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LE GRANDI CATASTROFI E LA CADUTA DELLE

GRANDI CIVILTA'
In ogni secolo gli esseri umani hanno pensato di aver capito definitivamente
l'Universo e, in ogni secolo, si capito che avevano sbagliato. Da ci segue
che l'unica cosa certa che possiamo dire oggi sulle nostre attuali conoscenze
che sono sbagliate. [Isaac Asimov - Grande come l'universo, Saggi sulla
scienza]

La teoria dell'Uniformit e del Darwinismo,non pu pi essere considerata un dato


di fatto attendibile alla luce della conferma di ritrovamenti fossili di esseri umani
estremamente antichi,oltre la datazione ufficiale dello sviluppo delle prime
civilt,5000 anni fa,e di conseguenza anche in seguito alla prova dell'esistenza di
numerose grandi catastrofi che ne hanno in parte causato il declino,se non la
distruzione totale,e in seguito fatte cadere per sempre nell'oblio diverse generazioni
dopo,a
distanza
di
secoli
da
quanto
accadde.
Talvolta tale oblio pu dare luce a un interpretazione storica di alcuni manoscritti da
causarne l'errata collocazione in alcuni posti,anzich in altri in cui invece si
sarebbero
svolti
i
reali
fatti
sin
dall'inizio.
Un esempio di tutto ci lo possiamo trovare con i manoscritti risalenti al 720 prima
dell'Era Volgare,del poeta Omero che alla luce di studi fatti da Felice Vinci non
sarebbero da collocare nell'area Greca e nei mari come il Mediterraneo e l'Egeo,ma
bensi
molto
pi
a
nord,nel
Mar
Baltico.
Tali manoscritti,probabilmente trattanti fatti realmente accaduti,sono l'Illiade e
l'Odissea,e sembrano descrivere alla perfezione i luoghi presenti nel Mar Baltico
mentre ci sarebbe scarsa corrispondenza con quelli presenti nell'area del
Mediterraneo.
Identificazioni
di
luoghi
omerici
dell'Iliade
ra le identificazioni proposte, Itaca corrisponderebbe all'isoletta di Ly
nell'arcipelago danese della Sud Fionia, che corrisponderebbe per forma e
posizione alla descrizione omerica, la pi occidentale dell'arcipelago (notazione che

non si adatta all'Itaca greca). Vinci si spinge ad identificare un antico dolmen


presente sull'isola danese e noto come "pietra della campana", con la "pietra del
corvo" descritta nell'Odissea presso la casa del porcaro Eumeo. L'arcipelago
danese composto da quattro isole maggiori come nella descrizione omerica
(Dulichio, Same e Giacinto, la prima mai identificata in ambito mediterraneo,
sebbene dovesse essere la pi grande in base al numero di pretendenti alla mano
di Penelope, secondo Vinci corrisponde all'isola di Langeland (Same sarebbe l'isola
di r e Zacinto quella di Tsinge, come Vinci ritiene provato anche
dall'assonanza
del
nome).
La citt di Tebe in Beozia corrisponderebbe alla citt svedese di Taby, situata poco
a nord di Stoccolma. Il fatto che a sud di Stoccolma si trovi una citt di Tireso
sarebbe secondo Vinci legato alla provenienza da Tebe dell'indovino Tiresia.
La citt di Troia corrisponderebbe a Toija nella Finlandia meridionale, situata vicino
alla citt di Turku, di cui Vinci nota l'assonanza nel nome con la Turchia dove si
trova la Troia meridionale. La geografia del luogo corrisponderebbe a quella
descritta nell'Iliade: la citt sarebbe sorta su una collina ai cui piedi scorrono due
fiumi (gli omerici Scamandro e Simoenta) che confluivano nella pianura sottostante,
oggi allagata. A pochi chilometri dal mare. L'ipotesi secondo Vinci sarebbe
confermata dal ritrovamento nella zona di resti dell'et del bronzo. L'Ellesponto,
chiamato da Omero "largo", sarebbe individuabile non nel lungo e angusto stretto
dei Dardanelli, ma con il golfo di Finlandia, che rispetto alla Troia nordica si trova in
una posizione corrispondente alla descrizione omerica, cosa che non accadrebbe
con la Troia meridionale.) Vinci cita inoltre le cronache danesi dello storico
medioevale Saxo Grammaticus, che ricordano gli Ellespontini, un popolo nemico
dei Danesi, e il nome della Finlandia in epoca romana come Aeningia (per Vinci
corrispondente
a
terra
di
Aeni,
ossia
di
Enea).
In base ai luoghi gi ritenuti identificati e al "catalogo delle navi" nel secondo libro
dell'Iliade sono quindi identificate le citt achee nel Baltico: Micene sarebbe sorta
sul luogo dell'attuale Copenaghen e Ftia, patria di Achille, in Estonia. Il
Peloponneso corrisponderebbe all'isola di Sjlland, del tutto pianeggiante, il ch
spiegherebbe la scelta di Telemaco di recarsi da Pilo a Sparta per via di terra
anzich per mare. Inoltre Omero descrive il Peloponneso come un'isola
pianeggiante e ci non si ritrova nel Peloponneso della Grecia, una penisola
montuosa.
Identificazione

dei

luoghi

omerici

dell'Odissea

Secondo Vinci, i viaggi di Ulisse si sarebbero svolti lungo le coste della Norvegia.
La base costituita da un passo di Plutarco, che colloca l'isola di Ogigia, dove
Ulisse sarebbe stato tenuto prigioniero dalla ninfa Calipso, "a cinque giorni di
navigazione dalla Britannia verso occidente": di conseguenza secondo Vinci
sarebbe
identificabile
con
una
delle
isole
Frer.
Da qui il poema riferisce che dopo un viaggio di diciassette giorni Ulisse sarebbe
giunto nella terra dei Feaci, la Skeria, descritta con un'alta costa rocciosa e ricca di
boschi: secondo Vinci tale regione, che non potrebbe essere identificata nella
localizzazione meridionale, sarebbe identificabile con la zona di Bergen sulle coste
norvegesi, alla foce del fiume Figgjo, zona ricca di testimonianze dell'et del

bronzo. Questa collocazione spiegherebbe come mai Ulisse avesse notato


all'approdo il mare rifluire nel fiume, fenomeno dovuto alle maree che non si
verificherebbe
nel
Mediterraneo.
Anche altri luoghi visitati da Ulisse sarebbero identificabili sulle coste norvegesi:
l'isola della maga Circe e i luoghi da lei descritti (l'isola delle sirene e le rupi erranti
di Scilla e Cariddi) andrebbero collocati nell'arcipelago delle isole Lofoten: nei
pressi, a causa di un riflusso delle maree, si crea il fenomeno del maelstrm, che
corrisponderebbe al gorgo di Cariddi che inghiott la nave di Ulisse e che come il
gorgo norvegese descritto formarsi tre volte al giorno. L'isola di Eolo, il re dei
venti, si troverebbe nelle isole Shetland, dove soffiano spesso venti che superano i
200
km/h.
Clima

dei

luoghi

omerici

Secondo Vinci il clima descritto nei poemi omerici freddo e tempestoso:


comparirebbe di frequente la nebbia e vi sarebbero forti venti e violente burrasche.
I personaggi sono spesso descritti come rivestiti da pesanti mantelli e non sono mai
descritti sudare per il caldo. Sebbene nel periodo al quale comunemente attribuita
la guerra di Troia (XIII secolo a.C.) la temperatura media fosse pi bassa
dell'attuale, le condizioni climatiche descritte da Omero non si adatterebbero
all'Egeo, soprattutto tenendo conto che le vicende narrate sembrerebbero svolgersi
prevalentemente in estate. La descrizione omerica si adatterebbe invece alle
regioni baltiche nel XVIII secolo a.C., epoca nella quale Vinci colloca la guerra di
Troia, quando le temperature nel nord Europa erano sensibilmente pi alte delle
attuali: proprio il successivo abbassamento della temperatura avrebbe in seguito
costretto
gli
Achei
ad
emigrare
verso
sud.
Alcuni passi dei poemi omerici sono stati interpretati da Vinci come una descrizione
di fenomeni tipici delle regioni nordiche. Nella grande battaglia che occupa i libri
centrali dell'Iliade compare in due momenti diversi il riferimento all'ora di
mezzogiorno: secondo Vinci non si tratterebbe di un errore e la battaglia sarebbe
durata due giorni consecutivi a causa della presenza del sole di mezzanotte, che
permise di non interrompere i combattimenti. Altri riferimenti al fenomeno sono
considerati l'eccezionale durata del giorno nella terra dei Lestrigoni e l'impossibilit
di orientarsi di Ulisse nell'isola di Circe, in quanto non pu sapere dove sorge e
dove
tramonta
il
sole.

Sembra inoltre che il ritrovamento di una citt sepolta da una tempesta di sabbia
nel Sud della Norvegia vada ulteriormente a confermare le tesi di Vinci a riguardo
della collocazione di Omero nel Baltico "secondo cui Omero avrebbe ripreso le
leggende di origine nord-europee ambientandole in Grecia, ma riferendo particolari
che non si adattano alla geografia del Mar Egeo. Infatti, il popolo dei Feaci, i realt,
sarebbe vissuto nel sud della Norvegia e, secondo l'Odissea, il dio Poseidone
minacci "di coprire la loro citt con una montagna", per punirla dell'aiuto fornito a
Ulisse, mentre cercava di tornare ad Itaca. Perci i Feaci avrebbero compiuto "un
sacrificio di dodici tori" a Poseidone, per evitare tale minaccia. Un rito di cui hanno
conservato il ricordo, tanto che nell'opera di Omero viene ripetuto quattro volte (Od.
13.152,
158,
177
e
183)
nel
giro
di
pochi
versi."
Altre revisioni della storia e riconsiderazioni sulla teoria dell'Uniformit dovrebbero
essere fatte quando diversi ritrovamenti archeologici continuano a mostrare sempre
pi le tesi dell'archeologia accademica,non solo per quanto riguarda dell'inizio della
civilt umana,ma per il suo sviluppoo a livello tecnologico e quando appaiono alcuni
misteri
a
dir
poco
sconcertanti.

"A Laos, nel Sudest Asiatico, si trova ad unaltezza di 1.200 metri un suggestivo
luogo chiamato Piana delle Giare in cui si trovano pi di 2000 vasi di incredibili
dimensioni
scolpiti
nella
roccia.

Molti di questi eccezionali vasi arrivano a misurare sino a 3 metri di altezza, con un
diametro di oltre 2,5 metri: le loro dimensioni sono tali da impedire a un uomo
comune di arrivare allimboccatura, mentre il loro peso, che raggiunge in alcuni casi
le 14 tonnellate, rende impossibile rovesciarle per svuotarle o pulirle. Vicino alle
giare possibile osservare molti dei coperchi che un tempo servivano a chiuderle e
solo alcune di esse ne hanno ancora uno posizionato alla sommit.
Gli archeologi non hanno saputo capire chi le costru, quando lo fece, e soprattutto
a quale uso fossero destinate. Un altro enigma irrisolto come sia stato possibile
trasportarle in quel luogo, in cui non si trova traccia del tipo di roccia di cui sono
costituite. Una delle teorie pi accreditate che servissero da sarcofagi, poich al
loro interno sono state trovare delle ossa umane; tuttavia, se cos fosse, non si

troverebbero
le
risposte
ai
suddetti
misteri.
Anche in questo caso, come in tanti altri casi analoghi, una possibile risposta viene
da una leggenda del luogo: gli indigeni narrano infatti che i vasi appartenevano ad
unantica razza di Giganti, i quali li impiegarono per conservare cibi e bevande.
Sebbene storie come questa possano sembrare fantasie, poich sono diffuse in
tutto il mondo dovranno pur avere un fondo di verit. In realt, la possibilit che la
Terra sia stata abitata nel passato da un'antica razza di Giganti spiegherebbe il
fenomeno del megalitismo e darebbe risposta a molti degli enigmi verso i quali la
Scienza
non
ha
potuto
trovare
soluzione.
"
Un'altra anomalia storica viene da Mohenjo-Daro, il quale sembra che una civilt
quanto sconosciuta, forse volutamente ignorata, quanto fortemente sviluppata,sia
stata letteralmente annientata da un improvviso calore fortissimo.
"Un regno assai sviluppato anche territorialmente, con migliaia di villaggi collegati
da strade pavimentate, citt costruite su pianta quadrata e vie che si intersecano ad
angolo retto; immaginate cinque milioni di persone dotate di case di due o tre piani
con una distribuzione di acqua potabile efficiente, con condutture idriche formate da
tubi di argilla e una rete fognaria in ogni appartamento, con tanto di gabinetti in
muratura e sciacquoni; immaginate che questa civilt, composta da svariate
migliaia di cittadelle e due piccole metropoli di 40mila abitanti (le pi grandi del
tempo sul pianeta)",annientato da quella che potrebbe essere riconducibile solo ad
un'esplosione
nucleare.
Una civilt che risalente al 2500 prima dell'Era Volgare fu colpita all'improvviso i i
scheletri,come quelli simili a Pompei,sono stati trovati colti di sorpresa da quanto
avvenne in quel periodo e,a distanza di 5000 anni,mostrano ancora tracce di
radioattivit.

Un esempio simile lo possiamo riscontrare nel pezzo tratto da un altro articolo:


"Uno strato di ceneri pesanti radioattive in Rajasthan, India, copre
un'area di otto km quadrati, circa 15 km ad ovest di Jodhpur. Gli
scienziati stanno studiando il sito, dove una lottizzazione era in
costruzione.
Da qualche tempo stato stabilito che vi un tasso molto elevato di
difetti alla nascita e di malati di cancro in una zona in costruzione. I
livelli di radiazioni registrati sono cos alti che il governo indiano
ha ritenuto opportuno isolare la regione. Gli scienziati hanno portato
alla luce una citt antica, dove si presentano le tracce di
un'esplosione atomica che risale a migliaia di anni fa, da 8.000 a
12.000 anni, che distrusse la maggior parte degli edifici e
probabilmente uccise mezzo milione di persone. Una stima dei ricercatori
valuta che la bomba nucleare utilizzata fosse circa delle dimensioni di
quelle
esplose
sul
Giappone
nel
1945.

Il Mahabharata descrive chiaramente una esplosione catastrofica che


scosse il continente. "Un proiettile unico carico di tutta la potenza
dell'Universo... Una colonna incandescente di fumo e fiamme brillanti
come 10.000 soli, esplose in tutto il suo splendore... era un'arma
sconosciuta, un fulmine di ferro, un gigantesco messaggero di morte che
ridusse
in
cenere
una
razza
intera."
L'archeologo Francesco Taylor dice che le incisioni in alcuni templi
vicini, che riuscito a tradurre, suggeriscono preghiere per essere
risparmiati dalla grande luce che stava per causare la rovina della
citt. "E' abbastanza incredibile immaginare che alcune civilt
possedessero
la
tecnologia
nucleare
prima di noi. La cenere radioattiva aggiunge credibilit agli antichi
racconti
indiani
che
descrivono
la
guerra
atomica."
L'attivit di costruzione stata fermata, mentre il gruppo di cinque
membri conduce l'inchiesta. Il caposquadra del progetto Hundley Lee,
che ha avviato l'inchiesta, dopo che un alto livello di radiazioni
stato
scoperto."
E gi dopo Mohenjo-Daro siamo a 2 siti archeologici trovati in India che
presentano elevati tassi di radioattivit,prova che un tempo il luogo
era abitato o dominato da una civilt estremamente avanzata.
Chi pu sapere quali grandi guerre possono aver realmente coinvolto la nostra
civilt in passato,o anche grandi catastrofi che hanno spazzato il nostro pianeta da
3000
a
12.000
anni
fa?
Una testimonianza della prima ci potrebbe venire dalle tesi di Velikovsky Immanuel
che,dopo anni di grandi ricerche e accurati studi scientifici,pubblic Mondi in
Collisione.
Tale libro,pubblicato 50 anni fa ma ancor oggi uno dei pi controversi e accurati
saggi scientifici sulla storia umana,ipotizzava che quello che oggi conosciamo
come Venere fosse nato dal corpo gassoso di Giove e proveniente da esso
avrebbe coinvolto sia Marte che la Terra in una serie di violenti cataclismi che
coinvolsero
il
nostro
pianeta.
La tesi che i pianeti possano nascere da giganti gassosi o direttamente dalle loro
stelle viene oggi sostenuta dagli studiosi fisici del plasma che promuivono la
controversa seppur molto affascinante teoria dell'Universo Elettrico.
Tale teoria ipotizza che i pianeti non nascano per l'attrazione della forza di gravit
tra rocce nel corso di milioni di anni,ma bens "tramite l'emissione elettrica di parte
dei nuclei con carica positiva di stelle nane e giganti gassosi; ci spiega la
dicotomia fra i densi pianeti e lune rocciosi, e i pianeti giganti gassosi."
Nel modello dell'Universo Elettrico, la stessa gravita semplicemente una forza
elettrostatica
dipolare.
Quindi le orbite dei pianeti vengono stabilizzate rispetto al caos gravitazionale dallo
scambio di carica elettrica attraverso le loro code di plasma (a giudicare dalla sua
magnetocoda "'cometaria", Venere lo sta ancora facendo intensamente ed il
pianeta con l'orbita pi circolare di tutti) e la conseguente modificazione della
gravita
di
ciascun
corpo.
I pianeti assumono presto orbite che assicurino la minore interazione elettrica; gli
impatti fra corpi estesi vengono evitati, e la cattura resa pi probabile, dallo

scambio
reciproco
di
carica
elettrica.
La cattura della nostra Luna diviene l'unica opzione; essa non pu essere stata
creata
dalla
Terra.

Le prove delle passate instabilit planetarie sono scritte a grandi lettere sulle
superfici di tutti i corpi solidi del sistema solare e hanno la forma di crateri da arco
elettrico.
Se la tesi che Venere possa essere nato dal corpo di Giove errata,si pu sempre
considerare quella del satellite,secondo cui potrebbe essersi scontrato con uno o
pi satelliti ed esser in seguito stato deviato dalla sua orbita andando a incrociare
Marte
e
poi
la
Terra
se consideriamo che Giove possiede una moltitudine di satelliti anche giganteschi e
ricoperti
di
ghiaccio
spesso
diversi
chilometri.
Venere potrebbe invece essere stato un satellite di Giove che in seguito alla
collisione con qualche altro satellite di Giove sarebbe sfuggito dalla sua orbita e
causato quella serie di eventi che sono stati appena descritti e le piaghe d'Egitto
sulla
Terra.

La traccia di questa gigantesca collisione potrebbe essere appunto,un gigantesco


bacino pieno di lava della grandezza degli Stati Uniti avente ad un estremit i
cosidetti
Maxwell
Montes.
Poich la superficie estremamente calda e il caldo proveniente dalla crosta
sottostante l'ha assottigliata al punto da renderla estremamente fragile,ci potrebbe
aver
impedito
a
tale
bacino
di
solidificarsi
completamente.
In numerosi testi antichi vi la descrizione di un antico serpente infuocato o quella
che
sembra
essere
stata
una
cometa.
Ci pu essere tranquillamente per il fatto che se su Venere era presente uno
spesso strato di ghiaccio d'acqua come su Europa spesso diversi chilometri,man
mano che si avvicinava al Sole proprio come avviene con una cometa ,il calore del
Sole
fece
sublimare
i
suoi
strati
di
ghiaccio
pi
esterni.
Le correnti di polvere e gas prodotte formarono una grande, ma rarefatta atmosfera
attorno al corpo celeste e mentre la forza esercitata sulla chioma dalla pressione
della radiazione del Sole,e soprattutto dal vento solare,aumentava, ci condusse
alla formazione di un enorme coda che puntava in direzione opposta al Sole.
Man mano che si avvicinava al Sole prendendo posto nella sua nuova
orbita,l'acqua sulla sua superficie continu a surriscaldarsi fino vaporizzarsi
completamente e sommandosi alle intense attivit vulcaniche che cominciavano a
svilupparsi sulla sua superficie e altri processi chimici and a formare l'attuale
atmosfera.
A sostegno di tutto ci "su Venere stata riscontrata unabbondanza di Deuterio,
derivato dellidrogeno, conseguenza di unantica presenza di acqua."
Un ulteriore fatto curioso che pu essere a sostegno di detta ipotesi,un tempo
considerata assurda dalla stupidit di molta accademie scientifiche, il fatto che
Venere rispetto agli altri pianeti del Sistema Solare ruota in senso retrogrado,fatto
che non pu essere minimamente spiegato con la collisione con un asteroide.

"La teoria di "Mondi in Collisione" si basa sulle catastrofi prodotte da una grande
cometa che pass due volte accanto alla Terra, la prima intorno al 1500 avanti
Cristo, al tempo dellEsodo, la seconda 52 anni pi tardi, al tempo di Giosu; e sulla
ripetizione delle prime catastrofi, ma in scala minore, dovuta a vari avvicinamenti al
pianeta
Marte,
da
700
a
800
anni
pi
tardi.
Questi cataclismi astrali provocarono strani avvenimenti sulla Terra e nel cielo.
La spiegazione del miracolo di Giosu sta nel fatto che, se un giorno una grande
cometa dovesse avvicinarsi abbastanza alla Terra, avverrebbero proprio
spettacolosi fatti del genere. Lavvenimento rallenterebbe la Terra nella sua
rotazione quotidiana e chi crede sia il Sole a girare attorno alla Terra vedrebbe, tra
altri mistici spettacoli, il Sole stesso e la Luna come se fossero improvvisamente
arrestati
nel
cielo.
Ci,
afferma
Velikovsky,

proprio
quanto
accadde.
Il misterioso fuorilegge del firmamento, la cometa che fece dividere le acque,
innalzare una colonna di nubi durante il giorno e di fuoco durante la notte fu
veramente un vagabondo del cielo, generato e proiettato lontano per eruzione
spontanea
dalla
massa
ribollente
del
pianeta
Giove.
La nuova cometa ci turbin intorno nello spazio finch, dopo secoli, venne presa e
imprigionata come membro permanente del nostro sistema solare, assestandosi
felicemente in unorbita circolare e mutandosi in un appariscente, ma tranquillo
pianeta, che circola a tempo determinato attorno al nostro Sole: lastro bellissimo
che
gli
uomini
chiamano
Venere.
Il libro di Velikovsky tratta, in realt, della strana nascita di questa stella del mattino.
Tutte le altre parti delle sua tesi dipendono da quel prolungato e spettacoloso
cataclisma.
Nel presentare la sua teoria, il dottor Velikovsky comincia con umilt, confessando
lignoranza della scienza, dell"homo ignorans". Ci che luomo non conosce
riempirebbe un libro pi grosso di tutti i libri scritti. Deve ancora apprendere le cose
pi semplici e pi essenziali: cosa sia la vita, o come essa nacque.
Luomo non pu dire se la vita, in una forma qualsiasi, esista altrove nel celeste
alveare di stelle, n cosa sia la misteriosa forza chiamata gravitazione.
Lorigine del sistema solare tuttora oltre la comprensione degli scienziati.
Il primo passo che luomo di scienza deve compiere studiare un pianeta, quello
su cui camminiamo; "poi, attraverso il metodo deduttivo, applicare i risultati ottenuti
agli altri membri del sistema solare", questo quanto il dottor Velikovsky sta
tentando di fare, valendosi nei suoi ragionamenti delle nuove conoscenze
dellelettromagnetismo e della fisica nucleare. Egli sostiene che quanto accade nei
cieli simile a ci che avviene in un atomo, dove gli elettroni girano attorno al
nucleo
come
pianeti
intorno
al
Sole.
Ma di tanto in tanto gli elettroni si scambiano di posizione.
Alcuni obiettano: "Non capita di leggere nel giornale che tutto ad un tratto Saturno e
Marte
si
siano
scambiati
di
posto".
vero: non lo leggiamo sul giornale, perch non un avvenimento di tutti i giorni,
ma lo leggiamo nelle cronache antiche citate in questo nuovo libro.
In un atomo, un pianeta gira attorno al suo Sole milioni di volte al secondo, pu
continuare a compiere miliardi di rivoluzioni, od anni atomici, senza mutare di
orbita. Ma poi latomo assorbe un po di energia e lelettrone si sposta in unorbita

pi esterna, dove il suo anno pi lungo; oppure latomo cede un po di energia, e


lelettrone cade in unorbita pi vicina al nucleo, dove il suo anno diventa pi corto.
Nella scala pi vasta del sistema solare, possono passare secoli ed anche millenni
tra
un
avvenimento
corrispondente
e
la
sua
ripetizione.
Una volta compresa lidea dellAutore - che cio i violenti, catastrofici mutamenti
che avvengono su minuscola scala nellinterno dellatomo si sono verificati su scala
immensa, seppure ugualmente subitanea, nelluniverso dei soli, dei pianeti e delle
comete
- si comincia a fare luce su alcuni antichi misteri.
Beninteso, ogni astronomo sa che il contatto con un altro corpo di massa sufficiente
potrebbe
sovvertire
la
rotazione
ed
il
ritmo
della
Terra.
In questo stesso momento le comete vagano a milioni nello spazio e costituiscono
per noi un periodo remoto ma reale. Sappiamo che la nostra Terra pu venire in
collisione e ci viene, con masse di meteoriti; spesso queste pietre incandescenti
cadono sulla Terra. Pure, anche questa conoscenza di data molto recente.
Ai tempi gi tardi dei nostri bisnonni nessuno credeva, nel mondo dei dotti, che una
pietra potesse cadere dal cielo. Questo scetticismo fu condiviso, fra molti altri, da
Copernico, da Galileo, da Keplero e da Newton, sino al 1803, quando una pioggia
di meteoriti cadute a lAigle in Francia, venne studiata dallAccademia Francese
delle
Scienze.
Allora, per la prima volta, uomini istruiti riconobbero la possibilit della nostra
collisione
con
qualche
cosa
vagante
nel
cielo.
Nei racconti della Bibbia lAutore trova straordinari conferme della presenza di una
cometa durante quei giorni di sbigottimento. Se, per esempio, la testa di una
cometa si avvicinasse alla Terra, una pioggia, anzi un torrente di meteoriti ci
cadrebbe
certamente
addosso.
Nel libro di Giosu, appena due versetti prima che il Sole si fermi nel cielo,
leggiamo che "il Signore gett sopra loro dal cielo pietre grosse". Colui che scrisse
il Libro di Giosu, sebbene non sapesse nulla della relazione fra le pietre che
cadono dal cielo e larresto delle Terra, ci d una descrizione vivida e
scientificamente
accurata.
Il periodo della prima visita della cometa fu quello in cui il Faraone teneva gli Ebrei
schiavi in Egitto e il Signore, per costringere il vecchio Re a cambiare idea, mand
le piaghe delle rane e delle cavallette, la pioggia di sangue e di fuoco, le tenebre
che
non
si
dissipavano.
Bryan avrebbe creduto a tutti questi racconti, mentre Darrow li avrebbe scherniti,
ma nessuno dei due avrebbe potuto trovare nulla, n in un senso ne nellaltro.
Velikovsky si assume il compito di provare che tali fatti avvennero, proprio nel
modo in cui sono riferiti e che la storia biblica degli Israeliti segue lordine
astronomico
degli
eventi.
Per esempio, durante le piaghe il mondo si tinse di rosso. Uno dei primi segni
dellincontro con la cometa fu una pioggia di particelle di pigmento rugginoso,
quando la cometa sfior la Terra con la sua coda gassosa.
Sembr che i laghi, i fiumi e i mari si mutassero in sangue; la terra stessa sembr
tutta
rugginosa.
Vi sono racconti di testimoni oculari di tale arrossamento, non soltanto nella Bibbia,
ma nel "Manoscritto Quich" dei Maya, e in un papiro egizio di "Ipuwer", che fu lui
stesso testimone del fenomeno. "Il fiume sangue" egli lamentava; e ci

corrisponde
allEsodo:
"Lacqua
del
fiume
divenne
sangue".
La contaminazione delle acque dolci uccise i pesci "e il fiume imputrid", detto
nellEsodo. "Non potevano bere delle sue acque - il cronista egiziano conferma, ed
esclama - gli uomini hanno ribrezzo ad assaggiarle; gli esseri umani sono assetati
dacqua.
Cosa
dobbiamo
fare?
Tutto

rovina!"
E non soltanto nel Medio Oriente. La polvere tinta di rosso, che irritava la pelle degli
uomini e degli animali e causava foruncoli provocando malattie e morte,
segnalata
anche
in
molti
altri
paesi.
Venne poi lultima piaga dEgitto, il regno delle tenebre che si prolung per tre
giorni,
culminando
in
violenti
sconvolgimenti.
Cosa naturale anche questa, dice Velikovsky, perch il corpo della cometa si
avvicinava
alla
Terra.
Questo avvicinamento, come sembrano indicare le cronache dellepoca, fu seguito
da una pioggia di massi e di pietre e da una stasi della Terra che sussult e manc
di compiere alcune rotazioni, prima di riassestarsi e riprendere a ruotare."
(...)"Segu
allora
un
fenomeno
da
ricordarsi
per
sempre.
Unimmane ne scintilla scocc nel momento del massimo accostarsi della cometa,
quando le acque della Terra vennero sollevate alla massima altezza, e prima che
ricadessero.
Molte genti ricordano quella scintilla come una saetta folgorante scagliata da un dio
sopra un mondo in preda al diluvio e allincendio. LEsodo riferisce: "E lAngelo di
Dio che precedeva le schiere dIsraele si spost e si mise dietro a loro; e la colonna
di nubi si part dinanzi a loro e si ferm dietro a loro... e quella nube era oscura da
una
parte,
e
dallaltra
illuminava
la
notte."
Un vento di eccezionale violenza e dei lampi squarciarono la nuvola.
Al mattino le acque si sollevarono come a formare un muro e si divisero... "Ed i figli
dIsraele entrarono in mezzo allasciutto mare formando lacqua come un muro a
destra e a sinistra di loro. E gli Egiziani li inseguirono... Gi sera alla veglia del
mattino e si rivolse il Signore, dalla colonna di nubi e di fuoco, verso le schiere degli
Egiziani... Le acque ritornarono, e sommersero i carri e i cavalieri di tutto lesercito
di Faraone che per inseguire gli Ebrei erano entrati nel mare; neppur uno se ne
salv."
In realt, tutta la Terra stava attraversando gli stessi eventi.
In Cina, lepoca di Yahou era la stessa di Mos in Palestina; nelle cronologie cinesi
troverete le seguenti notizie: "Il Sole non tramont per vari giorni; le foreste
sincendiarono; unondata altissima, 'levatasi al cielo', scrosci sulla Terra. Dopo
aver sostato nella sua rotazione, la Terra prese di nuovo a ruotare."
E
qui
ci
troviamo
di
fronte
ad
un
mistero
affascinante.
Il nostro pianeta ruota ora da occidente ad oriente: ma ha sempre fatto cosi?
Le
antiche
carte
geografiche
sembrano
suggerire
il
contrario.
Ci sono delle mappe dipinte sul soffitto di una tomba egiziana che mostrano i cieli
del Medio Oriente come erano prima e dopo tali cataclismi; c uninversione
completa
da
non
potersi
sbagliare.
Platone scrisse nel Politico del "cambiamento nel levarsi e nel calare del Sole e
degli altri corpi celesti, e come a quei tempi calassero nel quadrante del cielo dove
oggi
essi
sorgono."
E poco dopo aggiunge: "In certe epoche luniverso ha il moto circolare presente, ed

in altre epoche gira nella direzione inversa. Di tutti i mutamenti che avvengono nei
cieli, questa inversione la pi grande e la pi completa."
Velikovsky ricorre alle scienze naturali per trovare una spiegazione. Mette in
evidenza il fatto che questo nostro globo un immenso magnete. Allorch una
folgore percuote una calamita, essa ne inverte la polarit; ci che prima era il polo
nord
diventa
il
polo
sud,
e
viceversa."
Infatti se si osserva il campo magnetico terrestre risulta essere di gran lunga
maggiore di quello di Venere,quindi anche se fosse passato nelle vicinanze della
Terra ne avrebbe causato si un rallentamento della rotazione,a causa degli influssi
gravitazionali,ma
non
di
certo
un
inversione.
Probabilmente fu lo stesso Venere a subire un inversione,in quanto ora ruota
proprio in direzione opposta rispetto agli altri pianeti sul suo stesso asse,il che
indica che il sud si trovi dove invece noi abbiamo il nord,e viceversa.
Allo stesso modo in cui noi cambiamo i poli di una dinamo.
Vale la pena ricordare che Velikovsky fece diverse previsioni molto accurate,tra le
quali troviamo:Venere era quasi incandescente,Giove emetteva onde radio ecc.
Tutte una dopo l'altra si rivelarono esatte e sebbene gli studiosi accademici tra un
silenzio imbarazzato e l'altro trovarono la via pi facile,ovvero quella che si
trattavano solo di coincidenze,tali "coincidenze" per qualche strana ragione sono
state
molte
e
tutte
confermate.

Pi di una tavoletta sumera o babilonese raffigura la presenza di 2 astri


particolarmente
luminosi,uno

il
sole
l'altro?
A confermare ulteriormente la fragilit della tesi dell'Uniformit e l'antichit della
civilt
umana
possiamo
trovare
un
esempio
in
Giappone.

Sommersa a 25 metri di profondit,in Giappone,Yonaguni una gigantesca


costruzione scavata ed eleborata puntigliosamente nella roccia della
quale,assomigliante molto ai Ziggurat mesopotamici,si intravedono angoli
perfettamente retti,scalinate di chiara fattura umana,ed addirittura statue dai tratti
molto
simili
a
quelli
dell'isola
di
Pasqua.
Le sue dimensioni sono molto simili a quelle della piramide di Giza e la datazione la
farebbe
risalire
ad
almeno
10-12.000
anni
fa.
Ci nonostante,il Cicap,ignorando tali dettagli,la bolla come un opera della natura.
Peccato che la natura non crea opere cos "moderne" e ben dettagliate,il che quindi
tale spiegazione non solo errata,ma si limita a ignorare la realt dei fatti...

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