mani mentre percorreva scoste e palesi di una metropoli, coi
le strade della sua avventura umana, quartieri degradati anche di una cailluminata da una fede limpida e in- pitale come Berlino, ove nel 1920 setatta, unica Gioia, di cui uno possa guir il padre Alfredo nominato amessere pago in questo mondo, co- basciatore dItalia. Nelle varie testimonianze si sente vibrare la passiome scriveva in una sua lettera.
La sorella Luciana, pi giovane di ne di questo giovane per Dio e per
un anno, inseparabile compagna di il prossimo, i due termini inscindibistudi, di attese e aspirazioni, aveva li delle sue scelte di vita. Egli in
voluto raccogliere una sorta di galle- questo itinerario di carit un auria fatta di ritratti disegnati da testi- tentico autodidatta, perch un
moni diversi, quasi i fotogrammi pi fuoco interiore a muoverlo; non sosignificativi di un ideale film della no le circostanze esteriori n lo stivita di Pier Giorgio. Quando questo molo di altri. significativo che sia
volume che riproposto nella pre- proprio Torino a essere la citt pi
sente riedizione apparve per la feconda di questi liberi battitori delprima volta nel cinquantesimo an- la carit sociale, prima ancora che le
niversario della nascita del beato, strutture civili o politiche ne avverche aveva visto la luce il 6 aprile tissero la necessit: si pensi solo a
1901 a Torino, chi ne scriveva la pre- Giuseppe Benedetto Cottolengo, a
fazione, il professor Luigi Gedda, Giovanni Bosco, a Giuseppe Cafasgiustamente osservava che questa so, a Francesco Fa di Bruno, ai
la vera vita di Pier Giorgio Frassati, marchesi di Barolo, a Domenico Savita di carit, di amor di Dio e di vio.
Senza esitazione, talvolta anche
amor del prossimo, vita evangelica e
nellincomprensione del padre che
angelica.
La sua biografia, infatti, pur temeva nel figlio un eccesso di utonellarco brevissimo del suo svolgi- pia, Pier Giorgio saliva fino alle sofmento, ebbe nella regina delle virt fitte misere, superava le porte dei
di GIANFRANCO RAVASI

C qualcuno qui chio vedo e non


si vede, eppure presente..., il volto
duno studente bello e vigoroso, di
cui in questi anni la giovent nostra
ha studiato i lineamenti e meditato
la virile bont, un modello di fratello ideale. Davanti ai giovani universitari della Fuci, riuniti in congresso a Torino, cos il cardinale
Giovanni Battista Montini, arcivescovo di Milano, delineava il profilo
essenziale di Pier Giorgio Frassati.
Era il 1 settembre 1959 ed era ormai
lontano quel 4 luglio 1925 quando si
era spenta a soli 24 anni la vita terrena di questo giovane dellalta borghesia torinese che aveva elevato a
vessillo la carit cristiana, stringen-

Mio fratello Pier Giorgio

tuguri ove la malattia e la fame erano abitanti fissi, si chinava sui diseredati per offrire pane, viveri, medicinali, carbone, denaro, ma anche
una parola di tenerezza. Il figlio del
senatore del Regno si abbassava ad
avvicinare gli ultimi non come atto
paternalistico dallalto in basso, ma
per condivisione e partecipazione viva e attiva ai drammi delle persone,
tanto che era stato soprannominato
il facchino degli sfruttati ed era
sulla bocca di molti, anche al Politecnico da lui frequentato, la frase:
Vai da Pier Giorgio che ti aiuta.
Eppure, non cessava di conservare
la freschezza della sua giovinezza, la
sua passione per la montagna, per
lo sport, per le gite. Sentiva con forza il legame dellamicizia fino al
punto di fondare una societ allegra di amici denominandoli i Tipi
loschi coi quali condivideva il divertimento e limpegno sociale e caritativo, la serenit e la seriet.
Se, dunque, la sua breve biografia
, da un lato, quella di un giovane
della Torino degli inizi del secolo
scorso, alle prese con una rivoluzione sociale, industriale e culturale, attestata anche dalla scelta del padre
di Pier Giorgio di fondare e dirigere
il giornale La Stampa, daltro lato, il filo doro che regge i suoi pochi anni uno solo ed trascendente. Lasciamo la parola a lui stesso,
innanzitutto con una citazione desunta dagli Appunti per un discorso
sulla carit posti in apertura a questo volume, un discorso rivolto proprio ai giovani suoi compagni nella
Fuci: Ognuno di voi sa che base
fondamentale della nostra religione
la Carit, senza di cui tutta la nostra religione crollerebbe, perch noi
non saremo veramente cattolici finch non adempiremo, ossia non
conformeremo tutta la nostra vita ai
due Comandamenti in cui sta lessenza della fede cattolica: nellamare
Iddio con tutte le nostre forze e
nellamare il prossimo come noi
stessi.
A questa testimonianza ne aggiungiamo tra le tante possibili
che costellano soprattutto le sue lettere unaltra desunta da una missiva indirizzata allamico Isidoro Bonini, datata 6 marzo 1925, quattro
mesi prima che la poliomielite fulminante, contratta probabilmente
durante la sua assistenza ai malati,
lo conducesse alla morte. Scriveva:
Come cattolici, noi abbiamo un
Amore che supera ogni altro e che
dopo quello dovuto a Dio immensamente bello come bella la nostra
religione. Amore che ebbe per avvocato quellapostolo, che lo predic

giornalmente in tutte le sue lettere


ai varii fedeli. La Carit, senza di
cui, dice san Paolo, ogni altra virt
non vale. Essa s che pu essere di
guida e dindirizzo per tutta una vita, per tutto un programma. Essa
con la Grazia di Dio pu essere la
meta a cui il mio animo pu attendere. E allora noi al primo momento
siamo sgomenti, perch un programma bello, ma duro, pieno di
spine e di poche rose, ma confidiamo nella Provvidenza Divina e nella
Sua Misericordia. Questo programma di vita lo trasfigurava, come attesta il gesuita padre Pietro Lombardi:
Lui, che era cos allegrone, quando
parlava di cose spirituali, diventava
un altro. Tant vero che quando veniva in camera mia, era come se entrasse il sole!. Una luce che si
trasformata in unaureola quando il
20 maggio 1990, in piazza San Pietro, Giovanni Paolo II lo proclam
beato, ribadendo proprio quel nesso
tra quotidianit e spiritualit, semplicit e fede, amicizia e amore che
rendevano Pier Giorgio una figura
vicina ai giovani del nostro tempo e
non immersa in un passato glorioso
ma remoto. Diceva il Papa: Ad
uno sguardo superficiale, lo stile di
Pier Giorgio Frassati, un giovane
moderno pieno di vita, non presenta
granch di straordinario. In lui la fede e gli avvenimenti quotidiani si
fondono armonicamente, tanto che
ladesione al Vangelo si traduce in
attenzione ai poveri e ai bisognosi.
Fu proprio questo intreccio tra
umanit e carit a impressionare
persino un giornale laico, come
The Times di Londra, che in
quelloccasione gli dedic un articolo in prima pagina. Era stata appunto la scoperta del segreto che suo figlio custodiva nella sua esistenza a
illuminare anche pap Alfredo e a
scrivere, dopo la morte del suo ragazzo, le parole della Valchiria wagneriana Brunilde: Alles ist nun mir
klar! S, ora diventava tutto pi
chiaro anche a lui. E saranno proprio le pagine che seguiranno, e
lascolto delle voci dei vari testimoni
che in esse risuoneranno, a farci
comprendere che la santit il
portare ogni giorno la croce, come diceva Ges, in semplicit e fermezza. Pier Giorgio Frassati un
santo quotidiano che ci ricorda
e lo diciamo parafrasando una battuta del dramma Il piacere dellonest
di Pirandello che forse pi facile
essere un eroe martire che non un
santo quotidiano: eroi si pu essere una volta soltanto, cristiani santi
si devessere sempre.

ROMA, 4. In questi anni vi ho invitato ad accogliere la vostra giovinezza come il dono pi prezioso e
a orientare la vostra vita secondo
un progetto vocazionale. Ho letto
nei molti volti che ho incontrato la
ricerca e il desiderio grande di felicit che si esprimeva nella gioia e
nella festa. La fede cristiana la risposta a questo vostro desiderio
perch annuncio di felicit radicale, promessa e conferimento di vita
eterna. Attingere alla spiritualit
salesiana penetrare nel cuore stesso di don Bosco, dove impegno e
gioia vanno insieme, santit e allegria sono un binomio inseparabile. Lo scrive il rettore maggiore
dei salesiani, don Pascual Chvez
Villanueva, in un messaggio rivolto
ai giovani del Movimento giovanile
salesiano (Mgs) intitolato Sognate in
grande e seguite il vostro sogno con
gioia, entusiasmo e convinzione. Un
messaggio che, essendo il rettore
maggiore giunto alla scadenza del
suo mandato, rappresenta anche
come dice lui stesso una sorta di
testamento spirituale ai ragazzi
dellMgs.
Fin dallinizio del mio ministero
si legge nel documento vi ho
proposto un cammino di santit
semplice, allegra e serena. La spiritualit giovanile salesiana vuole
portarvi allincontro con Ges Cristo per stringere con Lui una relazione di amicizia e di fiducia. Vi ho
indicato sempre la Chiesa come il
luogo scelto e offerto da Cristo per
incontrarlo e ascoltare la sua Parola. Solo la sua presenza discreta stimola la vostra libert a educare la
mente, il cuore e la volont. Ascoltate, cari giovani, le sue parole che

In unintervista a la Croix il patriarca Bartolomeo parla del suo prossimo incontro con Papa Francesco in Terra Santa

I cristiani non possono pi permettersi di essere divisi


PARIGI, 4. Dobbiamo dare un segno visibile che lecumenismo non
arranca e osiamo credere che questo
incontro rappresenter un kairs
ecumenico, un momento, un istante
propizio per il rafforzamento del
pellegrinaggio verso lunit dei cristiani e la comunione delle nostre
Chiese: intervistato dal quotidiano
francese la Croix in occasione
della sua recente visita a Parigi, il
patriarca ecumenico Bartolomeo ha
risposto cos alla domanda sul prossimo incontro con Papa Francesco
che dal 24 al 26 maggio sar in Terra Santa. Un incontro destinato a
rinnovare, cinquantanni dopo, lo
storico abbraccio fra Paolo VI e il
patriarca Atenagora. Tuttavia precisa larcivescovo di Costantinopoli
non si tratta unicamente di ribadire un impegno ecumenico forte
preso cinquantanni fa ma di intensificare gli incontri al fine di segnare
una nuova tappa verso il ristabilimento della piena comunione fra le
nostre due Chiese sorelle. Lincontro
non sar meramente protocollare, altrimenti non avrebbe alcun interesse. Vogliamo mostrare che i muri di
separazione costruiti nel corso della
storia sono sul punto di cedere. La
riscoperta della nostra unit si costruisce a partire dal terreno fertile
del dialogo.
Bartolomeo spiega che le relazioni fra le Chiese cattolica e ortodossa
hanno raggiunto un livello di maturit che permette loro di incontrarsi,
di dialogare e di prendere in concreta considerazione il ristabilimento

dellunit: In cinquantanni, e grazie allapertura resa possibile dal


concilio Vaticano II, abbiamo percorso un lungo cammino insieme. Il
processo continua. Siamo chiamati a
trovare le stesse parole per descrivere una sola e unica storia della
Chiesa, una sola e unica realt ecclesiale, plurale nelle sue forme ma
che tende a essere unita nella propria fede cos come mostrer, un
giorno, la celebrazione di una euca-

ristia comune. Nellintervista, raccolta da Franois-Xavier Maigre e


Nicolas
Senze
e
pubblicata
nelledizione di marted 4 febbraio,
Bartolomeo sottolinea che i cristiani non possono pi permettersi di
essere divisi. Ma siamo separati da
cos tanto tempo che lunit per il
ristabilimento della comunione eucaristica rappresenta un lungo processo. Speriamo che non servano altrettanti secoli per sancire la nostra

riconciliazione. Tema delicato resta


quello del dialogo teologico: Per la
Chiesa cattolica si tratta di trovare
parole nuove per definire il suo modo di intendere il ministero di Pietro, indissociabile da quello di Paolo. La Chiesa ortodossa deve, a sua
volta, trovare il modo di armonizzare la propria ecclesiologia di tipo
eucaristico e territoriale con unesistenza ormai distribuita in tutto il
mondo. Un tale consenso pu vede-

Papa Francesco e il patriarca Bartolomeo il 20 marzo 2013 in Vaticano

re la luce solo nel contesto conciliare panortodosso. In tal senso, il


patriarca ecumenico ha convocato
per il 9 marzo una sinassi dei primati ortodossi: Lunit ha detto
al riguardo non si riduce a una
somma di considerazioni particolari,
ma si nutre della presenza di Cristo
eucaristico che anima e ispira il nostro legame di comunione.
La vicinanza tra cattolici e ortodossi si manifesta anche su un altro
tema assai caro a Bartolomeo, quello
della salvaguardia ambientale. E
non possiamo che gioire dellannuncio che Papa Francesco sta preparando un testo sullecologia: Esistono reali prospettive di solidariet
fra le nostre due Chiese, di un ecumenismo pratico e solidale. Perch
dietro la crisi ecologica si nasconde
lombra dellingiustizia. I pi vulnerabili sopportano una doppia pena:
la povert e i cambiamenti climatici
che non fanno che impoverire ulteriormente la loro situazione. Tale
duplice preoccupazione ha spinto il
patriarcato ecumenico a raddoppiare
gli sforzi e, basandosi sulla teologia ortodossa che vede nella natura
un dono di Dio che deve essere trattato con dignit, a sostenere numerose iniziative con lobiettivo che il
mondo cambi, o meglio, in linguaggio cristiano, si converta. Ci sforziamo di far comprendere il legame
che unisce ciascuno dei membri della creazione. Alcuni parlano di interdipendenza, noi preferiamo parlare di comunione.

scendono lentamente, consolanti


dentro di voi. Esse diventano nellEucaristia sangue che vi d vita
nuova, carne della vostra carne.
una nuova vita che si nutre di preghiera, di comunione e di servizio.
una nuova vita percepita e vissuta come vocazione, come missione,
come dedizione fedele e disponibilit totale verso gli altri.
Don Chvez Villanueva invita
allascolto dellappello di Papa
Francesco a tutta la Chiesa: Usciamo, usciamo ad offrire a tutti la vita di Ges Cristo (Evangelii gaudium, 49). Come resistere a questa
chiamata, si chiede. un appello
che ha tutta lintensit e la passione
del Da mihi animas di don Bosco.
La vostra generosit giovanile non
pu che sussultare e lasciarsi scuotere da questo grido, abbandonando una fede timida, rattrappita dalla paura e poco incline a testimoniare. Voi siete chiamati a vivere
una fede che si manifesta come profezia, come certezza di essere amati
da Dio fino a mettere in lui la vostra unica sicurezza. Nel suo nome
potete rischiare tutto, senza lasciarvi intimorire da niente e da nessuno, senza lasciarvi condizionare da
altre visioni del mondo, senza accontentarvi di una vita mediocre.
Linvito di Papa Francesco ai giovani di partire senza paura per servire il mondo, arricchirlo del dono
di Cristo e del Vangelo. A voi affida la convinzione della reale possibilit di cambiare il mondo, perch
Ges Risorto con noi, tutti i giorni, fino alla fine dei tempi, e fa
nuove tutte le cose: Una fede autentica che non mai comoda e
individualista implica sempre un
profondo desiderio di cambiare il
mondo, di trasmettere valori, di lasciare qualcosa di migliore dopo il
nostro passaggio sulla terra (Evangelii gaudium, 183).
Per il rettore maggiore dei salesiani, Papa Francesco e un segno
dellamore di Dio per la sua Chiesa, una nuova primavera per il
mondo: I profeti di sventura che
decretavano linverno della Chiesa,
ancora una volta, devono ricredersi.
Questo nuovo soffio di primavera,
dono dello Spirito Santo, ha un
volto e un cuore, quelli di Papa
Francesco, scrive Chvez Villanueva nel messaggio. Il punto unificante attorno al quale si concentra
tutta la sua persona , al tempo
stesso, un grande sogno e un progetto di vasto respiro. Quale questo sogno che ha sedotto Papa
Francesco e che contagia e affascina
tanti giovani? una Chiesa libera
dalla mondanit spirituale, libera
dalla tentazione di chiudersi nel
suo quadro istituzionale, libera dalla tendenza allimborghesimento e
dalla chiusura in se stessa, libera
soprattutto dal clericalismo e dal
maschilismo. Una Chiesa incarnata
in questo mondo, risplendente nei
pi poveri e nei sofferenti. Una casa aperta per tutta lumanit. Voi
giovani conclude il rettore maggiore siete i protagonisti irrinunciabili e determinanti di questa
nuova primavera. Per uscire da una
cultura dello scarto che vi emargina e vi paralizza lasciandovi senza
futuro, dovete accendere nel vostro
cuore il fuoco di una nuova passione per investire le vostre energie
e la vostra stessa vita; si tratta di
impegnarsi per cause nobili, positive e di grande valore morale, per le
quali valga la pena di spendere la
vita. Ve lo chiede Papa Francesco,
ve lo chiede don Bosco, ve lo chiedo io in questo ultimo messaggio,
come un testamento spirituale da
custodire gelosamente nel vostro
cuore e da realizzare nella vita.

LOSSERVATORE ROMANO

pagina 8

mercoled 5 febbraio 2014

Nel messaggio per la quaresima Papa Francesco invita i cristiani a farsi carico della miseria materiale, morale e spirituale

Ricchi perch poveri


La povert di Ges ci libera e ci
rende ricchi. Lo afferma Papa
Francesco nel messaggio per la
quaresima, invitando i cristiani a
guardare le miserie dei fratelli, a
toccarle, a farcene carico e a operare
concretamente per alleviarle.

Si fatto povero per arricchirci


con la sua povert (cfr. 2 Cor 8, 9)
Cari fratelli e sorelle,
in occasione della Quaresima, vi offro alcune riflessioni, perch possano
servire al cammino personale e comunitario di conversione. Prendo lo
spunto dallespressione di san Paolo:
Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Ges Cristo: da ricco
che era, si fatto povero per voi,
perch voi diventaste ricchi per mezzo della sua povert (2 Cor 8, 9).
LApostolo si rivolge ai cristiani di
Corinto per incoraggiarli ad essere
generosi nellaiutare i fedeli di Gerusalemme che si trovano nel bisogno.
Che cosa dicono a noi, cristiani di
oggi, queste parole di san Paolo?
Che cosa dice oggi a noi linvito alla
povert, a una vita povera in senso
evangelico?

1. La grazia di Cristo
Anzitutto ci dicono qual lo stile
di Dio. Dio non si rivela con i mezzi
della potenza e della ricchezza del
mondo, ma con quelli della debolezza e della povert: Da ricco che era,
si fatto povero per voi.... Cristo, il
Figlio eterno di Dio, uguale in potenza e gloria con il Padre, si fatto
povero; sceso in mezzo a noi, si
fatto vicino ad ognuno di noi; si
spogliato, svuotato, per rendersi in
tutto simile a noi (cfr. Fil 2, 7; Eb 4,
15). un grande mistero lincarnazione di Dio! Ma la ragione di tutto
questo lamore divino, un amore
che grazia, generosit, desiderio di
prossimit, e non esita a donarsi e
sacrificarsi per le creature amate. La
carit, lamore condividere in tutto
la sorte dellamato. Lamore rende
simili, crea uguaglianza, abbatte i
muri e le distanze. E Dio ha fatto
questo con noi. Ges, infatti, ha lavorato con mani duomo, ha pensato
con intelligenza duomo, ha agito
con volont duomo, ha amato con
cuore duomo. Nascendo da Maria
Vergine, egli si fatto veramente
uno di noi, in tutto simile a noi
fuorch nel peccato (Conc. Ecum.
Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes,
22).
Lo scopo del farsi povero di Ges
non la povert in se stessa, ma
dice san Paolo ...perch voi diventaste ricchi per mezzo della sua povert. Non si tratta di un gioco di parole, di unespressione ad effetto!
invece una sintesi della logica di
Dio, la logica dellamore, la logica
dellIncarnazione e della Croce. Dio
non ha fatto cadere su di noi la salvezza dallalto, come lelemosina di
chi d parte del proprio superfluo
con pietismo filantropico. Non
questo lamore di Cristo! Quando
Ges scende nelle acque del Giordano e si fa battezzare da Giovanni il
Battista, non lo fa perch ha bisogno di penitenza, di conversione; lo
fa per mettersi in mezzo alla gente,
bisognosa di perdono, in mezzo a
noi peccatori, e caricarsi del peso dei
nostri peccati. questa la via che ha
scelto per consolarci, salvarci, liberarci dalla nostra miseria. Ci colpisce
che lApostolo dica che siamo stati
liberati non per mezzo della ricchezza di Cristo, ma per mezzo della sua
povert. Eppure san Paolo conosce
bene le impenetrabili ricchezze di
Cristo (Ef 3, 8), erede di tutte le
cose (Eb 1, 2).
Che cos allora questa povert
con cui Ges ci libera e ci rende ricchi? proprio il suo modo di amarci, il suo farsi prossimo a noi come il
Buon Samaritano che si avvicina a
quelluomo lasciato mezzo morto sul
ciglio della strada (cfr. Lc 10, 25ss).
Ci che ci d vera libert, vera salvezza e vera felicit il suo amore di
compassione, di tenerezza e di condivisione. La povert di Cristo che
ci arricchisce il suo farsi carne, il
suo prendere su di s le nostre debolezze, i nostri peccati, comunicando-

ci la misericordia infinita di Dio. La


povert di Cristo la pi grande ricchezza: Ges ricco della sua sconfinata fiducia in Dio Padre, dellaffidarsi a Lui in ogni momento, cercando sempre e solo la sua volont e
la sua gloria. ricco come lo un
bambino che si sente amato e ama i
suoi genitori e non dubita un istante
del loro amore e della loro tenerezza. La ricchezza di Ges il suo essere il Figlio, la sua relazione unica
con il Padre la prerogativa sovrana
di questo Messia povero. Quando
Ges ci invita a prendere su di noi il
suo giogo soave, ci invita ad arricchirci di questa sua ricca povert e
povera ricchezza, a condividere
con Lui il suo Spirito filiale e fraterno, a diventare figli nel Figlio, fratelli nel Fratello Primogenito (cfr.
Rm 8, 29).
stato detto che la sola vera tristezza non essere santi (L. Bloy);
potremmo anche dire che vi una
sola vera miseria: non vivere da figli
di Dio e da fratelli di Cristo.

2. La nostra testimonianza
Potremmo pensare che questa
via della povert sia stata quella di
Ges, mentre noi, che veniamo dopo
di Lui, possiamo salvare il mondo
con adeguati mezzi umani. Non
cos. In ogni epoca e in ogni luogo,
Dio continua a salvare gli uomini e
il mondo mediante la povert di Cristo, il quale si fa povero nei Sacramenti, nella Parola e nella sua Chiesa, che un popolo di poveri. La
ricchezza di Dio non pu passare attraverso la nostra ricchezza, ma sempre e soltanto attraverso la nostra
povert, personale e comunitaria,
animata dallo Spirito di Cristo.
Ad imitazione del nostro Maestro,
noi cristiani siamo chiamati a guardare le miserie dei fratelli, a toccarle,
a farcene carico e a operare concretamente per alleviarle. La miseria
non coincide con la povert; la miseria la povert senza fiducia, senza
solidariet, senza speranza. Possiamo distinguere tre tipi di miseria: la
miseria materiale, la miseria morale e
la miseria spirituale. La miseria materiale quella che comunemente viene chiamata povert e tocca quanti
vivono in una condizione non degna
della persona umana: privati dei diritti fondamentali e dei beni di pri-

ma necessit quali il cibo, lacqua, le


condizioni igieniche, il lavoro, la
possibilit di sviluppo e di crescita
culturale. Di fronte a questa miseria
la Chiesa offre il suo servizio, la sua
diakonia, per andare incontro ai bisogni e guarire queste piaghe che
deturpano il volto dellumanit. Nei
poveri e negli ultimi noi vediamo il
volto di Cristo; amando e aiutando i
poveri amiamo e serviamo Cristo. Il
nostro impegno si orienta anche a
fare in modo che cessino nel mondo
le violazioni della dignit umana, le
discriminazioni e i soprusi, che, in
tanti casi, sono allorigine della miseria. Quando il potere, il lusso e il
denaro diventano idoli, si antepongono questi allesigenza di una equa
distribuzione delle ricchezze. Pertanto, necessario che le coscienze si
convertano alla giustizia, alluguaglianza, alla sobriet e alla condivisione.
Non meno preoccupante la miseria morale, che consiste nel diventare
schiavi del vizio e del peccato.
Quante famiglie sono nellangoscia
perch qualcuno dei membri spesso giovane soggiogato dallalcol,
dalla droga, dal gioco, dalla pornografia! Quante persone hanno smarrito il senso della vita, sono prive di
prospettive sul futuro e hanno perso
la speranza! E quante persone sono
costrette a questa miseria da condizioni sociali ingiuste, dalla mancanza di lavoro che le priva della dignit che d il portare il pane a casa,
per la mancanza di uguaglianza rispetto ai diritti alleducazione e alla
salute. In questi casi la miseria morale pu ben chiamarsi suicidio incipiente. Questa forma di miseria, che
anche causa di rovina economica,
si collega sempre alla miseria spirituale, che ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il
suo amore. Se riteniamo di non aver
bisogno di Dio, che in Cristo ci tende la mano, perch pensiamo di bastare a noi stessi, ci incamminiamo
su una via di fallimento. Dio lunico che veramente salva e libera.
Il Vangelo il vero antidoto contro la miseria spirituale: il cristiano
chiamato a portare in ogni ambiente
lannuncio liberante che esiste il perdono del male commesso, che Dio
pi grande del nostro peccato e ci
ama gratuitamente, sempre, e che
siamo fatti per la comunione e per

la vita eterna. Il Signore ci invita ad


essere annunciatori gioiosi di questo
messaggio di misericordia e di speranza! bello sperimentare la gioia
di diffondere questa buona notizia,
di condividere il tesoro a noi affidato, per consolare i cuori affranti e
dare speranza a tanti fratelli e sorelle
avvolti dal buio. Si tratta di seguire
e imitare Ges, che andato verso i
poveri e i peccatori come il pastore
verso la pecora perduta, e ci andato pieno damore. Uniti a Lui possiamo aprire con coraggio nuove
strade di evangelizzazione e promozione umana.
Cari fratelli e sorelle, questo tempo di Quaresima trovi la Chiesa intera disposta e sollecita nel testimoniare a quanti vivono nella miseria
materiale, morale e spirituale il messaggio evangelico, che si riassume
nellannuncio dellamore del Padre
misericordioso, pronto ad abbracciare in Cristo ogni persona. Potremo
farlo nella misura in cui saremo conformati a Cristo, che si fatto povero e ci ha arricchiti con la sua povert. La Quaresima un tempo adatto
per la spogliazione; e ci far bene
domandarci di quali cose possiamo
privarci al fine di aiutare e arricchire
altri con la nostra povert. Non dimentichiamo che la vera povert
duole: non sarebbe valida una spogliazione senza questa dimensione
penitenziale. Diffido dellelemosina
che non costa e che non duole.
Lo Spirito Santo, grazie al quale
[siamo] come poveri, ma capaci di
arricchire molti; come gente che non
ha nulla e invece possediamo tutto
(2 Cor 6, 10), sostenga questi nostri
propositi e rafforzi in noi lattenzione e la responsabilit verso la miseria umana, per diventare misericordiosi e operatori di misericordia.
Con questo auspicio, assicuro la mia
preghiera affinch ogni credente e
ogni comunit ecclesiale percorra
con frutto litinerario quaresimale, e
vi chiedo di pregare per me. Che il
Signore vi benedica e la Madonna vi
custodisca.
Dal Vaticano, 26 dicembre 2013
Festa di Santo Stefano, diacono
e primo martire

A quattro anni dal terremoto ad Haiti si continua a vivere nelle tendopoli (Reuters)

Il documento presentato nella Sala stampa della Santa Sede

Distinguere per capire


Non la povert che dobbiamo
combattere, ma la miseria. E se vogliamo farlo veramente dobbiamo
farci poveri, sin nel profondo
dellanima. linsegnamento che il
cardinale Robert Sarah, presidente
del Pontificio Consiglio Cor
Unum, ha messo in evidenza questa mattina, marted 4 febbraio,
presentando, nella Sala Stampa
della Santa Sede, il messaggio del
Papa per la quaresima 2014, che
questanno incentrato proprio
sulla povert.
Potrebbe sembrare un argomento scontato, vista la particolare enfasi con la quale Papa Francesco,
dallinizio del pontificato, sottolinea il valore di questa dimensione
della vita del cristiano. E tuttavia
importante soffermarsi a riflettere
sulla visione cristiana della povert,
che non la stessa che governa il
comune sentire ha detto il cardinale. Troppo spesso infatti si considera la povert semplicemente nella sua dimensione sociologica e la
si comprende come mancanza di

Messa a Santa Marta

Quando Dio piange


Ogni buon padre ha bisogno del figlio: lo
aspetta, lo cerca, la ama, lo perdona, lo vuole vicino a s, tanto vicino come la gallina vuole i
suoi pulcini. Lo ha detto Papa Francesco
allomelia della messa celebrata marted mattina,
4 febbraio, nella cappella della Casa Santa
Marta.
Nel commentare le letture della liturgia il
Pontefice ha infatti affrontato il tema della paternit, ricollegandolo alle due figure principali
descritte nel vangelo di Marco (5, 21-43) e nel
secondo libro di Samuele (18, 9-10.14.24-25.30;
19, 1-4): ovvero Giiro, uno dei capi della sinagoga al tempo di Ges, che va a chiedere la salute per sua figlia, e Davide, che soffre per la
guerra che suo figlio gli stava facendo. Due vicende che, secondo il vescovo di Roma, mostrano come ogni padre abbia ununzione che viene dal figlio: non pu capire se stesso senza il figlio.
Soffermandosi dapprima sul re dIsraele, il
Papa ha ricordato che nonostante il figlio Assalonne fosse diventato suo nemico, Davide
aspettava notizie della guerra. Era seduto tra le
due porte del palazzo e guardava. E sebbene
tutti fossero sicuri che attendesse notizie di una
bella vittoria, in realt aspettava unaltra cosa:
aspettava il figlio. Gli interessava il figlio. Era
re, era a capo del Paese, ma soprattutto era
padre. E cos, quando arrivata la notizia
della fine del suo figlio, Davide fu scosso da
un tremito, sal al piano di sopra della porta e
pianse: Figlio mio Assalonne! Figlio mio, figlio
mio Assalonne! Fossi morto io invece di te, Assalonne, figlio mio, figlio mio!.
Questo ha commentato Papa Francesco
il cuore di un padre, che non rinnega mai
suo figlio, anche se un brigante o un nemico, e piange per lui. In proposito il Pontefice
ha fatto notare come nella Bibbia, Davide pianga due volte per i figli: in questa circostanza e
in quella in cui stava per morire il figlio
delladulterio: Anche quella volta ha fatto digiuno e penitenza per salvare la vita del figlio,
perch era padre.
Ritornando poi alla descrizione del brano biblico, il vescovo di Roma ha messo in luce un
altro elemento della scena: il silenzio. I soldati
sono tornati dalla battaglia in citt in silenzio
ha fatto notare mentre quando Davide era
giovane, al suo rientro in citt dopo aver ucciso
il Filisteo, tutte le donne erano uscite dalle case

Ilya Repin, Risurrezione della figlia di Giiro (1871)

per lodarlo, in festa; perch cos rientravano i


soldati dopo una vittoria. Invece, in occasione
della morte di Assalonne, la vittoria stata nascosta, perch il re piangeva; infatti pi che re
e vincitore Davide era soprattutto un padre
addolorato.
Quanto al personaggio evangelico, il capo
della sinagoga, Papa Francesco ha evidenziato
come si trattasse di una persona importante,
che per davanti alla malattia della figlia non
ha vergogna di gettarsi ai piedi di Ges e di implorarlo: La mia figlioletta sta morendo, vieni a
imporle le mani perch sia salvata e viva!.
Questuomo non riflette sulle conseguenze del
suo gesto. Non si ferma a pensare che se Cristo
invece di un profeta fosse uno stregone, rischierebbe una figuraccia. Essendo padre ha
detto il Pontefice non pensa: rischia, si butta
e chiede. E anche in questa scena, quando i
protagonisti entrano in casa trovano pianti e grida. Cerano persone che urlavano forte perch
era il loro lavoro: lavoravano cos, andando a
piangere nelle case dei defunti. Ma il loro
non era il pianto di un padre.
Ecco allora il collegamento tra le due figure
di padri. Per loro la priorit sono i figli. E ci
fa pensare alla prima cosa che diciamo di Dio
nel Credo: Credo in Dio padre. Fa pensare al-

la paternit di Dio. Dio cos con noi. Qualcuno potrebbe osservare: Ma padre, Dio non
piange!. Obiezione alla quale il Papa ha risposto: Ma come no! Ricordiamo Ges quando ha
pianto guardando Gerusalemme: Gerusalemme,
Gerusalemme, quante volte ho voluto raccogliere
i tuoi figli!, come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali. Dunque Dio piange; Ges ha
pianto per noi. E in quel pianto c la rappresentazione del pianto del padre, che ci vuole
tutti con s nei momenti difficili.
Il Pontefice ha anche ricordato che nella Bibbia ci sono almeno due momenti brutti in cui
il padre risponde al pianto del figlio. Il primo
lepisodio di Isacco che viene condotto da
Abramo sul morte per essere offerto in olocausto: egli si accorge che portavano il legno e il
fuoco, ma non la pecorella per il sacrificio.
Perci aveva angoscia nel cuore. E cosa dice?
Padre. E subito la risposta: Eccomi figlio.
Il secondo quello di Ges nellOrto degli
Ulivi, con quellangoscia nel cuore: Padre, se
possibile allontana da me questo calice. E gli
angeli sono venuti a dargli forza. Cos il nostro Dio: padre.
Non solo: limmagine di Davide che aspetta
notizie seduto fra le due porte del palazzo fa venire in mente la parabola del capitolo 15 del
vangelo di Luca, quella del padre che aspettava
il figlio prodigo, andatosene con tutti i soldi,
con tutta leredit. Come sappiamo che lo aspettava? si domandato Papa Francesco. Perch
la riposta che ci danno le scritture lo ha
visto da lontano. E perch tutti i giorni saliva ad
aspettare che il figlio tornasse. In quel padre
misericordioso, infatti, c il nostro Dio, che
padre. Da qui lauspicio che la paternit fisica dei padri di famiglia e la paternit spirituale
dei consacrati, dei sacerdoti, dei vescovi, siano
sempre come quelle dei due protagonisti delle
letture: due uomini, che sono padri.
In conclusione il Pontefice ha invitato a meditare su queste due icone Davide che piange
e il capo della sinagoga che si getta davanti a
Ges senza vergogna, senza timore di rendersi
ridicolo, perch in gioco cerano i loro figli
e ha chiesto ai fedeli di rinnovare la professione
di fede, dicendo Credo in Dio Padre e domandando allo Spirito Santo di insegnarci a dire
Abba, Padre. Perch, ha concluso, una grazia poter dire a Dio: Padre, con il cuore.

beni. Anzi proprio questo che,


secondo il porporato, crea qualche
confusione sul concetto di Chiesa
povera per i poveri che viene
spesso evocato come forma di contestazione alla Chiesa.
Nel suo messaggio il Papa lascia
intendere che quando la Chiesa
parla di povert non vuole e,
sullesempio di Cristo, non pu intendere la povert alla stregua di
chi contesta lesistenza della povert in quanto tale, perch sa che la
povert loggetto di una scelta
precisa, fatta per amore di Cristo e
dei fratelli. Perci il messaggio
quaresimale che oggi presentiamo
si sofferma su una distinzione importante tra povert e miseria. Non
la povert, che un atteggiamento evangelico, ma la miseria che
vogliamo combattere.
E nel messaggio infatti il Papa
enumera tre tipi di miseria: la miseria materiale, la miseria morale e la
miseria spirituale. La prima tocca
quanti vivono in una condizione
non degna della persona umana e
di fronte a questa miseria la Chiesa offre il suo servizio, la sua diakonia, per andare incontro ai bisogni e guarire queste piaghe che deturpano il volto dellumanit.
La miseria morale consiste invece nel diventare schiavi del vizio e
del peccato, ha fatto notare il
porporato. Questa forma di miseria, che anche causa di rovina
economica, si collega sempre alla
miseria spirituale, che ci colpisce
quando ci allontaniamo da Dio e
rifiutiamo il suo amore.
Per ci che attiene alla miseria
spirituale il Papa propone come
antitodo il Vangelo. E, ha fatto notare il cardinale, nel suo messaggio
il Santo Padre afferma non a caso
che la peggior discriminazione di
cui soffrono i poveri la mancanza
di unattenzione spirituale. Questa diventa una sfida prioritaria.
Tra laltro, ha sottolineato il porporato, ci che distingue la Chiesa
da una qualsiasi ong. Dunque
guai se Chiesa povera ha messo
in guardia significasse solo una
Chiesa senza beni materiali. necessario riconsiderare luomo nella
sua pienezza naturale di essere figlio di Dio, perch questa la
sua ricchezza. E la grande colpa
della cultura moderna, ha concluso
il cardinale Sarah, , come mette in
evidenza Papa Francesco nel suo
messaggio, di aver pensato a un
uomo felice senza Dio, negando
cos il valore essenziale del suo legame con un Padre che gli d vita.
In questo, ha aggiunto il porporato, vedo la grande continuit del
magistero di questo Pontefice con
Benedetto XVI.
Allincontro con i giornalisti erano presenti anche i monsignori
Gianpietro Dal Toso e Segundo
Tejado Muoz, rispettivamente segretario e sottosegretario di Cor
Unum, e i coniugi Anna Zumbo e
Davide Dotta, con la partecipazione straordinaria dei piccolissimi figli John e Tobia, a completare la
famiglia che da circa quattro anni
missionaria in Haiti. Hanno offerto
la testimonianza di come combattono, in tutte le sue forme, la miseria del popolo haitiano facendosi
essi stessi poveri.

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