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DESCRIVERE LA MACCHINA FRIGORIFERA A COMPRESSIONE DI VAPORE E IL SUO SCHEMA

FUNZIONALE.
Il trasferimento di calore da zone a temperatura pi bassa a zone a una temperatura maggiore non si verifica
spontaneamente ma mediante macchine frigorifere. Il fluido evolvente detto refrigerante. Lo scopo di una
macchina frigorifera quello di mantenere l'ambiente refrigerato ad una temperatura bassa sottraendogli
calore che viene poi ceduto a un pozzo a temperatura maggiore. Il ciclo ideale per le macchine frigorifere il
ciclo inverso a compressione di vapore ideale costituito da 4 trasformazioni:
1-2 compressione isoentropica in un compressore
2-3 cessione di calore a pressione costante in un condensatore
3-4 laminazione in una valvola o in un tubo capillare
4-1 assorbimento di calore a pressione costante in evaporatore.
Il ciclo non interamente irreversibile, il processo di laminazione infatti irreversibile. Le componenti sono a
flusso stazionario, risulta inoltre: q-l= h

Il
refrigerante
entra
nel
compressore come vapore saturo, successivamente entra nel condensatore come vapore surriscaldato ed esce
come liquido saturo. Viene poi laminato fino alla pressione dell'evaporatore, entra nell' evaporatore ed evapora
assorbendo calore dall'ambiente refrigerato. Infine il refrigerante come vapore saturo torna nel compressore
per ripetere il ciclo.

DESCRIVERE LA
FUNZIONALE.

MACCHINA

FRIGORIFERA

AD

ASSORBIMENTO

IL

SUO

SCHEMA

Il ciclo ideale per le macchine frigorifere il ciclo inverso a compressione di vapore ideale costituito da 4
trasformazioni:
1-2 compressione isoentropica in un compressore
2-3 cessione di calore a pressione costante in un condensatore
3-4 laminazione in una valvola o in un tubo capillare
4-1 assorbimento di calore a pressione costante in evaporatore.

La macchina frigorifera ad assorbimento opera


conservando, di tale ciclo, i processi di condensazione, laminazione ed evaporazione; il compressore viene
sostituito da un assorbitore e da un generatore. Tale sistema serve a trasformare il vapore a bassa pressione in
ingresso in vapore ad alta pressione in uscita. Il vapore a bassa pressione proveniente dallevaporatore non
viene pi compresso meccanicamente, come avveniva nel ciclo a compressione di vapore, ma viene inviato ad
un assorbitore: questo dispositivo sottrae calore al vapore e fa si che questultimo venga immagazzinato in una

miscela inizialmente povera. Una volta arricchita la miscela viene prelevata da una pompa e inviata ad un
generatore: questo si comporta inversamente allassorbitore, in quanto richiede calore per produrre vapore ad
alta pressione, che fluisce nel condensatore, e soluzione nuovamente povera, che viene rinviata
nellassorbitore mediante una valvola di laminazione.

POMPA DI CALORE

CICLO
RANKINE CON UN SURRISCALDAMENTO, I COMPONENTI DELLIMPIANTO E INDICARE COME
SIA POSSIBILE MIGLIORARE IL RENDIMENTO DEL CICLO.
Il ciclo ideale degli impianti motori a vapore costituito da 4 trasformazioni internamente reversibili:
1-2 compressione isoentropica in una pompa
2-3 somministrazione di calore a pressione costante in caldaia
3-4 espansione isoentropica in una turbina
4-1 sottrazione di calore a pressione costante in un condensatore
l'acqua entra nella pompa come liquido saturo,
la temperatura si eleva e il volume specifico
diminuisce,
l'acqua entra in caldaia come liquido sottoraffreddato ed esce come vapore
surriscaldato. Il calore viene trasferito all'acqua a pressione costante e deriva da gas combusti. il
vapore surriscaldato si espande isoentropicamente e produce lavoro, pressione e temperatura
scendono e si mette in rotazione un albero. Il vapore entra in un condensatore e viene condensato
a pressione costante cedendo calore al pozzo termico. Infine esce come liquido saturo ed entra nella
pompa per ripetere il ciclo.
Componenti: pompa, caldaia, turbina, condensatore, dispositivi a flusso stazionario, pertanto si pu
usare la formula: q-l= h
Rendimento termico: t= 1 qu/ qe
Per migliorare il rendimento termico bisogna aumentare la temperatura media alla quale il calore
viene fornito al fluido evolvente in caldaia e diminuire la temperatura alla quale il calore viene
sottratto al fluido evolvente nel condensatore. I metodi possibili sono dunque:
- Abbassamento della pressione di condensazione < p < T > QE
Esiste un limite inferiore alla pressione di condensazione non pu essere inferiore alla pressione di
saturazione corrispondente alla temperatura del pozzo termico.
- Aumento della temperatura di surriscaldamento del vapore Senza aumentare la pressione in
caldaia fa aumentare il titolo di vapore, tuttavia la temperatura massima data dalla resistenza
accanita dei materiali
- Aumento della pressione in caldaia Aumenta la temperatura media alla quale il calore viene
somministrato al fluido e aumenta il contenuto della fase liquida all'uscita della turbina.
Per evitare tale effetto collaterale e per ridurre il contenuto della fase liquida alla fine dell'espansione
si fraziona l'espansione in turbina in 2 stadi e si effettua tra essi un risurriscaldamento del vapore,
ci viene fatto inviando il vapore all'uscita dalla turbina di alta pressione nuovamente in caldaia dove
viene risurriscaldato a pressione costante per poi completare l' espansione fino alla pressione di
condensazione nella turbina di bassa pressione. Il rendimento aumenta del 4-5 % per effetto
dell'incremento della temperatura alla quale si ha la somministrazione del calore al fluido. Bisogna
evitare che il vapore all'uscita della turbina sia surriscaldato perch ci farebbe diminuire il
rendimento a causa dell'incremento della temperatura durante il processo di sottrazione di calore.

CICLO OTTO, DESCRIVERE IL SUO FUNZIONAMENTO E LE SUE DIFFERENZE RISPETTO AD


UN CICLO DIESEL.
Il ciclo Otto il ciclo ideale dei motori alternativi ad accensione comandata. La maggior parte dei
motori ad
accensione comandata costituita da motori a combustione interna a 4 tempi
(compressione, espansione, scarico, aspirazione) gli altri sono motori a 2 tempi (compressione,
aspirazione). L'analisi termodinamica di tali cicli viene fatta mediante il ciclo otto ideale ad aria
standard, esso consiste in quattro trasformazioni internamente reversibili:
1-2 compressione isoentropica
2-3 somministrazione di calore a volume specifico costante
3-4 espansione isoentropica
4-1 sottrazione di calore a volume specifico costante
Il ciclo eseguito in un sistema chiuso il sistema non cambia lavoro nelle trasformazioni 2-3 e 4-1,
a v= cost quindi l = 0

Rendimento termico

k=rapporto tra calori specifici

p=rapporto volumetrico di compressione

Il rendimento funzione crescente del rapporto volumetrico di compressione e del rapporto tra i
calori specifici. L'incremento del rendimento termico con il rapporto di compressione volumetrico
non molto pronunciato se questo gi elevato, necessario inoltre limitare superiormente il valore
del rapporto volumetrico di compressione per evitare la denotazione nel motore ( autoaccensione del
combustibile). Il rapporto K e il rendimento del ciclo diminuiscono all'aumentare della dimensione
delle molecole del fluido.
I motori reali hanno un fluido con molecole pi grandi di quelle dell'aria, inoltre k diminuisce con la
temperatura. I cicli reali hanno un rendimento termico inferiore a quello ideale, pari al 25-30%.
CICLO DIESEL

Il ciclo Diesel il ciclo ideale dei motori ad


accensione spontanea, differisce dal MAC solo nel modo in cui avviene la accensione della miscela
di combustibile. Nel motore diesel la candela sostituita da un iniettore di combustibile e nella fase
di compressione il cilindro contiene solo aria che viene compressa fino a raggiungere una
temperatura superiore a quella di autoaccensione del combustibile. La combustione inizia
spontaneamente non appena il combustibile iniettato viene a contatto con l'aria. I motori diesel non
sono soggetti al problema dell'autoaccensione, pertanto possono essere progettati con valori di
rapporti volumetrici pi alti. Nel motore benzina il cilindro contiene anche combustibile sul quale
vengono poste limitazioni che il motore diesel non pone, possono essere utilizzati i combustibili
meno raffinati e meno costosi.
Il ciclo diesel composto da trasformazioni internamente reversibili:
1-2 compressione isoentropica
2-3 somministrazione di calore a pressione costante
3-4 espansione isoentropica
4-1 sottrazione di calore a volume specifico costante.
Differisce dal ciclo otto nella trasformazione 2-3
Rendimento termico

k=rapporto tra calori specifici


p=rapporto volumetrico di compressione
=rapporto volumetrico di introduzione, Rapporto tra il volume del cilindro alla fine e all'inizio della somministrazione di calore

Il rendimento funzione crescente del rapporto volumetrico di introduzione a parit di rapporto


volumetrico di compressione. Il rendimento termico Diesel inferiore al rendimento termico Otto.
Tuttavia il rendimento diesel pari al 35 - 40% poich il rapporto volumetrico di compressione
maggiore. Il ciclo Diesel differisce dal ciclo Otto per la seconda fase: la combustione ha una durata
maggiore rispetto ai motori a benzina e perci la trasformazione a pressione costante. Le
rimanenti 3 trasf. sono invece le stesse. Infine il rend termico del ciclo D ad aria standard differisce
da quello del ciclo O ad aria standard per il solo termine in parentesi, che funzione crescente di t.
CICLO BRAYTON Utilizzato negli impianti motori a turbina a gas, che di solito funzionano in circuiti
aperti. Laria prelevata viene immessa nel compressore dal quale esce a pressione e temperature pi
elevate per entrare in camera di combustione, in cui viene bruciato combustibile a pressione
costante. I gas combusti entrano in turbina dove si espandono producendo lavoro e vengono poi
scaricati nellatmosfera. Idealmente pu essere schematizzato come un impianto a ciclo chiuso. In
questo caso il processo di combustione sostituito da una somministrazione di calore a pressione
costante mentre il rinnovo del fluido sostituito da una sottrazione di calore a pressione costante
verso lambiente. Le trasformazioni internamente reversibili sono: 1-2 compressione isoentropica 23 somministrazione di calore a pressione costante 3-4 espansione isoentropica 4-1 sottrazione di
calore a pressione costante

.
Nel ciclo Brayton la T pi alta viene raggiunta alla fine della combustione ed la max T sopportata
dalle pale. Questo un limite anche per B. I motori a turbina a gas sono usati nella propulsione aerea
e nella produzione di energia
elettrica.

CICLO BRAYTON CON RIGENERAZIONE Negli impianti motore a turbina a gas pu essere inserito
un rigeneratore che riscalda laria a pressione elevata in uscita dal compressore con i gas combusti
ancora caldi. Il rendimento termico del ciclo aumenta perch lenergia dei gas combusti di scarico
viene utilizzata per pre-riscaldare laria e di conseguenza diminuisce la quantit di calore che deve
essere fornita dal fluido. La temperatura pi alta dei fluidi che passano per il rigeneratore e T4,
quindi laria non avr temperature superiori a T4. Laria esce dal rigeneratore a T5<T4 e solo nel
caso limite locale T5=T4. Il calore combusto tra i gas combusti e laria nel caso reale e ideale.

Pi un rigeneratore efficace meno combustibile serve. Per essere pi efficace il rigeneratore deve
avere maggiore superfice di scambio termico. Per aumentare il rendimento termico si pu ricorrere
alla compressione multistadio interrefrigerata e allespansione multistadio con interriscaldamento. Si
ottiene cosi la minimizzazione del lavoro richiesto dal turbocompressore e la massimizzazione del
lavoro fornito dalla turbina.

CICLO DI CARNOT
Il ciclo di Carnot il ciclo reversibile secondo cui funziona il motore di Carnot composto da
trasformazioni reversibili impossibile da realizzare.
Non potendosi eliminare interamente le
irreversibilit associate con ciascuna trasformazione tale trasformazioni richiedono la minor quantit

di lavoro possibile e ne producono la maggiore .Facendo riferimento ad un sistema chiuso a flusso


stazionario le 4 trasformazioni reversibili Che compongono il ciclo sono:
ESPANSIONE ISOTERMICA il calore fluisce dalla sorgente verso il gas e T rimane costante
ESPANSIONE ADIABATICA diminuzione della T poich la sorgente sostituita da un isolante
COMPRESSIONE ISOTERMICA il calore che fluisce dal gas verso il pozzo tiene la temperatura
costante
COMPRESSIONE ADIABATICA riposizionata la guaina il gas compresso e torna allo stato
iniziale, aumento della T da ti a ts
Essendo un ciclo reversibile il ciclo a pi alto rendimento che lavora tra due prefissati valori di
temperatura rendimento irraggiungibile per un ciclo reale

CICLO INVERSO DI CARNOT


Il verso viene invertito, il calore Qi viene assorbito da parte del gas del serbatoio a bassa
temperatura e Qs Viene ceduto al serbatoio ad alta temperatura. Ln,u il lavoro fornito al sistema.

TEOREMI DI CARNOT
Si riferiscono al rendimento termico dei motori termici reversibile e irreversibile.
1 Il rendimento di un motore termico irreversibile sempre inferiore a quello di uno reversibile che
opera tra due stessi serbatoi di calore.
2 I rendimenti dei motori termici reversibili che operano tra due stessi serbatoi sono gli stessi
Uno scambio tecnico reversibile a T costante difficile da realizzare nella pratica perch
richiederebbe uno scambiatore di calore molto grande e una durata del processo molto lungo. Il suo
rendimento espresso da

COS UN CICLO AD ARIA STANDARD? QUANDO VIENE UTILIZZATO?


I cicli ad aria standard vengono utilizzati per semplificare lo studio dei cicli diretti a gas che vengono
realmente eseguiti nei motori a combustione interna(questi sono molto pi complessi) dov' il fluido
evolvente rimane sempre in fase di forme per tutta la durata del ciclo (aria, aria-combustibile si
trasformano in prodotti della combustione) e il modo di funzionamento detto a circuito aperto.
Caratteristica fondamentale del ciclo ad aria standard che tutte
le trasformazione sono
internamente reversibili e che il fluido evolvente aria che si comporta come un gas perfetto con
calori specifici costanti valutati a temperatura ambiente. In tale ciclo ideale il processo di
combustione sostituito da un processo di somministrazione di calore da una sorgente esterna.

Inoltre il fluido evolvente torna nello stato iniziale mediante sottrazione di calore anzich essere
rinnovato. Tale semplificazione consente di studiare le prestazioni dei motori reali.
COME SONO LEGATE TRA LORO LE LEGGI DI PLANCK, STEFAN E WIEN? QUAL IL LORO
SIGNIFICATO? IN QUALI UNIT DI MISURA SONO ESPRESSE LE GRANDEZZE CHE
ESPRIMONO?
Prima di descrivere le leggi importante far riferimento alla definizione di un corpo ideale detto
corpo nero. Il corpo nero un perfetto emettitore e assorbitore di radiazioni. La potenza emessa da
un corpo nero per unit di area superficiale si pu esprimere mediante la relazione nota come legge
di Stefan-Boltzmann:
E = Potere emissivo del corpo nero, T= temperatura assoluta in Kelvin.
La legge di distribuzione di Plank strettamente legata alla precedente e riguarda la definizione
del potere emissivo monocromatico o spettrale del corpo nero, la potenza radiante emessa dal corpo
nero alla temperatura assoluta T per unit di area superficiale e per unit di lunghezza d'onda e si

pu esprimere con la seguente relazione:


Fissata la temperatura ,il potere emissivo monocromatico del corpo nero E ny all'aumentare della
temperatura della lunghezza d'onda prima aumenta, poi raggiunge il massimo, infine decresce.
Fissata la temperatura inoltre la lunghezza d'onda alla quale si verifica il picco massimo data dalla
legge dello spostamento di Wien:

IRRAGGIAMENTO TERMICO
Il calore si pu trasmettere in diversi modi per conduzione

per convenzione

e per irraggiamento, dove sono rispettivamente la conducibilit termica del


materiale e h il coefficiente di scambio tecnico convettivo.
A differenza delle prime due la trasmissione per irraggiamento non richiede la presenza di un mezzo
interposto, avviene alla velocit della luce e non subisce alterazione n vuoto. Il trasferimento di
energia avviene attraverso le onde elettromagnetiche prodotte dalla variazione nella configurazione
elettroniche degli atomi o delle molecole. La massima potenza termica emessa per irraggiamento da
una superficie data dalla legge di Stefan Boltzmann:
Ts

la

temperatura

assoluta,

larea

della

superfice

costante

Tale potenza emessa da una superfice ideale detta corpo nero, per qualsiasi altra superfice si ha:
Lemissivit deve essere compresa tra 0 e 1.
Importante inoltre Il coeff. di assorbimento per esprimere la relazione
cio la frazione di energia radiante che incide sulle superfici e viene assorbita
dalla superfice stessa.
Per determinare la potenza netta scambiata per irraggiamento in caso di una superficie
relativamente piccola di area a e temperatura T s contenuta da una superficie pi grande a
temperatura assoluta Tc, separate da un gas che non interferisce con radiazione si usa la relazione :

La potenza netta trasmessa per irraggiamento tra due superfici nere data dalla relazione

F il fattore di vista tra la sup. 1 e la sup. 2


La potenza termica netta trasmessa per irraggiamento da una generica superficie i di una cavit
nera si calcola sommando la potenza netta trasmessa per irraggiamento dalla superficie i verso altre
superfici della cavit.

SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA


Il secondo principio della termodinamica afferma che lenergia ha qualit oltre che quantit e che i
processi reali tendono a una riduzione dellenergia e che le trasformazioni procedono secondo un
verso. Il secondo principio costituito da pi enunciati. Lenunciato di Kelvin Planck esprime che per
una qualsiasi apparecchiatura, che opera secondo un ciclo, impossibile ricevere calore da una sola
sorgente e produca lavoro utile. Un motore termico per completare il ciclo deve scaricare in un
pozzo una parte fornitagli dalla sorgente. Il rendimento di un motore non pu essere del 100/100 sia
che si parli di motori ideali sia reali. E necessario scambiare calore con almeno due sorgenti di
energia. Altro enunciato quello di Clausius riguardante il verso. Lenunciato afferma che
impossibile realizzare una macchina che opera secondo cicli il cui unico effetto il trasferimento di
calore da un corpo a bassa temperatura ad un altro a bassa temperatura. Le macchine termiche oltre
al trasferimento di calore avranno altri effetti, come per esempio lassorbimento di energia e
richiederanno lavoro in entrata dallesterno. Si pu notare che quando il calore viene scambiato da
un corpo ad alta temperatura ad uno a bassa temperatura subisce un degrado del momento che alla
fine del processo una buona parte di esso potr essere nuovamente in lavoro. Il secondo principio
permette di introdurre una nuova grandezza di stato che rappresenta una misura del disordine
molecolare questa definita entropia:

Durante una trasformazione reale la qualit dellenergia diminuisce con conseguente aumento
dellentropia. La sottrazione di calore fa diminuire lentropia, la somministrazione e la irreversibilit
producono un aumento.
PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA o principio della conservazione dellenergia.
Il primo principio della termodinamica afferma che in un processo ciclico la somma algebrica delle
quantit di calore Q scambiate deve eguagliare la somma algebrica delle quantit di lavoro L
scambiate tra lambiente ed il sistema. Esso costituisce lespressione del fatto che la somma
algebrica delle energie scambiate dal sistema con lambiente eguaglia la variazione della somma
delle varie forme di energia posseduta dal sistema. Questo principio tuttavia non fornisce alcuna
indicazione riguardo: levoluzione spontanea delle trasformazioni; il rendimento delle trasformazioni;
la reale reversibilit di un fenomeno.
Lenergia non pu essere creata n distrutta, ma pu cambiare forza. Quando un sistema interagisce
con lambiente la quantit di energia guadagnata dal sistema, deve essere esattamente uguale alla
quantit persa nellambiente. Inoltre per un sistema chiuso tutte le trasformazioni adiabatiche tra
due stati di equilibrio avvengono in modo che il lavoro netto compiuto lo stesso indipendentemente
dalla natura del sistema chiuso e della particolare trasformazione adiabatica. Lentit del lavoro
netto deve dipendere solo dagli stati iniziale e finale del sistema e deve corrispondere alla variazione
di energia totale dalla variazione dellenergia totale del sistema deve essere uguale al lavoro
scambiato con lambiente
Q= E (L=0)
-L= E
Cio in assenza di lavoro scambiato, la quantit di calore netto scambiato con lambiente eguaglia la
variazione dellenergia totale in un sistema chiuso, mentre per le trasformazioni adiabatiche Il lavoro
uguale alla variazione di energia totale. Se si considerano scambi simultaneamente di lavoro e
calore i loro contributi si sommano.
Q - L= U per sistemi stazionari
q - l = U ( J/Kg) per unit di massa
per unit di tempo

Facendo riferimento sempre a tale principio considerando un flusso stazionario la massa e lenergia
del volume di controllo rimangono costanti.

La soddisfazione del primo principio non assicura che la trasformazione avvenga realmente.
CONSIDERAZIONI DI TIPO PROGETTUALE
Informazioni sulledificio
Informazioni sulluso delledificio
Ad un piano singolo e multipiano,
Requisiti necessari per la lavorazione e i
altezze e superfici
prodotti
Orientamento delledificio
Requisiti necessari per il personale:
livelli di temperatura, livello di attivit
Localizzazione delledificio e tipologie
Macchinari per il processo
degli ingressi, finestre e lucernari
Tipologie costruttive dei pavimenti ,
Requisiti di pulizia , qualit dellaria
delle pareti interne ed esterne e delle
Movimentazione materiale
coperture
Tipologia e posizionamento apparecchi
Carico dei solai ammissibile
luminosi
Tipologia degli isolamenti e spessori
Potenze elettriche
Localizzazione delle reti esterne di
Livelli acustici consentiti
adduzione e di scarico rispetto al
fabbricato
BILANCIO TERMICO
Scopo di un impianto di condizionamento mantenere in un ambiente le condizioni che :
Contribuiscono al comfort dellindividuo (impianti di climatizzazione)
Sono necessarie per determinati processi di fabbricazione(impianti di condizionamento)
Per raggiungere questo obiettivo limpianto deve avere una potenzialit sufficiente che deve essere
controllata, qualunque ne sia la ragione, da un dispositivo di regolazione. La potenzialit
determinata in funzione dei carichi massimi reali.
Il carico termico istantaneo e il carico reale fornito dallimpianto sono raramente identici a causa
dellinerzia termica dei materiali che costituiscono il locale. Il carico reale definito come la quantit
di calore fornita e assorbita dallimpianto durante lunit di tempo.
ELEMENTI DI PROGETTO
Temperatura e umidit esterni di
Energia disponibile e possibilit di
progetto
recuperarla
Temperature interne di progetto
Normativa nazionale e locale di
riferimento
Umidit interna di progetto

Facilit delle operazioni di manutenzione


Ricambio aria richiesto
Valutazione costi dimpianto e costi di
Livelli di funzionamento dellimpianto
esercizio
Carichi interni e inerzia termica dei
materiali
STIMA DEI CARICHI TERMICI
Differenza di temperatura rispetto ai
locali adiacenti
CARICHI ESTERNI
Azione del vento nellimmobile
Trasmissione termica attraverso
Carico latente
superfici perimetrali
Irraggiamento diretto attraverso le

vetrate
CARICHI INTERNI
Irraggiamento dei muri e dei tetti
Persone presenti

Illuminazione
Apparecchi diversi
Calcolatori
TIPOLOGIE DIMPIANTO
Qg = P- G Qg (potenza impianto) PG (carico edificio)
Impianto elettrico
Illuminazione artificiale
Di forza motrice(prese)
Impianto ascensore
Impianti speciali
Impianto allarme
Di domotica
Telefonia/dati
Tv
Citofono
Rilevazione incendio

Motori elettrici
Tubazioni serbatoi dacqua calda
Sorgenti diverse

Impianti meccanici (domestici)


Climatizzazione
Estrazione fumi
Adduzione acqua
Acqua reflue
Gas
Impianti meccanici (industriali, speciali)
Depurazione
Acque industriali
Aria compressa
Distribuzione vapore
Gas medicali
antincendio

Percorsi verticali per gli impianti sono chiamati cavedi.


Percorsi orizzontali sono mascherati da controsoffitti o finte travi.
Ogni impianto ha un grado di invasivit differente che varia da quello meno invasivo a quello
pi ingombrante ( impianto adduzione acqua, industrie)
Per gli edifici non totalmente autosufficienti, alcuni impianti saranno allacciati alle reti
urbanizzate: idrica, acqua reflue, gas
Elettrica. Per tali reti non avremo il generatore( allinterno delledificio) ma arriver il transfer

CONDIZIONAMENTO DELLARIA

CLASSIFICAZIONE IMPIANTI
Gli impianti si classificano in funzione del transfer erogato in ambiente per neutralizzare il
carico termico sensibile o latente:
IMPIANTI AD ARIA intervengono su Qs-Ql, mediante trattamenti di riscaldamento,
raffreddamento, umidificazione , deumidificazione
IMPIANTI
AD ACQUA intervengono su Qs, mediante trattamenti di riscaldamento,
raffreddamento
IMPIANTI
ARIA- ACQUA intervengono su Qs-Ql mediante trattamenti di riscaldamento,
raffreddamento
IMPIANTI AUTONOMI (non a rete)
Gli impianti ad aria e ad acqua possono essere classificati inoltre in funzione delle rete di
distribuzione:
IMPIANTI AD ARIA
PORTATA COSTANTE
PORTATA VARIABILE
Entrambi possono essere :
MONOCONDOTTO per ogni singolo impianto( uno per landata uno per il ritorno)
DOPPIO CONDOTTO per il caldo e per il freddo contemporaneamente
IMPIANTI MISTI ARIA AQUA
VENTILCONVETTORI
AD INDUZIONE
Entrambi possono essere :

2 TUBI , uno per landata , uno per il ritorno, ad una sola temperatura calda o fredda
4 TUBI, uno per landata , uno per il ritorno, per la temperatura calda e uno per landata ,
uno per il ritorno, per la temperatura fredda
IMPIANTI AD ACQUA
Radiatori
Pannelli radianti
Aerotermi
Ventilconvettori
COMPONENTI DI IMPIANTO, UNIT TRATTAMENTO ARIA (UTA)
Nella sezione di trattamento dellaria sono localizzate: le serrande di ricircolo e dellaria
esterna, i dispositivi filtranti, la batteria di raffreddamento/riscaldamento dellaria ad
espansione o condensazione di refrigerante e infine lunit ventilante, generalmente costituita
da un ventilatore.
Attraverso lo SCAMBIATORE DI CALORE, aria ed acqua scambiano calore, senza mai entrare in
contatto. La batteria costituita da una serpentina alla quale si aggiungono barrette per
aumentare la superficie di contatto. Ogni batteria formata dal rango. LUMIDIFICATORE
ADIABATICO un altro componente essenziale dellimpianto, per deumidificare invece occorre
raffreddare sotto la temperatura di rugiada , laria inizia a condensare e togliere umidit. Il
VENTILATORE invece aumenta la pressione dellaria affinch possa avere una velocit
adeguata per attraversare i canali e uscire da questi.
IMPIANTI A TUTTARIA
Scopo fondamentale realizzare e mantenere nel tempo condizioni di benessere
termoigrometrico allinterno degli edifici per un agevole svolgimento delle attivit in condizioni
di comfort per gli occupanti. Controllando i parametri che influenzano il benessere ambientale,
in particolare: temperatura ambiente, umidit relativa, velocit e purezza dellaria.
In generale: nellimpianto di condizionamento a sola aria le condizioni termoigrometriche di
progetto sono mantenute nellambiente tramite limmissione di aria a temperatura, umidit e
portata opportune. La regolazione dellimpianto a tuttaria avviene in due modi: variazione
della temperatura dingresso ( impianti a portata costante) o variazione della portata dellaria
(impianti a potata variabile - VAV). La potenza termica Q fornita e/o sottratta da una data
portata daria G : Q= G (Ti - Ta) in cui e sono densit e calore specifico dellaria e Ti e
Ta sono rispettivamente la temperatura dellaria di immissione e dellaria ambiente. Per
variare Q, nella regolazione dellimpianto si possono variare: Ti (impianti a portata costante);
G (impianti a portata variabile). Negli impianti a tuttaria , laria esterna entra mediante una
serranda nell UTA , dove ci sono lo scambiatore e lumidificatore adiabatico, per mezzo di un
ventilatore, che separa laria in condizioni di sovrappressione per vincere le perdite di carico
allinterno delle tubazioni , viene immessa nellambiente. Limmissione in ambiente pu
avvenire attraverso : effetto pistone, coanda, dislocamento. Infine laria viene portata
allesterno, una parta di aria espulsa pu essere riutilizzata, in tal caso laria di ricircolo verr
miscelata con laria esterna prima di essere inviata allo scambiatore. Un sistema pu anche
essere a tutto ricircolo, tale sistema non tiene conto della qualit dellaria e viene utilizzato
per realizzare impianti di edifici in cui non andranno persone, per esempio un magazzino. In
estate la Ti sar minore di 6-8 gradi rispetto alla Ta e di conseguenza Hi>Ha, con Qs positivo,
in inverno Ti> 10-15 gradi rispetto alla Ta , Hi<Ha, Qs negativo. Inoltre se nel periodo estivo
funzionano solo due batterie quella di raffreddamento e riscaldamento, nel periodo invernale
funziona la batteria di riscaldamento e una di post riscaldamento. Tali impianti sono idonei per
grandi ambienti, ambienti industriali per esempio, e risolvono specifiche problematiche di
settore in relazione a temperatura, umidit e purezza dellaria. Tutti i componenti hanno una
collocazione centralizzata e sono facilmente manutenibili. Nelle mezze stagioni inoltre si pu
usare laria esterna , senza trattarla, per eliminare il carico ambiente, si parla di sfruttamento
di FREE COOLING Tali impianti richiedono spazi addizionali per i canali daria e una rete
complessa di distribuzione dellaria.
DISEGNARE LO SCHEMA FUNZIONALE DI UN IMPIANTO A PORTATA VARIABILE
MULTIZONA, VANTAGGI E APPLICAZIONI.

Scopo fondamentale realizzare e mantenere nel tempo condizioni di benessere


termoigrometrico allinterno degli edifici per un agevole svolgimento delle attivit in condizioni
di comfort per gli occupanti. Controllano i parametri che influenzano il benessere ambientale,
in particolare: temperatura ambiente, umidit relativa, velocit e purezza dellaria.
In generale: nellimpianto di condizionamento a sola aria le condizioni termoigrometriche di
progetto sono mantenute nellambiente tramite limmissione di aria a temperatura, umidit e
portata opportune. La regolazione dellimpianto a tuttaria avviene in due modi: variazione
della temperatura dingresso ( impianti a portata costante) o variazione della portata dellaria
(impianti a potata variabile - VAV). La potenza termica Q fornita e/o sottratta da una data
portata daria G : Q= G (Ti - Ta) in cui e sono densit e calore specifico dellaria e Ti e
Ta sono rispettivamente la temperatura dellaria di immissione e dellaria ambiente. Per
variare Q, nella regolazione dellimpianto si possono variare: Ti (impianti a portata costante);
G (impianti a portata variabile). Vantaggi impianti a tuttaria: Collocazione centralizzata di
tutti i componenti principali; Conseguente facilit di manutenzione centralizzata in spazi
tecnologici di norma ampli e ben accessibili (centrali termiche); Non richiede interventi nelle
zone di lavoro; Maggiore possibilit di sfruttamento del free cooling; Facile adattabilit al
recupero di calore; E possibile avere grandi portate di aria di rinnovo; Consente cambi
stagionali automatici; Consente il controllo di tutti i parametri del benessere ambientale
(temperatura, umidit, velocit dellaria, rumorosit). Svantaggi impianti a tuttaria:
Richiede spazio addizionale per i canali daria, solitamente ingombranti; Richiede energia
addizionale per le zone perimetrali o per spazi a fattore termico differente o durante le ore di
non occupazione dei locali (a meno di non usare impianti a portata daria variabile); Difficolt
di bilanciamento per lestensione e complessit delle reti di distribuzione dellaria; Necessit di
accesso agli apparecchi terminali (cassette di distribuzione, .); Aria di rinnovo non
convogliabile ai singoli ambienti in funzione delle loro esigenze temporali; Difficoltoso controllo
della temperatura nei singoli ambienti; Controllo parziale dellumidit relativa nei singoli
ambienti.
Gli impianti a sola aria vanno bene per: grandi aree; per risolvere specifiche problematiche di
settore in relazione a temperatura, umidit o purezza dellaria; ambienti industriali; impianti
con trattamento centralizzato della sola aria primaria e successivo trattamento finale locale.
Un impianto a portata variabile multizona un impianto di condizionamento a sola aria,
in cui la regolazione della potenza termica ceduta o sottratta allambiente avviene mediante
variazione della portata daria immessa. Laria inviata negli ambienti mediante un sistema
di distribuzione e, laddove presente, di ripresa, analogo a quello degli impianti a portata
costante (il sistema di distribuzione costituito da una rete di canali di mandata e dai relativi
terminali di immissione -bocchette, anemostati, diffusori lineari-; dove possibile il ricircolo,
presente anche un sistema di bocchette e canalizzazioni di ripresa, che convogliano parte
dellaria ambiente di nuovo nellunit di trattamento aria, per essere poi ricircolata).
Vantaggi: il trattamento di una portata daria ridotta pu consentire un significativo risparmio
energetico e questo spiega la diffusione di tale tipologia di impianto negli ultimi anni.
Svantaggi: la riduzione di portata al massimo del 25 - 30 % del valore nominale, pertanto a
volte non possibile controbilanciare variazioni maggiori del carico termico; tali impianti sono

quindi realizzati generalmente in locali caratterizzati da variazioni contenute del carico


termico. Sia gli impianti a portata costante che quelli a portata variabile possono presentare
due diverse tipologie di sistemi di distribuzione dellaria: monocondotto e a doppio condotto.
Un sistema che costituisce un compromesso tra gli impianti monocondotto e quelli a doppio
condotto costituito dai sistemi multizone. Possono essere impiegati nel caso di edifici molto
grandi, in cui possibile individuare zone termoigrometriche con diversit dimpiego o di
esposizione. Laria trattata centralmente e distribuita con la stessa umidit specifica, ma ad
una temperatura diversa a seconda delle zone. Tutti i trattamenti dellaria, tranne il postriscaldamento, sono effettuati centralmente; a valle dellumidificatore adiabatico la portata
daria suddivisa in funzione delle esigenze delle diverse zone individuate allinterno
delledificio ed trattata in altrettante batterie di postriscaldamento di zona.
Nellimmagine: impianto a tuttaria a portata costante multizone.
Un esempio di impianto a portata variabile di tipo "ibrido" quello dell'edificio della Hong
Kong & Shanghai Bank
Ogni piano di questo grattacielo di 46 piani servito da due unit cli trattamento composte di
due sezioni:
- sezione a portata variabile, con miscela di aria esterna e di ricircolo e raffreddamento;
- sezione a portata costante a tutto ricircolo, con ununica batteria di riscaldamento o

raffreddamento dotata di sistema di commutazione.


IMPIANTI MISTI ARIA- ACQUA
Negli impianti di condizionamento misti aria-acqua limmissione di aria (detta aria primaria)
consente il controllo dellumidit relativa, della velocit e della purezza dellaria ambiente; la
circolazione di acqua allinterno di opportuni elementi terminali consente il controllo
localizzato della temperatura dellaria ambiente. Lingombro dei canali per la distribuzione
dellaria minore rispetto agli impianti a tuttaria, essendo la portata necessaria al controllo di
umidit relativa e purezza generalmente inferiore rispetto a quella necessaria al controllo della
temperatura. Il controllo locale della temperatura influenza il valore dellumidit relativa
dellaria che, essendo controllato centralmente, pu assumere valori al di fuori di quelli
ottimali quindi occorre che i carichi latenti non risultino eccessivi, al fine di consentire un
miglior controllo dellumidit relativa. Lelevata portata daria primaria che si renderebbe
necessaria vanificherebbe il vantaggio delle dimensioni contenute dei canali di distribuzione,
tipico di queste soluzioni. Negli impianti misti non viene effettuato il ricircolo; laria pertanto
estratta mediante torrini di estrazione collocati in corrispondenza dei servizi che, trovandosi in
depressione, richiamano aria da tutti gli ambienti. Laria generalmente fatta fluire attraverso
i corridoi, nei quali transita attraverso opportune griglie di transito installate nelle porte dei
singoli ambienti. In base alle caratteristiche degli elementi terminali, possono essere
classificati in: impianti con ventilconvettori; impianti a induzione. Sia negli impianti a
ventilconvettori sia in quelli a induzione la distribuzione dellacqua pu avvenire con un
sistema a due, tre o quattro tubi. Il sistema non adatto a risolvere applicazioni con grandi
portate daria di espulsione inoltre la regolazione tende ad essere pi complessa ed onerosa

rispetto ad altri sistemi dovendo intervenire su pi unit terminali questi ultimi inoltre per
garantire una elevata efficienza dei terminali hanno una elevata difficolt di mantenimento.
Alcuni svantaggi sono indipendenti dalle scelte progettuali (apparecchiature selezionate) e
possono essere risolte con selezioni pi costose.
DISEGNARE UN IMPIANTO ARIA-ACQUA A 4 TUBI MONOBATTERIA
Negli impianti di condizionamento misti aria-acqua limmissione di aria (detta aria primaria)
consente il controllo dellumidit relativa, della velocit e della purezza dellaria ambiente; la
circolazione di acqua allinterno di opportuni elementi terminali consente il controllo
localizzato della temperatura dellaria ambiente. Lingombro dei canali per la distribuzione
dellaria minore rispetto agli impianti a tuttaria, essendo la portata necessaria al controllo di
umidit relativa e purezza generalmente inferiore rispetto a quella necessaria al controllo della
temperatura. Il controllo locale della temperatura influenza il valore dellumidit relativa
dellaria che, essendo controllato centralmente, pu assumere valori al di fuori di quelli
ottimali quindi occorre che i carichi latenti non risultino eccessivi, al fine di consentire un
miglior controllo dellumidit relativa. Lelevata portata daria primaria che si renderebbe
necessaria vanificherebbe
il vantaggio delle dimensioni contenute dei canali di distribuzione, tipico di queste soluzioni.
Negli impianti misti non viene effettuato il ricircolo; laria pertanto estratta mediante torrini
di estrazione collocati in corrispondenza dei servizi che, trovandosi in depressione, richiamano
aria da tutti gli ambienti. Laria generalmente fatta fluire attraverso i corridoi, nei quali
transita attraverso opportune griglie di transito installate nelle porte dei singoli ambienti. In
base alle caratteristiche degli elementi terminali, possono essere classificati in: impianti con
ventilconvettori; impianti a induzione. Sia negli impianti a ventilconvettori sia in quelli a
induzione la distribuzione dellacqua pu avvenire con un sistema a due, tre o quattro tubi.
I sistemi a tre o a quattro tubi vengono utilizzati quando necessario contemporaneamente
riscaldare alcune zone e raffreddarne altre (es. zone con esposizioni diverse in particolare
nelle stagioni intermedie). In questi casi i terminali possono essere alimentati
contemporaneamente sia dal circuito freddo che da quello caldo. Adottando delle valvole
distributrici a tre vie, possibile la differenziazione per zone. I sistemi a quattro tubi oltre a
mantenere completamente separati i circuiti dellacqua calda e refrigerata, hanno, per
lappunto, elementi terminali che presentano due batterie, una per lacqua calda e una per
quella refrigerata, collegate ai rispettivi circuiti. Delle due batterie entra in funzione di volta in
volta quella in grado di soddisfare le richieste termiche di ciascun ambiente. Tali sistemi
risultano molto pi costosi di quelli a due tubi in quanto presentano un doppio circuito e degli
elementi terminali molto pi complessi, essendo dotati di due batterie (sono lequivalente
degli impianti a tuttaria a doppio condotto). Inserendo sulle uscite una valvola a tre vie
deviatrice, azionata in parallelo a quella in ingresso, si possono tenere separati il circuito caldo

da quello freddo in tutto lo sviluppo della rete. Il termostato ambiente che agisce sulle valvole
dingresso e duscita le commuter contemporaneamente, inviando tutte le uscite fredde alla
rete fredda e tutte quelle calde alla rete calda.

IMPIANTI AD ACQUA Negli impianti ad acqua lunico transfer energetico lacqua , questa
pu neutralizzare solo il calore sensibile. A differenza degli altri impianti composti dallUta,

questi si servono di
TERMINALI AMBIENTE (ventilconvettori, pannelli radianti,
termoventilatori).
Gli impianti ad acqua permettono di risolvere problemi differenti fra ambienti diversi e di
controllare in ogni locale la temperatura, di contro per non possibile controllare lumidit
relativa. Oltre a questo svantaggio danno problemi di rumorosit immessa nellambiente e
hanno un impatto negativo per quanto riguarda lestetica delle facciate degli edifici a causa
degli Split esterni.
IMPIANTI AUTONOMI
La loro classificazione pu essere:
. Gruppi autonomi monoblocco ad espansione diretta, ad esempio i condizionatori a finestra;
. Gruppi autonomi split system ad espansione diretta.
La differenziazione degli impianti pu anche essere effettuata per tipologia del fluido
condensante (aria, acqua) e per lubicazione dello stesso impianto (allinterno o allesterno).
Vantaggi per gli impianti autonomi
Controllo in ogni locale della temperatura in riscaldamento e in raffrescamento; Permettono di
risolvere problemi differenti fra ambienti diversi Offre la massima personalizzazione per
ciascun ambiente; consente la massima autonomia dellutilizzatore.
Svantaggi degli impianti autonomi
Possibilit limitate di opzioni per dimensioni e regolazioni; Limitate possibilit per alti e bassi
valori dellumidit relativa; Problemi di rumorosit immessa negli ambienti; Impatto negativo
dellestetica per le facciate degli edifici; Pongono vincoli nellarredo e nella sistemazione
interna degli ambienti (ad esempio occupando le finestre o le porte vetrate); Maggiori costi di
funzionamento; Maggiori costi di manutenzione; Manutenzione delle apparecchiature in locali
occupati.
ROOF TOP
Le unit roof top, sono macchine sviluppate appositamente per essere installate allesterno
degli edifici e, in particolare, sulla loro copertura. Queste macchine realizzano la
concentrazione dellimpianto in un unico involucro e soprattutto negli edifici commerciali,
industriali e fieristici costituiscono la soluzione di gran lunga preferita. La loro prerogativa
quella di avere riprese e mandate dellaria gi orientate verso il basso in modo da poter
indirizzare laria trattata direttamente nelle canalizzazioni sottostanti il solaio di copertura.
Cos, i roof top, proprio per la loro caratteristica di poter distribuire e riprendere laria
condizionata localmente, si prestano ad essere posizionati sui solai direttamente sovrastanti
agli ambienti da climatizzare. I roof top, nella loro versione pi semplificata, si compongono
essenzialmente di una sezione di trattamento dellaria e di una sezione motocondensante/evaporante del refrigerante. Tutta la componentistica delle unit roof top,
racchiusa in un involucro di lamiera ad alta resistenza allossidazione e tenuta allacqua.
Alcune tipologie di roof top sono ben pi complesse e sono composte da altre numerose
componenti di trattamento dellaria. Si pensi allapplicazione di dispositivi economizzatori di
tipo free-cooling, alle sezioni ventilanti di ricircolo ed espulsione dellaria, ai recuperatori di
calore rotativi, a flussi incrociati e a doppia batteria, alle lampade UVGI ultraviolette, al
trattamento dellaria con bruciatori a gas modulanti ecc. In genere, le unit di
condizionamento roof top sono realizzate con circuiti frigoriferi reversibili a pompa di calore
aria-aria, in grado di consentire il raffreddamento degli ambienti durante la stagione estiva e
di riscaldarli durante quella invernale. EFFICIENZA Le unit di condizionamento roof top
risultano talvolta energeticamente pi vantaggiose di equivalenti sistemi idronici costituiti da
gruppi frigoriferi e unit di trattamento dellaria. Ad esempio, nei sistemi autonomi roof top
non richiesta la pompa di circolazione dellacqua che, normalmente, negli impianti idronici
funziona costantemente ed indipendentemente dal carico frigorifero richiesto. Inoltre, lo
scambio tra espansione o condensazione del gas refrigerante e laria che attraversa le
batterie, elimina il trasferimento attraverso un fluido vettore intermedio come lacqua.
I ROOF TOP AD ACQUA
Oggi sempre pi frequente trovare impianti con unit di condizionamento roof top a pompa
di calore che utilizzano lacqua quale pozzo termico: si tratta di applicazioni in impianti ad
anello dacqua, sia esso di tipo aperto, oppure chiuso. Nel primo caso la temperatura
dellacqua nellanello garantita dallo scambio termico offerto dal collegamento diretto o
indiretto alla falda acquifera. Nel secondo, necessaria lapplicazione sullanello chiuso di un
geoscambiatore interrato oppure di un generatore a gas o gasolio per supplire alle carenze
termiche invernali e di una torre di raffreddamento evaporativa per supplire a quelle estive. I
sistemi di condizionamento applicati allanello dacqua consentono di ottenere una gestione
energeticamente pi conveniente. Si pensi, soprattutto al funzionamento invernale durante il
quale un roof top ad aria costretto ad operare con temperature esterne inferiori a 0 C

unendo anche la necessit di effettuare cicli di sbrinamento delle batterie evaporanti, mentre
la stessa macchina che utilizzi quale pozzo termico lacqua, pu funzionare con temperature di
evaporazione ben pi vantaggiose, considerando che la temperatura del fluido circolante
nellanello.
CARATTERISTICHE E PROPRIET DEI GETTI DARIA NEI TERMINALI DEGLI IMPIANTI DI
CONDIZIONAMENTO E MECCANISMI DI DISTRIBUZIONE DELLARIA NEGLI AMBIENTI.
In generale la diffusione dellaria deve realizzare i seguenti scopi:
- compensare i carichi termici estivi o invernali del singolo locale;
- rinnovare laria ambiente e diluire gli odori per mezzo di un corretto apporto di aria esterna;
- mantenere i gradienti di temperatura sul piano verticale e sul piano orizzontale entro i limiti
fissati dalle norme;
- raccogliere il pulviscolo in sospensione nel locale e trascinarlo verso gli elementi di ripresa;
- mantenere un livello sonoro entro i limiti richiesti.
La parte terminale di un impianto di climatizzazione costituita dagli elementi per la
distribuzione dellaria.
Questi elementi sono spesso determinanti per stabilire il positivo risultato di un impianto sia
dal punto di vista
funzionale che estetico. Esistono attualmente due sistemi per la distribuzione dellaria negli
ambienti:
- a dislocamento: ha origine nei paesi nordici in tempi recenti e viene sviluppato per il
raffrescamento di ambienti industriali. Il flusso daria continuo e realizza una zona pulita al di
sotto di un certo strato limite: laria pi fredda immessa nella zona di soggiorno a livello del
pavimento viene richiamata nelle zone dove c uno sviluppo di calore, con conseguente
generazione di corrente ascensionale e di depressione nella parte inferiore dove laria primaria
lava la zona interessata.
- a miscelazione: il sistema pi diffuso (pu essere distribuzione a flusso turbolento o a
flusso laminare orizzontale o verticale) e permette di mandare laria da parete e da soffitto. Si
basa sul principio della miscelazione dellaria primaria, calda o fredda in funzione della
richiesta, con laria ambiente per ottenere una teorica uniformit di velocit e temperatura
nella zona occupata. importante nella scelta del tipo di terminale, lutilizzo richiesto.
Terminali di distribuzione a flusso turbolento: bocchette a parete ad alette, ugelli, diffusori a
coni, diffusori spiroidali, diffusori lineari.
Terminali di distribuzione a flusso laminare orizzontale o verticale: travi fredde, canali in
tessuto, permeabili o forellati. Con i sistemi a flusso laminare possibile ottenere un elevato
grado di purezza dell'aria ambiente e quindi una forte riduzione degli inquinanti. La riduzione
ottenuta per spostamento fisico dell'aria inquinata, alla quale va a sostituirsi aria trattata, con
un meccanismo ad effetto pistone realizzato ricorrendo a distribuzioni del tipo a flusso
unidirezionale laminare, ovvero a bassa turbolenza.
ARCHITETTURA BIOCLIMATICA E LA PROGETTAZIONE :
Una costruzione che consenta di risparmiare energia da combustibili fossili e, al contempo, di
mantenere le
giuste condizioni di comfort e qualita della vita, non in virtu di sistemi ausiliari aggiunti aposteriore al
manufatto, bens grazie alle tecnologie, ai materiali e alla configurazione degli spazi e dei
sistemi edificati
stessi. Le principali caratteristiche sono:
Risparmio energetico
Comfort
Progettazione integrata, cio guardando alla struttura , agli impianti prevedendo gia in fase di
progettazione tutti gli elementi che costituiranno ledificio. LEdificio un sistema
termodinamico aperto (c trasferimento di energia e di materia)
Fattori da considerare nella progettazione di un edificio:
Condizioni climatiche locali
Orientamento delledificio
Elementi ombreggianti dellambiente esterno
Rapporto tra superficie dellinvolucro e volumetria
IL TEPEE
Quest'involucro ha due falde riportate, che restano sporgenti in alto e possono essere tenute
aperte, per l'uscita del fumo e per l'aerazione o chiuse, spostando i due pali ai quali sono
appese, per riparare dalla pioggia e dal freddo. I pali possono essere spostati anche per

posizionare l'apertura sottovento, in modo tale da favorire la fuoriuscita del fumo. In inverno,
attorno alla tenda si colloca un barriera circolare fatta di sterpaglia, per protezione contro i
venti freddi. D'estate, le pelli sono sollevate nella parte inferiore, per ventilare lo spazio
interno. All'interno, la capanna foderata, fino ad un terzo dell'altezza utile, da uno strato di
pelle conciata, fissata in modo da crear un'intercapedine d'aria verso la pelle esterna.
Quest'ultima ha la funzione di mantenere asciutto l'ambiente interno, anche in caso di pioggia,
e di aumentare il tiraggio termico per l'uscita del fumo.
SISTEMI PASSIVI
I sistemi attivi invece necessitano di sistemi esterni per funzionare
Il progetto di sistemi solari passivi (insiti nellinvolucro edilizio) si basa sui seguenti concetti
generali:
la captazione della radiazione solare;
la distribuzione dellenergia solare;
Far giungere il calore solare a tutti i locali dipende direttamente dal progetto dell'edificio e del
sistema di riscaldamento. LObiettivo del progettista quello di minimizzare la rete di
distribuzione. Il sistema pi efficace per distribuire l'energia solare quello di disporre i locali
in modo che l'energia sia raccolta ed accumulata direttamente al loro interno o nelle
immediate vicinanze.
la luce naturale e il comfort visivo
la ventilazione naturale;
l'accumulo dell'energia solare;
L'energia solare utile raccolta pu essere massimizzata con:
la scelta di un orientamento ed una inclinazione favorevoli;
l'installazione di riflettori della luce solare;
l'evitare ombre riportate;
l'utilizzo di vetrate con elevata trasmittanza della radiazione solare;
la scelta di un sistema ad elevato assorbimento della radiazione solare.

Per ridurre le dispersioni di calore possono essere utilizzati i seguenti sistemi:


vetrate a bassa conduttanza termica;
schermi isolanti mobili.
La schermatura pi efficace per una finestra rivolta a sud quella orizzontale, mentre
per le finestre rivolte ad est oppure ovest si devono usare schermi verticali. I dispositivi pi
semplici sono gli aggetti ed i frangisole. Gli schermi fissi tagliano sempre una parte della
radiazione diffusa e quindi riducono l'illuminazione naturale.
SISTEMI DI RISCALDAMENTO PASSIVO
I sistemi di captazione in particolare si distinguono in funzione:
-delle caratteristiche dell'apertura per la raccolta della radiazione solare;
-dellinterazione tra radiazione solare e accumulo termico;
-del sistema di rilascio dell'energia nello spazio riscaldato.
I meccanismi di trasferimento dell'energia sono i seguenti:
-sistemi a guadagno diretto in cui l'accumulo primario all'interno dello spazio abitato e la sua
superficie, che raccoglie la radiazione solare, riemette l'energia termica nello stesso
spazio(serra diretta)
-sistemi a guadagno indiretto in cui l'accumulo termico primario fa parte del tamponamento
esterno dell'edificio, per cui la radiazione solare assorbita direttamente dall'accumulo senza
entrare direttamente nello spazio abitato. L'accumulo termico agisce come elemento
moderatore tra superficie di raccolta e
spazio interno( muri trombe , muro massivo , muro dacqua)
-sistemi a guadagno isolato in cui la superficie di raccolta separata dall'accumulo termico ed
il trasferimento dell'energia deve essere attivato tra i due o dal collettore allo spazio abitato
direttamente (serra , collettore massivo isolato)

SISTEMI DI RISCALDAMENTO PASSIVO 2


SISTEMI A GUADAGNO DIRETTO: Per realizzarli serve un'ampia superficie vetrata rivolta a
sud, una massa termica nel soffitto o nelle pareti posizionata per l'esposizione solare e adatta
all'accumulo e l'isolamento di questa dall'esterno. Se le vetrate non disponessero di
schermature o di pannelli mobili isolanti si incorrerebbe in situazioni di disagio come le perdite
di calore in inverno o il surriscaldamento in altre stagioni. Il guadagno diretto un sistema
semplice da realizzare, le vetrate consentono un elevato standard di illuminazione naturale, il
loro materiale facile da reperire e non un sistema dispendioso. Di contro con le vetrate vi
poca privacy, passano radiazioni ultraviolette che danneggiano alcuni materiali, i sistemi per
l'isolamento sono costosi.
SISTEMI A GUADAGNO INDIRETTO: Sfruttano il calore solare accumulato da una massa
posta tra il sole e l'ambiente da riscaldare. Il trasferimento di energia dal collettore
all'ambiente avviene solo per convezione o per irraggiamento
Il MURO TROMBE (indiretto) definito sistema di accumulo termico e
indicato per climi freddi, permette di distribuire il calore per
convezione. Viene posto un intercapedine tra vetrata e massa termica
in cui si raggiungono temperature elevate. Serrande isolanti, vetri
doppi con alta resistenza termica e strati selettivi sul muro consentono
di ridurre in inverno le perdite di calore. Aggetti, isolanti mobili o
aperture di areazione in comunicazione con l'esterno impediscono il
riscaldamento eccessivo della massa in estate. In questo modo vi
assenza di irraggiamento diretto, non vi sono eccessive fluttuazioni di
temperatura ed un sistema molto conosciuto. Di contro servono due
pareti a sud che richiedono alti costi e spazi ampi, servono spazi per
pulire la vetrata e si potrebbe creare condensa.
Il MURO AD ACQUA (indiretto) ha un'efficienza maggiore del
trombe perch l'acqua ha una capacit termica maggiore, e le correnti
convettive all'interno la rendono un accumulo isotermo. Quindi la
temperatura della superficie esterna ridotta e sono minori le perdite
di calore, ci sono bassi sbalzi di temperatura nel sistema ma possono
nascere problemi di umidit se il contenitore non sigillato bene.
Nel TETTO AD ACQUA (indiretto), l'acqua deve toccare le strutture
del soffitto cos l'energia viene trasmessa per conduzione e riscalda
l'ambiente per irraggiamento. Il sistema deve quindi coprire l'intero
spazio, serve un sistema di isolamento, anche un sistema di
raffrescamento estivo, si pu usare in regioni caldo-aride. L'isolamento copre l'accumulo
d'acqua durante il giorno e l'acqua assorbe l'eccesso di calore proveniente dall'edificio poi, di
notte, quando l'isolamento viene tolto, questo calore viene irraggiato verso il cielo notturno
pi freddo. Il clima interno diventa cos stabile e uniformemente distribuito anche se cos si
possono riscaldare edifici a un solo piano, la pesante massa d'acqua richiede altri requisiti,

non si pu usare ad alte latitudini se non con tetti inclinati. Il sistema permette di realizzare un
microclima interno stabile ed uniformemente distribuito
SISTEMI A GUADAGNO ISOLATO:
Il sistema BARRA-COSTANTINI (isolato) adatto per il Sud-Italia. La
parete Sud dell'edificio contiene un collettore leggero, protetto da una
superficie vetrata e isolato con uno strato coibentante.
SERRA SOLARE (isolato)
Una serra solare addossata, o aggiunta, consiste
di uno spazio chiuso e vetrato disposto sul lato
sud di un edificio. A seconda del clima e del tipo
di utilizzo della serra solare, pu esserci una
parete di accumulo termico che separa la serra
dall'edificio, o altri accumuli termici all'interno
dello spazio solare: ci serve per normalizzare la temperatura sia nella
serra che nella casa. Normalmente la serra non viene termoregolata, per
cui non necessario fornire calore ausiliario. In molti casi la serra
utilizzata per preriscaldare l'aria di rinnovo della casa. Per la raccolta
dell'energia solare possibile utilizzare la serra in due differenti modi. La serra pu agire come
uno spazio non riscaldato a guadagno diretto, in cui si possono introdurre delle masse,
costituite da pareti in muratura e da pavimenti oppure acqua, e degli isolamenti mobili in
modo che lo spazio possa essere visto come un'estensione economica della casa, da abitare il
pi a lungo possibile durante l'anno. Alternativamente possibile utilizzare la serra come un
collettore e in questo caso si dovr insistere su superfici leggere per poter estrarre aria pi
calda da inviare ad un accumulo isolato, situato all'interno o sotto l'edificio da riscaldare. Dato
che al suo interno le temperature variano molto non si pu vivere in una serra o crescerci
piante se non attraverso controlli delle radiazioni solari. Il sistema di distribuzione dell'energia
raccolta in una serra solare dipende dal clima esterno, dall'uso dello spazio solare, come
collettore o come sistema a guadagno diretto, e dal tipo di collegamento tra serra e spazio
abitato. Degli schermi eviteranno il surriscaldamento e serve ventilazione per il controllo.
Isolamenti mobili impedirebbero perdite di calore nelle notti invernali o durante le giornate
coperte Un minimo di riscaldamento ausiliario deve essere previsto per evitare il pericolo del
gelo, quando nella serra sono presenti piante ed acqua. Quindi il microclima interno di una
casa viene considerevolmente migliorato con l'aggiunta di un "tampone termico" tra lo spazio
abitato e l'aria esterna, la serra pu servire anche per scopi non energetici(come spazio
abitabile addizionale o come serra per piante), facilmente adattabile agli edifici esistenti e si
pu combinare con altri sistemi passivi. Di contro si potrebbe incorrere in surriscaldamento in
estate, ci possono essere forti variazioni di temperatura, il soffitto a vetri della serra pu
produrre il rapido raffreddamento notturno di qualsiasi massa termica, l'energia termica
fornita alla casa come aria calda quindi pi difficile accumulare calore dall'aria che non dalla
radiazione solare diretta. L'aumento di umidit causato dalle piante cresciute nella serra pu
produrre condensa e condizioni disagevoli nella casa e se usate come estensione dello spazio
abitato pu essere utilizzata solo per un periodo limitato durante l'anno. Infine la serra pu
rappresentare un risparmio energetico relativamente modesto se confrontato ai suoi costi.
SISTEMI A COLLETTORE AD ARIA:
l'aria, utilizzata nei
sistemi solari come mezzo di trasporto del calore, offre un certo
numero di vantaggi rispetto ai collettori che usano del liquido
come fluido di scambio termico. Far circolare dell'aria, per
convezione naturale o forzata, sopra o attraverso un assorbitore
della radiazione solare coperto da una superficie vetrata
Confrontato con un sistema di riscaldamento convenzionale:
risponde pi velocemente se combinato con un sistema di
riscaldamento ad aria diretta; fornisce protezione dalle
condizioni climatiche esterne ed facilmente integrabile nelle
strutture dell'edificio (tetto, pareti di facciata); funziona come
un rivestimento caldo nei periodi di basso irraggiamento solare.
Confrontato con i sistemi solari a liquido: facile da controllare;
pu essere integrato facilmente in sistemi di ventilazione e di
riscaldamento ad aria; non ha problemi di gelo e di corrosione.
Tuttavia richiede maggiore energia elettrica per il funzionamento dei Ventilatori, non si
combina facilmente con i sistemi di riscaldamento ad acqua e i canali dell'aria sono
ingombranti.

TERMOSIFONE (isolato) Un collettore piano, di materiale leggero e


protetto da una superficie vetrata, viene situato nella posizione pi
efficace ai fini del guadagno solare, ma comunque separato e sottostante
l'accumulo termico. L'area di interfaccia tra collettore ed accumulo non
molto grande e quindi pu essere facilmente chiusa per impedire flussi
inversi dell'aria. L'interfaccia tra la massa dell'accumulo e l'edificio
determiner la velocit con cui l'ambiente pu essere riscaldato per
irraggiamento e Convezione. I collettori a termosifone possono essere
separati dall'edificio per ottenere il massimo guadagno solare e possono
essere facilmente integrati in edifici esistenti. Gli anelli convettivi
costituiscono uno dei sistemi pi economici per fornire calore solare. Il
collettore termicamente isolato dal resto dell'edificio, le perdite di
calore di quest'ultimo sono minori rispetto agli altri sistemi passivi
tuttavia richiesta un accurata progettazione e costruzione per assicurar
isolamenti e flussi dell'aria efficienti inoltre un sistema sovradimensionato
pu dar luogo a temperature troppo alte nei climi caldi, soprattutto quando si usa un
accumulo isolato
SISTEMI DI RAFFRESCAMENTO PASSIVO
Il raffrescamento non un problema generalizzato in Europa, anche se nelle aree
mediterranee le elevate temperature estive possono causare un disagio ambientale. Molte
delle metodologie di raffrescamento passivo sono utilizzate nelle tecniche costruttive
tradizionali locali. Come i sistemi di riscaldamento anche i sistemi di raffrescamento passivo
possono essere classificati nei tipi diretto, indiretto e isolato e a seconda della possibilit di
disperdere l'eccesso di calore nel cielo, nell'aria e nel terreno.
Irraggiamento verso il cielo notturno: come gi descritto trattando dei tetti d'acqua,
una massa termica sul tetto esposta al cielo notturno e si raffredda per irraggiamento. Di
giorno la massa fredda viene isolata sulla sua superficie esterna ed esposta all'ambiente
interno per fornire un raffrescamento sia radiativi che convettivo.
Raffreddamento evaporativo: in un ambiente caldo-secco l'aggiunta di umidit all'aria
diminuisce la sua temperatura di bulbo secco, migliorando cos il grado di benessere. Ci pu
essere ottenuto spruzzando acqua in una corrente d'aria o disponendo specchi d'acqua o
fontane in un cortile interno.
Raffreddamento essiccativo: nei climi caldi-umidi l'utilizzo di sali che riducono l'umidit
dell'aria pu migliorare il grado di benessere.
Ventilazione Naturale: il sole pu essere utilizzato per indurre movimenti dell'aria. La
circolazione naturale dellaria pu avvenire per: -effetto vento -effetto camino, si pu attivare
una ventilazione naturale ed aumentare il grado di benessere.
Edificazione interrata: la temperatura quasi costante del terreno (circa 13C, ma
dipendente dalla latitudine del luogo) durante tutto l'anno, pu essere utilizzata per ridurre le
perdite di calore attraverso le pareti di un edificio.
Si deve comunque fare attenzione ai problemi di umidit.
Ombreggiamento: veneziana, tenda esterna, frangisole, avvolgibile. Per evitare il
surriscaldamento dell'ambiente da raffrescare importante bloccare la radiazione solare
prima che raggiunga l'edificio.
Riduzione degli apporti interni : evitando di tenere accese apparecchiature, se non
quando strettamente necessario(consumi inutili); sfruttando al meglio l'illuminazione naturale,
limitando l'utilizzo di lampade durante le ore pi calde della giornata (illuminazione naturale e
fibre ottiche) , sostituendo le lampade tradizionali ad incandescenza con lampade ad alta
efficienza. In questo modo si potr ridurre del 12% i carichi termici interni.
LA NORMATIVA DEL SETTORE ENERGETICO
Linnovazione della legge 10/ 91 consiste nel considerare ledificio come un sistema costituito
da involucro edilizio e impianti LItalia recepisce i contenuti della direttiva 2002/91/CE con la
pubblicazione del DLgs
192/2005. Il DPR 59/09 d attuazione ad alcuni dei punti previsti dal DLgs 192/05.
ANALISI DPR 59/09.
Ambiti dintervento e finalit
Il decreto ha la finalit di promuovere unapplicazione omogenea, coordinata e
immediatamente operativa delle norme per lefficienza energetica sul territorio nazionale. E
definisce le metodologie, i criteri e i requisiti minimi di edifici e impianti relativamente alla:

- climatizzazione invernale
- preparazione di acqua calda per usi sanitari
- climatizzazione estiva
- illuminazione artificiale di edifici del terziario
Impianti centralizzati (Art. 4 comma 9)
Il DPR 59/09 sostiene che preferibile i l mantenimento di impianti termici centralizzati
laddove esistenti nel caso di:
- edifici esistenti con un numero di unit abitative superiore a 4
- edifici appartenenti alle categorie E1 ed E2

CATEGORIE EDIFICI (DPR 412/93)

Le verifiche che gli edifici di nuova costruzione o gli interventi su edifici esistenti devono

rispettare sono vincolate al tipo di utenza cos come definita dal DPR 412/93:

E. 1 (1) EDIFICI RESIDENZIALI con occupazione continuativa

E. 1 (2) EDIFICI RESIDENZIALI con occupazione saltuaria

E. 1 (3) EDIFICI ADIBITI ad ALBERGO, PENSIONE ed attivit similari

E. 2 EDIFICI per UFFICI e assimilabili

E. 3 OSPEDALI, CASE di CURA, e CLINICHE

E. 4 EDIFICI adibiti ad attivit RICREATIVE, associative o di culto e assimilabili

E. 5 EDIFICI adibiti ad attivit COMMERCIALI

E. 6 EDIFICI adibiti ad attivit SPORTIVE

E. 7 EDIFICI adibiti ad attivit SCOLASTICHE

E. 8 EDIFICI INDUSTRIALI E ARTIGIANALI riscaldati per il comfort degli occupanti


Verifiche da rispettare
Per capire quali indicazioni e limiti di legge si devono rispettare viene proposta la seguente
procedura basata su 3 semplici passaggi (I, II e III):
I- Si determina la categoria dapplicazione del decreto nella quale si ricade a seconda del tipo
di intervento;
II- Si ricava lelenco completo delle prescrizioni da rispettare dallo Schema delle verifiche
incrociando la categoria dintervento e la categoria delledificio in esame (E1, E2, ecc.,);
III- Si prende atto del contenuto delle prescrizioni da rispettare consultando la tabella Elenco
delle verifiche

REQUISITI ENERGETICI DEGLI EDIFICI


Indice di prestazione energetica Rapporto di forma delledificio S/V, dove: S la
superficie (m2 ) che delimita verso l'esterno (ovvero verso ambienti non dotati di impianto di
riscaldamento) il volume riscaldato V; V il volume lordo (m3 ) delle parti di edificio
riscaldate, definito dalle superfici che lo delimitano. Esprime la compattezza del fabbricato.
CERTIFICAZIONE ENERGETICA

Certificazione energetica delledificio: il complesso delle operazioni svolte dai soggetti


di cui allArt.4 (ovvero i certificatori accreditati secondo quanto previsto nei decreti attuativi)
per il rilascio della certificazione energetica e delle raccomandazioni per il miglioramento della
prestazione energetica delledificio.
ACE, Attestato di certificazione energetica: il documento redatto nel rispetto delle
norme contenute nel presente decreto, attestante la prestazione energetica ed eventualmente
alcuni
parametri energetici caratteristici dell'edificio.
PROGETTAZIONE TUBAZIONI
Le perdite delle tubazioni devono essere vinte dal fluido che le attraversa, per le precise
condizioni con le quali questo scorre (per velocit e pressione). La pressione dellacqua nelle
tubazioni stradali talvolta non sufficiente a far uscire dai rubinetti un getto, queste tubazioni
si chiamano a CIRCUITO APERTO. Per quanto riguarda gli impianti ad acqua, esistono poi i
CIRCUITI CHIUSI dove allinterno dello stesso circuito scorre sempre la stessa acqua. Fissata
una portata v (0.1m 3 /s) conoscendo la velocit w (4m/s) si in grado di calcolare la sezione
di una tubazione.
Le perdite possono essere di due tipi:
concentrate in un punto e causate da irregolarit geometriche poste lungo il condotto. Se
c una deviazione del condotto il fluido ha una resistenza, un altro impedimento pu essere il
restringimento del condotto e tutte le variazioni geometriche a questo associate. Anche la
presenza di un numero elevato di ranghi provoca un impedimento nello scorrimento del fluido.
distribuite lungo tutto il condotto, dovute alla scabrezza della condotta e alla viscosit del
fluido. La prima legata alla rugosit del tubo, la seconda una caratteristica intrinseca del
fluido. Le forze viscose sono forze di taglio che quando superano un certo valore determinano
il passaggio da moto laminare a moto turbolento.
PERDITE DI CARICO TOTALI = perdite di carico distribuite + perdite di carico concentrate.
DIAMETRO EQUIVALENTE: D eq = 4 A/perimetro bagnato
A: area della sezione del condotto; perimetro bagnato: perimetro che il liquido tocca
allinterno del condotto. Nella maggior parte dei casi coincide con tutto il perimetro del
condotto poich si tratta di canali nei quali scorre aria e acqua.
LUNGHEZZA EQUIVALENTE Si sostituisce alla perdita di carico concentrata, la perdita che
avrebbe una tubazione rettilinea simile.
PERDITE DISTRIBUITE
Equazione di Darcy-Weisbach : p/ = L/D W2/2
p: differenza di pressione in corrispondenza delle sezioni specifiche (in Pascal), L: lunghezza
condotto, :densit del fluido, w:velocit del fluido :fattore di attrito.
Il fattore di attrito dipende dal tipo di rugosit delle superfici dei condotti, dipende da due
parametri legati alla viscosit e scabrezza relativa del condotto: Re=wD/ ( =viscosit
dinamica ); /D ( =valore medio della rugosit). Per conoscere il valore del fattore si utilizza il
diagramma di Moody.
In regime laminare la scabrezza de condotto non influisce poich la velocit di
attraversamento del fluido molto bassa.
PERDITE CONCENTRATE
Sono dovute essenzialmente ad irregolarit geometriche oppure ad ostacoli presenti nel
condotto dove scorre il fluido
p/ = W2/2
p: differenza di pressione in corrispondenza delle sezioni specifiche (in Pascal), :densit del
fluido, w:velocit del fluido
: coefficiente di perdita concentrata dipendente dal tipo di ostacolo nel condotto o del
tipo di ostacolo nel condotto o del tipo di variazione geometrica della tubazione.
POMPE

1-Determinazione
mediante
lutilizzo

dellequazione di Bernoulli
ella variazione di pressione su tutto il circuito che, in quanto
dipendente dalle perdite di carico, solitamente in funzione
della portata o della velocit (grafico approssimativamente

parabolico).

Grafico prevalenza/portata di una pompa


Andamento della pressione in funzione della velocit

2-Scelta di una pompa, la cui prevalenza alla portata specificata copra le


perdite di carico del circuito, e che al contempo funzioni con un buon
rendimento
RENDIMENTO DI UNA POMPA :
= Pfluido / P motore
P motore : potenza utilizzata dalla pompa , P fluido: potenza da fornire al fluido
per vincere le perdite di carico Pfluido
= p/ M
Dimensionamento di una pompa

Tipi di pompe:
Centrifuga, caratterizzata da una prevalenza pressoch omogenea, ma relativamente bassa, a
media portata; impiegata per differenze di livello da 100m a 60m
Volumetrica, contraddistinta da elevata prevalenza (per salti di oltre 100m) ma bassa portata a
causa delle maggiori perdite nei meccanismi meccanici di compressione
Assiale, utilizzate per smaltire ingenti portate a bassa prevalenza ,di solito utilizzata per impianti
di bonifica, irrigazione, con dislivelli tra 1m e 10m

Diagramma di funzionamento di una pompa assiale

Diagramma

di

funzionamento

di

una

pompa

centrifuga

LA TEORIA DI FANGER SUL BENESSERE TERMOIGROMETRICO


La condizione di benessere termoigrometrico viene definita come quello stato psicofisico in cui
il soggetto esprime soddisfazione nei riguardi del microclima, oppure, come la condizione in
cui il soggetto non ha n sensazione di caldo n la sensazione di freddo e cio una condizione
termoigrometricamente neutra. La sensazione termica di un individuo dipende da sei
grandezze e pi precisamente da 4 parametri microclimatici: temperatura dellaria; velocit
dellaria; umidit relativa; temperatura media radiante e da due grandezze individuali:
lenergia metabolica (che in funzione quasi unicamente dellattivit svolta); labbigliamento
indossato. La norma internazionale ISO 7730 presenta una metodologia per prevedere la
sensazione termica di comfort o discomfort delle persone esposte in un ambiente moderato,
ovvero di specificare le condizioni microclimatiche atte a garantire un benessere termico. Si fa
riferimento, pertanto, alla sensazione termica di persone, uomini e donne sani ed esposti in
ambienti chiusi termicamente moderati. Nel 1970 Fanger (ricercatore danese) introdusse
lindice PMV (voto previsto medio); gli indici esprimono la risposta media di un gran numero di
soggetti e possono essere di sensazione e di temperatura. Il PMV un indice di sensazione che
si basa sul giudizio che un soggetto darebbe del microclima su una scala di voti. Oggi la scala
di voti pi diffusa quella a sette valori:
+3 molto caldo +2caldo +1leggermente caldo 0neutro -1leggermente freddo -2freddo
-3molto freddo
Il merito di Fanger di essere riuscito a trovare una relazione (algoritmo matematico) tale da
poter calcolare il PMV noti altri valori facilmente ricavabili o misurabili. Lindice PMV pu
essere determinato quando vengono stimati lattivit (tasso metabolico) e labbigliamento
(resistenza termica) e misurati i seguenti parametri ambientali: temperatura dellaria,
temperatura media radiante, velocit relativa dellaria e pressione parziale del vapor dacqua.
Fanger scopr tale relazione analizzando le esperienze condotte su un campione di circa 1300
individui, per lo pi studenti, esperienze che assicurano la validit del metodo.

BENESSERE TERMOIGROMETRICO: sensazione psicofisica per la quale un individuo esprime


gradimento per le condizioni microclimatiche presenti in ambiente.
SENSORI ENDOPERCETTIVI: percepiscono il mondo interno.
CENESTETICI: danno informazioni rispetto allo stato interno e hanno influenza diretta sulla
percezione.
CINESTETICI: danno informazioni rispetto alla posizione di equilibrio del nostro corpo e hanno
influenza sulla stabilit dei movimenti (senso dellequilibrio)

SENSORI EXTRAPERCETTIVI: percepiscono il mondo esterno.


VISTA: il pi astratto e cerebrale dei recettori con capacit di percepire i dettagli e con un
campo di percezione molto direzionale.
UDITO: senso pi istintivo e multidirezionale.
OLFATTO E GUSTO: sensi molto legati luno con laltro, con un campo di percezione generale e
poco controllato il primo, senza estensione spaziale il secondo.
TATTO: il meno astratto dei sensi, con un campo limitato a dove arriva il corpo umano; offre
il massimo della sicurezza nel dominio dellintorno.
SENSO ALGICO: quello che produce sensazione di dolore e protegge dallaggressivit
dellambiente circostante. Il suo campo simile a quello del tatto, con sensibilit che varia
nelle diverse parti del corpo.
SENSO CRIOSTESICO: senso termico che aiuta a regolare la temperatura e che viene
generalmente associato al tatto. Pu percepire alcune caratteristiche dello spazio
architettonico per effetto della radiazione e del tatto.
PARAMETRI SIGNIFICATIVI DEL BENESSERE AMBIENTALE
DEFINIZIONE DI BENESSERE AMBIENTALE: soddisfazione per le condizioni dellambiente per cui
si prova una sensazione di neutralit termica nel suo insieme, tanto da non desiderare di
avere n pi caldo n pi freddo.
IL BENESSERE TERMOIGROMETRICO:
Parametri legati al soggetto: M, Icio
Parametri ambientali: ta, , tmr, Va
Parametri fisiologici: tsk, Esw
IL BENESSERE VISIVO:
Livello di illuminamento
Distribuzione delle luminanze
Fattore di luce diurna
IL BENESSERE ACUSTICO:
Livello sonoro adeguatamente ridotto
Assenza di caratteristiche tonali percepibili
Assenza di brusche variazioni ritmiche o soprattutto casuali del livello sonoro per chi ascolta
QUALIT DELLARIA:
Carico di inquinamento
Efficienza della ventilazione
Determinazione della portata daria nellambiente, necessaria per il benessere
DEFINIZIONE DI BILANCIO ENERGETICO: la quantit di energia in ingresso ed in uscita pari
alla variazione di energia interna. Il corpo umano pu essere considerato come un sistema
termodinamico sul quale possibile fare un bilancio di energia:
S = M -L - EK - Econv - Eirr - Eres - Ediff - Esw
S: Potenza termica accumulata o persa spec.
M = potenza sviluppata per attivit metabolica (W);
L = potenza meccanica dissipata per attivit lavorativa (W);
EK = potenza termica scambiata per conduzione (W);
Econv = potenza termica scambiata per convezione (W);
Eirr = potenza termica scambiata per irraggiamento (W);
Eres= potenza termica scambiata per convezione nella respirazione (W);
Ediff= potenza termica per evaporazione nella diffusione (W);
Esw = potenza termica per evaporazione nella traspirazione (W);
Lorganismo tende a permanere in condizioni di equilibrio omeotermo (S = 0), ossia quando la
potenza ceduta allambiente uguale alla potenza generata dai processi metabolici, e la
temperatura interna si mantiene stabile su valori ottimali.
S=0 (condizioni di neutralit termica)
S>0 (caldo, condizioni di ipertermia: aumento di quantit di energia)
S<0 (freddo, condizioni di ipotermia: riduzione di quantit di energia)
RELAZIONE DI DU BOIS
Ask= 0,202m0.425h0.725
Ask = superficie della pelle (m2);
m = massa del soggetto (kg);
h = statura del soggetto (m).

Il valore ottenuto con la relazione di Du Bois deve essere moltiplicato per un fattore f cl definito
come il rapporto tra la superficie di corpo coperta dagli abiti e la superficie nuda per tener
conto della reale superficie di scambio termico di un la superficie nuda, per tener conto della
reale superficie di scambio termico di un soggetto vestito.
Il nostro corpo ha una serie di regolatori, presenti nellipotalamo, che cercano di portare a 0 la
quantit di energia interna. La pelle presenta queste propriet cosicch, in caso di ipertermia,
i pori della pelle si dilatino per smaltire maggior calore (vasodilatazione), e in caso di
ipotermia, avvenga la vasocostrizione, cio una chiusura dei vasi sanguigni per evitare
cessione di calore. Esse sono le reazioni vasomotorie, cio meccanismi di termoregolazione. Le
reazioni comportamentali, cio gli effetti, sono: sudorazione, in ambienti caldi, e brividi, in
ambienti freddi.
METABOLISMO ENERGETICO: lorganismo necessita di 3000 kcal al giorno (circa 13000 KJ).
Se mangiamo tanto il corpo trasforma lenergia in eccesso in riserva (grassi)
(ingrassamentoobesit), se mangiamo poco il corpo prende lenergia dal nostro corpo
distruggendolo (dimagrimentoanoressia).
MET: unit di misura del metabolismo.
ATTIVIT

W
M

disteso

seduto,
rilassato

in piedi

lavoro pesante
a macchina

W: potenza meccanica del lavoro.


= W/M
il rendimento. Esso variabile tra 0 e 0,20: su 100 valori di energia assunta, solo venti
possono essere trasformati in lavoro meccanico, dunque il rendimento molto basso. Il
restante 80% viene smaltito dal nostro corpo nelle varie forme di scambio termico.
(M - L)= M (1 - ) S = M (1 - ) - EK - Econv - Eirr - Eres - Ediff - Esw

Per quanto riguarda il meccanismo sensibile risulta fondamentale valutare linfluenza del
vestiario, la cui capacit isolante viene normalmente espressa con unapposita unit
incoerente, il clo. Il meccanismo latente invece opera per evaporazione del sudore, per
traspirazione, attraverso i pori dellepidermide, e nel processo di respirazione.
FORME DI CALORE SENSIBILE
POTENZA TERMICA SCAMBIATA PER CONDUZIONE
Il calore trasmesso per conduzione direttamente proporzionale allarea o superficie di
contatto (relazione di Furier).
Specialmente quando si sta in piedi questo valore sar pressoch trascurabile.
POTENZA TERMICA SCAMBIATA PER CONVEZIONE
C= fcl hc Acl (tcl - ta)
dove:
hc = coefficiente di scambio termico convettivo [W/(m2K]
Acl = area della superficie del corpo umano vestito [m 2]
tcl = temperatura media della superficie esterna del corpo umano vestito [K] o,
indifferentemente [C]
ta = temperatura dellaria ambiente [K] o, indifferentemente, [C]
fcl = coefficiente di area dellabbigliamento = Acl/Ab [rapporto tra larea della superficie del
corpo umano vestito (Acl) e larea della superficie del corpo umano nudo (A b)]
POTENZA TERMICA SCAMBIATA PER IRRAGGIAMENTO

R= Aeff (tcl4 - tmr4)


dove:
= emissivit del corpo umano ~ 0,95
= costante di Stefan-Boltzmann = 5,67 10-8 [W/(m2K4]
tmr = temperatura media radiante, ovvero temperatura di un ambiente fittizio termicamente
uniforme che
scambierebbe con il corpo umano la stessa potenza termica radiante scambiata nellambiente
reale. Si pu
misurare ad es. con il globotermometro. Per la sua misura o il suo calcolo vedi norma UNI-EN
27726.
Aeff = area efficace del corpo umano per lirraggiamento. A eff = fcl Ab feff

feff = coefficiente di area efficace = Aeff/Acl.


POTENZA TERMICA SCAMBIATA PER CONVEZIONE E IRRAGGIAMENTO
C + R= fcl hcomb Acl (tcl - top)
dove:
hcomb= valore combinato di convezione e irraggiamento = h conv + hirr
top= temperatura operativa, o operante, che tiene conto anche delle differenti temperature
degli oggetti irraggianti sullindividuo. Rappresenta la media pesata di t mr (temperatura mediaradiante) e ta (temperatura ambiente) con hr (coefficiente di scambio termico radiativo) e h c
(coefficiente di scambio termico convettivo). Negli ambienti termicamente moderati |t r - ta|<
4C o quando var (velocit dellaria relativa al soggetto) minore di 0,2 m/s si pu assumere
to= (tr - ta)/2 (media aritmetica). Se richiesta una maggiore precisione t op pu essere
calcolato con la seguente espressione: to = A ta + (1 - A) tr (C), dove: A= 0,5 per var < 0,2
m/s ; A= 0,6 per 0,2 var < 0,6 m/s ; A= 0,7 per 0,6 v ar 1 m/s.
FORME DI CALORE LATENTE
POTENZA TERMICA SCAMBIATA PER DIFFUSIONE
La diffusione di vapore acqueo attraverso la pelle un fenomeno indipendente dal sistema di
termoregolazione.
Legge di Fick:
Ediff= Ab (Psk - Pa)
dove:
= calore latente di vaporizzazione dellacqua alla temperatura della pelle [J/kg]
= permeabilit della pelle alla diffusione del vapore dacqua [kg/(s m 2 Pa)]
Psk = tensione di vapore (pressione di saturazione) dellacqua alla temperatura della pelle [Pa]
= grado igrometrico (umidit relativa) dellaria ambiente [adimensionale]
Pa = tensione di vapore (pressione di saturazione) dellacqua alla temperatura dellaria
ambiente [Pa]
In un ambiente caldo umido pi difficile smaltire acqua sotto forma di vapore, motivo per cui
negli ambienti umidi si soffre di pi il caldo, perch il sudore non evaporando non smaltisce
energia. Quindi, la potenza termica dispersa dal corpo umano per diffusione dipende dalle
seguenti variabili: grado igrometrico (umidit relativa) dellaria, temperatura dellaria
ambiente, temperatura media della pelle.
POTENZA TERMICA SCAMBIATA PER SUDORAZIONE
La sudorazione consiste in varie fasi:
- produzione di sudore (prevalentemente soluzione acquosa di cloruro di sodio) da parte delle
ghiandole sudoripare (sotto il controllo dellipotalamo)
- il sudore arriva sulla superficie esterna della pelle attraverso appositi condotti
- il sudore forma un film sottile sulla pelle
- il sudore evapora assorbendo calore latente di vaporizzazione.
La quantit di sudore evaporata e quindi la potenza termica Esw dipendono da:
temperatura della pelle
temperatura dellaria
velocit relativa soggetto-aria
grado igrometrico (umidit relativa) dellaria
permeabilit al vapore dellabbigliamento
percentuale di pelle bagnata dal sudore
POTENZA TERMICA SCAMBIATA PER RESPIRAZIONE

Lenergia sotto forma di respirazione avr una componente di calore sensibile ed una di calore
latente. La componente sensibile scambiata attraverso la respirazione sar data da:
Esensresp= m resp Cp,aria (tresp ta)
La potenza termica latente associata alla respirazione invece data da:
Elatresp= m resp (xresp xa)
Gran parte dellenergia scambiata dal nostro corpo sar scambiata attraverso energia termica
per convezione, irraggiamento e sudorazione.

LEQUAZIONE DEL COMFORT TERMO-IGROMETRICO


GRANDEZZE FONDAMENTALI
Dallequazione di bilancio possibile dimostrare che, esplicitando tutti i termini del bilancio,
lequazione di benessere una funzione di: S = f (M, Icl, ta, tmr, va , U.R.)
I parametri che, influenzando gli scambi termici tra individuo e ambiente, determinano le
condizioni di benessere, sono quindi 4 parametri ambientali:
- la temperatura dell'aria ambiente, che influenza gli scambi termici convettivi;
- la temperatura media radiante, che influenza gli scambi termici radiativi;
- la velocit relativa dell'aria, che influenza gli scambio termici convettivi;
- l'umidit relativa dell'aria, che influenza lo scambio evaporativo dal corpo.
E 2 parametri individuali:
- il dispendio metabolico M (correlato allattivit svolta)
- la resistenza termica conduttiva ed evaporativa del vestiario [potenza termica scambiata per
conduzione K: 1 clo = 0.155 (m2C)/W; dove clo lunit di misura della resistenza termica
dellabbigliamento. Ogni indumento ha un proprio valore di resistenza (mutanda= 0,06 clo,
camicia= 0,25 clo, pantaloni= 0,25 clo, maglione= 0,28 clo, calze= 0,05 clo), perci I cl =
resistenza dei singoli capi].
EQUILIBRIO TERMICO
La condizione di comfort termico (o benessere termico) lo stato psicofisico in cui il soggetto
esprime soddisfazione nei riguardi del microclima; oppure la condizione in cui il soggetto non
ha sensazione n di caldo n di freddo, condizione che viene detta di neutralit termica.
Condizione necessaria per il benessere termoigrometrico :
f(M, Icl, ta, va, , tmr, tsk, Esw) = 0
2 variabili legate al soggetto (attivit ed abbigliamento)
4 variabili ambientali (temperatura, velocit ed umidit dellaria, temperatura media radiante)
2 variabili fisiologiche (temperatura della pelle, potenza termica dispersa per sudorazione)
La variazione di metabolismo avviene nellintervallo di valori legati alla temperatura della
pelle ed energia persa per sudorazione.
INDICI DI COMFORT TERMOIGROMETRICO
E evidente che la definizione di stato di Comfort associata a valutazioni di carattere
soggettivo per cui, qualora si volessero definire dei parametri progettuali in grado di indicare o
meno il raggiungimento del Comfort, essi dovrebbero essere legati a valutazioni statistiche
fatte su un campione significativo di soggetti. Oltre a ci gli stessi parametri non potranno
essere per svincolati dalle grandezze termofisiche fin qui introdotte (temperatura di bulbo
secco, temperatura di bulbo umido, temperatura media radiante, umidit, velocit dellaria);
ci fa si che non vi sia un metodo univoco di valutazione ma, nel corso degli anni, sono state
introdotti tre standard di valutazione.
Standard/Anno
Indici di Benessere Globale
1923
Indice ET/CET (Effective Temperature, Corrected ET)
ANSI-ASHRAE
Zone di benessere su diagramma psicrometrico
55-92
UNI-EN-ISO
Indici PMV e PPD
7730 1995

INDICI DI VALUTAZIONE PMV E PPD (UNI-EN-ISO 7730)


Indice di sensazione determinato dalla votazione che un individuo darebbe al microclima sulla
base di una scala di valori.
Il comfort globale viene valutato attraverso il calcolo di 2 indici proposti da Fanger (1970):
Il PPD (Predicted percentage of dissatisfieds) rappresenta la percentuale prevedibile (e quindi
predetta dalla equazioni) di persone non soddisfatte, che cio denunciano di non trovarsi in
condizioni di comfort (sentono caldo o freddo).

Il PMV (Predicted mean vote, voto medio


predetto),
rappresenta, in una scala tra 3 e +3, il
giudizio che una persona pu dare alla
sensazione di caldo e freddo, e
precisamente: +3 molto caldo, +2 caldo,
+1 leggermente caldo, 0 neutralit
termica, -1 leggermente freddo, -2 freddo,
-3
molto freddo. E un indice basato
sullequilibrio tra il calore prodotto
allinterno del corpo e quello dissipato dal
corpo stesso.
Le due grandezze non sono indipendenti,
ma sono legate dalla relazione:
PPD= 100 - [95e - (0,0033 PMV^4 + 0,217 PMV^2)]
Da essa si nota che anche se le condizioni di comfort dellambiente sono perfettamente
rispettate, e quindi in condizioni di PMV=0 (cosa che si verifica se lequazione di Fanger
soddisfatta), vi sempre un determinato numero di persone, circa il 5%, che si dichiarer
insoddisfatto, cio che dichiara di avvertire caldo o freddo.
Lindice PMV risulta affidabile nellintervallo: 2 PMV +2, e solo quando i sei parametri
principali sono compresi nei seguenti intervalli:
PARAMETRO
INTERVALLO

Metabolismo M
46 W/m2 < M < 232 W/m2
Isolamento termico
0 < Icl < 0.31m2 K/W (0 - 2clo)
abbigliamento Icl
Temperatura dellaria ta
10C < ta < 30C
Temperatura media
10C < tr < 40C
radiante tmr
Velocit relativa dellaria
0 < var < 1 m/s
var
Pressione parziale di
0 < pa < 2700Pa
vapore acqueo pa
DISCOMFORT TERMICO
PMV e PPD sono parametri che non escludono condizioni di disagio localizzato. Il discomfort
locale il disagio termico di un soggetto che deriva da un riscaldamento o raffreddamento in
una particolare area del corpo. In generale sono considerate cause di discomfort locale:
- le correnti daria
- le elevate disuniformit di temperatura verticali o orizzontali
- le asimmetrie della temperatura media radiante
Per evitare queste fonti di discomfort la norma UNIEN-ISO 7730 fornisce alcune
raccomandazioni:
- asimmetria della Tmr pari a 5C nel caso di asimmetria verticale (soffitto caldo/freddo) e pari
a 10C nel caso di asimmetria orizzontale (superfici verticali fredde/calde come radiatori o
finestre) per rendere il pi possibile uniforme lo scambio termico radiante del corpo umano
(particolarmente importante nel caso di grandi superfici radianti). Lasimmetria radiante
genera maggiore discomfort se verticale con T crescente dal basso verso lalto (non crea
problemi una diminuzione di temperatura con la quota);
- differenza di temperatura dellaria tra le quote 1,1m (o 1,7 m) e 0,1m dal pavimento (livello
testa/ addome e caviglie) minore di 3C, per prevenire il raffreddamento o riscaldamento
localizzato del corpo;
- temperatura del pavimento compresa tra 19C e 26C anche se nel caso di impianti radianti
a pavimento ammessa una temperatura del pavimento di 29C. Mantenere questi range di
temperatura mette al sicuro sia da possibili fenomeni di condensa superficiale che da problemi
fisici connessi alleccessivo riscaldamento di gambe e piedi;
- velocit media dellaria (va < 0,15 m/s in inverno; va > 0,25 m/s in estate) in funzione
dellintensit di turbolenza al fine di prevenire il disagio da correnti daria dovuto non solo alla
velocit dellaria in ambiente ma anche al livello di turbolenza.

RIFERIMENTI NORMATIVI
La normativa del settore divisa in relazione alla tipologia di ambiente per il quale si effettua
lo studio del benessere termoigrometrico. Gli ambienti termici vengono convenzionalmente
distinti in: moderati (in cui lobiettivo il raggiungimento del benessere termoigrometrico) e
severi caldi o freddi (in cui lobiettivo la sicurezza e la riduzione dello stress termico).
APPROCCIO TRADIZIONALE: studio basato sullapplicazione di una normativa consolidata da
unesperienza decennale di utilizzazione in campo (norma ISO 7730, in versione italiana UNIEN 27730), mediante la determinazione degli indici PPD e PMV e specifica delle condizioni di
benessere termico. Ci riferiremo ad esso.
APPROCCIO INNOVATIVO: basato su un approccio percettivo e quindi soggettivo (norma ISO
10551).
PROCEDURE OPERATIVE:
- rilevazione delle grandezze caratterizzanti lambiente con centralina microclimatica di tipo
mobile, dotata di sensori conformi alla norma ISO 7726. Caratterizzazione dellambiente per
vedere se si in condizioni di benessere termoigrometrico, misurazione dellambiente e dei
suoi parametri (le 4 grandezze fondamentali). Con questi ultimi valori possibile ricavare il
PMV e di conseguenza il PPD.
- distribuzione agli occupanti lambiente di un questionario: il questionario consiste nella
traduzione italiana recepita dalla ISO 10551, che basata su 5 scale (scala di sensazione
termica, scala di comfort termico, scala di preferenza termica, scala di accettabilit
dellambiente termico, scala di tolleranza dellambiente termico)
STRUMENTI DI MISURAZIONE
Gli strumenti utilizzati per la misura sono di diverso tipo, e vanno dai pi semplici come i
normali termometri a strumenti molto pi complicati come, ad esempio, il BABUC (nome
commerciale di un apparecchio di produzione LSI). Si tratta, in generale, di sonde di vario tipo
per misurare le 4 grandezze fondamentali. Sono poggiate su di un trespolo e sono collegate ad
una centralina che rileva tutti i valori.
- Anemometro a filo caldo: con questo strumento viene misurata la velocit dellaria. E
costituito da un filo di platino mantenuto ad una temperatura superiore a quella ambientale,
per effetto Joule, da una corrente elettrica che lo attraversa. Esistono anche anemometri a
sfera calda.
- Psicrometro: la sonda psicrometrica costituita da due sensori di temperatura: il primo un
termometro a bulbo asciutto che misura la temperatura secca dellaria (Ta), il secondo un
termometro rivestito di una guaina idrofila, con lopposta estremit immersa in una vaschetta
dacqua distillata, che misura la temperatura a bulbo umido a ventilazione
forzata (Tw).
- Globotermometro: costituito da un globo metallico cavo, nero, al centro del quale
montato un sensore termometrico (una termoresistenza standardizzata al platino tipo Pt 100).
L a sonda risponde alle raccomandazioni UNI EN 27726. La temperatura rilevata consente di
calcolare la temperatura media radiante.

AMBIENTI TERMICI
Un ambiente viene definito:
- omogeneo, se le diverse grandezze, in un certo istante, sono uniformi allintorno
dellindividuo;
- eterogeneo, se le diverse grandezze, in uno stesso istante, non sono uniformi nellambiente
circostante;
- stazionario, se le caratteristiche meccaniche e termofisiche sono costanti nel tempo ed in
ogni punto del sistema.
AMBIENTI MODERATI (abitazioni e uffici) : ambienti che impongono un moderato grado di
intervento al sistema.

- condizioni ambientali piuttosto omogenee

- assenza di scambi termici localizzati tra soggetto e ambiente (discomfort termico


localizzato)

- attivit fisica modesta

- uniformit del vestiario


AMBIENTI SEVERI (fabbriche): sono quegli ambienti in cui non potendosi raggiungere le
condizioni di comfort, necessario preoccuparsi della salvaguarda della salute degli
occupanti. Si distinguono in ambienti severi caldi ed ambienti severi freddi. Normalmente per
valutare se lambiente in esame termicamente severo, si utilizza lindice PMV (UNI, 1997): se

si verifica PMV>1 si considera lambiente come severo caldo; se si verifica PMV<1 lambiente
da considerarsi severo freddo.
AMBIENTI SEVERI CALDI (norma UNI EN ISO 7243): gli ambienti severi sono quelli in cui
richiesto un notevole intervento del sistema di termoregolazione dellorganismo al fine di
diminuire laccumulo di energia termica nel corpo. In particolare, gli ambienti severi caldi sono
caratterizzati da:
- valori di to ed umidit elevati (anche in relazione allattivit svolta, M, del vestiario I cl)
- condizioni termoigrometriche disomogenee e instabili
- disuniformit dellattivit svolta e del vestiario dei vari soggetti operanti negli ambienti
La valutazione degli ambienti severi caldi viene fatta in termini di stress termico cui soggetto
il lavoratore, derivante da produzione di calore metabolico, da fattori ambientali e dal
vestiario. Lindice di stress termico comunemente utilizzato il WBGT (Wet Bulbe Globe
Termometer), definito dalla norma ISO 7243, che calcolato come:
WBGT= 0,7tnw + 0,3tg (nel caso di ambienti confinati)
WBGT = 0,7 tnw+ 0,2 tg+ 0,1 ta (per lambiente esterno)
dove:
- tnw la temperatura di bulbo umido naturalmente ventilato (connessa allumidit dellaria),
- tg la temperatura del globotermometro(connessa allesposizione diretta alla radiazione
termica)
- ta la temperatura dellaria.
In caso di ambienti severi la prerogativa non pi il comfort termoigrometrico, ma la salute
dellindividuo.
stata provata sperimentalmente solo in modo parziale.
Esistono altri indici quali lHSI (Heat Stress Index), indice di stress termico per ambienti caldi,
che deriva dalla equazione del bilancio termico per un uomo al lavoro: E req= R + C + M
In tale equazione, dove Ereq rappresenta il valore di potenza termica ceduta per sudorazione
necessaria affinch il bilancio termico sia in equilibrio, sono espressi in termini matematici i
contributi calorici radianti (R), convettivi (C) e il dispendio energetico connesso alla mansione
(M). La somma di tali contributi esprime lenergia da disperdere nellambiente da parte del
lavoratore, mediante il meccanismo della sudorazione.
AMBIENTI SEVERI FREDDI (norma UNI EN ISO 11079): sono quegli ambienti nei quali richiesto
un notevole intervento del sistema di termoregolazione dellorganismo (attraverso i
meccanismi vasomotori e successivamente quelli comportamentali) al fine di limitare la
diminuzione della temperatura del corpo con particolare riferimento al nucleo.
In particolare, gli ambienti severi freddi sono caratterizzati da:
- valori di top bassi (0 10 C per ambienti moderatamente freddi e inferiori a 0 C per
ambienti severi freddi)
- condizioni termoigrometriche moderatamente variabili nello spazio e nel tempo
- attivit fisica e tipologia del vestiario uniformi
Al contrario degli ambienti caldi possibile negli ambienti freddi contrastare lo scambio
termico con un isolamento del vestiario e DPI con le seguenti limitazioni:
- un isolamento troppo spinto pu limitare loperatore nel movimento
- un eccessivo isolamento termico pu impedire la traspirazione determinando un accumulo di
sudore
- ad una situazione termica neutra complessiva dellorganismo pu associarsi un
raffreddamento eccessivo di alcuni distretti (mani, piedi, viso)
Lindice IREQ pu essere utilizzato come una misura
dello stress termico in ambienti freddi, da raffreddamento
complessivo, che integra gli effetti della temperatura
dellaria, della temperatura media radiante, dellumidit,
della velocit dellaria.
Lindice utilizzato per la valutazione dello
stress termico, da raffreddamento locale, il WCI
(Wind Chill Index)che esprime lentit della
potenza termica per unit di superficie perduta dallorganismo in funzione della temperatura e
della velocit del vento.
QUALIT DELLARIA
Per ambienti ad uso prevalentemente residenziale, la qualit dellaria interna considerata
accettabile quando in essa non sono presenti inquinanti in concentrazioni dannose, secondo

quanto stabilito dalle autorit competenti e quando una notevole percentuale di persone
(80%) non esprime insoddisfazione verso di essa.
In generale, laria deve essere percepita fresca e confortevole dagli occupanti, in modo da
rendere minima la percentuale di insoddisfatti, e soprattutto devono essere trascurabili i rischi
per la salute che derivano dalla sua respirazione (implicazioni di carattere soggettivo).
Requisiti fondamentali:
- laria respirata comporti rischi trascurabili per la salute
- laria respirata venga percepita come fresca e piacevole e non come viziata, satura e
irritante
CAUSE DI INQUINAMENTO:
- inquinamento di origine esterna (fonti di inquinamento civili e industriali, traffico veicolare,
impianti di riscaldamento, attivit produttive)
- inquinamento di origine interna (presenza di persone, respirazione, sudorazione, rilascio di
particelle volatili)
- inquinamento prodotto dalle attivit umane
- inquinamento prodotto dallambiente fisico interno
- inquinamento prodotto dai sistemi impiantistici

Livello

Metaboli

attivit
fisica
Sforzi
intensi

Lavori
pesanti
A
riposo/di
steso

smo (W)

1055
(circa 4
MET)
703

88

Consumo di
ossigeno (l/h)

Produzione
di CO2 (l/h)

Tasso di
respirazione

189

160

(l/h)
4130

126

106

2740

16

13

340

INQUINAMENTO INDOOR, LE CAUSE


Alcuni prodotti, come quelli degli idrocarburi, provocano inquinamento dellambiente interno e
si suddividono in:
- ad azione prevalentemente irritante (polveri, biossido di azoto, ozono, formaldeide);
- ad azione tossica (ossido di carbonio, nicotina, metalli pesanti);
- ad azione prevalentemente sensibilizzante (polline, fibre sintetiche);
- ad azione cancerogena (formaldeide, idrocarburi, amianto)
Unappropriata ventilazione, meccanica o naturale, miscelando laria interna ad un ambiente e
realizzando unindispensabile ridistribuzione, permette di rimuovere e/o diluire i contaminanti
generati e di ottenerne la qualit desiderata. Luso di impianti di ventilazione comporta
comunque la produzione di un inquinamento interno, per cui si fa uso di impianti di filtrazione.
DILUIZIONE DEGLI INQUINANTI CON ARIA DI RICAMBIO
Quando le sorgenti inquinanti non sono facilmente localizzabili allinterno dellambiente i
dispositivi di captazione locale non possono garantire la rimozione dellinquinante; in questo
caso per migliorare la qualit dellaria si procede alla diluizione degli inquinanti con aria
proveniente dallesterno. necessario allora determinare la portata di aria esterna necessaria
a mantenere la concentrazione degli inquinanti al di sotto di una prefissata soglia.
LASHRAE 62-2004 prevede due possibili procedure per la valutazione dei requisiti di
ventilazione, entrambe basate sullapproccio tradizionale della diluizione degli inquinanti
tramite aria di ricambio esterna, che si differenziano per i
diversi approcci utilizzati per la determinazione delle portate di rinnovo:
APPROCCIO PRESCRITTIVO (in funzione del numero dei ricambi) (procedura Ventilation Rate)
Lapproccio prescrittivo determina la portata daria di ventilazione facendo riferimento a valori
minimi fissati a seconda della destinazione dellambiente. Le portate vengono spesso
normalizzate rispetto al volume, alla superficie di pavimento o al numero di persone che si
prevede possano occupare lambiente.

In Italia a livello normativo si pu fare riferimento alla UNI 10339 Impianti aeraulici a fini di
benessere, che indica le quantit minime daria esterna (m 3/h) necessarie allambiente
interno.
La portata daria di rinnovo pu essere riferita:
- al volume del locale;
- alla superficie in pianta del locale = Qos
- a persona (dove ci sono grandi assemblamenti di persone: cinema, teatri)= Q op

Np il numero di occupanti ed Sp la superficie del pavimento.

APPROCCIO PRESTAZIONALE (in funzione dellinquinante) (procedura Indoor Air Quality)


Con lapproccio prestazionale la portata di ricambio viene determinata imponendo che essa
sia tale da diluire a sufficienza gli inquinanti presenti in ambiente, portandoli a valori di
concentrazione inferiori a prefissati valori limite.
Riducendo il valore di CO2 miglioreremmo la qualit dellambiente. Ad esempio in una stanza
con poche persone ci saranno inquinanti provenienti dalle tubature dellimpianto e
dallesterno. Per se la stanza dovesse riempirsi di persone, sicuramente il valore inquinante
di CO2 sarebbe quello preponderante.
Per poter determinare la concentrazione degli inquinanti allora necessario impostare una
equazione di bilancio di massa per ogni inquinante presente in ambiente.
La portata di ventilazione va calcolata per ogni inquinante presente
allinterno dellambiente potenzialmente dannoso per la salute degli
occupanti. La portata da adottare sar quindi la massima fra quelle
ottenute per i singoli inquinanti.

PROGETTAZIONE PER UNA MIGLIORE IAQ


In passato la qualit dellaria veniva normalmente riferita alla sua composizione chimica ed i
limiti di tollerabilit venivano stabiliti in base alle dosi di ogni singolo inquinante rilasciate
nellambiente. Questo procedimento, che pu essere valido in ambienti industriali in cui pi
facile individuare le sostanze chimiche pi dannose, risulta insoddisfacente per gli ambienti di
civile abitazione o adibiti ad attivit commerciale dove le basse concentrazioni degli inquinanti
non consentono di stimare in maniera corretta il loro effetto sugli esseri umani. stata allora
proposta da Fanger una nuova metodologia di analisi partendo dalla considerazione che i sensi
umani possono in determinate condizioni essere pi affidabili delle analisi chimiche. La qualit
percepita dellaria di un determinato ambiente viene giudicata da un campione di persone che
ne indica il gradimento in base alla prima impressione ricevuta entrando nel locale. Fanger ha
proposto due unit di misura per la valutazione della qualit dell'aria interna e gli effetti della
presenza di inquinanti sulle condizioni di benessere delle persone: l'olf e il decipol.
- OLF: per quantificare linquinamento dellaria allimmissione. definito come il tasso di
emissione di sostanze inquinanti da parte di una persona standard, ossia da un uomo adulto in
posizione sedentaria, in condizioni di benessere termico con uno standard igienico medio di
0,7 bagni/giorno.
- DECIPOL: per quantificare linquinamento dellaria negli ambienti interni ed allesterno, cos
come viene percepito dagli esseri umani. definito come linquinamento causato da una
persona standard (1 OLF) sottoposta ad una ventilazione di 10 l/s di aria non inquinata. 1
DECIPOL= 0,1 OLF/portata (l/s)
In definitiva lolf viene utilizzato per quantificare le sorgenti di inquinamento mentre il decipol
consente di giudicare la qualit dellaria sia interna che esterna cos come percepita dalle
persone.

APPROCCIO DI TIPO STATISTICO


Per quanto riguarda la valutazione della qualit dellaria interna, con un processo logico simile
a quello utilizzato per la valutazione delle sensazioni termiche delle persone allinterno di un
ambiente, per mezzo di indagini sperimentali condotte su un campione di individui, stata
prodotta una curva che restituisce la percentuale di persone insoddisfatte in funzione della
qualit dellaria percepita. Nellimmagine: relazione tra la qualit percepita dellaria espressa
in decipol e la percentuale di insoddisfatti.

CRITICHE:
- le misure effettuate sono molto
limitate per cui i livelli qualitativi
proposti sono limitati;
- inquinanti pericolosi non sono
percepiti olfattivamente;
- non facile individuare la
sostanza pi critica sulla quale
calcolare il tasso di ventilazione;
- le portate daria calcolate con
questa metodologia sono molto
elevate e implicherebbero impianti
molto costosi.

NORMA EUROPEA
UNI EN 13779/2005 (approccio di tipo prescrittivo)
- ci si riferisce al numero di persone previste nellambiente (portata calcolata per numero di
persone)
- si utilizza per ambienti nei quali non prevista la presenza di persone (magazzini) (portata
calcolata per superficie)

DEFINIZIONE DI QUALIT DELLARIA ACCETTABILE:


Aria in cui non sono presenti contaminanti conosciuti in concentrazioni pericolose, secondo
quanto stabilito dalle autorit competenti, e rispetto alla quale la maggioranza delle persone
esposte non esprime insoddisfazione (PD <20%)
aspetto riguardante la purezza (risultano necessarie adeguate portate daria di rinnovo)
aspetto riguardante leccessiva umidit invernale (risulta necessaria unadeguata ventilazione)

IDA (IN DOOR AIR): CATEGORIE DI QUALIT DELLARIA


C
Descrizione
Rica
a
mbi
t
dari
e
a
g
o
ri
a
I
High indoor air
72
D
quality
A
1
I
Medium indoor air
45
D
quality
A
2
I
Moderate indoor
29
D
air quality
A
3
I
Low indoor air
18
D
quality
A
4
RIMOZIONE DEGLI INQUINANTI
Si tende a ritenere sufficiente una corretta scelta di filtri per le particelle e, nel caso dei gas, di
elementi in grado di assorbire gli inquinanti presenti nellaria. La rimozione avviene:

- sullaria di immissione
- sullaria di ricircolo, in ambiente
Sono importanti sia i filtri che i sistemi di ventilazione (per esempio il numero di bocchettoni
equamente distribuiti nellambiente).
PRINCIPI DI VENTILAZIONE:
- ventilazione naturale (infiltrazioni, aperture, funzione delle condizioni interne ed esterne)
- ventilazione meccanica
- ventilazione ibrida (naturale + meccanica)

Per la legge di conservazione della massa:


Me (massa entrante) = Mu (massa uscente) pressione ambiente= 0.
Me > Mu pressione ambiente= sovrapressione
Me < Mu pressione ambiente=
depressione

VENTILAZIONE A MISCELAZIONE
Questo il modello di riferimento per la
maggior parte dei sistemi di distribuzione
dellaria
attualmente
progettati
e
realizzati: il movimento dellaria
prodotto dallimmissione in ambiente di
uno o pi getti daria (aria primaria) con
energia
cinetica
sufficiente
per
movimentare laria ambiente circostante
(detta aria secondaria), creare una elevata turbolenza ed ottenere una buona mescolanza.

DEFINIZIONI FONDAMENTALE NELLA TEORIA DEI


GETTI
Velocit duscita VO

Lancio o gittata L
Si intende la distanza alla quale la velocit
massima dellarea lungo lasse del getto,
considerato
isotermo,
per
effetto
dellallargamento del getto stesso e del
conseguente miscelamento con laria ambiente,
si ridotta ad un valore limite V LIM.
Generalmente questo valore tale da non
creare disagio agli occupanti per correnti daria
e viene fissato pari a VLIM = 0.15 0.25 m/s, a
seconda delle condizioni termoigrometriche.

RAPPORTO DINDUZIONE i
Laria immessa con una certa quantit di moto, trascina, nel suo movimento, parte dellaria
ambiente circostante, quindi, in ogni punto del getto, la portata totale in movimento q tot, sar
superiore a quella inizialmente iniettata q0. In ogni punto del getto, si definisce il rapporto:

EFFETTO SOFFITTO (O EFFETTO COANDA)


Si verifica quando il getto, in uscita da una
bocchetta, situata in prossimit del soffitto
(distanza < 30cm), tende ad aderire al soffitto
stesso per effetto di una depressione che si crea
tra la superficie e il getto, indotta dal tipo di
sfogo. La conseguenza un aumento del lancio
e una diminuzione della caduta. Si avvia
aumentando la forza del getto ed evitando di
mettere il bocchettone troppo sotto il soffitto.

CADUTA, RISALITA
Si verifica in presenza di un
getto
non
isotermo
e
rappresenta
la
differenza,
rispettivamente negativa e
positiva, tra laltezza del centro
del
diffusore
e
laltezza
dellasse del getto in un punto
in esame. Generalmente
calcolata al termine della
gittata. Se inietto aria calda,
dovr spararla con un getto pi forte per farlo arrivare a livello di respirazione.

VENTILAZIONE A PISTONE
Utilizzo:
applicazioni
particolari,
caratterizzate da valori molto spinti di
qualit dellaria. Camere bianche per
lindustria elettronica, per lindustria
farmaceutica, per laboratori particolari;
settore ospedaliero: sale operatorie,
reparti di rianimazione, degenze posttrapianti, reparti infettivi.

VENTILAZIONE A DISLOCAZIONE

EFFICIENZA DI RICAMBIO DELLARIA


Di tutta la portata daria Q che simmette in un ambiente, possibile dimostrare che solo una
frazione contribuisce effettivamente al rinnovo dellaria, diluendo e rimuovendo le sostanze
inquinanti. Nel caso di perfetto spostamento ( = 1) il 100% di Q sfruttato per il rinnovo, nel
caso di perfetta miscelazione ( = 1/2) questa percentuale al 50%, mentre in presenza di
cortocircuiti di portata questa si riduce ancora di pi. In altre parole, se indichiamo con Q la
frazione di aria che partecipa attivamente alla ventilazione, diluendo e rimuovendo le
sostanze inquinanti:
Q = Q
= Q/Q
(Q= quantit daria effettiva)

CARATTERISTICHE DEI FILTRI: i filtri possono essere classificati per:


- efficienza di filtrazione
- resistenza opposta al flusso dellaria (il filtro si oppone alla fuoriuscita dellaria)
- vita operativa
TIPOLOGIE DI FILTRI:
Normalmente siamo soliti immaginare un filtro come un pannello di materiale pi o meno
denso che viene attraversato dal flusso d'aria ma nella realt esistono molteplici tipologie di
filtri tra i quali anche i filtri a pannello descritti sopra.
Ci limiteremo a elencare le principali e pi diffuse tipologie indicandone i campi d'impiego
prevalente.
- filtri inerziali autopulenti che sfruttano lenergia cinetica posseduta dalla particella. Sono
utilizzati in presenza di elevati carichi di polveri (800-100 mg/m 3) e con portata d'aria medie
(2.250-9.000 m3/h).
- precipitatori elettrostatici, in cui la particella caricata elettricamente e raccolta su una
superficie di carica elettrica opposta.
- filtri fibrosi in cui la filtrazione avviene principalmente per intercettazione.
- filtri viscosi in cui la filtrazione avviene attraverso un fluido viscoso.

- filtri ad assorbimento in cui la filtrazione avviene per assorbimento chimico o per


adsorbimento.
Noi ricorriamo ai filtri fibrosi:
- filtri piani: sono generalmente utilizzati come sistemi di pre-filtraggio per filtri con rendimenti
pi elevati; il materiale filtrante pu essere impregnato con resine per aumentarne l'efficacia.
- filtri a sacche (a tasche flosce o rigide)
Sotto c la tabella riepilogativa della classificazione dei filtri secondo le prestazioni, come
descritto nella norma Europea EN 779 (edizione luglio 1993) che contiene i requisiti che i filtri
d'aria antipolvere devono possedere. Descrive i metodi e l'impianto di prova per la misura
delle prestazioni del filtro. Si applica ai filtri antipolvere che devono essere provati con una
portata d'aria compresa tra 0,24 m3/s (850 m3/h) e 1,39 m3/s (5.000 m3/h) e che possiedono

un'efficienza colorimetrica iniziale minore del 98%. pure riportata la norma EN 1822 relativa
ai filtri assoluti (HEPA ed ULPA).
I filtri HEPA e ULPA hanno elevatissimi valori di rendimento (fino al 99,99996 DOP).
Necessitano sempre di pre-filtri. Hanno basse portate d'aria e discrete perdite di carico. Sono
utilizzati dove la purezza dell'aria deve essere assoluta: camere bianche, sale operatorie,
laboratori batteriologici, ecc.
CAMERE PULITE
Si tratta di una camera in cui areazione, ventilazione, filtrazione, materiali di costruzione e
procedure operative sono regolamentate per controllare la concentrazione e la qualit di
particelle presenti nellaria e per rispondere a livelli di pulizia adeguati. Altri identificativi:
clean room, camera Bianca, ambiente Controllato, stazione di lavoro con aria pulita.
Caratteristiche generali:
- le camere pulite sono realizzate secondo le tecnica del Contenimento Dinamico, per la
quale latmosfera dei locali

tenuti in costante sovrapressione, controllata con gradiente crescente verso le zone a maggior
pulizia, allo scopo di evitare limmissione di flussi inversi potenzialmente inquinanti.
- i componenti principali strutturali ( pareti, porte, controsoffitto etc.) sono del tipo a basso
rilascio particellare appositamente studiati per ambienti sterili.

- limpianto di climatizzazione, autonomo, e limpianto di regolazione termoigrometrica devono


garantire le condizioni ottimali di pressione, temperatura e umidit atte a garantire le
condizioni necessarie per i processi e di benessere per gli operatori durante, tutto larco
dellanno.
Principio di funzionamento:
Da una serie di filtri assoluti (HEPA )integrati nel controsoffitto, emerge un flusso daria filtrata
con efficienza migliore del 99.999% su particelle da 0.3 , tale da garantire un elevato numero
di ricicli, e quindi un efficace lavaggio di tutto lambiente. Laria, dopo aver attraversato i locali
viene ripresa attraverso griglie posizionate in basso sulle pareti perimetrali e inviata allunit
di trattamento termoigrometrico, in parte ricircolata, previa climatizzazione e filtrazione
assoluta, ed in parte espulsa. Laria espulsa viene ripristinata da aria primaria filtrata.
BILANCIO ENERGETICO DI UN EDIFICIO
Il sistema fisico confinato dalla superficie esterna delledificio pu essere considerato un
sistema termodinamico aperto, operante in regime mediamente stazionario. Applicando ad
esso il Primo Principio della Termodinamica si pu scrivere lequazione di bilancio energetico,

in termini di potenza termica media riferita ad un generico intervallo di tempo dt.


Forme di scambio termico:
- Conduzione
- Convezione
- Irraggiamento
IPOTESI SEMPLIFICATIVE:
- Corpo fisico continuo, uniforme e isotropo
- Caratteristiche fisiche invariabili nel tempo e indipendenti dalla temperatura
- Caso monodimensionale
- Regime stazionario
REGIME NON STAZIONARIO
- Calcolare i flussi termici associati alla variazione di temperatura nel tempo nellambiente e
nella struttura
Inerzia termica: resistenza di un involucro a farsi attraversare dallonda termica.
La diffusivit termica = /cp (=densit) la velocit con ci londa termica si diffonde nel
materiale.
La diffusivit termica una caratteristica intrinseca del corpo in quanto dipende
esclusivamente da parametri relativi al materiale di cui composto. misurata in m 2/s. Da
informazioni su quanto rapidamente il calore si diffonde al suo interno.
BILANCIO GLOBALE

Scambi convettivi e radiativi di una parete opaca esterna:


dove un coefficiente legato alle caratteristiche del materiale.

TEMPERATURA ARIA-SOLE: una temperatura fittizia che tiene conto contemporaneamente


sia degli scambi termici (conduttivi e convettivi) con laria esterna che dellirraggiamento

solare ricevuto.
Il bianco, avendo minore riflettivit, riduce il coefficiente .
REGIME PERIODICO STABILIZZATO

Tinterna = costante; Testerna = variabile con legge periodica nelle 24 ore

dove:
lo smorzamento f(s/; cp)
il ritardo di fase f(s/; cp))
la semiampiezza di oscillazione = Tmax-Tm
hI coefficiente di adduzione interno
TI temperatura costante dellambiente interno
Tm temperatura media intorno alla quale oscilla, con periodo fissato, la temperatura dellaria

esterna
Per una parete a bassa inerzia termica il flusso massimo trasmesso quello che si riscontra in
corrispondenza della temperatura massima esterna. Invece per una parete ad elevata inerzia
termica il flusso massimo trasmesso quello che si riscontra in corrispondenza della
temperatura media esterna. Il riferimento nazionale per il calcolo dei predetti indicatori la
norma tecnica UNI EN ISO 13786, dove i predetti parametri rispondono rispettivamente alle
seguenti definizioni:
- fattore di attenuazione o fattore di decremento il rapporto tra il modulo della trasmittanza
termica dinamica e la trasmittanza termica in condizioni stazionarie.
- sfasamento il ritardo temporale tra il massimo del flusso termico entrante nellambiente
interno ed il massimo della temperatura dellambiente esterno.
Sulla base dei valori assunti da tali parametri si definisce la seguente classificazione valida per
tutte le destinazioni duso:

La TRASMITTANZA TERMICA PERIODICA si calcola attraverso la seguente relazione:


Yi,e = f x Uregime stazionario
f il fattore di attenuazione calcolato come il rapporto tra il flusso termico in condizioni reali
ed il flusso termico in assenza di accumulo di calore riferiti alla medesima stratigrafia.
f = qmax/qmax
Il flusso termico in condizioni reali (qmax) introduce il concetto periodico-dinamico. Esso si
calcola attraverso la soluzione dellequazione generale della conduzione del calore in regime
variabile (periodicodinamico).
Il flusso termico in assenza di accumulo di calore (q max) pari al prodotto della trasmittanza
termica in regime stazionario (U) per la differenza di temperatura tra il valore massimo
esterno ed il valore interno (T(e max, i)):
qmax = U x T(e max, i)
Lintervallo di valori del fattore di attenuazione (f) compreso tra 0 e 1. 0 corrisponde alla
situazione limite di totale accumulo di calore ed 1 corrisponde alla situazione limite di
accumulo di calore nullo.
BILANCIO ENERGETICO DI UN EDIFICIO
La quantit di energia entrante in un intervallo di tempo T - la quantit di energia uscente in
un intervallo di tempo T uguale alla variazione di energia immagazzinata dalledificio nello
stesso intervallo di tempo T.
Energia entrante nelledificio:
- I guadagni, ossia lenergia gratuita proveniente da fonti rinnovabili e non;
- I consumi, ossia lenergia proveniente da fonti non rinnovabili (combustibili
fossili/liquidi/gassosi/, elettricit di rete)
Energia uscente dalledificio:
- Le perdite con lulteriore specificazione del tipo di cui si tratta
(Consumi + guadagni) perdite = q e
qe = variazione di energia immagazzinata dalledificio in T
dove: (qg + qs + qi) (qd + qv) = qe
qg = energia termica erogata alledificio dal generatore di calore
qs = guadagno solare dovuto alla radiazione incidente sulle superfici trasparenti ed opache
qi = guadagno interno dovuto al calore emesso dalle persone, dalle lampade, dalle altre
apparecchiature (elettrodomestici)
qd = perdita di calore per trasmissione attraverso linvolucro = W d (ti te) t
qv = perdita di calore per ventilazione (ricambio dellaria per motivi igienici e infiltrazioni daria
attraverso i giunti dellinvolucro) = Wv (ti te) t
Wd e Wv = coefficienti di perdita di calore per unit di tempo, per unit di differenza di
temperatura attraverso la superficie dellinvolucro
qe = Ced (ti2 ti1)
Ced = capacit termica equivalente delledificio
ti2 e ti1 = rispettivamente la temperatura delle masse interne al tempo t + t e al tempo t
CASO A: lenergia fornita qg + qs + qi nulla (qd + qv) = - qe
se ti > te energia uscente dalledificio
se t e > ti energia entrante nelledificio

CASO B: lenergia fornita qg + qs + qi costante nellunit di tempo


se (qg + qs + qi) > (qd + qv) qe > 0 quindi ti2 > ti1
la temperatura interna cresce nel tempo fino a quando (q g + qs + qi) = (qd + qv) e quindi qe =
0 ti2 = ti1 (regime stazionario)
CASO C: lenergia fornita qg + qs + qi negativa - (qg + qs + qi) - (qd + qv) = qe
la temperatura interna decresce nel tempo fino a quando t i2 = ti1 qe = 0 (regime
stazionario)
BILANCIO TEMPORALE - MEDIE TEMPORALI
Per soddisfare le esigenze di valutazione semplificate delle prestazioni energetiche in edilizia
necessario poter eseguire bilanci energetici su basi temporali giornaliere e mensili. Poich tali
intervalli di tempo comparabili con il periodo delle grandezze periodiche in gioco (radiazione
solare, temperatura esterna, temperatura interna) nei bilanci energetici non istantanei
bisogna introdurre il valore medio (sullintervallo di tempo scelto) di tutte le grandezze
precedentemente definite.
(Qg + Qs + Qi) = (Qd + Qv)
Consumo di combustibile: Qg = (Wd + Wv) (Ti Te) D (Qs + Qi)
dove: D = periodo di durata giornaliera o mensile; Q g = quantit da spendere in termini di
energia; Wv = perdite di ventilazione; Wd = perdite di dispersione; Ti Te = temperatura interna
ed esterna; Qs + Qi = carichi solari e carichi interni. Inoltre: Q g = L - G ; L = (Wd + Wv) (Ti
Te) D; G = (Qs + Qi)
Quando L (perdite) massimo, G (guadagni) minimo.
BILANCIO SPAZIALE - MEDIE SPAZIALI
Non esistono problemi se il volume su cui si effettua la media omogeneo per quanto
riguarda la distribuzione spaziale delle perdite e dei guadagni. Esempio classico: un edificio
con esposizione principale NORD-SUD. In questo caso il bilancio corretto va fatto
separatamente per le due zone imponendo il vincolo che sia sempre maggiore o uguale a
zero.
Qg = {(Wd + Wv) (Ti Te) D (Qs + Qi) }SUD + {( Wd + Wv) (Ti Te) D (Qs + Qi) }NORD
Dove: 0 < <1
Un edificio che affaccia NORD-SUD non potr mai avere lo stesso fronte su entrambi gli affacci.
CALCOLO DEL FABBISOGNO TERMICO DI UN EDIFICIO:
- Metodi di correlazione: simulano il regime stazionario:
Metodo dei gradi giorno
Metodo della normativa UNI10344
Metodo BIN
- Metodi di simulazione dinamica: calcolo in regime transitorio:
NBLSD USA
BLAST
TRNSYS
METODO DEI GRADI GIORNO:
Strumento semplice per una stima attendibile dei consumi per il riscaldamento continuo di
edifici residenziali esistenti o di nuova progettazione purch questi non siano n molto isolati
n ad alta captazione solare.
Limiti: non vengono presi in considerazione quei termini come la radiazione solare e gli apporti
interni che non dipendono dalla temperatura, durante la stagione estiva limpiego dei gradi
giorno improponibile.
Edifici ad occupazione non continuativa: per il calcolo dei consumi bisogna introdurre una
nuova grandezza:
R = Ce/ (Cg V)
Il consumo di energia in questo caso legato ai seguenti parametri:
t/D : tempo di accensione dellimpianto rapportato alla durata del ciclo totale di accensione e
spegnimento (D=24 ore)
R/D : costante di tempo delledificio rapportata alla durata totale del ciclo di accensione e
spegnimento (D= 24 ore)
Pmax/P : potenza disponibile al generatore rapportata alla potenza necessaria al mantenimento
della temperatura di comfort.

Parametri che caratterizzano ledificio e il clima:


- Coefficiente di trasmissione globale: perdite totali per trasmissione e per ventilazione per m 3
riscaldato e per unit di differenza di temperatura. C g = (Wd + Wv)/V = coefficiente unitario
- GG: valore dei gradi-giorno per una prefissata localit

Qg = (Wd + Wv) (Ti Te) D (Qs + Qi)


(D =24 ore)
Qg = 24 Cg V (Ti Tem) (Qs + Qi)
(Wh)
Sommando su tutti i giorni del periodo di riscaldamento:
E = 24 Cg V (Ti Tem) (Qs + Qi) =
= 24 Cg V {Ti Tem (Qs + Qi)/ 24 Cg V}
Dove:
24 Cg V (Ti Te) = perdite stagionali
(Qs + Qi) = guadagni stagionali
(Qs + Qi)/ 24 Cg V = effetto termico dovuta allenergia giornaliera introdotta nelledificio dalla
fonte solare e dalle fonti interne [Teq]
- Per gli edifici esistenti: bassa captazione, C g medio alto: Teq = 4 1C
Se fissiamo la temperatura interna Ti pari a 20C: (T i Teq) = 16 1C
Ha una oscillazione modesta al variare sia del clima che della tipologia degli edifici esistenti.
TEMPERATURA CONVENZIONALE DI RIFERIMENTO (media stagionale):
TR = (Ti Teq)
E = 24 Cg V (TR Tem) = 24 Cg V GG
Dove GG [gradi giorno = somma delle differenze tra la temperatura di riferimento e la
temperatura esterna media giornaliera, estesa a tutta la stagione di riferimento
(riscaldamento)] = f(clima locale)

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