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IL FOGLIO

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: LARGO CORSIA DEI SERVI 3 - 20122 - MILANO

ANNO V NUMERO 8

Papa, va in convento

Il supervescovo tedesco
d unintervista callida.
Dice, non dice, e poi dice
Usa il condizionale, ma cita Celestino V,
critica la Curia e chiama catastrofico
un papa debole. Ecco perch lo fa

Analisi di un testo integrale


Roma. Il presidente dei vescovi tedeschi
chiede le dimissioni del Papa. Per qualche
ora, da domenica a luned mattina, agitazione e frenesia hanno travolto le redazioni
dei giornali italiani e il Vaticano. Karl Lehmann, vescovo di Magonza, mediatore delle
varie anime dellepiscopato tedesco, ha concesso domenica unintervista alla Deutschlandradio. Al di l delle polemiche sul dispaccio Ansa e su quello della tedesca Dpa,
che rilanciavano il testo, questi i fatti in base alla lettura del testo integrale. Il prelato
ha detto, testualmente: Penso che questo
papa, se a un certo punto non fosse pi in
grado di dirigere responsabilmente la Chiesa, disporrebbe della forza e del coraggio di
prendere le decisioni conseguenti. Ha poi
anche citato il precedente di Celestino V, e
ha aggiunto, parlando della chiacchierata
successione latino-americana: Un papa
extraeuropeo non dovrebbe essere solo un
vuoto simbolo (...) Per una Chiesa come questa, un papa debole sarebbe una catastrofe, sottointendendo forse che il vecchio e
fragile Wojtyla non ha pi le carte in regola
per stare dove sta.
C quanto basta perch si possa gridare
allo scandalo e definire le dichiarazioni
del presule tedesco
unaggressione che
suona di cattivo gusto, come ha fatto il
vescovo di Como.
La riflessione sullabilit del Papa al
governo ecclesiastico
formulata da Lehmann in un codice
KAROL WOJTYLA
linguistico tra lipotetico e lottativo, con
luso del congiuntivo sottolineato dal vescovo nella sua smentita successiva (wenn...
wre ovvero se... allora sarebbe). La
stampa tedesca e anglosassone, poco sensibile ai codici complessi, ieri non riportava
una riga sullargomento. Complice una traduzione approssimativa e unespressione
piuttosto (calcolatamente?) ambigua, a Roma sono invece rimbalzate parole che Lehmann non ha mai pronunciato in quella
precisa forma. Ieri mattina Lucia Annunziata, durante la sua trasmissione Radio3
Mondo, contribuiva a fare chiarezza confrontando la trascrizione dellintervista con
le inesatte traduzioni, ma lanciava la teoria
di una bufala che forse troppo ottimistica sullo stato della Chiesa. La domanda del
giornalista era chiara, brutale: Giovanni
Paolo II se ne deve andare?, e la risposta
di 43 righe abbondanti, con il malizioso
rafforzativo di unosservazione polemica
inequivocabile: lentourage papale, cio la
bestia nera dellepiscopato tedesco, poco
voglioso di assecondare uneventuale partenza del Papa.
Critiche oblique, ma serie
Tutto chiaro? Una pura ipotesi pronunciata da un autorevole prelato che, ingigantita e travisata, diventa la notizia del giorno? Lintervista, pur nello sfumato stile ecclesiastico, contiene critiche oblique serie
al Vaticano e al modello di Chiesa del ventennio wojtyliano. E non va dimenticato che
proprio la Chiesa cattolica tedesca (la pi
ricca del mondo dal punto di vista delle finanze) stata nei mesi scorsi al centro di un
lungo e doloroso braccio di ferro che lha
contrapposta alla Roma giubilare. I vescovi
tedeschi si sono piegati accettando di uscire dai consultori abilitati a rilasciare un
certificato alle donne che vogliono abortire.
La presenza cattolica nei consultori era
considerata una forma importante di assistenza alle donne e il vescovo di Limburg,
Franz Kampahaus, appoggiato dalla maggioranza dei cattolici tedeschi, ha sempre
sostenuto che grazie ai consigli dei cattolici
sono state salvate le vite di cinquemila bambini allanno. Il Papa e il cardinale Joseph
Ratzinger, invece, hanno chiesto con forza
che la Chiesa uscisse dai consultori visto
che anche quelli cattolici, per legge, alla fine del colloquio erano costretti a rilasciare
il certificato che permetteva laborto. In tutta la vicenda, lepiscopato della Germania
stato unito attorno al suo presidente-mediatore Karl Lehmann, che nei mesi scorsi fu
riconfermato alla guida della Conferenza
episcopale con 70 voti su 72. E ha resistito il
pi possibile alle pressioni del centralismo romano. Le parole pronunciate dal vescovo di Magonza contestano con qualche
garbo lipertrofia della Curia romana. E
dura competere con il luteranesimo e rispondere alle spinte che arrivano dal movimento progressista di base Noi siamo
Chiesa, con le richieste di democrazia ecclesiale, dellabolizione del celibato dei
preti, del sacerdozio femminile e di una
nuova morale sessuale. Un fenomeno radicato proprio in Austria e Germania. Lehmann, arcivescovo da anni candidato alla
porpora cardinalizia, sempre negata a causa delle sue posizioni, segnala uninsofferenza che fa notizia. Abdicazione o no.

quotidiano

TEL 02/771295.1 - SPED. ABB. POST. - 45% - ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - FIL. MILANO

DIRETTORE GIULIANO FERRARA

La Giornata
* * *
In Italia

* * *
Nel mondo

PAR CONDICIO, LA MAGGIORANZA


RECLUTA DEPUTATI. La commissione Affari costituzionali della Camera vota oggi il
testo base della legge anti-spot. Il centrosinistra potr contare su due voti in pi rispetto al 16 dicembre, giorno in cui si deciso di rinviare il dibattito a dopo la crisi. A
Natale, grazie a cavilli regolamentari, i Ds
hanno infilato in commissione Paola Mariani. Alla Befana toccato allUdeur: da ieri
fa parte degli Affari costituzionali anche Ermanno Iacobellis (ex An, ora fedelissimo di
Clemente Mastella). Un mese fa la par condicio contava 23 s (11 Ds, 5 Ppi, 2 Pdci, 2
Democratici, 1 Udeur, 1 Verde, 1 minoranze
linguistiche) su 48 voti. Oggi sono 25 su 50,
ma molto probabile che dica s anche
Maria Nardini (Rc).
Paolo Armaroli (An) al Foglio: La maggioranza sposta i deputati da una Commissione allaltra secondo le esigenze del momento. In alcune non gli interessa nemmeno avere i numeri: in commissione Commercio e Turismo sotto di due voti, alla Difesa e allAmbiente di uno, alle Finanze e ai
Trasporti va in pari. La situazione insostenibile, chiederemo a Violante di intervenire.

AMERICA ON LINE E TIME WARNER


SI UNISCONO: il colosso di Internet e quello dei media formeranno ununica compagnia (AOL Time Warner) da 350 miliardi di
dollari (650 mila miliardi di lire). Presidente della nuova societ sar Steve Case (presidente e amministratore delegato di AOL)
e amministratore delegato Gerard Levin
(presidente e amministratore delegato di Time Warner. AOL sar lazionista di maggioranza (55%). Dopo lannuncio: + 13,5% AOL e
+ 8,9% Time Warner alla Borsa di Francoforte.

* * *

* * *

Fisco, torna il redditometro. Rispetto alla


vecchia versione, il nuovo sistema di accertamento dei redditi (pronto entro marzo) si
baser su parametri pi moderni e sofisticati: sar telematico, si fonder sul numero
dei componenti familiari e sulle spese certe (polizze, affitto, eccetera), invece che sulla propriet di cavalli, roulotte o riserve di
caccia.

* * *

Democratici, continua la sfida tra Antonio


Di Pietro e Arturo Parisi. Lex pm: Il tuo
documento solo fredda ingegneria politica. Parisi: Il testo non rappresenta il movimento, sono solo le mie condizioni per
candidarmi a presidente dei Democratici.
Oggi alle 15 riunione dellesecutivo.

* * *

Referendum, Berlusconi prende tempo e


non commenta le dichiarazioni di Gianfranco Fini (Il Polo deve appoggiarli). LUgl,
sindacato con un milione e mezzo discritti
quasi tutti vicini ad An: Fini sbaglia. I Ds
affronteranno la questione al Congresso.

* * *

Regali agli arbitri, ora indaga anche Roma.


Il procuratore capo della capitale, Salvatore Vecchione, ha aperto un fascicolo con la
singolare intestazione Notizie non costituenti reato sulla base dei fatti riportati
dai quotidiani negli ultimi giorni. Sugli orologi donati dalla Roma a designatori e arbitri gi in corso uninchiesta a Torino.

* * *

Esso, Erg e Q8 riducono di 10 lire benzina


e gasolio, ora la super torna sotto le 2.050 lire. Se il petrolio continuer a scendere e il
cambio lira-dollaro rimarr sui livelli attuali, nei prossimi giorni le compagnie dovrebbero tagliare i prezzi di almeno 30 lire.

* * *

Nonnismo, ex alpino condannato a 5 anni e


mezzo. Sergio Di Rocco, 21 anni, di Lanciano
(Chieti) avrebbe picchiato un caporale e due
soldati per estorcere loro 300mila lire.

* * *

Sanremo: i conduttori del 50 Festival saranno Fabio Fazio, Teo Teocoli e Luciano
Pavarotti. Il nome della valletta si sapr solo il 27 gennaio.

* * *

Scioperi. Oggi si fermano gli uomini radar


di Bergamo, domani i controllori di volo
dellAnpac di Linate. Venerd, i marittimi di
Fit-Cisl e Sasmant delle navi in servizio tra
Messina e Villa San Giovanni.

* * *

Borsa di Milano. Indice Mibtel in ribasso:


27.067 (-1,01%). Leuro (1,0229) perde 0,0055
punti sul dollaro.

Macalusiana/2

OGGI NEL FOGLIO QUOTIDIANO

I PERDONI IMPERDONABILI
DI WOJTYLA
LE TENSIONI ecclesiali in attesa
della solenne omelia delle Ceneri,
che sar una pietra di paragone per
i fedeli
(editoriale pagina tre)

DIVAGAZIONI

proustiane sulla
musica e sulle giacche del maestro
Muti, sulla morte di Isolde e su certi teatrini dialogici
(pagina due)

CONGRESSO ROSSO in casa Fiat,

cronistoria di un odio-amore. Veltroni e DAlema su sponde opposte nei


rapporti con gli Agnelli (pagina tre)

* * *

La Francia isolata per i blocchi degli autotrasportatori: protestano contro le 35 ore


e laumento del prezzo del gasolio. I camionisti fermano gli autocarri che vogliono entrare o uscire dal paese. Code chilometriche alle frontiere con tutti gli Stati confinanti. Bloccato il traforo del Frejus, ingorghi a Ventimiglia. Oggi si replica. La Commissione europea al governo francese: Intervenite subito, non si pu interrompere la
circolazione delle merci. Se entro 48 ore i
camionisti non si placano, Parigi rischia di
finire davanti alla Corte di Giustizia.
Schengen, Belgio e Lussemburgo hanno
sospeso lapplicazione dellaccordo, ripristinando i controlli alle frontiere in occasione del condono per gli extracomunitari
illegali concesso dal governo belga.

* * *

Il capo dei vescovi tedeschi smentisce:


Non ho mai chiesto le dimissioni del Papa, ha dichiarato Karl Lehmann, la mia
intervista stata fraintesa. Giovanni Paolo
II ha replicato: Dio non ci domanda mai
qualcosa al di sopra delle nostre forze.
Il piccolo Buddha rischia la vita: il governo tibetano in esilio chiede che lIndia gli
conceda asilo politico. Pechino insiste: il
Karmapa Lama non ha rinnegato la Cina,
in India solo per raccogliere le reliquie di
una sua precedente incarnazione.

* * *

Rimpasto in Russia. Vladimir Putin ha nominato suo vice Mikhail Kasyanov, ministro
delle Finanze: potrebbe esser lui il nuovo
premier, se Putin vincer le elezioni. Licenziato invece Pavel Borodin, ex tesoriere del
Cremlino, membro importante del clan di
Eltsin, coinvolto nel Russia-gate.
I ribelli ceceni hanno perso Argun e Shali, riconquistate durante la tregua. I russi
ammettono: 26 perdite nelle ultime 24 ore.

* * *

Sparatoria allambasciata Usa di Mosca.


Due giovani soldati russi hanno cercato di
entrare nel cortile della sede diplomatica;
un marine di guardia ha aperto il fuoco, ferendone uno. Laltro fuggito.

* * *

Israele-Siria, nulla di fatto alla fine del secondo round dei colloqui di pace. Le trattative riprenderanno allinizio di febbraio.

* * *

Ocalan, domani il governo turco decide. Il


primo ministro Bulent Ecevit e il suo alleato della destra Devlet Bahceli (per niente
daccordo sulla linea da tenere), si incontrano per preparare la risposta alla Corte europea per i diritti delluomo. Ocalan, dal
carcere: Impiccatemi pure, ma prima troviamo la pace per il popolo curdo. Il nuovo
capo del Pkk, Cemil Bayik, invece minaccia:
Sospendete la pena o sar guerra.

* * *

Elian Gonzales non torner a Cuba venerd


prossimo. Il ricorso dei suoi parenti in Usa
stato accolto.

* * *

Kashmir, Guerra Santa contro lIndia. La


invoca Maulana Masood Azhar, il leader
musulmano liberato dai dirottatori dellAirbus indiano: Posso mobilitare mezzo
milione di persone.

Schulziana

Dice oggi il senatore Emanuele Macaluso:


Grazie a una lettera apparsa sul Foglio di
sabato scorso, firmata da Mariano Guzzini,
Ds di Ancona, abbiamo appreso, con sollievo, che i sottosegretari diessini che hanno
firmato la mozione congressuale della sinistra sono due e non uno come, colpevolmente, era stato scritto su questo stesso giornale.
Il compagno Mariano infatti ricorda agli
smemorati che oltre ad Alfiero Grandi, leader di quella sinistra, c anche Valerio Calzolaio, sottosegretario allAmbiente. Mariano infatti protesta: Non si capisce come mai
la cosa (in questo caso Calzolaio, ndr) possa
essere sfuggita agli sconcertati esponenti
della sinistra Ds nazionale. Sconcertati ieri,
quando pensano di aver ottenuto un solo sottosegretario; consolati ora dal chiarimento
del compagno Mariano. Tutti contenti e felici, i due del resto pensano di avere la coscienza a posto anche perch non c pi
Misserville. Non so invece cosa pensi il mio
vecchio compagno e amico Aldo Tortorella.
Anzi lo so. Ma siccome la sinistra ha raccolto il 20 per cento dei voti congressuali in alternativa alla mozione-pasticcio DAlemaVeltroni, un chiarimento sarebbe utile. I due
eroi seduti nel sottoscala ministeriale esprimono quellalternativit? O il trasformismo
non solo nel facile bersaglio Mastella? A
Torino lardua sentenza.

ellOlimpo dei mass media Snoopy una


N
divinit panteista che, dal 1950 a oggi, ha
modellato a propria immagine e somiglianza

La Giornata realizzata in collaborazione con Chilometri

Questo numero stato chiuso in redazione alle 19,45

uninfinit di oggetti di
merchandising: dai peluche alle lenzuola, dai
telefoni alle valigie, ai
puzzle. La supremazia di
Snoopy nelle strisce dei
Peanuts conferma il primato degli animali nei
comics umoristici nati
SNOOPY

nellAmerica del Dopoguerra, ma allantropomorfismo del Paperino di Carl Barka e del


Pogo e compagni di Walt Kelly, il bracchetto
ideato da Charles Schulz contrappone unidentit di cane schizofrenico, eroe della mitomania come il Walter Mitty di James Thurber: sa di essere un cane ma simmagina di
essere anche qualsiasi creatura - umana o
animale - purch diversa da un cane: un avvoltoio, un avvocato di dubbia reputazione,
un serpente che striscia nellerba (e si spaventa da solo), lindolente play boy Joe Falchetto, il capo di una pattuglia di uccellini
boy scout, leroico pilota della Prima guerra
mondiale perennemente in lotta con il Barone RossoVittima e apostolo al tempo stesso
di un polimorfo bovarysmo.

I dubbi dellAsinello

Sciogliersi o allearsi col Ppi?


Questo il dilemma di Parisi
Intanto Di Pietro pronto a lasciare i
Democratici. Le chance di Bassolino
Negli ambienti di Montecitorio lo danno
ormai tutti per sicuro: Antonio Di Pietro dopo il Congresso dellAsinello uscir dal movimento dei Democratici. Veramente lex
magistrato nega e agli amici confida: Se c
qualcuno che mi vuole cacciare lo faccia
apertamente, perch io sono tra i fondatori
PASSEGGIATE ROMANE

del movimento e non me ne vado. Per anche allinterno dellAsinello la prospettiva


di un addio di Di Pietro non viene esclusa.
E i soliti maligni dicono che sia Romano
Prodi sia Arturo Parisi ne sarebbero ben
lieti.
Sempre a proposito di Democratici, si parla tanto dello scioglimento di questo movimento. E, di conseguenza, fioriscono le ipotesi di una fusione tra Asinello e Partito Popolare. Ma la questione molto delicata. Arturo Parisi, infatti, vorrebbe una pura e semplice confluenza del Ppi nei Democratici.
Questo il suo progetto. Ma a Piazza del Ges, dove ha sede il Partito Popolare, si ragiona in termini molto diversi. In vista delle
elezioni regionali della prossima primavera, gran parte del Ppi punta a presentarsi da
solo. Niente lista Margherita, se non in alcuni casi molto particolari. Lidea, infatti,
quella di puntare su un tipo di consultazione non favorevole ai Democratici per dimostrare che non c grande differenza in termini di consensi tra i due partiti. In questo
modo si potrebbe poi procedere a una federazione, che per dovrebbe anche comprendere altre forze politiche moderate, da
posizioni sostanzialmente paritarie. Cos loperazione non consisterebbe in una confluenza dei Popolari nel movimento di Parisi e Romano Prodi. Ma bisogna vedere se i
dirigenti democratici sono daccordo con
una prospettiva del genere.
Chi non daccordo in nessun modo Clemente Mastella. Il leader dellUdeur non
pensa affatto allidea di formare la seconda
tendenza moderata dellUlivo insieme con
Popolari, Asinello e diniani. Mastella, infatti, convinto di avere maggiore potere contrattuale nei confronti del partito di maggioranza relativa della coalizione, cio la
Quercia, se mantiene in vita il suo pur piccolo partito. Confluendo con gli altri centristi, perderebbe la posizione di forza e lo
spazio che si ritagliato allinterno della
maggioranza.
Nei progetti di Massimo DAlema pi che
laggancio con Rifondazione comunista, che
pure non viene escluso, c lidea di far rientrare in maggioranza i socialisti di Enrico
Boselli. Lobiettivo quello di andare alle
Regionali con unalleanza con il Trifoglio, e
dopo quella prova elettorale, tornare a collaborare. Ma c un unico ostacolo a questo
progetto: i ministeri. Anche pensando che
Livia Turco e Agazio Loiero vengano eletti
alle presidenze delle giunte piemontese e
calabrese, i loro dicasteri non sono di peso
e offrirli allo Sdi in cambio di un rinnovato
patto di solidariet potrebbe non bastare.
Prima sosteneva di dover attendere lesito
della crisi di governo. Conclusasi quella, ha
detto che voleva aspettare il Congresso dei
Democratici di sinistra di Torino. Insomma,
Antonio Bassolino tende a rinviare allinfinito la decisione sulla sua candidatura alla
presidenza della giunta regionale della
Campania. Nonostante le molteplici pressioni che il centrosinistra sta esercitando
nei suoi confronti, il sindaco di Napoli fa resistenza. La verit che Bassolino non vuole affatto candidarsi. Ho altri progetti a Roma, avrebbe confidato a qualche parlamentare amico. E i progetti romani del sindaco di Napoli possono riguardare solo Botteghe Oscure. Bassolino sogna la segreteria
della Quercia? Cos si vocifera ormai da
tempo. Il primo cittadino di Napoli potrebbe aspirare a quella poltrona in due casi. Se
il centrosinistra con DAlema perde le elezioni del 2001, trascinando nella sconfitta
anche Walter Veltroni. Oppure se la maggioranza cambia candidato alla premiership
e Veltroni - da presidente del Consiglio o da
vice - torna a Palazzo Chigi. Insomma, vada
come vada, le chance di Bassolino sembrano essere molte.

MARTED 11 GENNAIO 2000 - L.1500

Asia e Pacifico

Cesare Salvi

La nuova diplomazia religiosa


della Cina. Il piccolo Buddha
in India e i prelati patriottici

Il nostro Jospin gioca in


proprio, ma un po fa la parte
del duro di sinistra (che media)

PECHINO potrebbe usare il quattordicenne


Ugyen per ridurre il peso del Dalai Lama
Ha solo quattordici anni il piccolo
Buddha che ha percorso a piedi 1400 chilometri tra le montagne innevate dellHimalaya per passare dal Tibet, occupato dalla
Cina nel 1950, a Dharmsala, in India, sede
del governo tibetano in esilio. Al secolo
Ugyen Trinley Dorje, ma per i suoi fedeli
il Karmapa Lama, diciassettesima reincarnazione di Buddha, e terza autorit spirituale delluniverso buddista. Appartiene alla Setta Kagyu, che dominava politicamente
nel Tibet fino a 350 anni fa, quando fu soppiantata dalla Setta Gelugpa, cui appartiene
il pi noto Dalai Lama. E questo fatto introduce un elemento intrigante in questa fuga,
che le autorit cinesi rifiutano di definire tale e qualificano come un viaggio allestero
compiuto dal giovane Karmapa per recuperare i cappelli neri e gli strumenti musicali portati in esilio dal suo predecessore,
importanti per la sua piena legittimit.
Ugyen, infatti, fu sacralizzato nel 1992 e riconosciuto nel suo ruolo religioso, oltre che
dal Dalai Lama in esilio, anche dalle autorit cinesi, che hanno cercato di sfruttare il
suo seguito per placare lendemica resistenza tibetana alla cinesizzazione del Paese e
dimostrare che non sono repressive nei confronti della religione e della cultura tibetane. Eppure, a Dharmsala, il ministro della
Cultura e degli affari religiosi della comunit tibetana in esilio in India, Tashi Wangdi, ha detto che larrivo del Karmapa ha colto tutti di sorpresa. Sui brevi colloqui che
questi ha avuto con il Dalai Lama non si sono avute indiscrezioni. La situazione si chiarir presto: se il giovane piccolo Buddha
far rivendicazioni sulla libert religiosa del
suo popolo, per Pechino sar uno smacco;
se, invece, rientrer nel Tibet, il suo ruolo di
autorit spirituale che dialoga con le autorit cinesi ne risulter accresciuto mentre,
parallelamente, si ridurr quello del Dalai
Lama, che non riuscito a stabilire un collegamento con i dirigenti comunisti. Il Dalai
Lama e i membri del suo governo in esilio
hanno subito cercato di catturare il piccolo Buddha, auspicando che le autorit indiane gli concedano di restare, ma il governo di Nuova Delhi, gi impegnato in una difficile crisi con il Pakistan, non vorrebbe
creare un secondo fronte con la Cina. Loperazione, quindi, presenta ancora molti lati
oscuri. Alcuni fanno osservare che i monasteri a Lhasa, in Tibet, sono tenuti sotto stretta sorveglianza per cui la fuga e il viaggio
faticoso in jeep e poi a piedi, durato cinque
giorni, aprono diverse ipotesi. E non si pu
escludere anche linteresse dei gruppi conservatori di Pechino di creare difficolt ai
dirigenti riformisti, soffiando sulla questione religiosa in generale e sulla situazione
del Tibet in particolare. Ma un legame pu
esserci anche tra la fuga del Karmapa Lama e la nomina a Pechino, avvenuta il giorno dopo il suo arrivo in India ma organizzata da tempo, di cinque vescovi cattolici patriottici.

essuno nei Ds si chiede se Cesare Salvi


N
sia dalemiano o veltroniano. Salvi salviano, e tanto basta. Da capogruppo al Sena-

LA CONSACRAZIONE dellEpifania non rallenta la normalizzazione con il Vaticano


I dirigenti cinesi, proprio mentre nel giorno dellEpifania in San Pietro Giovanni Paolo II consacrava alcuni nuovi vescovi, hanno
fatto consacrare a Pechino cinque vescovi
della Chiesa cattolica patriottica, cio controllata dal partito. Anzi, grazie ai fusi orari,
la cerimonia si svolta con qualche ora di
anticipo rispetto al Vaticano. Il vescovo patriottico di Pechino, Fo Tieshan, ha detto
nel suo discorso che la Chiesa cattolica risorta dalle ceneri grazie agli ultimi ventanni di riformismo (sottinteso denghista) e
adesso vive un periodo doro. E evidente
che, con questa operazione, i dirigenti cinesi riformisti intendono dimostrare di rispettare i diritti umani, compreso quello della libert religiosa, purch non siano colorati da
finalit antistatali. In Cina ci sono circa dieci milioni di cattolici, di cui una met segue
la gerarchia patriottica e laltra met,
osteggiata in vari modi, resta fedele a Roma.
La nomina dei cinque vescovi stata male
accolta in Vaticano, dove si riteneva che fossero stati compiuti diversi passi verso la normalizzazione dei rapporti tra la Cina e la
Santa Sede. In realt risale allo scorso agosto una direttiva del partito che mira a potenziare la Chiesa patriottica. Per il momento, il riavvicinamento tra Cina e Vaticano si blocca; ma forse solo in apparenza. Pechino, infatti, potrebbe solo avere voluto aumentare le sue carte prima di sedersi al tavolo delle trattative, facendo pesare il ruolo
della Chiesa da esso controllata.
PER GLI SCANDALI, si dimette il capo della
polizia giapponese
Yuko Sekiguchi, capo della National Police Agency, ha dichiarato che intende dimettersi in seguito agli scandali scoppiati nella
prefettura di Kanagawa, vicino a Tokyo, dove sono stati coinvolti ufficiali di polizia in
storie di traffici di droga, abusi sessuali e
abuso di potere sui subalterni. Di fronte ad
analoghe denunzie fatte in altre prefetture,
Sekiguchi aveva chiesto un rafforzamento
della Commissione di sicurezza che ha il
compito di sorvegliare il comportamento
della polizia nazionale. Ricevuto il rapporto
della Commissione, Sekiguchi ha deciso di
dimettersi, anche per salvaguardare la buona immagine delle forze di polizia. Dovrebbe succedergli il suo vice, Setsuo Tanaka.

to era divenuto proverbiale per il suo presenzialismo mediatico: ogni giorno unintervista. Sotto la sua guida il gruppo, una volta
I GENERALI 5

noto come cimitero degli elefanti, si era


trasformato in un vivace e a volte imprevedibile interlocutore politico per il segretario
e poi premier Massimo DAlema, che ricorda ancora la cocente umiliazione subita
quando nel 98 i suoi senatori smentirono
bruscamente lapertura sulla commissione dinchiesta
per Tangentopoli chiesta
dal Polo. Dicono i maligni
che la promozione a ministro sia arrivata proprio
perch DAlema voleva toglierlo da Palazzo Madama.
Lui comunque ne stato
contento. C chi azzarda
che lobiettivo finale di Sal- CESARE SALVI
vi sia di diventare segretario del partito. Per ora, si ritagliato il ruolo di nume tutelare dellanima di sinistra (jospiniana, direbbe lui) della Quercia. Ha firmato la mozione del segretario, ma ha promosso il documento di adesione motivata
sottoscritto dagli ex Comunisti unitari Famiano Crucianelli, Gianfranco Nappi e Luciano Pettinari (che anche capo della sua
segreteria al ministero del Lavoro), e da un
po di parlamentari, sindacalisti ed esponenti del cosiddetto Terzo settore (Arci e
simili), in cui si ribadisce la funzione storica di un
partito della sinistra, che non va annegato in un futuro
partito unico ulivista. I firmatari del documento sono stati
subito etichettati (qualcuno suo malgrado)
come la corrente salviana, che si candida
a fare da ponte tra il Grande centro di maggioranza e il 20 per cento della sinistra di
Marco Fumagalli e Gloria Buffo: il sogno di
Salvi di essere il maieuta di un finale embrassons nous tra le due mozioni. E la bandiera che il Ministro sventoler alta sulla
platea del Lingotto quella del no ai referendum ultraliberisti dei Radicali, che a
suo dire costituiscono una minaccia per la
coesione sociale e addirittura per la democrazia. Questa battaglia, spiega, la
grande occasione per riscoprire la nostra
identit. La Cgil ha trovato nel suo ministero una sponda affidabile. Forse fin troppo:
dicono che ogni tanto Sergio Cofferati lo vorrebbe pi controparte e meno allineato. Gli
industriali invece lo vedono come il fumo
negli occhi. E DAlema, quando entra in
Consiglio dei ministri, ogni tanto si fa sfuggire la battuta: Andiamo a sentire cosa pensa oggi il nostro Jospin, dice.

Gavino Angius
Vicino al premier, leale con il
segretario. Accetta I care ma
non linchiesta su Tangentopoli
er diventare presidente dei senatori
P
della Quercia, Gavino Angius ha affrontato una prova che mai nessun capogruppo
ex comunista aveva dovuto passare. Alla
sua candidatura si contrapposta quella
I COLONNELLI 5

dellulivista liberal Enrico Morando, e i


due si sono confrontati davanti ai parlamentari, che hanno dibattuto i loro discorsi programmatici e poi votato nel segreto
dellurna. Quando Angius ha vinto la sfida,
con 58 voti contro i 31 di Morando, i commenti sono stati unanimi: il candidato di
Massimo DAlema ha battuto quello di Walter Veltroni, anche se i due leader non si
erano apertamente spesi
per luno o per laltro. A sei
mesi di distanza, le cose
non sono cos facilmente
semplificabili. Da figlio disciplinato del partito, gi
pupillo di Enrico Berlinguer e come lui sassarese,
Angius naturalmente leale verso il segretario in caGAVINO ANGIUS rica. Si era schierato per il
no allepoca della svolta,
ma nel suo recente libro su Berlinguer ha
riconosciuto che Achille Occhetto aveva ragione. Con Veltroni, da quando capogruppo, coltiva un ottimo rapporto. Ha perfino
trovato molto azzeccato lo slogan americaneggiante scelto per il congresso di Torino,
I care, che tante perplessit e ironie ha
sollevato tra i pi tradizionalisti. Certo,
continua a pensare che DAlema sia il pi
intelligente tra i capi della Quercia, e a
sentirlo pi vicino per formazione e cultura di partito. Ma durante la crisi di governo
lo hanno visto con la faccia molto scura,
preoccupato per la caduta dimmagine subita dal primo governo a guida Ds e soprattutto spiazzato dalle spregiudicate mosse
dalemiane. Quellapertura del premier sulla commissione Tangentopoli, dicono, non
lha proprio digerita. Non sar lui a fare la
fronda, ma qualcuno gi sussurra che in Senato la proposta avr vita difficile.

ANNO V NUMERO 8 - PAG 2

Psicosociobiopolitica

Il tempo ce lo siamo bevuti


a sorsate brevi, come caff
os che pensi la mattina?, andiamo CoC
s che ricomincia? Tutto quanto. Scarichi
tutta lacqua della notte, tiepida del tuo sonno tutta lacqua e la minzione lultimo dei
sogni che se ne va riassuntiva di una
notte intera, di travasi in te dentro condotti
curvi, a vite, a strozzature, ad assottigliamenti, ma anche a sbocchi rapidi, a scale, a scivolate, di corsa o troppo lenti o in volo come lastre di pioggia lisce o planate di mante estasiate, nuvole sotto le mani di un parrucchiere, o a onduline come lamiere stampate. Poi
c lo specchio, ci sei tu che torni ( il sapone,
non ci si fa mai caso ma
MONOLOGHI il sapone che come il
cuore del cane dUlisse
ha un sussulto e fa un balzo e poi muore, cos
che la sua anima diventer la schiuma; e cos: dattesa di te che si consuma, e di riconoscimento) e passi un dito, un dito sotto locchio e, dopo, in diagonale sulla guancia.
Tendi le labbra, quindi le restringi spingendole in avanti, sposti il viso verso il suo lato favorevole, gi reciti una mimica che possa
risultare pi piacevole alla vista che in questo istante tua, soltanto tua. Tu sai benissimo che non sei limmagine, adesso lo sai bene: no, tu non sei n aspetto n rappresentazione; sei come una sommossa soffocata, e
nello stesso tempo sei quel che resta di una
repressione, sei quel lavoro sotto, sei quel
per ora stiamo calmi. E adesso tutti i generi (se lo sapessi, se tu lo sapessi) sagitano ma
lentamente in te come quegli oli morbidi a colori e dentro un vetro e non solubili con la sostanza di cui la trasparenza fatta, anchessa
liquida, un liquido portante nel quale paiono
subacquei bulicanti gli oli molli, bolle. (Soprattutto ci che inutile a tutto ma attira lo
sguardo somiglia molto allintimo, che desidererebbe essere visto in qualche forma, in
qualche movimento, lintimo). Tutti i generi: il
tragico, il drammatico, il farsesco, anche la
commedia, e la poesia che un odi et amo,
tutti i generi in te calano come i soliti annegati gonfi denfasi, e ruotano con capriole indolenti certi capelli lunghi curvano, scie di
un corpo gi capovolto, in secondi momenti
Poi tra le persone sentirai frasi cos: La vita? E una scusa oppure tu mi rispondi
come non vorresti. Ma adesso senti il tragico
senza le parole, senza lattenuante costruttiva, cementizia, per una storia di sfascio e precipizio; senti il drammatico senza una ragione psicosociobiopolitica, senti la farsa senza
che il carattere risulti un costumista che fa
labito, senti il comico senza il maligno rodere del ridere, senti che non un obbligo arrivare alla fine. Vorresti allora vivere di questo,
di questa inopportunit del vivere, vivendo.
Vorresti dire: il mondo? m sfuggito, era qui,
l, non lo so, lultima volta che lho visto cera ma ci sono i fantasmi in questa casa?
potrei giurarlo, era insomma cera che
a furia di rimuovere, e di trasferire, e di differire s, mi capitava sempre tra i piedi
ora un gomito contro, ora un ginocchio, ero
sempre un po in urto, un po in urto col mondo togli di l, mettilo l, sposta a destra, sposta a sinistra insomma m sfuggito (che liberazione) Ma cos? E veramente cos?
Il mondo in una teglia
Ritroverai quel mondo in una teglia, dentro un lavabo, una teglia piena dacqua marrone e monete galleggianti di dobloni dolio,
in un tegame in cui le incrostazioni delle patate e daltri bordi bruciati si stanno disciogliendo dalla sera prima perch le relazioni con il mondo non hanno molto tatto, ti cadono sulla tovaglia, nel piatto come moscerini che fanno sci acquatico nella minestra e
sci di montagna sopra il cacio sui maccheroni si presentano senza bussare quando sei
in confidenza, quando sei impresentabile (lo
sei oppure dipende? Dipende: la risposta),
quando stai mangiando, anzi soprattutto. Sei
ancora l, ti guardi e non ci pensi mai a quanto freddamente tu ti guardi, con lo stesso gelo dello specchio.
S, ci si guarda con la freddezza, col distacco, con limpassibilit che nessuno al mondo
ci riserverebbe. Ognuno guarda il proprio riflesso con la considerazione che dedicherebbe a una figura che non del proprio tempo.
(Poi io vorrei essere al tuo posto, cos come tu
al mio, per rivederti). Il sentimento questo
strappo esterno, questo via da s, non certo
(e qui andrebbero citati tutti gli equivoci)
quellattenzione maniaca ad un proprio capello fuori posto (perch forse, su di me, tu
esisti come vento), non certo lacconciatura e
la pettinatura di un integro contegno, ligio e
fine. Al meglio noi non siamo che scomposti,
al meglio. Allora? Esce o non esce questo
caff? Questo brontolio del tempo oscuro che
viene a farsi presente caldamente, come una
stretta al polso durante una promessa mentre
tu lo versi, tanto caldamente come se qualcuno ci stringesse con calore promettente il polso, che un manico ulteriore della caffettiera, e noi lo versiamo nel giorno di una tazza e
ce lo beviamo, s ce lo beviamo, con poche
sorsate brevi, il tempo.
Pasquale Panella

OGGI Al nord cielo poco nuvoloso con


addensamenti locali sul settore occidentale. Nebbia in pianura. Cielo nuvoloso al centro e sulla Sardegna con piogge. Al sud e sulla Sicilia molto nuvoloso
con rovesci e temporali. Temperature in
lieve aumento.
DOMANI Cielo sereno al nord. Al centro e sulla Sardegna cielo nuvoloso con
precipitazioni locali. Coperto al sud e
sulla Sicilia. Temperature stazionarie.

IL FOGLIO QUOTIDIANO

MARTED 11 GENNAIO 2000

RISIKO DUEMILA

Musica

Dalla Cecenia alle Molucche, le polveriere di un mondo in guerra


Milano. Non stato lanno dellApocalisse
che prevedevano alcuni cultori di Nostradamus, tra Kosovo, Timor, Cecenia e guerre dimenticate varie, il 1999 stato comunque
sanguinosissimo. E lascia in eredit al Duemila molte questioni irrisolte ed esplosive.
In Europa, di fatto consumata la secessione del Kosovo, dalla ex Jugoslavia resta da
staccare solo il Montenegro. E il rischio di
massacro altissimo perch a differenza di
Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina e Kosovo (dove era stata una minoranza a insorgere contro i secessionisti) la decisione del
presidente Milo Djukanovic di separarsi formalmente dalla Federazione porterebbe a
una spaccatura a met della popolazione tra
indipendentisti e filoserbi. I soldati federali
sono presenti in forze, e i 10 mila uomini della polizia locale sembrano preparati a tutto.
Tra Medio Oriente e Caucaso, i progressi
della pace tra arabi e israeliani e le buone
prospettive della situazione curda aperte dal
processo di integrazione europea della Turchia sono controbilanciati dallo stallo nel
braccio di ferro tra anglo-americani e Iraq. Il
massacro ceceno insanguina una regione gi
sospesa tra mille conflitti ibernati o semiibernati: separatismo osseto e abkhazo contro la Georgia; separatismo daghestano; rivolte curde; conflitto armeno-azero. Ma forse
il segnale pi inquietante la ripresa di atti-

vismo internazionale dellIran, dopo la vittoria dei duri sui riformisti che ha seguito la
repressione dei moti studenteschi. Tra i segnali: lacquisto di tecnologia nucleare dalla
Cina e la ripresa di appoggio al terrorismo
segnalata dalla Cia.
NellAsia centromeridionale, larco di fermento islamico che si estende dalle guerre
civili tagika e afghana, dallinsurrezione uighur nel Sinkiang cinese e dalle faide etnicoconfessionali in Pakistan si incontra nel Kashmir con le rivolte separatiste che accendono lIndia a partire dal nord-est tribale,
con sanguinose appendici nellinsurrezione
tamil dello Sri Lanka e nelle guerriglie etniche della Birmania. Guerriglia a parte, nel
1999 il Kashmir stato uno dei due fronti al
mondo in cui si sono affrontati due eserciti
regolari, lindiano e il pakistano. Dopo che la
tensione aveva gi alimentato una duplice,
allarmante proliferazione nucleare. Ma unescalation drammatica iniziata quando il
coinvolgimento militare diretto ha innescato
in Pakistan un golpe contro un governo civile che ci stava ripensando. Il dirottamento
aereo di fine anno e la successiva strage in
un mercato sono segnali eloquenti.
Per lAsia Orientale, nel 1997 due giornalisti inglesi previdero per il 2000 una guerra
del millennio tra Cina e Vietnam per il controllo delle isole Paracel e Spratly. Nella

realt, il pericolo viene piuttosto dalle prossime elezioni a Taiwan, da cui a marzo potrebbe emergere una leadership favorevole
a lasciar cadere ogni ipotesi di riunificazione con la Cina. Dopo che per Pechino, con la
retrocessione di Hong Kong e Macao e il riconoscimento dei confini con la Russia, quella dellisola ribelle divenuta la nuova
priorit, per completare la riunficazione
della madrepatria. In vista della grande sfida, tutti i colpi sono ammessi. E se Pechino
ha creato una divisione informatica dellesercito che ha gi iniziato a sabotare sul web
i siti ufficiali di Taiwan, Taipei tratta per acquistare dalla Corea del Nord missili in grado di rispondere ad attacchi dal continente.
Anche in Indonesia, dopo la separazione
di Timor, restano altre Timor purulente
corrispondenti ai nomi da Irian Jaya, Aceh,
Molucche. Gli acehnesi, compatti contro
Giakarta, non promettono nulla di buono, e
lo stesso vale nelle Molucche, dove la popolazione divisa a met fra nativi cristiani e
immigrati musulmani.
Continua in Africa la pletora delle guerre
dimenticate: tra Etiopia ed Eritrea, laltro
conflitto tra eserciti regolari, e poi in Angola, Sierra Leone, Congo, Ruanda, Sudan,
Ciad, Senegal, Uganda, Algeria, Somalia E
se molte mostrano ormai inequivocabili segni di stanca e di esaurimento, la rivolta che

si di recente accesa nel Dito di Caprivi


contro il governo centrale della Namibia e
lultimissimo golpe nella stabilissima Costa dAvorio dimostrano come i movimenti
nel continente siano assolutamente imprevedibili. Macelli nuovi ci saranno certamente, ma non dato sapere dove.
Infine lAmerica, dove con la retrocessione di Panama la tensione sembra concentrarsi intorno a un Canale ormai praticamente indifeso, visto che Panama non ha pi
esercito dopo la caduta di Noriega. Annosa
la guerriglia in Colombia, che sconfina regolarmente verso Venezuela, Panama, Brasile,
Ecuador e Per, e per la quale si parla da
tempo della possibilit di un intervento diretto degli Stati Uniti. Ma un futuro con molte incognite si delinea con la presidenza del
populista Chvez in Venezuela, specie dopo
che la nuova Costituzione ha di fatto azzerato i regolamenti di confine con Colombia e
Guyana. E una grave crisi in corso, nel disinteresse mondiale, ha portato Honduras e Nicaragua a mobilitare i relativi eserciti. Una
mediazione Usa sta cercando di disinnescare la tensione, esplosa col trattato in cui
lHonduras ha delimitato i propri confini marittimi con la Colombia. Riconoscendo per
la sovranit di Bogot su San Andrs e Providencia, due isolette caraibiche che il Nicaragua si ostina invece a rivendicare.

PER UNA EPISTOLOGRAFIA ESOTERICA

Divagazioni proustiane di Paolo Isotta sulla musica e sulle giacche


del maestro Muti, sulla morte di Isolde e su certi teatrini dialogici
Signor direttore - Mi duole esser costretto
a chiedere nuova ospitalit, ma la mia lettera da Lei gentilmente pubblicata il 5 gennaio
corredata duna risposta assai affettuosa ma
non altrettanto ispirata al sic sic, non non,
se mi permette; e il titolo completa la cosa costruendo una falsa immagine di una storia
semplice. Ella ricorre allespediente sofistico
di contrapporre alle ragioni dellinterlocutore argomenti loro estranei e artatamente mescolati: sicch dai densi vapori che se ne generano il thema probandum addirittura
scompare. In poche righe, quale lezione professionale! Dal momento che attribuisco a
Lei e a pochi altri unintelligenza superiore
alla mia, non posso credere volontario il contenuto della risposta. Ella s divertita con ricordi di comuni conversazioni e pubblici
scambi epistolari, perdendo il filo. Mi consente di tentar di riafferrarlo?
Riparto dal fatto che il 29 dicembre scorso
appare nella prima pagina del Foglio un pesantissimo attacco al maestro Riccardo Muti.
La mia lettera viene intitolata: Paolo Isolde si
risente ancora per un attacco a Muti, e ci legna. Da quale parola della mia missiva pu
evincersi che io mi sia risentito, per giunta
ancora, per un attacco a Muti? Da quale
che io legni il mio quotidiano preferito? E
chi sono io, per scrivere una difesa dufficio
di un grande musicista? Se fossi cos cretino
da vergarla, questa difesa dufficio, la scriverei sul Corriere della Sera, luogo delle mie
obbligatorie prestazioni professionali, e non
di libere divagazioni quale per me il Foglio .
Sul Corriere, del quale non sono che un impiegato, esercito, finch san Gennaro vorr,
s, una difesa dufficio, o parte civile, ma dellaltrimenti inerme opera musicale, e la esercito erga omnes. Al Foglio scrivo per fatto
personale: larticolo de quo, mi scuso per la
ripetizione, si chiude cos: E di certe interpretazioni di Muti, persino in Italia, qualcuno disposto a scriverne davvero presto o tardi si trover. Sar un crescendo culturale totale. Ora, il maestro Muti , credo, il direttore dorchestra pi attaccato in Italia, non dItalia: sovente a giusto titolo, per le troppe e
sciocche interviste che rilascia, per il suo pessimo gusto nellabbigliamento. Strano per
che su questi temi non lo tocchi nessuno. Sulle interpretazioni lo toccano. Qui occorrerebbe un inciso affinch io finga di spiegare
a Lei che finge di non sapere che la cosiddetta critica musicale italiana recensisce positivamente o negativamente la prestazione dun
artista, specie dun direttore, in relazione al
tasso di pericolosit o di contenziosit dellartista medesimo. Il maestro Muti non ha
mai chiesto il licenziamento di alcun critico
musicale: tanto lui quanto, fra gli altri, il maestro Riccardo Chailly, il maestro Kurt Masur,
di fronte a mie severe censure hanno, con ci-

vilt che mi onora, personalmente voluto


chiarirmi la ratio delle scelte loro. Re perpensa, talora mi hanno convinto, talora no.
Altri colleghi o pianisti o registi o arredatrici
parlano direttamente coi superiori del critico, chiedendo sanzioni, ammonimenti, licenziamento.
Torniamo a Muti. Sul primo punto, le interviste, e su molti che concernono le sue interpretazioni musicali, lho, ripeto, spesso
censurato, motivando sempre la censura per
tabulas: sul secondo approfitto per farlo adesso, e mi riferisco in particolare alla ridicola
giacca chegli indossava al concerto di Capo-

danno a Vienna: una cos lho vista solo portata dallo sposo il giorno che il mio amico Totore o pizzaiuolo abbandon il celibato. Per
una persona di un minimo di rango esiste un
sol abito da cerimonia per la mattina o il pomeriggio, il tight: e, insisto, col gilet fumo di
Londra della giacca, non color tortora. E tuttavia quel concerto fu cos meravigliosamente diretto da portarmi alla commozione:
quanta melanconia nel Valzer di Strauss figlio, questa vecchia Europa sullorlo della catastrofe che si contempla con un sorriso di
commiato misteriosamente conscio E quanta finezza Muti possiede nello star sospeso su
di un filo senza cadere n di qua, nel pathos
apocalittico, n di l, nel banale degno in
ci di Clemens Krauss Sullo stesso filo danza periglioso proprio Johann Strauss, principe, nella vita, dellipocondria: forse lultimo
compositore della Storia ad appaiarsi a Mozart e Schubert e, talora, Brahms, nella sublime impossibilit di distinguere tra la musica
darte e la cosiddetta leggera: senza nulla togliere a Franz Lehar, carissimo al nostro
cuore. Per inciso: chi, se non questo povero
porcellino, ha rampognato la Scala per esser
venuta meno una volta di pi a un preciso dovere, ricordare, allestendola, i cinquantanni
dalla morte dellautore della Vedova allegra,
o almeno eseguendo in concerto sinfonico
Oro e argento, che sotto la modesta definizione di Valzer nasconde uno dei pi concisi, dei
pi bei Poemi Sinfonici del nostro secolo?
Divago, caro Direttore, ma da troppo tem-

po non si trascorre qualche oretta insieme, il


che delizioso anche quando Ella cattivo:
scriverLe surrogato unilaterale, teatrino
dialogico di un sedentario. Divago, e il processo dimostrativo diviene meno stringente.
D una stretta ai freni prima di riprendere a
ruota libera. Allora. Pu Ella mostrare che in
codesta famigerata lettera e, o, altre anteriori, mi sia io doluto di attacchi vostri al maestro Muti? Pu Ella sostenere che io del maestro Muti non sia al tempo stesso ammiratore
fervente e severo censore? Se, come affermo
io, dei vostri attacchi a lui mai mi sono doluto (risentito); se, come affermo io, le mende
da me anche severamente allillustre direttore addebitate sono numerose: larticolo de
quo si conclude con unaffermazione falsa.
Se, invece, di quelle ultime righe deve darsi
linterpretazione economico-giuridica da me
proposta collespediente di parificare il negozio giuridico del, si fa per dire, pensiero,
deve credersi che quanto scrive un taluno
non titolare di diritti soggettivi, io, sia nullo,
ossia inesistente; del pari vuole linterpretazione gogolian-borgesiana della prefata chiusa, non esistere io stesso. Questi significati
scaturienti dallaltra lettura dellipotesi sulla
quale la chiusa dellarticolo si fonda sono cos ovv da render la chiusa stessa, ripeto, pleonastica. O falsa o inutile, dunque: o tertium
datur, Direttore amabile?
E ora mi consentir, essendo la Sua pazienza verso di me pari al Suo peso fisico ed
etico, di dipanare quei fili che cos bene Ella
ha arruffati.
1 - La morte di Isotta. Non mi risentii,
comElla scrive, per il fatto che dal Foglio il
finale del Tristano di Wagner venisse, come
talora suole, cos definito, per timore che lomonimia al porcellino possa oggettivamente
tirar i piedi o indurre qualcuno che ancora
non laveva invocata a desiderare la mia (sua)
morte. In materia di jettatura, Ella sa, superiorem non recognosco, sia per i profondi studi da me a questa scienza dedicati sia per la
disposizione insita nel mio codice genetico:
porto per via paterna sangue del canonico
Antonino Schioppa, lAntidoto del quale (Napoli, 1830) tra le pietre miliari della dottrina. Lerrato annuncio della mia morte, o il di
lei desiderio covato o dichiarato da qualcuno,
lallontana. Prova ne sia che nel 1976, avendo
un soprano tedesco che interpretava il ruolo
di Isolda nel Tristano subto un fatale infarto,
il compiantissimo maestro Francesco Siciliani ne venne fatto avvertito da una telefonata
raccolta dalla rception del defunto htel
Continental di Milano: Isotta mort(a)o. Urge la sostituzione. Non ebbe dubbio, quel
Grande, trattarsi di me, dal momento che, in
materia musicale, tutti a Lui per ogni bisogna
si rivolgevano: pens il messaggio (hanno telefonato, sic il poco professionista concier-

ge) provenisse da Montanelli e significasse


urgente richiesta di altro critico musicale per
il giornale. Ne prov, il maestro, sincero dolore; non essendo, unica Sua lacuna culturale, esperto nella scienza della quale io sono
Dottore, non os, per laffetto che mi portava,
esternarmi laltrettanto sincera gioia per il
mio essere ancora tra i vivi. Seppi la cosa per
confessione estorta alla signora Ambra, la
moglie, e il tutto fin davanti a una bottiglia di
champagne. Protesto invece per motivi filologici. Il Tristan und Isolde opera tedesca, e
solo lignoranza ottocentesca della casa editrice Ricordi, la quale oggi invece il pi luminoso faro di cultura delluniverso e daltri
siti poteva adottare la pur tradizionale lezione Isotta, proveniente dallYseult della fonte
bretone, rispetto al naturale Isolda che saccorda prosodicamente con loriginale.
2 - A mort e subbito. Non sono capriccioso al punto da augurarmi la morte e al tempo
stesso offendermi se qualcuno me la desidera. Anche qui la filologica distinzione fa duopo: altro a morte subbito, altro a mort e
subbito: giusta Cesare che, in Svetonio, richiesto di quale morte fosse preferibile,
Quella che giunge inavvertita, rispose. Ho
detto, e lo ripeto, di aver al mirifico Santo richiesto tale grazia: tanto la considero preziosa che pur di averla accetterei volentieri anche a morte subbito.
3 - Leccelso musicologo. Arrossisco allimmeritato aggettivo; ma respingo un sostantivo
che pare arbitrario. Io professo la Storia della Musica, somma e sintesi di varie discipline; e faccio il critico musicale. Musicologia
scimmia italiana e anglosassone del tedesco Musikwissenschaft, Scienza della Musica, ma scimmia due volte, giacch passa
per la stazione intermedia di filologia. A
mio avviso un simile vocabolo vorrebbe dire
la Musica del Logos e credo che il solo abilitato a professare tale arte sarebbe stato Heidegger. Con la Sua morte, il discorso chiuso,
sebbene tra Trieste e Torino allignino personaggi disposti a tutto, compreso il credersi
Heidegger, o la somma di Goethe, Thomas
Mann e Christa Wolf.
4 - Il tenace successo. Il mio tenace successo lo prendo, da parte Sua che mi vuole
bene, siccome augurio. In punto di fatto consiste in uno stillicidio persecutorio subto dai
miei padroni e superiori affinch io venga licenziato o, come si dice, messo a disposizione: autori di esso direttori dorchestra, pianisti, intellettuali, finanzieri, arredatrici, tenutarie di salotti, tenutarie di salotti prestati A cinquantanni, davvero un bel bilancio.
Ma, come si dice da noi, Ges, mai peggio:
ossia, mi va male ma mi accontento, basta, Signore, che non peggioriate il mio stato.
Grazie, grazie, grazie
Paolo Isotta

NE GRAZIA NE GIUSTIZIA

Storia di Karzan, lirakeno malato respinto dalla nostra ambasciata


Roma. Karzan Othman irakeno, ed
gravemente malato. E affetto dal morbo di
perthes allanca sinistra, una patologia che
non pu essere curata in Irak dove le strutture sanitarie come dichiarato da organizzazioni umanitarie e dallo stesso Comitato
medico specializzato del ministero della Sanit irakeno versano in difficilissime condizioni. Per questo motivo, vorrebbe venire
in Italia, dove avrebbe la possibilit di essere assistito dai medici della divisione di
Ortopedia e Traumatologia dellOspedale di
Dolo (Venezia) e di essere ospitato, nel periodo necessario al trattamento, da un cittadino italiano, residente a Spinea. Le garanzie offerte dallOspedale di Dolo e dal cittadino italiano, tuttavia, non sono state ritenute sufficienti dallambasciata italiana di
Ankara, che ha rifiutato di concedere al signor Karzan il visto dingresso nel nostro
paese.
Di tale vicenda, il ministero degli Esteri
stato investito attraverso uninterrogazione presentata dalla senatrice Ersilia Salvato alla quale, finora, non stata data alcuna
risposta. Sembrerebbe, per, in base a
informazioni ufficiose, che siano due gli elementi che impediscono il rilascio del visto
dingresso. Innanzitutto, il mancato deposi-

to del 30 per cento delle spese mediche (da


effettuarsi prima della richiesta del visto,
con la promessa di pagamento dei restante
70 per cento), nonch le insufficienti garanzie circa lintenzione del signor Karzan di
rientrare nel suo paese di provenienza, una
volta conclusa la terapia. Linattendibilit
delle dichiarazioni rilasciate in questo senso dallinteressato sarebbe motivata dal fat-

to che lo stesso, tempo fa, aveva richiesto,


senza esito, il riconoscimento dello status
di rifugiato allAlto Commissariato per i Rifugiati di Ankara. Insomma, una versione,
neanche particolarmente creativa, del paradosso di Comma 22 ( pressa poco: Chi
pazzo pu chiedere di essere esonerato
dalla guerra, ma chi chiede di essere esonerato dalla guerra non pu essere pazzo).

PICCOLA POSTA

IL RIEMPITIVO

di Adriano Sofri

di Pietrangelo Buttafuoco

Raggiunto su un telefonino
ormai fuori tempo massimo,
mentre era in viaggio per Venezia su un treno, lautore della presente
rubrica dichiara: Vi autorizzo, anzi, vi
incito a scrivere che sono rincoglionito.
Ho letto tutta notte carte processuali e
sono partito in fretta e furia, dimenticando di redigere la piccola posta. A dir
la verit, ero addirittura persuaso che
oggi fosse domenica. Vi chiedo scusa.
Scrivete pure che sono rincoglionito,
purch sia chiaro che ne sono consapevole.

AGENZIA
DE CHIRICO.
Paolo Mauri, su Repubblica, dove tenutario
delle pagine culturali, ha alzato ieri il
suo ditino moralista contro certe pericolose iniziative di disgelo storiografico.
Ha tromboneggiato, infatti, contro Pierluigi Battista che non ha voluto neppure
citare, accusandolo di aver scritto per la
Stampa nientemeno che un articolo su
due libri che raccontano la storia del Msi.
Praticamente una volgarit. In realt era
una pagina molto bella, dove si poteva

Il mancato riconoscimento dello statuto di


rifugiato impedisce a Karzan di godere di
diritti, ottenuti i quali sembrano suggerire
le nostre autorit pi agevolmente potrebbe conseguire la qualifica di rifugiato:
ma senza la qualifica di rifugiato Karzan
non pu godere di quei diritti. Sono le aporie del diritto, bellezza!
Luigi Manconi
scoprire un gustoso episodio inedito,
quello di quando il Fuan, in cerca di un
nuovo simbolo, si permise il lusso di bocciare il bozzetto di Giorgio De Chirico,
giudicandolo passatista. Ma siccome
strana la vita, anche il sempre per noi assai caro Secolo dItalia, giorni fa ha pubblicato nelle pagine culturali un incredibile attacco a Pierluigi Battista dimostrando due cose: o di non avere capito
niente della recensione o di essersi adeguato al livello di Paolo Mauri (non so se
ci spieghiamo). Questultimo poi, uno
che se solo si ritrovasse delle pagine culturali disegnate da De Chirico in persona
le rifiuterebbe senzaltro giudicandole
avanguardiste.

Il sacro-minimale di Arvo Prt,


lennesima splendida Messiah
di Haendel. La Verdi di Milano
ARVO PRT - Alina - Vladimir Spivakov, violino; Sergei Bezrodny o Alexander Malter, pianoforte; Dietmar Schwalke, violoncello (Ecm)
Continua il miracolo di Arvo Prt, di questo compositore estone sessantaquattrenne
spesso non facile, spesso dedito a musiche
religiose che al primo ascolto sembrano dmod o fuori del tempo. Invece i suoi programmi riempiono le sale da concerto e le
chiese, e i dischi minacciano di entrare nelle hit parade, di solito monopolizzate da altri
generi. Evidentemente c in giro un grande
bisogno di semplicit, ancorch apparente,
di spiritualit e di musica inventata per sottrazione e levitante appena oltre il silenzio.
Come qui, dove ci sono tre sommesse e cullanti edizioni di uno stesso brano, Spiegel im
Spiegel, e due di Fr Alina intervallate fra
loro, eseguite per violino e pianoforte, pianoforte solo, violoncello e pianoforte, ancora
pianoforte solo, ancora violino e pianoforte.
Qui la religione (forse) non centra, ma c
sempre quella singolare capacit di riallacciarsi alle fonti primarie della musica, con lo
sguardo per di un compositore doggi. Un
pronostico? Questo disco dolcissimo si vender pi degli altri.
LUCIANO BERIO - Sequenzas - Luisa Castellani, soprano; Gabriele Cassone, tromba; Eliot
Fisk, chitarra; Teodoro Anzellotti, accordion;
Ensemble InterContemporain (3cd Deutsche
Grammophon)
La grande casa discografica tedesca celebra il suo centenario, che coincide con linvenzione del disco, lanciando sul mercato la
collana 20/21: un titolo che allude chiaramente al cambio del secolo, e quindi alla
contemporaneit musicale. Ma per ora non
c nulla che assomigli in qualche modo alla
serie dei long playing di Avantgarde, varata
trentanni fa e poi abbandonata dopo una
diecina di pezzi, che fotografava quasi in
tempo reale quello che succedeva nei settori di punta della musica europea (e non solo).
20/21 propone nomi ben collaudati e avanti
con gli anni come Andr Previn, come Mauricio Kagel, oppure, appunto, come Luciano
Berio e Pierre Boulez. Staremo a vedere. E
peraltro fondamentale che per la prima volta, in questo trittico, vengano raccolte tutte le
tredici Sequenze per strumento solo di Berio, in ordine cronologico. Sono composizioni che, nel volgere di quarantanni, offrono
un limpido panorama dellitinerario creativo dellautore. E gli interpreti sono perfetti.
GEORG FRIEDRICH HAENDEL - Messiah Barbara Schlick, Sandrine Piau, soprani; Andrea Scholl, alto; Mark Padmore, tenore;
Nathan Berg, basso. Les Arts Florissants, direttore William Christie (Harmonia Mundi)
Quante edizioni ci sono in circolazione del
Messiah? Una ventina, a occhio e croce, se si
contano soltanto i dischi reperibili con facilit. Ritorna quindi losservazione gi fatta
altre volte: questa ventunesima, chiamiamola cos, non era necessaria. Per splendida,
e si ascolta in souplesse con grande piacere.
Una nota rivista francese lha definita da
choc e ha fatto applicare un adesivo con questo giudizio sulla copertina. E da choc anche
il fatto che il box di due cd si venda a sole
19.000 lire, e quindi permetta di fare un figurone regalandolo.
PIERRE BOULEZ - Repons - Dialogue de
lombre double. Alain Damines, clarinetto; Ensemble InterContemporain, direttore Pierre
Boulez (Deutsche Grammophon)
Il discorso appena fatto pu essere ripetuto qui pari pari. Tuttavia, importante che
si renda disponibile una delle pi interessanti creazioni di Pierre Boulez, Repons, che
allude fin dal titolo a una struttura a domanda e risposta, nella quale i solisti si alternano col gruppo. Repons nata anche, osserva
Veniero Rizzardi, come opera in movimento che postula fin dalla dalla sua concezione
linsieme delle varianti, delle aggiunte, delle
scritture che si accumuleranno, rispecchiando soluzioni possibili a un unico plesso di
problemi compositivi. E lo stesso Boulez,
inoltre, a chiarire che la forma dellopera
rassomiglia a una spirale che ricorda quella
concepita da Frank Lloyd Wright per il Museo Guggenheim di New York. La qual cosa
sollecita una sorta di continua interferenza
fra i tempi di ascolto: Gli stessi dati acustici
ritornano, ma amplificati e modificati. Il cd
ospita anche una pregevole opera recente di
Boulez, il Dialogue de lombre double per
clarinetto (moltiplicato da sei diffusori).
ORCHESTRA SINFONICA VERDI di Milano
- Concerto con musiche di Arnold Schoenberg,
Wolfgang Amadeus Mozart, Paul Hindemith.
Direttore Leon Spierer
Lorchestra Verdi suona sempre meglio,
affiatata e compatta, e il pubblico affolla
con piacere il bellAuditorio milanese di via
Tomacelli, ristrutturato in un anno e mezzo,
prodigo di legni e finalmente di una buona acustica. Notevole la scelta dei programmi, i quali, sia presente o meno il direttore stabile Riccardo Chailly, cercano di
evitare il gi ascoltato. In questo caso, alla
successiva Verklaerte Nacht op. 4 di
Schoenberg ha fatto seguito un delizioso intermezzo distensivo con Eine Kleine Nachtmusik di Mozart e una robusta conclusione
con le Metaformosi Sinfoniche di Hindemith su temi di Carl Maria von Weber. Speciali consensi ha meritato la Verklaerte Nacht che nella versione per orchestra darchi
(loriginale per sestetto) accentua gli echi
wagneriani, e si arricchisce di colori e di
timbri che accompagnano pi efficacemente il ritrovarsi dei due amanti della poesia
di Richard Dehmel. Attenta la direzione di
Leon Spierer, sebbene si fosse riservato anche il ruolo di violino solista. I bis sono stati dedicati a Johann Strauss, figlio e padre:
il valzer An der schoenen blauen Donau e
la Radetzky Marsch hanno divertito gli spettatori che hanno accompagnato la Marcia,
come si usa a Vienna per Capodanno, col
battito delle mani. Ma l vanno a tempo, a
Milano no.

ANNO V NUMERO 8 - PAG 3

EDITORIALI
I perdoni imperdonabili del Papa
A

mano a mano che si chiarisce il disegno teologico e spirituale del Giubileo, insieme ai consensi si fanno sentire le punte della polemica. Il tema del
pontificato pi lungo del secolo stato
quello della riconciliazione della Chiesa
con il mondo moderno. In questa prospettiva non c un acquietamento dei
contrasti con le concezioni materialistiche (comuniste, in primo luogo, ma anche turbocapitalistiche), ma la ricerca di
un dialogo esistenziale con luomo moderno. Latto della riconciliazione giubilare si esprime in un duplice perdono,
quello che la Chiesa concede ai peccatori in forme straordinarie e quello che la
Chiesa chiede per i suoi errori. Ma questi perdoni segnalano i territori di confine del magistero wojtiliano. Da una parte, che in politica si direbbe di sinistra,
con i cattolici pi influenzati dal pensiero luterano, che condanna non tanto il
commercio delle indulgenze, che fu
lorigine dello scisma del XVI secolo,
quanto la potest della Chiesa di perdonare in nome di Dio. Dallaltra, con i settori pi ortodossi che non vedono perch
la Chiesa trionfante e infallibile dovrebbe umiliarsi a chiedere perdono per errori puramente umani, che non intaccano affatto la sua verit e la cui confessione quindi rappresenterebbe una specie
di cedimento allo spirito dei tempi,
non necessario e persino pericoloso.
Si tratta naturalmente di una lettura
delle tensioni ecclesiali fatta su schemi

secolari e in quanto tale parziale, ma in


qualche modo giustificata dal carattere
di un pontificato che stato giudicato,
insieme, fra i pi mistici e fra i pi secolari, per non dire politici, della recente storia della Chiesa. Se il Papa, come
si dice, pronuncer nel giorno delle ceneri unomelia del grande perdono, in
cui unir lumilt del penitente che confessa i suoi peccati alla forza spirituale
del capo di una Chiesa capace di rimettere i peccati altrui in nome di Dio, metter i suoi critici di fronte a un atto di tale solennit da costituire una pietra di
paragone per i fedeli. E dunque comprensibile che nellattesa o nel timore di
quellatto simbolico, si sviluppino discussioni e conflitti che inevitabilmente
finiscono con il riguardare la stessa essenza del magistero del Papa. I sintomi
ormai sono molti, dallesigenza di maggiore collegialit nella direzione della
Chiesa espressa dal cardinale di Milano
alle riflessioni sulla possibilit di dimissioni del Papa attribuite a quello di
Magonza, fino alle riserve dei conservatori sulla posizione autocritica assunta
sulla questione ebraica. Osservazioni e
obiezioni che, al di l del loro contenuto talora opposto, sottolineano la novit
e il carisma teorico del messaggio papale. Rivestito della forma pi tradizionale, fino allassunzione di rigidit controriformiste, il linguaggio di Giovanni Paolo II riguarda, tecnicamente, il futuro
eventuale del mondo moderno.

Il patto sociale postrenano


L

a mediazione fra i sindacati e la


Confindustria tedesca una carta
che il cancelliere Gerhard Schroeder
giocher, alla sua maniera ondivaga e
pur innovativa, sul fronte moderato e a
sinistra nelle elezioni dello Schleswig
Holstein e della Nord Renania-Westfalia. I sindacati ritirano la loro richiesta
di riduzione da 65 a 60 anni dellet
pensionabile, sostenuta dallala Spd di
Oskar Lafontaine e in cambio ottengono
dagli imprenditori promesse di flessibilit aziendale, consistenti in prepensionamenti e passaggi al part time di lavoratori anziani, cumulabile in certi casi
con la pensione. Ma qui ci vorr forse
una modifica legislativa. La crescita dei
salari non sar fissata su un tasso programmato di inflazione, si commisurer
alla produttivit. Questa intesa - che si
presta a diverse interpretazioni, tant
vero che la Ig-Metall lha gi denunciata - dovrebbe comportare laggancio dei
salari allaumento di produttivit delle
singole imprese. Dieter Hundt, il combattivo capo della Confindustria tedesca, esprime soddisfazione per il modo
nuovo di affrontare il negoziato retributivo federale. Gli piace lidea di legare i salari alla produttivit aziendale e
non allinflazione programmata su cui

era tradizionalmente regolata, perch


questo, che era il cuore della concertazione renana, dopo leuro non pi
una faccenda nazionale ma europea, su
cui non serve discutere a Berlino. Legame con la produttivit, prepensionamenti e part time per gli anziani, potrebbero aiutare a gestire le riduzioni
di occupazione, conseguenti alle massicce riorganizzazioni societarie in cui
lindustria e la finanza tedesca si impegneranno, grazie agli sgravi fiscali promessi da Schroeder. I sindacati accettano (o meglio non ostacolano pi apertamente) queste riforme tributarie e aderiscono a una concertazione innovativa,
che accresce la flessibilit e aumenta il
ruolo degli accordi aziendali e locali, rispetto a quelli centrali. Cos garantiranno una buona crescita retributiva allaristocrazia operaia e spazi occupazionali ai giovani. Schroeder pu presentare un accordo che d luce verde
ad ambiziosi progetti imprenditoriali e
ai benefici fiscali collegati e non svuota
n imbalsama la concertazione renana,
consentendo alla sinistra di presentarsi con una sua terza via. Non si sa se
tutto ci funzioner davvero. Ma ci si
mette una certa ventata di immaginazione.

Il trionfo del mercato on line


I

l colosso editoriale Time Warner e il


principale fornitore di accesso a Internet, America on line, si sono fusi alla
pari. Il fatto che una societ nata da appena 15 anni, forte dei suoi 20 milioni di
abbonati ma soprattutto delleccezionale fiducia che riscuote fra gli investitori,
si unisca con una delle pi antiche e
blasonate societ di comunicazione
(che controlla oltre a prestigiose testate
e case cinematografiche, una rete cablata con 14 milioni di clienti) la dimostrazione che un capitalismo che crede nel futuro pu permettersi operazioni che testimoniano di una straordinaria inventiva strategica. Insomma il circuito fra innovazione e capitali, tanto
rugginoso da noi, sembra invece bene
oliato al di l dellAtlantico.
Laltro aspetto rilevante della fusione
annunciata ieri lintegrazione ormai
pressoch completa fra filiere industriali dellinformazione di origini diverse. Cos si forma una massa critica
formata in primo luogo dagli utenti, cui
saranno proposti servizi integrati che si
svilupperanno utilizzando le diverse
tecnologie in modo sinergico. Non dif-

ficile pronosticare che lesistenza di una


nuova societ con questa concentrazione di capacit innovative, sostenuta da
un afflusso consistente di risparmio attraverso un circuito finanziario virtuoso, produrr un salto di qualit nel mercato on line. Altri soggetti entreranno in
competizione a un nuovo livello e i vantaggi saranno per i consumatori, visto
che lautorit antitrust sembra decisa a
evitare, anche in questi settori innovativi, il formarsi di posizioni di vantaggio
monopolistico, come dimostra la vicenda della Microsoft di Bill Gates. E questa, nonostante qualche riserva giustificata, una risposta industriale piuttosto
convincente agli scettici che vedono
nella crescita dei titoli informatici solo
una bolla speculativa e non la prova
della capacit degli investitori di sviluppare vere imprese. Dalle nostre parti, dove linnovazione, pure sostenuta
dal mercato, sconta il peso di un sistema burocratico e amministrativo opprimente, difficile pensare a qualcosa di
simile. A riprova del fatto che lEuropa
rischia di trasformarsi da vecchio continente in continente vecchio.

IL FOGLIO QUOTIDIANO

MARTED 11 GENNAIO 2000

La pip di Assad e il melting pot mal riuscito di Damasco


Damasco. Sulle reali condizioni di salute
del presidente Hafez el Assad probabilmente ne sanno di pi gli agenti del Mossad che
ne hanno trafugato le urine, come ha raccontato il Sunday Times, che non i siriani. Anche
se non c bisogno di essere spie internazionali per sapere che il 72enne leone di Damasco, al potere dal 1971, non gode di buona salute. Anzi, a giudicare dalle gigantografie che tappezzano ogni angolo di strada in Siria, si direbbe che i giochi per la sua successione siano gi stati fatti. Accanto alla figura
del padre Hafez, infatti, campeggiano regolarmente i ritratti dei due figli: il deceduto
Basil (lesempio da seguire) e Bashar, lerede
scovato per il futuro. Come outsider temibile
ci sarebbe invece Rifaat Assad, il fratello del
presidente, in esilio dal 1985. Ma questultimo
monopolio esclusivo della stampa estera.
La situazione non per cos semplice;
nemmeno la censura interna riesce a coprire
del tutto il rumore delle lotte di potere che si
consumano nei corridoi delle tante burocrazie centrali e periferiche e, ancor pi, tra
membri del ristretto clan presidenziale. Tan-

tomeno la propaganda riesce a nascondere


che la realt del paese segreta ma non pacificata. Basta girare per le strade. Laspetto
austero dei funzionari del regime baasista
(uomini in giacca e cravatta e donne senza velo) stride a contatto con una popolazione a
maggioranza sunnita poco incline alla liberalizzazione dei costumi. Sulle rive dellEufrate, a Deir az Zur, dove zampilla loro nero
siriano, un giovane impiegato dei vicini pozzi
petroliferi, tra una canzone dei Back Street
Boys e una citazione di Titanic, invita gli occidentali a non pronunciare la parola Salaam come saluto: Un non musulmano per
dire buongiorno meglio che usi marhawa,
perch Salaam uno dei nomi di Allah. E
sono molti i siriani che salutano con
marhawa, la comunit cristiana infatti
particolarmente numerosa.
Anche nel nord-est del paese, nella regione
di Hasake schiacciata tra Turchia e Iraq, c
una folta comunit cristiana, composta soprattutto da armeni. Ma i pi numerosi qui sono i curdi sunniti, mentre gli arabi sono una
minoranza. E normale per la gente di queste

zone dominare senza problemi il turco, il curdo, larabo e larmeno. La vicinanza di confini
caldi sembra favorire il commercio, il via vai
di mercanzie non si ferma mai e appare pi
attivo che a Damasco: a fare la fortuna del luogo loreficeria. Una manciata di chilometri
pi a nord, a Ras al Ain (sulla linea di confine
con la Turchia) un ginecologo cattolico siriaco con la sala dattesa piena di donne col chador dice senza mezzi termini che il potere
economico qui dei cristiani: Noi ci sappiamo fare, non siamo arretrati come gli altri.
Ma di differenze religiose non vuole parlare e
appena sente la parola sunniti cambia discorso, indicando linfermiera curda con aria
sospettosa: Lei dei loro.
Gli equilibri dellattuale potere in Siria
sembrano reggersi su un patto tra alauiti il
gruppo di appartenenza del presidente Assad e di una buona fetta delllite siriana e
cristiani, dal quale i sunniti sono esclusi. Lo
spiega un prete, che nella cattedrale maronita di Aleppo difende gli aluiti senza troppi giri di parole: Devo dire che grazie a loro e a
questo governo noi cristiani godiamo di

grande libert, possiamo addirittura fare le


processioni per le vie di Aleppo. Aggiunge:
Gli alauiti sono detestati dai sunniti perch
li considerano eretici, ma la religione si mescola alleconomia.
Un delicato equilibrio politico che appare
sempre pi in forse: Cristiani e alauiti sono
molto amici, si aiuteranno sempre in questo
paese, dice un giovane alauita della regione
di Latakia, terra di origine del presidente. Ma
i sunniti non sono cos convinti che lidillio
durer. Nei viali dellantica Aleppo, tra vecchie Ford, Mercedes degli anni 50 e 60 e pickup coreani, una guida turistica si sbottona un
po, lasciando trapelare il malcontento dei
sunniti: Il nostro presidente ha conquistato
il potere in un modo alquanto scorretto: il futuro tutto da vedere. Il problema, dice,
soprattutto la corruzione. Ma spiega anche
che un siriano medio, alle prese con impicci
di diritto civile, preferisce rivolgersi al cadi
(il giudice coranico) piuttosto che ai tribunali ordinari: il regime di Damasco ha scommesso pi sullautorit civile che su quella
religiosa, ma ha fatto un buco nellacqua.

Congresso rosso in casa Fiat, cronaca e storia di un odio-amore


VELTRONI E DALEMA SU SPONDE OPPOSTE NEI RAPPORTI CON GLI AGNELLI. CHE NEL VECCHIO PCI ERANO BRUSCHI MA CHIARI
Torino. La Fiat sar inevitabilmente presente, nel primo congresso dei Ds che si apre
gioved a Torino. Il gruppo torinese lospite,
il padrone di casa, perch le assise si svolgono nella grande fabbrica dismessa del Lingotto; ma stato anche lavversario, a volte
lincubo e poi linterlocutore obbligato, raramente il partner, di tanta parte della storia
del Pci. Visti i tempi, il congresso terr obbligatoriamente conto della necessit di avere
buoni rapporti con i padroni di casa. Non
senza una punta di preoccupazione, perch
negli ambienti dei Ds torinesi, spiega il deputato Sergio Chiamparino, si teme che un'atmosfera alla Buddenbrook avvolga ormai la
dinastia: Affidata la Fiat a Paolo Fresco, con
il compito evidente di trovare un compratore,
non chiaro oggi quale possa essere il futuro
del gruppo. La famiglia fuori dalle grandi
privatizzazioni industriali ed stata costretta
a una lunga serie di striminziti pareggi nella
battaglia delle concentrazioni bancarie e assicurative. Il gruppo sembra pericolosamente arroccato su se stesso.
Gli striminziti pareggi
In verit, sono proprio gli striminziti pareggi di cui parla Chiamparino a chiamare
in causa il rapporto tra la Fiat e i Ds: perch
stata anche la politica a codeterminare lo
zero a zero di casa Agnelli. Solo che in questa
politica i diessini hanno giocato in entrambe
le squadre, sia contro che a favore. Una data
simboleggia per tutte questo sdoppiamento.
Il 6 settembre scorso, il segretario Veltroni
plaude allintervento dellavvocato Agnelli al
Forum di Cernobbio, in cui il presidente onorario della Fiat presenta il conto dei fronti su
cui il governo fa restare indietro lItalia in
termini di competitivit internazionale. Lo
stesso giorno, il presidente del Consiglio DAlema esterna la sua ammirazione per il
grande vecchio della finanza italiana, Enrico
Cuccia. Dopo un anno in cui Mediobanca e
Fiat si sono affrontate in tre battaglie che trovano un precedente storico solo nello scontro
che nel primo dopoguerra vide la Fiat contrapposta al gruppo Ansaldo-Banca di sconto.
Solo che allora la Fiat vinse, mentre nel 1999
la Fiat perde e Mediobanca vince. Con DAlema a fianco di Mediobanca, e Veltroni sempre pi favorevole allavvocato Agnelli e alla
Ifi-Ifil di suo fratello Umberto. E anche per
questo che Veltroni ha scelto di celebrare il
congresso a Torino, dopo che a fine estate
DAlema nel suo intervento alla Festa dellUnit non aveva fatto mistero dei dissensi
espliciti con gli Agnelli. Questo sdoppiamento di linea non ha precedenti nella storia
dei rapporti tra Fiat e Pci. Tanto che a Napoleone Colajanni scappa di dire, il 7 ottobre
scorso: Noi nel 1980, ai tempi del comizio di
Berlinguer davanti ai cancelli della Fiat, avevamo chiaro il terreno politico da salvaguardare, salvare la produttivit dellazienda e i
posti di lavoro. Ma oggi? Mi sembra che si privilegino i rapporti epidermici di potere.
In effetti, molta acqua passata dal sogno
gramsciano di fare proprio degli stabilimenti torinesi la culla dellordinovismo in Italia.
E non c pi traccia di quella sanguigna contrapposizione di classe che port, nei giorni
della Liberazione, un gruppo di partigiani coi dice che la miglior prosa di Gabriele
S
dAnnunzio sia contenuta nelle Lettere damore a Barbara Leoni, raccolte nel
1954 dalla casa editrice Sansoni e selezionate da un corpus di oltre mille manoscritti. Se si pensa poi che stralci dellepistolario vennero pubblicati da diverse riviste mentre il Vate era ancora in vita, senza che avesse mai a dolersene o protestare, si pu capire quanto dAnnunzio considerasse la sua corrispondenza come parte
integrante della propria opera e della propria immagine. Non c infatti frase, per
quanto personale e intima, che risulti trasandata, pur nella rapidit di un messaggio scritto con il lapis. Eppoi lepistolario
un documento-specchio intrigante per
capire un carattere e una storia dartista.
La raccolta di lettere ai fratelli Treves,
titolari dellomonima casa editrice che,
dal 1868 fino al fascismo, fu il motore e il
simbolo del mercato librario italiano, non
delude le attese. Non solo perch emergono i consueti e sfiziosi frammenti biografici del dAnnunzio pi intimo (la cura per
le figlie illegittime, il turbinio di gonnelle
con le quali ritirarsi in conclave). La
corrispondenza tra il divino Gabriel e il
sor Emilio, il vecchio e geniale patriarca di casa Treves, infatti una lunghissima partita a scacchi. Si affrontano senza
esclusione di colpi il primo editore italiano moderno e il primo scrittore italiano
che, anzich frignare sulla tirannia della
legge economica, si dimostra consapevole

munisti a entrare mitra alla mano nellufficio


dellingegner Vittorio Valletta, padrone-delegato dellindustria dellauto, e a sequestrarlo.
Stessa scena, senza mitra, tre anni dopo, allindomani dellattentato contro Palmiro Togliatti nel luglio 48. Un gruppo di operai sequestra di nuovo Vittorio Valletta nel suo ufficio, mentre altri tentano loccupazione della fabbrica. Valletta, durissimo, questa volta

ni a impostare una svolta nei rapporti con i


sindacati e la sinistra. Gli incidenti del 3 luglio 69 tra polizia e operai Fiat, che scioperano a gatto selvaggio da un mese, sconvolgono tutto il quartiere di Mirafiori. La Fiat licenzia duecento operai ma subito Vittorio
Foa, segretario aggiunto della Cgil, capisce il
significato nuovo delliniziativa. Non assolutamente una mossa alla Valletta; la Fiat

Il partito dei reparti confino fa il congresso in una citt difficile per il


premier. Quando i comunisti sequestrarono Valletta. La ripresa sindacale
e la cogestione della lotta al terrorismo. Ma i temi doggi sono diversi:
cordate finanziarie armate, e il compagno Cuccia sullo sfondo
replica: Poi vi licenzio tutti. E di parola.
Nellaula di tribunale, il presidente della
Fiat fa finta di non riconoscerli. Ma subito dopo li licenzia in tronco. Il messaggio chiaro:
dentro le mura della fabbrica lo Stato non
centra, la Fiat applica la sua legge, da sola.
Per tutti gli anni Cinquanta la legge della
Fiat di Valletta semplice: i sindacalisti che

non subiscono la volont aziendale vanno


combattuti. Non meno di cinquemila militanti della Cgil, della Cisl, socialisti e comunisti sono licenziati per ragioni politiche. Valletta intanto favorisce lattivit di nuovi sindacati aziendali gialli. Nel 62, un corteo di
operai della Fiat Spa Stura e Spa Centro si
scontra duramente con la Celere in piazza
Statuto per alcune ore (viene assaltata anche
la sede della Uil, considerata gialla). E il
primo episodio di una dinamica che proseguir in tutti gli anni Sessanta: lo sradicamento delle organizzazioni sindacali non collaborazioniste, operato da Valletta, favorisce
grandi esplosioni di lotta spontanee che la sinistra ufficiale deve rincorrere e recuperare.
Ma la Fiat decide in quegli anni anche di giocare contestualmente la carta della distensione internazionale, con la joint venture che
d vita alla grande fabbrica di Togliattigrad
in Urss: n il Pci torinese n Botteghe oscure,
per, fungono da intermediari.
Nel 66 Gianni Agnelli succede a Vittorio
Valletta alla presidenza della Fiat; tre anni
dopo lautunno caldo costringe Corso Marco-

LIBRI
Gabriele dAnnunzio
LETTERE AI FRATELLI TREVES
838 pp. Garzanti, Lire 49.000
del proprio valore al borsino degli autori
e delle regole ferree della moderna industria culturale.
Il primo abboccamento tra i due, avvenuto nel 1885 (auspice la scrittrice Matilde
Serao), si era chiuso burrascosamente.
Troppo esoso e borioso lancor sconosciuto scrittorello, con cui Treves interrompe
le trasmissioni accomiatandosi con un vedo che con lei i rapporti sarebbero troppo
difficili... Le rimando quindi le sue novelle. Fu la pubblicazione del Piacere a
riattivare i contatti tra dAnnunzio e la
trib meneghina, rapporti che, tra alti e
bassi, proseguiranno fino al 1932, in mezzo
a dichiarazioni di stima e imperituro amore e battibecchi finanziari.
Tu avevi stabilito di darmi cinquemilalire per questo volume attesissimo. Limpormi di consegnare fin lultima riga per
averle triste cosa (16 dicembre 1911) si
lamenta il poeta, cui Treves, conscio dellimportanza, colonna della casa editrice e

cerca e trova un terreno su cui Cgil, Cisl e Uil


possano recuperare un ruolo di mediazione e
di consenso. Un raggiante Gianni Agnelli pu
cos apparire in televisione a fianco del ministro del Lavoro Donat Cattin nel momento in
cui firma laccordo per il rientro in fabbrica
dei licenziati. Mentre la Fiom-Fim-Uilm si radica in fabbrica con le nuove strutture dei delegati, la Fiat di Gianni Agnelli costruisce e
articola un complesso rapporto politico con
lintero mondo sindacale. Di qui la scoperta
per il Pci dellAgnelli buono che, diventato
presidente di Confindustria nel 74, apre il
terreno per unintesa a tutto campo con il sindacato.Ne sortir nel 75 laccordo tra Agnelli e Luciano Lama sul punto unico di contingenza, padre dellinflazione a due cifre di cui
Craxi verr a capo vincendo nell85 il referendum sulla scala mobile, in scontro frontale con Pci e Cgil comunista. Ma gli Agnelli restano i buoni; sia Gianni che Umberto, associato come vice amministratore delegato a
Carlo De Benedetti, che durer solo cento
giorni prima di sbattere la porta, e a Romiti
che grazie a Cuccia sar invece il vincente fino a due anni fa, e che sempre pi sar invece agli occhi di Botteghe Oscure il cattivo.
Sono anche gli anni della lotta al terrorismo. Nella Torino insanguinata, si crea unasse tra magistrati come Gian Carlo Caselli e
Luciano Violante, dirigenti locali e nazionali
del Pci e del sindacato, e i vertici della Fiat.
Nel 79 lazienda licenzia 61 operai ed evidente a molti che i nominativi non sono frutto solo dindagini aziendali. E un rapporto,
quello con il Pci di Ugo Pecchioli tanto intenso quanto limitato al drammatico obiettivo
contingente, per il resto ognuno gioca la sua
parte. Lo si capisce nellautunno dell80. Il Pci
di Berlinguer in crisi strategica dopo il fallimento dei governi dunit nazionale; la Fiat,
da parte sua, entrata in pieno in una fase di
profonda ristrutturazione sotto la guida di Cesare Romiti. Al culmine di queste tensioni
Berlinguer tiene un comizio davanti alla fabbrica e porta il consenso del Pci anche alloccupazione dello stabilimento. Grave errore: la
marcia dei 40 mila dirigenti, capi e impiegati
della Fiat guidata da Luigi Arisio consegna la
centralit operaia alla naftalina.
E si volta pagina. Il nuovo segretario torinese del Pci, Piero Fassino sviluppa una fase
che dura a tuttoggi di rapporti istituzionali
con lazienda. Il partito si fa carico di una funzione metasindacale per appianare le aspein fondo in fondo affascinato dalle mani
bucate dellamico, non pu che cedere:
Tu sei chiamato lImaginifico; devi chiamarti lIncantatore. Tu incanti le donne, e
ci che pi difficile incanti i mercanti
(21 dicembre 1911).
Lepistolario non per solo un lungo
elenco di trattative e maneggi sui diritti
dautore. Potentemente emerge lestro
promozionale di dAnnunzio. Le lettere
documentano come il poeta avesse compreso alla perfezione i meccanismi della
pubblicit commerciale e, sin dagli esordi, si dimostrasse capace di piegarli al servizio della propria fama, arrivando con
lintuizione a superare lesperienza dei
suoi editori. Non mancano le peraltro prevedibili testimonianze damore per loggetto libro: Gabriele un instancabile correttore delle sue bozze e un tiranno per i
traduttori. Al duro lavoro redazionale unisce una cura maniacale per i caratteri, le
carte, i fregi, le scelte dimpaginazione e
perfino la larghezza dei margini.
Cos, dovendo approntare unedizione
economica delle Laudi, (giugno 1903),
scrive preoccupatissimo a Pepi Treves dettando le sue condizioni. Impone carta cilindrata giallognola, magari nel solito formato, giacch la colonna stretta e il margine potr esser largo, ammonisce sulla
scelta dei caratteri, arriva a dichiarare
che doner la copertina: Io vorrei dimostrarti che si pu con poco dare un certo stile a un libro commerciabile.

rit dei difficili accordi contrattuali. Il Pci torinese di Fassino si schiera apertamente a favore dellacquisto da parte della Fiat dellAlfa Romeo, dismessa dallIri, in posizione di
scontro frontale col Pci milanese, nettamente contrario. Nell83, per, il sindaco Diego
Novelli, decide una mossa che spiazza tutti.
Mentre Craxi tenta di imporsi come interlocutore obbligato per lo sdoganamento di un
partito ancora prigioniero del fattore K, il
sindaco di Torino denuncia alla magistratura
traffici illegali che fanno capo al faccendiere
Adriano Zampini. Un colpo sotto la cintura al
Psi locale e nazionale, coinvolto nello scandalo. Per anche assessori comunisti finiscono scabrosamente nellinchiesta, per affari
poco chiari che coinvolgono anche il mondo
Fiat. Novelli viene portato in palmo di mano in pubblico, ma sconfessato in privato
con la decisione di non inserirlo nella direzione del Pci (gli preferito il giovane Fassino). Con Viale Marconi gelo per anni.
Lidillio con Castellani
Passata lera del pentapartito e della crisi
comunista a cavallo della caduta del Muro,
Corso Marconi si schierer, nel 93 contro
Diego Novelli che per Rifondazione Comunista corre a sindaco della citt. Lappoggio andr a Valentino Castellani, sostenuto dal Pds
e alleati. La Giunta Castellani non deluder
la Fiat. Mentre chiudono la fabbrica del Lingotto, la Spa Stura e la Spa Centro, restano
Mirafiori e Rivalta, la Giunta non si oppone
alla complessa operazione immobiliare che
trasforma gli spazi del Lingotto in un centro
congressi e multimediale.
Il resto storia dellultimo anno. E dello
sdoppiamento di linea da cui siamo partiti. Perch quando Massimo DAlema schiera
apertamente Palazzo Chigi a favore della scalata di Telecom da parte dellOlivetti di Colaninno, contro lorsignori che con lo 0,6% pretendono di controllare le aziende, Gianni e
Umberto Agnelli prima credono di poterlo
sedurre con le lusinghe. Che, in due incontri
personali con il premier, non sortiscono alcun effetto. Poi devono arrendersi: Enrico
Cuccia si vendica dellestromissione di Romiti affondando, anche grazie alla merchant
bank di Palazzo Chigi, tre colpi uno pi sanguinoso dellaltro nelle ambizioni della galassia Fiat-Ifil. Che perde Telecom, non conquista Banca di Roma, e assiste impotente alla vittoria di Via Filodrammatici su Generali-Ina. I veltroniani restano e sono pi che
mai perplessi. Lanfranco Turci, che pi volte
ha levato critiche contro le scelte di Bersani
e Bassanini nel DAlema-uno, nel DAlema
bis stato premiato da Veltroni col sottosegretariato allIndustria, da cui Bersani stato allontanato. Oggi il ritorno degli uomini di
Prodi, Micheli a Palazzo Chigi e Letta allIndustria, fa pensare ai fratelli Agnelli che il futuro prossimo sar men duro. Ma DAlema
sempre a Palazzo Chigi: e non detto che le
prossime scelte su Aeroporti e Grandi stazioni, in via di privatizzazione, non saranno di
nuovo sgradite ai signori di Torino. Comunque compiaciuti, si dice, di aver celebrato il
centenario della Fiat registrando da Botteghe Oscure un soccorso rosso che fa giustizia di ottantanni di antagonismo.

50 ANNI FA
11 GENNAIO 1950
Sei operai uccisi a Modena dalla polizia nel
corso di violenti scontri con i lavoratori che
manifestano contro la disoccupazione. E
uno degli episodi pi cruenti nella storia
travagliata dei contrasti sociali e politici di
tutto il dopoguerra. Gli scontri, che provocano anche una cinquantina di feriti, alcuni dei quali gravissimi, avvengono il 9 gennaio alle Fonderie Orsi. Dopo un mese di
chiusura, lo stabilimento doveva riaprire
ma i contrasti tra propriet e Camera del lavoro apparivano insanabili al punto che la
Cgil aveva organizzato per protesta loccupazione di tutte le fabbriche di Modena. La
tensione, latente da giorni e alimentata anche dalle informazioni diffuse dalla polizia
sulla scoperta di arsenali clandestini di armi in tutta la provincia, era palpabile. Accerchiati e temendo di essere aggrediti dai
dimostranti, che si avvicinano minacciosi
alla fabbrica per occuparla, i poliziotti di
guardia si spaventano e aprono il fuoco.
Il ministro dellInterno, Mario Scelba, di
cui le sinistre chiedono a gran voce le dimissioni, replica inflessibile che lo Stato
non pu ammettere passivamente loccupazione delle fabbriche. E il presidente del
Consiglio, Alcide De Gasperi viene spregiativamente soprannominato dalla stampa
socialcomunista il presidente di Modena.

ANNO V NUMERO 8 - PAG 4

IL FOGLIO QUOTIDIANO

MARTED 11 GENNAIO 2000

Luomo di Sloterdijk sta in banca, in Danimarca, nel seme con gli occhi blu
Signor direttore - Il presidente Prodi assicura di avere annotato sul suo diario: 7 ottobre
colloquio con Cossiga. Evito tutti gli argomenti di politica italiana di corto respiro e, con stile, allo stesso modo si comporta Cossiga.
Escluso, quindi, che egli abbia parlato dei candidati da lui graditi a Palazzo Chigi. Tratterebbesi di argomenti di corto respiro, quisquiglie.
Cossiga ha mentito e DAlema potr dormire su
due guanciali. Ceppaloni, piuttosto, sar davvero una piccola Svizzera come dicono alcuni,
oppure una mezza ciofeca, come ne ridono altri? Mica semplice. E su argomenti cos che dallo studio di Prodi, nella piovosa Bruxelles, partono quei respironi ampi, belli, lunghi, destinati alla politica profonda della Patria lontana.
Andrea Marcenaro

Signor direttore - Larticolo di Marina Valensise su Sloterdijk e sulle sue tesi in merito alle
regole per il parco uomini ripropone il tema
della vivace discussione tra Socci e Merlo: ci sono dei limiti, e di che natura, alla produzione
artificiale di esseri umani? Non ho competenze per disquisire sui problemi teologici, etici o
genetici, ma ho una propensione che deriva
dalla tradizione per quella che si potrebbe definire una produzione naturale in regime di libert (ossia quando lo scambio avviene senza
coercizione), e provo grande compassione per
quella che un tempo si chiamava linfanzia abbandonata. Mi chiedo tuttavia se i fautori della produzione artificiale di esseri umani, oltre
a riconoscere ai genitori (sia legali, sia naturali) il diritto a soddisfare il proprio, nobile e le-

gittimo desiderio di maternit o di paternit, o


di risolvere i loro problemi economici (affitto di
uteri) nelle forme che ritengono pi opportune,
si pongano anche il problema dei diritti che
spettano agli esiti delle loro decisioni. Infatti se
la casualit concernente sia le caratteristiche fisiche, intellettuali ed estetiche, sia la localit, il
livello culturale ed economico dei genitori poteva essere accettabile nellambito di un sistema di riproduzione naturale, che cosa dovrebbe succedere se un figlio prodotto artificialmente decidesse di far causa ai genitori per via
della decisione di farlo nascere con le caratteristiche che si ritrova, e di farlo vivere nelle condizioni e nei luoghi in cui vive? Sono del parere che questo individuo, qualora insoddisfatto
della loro scelta, abbia il diritto di chiedere un

adeguato risarcimento. Certamente ci non servir ad arrestare il progresso scientifico, ma potrebbe raffreddare le smanie di quanti pensano
di raggiungere la felicit progettando le caratteristiche della progenie.
Raimondo Cubeddu, Universit di Pisa
Sloterdijk non ancora famoso in Italia,
ma il Wall Street Journal di ieri riferisce
del moltiplicarsi di fan dello sperma danese, che si guadagna una reputazione: materia di alta qualit. Infatti il signor Mark Russell, manager del Bridge Center fertility clinic, denuncia una tremenda scarsit di donatori con gli occhi azzurri. E passa la giornata al telefono con una Banca dello sperma danese, dove non c penuria.

Signor direttore - Ho molto apprezzato il ricordo da voi pubblicato di Aldo Garosci, bella
figura. Mi piace ricordare, dal suo libro sulla
guerra di Spagna, le pagine sul rapporto tra
Georges Bernanos e Simone Weil; il primo, monarchico, si era trovato a Maiorca e, nel libro
Les grands cimetires sous la lune, denunci
le violenze fasciste; la seconda, bellissima figura di studiosa anarchico-cristiana, che era stata nelle file repubblicane, in una lettera a Bernanos denunci la facilit di uccidere da parte
di comunisti e anarchici. Due stupendi esempi
di critica antitotalitaria e di spirito cristiano.
Aldo Garosci ha il merito di essere uno dei pochi italiani che se ne sia occupato.
Mario A. Cattaneo,
Universit di Milano

Corone
Casa Windsor, bilancio di
un annus tuttaltro che horribilis
E ormai i figli rigano dritto
COME DIVENTARE una famiglia normale
senza lincubo delle nuore deviate
Il bilancio del 1999 piuttosto positivo
per la monarchia britannica. Lincubo delle
nuore deviate un lontano ricordo: la
presenza di Diana ridotta a cartoline o figurine in resina colorata vendute a Oxford
Street per i turisti; Fergie uno spettro intravisto solo in qualche talk show americano come testimonial improbabile per le tecniche della Weightwatching, o sbeffeggiata sul palcoscenico nei pantomimes natalizi di antica tradizione satirica. Labile trasformazione di Carlo in vulnerabile ragazzo padre e coscienzioso fratello maggiore
del popolo stata recitata a perfezione.
Con due anche nuove di zecca (di cui la seconda sostituita in un recente intervento), la
Queen Mum corre entusiasta verso il suo
primo secolo (4 agosto del 2000) passato in
terra, amatissima malgrado i debiti ultramilionari; la virile Anna fa la principessa
seria; Andrea ha trovato un po di seriet, al
posto della ciccia post adolescenziale ormai
scomparsa. Persino il gaffeur Filippo dEdimburgo stato parco con le sue battutacce piccanti. I principi William e Harry crescono bene (malgrado lapparente dedizione di buona parte degli amici del futuro monarca al fascino della cocaina), e fanno molta presa sui giovani (secondo un recente
sondaggio, l80% degli under 24 si sente fortemente monarchico). Solo Edoardo infastidisce (la sua Sophie lascia piuttosto indifferente, grazie ai suoi infelici tentativi di
sfruttare il carisma della monarchia per il
bene della propria agenzia di pierre, una
specie di Windsor Spa) per la presunzione, ereditata dal fratello riformato Andrea.
In sintonia con lo zeitgeist post Diana, piuttosto democratico (ma anche demagogico), i
Windsor hanno dimostrato anche loro di essere, come la scomparsa principessa, del
popolo: si sono scoperti plausibilmente
blokeish (bloke, un tizio qualunque)
nel coraggioso nuovo mondo blairiano.
LABOLIZIONE della Camera dei Lord non
mette in discussione listituzione monarchica
Seguendo alla perfezione le istruzioni dei
suoi ministri (lo fa da 47 anni, con ben dieci
premier diversi), Elisabetta riuscita a
emergere dignitosamente dalla confusa
gimkana costituzionale che il governo Blair
le aveva preparato. Ora passa molto pi
tempo in Scozia, obbligando i figli a fare altrettanto: Anna diventata lufficiosa viceregina scozzese; Edoardo, figlio prediletto,
stato scelto dalla mamma come suo ambasciatore speciale presso la Repubblica irlandese, dove a gennaio Elisabetta far una
visita ufficiale, la prima di un monarca britannico dal 1911. La retorica pseudo giacobina nata intorno alla cacciata dei nobili
della Camera dei Lord non ha acceso la
miccia della contestazione sul principio
delleredit per il capo dello Stato. La novit del referendum (fallito) in Australia sul
tema a resident for president, ha trovato
Elisabetta giustamente neutrale sullesito
(ma si prevede una delicata uscita di scena
comunque, malgrado lesito positivo). Il Capodanno, infine, stato fittissimo di appuntamenti ufficiali, per accontentare la mania
celebrativa e un poco roboante del governo
di Tony Blair.
AL CONTRARIO di Blair, Elisabetta conosce
alla perfezione usi e costumi del suo regno
Si chiusa a favore della regina la polemica su Auld Lang Syne (la tradizionale
canzone scozzese di fine anno, con testi del
poeta del 700 Robert Burns, e da sempre inno di chiusura del congresso del Partito laburista). La regina era stata accusata di non
aver incrociato le braccia durante lesecuzione di Capodanno, come avevano fatto invece Blair e sua moglie. Lassociazione ufficiale dei circoli burnsiani ha fatto sapere
che la tradizione filologica scozzese vuole,
infatti, che si incrocino le braccia soltanto
per la strofa del quarto verso, il quale inneggia allamicizia, ma che non stata cantata quella sera. E la regina, che del corretto protocollo di ogni angolo del suo regno
una fuoriclasse, si era semplicemente limitata a rispettare il giusto rito burnsiano.

Alta Societ
Chi prepara le grandi cene dei Signori
di Milano? Se lo sono chiesti in molti in
queste settimane di baldoria. E alla fine
saltato fuori il segreto: il re del super
catering Vittorio, il ristorante di Bergamo bassa. Lo ha scelto anche Francesco Micheli per il suo bel pranzo
natalizio.

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