ii
La preistoria di
Lampedusa
Diego Ratti
iv
Dedica
A mia moglie Weslaine
Ringraziamenti
vii
viii
Introduzione
10
20
27
38
59
79
113
129
Conclusione
149
Appendice : Archeoastronomia
150
Catalogo
165
Tavole
183
Note
188
Bibliografia
189
Glossario
192
Ringraziamenti
L autore desidera ringraziare:
Mio padre Pietro per avermi portato a Lampedusa da bambino insegnandomi ad apprezzarne la bellezza, la storia e l archeologia.
I miei figli Pietro Neto e Lorenzo Jos per l aiuto e la compagnia nelle mie escursioni culturali sull isola di Lampedusa.
L Associazione Culturale Archivio Storico Lampedusa ed il suo presidente architetto Antonino Taranto per l aiuto ed il supporto, nonch per il continuo e instancabile
sforzo nel cercare di salvaguardare il patrimonio storico, archeologico e culturale dell
isola.
Il sindaco del Comune di Lampedusa e Linosa Giusy Nicolini la cui battaglia a tutela dell ambiente di Lampedusa ha contribuito a salvare alcune importanti tracce della
preistoria di Lampedusa.
Il professor Sebastiano Tusa per aver dato attenzione alle mie segnalazioni sulle
tracce di reperti preistorici presenti sull isola.
Ringrazio infine tutti coloro che, condividendo lo spirito di questa iniziativa, collaboreranno alla salvaguardia dello straordinario patrimonio archeologico di Lampedusa
rispettandolo e proteggendolo.
vii
Introduzione
Quando fu nominato direttore della prestigiosa British School of Rome, l archeologo inglese Thomas Ashby (1874-1931) intendeva rendere l istituzione che presiedeva
un punto di riferimento nello studio della preistoria del Mediterraneo centrale ed occidentale: per questo considerava di particolare interesse ed importanza capire se le isole
Pelagie, fino ad allora mai studiate dal punto di vista archeologico, conservassero tracce
di popolamento preistorico. Nel giugno 1909 Ashby si trovava in visita a Malta quando,
una volta ottenuto il permesso dal Ministero degli Esteri italiano su richiesta della British School of Rome, riusc ad organizzare una spedizione ricognitiva a Lampedusa
della durata di soli tre giorni durante i quali, nonostante il poco tempo a disposizione,
riusc a trovare indisputabile evidenza circa il popolamento preistorico di Lampedusa e
non manc di produrre una relazione di viaggio1 corredata da una mappa dei siti di interesse archeologico da lui osservati. Durante la sua permanenza sull isola Ashby fu
accompagnato da alcuni residenti in alcuni siti dove era nota la presenza di ruderi e tracce di antiche strutture in pietra che egli riconobbe immediatamente come resti di capanne
preistoriche.
Figura 1.1: mappa archeologica di Lampedusa disegnata da Thomas Ashby nel 1909 in
cui si osserva la distribuzione dei nuclei di capanne preistoriche (indicate nella legenda
come Ancient huts) allora individuati.
Ashby infatti le descriveva come fondi di capanne di forma sub-circolare o ellittica,
le cui mura perimetrali erano formate da blocchi ortostatici di pietra calcarea locale, generalmente a doppio parametro (Figura 1.2) con terra e sassi che riempivano lo spazio tra
le due file concentriche.
10
Figura 1.2 Resti di capanna: parte del muro perimetrale di pietre ortostatiche a doppio
parametro con sassi e terra tra le due file concentriche
Questi resti di capanne preistoriche erano presenti a gruppi in diverse parti dell isola ed Ashby dedusse dal grande numero di esemplari osservati che l isola doveva essere
densamente popolata in epoca preistorica, quindi rifer anche della presenza di ceramica
preistorica, ossidiana, pietra pomice e conchiglie nei pressi di alcune di queste costruzioni circolari. L archeologo inglese inoltre osserv che i gruppi di capanne si trovavano
generalmente sulla sommit di pendii e nella parte pi elevata dell isola (Figura 1.1) in
punti di vantaggio per l osservazione del territorio: sugger quindi che tale modalit di
insediamento fosse dettata dall esigenza di prevenire eventuali incursioni esterne. Il resoconto delle osservazioni dell archeologo inglese fu affidato alle autorit italiane con
la raccomandazione, purtroppo inascoltata, di approfondire lo studio della preistoria dell
isola in presenza di rilevanti resti di interesse archeologico.
Nella vicina Malta, nel frattempo, la passione per la ricerca di Ashby trov terreno
fertile e un interlocutore attento ed altrettanto motivato a studiare e preservare i resti della preistoria maltese: il direttore del Museo Nazionale di Archeologia di La Valletta:
Themistocles Zammit (1864-1935). I due tra il 1909 e nel 1910 collaborarono agli scavi
del tempio di Hagar Qim a Malta e negli anni successivi a quelli nella grotta di Ghar Dalam46.
11
L intenso lavoro di ricerca, scavo e tutela dei luoghi della preistoria di Malta a partire dagli inizi del secolo scorso hanno permesso di salvare l immenso patrimonio
archeologico maltese che oggi vede riconosciuta la sua importanza con l assegnazione
da parte dell UNESCO del titolo di Patrimonio dell umanit ai templi preistorici maltesi inseriti nella World Heritage list , divenuti oggi attrazioni che ogni anno portano a
Malta centinaia di migliaia di visitatori da ogni parte del mondo.
Sfortunatamente invece, nel caso di Lampedusa, l appello di Ashby alle autorit italiane per ulteriori indagini circa la preistoria di Lampedusa fu ignorato e per molti
decenni l isola venne dimenticata mentre il suo esiguo territorio andava modificandosi
per l azione dell uomo: il progressivo disboscamento, le opere di fortificazione durante
la seconda guerra mondiale e l impetuoso sviluppo dell edilizia residenziale nel periodo
post bellico sono i fattori principali che hanno contribuito a compromettere la maggior
parte dei siti di interesse archeologico che erano cos facilmente osservabili e riconoscibili ai tempi del sopraluogo di Ashby.
Nella relazione riguardante la prima fase conoscitiva per la stesura del piano di gestione ambientale e territoriale delle isole Pelagie47, con riferimento ai resti di capanne
preistoriche osservate da Ashby nel 1909, si sottolinea come queste versano oggi in condizioni di avanzato degrado e come nella quasi totalit dei siti individuati, non
presentano un adeguato sistema di recinzione che ne impedisca, per quanto possibile, la
dispersione del materiale lapideo, generalmente riutilizzato per la delimitazione delle
propriet con la realizzazione di muri a secco. In particolare, si pu leggere nella medesima relazione, che il sito sul promontorio roccioso che domina Cala Grecale versa in
misero stato di conservazione: dellimpianto originario, caratterizzato da oltre un centinaio di strutture circolari costituite da un muro curvilineo (circolare o ellissoidale)
composto da un doppio paramento di pietre ammorsato da un riempimento di terra e di
pietrame, rimane poca traccia anche a causa del libero accesso allarea, del prelievo e
dellutilizzo del pietrame per la realizzazione di muri a secco per la delimitazione particellare delle propriet, pratica ancora in uso nellisola.
Paradossalmente, il sito di Capo Grecale, tra quelli d interesse per la preistoria di
Lampedusa, l unico su cui in vigore un vincolo48 archeologico ex L. 1089/1939; D.
Lgs. 42/2004 art.10 applicato con decreto nel 1989 (D.A. n. 625 del 23/3/1989 relativo
alle Strutture Archeologiche di Capo Grecale): nonostante questa forma di tutela sia stata
posta in essere da pi di 25 anni, il degrado e la progressiva distruzione del sito continua
ancora oggi cos come in tutti gli altri siti che nemmeno godono della protezione giuridica del vincolo archeologico.
Cos, dopo il breve sopraluogo di Ashby del 1909, mentre a Malta fioriva lo studio
della preistoria e le istituzioni si applicavano nella tutela dei siti, a Lampedusa al contrario, si dovette attendere fino al 1971 prima che altri archeologi mettessero nuovamente
piede sull isola (un caso di disinteresse ed abbandono unico nel Mediterraneo): alcuni
ricercatori del Dipartimento di Storia Naturale dell Uomo dell Universit di Pisa si trovavano allora sull isola di Pantelleria per effettuare degli studi quando, su invito della
Soprintendenza di Agrigento, si spostarono per qualche giorno a Lampedusa in occasione del ritrovamento del fondo di una capanna preistorica durante i lavori di costruzione
di una strada in localit Cala Pisana. Grazie a questa scoperta fortuita furono recuperati
numerosi frammenti ceramici (Figura 1.3) con motivi decorativi della facies di Stentinello, manufatti in selce ed ossidiana che risultava importata da Pantelleria3 (Figura 1.4) ed
anche schegge ossee e conchiglie: reperti che attestavano la presenza di un villaggio
stentinelliano4.
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Figura 1.3: frammenti di ceramica stentinelliana (Radi)4 dalla capanna di Cala Pisana
13
14
Per spiegare la mancanza di reperti nelle capanne n.5 e n.20 di Capo Grecale si deve inoltre ricordare che non si pu escludere l ipotesi di un riutilizzo delle capanne in
epoca successiva: l analisi delle termografie dei muri in pietra di queste strutture circolari in Diceglie2 evidenzia infatti, in alcuni casi, la presenza di materiale diverso dall
originale a chiusura del varco che ne costituiva probabilmente l ingresso quando queste
avevano ancora funzione abitativa e prima che i relativi circuiti murari in pietra, rimasti
esposti sulla superficie del terreno, venissero trasformati, presumibilmente, in piccoli
depositi o recinti nei secoli successivi.
Del resto, sempre Diceglie riporta che, in occasione di una ricognizione del 1976
trov frammenti di ceramica preistorica all esterno di una di queste capanne situata
presso Vallone Profondo in Contrada Sanguedolce (Figura 1.7 e Figura 1.8). Nell estate
del 2012 l autore ha osservato e quindi segnalato alla Sopr. BB.CC.AA. di Agrigento la
presenza, nello stesso sito, dei probabili resti di un altra capanna preistorica circolare di
pietra, in pessime condizioni, presso Vallone Profondo in Contrada Sanguedolce (Figura
1.6) all esterno della quale si potevano osservare frammenti di ceramica preistorica e
conchiglie. Sempre nelle immediate vicinanze dello stesso sito, il prof. Fabio Giovanetti
ha segnalato la presenza della struttura di Figura 1.9, che, come suggerito da tracce residue di ocra rosso sulla roccia e sul terreno, potrebbe essere, secondo chi scrive, una
struttura di probabile funzione funeraria.
Anche la struttura di Figura 1.10 appare di uso funerario, probabilmente una tomba a
cista litica di tradizione neolitica34a che si trova nei pressi del promontorio sovrastante
Cala Galera all interno della Riserva Naturale: questa struttura stata segnalata da chi
scrive alla Soprintendenza di Agrigento nell estate 2014 in quanto, non essendo mai stata studiata una sepoltura neolitica sull isola, se l attribuzione corretta, questa
potrebbe fornire dati molto importanti per lo studio della preistoria di Lampedusa.
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Figura 1.7: cerchio di pietra di localit Vallone Profondo: si nota in questo esemplare
la presenza di alcuni resti di un anello costituito da rozzi mattoni in pietra sopra i blocchi ortostatici che costituiscono il fondo/base della capanna.
16
Figura 1.8: cerchio di pietra di localit Vallone Profondo: dettaglio del muro
17
19
Conclusione
Le ipotesi avanzate e gli interrogativi sollevati durante la stesura di questo contributo allo studio sulla preistoria di Lampedusa mi auguro possano stimolare l inizio di studi
e ricerche fatte in modo professionale, con metodi, mezzi e strumenti scientifici che,
sfortunatamente, chi scrive, autodidatta e studioso per passione, non ha a disposizione.
E caratteristica essenziale del metodo scientifico che le ipotesi siano testate, accettate o rifiutate sulla base di esperimenti e dati certi ed oggettivi: in questo senso auspico
che tra i tanti studiosi e ricercatori di archeologia che contribuiscono alla ricerca e allo
studio del patrimonio archeologico italiano e siciliano, ci sia qualcuno che possa migliorare correggere ed ampliare quanto io ho cercato di presentare qui senza alcuna pretesa di
esaustivit ed infallibilit, senza interesse commerciale ma soltanto motivato dal desiderio di arricchire la nostra conoscenza circa il lontano passato di Lampedusa.
L autore
Diego Ratti
149
TAVOLE
Tavola I Cronologia
Tavola II Mappa Sicilia, Malta e Lampedusa nel Neolitico Medio
Tavola III Mappa Sicilia, Malta e Lampedusa nell Eneolitico Iniziale
Tavola IV Mappa Lampedusa
183
TAVOLA I
Tavola cronologica delle principali fasi riconoscibili nella preistoria di Lampedusa nel
periodo compreso tra il Neolitico Medio e l Eneolitico Medio con alcune corrispondenti
fasi della preistoria di Malta e della Sicilia che presentano contatti, sincronie e confronti
possibili con Lampedusa.
PERIODO
LAMPEDUSA
MALTA
SICILIA
4800-4400 AC
Cala Pisana:
Capanne stentinelliane
Ceramica stentinelliana
Aria Rossa:
Rondelle neolitiche
Capanne circolari
Ghar Dalam:
Ceramica
stentinelliana
Stentinello:
Villaggio
Trincerato
Ceramica
stentinelliana
4400-4100 AC
Cala Creta
Punta Parrina
Cala Uccello:
Capanne circolari
Dolmen
Grotte
Grey Skorba
Red Skorba:
Capanne
circolari
Piano Vento:
Capanne circolari
neolitiche
4100-3600 AC
Cala Creta
Punta Parrina
Cala Uccello
Capo Grecale:
Capanne circolari
Grotte
Rock cut tombs
Tabaccara:
Capanne circolari
Struttura ansata (tempio)
Rock cut tombs
Zebbug:
Ceramica incisa
Rock cut tombs
Piano Vento
Cntr. Scintilia
Cntr. Tranchina
Rock cut tombs
Ceramica incisa
Stile San ConoPiano NotaroGrotta Zubbia
3600-3300 AC
3300-3000 AC
184
TAVOLA II
Sicilia, Lampedusa e Malta nel Neolitico Medio: siti menzionati nel testo
185
TAVOLA III
Sicilia, Lampedusa e Malta all inizio del periodo Eneolitico: siti menzionati nel testo
186
TAVOLA IV
Lampedusa: siti menzionati nel testo
Note
-La Figura 1.3 e la Figura 1.4 sono tratte dalla pubblicazione Tracce di un insediamento neolitico
nell isola di Lampedusa G. Radi, 1973 in Atti della Societ Toscana di Scienze Naturali- Serie A - pp
197-205.Ringraziamo tanto l autrice quanto la casa editrice a cui spettano tutti i diritti sull immagine.
-Le ricostruzioni del paesaggio in Appendice sono realizzate utilizzando la piattaforma Google Earth e
ortofoto del portale Geoportale Regione Siciliana all url - http://www.sitr.regione.sicilia.it.
-Le ricostruzioni dell orizzonte in Appendice sono realizzate utilizzando la piattaforma SVC v.5.8.6
di Kerry Shetline, i cui algoritmi numerici si basano su Astronomical Algorithms di Jean Meeus,
188
Bibliografia
1
22
190
44
Confronta con la maschera di terracotta dalla tomba 3 della necropoli di Piano Vento a
pagina 162 di La Necropoli protoeneolitica di Paino Vento nel territorio di Palma di
Montechiaro Giuseppe Castellana, Agrigento 1995
44b
Confronta con il capitolo Le fosse votive della necropoli e credenze religiose pagg.
67-80 di La Necropoli protoeneolitica di Paino Vento nel territorio di Palma di
Montechiaro Giuseppe Castellana, Agrigento 1995
45
Neolithic Representations of the Human Form from the island of Malta and Gozo T.
Zammit and Charles Singer in Anthropological Institute of Great Britain and Ireland Vol.
64 (Jan-Jun, 1924), pp. 67-100
46
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Royal Anthropological Institute of Great Britain and Ireland Vol. 16, (Feb., 1916), pp.
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47
Piano di gestione Isole Pelagie POR 1999.IT.16.1PO.011/1.11/11.2.9/0347 Parte I
Fase Conoscitiva, sezione2.3.6, pagina 331.
48
Piano di gestione Isole Pelagie POR 1999.IT.16.1PO.011/1.11/11.2.9/0347 Tavola
17 Carta dei Vincoli SIC ITA040001 e ITA04002
49
Prima Sicilia alle origini della societ siciliana a cura di Sebastiano Tusa 1997, Vol.
II fig II.7 Regione Siciliana..
50
La facies di San Cono-Piano Notaro-Grotta Zubbia nel quadro delle relazioni con
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Predynastic burials Alice Stevenson, 2009 UCLA Encyclopedia of Egyptology
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Predynastic Egypt: new data from Maadi Isabella Caneva, Marcella Frangipane,
Alba Palmieri
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The Egyptian Predynastic: A Review of the Evidence Kathryn A. Bard
Journal of Field Archaeology Vol. 21, No. 3 (Autumn, 1994), pp. 265-288
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La civilt della Dea": Marija Gimbutas, edizione in Italiano 2012 Nuovi Equilibri
60
Underground religion: cult and culture in prehistoric Italy": Ruth Whitehouse,
University of London 1992
61
Archeologia del Neolitico": Pessina, Tin, 2008 edizioni Carocci
Appendice
a1
Adriano Gaspani Il grande cerchio di pietra degli antichi Comenses Ed. Terra
Insubre, anno 2009
a1
Marianna Riddestad, Orientation of the northern gate of the Goseck Neolithic rondel
a3
Laskar, J. , "Secular Terms of Classical Planetary Theories Using the Results of General Relativity"1986
a4
John J. Rogers Origins of the ancient constellations: the Mesopotamian traditions
191