L'enjambement: la figura retorica che si ha quando la frase non termina col verso, ma si
protrae in quello successivo
Metrica: la struttura letteraria di un componimento poetico, ovvero il senso della poesia
che ne determina il ritmo e l'andamento generale.
Il verso: ciascuna delle righe che formano una poesia, alla fine della quale il poeta
va a capo.
Il verso tradizionale costituito:
Da un determinato numero di sillabe;
Dalla ripetizione degli accenti ritmici (ictus) a interventi regolari, che crea il
ritmo.
Ci che conferisce ritmo al verso la ripetizione degli accenti a intervalli regolari.
A seconda che il numero delle sillabe sia pari o dispari avremo versi parisillabi e
imparisillabi. I primi hanno ictus fisse, nei secondi invece gli ictus sono mobili.
In base all'accento dell'ultima parole del verso, i versi si distinguono in piani, se
finiscono con una parola piana, tronchi se finicono con una parola tronca e
sdruccioli se finiscono con una parola sdrucciola.
- Sull ultima sillaba, la parola Tronca; es. Virt, Citt;
- Sulla penultima sillaba, la parola Piana: es. Amre;
- Sulla terz'ultima sillaba, la parola Sdrucciola; es. Lcido;
- Sulla quart'ultima sillaba, la parola Bisdrucciola; es. Cpitano.
Le sillabe rafforzate dall'accento ritmico si chiamano forti per distinguerle dalle altre
non accentate che vengono chiamate deboli.
Il verso libero: cos chiamato un verso che non ubbidisce a uno schema metrico
preciso, quindi non ha un numero di sillabe prestabilito n ictus regolari. Esso fu
introdotto nell' ottocento dai poeti simbolisti francesi e adottato in italia prima da
D'Annunzio poi da molto poeti del Novecento.
Talvolta pu capitare che dividendo in sillabe un verso per capire di che tipo di verso
si tratta, ci si trovi di fronte a un numero di sillabe superiore o inferiore a quello
canonico. Ci accade perch nella costruzione del verso i poeti non si limitano ad
accostare delle parole fino a formare quel determinato numero di sillabe ma
utilizzano alcune igure metriche, che devono essere individuate da chi legge.
Sinalefe: la fuione in un' unica sillaba metrica della vocale finale di una parola con
la vocale iniziale della parola successiva. Entrambi le vocali non devono essere
acentate.
Dialefe: la non applicazione della sinalefe e si verifica quando la vocale finale di
una parola e quella iniziale della parola successiva formano due sillabe separate. Si
B
B
A
Ripetuta:
A
B
C
A
B
C
Incatenata:
A
B
A
B
C
B
C
D
C
Invertite:
A
B
C
A
C
B
Rima interna: si ha quando la parola finale di un verso rima con un'altra che si trova
all'interno dello stesso verso.
Le strofe: i versi, in numero determinato o vario, si raggruppano in unit metriche
che vengono chiamate sfrofe (dal greco stroph, <<rivolgimento>>)
La terzina: costituita da tre versi, che possono essere a rima incatenata, come nel
modello dantesco, o rimati in altro modo (per esempio, a rima ripetuta o incrociata)
La quartina: formata da quatro versi a rima alternata o incrociata.
La sestina: si compone di sei versi, di cui i primi quattro sono a rima alternata, gli
ultimi due a rima baciata. Si puo trattare di versi differenti (settenari ed
endecasillabi).
I componimenti metrici:
Il sonetto: costituito da 14 endacasillabi raggruppati in due quartine e due terzine,
ed il componimento pi usato nella poesia italiana.
La canzone: la struttura pi usata dai poeti per gli argomenti pi nobili ed elevati. E'
metafora non si puo considerare una figura retorica vera e propria. E' come se crasse
con il mondo un rapporto ad esempio accarezzo la tua notte.
Metonimia: consiste nella sostituzione di un termine con un altro legato al primo da
rapporti logici che possono essere di vario tipo: guadagnarsi il pane col sudore della
fronte ad esempio.
Sinddoche: una sostituzione che si attua quando vi una relazione di maggiore o
minore estenzione tra due termini: ho visto una vela sul mare per esempio
Ossimoro: consiste nell'accoppiare due parole di significato opposto: peso leggero ad
esempio
Sinestesia: consiste nell'accostare due termini che alludono e senzazioni diverse
(olfattiva e uditiva) urlo nero per esempio.
Iperbole: consiste nell'esprimere un concetto con termini esagerati, sia per eccesso
sia per difetto. Annegare un bicchier d'acqua ad esempio o morir dalle risate.
Litote: contrariamente all'iperbole viene adoperata quando si vuole attenuare
un'immagine troppo forte. Essa consiste nell'esprimere un concetto, negando il suo
contrario, Abbondio non era nato con il cuor di leone. Manzoni
Eufemismo: simile alla litoide, conste nel sostituire un'espressione considerata troppo
dura o sconveniente con un altra pi gradevole per esempio poco attraente.
Preterizione: consiste nell'esprimere un concetto, fingendo di non voler dire ci che
invece viene chiaramente detto.
Ellissi: si verifica quando vengono omesse una o pi parole che si possono
facilmente sottintendere.