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Economics Paper #1.2

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Francesco Simoncelli

Teorie per il fallimento


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Gli errori macroscopici e microscopici del keynesismo!

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2011-2014 The Fielder. All rights reserved. Property of Ace Blazon Ventures Ltd.

1. Introduzione!

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Al cuore delleconomia moderna esiste ununica teoria che in tutti questi anni ha
guidato le politiche degli Stati e delle banche centrali e gli insegnamenti nelle aule
accademiche: la teoria keynesiana. Le azioni intraprese per combattere le recessioni, per
stabilizzare leconomia, per metter mano ai bilanci hanno sempre fatto riferimento agli
insegnamenti promulgati per la prima volta nel 1936, quandapparve la Teoria generale
delloccupazione, dellinteresse e della moneta. La stampa plaude ogniqualvolta i dirigenti
politici parlano in questi termini, perch ci vuol dire un aumento della spesa. E molto
probabilmente incentivi alleditoria. Siamo di fronte a una delle pietre miliari della storia
del pensiero economico che hanno pi influenzato il corso degli eventi dellessere umano
nellultimo secolo. Grazie alle teorie keynesiane o, meglio, a quelle neokeynesiane
propagandate da Paul Samuelson, gli Stati hanno trovato terreno fertile per radicare
meglio la propria presenza nellimmaginario collettivo come entit salvifiche. Attraverso
le loro decisioni politiche possibile arrivare alla salvezza economica, e perci devono
essere legittimati ad avere carta bianca in quei momenti in cui sono richieste decisioni
drastiche. Quanto c di vero in queste asserzioni?!

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2. Prima del keynesismo!

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La teoria keynesiana arriv in un periodo di grande caos finanziario ed economico,
per il quale i vari Stati del mondo avevano gran parte delle responsabilit, avendo speso
oltre le proprie capacit e abusato della stampante monetaria. Il 1914 lanno dello
spartiacque, quello in cui il pensiero economico tradizionale viene messo da parte per fare
spazio alle irresponsabilit e demenze della guerra mondiale. Tutti i Paesi del mondo
seguono la stessa linea dazione: spesa in disavanzo. Il sistema aureo (gold standard) era un
intralcio per questa linea dazione, quindi gli Stati ne sospesero il ruolo di mezzo di
scambio. Stampare carta era pi facile; inoltre, i debiti di guerra potevano esser accollati
alle nazioni perdenti. Nonostante ci, alla fine della prima guerra mondiale, tutte le
nazioni del mondo ne uscirono con le ossa rotte, soprattutto economicamente, perch
pensarono di tornare al sistema aureo ai tassi di cambio prebellici.!

Per lInghilterra sarebbe stato un disastro, perch si pensava di poter ignorare a


cuor leggero linflazione di massa che aveva avuto luogo negli anni del combattimento.
Questo avrebbe dovuto forzare due decisioni: vendere oro o restringere lofferta di
moneta. Qualsiasi delle due decisioni sarebbe stata sensata e avrebbe permesso al mercato

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di ripulirsi dagli errori precedenti; ma lo Stato non brilla per arguzia e intelligenza.
Montagu Norman, capo della Banca dInghilterra allepoca, invit lamico statunitense
Benjamin Strong, capo della Fed di New York, a persuadere il presidente della Federal
Reserve a pompare lofferta monetaria del Paese, cos da evitare un assalto alle riserve
auree britanniche. Strong mor nel 1928, e fino a quella data riusc a esaudire il desiderio
dellamico. Poi la Fed smise di creare denaro, e questo incanal leconomia statunitense
verso il crollo azionario del 1929.!

Stampar denaro sempre stato un espediente per cercare di tassare indirettamente


la popolazione e accentrare pi risorse pecuniarie nelle mani dei primi ricevitori del
nuovo denaro, nonch avere vita facile per ripagare i debiti. Per, prima della comparsa
della Teoria generale, chi sosteneva una posizione simile doveva scontrarsi col pensiero
economico dominante, dedito a promulgare una politica conservatrice nei bilanci (niente
interferenze statali nei mercati, valuta stabile ancorata alloro, tasse e spese al minimo,
&c). Infatti, gli economisti del Settecento e Ottocento avevano dimostrato che lintervento
dei governi nei mercati avrebbe impedito un loro funzionamento in accordo coi desider
degli attori economici che li compongono.!

Era possibile non solo arrivare a questa conclusione attraverso il ragionamento, ma


anche addurre a supporto di tale tesi una sequela desempi storici, come il sistema aureo
che per secoli dur nellImpero bizantino. Avendo come monito lennesimo fallimento
della cartamoneta per gentile concessione delle strambe teorie di John Law, gli economisti
sapevano che il governo doveva tener le mani lontano dalla stampante monetaria affinch
si avesse una moneta stabile. Per questo sostenevano un sistema aureo e un bilancio
governativo in pari.!

Infatti, i governi non hanno n la capacit n la conoscenza per poter direzionare in


modo sano i mercati; pi la loro azione limitata a proteggere la propriet privata e far
rispettare i contratti, pi la prosperit economica sar una realt per la societ. questo
che avvenne nellAmerica dellOttocento, come spiegato nel libro di Robert Higgs The
Transformation of the American Economy, 18651914. Tali princpi, nonostante la creazione
della Fed, erano ancora vivi nella popolazione americana quando, nel 1920, il presidente
William P. G. Harding risolse una delle depressioni pi brevi nella storia del settore
bancario centrale. Come fece? Due parole: laissez faire.!

Il suo mandato scadde nel 1922, e con lui mor una parte di quel rigore ideologico e
morale verso la libert che caratterizz gli Stati Uniti delle prime colonie. Infatti,
lInghilterra torn al sistema aureo nel 1925, e da allora la Fed inizi la corsa verso

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lespansionismo artificiale perpetuo. Questa strategia andava a tutto vantaggio dello Stato,
che si trovava a poter ampliare la propria sfera dinfluenza incamerando i frutti
dellinflazione grazie alla Fed e quelli del clientelismo grazie alla spesa in disavanzo.!

Lazione irresponsabile della pianificazione centrale culmin con la depressione


degli anni Trenta, periodo in cui le politiche sconsiderate adottate fino a quel momento
non sembravano funzionare. Che cosa successe? Perch sembr tornare il sole tutto dun
tratto? Vennero infrante delle promesse. Roosevelt sospese di nuovo il sistema aureo e,
con la creazione della FDIC, al mercato fu impedito di ripulire lambiente economico. Da
quel momento in poi, lestablishment politico e bancario avrebbe agito seguendo una sola
massima: quando niente sembra pi funzionare, basta implementare di pi la stessa
cosa che non ha funzionato. Inondarono quindi il mercato con denaro fiat.!
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Fu da questi semi che germogli il keynesismo. Politici e banchieri centrali
sapevano dessersi spinti oltre e di non poter pi tornare indietro, quindi avevano bisogno
di una giustificazione agli occhi della popolazione.!

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3. La deviazione dalla via verso la libert: il New Deal

Non bisogna tralasciare uno dei capisaldi dellattivismo burocratico e fiscale


dellepoca: il New deal. Questo pacchetto di misure voluto dallamministrazione
Roosevelt segn profondamente il pensiero economico degli anni avvenire, perch
rappresent il primo passo concreto verso lespansione dellinfluenza dello Stato e la
distruzione della propriet privata. La miscela di nazionalismo e autarchia contenuta nel
New deal serviva solo a imbastire una serie di controlli dei prezzi e della produzione. John
T. Flynn ha scritto un favoloso libro sulla figura di Roosevelt, concentrandosi proprio
sugli errori commessi dallallora presidente degli Stati Uniti: Il mito di Roosevelt. Qui
apprendiamo che lui e la sua amministrazione, avendo sperimentato un rally nel mercato
azionario e nelle propriet agricole, quando scoppi la bolla pensarono daggredire i
prezzi bassi come modo per curare la depressione incipiente.!

Laumento delle tasse, dei legacci burocratici e della propaganda anti-imprese


peggior la stagnazione in cui erano entrati gli Stati Uniti; lattivit economica rallentava
ulteriormente a causa della gestione miope di Roosevelt e dei suoi tirapiedi. Una delle
leggi pi tossiche partorite da questi ultimi fu il NIRA (National Industrial Recovery
Act): introduzione di un salario minimo nonostante le capacit dei lavoratori, maggior
potere ai sindacati, costi della manodopera elevati, &c. Leffetto di queste politiche fu uno
solo: disoccupazione. Non poteva essere altrimenti, perch labbicc delleconomia ce lo
conferma: a un prezzo maggiore, la domanda diminuisce.!

Dopo tutte queste nuove strategie e la sospensione del sistema aureo, la grande
depressione avrebbe attanagliato il Paese per altri 15 anni. Nel 1948, infatti, con
labolizione delle regole imposte dal New deal e con un taglio della spesa pubblica del
~60%, leconomia statunitense pot riprendersi dagli squilibri accumulati in passato. Solo
in quellanno, la produzione del settore privato aument di un terzo, e dopo 18 anni gli
investimenti privati di capitale videro finalmente il segno positivo. Come spiega Higgs nel
suo articolo Regime Uncertainty: Why the Great Depression Lasted So Long and Why
Prosperity Resumed after the War, non furono le misure adottate da Roosevelt a far tornare
gli USA su un cammino di prosperit, bens laffievolimento della presa statale sul
mercato.

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4. Le prescrizioni del keynesismo

Larrivo della Teoria generale di Keynes rappresent una manna dal cielo. I dirigenti
politici si sarebbero trovati per le mani una dottrina che avrebbe predicato esattamente il
loro corso dazione: controllo centrale delleconomia, irresponsabilit fiscale, consumismo
sfrenato. Passo dopo passo, le mani dello Stato erano finite sulleconomia, conquistandone
ogni giorno un pezzo in pi. Erano state fatte troppe promesse, e le risorse per mantenerle
non cerano. Si scelse la via pi facile nel breve termine: ignorarle. Come? Sei parole, le
pi insensate e irresponsabili mai pronunciate nella storia del pensiero economico: Nel
lungo periodo saremo tutti morti. La classe dirigente aveva ora la giustificazione che
tanto bramava dalla classe accademica; poteva innalzare un simbolo attraverso il quale
continuare ad agire secondo i propri capricci. Il prezzo da pagare sarebbe stato salato. Ma
non sarebbe arrivato allora. Cerano carriere da seguire. Denaro da raccogliere. cos che
il mondo ha abbracciato il keynesismo.!

La teoria introdotta da Keynes colpiva le basi del libero mercato, accusandolo


desser irrazionale e prigioniero degli spiriti animali degli imprenditori, i quali
provocavano ampie fluttuazioni nella produzione, nelloccupazione e nei prezzi. Stava
sovvertendo quella rivoluzione nel pensiero e nel sistema produttivo che aveva dato vita a
uno dei periodi pi floridi nella storia delluomo. Keynes non stava facendo altro che
ribaltare le convinzioni che avevano generato questa crescita senza precedenti, elevando il
governo a figura onnisciente in grado di salvare le sorti delleconomia attraverso deficit
durante le fasi di depressione (per stimolare una crescita) e surplus durante le fasi di boom
(per tenerla a bada).!

Per esser liberi dagire in tal modo, gli Stati dovevano innanzitutto liberarsi dalle
manette delloro, cos da poter gestire una moneta elastica e manipolarne lofferta, il
tasso dinteresse e il valore di cambio nei mercati esteri. Queste prescrizioni erano
necessarie perch potevano garantire un certo ammontare di spesa pubblica da usare per
investimenti e per far lavorare un bacino crescente di lavoratori. Keynes stava
chiaramente sovvertendo labbicc delleconomia, ma ci non importava: la sua era una
giustificazione plausibile alloperato di una classe dirigente disposta a far di tutto pur di
rimanere al proprio posto.!

Non solo credeva che economisti brillanti come lui potessero aiutare i politici a
uscire da situazioni difficili, ma accusava il libero mercato desser incapace di ripulire
lambiente economico dagli errori accumulati. Domanda e offerta passavano in secondo
piano, lasciando campo libero ai capricci di una cerchia dindividui che si ritrovavano
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lobbligo morale di fissare i prezzi su basi giuste e ragionevoli. Anche se si voleva


ignorare labbicc delleconomia, questultima non ignorava la realt: carenze ed
eccedenze. Alla domanda dei sindacati daumentare i prezzi dei salari, lo Stato
rispondeva con una dose maggiore di quelle stesse politiche che avevano causato i
problemi economici. Lobiettivo era la piena occupazione delle risorse umane inattive,
che vennero incanalate oltreoceano a ricoprire il ruolo di carne da macello.!

Ma andiamo con ordine. Lo stimolo attraverso la spesa, nellottica keynesiana,


serve a infondere nel governo la capacit dentrare in possesso di fondi che possono essere
spesi per creare nuovi lavori. La teoria definita moltiplicatore keynesiano recita che la
spesa che finisce nelle tasche di qualcuno diventer il reddito di qualcun altro quando
spender quel denaro. Qual il problema? Il denaro speso dallo Stato non cade dagli
alberi; lo Stato ha tre modi per entrarne in possesso: tasse, prestiti, stampa di denaro.
Qualunque modo prediliga, il risultato lo stesso: lo Stato distrugge i lavori. O, meglio,
sposta denaro da un lavoro a un altro senza preoccuparsi della produttivit e
dellefficienza di tale mossa. Non c correlazione tra crescita economica e crescita della
spesa pubblica. [1]!
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Lillusione di poter conferire un alone magico alla spesa del governo forviante. Lo
Stato si appropria delle risorse che spende attraverso la coercizione, quindi non deve fare
alcuna fatica per guadagnarsele. Espande solamente la sua sfera dazione cercando di
capire, attraverso il suo punto di vista ristretto, che cosa pu essere utile alle persone.
Inutile dire che fallisce miseramente.!

La classe dirigente incapace doperare un calcolo economico in accordo coi


desider del mercato. La sua natura predatoria glielimpedisce. Anche quando prende in
prestito denaro attraverso lemissione di pagher, abbiamo a che fare con la stessa
situazione. Quando lo Stato spende pi soldi di quelli che incassa, esso sta commettendo
un atto fraudolento nei confronti dei contribuenti che sta vessando. Per poter proseguire
le proprie attivit, va sul mercato e offre dei pagher come promessa di pagamenti futuri.
Cio spende nel breve termine e prende in prestito nel lungo termine. Una linea
dinvestimento assai criticabile, e che non pu portare che a una lunga agonia,
culminante nel default. Ma andiamo avanti. Lo Stato promette a chi gli concede credito un
ripagamento sicuro alla scadenza. Aspettate un momento, per: chi paga? Perch, da
quanto appreso finora, il finanziamento cui fa ricorso lo Stato non produce alcun bene o
servizio (cio la ricchezza totale della nazione non aumenta). Se, ad esempio,
concedessimo credito a unazienda neonata che volesse acquistare macchinari per
realizzare unidea ritenuta tecnologicamente rivoluzionaria, il calcolo imprenditoriale alla
base di questattivit ci conferirebbe enormi guadagni dalla resa futura dellinvestimento,
perch sarebbero soddisfatti i desider dei consumatori, che sono i decisori ultimi del
successo e del fallimento di qualsiasi attivit imprenditoriale, in un mercato libero.!

Quindi, linteresse generato dalle obbligazioni private ripagato attraverso un


aumento della produzione. Lo Stato, invece, spende semplicemente quel che incassa. Lo
definireste investimento, questo? Non solo: prendendo in prestito dalla popolazione
autoctona, esso deva risorse reali verso settori che non sarebbero mai stati finanziati
volontariamente dagli attori di mercato. Il presunto investimento si trasforma: da giudizio
di mercato, diventa giudizio politico. Gli investimenti improduttivi cui s dedicato il
sistema statale in tutti questi anni non hanno fatto altro che distruggere ricchezza reale:
spese per un sistema di welfare crescente e per guerre sanguinose. Questo ci che fa lo
Stato, e i debiti accumulati finora non saranno mai ripagati. Saranno rinnovati negli anni.
Altrimenti, perch il debito pubblico starebbe ancora crescendo, se limpegno dello Stato
fosse davvero di ripagarlo? Peggio ancora: non solo linvestitore non riceve alcun bene o
servizio in cambio, ma parte dellinvestimento devessere ripagata da lui stesso attraverso
il sistema fiscale.!

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Ma se ci trovassimo in un periodo recessivo, e questo denaro venisse usato per


stimolare leconomia, ritardando il giorno della resa dei conti, lo Stato sarebbe costretto ad
attuare una serie crescente di manipolazioni e interferenze con la struttura produttiva e
sociale, fino a sprofondare in una spirale dittatoriale. Tutti quei settori che avevano
prosperato grazie al falso boom indotto dallespansione monetaria finirebbero sotto
pressione e necessitanti di un salvataggio. Non solo per rimanere in attivit, ma anche per
correggere i salari allinterno della loro presunta attivit imprenditoriale. Il mancato
aggiustamento degli errori diffonde falsi segnali in tutto il panorama economico,
distorcendo sempre di pi la struttura produttiva di un Paese. Sempre pi individui si
presenteranno alle porte dello Stato per essere salvati, perch incapaci dorganizzare le
proprie attivit. La pianificazione centrale espande la sua cecit al resto delleconomia,
decretando la fine della democrazia di mercato e inaugurando uneconomia di controllo.
[2]!

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5. Rincarare la dose

Oltre alla spesa pubblica e ai prestiti, la classe dirigente venne incitata, nella Teoria
generale, a manipolare i tassi dinteresse armeggiando con lofferta di moneta [3]:!

Il giusto rimedio per il ciclo economico non si deve cercare abolendo i boom e quindi
facendoci navigare in uno stato di semidepressione; ma si deve cercare abolendo le
depressioni per mantenerci in uno stato permanente di quasi-boom.!

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Questa politica tenta di ridurre gli interessi sui debiti attraverso una tassazione
indiretta della popolazione, mascherando una linea dazione truffaldina con una patina
daltruismo. Giacch la tassazione diretta rende visibile il dolore economico, la classe
dirigente parla di giustizia sociale quando deve ricorrere alla stampante monetaria,
promettendo un eldorado di prosperit a tutti coloro che si fideranno dei loro eletti. In
realt, in virt delleffetto Cantillon, i piccoli risparmiatori verranno pesantemente
puniti, mentre verranno premiati, ad esempio, i possessori dazioni.!

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Lillusione di un miglioramento delle condizioni economico-finanziarie dura solo
temporaneamente, o almeno finch i prezzi non si aggiustano al nuovo equilibrio,
riportando a galla la situazione iniziale con tutta una serie di nuovi problemi. Sopprimere
i tassi dinteresse attraverso uno stimolo dellofferta di moneta distorce la struttura della
produzione e dei finanziamenti, lanciando nel panorama economico il falso segnale

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secondo cui i risparmiatori sono ancora disposti a elargire nuovi fondi. un bluff;
lespansione monetaria in un sistema monetario fiat non coperta da risparmi reali, e
deva le risorse scarse verso attivit che molto probabilmente le sprecheranno.!

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Una volta che il nuovo denaro scorre nelleconomia pi ampia, i prezzi si aggiustano
al margine fino a intaccare ogni settore; si viene a creare una situazione alquanto
sgradevole per coloro che ricevono per ultimi (o non ricevono affatto) il denaro fiat di
nuova creazione. Ci richiede lulteriore intervento del governo, che impone controlli dei
prezzi nel vano tentativo di tappare una falla con un dito. Leconomia inizia a viaggiare su
binari separati: uno ufficiale (manipolato), uno ufficioso (mercato nero). Questultimo
tenta di sopperire ai desider degli attori di mercato, i quali attraverso le loro azioni
mantengono vivo il libero mercato. Bench le prime fasi della produzione possano vedere
un miglioramento dal punto di vista dei costi e dei salari, questo stato di cose non rimane
sempre cos, perch a unespansione artificiale del denaro fiat non segue un aumento della
produzione, la quale viene deviata verso settori non richiesti dalle necessit sane degli
attori economici. Scrive Ludwig von Mises [4]:

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Il corso espansionistico non sostanzialmente influenzato dal fatto che alla sua vigilia
vi siano capacit inutilizzate, scorte eccedenti invendute e lavoratori disoccupati.
Supponiamo che vi siano attrezzature non usate per lestrazione del rame, scorte di
rame invendute e lavoratori disoccupati delle miniere cuprifere. Il prezzo del rame sia a
un livello al quale lestrazione non conveniente per alcune miniere, i cui lavoratori
vengano licenziati; vi siano speculatori che si astengano dal vendere le loro scorte. Ci
che necessario per rendere nuovamente redditizie queste miniere, per dar lavoro ai
disoccupati e per esitare le scorte senza ridurre i prezzi al di sotto di costi di produzione,
un incremento p dellammontare di beni capitali disponibili, abbastanza grande perch
ne segua un aumento dellinvestimento, della produzione e del consumo tale da
provocare un aumento adeguato nella domanda del rame.!
Se peraltro questaumento non appare, e gli imprenditori, illusi dallespansione del
credito, agiscono nondimeno come se p fosse realmente disponibile, le condizioni sul
mercato del rame durante lespansione sono come se p fosse stato realmente aggiunto
allammontare dei beni capitali disponibili. Ma tutto ci che s detto circa le inevitabili
conseguenze dellespansione del credito vale anche per questi. La sola differenza che,
per il rame, lespansione inadeguata della produzione non occorre sia raggiunta con la
sottrazione di capitale e lavoro da impieghi in cui questi avrebbero soddisfatto meglio i
bisogni dei consumatori. La nuova espansione incoccia in un cattivo investimento di
capitale e di lavoro gi influenzati dallespansione precedente che il processo di
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raggiustamento non ha ancora assorbito.!

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In realt, il vero spettro che aleggia durante i periodi in cui la classe dirigente tenta
di reflazionare leconomia attraverso uno stimolo monetario non quello di costi e prezzi
in aumento nel presente, bens di un loro ulteriore aumento nel futuro. Quando i
banchieri centrali avviano le rotative per mantenere artificialmente in piedi investimenti
decotti, lo fanno in un panorama perlopi deflazionistico. [5] Quando il denaro di nuova
creazione, dopo un certo lasso di tempo, inizia a fluire nelleconomia pi ampia, ha un
effetto antideflazionistico, non inflazionistico. In un certo modo, rassicura la
popolazione: scongiura un aumento futuro dei prezzi facendole credere che i prezzi non
scenderanno pi.!

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Questa situazione temporanea perch, al continuo fluire del nuovo denaro, il
panorama economico inizia a esser pungolato dagli effetti inflazionistici dellespansione
monetaria. Se la testardaggine dei pianificatori centrali li conduce a creare quantit
sempre crescenti di denaro e credito, il processo finisce per sfuggir di mano, portando a
uningente svalutazione della valuta nazionale (a tutto vantaggio delle nazioni estere, le
quali, se si sono astenute dal perseguire politiche simili, possono comprare merci e servizi
a prezzo scontato). Sovvenzionando indirettamente il mercato estero, quello interno inizia
a subire gli aumenti dei costi derivanti da uninflazione dei prezzi perpetua.!

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Linsostenibilit della situazione generata dal denaro fiat porta la realt a scontrarsi
con lillusione monetaria, generando un solo possibile evento: aumento dei tassi
dinteresse. Infine, anche i salari subiscono le stesse pressioni, perch, come scrisse Adam
Smith, sebbene i salari dei lavoratori siano pagati in denaro, il loro reddito reale [] non
consiste nel semplice denaro, ma nel valore del denaro; non nei pezzi di metallo, ma in ci
che si pu acquisire con essi. [6] Le misure monetarie servirebbero solo ad abbassare il
costo della manodopera in modo silenzioso senza che gli interessati se ne possano
accorgere.!

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La Teoria generale, come abbiamo detto, rappresentava un ribaltamento delle teorie di
libero mercato che fino al 1914 avevano garantito una certa prosperit alla popolazione
americana, ma che nella grande depressione furono messe in discussione, dato il
persistere della stessa. Keynes accusava il libero mercato di non esser in grado di ripulire
il panorama economico dagli errori commessi in precedenza, creando una serie di risorse
inattive senza uno scopo. Queste risorse comprendevano il mondo del lavoro. Sebbene la

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Teoria generale sia stata seguta da altri libri (come The Great Depression di Lionel Robbins
nel 1934) che davano una spiegazione alla grande depressione con approcci diversi,
Keynes ottenne tutte le attenzioni. ovvio: giustific tutto quello che fino a quel momento
avevano fatto i governi contrarre deficit. Sebbene Keynes avesse affermato che la sua
teoria era di carattere generale e applicabile in periodi transitori, i suoi discepoli si
spinsero oltre, facendole assumere un carattere permanente.!

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Ma che cosa succederebbe qualora, per esempio, lo Stato ritirasse la propria
influenza diminuendo spesa, tasse e finanziamenti attraverso i prestiti? Secondo i
keynesiani, ci sarebbe una recessione. Questo vero nel breve termine: la disoccupazione
aumenterebbe. Ma cambierebbero anche i destinatari della spesa degli individui, i quali si
ritroverebbero molti pi fondi in tasca. Il mercato non presenta risorse inattive, ma
individui che scelgono che cosa (non) fare. Le interferenze della pianificazione centrale
canalizzano i lavori verso settori della produzione praticamente inefficienti, i quali non
solo drenano risorse, ma inglobano sempre pi manodopera che sar destinata alla
disoccupazione nella fase di bust. La resa dello Stato a intervenire ulteriormente non
dobbiamo definirla come recessione, bens come il superamento stesso della recessione.
Una volta che vengono liquidati quegli investimenti decretati dal mercato come
improduttivi, saranno sostituiti da attori economici che invaderanno la scena e faranno ci
per cui esistono gli imprenditori: soddisfare il cliente.!

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Avendo pi soldi in tasca e una visione pi chiara dellambiente economico (scevra
da interferenze centrali), gli individui faranno le loro scelte premiando quelle attivit che
pi soddisfaranno i loro desider. Labbassamento del costo della manodopera, dovuto
alla riallocazione delle risorse umane, sar controbilanciato nel tempo da un potere
dacquisto stabile della moneta e da una produzione industriale in rapida ascesa. Il
keynesismo poggia su un grande inganno: La spesa pubblica pu far funzionare il
mercato, mentre non pu farlo quella dei privati.

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6. Say o non Say

Laltro argomento che diede lustro alla Teoria generale fu la presunta


confutazione della legge di Say. Secondo Keynes, la legge di Say era vera solo quando
leconomia aveva una piena occupazione, mentre cessava desser valida in periodi
caratterizzati da risorse inattive. davvero cos? Innanzitutto, vediamo di capire che
cosa dice la legge di Say [7]:

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Un prodotto terminato offre da quellistante uno sbocco ad altri prodotti per tutta la
somma del suo valore. Difatti, quando lultimo produttore ha terminato un prodotto, il
suo desiderio pi grande di venderlo, perch il valore di quel prodotto non resti morto
nelle sue mani. Ma non meno sollecito di liberarsi del denaro che la sua vendita gli
procura, perch nemmeno il denaro resti morto. Ora, non ci si pu liberare del proprio
denaro se non cercando di comprare un prodotto qualunque. Si vede, dunque, che il
fatto solo della formazione di un prodotto apre allistante stesso uno sbocco ad altri
prodotti.!

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A prima vista sembrerebbe un dilemma riconducibile alluovo e alla gallina. In
effetti, le persone vorrebbero sempre saziare la loro fame attraverso un buon pranzo. Il
problema : se lo possono permettere? Che cosa possono offrire in cambio al contadino, ad
esempio, per entrare in possesso delle sue merci? Ad esempio, per permettere al contadino
dallevare i capi di bestiame che producono latte e carne, coloro intenzionati ad acquistare
i suoi prodotti potrebbero costruirgli un recinto di legno in cui far pascolare gli animali. La
produzione di una cosa (recinto/offerta) permette a un individuo dacquistare vettovaglie
(latte o carne/domanda).!

Qui in gioco ci sono i desider degli attori economici che, entrando in uno scambio,
cercano dentrare in possesso di quegli oggetti che pi daranno loro soddisfazione. Sono
loro, quindi, che decidono come allocare le risorse nel panorama economico.
Immaginiamo ora che qualcuno sia in grado di creare un mezzo di scambio dal nulla.
Perch darsi la pena di produrre qualcosa, quando si pu avviare uno scambio fasullo
(qualcosa in cambio di niente)? Viene quindi a mancare un pezzo della produzione
(offerta) e, pi questa convinzione dello scambio fasullo permea lambiente economico,
pi la produzione incasser colpi deleteri.!

La legge di Say ha smesso desser vera? Non credo proprio. Nellequazione del libero
mercato s inserito un parametro esterno che perturba lequilibrio tra domanda e offerta,
creando squilibri crescenti e duraturi se non ripuliti. Infatti, il produttore che entrato in
possesso di beni in cambio di cartamoneta priva di valore ha diminuito la ricchezza della
societ, perch ha consumato quegli asset. Nonostante linterdipendenza di tutte le attivit
economiche, Keynes si sbagliava quandaffermava che era il consumo la loro forza
motrice. la produzione.!

Al progredire della situazione iniziale e al continuo consumo di beni e servizi, arriva

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un punto di saturazione in cui il mercato si rende conto che la strada intrapresa allinizio
di questo processo non sostenibile: troppo denaro a caccia di troppo pochi beni.
necessaria uninversione, col conseguente abbandono della cartamoneta come asset
affidabile negli scambi. Tutti coloro che hanno invece creduto nella potenza della
cartamoneta e hanno costruito attivit basate su di essa vanno falliti. Non sono altro che
gli investimenti improduttivi di cui abbiamo parlato prima, e le risorse umane attirate
in questi business devono essere riallocate altrove non appena il tessuto economico si
riprende da tale shock. Questo processo richiede due cose essenziali: tempo e flessibilit.!

Qualora la cartamoneta abbia ancora un ruolo in questa situazione, perch ad es.


unentit terza obbliga alluso di tale strumento negli scambi, il mercato trover enormi
difficolt nel cercare di riportare le cose al loro punto di equilibrio. In questo punto
sinserisce lerrore di Keynes, che suggerisce al governo di subentrare e rimpiazzare il
consumo privato con un aumento della spesa pubblica. Questa strategia non fa che creare
pi domanda a scapito dellofferta, cercando di bloccare in un punto preciso il sistema di
prezzi in modo da favorire quelle entit che dovrebbero essere spazzate via dalla pulizia
del mercato. La loro improduttivit non far che erodere il bacino della ricchezza della
societ, distruggendo sempre pi produzione.!

quel che accadde anche durante la grande depressione. La presenza distorsiva


della banca centrale venne tenuta in vita attraverso misure draconiche che ingessavano il
mercato. Soprattutto quello del lavoro, quando per es. col New deal i sindacati
guadagnarono maggior potere desercitare pressioni politiche. Questo cartello
monopolistico spinse il governo ad aumentare i salari dei lavoratori al di sopra dei livelli
di mercato (privo dinterferenze). Come ci ricorda labbicc delleconomia, quandaumenta
il prezzo, la domanda cala. Lesito poteva essere uno solo: sovrabbondanza di lavoratori
(disoccupazione). Ci si rifiut di capire che fu lo Stato a prolungare la depressione, ma
questo rifiuto aveva un prezzo: mancanza di una giustificazione. Perci Keynes fu accolto
a braccia aperte; sebbene la sua teoria fosse un conglomerato di concetti forvianti e
pessima esposizione letteraria, fu idolatrato. Lo Stato prese infine il suo agognato scettro e
divenne un dio a tutti gli effetti, e Keynes il suo messia.!

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7. Tempi moderni!

Oggigiorno, la maggior parte delle persone non d peso alle politiche implementate
dallo Stato. Avendolo riconosciuto come entit salvifica, accetta perlopi passivamente le
ricette dei suoi organi decisionali in merito ai vari problemi affrontati dalla societ. Le

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teorie keynesiane, oltre a essere propugnate dallambiente accademico, sono state


assimilate per osmosi anche dalla popolazione. O perlomeno la versione iper-semplificata
delle fallacie economiche keynesiane. Tutto ci grazie al lavoro di propaganda promosso
da Paul Samuelson, che in veste di promotore del neokeynesismo ha fornito una traduzione
della Teoria generale secondo linee pi comprensibili. Questambiente ha permesso ai
pianificatori centrali di spingersi oltre, di varcare quei limiti che anche gli accademici
sostenitori della teoria keynesiana credevano non potessero essere varcati.!

Gli stimoli monetari senza precedenti cui abbiamo assistito fin dallo scoppio della
bolla immobiliare statunitense sono qualcosa di mai visto prima nella storia
delleconomia. Queste misure hanno spiazzato il mondo accademico, che si ritrova suo
malgrado a sostenere una linea dazione mai tentata prima dora. In realt, tutto ci
sottolinea come le intenzioni dello Stato fossero ben altre rispetto a quelle propagandate
nel corso degli anni. Il mondo accademico stato innalzato agli allori della fama per il suo
sostegno; ora ne pagher le conseguenze. inutile sbracciarsi dicendo che, questo, Keynes
non lavrebbe mai approvato: questo invece esattamente lesito della sua giustificazione
originale. Il mondo accademico, nonostante qualche titubanza, intrappolato nelle
disilluse strategie autodistruttive dello Stato. Anchesso intrappolato nelle sue stesse
menzogne. I keynesiani sono intrappolati in quello stesso sistema che per anni hanno
difeso. Periranno insieme a esso. Quando accadr, gli austriaci saranno l a ricordare: Ve
lavevamo detto, e vi avevamo detto anche perch.!

La ZIRP che la maggior parte dei Paesi sta perseguendo, seppur apparentemente
benefica nel breve periodo, porta con s i semi della sua stessa distruzione. In un ambiente
pervaso da tassi artificialmente bassi, gli investitori sono alla disperata ricerca
dinvestimenti che possano render loro un ritorno decente. Questo li spinge sempre di pi
verso quegli asset altamente pericolosi, emessi da imprese bisognose di finanziamenti in
un ambiente pervaso da tassi bassi. Anche le banche sono dei giocatori in questo mercato,
dato il tasso dinteresse reale negativo. C fame di rendimenti nel mercato doggi, e
questa fame sta direzionando la banderuola verso unerrata valutazione del rischio. Il
risultato sar un nuovo bust, poich la manipolazione del tasso dinteresse conduce
sempre a distorsioni economiche e squilibri artificiali nel sistema dei prezzi. Ogni boom
pu anche esser differente, ma la caratteristica comune rimane sempre la politica
monetaria allentata da parte della banca centrale.!

Alla fine le bolle scoppiano sempre, portandosi dietro il loro carico derrori e
manipolazioni. Pi si ritarda questinevitabilit, pi dolore economico sar percepito.
Perch? Quattro parole: non esistono pasti gratis. Uno scambio di qualcosa per niente

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semplicemente un controsenso, e va contro qualsiasi ragionamento umano sensato.


(Pensate un momento al Baltic Dry Index, un termometro sulla produzione globale: ai
minimi storici dallinizio della recessione, e prosegue a far registrare record negativi.)
Come sosteneva Friedrich Hayek, pi la societ si dirige verso una centralizzazione dei
poteri, pi diviene difficile per il singolo individuo agire in conformit con le proprie
azioni. La crescita economica non si pu pianificare a tavolino. Richiede risparmi, capitale
e investimenti in un ambiente di mercato non ostacolato. In assenza di questi requisiti, la
condanna una lunga e decrepita stagnazione.!

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8. Conclusione!

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Il keynesismo sar chiamato al banco dei testimoni per rispondere delle proprie
colpe: la giustificazione di un positivismo presumibilmente saggio consegnato nelle mani
della pianificazione centrale. Il treno delleconomia lanciato a tutta velocit verso un
cavalcavia in fiamme. I banchieri centrali non sanno come fermarlo. Il compito dei
keynesiani di far credere ai passeggeri che il fumo che si vede in lontananza quello di
una grigliata che li aspetta arrivati in citt. Stanno sudando freddo. Sanno che cosa li
aspetta. Lhanno sempre saputo.!

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Note & Approfondimenti!

[1] Antony Davies, Bruce Yandle, Derek Thieme, Robert Sarvis, The U.S. Experience with Fiscal
Stimulus: A Historical and Statistical Analysis of U.S. Fiscal Stimulus Activity, 19532011, aprile 2012.!

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[2] Ludwig von Mises, Il caos pianificato, in appendice a Id., Socialismo. Analisi economica e sociologica.!
[3] John Maynard Keynes, The General Theory of Employment, Interest, and Money, Amherst (NY),
Prometheus Books, 1997, p. 322.!

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[4] Ludwig von Mises, Lazione umana, capitolo XX, sezione 9.!
[5] Allo scoppio di una bolla alimentata dal denaro fiat, sinnesca un processo purgativo che fa calare
bruscamente i prezzi di quegli asset che avevano beneficiato dellespansione monetaria. Le forze di mercato
riportano i prezzi laddove sarebbero dovuti stare in assenza di una manipolazione artificiale. Il buon
economista non dovrebbe tifare per o lodare questo tipo di deflazione, perch il risultato dinterferenze
esterne nelle decisioni individuali degli attori economici. Dovrebbe limitarsi a dire che questo non che il
risultato inevitabile di un boom artificiale alimentato dalla stampante monetaria. Un evento doloroso ma
necessario. Discorso diverso per la deflazione dei prezzi in un sistema aureo, la quale non che il risultato
augurabile di un aumento dellofferta di beni e servizi di un Paese a fronte di unofferta di moneta pressoch
stabile. Cfr. George Selgin, A Plea for (Mild) Deflation.!

[6] Adam Smith, An Inquiry into the Nature and Causes of the Wealth of Nations, Londra, 1796, libro I, p.
440.!

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[7] Jean-Baptiste Say, Trattato deconomia politica, libro I, capitolo XV.!

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