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LOSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
Anno CLIV n. 119 (46.661)
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
Dopo linvito rivolto ai presidenti palestinese e israeliano si conclude a Gerusalemme il viaggio di Papa Francesco in Terra santa
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g.m.v.
e Atenagora
Un futuro
possibile
Una forte iniziativa di fede e di
pace al centro di un viaggio sorprendente e coraggioso, sui passi
indimenticabili del pellegrinaggio
fondatore di Paolo VI, mezzo secolo fa. Ecco in poche parole litinerario in Terra santa di Francesco, avvenimento di prima importanza che sta suscitando moltissimi commenti ancor prima della
sua conclusione. Come aveva previsto lo stesso Papa, bisogner
molto riflettere su questi giorni,
fitti di impegni ma essenziali, nei
quali religione e politica si sono
intrecciate, come era del resto
prevedibile.
Non si trattato di un intreccio indebito, come spesso nella
storia si verificato ma, proprio
al contrario, di un incontro tra le
due dimensioni che sembra aprirsi a imprevedibili sviluppi. Sulla
base dellesigenza di purificare la
religione da ogni strumentalizzazione, soprattutto dalluso della
violenza che si richiama alla fede
ma in realt offende il nome di
Dio, e poi dalle tentazioni fondamentaliste presenti, con effetti devastanti sulle minoranze, in regioni dove la libert religiosa diritto umano fondamentale viene
conculcata o limitata.
I temi della violenza, soprattutto quella che si pretende in nome
di Dio, e della libert religiosa sono stati evocati sin dagli incontri
in Giordania, fino a quelli a Betlemme e Gerusalemme, ognuno
carico di simboli antichi e vivi.
Con la preoccupazione, da parte
del vescovo di Roma, soprattutto
di guardare al futuro. La violenza si vince con la pace ha raccomandato con nettezza ai giovani
palestinesi vittime di situazioni
insopportabili, chiedendo loro di
non restare prigionieri del passato
ma di costruire un avvenire diverso con coraggio e con dignit.
Limpressione che davvero sia
stata capita la preoccupazione di
Francesco, che ha elogiato con le
stesse parole limpegno personale
di re Abdullah II e dei presidenti
Mahmud Abbas e Shimon Peres.
E una prima impegnativa conferma viene dal prossimo incontro di
preghiera in Vaticano, nella casa
del Papa, tra i presidenti di due
popoli il palestinese e lisraeliano che devono trovare una via
di pace. In questo le religioni devono ispirare la politica, come
con accenti diversi hanno ripetuto
il re, Abu Mazen e Peres, che
hanno riconosciuto al Pontefice,
davvero costruttore di ponti tra
uomini e religioni, unautorit che
pu trasformare la realt.
Cos il Papa durante limportante incontro con il presidente
israeliano, che ha definito uomo
saggio e buono ha parlato
della necessit di una pazienza
creativa che sappia superare i
conflitti, sanguinosi e preoccupanti, nella Terra santa e in altre
regioni del mondo. Per questo,
per respingere ogni violenza e
mostrare visibile vicinanza a chi
soffre, Francesco ha pregato davanti al muro di Betlemme, ricordando in Israele le vittime del
terrorismo e rendendo un commosso omaggio a quelle dellindicibile tragedia della Shoah. E davanti al Muro occidentale ha lasciato il Padre nostro, che con il
patriarca Bartolomeo aveva recitato davanti al Santo sepolcro, vero
cuore di questo viaggio alla ricerca della pace.
VI
Shimon Peres
e Mahmud Abbas
accettano linvito
TEL AVIV, 26. I presidenti israeliano, Shimon Peres, e palestinese,
Mahmud Abbas, hanno accettato
linvito di Papa Francesco a recarsi, insieme, in Vaticano. Lo hanno
confermato gli uffici dei due leader alle agenzie di stampa internazionali.
Gi ieri, fonti dellufficio del
presidente israeliano avevano dichiarato che Shimon Peres accetta linvito di Papa Francesco e
ha sempre appoggiato e seguita
ad appoggiare qualsiasi iniziativa
per sostenere la causa della pace. Linvito stato accettato anche da Mahmud Abbas, secondo
quanto dichiarato dal suo portavoce, Nabil Abu Rdeneh, che si
spinto anche a indicare la data
dellincontro, il 6 giugno.
Crescita dei partiti anti-Ue nelle elezioni per il rinnovo del Parlamento
Il risultato in Italia
MARCO BELLIZI
A PAGINA
NOSTRE
INFORMAZIONI
Nomina
di Vicario Apostolico
Il Santo Padre ha nominato
Vicario Apostolico di Caron
(Venezuela) Sua Eccellenza
Reverendissima
Monsignor
Felipe Gonzlez Gonzlez,
O.F.M. Cap., Vescovo titolare
di Sinnuara, trasferendolo dal
Vicariato Apostolico di Tucupita.
LOSSERVATORE ROMANO
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Il ministro degli Esteri russo sostiene che Mosca rispetter la volont del popolo
Petro Poroshenko
verso la presidenza dellUcraina
Forte affermazione
di Matteo Renzi
di MARCO BELLIZI
Grybauskait
confermata
capo dello Stato
in Lituania
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
Il presidente del Consiglio dei ministri e segretario del Partito democratico (Pd) Matteo Renzi il
grande vincitore e Beppe Grillo,
leader del Movimento 5 Stelle, il
grande sconfitto. questo il doppio dato che si ricava dalle votazioni in Italia per il Parlamento europeo, istituzione nella quale il Pd,
con il suo storico 40,8 per cento di
consensi, potr giocare un ruolo di
rilievo, in quanto compagine pi
numerosa allinterno del partito dei
socialisti europei. Il risultato uscito
dalle urne certo da leggere, oltre
che alla luce delle caratteristiche
peculiari di queste consultazioni,
tenendo conto del notevole numero
di astenuti, pari quasi al 43 per
cento. Ma indiscutibili sono il successo del Pd e quello personale di
Matteo Renzi.
Altrettanto chiaro il risultato,
deludente rispetto alle attese, del
Movimento 5 Stelle. Nel corso della campagna elettorale Grillo aveva
cercato da una parte di mobilitare
gli antieuropei e gli scontenti nei
confronti dellEuropa e dallaltra di
motivare lelettorato deluso dalla
politica italiana, facendo balenare
la possibilit che dallesito del voto
potesse anche dipendere la vita del
Governo. Questa linea non ha convinto gli elettori, e non essere riu-
Morto
in Polonia
il generale
Jaruzelski
LOSSERVATORE ROMANO
Carlo Di Cicco
vicedirettore
Piero Di Domenicantonio
lizia ha diffuso un video delle telecamere di sicurezza con le drammatiche fasi della strage, nella speranza
che possa essere di aiuto a identificare il colpevole. In Francia, intanto, due giovani fratelli ebrei sono
stati brutalmente picchiati alluscita
dalla sinagoga di Creteil, una
banlieue di Parigi.
Alle condanne nazionali e internazionali di questo rigurgito dellodio antisemita si aggiunge quella
delle comunit cattoliche di entrambi i Paesi, in piena comunione con
quanto ha dichiarato Papa Francesco appena appresa la notizia della
strage a Bruxelles.
I vescovi del Belgio hanno diffuso una nota di condanna dellaccaduto e di vicinanza alle famiglie delle vittime e alla comunit ebraica
del Paese, ribadendo con forza che
nessuna violenza pu essere giustificata, a maggior ragione per motivi
religiosi. Il cardinale Andr VingtTrois, arcivescovo di Parigi, commentando ieri in una trasmissione
televisiva il viaggio di Papa Francesco in Terra santa, ha espresso orrore per quanto accaduto in Belgio,
ha denunciato un antisemitismo latente, pi o meno confessato, che
tracima dalle coscienze europee da
diverse decine di anni e ha parlato
di soglie ormai superate e di banalizzazione del passaggio agli atti
concreti di violenza contro gli ebrei.
Gaetano Vallini
Ballottaggio in Colombia
caporedattore
segretario di redazione
In Venezuela
elette le mogli
di due sindaci
in carcere
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LOSSERVATORE ROMANO
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Obama in visita nella base militare di Bagram sostiene che la missione compiuta
Entro il 2014
la sicurezza agli afghani
Sinsedia
a New Delhi
il primo ministro
indiano Modi
NEW DELHI, 26. Sinsedia oggi il
nuovo primo ministro indiano, il
leader nazionalista ind Narendra Modi. Nelle legislative, infatti, il Bharatiya Janata Party ha
scalzato il Congresso I, da dieci
anni al potere. Appena certo della vittoria, Modi aveva affermato
che per lintero Paese si preparano giorni felici. E ieri, sul piano politico, il premier designato
Modi aveva indicato che il Governo avr solo 45 membri: 24
ministri principali (erano 35 nella
precedente legislatura guidata dal
Congresso I), a cui si aggiungeranno dieci sottosegretari con
rango di ministro e undici sottosegretari semplici.
Alla cerimonia di giuramento
sar presente, tra gli altri, il primo ministro pakistano, Nawaz
Sharif. Un fatto significativo, in
considerazione dei difficili rapporti che hanno sempre caratterizzato i due Paesi. Basti pensare
che quando nel maggio dello
scorso anno Sharif si insedi come premier, alla cerimonia di
giuramento fu invitato il collega
indiano Manmohan Singh: ma
allora lIndia prefer farsi rappresentare dal suo ambasciatore in
Pakistan. Questa volta, dunque,
almeno su questo versante, si
potuto registrare un progresso
nei rapporti fra le autorit di
New Delhi e Islamabad.
Ma c anche dellaltro, non
meno importante. Ieri infatti le
autorit pakistane hanno liberato
151 pescatori indiani detenuti nelle carceri di Karachi e Hyderabad, come gesto di buona volont nei confronti dellIndia alla vigilia dellinsediamento di Modi.
Sistemati su autobus (dotati di
aria condizionata), riferisce Geo
Tv, gli ex detenuti sono stati fatti
convergere verso Lahore, dove le
autorit pakistane li hanno consegnati a responsabili indiani al
posto di frontiera di Wagah. Riferisce lagenzia Ansa che i pescatori indiani liberati hanno rivolto un appello al Governo di
New Delhi affinch liberi i pescatori pakistani detenuti nelle
carceri indiane.
IL CAIRO, 26. Si sono aperte oggi le urne in Egitto, dove 53,9 milioni di elettori su una popolazione di circa
novanta milioni sono chiamati a recarsi alle urne per
eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Due i
candidati: lex capo delle forze armate ed ex ministro
della Difesa, Abdel Fattah El Sissi, e il nasserista,
Hamden Sabbahi. Il primo, favorito, ha gi trionfato
tra gli elettori allestero, che gli hanno conferito il 94,5
per cento degli oltre trecentomila voti espressi. Le urne
resteranno aperte fino alle 21 di oggi, per poi riaprire
domani dalle 9 alle 21. Dal momento che sono solo due
Vertice a Istanbul
sul nucleare
tra Iran e Ue
ANKARA, 26. A sorpresa un incontro informale tra il ministro degli
Esteri di Teheran, Mohammad
Javad Zarif, e lalto rappresentante
per la Politica estera e di sicurezza
comune
dellUe,
Catherine
Ashton, si sta svolgendo a Istanbul. Secondo fonti negoziali iraniane i due sono impegnati ad approfondire i progressi registrati sul
dossier del programma nucleare
dellIran nellultima sessione dei
colloqui di Vienna con il gruppo
cinque pi uno (i membri permanenti del Consiglio di sicurezza
dellOnu: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina; pi la
Germania). Il confronto tra Zarif
e Ashton dovrebbe durare fino a
domani: lobiettivo resta la definizione dun testo di accordo entro
la scadenza del 20 luglio.
Il presidente iraniano, Hassan
Rohani, ha detto la scorsa settimana che molto probabilmente
un accordo definitivo fra Iran e il
gruppo cinque pi uno verr raggiunto come previsto entro luglio.
La dichiarazione di Rohani arrivata dopo una serie di commenti
negativi, venuti da pi parti,
sullesito dellultima tornata negoziale. Dal canto suo, lAgenzia internazionale per lenergia atomica
(Aiea) in un rapporto ha sostenuto nei giorni scorsi che Teheran rispetta gli impegni sottoscritti lanno scorso a Ginevra sul congelamento del programma nucleare.
Attentati
in Somalia
e a Gibuti
MO GADISCIO, 26. Il Corno dAfrica resta esposto alla violenza, come confermato dalle vittime causate ieri da due attentati, al Parlamento di Mogadiscio e contro un
ristorante di Gibuti frequentato da
stranieri. Nel primo caso, pi che
di un attentato, si trattato di
una vera e propria battaglia ingaggiata dalle milizie radicali islamiche di Al Shabaab. Dopo lesplosione di unautobomba, infatti, ci
sono state quattro ore di scontri,
che hanno provocato dieci morti,
prima che le forze governative e
quelle dellAmisom, la missione
dellUnione africana in Somalia,
riprendessero il controllo della situazione. Ad Al Shabaab alcune
fonti attribuiscono anche lattentato a Gibuti, che ha causato almeno due morti e numerosi feriti.
LOSSERVATORE ROMANO
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Poveri di risorse
ma ricchi di umanit
Il saluto dei discendenti di quei
primi cristiani arabi, che, a Pentecoste erano convenuti a Gerusalemme assieme ai credenti di tutto il
mondo stato rivolto al Papa al
termine della messa dal patriarca di
Gerusalemme dei Latini, Fouad
Twal.
Un benvenuto espresso a nome
di tutta la Giordania, che guidata
dal proprio sovrano oggi celebra
la festa dellindipendenza, assieme
al governo, al popolo, e alle tante
istituzioni educative e sociali presenti nel Paese.
Monsignor Twal ha poi presentato al Pontefice le tante sfide che
il Patriarcato latino di Gerusalemme si trova ad affrontare. Di questa
diocesi ha spiegato la Giordania rappresenta la parte pi consistente per numero di famiglie e
istituzioni. Numerosi sono i sacerdoti e i seminaristi, anche se non
mancano le preoccupazioni.
Quindi ha ricordato che la Terra Santa conosce troppe divisioni
e che la Chiesa cattolica impegnata in uno sforzo di unit in primis al suo interno, poi tra le Chiese e tra tutta la popolazione. Siamo la Chiesa che ascolta, che accompagna il popolo di Dio, con le
sue modeste forze, in un cammino
di conversione. La Giordania, cos
come la Chiesa di questo Paese,
piccola, ridotta di estensioni e povera di risorse, ma ricca, nel suo
elemento umano, ricca di vocazioni, esemplare nellospitalit verso
gli stranieri, gli oppressi, i rifugiati
e quanti cercano lavoro.
In proposito il patriarca ha assicurato che la Chiesa in Giordania, con tutti i suoi membri giordani, palestinesi, siriani rifugiati e
arabi di tutto il Medio Oriente e
asiatici trova nella persona del
vescovo di Roma il Padre che
ama e ascolta, il Padre che condivide con noi anche le croci quotidiane, tra cui lemigrazione verso il
mondo arabo o verso lAmerica del
Nord. Non c una famiglia che
non abbia un figlio allestero.
Lemigrazione dei giovani pi preparati e competenti dalla Giordania, equivale a una vera emorragia
umana. Qui cristiani e musulmani
viviamo in armonia. Assieme alle
Suore del Rosario, unica congregazione religiosa autoctona, impegnata nel settore educativo in tutto il
mondo arabo. E per loro monsignor Twal ha auspicato la canonizzazione della fondatrice: la Beata
Maria Alphonsine.
Infine il patriarca ha detto che
nella persona di Papa Francesco i
giordani rivedono la bella figura di
Giovanni il Battista, patrono del
Paese. Lei il Battista di questo
nostro secolo, che prepara la strada
al Salvatore ed esige la conversione
del cuore. Il Battista che alza la
sua voce contro ogni ingiustizia e
contro ogni violenza in difesa dei
pi deboli. E poich abbiamo
tanto, tanto bisogno della sua parola serena, forte e coraggiosa, e
non da ultimo del suo bel sorriso e
della sua buona salute, ha assicurato da parte di tutti i presenti
preghiere e fedelt.
Nuovo appello per la Siria durante lincontro con giovani rifugiati e disabili
lacerata da una lotta fratricida che dura da ormai tre anni e ha gi mietuto innumerevoli
vittime, costringendo milioni di persone a farsi profughi ed esuli in altri Paesi. Tutti vogliamo la pace! Ma guardando questo dramma
della guerra, guardando queste ferite, guardando tanta gente che ha lasciato la sua patria, che stata costretta ad andarsene via, io
mi domando: chi vende le armi a questa gente
per fare la guerra? Ecco la radice del male!
Lodio e la cupidigia del denaro nelle fabbriche e nelle vendite delle armi. Questo ci deve
far pensare a chi dietro, che d a tutti coloro
che sono in conflitto le armi per continuare il
conflitto! Pensiamo, e dal nostro cuore diciamo anche una parola per questa povera gente
criminale, perch si converta.
Ringrazio le Autorit e il popolo giordano
per la generosa accoglienza di un numero elevatissimo di profughi provenienti dalla Siria e
dallIraq, ed estendo il mio grazie a tutti coloro che prestano la loro opera di assistenza e di
solidariet verso i rifugiati. Penso anche
allopera di carit svolta da istituzioni della
Chiesa come Caritas Giordania e altre che, assistendo i bisognosi senza distinzione di fede
religiosa, appartenenza etnica o ideologica,
manifestano lo splendore del volto caritatevole
di Ges, che misericordioso. Dio Onnipotente e Clemente benedica tutti voi e ogni vostro sforzo nellalleviare le sofferenze causate
dalla guerra!
Mi rivolgo alla comunit internazionale
perch non lasci sola la Giordania, tanto
LOSSERVATORE ROMANO
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te riunite in una celebrazione comune pubblica, durante la quale pregano insieme. Ci sono gli ordinari di
Terra santa, larcivescovo copto,
quello siriaco, quello etiopico; c il
vescovo anglicano, il vescovo luterano e numerosi altri presuli. indubbiamente il momento ecumenico pi
importante del viaggio, e in un luogo come questo, dove si realizzato
il mistero centrale della fede cristiana, la morte e la resurrezione di
Ges.
Alla fine il Papa e il patriarca
escono insieme dalla basilica e a
bordo della stessa automobile rag-
Ha poggiato la fronte su quel muro per rendere ancora pi evidente la sua volont di
condividere le sofferenze del popolo palestinese. Poi risalito in auto tra le acclamazioni di quanti a quel gesto spontaneo e imprevisto hanno assistito, e ha ripreso il suo percorso.
E dopo il Regina caeli a conclusione della
messa, celebrata nella piazza della Mangia-
toia, il coraggioso invito a quanti hanno nelle mani i destini dei loro popoli. Invito che
pi tardi ha poi rivolto direttamente anche
al presidente Peres durante la cerimonia di
benvenuto in Israele allaeroporto di Tel
Aviv.
stato come se li avesse messi di fronte
alle loro responsabilit. Ma allo stesso tempo ha anche offerto la possibilit di imboccare una strada percorribile dignitosamente
da entrambi, e di costruire, finalmente insieme, quella pace alla quale la loro gente, oltre
al mondo intero, aspirano. E di farlo pregando, anche luno per laltro.
La gente ha compreso la grandezza di
quel gesto e di quelle parole, e non solo ha
applaudito a lungo appena il Papa ha finito
di parlare: quando tornato a passare in
mezzo a loro il calore dellabbraccio diventato pi grande. A Papa Francesco che li
guardava dritto negli occhi, che rispondeva
alla loro gioia, che alternava ampi gesti con
le mani a un segno di croce benedicente,
hanno dimostrato che non c niente che
valga di pi di una storia umana. Ecco cosa
sono venuti a dire oggi al Pontefice, allindirizzo del quale continuavano a gridargli ancor pi forte in inglese: Sei il nostro padre,
la nostra speranza.
bolismi. Per esempio, i re magi erano i Pontefici che hanno visitato la Terra santa:
Montini, Wojtya e Ratzinger. Papa Francesco era raffigurato nelle vesti del suo patrono, san Francesco, protettore dei luoghi santi. Dietro di loro uno stormo di colombe
bianche a significare il desiderio di pace che
sono venuti a deporre ai piedi della mangiatoia. Le suore raffigurate hanno le sembianze di due religiose di queste terre: la carmelitana Mariam di Betlemme e suor Maria Alfonsina Ghattas, nata a Gerusalemme, che
ha trascorso gran parte della sua vita a Betlemme e ha fondato le suore del rosario, la
prima congregazione palestinese. Due beate
locali del XIX secolo per le quali in corso il
processo di canonizzazione. San Giuseppe
invece ha il capo coperto con una kefiah
bianca e nera, tradizionale copricapo divenuto emblema della Palestina. Anche il Bambinello nella mangiatoia rivestito in panni
dello stesso colore.
Significativa la partecipazione di rappresentanze delle altre Chiese in Terra santa,
quelle greco ortodossa, copta ortodossa,
etiopica ortodossa, siro ortodossa, apostolica
orientale, russa ortodossa, romeno ortodossa.
Presenti anche rappresentanti anglicani e luterani. Oltre agli abitanti di Betlemme,
cerano fedeli provenienti da tutta la Palestina, da Gaza; numerosi quelli giunti dalla
Galilea; cera anche una folta rappresentanza
di migranti asiatici. Tantissimi i bambini,
straordinariamente composti. Cerano anche
i piccoli sordomuti dellistituto Effet Paolo
VI. E proprio guardando a loro, cos come al
Bambino nella mangiatoia, Papa Francesco
ha usato parole forti contro un mondo che si
vanta delle sue conquiste tecnologiche mentre dimentica, quando non condanna, tanti
bambini ai margini dell societ, affamati,
malati, schiavizzati, violentati o fatti oggetto
di traffici illeciti.
La mattinata si conclusa con il pranzo
nella Casa Nova, nel convento francescano.
Alla tavola del Papa hanno seduto alcune famiglie palestinesi.
In un altro scenario lincontro del primo
pomeriggio con i profughi dei campi palestinesi, bambini soprattutto. Papa Francesco
dopo una visita in privato alla grotta della
Nativit giunto in auto a Dheisheh, un
luogo in cui possibile vedere il volto pi
drammatico del conflitto. Al Papa hanno reso unaccoglienza festosa oltre ogni immaginazione. Avevano preparato per lui centinaia
di disegni e avrebbero voluto mostrarglieli.
Alcuni erano espressione di tutta la sofferenza accumulata, dellorrore di cui spesso sono
stati incolpevoli spettatori. Il Papa ha raccolto quei disegni e li ha messi nellenorme
bagaglio che porter con s in Vaticano dopo le giornate trascorse in questa terra. Con
un leggero ritardo, il decollo dellelicottero
giordano ha letteralmente strappato Papa
Francesco dallabbraccio del popolo palestinese, ma non certo dal suo cuore.
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LOSSERVATORE ROMANO
La pietra ribaltata
del sepolcro
Nessuna paura
dellaltro
Lauspicio espresso dal patriarca greco-cattolico di Gerusalemme Teofilo nella basilica del Santo Sepolcro
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grazie alla quale insieme professiamo che Ges Cristo, unigenito Figlio del Padre e nostro unico Signore, pat sotto Ponzio Pilato, fu
crocifisso, mor e fu sepolto; discese
agli inferi; il terzo giorno risuscit
da morte (Simbolo degli Apostoli).
Ciascuno di noi, ogni battezzato in
Cristo, spiritualmente risorto da
questo sepolcro, poich tutti nel
Battesimo siamo stati realmente incorporati al Primogenito di tutta la
creazione, sepolti insieme con Lui,
per essere con Lui risuscitati e poter camminare in una vita nuova
(cfr. Rm 6, 4).
Accogliamo la grazia speciale di
questo momento. Sostiamo in devoto raccoglimento accanto al sepolcro
vuoto, per riscoprire la grandezza
della nostra vocazione cristiana: siamo uomini e donne di risurrezione,
non di morte. Apprendiamo, da
questo luogo, a vivere la nostra vita,
i travagli delle nostre Chiese e del
mondo intero nella luce del mattino
di Pasqua. Ogni ferita, ogni sofferenza, ogni dolore, sono stati caricati sulle proprie spalle dal Buon Pastore, che ha offerto s stesso e con
il suo sacrificio ci ha aperto il passaggio alla vita eterna. Le sue piaghe aperte sono come il varco attraverso cui si riversa sul mondo il torrente della sua misericordia. Non lasciamoci rubare il fondamento della
nostra speranza, che proprio questo: Christs anesti! Non priviamo il
mondo del lieto annuncio della Risurrezione! E non siamo sordi al
potente appello allunit che risuona proprio da questo luogo, nelle
parole di Colui che, da Risorto,
chiama tutti noi i miei fratelli (cfr.
Mt 28, 10; Gv 20, 17).
Lettera agli Ebrei e una selezione degli apocrifi riguardanti Paolo. Ogni singolo testo si apre con una presentazione curata dai pi noti esegeti dellapostolo e si conclude con una pagina di lectio
monastica.
LOSSERVATORE ROMANO
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Oggi
abbiamo
bisogno
di ponti
Nella mattina di domenica 25 maggio
il Papa ha lasciato la Giordania
e ha raggiunto Betlemme, dove
nel palazzo presidenziale ha incontrato
le autorit palestinesi. Dopo il saluto
rivoltogli dal presidente Mahmoud
Abbas, il Pontefice ha pronunciato
il seguente discorso.
Signor Presidente,
Cari amici,
Cari fratelli,
ringrazio il Presidente Signor
Mahmoud Abbas per le sue espressioni di benvenuto e rivolgo il mio
cordiale saluto ai rappresentanti del
Governo e a tutto il popolo palestinese. Sono grato al Signore di essere
oggi qui con voi nel luogo in cui
nato Ges, il Principe della Pace, e
vi ringrazio per la vostra calorosa accoglienza.
Il Medio Oriente da decenni vive
le drammatiche conseguenze del
protrarsi di un conflitto che ha prodotto tante ferite difficili da rimarginare e, anche quando fortunatamente non divampa la violenza, lincertezza della situazione e lincomprensione tra le parti producono insicurezza, diritti negati, isolamento ed
esodo di intere comunit, divisioni,
carenze e sofferenze di ogni tipo.
Nel manifestare la mia vicinanza a
quanti soffrono maggiormente le
conseguenze di tale conflitto, vorrei
dire dal profondo del mio cuore che
ora di porre fine a questa situazione, che diventa sempre pi inaccettabile, e ci per il bene di tutti. Si
raddoppino dunque gli sforzi e le
iniziative volte a creare le condizioni
di una pace stabile, basata sulla giustizia, sul riconoscimento dei diritti
di ciascuno e sulla reciproca sicurezza. giunto il momento per tutti di
avere il coraggio della generosit e
della creativit al servizio del bene,
il coraggio della pace, che poggia
sul riconoscimento da parte di tutti
del diritto di due Stati ad esistere e
a godere di pace e sicurezza entro
confini internazionalmente riconosciuti.
Auspico vivamente che a tal fine
si evitino da parte di tutti iniziative
e atti che contraddicono alla dichiarata volont di giungere ad un vero
accordo e che non ci si stanchi di
perseguire la pace con determinazione e coerenza. La pace porter con
Allarrivo a Betlemme il Pontefice invita a gesti generosi e creativi per porre fine al conflitto
La violenza
non si vince con la violenza
buon Dio vi conceda tutto quello che desiderate.
Mi hanno detto che volete cantare. vero?
Quel pranzo
con famiglie segnate dalla sofferenza
Nel convento francescano Casa Nova, struttura di ospitalit per i pellegrini che si recano a Betlemme, il
Pontefice ha pranzato domenica
con alcune famiglie palestinesi, ciascuna delle quali sperimenta al suo
interno una situazione di dolore, di
privazione, di indigenza.
Tra quanti hanno potuto condividere le proprie sofferenze con Papa
Francesco, cerano George e Shadia
Sbeit, con i figli Nicole, quindicenne, e Cesar, tredicenne, rifugiati
perch originari di un villaggio cristiano evacuato, dove gli abitanti
non hanno pi potuto fare ritorno.
Accanto a loro, Elias Abu Mohor,
con la moglie Juliet e le piccole Isabel ed Elizabeth, di appena tre anni, che rischiano di perdere i loro
terreni se verr continuata la costruzione del muro di separazione.
I coniugi Joseph e Riam Hazmoun, che hanno due figli adolescenti, vivono invece lesperienza
comune a tante famiglie di non po-
LOSSERVATORE ROMANO
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propri popoli abbiamo il dovere di farci strumenti e costruttori di pace, prima di tutto nella
preghiera.
Costruire la pace difficile, ma vivere senza pace un tormento. Tutti gli uomini e le donne di
questa Terra e del mondo intero ci chiedono di
portare davanti a Dio la loro ardente aspirazione
alla pace.
Cari fratelli e sorelle,
mentre ci avviamo a concludere questa celebrazione, rivolgiamo il nostro pensiero a Maria Santissima, che proprio qui a Betlemme ha dato alla
luce il suo figlio Ges. La Vergine colei che
pi di ogni altro ha contemplato Dio nel volto
umano di Ges. Aiutata da san Giuseppe, lo ha
avvolto in fasce e lo ha adagiato nella mangiatoia.
A Lei affidiamo questo territorio e tutti coloro
che vi abitano, perch possano vivere nella giustizia, nella pace e nella fraternit. Affidiamo anche
vore dei bambini palestinesi sordomuti: un segno concreto della bont di Dio. un segno concreto che
la societ migliora.
Dio oggi ripete anche a noi, uomini e donne del XXI secolo: Questo per voi il segno, cercate il bambino...
Il Bambino di Betlemme fragile,
come tutti i neonati. Non sa parlare,
eppure la Parola che si fatta carne, venuta a cambiare il cuore e la
vita degli uomini. Quel Bambino,
come ogni bambino, debole e ha
bisogno di essere aiutato e protetto.
Anche oggi i bambini hanno bisogno di essere accolti e difesi, fin dal
grembo materno.
Purtroppo, in questo mondo che
ha sviluppato le tecnologie pi sofisticate, ci sono ancora tanti bambini
LOSSERVATORE ROMANO
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I dieci comandamenti
fiaccola per il futuro
Allarrivo in Israele il Pontefice ripropone linvito a pregare per la pace e rilancia la soluzione dei due Stati
Reverendo Padre
ELISABETTA
TROFA
e assicura fraterna vicinanza nella preghiera.
I funerali si celebrano alle 10 del 27
maggio nella parrocchia di San Gregorio
Barbarigo al Laurentino.
Citt del Vaticano, 26 maggio 2014
Signora
LINA DIOMEDI
madre della Signora Paola Marcucci, Ausiliare della Segreteria di Stato.
I Superiori, i Colleghi e il Personale
tutto della Segreteria di Stato partecipano
al dolore della Signora Paola e della sua
Famiglia assicurando la vicinanza nellamicizia e nella preghiera per la cara defunta,
che affidano allamore misericordioso del
Signore risorto.
ELISABETTA
TROFA
partecipando nel ricordo e nella preghiera
al dolore di tutta la famiglia.
Citt del Vaticano, 26 maggio 2014
Ai Vescovi e ai fedeli cristiani rivolgo il mio saluto fraterno e cordiale. Li incoraggio a proseguire con fiducia e speranza la loro serena testimonianza a favore della riconciliazione e del perdono, seguendo linsegnamento e lesempio del Signore
Ges, che ha dato la vita per la pace
tra luomo e Dio, tra fratello e fratello. Siate fermento di riconciliazione, portatori di speranza, testimoni
di carit. Sappiate che siete sempre
nelle mie preghiere.
Desidero rivolgere un invito a Lei,
Signor Presidente, e al Signor Presidente Mahmoud Abbas, ad elevare
insieme con me unintensa preghiera, invocando da Dio il dono della
pace. Offro la mia casa in Vaticano
per ospitare questo incontro di preghiera. Tutti desideriamo la pace;
tante persone la costruiscono ogni
giorno con piccoli gesti; molti soffrono e sopportano pazientemente la
fatica di tanti tentativi per costruirla;
e tutti, specialmente coloro che sono
posti al servizio dei propri popoli,
abbiamo il dovere di farci strumenti
e costruttori di pace, prima di tutto
nella preghiera. Costruire la pace
difficile, ma vivere senza pace un
tormento. Tutti gli uomini e le donne di questa terra e del mondo intero, ci chiedono di portare davanti a
Dio lardente aspirazione alla pace.
Signor Presidente, Signor Primo
Ministro, Signore e Signori, vi ringrazio nuovamente per la vostra accoglienza. Che la pace e la prosperit scendano in abbondanza su Israele. Dio benedica il suo popolo con
la pace! Shalom!
Mano tesa
alla convivenza
un impegno a continuare a credere nella pace e a tendere la mano
per una convivenza pacifica quello
espresso dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu al Papa,
nella cerimonia di benvenuto a Tel
Aviv, domenica pomeriggio 25
maggio.
Lei ha detto al Pontefice
porta con s la riconciliazione e la
pace dei cristiani nel mondo e
anche di quelli che non sono cri-
LOSSERVATORE ROMANO
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La pace venga
da Gerusalemme
Vi ringrazio tanto per il vostro benvenuto. Ringrazio per questa calda
accoglienza, questa fraterna accoglienza. buono essere fra i fratelli! E
se i fratelli sono i fratelli maggiori meglio ancora. Cos Papa Francesco ha risposto, a braccio, alle parole di benvenuto che gli sono state
rivolte durante lincontro privato, svoltosi luned mattina, con i due
gran rabbini di Israele, nella sede del rabbinato.
Benvenuto a Gerusalemme stato il saluto che i rabbini hanno rivolto al Pontefice: una citt che, hanno spiegato, ha due significati:
C la Gerusalemme terrena, dove vivono cristiani, ebrei e musulmani e poi c la Gerusalemme celeste, il posto dove vivono tutti quanti, tutte le religioni del mondo. E la speranza che proprio da Gerusalemme possa uscire una voce di pace per tutto il mondo.
Successivamente stato il direttore generale del Rabbinato a salutare il Papa, dicendogli Ti accogliamo con benedizione in questa Terra
Santa, in questa citt di Gerusalemme e ringraziandolo anche per la
sua determinazione e le sue parole contro lantisemitismo e per i
buoni rapporti reciproci. Poi il rabbino capo sefardita Yitzhak Yosef
ha ricordato che non si pu arrivare al prossimo se non si rispetta
Dio: le due cose sono legate. E ha ribadito limpegno del popolo
ebraico per una pace permanente e non per una pace passeggera. Infine il rabbino capo ashkenazi David Lau ha rimarcato il valore della
vita e limportanza di educare la gente ad amare il prossimo per
far capire che non c odio, non c terrore in nome della religione.
E ha concluso invitando tutti a costruire insieme la pace.
Mai pi
Lasciata la spianata delle Moschee,
Papa Francesco nella mattina di
luned 26 maggio ha visitato il Muro
occidentale di Gerusalemme, il monte
Herzl e il memoriale di Yad Vashem.
Allinterno del mausoleo costruito in
memoria delle vittime della Shoah,
nella sala della Rimembranza, il
Pontefice ha pronunciato il seguente
discorso.
Adamo, dove sei? (cfr. Gen 3, 9).
Dove sei, uomo? Dove sei finito?
In questo luogo, memoriale della
Shoah, sentiamo risuonare questa
domanda di Dio: Adamo, dove
sei?.
In questa domanda c tutto il
dolore del Padre che ha perso il figlio.
Il Padre conosceva il rischio della
libert; sapeva che il figlio avrebbe
potuto perdersi... ma forse nemmeno il Padre poteva immaginare una
tale caduta, un tale abisso!
Quel grido: Dove sei?, qui, di
fronte alla tragedia incommensurabile dellOlocausto, risuona come
una voce che si perde in un abisso
senza fondo...
Uomo, chi sei? Non ti riconosco
pi.
Chi sei, uomo? Chi sei diventato?
Di quale orrore sei stato capace?
Che cosa ti ha fatto cadere cos
in basso?
Non la polvere del suolo, da
cui sei tratto. La polvere del suolo
cosa buona, opera delle mie mani.
Non lalito di vita che ho soffiato nelle tue narici. Quel soffio
viene da me, cosa molto buona
(cfr. Gen 2, 7).
No, questo abisso non pu essere
solo opera tua, delle tue mani, del
LOSSERVATORE ROMANO
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In preghiera
davanti
al Muro occidentale
Ho scritto il Padre Nostro di mio pugno nella lingua in cui lho imparato da mia madre: sono le parole con cui Papa Francesco, ripetendo un gesto gi
compiuto dai suoi predecessori in Terra santa, ha deposto la propria preghiera allinterno di una fessura
del Muro occidentale di Gerusalemme. Nella mattina
di luned 26 maggio il Pontefice vi ha sostato in silenziosa preghiera. Firmando poi il libro doro, in
spagnolo ha scritto le parole del primo versetto del
Salmo 121/122: Quale gioia quando mi dissero: Andremo alla casa del Signore!. Gi sono fermi i nostri
piedi alle tue porte, Gerusalemme! aggiungendo:
Con questi sentimenti di gioia verso i miei fratelli
maggiori, sono venuto ora e ho chiesto al Signore la
grazia della pace.
Il saluto
del presidente dIsraele
Vi accolgo con una benedizione
di pace: shalom. Cos Shimon Peres, presidente di Israele, ha dato il
benvenuto a Papa Francesco e alla
delegazione della Santa Sede, luned mattina nel palazzo presidenziale a Gerusalemme.
Molte persone, ha messo in evidenza il presidente nel suo discorso, si sono raccolte per ascoltare
le sue parole, in questa citt che
la capitale della pace, da lei che ha
tanto lottato contro ogni antisemitismo e contro ogni violenza. Vogliamo, ha aggiunto, che questa visita porti una benedizione nella
nostra vita.
Il presidente ha poi fermamente
denunciato il terrorismo e i terroristi, per i quali non c Dio. Loro
ammazzano senza alcun ragionamento. Noi, ha sottolineato,
dobbiamo unirci insieme per evitare tutto questo e portare la pace.
Abbiamo la responsabilit di poter
salvare questo! Mi indirizzo a tutti
i capi religiosi: il mondo non pu
vivere nel terrore!.